a cura di Fabrizio Bonera - CAI Manerbio

consuma. Ne deriva una società mobile, che alcuni sociologi definiscono
“liquida”, appunto perché legata a valori fluttuanti. E’ intuitivo che più che di
“valori” si tratta in questo caso di “non valori”. L’assenza di valori, intesi nel
senso classico del termine, contrassegna l’epoca del nichilismo.
A scuola di arrampicata nelle settimane di introduzione alla montagna alle Case di Bles
(1996)
Siamo quindi in una epoca di relativismo valoriale, lontana dai principi fermi e
dagli ideali che avevano contrassegnato gli anni passati.
L’introduzione di principi economici permea anche il comportamento
dell’individuo, teso al conseguimento del piacere e del benessere nel minor
tempo possibile e con il minor sforzo.
Acquistano così maggior significato il paradigma della velocità da opporre alla
lentezza, con ripercussioni sul concetto di tempo che diviene sempre un tempo
progettuale subordinato ad un fine. Nel caso specifico della montagna ciò
significa velocizzare i percorsi in subordine al raggiungimento della meta senza
prestare attenzione all’itinerario, contribuendo in tal modo a quella sorta di
analfabetismo territoriale che contrassegna i giovani di oggi.
Questo aspetto è assai importante perché ad esso è legata la perdita del
concetto di “luogo” a vantaggio dei “non luoghi”, secondo la definizione di Augè;
che sono gli attuali punti di ritrovo e di aggregazione.
Velocità e raggiungimento dell’obiettivo sono facilitati dall’apporto della
tecnologia. Soprattutto la tecnologia della comunicazione non solo velocizza le
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