a cura di Fabrizio Bonera - CAI Manerbio

SALVARE LE ALPI
Il tema dell’acqua: acque e ghiacciai liberi
Questa stagione , così ricca di precipitazioni nevose, sembra aver regalato un
anno di sollievo non solo alle riserve idriche delle nostre montagne ma anche
alle società di gestione degli impianti sciistici e all’industria della neve che non
registravano doni così copiosi da almeno trent’anni. Tuttavia un anno di
abbondanti precipitazioni non risolvono il problema.
Come è noto il tutto deve essere visto in prospettiva e soprattutto in una
prospettiva di lungo termine. E poi ciò che conta è sempre il valore della media.
Queste abbondanti nevicate non aiuteranno molto i nostri ghiacciai se la media
delle temperature si mantiene sempre al di sopra di quella che consente di
equilibrare accumulo e perdita. L’acqua è un bene irrinunciabile e dobbiamo
fare in modo di salvaguardare quegli autentici forzieri di acqua che sono le
nostre montagne.
La divinazione e la magia sono appartenute a tutte le civiltà, da quella egizia a
quella babilonese.
Il codice di Hammurabi (VII secolo del secondo millennio avanti Cristo) statuiva
provvedimenti contro le pratiche degli stregoni. I Romani nella legge delle XII
tavole (V secolo a.C.) comminavano la pena capitale ai maghi che con formule
o altro nocevano o recavano danno ad altri in specie per coloro che con sortilegi
vari deviavano i torrenti atti ad irrigare i campi agricoli.
L’acqua è sempre stata una tentazione per le forze del male. La sua mancanza
metteva seriamente a rischio la sopravvivenza di un popolo e nei periodi di
grande siccità a fronte di questo castigo si facevano sacrifici di ogni genere
affinché le forze del bene prendessero il sopravvento sui malefici diabolici.
Di acqua sotto i ponti ne è passata (oggi purtroppo sempre meno) nel corso dei
millenni, ma gli stregoni del male resistono bene e continuano a nuocere.
Questo fenomeno definibile di “stregoneria economica” si va diffondendo
ampiamente ed è incentivato da leggi economiche fatte ad hoc che
massimizzano i profitti e consolidano la cosiddetta new economy che sta
creando instabilità, precarietà e tensioni a livello planetario. Negli ultimi decenni,
gli investimenti speculativi sono indirizzati su una risorsa unica e irripetibile:
l’ambiente. In questo contesto le Grandi Corporazioni puntano con grande
determinazione ad accaparrarsi l’oro bianco: l’acqua.
Queste società si muovono indistintamente da nord a sud del pianeta
servendosi di intermediari, investono a breve-medio termine grosse somme di
denaro sulla risorsa acqua, stabilendo e monopolizzando i prezzi dell’acqua
stessa.
La questione non è irrilevante in quanto le acque sono necessarie per la
sopravvivenza dell’umanità.
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