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a cura di Fabrizio Bonera - CAI Manerbio

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travestimenti inutili, se non <strong>di</strong> ostacolo, ai fini dello scavo interiore. Ogni<br />

catabasi in se stessi è infatti elevazione verso la cima.<br />

Il peradam è la cosiddetta perla nascosta, unico elemento che <strong>di</strong>a autorità a chi<br />

lo possiede e lo renda, proporzionalmente, capace <strong>di</strong> guidare coloro che lottano<br />

e arrancano a livelli inferiori. Il peradam è il metro della gerarchia, poichè solo<br />

chi ha saputo “incar<strong>di</strong>narsi” nella posizione assiale ed esporsi così ai coelestia<br />

ha <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> essere maestro al prossimo. Anzi, ne ha il dovere: non si dà salita,<br />

nel Monte Analogo, senza corrispondente <strong>di</strong>scesa per ammonire ed aiutare i<br />

pellegrini che marciano a livelli meno eterei. “E solo dopo averli preparati, si può<br />

salire più in alto”. Non si può infatti scoprire da soli, contando sulle proprie<br />

forze, la Traccia che porti al varco: Chi confida in se stesso, tronfio <strong>di</strong> titoli<br />

risibili, soltanto si illude <strong>di</strong> procedere via recta alla pienezza dell’io. Ignorando<br />

che solo con il sacrificio volontario dell’io è possibile scorgere la vetta.<br />

“E voi che cosa cercate?” 4<br />

4<br />

Così avrebbe dovuto intitolarsi l’ultimo capitolo, a quanto svelò lo stesso Daumal poco prima della sua<br />

morte.<br />

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