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a cura di Fabrizio Bonera - CAI Manerbio

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LETTURA MAGISTRALE<br />

Il sentiero della bellezza:<br />

tracce per una pedagogia dell’alpinismo<br />

(a <strong>cura</strong> <strong>di</strong> <strong>Fabrizio</strong> <strong>Bonera</strong>)<br />

Nell’iniziare un nuovo anno sociale è opportuno porsi sempre una domanda <strong>di</strong><br />

senso, ovvero delineare una sorta <strong>di</strong> tema a cui attenersi e su cui conformare le<br />

attività sociali.<br />

Il Club Alpino Italiano si impone come Associazione depositaria <strong>di</strong> un grande<br />

patrimonio <strong>di</strong> cultura e <strong>di</strong> conoscenza. Qualsiasi opera pedagogica e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

educazione si costruisce solo ed esclusivamente sulla scorta delle conoscenze<br />

acquisite.<br />

Abbiamo iniziato a costruire questo in<strong>di</strong>rizzo educativo già negli anni scorsi,<br />

cercando <strong>di</strong> mettere in rilievo la necessaria ambivalenza della Montagna come<br />

terreno <strong>di</strong> cultura. Abbiamo sottolineato la necessità <strong>di</strong> coniugare la conoscenza<br />

oggettiva alla conoscenza <strong>di</strong> quella componente non razionale, imme<strong>di</strong>ata e<br />

intuitiva che per forza <strong>di</strong> cose deve caratterizzare il rapporto tra l’Uomo e la<br />

Natura ai fini del raggiungimento <strong>di</strong> una armonia che sia <strong>di</strong> reciproco<br />

giovamento.<br />

Abbiamo percorso sentieri con l’intento <strong>di</strong> ritrovare “il vissuto” della montagna<br />

per carpirne significati, con lo scopo <strong>di</strong> leggere nel paesaggio i segni <strong>di</strong> un<br />

antico rapporto fra Uomo e Montagna che forse è da riattualizzare; abbiamo<br />

salito cime non tanto per desiderio <strong>di</strong> conquista ma per raggiungere quello<br />

“sguardo d’altura” che oltre ad offrirci un panorama <strong>di</strong> paesaggio fosse in grado<br />

<strong>di</strong> conquistarci ad un panorama dell’essere che non solo è visione completa<br />

della vita ma anche presupposto per comprendere “la trama che unisce tutte le<br />

cose” che secondo Bateson costituisce la “vera bellezza”.<br />

I sentieri educativi sono molteplici e percorrerli con consapevolezza è<br />

presupposto in<strong>di</strong>spensabile non solo per noi, per un go<strong>di</strong>mento soggettivo e<br />

gratificante, ma anche e soprattutto per la Montagna, per uno scopo <strong>di</strong> tutela e<br />

conservazione.<br />

Il C.A.I. non può permettere che la montagna sia intesa – sic ed simpliciter –<br />

come terreno <strong>di</strong> gioco, ma deve operare affinché essa costituisca anche, e,<br />

soprattutto, una irripetibile occasione <strong>di</strong> educazione.<br />

I numerosi sentieri che tracciano i versanti delle nostre montagne vanno<br />

percorsi non solo in senso fisico ma anche metaforicamente come sentieri<br />

educativi. Tra <strong>di</strong> essi ho scelto il sentiero della bellezza e vorrei che le nostre<br />

escursioni venissero percorse, nella successione della singolarità dei luoghi,<br />

come momento <strong>di</strong> ricomposizione <strong>di</strong> frammenti per giungere al go<strong>di</strong>mento della<br />

bellezza. Dovrebbero costituire un sentiero estetizzante che accanto alla<br />

percezione delle forme e delle sensazioni ci conduca all’apprezzamento del<br />

bello naturale che, inteso come bene irrinunciabile e non come lusso, è<br />

componente inderogabile della vita e della educazione. La bellezza infatti educa<br />

sempre, sia essa intesa nel valore del bello e buono <strong>di</strong> Platone, sia come<br />

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