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Periodico della <strong>Comunità</strong> Parrocchiale di <strong>Coccaglio</strong> - Anno 2004, n° 1/7
La vecchia Pieve<br />
periodico<br />
della <strong>Comunità</strong> parrocchiale<br />
di <strong>Coccaglio</strong><br />
Gennaio 2004 - n. 1/7<br />
Copert<strong>in</strong>a e logo di Ugo Capretti<br />
Sommario<br />
Senza figli non c’è .... Vescovi Italiani pag. 3<br />
La Parola del parroco don Giovanni pag. 5<br />
Messaggio per la G.mond.d.Pace Giovanni Paolo II pag. 6<br />
La Parola per noi A. Massetti pag. 8<br />
Novo millennio <strong>in</strong>eunte don Giovanni pag. 10<br />
Invito alla preghiera don Giovanni pag. 12<br />
In camm<strong>in</strong>o con... don Giovanni pag. 14<br />
Credere e vivere A. Cors<strong>in</strong>i pag. 16<br />
Anagrafe parrocchiale pag. 19<br />
Calendario liturgico - pastor. pag. 21<br />
Proposte per la Quaresima pag. 25<br />
L’Iniziazione Cristiana... don Oscar pag. 26<br />
La cel. della Memoria d. Batt. Catechisti di 2a el. pag. 27<br />
La tua vita è un dono St. Pedal<strong>in</strong>o pag. 28<br />
Chi sono i Testimoni di Geova? don Francesco pag. 30<br />
A proposito della Legge ... a cura di E. De Angeli pag. 32<br />
Essere Capi Scout Co.Ca. Scout pag. 34<br />
Charitas parrocchiale G. Pedrali pag. 35<br />
Esultiamo <strong>in</strong>sieme al Popolo... Ben-Tar pag. 36<br />
Pietro, il primato della carità Redazione pag. 38<br />
Il restauro della tela .... M. Baiguera-R. Fodriga pag. 40<br />
Com’è sorto il nuovo camp. N. Partegiani - St. Dotti pag. 43<br />
I Padri del deserto G. Lor<strong>in</strong>i pag. 45<br />
L’angolo del poeta a cura di G. Lor<strong>in</strong>i pag. 47<br />
Musica Cristian pag. 48<br />
Proèrbe e storiele de öna olta... Guer<strong>in</strong>i - Benerecetti pag. 49<br />
Notizie utili Guer<strong>in</strong>i - Benerecetti pag. 51<br />
Manif. per la Giorn. d. Memoria C. Donghi pag. 51<br />
Offerte per le opere parrocchiali pag. 52<br />
2<br />
Gruppo di redazione:<br />
don Giovanni Gritti, don Oscar Ziliani,<br />
Stefano Pedal<strong>in</strong>o, Andrea Bighetti<br />
Gianluca Pedrali, Anna Massetti<br />
Il prossimo numero uscirà il 21 marzo.<br />
I collaboratori della “Vecchia Pieve” sono<br />
<strong>in</strong>vitati a recapitare i loro scritti, sia su<br />
dischetto che stampati <strong>in</strong> corpo 12 su<br />
supporto cartaceo, entro il 3 dello stesso<br />
mese. Non rispondiamo della mancata<br />
pubblicazione degli articoli che perverranno<br />
oltre tale data. La Redazione non è<br />
tenuta a dare giustificazione degli articoli<br />
che ritiene opportuno non pubblicare.<br />
La riunione del gruppo di redazione avrà<br />
luogo <strong>in</strong> giorno e ora da concordare.<br />
Recapito articoli:<br />
1) p.za Luca Marenzio, 22F (casa canonica)<br />
2) Via Tonelli, 20 (Focolare)<br />
PARROCCHIA<br />
“S. MARIA NASCENTE”<br />
<strong>Coccaglio</strong><br />
Orario delle sante Messe:<br />
FESTIVO FERIALE<br />
ore 18,30 (prefestiva)<br />
ore 7,00 ore 7,00<br />
ore 9,00 ore 8,30<br />
ore 10,00<br />
ore 11,00<br />
ore 16,30 (Casa Alb.) ore 16,30<br />
ore 18,00<br />
RADIO PARROCCHIALE 91.85 MHZ<br />
POTETE SEGUIRE TUTTE LE SANTE MESSE E LE ALTRE<br />
FUNZIONI, IN PARTICOLARE IL ROSARIO ALLE ORE<br />
8.00 E LA FUNZIONE ALLE 15.00, LA DOMENICA<br />
Numeri utili (premettere sempre 030)<br />
Casa canonica (abit. don Giovanni) 7721248<br />
Segreteria Oratorio “Il Focolare” 723575<br />
Abitazione don Oscar 7721039<br />
Abitazione don Titta 7700340<br />
Abitazione don L<strong>in</strong>o 7704848<br />
Diacono don Francesco 723392<br />
NB: da qualche settimana la residenza di don<br />
Titta é <strong>in</strong> via Monauni, nella piazzetta di fronte<br />
al Centro Diurno omonimo
Senza figli non c’è futuro<br />
Senza figli non c’è futuro. Se i figli sono pochi, <strong>in</strong> una società di adulti e anziani, il futuro<br />
svanisce. A chi consegniamo ciò che siamo, ciò che a loro volta ci hanno consegnato i<br />
nostri genitori? È vero anche il contrario: senza futuro non ci sono figli. Quando l’orizzonte<br />
si fa <strong>in</strong>certo o rischioso, si avverte sempre meno il desiderio di donare la vita, il coraggio<br />
di generare dei figli.<br />
Alla “crisi delle nascite, al decl<strong>in</strong>o demografico e all’<strong>in</strong>vecchiamento della popolazione” si<br />
riferiva anche il Santo Padre nel suo discorso al Parlamento italiano del 14 novembre<br />
2002, <strong>in</strong>vitando “a un impegno responsabile e convergente, per favorire una netta <strong>in</strong>versione<br />
di tendenza”. Per riuscirci, occorre aver presenti le cause della crisi, che sono più<br />
d’una e di varia natura. Il Papa parlava di “problemi umani, sociali ed economici”, assieme.<br />
È un problema l’uomo. Siamo sempre più concentrati su noi stessi, preoccupati della<br />
nostra realizzazione personale. Ciò non è negativo; lo diventa se degenera nell’unico<br />
obiettivo che divora tutto il resto. Un gigantesco “io” stritola un fragile “noi”. Perché allora<br />
lottare per tenere <strong>in</strong>sieme la propria famiglia? Perché partecipare alla vita amm<strong>in</strong>istrativa<br />
e politica per rendere migliore la propria città e il proprio Paese? Una soggettività<br />
esagerata non concede spazio a nessuno, certo non a un figlio, a meno che non<br />
serva anch’egli a gratificare l’io.<br />
È un problema la società. Viviamo nella “modernità liquida”, <strong>in</strong> cui nulla dev’essere solido,<br />
duraturo, permanente, per sempre. I valori di ieri erano la stabilità e la fedeltà. Oggi<br />
sono il movimento e il cambiamento. Si dice che bisogna essere flessibili, senza un terreno<br />
su cui mettere radici; che solo il presente è un valore; non lo sono né il passato né il<br />
futuro. Il tempo si riduce così a una sequenza di attimi presenti, senza un prima né un<br />
dopo. Se questo è il contesto culturale, i figli non possono rientrare nel progetto della<br />
modernità. I figli <strong>in</strong>fatti sono per sempre, richiedono una famiglia solida per poter crescere,<br />
genitori che diano loro amore per tutta la vita, stabilmente. I figli, <strong>in</strong>oltre, catalizzano<br />
energie che <strong>in</strong>vece – viene suggerito - è bene dedicare alla carriera, al successo, al potere.<br />
I figli dunque non appartengono all’orizzonte di questa modernità, di questa cultura.<br />
Sono un problema anche le risorse economiche. Non si possono monetizzare i figli, ma<br />
è evidente che costano molto e l’organizzazione della nostra società li fa costare sempre<br />
di più. È la cruda realtà con cui devono misurarsi i genitori, i quali possono contare su<br />
aiuti economici e sgravi fiscali, che però non <strong>in</strong>cidono ancora <strong>in</strong> modo determ<strong>in</strong>ante nella<br />
soluzione dei problemi quotidiani e che comunque restano distanti dai livelli di altri paesi<br />
europei. Un contributo una tantum alle coppie che generano un figlio è senz’altro una<br />
forma di <strong>in</strong>coraggiamento, ma non risolve tutti questi problemi se poi il contesto rimane<br />
immutato; se cioè il part-time, soluzione ideale per molte madri con figli piccoli, è spesso<br />
una chimera; se gli asili nido sono ampiamente <strong>in</strong>sufficienti; se le donne che dedicano<br />
alcuni anni della loro vita – quelli <strong>in</strong> genere più proficui per la carriera – ai figli, quando rientrano<br />
nella loro azienda, vengono considerate professionalmente superate e non abbastanza<br />
amanti del lavoro; se un padre che sceglie il congedo è fatto oggetto d’ironia, più<br />
che d’ammirazione; se una giovane coppia vede svanire nell’affitto di un bilocale, <strong>in</strong>adatto<br />
a famiglie con tanti figli, metà del proprio reddito.<br />
3<br />
Editoriale
Senza figli non c’è futuro. Ma anche senza genitori non c’è futuro. Un’<strong>in</strong>tera cultura<br />
dom<strong>in</strong>ante ha scordato il valore della paternità e della maternità, anche spirituali. Mancano<br />
i figli e mancano i genitori. Ma mancano anche gli educatori e i maestri. Parlando dei figli<br />
che mancano nel nostro Paese non dobbiamo dimenticare i figli che – numerosi – un futuro<br />
l’avrebbero se non se lo vedessero rubato dalla denutrizione, dalla malattia, dalla<br />
guerra; per non dire di quelli che un futuro non lo potranno mai avere perché viene loro<br />
radicalmente sottratto dalla persistente pratica dell’aborto.<br />
Occorre qu<strong>in</strong>di lavorare su più fronti.<br />
Sulla famiglia, per v<strong>in</strong>cere la tenaglia dell’egoismo che sp<strong>in</strong>ge a considerare la generosità,<br />
la comunione e la fraternità i vizi dei perdenti, quando <strong>in</strong>vece la storia dice che alla lunga<br />
sono le virtù dei v<strong>in</strong>centi.<br />
Sulla società, sul mercato del lavoro, nel dibattito culturale a partire dai mass-media, per<br />
proporre immag<strong>in</strong>i positive di genitori uniti, responsabili e felici.<br />
Sulla politica, perché consideri davvero la famiglia quello che è: il primo nucleo della<br />
società italiana, e attorno alla famiglia costruisca un progetto di Italia futura, <strong>in</strong>vestendo<br />
con conv<strong>in</strong>zione sui figli, nostro futuro.<br />
Per affrontare questi impegni non mancano le risorse di tanti uom<strong>in</strong>i e donne che credono<br />
nella vita. Credono anche quando le condizioni di disabilità lasciano <strong>in</strong>travedere un futuro<br />
difficile e lottano per renderlo il migliore possibile. Testimoni ad un tempo di amore alla vita<br />
e di speranza per il futuro.<br />
Benedica e avvalori questi <strong>in</strong>tendimenti il Dio della vita.<br />
Roma, 1 novembre 2003<br />
il CONSIGLIO PERMANENTE<br />
dei VESCOVI ITALIANI<br />
<strong>in</strong> occasione della XXVI “Giornata per la vita” (1° febbraio 2004 )<br />
4<br />
Editoriale
Carissimi,<br />
a tutti voi, pace e bene.<br />
Conclusa da poco la solenne celebrazione del tempo natalizio,<br />
già ci troviamo a volgere il pensiero alla prossima<br />
Quaresima: tra un mese esatto – questo numero del bollett<strong>in</strong>o<br />
esce il 25 gennaio - sarà il Mercoledì delle Ceneri.<br />
Propongo queste brevi riflessioni anche tenendo conto della<br />
Giornata per la Vita del I febbraio prossimo (v. pagg. 3-4)<br />
Abbiamo contemplato il Figlio di Dio fatto uomo <strong>in</strong><br />
mezzo a noi. La presenza del Signore, accolta nella<br />
fede, rende sempre attuale quell’evento: Egli è con noi, è<br />
l’Emmanuele; questa consapevolezza getta un raggio di<br />
luce sui nostri giorni, spesso <strong>in</strong>quieti, ma lo può fare <strong>in</strong><br />
misura proporzionale all’<strong>in</strong>tensità con cui ciascuno aderisce<br />
a Lui, anche se non si tratta di fare equazioni come <strong>in</strong><br />
matematica.<br />
La celebrazione degli eventi che fondano la nostra fede<br />
costituisce così, oltre che motivo di festa, un cont<strong>in</strong>uo appello<br />
alla conversione. L’<strong>in</strong>vito a “<strong>in</strong>vertire la rotta” e a tornare<br />
a Lui, a cambiare mentalità e vita è sempre presente e<br />
sempre risuonerà f<strong>in</strong>ché saremo <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o su questa<br />
nostra terra. La Quaresima è “segno sacramentale della<br />
nostra conversione”, dice <strong>in</strong> qualche punto il Messale: <strong>in</strong><br />
parole semplici, vuol dire che la Quaresima, con il più<br />
<strong>in</strong>tenso impegno penitenziale a cui ci chiama, rende più evidente<br />
una realtà che costantemente accompagna, o dovrebbe<br />
accompagnare, la vita del credente: siamo sempre <strong>in</strong><br />
camm<strong>in</strong>o di conversione.<br />
L<br />
’Epifania ci ha offerto l’occasione di rendere grazie per<br />
il dono della fede, che ci mette nella possibilità di dare<br />
un senso al nostro vivere quotidiano. I nostri figli hanno<br />
tanto, se non proprio tutto, quasi: a loro non facciamo<br />
mancare nulla. Ma spesso essi si scoprono impreparati di<br />
fronte al dono e al compito della vita, che non è affatto così<br />
facile come noi cerchiamo di renderla loro; spesso, pieni di<br />
tutto, si ritrovano vuoti “dentro”, <strong>in</strong>capaci di dare un senso<br />
al vivere: mancano loro alcune cose essenziali perché possano<br />
essere <strong>in</strong> grado di farlo; tra queste, lo spirito di sacrificio<br />
e una fede autenticamente testimoniata dagli adulti come<br />
realtà fondamentale e non marg<strong>in</strong>ale. Il nuovo Camm<strong>in</strong>o<br />
di Iniziazione Cristiana programmato dalla nostra Diocesi<br />
e del quale <strong>in</strong> questo numero <strong>in</strong>izia la presentazione, vuole<br />
essere un <strong>in</strong>vito agli adulti a prendere maggiormente sul<br />
serio il loro ruolo di educatori anche della fede.<br />
Ai fratelli e alle sorelle di <strong>Coccaglio</strong><br />
5<br />
Editoriale<br />
La Quaresima che ci sta davanti, ancora una volta fa<br />
risuonare per noi l’appello di Gesù alla conversione,<br />
aff<strong>in</strong>ché il nostro seguire Lui sia più vero: sia il camm<strong>in</strong>o di<br />
persone che nel Battesimo, sosp<strong>in</strong>te dallo Spirito, hanno <strong>in</strong>iziato<br />
un camm<strong>in</strong>o di risurrezione. La preghiera più <strong>in</strong>tensa,<br />
l’ascolto più attento della Parola, l’impegno penitenziale,<br />
almeno quello m<strong>in</strong>imo <strong>in</strong>dicato anche nel Calendario<br />
Liturgico (v. pagg. 21-24 ), una maggiore disponibilità alla<br />
condivisione con chi è povero, potranno aiutarci a fare<br />
qualche passo <strong>in</strong> avanti nell’amore per Dio e per il nostro<br />
prossimo.<br />
Si tratta di pratiche che dovrebbero imprimersi costantemente<br />
nelle nostre abitud<strong>in</strong>i, per formare uno stile di<br />
vita: per es., un modo di gestire il nostro benessere che ci sottragga<br />
all’orgia consumistica di moda, che fa male al<br />
nostro corpo, al nostro spirito, all’ambiente, all’umanità.<br />
In tanti diciamo che causa di tanti mali odierni è il benessere;<br />
ma <strong>in</strong> quanti siamo disposti ad accontentarci di una<br />
vita un poco più sobria? Anche questo riguarda il tema<br />
della vita: si grida all’<strong>in</strong>giustizia per il miliardo e mezzo di<br />
persone che nel mondo fanno la fame, senza contare i malnutriti<br />
che sono ancora di più, o la mancanza di accesso<br />
all’acqua potabile di tanti, troppi esseri umani, o alle medic<strong>in</strong>e<br />
vitali; ci preoccupiamo del fatto che il pianeta sta<br />
diventando una <strong>in</strong>vivibile pattumiera.<br />
Proprio noi, però, siamo parte di quel 20% di umanità che<br />
consuma l’80% delle risorse, acqua compresa, che produce<br />
una quantità di rifiuti tale da fare del loro smaltimento un<br />
problema gravissimo e via dicendo. Si tratta di problemi<br />
veri sempre, non solo <strong>in</strong> Quaresima. Una fede autentica<br />
non può non volgere lo sguardo all’umanità dolente e<br />
m<strong>in</strong>acciata e alla creazione che Dio le ha affidato.<br />
La Quaresima che ci sta davanti è quella che precede<br />
la Missione parrocchiale del prossimo ottobre: saremo<br />
<strong>in</strong>vitati all’ascolto della Parola, all’<strong>in</strong>contro con i fratelli,<br />
a rimettere <strong>in</strong> moto la nostra vita di credenti; sarà<br />
occasione specialissima di conversione e di stimolo ad una<br />
vita cristiana più <strong>in</strong>tensa. Vivendo con impegno il tempo<br />
santo dei Quaranta Giorni possiamo dare avvio anticipato<br />
al camm<strong>in</strong>o che i Padri missionari ci proporranno, <strong>in</strong> modo<br />
che la grazia del Signore non ci sia data <strong>in</strong>vano.<br />
Buona Quaresima e buon camm<strong>in</strong>o di conversione a tutti.<br />
don Giovanni
Una concreta <strong>in</strong>iziativa<br />
1. Il primo mio Messaggio per la<br />
Giornata Mondiale della Pace, all’<strong>in</strong>izio<br />
del Gennaio del 1979, era centrato sul<br />
motto: " Per giungere alla pace, educare<br />
alla pace ".<br />
Quel Messaggio di Capodanno si <strong>in</strong>seriva<br />
nel solco tracciato dal Papa Paolo VI, di v.<br />
m., il quale aveva voluto per il 1º Gennaio<br />
di ogni anno la celebrazione di una<br />
Giornata Mondiale di preghiere per la<br />
Pace. […]<br />
Facendo mio il voto espresso dal venerato<br />
Predecessore sulla Cattedra di Pietro,<br />
ogni anno ho voluto cont<strong>in</strong>uare la nobile<br />
tradizione […] Nei ventic<strong>in</strong>que anni di<br />
Pontificato, che il Signore mi ha f<strong>in</strong>ora<br />
concesso, non ho cessato di levare la mia<br />
voce, di fronte alla Chiesa ed al mondo,<br />
per <strong>in</strong>vitare i credenti, come tutte le persone<br />
di buona volontà, a far propria la<br />
causa della pace. […]<br />
La scienza della pace<br />
2. Gli undici Messaggi rivolti al mondo<br />
dal Papa Paolo VI hanno progressivamente<br />
tracciato le coord<strong>in</strong>ate del camm<strong>in</strong>o<br />
da compiere per raggiungere l’ideale<br />
della pace. Poco a poco, il grande<br />
Pontefice è venuto illustrando i vari capitoli<br />
di una vera e propria " scienza della<br />
pace ". […] Di fronte al dramma<br />
delle guerre che, all’<strong>in</strong>izio del Terzo<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto - Documenti<br />
Il MESSAGGIO del PAPA per la celebrazione della<br />
GIORNATA MONDIALE DELLA PACE<br />
1° GENNAIO 2004<br />
UN IMPEGNO SEMPRE ATTUALE:<br />
EDUCARE ALLA PACE<br />
A voi mi rivolgo, Capi delle Nazioni, che avete il dovere di promuovere la pace!<br />
A voi, Giuristi […] A voi, Educatori della gioventù, che <strong>in</strong> ogni cont<strong>in</strong>ente <strong>in</strong>stancabilmente lavorate per formare le<br />
coscienze nel camm<strong>in</strong>o della comprensione e del dialogo!<br />
Ed anche a voi mi rivolgo, uom<strong>in</strong>i e donne che siete tentati di ricorrere all’<strong>in</strong>accettabile strumento del terrorismo,<br />
compromettendo così alla radice la causa per la quale combattete!<br />
Ascoltate tutti l’umile appello del successore di Pietro che grida: Oggi ancora, all’<strong>in</strong>izio del nuovo anno 2004, la pace<br />
resta possibile. E se possibile, la pace è anche doverosa!<br />
Millennio, ancora <strong>in</strong>sangu<strong>in</strong>ano le contrade<br />
del mondo, soprattutto <strong>in</strong> Medio<br />
Oriente, quegli scritti, <strong>in</strong> certi loro passaggi,<br />
assurgono al valore di moniti profetici.<br />
Il sillabario della pace<br />
3. Da parte mia, [….] all’alba di ogni<br />
nuovo anno, ho richiamato le persone di<br />
buona volontà a riflettere sui vari aspetti<br />
di una ord<strong>in</strong>ata convivenza, alla luce<br />
della ragione e della fede.<br />
È nata così una s<strong>in</strong>tesi di dottr<strong>in</strong>a sulla<br />
pace, che è quasi un sillabario su questo<br />
fondamentale argomento: un sillabario<br />
semplice da comprendere per chi ha l’animo<br />
ben disposto, ma al tempo stesso<br />
estremamente esigente per ogni persona<br />
sensibile alle sorti della umanità.<br />
I vari aspetti del prisma della pace sono<br />
stati ormai abbondantemente illustrati.<br />
Ora non rimane che operare, aff<strong>in</strong>ché l’ideale<br />
della pacifica convivenza, con le sue<br />
precise esigenze, entri nella coscienza<br />
degli <strong>in</strong>dividui e dei popoli. Noi cristiani,<br />
l’impegno di educare noi stessi e gli altri<br />
alla pace lo sentiamo come appartenente<br />
al genio stesso della nostra religione. Per<br />
il cristiano, <strong>in</strong>fatti, proclamare la pace è<br />
annunziare Cristo che è " la nostra pace "<br />
(Ef. 2, 14), è annunziare il suo Vangelo,<br />
che è " Vangelo della pace " (Ef. 6,15), è<br />
chiamare tutti alla beatitud<strong>in</strong>e di essere "<br />
6<br />
artefici di pace " (cfr Mt 5,9).<br />
L'educazione alla pace<br />
4. Nel Messaggio per la Giornata<br />
Mondiale della Pace del 1º Gennaio 1979<br />
lanciavo già quest’appello: " Per giungere<br />
alla pace, educare alla pace ". Ciò è oggi<br />
più urgente che mai, perché gli uom<strong>in</strong>i,<br />
di fronte alle tragedie che cont<strong>in</strong>uano ad<br />
affliggere l’umanità, sono tentati di cedere<br />
al fatalismo, quasi che la pace sia un<br />
ideale irraggiungibile.<br />
La Chiesa, <strong>in</strong>vece, ha sempre <strong>in</strong>segnato ed<br />
<strong>in</strong>segna ancor oggi un assioma molto<br />
semplice: la pace è possibile. Anzi, la<br />
Chiesa non si stanca di ripetere: la pace è<br />
doverosa. Essa va costruita sui quattro<br />
pilastri <strong>in</strong>dicati dal beato Giovanni<br />
XXIII nell’Enciclica Pacem <strong>in</strong> terris, e cioè<br />
sulla verità, la giustizia, l’amore e la<br />
libertà. Un dovere, qu<strong>in</strong>di, s’impone a<br />
tutti gli amanti della pace, ed è quello di<br />
educare le nuove generazioni a questi<br />
ideali, per preparare un’era migliore per<br />
l’<strong>in</strong>tera umanità.<br />
L’educazione alla legalità<br />
5. In questo compito di educare alla pace,<br />
s’<strong>in</strong>serisce con particolare urgenza la<br />
necessità di guidare gli <strong>in</strong>dividui ed i<br />
popoli a rispettare l’ord<strong>in</strong>e <strong>in</strong>ternazionale<br />
e ad osservare gli impegni assunti dalle<br />
Autorità, che legittimamente li rappre-
sentano. […]<br />
F<strong>in</strong> dagli albori della civiltà i raggruppamenti<br />
umani che venivano formandosi<br />
ebbero cura di stabilire tra loro <strong>in</strong>tese e<br />
patti che evitassero l’arbitrario uso della<br />
forza e consentissero il tentativo di una<br />
soluzione pacifica delle controversie via<br />
via <strong>in</strong>sorgenti. […] Si costituì così progressivamente<br />
un altro complesso di<br />
norme, che fu qualificato col nome di jus<br />
gentium (diritto delle genti). Col passare<br />
del tempo, esso venne estendendosi e precisandosi<br />
alla luce delle vicende storiche<br />
dei vari popoli. […]<br />
Centrale fra tutti questi pr<strong>in</strong>cipi è sicuramente<br />
quello secondo cui pacta sunt servanda:<br />
gli accordi liberamente sottoscritti<br />
devono essere onorati. È questo il card<strong>in</strong>e<br />
ed il presupposto <strong>in</strong>derogabile di ogni<br />
rapporto fra parti contraenti responsabili.<br />
La sua violazione non può che avviare<br />
una situazione di illegalità e di conseguenti<br />
attriti […]Questa regola è fondamentale,<br />
soprattutto nei momenti <strong>in</strong> cui<br />
si avverte la tentazione di fare appello al<br />
diritto della forza piuttosto che alla forza<br />
del diritto. Uno di questi momenti fu<br />
senza dubbio il dramma che l’umanità<br />
sperimentò durante la seconda guerra<br />
mondiale: una vorag<strong>in</strong>e di violenza, di<br />
distruzione e di morte quale mai s’era<br />
conosciuta prima d’allora.<br />
L’osservanza del diritto<br />
6. Quella guerra...condusse ad un profondo<br />
r<strong>in</strong>novamento dell’ord<strong>in</strong>amento giuridico<br />
<strong>in</strong>ternazionale. […]A vegliare sulla<br />
pace e sulla sicurezza globali, […] i<br />
Governi chiamarono, appositamente<br />
costituita, l’Organizzazione delle<br />
Nazioni Unite. […]<br />
Nei decenni successivi, tuttavia, la divisione<br />
della comunità <strong>in</strong>ternazionale <strong>in</strong><br />
blocchi contrapposti, la guerra fredda <strong>in</strong><br />
una parte del globo terrestre, i violenti<br />
conflitti scoppiati <strong>in</strong> altre regioni, il fenomeno<br />
del terrorismo, hanno prodotto un<br />
crescente scostamento dalle previsioni e<br />
dalle aspettative dell’immediato dopoguerra.<br />
Un nuovo ord<strong>in</strong>amento <strong>in</strong>ternazionale<br />
7. È doveroso tuttavia riconoscere che<br />
l’Organizzazione delle Nazioni Unite,<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto - Documenti<br />
pur con limiti e ritardi dovuti <strong>in</strong> gran<br />
parte alle <strong>in</strong>adempienze dei suoi membri,<br />
ha contribuito notevolmente a promuovere<br />
il rispetto della dignità umana, la<br />
libertà dei popoli e l'esigenza dello sviluppo,<br />
preparando il terreno culturale e<br />
istituzionale su cui costruire la pace.<br />
L’azione dei Governi nazionali trarrà un<br />
forte <strong>in</strong>coraggiamento dal constatare che<br />
gli ideali delle Nazioni Unite sono largamente<br />
diffusi, <strong>in</strong> particolare mediante i<br />
concreti gesti di solidarietà e di pace delle<br />
tante persone che operano anche nelle<br />
Organizzazioni Non Governative e nei<br />
Movimenti per i diritti dell’uomo.[…]<br />
La piaga funesta del terrorismo<br />
8. […] La piaga del terrorismo è diventata<br />
<strong>in</strong> questi anni più virulenta e ha prodotto<br />
massacri efferati, che hanno reso sempre<br />
più irta di ostacoli la via del dialogo e<br />
del negoziato, esacerbando gli animi e<br />
aggravando i problemi, particolarmente<br />
nel Medio Oriente.<br />
Tuttavia, per essere v<strong>in</strong>cente, la lotta contro<br />
il terrorismo non può esaurirsi soltanto<br />
<strong>in</strong> operazioni repressive e punitive.<br />
È essenziale che il pur necessario ricorso<br />
alla forza sia accompagnato da una coraggiosa<br />
e lucida analisi delle motivazioni soggiacenti<br />
agli attacchi terroristici. Allo stesso<br />
tempo, l’impegno contro il terrorismo<br />
deve esprimersi anche sul piano politico e<br />
pedagogico: da un lato, rimuovendo le<br />
cause che stanno all’orig<strong>in</strong>e di situazioni di<br />
<strong>in</strong>giustizia, dalle quali scaturiscono sovente le<br />
sp<strong>in</strong>te agli atti più disperati e sangu<strong>in</strong>osi; dall’altro,<br />
<strong>in</strong>sistendo su un’educazione ispirata<br />
al rispetto per la vita umana <strong>in</strong> ogni<br />
circostanza: l’unità del genere umano è<br />
<strong>in</strong>fatti una realtà più forte delle divisioni<br />
cont<strong>in</strong>genti che separano uom<strong>in</strong>i e popoli.<br />
[...]<br />
Il contributo della Chiesa<br />
9. " Beati gli operatori di pace, perché<br />
saranno chiamati figli di Dio " (Mt. 5, 9).<br />
Come potrebbe questa parola, che <strong>in</strong>vita<br />
a operare nell'immenso campo della<br />
pace, trovare così <strong>in</strong>tense risonanze nel<br />
cuore umano, se non corrispondesse ad<br />
un anelito e ad una speranza che vivono<br />
<strong>in</strong> noi <strong>in</strong>distruttibili? E per quale altro<br />
motivo gli operatori di pace saranno<br />
chiamati figli di Dio, se non perché Egli<br />
7<br />
per sua natura è il Dio della pace? Proprio<br />
per questo, nell’annuncio di salvezza che<br />
la Chiesa diffonde nel mondo, vi sono<br />
elementi dottr<strong>in</strong>ali di fondamentale<br />
importanza per l’elaborazione dei pr<strong>in</strong>cipi<br />
necessari ad una pacifica convivenza<br />
tra le Nazioni. […]<br />
Rilevante è stato, nel corso dei secoli, il<br />
contributo dottr<strong>in</strong>ale offerto dalla<br />
Chiesa, mediante la riflessione filosofica<br />
e teologica di numerosi pensatori cristiani[…]<br />
. In particolare, nella storia contemporanea<br />
i Papi non hanno esitato a sottol<strong>in</strong>eare<br />
l’importanza del diritto <strong>in</strong>ternazionale<br />
quale garanzia di pace[…] Su tale<br />
via è impegnata, mediante gli strumenti<br />
che le sono propri, la Chiesa, alla luce<br />
perenne del Vangelo e con l’ausilio <strong>in</strong>dispensabile<br />
della preghiera.<br />
La civiltà dell’amore<br />
[…] Per l’<strong>in</strong>staurazione della vera pace nel<br />
mondo, la giustizia deve trovare il suo<br />
completamento nella carità. […] Non si<br />
arriverà al term<strong>in</strong>e del camm<strong>in</strong>o, se la<br />
giustizia non sarà <strong>in</strong>tegrata dall'amore.<br />
Giustizia e amore appaiono, a volte,<br />
come forze antagoniste. In verità, non<br />
sono che le due facce di una medesima<br />
realtà, due dimensioni dell’esistenza<br />
umana che devono vicendevolmente<br />
completarsi. È l’esperienza storica a confermarlo.<br />
Essa mostra come la giustizia<br />
non riesca spesso a liberarsi dal rancore,<br />
dall’odio e perf<strong>in</strong>o dalla crudeltà. Da<br />
sola, la giustizia non basta. […] Non c’è<br />
pace senza perdono! Lo ripeto anche <strong>in</strong><br />
questa circostanza, avendo davanti agli<br />
occhi, <strong>in</strong> particolare, la crisi che cont<strong>in</strong>ua<br />
ad imperversare <strong>in</strong> Palest<strong>in</strong>a e <strong>in</strong> Medio<br />
Oriente […]<br />
Il cristiano sa che l’amore è il motivo per<br />
cui Dio entra <strong>in</strong> rapporto con l’uomo. Ed<br />
è ancora l’amore che Egli s’attende come<br />
risposta dall’uomo. L’amore è perciò la<br />
forma più alta e più nobile di rapporto<br />
degli esseri umani anche tra loro. […]<br />
"Omnia v<strong>in</strong>cit amor " (l’amore v<strong>in</strong>ce tutto).<br />
Sì, cari Fratelli e Sorelle di ogni parte del<br />
mondo, alla f<strong>in</strong>e l’amore v<strong>in</strong>cerà!<br />
Ciascuno si impegni ad affrettare questa<br />
vittoria. È ad essa che, <strong>in</strong> fondo, anela il<br />
cuore di tutti.
La<br />
Parola<br />
Fermatevi e saprete che io sono Dio (SaI 46, 11)<br />
Parola<br />
per<br />
di Anna Massetti<br />
Le meditazioni della Parola dei prossimi mesi sono tratte da un corso di esercizi spirituali<br />
noi<br />
dettati dal Card<strong>in</strong>ale Carlo Maria Mart<strong>in</strong>i per la città e la Diocesi di Milano. È un camm<strong>in</strong>o,<br />
attraverso il brano di Gv 21,1-19, diviso <strong>in</strong> c<strong>in</strong>que tappe, che <strong>in</strong>vita a far prendere<br />
coscienza di chi siamo, come comunità. Questo esercizio di ascolto, di meditazione e di<br />
contemplazione per poi passare all'azione, può essere un contributo <strong>in</strong> preparazione alla grazia<br />
della missione parrocchiale del prossimo ottobre. La missione è il passaggio, tra le nostre strade e nelle nostre case, di<br />
Cristo che, mentre ci chiede di essere accolto e riconosciuto, ci dona di riscoprire la gioia della fede e dell'essere comunità<br />
Gesù si manifestò<br />
E"Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di<br />
nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade.<br />
E si manifestò così: si trovavano <strong>in</strong>sieme<br />
Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo,<br />
Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di<br />
Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro<br />
Simon Pietro: ‘Io vado a pescare’. Gli dissero:<br />
‘Veniamo anche noi con te’. Allora<br />
uscirono e salirono sulla barca; ma <strong>in</strong><br />
quella notte non presero nulla"<br />
(Gv 21, 1-3).<br />
"Per meditare bisogna imparare a<br />
dividere le parole secondo un certo<br />
ord<strong>in</strong>e, per vedere che cosa ci viene<br />
detto. A me sembra che nei primi tre<br />
versetti siano presentate tre realtà,<br />
più una quarta. Vi <strong>in</strong>vito a riflettere<br />
successivamente su questi quattro<br />
momenti.<br />
Che cosa fa Gesù?<br />
L'evangelista, riassumendo tutto il<br />
senso del capitolo, ci dice che: "Gesù<br />
si manifestò di nuovo ai discepoli sul<br />
mare". Notiamo <strong>in</strong>nanzitutto il<br />
verbo si manifestò. È un verbo che gli<br />
altri evangelisti non usano mai per<br />
parlare delle apparizioni del Risorto,<br />
ad eccezione di quella f<strong>in</strong>ale di Marco<br />
(Mc 16,8) E Giovanni lo usa certamente<br />
perché vuole dire qualche<br />
cosa. Nel suo vangelo ricordiamo, <strong>in</strong><br />
particolare, due importanti ricorrenze<br />
dello stesso verbo. La prima è nell’episodio<br />
delle nozze di Cana, là<br />
dove, dopo che Gesù ha mutato l’ac-<br />
qua <strong>in</strong> v<strong>in</strong>o, l’evangelista conclude:<br />
"Così Gesù... manifestò la sua gloria"<br />
(Gv 2, 11). Un’altra volta, questo<br />
verbo è messo <strong>in</strong> bocca a Gesù quando,<br />
nel discorso dell’ultima cena,<br />
dice: "Padre, ho manifestato il tuo<br />
nome agli uom<strong>in</strong>i" (Gv 17, 6). Questo<br />
'manifestare' vuol dire rendere visibile<br />
il mistero di Dio, rendere visibile<br />
ciò che non si vede ma che è la radice,<br />
la sostanza di ciò che si vede. Gesù si<br />
manifestò non vuole allora dire soltanto,<br />
<strong>in</strong> maniera banale, che si fece<br />
vedere, ma che si fece conoscere, si<br />
fece capire, si rivelò come amico,<br />
Salvatore, Signore risorto, come<br />
verità dell’uomo, come colui che è il<br />
desiderato.<br />
Ecco che cosa vuol dire: Gesù si manifestò.<br />
Manifestò la sua gloria, la sua<br />
potenza, la sua verità. E noi che<br />
siamo molto tristi e molto oscuri<br />
abbiamo tanto bisogno di questa<br />
manifestazione di Gesù: la stessa<br />
nostra Chiesa è molto triste e molto<br />
oscura se non è cont<strong>in</strong>uamente illum<strong>in</strong>ata<br />
dalla manifestazione di Gesù.<br />
Si manifestò di nuovo vuole dire<br />
ancora una volta, nuovamente, e questo<br />
ci dà coraggio. Quel ‘di nuovo’<br />
<strong>in</strong>dica che quei poveri apostoli, e<br />
anche noi povera Chiesa, poveri<br />
uom<strong>in</strong>i abbiamo bisogno di manifestazioni<br />
successive di Gesù, altrimenti<br />
facciamo come gli apostoli che, pur<br />
avendolo già visto, ad un certo punto,<br />
sorpresi forse dai bisogni quotidiani,<br />
concreti, dicono: chissà poi se sarà<br />
8<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
noi meditare sulla<br />
Sacra Scrittura<br />
stato vero, chissà che cosa ha significato...<br />
Il ‘di nuovo’ mostra che Gesù capisce<br />
la nostra necessità e qu<strong>in</strong>di desidera<br />
manifestarsi di nuovo e vuole manifestarsi,<br />
a ciascuno di noi e a noi come<br />
comunità, come Chiesa.<br />
Si manifestò di nuovo ai discepoli.<br />
Non si manifesta <strong>in</strong> mezzo alle strade,<br />
nelle piazze, nel frastuono, bensì<br />
ai discepoli, a coloro cioè che, bene o<br />
male, vogliono essergli vic<strong>in</strong>i. I discepoli<br />
sono l’<strong>in</strong>izio della Chiesa e perciò<br />
Gesù si manifesta alla sua Chiesa.<br />
Si manifestò di nuovo ai discepoli sul<br />
mare. Parola magica ed evocativa per<br />
il popolo di Israele. Il mare ricorda il<br />
passaggio del Mar Rosso dove Dio si<br />
era manifestato; il mare ricorda agli<br />
apostoli le tempeste del lago di<br />
Tiberiade dove Gesù si era manifestato;<br />
il mare è simbolo di tutte quelle<br />
cose m<strong>in</strong>acciose, <strong>in</strong>fide, dove l’uomo<br />
teme proprio perché affonda, annaspa.<br />
Ed è là che Gesù si manifesta.<br />
Noi che viviamo spesso <strong>in</strong> situazioni<br />
e momenti nei quali ci sembra davvero<br />
di affondare, di annaspare, abbiamo<br />
urgenza che Gesù ci si manifesti<br />
come amico, verità, giustizia, luce; e<br />
abbiamo bisogno di chiedergli di<br />
manifestarsi a noi come Chiesa.<br />
E si manifestò così. Notate la bellezza<br />
di questa parola. Il ‘così’ sembra una<br />
risposta alla nostra domanda:<br />
Signore, come ti manifesti a noi? E la<br />
Parola di Dio risponde: ‘così’, aff<strong>in</strong>-
ché noi, attraverso la meditazione del<br />
brano, possiamo cogliere quali sono<br />
state le modalità storiche della sua<br />
manifestazione e, applicandole ai<br />
nostro tempo, possiamo vedere le<br />
modalità spirituali, culturali, ecclesiali<br />
della manifestazione di Gesù<br />
oggi.<br />
Cercando dunque di meditare personalmente<br />
su questa prima frase: Gesù<br />
si manifestò di nuovo ai discepoli sul<br />
mare… così, lasciamoci guidare dallo<br />
Spirito per comprendere come si<br />
possa tradurre, oggi, quel ‘così’.<br />
La figura di Pietro<br />
La seconda figura che emerge è<br />
Pietro, che è <strong>in</strong>dicato con i due nomi:<br />
Simone, il nome tradizionale, di<br />
famiglia; Pietro, il nome nuovo. Viene<br />
sottol<strong>in</strong>eata la sua storia di natura e<br />
quella di grazia.<br />
Pietro è al centro di questo racconto.<br />
È dunque importante domandarci<br />
qui chi è Pietro di cui si parla e chi è<br />
Pietro di cui oggi questo testo parla.<br />
La prima risposta è semplice: Pietro è<br />
Simone figlio di Giovanni, è Cefa, la<br />
pietra della Chiesa, il pastore a cui<br />
Cristo affiderà il gregge.<br />
La seconda risposta è più complessa:<br />
<strong>in</strong>nanzitutto Pietro è, per noi oggi, il<br />
Papa. Pietro è anche la pietra delle<br />
Chiese locali particolari, nelle quali si<br />
realizza la Chiesa universale: Pietro è<br />
qu<strong>in</strong>di il Vescovo, il pastore della<br />
Chiesa particolare.<br />
C’è un terzo significato della parola<br />
Pietro. Come vedremo, Pietro è qui<br />
profondamente umano: di lui non si<br />
rilevano le virtù o le glorie, ma l’umanità<br />
e la fragilità. Nella figura di<br />
Simon Pietro, di Cefa c’è qu<strong>in</strong>di l’uomo<br />
con le sue debolezze, i suoi slanci,<br />
le sue paure. Pietro rappresenta l’umanità<br />
di fronte a Cristo e ciascuno<br />
di noi può leggere <strong>in</strong> Pietro se stesso,<br />
la propria umanità con le sue fatiche<br />
e le sue grandezze, con il suo bisogno<br />
di Cristo, di gridare verso di lui, con il<br />
suo non saper vedere Gesù.<br />
Pietro, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, è una Chiesa fatta di<br />
uom<strong>in</strong>i, sta per tutta la Chiesa. Non è<br />
soltanto se stesso ma simboleggia<br />
l’<strong>in</strong>tera Chiesa, quella universale e<br />
ogni Chiesa particolare <strong>in</strong> quanto<br />
fatta di uom<strong>in</strong>i e donne che cercano<br />
Cristo, non sanno trovarlo, si slanciano<br />
verso di lui, si spaventano, si rattristano<br />
e poi sono, di nuovo, da lui<br />
cercati.<br />
Queste sono allora le dimensioni<br />
della figura di Pietro: il Papa, il<br />
Vescovo, l’uomo e l’umanità, la<br />
Chiesa e questa nostra Chiesa. Anche<br />
noi partecipiamo all’avventura di<br />
Pietro e <strong>in</strong> lui ci sentiamo specchiati.<br />
I sei discepoli<br />
La terza realtà sono gli altri sei che<br />
vengono menzionati. È abbastanza<br />
raro che i vangeli facciano un elenco<br />
così specifico di persone presenti ad<br />
un episodio: "Tommaso detto<br />
Dìdimo, Natanaèle di Cana di<br />
Galilea, i figli di Zebedèo e altri due<br />
discepoli". Eccetto i due che non sappiamo<br />
chi siano, gli altri li conosciamo<br />
bene.<br />
Tommaso detto Dìdimo è la figura<br />
dell’uomo ardente, quello che nel<br />
momento <strong>in</strong> cui fu annunciata la<br />
malattia di Lazzaro e gli altri discepoli<br />
si opponevano a Gesù che voleva<br />
andare a Gerusalemme, disse:<br />
"Andiamo anche noi e moriamo con<br />
lui" (Gv 11, 16). Tommaso è poi quello<br />
che resiste, che non vuole credere,<br />
non vuole accettare che gli altri<br />
hanno visto il Risorto: è qu<strong>in</strong>di un<br />
uomo duro, diffidente, testardo.<br />
Natanaèle è l’uomo semplice, a cui le<br />
cose vanno facilmente bene, l’uomo<br />
che, dopo le prime titubanze, accetta<br />
con semplicità la manifestazione del<br />
Messia. I figli di Zebedèo, Giacomo e<br />
Giovanni, sono due collerici, due persone<br />
difficili, di cui il vangelo ci fa<br />
vedere gli slanci e <strong>in</strong>sieme ci fa cogliere<br />
le ire.<br />
Che cosa vuol dire, dunque, questa<br />
enumerazione di caratteri diversi?<br />
9<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
Vuol dire che nella Chiesa ci siamo<br />
tutti: c’è chi è collerico, chi è più<br />
testardo, chi è più pronto, più semplice<br />
di animo, c’è chi addirittura è<br />
difficile da def<strong>in</strong>ire… E tutti partecipiamo<br />
alla manifestazione di Gesù,<br />
nessuno escluso.<br />
Tra di noi ci sarà chi si sente simile a<br />
Simon Pietro, chi a Tommaso, chi a<br />
Natanaèle, chi a Giacomo, chi a<br />
Giovanni, chi ai due difficili da def<strong>in</strong>ire:<br />
tutti però, nom<strong>in</strong>atamente,<br />
siamo chiamati a vivere questa manifestazione<br />
di Gesù. E ciascuno deve<br />
dire: ci sono anch’io!<br />
Anzi, l’espressione che meglio specifica<br />
la partecipazione di tutti, la troviamo<br />
subito dopo, là dove Pietro dice<br />
che va a pescare e i sei gli dissero:<br />
"Veniamo anche noi con te"<br />
La notte<br />
La quarta realtà è la notte: una notte<br />
molto dura, <strong>in</strong> cui sembra di non<br />
prendere nulla. Io però vi dico: Non<br />
abbiate paura della notte, la ‘notte’ è<br />
preludio della grande apparizione<br />
mattut<strong>in</strong>a di Gesù, della manifestazione<br />
di Cristo, Buon Pastore.<br />
"Signore, <strong>in</strong>segnaci a meditare queste<br />
parole, a masticarle lentamente, a<br />
rum<strong>in</strong>arle, perché la tua forza e la<br />
forza del tuo Spirito si manifest<strong>in</strong>o<br />
attraverso di esse. Fa’ che cogliamo il<br />
mistero della tua manifestazione.<br />
Noi abbiamo bisogno di una tua<br />
manifestazione ed è quella che <strong>in</strong>vochiamo:<br />
O Gesù, manifestati a noi!<br />
Manifestati a noi come amico, come<br />
fratello, come verità, pace, giustizia!".
di don Giovanni<br />
EUCARISTIA E RICONCILIAZIONE,<br />
alimento della vita cristiana<br />
Per ottenere il dono dell’<strong>in</strong>dulgenza giubilare, tra le<br />
condizioni richieste e tra queste la volontà seria di<br />
rompere con il peccato, cioè di convertirsi v’era l’accostarsi<br />
al sacramento della Riconciliazione e<br />
all’Eucaristia.<br />
Confessarsi e ricevere il perdono che il Signore ci offre<br />
attraverso il suo m<strong>in</strong>istro dev’essere espressione della<br />
volontà di cambiare vita e, qu<strong>in</strong>di, della nostra costante<br />
tensione al bene: il compimento della volontà del<br />
Signore nell’ord<strong>in</strong>arietà della vita quotidiana; <strong>in</strong> altre<br />
parole, manifesta il nostro essere <strong>in</strong>camm<strong>in</strong>ati sulla<br />
via della santità, alla quale tutti siamo chiamati (NMI<br />
30-31; v. “La vecchia Pieve” di maggio 2003, pagg. 9-<br />
10).<br />
Nell’Eucaristia, lo Spirito santo ci unisce a Gesù<br />
Cristo morto e risorto, vivente.<br />
Da un lato il Sacramento del Corpo e Sangue del<br />
Signore è div<strong>in</strong>a energia per realizzare i nostri buoni<br />
propositi, poiché senza il Signore non possiamo fare<br />
nulla (Gv. 15, 5; NMI 38); dall’altro, il riceverlo <strong>in</strong> noi<br />
esprime la nostra volontà di aderire a Lui con tutto il<br />
nostro essere e la nostra vita.<br />
Nel documento firmato la matt<strong>in</strong>a dell’Epifania del<br />
2001, davanti al Popolo di Dio raccolto <strong>in</strong> piazza S.<br />
Pietro, dopo aver concluso def<strong>in</strong>itivamente il Giubileo<br />
con la chiusura della Porta santa della Basilica vaticana,<br />
il papa ha consegnato alla Chiesa il documento che<br />
traccia le l<strong>in</strong>ee di azione che tutti, nella Chiesa,<br />
dovremmo cercare di attuare. Esse diventano il segno<br />
e l’espressione dei frutti di conversione e r<strong>in</strong>novamento<br />
<strong>in</strong> Cristo, realizzati dallo Spirito del Signore nel<br />
Giubileo.<br />
Ormai lo sappiamo: il titolo di questo prezioso documento<br />
è Novo millennio <strong>in</strong>eunte (= All’<strong>in</strong>izio del nuovo<br />
millennio, NMI). In questo scritto, vivido di ricordi ed<br />
emozioni, denso di riflessione, pieno di entusiasmo, a<br />
dispetto di un fisico non più docile, poiché privo del<br />
vigore di un tempo, il santo padre ci offre i sentimenti<br />
del suo cuore, condivide con noi il suo slancio<br />
10<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
ardente verso Cristo Gesù, ci<br />
<strong>in</strong>vita con energia e fiducia a<br />
“prendere il largo” : Duc<br />
<strong>in</strong> altum, facendo eco a sé<br />
e a tutti i credenti cattolici<br />
del comando di Cristo<br />
all’apostolo Pietro.<br />
Questo numero del nostro periodico parrocchiale ci<br />
accompagnerà per un buon tratto del camm<strong>in</strong>o quaresimale.<br />
Ora, la Quaresima è tempo favorevole per la<br />
conversione, come lo fu l’Anno giubilare: se la celebrazione<br />
del Giubileo, per ciò che riguarda l’esperienza<br />
dei s<strong>in</strong>goli ha avuto senso, Riconciliazione ed<br />
Eucaristia dovrebbero aver ritrovato il posto che loro<br />
spetta nella vita dei credenti.<br />
Scrive il Papa: "Il massimo impegno va posto dunque nella<br />
liturgia, il culm<strong>in</strong>e verso cui tende l’azione della Chiesa e,<br />
<strong>in</strong>sieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù. […]<br />
Occorre […] dare particolare rilievo all’Eucaristia domenicale<br />
e alla stessa domenica, sentita come giorno speciale della<br />
fede, giorno del Signore risorto e del dono dello Spirito, vera<br />
Pasqua della settimana".<br />
La risurrezione di Gesù è l’evento su cui si fonda la<br />
fede cristiana, quello che ci fa guardare al futuro, spesso<br />
<strong>in</strong>certo, con la certezza che esso, comunque, è saldamente<br />
<strong>in</strong> mano a Colui che è il Vivente. Per il credente<br />
è fondamentale celebrare la Pasqua, non solo<br />
una volta all’anno, ma ogni domenica, piccola Pasqua<br />
settimanale (NMI 35).<br />
Il santo padre <strong>in</strong>siste "perché la partecipazione<br />
all’Eucaristia sia veramente, per ogni battezzato, il cuore<br />
della domenica: un impegno irr<strong>in</strong>unciabile, da vivere non<br />
solo per assolvere a un precetto, ma come bisogno" che non<br />
può non essere sentito da chi vive "una vita cristiana<br />
veramente consapevole".<br />
Giovanni Paolo II osserva come il nuovo millennio<br />
sarà caratterizzato "da un profondo <strong>in</strong>treccio di culture e<br />
religioni" anche nei Paesi di antica tradizione cristiana.
Addirittura, "<strong>in</strong> molte regioni i cristiani sono, o stanno<br />
diventando, un ‘piccolo gregge’ (Lc. 12,32)". Questo fatto<br />
pone i credenti <strong>in</strong> Cristo "di fronte alla sfida di testimoniare<br />
con maggior forza, spesso <strong>in</strong> condizione di solitud<strong>in</strong>e e di<br />
difficoltà", la propria identità di cristiani, <strong>in</strong> vari modi.<br />
Ebbene, "il dovere della partecipazione eucaristica ogni<br />
domenica è uno di questi" modi.<br />
Capita spesso anche a noi, qui a <strong>Coccaglio</strong> e <strong>in</strong> Italia,<br />
di sentirci “piccolo gregge” nell’ambiente di lavoro,<br />
nella famiglia, tra i compagni di svago: sperimentiamo<br />
un senso di “dispersione”, ci sentiamo pochi. Ma proprio<br />
"l’Eucaristia domenicale, raccogliendo settimanalmente<br />
i cristiani come famiglia di Dio <strong>in</strong>torno alla mensa della<br />
Parola e del Pane di vita, è anche l’antidoto più naturale alla<br />
dispersione. Essa è il luogo privilegiato dove la comunione è<br />
costantemente annunciata e coltivata. Proprio attraverso la<br />
partecipazione eucaristica, il giorno del Signore diventa<br />
anche il giorno della Chiesa, che può svolgere così <strong>in</strong> modo<br />
efficace il suo ruolo di sacramento di unità" (NMI 36).<br />
Già il santo padre aveva emesso un<br />
documento sul “Giorno del<br />
Signore”; il Giovedì santo dello<br />
scorso anno, <strong>in</strong> luogo della consueta<br />
lettera <strong>in</strong>dirizzata ai sacerdoti<br />
nel giorno dell’istituzione<br />
dell’Eucaristia e del sacerdozio, ha<br />
fatto dono alla Chiesa dell’enciclica<br />
sull’Eucaristia (Ecclesia de<br />
Eeucharistia); con ciò ci ha <strong>in</strong>dicato<br />
la cont<strong>in</strong>uità del suo magistero su<br />
alcuni temi portanti e, al tempo<br />
stesso, ci ha ricordato quali cose il<br />
cristiano deve avere a cuore.<br />
Ebbene, l’Eucaristia sta proprio<br />
nel cuore della Chiesa.<br />
Ciò che viene detto per l’Eucaristia, vale anche per la<br />
Riconciliazione. Il Papa ricorda che nel 1984, dopo il<br />
S<strong>in</strong>odo dei Vescovi sul Sacramento della<br />
Riconciliazione, <strong>in</strong>vitava "a fare ogni sforzo per fronteggiare<br />
la crisi del ‘senso del peccato’ che si registra nella cultura<br />
contemporanea", cosa tutt’ora più che mai necessaria.<br />
Più ancora <strong>in</strong>vitava a "riscoprire Cristo come mysterium<br />
pietatis, colui nel quale Dio ci mostra il suo cuore compassionevole<br />
e ci riconcilia pienamente a sé".<br />
Proprio alla contemplazione del volto di Cristo, quale<br />
punto di partenza del camm<strong>in</strong>o nel nuovo millennio,<br />
il santo Padre ha dedicato tutta la seconda parte del<br />
11<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
documento che stiamo citando. Di essa abbiamo già<br />
riportato e brevemente commentato i primi paragrafi<br />
sul numero di novembre 2003 (pagg. 12-14); ne concluderemo<br />
l’esposizione <strong>in</strong> marzo, prossimi alla<br />
Pasqua.<br />
Prosegue il Papa: "È questo volto di Cristo che occorre far<br />
riscoprire anche attraverso il sacramento della Penitenza, che<br />
è per un cristiano “la via ord<strong>in</strong>aria per ottenere il perdono e la<br />
remissione dei suoi peccati gravi commessi dopo il Battesimo”.<br />
Il Papa ricorda che ai tempi del S<strong>in</strong>odo già menzionato<br />
"stava sotto gli occhi di tutti la crisi del sacramento della<br />
Riconciliazione, specialmente <strong>in</strong> alcune regioni del mondo".<br />
Ora, anche <strong>Coccaglio</strong> è tra queste “regioni”. Con realismo,<br />
il Papa annota che "i motivi che ne erano all’orig<strong>in</strong>e<br />
(della crisi) non sono svaniti <strong>in</strong> questo breve arco di tempo.<br />
Ma l’Anno giubilare, che è stato particolarmente caratterizzato<br />
dal ricorso alla Penitenza sacramentale, ci ha offerto un<br />
messaggio <strong>in</strong>coraggiante, da non lasciar cadere: se molti, e tra<br />
essi anche tanti giovani, si sono accostati<br />
con frutto a questo Sacramento, probabilmente<br />
è necessario che i Pastori si arm<strong>in</strong>o<br />
di maggior fiducia, creatività e perseveranza<br />
nel presentarlo e farlo<br />
valorizzare".<br />
La più frequente proposta di appuntamenti<br />
per la Confessione, offerti<br />
alle varie fasce di età, come anche la<br />
possibilità di avere a disposizione<br />
alcune volte all’anno il confessore<br />
forestiero, sono espressione, qui <strong>in</strong><br />
Parrocchia, di questa “maggior<br />
fiducia e creatività” <strong>in</strong>vocata dal<br />
Papa, opportunità che vengono<br />
offerte, a questo riguardo, alla porzione<br />
di Popolo di Dio che è <strong>in</strong><br />
<strong>Coccaglio</strong>.<br />
Come ha fatto per l’Eucaristia, il papa è poi tornato<br />
più volte anche sul sacramento della Penitenza.<br />
La Quaresima che si avvic<strong>in</strong>a, ci offre l’occasione per<br />
riprendere ciò che la grazia del Giubileo ci aveva offerto.<br />
La strada che porta al confessionale tanto il confessore<br />
che il penitente viene nuovamente posta alla<br />
nostra attenzione, per renderci consapevoli che "i doni<br />
del Signore — e i Sacramenti sono tra i più preziosi — vengono<br />
da Colui che ben conosce il cuore dell’uomo ed è il Signore<br />
della storia" (NMI 37). (cfr. “L’Angelo di Verola”, febbraio 2002)
Ascolta, o Dio!<br />
Non una volta nella mia vita ho parlato con te,<br />
ma oggi mi vien voglia di farti festa.<br />
Sai, f<strong>in</strong> da piccolo mi hanno sempre detto<br />
che non esisti... io stupido ci ho creduto.<br />
a cura di don Giovanni<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
Proponiamo alcune preghiere o riflessioni i cui autori spaziano dal 1° al secondo millennio cristiano, da<br />
Oriente ad Occidente. La riflessione (si tratta della testimonianza di una giovane) e la prima preghiera si<br />
ricollegano al tema della vita e a ciò che le dà senso, rendendola vita per davvero. Le tre restanti preghiere,<br />
dense e profonde, di grandi autori, ci possono essere d’aiuto nella prossima Quaresima.<br />
..E a forza di testate spezziamo il ghiaccio<br />
(8)<br />
Esci. Alzi lo sguardo. Vedi un cielo stupendo e anche la<br />
luna. Pensi: "Che spettacolo!", senti un brivido e capisci di<br />
essere vivo f<strong>in</strong>o <strong>in</strong> fondo, vivo davvero. Sono questi i<br />
momenti <strong>in</strong> cui ti rendi conto che l’uomo è troppo meraviglioso,<br />
<strong>in</strong>cantevole, disarmante nella sua complessità per<br />
bastare solo a se stesso.<br />
Siamo tutti (proprio tutti!) tante bombe pronte per essere<br />
lanciate tra gli altri, per testimoniare davanti al mondo la<br />
nostra voglia di vivere. Ma cos’è <strong>in</strong> fondo la "voglia di vivere"?<br />
È buttarsi via, non per consumarsi, ma per moltiplicarsi,<br />
per germogliare dentro, per essere un seme che attecchisce.<br />
E non è difficile.., è umano sentirsi vivi e volerlo<br />
dimostrare, solo che ogni tanto ci si trova di fronte ad un<br />
muro di nome paura.<br />
Dio, come ti blocca la paura! Ti paralizza, ti congela dentro.<br />
Ma noi, <strong>in</strong> fondo <strong>in</strong> fondo, siamo come i bucaneve: non<br />
molliamo e a forza di testate spezziamo il ghiaccio, superiamo<br />
il muro e torniamo a crescere... ed è nuova vita!<br />
Cosa cerca l’uomo? La vita! Ma se la vita vuole vivere, le<br />
parole devono morire. La vita si trova con la vita. Allora<br />
esci. Alzi lo sguardo. Vedi un cielo stupendo, la luna e, adesso,<br />
anche le stelle. Fissi la più lum<strong>in</strong>osa, la più bella. È la<br />
tua stella, la stella della speranza. Lasciamola brillare, perché<br />
è quella che illum<strong>in</strong>a ciò che ci sta davanti. Non fermarti,<br />
camm<strong>in</strong>a sempre: troveremo la strada... e sarà vita<br />
davvero.<br />
Chiara P.<br />
12<br />
Non ho mai contemplato le tue opere,<br />
ma questa notte ho guardato<br />
dal cratere di una granata<br />
al cielo di stelle sopra di me<br />
e affasc<strong>in</strong>ato dal loro sc<strong>in</strong>tillare,<br />
ad un tratto ho capito<br />
come possa esser terribile l’<strong>in</strong>ganno........<br />
Non so, o Dio, se mi darai la tua mano,<br />
ma io ti dico e tu mi capirai...<br />
Non è strano che <strong>in</strong> mezzo<br />
a uno spaventoso <strong>in</strong>ferno<br />
mi sia apparsa la luce e io abbia scorto te?<br />
Oltre a questo non ho nulla da dirti.<br />
Sono felice solo perché ti ho conosciuto.<br />
A mezzanotte dobbiamo attaccare,<br />
ma non ho paura, tu guardi a noi.<br />
È il segnale! Me ne devo andare.<br />
Si stava bene con te.<br />
Voglio ancora dirti, e tu lo sai,<br />
che la battaglia sarà dura:<br />
può darsi che questa notte stessa<br />
venga a bussare da te.<br />
E anche se f<strong>in</strong>ora non sono stato tuo amico,<br />
quando verrò, mi permetterai di entrare?<br />
Ma che succede, piango?<br />
Dio mio, tu vedi quello che mi è capitato,<br />
soltanto ora ho <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciato a veder chiaro...<br />
Salve, mio Dio, vado.., difficilmente tornerò.<br />
Che strano, ora la morte non mi fa paura.<br />
Preghiera trovata nella giubba di un soldato Russo<br />
(Aleksandr Zacepa )morto nella Seconda Guerra<br />
Mondiale. Pubblicata per la prima volta nel 1972 da una<br />
rivista clandest<strong>in</strong>a.
O Cristo, amore sommo<br />
O Cristo, amore sommo,<br />
vieni, ti preghiamo, nei cuori redenti<br />
e <strong>in</strong>fondi nelle nostre voci<br />
un vivo pentimento.<br />
A te, dolcissimo Gesù,<br />
eleviamo con fede le nostre preghiere:<br />
di grazia, o Cristo, perdona<br />
le colpe che abbiamo commesso.<br />
Per il segno della santa croce,<br />
per il tuo santissimo corpo,<br />
ti chiediamo:<br />
difendici come figli,<br />
tutti e sempre.<br />
(BEDA IL VENERABILE)<br />
O Dio, abbi pietà di me<br />
O Dio, abbi pietà di me, peccatore,<br />
che non ho fatto niente di bene<br />
davanti a te.<br />
Liberami dal maligno<br />
e rendimi degno di aprire,<br />
senza timore di condanna,<br />
la mia bocca <strong>in</strong>degna<br />
a celebrare il tuo Nome tutto santo<br />
Padre, Figlio e Spirito Santo.<br />
O Signore,<br />
che scruti il cuore e i sentimenti, perdonami<br />
ogni sconveniente impeto del cuore.<br />
Tu sai, o Signore di tutte le cose,<br />
che essi sono contro la mia volontà.<br />
Sono <strong>in</strong>degno di accostarmi a te,<br />
ma tu perdonami,<br />
perché ti ho sempre desiderato<br />
e ancora ti desidero...<br />
Tu, che solo sei buono e misericordioso,<br />
vieni <strong>in</strong> mio aiuto e salvami...<br />
13<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
Ti prego, o Signore amico degli uom<strong>in</strong>i,<br />
benevolente, non detestare me,<br />
tuo servo peccatore e <strong>in</strong>utile,<br />
per l’<strong>in</strong>tercessione dell’immacolata Verg<strong>in</strong>e,<br />
Signora nostra e madre di Dio,<br />
e per le preghiere di tutti i santi.<br />
(MACARIO L’EGIZIANO)<br />
Le mie mani<br />
Le mie mani, coperte di cenere,<br />
segnate dal mio peccato<br />
e da fallimenti, davanti a te, Signore,<br />
io le apro, perché ridivent<strong>in</strong>o capaci di costruire<br />
e perché tu ne cancelli la sporcizia.<br />
Le mie mani, avv<strong>in</strong>ghiate<br />
ai miei possessi e alle mie idee già assodate,<br />
davanti a te, o Signore,<br />
io le apro, perché lasc<strong>in</strong>o andare i miei tesori...<br />
Le mie mani pronte a lacerare<br />
e a ferire, davanti a te, o Signore,<br />
io le apro, perché ridivent<strong>in</strong>o<br />
capaci di accarezzare.<br />
Le mie mani, chiuse come pugni di odio<br />
e di violenza, davanti a te, o Signore,<br />
io le apro, deponi <strong>in</strong> loro la tua tenerezza.<br />
Le mie mani, si separano dal loro peccato,<br />
davanti a te, o Signore,<br />
io le apro: attendo il tuo perdono.<br />
(Charles S<strong>in</strong>ger)
Madre Teresa<br />
Questa rubrica <strong>in</strong>tende offrire ai lettori de “La vecchia Pieve” la possibilità di entrare <strong>in</strong> contatto<br />
con alcuni grandi maestri della spiritualità cristiana di tutti i tempi, soprattutto con i<br />
cosiddetti “classici”. Da Qualche tempo siamo <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o con madre Teresa, proclamata<br />
beata il 19 ottobre.<br />
I pensieri proposti sono una selezione tra altri; ne possiamo utilizzare uno ogni tre-quattro<br />
giorni, così da avere la possibilità di <strong>in</strong>teriorizzare meglio quanto ci viene proposto, nelle circa<br />
otto settimane che ci separano dal prossimo bollett<strong>in</strong>o.<br />
LA NOSTRA VOCAZIONE<br />
* La nostra vocazione è quella di appartenere a Gesù,<br />
appartenervi con conv<strong>in</strong>zione, […] perché sono chiamato<br />
ad appartenere a Lui, conv<strong>in</strong>to che nulla può separarmi<br />
dal suo amore. […]<br />
* Ciascun credente, tutte le congregazioni religiose,<br />
suore, sacerdoti ed anche il Santo Padre hanno la medesima<br />
vocazione: appartenere a Gesù. " Vi ho scelti perché<br />
foste miei. " Questa è la nostra vocazione. I modi, cioè<br />
come occupiamo il nostro tempo possono essere differenti.<br />
Il nostro amore per Gesù tradotto <strong>in</strong> azione si serve<br />
di mezzi svariati, come se si trattasse di abiti. Io <strong>in</strong>dosso<br />
questo, tu <strong>in</strong>dossi quello: è un mezzo di cui mi servo. Ma<br />
la vocazione non è un mezzo. La vocazione per un cristiano<br />
è Gesù.<br />
* I nostri Fratelli e le nostre Sorelle di vita attiva traducono<br />
il loro servizio <strong>in</strong> azione, i Fratelli e le Sorelle contemplativi<br />
traducono l’azione di amare <strong>in</strong> preghiera, <strong>in</strong><br />
penitenza, <strong>in</strong> adorazione, <strong>in</strong> contemplazione e nella proclamazione<br />
della Parola che hanno meditato e adorato.<br />
La vita attiva e quella contemplativa non sono due cose<br />
differenti, semplicemente: <strong>in</strong> una, la fede è tradotta <strong>in</strong><br />
azione mediante il servizio, nell’altra, la fede è tradotta <strong>in</strong><br />
azione mediante la preghiera.<br />
* Fede che diventa d<strong>in</strong>amica attraverso la preghiera, fede<br />
che diventa attiva attraverso il servizio; sono la stessa<br />
cosa: lo stesso amore, la stessa compassione. […] Questo è<br />
qualcosa che dovrebbe <strong>in</strong>coraggiarci e rafforzarci, che ci<br />
completa a vicenda più pienamente. Poiché siamo esseri<br />
umani, abbiamo bisogno di questa dist<strong>in</strong>zione, di questa<br />
separazione, di questi nomi differenti. L’anima, la mente<br />
e il cuore, tuttavia, hanno la stessa caratteristica: un tota-<br />
14<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
le abbandono <strong>in</strong> Dio. Nell’attimo <strong>in</strong> cui realizziamo di<br />
aver veramente attuato questo, allora siamo a sua disposizione<br />
e non esistono più differenze […].<br />
In realtà si tratta della stessa cosa: entrambi lavoriamo<br />
per la proclamazione del regno di Dio.<br />
* Potreste trovare un uomo che se ne sta <strong>in</strong> piedi all’angolo<br />
della via. Andate da lui. Può darsi che vi offenda, ma<br />
voi siete lì e lì c’è la sua Presenza. Dovete irradiare quella<br />
presenza che è dentro di voi, rivolgendovi a quell’uomo,<br />
con amore e rispetto. Perché? Perché credete che è Gesù.<br />
Egli viene sotto le vesti di quella persona.[…]<br />
* Questo è quanto dobbiamo imparare bene s<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>izio:<br />
ascoltare la voce di Dio nel nostro cuore, perché, allora,<br />
nel silenzio del cuore, Dio parla. Poi, dalla pienezza dei<br />
nostri cuori, la nostra bocca deve far scaturire la parola.<br />
Questo è il legame. Un Fratello della Parola deve essere<br />
tutto questo. Nel silenzio del cuore, Dio parla e voi dovete<br />
ascoltare. Poi, nella pienezza del vostro cuore, che è,<br />
<strong>in</strong>fatti, pieno di Dio, pieno di amore, pieno di compassione,<br />
pieno di fede, la vostra bocca annuncerà. […]<br />
Ascoltate <strong>in</strong> silenzio, perché se il vostro cuore è pieno di<br />
altre cose non potete ascoltare la voce di Dio. Ma quando<br />
avrete ascoltato la voce di Dio nella quiete del cuore, allora<br />
il cuore sarà pieno di Dio come la Madonna era piena<br />
di grazia. E poi, da quella pienezza del cuore la bocca<br />
trarrà le parole.<br />
* Fratelli, viviamo semplicemente il Vangelo. Vivete il<br />
Vangelo nella preghiera, vivete il Vangelo nelle parole!<br />
Non vi scoraggiate se non raggiungete immediatamente<br />
la vetta. Non c’è motivo che ci si debba sentire sconvolti o<br />
sfiduciati, solo una piccola cosa alla volta è importante:
anche se una vostra azione può essere un niente <strong>in</strong> confronto<br />
a quel che la gente, all’esterno, si aspetta da voi e<br />
voi non lasciate cadere quella gocciol<strong>in</strong>a di preghiera, di<br />
penitenza, nella vostra vita e nel vostro cuore, allora la<br />
gente ne verrà come defraudata. Non potete dare ciò che<br />
non avete.<br />
* La pienezza del nostro cuore la si rivela nelle opere:<br />
come tratto quel lebbroso, come tratto quell’agonizzante,<br />
come tratto i senza tetto... Talvolta è più difficile operare<br />
con la gente per la strada che con i nostri assistiti nelle<br />
case per <strong>in</strong>curabili, poiché chi sta per morire è <strong>in</strong> pace, <strong>in</strong><br />
attesa, è pronto ad andare da Dio. Puoi toccare il malato,<br />
puoi toccare il lebbroso e credere che è il corpo di Cristo<br />
che stai toccando, ma è molto più difficile quando queste<br />
persone sono ubriache o stanno imprecando pensare che<br />
sono Gesù celato dietro la maschera della sofferenza.<br />
Come devono essere pulite e amorose le nostre mani perché<br />
sappiano porgere la compassione anche a queste persone!<br />
* Voi, <strong>in</strong> Occidente, vi trovate ad avere a che fare con<br />
coloro che sono i più poveri spiritualmente fra i poveri,<br />
piuttosto che con le persone povere <strong>in</strong> senso fisico. Assai<br />
spesso fra i ricchi vi sono persone spiritualmente molto,<br />
molto povere. Trovo che non sia difficile dare un piatto di<br />
riso a una persona affamata, procurare un letto a chi non<br />
ha un giaciglio, ma consolare o elim<strong>in</strong>are quel certo tipo<br />
di amarezza, sopprimere quella rabbia, rimuovere quella<br />
solitud<strong>in</strong>e richiede molto tempo.<br />
* Dovete essere, nella vostra famiglia, presenza di Cristo<br />
l’uno per l’altro. Amatevi a vicenda teneramente come<br />
Gesù ama ciascuno di voi. […] Un tenero amore reciproco<br />
parla molto più chiaramente di tutte le parole che possiate<br />
dire. Amare s<strong>in</strong>o a soffrire; richiede un sacrificio<br />
profondo […].<br />
* In Dio vi è una grande umiltà. Può ch<strong>in</strong>arsi sulla gente<br />
come noi e dipendere da noi perché tutte queste cose<br />
vivano, crescano, port<strong>in</strong>o. frutto. Eppure avrebbe potuto<br />
farlo senza il nostro aiuto. Tuttavia si è ch<strong>in</strong>ato e ha preso<br />
ciascuno di noi […]. Avremmo potuto dirgli di no [...]. Ciò<br />
mi fa capire che quando Gesù diceva: "Imparate da me<br />
che sono mite e umile di cuore" , davvero Egli voleva dire<br />
che avremmo dovuto imparare che la chiamata è un dono<br />
che viene da Dio stesso.<br />
* L’esatto volere di Dio nei nostri confronti: dovete essere<br />
santi. La santità è il più grande dono che Dio può<br />
offrirci perché è per questo scopo che ci ha creato.<br />
* Cos’è la contemplazione? E vivere la vita di Gesù. Ecco<br />
15<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
quel che <strong>in</strong>tendo quando dico: amare Gesù. E vivere la<br />
sua vita dentro di noi, vivere la nostra vita nella sua vita.<br />
Questa è la contemplazione. Dobbiamo avere un cuore<br />
puro per saper vedere: nessun sentimento di gelosia, d’ira,<br />
nessun conflitto e specialmente nessuna mancanza di<br />
carità. Per me, contemplazione non è stare particolarmente<br />
appartato <strong>in</strong> un luogo buio, ma consentire a Gesù<br />
di vivere la sua Passione, il suo amore, la sua umiltà dentro<br />
di noi, pregando con noi, stando sempre con noi, santificando<br />
attraverso noi.<br />
* Amate […]. Qualunque cosa facciate, anche se aiutate<br />
qualcuno ad attraversare la strada, lo fate a Gesù. Anche<br />
quando date a qualcuno un bicchiere d’acqua, lo fate a<br />
Gesù. Si tratta di un piccolo <strong>in</strong>segnamento semplice, ma<br />
che è di gran lunga il più importante.<br />
* Il mondo, oggi, ha fame non soltanto di pane, ma è<br />
affamato soprattutto di amore; ha fame di essere accettato,<br />
di essere amato. Hanno fame di sentire la presenza del<br />
Cristo. In molti paesi, la gente ha tutto, salvo questa presenza,<br />
questa consapevolezza. Ecco perché la vita di preghiera<br />
e di sacrificio ci porta a dare quell’amore. Se saprete<br />
fare spazio alla preghiera e all’ascolto della Parola di<br />
Dio, sarete quella presenza, quel pane di Dio da spezzare.<br />
* La gente ha fame della Parola di Dio che dà la pace, che<br />
dà l’unità, che dà la gioia. Ma non potete dare quello che<br />
non possedete. Ecco perché è necessario <strong>in</strong>tensificare la<br />
vostra vita di preghiera. Lasciate che Gesù vi catturi, preghi<br />
con voi e attraverso voi, allora sarete dei contemplativi<br />
nel cuore del mondo.<br />
[…] Ogni s<strong>in</strong>golo cristiano, ogni cattolico, che vive una<br />
vita unita con l’Eucarestia, unita con Gesù, è un contemplativo.<br />
* Abbiamo una casa riservata alla vita contemplativa nel<br />
Bronx Meridionale. Un tassista si rifiutò di condurmi là.<br />
Le Sorelle non sapevano che stavo arrivando, per cui<br />
dovevo prendere un tassi, ma quell’uomo si rifiutò di<br />
portarmi <strong>in</strong> un posto simile! Dissi: " Ma viviamo lì, le mie<br />
Sorelle vivono lì ". Disse ancora di no. Insistetti: "<br />
Benissimo, mi siederò accanto a voi e così vedrete che non<br />
accadrà nulla né a me né a voi ". Entrai nel tassi e partimmo.<br />
Spalancò la bocca quando vide le giovani Sorelle<br />
saltare e ridere e la gente <strong>in</strong>ch<strong>in</strong>arsi, mentre quelli che mi<br />
riconoscevano presero a parlare con me anche se alcuni<br />
erano ubriachi, però si tolsero il cappello con rispetto.<br />
Non riusciva a credere ai suoi occhi, avvertendo quella<br />
Presenza. Questo è un episodio particolarmente bello.
I - “Credo”:<br />
simbolo della fede cristiana<br />
1- Il Simbolo della fede di A. Cors<strong>in</strong>i<br />
Ogni domenica e <strong>in</strong> ogni festa la chiesa ci <strong>in</strong>vita ad esprimere<br />
la nostra fede recitando il Credo dopo aver ascoltato<br />
la parola di Dio. Forse pur recitandolo con la bocca<br />
non sempre siamo attenti a quanto diciamo, all’importanza<br />
e alla bellezza delle frasi che pronunciamo.<br />
La nostra non vuol essere una dotta dissertazione sul<br />
Simbolo della nostra fede, ma una semplice riflessione su<br />
quanto affermiamo di credere, accompagnata da alcune<br />
notizie o curiosità.<br />
Il Credo come già accennato non è una semplice preghiera<br />
ma è il Simbolo della fede Cristiana; <strong>in</strong> greco il term<strong>in</strong>e<br />
“symbolon” <strong>in</strong>dicava la metà di un oggetto (moneta,<br />
sigillo o altro) che due persone si dividevano perché<br />
poi servisse come segno di riconoscimento.<br />
Il credo è il “symbolon” , il mezzo di riconoscimento per<br />
mezzo del quale noi cristiano ci riconosciamo come<br />
adepti della stessa fede (v. CCC 188).<br />
Recitando il credo il cristiano si sente <strong>in</strong> comunione non<br />
solo con i fratelli che professano la stesa fede nei vari<br />
Il “Credo” - I<br />
Inizia con questo articolo l’esposizione del “Credo” o “Simbolo della fede” che ci terrà occupati per parecchi numeri.<br />
Si tratta di una catechesi fondamentale, estesa da Antonio Cors<strong>in</strong>i, <strong>in</strong>segnante presso la locale Scuola Media, catechista<br />
e allenatore dei fanciulli presso l’Unitas. L’esposizione viene completata con il riferimento ai relativi paragrafi del<br />
Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) e <strong>in</strong>tegrata con alcuni di questi, <strong>in</strong>sieme ad alcune <strong>in</strong>dicazioni di atteggiamenti<br />
concreti da assumere e/o di stimoli alla riflessione, poiché la catechesi non consiste <strong>in</strong> una “lezionc<strong>in</strong>a” teorica,<br />
ma deve portare ad un maggiore radicamento nella vita cristiana, che è esistenza battesimale, da risorti, nel Dio -<br />
Padre, Figlio e Spirito – <strong>in</strong> cui affermiamo di credere.<br />
SIMBOLO APOSTOLICO<br />
+Io credo <strong>in</strong> Dio, Padre onnipotente,<br />
Creatore del cielo e della terra<br />
+E <strong>in</strong> Gesù Cristo, suo unico figlio,<br />
nostro Signore,<br />
angoli del mondo ma anche con coloro che ci hanno preceduto<br />
nella storia e vivono già nel tempo di Dio. Per la<br />
sua orig<strong>in</strong>e e il suo uso, il Credo è strettamente legato alla<br />
liturgia, <strong>in</strong> modo speciale al battesimo. Ricevendo il battesimo<br />
i catecumeni (coloro che desideravano aderire al<br />
Cristianesimo), <strong>in</strong> forme diverse facevano la professione<br />
di fede (v. CCC 189).<br />
Già nel III secolo, nella comunità di Roma, era usato<br />
durante la celebrazione del Battesimo il “Simbolo apostolico”<br />
che esprime <strong>in</strong> modo s<strong>in</strong>tetico e ord<strong>in</strong>ato il messaggio<br />
di salvezza. Formulato <strong>in</strong> dodici articoli (riferiti al<br />
n° degli apostoli), per sottol<strong>in</strong>eare che esso trasmetteva la<br />
totalità e la pienezza della testimonianza degli Apostoli, è<br />
stato <strong>in</strong>tegrato e precisato poi nei concili di Nicea (325) e<br />
di Costant<strong>in</strong>opoli (381). Il credo che noi professiamo<br />
durante le messe è appunto il “Credo di Nicea-<br />
Costant<strong>in</strong>opoli”; il tutto ord<strong>in</strong>ato <strong>in</strong> tre capitoli che trattano<br />
rispettivamente del Padre e dell’opera della creazione,<br />
del Figlio e del mistero della redenzione, dello Spirito<br />
Santo e dell'opera della redenzione (v. CCC 194-195).<br />
Prima di affrontare il contenuto di quanto diciamo di<br />
credere è forse <strong>in</strong>teressante leggere e mettere a confronto<br />
i due simboli per verificarne l’evoluzione e la perfetta<br />
co<strong>in</strong>cidenza di contenuti.<br />
SIMBOLO DI NICEA-COSTANTIONOPOLI<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
+Credo <strong>in</strong> un solo Dio, Padre onnipotente,<br />
Creatore del cielo e della terra,<br />
di tutte le cose visibili e <strong>in</strong>visibili.<br />
+Credo <strong>in</strong> un solo Signore, Gesù Cristo,<br />
Unigenito Figlio di Dio,<br />
nato dal Padre prima di tutti i secoli:<br />
Dio da Dio, Luce da Luce,Dio vero da Dio vero,<br />
16
+il quale fu concepito di Spirito Santo,<br />
nacque da Maria Verg<strong>in</strong>e,<br />
+patì sotto Ponzio Pilato,fu crocefisso,<br />
morì e fu sepolto;<br />
+discese agli <strong>in</strong>feri,<br />
+il terzo giorno risuscitò da morte;<br />
+salì al cielo, siede alla destra di Dio<br />
Padre onnipotente:<br />
+di là verrà a giudicare i vivi<br />
e i morti.<br />
+Credo nello Spirito Santo,<br />
+la santa Chiesa cattolica,<br />
+la comunione dei santi,.<br />
+la remissione dei peccati,<br />
+la risurrezione della carne<br />
+la vita eterna.<br />
Amen.<br />
2 – “Io credo”<br />
(dal Catechismo della Chiesa Cattolica)<br />
a cura di don Giovanni<br />
a) La fede come obbedienza<br />
144 Obbedire (ob-audire") nella fede è sottomettersi<br />
liberamente alla Parola ascoltata, perché la sua verità è<br />
garantita da Dio, il quale è la Verità stessa. Il modello di<br />
questa obbedienza propostoci dalla Sacra Scrittura è<br />
Abramo. La Verg<strong>in</strong>e Maria ne è la realizzazione più perfetta.<br />
Abramo - "il padre di tutti i credenti"<br />
145 La Lettera agli Ebrei, nel solenne elogio della fede<br />
degli antenati, <strong>in</strong>siste particolarmente sulla fede di<br />
Abramo: "Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì<br />
partendo per un luogo che doveva ricevere <strong>in</strong> eredità, e<br />
partì senza sapere dove andava" ( Eb 11,8 ) [Cf Gen<br />
generato non creato, della stessa sostanza del Padre;<br />
per mezzo di Lui tutte le cose sono state create<br />
+Per noi uom<strong>in</strong>i e per la nostra salvezza discese dal cielo,<br />
E per opera dello Spirito Santo<br />
si è <strong>in</strong>carnato nel seno della Verg<strong>in</strong>e Maria<br />
esi è fatto uomo.<br />
+Fu crocefisso per noi sotto Ponzio Pilato,<br />
morì e fu sepolto<br />
+Il terzo giorno è risuscitato,<br />
secondo le scritture,<br />
+è salito al cielo, siede alla destra del Padre.<br />
+E di nuovo verrà, nella gloria,<br />
per giudicare i vivi e i morti,<br />
e il suo regno non avrà f<strong>in</strong>e.<br />
+Credo nello Spirito Santo,<br />
che è Signore e dà la vita,<br />
e procede dal Padre e dal Figlio.<br />
Con il Padre e con il Figlio<br />
è adorato e glorificato,<br />
e ha parlato per mezzo dei profeti.<br />
+Credo la Chiesa,<br />
una santa cattolica apostolica.<br />
+professo un solo Battesimo<br />
per il perdono dei peccati.<br />
+Aspetto la risurrezione dei morti<br />
+e la vita del mondo che verrà.<br />
Amen<br />
17<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
12,1-4 ]. Per fede soggiornò come straniero e pellegr<strong>in</strong>o<br />
nella Terra promessa [Cf Gen 23,4 ]. Per fede Sara ricevette<br />
la possibilità di concepire il figlio della promessa.<br />
Per fede, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, Abramo offrì <strong>in</strong> sacrificio il suo unico<br />
figlio [Cf Eb 11,17 ].<br />
146 Abramo realizza così la def<strong>in</strong>izione della fede data<br />
dalla Lettera agli Ebrei: "La fede è fondamento delle<br />
cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono"<br />
( Eb 11,1 ). "Abramo ebbe fede <strong>in</strong> Dio e ciò gli fu accreditato<br />
come giustizia" ( Rm 4,3 ) [Cf Gen 15,6 ]. Grazie<br />
a questa forte fede, [Cf Rm 4,20 ] Abramo è diventato<br />
"padre" di tutti coloro che credono ( Rm 4,11; Rm 4,18<br />
) [Cf Gen 15,5 ].<br />
147 Di questa fede, l'Antico Testamento è ricco di testimonianze.<br />
La Lettera agli Ebrei fa l'elogio della fede<br />
esemplare degli antichi che "ricevettero" per essa "una<br />
buona testimonianza" ( Eb 11,2; Eb 11,39 ). Tuttavia<br />
"Dio aveva <strong>in</strong> vista qualcosa di meglio per noi": la gra-
zia di credere nel suo Figlio Gesù, "autore e perfezionatore<br />
della fede" ( Eb 11,40; 147 Eb 12,2 ).<br />
Maria - "Beata colei che ha creduto"<br />
148 La Verg<strong>in</strong>e Maria realizza nel modo più perfetto l'obbedienza<br />
della fede. Nella fede, Maria accolse l'annunzio<br />
e la promessa a Lei portati dall'angelo Gabriele, credendo<br />
che "nulla è impossibile a Dio" ( Lc 1,37 ), [Cf Gen 18,14 ]<br />
e dando il proprio consenso: "Sono la serva del Signore,<br />
avvenga di me quello che hai detto" ( Lc 1,38 ). Elisabetta<br />
la salutò così: "Beata colei che ha creduto nell'adempimento<br />
delle parole del Signore" ( Lc 1,45 ). Per questa<br />
fede tutte le generazioni la chiameranno beata [Cf Lc 1,48 ].<br />
149 Durante tutta la sua vita, e f<strong>in</strong>o all'ultima prova, [Cf<br />
Lc 2,35 ] quando Gesù, suo Figlio, morì sulla croce, la sua<br />
fede non ha mai vacillato. Maria non ha cessato di credere<br />
"nell'adempimento" della Parola di Dio. Ecco perché<br />
la Chiesa venera <strong>in</strong> Maria la più pura realizzazione della<br />
fede.<br />
b) "So a chi ho creduto" ( 2Tm 1,12 )<br />
Credere <strong>in</strong> un solo Dio<br />
150 La fede è <strong>in</strong>nanzi tutto una adesione personale dell'uomo<br />
a Dio; al tempo stesso ed <strong>in</strong>separabilmente, è l'assenso<br />
libero a tutta la verità che Dio ha rivelato. In quanto<br />
adesione personale a Dio e assenso alla verità da Lui<br />
rivelata, la fede cristiana differisce dalla fede <strong>in</strong> una persona<br />
umana. E' bene e giusto affidarsi completamente a<br />
Dio e credere assolutamente a ciò che Egli dice. Sarebbe<br />
vano e fallace riporre una simile fede <strong>in</strong> una creatura<br />
[Cf Ger 17,5-6; 150 Sal 40,5; Sal 146,3-4 ].<br />
Credere <strong>in</strong> Gesù Cristo, Figlio di Dio<br />
151 Per il cristiano, credere <strong>in</strong> Dio è <strong>in</strong>separabilmente credere<br />
<strong>in</strong> Colui che Egli ha mandato, "il suo Figlio prediletto"<br />
nel quale si è compiaciuto ( Mc 1,11 ); Dio ci ha<br />
detto di ascoltarlo [Cf Mc 9,7 ]. Il Signore stesso dice ai<br />
suoi discepoli: "Abbiate fede <strong>in</strong> Dio e abbiate fede anche<br />
<strong>in</strong> me" ( Gv 14,1 ). Possiamo credere <strong>in</strong> Gesù Cristo perché<br />
Egli stesso è Dio, il Verbo fatto carne: "Dio nessuno<br />
l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno<br />
del Padre, Lui lo ha rivelato" ( Gv 1,18 ). Poiché Egli "ha<br />
visto il Padre" ( Gv 6,46 ), è il solo a conoscerlo e a poterlo<br />
rivelare [Cf Mt 11,27 ].<br />
18<br />
Credere nello Spirito Santo<br />
152 Non si può credere <strong>in</strong> Gesù Cristo se non si ha parte<br />
al suo Spirito. È lo Spirito Santo che rivela agli uom<strong>in</strong>i<br />
chi è Gesù. Infatti "nessuno può dire: "Gesù è Signore" se<br />
non sotto l'azione dello Spirito Santo" ( 1Cor 12,3 ). "Lo<br />
Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio...<br />
Nessuno ha mai potuto conoscere i segreti di Dio se non<br />
lo Spirito di Dio" ( 1Cor 2,10-11 ). Dio solo conosce pienamente<br />
Dio. Noi crediamo nello Spirito Santo perché è<br />
Dio.<br />
La Chiesa non cessa di confessare la sua fede <strong>in</strong> un solo<br />
Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo.<br />
Per la vita<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />
- Il simbolo della fede è segno di riconoscimento:<br />
quando lo proclamo, mi riconosco parte della<br />
Chiesa, comunità dei discepoli di Gesù Cristo; riconosco<br />
coloro che professano la mia stessa fede discepoli<br />
del Signore, <strong>in</strong>sieme con me; figli dello stesso<br />
Dio che riconosciamo nostro comune “Padre onnipotente”;<br />
abitati e santificati dal medesimo Spirito<br />
santo, che è Signore e dà la vita”. La professione del<br />
“Credo”, mi aiuta a rendermi meglio conto che sono<br />
parte della Chiesa, tanto più che esso viene proclamato<br />
nel corso dell’Eucaristia, banchetto della famiglia<br />
dei figli di Dio.<br />
- Quando proclamo il “Credo”, faccio una fredda<br />
elencazione di realtà che passano sopra la mia testa<br />
o mi rendo conto che si tratta di cose che mi riguardano,<br />
dato che esso altro non è che il “racconto”<br />
delle opere che Dio, Padre Figlio e Spirito, ha messo<br />
<strong>in</strong> atto per darmi salvezza?<br />
- Proclamo la professione di fede, unendo la mia<br />
voce a quella dell’assemblea dei fratelli e delle sorelle?
Vita della <strong>Comunità</strong><br />
17 novembre 2003 – 18 gennaio 2004<br />
Sono figli di Dio, con il Battesimo:<br />
58 Morana Giulia<br />
da Pietro e Tedoldi Crist<strong>in</strong>a b. 7 dicembre<br />
59 Podavitte Daniela<br />
da Gianluca e Fra Milena b. 7 dicembre<br />
60 Scordo Gloria<br />
da Carmelo e Baroni Stefania b. 21 dicembre<br />
61 Roveglia Matteo Andrea<br />
da Angelo e Bell<strong>in</strong>i Margherita b. 21 dicembre<br />
2004<br />
Hanno consacrato il loro amore<br />
davanti all’altare del Signore:<br />
Torri Silvano e Capoferri Katia il 7 dicembre<br />
Carp<strong>in</strong>eta Carlo e Pedal<strong>in</strong>o Chiara l’ 8 dicembre<br />
Rubagotti Riccardo e Focardi Simona il 27 dicembre<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />
1 Campana Alice<br />
da Adriani e Inverardi Laura b. 11 gennaio (Batt. di Gesù)<br />
2 Gesmundo Nicola<br />
da Domenico e Bezzi Claudia b. 11 gennaio<br />
3 Pezzotti Giulia Maria<br />
da Andrea e Morgano Silvia b. 18 gennaio<br />
4 Fossati Annalisa Benedetta Silvia<br />
da Eugenio e Monga Silvia b. 18 gennaio<br />
19
Ci hanno preceduto nell’eternità:<br />
54 Pedr<strong>in</strong>i Gaudiosa, di anni 82 7 novembre<br />
55 Franceschetti Mar<strong>in</strong>a, di anni 62 28 novembre<br />
56 Faust<strong>in</strong>i Lorenza, di anni 66 1 dicembre<br />
57 Vitali Antonio, di anni 78 6 dicembre<br />
58 Messali Domenica, di anni 97 10 dicembre<br />
59 Bondi Carmelo, di anni 57 9 dicembre<br />
60 Bondi Giancarlo, di anni 17 9 dicembre<br />
61 Bondi Marco, di anni 15 9 dicembre<br />
62 Bruni Amalia, di anni 90 22 dicembre<br />
2004<br />
1 Gaibotti V<strong>in</strong>cenzo (Vittorio), di anni 62 16 gennaio<br />
In memoria<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />
Solo poche parole, poiché alla tragedia che ha colpito una famiglia della nostra <strong>Comunità</strong> si addice il silenzio.<br />
Vogliamo però ricordarli: papà Carmelo con i suoi cari Giancarlo e Marco, due dei suoi tre figli, vittime dello spaventoso<br />
<strong>in</strong>cidente <strong>in</strong> cui, <strong>in</strong>sieme a loro, ha perso la vita una quarta persona.<br />
Li vogliamo ricordare nella preghiera, per affidarli alla misericordia di Dio.<br />
La <strong>Comunità</strong>, per moto spontaneo di solidarietà, si è stretta numerosa attorno a Natalia, rispettivamente sposa<br />
e madre, e ad Alfio, figlio primogenito e fratello, nei giorni <strong>in</strong> cui le tre salme, raccolte nella chiesetta dell’Oratorio<br />
femm<strong>in</strong>ile venivano vegliate e al momento dei funerali. La vic<strong>in</strong>anza premurosa dei parenti è per loro un aiuto<br />
a riempire, almeno per qualche istante, un po’ del<br />
vuoto che si è creato <strong>in</strong> quella casa divenuta improvvisamente<br />
troppo grande; anche la <strong>Comunità</strong> vuole,<br />
per quanto possibile, cont<strong>in</strong>uare ad essere vic<strong>in</strong>a, con<br />
discrezione e disponibilità, soprattutto attraverso la<br />
preghiera, aff<strong>in</strong>ché la fede apra qualche squarcio di<br />
luce nel buio fitto di un <strong>in</strong>dicibile dolore.<br />
A cura e su esclusiva <strong>in</strong>iziativa della Redazione.<br />
20
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />
Calendario liturgico - pastorale<br />
NB: 1- ogni domenica pomeriggio, alle ore 15.00, salvo diversa <strong>in</strong>dicazione, preghiera e<br />
catechesi per adulti<br />
2- gli appuntamenti, salvo diversa <strong>in</strong>dicazione, hanno luogo <strong>in</strong> chiesa.<br />
25 - Domenica III del tempo ord<strong>in</strong>ario (Conversione di s. Paolo, apostolo) (Sett. I)<br />
Si conclude l’ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani.<br />
Gesù si recò a Nazareth... nella s<strong>in</strong>agoga si alzò a leggere. Gli fu<br />
dato il rotolo del profeta Isaia, apertolo... trovò il passo dove era<br />
scritto: “Lo Spirito del Signore è sopra di me... e mi ha mandato ad<br />
annunziare ai poveri un lieto messaggio... per proclamare ai prigionieri<br />
la liberazione e ai ciechi la vista”. (Lc. 4, 17-18)<br />
24 - Giovedì ore 15,30 Confessione per i ragazzi delle medie<br />
25 - Venerdì ore 16,10 Confessione per i fanciulli delle elementari<br />
FEBBRAIO<br />
1 - Domenica IV del Tempo Ord<strong>in</strong>ario (Sett. II)<br />
Oggi si celebra la XXVI “Giornata per la vita”, voluta dai Vescovi italiani per attirare l’attenzione<br />
dei credenti e degli uom<strong>in</strong>i di buona volontà sul tema del rispetto alla vita, dal<br />
suo concepimento f<strong>in</strong>o alla sua naturale conclusione; per suscitare <strong>in</strong>iziative volte a<br />
sensibilizzare l’accoglienza e la promozione della vita, diritto per ogni essere umano che<br />
si affaccia su questo mondo (v. pagg. 3-4).<br />
Tutti gli rendevano testimonianza (a Gesù) ed erano meravigliati<br />
delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca. (Lc. 4, 22)<br />
ore 11,45 celebrazione comunitaria del Battesimo<br />
2 - Lunedì Presentazione del Signore, festa<br />
ore 8,30 Celebrazione del rito della Luce.<br />
3 – Martedì S. Biagio, vescovo e martire, memoria facoltativa.<br />
Dopo le ss. Messe, celebrate secondo l’orario feriale, viene impartita, secondo tradizione,<br />
la benedizione della gola. Viene celebrata una s. Messa <strong>in</strong> più, alle ore 20,00.<br />
4 - Mercoledì ore 20,30 presso il Focolare, <strong>in</strong>contro di magistero per i catechisti.<br />
5- Giovedì primo del mese, giornata mensile di preghiera per le vocazioni: dopo la Messa<br />
delle ore 8.30 esposizione del ss. Sacramento con adorazione comunitaria;<br />
adorazione privata f<strong>in</strong>o alle ore 12.00<br />
6- Venerdì primo del mese, dedicato alla devozione del sacro Cuore<br />
8 - Domenica V del tempo ord<strong>in</strong>ario (Sett. III)<br />
Simon Pietro si gettò alle g<strong>in</strong>occhia di Gesù, dicendo: "Allontanati<br />
da me, Signore, perché sono un peccatore!". Gesù disse a Simone:<br />
- Non temere, d’ora <strong>in</strong> poi sarai pescatore di uom<strong>in</strong>i” (Lc. 15, 9 - 10)<br />
21
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />
10 – Martedì <strong>in</strong> serata, <strong>in</strong>contro mensile di spiritualità per i giovani al centro Oreb, Cal<strong>in</strong>o<br />
11- Mercoledì Beata Verg<strong>in</strong>e Maria di Lourdes, memoria facoltativa<br />
XII “Giornata Mondiale del Malato”, istituita da Giovanni Paolo II come “momento<br />
forte di preghiera, condivisione, di offerta della sofferenza per il bene della Chiesa e di<br />
richiamo per tutti a riconoscere nel volto del fratello <strong>in</strong>fermo il santo volto di Cristo,<br />
che soffrendo, morendo e risorgendo ha operato la salvezza dell’umanità”.<br />
ore 16,00 s. Messa per gli ospiti della Casa Albergo, al piano rialzato della medesima<br />
ore 20,30 presso il Focolare, <strong>in</strong>contro di magistero per i catechisti.<br />
14 - Sabato Santi Cirillo e Metodio, patroni d’Europa, festa<br />
15 - Domenica VI del tempo ord<strong>in</strong>ario (ss.Faust<strong>in</strong>o e Giovita, patroni della Diocesi - Sett. I)<br />
Gesù diceva: "Beati voi poveri perché vostro è il regno di Dio, beati voi<br />
che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché<br />
riderete. Beati voi quando gli uom<strong>in</strong>i vi odieranno... rallegratevi perché<br />
la vostra ricompensa è grande nei cieli". (Lc. 7, 21-23)<br />
ore 14.20 nell’auditorium del Focolare, <strong>in</strong>contro con i genitori dei fanciulli di 3a el.<br />
ore 15.45 celebrazione comunitaria del Battesimo<br />
22 - Domenica VII del tempo ord<strong>in</strong>ario (Sett. II)<br />
Gesù disse ai suoi discepoli: " a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri<br />
nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono,<br />
pregate per coloro che vi maltrattano". (Lc. 6, 27-28)<br />
Primo giorno del Triduo per i Defunti: tutte le ss. Messe sono<br />
celebrate a suffragio dei Defunti della Parrocchia.<br />
ore 15,00 Esposizione del Ss. Sacramento e adorazione comunitaria;<br />
adorazione personale f<strong>in</strong>o alle 16.00.<br />
23 - Lunedì e 24 - martedì cont<strong>in</strong>ua il Triduo. L’ufficio che precede la s. Messa è quello per i defunti.<br />
ore 7,00 s. Messa preceduta dalle Lodi<br />
ore 8,30 s. Messa preceduta dall’Ora media (Terza)<br />
ore 15,00 Esposizione del Ss. Sacramento e adorazione comunitaria e personale<br />
ore 16,30 s. Messa preceduta dal Vespro<br />
ore 20,00 s. Messa dist<strong>in</strong>ta.<br />
Term<strong>in</strong>a la prima parte del TEMPO ORDINARIO ( o “Per annum”) che riprenderà<br />
dopo Pentecoste, il 31 maggio.<br />
TEMPO DI QUARESIMA<br />
25 - Mercoledì Le Ceneri. Solenne <strong>in</strong>izio della Quaresima.<br />
È giorno di ast<strong>in</strong>enza dalle carni (=magro) per tutti e di digiuno per coloro che vi sono<br />
tenuti.<br />
Oltre a quelle delle 7,00 e delle 8,30,<br />
ore 16,30 s. Messa, a cui sono <strong>in</strong>vitati <strong>in</strong> particolare fanciulli e ragazzi.<br />
ore 20,00 s. Messa dist<strong>in</strong>ta di avvio del camm<strong>in</strong>o quaresimale, per gli adolescenti,<br />
i giovani e gli adulti.<br />
Per le proposte del Tempo di Quaresima, vedere pag. 26<br />
26 – Giovedì ore 15,30 Sacramento della Riconciliazione per i ragazzi delle medie.<br />
27 – Venerdì<br />
ore 15.00<br />
Giorno di ast<strong>in</strong>enza<br />
Via Crucis<br />
22
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />
27 – Venerdì ore 16,10 Sacramento della Riconciliazione per i fanciulli delle elementari<br />
28 - Sabato ore 17,00 Sacramento della Riconciliazione per gli adolescenti, i giovani e<br />
gli adulti.<br />
29 – Domenica I di Quaresima (Sett. III)<br />
Gesù, pieno di Spirito santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto allo Spirito nel deserto,<br />
dove per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo (Lc. 4, 1-2).<br />
MARZO<br />
3 - Mercoledì ore 20.00 appuntamento quaresimale per gli adolescenti, i giovani e gli adulti<br />
4 - Giovedì primo del mese, giornata mensile di preghiera per le vocazioni: dopo la messa<br />
delle ore 8.30, viene esposto il Ss. Sacramento con un momento di<br />
adorazione comunitaria; adorazione privata f<strong>in</strong>o alle ore 12.00.<br />
5 – Venerdì È giorno di ast<strong>in</strong>enza.<br />
ore 15.00 Via Crucis<br />
ore 16.15 presso la chiesa delle Madri, <strong>in</strong> via Cavour, <strong>in</strong>contro quaresimale per i fanciulli delle elementari e<br />
i ragazzi delle medie<br />
6 - Sabato a partire dalle ore 17,00 i sacerdoti sono disponibili per il Sacramento<br />
della Riconciliazione.<br />
7 – Domenica II di Quaresima (Sett. I)<br />
In quel tempo Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì<br />
sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto<br />
e la sua veste divenne candida e sfolgorante (Lc. 9, 28-29).<br />
ore 9.30: presso la casa delle Madri, ritiro II per i fanciulli/e di 4a e 5a el.<br />
ore 11,45 celebrazione comunitaria del Battesimo<br />
ore 15.00 Preghiera del Vespro e catechesi per gli adulti. Così ogni<br />
domenica di Quaresima<br />
9 - Martedì <strong>in</strong> serata, <strong>in</strong>contro di spiritualità per giovani al centro Oreb, Cal<strong>in</strong>o.<br />
10 - Mercoledì ore 20.00 appuntamento quaresimale per gli adolescenti, i giovani e gli adulti<br />
12 – Venerdì<br />
ore 15.00<br />
È giorno di ast<strong>in</strong>enza.<br />
Via Crucis<br />
ore 16.15 presso la chiesa delle Madri, <strong>in</strong> via Cavour, <strong>in</strong>contro quaresimale per<br />
i fanciulli delle elementari e i ragazzi delle medie<br />
13 - Sabato a partire dalle ore 17,00 i sacerdoti sono disponibili per il<br />
Sacramento della Riconciliazione.<br />
14 - Domenica III di Quaresima (Sett. II)<br />
Gesù disse questa parabola: " Un tale aveva un fico piantato nella<br />
vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al<br />
vignaiolo: “ Taglialo”. Quegli rispose: “ Padrone, lascialo ancora quest’anno<br />
e poi... se non porterà frutto lo taglierai”" (Lc. 13, 6-8).<br />
ore 9.30: presso la casa delle Madri, ritiro II per i ragazzi/e di 1a media<br />
16 - Martedì ore 20,30 presso il Focolare, <strong>in</strong>contro per i genitori dei ragazzi di 3a media<br />
17 - Mercoledì ore 20.00 appuntamento quaresimale per gli adolescenti, i giovani e gli adulti<br />
19 - Venerdì S. GIUSEPPE SPOSO DELLA B.V. MARIA, solennità.<br />
È giorno di ast<strong>in</strong>enza.<br />
23
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />
ore 15.00 Via Crucis<br />
ore 16.15 presso la chiesa delle Madri, <strong>in</strong> via Cavour, <strong>in</strong>contro quaresimale per<br />
i fanciulli delle elementari e i ragazzi delle medie<br />
ore 20.00 S. Messa dist<strong>in</strong>ta <strong>in</strong> onore di s. Giuseppe; sono <strong>in</strong>vitati <strong>in</strong> modo<br />
particolare i papà.<br />
20 - Sabato a partire dalle ore 17,00 i sacerdoti sono disponibili per il<br />
Sacramento della Riconciliazione.<br />
21 - Domenica IV di Quaresima (Sett. III)<br />
ore 9,30<br />
Gesù disse questa parabola: " Un uomo aveva due figli. Il più giovane<br />
disse al padre: “Padre, dammi la parte del patrimonio che mi<br />
spetta ….Il figlio partì per un paese lontano e là sperperò tutto vivendo<br />
da dissoluto...”" (Lc. 15, 11-13)<br />
Ritiro II per i ragazzi di 2a media<br />
NB: per i ragazzi di 3a media, il ritiro di Quaresima consisterà nella preparazione<br />
e nella realizzazione del pellegr<strong>in</strong>aggio a Roma, <strong>in</strong>sieme ai cresimandi – cresimati della<br />
Diocesi, <strong>in</strong> occasione della Domenica delle Palme.<br />
ore 15,45 celebrazione comunitaria del Battesimo<br />
22/23/24 – Lun./mar./mer. serate di spiritualità per gli adolescenti e i giovani<br />
24 - Mercoledì ore 20.00 appuntamento quaresimale per gli adolescenti, i giovani e gli adulti<br />
25 - Giovedì ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE, solennità<br />
ore 20,00 processione al santuario sul monte e s. Messa con i frati OSM.<br />
26- Venerdì È giorno di ast<strong>in</strong>enza.<br />
ore 15.00 Via Crucis<br />
ore 16.15 presso la chiesa delle Madri, <strong>in</strong> via Cavour, <strong>in</strong>contro quaresimale per<br />
i fanciulli delle elementari e i ragazzi delle medie<br />
27 - Sabato a partire dalle ore 17,00 i sacerdoti sono disponibili per<br />
il Sacramento della Riconciliazione.<br />
28 - Domenica V di Quaresima (Sett. I)<br />
"Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei" …..<br />
"Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?" Ed essa rispose:<br />
"Nessuno Signore". E Gesù le disse: "Neanch’io ti condanno, va’ e<br />
d’ora <strong>in</strong> poi non peccare più". (Gv. 8, 9-11)<br />
ore 14,20 presso il Focolare, <strong>in</strong>contro per i genitori dei fanciulli di 3a el.<br />
31 - Mercoledì <strong>in</strong> chiesa, ritiro II per gli adulti; due le possibilità:<br />
1 – alle 14.30: momento di preghiera, proposta di riflessione, possibilità di preghiera personale e guidata,<br />
davanti all’Eucaristia solennemente esposta; benedizione conclusiva;<br />
2 – alle 20.00, per chi è impossibilitato nel pomeriggio, secondo le medesime modalità.<br />
APRILE<br />
1 – Giovedì Primo del mese, giornata mensile di preghiera per le vocazioni: dopo<br />
la Messa delle 8,30, esposizione del ss. Sacramento, breve adorazione<br />
comunitaria, adorazione personale privata f<strong>in</strong>o alle ore 12,00.<br />
2- Venerdì È giorno di ast<strong>in</strong>enza.<br />
ore 15.00 Via Crucis<br />
ore 16.15 presso la chiesa delle Madri, <strong>in</strong> via Cavour, <strong>in</strong>contro quaresimale per<br />
i fanciulli delle elementari e i ragazzi delle medie<br />
3 - Sabato a partire dalle ore 17,00 i sacerdoti sono disponibili per il Sacramento<br />
della Riconciliazione.<br />
24
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />
Proposte per il tempo di Quaresima<br />
La Quaresima ci prepara alla celebrazione dell’evento fondamentale della fede cristiana: la Pasqua di morte e<br />
risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.<br />
Tempo “forte”, <strong>in</strong> esso lo Spirito del Signore ci chiama ad aprirci con maggiore disponibilità alla sua Grazia,<br />
aff<strong>in</strong>ché possiamo attuare un camm<strong>in</strong>o di conversione e giungere a Pasqua almeno un poco r<strong>in</strong>novati. È tempo<br />
che ci ricorda che la nostra vita è lotta per crescere e lasciarci amare, per diventare capaci di amare a nostra<br />
volta: è questa la vita nuova di coloro che, nel Battesimo, sono risorti con Cristo. Le armi di questa lotta:<br />
1- un impegno particolare nell’ascolto della Parola di Dio e una maggiore disponibilità alla preghiera,<br />
vissuta anche più <strong>in</strong>tensamente;<br />
2- la pratica penitenziale, che “allena” la volontà, riafferma il primato di Dio sulle cose e ci mette<br />
i condizione di attuare<br />
3- una maggiore capacità di condivisione con chi è povero, attraverso le opere di carità fraterna.<br />
La <strong>Comunità</strong> parrocchiale, secondo le sue fasce d’età, è chiamata a vivere alcuni appuntamenti con il Signore,<br />
aff<strong>in</strong>ché possiamo imparare a metterlo maggiormente al centro della vita.<br />
Per tutti: - Ogni giorno, le ss. Messe sono precedute dalla celebrazione della Liturgia delle Ore:<br />
le Lodi alle 7.00, l’Ora di Terza alle 8.30, il Vespro alle 16.30.<br />
- La Messa delle 8.30 e delle 16.30 è accompagnata da una breve proposta di riflessione.<br />
- Ogni lunedì, martedì, mercoledì e giovedì la Messa delle 8.30 è preceduta dalla Via Crucis.<br />
- Ogni venerdì, ore 15.00: Via Crucis dist<strong>in</strong>ta<br />
b) Per i fanciulli delle elementari e i ragazzi delle medie:<br />
- la confessione di <strong>in</strong>izio Quaresima, rispettivamente giovedì 26/2 e venerdì 27/2, nel pomeriggio<br />
- ogni venerdì alle 16.15, nella chiesa dell’Oratorio femm.: <strong>in</strong>contro di riflessione e preghiera;<br />
- il ritiro, secondo quanto <strong>in</strong>dicato nel calendario<br />
c) Per gli adolescenti, i giovani, i giovani adulti:<br />
- la confessione di <strong>in</strong>izio Quaresima, sabato 28/2, alle 17,00<br />
- ogni mercoledì, alle ore 20.00, appuntamento quaresimale, <strong>in</strong> chiesa parrocchiale<br />
- dal 22 al 24 marzo, le serate di spiritualità, all’Oratorio femm<strong>in</strong>ile.<br />
d) Per gli adulti:<br />
- la confessione di <strong>in</strong>izio Quaresima, sabato 28/2, alle 17.00<br />
- l’appuntamento quaresimale del mercoledì, alle 20.00, <strong>in</strong> chiesa parrocchiale.<br />
- il ritiro, secondo la duplice possibilità <strong>in</strong>dicata a pag. 25<br />
Sul numero di aprile verrà <strong>in</strong>dicato il calendario delle celebrazioni penitenziali <strong>in</strong> vista della Pasqua.<br />
Ricordare che 1) tutti i venerdì di Quaresima sono di magro.<br />
2) Il mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo sono giorni di magro e digiuno per tutti coloro<br />
che vi sono tenuti.<br />
A PROPOSITO DI ASTINENZA E DIGIUNO: così dice il Codice di Diritto Canonico, canone 1252<br />
Alla legge dell’ast<strong>in</strong>enza sono tenuti coloro che hanno compiuto il 14 anno di età; alla legge del digiuno, <strong>in</strong>vece, tutti i<br />
maggiorenni f<strong>in</strong>o al 60 O anno <strong>in</strong>iziato. Tuttavia i pastori d’anime e i genitori si adoper<strong>in</strong>o perché anche coloro che non<br />
sono tenuti alla legge del digiuno e dell’ast<strong>in</strong>enza a motivo della m<strong>in</strong>ore età, siano formati al genu<strong>in</strong>o senso della penitenza.<br />
25
Da diversi anni la nostra Diocesi sta prendendo coscienza<br />
che l’<strong>in</strong>iziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi (<strong>in</strong><br />
età della scuola dell’obbligo) non raggiunge il suo scopo<br />
pr<strong>in</strong>cipale, quello di generare cristiani consapevoli e coerenti.<br />
Da questa considerazione prendono avvio una serie di<br />
studi e progetti che sfociano nel documento che il nostro<br />
Vescovo ha consegnato alla diocesi il 15 agosto 2003,<br />
chiedendo a tutta la comunità diocesana d i esam<strong>in</strong>arlo,<br />
farlo proprio e attuarlo.<br />
È certamente una scelta coraggiosa che porterà a vivere il<br />
catechismo dei ragazzi <strong>in</strong> modo nuovo.<br />
È una scelta difficile perché condurrà ad <strong>in</strong>comprensioni<br />
e forse chiusure, almeno nel suo <strong>in</strong>izio.<br />
È una scelta necessaria che si impone alla coscienza delle<br />
comunità cristiane che assistono allo sfilacciarsi delle<br />
nuove generazioni di cristiani e che sperimentano al contempo<br />
comunità cristiane di adulti poco <strong>in</strong>cisive.<br />
Con il gruppo dei catechisti abbiamo analizzato e riflettuto<br />
su questo progetto <strong>in</strong> vista di una futura e non lontana<br />
realizzazione.<br />
Cercheremo di s<strong>in</strong>tetizzare questo documento proposto<br />
alla nostra attenzione e accoglienza a tutta la comunità;<br />
per chi lo desiderasse è possibile leggere l’<strong>in</strong>tero documento<br />
collegandosi al sito <strong>in</strong>ternet della nostra diocesi(www.diocesi.brescia.it)<br />
o chiedendone una copia ai<br />
sacerdoti.<br />
Il documento dal titolo L’Iniziazione Cristiana dei<br />
Fanciulli e dei Ragazzi è diviso <strong>in</strong> tre parti:<br />
1. Analisi della situazione<br />
2. Orientamenti fondamentali per un nuova<br />
prassi dell’<strong>in</strong>iziazione cristiana dei fanciulli e<br />
dei ragazzi<br />
3. It<strong>in</strong>erario ord<strong>in</strong>ario e camm<strong>in</strong>i differenziati<br />
La prima tappa riprendendo la lettera pastorale<br />
dei Vescovi lombardi “La fede <strong>in</strong><br />
Lombardia” (del 1994) cerca di presentare<br />
una fotografia dell’esistente evidenziando le<br />
difficoltà di comunicare la fede <strong>in</strong> un contesto<br />
che è radicalmente cambiato rispetto a<br />
non molti decenni fa e che non presenta più i<br />
presupposti per la crescita della fede cristiana.<br />
Secolarismo, rapidi cambiamenti culturali,<br />
fragilità morale, pluralismo religioso sono tra<br />
i fattori che contribuiscono maggiormente a<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o - Diocesi<br />
L’Iniziazione Cristiana<br />
dei fanciulli e dei ragazzi<br />
di don Oscar<br />
26<br />
costituire questo nuovo panorama sociale e culturale che<br />
risulta di fatto una sfida alla fede cristiana.<br />
Nella nostra diocesi la tradizione oratoriana e la presenza<br />
alla catechesi dei ragazzi <strong>in</strong> età scolare sembrano tenere,<br />
ma i frutti di questa azione paiono venire meno; assistiamo<br />
<strong>in</strong>fatti all’abbandono da parte di numerosissimi<br />
ragazzi della vita di fede una volta raggiunta la S.<br />
Cresima.<br />
Che fare? Come aiutare i ragazzi a diventare cristiani?<br />
Sono <strong>in</strong>terrogativi che sacerdoti, catechisti, educatori si<br />
pongono di cont<strong>in</strong>uo.<br />
Tutti questi elementi evidenziano la necessità di ripensare<br />
l’<strong>in</strong>iziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi ed una<br />
nuova prassi deve essere caratterizzata da una duplice<br />
fedeltà: conformità alla situazione odierna e alla verità<br />
della Rivelazione e della Verità cristiana (attenzione<br />
all’uomo e fedeltà al Vangelo)<br />
La prima parte del documento conclude sottol<strong>in</strong>eando<br />
che non è più possibile farsi illusioni di vivere <strong>in</strong> una<br />
società cristianizzata, non è più lecito dare per scontata la<br />
fede cristiana. Di qui la necessità di ridare il primato all’evangelizzazione<br />
<strong>in</strong> vista del generare o rigenerare la fede.<br />
È necessario <strong>in</strong>oltre superare la prassi di proporre ai<br />
ragazzi un unico camm<strong>in</strong>o sulla falsariga dell’ambito<br />
scolastico (il catechismo che procede parallelo all’it<strong>in</strong>erario<br />
scolastico).<br />
Più attenzione ai ragazzi e maggior co<strong>in</strong>volgimento di<br />
tutta la comunità cristiana, che deve essere stimolo ed<br />
esempio di vita cristiana.<br />
(Sui prossimi numeri cont<strong>in</strong>ueremo l’analisi del documento)
La celebrazione della<br />
“Memoria del Battesimo”<br />
I nostri fanciulli di 2 a elementare stanno muovendo<br />
i loro primi passi del loro Camm<strong>in</strong>o di<br />
Iniziazione Cristiana.<br />
Domenica 30 novembre 2003 alle ore 10,00 durante<br />
S. Messa hanno fatto “Memoria del loro<br />
Battesimo” circondati da mamma, papà e dai loro<br />
padr<strong>in</strong>i; erano tutti molto emozionati.<br />
Questo momento è stato preparato e vissuto<br />
molto <strong>in</strong>tensamente: la domenica precedente si è<br />
svolto presso l’oratorio femm<strong>in</strong>ile una giornata di<br />
ritiro dove abbiamo guardato <strong>in</strong>sieme un filmato,<br />
seguito poi da una riflessione e dalla santa Messa;<br />
abbiamo preparato anche le preghiere da leggere<br />
per questo giorno. Non è mancato<br />
il gioco dove si sono scatenati<br />
a più non posso. Il pomeriggio di<br />
dom. 30/11 abbiamo cont<strong>in</strong>uato<br />
<strong>in</strong> altro modo la festa per il loro<br />
Battesimo <strong>in</strong>iziata al matt<strong>in</strong>o:<br />
l’<strong>in</strong>contro di catechismo si è svolto<br />
con un momento di preghiera,<br />
dei giochi e un suntuoso r<strong>in</strong>fresco<br />
preparato dalle mamme (grazie<br />
mamme per le torte e per averci<br />
aiutato a pulire gli ambienti…).<br />
Signore, fa che l’entusiasmo cui<br />
erano colmi i nostri bamb<strong>in</strong>i per<br />
questa festa, li accompagni per tutto il loro camm<strong>in</strong>o<br />
di vita <strong>in</strong>sieme all’aiuto nostro ma soprattutto<br />
a quello di mamma e papà.<br />
I catechisti: Elena, Tiziana, Diego,<br />
Silvia, Paola, Leonardo, Ambra<br />
Noi sacerdoti aggiungiamo un “grazie” ai catechisti<br />
per il molto lavoro che la preparazione di questa<br />
celebrazione ha comportato: ricerca dei dati di battesimo,<br />
preparazione delle preghiere, prove, confezione<br />
delle pergamene ricordo, festa del pomeriggio.<br />
Non a caso questo articolo affianca quello che parla<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o - Parrocchia<br />
27<br />
del nuovo Camm<strong>in</strong>o di Iniziazione Cristiana dei<br />
Fanciulli e dei Ragazzi: una celebrazione che faccia<br />
esplicito riferimento al battesimo è da esso prevista:<br />
abbiamo giocato un po’ d’anticipo; questo, tra l’altro,<br />
ci ha offerto il vantaggio di non trovarci ad <strong>in</strong>trodurre,<br />
quando sarà il momento, troppe novità tutte <strong>in</strong><br />
una volta, anche se questa celebrazione era <strong>in</strong> pro-<br />
getto Nelle comunque. foto, alcuni momenti della celebrazione<br />
Prima Confessione: Dom. 4 maggio, pom.<br />
Messa di Prima Comunione: Dom. 16 maggio<br />
Sacramento della Cresima: Dom. 6 giugno<br />
Foto Capretti
L'anno 2003 è stato dedicato dall'Onu alla riflessione<br />
sull'handicap. Mi sembra uno spunto importante per<br />
riflettere sulla vita e la dignità della vita umana, pur<br />
senza entrare <strong>in</strong> merito ai problemi legati a questa realtà:<br />
la nascita e la reazione dei genitori, le problematiche relazionali<br />
e sociali, l'<strong>in</strong>serimento nella scuola e nel mondo<br />
del lavoro…….<br />
La diagnosi <strong>in</strong> gravidanza di un figlio malformato è un<br />
dramma di straord<strong>in</strong>aria <strong>in</strong>tensità. Dalla gioiosa attesa di<br />
un figlio al baratro di una vita segnata dal dolore e dalla<br />
malattia. Nei sondaggi di op<strong>in</strong>ione non c'è mai stata una<br />
maggioranza favorevole alla libera scelta dell'aborto. Il<br />
70-80% degli <strong>in</strong>tervistati è contrario all'aborto per qualsiasi<br />
causa. La maggioranza si capovolge e il numero si<br />
<strong>in</strong>nalza, se viene proposto un caso estremo: un figlio gravemente<br />
malato, che fare?<br />
Spesso, su certi argomenti, l'emozione, la compassione,<br />
la paura, prevalgono sulla ragione e sull'amore. La logica<br />
che sta alla base è quella per la quale l'unica vita che vale<br />
la pena di essere vissuta è quella perfetta, senza handicap.<br />
Una vita con handicap è una vita da buttare. Ma non è<br />
contraddittorio affermare l'uguaglianza e togliere i disabili<br />
dall'isolamento e poi ord<strong>in</strong>arne la morte quando<br />
sono nel seno della madre? Si può lottare contro la malattia<br />
uccidendo i malati?<br />
La condizione dei disabili certamente pone a tutti degli<br />
<strong>in</strong>terrogativi. La cronaca è ricca di storie che descrivono la<br />
<strong>in</strong>adeguatezza delle strutture, la mancanza di personale<br />
idoneo e una certa difficoltà (o forse <strong>in</strong>differenza?) nei<br />
confronti dell'handicap. Ma c'è anche la consolante<br />
realtà di istituzioni splendide a servizio dei disabili e di<br />
persone che non si tirano <strong>in</strong>dietro quando si tratta di collaborare<br />
con le famiglie e i servizi sociali per far stare<br />
meglio chi è <strong>in</strong> difficoltà. Un'attenzione precisa e concreta<br />
nell'accoglienza dei portatori di handicap, però, impone<br />
di non considerare queste persone solo un problema<br />
da risolvere. Disabili, handicappati, portatori di handicap,<br />
diversamente abili…. Forse sono tutti term<strong>in</strong>i sbagliati<br />
o a rischio di uso sbagliato. Quando <strong>in</strong>contriamo<br />
una persona siamo colpiti dal suo volto, dalla sua storia,<br />
da quello che, per il solo fatto di esistere, questa persona<br />
OBIETTIVO VITA<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />
La tua vita è un dono<br />
a cura di Stefano Pedal<strong>in</strong>o<br />
28<br />
ci dona. È forse <strong>in</strong>giusto pensare al 'problema' dei disabili;<br />
è molto più umano pensare a persone <strong>in</strong> carne e ossa,<br />
storia e sentimenti.<br />
Il testo che segue non è fantasia. È stato scritto dalla<br />
madre di un figlio down, morta alcuni anni fa a Firenze,<br />
dove abitava, <strong>in</strong> piazza S. Gervasio. Aveva raccontato la<br />
sua esperienza di una vita passata con un figlio disabile,<br />
testimoniando così che nessuna vita è <strong>in</strong>utile, ed aveva<br />
consegnato lo scritto al suo parroco, don Giancarlo Setti,<br />
cofondatore del primo centro di aiuto alla vita <strong>in</strong> Italia.<br />
Il testo è stato pubblicato sulla rivista "Sì alla vita".<br />
"Sei nato a mezzogiorno, di un venerdì. Senza grandi clamori,<br />
alla svelta, senza farmi soffrire troppo. Avevi gli<br />
occhi chiusi, la l<strong>in</strong>gua penzoloni. Ti guardai e pensai: -<br />
com'è brutto! - ma non ebbi il coraggio di dirlo e dissi: -<br />
com'è picc<strong>in</strong>o! -.<br />
Le cose col tempo non miglioravano. Tutti sapevano,<br />
<strong>in</strong>torno a noi, meno tuo padre ed io. Ci mandarono da un<br />
medico famoso. Quando tornai a casa, ti rimisi nella tua<br />
culla, ti guardai e pregai: " Signore, Dio dà, Dio toglie:<br />
riprenditelo ora. A che serve la sua vita <strong>in</strong>utile?".<br />
Perdonami, figlio mio.<br />
Ti chiesi perdono allora, subito, e ti chiedo perdono ora.<br />
Inutile la tua vita?<br />
Imparai che eri un figlio come gli altri, solo con problemi<br />
diversi. Quando dicesti 'mamma' piansi di gioia anche se<br />
avevi tre anni. Quando, malfermo sulle gambe, mi corresti<br />
<strong>in</strong>contro, spalancai le braccia e fui felice, anche se avevi<br />
più di quattro anni. E mi <strong>in</strong>segnasti la pazienza.<br />
Quando, <strong>in</strong> quell'epoca, nessuno ti voleva, né la scuola,<br />
né la società, imparai ad essere umile, sorridente e gentile,<br />
perché qualcuno ti facesse una carezza. E mi <strong>in</strong>segnasti<br />
l'umiltà.Quando la gente com<strong>in</strong>ciò ad accorgersi di te<br />
e di quelli come te, com<strong>in</strong>ciai a combattere e combatto<br />
ancora, perché tu fossi accettato. E mi <strong>in</strong>segnasti a lottare.<br />
Quando <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e le altre madri sognavano per i loro figli il<br />
primo posto nella scuola, nella carriera, nella società, io<br />
mi accontentavo dei tuoi piccoli progressi. E mi <strong>in</strong>segnasti<br />
a desiderare per i miei figli la felicità, non la ricchezza<br />
ed il successo.
Inutile la tua vita?<br />
E quando venne la zia ad abitare accanto a noi, <strong>in</strong>asprita<br />
dalle sue disgrazie, con un carattere impossibile e <strong>in</strong>sopportabile,<br />
sola, per il vuoto che tutti parenti le avevano<br />
creato <strong>in</strong>torno, e <strong>in</strong>capace di star sola, ancora una volta la<br />
tua vita si mostrò non utile ma necessaria: per ventidue<br />
anni tu le facesti compagnia, giorno dopo giorno, sopportando<br />
il suo dispotismo, a volte la sua prepotenza,<br />
volendole bene, addolcendo i suoi momenti tristi, facendola<br />
sorridere con le tue uscite paradossali. Per ventidue<br />
anni desti uno scopo alla sua vita, un ritmo alle sue giornate,<br />
un perché ai suoi gesti.<br />
Inutile la tua vita?<br />
Quando lei morì, ti riavemmo tutto per noi. Tuo padre ed<br />
io, con la maturità, avevamo conosciuto una tenerezza<br />
nuova, un'<strong>in</strong>tesa mai raggiunta prima: tutti e tre passammo<br />
l'ultima vacanza felice, la più bella di tutta la<br />
nostra vita. Poi la malattia, la morte di tuo padre.<br />
Quando tornai disperata dal Camposanto, trovai di<br />
nuovo te, a casa, te che non sapevi niente, che capivi poco<br />
ma che 'sentivi', per quella misteriosa sensibilità che hai,<br />
che qualcosa di terribile era successo. E per te ho ricom<strong>in</strong>ciato<br />
prima a sopravvivere, poi, sia pure <strong>in</strong> tono<br />
m<strong>in</strong>ore, a vivere: per te ho ricom<strong>in</strong>ciato a lavorare, a lottare.<br />
Tu sei la mia compagnia: se ho ancora una carezza, se<br />
ancora qualcuno mi abbraccia, se qualcuno ancora si<br />
ricorda che il bisogno di tenerezza non ha età, lo devo a<br />
te. Se riesco ancora a dare felicità a qualcuno, questo sei<br />
tu, a cui basta tanto poco per essere felice. Inutile la tua<br />
vita?<br />
La mamma.<br />
A una di queste mamme, e sono tante, pensava il Papa<br />
quando scriveva nell'Evangelium Vitae, al n.87: "Vi r<strong>in</strong>graziamo,<br />
madri eroiche per il vostro amore <strong>in</strong>v<strong>in</strong>cibile!"<br />
La storia di questa madre ci <strong>in</strong>segna il valore di ogni vita<br />
29<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />
e come pregare per la vita con la vita. Pregare per la vita è<br />
rendere grazie e aprirci alla meraviglia del dono: la vita è<br />
un dono che non ha prezzo, richiede gratuità e genera, a<br />
sua volta, dono.<br />
Pregare per la vita è chiedere perdono perché non ci<br />
lasciamo più stupire da chi ci vive accanto, perché consideriamo<br />
le persone secondo i parametri dell'utilità e del<br />
reddito, per le tante forme e i tanti modi <strong>in</strong> cui facciamo<br />
della vita una cosa di cui disporre a piacimento, per la<br />
disattenzione, lo scarso coraggio, il dis<strong>in</strong>teresse.<br />
Pregare per la vita è anche chiedere un'attenzione r<strong>in</strong>novata<br />
e uno sguardo profondo per lasciarci sorprendere,<br />
per stare accanto ad ogni persona che vive, per aprirci<br />
all'altro e impegnarci per la tutela della vita, perché non<br />
sia una cosa tra tante, ma un dono, anche quando si presenta<br />
nel segno della debolezza e della sofferenza.<br />
Ho osservato….<br />
Ho osservato il pied<strong>in</strong>o di un piccolo nella sua bocca<br />
ancora avida di latte, le mani di un vecchio ferme, assumere<br />
l'acqua da una mano fraterna.<br />
Ti dico grazie per l'occhio che il tuo Spirito, Signore,<br />
rende acuto e <strong>in</strong>travede il mistero della vita dono dal<br />
dono, anche se tribolata, negata, sofferta.<br />
Il coraggio ti chiedo per la mia vita. che sia il canto di<br />
tutti i giorni, la promessa che non fallisce, l'impegno che<br />
non viene meno, il dono che non si ritrae, come fu il Sì di<br />
Tua Madre e le Tue braccia stese per tutti.<br />
Enrico Solmi (Noi - Suppl. Avvenire- Gennaio 2003)
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />
LA CHIESA – LA RELIGIONE – LE SETTE<br />
Nella visita pastorale dell’arcivescovo Bruno Foresti<br />
è stato distribuito ai parroci un questionario att<strong>in</strong>ente<br />
alla presenza sul proprio territorio di aderenti<br />
a nuovi movimenti religiosi. Tra i risultati del sondaggio<br />
risalta il dato riguardante i seguaci dei<br />
Testimoni di Geova ( forse impreciso per difetto)<br />
che appaiono presenti nella meta delle parrocchie e<br />
che sembrano disporre delle sale del regno ampiamente<br />
distribuite sul territorio diocesano.<br />
Considerata la capillare diffusione dei seguaci del<br />
movimento, è comprensibile che si possa essere<br />
facilmente visitati da essi al proprio domicilio o che<br />
si ricevano copie delle loro pubblicazioni qu<strong>in</strong>dic<strong>in</strong>ali<br />
“ La torre di guardia” e “ Svegliatevi”. In taluni<br />
casi il contatto può avvenire tramite parenti o conoscenti,<br />
colleghi di lavoro…<br />
l STORIA E DOTTRINA. La storia ha <strong>in</strong>izio nel<br />
secolo scorso, quando nell’ambiente cristiano nord<br />
americano sorsero altri movimenti che acquisirono<br />
<strong>in</strong> seguito, tratti ben dist<strong>in</strong>ti. Il fondatore Charles<br />
T.Russel ( 1852 – 1916)aderì alla religione avventista<br />
( = corrente cristiana che riteneva prossimo il<br />
ritorno <strong>in</strong> terra di Cristo e basandosi<br />
su una serie di speculazioni<br />
numerologiche e su op<strong>in</strong>ali <strong>in</strong>terpretazioni<br />
di alcuni testi biblici,<br />
annunciò che Gesù sarebbe visibilmente<br />
tornato sulla terra nel 1914).<br />
Per lui ed i suoi seguaci il fallimento<br />
di questa previsione fu un duro<br />
colpo, che però non provocò le f<strong>in</strong>e<br />
del gruppo, perché Russel pensò<br />
bene di formulare una nuova previsione.<br />
Alla sua morte il successore<br />
Rutherford fissò la venuta di Cristo<br />
per il 1925, però si rivelò nuovamente<br />
errata. I dirigenti del gruppo<br />
( SECONDA PARTE)<br />
a cura di don Francesco<br />
CHI SONO I TESTIMONI DI GEOVA ?<br />
30<br />
nel corso dei decenni perfezionarono i metodi di<br />
<strong>in</strong>dottr<strong>in</strong>amento e svilupparono un apparato di<br />
dottr<strong>in</strong>e che richiedono l’adesione <strong>in</strong>condizionata<br />
degli adepti. Attualmente un gruppo ristretto di<br />
persone costituisce il corpo direttivo, suprema autorità<br />
del movimento con sede a Brooklyn, che provvede<br />
alla elaborazione dei testi dottr<strong>in</strong>ali e si adopera<br />
aff<strong>in</strong>ché le variazioni del tempo e le contraddizioni<br />
presenti nei propri <strong>in</strong>segnamenti non vengano<br />
percepite dai seguaci. La loro dottr<strong>in</strong>a preannunzia<br />
come prossima la f<strong>in</strong>e del mondo ( senza precisare<br />
una data) e la necessità di aderire al gruppo se si<br />
desidera essere guidati <strong>in</strong> modo giusto nel giorno<br />
del giudizio.<br />
Dio avrebbe un corpo spirituale e abiterebbe <strong>in</strong> un<br />
ben delimitato luogo nello spazio. Lo Spirito santo<br />
non è una persona, ma la forma priva di ragione dell’energia<br />
div<strong>in</strong>a. Gesù non è Dio, ma la sua prima<br />
creatura, cioè l’arcangelo Michele. I testimoni di<br />
Geova devono dedicare gran parte del proprio<br />
tempo allo studio dei testi ed alla predicazione<br />
porta a porta, durante la quale distribuiscono le
loro pubblicazioni. La vita del testimone di Geova<br />
è regolata dettagliatamente dal corpo direttivo ed<br />
i contatti personali con i seguaci sono di fatto<br />
ridotti alle occasioni di propaganda, ai doveri lavorativi<br />
ed alle necessità della vita quotidiana. Chi<br />
aderisce al movimento perde nell’asco di qualche<br />
tempo tutti i rapporti al di fuori del gruppo compresi<br />
quelli con i familiari e parenti o amici e le istituzioni<br />
del corpo direttivo si trasformano nell’unica<br />
realtà che conosce.<br />
l QUESTIONI RILEVANTI. I testimoni di Geova<br />
sostengono che la loro fede si basa esclusivamente<br />
sulla Bibbia, è vero? Be essi credono pedissequamente<br />
a quanto è <strong>in</strong>segnato dal corpo direttivo<br />
tramite le pubblicazioni del movimento, accettandone<br />
sup<strong>in</strong>amente dottr<strong>in</strong>a e <strong>in</strong>terpretazioni dei<br />
testi biblici, anche quando sono <strong>in</strong>fondate o errate.<br />
La loro Bibbia si <strong>in</strong>titola “ Traduzione del<br />
Nuovo Mondo delle Scritture sacre” si tratta di<br />
una edizione affidabile del sacro libro? Questi<br />
testi biblici subiscono un sottile tradimento<br />
<strong>in</strong> modo che risultassero adeguati per sostenere<br />
gli <strong>in</strong>segnamenti del corpo direttivo.<br />
A titolo esemplificativo si veda la traduzione<br />
della lettera ai Colossesi (1,16)<br />
che il volume traduce:” tutte le altre<br />
cose sono state create per mezzo<br />
di Lui e per lui ( Cristo)” l’aggettivo<br />
“altre” non compare nel<br />
testo greco ma è stato<br />
aggiunto nella versione<br />
per dare <strong>in</strong>tendere che<br />
Egli non sarebbe altro che una creatura tra molte<br />
escludendone altre così la natura div<strong>in</strong>a. Si consider<strong>in</strong>o<br />
pure la sistematica e scientificamente <strong>in</strong>novativa<br />
traduzione di Palo di Tortura laddove c’è<br />
riferimento alla croce di Cristo, il surrettizio utilizzo<br />
di Geova ( erronea vocalizzazione di YHWH)<br />
nel nuovo testamento, ove il term<strong>in</strong>e non compare<br />
mai: il ricorso a <strong>in</strong>terpretazioni che vengono sostituite<br />
alla corretta traduzione del testo ( questo è il<br />
mio corpo) di Matteo 26,26 vien tradotto dai geoviti<br />
così:” questo significa il mio corpo”<br />
I testimoni di Geova possono essere considerati<br />
31<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />
cristiani? Be’, le loro dottr<strong>in</strong>e negano verità fondamentali<br />
che sono tradizionalmente professate dai<br />
cristiani, quali la Tr<strong>in</strong>ità dell’Unico Dio e div<strong>in</strong>ità<br />
<strong>in</strong> pienezza di Gesù Cristo. Con una simile premessa<br />
è arduo affermare che il movimento di<br />
Geova possa essere annoverato fra le Chiese cristiane.<br />
[Nessuna Chiesa cristiana li riconosce come tali:<br />
non la Cattolica, né l’Ortodossa e nemmeno le<br />
varie Chiese Protestanti.<br />
Non basta il fatto che si usa la Bibbia - <strong>in</strong> quale<br />
modo, lo si è già accennato - per rivendicare l’appartenenza<br />
al cristianesimo: sarebbe come se un<br />
italiano pretendesse di appartenere al popolo<br />
tedesco solo perché mastica, con qualche contraffazione,<br />
grammatica e vocaboli della sua l<strong>in</strong>gua e<br />
pretendesse di possedere lui la vera l<strong>in</strong>gua tedesca,<br />
mentre, per quanto riguarda divergenze grammaticali,<br />
di pronuncia o di vocabolario, sarebbero<br />
quelli che la parlano da sempre a sbagliarsi. Tale<br />
è il modo di pensare, al tempo stesso <strong>in</strong>genuo ed<br />
arrogante -NdR]<br />
Quale atteggiamento è opportuno assumere<br />
nel caso si venga <strong>in</strong>terpellati<br />
dagli adepti di questo movimento?<br />
E’ impossibile realizzare un dialogo<br />
autentico con i testimoni di<br />
geova, perché essi hanno un<br />
unico obiettivo : l’ INDOT-<br />
TRINAMENTO dell’ascoltatore<br />
e non prestano<br />
attenzione ai suoi<br />
argomenti se contrari alle loro conv<strong>in</strong>zioni. Se si è<br />
adeguatamente preparati, cioè se si dispone di una<br />
solida conoscenza della Sacra Scrittura e se si è<br />
consapevoli delle manipolazioni dei testi <strong>in</strong> cui i<br />
testimoni di Geova sono provetti, non è da escludere<br />
un onesto confronto biblico cioè un confronto<br />
fra la Sacra Scrittura ed libro della Bibbia che<br />
non è simile a quello cristiano cattolico, ma è<br />
manipolato dal Corpo Direttivo.
A proposito della<br />
Legge sulla Fecondazione Assistita<br />
tra buon senso, onestà <strong>in</strong>tellettuale e ideologia<br />
Da “La Voce del Popolo” presentiamo una pag<strong>in</strong>a, di grande<br />
<strong>in</strong>teresse, che riguarda la legge appena uscita sulla fecondazione.<br />
Può aiutare a capirci qualcosa, dopo che <strong>in</strong> modo<br />
banale i soliti hanno aperto bocca solo per dare aria ai<br />
denti... (magari dicendo che è stato un regalo di Natale del<br />
governo al papa).<br />
di Massimo Gandolf<strong>in</strong>i<br />
Non è una vittoria della morale cattolica e neppure<br />
del cosiddetto “stato etico”; è semplicemente una<br />
vittoria della ragione e del buon senso.<br />
La virtù teologale della carità ci <strong>in</strong>vita a dare sempre<br />
per scontata la “buona fede” <strong>in</strong> chiunque, anche <strong>in</strong><br />
chi - come <strong>in</strong> questi giorni - si è lasciato andare ad<br />
affermazioni erronee, aberranti e fuorvianti.<br />
Se dovessimo presc<strong>in</strong>dere da questo atteggiamento,<br />
non potremmo che parlare di malafede e di bugie<br />
volute e volutamente propagandate.<br />
Una chiarificazione dei term<strong>in</strong>i <strong>in</strong> discussione può,<br />
allora, essere servizio utile a tutti.<br />
Primo tema: il diritto ad avere un fi glio, il diritto alla<br />
maternità. Questo “diritto” non esiste; non è sancito<br />
da alcuna legislazione nazionale, non è menzionato<br />
neppure nella Dichiarazione Universale dei Diritti<br />
Umani. Al contrario, è solennemente affermato il<br />
diritto di ogni bamb<strong>in</strong>o ad avere una famiglia, un<br />
padre ed una madre. Si affaccia prorompente la<br />
cosiddetta “terza cultura”, fondata sull’imperio del<br />
desi derio e del potere tecnologico, che vuole affondare<br />
il momento procreativo nella palude del mercato<br />
(e, qu<strong>in</strong>di, del soggettivo), la vita è a disposizione<br />
del desiderio dell’utente. Si vuole un fi glio:<br />
fecondazione; non lo si vuole: aborto; lo si vuole ma<br />
<strong>in</strong> un certo modo: clonazione.<br />
Secondo tema: con questa legge nasceranno 15/20<br />
mila bimbi <strong>in</strong> meno all’anno <strong>in</strong> Italia, paese <strong>in</strong> cui<br />
il problema denatalità confi gura gravi scenari<br />
sociali. Preoccupazione davvero concreta e nobile, se<br />
32<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />
dietro la porta non ci fosse la strage di <strong>in</strong>nocenti<br />
provocata dall’aborto legalizzato da 25 anni: 4<br />
milioni di feti abortiti (una media di 150.000/anno,<br />
senza contare i non calcolabili “aborti chimici”).<br />
Terzo tema: questa legge provocherà un colpevole<br />
rallentamento della ri cerca scientifi ca <strong>in</strong> ambito<br />
genetico, <strong>in</strong> particolare sul fronte delle cellule stam<strong>in</strong>ali.<br />
Possiamo rassicurare il grande pubblico:<br />
non solo la ricerca prosegue con promettenti sviluppi,<br />
ma anzi lo studio delle cellule stam<strong>in</strong>ali da donatore<br />
adulto (cioè, senza bisogno di produrre embrioni<br />
per poi ucciderli!) sta dando risultati più che soddisfacenti.<br />
Quarto tema: questa legge, escludendo la possibilità<br />
“eterologa” (utilizzo di gameti estranei alla coppia),<br />
limita gravemente la possibilità pratica di eseguire<br />
fecondazioni. L’ottica corretta con cui valutare<br />
questo tema è quella del nascituro: si può pensare<br />
che sia assolutamente <strong>in</strong><strong>in</strong>fl uente ed irrilevante<br />
per lo sviluppo della personalità che il bamb<strong>in</strong>o<br />
venga privato del diritto di conoscere le proprie<br />
“radici parentali”? Si obbietta che è quanto avviene<br />
nella legislazione che regola l’adozione speciale.<br />
Attenzione: un conto è trovarsi nella necessità di<br />
riparare una situazione “patologica” già esistente<br />
(l’abbandono del fi glio), un conto è sancire a priori<br />
per legge l’<strong>in</strong>staurarsi di quella situazione patologica.<br />
Se la prima evenienza costituisce di fatto il “male<br />
m<strong>in</strong>ore”, che si subisce e si cerca di riparare, la<br />
seconda lo provoca e lo legalizza.<br />
Qu<strong>in</strong>to tema: l’embrione non è un essere umano.<br />
La specie “homo sapiens” è connotata da un patrimonio<br />
genetico costituito da 46 cromosomi (22<br />
coppie di cromosomi somatici + 1 coppia di cromosomi<br />
sessuali: XY per il maschio, XX per la femm<strong>in</strong>a).<br />
L’embrione umano è dotato esattamente del<br />
patrimonio genetico sopra esposto: è davvero arduo<br />
affermare che non si tratta di essere umano!
Ciò che ciascuno di noi è oggi (giovane, adulto, anziano,<br />
operaio, avvocato, <strong>in</strong>segnante, casal<strong>in</strong>ga, celibe,<br />
coniugato, zio, nonno...) era un embrione qualche<br />
dec<strong>in</strong>a di anni fa.<br />
Potremmo proseguire <strong>in</strong> questa disam<strong>in</strong>a; se fosse<br />
utile potremo rimandare ad una prossima puntata.<br />
Concludendo, a 25 anni dalla legge 194/78 sull’aborto,<br />
giunge una legge che cerca di mettere ord<strong>in</strong>e<br />
negli abusi procreatici di questi ultimi anni. Una<br />
buona legge, anche se la morale va ben oltre la legge<br />
stessa.<br />
Ma non si utilizzi questa legge per celebrare la vittoria<br />
dei cattolici e la sconfi tta del laici: speriamo, <strong>in</strong>vece,<br />
cattolici e laici <strong>in</strong>sieme, che si possa <strong>in</strong>augurare un<br />
tempo <strong>in</strong> cui il buon senso, fecondato dai pr<strong>in</strong>cipi<br />
della morale naturale, abbiamo il sopravvento sulla<br />
dittatura della ideologia e dell’egoismo.<br />
a cura di E. De Angeli<br />
FESTA DELLA FAMIGLIA<br />
E’ stata celebrata domenica 28 dicembre 2003,<br />
nella Messa delle 11.00, <strong>in</strong> occasione della festa<br />
della S. Famiglia di Nazareth. Numerose le coppie<br />
presenti alla celebrazione; simpatico il ritrovo<br />
a pranzo, presso il Focolare.<br />
I vari momenti della festa sono stati preparati<br />
con passione ed entusiasmo dal Gruppo delle<br />
Coppie che r<strong>in</strong>graziamo, <strong>in</strong>sieme ad Angela,<br />
ottima cuoca.<br />
33<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />
I term<strong>in</strong>i della legge<br />
Divieto della fecondazione eterologa<br />
La legge, tra l’altro, vieta l’uso di tecniche di procreazione<br />
eterologa che prevedono l’uso di gameti<br />
non appartenentialla coppia.<br />
No per s<strong>in</strong>gle e coppie gay<br />
Possono accedere alle tecniche solo le coppie di<br />
maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi,<br />
<strong>in</strong> età potenzialmente fertili, entrambi viventi.<br />
Esclusi qu<strong>in</strong>di i s<strong>in</strong>gle, i gay e l’uso di gameti di genitori<br />
già defunti. Il Senato ha pure deciso di defi nire<br />
con più precisione il concetto di convivenza affidando<br />
al governo il compito di stabilire i requisiti per<br />
def<strong>in</strong>ire le unioni “stabili”.<br />
No alla clonazione all’”utero <strong>in</strong> affitto” e<br />
alle “mamme nonne”<br />
Sono vietati la clonazione umana, le maternità surrogate<br />
(utero <strong>in</strong> affi tto) e gli <strong>in</strong>terventi su donne oltre<br />
ilc<strong>in</strong>quant’anni (già vietati dal codice deontologico<br />
dei medici).<br />
No alla crioconservazione e alla manipolazione<br />
dell’embrione<br />
Tutti gli embrioni che si formano attraverso la fecondazione<br />
<strong>in</strong> vitro dovranno essere trasferiti <strong>in</strong> utero.<br />
Vietato il congelamento e ogni forma di <strong>in</strong>tervento o<br />
manipolazione dell’embrione e implicitamente vietata<br />
la diagnosi preimpianto <strong>in</strong> utero, per stabilire la<br />
presenza o meno di malformazioni.<br />
Dei 27 mila embrioni attualmente congelati dovrà<br />
decidere il M<strong>in</strong>istero della salute. A questo riguardo<br />
si può notare come la legge preveda per coppie sterili<br />
la possibilità di adottare embrioni congelati<br />
“disconosciuti” dalle coppie che li avevano generati.<br />
Stato giuridico del bamb<strong>in</strong>o<br />
La legge assicura il diritto a nascere del concepito.<br />
Inoltre stabilisce che i bamb<strong>in</strong>i nati con la fecondazione<br />
assistita saranno figli legittimi della coppia o<br />
acquisiranno lo status di figli riconosciuti della coppia<br />
o della madre.<br />
Non più di tre embrioni per volta<br />
Non potranno essere fecondati più di tre ovociti per<br />
volta ed è stabilito il divieto di revocare il consenso<br />
all’impianto dopo che sono stati creati gli embrioni.<br />
Il dovere di <strong>in</strong>formare<br />
Il medico deve <strong>in</strong>formare la coppia sui metodi, sui<br />
problemi bioetici e sui possibili effetti collaterali sanitari<br />
e psicologici, sulle probabilità di successo e sui<br />
rischi, nonché sulle relative conseguenze giuridiche.<br />
Sanzioni<br />
Le sanzioni per i medici che ricorrono alla procreazione<br />
eterologa vanno da 300 mila a 600 mila euro.<br />
Per itentativi di clonazione è prevista la reclusione<br />
da 10 a 20 anni.
SCOUT<br />
ESSERE CAPI SCOUT………CHI CE LO FA FARE?<br />
Come ogni anno all’<strong>in</strong>izio delle attività vengo presa da<br />
mille dubbi e domande su quello che sto facendo, questa<br />
volta ho deciso di provare ad immag<strong>in</strong>are<br />
cosa il nostro fondatore mi avrebbe risposto:<br />
“Nel vostro passaggio <strong>in</strong> questo mondo, che<br />
ve ne accorgiate o no, chiunque voi siate o<br />
dovunque andate, state lasciando dietro di<br />
voi una traccia. Altri la noteranno e potranno<br />
seguirla. Può essere una traccia che li conduce<br />
al bene, ovvero può portarli fuori strada. Ciò<br />
dipende da voi….la vostra traccia è segnata da<br />
azioni, dalle frasi che dite e dalle parole che<br />
scrivete….” (Baden Pawell)<br />
Ma a che serve quello che faccio? Che traccia<br />
lascio ai miei ragazzi?<br />
La risposta sta nei nostri bamb<strong>in</strong>i, ragazzi e<br />
giovani, vogliamo per loro una vita felice e<br />
piena di senso, vogliamo che divent<strong>in</strong>o persone<br />
libere di essere loro stessi, libere di pensare<br />
con la loro testa, perché alla f<strong>in</strong>e crediamo di<br />
poter costruire un mondo migliore per tutti.<br />
Ma chi sono io per poter fare questo?<br />
Sei un capo scout! Essere capo scout non vuol dire<br />
essere una persona migliore di altre, ma avere la possibilità<br />
attraverso il nostro metodo di educazione di<br />
poter testimoniare amore, speranza coraggio e la capacità<br />
di stupirsi.<br />
Chi me lo fa fare?<br />
Il Signore, pensa alla parabola del sem<strong>in</strong>atore, cosa fa?<br />
Sem<strong>in</strong>a, non importa quale sarà il raccolto, qualche<br />
chicco non germoglierà, altri <strong>in</strong>vece si. Tu <strong>in</strong>viti i<br />
ragazzi a donare la vita per gli altri, come tu fai per<br />
loro.<br />
E se non ce la faccio?<br />
Chiedi aiuto alla tua comunità capi, avete lo stesso<br />
f<strong>in</strong>e comune: la volontà di crescere <strong>in</strong>torno a dei valori,<br />
la ricerca comune del confronto. Siete una squadra,<br />
ognuno gioca il suo ruolo però se non siete uniti non<br />
arriverete mai alla f<strong>in</strong>e.<br />
Alla f<strong>in</strong>e mi chiedo come sarebbe la mia vita senza<br />
scout, la risposta mi esce spontanea VUOTA, perché lo<br />
scautismo mi prende, mi sf<strong>in</strong>isce, mi esalta, mi rende<br />
felice senza mi sentirei come un bamb<strong>in</strong>o che vede gli<br />
<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o - dall’oratorio<br />
34<br />
altri salire sulle montagne russe ma non ci sale mai.<br />
Vi saluto con la preghiera del capo<br />
PREGHIERA DEL CAPO<br />
Fa’, o Signore, che io Ti conosca<br />
e la conoscenza mi porti ad amarti<br />
e l’amore mi sproni a servirTi ogni giorno<br />
più generosamente.<br />
Che io veda, ami e serva Te<br />
<strong>in</strong> tutti i miei fratelli, ma particolarmente<br />
<strong>in</strong> coloro che mi hai affidato.<br />
Te li raccomando, perciò, o Signore,<br />
come quanto ho di più caro, perché<br />
sei Tu che me li hai dati ed a Te devono ritornare.<br />
Con la Tua grazia, Signore, fa’ che<br />
io sia sempre loro d’esempio e mai d’<strong>in</strong>ciampo;<br />
che essi <strong>in</strong> me vedano Te ed io <strong>in</strong> loro<br />
Te solo cerchi: così l’amore nostro sarà perfetto.<br />
E al term<strong>in</strong>e della mia giornata terrena,<br />
l’essere stato Capo mi sia di lode e non di condanna.<br />
Così sia.
( a cura di G.Pedrali )<br />
“ Signore Gesù, grazie dei doni che ci hai dato. Grazie della nostra povertà, della nostra solitud<strong>in</strong>e, della<br />
nostra malattia, della nostra sete di amore, della nostra fame di comprensione, della nostra sazietà di silenzio.<br />
Grazie Signore del povero, mio fratello, che mi hai messo accanto. Grazie per queste baracche di lamiera.<br />
Grazie della pioggia che, ogni volta, passa da questo tetto e mi purifica. Grazie per questo freddo che, pungendo,<br />
mi ricorda che anche tu nascesti e moristi al freddo. Grazie per questo cielo buio che ogni sera mi<br />
ricorda che, anche tu solo senza gli amici più cari , avevi solo la compagnia delle stelle. Grazie Signore perché<br />
<strong>in</strong> questa mia solitud<strong>in</strong>e e povertà ho trovato il CALORE e la SOLIDARIETA’ di tanti cuori e volti, a me<br />
non noti, che mi hanno offerto amore, cibo, vestiti e tanto affetto.<br />
Grazie Signore perché mi hai mandato questi angeli per ascoltarmi e curarmi, come fecero con te quando<br />
nascesti, soffristi e risorgesti. Grazie Signore perché mi hanno visto come fratello, amico e…come se tu fossi<br />
<strong>in</strong> me. Mi hanno paragonato a Te, ma come mai questo paragone? Sono forse io, povero e sporco, simile a<br />
te? Sì…anch’io sono come Te perché soffro come hai fatto Tu. Sono solo come lo eri Tu. Solo ma…con tanti<br />
angeli che mi vogliono bene e mi amano come hanno fatto con te. Grazie Signore perché con questo segno<br />
concreto di amore e carità mi sento anch’io, di nuovo tuo figlio e fratello e soprattutto cristiano…”<br />
( Laki, povero di Trento)<br />
RESOCONTO DELL’ANNO 2003<br />
€ 900.00 Per i nostri missionari Coccagliesi<br />
€ 525.00 Avvento di Fraternità ( progetto Palest<strong>in</strong>a)<br />
€ 503.00 Emergenza Irak<br />
€ 740.00 Emergenza Algeria<br />
€ 180.00 Quaresima di Fraternità ( Charitas Diocesana)<br />
€ 250.00 Sostegno mensa poveri OFS di Milano<br />
€ 250.00 Sostegno mensa poveri Charitas Brescia<br />
€ 775.00 Giornata del Pane<br />
€ 4.123.00 TOTALE VERSATO PER I POVERI<br />
<strong>Comunità</strong> aperta<br />
Anziché scrivere un articolo sul senso della carità e dell’amore al prossimo abbiamo ritenuto giusto ed opportuno pubblicare questa<br />
preghiera che scaturisce da un cuore semplice ed umile, per r<strong>in</strong>graziare tutti coloro che, nell’anno appena trascorso, ci hanno<br />
sostenuto ed aiutato ad alleviare, <strong>in</strong> parte, il dolore e le prove di chi, al contrario di noi, vive la povertà e la solitud<strong>in</strong>e. Ascoltare la<br />
voce del povero, come ci ha ricordato Laki nelle parole sopra lette, è ascoltare la voce di Cristo poiché servire il povero vuol dire servire<br />
Cristo stesso.<br />
35<br />
Grazie<br />
a nome di tutti i poveri che,<br />
grazie al vostro gesto di amore,<br />
abbiamo potuto aiutare.<br />
Dio vi benedica e ricompensi!
E’ un bresciano, Mons Cesare Mazzolari, il Vescovo<br />
della Diocesi di Rumbek a scriverci:<br />
Il Natale del 2003 ha portato tre doni s<strong>in</strong>golari al<br />
martoriato paese del Sudan; “Comboni Santo - il<br />
primo Card<strong>in</strong>ale Sudanese - la Prospettiva di pace”.<br />
Condividiamo con voi, amici del Sudan, questi doni<br />
che ci rianimano dopo anni di guerra, sofferenze e<br />
<strong>in</strong>cessanti preghiere. Dio è con noi, l’Emmanuele.<br />
Vita missionaria<br />
ESULTIAMO INSIEME AL POPOLO DEL SUDAN<br />
<strong>Comunità</strong> aperta<br />
vi mandiamo dal Sudan: “E sorta l’alba della pace nel<br />
Sudan!” F<strong>in</strong>almente, ci sarà pace <strong>in</strong> terra Sudanese. Gloria a<br />
Dio per la sua bontà!<br />
Dalle trattative di pace. <strong>in</strong> cui anche l’Italia ha giocato un<br />
grosso ruolo, stiamo arrivando al concordato per sei anni di<br />
ricostruzione del paese e di preparazione per un referendum<br />
decisivo per il futuro governo del Sudan.<br />
Lo sentiamo vivamente, la nostra gioia é grande, e Siamo felicissimi e riconoscenti a tutti coloro che ci hanno<br />
diciamo grazie. Ora <strong>in</strong>izia un immenso lavoro di pre- sostenuto <strong>in</strong> questo lungo e triste periodo di guerra (ben<br />
pace e di ricostruzione. Non Lasciateci soli!<br />
vent’anni di distruzione). Ora è tutto da ricostruire dai<br />
Offrite anche voi un dono natalizio per la ricostruzione<br />
del Sudan.<br />
pozzi, ai tetti delle nostre case, dalla salute all’educazione,<br />
dalle strade ai ponti e piste aeree e soprattutto dalla cultura<br />
triste della guerra, alla cultura di pace, perdono e concordia.<br />
Il Il Vescovo di Rumbek di Rumbek pone <strong>in</strong>sieme pone alla <strong>in</strong>sieme gioia un Una<br />
alla<br />
lunga<br />
gioia<br />
e impegnativa<br />
un<br />
riabilitazione<br />
appello<br />
materiale, sociale e<br />
disperato appello disperato “Bisogna “Bisogna rompere il silenzio: il silenzio: fatevi morale. fatevi Non sarà possibile portavoce riabilitarci da di soli nell’isolamento<br />
questa portavoce necessità. di questa necessità. Qui Qui si si muore muore di fame, di e povertà fame, lasciatici di dalla sete, guerra. Abbiamo di bisogno della<br />
malattia, di sete, di malattia, di guerre. di guerre. E nessuno ne parla”. ne parla”. vostra solidarietà. Non lasciateci!<br />
La La Diocesi nel nel sud del sud Sudan del occupa Sudan <strong>in</strong> un territorio occupa Come <strong>in</strong> Gesù. un Maria territorio e Giuseppe hanno di avuto bisogno dei<br />
120000 di 120000 Kmq Kmq popolato da 3800000 abitanti. abitanti. pastori che Nell’ambito avevano sentito l’annuncio della di pace, anche noi nel<br />
Diocesi Nell’ambito operano della Diocesi 33 operano padri, 33 padri, 43 suore 43 suore 7 Sudan fratelli, abbiamo bisogno un del diacono,<br />
vostro aiuto. Siate i buoni pasto-<br />
tra 7 fratelli, questi un diacono, 16 italiani. tra questi 16 italiani. Per essere Per essere più ri, che vic<strong>in</strong>o avendo saputo a dell’arrivo noi nella della pace, manderete i<br />
ESULTIAMO gioia più vic<strong>in</strong>o del a noi Santo nella gioia INSIEME Natale del Santo ha Natale voluto ha AL volutoscrivere<br />
POPOLO vostri doni ai<br />
di<br />
superstiti<br />
suo DEL della<br />
pugno<br />
guerra SUDAN<br />
del<br />
la<br />
Sudan.<br />
scrivere di suo pugno la seguente lettera:<br />
ESULTIAMO INSIEM<br />
Buon Natale!<br />
DIOCESE OF<br />
’ un bresciano, Mons Cesare Mazzolari, il Vescovo della<br />
E’ un Vi bresciano, benedico di cuore Mons Ces<br />
Diocesi RUMBEK di Rumbek a scriverci:<br />
Mons. Cesare Mazzolari Diocesi di R<br />
Vescovo di Rumbek<br />
Il Natale del 2003 ha portato tre doni Il Natale del 2003<br />
s<strong>in</strong>golari Carissimi al martoriato Amici. paese del s<strong>in</strong>golari al ma<br />
DIOCESE Sudan; OF RUMBEK “Comboni Santo - il primo Sudan; “Comboni<br />
“Pace c/o Bethany <strong>in</strong> terra House, P.O.Box agli 21102, uom<strong>in</strong>i Nairobi 00505 di buona volontà!” Questo<br />
Card<strong>in</strong>ale Sudanese e la Prospettiva di Card<strong>in</strong>ale fu Sudanese<br />
l’annuncio degli angeli a Betlemme; questo è il felice<br />
pace”. Condividiam<br />
Natale pace”. 2003 Condividiamo con voi, amici del<br />
pace Sudan, questi do<br />
Carissimi Sudan, nel Amici. Sudan!” questi F<strong>in</strong>almente, doni che ci ci sarà rianimano<br />
pace <strong>in</strong> terra<br />
Sudanese. dopo Gloria anni a Dio di per guerra, la sua bontà! sofferenze e<br />
dopo anni di gu<br />
“Pace <strong>in</strong> terra agli uom<strong>in</strong>i di buona volontà!” Questo fu l’an-<br />
<strong>in</strong>cessanti preghi<br />
<strong>in</strong>cessanti preghiere. Dio è con noi,<br />
nuncio degli angeli a Betlemme; questo è il felice annuncio che<br />
l’Emmanuele.<br />
l’Emmanuele.<br />
36<br />
Lo sentiamo vivamente, la no<br />
ntiamo vivamente, la nostra gioia é grande, e diciamo grazie. Ora <strong>in</strong>izi
In Sudan non ci sono poste, telefoni o altri<br />
servizi di comunicazione. Perciò il Vescovo<br />
Mons. Cesare Mazzolari e tutto il personale<br />
laico e religioso della diocesi di Rumbek può<br />
essere contattato solo tramite la loro base di<br />
Nairoibi, <strong>in</strong> Kenia.<br />
Chi volesse <strong>in</strong>viare direttamente aiuti f<strong>in</strong>anziari<br />
può usare il trasferimento bancario <strong>in</strong><br />
Euro sul conto: Banca CITIBANK, P.O.<br />
Box 30711, Nairobi, Kenia, Switf<br />
CITIKENA <strong>in</strong>testato a:<br />
“D.O.R. Adm<strong>in</strong>istration”, numero<br />
101.966.038.<br />
(N.B. trasferimenti dall’Estero tramite CITI-<br />
BANK London, conto No 8611629.)<br />
Eccoci a voi.<br />
Ben-Tar<br />
E’ usanza ogni <strong>in</strong>izio anno scambiarsi gli<br />
auguri per un proficuo e felice anno nuovo:<br />
è quanto la nostra Associazione rivolge a<br />
quanti operano con essa per rendere la vita<br />
puù vivibile a chi ne ha bisogno.<br />
E’ anche tempo di bilanci, per chiedersi se<br />
quanto è stato fatto è soggetto a correzioni e<br />
a miglioramenti; se sono state rispettate le<br />
Norme statutarie tracciate dai nostri predecessori.<br />
Abbiamo cercato di attuare le f<strong>in</strong>alità di<br />
carattere sociale: quelle socio assistenziali; di<br />
carattere civile: miglioramento della vita; di<br />
tipo culturale: la promozioner di attività<br />
turistiche e sportive.<br />
APC<br />
segue dalla colonna precedente<br />
<strong>Comunità</strong> aperta<br />
ASSOCIAZIONE PENSIONATI<br />
“ANGELO MASSETTI”<br />
CENTRO DIURNO<br />
Con i nostri mezzi abbiamo trasportato i Soci bisognosi di<br />
cure a Rovato, Palazzolo e CHiari, abbiamo consegnato<br />
giornalmente pasti a domicilio, trasportato alla Casa<br />
Albergo per l’Hospital Day quanti ne avevano bisogno,<br />
segbalati dall’Assessore ai Servizi sociali; nei mesi di maggioi<br />
e ottobre abbiamo organizzato viaggi a Trescore<br />
Balneario per cure <strong>in</strong>alatorie.<br />
Per le attività culturali: gite a Lodi e Cremona a maggio; a<br />
settembre il giro del lago di Garda.<br />
Gare di briscola presso il Centro Diurno, a giugno il concerto<br />
del Civico Corpo Bandistico di <strong>Coccaglio</strong> e a dicembre<br />
il concerto dell’Orchestra a Plettro (chitarre e mandol<strong>in</strong>i)<br />
presso il nuovo ristrutturato teatro.<br />
Si ricorda che per le visite ai vari centri di Rovato - Chiari -<br />
Palazzolo basta prenotare presso la segreteria, dalle 9.00<br />
alle 11.30 al n° 030 7703666.<br />
Sento <strong>in</strong>oltre il dovere di r<strong>in</strong>graziare iun modo particolare<br />
i soci Cancelli Davide e M<strong>in</strong>elli Angelo per il lavoro di assistenza<br />
svolto did<strong>in</strong>teressatamente per i soci deceduti.<br />
Purtroppo, un’ombra offusca il loro lavoro ed <strong>in</strong> particolare<br />
quello Socio Cancelli Davide, contro il quale persone<br />
che che non hanno nemmeno il coraggio di qualificarsi,<br />
lanciano accuse e discredito con lettere anonime. Se si<br />
vuole colpire l’Associazione Pensionati per l’assistenza<br />
dis<strong>in</strong>teressata ai familiari dei Soci deceduti, si sappia che il<br />
nostro lavoro senza f<strong>in</strong>i di lucro è apprezzato e <strong>in</strong>vidiato e<br />
che il nostro operato è di una limpidezza cristall<strong>in</strong>a, dimostrabile<br />
a chi lo richiede.<br />
Perché l’Associazione Pensionati possa cont<strong>in</strong>uare a vivere<br />
e prosperare, chiediamo collaboratori per poche ore giornaliere.<br />
Vi aspettiamo.<br />
Ai nostri Soci e ai concittad<strong>in</strong>i i migliori Auguri.<br />
37<br />
DAL MONDO DEL VOLONTARIATO<br />
Il Presidente<br />
Nicolò Gesmundo
<strong>Comunità</strong> aperta - Chiese cristiane<br />
riflessioni <strong>in</strong> marg<strong>in</strong>e all’Ottavario di Preghiera 2004 per l’unità dei Cristiani che si conclude oggi, 25 gennaio<br />
PIETRO: il Primato della Carità<br />
a cura di don Giovanni<br />
Uno dei punti cruciali del dialogo ecumenico, forse<br />
quello <strong>in</strong> apparenza più consistente, è la questione del<br />
papato. F<strong>in</strong> dai primi secoli i cristiani capirono che<br />
con la morte di Pietro non era venuta meno l’esigenza<br />
di un m<strong>in</strong>istero "petr<strong>in</strong>o" (=di Pietro)al servizio<br />
della fede e della comunione, così come non era venuto<br />
meno il bisogno di un m<strong>in</strong>istero apostolico e di<br />
altri m<strong>in</strong>isteri suscitati dallo Spirito nella prima<br />
comunità cristiana di Gerusalemme. La Chiesa appare<br />
storicamente una comunione che necessita di una<br />
sua organizzazione: il vero problema consisterà sempre<br />
nell’<strong>in</strong>dividuare quale forma i diversi carismi e<br />
m<strong>in</strong>isteri suscitati <strong>in</strong> essa dallo Spirito debbano assumere<br />
aff<strong>in</strong>ché la Chiesa rimanga totalmente fedele<br />
alla missione per cui è sorta. L’unico e perenne problema<br />
è la fedeltà al Vangelo da parte delle strutture<br />
di cui essa si dota lungo i secoli!<br />
Nella Chiesa antica, la successione al servizio della<br />
comunione fu da subito riconosciuta al vescovo di<br />
Roma: un servizio da svolgersi nell’obbedienza al primato<br />
della carità, mettendo a frutto i doni del discernimento,<br />
che viene dalla fede, e della saldezza che scaturisce<br />
dal sostegno misericordioso del Signore.<br />
Secondo Ignazio di Antiochia la Chiesa di Roma "presiede<br />
nella carità", e sarà a Roma che ci si rivolgerà per<br />
una parola di conferma nella fede al tempo delle grandi<br />
controversie del IV e del V secolo: sarà cioè nella<br />
comunione con la Chiesa di Roma che le altre comunità<br />
eucaristiche del mondo verificheranno il loro<br />
essere autentica realizzazione della Chiesa universale,<br />
compag<strong>in</strong>ata attorno ai loro vescovi.<br />
Tuttavia, proprio questo dono del m<strong>in</strong>istero petr<strong>in</strong>o<br />
fatto dal Signore alla sua Chiesa è diventato con il<br />
tempo una difficoltà per la maggior parte dei cristiani<br />
non cattolici, e nella Chiesa oggi divisa costituisce<br />
forse il punto più controverso nella ricostruzione del-<br />
38<br />
l’unità visibile. Che fare allora? Ci pare che un’<strong>in</strong>dicazione<br />
fondamentale sia stata data da Giovanni Paolo<br />
II nella sua enciclica Ut unum s<strong>in</strong>t (Che tutti siano<br />
uno): si tratta di prendere atto della differenza esistente<br />
tra il m<strong>in</strong>istero petr<strong>in</strong>o, del<strong>in</strong>eato <strong>in</strong> modo stabile<br />
e normativo nel Nuovo Testamento, e la forma<br />
storica che esso è venuto assumendo nel corso dei<br />
secoli, che nel tempo è mutata e che può - e all’occorrenza,<br />
deve - ancora mutare.<br />
Qui bisogna essere molto chiari: non si tratta di<br />
r<strong>in</strong>unciare a un servizio che l’esperienza apostolica e<br />
quella dei primi secoli ritenne così importante per la<br />
fede dei cristiani e la comunione tra le Chiese.<br />
Nemmeno è vero che i non cattolici negh<strong>in</strong>o unanimemente<br />
qualsiasi funzione o m<strong>in</strong>istero al papato,<br />
anzi, così scriveva quasi trent’anni or sono il teologo<br />
riformato (protestante) Jean -Jacques von Allmen:
"Annientando se stesso per togliere dalla strada dell’ecumenismo<br />
l’ostacolo più grave, il Papa <strong>in</strong> realtà<br />
non abbatterebbe soltanto uno dei pilastri della cultura<br />
e della storia dell’Occidente (cosa da cui il<br />
mondo potrebbe guarire) ma […] rigetterebbe il<br />
pr<strong>in</strong>cipio stesso di un m<strong>in</strong>istero corrispondente a<br />
quello di Pietro nella struttura del collegio apostolico…<br />
Il Papa deve difendere il suo primato come si<br />
difende una vocazione!". Parole significative, tanto<br />
più se si trovano sulla penna di un autore protestante.<br />
È bene dirlo: non si fa nessun servizio al Vangelo<br />
negando l’esistenza del m<strong>in</strong>istero petr<strong>in</strong>o nel Nuovo<br />
Testamento, così come non si è fedeli al mandato<br />
consegnato da Cristo alla sua Chiesa se si tralasciano<br />
elementi essenziali ditale m<strong>in</strong>istero. Alle parole<br />
di von Allmen fanno eco illustri esponenti dell’ortodossia<br />
contemporanea, come il patriarca di<br />
Antiochia Ignazio IV, il metropolita del Libano<br />
George Khodr’ o il vescovo Kallistos di Diokleia<br />
(diocesi dipendente dal patriarcato di<br />
Costant<strong>in</strong>opoli), e molti altri ancora. Sempre più si<br />
avverte la necessità di un m<strong>in</strong>istero primaziale di<br />
unità di fronte alle patologie croniche e secolari<br />
dovute proprio alla mancanza di questo servizio: il<br />
nazionalismo delle Chiese, l’identità particolare<br />
sovente affermata a scapito dell’universalità e della<br />
cattolicità della Chiesa, la tentazione del prov<strong>in</strong>cialismo,<br />
la paralisi nell’esprimersi a una sola voce, la<br />
litigiosità che si protrae senza possibili arbitrati<br />
urgenti né servizi di riconciliazione... Sì, una nostalgia<br />
<strong>in</strong>izia a farsi sentire, una nostalgia di "Roma<br />
altrimenti", come scrive Olivier Clément, grande<br />
teologo ortodosso di l<strong>in</strong>gua francese.<br />
Il problema allora non è, come qualcuno pensa, di<br />
chiedere al papato che non eserciti il suo servizio; si<br />
tratta piuttosto di ripensare il papato e i suoi strumenti<br />
aff<strong>in</strong>ché il servizio alla verità e alla cattolicità<br />
della fede si compia nella carità e nell’autentico<br />
rispetto di un legittimo pluralismo.<br />
Insomma, ci sono cose che appartengono alla<br />
volontà manifestata dal Signore Gesù: tra queste il<br />
fatto che Pietro sia a capo del collegio apostolico; ve<br />
ne sono altre che derivano dalle circostanze storiche:<br />
il fatto che Pietro sia morto a Roma, fa’ <strong>in</strong><br />
<strong>Comunità</strong> aperta - Chiese cristiane<br />
39<br />
modo che il suo successore oltre che il Vescovo di<br />
Roma sia anche il papa della Chiesa Universale; <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e,<br />
vi sono quelle che cambiano col tempo: non è<br />
scritto da nessuna parte, nella Bibbia, che il “governo”<br />
della Chiesa debba essere fortemente centralizzato<br />
com’è attualmente e che, di conseguenza, per<br />
es., debba essere il Papa, vescovo di Roma, a decidere<br />
chi deve essere vescovo a Sydney o a New York: nei<br />
primi secoli le cose non andavano <strong>in</strong> questo modo.<br />
È nota per es., la vicenda di s. Ambrogio che, laico<br />
non ancora battezzato, fu acclamato vescovo dal<br />
popolo di Milano.<br />
Il santo padre apre la la Porta Santa della Basilica di S.Paolo,<br />
Roma, <strong>in</strong>sieme all’allora primate anglicano G. Carey e ad un<br />
metropolita della Chiesa Ortodossa <strong>in</strong> Italia.<br />
Nel già accennato passaggio dell’enciclica su menzionata,<br />
Giovanni Paolo II ha compiuto un passo<br />
enorme, che non è sfuggito ad alcuni dei capi di<br />
altre Chiese: il patriarca Theoctist di Romania<br />
<strong>in</strong>dicò proprio questo passo tra i motivi che resero<br />
possibile il viaggio del Papa <strong>in</strong> quella terra: il primo<br />
Paese a stragrande maggioranza ortodossa visitato<br />
da un Papa. Poi sono venuti gli altri: Georgia,<br />
Bulgaria. A quando la visita del Vescovo di Roma,<br />
Patriarca d’Occidente e Papa della Chiesa universale,<br />
al Patriarca di tutte le Russie? Si tratta di una<br />
questione delicata, sulla quale potremmo tornare <strong>in</strong><br />
un prossimo numero della nostra rivista.<br />
Per la prima parte dell’articolo, Cfr. Enzo Bianchi, su<br />
“Mondo e Missione”, ottobre 2203
Cultura, sport, notizie - Curiosando nello scrigno<br />
Il restauro della tela dell’IMMACOLATA<br />
A pag. 37 del numero di febbraio 2003, Gianluca Pedrali, consueto curatore di questa rubrica, il quale, per l’occasione, cede la<br />
“penna” e la pag<strong>in</strong>a ai due restauratori, concludeva il suo scritto di presentazione della pala <strong>in</strong> argomento facendo notare il “bisogno<br />
urgente di restauro” che essa presentava. Quanto fosse urgente, lo si è potuto constatare ancor meglio una volta che il quadro fu tolto dalla<br />
sua sede e lo si potè osservare più da vic<strong>in</strong>o.<br />
Lo si ev<strong>in</strong>ce ancor di più facendo il confronto tra com’era diventato e com’é tornato ad essere. Da quell’articolo non trascorsero che<br />
pochi mesi e divenne possibile mettere mano all’auspicato <strong>in</strong>tervento. A nome della <strong>Comunità</strong>, che si é vista restituire oltre che una pregevole<br />
immag<strong>in</strong>e di Colei che é cara alla devozione amorosa dei credenti, un importante elemento del suo patrimonio artistico, esprimo il r<strong>in</strong>graziamento<br />
alla nostra locale Sezione ANA - Gruppo Alp<strong>in</strong>i <strong>Coccaglio</strong>, che si è sobbarcato la spesa dell’<strong>in</strong>tervento; con loro, il r<strong>in</strong>graziamento<br />
va ai due esperti resturatori (la signora Mar<strong>in</strong>a Baiguera di Rovato e il nostro concittad<strong>in</strong>o sig. Roberto Fodriga) e alla dott.sa<br />
Renata Casar<strong>in</strong>, della competente Sovr<strong>in</strong>tendenza, che ha seguito con costanza il lavoro dei restauratori e ha espresso numerosi apprezzamenti<br />
per le bellezze artistiche della nostra chiesa.<br />
Poiché tutto quello che avviene <strong>in</strong> chiesa comporta <strong>in</strong>evitabilmente degli impegni <strong>in</strong> più anche per lui, <strong>in</strong> quanto sacrista, non può mancare<br />
un rigraziamento anche a don Francesco. L’<strong>in</strong>tervento si pone nel segno della cont<strong>in</strong>uità con quanto è stato <strong>in</strong>iziato da don Valent<strong>in</strong>o,<br />
sotto il cui parrocchiato ebbe luogo il restauro della tela dei santi Patroni e che aveva fatto i passi necessari per il restauro della notevolissima<br />
pala maggiore; purtroppo l’Ente (non coccagliese) che si era impegnato a provvedere, non tenne fede ai patti. L’opera avviata dal mio<br />
predecessore e cont<strong>in</strong>uata con il restauro di cui qui si parla, cont<strong>in</strong>uerà: rimangono tre tele della navata e la già nom<strong>in</strong>ata pala maggiore;<br />
a questa, abbiamo qualcosa <strong>in</strong> più di un motivo per sperare che nel giro di alcuni anni provveda la Sovr<strong>in</strong>tendenza; per le altre, si aspetta<br />
che qualche amante dell’arte provvisto delle necessarie disponibilità, si faccia avanti.....dG.<br />
L’IMMACOLATA CONCEZIONE CON ARCANGELI<br />
Opera di Giovanni Antonio Zadei , firmata e datata 1758<br />
Antonio Zadei fu un pittore Bresciano istruito dai gesuiti delle Grazie e allievo di Antonio Paglia prima, e di Giuseppe<br />
Marchese detto Sansone poi, passato da Bologna a Verona dove rimase dal Cignaroli s<strong>in</strong>o al 1754, si stabilì def<strong>in</strong>itivamente<br />
a Padenghe sul Garda dove lavorò s<strong>in</strong>o alla sua morte.<br />
DESCRIZIONE:<br />
L’opera è un dip<strong>in</strong>to ad olio su tela (225 x 450 cm)<br />
Al centro della rappresentazione l’immacolata splende di una luce che illum<strong>in</strong>a tutta la scena. Ai piedi della verg<strong>in</strong>e sono<br />
posti i tre Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele; si possono riconoscere da alcuni particolari che ne def<strong>in</strong>iscono l’identità<br />
e la missione div<strong>in</strong>a. L’Arcangelo Michele viene ritratto nell’atto di colpire con la lancia il diavolo, l’Arcangelo<br />
Gabriele, <strong>in</strong>vece, con dolcezza e con il gesto della mano destra <strong>in</strong>vita coloro che guardano la tela ad ammirare<br />
l’Immacolata. In alto, sempre al centro dell’opera vi è rappresentata la figura di Dio Padre accompagnato da un cherub<strong>in</strong>o<br />
che lo sostiene e dalla colomba dello Spirito Santo. Il tutto raccolto <strong>in</strong> uno sfondo di nuvole e architetture.<br />
L’INTERVENTO DI RESTAURO:<br />
La necessità di procedere al restauro della tela dello Zadei era già evidente a molti dei fedeli che , avvic<strong>in</strong>andosi all’opera,<br />
ne coglievano la bellezza offuscata dalle vernici ossidate e si preoccupavano del degrado al quale era ormai giunta. Spesso<br />
l’attenzione di chi conserva e custodisce le opere delle nostre Parrocchie è assente, ma non è questo il caso e, grazie<br />
soprattutto alla generosità del Gruppo Alp<strong>in</strong>i di <strong>Coccaglio</strong> questo restauro è stato possibile.<br />
Le difficoltà <strong>in</strong>contrate durante il restauro sono state affrontate con il prezioso supporto della dott.sa Renata Casar<strong>in</strong> ,<br />
funzionario della Sopr<strong>in</strong>tendenza di Bs-Cr-Mn , che r<strong>in</strong>graziamo per la totale disponibilità, la competenza e la fiducia.<br />
Il restauro , <strong>in</strong>iziato nel mese di settembre ,è stato impegnativo per una serie di problematiche dovute ai precedenti <strong>in</strong>terventi.<br />
La tela era lacerata <strong>in</strong> più punti , molto afflosciata e presentava sulla superficie uno spesso strato di olio di l<strong>in</strong>o<br />
<strong>in</strong>giallito. Numerosi ritocchi erano diffusi su tutta la superficie , tante le cadute dello strato pittorico e i sollevamenti<br />
dello stesso , numerose campiture si presentavano decoese (il manto di S.Michele , il Padre Eterno , le vesti e l’ala di San<br />
Raffaele). Tutta la superficie era ricoperta da piccole macchie traslucide color giallo/bruno. Durante la prima fase dell’<strong>in</strong>tervento<br />
ci si è preoccupati di rimuovere lo strato di olio di l<strong>in</strong>o. La presenza di tale legante poteva <strong>in</strong>fatti compromettere<br />
le fasi successive o penetrare all’<strong>in</strong>terno delle crettature f<strong>in</strong>o a raggiungere la tela. L’olio è stato rimosso con un<br />
40
Cultura, sport, notizie<br />
solvente gelificato ,procedendo con cautela per via della decoesione della policromia. La fase successiva ha riguardato il<br />
supporto: la tela è stata staccata dal telaio , il retro è stato pulito , consolidato e stirato . I lembi stappati sono stati riadesi<br />
di testa e la dove il supporto tessile risultava lacunoso si è provveduto ad eseguite <strong>in</strong>serti modellati , con tela antica<br />
ad identica trama. La grande dimensione (m.225 x 450), il tipo di cedimento del supporto ed i numerosi tagli presenti<br />
nello stesso hanno resa necessaria la foderatura , questo procedimento consiste nel fare aderire al retro della tela una<br />
nuova tela di l<strong>in</strong>o. Tale <strong>in</strong>tervento permette un’adeguata rimessa al telaio ed una buona conservazione della policromia<br />
. Dopo la foderatura la policromia è stata pulita e la tela è stata riportata al telaio orig<strong>in</strong>ale. Nell’ultima fase del<br />
restauro ci siamo occupati della restituzione estetica. Questa fase comprende tutte quelle operazioni che mirano a rendere<br />
l’opera leggibile e a restituire alla stessa l’<strong>in</strong>tegrità perduta.<br />
I restauratori<br />
Mar<strong>in</strong>a Baiguera Roberto Fodriga<br />
A-1 A-2 A-3<br />
A1) Totale prima del restauro, evidente la presenza superficiale di olio che offusca la vista del dip<strong>in</strong>to, alcune lacerazioni e tagli presenti nella parte<br />
<strong>in</strong>feriore a s<strong>in</strong>istra oltre che la presenza di uno strato superficiale di polvere e sporco che ricopre l’<strong>in</strong>tera superficie.<br />
A2) Totale durante il restauro, elim<strong>in</strong>ata la presenza di olio sulla superficie l’opera risulta leggibile, <strong>in</strong> questa immag<strong>in</strong>e si possono notare<br />
anche le stuccature eseguite <strong>in</strong> corrispondenza della perdita di policromia.<br />
A3) Totale a f<strong>in</strong>e restauro, ecco l’opera <strong>in</strong> tutto il suo splendore, i colori riportati alla luce e le lacune chiuse dai ritocchi.<br />
B-1 B-2 B-3<br />
41
D-1 D-2<br />
Cultura, sport, notizie<br />
B1) Particolare, Arcangelo Raffaele, il particolare evidenzia il cattivo stato di conservazione, fastidioso è l’effetto dell’olio sulla superficie che<br />
si è depositato nelle scodellature della crettatura, all’altezza dell’ala sono <strong>in</strong>oltre evidenti tagli e lacerazioni di notevoli dimensioni.<br />
B2) Particolare, Arcangelo Raffaele, il particolare evidenzia la presenza di numerose stuccature e mettendo a confronto la stessa immag<strong>in</strong>e<br />
prima del restauro si può notare come anche i tagli siano stati sistemati e richiusi.<br />
B3) Particolare Arcangelo Raffaele, si può notare come anche le lacerazioni siano state adeguatamente ritoccate per rendere leggibile la figura.<br />
C1) Particolare, volto della Verg<strong>in</strong>e, si possono notare ancora più da vic<strong>in</strong>o la crettature e le scodellature della superficie nonché alcune colature<br />
di olio e, nella parte superiore, anche abrasioni e perdita di colore.<br />
C2) Particolare, volto della Verg<strong>in</strong>e, ancora meglio possiamo vedere come risalt<strong>in</strong>o i colori del dip<strong>in</strong>to dopo l’elim<strong>in</strong>azione dell’olio e del deposito<br />
superficiale di sporco e polvere, anche qui presenza di stuccature.<br />
C3) Particolare, volto della Verg<strong>in</strong>e, nessun elemento di fastidio ora impedisce di ammirare i fantastici colori e i dettagli di questo dip<strong>in</strong>to.<br />
E1-E2) Particolare mano della Verg<strong>in</strong>e, evidenzia ancora una volta l’effetto<br />
che l’olio aveva sulla superficie, variazione totale dei colori, offuscamento<br />
dell’immag<strong>in</strong>e e causa anche di alcune perdite di colore.<br />
C-1 C-2 C-3<br />
42<br />
D1-D2) Particolare Arcangelo Michele, <strong>in</strong> questo particolare di durante<br />
e dopo il restauro si possono vedere le numerose abrasioni e perdite di colore<br />
che caratterizzavano l’<strong>in</strong>tera opera e come con il restauro sia tornato<br />
tutto molto più comprensibile e gradevole alla vista.<br />
E-1 E-2
Per ricordare il caro prof. Stefano Dotti che, <strong>in</strong>sieme al sig. Cesare Esposito, ha <strong>in</strong>iziato la ricerca sulla storia del<br />
nostro paese, si ripropongono i suoi articoli sulle vicende che precedettero, accompagnarono e seguirono la f<strong>in</strong>e del<br />
vecchio campanile e la costruzione del nuovo, scritti con il suo caratteristico stile diretto e piacevolmente didattico<br />
PARTE TERZA<br />
Com’è sorto il nuovo campanile<br />
e....addentellati<br />
Nell’ottobre del 1951 per celebrare convenientemente<br />
la nascita del mago (Luca Marenzio), nel<br />
Municipio, s<strong>in</strong>daco Luigi Mozzato, venne costituito<br />
un comitato organizzatore, con l’immissione nello<br />
stesso di “tecnici” venuti da Brescia.<br />
Lavorò bene quel comitato, come nei desideri del<br />
M<strong>in</strong>istero di Pubblica Istruzione,<br />
della Prov<strong>in</strong>cia e del Comune di<br />
Brescia, s<strong>in</strong>daco Boni <strong>in</strong> testa.<br />
Nel maggio del 1952, si dette <strong>in</strong>izio<br />
alla celebrazione con l’<strong>in</strong>troduzione<br />
, bellissima, del s<strong>in</strong>daco<br />
Boni .<br />
Un ricordo: il riferimento di Boni<br />
al canto dell’usignolo che aveva<br />
fermato Garibaldi alla località<br />
Castell<strong>in</strong>o, quando scendendo da<br />
Cologne nel 1859 aveva trovato<br />
da quelle parti la retroguardia<br />
delle truppe austriache <strong>in</strong> ritirata.<br />
Niente spari per Garibaldi f<strong>in</strong>o a<br />
quando l’usignolo avesse cantato.<br />
Che è poi un episodio vero riferito<br />
a Garibaldi dallo storico.<br />
Qu<strong>in</strong>di concludeva Boni, quella<br />
era stata l’armonia che aveva ispirato<br />
pure Luca Marenzio, ragazzo di <strong>Coccaglio</strong>.<br />
Suvvia, non sempre su tale tono la celebrazione, che<br />
dopo tutto durò parecchio tempo, un mese circa,<br />
ogni sabato e domenica, con tanta gente nella vecchia<br />
Pieve, attenta e silenziosa alle esecuzioni del<br />
Coro FAIT di Milano ed alle illustrazioni dei bravi<br />
professori dei Conservatori di Parma e Milano.<br />
Armonie di qua ed armonie di là, anche se adesso<br />
Cultura, sport, notizie - Note di storia<br />
Cesare Mazzocchi<br />
43<br />
a cura di Natale Partegiani<br />
prosaicamente dovremmo forzare la mano. Perché,<br />
perbacco, non si può parlare di armonie sul troncone<br />
della torre nuova che andava risalendo verso i<br />
suoi c<strong>in</strong>quantasette metri.<br />
Non forziamola e osserviamo solamente a titolo di<br />
cronaca, che alla f<strong>in</strong>e del 1952, il troncone era già<br />
giunto alla cella campanaria da<br />
rivestire <strong>in</strong> marmo e rame sulla<br />
cupola.<br />
Per le campane mancanti e da fondere<br />
<strong>in</strong> numero di otto, quelle dell’armonia<br />
corale delle nostre genti<br />
tanto paventata dai castellani e<br />
vic<strong>in</strong>iori, dovevamo purtroppo<br />
aspettare ancora un poco e, nel<br />
frattempo, accontentarci del disco<br />
delle campane di Desio che, per il<br />
troppo uso, gracchiava spudoratamente<br />
mentre chiamava <strong>in</strong> chiesa<br />
i fedeli.<br />
Ma fu quest’uso forse un’arma<br />
segreta del nostro “terribile”<br />
Parroco, usata al f<strong>in</strong>e di farci proseguire<br />
nell’esborso dei danari?<br />
Forse lo fu, anche perché nel frattempo<br />
ne succedevano di grosse a<br />
<strong>Coccaglio</strong>, a causa dello scontro dei locali due “titani”,<br />
l’uno il Parroco, logicamente, l’altro il sig.<br />
Cesare, ricco possidente.<br />
Adesso faccio pettegolezzo? Suvvia permettetemelo<br />
che alla f<strong>in</strong>e le azioni da ricordare , purché belle e<br />
buone, non nascono sempre dalle tragedie.<br />
Lo scontro orig<strong>in</strong>ò dal fatto che sul vecchio campanone<br />
del vecchio campanile stava scritto che lo stes
so era stato offerto dal padre del sig. Cesare, ricco<br />
mercante di seta. Ragione per cui l’<strong>in</strong>genuo Parroco,<br />
sempre <strong>in</strong> cerca di danari per la fusione delle tre<br />
campane vecchie con le altre c<strong>in</strong>que nuove, credette<br />
fermamente che pure il nuovo campanone dovesse<br />
venire offerto dal sig, Cesare figlio appunto del sig.<br />
Pompeo.<br />
Più che legittima la cosa, però <strong>in</strong>genua perché il<br />
Parroco non aveva voluto considerare la <strong>in</strong>discussa<br />
“sordità pecuniaria” del sig. Cesare, più volte dimostrata.<br />
“Sordità” assoluta, che non riuscì a scalfire <strong>in</strong> nulla<br />
nemmeno un amico mio, a quel tempo molto vic<strong>in</strong>o<br />
al sig. Cesare, <strong>in</strong> trattative segrete dalla casa parrocchiale<br />
a quella di Via Brescia,<br />
Tale che ad un certo punto il Parroco non ne poté<br />
più, anche perché poveretto da mesi reprimeva i<br />
dis<strong>in</strong>ganni, quando saliva sul pulpito,con sforzi perlomeno<br />
eroici.<br />
Così scoppiò sonoramente: “Le campane le avremo<br />
col parere dei ricchi e coi soldi dei poveri!!!”<br />
Poi la frase com<strong>in</strong>ciò a serpeggiare ovunque nel bel<br />
mezzo della nostra gente, anche perché ripetuta ad<br />
ogni omelia.<br />
Ritornavamo nel clima di prima e la faccenda doveva<br />
pure preoccuparci, perché dopo tutto volevamo<br />
bene a quell’<strong>in</strong>dividuo urlante sul pulpito, sempre<br />
nei pressi del collasso cardiaco.<br />
Come però <strong>in</strong> ogni vicenda umana si giunge sempre<br />
al lato f<strong>in</strong>ale, così pure <strong>in</strong> quella dei due campanili,<br />
dove tra l’altro sono necessariamente affluite altre<br />
faccenduole di <strong>Coccaglio</strong>, che è bene ricordare.<br />
Il Parroco, mons. Dossena, ebbe i soldi per comperare<br />
l’<strong>in</strong>tero concerto delle campane, con la vicenda<br />
delle nostre buste aperte ma “volontarie del tutto”,<br />
perché a quell’uomo dovevamo molto, e non solo<br />
per la costruzione del campanile,<br />
e non solo per la sua irruenza<br />
ed aggressività oratorie.<br />
Il sig. Cesare Mazzocchi, collocato<br />
alla gogna morale dall’<strong>in</strong>tera<br />
popolazione (anche l’amico l’abbandonò<br />
per un poco), prese a<br />
meditare su se stesso come era<br />
avvenuto al vecchiaccio di<br />
“Santa Maria degli Angeli”dei<br />
c<strong>in</strong>ematografari americani, vecchio<br />
taccagno, solo ed abbandonato<br />
di fronte alle cose belle che<br />
pur poteva <strong>in</strong>traprendere.<br />
Così, a sue spese, dette subito<br />
Cultura, sport, notizie - Note di storia<br />
<strong>in</strong>izio all’edificazione del monumento <strong>in</strong> Piazza<br />
Luca Marenzio” Cigno d’Italia” poi, con calma, perché<br />
l’operazione gli si doveva rappresentare tropo<br />
grossa, alla concezione ed ideazione della futura sua<br />
opera – la Fondazione Pompeo Mazzocchi – dove<br />
avrebbe collocato l’<strong>in</strong>tero suo patrimonio.<br />
In tal modo i nostri due “rivali”si scaricarono:<br />
Difatti, mentre il sig. Cesare, quasi scusandosi,<br />
andava attorno a dire – “Non ci siamo capiti. Quello<br />
là doveva pur sapere che io non sono un “toto” da<br />
guidare per mano!” .<br />
Il Parroco con la compera e messa <strong>in</strong> opera dell’<strong>in</strong>tero<br />
concerto campanario, per una settimana dall’alba<br />
f<strong>in</strong>o alla sera, ebbe anche lui una trasformazione<br />
psicologica. Tra l’altro e prosaicamente noi castellani<br />
e vic<strong>in</strong>iori ci accorgemmo con gradita sorpresa<br />
che quel coro campanario, collocato ai suoi c<strong>in</strong>quanta<br />
metri d’altezza non ci disturbava affatto.<br />
Comunque quella trasformazione psicologica ci<br />
lasciò esterrefatti. Sul pulpito non avevamo più il<br />
titano delle omelie, il leone ruggente, ma il bravo, il<br />
mite, caritatevole Parroco che segretamente conoscevamo.<br />
E questo f<strong>in</strong>o al 1956, quando morì tanto<br />
povero che ai suoi cari di casa (due vecchiette) non<br />
poté lasciare nemmeno una lira.<br />
Perché era così che segretamente lo avevamo conosciuto<br />
da sempre qui a <strong>Coccaglio</strong>, da quando ci era<br />
venuto da Brescia trentotto anni prima e non solo<br />
durante l’operazione “campanile nuovo”. Così l’avevano<br />
conosciuto <strong>in</strong> modo specifico i poveri del<br />
paese..<br />
Avesse “urlato” pure quell’uomo nei tempi della<br />
magra economica dell’immediato dopoguerra,<br />
Mons. Giac<strong>in</strong>to Tredici, vescovo di Brescia, benedice le nuove campane.<br />
L’<strong>in</strong>augurazione del campanile è avvenuta il 21.6.1953<br />
44
tanto non sarebbe mai riuscito a scalfire nemmeno<br />
nella sua immag<strong>in</strong>e quello che pensavamo di lui.<br />
L’altro titano, quello dell’avarizia di prima e della<br />
generosità di dopo, il sig. Cesare Mazzocchi, morì<br />
alcuni anni dopo, a causa della lunga e travagliata<br />
meditazione sul dest<strong>in</strong>o futuro dei suoi molti soldi.<br />
Qui, senza le f<strong>in</strong>zioni dei c<strong>in</strong>ematografari americani,<br />
decise pertanto di lasciare ogni suo avere (trecentoc<strong>in</strong>quanta<br />
piò di terra e mezzo metro di azioni<br />
<strong>in</strong>dustriali, dal basso <strong>in</strong> alto) all’assistenza dei poveri<br />
di <strong>Coccaglio</strong> e Torbole-Casaglia. Nelle meditazioni<br />
aiutato dalla sua buona consorte, signora Eva.<br />
Cose che sono avvenute a <strong>Coccaglio</strong>, anche se, come<br />
tali possono avere il sapore di favola.<br />
Ma giunto da queste parti coi suoi ricordi, l’amico<br />
già confidente e “trattatore” segreto dei due, dondola<br />
la testa alquanto afflitto:<br />
Cultura, sport, notizie - Note di storia<br />
- Che ha? – ma senti un po’….dice che è afflitto perché<br />
ai tempi di adesso le favole non piacciono più ai<br />
nipot<strong>in</strong>i!<br />
Lo sa di appartenere all’<strong>in</strong>clita e sparuta schiera dei<br />
vecchi brontoloni; ciò non ostante si affligge su rimpianti<br />
di fatti e di personaggi <strong>in</strong>giustamente dimenticati<br />
a <strong>Coccaglio</strong>, classificati per lo più “paternalistici”<br />
nella visione di - una “società moderna” –<br />
dicono i nipot<strong>in</strong>i – da “grandi cose” col d<strong>in</strong>amismo<br />
della socializzazione, <strong>in</strong>tesa come impegno collettivo<br />
con tanto di leggi.<br />
Ma anche la bontà e la generosità silenziose di s<strong>in</strong>goli<br />
<strong>in</strong>dividui dovranno pur trovare il loro giusto<br />
riconoscimento tra il frastuono di tante “leggi sociali”,<br />
se non altro per correggere quel tanto che c’è di<br />
demagogia. (F<strong>in</strong>e)<br />
Prof. Stefano Dotti<br />
I PADRI DEL DESERTO<br />
Chi non rimane affasc<strong>in</strong>ato dalle parole monaco, eremita,<br />
anacoreta, term<strong>in</strong>i che evocano immediatamente<br />
un ambiente desertico, o almeno <strong>in</strong>ospitale,<br />
dove un uomo, <strong>in</strong> assoluta solitud<strong>in</strong>e, cerca la perfezione<br />
spirituale attraverso il distacco dalle cose terrene,<br />
la penitenza e la mortificazione? Ma chi sono<br />
esattamente queste persone e quando nella storia<br />
com<strong>in</strong>ciano ad apparire? Vediamo <strong>in</strong>nanzitutto l’etimologia<br />
: monaco, eremita, anacoreta sono s<strong>in</strong>onimi,<br />
derivano dal greco e vogliono dire la stessa cosa.<br />
Monaco viene da monos che significa solo; eremita<br />
da èremos che significa deserto, solitario; anacoreta<br />
da anachore<strong>in</strong> che significa ritirarsi. Indicano pertanto<br />
colui che si isola dal mondo esteriore e dalla<br />
società umana per dedicarsi a pratiche ascetiche<br />
(povertà, castità, digiuno, mortificazioni varie) e religiose<br />
( preghiera, meditazione, ecc).<br />
Nessuno sa chi sia stato il primo monaco o <strong>in</strong> quale<br />
anno e luogo sia <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciato il monachesimo.<br />
L’idea di appartarsi <strong>in</strong> solitud<strong>in</strong>e e nel sacrificio per<br />
giungere al pieno dom<strong>in</strong>io di sé è certo preesistita al<br />
Il monachesimo orientale<br />
di Graziella Lor<strong>in</strong>i<br />
45<br />
cristianesimo e possiamo dirla connaturata all’uomo.<br />
Anche se si conoscevano già forme di ascetismo<br />
<strong>in</strong>dividuale o comunitario prima del cristianesimo, è<br />
proprio con i seguaci di Gesù che si sviluppa il concetto<br />
di una perfezione da raggiungersi attraverso l’isolamento,<br />
la r<strong>in</strong>uncia e la preghiera, collegandosi,<br />
del resto, ad alcune pag<strong>in</strong>e dello stesso Vangelo. Si<br />
diede il nome di asceti a quelle persone che, f<strong>in</strong> dai<br />
primi anni della Chiesa, applicavano i consigli evangelici,<br />
osservando la castità e vivendo una vita fatta<br />
di cont<strong>in</strong>ue r<strong>in</strong>unce, pur restando tra la gente. Ma è<br />
verso la metà del III secolo, durante le persecuzioni di<br />
Decio e Valeriano, che il movimento degli asceti si fa<br />
più <strong>in</strong>tenso e moltissimi abbandonano le città per<br />
appartarsi nella solitud<strong>in</strong>e. Un caso fra tutti: <strong>in</strong><br />
Egitto il giovane Paolo di Tebe si rifugia <strong>in</strong> un antro<br />
rimanendovi f<strong>in</strong>o alla morte. All’ascetismo succedette<br />
l’anacoretismo, cioè una vita di perfezione lontana<br />
dagli uom<strong>in</strong>i. Il luogo di nascita di questo vasto<br />
movimento è l’Egitto, precisamente l’Alto Egitto,<br />
<strong>in</strong>torno alla città di Tebe: la Tebaide. Non esistevano
egole comuni; ognuno viveva per conto suo, dapprima<br />
<strong>in</strong> una capanna presso un villaggio, più tardi<br />
<strong>in</strong> grotte o antri del deserto, dedicandosi totalmente<br />
alla contemplazione, alla preghiera e alla penitenza.Il<br />
più famoso degli anacoreti è Antonio, figlio di<br />
ricchi cristiani, nato presso Menfi nel 251.<br />
Distribuiti i suoi beni ai poveri, lasciò casa sua e si<br />
rifugiò dapprima <strong>in</strong> una tomba sul fianco di una<br />
montagna, poi <strong>in</strong> un castello abbandonato e successivamente,<br />
siccome troppi lo venivano a<br />
cercare,nella desertica Tebaide. Intorno a lui si raccolsero<br />
sempre più altri eremiti ed egli li guidava<br />
come padre spirituale, come abate, senza dar loro<br />
alcuna regola, ma solo consigli concreti, caso per<br />
caso.<br />
Nell’anacoretismo si possono dist<strong>in</strong>guere due gradi:<br />
alcuni conducevano una vita del tutto solitaria; altri<br />
<strong>in</strong>vece, pur abitando <strong>in</strong> una cella separata, costituivano<br />
una specie di colonia <strong>in</strong>torno ad una chiesa,<br />
nella quale si radunavano per la preghiera <strong>in</strong> comune.<br />
Tale forma di colonia monastica si chiama “<br />
laura”. Un altro egiziano ha impresso al monachesimo<br />
la prima grande svolta: è Pacomio, nato nell’Alta<br />
Tebaide verso il 292. Con lui, dal monachesimo anacoretico<br />
(quello dei solitari) nasce quello cenobitico,<br />
ossia delle comunità ( dal greco ko<strong>in</strong>òbion = vita <strong>in</strong><br />
comune ) A Tabennis, sul Nilo, eresse un monastero<br />
dove i discepoli potevano vivere sotto un solo tetto<br />
con uno stesso superiore. Pur abitando celle separa-<br />
Cultura, sport, notizie - Note di storia<br />
46<br />
te, mangiavano <strong>in</strong>sieme,mettevano <strong>in</strong> comune il<br />
frutto del loro lavoro e osservavano alcune norme di<br />
comportamento, un primo abbozzo di regola. Alla<br />
morte di Pacomio i monasteri di vita comune erano<br />
già nove, con oltre 5000 monaci, più due di donne.<br />
Pacomio era conv<strong>in</strong>to che la vita <strong>in</strong> comune, subord<strong>in</strong>ando<br />
l’<strong>in</strong>dividuo a un gruppo di persone, potesse<br />
impedire abusi e facilitare il progresso spirituale con<br />
la forza dell’esempio e con la pratica dell’aiuto fraterno.<br />
I monaci <strong>in</strong>dossavano una tunica di l<strong>in</strong>o<br />
senza maniche, una pelle di capra e un corto mantello<br />
con un cappuccio. Il loro lavoro consisteva <strong>in</strong><br />
genere nel fabbricare stuoie e ceste con giunchi del<br />
Nilo.<br />
In questo quarto secolo e nel periodo successivo<br />
nascono comunità monastiche un po’ dappertutto:<br />
<strong>in</strong> Palest<strong>in</strong>a, <strong>in</strong> Siria, <strong>in</strong> Mesopotamia, ed anche <strong>in</strong><br />
Italia ( con S.Eusebio) e <strong>in</strong> Francia ( con Mart<strong>in</strong>o di<br />
Tours). Sorsero monasteri ovunque ci fosse memoria<br />
di qualche avvenimento biblico, come il celebre<br />
monastero di S. Cater<strong>in</strong>a, ai piedi del monte S<strong>in</strong>ai e<br />
nei d<strong>in</strong>torni di Betlemme e di Gerusalemme. Più<br />
tardi il cenobitismo orientale cont<strong>in</strong>uò a fiorire, specie<br />
nei grandi monasteri di Costant<strong>in</strong>opoli e nella<br />
grande e complessa organizzazione del monte<br />
Athos, la Santa Montagna della Grecia. Sempre <strong>in</strong><br />
Grecia si trovano i monasteri delle Meteore, così<br />
chiamati perché costruiti quasi nell’aria, su alte<br />
rocce e accessibili un tempo soltanto con scale di<br />
fune.<br />
La Cappadocia (nell’odierna Turchia) fu una terra di<br />
monaci famosa come la Tebaide <strong>in</strong> Egitto. Il monachesimo<br />
vi prese vita nel IV secolo con Eustazio di<br />
Sebaste e, poco dopo, fu regolato e organizzato da<br />
Basilio il Grande, padre e legislatore della vita cenobitica<br />
orientale ( come San Benedetto lo fu per quella<br />
occidentale). Basilio modifica <strong>in</strong> parte gli ord<strong>in</strong>amenti<br />
di Pacomio, creando monasteri con meno<br />
monaci e con un’unica forte autorità, quella del<br />
superiore. Le doti del monaco devono essere, oltre<br />
che la povertà e la castità, il pronto spirito di obbedienza.<br />
Digiuni e penitenze vengono anch’essi regolati,<br />
elim<strong>in</strong>ando eccessi ed esibizionismi; la preghiera<br />
e la meditazione hanno grande posto nella vita<br />
comunitaria, ma ad esse viene obbligatoriamente<br />
associato il lavoro manuale, con preferenza all’agricoltura<br />
e all’arte muraria, attività immediatamente
necessarie alla vita delle comunità. Sulle basi stabilite da san Basilio si svilupperà<br />
successivamente tutto il monachesimo orientale. I suoi precetti,<br />
tradotti <strong>in</strong> lat<strong>in</strong>o, giungeranno anche sotto gli occhi di Benedetto da<br />
Norcia. Nei secoli VII e VIII i monasteri della Cappadocia divennero un<br />
luogo di rifugio di fronte all’avanzata islamica; di questo periodo si conservano<br />
ancora le chiese rupestri e le celle dei monaci.<br />
Tra le forme ascetiche germ<strong>in</strong>ate dalla spiritualità del monachesimo antico,<br />
quella dello stilitismo è certamente una delle più estreme e radicali, al<br />
punto da apparire alla nostra mentalità perf<strong>in</strong>o eccentrica. Il monaco<br />
viveva <strong>in</strong> cima a una colonna, che poteva essere alta dai 10 ai 20metri; <strong>in</strong><br />
realtà la dimora dello stilita, per quanto limitata, occupava qualche metro<br />
quadrato, era circondata da un parapetto e, generalmente, era coperta<br />
almeno <strong>in</strong> parte da un tetto di legno o di canne a mo’ di capanna.<br />
Dall’alto della sua “abitazione” il monaco contribuiva a sedare litigi ed<br />
era largo di consigli per coloro che ricorrevano a lui. Sulla colonna, al<br />
cospetto dei fedeli, lo stilita sacerdote celebrava i div<strong>in</strong>i Misteri, e, se non<br />
era sacerdote, l’eucaristia gli veniva trasmessa attraverso appositi cest<strong>in</strong>i.La<br />
storia ci tramanda alcuni nomi: san Simeone il Vecchio, che per 27<br />
anni praticò questo genere di vita, Simeone il Giovane, che visse 68 anni<br />
sulla colonna ed Alipio, che vi rimase per 67 anni.<br />
Nella Chiesa cristiana antica lo stilitismo fu considerato un movimento<br />
che si collocava al vertice dell’ascesa dell’anima a Dio, anche fisicamente.<br />
In Occidente non attecchì, tra l’altro perché il clima dell’Europa non era<br />
idoneo per quel genere di vita.<br />
Cultura, sport, notizie - Note di storia<br />
47<br />
L’angolo del poeta<br />
Diversi<br />
Noi consideriamo gli stranieri dei diversi.<br />
In fondo anche noi siamo dei diversi per<br />
loro.<br />
Allora...<br />
perché solo noi ci arroghiamo il diritto<br />
di chiamarli diversi?<br />
(Sara M<strong>in</strong>gardi, Daniela Beati, Paola<br />
Piceni)<br />
Voglia di pace<br />
Sei venuto da lontano,<br />
hai aspettato a lungo<br />
di conoscere la nostra terra;<br />
sei stanco e molto<br />
affamato e ti siedi vic<strong>in</strong>o<br />
a uno sconosciuto;<br />
lui non ha paura di te: condivide il cibo<br />
con te per calmare la<br />
tua fame che ti rende<br />
debole, ha pensieri che pensi tu<br />
e questo ti unisce a lui.<br />
Vieni da un paese dove<br />
esiste solo la guerra<br />
e f<strong>in</strong>almente <strong>in</strong> questa terra<br />
hai trovato la pace.<br />
(Samanta Saciri)<br />
La pelle<br />
La pelle<br />
è solo una fissazione,<br />
una sciocca conv<strong>in</strong>zione<br />
perchè per essere amici<br />
si deve guardare nel cuore:<br />
ogni cuore ha un suo onore,<br />
non importa di che colore.<br />
(Sara M<strong>in</strong>gardi, Daniela Beati, Paola<br />
Piceni)
MUSICA<br />
Artista - Elisa<br />
Titolo - Lotus<br />
Etichetta - Sugar<br />
Distribuzione-<br />
Universal<br />
Il nuovo album d’Elisa, Lotus, è un<br />
ritorno a sonorità più naturali, acustiche,<br />
registrato sia con mezzi analogici<br />
e digitali per dare alla musica<br />
maggiore naturalezza e un suono<br />
più puro.<br />
All’<strong>in</strong>terno del disco oltre alla nuova<br />
canzone “Broken”, che ricorda<br />
sonorità già care ad Alanis<br />
Morrissette, cantautrice canadese,<br />
che Elisa sembra stimare moltissimo;<br />
c’è la cover di Hallelujah, brano<br />
di Leonard Cohen, un brano molto<br />
spirituale, che Elisa rifà senza però<br />
aver mai ascoltato nella versione orig<strong>in</strong>ale,<br />
ma dedicandola al compianto<br />
Jeff Buckley già autore a sua volta<br />
di un’emozionante cover. La copert<strong>in</strong>a<br />
del disco da già l’idea delle<br />
<strong>in</strong>tenzioni della cantautrice, il bianco<br />
del fiore di loto esprime la purezza<br />
che vuole trasmettere nel disco<br />
attraverso la musica, sia con i brani<br />
di composizione più recente, sia<br />
andando a ripescare nei suoi primi<br />
brani, come ad esempio “Sleep<strong>in</strong>g <strong>in</strong><br />
your hand” o “Labirynth” completamente<br />
riarrangiati per l’occasione,<br />
spogliati di tutti campionamenti<br />
elettronici, ridotti al m<strong>in</strong>imo le<br />
sovrac<strong>in</strong>cisioni, rappresentano un<br />
scelta matura da parte di Elisa.<br />
Lotus racchiude <strong>in</strong> sedici brani, sedici<br />
perle preziose. Non manca nemmeno<br />
“Luce (tramonti a nord est)”,<br />
brano che l’ha vista v<strong>in</strong>citrice a<br />
S.Remo, troviamo anche la cover di<br />
Mia Mart<strong>in</strong>i “Almeno tu nell’universo”,<br />
brano molto difficile per l’impegno<br />
vocale richiesto, ma che Elisa<br />
<strong>in</strong>terpreta con molta personalità e<br />
buon gusto. Rimanendo <strong>in</strong> tema di<br />
cover troviamo anche Femme<br />
Fatale, canzone dei Velvet<br />
Underground. Chiude il disco “A<br />
Prayer”.<br />
Speciale Mtv – Elisa’s Day<br />
Quando? Il 10 dicembre 2003 Mtv,<br />
emittente televisiva con un target di<br />
riferimento rivolto ai giovani dai<br />
tredici ai ventisei anni (ma non<br />
solo), ci propone uno dei momenti<br />
più belli della stagione televisiva;<br />
quello che è stato chiamato da chi<br />
decide i pal<strong>in</strong>sesti di Mtv: L’Elisa’s<br />
day.<br />
Il momento è magico prima di arrivare<br />
al concerto vero e proprio Elisa<br />
si sottopone ad un’ora d’<strong>in</strong>tervista<br />
col Dj Enrico Silvestr<strong>in</strong>; dove parla<br />
del recente Lotus, di com’è stato realizzato,<br />
dell’emozione provata nel<br />
corso del progetto, dei precedenti<br />
tre album, del futuro immediato e<br />
prossimo. Un tour teatrale che vedrà<br />
la cantante impegnata <strong>in</strong> esibizioni<br />
<strong>in</strong> molte città italiane. La band<br />
ricomposta per realizzare il disco e<br />
tanto altro. F<strong>in</strong>o alle ventuno<br />
momento <strong>in</strong> cui Elisa si congeda da<br />
Silvestr<strong>in</strong> per prepararsi all’evento.<br />
Memorabile, anche dal vivo; accompagnata<br />
dai suoi musicisti Elisa si<br />
conferma un’eccellente cantautrice<br />
ed <strong>in</strong>terprete; un raggio di luce nello<br />
sterile panorama musicale italiano.<br />
48<br />
Cultura, sport, notizie<br />
Pa nèghér,<br />
pulenta e fic sec<br />
– secondo episodio..<br />
AL POST DE BLOC.<br />
Mart<strong>in</strong>o, el ters dei fiöi de<br />
l’Aneta, el ghera mia ulit<br />
mangià la pulenta coi fic séc.<br />
A lü ga piasia mia, alura l’à<br />
mangiada con la marmelada<br />
de ambrognaghe, che el sò<br />
bubà el gh’era catat en grand<br />
quantità en del cioss del siòr<br />
Lio e la Aneta la ghera fat la<br />
marmelada.<br />
La pansa la ghé bruntulaa<br />
amò de la fam, ma dopo i gà<br />
aidàt al sò bubà a tirà fò l’erba<br />
de l’ortaia del siòr Lio, el<br />
ga ciapàt el caratì a ma con<br />
la benèla per ‘nda a tö sö i fic<br />
de asen e de càal per el sò<br />
cióss, ma riàt ale scöle el s’é<br />
fermat a ardà i suldacc de la<br />
Tagliamento che i fàa g<strong>in</strong>astica.<br />
Dedrè dele scöle l’era la<br />
zona dei consegnacc e dele<br />
guardie dei presunèr rusi. I<br />
suldacc consegnàcc e le guardie<br />
i pudia mia müis dei sò<br />
postcc e i mandaa i scècc a<br />
compraga pa e persöt per lur<br />
e pa e murtadela per la mancia<br />
ai scecc.<br />
segue a pag. 49
Proèrbe e storièle dé önâ oltâ…Per ön sorìso dé adéss…<br />
Mart<strong>in</strong>o e Enrico i va sübit, col so<br />
caratì a ma, a éder de spigulà pa e<br />
murtadela ma i sò amici ié de guardia<br />
al Post de Bloc, visì al cimitero, per<br />
controlà le mach<strong>in</strong>e, i camion e i<br />
carècc che pasa.<br />
La fam la va ‘ndoche ghé el pa. I du<br />
scècc i ghe met poc a rià al post de<br />
bloc. Ma chela zurnada lè, la riserva<br />
amò öna bröta sorpresa: i du scècc i<br />
ga apena salüdat i tre suldacc, che da<br />
didrè dei mont ria en picchiada tre<br />
aerei che i mitraglia e i lasa zo doi<br />
bombe per ü. En suldat el tira zo<br />
Enrico dal müradel e Mart<strong>in</strong>o el sè<br />
rifugia a la svelta en den tumbì de<br />
scarico sota el stredù, dopo ìga ciapàt<br />
en balot söl có, che al ga fat vegner sö<br />
öna brignócola grosa isé.<br />
Giü el dis l’Ave Maria, en oter el<br />
Padre Nostro, ergü piö delóntà el recita<br />
el Gesù mio d’amore acceso, en<br />
dela pora che ghè gnìt dopo el bumbardarnént<br />
de la ferovia...<br />
- ‘Ndo sarài chei du scecc?! - e la diussiù<br />
la ciapa a la gola anche l’Aneta.<br />
- Va’ a veder Pierì! - la ghe dis al prim<br />
dei so scècc. – En del vègner el scür el<br />
piò pic<strong>in</strong>ì el ria töt spaentat e spórc.<br />
- ‘Ndo el Mart<strong>in</strong>o? - Ma Enrico el rispont mia perché el ga amò<br />
la pora adoss e la fanga f<strong>in</strong>o ai öcc.<br />
En tra el ciar el scür el ria Pier<strong>in</strong>o con öna schegia en spala de<br />
daga al strasaröl ‘nsema a la feramenta e ale pei de cunecc, e ‘l<br />
dis de i mia truàt Mart<strong>in</strong>o. Tö,cc i va n‘giro a sercal e f<strong>in</strong>alment’el<br />
ria töt sporc po a lü:<br />
- Mama so chè! So mia gnit fò del tumbì perché ghere pora che i<br />
mitragliaes amò!<br />
l I òm i se misüra miga a spane.<br />
l Chi ga del talènt, ‘l’è a pòst ogni momént.<br />
l Ogni boasa la ga ‘1 sò badil che la cata sö.<br />
l Chi fa a sò möt el scampa des agn dè piö.<br />
l Chi gha ‘l cör tener nò ‘l fasé ‘l negùziant.<br />
l Chi ga i i dèncc no ‘l ga ‘l pà, chi ‘l pa nö ’l ga i dencc.<br />
l A la Madóna dé la Seriöla dell’<strong>in</strong>veren sóm föra.<br />
l Quand èl sul èl bat sö la Candeléra garóm ‘na bèla<br />
primaèra.<br />
l Per San Biàse, tré ure squàse.<br />
l Mangià e spetègulà, èl piö tant ‘l’è a cum<strong>in</strong>cià.<br />
l A Taola nò sè parla mai dè mórcc.<br />
l I sólcc del lòt, i va dé tròt.<br />
l L’<strong>in</strong>vidia la cór dré a la furtüna.<br />
l Ghe zent che l’è buna de fa töt, l’è ‘nvece buna de fa<br />
niét.<br />
l Roba che punge, amor che disgiunge.<br />
49<br />
Cultura, sport, notizie<br />
Cont<strong>in</strong>ua…….<br />
(Ben-Tar)
50<br />
Cultura, sport, notizie<br />
www.basketcoccaglio.it
Notizie utili<br />
Cultura, sport, notizie<br />
Numeri telefonici di immediata utilità<br />
Municipio:<br />
. central<strong>in</strong>o<br />
. fax<br />
. Ufficio Vigili<br />
- Agente di servizio<br />
- Emergenze<br />
. Ufficio Anagrafe<br />
. Ufficio Tributi<br />
. Ufficio Ragioneria<br />
. Ufficio Servizi sciali<br />
. Ufficio Segreteria<br />
. Ufficio Tecnico<br />
. Servizi 24/24<br />
COGEME<br />
Scuola Materna<br />
Scuola Elementare<br />
Scuola Media<br />
Radio parrocchiale<br />
030 7725711<br />
030 7721800<br />
030 7725702<br />
335 7250663<br />
335 7637031<br />
030 7725704<br />
030 7725707<br />
030 7725709<br />
030 7725716<br />
030 7725724<br />
030 7725731<br />
335 7637031<br />
800 017446<br />
030 7721562<br />
030 723730<br />
030 7721190<br />
030 2731444<br />
Ferrovie<br />
Poste Italiane<br />
Farmacia<br />
Guardia medica<br />
Pronto soccorso Chiari<br />
Soccorso pubblico di<br />
emergenza<br />
Soccorso stradale<br />
Guardia di F<strong>in</strong>anza<br />
Carab<strong>in</strong>ieri<br />
Pronto <strong>in</strong>tervento<br />
Vigili del Fuoco<br />
Emergenza sanitaria<br />
Telefono Azzurro<br />
Guardia Farmaceutica<br />
Ufficio Invalidi<br />
Prenotazioni ambulatoriali<br />
030 7703004<br />
030 7721318<br />
030 7701217<br />
030 77191<br />
030 711170<br />
116<br />
117<br />
113<br />
112<br />
115<br />
118<br />
19696<br />
800 297002<br />
030 7007025<br />
199145505<br />
Dopo la Giornata per il Dialogo Ebraico - Cristiano, la Giornata della Memoria.<br />
Dal calendario delle <strong>in</strong>iziative curato dal nostro Assessorato alla Cultura per questo peirodo, estrapoliamo le Manifestazioni per la<br />
Giornata della Memoria, che avranno luogo nel ritrovato auditorium "S. Giovanni Battista".<br />
Domenica 25 Gennaio 2004 ore 16<br />
Concerto della Memoria - Traiettorie Sonore Ensemble<br />
Programma<br />
NICOLA PIOVANI, temi da "La vita Ë bella"<br />
JOHNN WILLIAMS, "Three pieces from Sch<strong>in</strong>dler's list"<br />
OLIVIER MESSIAEN, brani dal "Quatuor pour la f<strong>in</strong> du Temps"<br />
SERGEJ PROKOFIEFF, Ouverture su temi ebraici<br />
Nicola ZUCCALA' - clar<strong>in</strong>etto, Raffaello NEGRI - viol<strong>in</strong>o, Luca MORETTI - viol<strong>in</strong>o, Roberto MAZZONI - viola, Andrea SCAC-<br />
CHI - violoncello, Marcello PAROLINI - pianoforte<br />
Il "Traiettorie Sonore Ensemble"è formazione costituita da giovani strumentisti altamente qualificati, che svolgono<br />
<strong>in</strong>tensa attività concertistica sia come solisti che nelle maggiori orchestre italiane.<br />
Nato con la volontà di diffondere il repertorio cameristico del Novecento, il gruppo <strong>in</strong>trattiene stretto il rapporto con<br />
il patrimonio storico del Ventesimo secolo, con attenzione cont<strong>in</strong>ua agli autori contemporaeni. Molte le prime esecuzioni<br />
affidate all'Ensemble, per i nomi di autori quali Luca Belcastro, Sonia Bo, Massimo Botter, Mauro Castellano,<br />
Martedì 27 Gennaio 2004 ore 20,30<br />
Proiezione del film "Il pianista" di Roman Polanski - Palma d'oro al Festival di Cannes<br />
Martedì 3 Febbraio 2004 ore 20,30<br />
Conferenza: Lo sterm<strong>in</strong>io degli ebrei attraverso i filmati nazisti<br />
Relatore Marcello Pezzetti<br />
51
Offerte per le opere parrocchiali --- 17 novembre 2003 – 18 gennaio 2004<br />
Prima Dom. di dicembre € 760,00<br />
NN. da G. per la Parrocchia € 150,00<br />
NN. € 120,00<br />
NN. € 20,00<br />
NN. € 50,00<br />
In occasione della bened.d. casa € 100,00<br />
NN. € 20,00<br />
In memoria del caro Antonio € 200,00<br />
Per la prossima ristr. dell’Oratorio € 00,00<br />
In occasione del matrimonio € 200,00<br />
NN. € 20,00<br />
In occasione del matrimonio € 100,00<br />
In occasione del Battesimo € 25,00<br />
In occasione del Battesimo € 50,00<br />
NN. € 50,00<br />
NN. € 20,00<br />
NN. € 30,00<br />
Dalla Banca Pop.di Sondrio € 150,00<br />
NN. € 50,00<br />
NN. € 50,00<br />
NN. per l’Oratorio € 50,00<br />
NN. € 100,00<br />
NN. € 50,00<br />
NN. € 50,00<br />
NN. € 50,00<br />
NN. € 30,00<br />
NN. € 20,00<br />
NN. € 10,00<br />
NN. € 10,00<br />
NN. € 40,00<br />
NN. € 10,00<br />
NN. € 50,00<br />
NN. € 20,00<br />
NN. vari € 30,00<br />
NN. € 70,00<br />
NN. € 200,00<br />
NN. € 20,00<br />
NN. € 50,00<br />
NN. € 40,00<br />
NN. € 50,00<br />
NN. € 20,00<br />
Una coppia di sposi € 100,00<br />
Una coppia di sposi € 150,00<br />
NN. € 30,00<br />
NN. € 100,00<br />
NN. € 40,00<br />
NN. € 20,00<br />
Per l’Oratorio € 50,00<br />
NN. € 50,00<br />
NN. € 10,00<br />
NN. € 10,00<br />
NN. € 100,00<br />
Una coppia di sposi € 100,00<br />
NN. € 50,00<br />
NN. € 10,00<br />
NN. € 10,00<br />
NN. € 50,00<br />
52<br />
NN € 10,00<br />
NN € 50,00<br />
NN € 10,00<br />
NN € 10,00<br />
NN € 10,00<br />
NN € 5,00<br />
NN € 5,00<br />
NN € 20,00<br />
NN € 10,00<br />
Una coppia di sposi € 50,00<br />
Una coppia di sposi € 50,00<br />
Una coppia di sposi € 50,00<br />
Una coppia di sposi € 50,00<br />
Una coppia di sposi € 50,00<br />
Una coppia di sposi € 20,00<br />
Una coppia di sposi € 30,00<br />
Una coppia di sposi € 40,00<br />
Una coppia di sposi € 50,00<br />
Una coppia di sposi € 40,00<br />
Una coppia di sposi € 50,00<br />
Una coppia di sposi € 50,00<br />
Una coppia di sposi € 50,00<br />
Una coppia di sposi € 25,00<br />
Una coppia di sposi € 20,00<br />
Una coppia di sposi € 10,00<br />
Una coppia di sposi € 20,00<br />
NN. € 250,00<br />
NN. € 50,00<br />
NN. € 20,00<br />
Prima Dom. di gennaio € 843,00<br />
NN. € 8,00<br />
NN. € 40,00<br />
NN. € 50,00<br />
NN. € 50,00<br />
NN. € 100,00<br />
Da Fed. (2a el.) per l’Oratorio € 50,00<br />
NN. € 50,00<br />
Dall’Ass. AVIS, per l’Oratorio € 1.000,00<br />
NN. € 20,00<br />
NN. € 25,00<br />
In occasione del Battesimo € 50,00<br />
In occasione del Battesimo € 100,00<br />
In occas. del bened. della casa € 10,00<br />
NN. € 500,00<br />
Per l’Oratorio € 500,00<br />
In occasione del Battesimo € 50,00<br />
In occasione del Battesimo € 100,00<br />
Per l’Oratorio € 300,00<br />
Offerte all’Oratorio<br />
AVIS (giu. 03) € 400,00<br />
Ass. Pens. “A. Massetti” € 400,00<br />
NB: le offerte versate <strong>in</strong> occasione dei funerali curati<br />
dall’Associazione dei Pensionati vengono conteggiate nel<br />
bilancio ord<strong>in</strong>ario<br />
GRAFICAESSEBICOCCAGLIO