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Comunità in cammino - Coccaglio

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Periodico della <strong>Comunità</strong> Parrocchiale di <strong>Coccaglio</strong> - Anno 2004, n° 1/7


La vecchia Pieve<br />

periodico<br />

della <strong>Comunità</strong> parrocchiale<br />

di <strong>Coccaglio</strong><br />

Gennaio 2004 - n. 1/7<br />

Copert<strong>in</strong>a e logo di Ugo Capretti<br />

Sommario<br />

Senza figli non c’è .... Vescovi Italiani pag. 3<br />

La Parola del parroco don Giovanni pag. 5<br />

Messaggio per la G.mond.d.Pace Giovanni Paolo II pag. 6<br />

La Parola per noi A. Massetti pag. 8<br />

Novo millennio <strong>in</strong>eunte don Giovanni pag. 10<br />

Invito alla preghiera don Giovanni pag. 12<br />

In camm<strong>in</strong>o con... don Giovanni pag. 14<br />

Credere e vivere A. Cors<strong>in</strong>i pag. 16<br />

Anagrafe parrocchiale pag. 19<br />

Calendario liturgico - pastor. pag. 21<br />

Proposte per la Quaresima pag. 25<br />

L’Iniziazione Cristiana... don Oscar pag. 26<br />

La cel. della Memoria d. Batt. Catechisti di 2a el. pag. 27<br />

La tua vita è un dono St. Pedal<strong>in</strong>o pag. 28<br />

Chi sono i Testimoni di Geova? don Francesco pag. 30<br />

A proposito della Legge ... a cura di E. De Angeli pag. 32<br />

Essere Capi Scout Co.Ca. Scout pag. 34<br />

Charitas parrocchiale G. Pedrali pag. 35<br />

Esultiamo <strong>in</strong>sieme al Popolo... Ben-Tar pag. 36<br />

Pietro, il primato della carità Redazione pag. 38<br />

Il restauro della tela .... M. Baiguera-R. Fodriga pag. 40<br />

Com’è sorto il nuovo camp. N. Partegiani - St. Dotti pag. 43<br />

I Padri del deserto G. Lor<strong>in</strong>i pag. 45<br />

L’angolo del poeta a cura di G. Lor<strong>in</strong>i pag. 47<br />

Musica Cristian pag. 48<br />

Proèrbe e storiele de öna olta... Guer<strong>in</strong>i - Benerecetti pag. 49<br />

Notizie utili Guer<strong>in</strong>i - Benerecetti pag. 51<br />

Manif. per la Giorn. d. Memoria C. Donghi pag. 51<br />

Offerte per le opere parrocchiali pag. 52<br />

2<br />

Gruppo di redazione:<br />

don Giovanni Gritti, don Oscar Ziliani,<br />

Stefano Pedal<strong>in</strong>o, Andrea Bighetti<br />

Gianluca Pedrali, Anna Massetti<br />

Il prossimo numero uscirà il 21 marzo.<br />

I collaboratori della “Vecchia Pieve” sono<br />

<strong>in</strong>vitati a recapitare i loro scritti, sia su<br />

dischetto che stampati <strong>in</strong> corpo 12 su<br />

supporto cartaceo, entro il 3 dello stesso<br />

mese. Non rispondiamo della mancata<br />

pubblicazione degli articoli che perverranno<br />

oltre tale data. La Redazione non è<br />

tenuta a dare giustificazione degli articoli<br />

che ritiene opportuno non pubblicare.<br />

La riunione del gruppo di redazione avrà<br />

luogo <strong>in</strong> giorno e ora da concordare.<br />

Recapito articoli:<br />

1) p.za Luca Marenzio, 22F (casa canonica)<br />

2) Via Tonelli, 20 (Focolare)<br />

PARROCCHIA<br />

“S. MARIA NASCENTE”<br />

<strong>Coccaglio</strong><br />

Orario delle sante Messe:<br />

FESTIVO FERIALE<br />

ore 18,30 (prefestiva)<br />

ore 7,00 ore 7,00<br />

ore 9,00 ore 8,30<br />

ore 10,00<br />

ore 11,00<br />

ore 16,30 (Casa Alb.) ore 16,30<br />

ore 18,00<br />

RADIO PARROCCHIALE 91.85 MHZ<br />

POTETE SEGUIRE TUTTE LE SANTE MESSE E LE ALTRE<br />

FUNZIONI, IN PARTICOLARE IL ROSARIO ALLE ORE<br />

8.00 E LA FUNZIONE ALLE 15.00, LA DOMENICA<br />

Numeri utili (premettere sempre 030)<br />

Casa canonica (abit. don Giovanni) 7721248<br />

Segreteria Oratorio “Il Focolare” 723575<br />

Abitazione don Oscar 7721039<br />

Abitazione don Titta 7700340<br />

Abitazione don L<strong>in</strong>o 7704848<br />

Diacono don Francesco 723392<br />

NB: da qualche settimana la residenza di don<br />

Titta é <strong>in</strong> via Monauni, nella piazzetta di fronte<br />

al Centro Diurno omonimo


Senza figli non c’è futuro<br />

Senza figli non c’è futuro. Se i figli sono pochi, <strong>in</strong> una società di adulti e anziani, il futuro<br />

svanisce. A chi consegniamo ciò che siamo, ciò che a loro volta ci hanno consegnato i<br />

nostri genitori? È vero anche il contrario: senza futuro non ci sono figli. Quando l’orizzonte<br />

si fa <strong>in</strong>certo o rischioso, si avverte sempre meno il desiderio di donare la vita, il coraggio<br />

di generare dei figli.<br />

Alla “crisi delle nascite, al decl<strong>in</strong>o demografico e all’<strong>in</strong>vecchiamento della popolazione” si<br />

riferiva anche il Santo Padre nel suo discorso al Parlamento italiano del 14 novembre<br />

2002, <strong>in</strong>vitando “a un impegno responsabile e convergente, per favorire una netta <strong>in</strong>versione<br />

di tendenza”. Per riuscirci, occorre aver presenti le cause della crisi, che sono più<br />

d’una e di varia natura. Il Papa parlava di “problemi umani, sociali ed economici”, assieme.<br />

È un problema l’uomo. Siamo sempre più concentrati su noi stessi, preoccupati della<br />

nostra realizzazione personale. Ciò non è negativo; lo diventa se degenera nell’unico<br />

obiettivo che divora tutto il resto. Un gigantesco “io” stritola un fragile “noi”. Perché allora<br />

lottare per tenere <strong>in</strong>sieme la propria famiglia? Perché partecipare alla vita amm<strong>in</strong>istrativa<br />

e politica per rendere migliore la propria città e il proprio Paese? Una soggettività<br />

esagerata non concede spazio a nessuno, certo non a un figlio, a meno che non<br />

serva anch’egli a gratificare l’io.<br />

È un problema la società. Viviamo nella “modernità liquida”, <strong>in</strong> cui nulla dev’essere solido,<br />

duraturo, permanente, per sempre. I valori di ieri erano la stabilità e la fedeltà. Oggi<br />

sono il movimento e il cambiamento. Si dice che bisogna essere flessibili, senza un terreno<br />

su cui mettere radici; che solo il presente è un valore; non lo sono né il passato né il<br />

futuro. Il tempo si riduce così a una sequenza di attimi presenti, senza un prima né un<br />

dopo. Se questo è il contesto culturale, i figli non possono rientrare nel progetto della<br />

modernità. I figli <strong>in</strong>fatti sono per sempre, richiedono una famiglia solida per poter crescere,<br />

genitori che diano loro amore per tutta la vita, stabilmente. I figli, <strong>in</strong>oltre, catalizzano<br />

energie che <strong>in</strong>vece – viene suggerito - è bene dedicare alla carriera, al successo, al potere.<br />

I figli dunque non appartengono all’orizzonte di questa modernità, di questa cultura.<br />

Sono un problema anche le risorse economiche. Non si possono monetizzare i figli, ma<br />

è evidente che costano molto e l’organizzazione della nostra società li fa costare sempre<br />

di più. È la cruda realtà con cui devono misurarsi i genitori, i quali possono contare su<br />

aiuti economici e sgravi fiscali, che però non <strong>in</strong>cidono ancora <strong>in</strong> modo determ<strong>in</strong>ante nella<br />

soluzione dei problemi quotidiani e che comunque restano distanti dai livelli di altri paesi<br />

europei. Un contributo una tantum alle coppie che generano un figlio è senz’altro una<br />

forma di <strong>in</strong>coraggiamento, ma non risolve tutti questi problemi se poi il contesto rimane<br />

immutato; se cioè il part-time, soluzione ideale per molte madri con figli piccoli, è spesso<br />

una chimera; se gli asili nido sono ampiamente <strong>in</strong>sufficienti; se le donne che dedicano<br />

alcuni anni della loro vita – quelli <strong>in</strong> genere più proficui per la carriera – ai figli, quando rientrano<br />

nella loro azienda, vengono considerate professionalmente superate e non abbastanza<br />

amanti del lavoro; se un padre che sceglie il congedo è fatto oggetto d’ironia, più<br />

che d’ammirazione; se una giovane coppia vede svanire nell’affitto di un bilocale, <strong>in</strong>adatto<br />

a famiglie con tanti figli, metà del proprio reddito.<br />

3<br />

Editoriale


Senza figli non c’è futuro. Ma anche senza genitori non c’è futuro. Un’<strong>in</strong>tera cultura<br />

dom<strong>in</strong>ante ha scordato il valore della paternità e della maternità, anche spirituali. Mancano<br />

i figli e mancano i genitori. Ma mancano anche gli educatori e i maestri. Parlando dei figli<br />

che mancano nel nostro Paese non dobbiamo dimenticare i figli che – numerosi – un futuro<br />

l’avrebbero se non se lo vedessero rubato dalla denutrizione, dalla malattia, dalla<br />

guerra; per non dire di quelli che un futuro non lo potranno mai avere perché viene loro<br />

radicalmente sottratto dalla persistente pratica dell’aborto.<br />

Occorre qu<strong>in</strong>di lavorare su più fronti.<br />

Sulla famiglia, per v<strong>in</strong>cere la tenaglia dell’egoismo che sp<strong>in</strong>ge a considerare la generosità,<br />

la comunione e la fraternità i vizi dei perdenti, quando <strong>in</strong>vece la storia dice che alla lunga<br />

sono le virtù dei v<strong>in</strong>centi.<br />

Sulla società, sul mercato del lavoro, nel dibattito culturale a partire dai mass-media, per<br />

proporre immag<strong>in</strong>i positive di genitori uniti, responsabili e felici.<br />

Sulla politica, perché consideri davvero la famiglia quello che è: il primo nucleo della<br />

società italiana, e attorno alla famiglia costruisca un progetto di Italia futura, <strong>in</strong>vestendo<br />

con conv<strong>in</strong>zione sui figli, nostro futuro.<br />

Per affrontare questi impegni non mancano le risorse di tanti uom<strong>in</strong>i e donne che credono<br />

nella vita. Credono anche quando le condizioni di disabilità lasciano <strong>in</strong>travedere un futuro<br />

difficile e lottano per renderlo il migliore possibile. Testimoni ad un tempo di amore alla vita<br />

e di speranza per il futuro.<br />

Benedica e avvalori questi <strong>in</strong>tendimenti il Dio della vita.<br />

Roma, 1 novembre 2003<br />

il CONSIGLIO PERMANENTE<br />

dei VESCOVI ITALIANI<br />

<strong>in</strong> occasione della XXVI “Giornata per la vita” (1° febbraio 2004 )<br />

4<br />

Editoriale


Carissimi,<br />

a tutti voi, pace e bene.<br />

Conclusa da poco la solenne celebrazione del tempo natalizio,<br />

già ci troviamo a volgere il pensiero alla prossima<br />

Quaresima: tra un mese esatto – questo numero del bollett<strong>in</strong>o<br />

esce il 25 gennaio - sarà il Mercoledì delle Ceneri.<br />

Propongo queste brevi riflessioni anche tenendo conto della<br />

Giornata per la Vita del I febbraio prossimo (v. pagg. 3-4)<br />

Abbiamo contemplato il Figlio di Dio fatto uomo <strong>in</strong><br />

mezzo a noi. La presenza del Signore, accolta nella<br />

fede, rende sempre attuale quell’evento: Egli è con noi, è<br />

l’Emmanuele; questa consapevolezza getta un raggio di<br />

luce sui nostri giorni, spesso <strong>in</strong>quieti, ma lo può fare <strong>in</strong><br />

misura proporzionale all’<strong>in</strong>tensità con cui ciascuno aderisce<br />

a Lui, anche se non si tratta di fare equazioni come <strong>in</strong><br />

matematica.<br />

La celebrazione degli eventi che fondano la nostra fede<br />

costituisce così, oltre che motivo di festa, un cont<strong>in</strong>uo appello<br />

alla conversione. L’<strong>in</strong>vito a “<strong>in</strong>vertire la rotta” e a tornare<br />

a Lui, a cambiare mentalità e vita è sempre presente e<br />

sempre risuonerà f<strong>in</strong>ché saremo <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o su questa<br />

nostra terra. La Quaresima è “segno sacramentale della<br />

nostra conversione”, dice <strong>in</strong> qualche punto il Messale: <strong>in</strong><br />

parole semplici, vuol dire che la Quaresima, con il più<br />

<strong>in</strong>tenso impegno penitenziale a cui ci chiama, rende più evidente<br />

una realtà che costantemente accompagna, o dovrebbe<br />

accompagnare, la vita del credente: siamo sempre <strong>in</strong><br />

camm<strong>in</strong>o di conversione.<br />

L<br />

’Epifania ci ha offerto l’occasione di rendere grazie per<br />

il dono della fede, che ci mette nella possibilità di dare<br />

un senso al nostro vivere quotidiano. I nostri figli hanno<br />

tanto, se non proprio tutto, quasi: a loro non facciamo<br />

mancare nulla. Ma spesso essi si scoprono impreparati di<br />

fronte al dono e al compito della vita, che non è affatto così<br />

facile come noi cerchiamo di renderla loro; spesso, pieni di<br />

tutto, si ritrovano vuoti “dentro”, <strong>in</strong>capaci di dare un senso<br />

al vivere: mancano loro alcune cose essenziali perché possano<br />

essere <strong>in</strong> grado di farlo; tra queste, lo spirito di sacrificio<br />

e una fede autenticamente testimoniata dagli adulti come<br />

realtà fondamentale e non marg<strong>in</strong>ale. Il nuovo Camm<strong>in</strong>o<br />

di Iniziazione Cristiana programmato dalla nostra Diocesi<br />

e del quale <strong>in</strong> questo numero <strong>in</strong>izia la presentazione, vuole<br />

essere un <strong>in</strong>vito agli adulti a prendere maggiormente sul<br />

serio il loro ruolo di educatori anche della fede.<br />

Ai fratelli e alle sorelle di <strong>Coccaglio</strong><br />

5<br />

Editoriale<br />

La Quaresima che ci sta davanti, ancora una volta fa<br />

risuonare per noi l’appello di Gesù alla conversione,<br />

aff<strong>in</strong>ché il nostro seguire Lui sia più vero: sia il camm<strong>in</strong>o di<br />

persone che nel Battesimo, sosp<strong>in</strong>te dallo Spirito, hanno <strong>in</strong>iziato<br />

un camm<strong>in</strong>o di risurrezione. La preghiera più <strong>in</strong>tensa,<br />

l’ascolto più attento della Parola, l’impegno penitenziale,<br />

almeno quello m<strong>in</strong>imo <strong>in</strong>dicato anche nel Calendario<br />

Liturgico (v. pagg. 21-24 ), una maggiore disponibilità alla<br />

condivisione con chi è povero, potranno aiutarci a fare<br />

qualche passo <strong>in</strong> avanti nell’amore per Dio e per il nostro<br />

prossimo.<br />

Si tratta di pratiche che dovrebbero imprimersi costantemente<br />

nelle nostre abitud<strong>in</strong>i, per formare uno stile di<br />

vita: per es., un modo di gestire il nostro benessere che ci sottragga<br />

all’orgia consumistica di moda, che fa male al<br />

nostro corpo, al nostro spirito, all’ambiente, all’umanità.<br />

In tanti diciamo che causa di tanti mali odierni è il benessere;<br />

ma <strong>in</strong> quanti siamo disposti ad accontentarci di una<br />

vita un poco più sobria? Anche questo riguarda il tema<br />

della vita: si grida all’<strong>in</strong>giustizia per il miliardo e mezzo di<br />

persone che nel mondo fanno la fame, senza contare i malnutriti<br />

che sono ancora di più, o la mancanza di accesso<br />

all’acqua potabile di tanti, troppi esseri umani, o alle medic<strong>in</strong>e<br />

vitali; ci preoccupiamo del fatto che il pianeta sta<br />

diventando una <strong>in</strong>vivibile pattumiera.<br />

Proprio noi, però, siamo parte di quel 20% di umanità che<br />

consuma l’80% delle risorse, acqua compresa, che produce<br />

una quantità di rifiuti tale da fare del loro smaltimento un<br />

problema gravissimo e via dicendo. Si tratta di problemi<br />

veri sempre, non solo <strong>in</strong> Quaresima. Una fede autentica<br />

non può non volgere lo sguardo all’umanità dolente e<br />

m<strong>in</strong>acciata e alla creazione che Dio le ha affidato.<br />

La Quaresima che ci sta davanti è quella che precede<br />

la Missione parrocchiale del prossimo ottobre: saremo<br />

<strong>in</strong>vitati all’ascolto della Parola, all’<strong>in</strong>contro con i fratelli,<br />

a rimettere <strong>in</strong> moto la nostra vita di credenti; sarà<br />

occasione specialissima di conversione e di stimolo ad una<br />

vita cristiana più <strong>in</strong>tensa. Vivendo con impegno il tempo<br />

santo dei Quaranta Giorni possiamo dare avvio anticipato<br />

al camm<strong>in</strong>o che i Padri missionari ci proporranno, <strong>in</strong> modo<br />

che la grazia del Signore non ci sia data <strong>in</strong>vano.<br />

Buona Quaresima e buon camm<strong>in</strong>o di conversione a tutti.<br />

don Giovanni


Una concreta <strong>in</strong>iziativa<br />

1. Il primo mio Messaggio per la<br />

Giornata Mondiale della Pace, all’<strong>in</strong>izio<br />

del Gennaio del 1979, era centrato sul<br />

motto: " Per giungere alla pace, educare<br />

alla pace ".<br />

Quel Messaggio di Capodanno si <strong>in</strong>seriva<br />

nel solco tracciato dal Papa Paolo VI, di v.<br />

m., il quale aveva voluto per il 1º Gennaio<br />

di ogni anno la celebrazione di una<br />

Giornata Mondiale di preghiere per la<br />

Pace. […]<br />

Facendo mio il voto espresso dal venerato<br />

Predecessore sulla Cattedra di Pietro,<br />

ogni anno ho voluto cont<strong>in</strong>uare la nobile<br />

tradizione […] Nei ventic<strong>in</strong>que anni di<br />

Pontificato, che il Signore mi ha f<strong>in</strong>ora<br />

concesso, non ho cessato di levare la mia<br />

voce, di fronte alla Chiesa ed al mondo,<br />

per <strong>in</strong>vitare i credenti, come tutte le persone<br />

di buona volontà, a far propria la<br />

causa della pace. […]<br />

La scienza della pace<br />

2. Gli undici Messaggi rivolti al mondo<br />

dal Papa Paolo VI hanno progressivamente<br />

tracciato le coord<strong>in</strong>ate del camm<strong>in</strong>o<br />

da compiere per raggiungere l’ideale<br />

della pace. Poco a poco, il grande<br />

Pontefice è venuto illustrando i vari capitoli<br />

di una vera e propria " scienza della<br />

pace ". […] Di fronte al dramma<br />

delle guerre che, all’<strong>in</strong>izio del Terzo<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto - Documenti<br />

Il MESSAGGIO del PAPA per la celebrazione della<br />

GIORNATA MONDIALE DELLA PACE<br />

1° GENNAIO 2004<br />

UN IMPEGNO SEMPRE ATTUALE:<br />

EDUCARE ALLA PACE<br />

A voi mi rivolgo, Capi delle Nazioni, che avete il dovere di promuovere la pace!<br />

A voi, Giuristi […] A voi, Educatori della gioventù, che <strong>in</strong> ogni cont<strong>in</strong>ente <strong>in</strong>stancabilmente lavorate per formare le<br />

coscienze nel camm<strong>in</strong>o della comprensione e del dialogo!<br />

Ed anche a voi mi rivolgo, uom<strong>in</strong>i e donne che siete tentati di ricorrere all’<strong>in</strong>accettabile strumento del terrorismo,<br />

compromettendo così alla radice la causa per la quale combattete!<br />

Ascoltate tutti l’umile appello del successore di Pietro che grida: Oggi ancora, all’<strong>in</strong>izio del nuovo anno 2004, la pace<br />

resta possibile. E se possibile, la pace è anche doverosa!<br />

Millennio, ancora <strong>in</strong>sangu<strong>in</strong>ano le contrade<br />

del mondo, soprattutto <strong>in</strong> Medio<br />

Oriente, quegli scritti, <strong>in</strong> certi loro passaggi,<br />

assurgono al valore di moniti profetici.<br />

Il sillabario della pace<br />

3. Da parte mia, [….] all’alba di ogni<br />

nuovo anno, ho richiamato le persone di<br />

buona volontà a riflettere sui vari aspetti<br />

di una ord<strong>in</strong>ata convivenza, alla luce<br />

della ragione e della fede.<br />

È nata così una s<strong>in</strong>tesi di dottr<strong>in</strong>a sulla<br />

pace, che è quasi un sillabario su questo<br />

fondamentale argomento: un sillabario<br />

semplice da comprendere per chi ha l’animo<br />

ben disposto, ma al tempo stesso<br />

estremamente esigente per ogni persona<br />

sensibile alle sorti della umanità.<br />

I vari aspetti del prisma della pace sono<br />

stati ormai abbondantemente illustrati.<br />

Ora non rimane che operare, aff<strong>in</strong>ché l’ideale<br />

della pacifica convivenza, con le sue<br />

precise esigenze, entri nella coscienza<br />

degli <strong>in</strong>dividui e dei popoli. Noi cristiani,<br />

l’impegno di educare noi stessi e gli altri<br />

alla pace lo sentiamo come appartenente<br />

al genio stesso della nostra religione. Per<br />

il cristiano, <strong>in</strong>fatti, proclamare la pace è<br />

annunziare Cristo che è " la nostra pace "<br />

(Ef. 2, 14), è annunziare il suo Vangelo,<br />

che è " Vangelo della pace " (Ef. 6,15), è<br />

chiamare tutti alla beatitud<strong>in</strong>e di essere "<br />

6<br />

artefici di pace " (cfr Mt 5,9).<br />

L'educazione alla pace<br />

4. Nel Messaggio per la Giornata<br />

Mondiale della Pace del 1º Gennaio 1979<br />

lanciavo già quest’appello: " Per giungere<br />

alla pace, educare alla pace ". Ciò è oggi<br />

più urgente che mai, perché gli uom<strong>in</strong>i,<br />

di fronte alle tragedie che cont<strong>in</strong>uano ad<br />

affliggere l’umanità, sono tentati di cedere<br />

al fatalismo, quasi che la pace sia un<br />

ideale irraggiungibile.<br />

La Chiesa, <strong>in</strong>vece, ha sempre <strong>in</strong>segnato ed<br />

<strong>in</strong>segna ancor oggi un assioma molto<br />

semplice: la pace è possibile. Anzi, la<br />

Chiesa non si stanca di ripetere: la pace è<br />

doverosa. Essa va costruita sui quattro<br />

pilastri <strong>in</strong>dicati dal beato Giovanni<br />

XXIII nell’Enciclica Pacem <strong>in</strong> terris, e cioè<br />

sulla verità, la giustizia, l’amore e la<br />

libertà. Un dovere, qu<strong>in</strong>di, s’impone a<br />

tutti gli amanti della pace, ed è quello di<br />

educare le nuove generazioni a questi<br />

ideali, per preparare un’era migliore per<br />

l’<strong>in</strong>tera umanità.<br />

L’educazione alla legalità<br />

5. In questo compito di educare alla pace,<br />

s’<strong>in</strong>serisce con particolare urgenza la<br />

necessità di guidare gli <strong>in</strong>dividui ed i<br />

popoli a rispettare l’ord<strong>in</strong>e <strong>in</strong>ternazionale<br />

e ad osservare gli impegni assunti dalle<br />

Autorità, che legittimamente li rappre-


sentano. […]<br />

F<strong>in</strong> dagli albori della civiltà i raggruppamenti<br />

umani che venivano formandosi<br />

ebbero cura di stabilire tra loro <strong>in</strong>tese e<br />

patti che evitassero l’arbitrario uso della<br />

forza e consentissero il tentativo di una<br />

soluzione pacifica delle controversie via<br />

via <strong>in</strong>sorgenti. […] Si costituì così progressivamente<br />

un altro complesso di<br />

norme, che fu qualificato col nome di jus<br />

gentium (diritto delle genti). Col passare<br />

del tempo, esso venne estendendosi e precisandosi<br />

alla luce delle vicende storiche<br />

dei vari popoli. […]<br />

Centrale fra tutti questi pr<strong>in</strong>cipi è sicuramente<br />

quello secondo cui pacta sunt servanda:<br />

gli accordi liberamente sottoscritti<br />

devono essere onorati. È questo il card<strong>in</strong>e<br />

ed il presupposto <strong>in</strong>derogabile di ogni<br />

rapporto fra parti contraenti responsabili.<br />

La sua violazione non può che avviare<br />

una situazione di illegalità e di conseguenti<br />

attriti […]Questa regola è fondamentale,<br />

soprattutto nei momenti <strong>in</strong> cui<br />

si avverte la tentazione di fare appello al<br />

diritto della forza piuttosto che alla forza<br />

del diritto. Uno di questi momenti fu<br />

senza dubbio il dramma che l’umanità<br />

sperimentò durante la seconda guerra<br />

mondiale: una vorag<strong>in</strong>e di violenza, di<br />

distruzione e di morte quale mai s’era<br />

conosciuta prima d’allora.<br />

L’osservanza del diritto<br />

6. Quella guerra...condusse ad un profondo<br />

r<strong>in</strong>novamento dell’ord<strong>in</strong>amento giuridico<br />

<strong>in</strong>ternazionale. […]A vegliare sulla<br />

pace e sulla sicurezza globali, […] i<br />

Governi chiamarono, appositamente<br />

costituita, l’Organizzazione delle<br />

Nazioni Unite. […]<br />

Nei decenni successivi, tuttavia, la divisione<br />

della comunità <strong>in</strong>ternazionale <strong>in</strong><br />

blocchi contrapposti, la guerra fredda <strong>in</strong><br />

una parte del globo terrestre, i violenti<br />

conflitti scoppiati <strong>in</strong> altre regioni, il fenomeno<br />

del terrorismo, hanno prodotto un<br />

crescente scostamento dalle previsioni e<br />

dalle aspettative dell’immediato dopoguerra.<br />

Un nuovo ord<strong>in</strong>amento <strong>in</strong>ternazionale<br />

7. È doveroso tuttavia riconoscere che<br />

l’Organizzazione delle Nazioni Unite,<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto - Documenti<br />

pur con limiti e ritardi dovuti <strong>in</strong> gran<br />

parte alle <strong>in</strong>adempienze dei suoi membri,<br />

ha contribuito notevolmente a promuovere<br />

il rispetto della dignità umana, la<br />

libertà dei popoli e l'esigenza dello sviluppo,<br />

preparando il terreno culturale e<br />

istituzionale su cui costruire la pace.<br />

L’azione dei Governi nazionali trarrà un<br />

forte <strong>in</strong>coraggiamento dal constatare che<br />

gli ideali delle Nazioni Unite sono largamente<br />

diffusi, <strong>in</strong> particolare mediante i<br />

concreti gesti di solidarietà e di pace delle<br />

tante persone che operano anche nelle<br />

Organizzazioni Non Governative e nei<br />

Movimenti per i diritti dell’uomo.[…]<br />

La piaga funesta del terrorismo<br />

8. […] La piaga del terrorismo è diventata<br />

<strong>in</strong> questi anni più virulenta e ha prodotto<br />

massacri efferati, che hanno reso sempre<br />

più irta di ostacoli la via del dialogo e<br />

del negoziato, esacerbando gli animi e<br />

aggravando i problemi, particolarmente<br />

nel Medio Oriente.<br />

Tuttavia, per essere v<strong>in</strong>cente, la lotta contro<br />

il terrorismo non può esaurirsi soltanto<br />

<strong>in</strong> operazioni repressive e punitive.<br />

È essenziale che il pur necessario ricorso<br />

alla forza sia accompagnato da una coraggiosa<br />

e lucida analisi delle motivazioni soggiacenti<br />

agli attacchi terroristici. Allo stesso<br />

tempo, l’impegno contro il terrorismo<br />

deve esprimersi anche sul piano politico e<br />

pedagogico: da un lato, rimuovendo le<br />

cause che stanno all’orig<strong>in</strong>e di situazioni di<br />

<strong>in</strong>giustizia, dalle quali scaturiscono sovente le<br />

sp<strong>in</strong>te agli atti più disperati e sangu<strong>in</strong>osi; dall’altro,<br />

<strong>in</strong>sistendo su un’educazione ispirata<br />

al rispetto per la vita umana <strong>in</strong> ogni<br />

circostanza: l’unità del genere umano è<br />

<strong>in</strong>fatti una realtà più forte delle divisioni<br />

cont<strong>in</strong>genti che separano uom<strong>in</strong>i e popoli.<br />

[...]<br />

Il contributo della Chiesa<br />

9. " Beati gli operatori di pace, perché<br />

saranno chiamati figli di Dio " (Mt. 5, 9).<br />

Come potrebbe questa parola, che <strong>in</strong>vita<br />

a operare nell'immenso campo della<br />

pace, trovare così <strong>in</strong>tense risonanze nel<br />

cuore umano, se non corrispondesse ad<br />

un anelito e ad una speranza che vivono<br />

<strong>in</strong> noi <strong>in</strong>distruttibili? E per quale altro<br />

motivo gli operatori di pace saranno<br />

chiamati figli di Dio, se non perché Egli<br />

7<br />

per sua natura è il Dio della pace? Proprio<br />

per questo, nell’annuncio di salvezza che<br />

la Chiesa diffonde nel mondo, vi sono<br />

elementi dottr<strong>in</strong>ali di fondamentale<br />

importanza per l’elaborazione dei pr<strong>in</strong>cipi<br />

necessari ad una pacifica convivenza<br />

tra le Nazioni. […]<br />

Rilevante è stato, nel corso dei secoli, il<br />

contributo dottr<strong>in</strong>ale offerto dalla<br />

Chiesa, mediante la riflessione filosofica<br />

e teologica di numerosi pensatori cristiani[…]<br />

. In particolare, nella storia contemporanea<br />

i Papi non hanno esitato a sottol<strong>in</strong>eare<br />

l’importanza del diritto <strong>in</strong>ternazionale<br />

quale garanzia di pace[…] Su tale<br />

via è impegnata, mediante gli strumenti<br />

che le sono propri, la Chiesa, alla luce<br />

perenne del Vangelo e con l’ausilio <strong>in</strong>dispensabile<br />

della preghiera.<br />

La civiltà dell’amore<br />

[…] Per l’<strong>in</strong>staurazione della vera pace nel<br />

mondo, la giustizia deve trovare il suo<br />

completamento nella carità. […] Non si<br />

arriverà al term<strong>in</strong>e del camm<strong>in</strong>o, se la<br />

giustizia non sarà <strong>in</strong>tegrata dall'amore.<br />

Giustizia e amore appaiono, a volte,<br />

come forze antagoniste. In verità, non<br />

sono che le due facce di una medesima<br />

realtà, due dimensioni dell’esistenza<br />

umana che devono vicendevolmente<br />

completarsi. È l’esperienza storica a confermarlo.<br />

Essa mostra come la giustizia<br />

non riesca spesso a liberarsi dal rancore,<br />

dall’odio e perf<strong>in</strong>o dalla crudeltà. Da<br />

sola, la giustizia non basta. […] Non c’è<br />

pace senza perdono! Lo ripeto anche <strong>in</strong><br />

questa circostanza, avendo davanti agli<br />

occhi, <strong>in</strong> particolare, la crisi che cont<strong>in</strong>ua<br />

ad imperversare <strong>in</strong> Palest<strong>in</strong>a e <strong>in</strong> Medio<br />

Oriente […]<br />

Il cristiano sa che l’amore è il motivo per<br />

cui Dio entra <strong>in</strong> rapporto con l’uomo. Ed<br />

è ancora l’amore che Egli s’attende come<br />

risposta dall’uomo. L’amore è perciò la<br />

forma più alta e più nobile di rapporto<br />

degli esseri umani anche tra loro. […]<br />

"Omnia v<strong>in</strong>cit amor " (l’amore v<strong>in</strong>ce tutto).<br />

Sì, cari Fratelli e Sorelle di ogni parte del<br />

mondo, alla f<strong>in</strong>e l’amore v<strong>in</strong>cerà!<br />

Ciascuno si impegni ad affrettare questa<br />

vittoria. È ad essa che, <strong>in</strong> fondo, anela il<br />

cuore di tutti.


La<br />

Parola<br />

Fermatevi e saprete che io sono Dio (SaI 46, 11)<br />

Parola<br />

per<br />

di Anna Massetti<br />

Le meditazioni della Parola dei prossimi mesi sono tratte da un corso di esercizi spirituali<br />

noi<br />

dettati dal Card<strong>in</strong>ale Carlo Maria Mart<strong>in</strong>i per la città e la Diocesi di Milano. È un camm<strong>in</strong>o,<br />

attraverso il brano di Gv 21,1-19, diviso <strong>in</strong> c<strong>in</strong>que tappe, che <strong>in</strong>vita a far prendere<br />

coscienza di chi siamo, come comunità. Questo esercizio di ascolto, di meditazione e di<br />

contemplazione per poi passare all'azione, può essere un contributo <strong>in</strong> preparazione alla grazia<br />

della missione parrocchiale del prossimo ottobre. La missione è il passaggio, tra le nostre strade e nelle nostre case, di<br />

Cristo che, mentre ci chiede di essere accolto e riconosciuto, ci dona di riscoprire la gioia della fede e dell'essere comunità<br />

Gesù si manifestò<br />

E"Dopo questi fatti, Gesù si manifestò di<br />

nuovo ai discepoli sul mare di Tiberiade.<br />

E si manifestò così: si trovavano <strong>in</strong>sieme<br />

Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo,<br />

Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di<br />

Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro<br />

Simon Pietro: ‘Io vado a pescare’. Gli dissero:<br />

‘Veniamo anche noi con te’. Allora<br />

uscirono e salirono sulla barca; ma <strong>in</strong><br />

quella notte non presero nulla"<br />

(Gv 21, 1-3).<br />

"Per meditare bisogna imparare a<br />

dividere le parole secondo un certo<br />

ord<strong>in</strong>e, per vedere che cosa ci viene<br />

detto. A me sembra che nei primi tre<br />

versetti siano presentate tre realtà,<br />

più una quarta. Vi <strong>in</strong>vito a riflettere<br />

successivamente su questi quattro<br />

momenti.<br />

Che cosa fa Gesù?<br />

L'evangelista, riassumendo tutto il<br />

senso del capitolo, ci dice che: "Gesù<br />

si manifestò di nuovo ai discepoli sul<br />

mare". Notiamo <strong>in</strong>nanzitutto il<br />

verbo si manifestò. È un verbo che gli<br />

altri evangelisti non usano mai per<br />

parlare delle apparizioni del Risorto,<br />

ad eccezione di quella f<strong>in</strong>ale di Marco<br />

(Mc 16,8) E Giovanni lo usa certamente<br />

perché vuole dire qualche<br />

cosa. Nel suo vangelo ricordiamo, <strong>in</strong><br />

particolare, due importanti ricorrenze<br />

dello stesso verbo. La prima è nell’episodio<br />

delle nozze di Cana, là<br />

dove, dopo che Gesù ha mutato l’ac-<br />

qua <strong>in</strong> v<strong>in</strong>o, l’evangelista conclude:<br />

"Così Gesù... manifestò la sua gloria"<br />

(Gv 2, 11). Un’altra volta, questo<br />

verbo è messo <strong>in</strong> bocca a Gesù quando,<br />

nel discorso dell’ultima cena,<br />

dice: "Padre, ho manifestato il tuo<br />

nome agli uom<strong>in</strong>i" (Gv 17, 6). Questo<br />

'manifestare' vuol dire rendere visibile<br />

il mistero di Dio, rendere visibile<br />

ciò che non si vede ma che è la radice,<br />

la sostanza di ciò che si vede. Gesù si<br />

manifestò non vuole allora dire soltanto,<br />

<strong>in</strong> maniera banale, che si fece<br />

vedere, ma che si fece conoscere, si<br />

fece capire, si rivelò come amico,<br />

Salvatore, Signore risorto, come<br />

verità dell’uomo, come colui che è il<br />

desiderato.<br />

Ecco che cosa vuol dire: Gesù si manifestò.<br />

Manifestò la sua gloria, la sua<br />

potenza, la sua verità. E noi che<br />

siamo molto tristi e molto oscuri<br />

abbiamo tanto bisogno di questa<br />

manifestazione di Gesù: la stessa<br />

nostra Chiesa è molto triste e molto<br />

oscura se non è cont<strong>in</strong>uamente illum<strong>in</strong>ata<br />

dalla manifestazione di Gesù.<br />

Si manifestò di nuovo vuole dire<br />

ancora una volta, nuovamente, e questo<br />

ci dà coraggio. Quel ‘di nuovo’<br />

<strong>in</strong>dica che quei poveri apostoli, e<br />

anche noi povera Chiesa, poveri<br />

uom<strong>in</strong>i abbiamo bisogno di manifestazioni<br />

successive di Gesù, altrimenti<br />

facciamo come gli apostoli che, pur<br />

avendolo già visto, ad un certo punto,<br />

sorpresi forse dai bisogni quotidiani,<br />

concreti, dicono: chissà poi se sarà<br />

8<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />

noi meditare sulla<br />

Sacra Scrittura<br />

stato vero, chissà che cosa ha significato...<br />

Il ‘di nuovo’ mostra che Gesù capisce<br />

la nostra necessità e qu<strong>in</strong>di desidera<br />

manifestarsi di nuovo e vuole manifestarsi,<br />

a ciascuno di noi e a noi come<br />

comunità, come Chiesa.<br />

Si manifestò di nuovo ai discepoli.<br />

Non si manifesta <strong>in</strong> mezzo alle strade,<br />

nelle piazze, nel frastuono, bensì<br />

ai discepoli, a coloro cioè che, bene o<br />

male, vogliono essergli vic<strong>in</strong>i. I discepoli<br />

sono l’<strong>in</strong>izio della Chiesa e perciò<br />

Gesù si manifesta alla sua Chiesa.<br />

Si manifestò di nuovo ai discepoli sul<br />

mare. Parola magica ed evocativa per<br />

il popolo di Israele. Il mare ricorda il<br />

passaggio del Mar Rosso dove Dio si<br />

era manifestato; il mare ricorda agli<br />

apostoli le tempeste del lago di<br />

Tiberiade dove Gesù si era manifestato;<br />

il mare è simbolo di tutte quelle<br />

cose m<strong>in</strong>acciose, <strong>in</strong>fide, dove l’uomo<br />

teme proprio perché affonda, annaspa.<br />

Ed è là che Gesù si manifesta.<br />

Noi che viviamo spesso <strong>in</strong> situazioni<br />

e momenti nei quali ci sembra davvero<br />

di affondare, di annaspare, abbiamo<br />

urgenza che Gesù ci si manifesti<br />

come amico, verità, giustizia, luce; e<br />

abbiamo bisogno di chiedergli di<br />

manifestarsi a noi come Chiesa.<br />

E si manifestò così. Notate la bellezza<br />

di questa parola. Il ‘così’ sembra una<br />

risposta alla nostra domanda:<br />

Signore, come ti manifesti a noi? E la<br />

Parola di Dio risponde: ‘così’, aff<strong>in</strong>-


ché noi, attraverso la meditazione del<br />

brano, possiamo cogliere quali sono<br />

state le modalità storiche della sua<br />

manifestazione e, applicandole ai<br />

nostro tempo, possiamo vedere le<br />

modalità spirituali, culturali, ecclesiali<br />

della manifestazione di Gesù<br />

oggi.<br />

Cercando dunque di meditare personalmente<br />

su questa prima frase: Gesù<br />

si manifestò di nuovo ai discepoli sul<br />

mare… così, lasciamoci guidare dallo<br />

Spirito per comprendere come si<br />

possa tradurre, oggi, quel ‘così’.<br />

La figura di Pietro<br />

La seconda figura che emerge è<br />

Pietro, che è <strong>in</strong>dicato con i due nomi:<br />

Simone, il nome tradizionale, di<br />

famiglia; Pietro, il nome nuovo. Viene<br />

sottol<strong>in</strong>eata la sua storia di natura e<br />

quella di grazia.<br />

Pietro è al centro di questo racconto.<br />

È dunque importante domandarci<br />

qui chi è Pietro di cui si parla e chi è<br />

Pietro di cui oggi questo testo parla.<br />

La prima risposta è semplice: Pietro è<br />

Simone figlio di Giovanni, è Cefa, la<br />

pietra della Chiesa, il pastore a cui<br />

Cristo affiderà il gregge.<br />

La seconda risposta è più complessa:<br />

<strong>in</strong>nanzitutto Pietro è, per noi oggi, il<br />

Papa. Pietro è anche la pietra delle<br />

Chiese locali particolari, nelle quali si<br />

realizza la Chiesa universale: Pietro è<br />

qu<strong>in</strong>di il Vescovo, il pastore della<br />

Chiesa particolare.<br />

C’è un terzo significato della parola<br />

Pietro. Come vedremo, Pietro è qui<br />

profondamente umano: di lui non si<br />

rilevano le virtù o le glorie, ma l’umanità<br />

e la fragilità. Nella figura di<br />

Simon Pietro, di Cefa c’è qu<strong>in</strong>di l’uomo<br />

con le sue debolezze, i suoi slanci,<br />

le sue paure. Pietro rappresenta l’umanità<br />

di fronte a Cristo e ciascuno<br />

di noi può leggere <strong>in</strong> Pietro se stesso,<br />

la propria umanità con le sue fatiche<br />

e le sue grandezze, con il suo bisogno<br />

di Cristo, di gridare verso di lui, con il<br />

suo non saper vedere Gesù.<br />

Pietro, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, è una Chiesa fatta di<br />

uom<strong>in</strong>i, sta per tutta la Chiesa. Non è<br />

soltanto se stesso ma simboleggia<br />

l’<strong>in</strong>tera Chiesa, quella universale e<br />

ogni Chiesa particolare <strong>in</strong> quanto<br />

fatta di uom<strong>in</strong>i e donne che cercano<br />

Cristo, non sanno trovarlo, si slanciano<br />

verso di lui, si spaventano, si rattristano<br />

e poi sono, di nuovo, da lui<br />

cercati.<br />

Queste sono allora le dimensioni<br />

della figura di Pietro: il Papa, il<br />

Vescovo, l’uomo e l’umanità, la<br />

Chiesa e questa nostra Chiesa. Anche<br />

noi partecipiamo all’avventura di<br />

Pietro e <strong>in</strong> lui ci sentiamo specchiati.<br />

I sei discepoli<br />

La terza realtà sono gli altri sei che<br />

vengono menzionati. È abbastanza<br />

raro che i vangeli facciano un elenco<br />

così specifico di persone presenti ad<br />

un episodio: "Tommaso detto<br />

Dìdimo, Natanaèle di Cana di<br />

Galilea, i figli di Zebedèo e altri due<br />

discepoli". Eccetto i due che non sappiamo<br />

chi siano, gli altri li conosciamo<br />

bene.<br />

Tommaso detto Dìdimo è la figura<br />

dell’uomo ardente, quello che nel<br />

momento <strong>in</strong> cui fu annunciata la<br />

malattia di Lazzaro e gli altri discepoli<br />

si opponevano a Gesù che voleva<br />

andare a Gerusalemme, disse:<br />

"Andiamo anche noi e moriamo con<br />

lui" (Gv 11, 16). Tommaso è poi quello<br />

che resiste, che non vuole credere,<br />

non vuole accettare che gli altri<br />

hanno visto il Risorto: è qu<strong>in</strong>di un<br />

uomo duro, diffidente, testardo.<br />

Natanaèle è l’uomo semplice, a cui le<br />

cose vanno facilmente bene, l’uomo<br />

che, dopo le prime titubanze, accetta<br />

con semplicità la manifestazione del<br />

Messia. I figli di Zebedèo, Giacomo e<br />

Giovanni, sono due collerici, due persone<br />

difficili, di cui il vangelo ci fa<br />

vedere gli slanci e <strong>in</strong>sieme ci fa cogliere<br />

le ire.<br />

Che cosa vuol dire, dunque, questa<br />

enumerazione di caratteri diversi?<br />

9<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />

Vuol dire che nella Chiesa ci siamo<br />

tutti: c’è chi è collerico, chi è più<br />

testardo, chi è più pronto, più semplice<br />

di animo, c’è chi addirittura è<br />

difficile da def<strong>in</strong>ire… E tutti partecipiamo<br />

alla manifestazione di Gesù,<br />

nessuno escluso.<br />

Tra di noi ci sarà chi si sente simile a<br />

Simon Pietro, chi a Tommaso, chi a<br />

Natanaèle, chi a Giacomo, chi a<br />

Giovanni, chi ai due difficili da def<strong>in</strong>ire:<br />

tutti però, nom<strong>in</strong>atamente,<br />

siamo chiamati a vivere questa manifestazione<br />

di Gesù. E ciascuno deve<br />

dire: ci sono anch’io!<br />

Anzi, l’espressione che meglio specifica<br />

la partecipazione di tutti, la troviamo<br />

subito dopo, là dove Pietro dice<br />

che va a pescare e i sei gli dissero:<br />

"Veniamo anche noi con te"<br />

La notte<br />

La quarta realtà è la notte: una notte<br />

molto dura, <strong>in</strong> cui sembra di non<br />

prendere nulla. Io però vi dico: Non<br />

abbiate paura della notte, la ‘notte’ è<br />

preludio della grande apparizione<br />

mattut<strong>in</strong>a di Gesù, della manifestazione<br />

di Cristo, Buon Pastore.<br />

"Signore, <strong>in</strong>segnaci a meditare queste<br />

parole, a masticarle lentamente, a<br />

rum<strong>in</strong>arle, perché la tua forza e la<br />

forza del tuo Spirito si manifest<strong>in</strong>o<br />

attraverso di esse. Fa’ che cogliamo il<br />

mistero della tua manifestazione.<br />

Noi abbiamo bisogno di una tua<br />

manifestazione ed è quella che <strong>in</strong>vochiamo:<br />

O Gesù, manifestati a noi!<br />

Manifestati a noi come amico, come<br />

fratello, come verità, pace, giustizia!".


di don Giovanni<br />

EUCARISTIA E RICONCILIAZIONE,<br />

alimento della vita cristiana<br />

Per ottenere il dono dell’<strong>in</strong>dulgenza giubilare, tra le<br />

condizioni richieste e tra queste la volontà seria di<br />

rompere con il peccato, cioè di convertirsi v’era l’accostarsi<br />

al sacramento della Riconciliazione e<br />

all’Eucaristia.<br />

Confessarsi e ricevere il perdono che il Signore ci offre<br />

attraverso il suo m<strong>in</strong>istro dev’essere espressione della<br />

volontà di cambiare vita e, qu<strong>in</strong>di, della nostra costante<br />

tensione al bene: il compimento della volontà del<br />

Signore nell’ord<strong>in</strong>arietà della vita quotidiana; <strong>in</strong> altre<br />

parole, manifesta il nostro essere <strong>in</strong>camm<strong>in</strong>ati sulla<br />

via della santità, alla quale tutti siamo chiamati (NMI<br />

30-31; v. “La vecchia Pieve” di maggio 2003, pagg. 9-<br />

10).<br />

Nell’Eucaristia, lo Spirito santo ci unisce a Gesù<br />

Cristo morto e risorto, vivente.<br />

Da un lato il Sacramento del Corpo e Sangue del<br />

Signore è div<strong>in</strong>a energia per realizzare i nostri buoni<br />

propositi, poiché senza il Signore non possiamo fare<br />

nulla (Gv. 15, 5; NMI 38); dall’altro, il riceverlo <strong>in</strong> noi<br />

esprime la nostra volontà di aderire a Lui con tutto il<br />

nostro essere e la nostra vita.<br />

Nel documento firmato la matt<strong>in</strong>a dell’Epifania del<br />

2001, davanti al Popolo di Dio raccolto <strong>in</strong> piazza S.<br />

Pietro, dopo aver concluso def<strong>in</strong>itivamente il Giubileo<br />

con la chiusura della Porta santa della Basilica vaticana,<br />

il papa ha consegnato alla Chiesa il documento che<br />

traccia le l<strong>in</strong>ee di azione che tutti, nella Chiesa,<br />

dovremmo cercare di attuare. Esse diventano il segno<br />

e l’espressione dei frutti di conversione e r<strong>in</strong>novamento<br />

<strong>in</strong> Cristo, realizzati dallo Spirito del Signore nel<br />

Giubileo.<br />

Ormai lo sappiamo: il titolo di questo prezioso documento<br />

è Novo millennio <strong>in</strong>eunte (= All’<strong>in</strong>izio del nuovo<br />

millennio, NMI). In questo scritto, vivido di ricordi ed<br />

emozioni, denso di riflessione, pieno di entusiasmo, a<br />

dispetto di un fisico non più docile, poiché privo del<br />

vigore di un tempo, il santo padre ci offre i sentimenti<br />

del suo cuore, condivide con noi il suo slancio<br />

10<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />

ardente verso Cristo Gesù, ci<br />

<strong>in</strong>vita con energia e fiducia a<br />

“prendere il largo” : Duc<br />

<strong>in</strong> altum, facendo eco a sé<br />

e a tutti i credenti cattolici<br />

del comando di Cristo<br />

all’apostolo Pietro.<br />

Questo numero del nostro periodico parrocchiale ci<br />

accompagnerà per un buon tratto del camm<strong>in</strong>o quaresimale.<br />

Ora, la Quaresima è tempo favorevole per la<br />

conversione, come lo fu l’Anno giubilare: se la celebrazione<br />

del Giubileo, per ciò che riguarda l’esperienza<br />

dei s<strong>in</strong>goli ha avuto senso, Riconciliazione ed<br />

Eucaristia dovrebbero aver ritrovato il posto che loro<br />

spetta nella vita dei credenti.<br />

Scrive il Papa: "Il massimo impegno va posto dunque nella<br />

liturgia, il culm<strong>in</strong>e verso cui tende l’azione della Chiesa e,<br />

<strong>in</strong>sieme, la fonte da cui promana tutta la sua virtù. […]<br />

Occorre […] dare particolare rilievo all’Eucaristia domenicale<br />

e alla stessa domenica, sentita come giorno speciale della<br />

fede, giorno del Signore risorto e del dono dello Spirito, vera<br />

Pasqua della settimana".<br />

La risurrezione di Gesù è l’evento su cui si fonda la<br />

fede cristiana, quello che ci fa guardare al futuro, spesso<br />

<strong>in</strong>certo, con la certezza che esso, comunque, è saldamente<br />

<strong>in</strong> mano a Colui che è il Vivente. Per il credente<br />

è fondamentale celebrare la Pasqua, non solo<br />

una volta all’anno, ma ogni domenica, piccola Pasqua<br />

settimanale (NMI 35).<br />

Il santo padre <strong>in</strong>siste "perché la partecipazione<br />

all’Eucaristia sia veramente, per ogni battezzato, il cuore<br />

della domenica: un impegno irr<strong>in</strong>unciabile, da vivere non<br />

solo per assolvere a un precetto, ma come bisogno" che non<br />

può non essere sentito da chi vive "una vita cristiana<br />

veramente consapevole".<br />

Giovanni Paolo II osserva come il nuovo millennio<br />

sarà caratterizzato "da un profondo <strong>in</strong>treccio di culture e<br />

religioni" anche nei Paesi di antica tradizione cristiana.


Addirittura, "<strong>in</strong> molte regioni i cristiani sono, o stanno<br />

diventando, un ‘piccolo gregge’ (Lc. 12,32)". Questo fatto<br />

pone i credenti <strong>in</strong> Cristo "di fronte alla sfida di testimoniare<br />

con maggior forza, spesso <strong>in</strong> condizione di solitud<strong>in</strong>e e di<br />

difficoltà", la propria identità di cristiani, <strong>in</strong> vari modi.<br />

Ebbene, "il dovere della partecipazione eucaristica ogni<br />

domenica è uno di questi" modi.<br />

Capita spesso anche a noi, qui a <strong>Coccaglio</strong> e <strong>in</strong> Italia,<br />

di sentirci “piccolo gregge” nell’ambiente di lavoro,<br />

nella famiglia, tra i compagni di svago: sperimentiamo<br />

un senso di “dispersione”, ci sentiamo pochi. Ma proprio<br />

"l’Eucaristia domenicale, raccogliendo settimanalmente<br />

i cristiani come famiglia di Dio <strong>in</strong>torno alla mensa della<br />

Parola e del Pane di vita, è anche l’antidoto più naturale alla<br />

dispersione. Essa è il luogo privilegiato dove la comunione è<br />

costantemente annunciata e coltivata. Proprio attraverso la<br />

partecipazione eucaristica, il giorno del Signore diventa<br />

anche il giorno della Chiesa, che può svolgere così <strong>in</strong> modo<br />

efficace il suo ruolo di sacramento di unità" (NMI 36).<br />

Già il santo padre aveva emesso un<br />

documento sul “Giorno del<br />

Signore”; il Giovedì santo dello<br />

scorso anno, <strong>in</strong> luogo della consueta<br />

lettera <strong>in</strong>dirizzata ai sacerdoti<br />

nel giorno dell’istituzione<br />

dell’Eucaristia e del sacerdozio, ha<br />

fatto dono alla Chiesa dell’enciclica<br />

sull’Eucaristia (Ecclesia de<br />

Eeucharistia); con ciò ci ha <strong>in</strong>dicato<br />

la cont<strong>in</strong>uità del suo magistero su<br />

alcuni temi portanti e, al tempo<br />

stesso, ci ha ricordato quali cose il<br />

cristiano deve avere a cuore.<br />

Ebbene, l’Eucaristia sta proprio<br />

nel cuore della Chiesa.<br />

Ciò che viene detto per l’Eucaristia, vale anche per la<br />

Riconciliazione. Il Papa ricorda che nel 1984, dopo il<br />

S<strong>in</strong>odo dei Vescovi sul Sacramento della<br />

Riconciliazione, <strong>in</strong>vitava "a fare ogni sforzo per fronteggiare<br />

la crisi del ‘senso del peccato’ che si registra nella cultura<br />

contemporanea", cosa tutt’ora più che mai necessaria.<br />

Più ancora <strong>in</strong>vitava a "riscoprire Cristo come mysterium<br />

pietatis, colui nel quale Dio ci mostra il suo cuore compassionevole<br />

e ci riconcilia pienamente a sé".<br />

Proprio alla contemplazione del volto di Cristo, quale<br />

punto di partenza del camm<strong>in</strong>o nel nuovo millennio,<br />

il santo Padre ha dedicato tutta la seconda parte del<br />

11<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />

documento che stiamo citando. Di essa abbiamo già<br />

riportato e brevemente commentato i primi paragrafi<br />

sul numero di novembre 2003 (pagg. 12-14); ne concluderemo<br />

l’esposizione <strong>in</strong> marzo, prossimi alla<br />

Pasqua.<br />

Prosegue il Papa: "È questo volto di Cristo che occorre far<br />

riscoprire anche attraverso il sacramento della Penitenza, che<br />

è per un cristiano “la via ord<strong>in</strong>aria per ottenere il perdono e la<br />

remissione dei suoi peccati gravi commessi dopo il Battesimo”.<br />

Il Papa ricorda che ai tempi del S<strong>in</strong>odo già menzionato<br />

"stava sotto gli occhi di tutti la crisi del sacramento della<br />

Riconciliazione, specialmente <strong>in</strong> alcune regioni del mondo".<br />

Ora, anche <strong>Coccaglio</strong> è tra queste “regioni”. Con realismo,<br />

il Papa annota che "i motivi che ne erano all’orig<strong>in</strong>e<br />

(della crisi) non sono svaniti <strong>in</strong> questo breve arco di tempo.<br />

Ma l’Anno giubilare, che è stato particolarmente caratterizzato<br />

dal ricorso alla Penitenza sacramentale, ci ha offerto un<br />

messaggio <strong>in</strong>coraggiante, da non lasciar cadere: se molti, e tra<br />

essi anche tanti giovani, si sono accostati<br />

con frutto a questo Sacramento, probabilmente<br />

è necessario che i Pastori si arm<strong>in</strong>o<br />

di maggior fiducia, creatività e perseveranza<br />

nel presentarlo e farlo<br />

valorizzare".<br />

La più frequente proposta di appuntamenti<br />

per la Confessione, offerti<br />

alle varie fasce di età, come anche la<br />

possibilità di avere a disposizione<br />

alcune volte all’anno il confessore<br />

forestiero, sono espressione, qui <strong>in</strong><br />

Parrocchia, di questa “maggior<br />

fiducia e creatività” <strong>in</strong>vocata dal<br />

Papa, opportunità che vengono<br />

offerte, a questo riguardo, alla porzione<br />

di Popolo di Dio che è <strong>in</strong><br />

<strong>Coccaglio</strong>.<br />

Come ha fatto per l’Eucaristia, il papa è poi tornato<br />

più volte anche sul sacramento della Penitenza.<br />

La Quaresima che si avvic<strong>in</strong>a, ci offre l’occasione per<br />

riprendere ciò che la grazia del Giubileo ci aveva offerto.<br />

La strada che porta al confessionale tanto il confessore<br />

che il penitente viene nuovamente posta alla<br />

nostra attenzione, per renderci consapevoli che "i doni<br />

del Signore — e i Sacramenti sono tra i più preziosi — vengono<br />

da Colui che ben conosce il cuore dell’uomo ed è il Signore<br />

della storia" (NMI 37). (cfr. “L’Angelo di Verola”, febbraio 2002)


Ascolta, o Dio!<br />

Non una volta nella mia vita ho parlato con te,<br />

ma oggi mi vien voglia di farti festa.<br />

Sai, f<strong>in</strong> da piccolo mi hanno sempre detto<br />

che non esisti... io stupido ci ho creduto.<br />

a cura di don Giovanni<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />

Proponiamo alcune preghiere o riflessioni i cui autori spaziano dal 1° al secondo millennio cristiano, da<br />

Oriente ad Occidente. La riflessione (si tratta della testimonianza di una giovane) e la prima preghiera si<br />

ricollegano al tema della vita e a ciò che le dà senso, rendendola vita per davvero. Le tre restanti preghiere,<br />

dense e profonde, di grandi autori, ci possono essere d’aiuto nella prossima Quaresima.<br />

..E a forza di testate spezziamo il ghiaccio<br />

(8)<br />

Esci. Alzi lo sguardo. Vedi un cielo stupendo e anche la<br />

luna. Pensi: "Che spettacolo!", senti un brivido e capisci di<br />

essere vivo f<strong>in</strong>o <strong>in</strong> fondo, vivo davvero. Sono questi i<br />

momenti <strong>in</strong> cui ti rendi conto che l’uomo è troppo meraviglioso,<br />

<strong>in</strong>cantevole, disarmante nella sua complessità per<br />

bastare solo a se stesso.<br />

Siamo tutti (proprio tutti!) tante bombe pronte per essere<br />

lanciate tra gli altri, per testimoniare davanti al mondo la<br />

nostra voglia di vivere. Ma cos’è <strong>in</strong> fondo la "voglia di vivere"?<br />

È buttarsi via, non per consumarsi, ma per moltiplicarsi,<br />

per germogliare dentro, per essere un seme che attecchisce.<br />

E non è difficile.., è umano sentirsi vivi e volerlo<br />

dimostrare, solo che ogni tanto ci si trova di fronte ad un<br />

muro di nome paura.<br />

Dio, come ti blocca la paura! Ti paralizza, ti congela dentro.<br />

Ma noi, <strong>in</strong> fondo <strong>in</strong> fondo, siamo come i bucaneve: non<br />

molliamo e a forza di testate spezziamo il ghiaccio, superiamo<br />

il muro e torniamo a crescere... ed è nuova vita!<br />

Cosa cerca l’uomo? La vita! Ma se la vita vuole vivere, le<br />

parole devono morire. La vita si trova con la vita. Allora<br />

esci. Alzi lo sguardo. Vedi un cielo stupendo, la luna e, adesso,<br />

anche le stelle. Fissi la più lum<strong>in</strong>osa, la più bella. È la<br />

tua stella, la stella della speranza. Lasciamola brillare, perché<br />

è quella che illum<strong>in</strong>a ciò che ci sta davanti. Non fermarti,<br />

camm<strong>in</strong>a sempre: troveremo la strada... e sarà vita<br />

davvero.<br />

Chiara P.<br />

12<br />

Non ho mai contemplato le tue opere,<br />

ma questa notte ho guardato<br />

dal cratere di una granata<br />

al cielo di stelle sopra di me<br />

e affasc<strong>in</strong>ato dal loro sc<strong>in</strong>tillare,<br />

ad un tratto ho capito<br />

come possa esser terribile l’<strong>in</strong>ganno........<br />

Non so, o Dio, se mi darai la tua mano,<br />

ma io ti dico e tu mi capirai...<br />

Non è strano che <strong>in</strong> mezzo<br />

a uno spaventoso <strong>in</strong>ferno<br />

mi sia apparsa la luce e io abbia scorto te?<br />

Oltre a questo non ho nulla da dirti.<br />

Sono felice solo perché ti ho conosciuto.<br />

A mezzanotte dobbiamo attaccare,<br />

ma non ho paura, tu guardi a noi.<br />

È il segnale! Me ne devo andare.<br />

Si stava bene con te.<br />

Voglio ancora dirti, e tu lo sai,<br />

che la battaglia sarà dura:<br />

può darsi che questa notte stessa<br />

venga a bussare da te.<br />

E anche se f<strong>in</strong>ora non sono stato tuo amico,<br />

quando verrò, mi permetterai di entrare?<br />

Ma che succede, piango?<br />

Dio mio, tu vedi quello che mi è capitato,<br />

soltanto ora ho <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciato a veder chiaro...<br />

Salve, mio Dio, vado.., difficilmente tornerò.<br />

Che strano, ora la morte non mi fa paura.<br />

Preghiera trovata nella giubba di un soldato Russo<br />

(Aleksandr Zacepa )morto nella Seconda Guerra<br />

Mondiale. Pubblicata per la prima volta nel 1972 da una<br />

rivista clandest<strong>in</strong>a.


O Cristo, amore sommo<br />

O Cristo, amore sommo,<br />

vieni, ti preghiamo, nei cuori redenti<br />

e <strong>in</strong>fondi nelle nostre voci<br />

un vivo pentimento.<br />

A te, dolcissimo Gesù,<br />

eleviamo con fede le nostre preghiere:<br />

di grazia, o Cristo, perdona<br />

le colpe che abbiamo commesso.<br />

Per il segno della santa croce,<br />

per il tuo santissimo corpo,<br />

ti chiediamo:<br />

difendici come figli,<br />

tutti e sempre.<br />

(BEDA IL VENERABILE)<br />

O Dio, abbi pietà di me<br />

O Dio, abbi pietà di me, peccatore,<br />

che non ho fatto niente di bene<br />

davanti a te.<br />

Liberami dal maligno<br />

e rendimi degno di aprire,<br />

senza timore di condanna,<br />

la mia bocca <strong>in</strong>degna<br />

a celebrare il tuo Nome tutto santo<br />

Padre, Figlio e Spirito Santo.<br />

O Signore,<br />

che scruti il cuore e i sentimenti, perdonami<br />

ogni sconveniente impeto del cuore.<br />

Tu sai, o Signore di tutte le cose,<br />

che essi sono contro la mia volontà.<br />

Sono <strong>in</strong>degno di accostarmi a te,<br />

ma tu perdonami,<br />

perché ti ho sempre desiderato<br />

e ancora ti desidero...<br />

Tu, che solo sei buono e misericordioso,<br />

vieni <strong>in</strong> mio aiuto e salvami...<br />

13<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />

Ti prego, o Signore amico degli uom<strong>in</strong>i,<br />

benevolente, non detestare me,<br />

tuo servo peccatore e <strong>in</strong>utile,<br />

per l’<strong>in</strong>tercessione dell’immacolata Verg<strong>in</strong>e,<br />

Signora nostra e madre di Dio,<br />

e per le preghiere di tutti i santi.<br />

(MACARIO L’EGIZIANO)<br />

Le mie mani<br />

Le mie mani, coperte di cenere,<br />

segnate dal mio peccato<br />

e da fallimenti, davanti a te, Signore,<br />

io le apro, perché ridivent<strong>in</strong>o capaci di costruire<br />

e perché tu ne cancelli la sporcizia.<br />

Le mie mani, avv<strong>in</strong>ghiate<br />

ai miei possessi e alle mie idee già assodate,<br />

davanti a te, o Signore,<br />

io le apro, perché lasc<strong>in</strong>o andare i miei tesori...<br />

Le mie mani pronte a lacerare<br />

e a ferire, davanti a te, o Signore,<br />

io le apro, perché ridivent<strong>in</strong>o<br />

capaci di accarezzare.<br />

Le mie mani, chiuse come pugni di odio<br />

e di violenza, davanti a te, o Signore,<br />

io le apro, deponi <strong>in</strong> loro la tua tenerezza.<br />

Le mie mani, si separano dal loro peccato,<br />

davanti a te, o Signore,<br />

io le apro: attendo il tuo perdono.<br />

(Charles S<strong>in</strong>ger)


Madre Teresa<br />

Questa rubrica <strong>in</strong>tende offrire ai lettori de “La vecchia Pieve” la possibilità di entrare <strong>in</strong> contatto<br />

con alcuni grandi maestri della spiritualità cristiana di tutti i tempi, soprattutto con i<br />

cosiddetti “classici”. Da Qualche tempo siamo <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o con madre Teresa, proclamata<br />

beata il 19 ottobre.<br />

I pensieri proposti sono una selezione tra altri; ne possiamo utilizzare uno ogni tre-quattro<br />

giorni, così da avere la possibilità di <strong>in</strong>teriorizzare meglio quanto ci viene proposto, nelle circa<br />

otto settimane che ci separano dal prossimo bollett<strong>in</strong>o.<br />

LA NOSTRA VOCAZIONE<br />

* La nostra vocazione è quella di appartenere a Gesù,<br />

appartenervi con conv<strong>in</strong>zione, […] perché sono chiamato<br />

ad appartenere a Lui, conv<strong>in</strong>to che nulla può separarmi<br />

dal suo amore. […]<br />

* Ciascun credente, tutte le congregazioni religiose,<br />

suore, sacerdoti ed anche il Santo Padre hanno la medesima<br />

vocazione: appartenere a Gesù. " Vi ho scelti perché<br />

foste miei. " Questa è la nostra vocazione. I modi, cioè<br />

come occupiamo il nostro tempo possono essere differenti.<br />

Il nostro amore per Gesù tradotto <strong>in</strong> azione si serve<br />

di mezzi svariati, come se si trattasse di abiti. Io <strong>in</strong>dosso<br />

questo, tu <strong>in</strong>dossi quello: è un mezzo di cui mi servo. Ma<br />

la vocazione non è un mezzo. La vocazione per un cristiano<br />

è Gesù.<br />

* I nostri Fratelli e le nostre Sorelle di vita attiva traducono<br />

il loro servizio <strong>in</strong> azione, i Fratelli e le Sorelle contemplativi<br />

traducono l’azione di amare <strong>in</strong> preghiera, <strong>in</strong><br />

penitenza, <strong>in</strong> adorazione, <strong>in</strong> contemplazione e nella proclamazione<br />

della Parola che hanno meditato e adorato.<br />

La vita attiva e quella contemplativa non sono due cose<br />

differenti, semplicemente: <strong>in</strong> una, la fede è tradotta <strong>in</strong><br />

azione mediante il servizio, nell’altra, la fede è tradotta <strong>in</strong><br />

azione mediante la preghiera.<br />

* Fede che diventa d<strong>in</strong>amica attraverso la preghiera, fede<br />

che diventa attiva attraverso il servizio; sono la stessa<br />

cosa: lo stesso amore, la stessa compassione. […] Questo è<br />

qualcosa che dovrebbe <strong>in</strong>coraggiarci e rafforzarci, che ci<br />

completa a vicenda più pienamente. Poiché siamo esseri<br />

umani, abbiamo bisogno di questa dist<strong>in</strong>zione, di questa<br />

separazione, di questi nomi differenti. L’anima, la mente<br />

e il cuore, tuttavia, hanno la stessa caratteristica: un tota-<br />

14<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />

le abbandono <strong>in</strong> Dio. Nell’attimo <strong>in</strong> cui realizziamo di<br />

aver veramente attuato questo, allora siamo a sua disposizione<br />

e non esistono più differenze […].<br />

In realtà si tratta della stessa cosa: entrambi lavoriamo<br />

per la proclamazione del regno di Dio.<br />

* Potreste trovare un uomo che se ne sta <strong>in</strong> piedi all’angolo<br />

della via. Andate da lui. Può darsi che vi offenda, ma<br />

voi siete lì e lì c’è la sua Presenza. Dovete irradiare quella<br />

presenza che è dentro di voi, rivolgendovi a quell’uomo,<br />

con amore e rispetto. Perché? Perché credete che è Gesù.<br />

Egli viene sotto le vesti di quella persona.[…]<br />

* Questo è quanto dobbiamo imparare bene s<strong>in</strong> dall’<strong>in</strong>izio:<br />

ascoltare la voce di Dio nel nostro cuore, perché, allora,<br />

nel silenzio del cuore, Dio parla. Poi, dalla pienezza dei<br />

nostri cuori, la nostra bocca deve far scaturire la parola.<br />

Questo è il legame. Un Fratello della Parola deve essere<br />

tutto questo. Nel silenzio del cuore, Dio parla e voi dovete<br />

ascoltare. Poi, nella pienezza del vostro cuore, che è,<br />

<strong>in</strong>fatti, pieno di Dio, pieno di amore, pieno di compassione,<br />

pieno di fede, la vostra bocca annuncerà. […]<br />

Ascoltate <strong>in</strong> silenzio, perché se il vostro cuore è pieno di<br />

altre cose non potete ascoltare la voce di Dio. Ma quando<br />

avrete ascoltato la voce di Dio nella quiete del cuore, allora<br />

il cuore sarà pieno di Dio come la Madonna era piena<br />

di grazia. E poi, da quella pienezza del cuore la bocca<br />

trarrà le parole.<br />

* Fratelli, viviamo semplicemente il Vangelo. Vivete il<br />

Vangelo nella preghiera, vivete il Vangelo nelle parole!<br />

Non vi scoraggiate se non raggiungete immediatamente<br />

la vetta. Non c’è motivo che ci si debba sentire sconvolti o<br />

sfiduciati, solo una piccola cosa alla volta è importante:


anche se una vostra azione può essere un niente <strong>in</strong> confronto<br />

a quel che la gente, all’esterno, si aspetta da voi e<br />

voi non lasciate cadere quella gocciol<strong>in</strong>a di preghiera, di<br />

penitenza, nella vostra vita e nel vostro cuore, allora la<br />

gente ne verrà come defraudata. Non potete dare ciò che<br />

non avete.<br />

* La pienezza del nostro cuore la si rivela nelle opere:<br />

come tratto quel lebbroso, come tratto quell’agonizzante,<br />

come tratto i senza tetto... Talvolta è più difficile operare<br />

con la gente per la strada che con i nostri assistiti nelle<br />

case per <strong>in</strong>curabili, poiché chi sta per morire è <strong>in</strong> pace, <strong>in</strong><br />

attesa, è pronto ad andare da Dio. Puoi toccare il malato,<br />

puoi toccare il lebbroso e credere che è il corpo di Cristo<br />

che stai toccando, ma è molto più difficile quando queste<br />

persone sono ubriache o stanno imprecando pensare che<br />

sono Gesù celato dietro la maschera della sofferenza.<br />

Come devono essere pulite e amorose le nostre mani perché<br />

sappiano porgere la compassione anche a queste persone!<br />

* Voi, <strong>in</strong> Occidente, vi trovate ad avere a che fare con<br />

coloro che sono i più poveri spiritualmente fra i poveri,<br />

piuttosto che con le persone povere <strong>in</strong> senso fisico. Assai<br />

spesso fra i ricchi vi sono persone spiritualmente molto,<br />

molto povere. Trovo che non sia difficile dare un piatto di<br />

riso a una persona affamata, procurare un letto a chi non<br />

ha un giaciglio, ma consolare o elim<strong>in</strong>are quel certo tipo<br />

di amarezza, sopprimere quella rabbia, rimuovere quella<br />

solitud<strong>in</strong>e richiede molto tempo.<br />

* Dovete essere, nella vostra famiglia, presenza di Cristo<br />

l’uno per l’altro. Amatevi a vicenda teneramente come<br />

Gesù ama ciascuno di voi. […] Un tenero amore reciproco<br />

parla molto più chiaramente di tutte le parole che possiate<br />

dire. Amare s<strong>in</strong>o a soffrire; richiede un sacrificio<br />

profondo […].<br />

* In Dio vi è una grande umiltà. Può ch<strong>in</strong>arsi sulla gente<br />

come noi e dipendere da noi perché tutte queste cose<br />

vivano, crescano, port<strong>in</strong>o. frutto. Eppure avrebbe potuto<br />

farlo senza il nostro aiuto. Tuttavia si è ch<strong>in</strong>ato e ha preso<br />

ciascuno di noi […]. Avremmo potuto dirgli di no [...]. Ciò<br />

mi fa capire che quando Gesù diceva: "Imparate da me<br />

che sono mite e umile di cuore" , davvero Egli voleva dire<br />

che avremmo dovuto imparare che la chiamata è un dono<br />

che viene da Dio stesso.<br />

* L’esatto volere di Dio nei nostri confronti: dovete essere<br />

santi. La santità è il più grande dono che Dio può<br />

offrirci perché è per questo scopo che ci ha creato.<br />

* Cos’è la contemplazione? E vivere la vita di Gesù. Ecco<br />

15<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />

quel che <strong>in</strong>tendo quando dico: amare Gesù. E vivere la<br />

sua vita dentro di noi, vivere la nostra vita nella sua vita.<br />

Questa è la contemplazione. Dobbiamo avere un cuore<br />

puro per saper vedere: nessun sentimento di gelosia, d’ira,<br />

nessun conflitto e specialmente nessuna mancanza di<br />

carità. Per me, contemplazione non è stare particolarmente<br />

appartato <strong>in</strong> un luogo buio, ma consentire a Gesù<br />

di vivere la sua Passione, il suo amore, la sua umiltà dentro<br />

di noi, pregando con noi, stando sempre con noi, santificando<br />

attraverso noi.<br />

* Amate […]. Qualunque cosa facciate, anche se aiutate<br />

qualcuno ad attraversare la strada, lo fate a Gesù. Anche<br />

quando date a qualcuno un bicchiere d’acqua, lo fate a<br />

Gesù. Si tratta di un piccolo <strong>in</strong>segnamento semplice, ma<br />

che è di gran lunga il più importante.<br />

* Il mondo, oggi, ha fame non soltanto di pane, ma è<br />

affamato soprattutto di amore; ha fame di essere accettato,<br />

di essere amato. Hanno fame di sentire la presenza del<br />

Cristo. In molti paesi, la gente ha tutto, salvo questa presenza,<br />

questa consapevolezza. Ecco perché la vita di preghiera<br />

e di sacrificio ci porta a dare quell’amore. Se saprete<br />

fare spazio alla preghiera e all’ascolto della Parola di<br />

Dio, sarete quella presenza, quel pane di Dio da spezzare.<br />

* La gente ha fame della Parola di Dio che dà la pace, che<br />

dà l’unità, che dà la gioia. Ma non potete dare quello che<br />

non possedete. Ecco perché è necessario <strong>in</strong>tensificare la<br />

vostra vita di preghiera. Lasciate che Gesù vi catturi, preghi<br />

con voi e attraverso voi, allora sarete dei contemplativi<br />

nel cuore del mondo.<br />

[…] Ogni s<strong>in</strong>golo cristiano, ogni cattolico, che vive una<br />

vita unita con l’Eucarestia, unita con Gesù, è un contemplativo.<br />

* Abbiamo una casa riservata alla vita contemplativa nel<br />

Bronx Meridionale. Un tassista si rifiutò di condurmi là.<br />

Le Sorelle non sapevano che stavo arrivando, per cui<br />

dovevo prendere un tassi, ma quell’uomo si rifiutò di<br />

portarmi <strong>in</strong> un posto simile! Dissi: " Ma viviamo lì, le mie<br />

Sorelle vivono lì ". Disse ancora di no. Insistetti: "<br />

Benissimo, mi siederò accanto a voi e così vedrete che non<br />

accadrà nulla né a me né a voi ". Entrai nel tassi e partimmo.<br />

Spalancò la bocca quando vide le giovani Sorelle<br />

saltare e ridere e la gente <strong>in</strong>ch<strong>in</strong>arsi, mentre quelli che mi<br />

riconoscevano presero a parlare con me anche se alcuni<br />

erano ubriachi, però si tolsero il cappello con rispetto.<br />

Non riusciva a credere ai suoi occhi, avvertendo quella<br />

Presenza. Questo è un episodio particolarmente bello.


I - “Credo”:<br />

simbolo della fede cristiana<br />

1- Il Simbolo della fede di A. Cors<strong>in</strong>i<br />

Ogni domenica e <strong>in</strong> ogni festa la chiesa ci <strong>in</strong>vita ad esprimere<br />

la nostra fede recitando il Credo dopo aver ascoltato<br />

la parola di Dio. Forse pur recitandolo con la bocca<br />

non sempre siamo attenti a quanto diciamo, all’importanza<br />

e alla bellezza delle frasi che pronunciamo.<br />

La nostra non vuol essere una dotta dissertazione sul<br />

Simbolo della nostra fede, ma una semplice riflessione su<br />

quanto affermiamo di credere, accompagnata da alcune<br />

notizie o curiosità.<br />

Il Credo come già accennato non è una semplice preghiera<br />

ma è il Simbolo della fede Cristiana; <strong>in</strong> greco il term<strong>in</strong>e<br />

“symbolon” <strong>in</strong>dicava la metà di un oggetto (moneta,<br />

sigillo o altro) che due persone si dividevano perché<br />

poi servisse come segno di riconoscimento.<br />

Il credo è il “symbolon” , il mezzo di riconoscimento per<br />

mezzo del quale noi cristiano ci riconosciamo come<br />

adepti della stessa fede (v. CCC 188).<br />

Recitando il credo il cristiano si sente <strong>in</strong> comunione non<br />

solo con i fratelli che professano la stesa fede nei vari<br />

Il “Credo” - I<br />

Inizia con questo articolo l’esposizione del “Credo” o “Simbolo della fede” che ci terrà occupati per parecchi numeri.<br />

Si tratta di una catechesi fondamentale, estesa da Antonio Cors<strong>in</strong>i, <strong>in</strong>segnante presso la locale Scuola Media, catechista<br />

e allenatore dei fanciulli presso l’Unitas. L’esposizione viene completata con il riferimento ai relativi paragrafi del<br />

Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) e <strong>in</strong>tegrata con alcuni di questi, <strong>in</strong>sieme ad alcune <strong>in</strong>dicazioni di atteggiamenti<br />

concreti da assumere e/o di stimoli alla riflessione, poiché la catechesi non consiste <strong>in</strong> una “lezionc<strong>in</strong>a” teorica,<br />

ma deve portare ad un maggiore radicamento nella vita cristiana, che è esistenza battesimale, da risorti, nel Dio -<br />

Padre, Figlio e Spirito – <strong>in</strong> cui affermiamo di credere.<br />

SIMBOLO APOSTOLICO<br />

+Io credo <strong>in</strong> Dio, Padre onnipotente,<br />

Creatore del cielo e della terra<br />

+E <strong>in</strong> Gesù Cristo, suo unico figlio,<br />

nostro Signore,<br />

angoli del mondo ma anche con coloro che ci hanno preceduto<br />

nella storia e vivono già nel tempo di Dio. Per la<br />

sua orig<strong>in</strong>e e il suo uso, il Credo è strettamente legato alla<br />

liturgia, <strong>in</strong> modo speciale al battesimo. Ricevendo il battesimo<br />

i catecumeni (coloro che desideravano aderire al<br />

Cristianesimo), <strong>in</strong> forme diverse facevano la professione<br />

di fede (v. CCC 189).<br />

Già nel III secolo, nella comunità di Roma, era usato<br />

durante la celebrazione del Battesimo il “Simbolo apostolico”<br />

che esprime <strong>in</strong> modo s<strong>in</strong>tetico e ord<strong>in</strong>ato il messaggio<br />

di salvezza. Formulato <strong>in</strong> dodici articoli (riferiti al<br />

n° degli apostoli), per sottol<strong>in</strong>eare che esso trasmetteva la<br />

totalità e la pienezza della testimonianza degli Apostoli, è<br />

stato <strong>in</strong>tegrato e precisato poi nei concili di Nicea (325) e<br />

di Costant<strong>in</strong>opoli (381). Il credo che noi professiamo<br />

durante le messe è appunto il “Credo di Nicea-<br />

Costant<strong>in</strong>opoli”; il tutto ord<strong>in</strong>ato <strong>in</strong> tre capitoli che trattano<br />

rispettivamente del Padre e dell’opera della creazione,<br />

del Figlio e del mistero della redenzione, dello Spirito<br />

Santo e dell'opera della redenzione (v. CCC 194-195).<br />

Prima di affrontare il contenuto di quanto diciamo di<br />

credere è forse <strong>in</strong>teressante leggere e mettere a confronto<br />

i due simboli per verificarne l’evoluzione e la perfetta<br />

co<strong>in</strong>cidenza di contenuti.<br />

SIMBOLO DI NICEA-COSTANTIONOPOLI<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />

+Credo <strong>in</strong> un solo Dio, Padre onnipotente,<br />

Creatore del cielo e della terra,<br />

di tutte le cose visibili e <strong>in</strong>visibili.<br />

+Credo <strong>in</strong> un solo Signore, Gesù Cristo,<br />

Unigenito Figlio di Dio,<br />

nato dal Padre prima di tutti i secoli:<br />

Dio da Dio, Luce da Luce,Dio vero da Dio vero,<br />

16


+il quale fu concepito di Spirito Santo,<br />

nacque da Maria Verg<strong>in</strong>e,<br />

+patì sotto Ponzio Pilato,fu crocefisso,<br />

morì e fu sepolto;<br />

+discese agli <strong>in</strong>feri,<br />

+il terzo giorno risuscitò da morte;<br />

+salì al cielo, siede alla destra di Dio<br />

Padre onnipotente:<br />

+di là verrà a giudicare i vivi<br />

e i morti.<br />

+Credo nello Spirito Santo,<br />

+la santa Chiesa cattolica,<br />

+la comunione dei santi,.<br />

+la remissione dei peccati,<br />

+la risurrezione della carne<br />

+la vita eterna.<br />

Amen.<br />

2 – “Io credo”<br />

(dal Catechismo della Chiesa Cattolica)<br />

a cura di don Giovanni<br />

a) La fede come obbedienza<br />

144 Obbedire (ob-audire") nella fede è sottomettersi<br />

liberamente alla Parola ascoltata, perché la sua verità è<br />

garantita da Dio, il quale è la Verità stessa. Il modello di<br />

questa obbedienza propostoci dalla Sacra Scrittura è<br />

Abramo. La Verg<strong>in</strong>e Maria ne è la realizzazione più perfetta.<br />

Abramo - "il padre di tutti i credenti"<br />

145 La Lettera agli Ebrei, nel solenne elogio della fede<br />

degli antenati, <strong>in</strong>siste particolarmente sulla fede di<br />

Abramo: "Per fede Abramo, chiamato da Dio, obbedì<br />

partendo per un luogo che doveva ricevere <strong>in</strong> eredità, e<br />

partì senza sapere dove andava" ( Eb 11,8 ) [Cf Gen<br />

generato non creato, della stessa sostanza del Padre;<br />

per mezzo di Lui tutte le cose sono state create<br />

+Per noi uom<strong>in</strong>i e per la nostra salvezza discese dal cielo,<br />

E per opera dello Spirito Santo<br />

si è <strong>in</strong>carnato nel seno della Verg<strong>in</strong>e Maria<br />

esi è fatto uomo.<br />

+Fu crocefisso per noi sotto Ponzio Pilato,<br />

morì e fu sepolto<br />

+Il terzo giorno è risuscitato,<br />

secondo le scritture,<br />

+è salito al cielo, siede alla destra del Padre.<br />

+E di nuovo verrà, nella gloria,<br />

per giudicare i vivi e i morti,<br />

e il suo regno non avrà f<strong>in</strong>e.<br />

+Credo nello Spirito Santo,<br />

che è Signore e dà la vita,<br />

e procede dal Padre e dal Figlio.<br />

Con il Padre e con il Figlio<br />

è adorato e glorificato,<br />

e ha parlato per mezzo dei profeti.<br />

+Credo la Chiesa,<br />

una santa cattolica apostolica.<br />

+professo un solo Battesimo<br />

per il perdono dei peccati.<br />

+Aspetto la risurrezione dei morti<br />

+e la vita del mondo che verrà.<br />

Amen<br />

17<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />

12,1-4 ]. Per fede soggiornò come straniero e pellegr<strong>in</strong>o<br />

nella Terra promessa [Cf Gen 23,4 ]. Per fede Sara ricevette<br />

la possibilità di concepire il figlio della promessa.<br />

Per fede, <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e, Abramo offrì <strong>in</strong> sacrificio il suo unico<br />

figlio [Cf Eb 11,17 ].<br />

146 Abramo realizza così la def<strong>in</strong>izione della fede data<br />

dalla Lettera agli Ebrei: "La fede è fondamento delle<br />

cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono"<br />

( Eb 11,1 ). "Abramo ebbe fede <strong>in</strong> Dio e ciò gli fu accreditato<br />

come giustizia" ( Rm 4,3 ) [Cf Gen 15,6 ]. Grazie<br />

a questa forte fede, [Cf Rm 4,20 ] Abramo è diventato<br />

"padre" di tutti coloro che credono ( Rm 4,11; Rm 4,18<br />

) [Cf Gen 15,5 ].<br />

147 Di questa fede, l'Antico Testamento è ricco di testimonianze.<br />

La Lettera agli Ebrei fa l'elogio della fede<br />

esemplare degli antichi che "ricevettero" per essa "una<br />

buona testimonianza" ( Eb 11,2; Eb 11,39 ). Tuttavia<br />

"Dio aveva <strong>in</strong> vista qualcosa di meglio per noi": la gra-


zia di credere nel suo Figlio Gesù, "autore e perfezionatore<br />

della fede" ( Eb 11,40; 147 Eb 12,2 ).<br />

Maria - "Beata colei che ha creduto"<br />

148 La Verg<strong>in</strong>e Maria realizza nel modo più perfetto l'obbedienza<br />

della fede. Nella fede, Maria accolse l'annunzio<br />

e la promessa a Lei portati dall'angelo Gabriele, credendo<br />

che "nulla è impossibile a Dio" ( Lc 1,37 ), [Cf Gen 18,14 ]<br />

e dando il proprio consenso: "Sono la serva del Signore,<br />

avvenga di me quello che hai detto" ( Lc 1,38 ). Elisabetta<br />

la salutò così: "Beata colei che ha creduto nell'adempimento<br />

delle parole del Signore" ( Lc 1,45 ). Per questa<br />

fede tutte le generazioni la chiameranno beata [Cf Lc 1,48 ].<br />

149 Durante tutta la sua vita, e f<strong>in</strong>o all'ultima prova, [Cf<br />

Lc 2,35 ] quando Gesù, suo Figlio, morì sulla croce, la sua<br />

fede non ha mai vacillato. Maria non ha cessato di credere<br />

"nell'adempimento" della Parola di Dio. Ecco perché<br />

la Chiesa venera <strong>in</strong> Maria la più pura realizzazione della<br />

fede.<br />

b) "So a chi ho creduto" ( 2Tm 1,12 )<br />

Credere <strong>in</strong> un solo Dio<br />

150 La fede è <strong>in</strong>nanzi tutto una adesione personale dell'uomo<br />

a Dio; al tempo stesso ed <strong>in</strong>separabilmente, è l'assenso<br />

libero a tutta la verità che Dio ha rivelato. In quanto<br />

adesione personale a Dio e assenso alla verità da Lui<br />

rivelata, la fede cristiana differisce dalla fede <strong>in</strong> una persona<br />

umana. E' bene e giusto affidarsi completamente a<br />

Dio e credere assolutamente a ciò che Egli dice. Sarebbe<br />

vano e fallace riporre una simile fede <strong>in</strong> una creatura<br />

[Cf Ger 17,5-6; 150 Sal 40,5; Sal 146,3-4 ].<br />

Credere <strong>in</strong> Gesù Cristo, Figlio di Dio<br />

151 Per il cristiano, credere <strong>in</strong> Dio è <strong>in</strong>separabilmente credere<br />

<strong>in</strong> Colui che Egli ha mandato, "il suo Figlio prediletto"<br />

nel quale si è compiaciuto ( Mc 1,11 ); Dio ci ha<br />

detto di ascoltarlo [Cf Mc 9,7 ]. Il Signore stesso dice ai<br />

suoi discepoli: "Abbiate fede <strong>in</strong> Dio e abbiate fede anche<br />

<strong>in</strong> me" ( Gv 14,1 ). Possiamo credere <strong>in</strong> Gesù Cristo perché<br />

Egli stesso è Dio, il Verbo fatto carne: "Dio nessuno<br />

l'ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che è nel seno<br />

del Padre, Lui lo ha rivelato" ( Gv 1,18 ). Poiché Egli "ha<br />

visto il Padre" ( Gv 6,46 ), è il solo a conoscerlo e a poterlo<br />

rivelare [Cf Mt 11,27 ].<br />

18<br />

Credere nello Spirito Santo<br />

152 Non si può credere <strong>in</strong> Gesù Cristo se non si ha parte<br />

al suo Spirito. È lo Spirito Santo che rivela agli uom<strong>in</strong>i<br />

chi è Gesù. Infatti "nessuno può dire: "Gesù è Signore" se<br />

non sotto l'azione dello Spirito Santo" ( 1Cor 12,3 ). "Lo<br />

Spirito scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio...<br />

Nessuno ha mai potuto conoscere i segreti di Dio se non<br />

lo Spirito di Dio" ( 1Cor 2,10-11 ). Dio solo conosce pienamente<br />

Dio. Noi crediamo nello Spirito Santo perché è<br />

Dio.<br />

La Chiesa non cessa di confessare la sua fede <strong>in</strong> un solo<br />

Dio, Padre, Figlio e Spirito Santo.<br />

Per la vita<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> ascolto<br />

- Il simbolo della fede è segno di riconoscimento:<br />

quando lo proclamo, mi riconosco parte della<br />

Chiesa, comunità dei discepoli di Gesù Cristo; riconosco<br />

coloro che professano la mia stessa fede discepoli<br />

del Signore, <strong>in</strong>sieme con me; figli dello stesso<br />

Dio che riconosciamo nostro comune “Padre onnipotente”;<br />

abitati e santificati dal medesimo Spirito<br />

santo, che è Signore e dà la vita”. La professione del<br />

“Credo”, mi aiuta a rendermi meglio conto che sono<br />

parte della Chiesa, tanto più che esso viene proclamato<br />

nel corso dell’Eucaristia, banchetto della famiglia<br />

dei figli di Dio.<br />

- Quando proclamo il “Credo”, faccio una fredda<br />

elencazione di realtà che passano sopra la mia testa<br />

o mi rendo conto che si tratta di cose che mi riguardano,<br />

dato che esso altro non è che il “racconto”<br />

delle opere che Dio, Padre Figlio e Spirito, ha messo<br />

<strong>in</strong> atto per darmi salvezza?<br />

- Proclamo la professione di fede, unendo la mia<br />

voce a quella dell’assemblea dei fratelli e delle sorelle?


Vita della <strong>Comunità</strong><br />

17 novembre 2003 – 18 gennaio 2004<br />

Sono figli di Dio, con il Battesimo:<br />

58 Morana Giulia<br />

da Pietro e Tedoldi Crist<strong>in</strong>a b. 7 dicembre<br />

59 Podavitte Daniela<br />

da Gianluca e Fra Milena b. 7 dicembre<br />

60 Scordo Gloria<br />

da Carmelo e Baroni Stefania b. 21 dicembre<br />

61 Roveglia Matteo Andrea<br />

da Angelo e Bell<strong>in</strong>i Margherita b. 21 dicembre<br />

2004<br />

Hanno consacrato il loro amore<br />

davanti all’altare del Signore:<br />

Torri Silvano e Capoferri Katia il 7 dicembre<br />

Carp<strong>in</strong>eta Carlo e Pedal<strong>in</strong>o Chiara l’ 8 dicembre<br />

Rubagotti Riccardo e Focardi Simona il 27 dicembre<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />

1 Campana Alice<br />

da Adriani e Inverardi Laura b. 11 gennaio (Batt. di Gesù)<br />

2 Gesmundo Nicola<br />

da Domenico e Bezzi Claudia b. 11 gennaio<br />

3 Pezzotti Giulia Maria<br />

da Andrea e Morgano Silvia b. 18 gennaio<br />

4 Fossati Annalisa Benedetta Silvia<br />

da Eugenio e Monga Silvia b. 18 gennaio<br />

19


Ci hanno preceduto nell’eternità:<br />

54 Pedr<strong>in</strong>i Gaudiosa, di anni 82 7 novembre<br />

55 Franceschetti Mar<strong>in</strong>a, di anni 62 28 novembre<br />

56 Faust<strong>in</strong>i Lorenza, di anni 66 1 dicembre<br />

57 Vitali Antonio, di anni 78 6 dicembre<br />

58 Messali Domenica, di anni 97 10 dicembre<br />

59 Bondi Carmelo, di anni 57 9 dicembre<br />

60 Bondi Giancarlo, di anni 17 9 dicembre<br />

61 Bondi Marco, di anni 15 9 dicembre<br />

62 Bruni Amalia, di anni 90 22 dicembre<br />

2004<br />

1 Gaibotti V<strong>in</strong>cenzo (Vittorio), di anni 62 16 gennaio<br />

In memoria<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />

Solo poche parole, poiché alla tragedia che ha colpito una famiglia della nostra <strong>Comunità</strong> si addice il silenzio.<br />

Vogliamo però ricordarli: papà Carmelo con i suoi cari Giancarlo e Marco, due dei suoi tre figli, vittime dello spaventoso<br />

<strong>in</strong>cidente <strong>in</strong> cui, <strong>in</strong>sieme a loro, ha perso la vita una quarta persona.<br />

Li vogliamo ricordare nella preghiera, per affidarli alla misericordia di Dio.<br />

La <strong>Comunità</strong>, per moto spontaneo di solidarietà, si è stretta numerosa attorno a Natalia, rispettivamente sposa<br />

e madre, e ad Alfio, figlio primogenito e fratello, nei giorni <strong>in</strong> cui le tre salme, raccolte nella chiesetta dell’Oratorio<br />

femm<strong>in</strong>ile venivano vegliate e al momento dei funerali. La vic<strong>in</strong>anza premurosa dei parenti è per loro un aiuto<br />

a riempire, almeno per qualche istante, un po’ del<br />

vuoto che si è creato <strong>in</strong> quella casa divenuta improvvisamente<br />

troppo grande; anche la <strong>Comunità</strong> vuole,<br />

per quanto possibile, cont<strong>in</strong>uare ad essere vic<strong>in</strong>a, con<br />

discrezione e disponibilità, soprattutto attraverso la<br />

preghiera, aff<strong>in</strong>ché la fede apra qualche squarcio di<br />

luce nel buio fitto di un <strong>in</strong>dicibile dolore.<br />

A cura e su esclusiva <strong>in</strong>iziativa della Redazione.<br />

20


<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />

Calendario liturgico - pastorale<br />

NB: 1- ogni domenica pomeriggio, alle ore 15.00, salvo diversa <strong>in</strong>dicazione, preghiera e<br />

catechesi per adulti<br />

2- gli appuntamenti, salvo diversa <strong>in</strong>dicazione, hanno luogo <strong>in</strong> chiesa.<br />

25 - Domenica III del tempo ord<strong>in</strong>ario (Conversione di s. Paolo, apostolo) (Sett. I)<br />

Si conclude l’ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani.<br />

Gesù si recò a Nazareth... nella s<strong>in</strong>agoga si alzò a leggere. Gli fu<br />

dato il rotolo del profeta Isaia, apertolo... trovò il passo dove era<br />

scritto: “Lo Spirito del Signore è sopra di me... e mi ha mandato ad<br />

annunziare ai poveri un lieto messaggio... per proclamare ai prigionieri<br />

la liberazione e ai ciechi la vista”. (Lc. 4, 17-18)<br />

24 - Giovedì ore 15,30 Confessione per i ragazzi delle medie<br />

25 - Venerdì ore 16,10 Confessione per i fanciulli delle elementari<br />

FEBBRAIO<br />

1 - Domenica IV del Tempo Ord<strong>in</strong>ario (Sett. II)<br />

Oggi si celebra la XXVI “Giornata per la vita”, voluta dai Vescovi italiani per attirare l’attenzione<br />

dei credenti e degli uom<strong>in</strong>i di buona volontà sul tema del rispetto alla vita, dal<br />

suo concepimento f<strong>in</strong>o alla sua naturale conclusione; per suscitare <strong>in</strong>iziative volte a<br />

sensibilizzare l’accoglienza e la promozione della vita, diritto per ogni essere umano che<br />

si affaccia su questo mondo (v. pagg. 3-4).<br />

Tutti gli rendevano testimonianza (a Gesù) ed erano meravigliati<br />

delle parole di grazia che uscivano dalla sua bocca. (Lc. 4, 22)<br />

ore 11,45 celebrazione comunitaria del Battesimo<br />

2 - Lunedì Presentazione del Signore, festa<br />

ore 8,30 Celebrazione del rito della Luce.<br />

3 – Martedì S. Biagio, vescovo e martire, memoria facoltativa.<br />

Dopo le ss. Messe, celebrate secondo l’orario feriale, viene impartita, secondo tradizione,<br />

la benedizione della gola. Viene celebrata una s. Messa <strong>in</strong> più, alle ore 20,00.<br />

4 - Mercoledì ore 20,30 presso il Focolare, <strong>in</strong>contro di magistero per i catechisti.<br />

5- Giovedì primo del mese, giornata mensile di preghiera per le vocazioni: dopo la Messa<br />

delle ore 8.30 esposizione del ss. Sacramento con adorazione comunitaria;<br />

adorazione privata f<strong>in</strong>o alle ore 12.00<br />

6- Venerdì primo del mese, dedicato alla devozione del sacro Cuore<br />

8 - Domenica V del tempo ord<strong>in</strong>ario (Sett. III)<br />

Simon Pietro si gettò alle g<strong>in</strong>occhia di Gesù, dicendo: "Allontanati<br />

da me, Signore, perché sono un peccatore!". Gesù disse a Simone:<br />

- Non temere, d’ora <strong>in</strong> poi sarai pescatore di uom<strong>in</strong>i” (Lc. 15, 9 - 10)<br />

21


<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />

10 – Martedì <strong>in</strong> serata, <strong>in</strong>contro mensile di spiritualità per i giovani al centro Oreb, Cal<strong>in</strong>o<br />

11- Mercoledì Beata Verg<strong>in</strong>e Maria di Lourdes, memoria facoltativa<br />

XII “Giornata Mondiale del Malato”, istituita da Giovanni Paolo II come “momento<br />

forte di preghiera, condivisione, di offerta della sofferenza per il bene della Chiesa e di<br />

richiamo per tutti a riconoscere nel volto del fratello <strong>in</strong>fermo il santo volto di Cristo,<br />

che soffrendo, morendo e risorgendo ha operato la salvezza dell’umanità”.<br />

ore 16,00 s. Messa per gli ospiti della Casa Albergo, al piano rialzato della medesima<br />

ore 20,30 presso il Focolare, <strong>in</strong>contro di magistero per i catechisti.<br />

14 - Sabato Santi Cirillo e Metodio, patroni d’Europa, festa<br />

15 - Domenica VI del tempo ord<strong>in</strong>ario (ss.Faust<strong>in</strong>o e Giovita, patroni della Diocesi - Sett. I)<br />

Gesù diceva: "Beati voi poveri perché vostro è il regno di Dio, beati voi<br />

che ora avete fame, perché sarete saziati. Beati voi che ora piangete, perché<br />

riderete. Beati voi quando gli uom<strong>in</strong>i vi odieranno... rallegratevi perché<br />

la vostra ricompensa è grande nei cieli". (Lc. 7, 21-23)<br />

ore 14.20 nell’auditorium del Focolare, <strong>in</strong>contro con i genitori dei fanciulli di 3a el.<br />

ore 15.45 celebrazione comunitaria del Battesimo<br />

22 - Domenica VII del tempo ord<strong>in</strong>ario (Sett. II)<br />

Gesù disse ai suoi discepoli: " a voi che ascoltate, io dico: amate i vostri<br />

nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono,<br />

pregate per coloro che vi maltrattano". (Lc. 6, 27-28)<br />

Primo giorno del Triduo per i Defunti: tutte le ss. Messe sono<br />

celebrate a suffragio dei Defunti della Parrocchia.<br />

ore 15,00 Esposizione del Ss. Sacramento e adorazione comunitaria;<br />

adorazione personale f<strong>in</strong>o alle 16.00.<br />

23 - Lunedì e 24 - martedì cont<strong>in</strong>ua il Triduo. L’ufficio che precede la s. Messa è quello per i defunti.<br />

ore 7,00 s. Messa preceduta dalle Lodi<br />

ore 8,30 s. Messa preceduta dall’Ora media (Terza)<br />

ore 15,00 Esposizione del Ss. Sacramento e adorazione comunitaria e personale<br />

ore 16,30 s. Messa preceduta dal Vespro<br />

ore 20,00 s. Messa dist<strong>in</strong>ta.<br />

Term<strong>in</strong>a la prima parte del TEMPO ORDINARIO ( o “Per annum”) che riprenderà<br />

dopo Pentecoste, il 31 maggio.<br />

TEMPO DI QUARESIMA<br />

25 - Mercoledì Le Ceneri. Solenne <strong>in</strong>izio della Quaresima.<br />

È giorno di ast<strong>in</strong>enza dalle carni (=magro) per tutti e di digiuno per coloro che vi sono<br />

tenuti.<br />

Oltre a quelle delle 7,00 e delle 8,30,<br />

ore 16,30 s. Messa, a cui sono <strong>in</strong>vitati <strong>in</strong> particolare fanciulli e ragazzi.<br />

ore 20,00 s. Messa dist<strong>in</strong>ta di avvio del camm<strong>in</strong>o quaresimale, per gli adolescenti,<br />

i giovani e gli adulti.<br />

Per le proposte del Tempo di Quaresima, vedere pag. 26<br />

26 – Giovedì ore 15,30 Sacramento della Riconciliazione per i ragazzi delle medie.<br />

27 – Venerdì<br />

ore 15.00<br />

Giorno di ast<strong>in</strong>enza<br />

Via Crucis<br />

22


<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />

27 – Venerdì ore 16,10 Sacramento della Riconciliazione per i fanciulli delle elementari<br />

28 - Sabato ore 17,00 Sacramento della Riconciliazione per gli adolescenti, i giovani e<br />

gli adulti.<br />

29 – Domenica I di Quaresima (Sett. III)<br />

Gesù, pieno di Spirito santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto allo Spirito nel deserto,<br />

dove per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo (Lc. 4, 1-2).<br />

MARZO<br />

3 - Mercoledì ore 20.00 appuntamento quaresimale per gli adolescenti, i giovani e gli adulti<br />

4 - Giovedì primo del mese, giornata mensile di preghiera per le vocazioni: dopo la messa<br />

delle ore 8.30, viene esposto il Ss. Sacramento con un momento di<br />

adorazione comunitaria; adorazione privata f<strong>in</strong>o alle ore 12.00.<br />

5 – Venerdì È giorno di ast<strong>in</strong>enza.<br />

ore 15.00 Via Crucis<br />

ore 16.15 presso la chiesa delle Madri, <strong>in</strong> via Cavour, <strong>in</strong>contro quaresimale per i fanciulli delle elementari e<br />

i ragazzi delle medie<br />

6 - Sabato a partire dalle ore 17,00 i sacerdoti sono disponibili per il Sacramento<br />

della Riconciliazione.<br />

7 – Domenica II di Quaresima (Sett. I)<br />

In quel tempo Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì<br />

sul monte a pregare. E, mentre pregava, il suo volto cambiò d'aspetto<br />

e la sua veste divenne candida e sfolgorante (Lc. 9, 28-29).<br />

ore 9.30: presso la casa delle Madri, ritiro II per i fanciulli/e di 4a e 5a el.<br />

ore 11,45 celebrazione comunitaria del Battesimo<br />

ore 15.00 Preghiera del Vespro e catechesi per gli adulti. Così ogni<br />

domenica di Quaresima<br />

9 - Martedì <strong>in</strong> serata, <strong>in</strong>contro di spiritualità per giovani al centro Oreb, Cal<strong>in</strong>o.<br />

10 - Mercoledì ore 20.00 appuntamento quaresimale per gli adolescenti, i giovani e gli adulti<br />

12 – Venerdì<br />

ore 15.00<br />

È giorno di ast<strong>in</strong>enza.<br />

Via Crucis<br />

ore 16.15 presso la chiesa delle Madri, <strong>in</strong> via Cavour, <strong>in</strong>contro quaresimale per<br />

i fanciulli delle elementari e i ragazzi delle medie<br />

13 - Sabato a partire dalle ore 17,00 i sacerdoti sono disponibili per il<br />

Sacramento della Riconciliazione.<br />

14 - Domenica III di Quaresima (Sett. II)<br />

Gesù disse questa parabola: " Un tale aveva un fico piantato nella<br />

vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al<br />

vignaiolo: “ Taglialo”. Quegli rispose: “ Padrone, lascialo ancora quest’anno<br />

e poi... se non porterà frutto lo taglierai”" (Lc. 13, 6-8).<br />

ore 9.30: presso la casa delle Madri, ritiro II per i ragazzi/e di 1a media<br />

16 - Martedì ore 20,30 presso il Focolare, <strong>in</strong>contro per i genitori dei ragazzi di 3a media<br />

17 - Mercoledì ore 20.00 appuntamento quaresimale per gli adolescenti, i giovani e gli adulti<br />

19 - Venerdì S. GIUSEPPE SPOSO DELLA B.V. MARIA, solennità.<br />

È giorno di ast<strong>in</strong>enza.<br />

23


<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />

ore 15.00 Via Crucis<br />

ore 16.15 presso la chiesa delle Madri, <strong>in</strong> via Cavour, <strong>in</strong>contro quaresimale per<br />

i fanciulli delle elementari e i ragazzi delle medie<br />

ore 20.00 S. Messa dist<strong>in</strong>ta <strong>in</strong> onore di s. Giuseppe; sono <strong>in</strong>vitati <strong>in</strong> modo<br />

particolare i papà.<br />

20 - Sabato a partire dalle ore 17,00 i sacerdoti sono disponibili per il<br />

Sacramento della Riconciliazione.<br />

21 - Domenica IV di Quaresima (Sett. III)<br />

ore 9,30<br />

Gesù disse questa parabola: " Un uomo aveva due figli. Il più giovane<br />

disse al padre: “Padre, dammi la parte del patrimonio che mi<br />

spetta ….Il figlio partì per un paese lontano e là sperperò tutto vivendo<br />

da dissoluto...”" (Lc. 15, 11-13)<br />

Ritiro II per i ragazzi di 2a media<br />

NB: per i ragazzi di 3a media, il ritiro di Quaresima consisterà nella preparazione<br />

e nella realizzazione del pellegr<strong>in</strong>aggio a Roma, <strong>in</strong>sieme ai cresimandi – cresimati della<br />

Diocesi, <strong>in</strong> occasione della Domenica delle Palme.<br />

ore 15,45 celebrazione comunitaria del Battesimo<br />

22/23/24 – Lun./mar./mer. serate di spiritualità per gli adolescenti e i giovani<br />

24 - Mercoledì ore 20.00 appuntamento quaresimale per gli adolescenti, i giovani e gli adulti<br />

25 - Giovedì ANNUNCIAZIONE DEL SIGNORE, solennità<br />

ore 20,00 processione al santuario sul monte e s. Messa con i frati OSM.<br />

26- Venerdì È giorno di ast<strong>in</strong>enza.<br />

ore 15.00 Via Crucis<br />

ore 16.15 presso la chiesa delle Madri, <strong>in</strong> via Cavour, <strong>in</strong>contro quaresimale per<br />

i fanciulli delle elementari e i ragazzi delle medie<br />

27 - Sabato a partire dalle ore 17,00 i sacerdoti sono disponibili per<br />

il Sacramento della Riconciliazione.<br />

28 - Domenica V di Quaresima (Sett. I)<br />

"Chi di voi è senza peccato, scagli per primo la pietra contro di lei" …..<br />

"Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?" Ed essa rispose:<br />

"Nessuno Signore". E Gesù le disse: "Neanch’io ti condanno, va’ e<br />

d’ora <strong>in</strong> poi non peccare più". (Gv. 8, 9-11)<br />

ore 14,20 presso il Focolare, <strong>in</strong>contro per i genitori dei fanciulli di 3a el.<br />

31 - Mercoledì <strong>in</strong> chiesa, ritiro II per gli adulti; due le possibilità:<br />

1 – alle 14.30: momento di preghiera, proposta di riflessione, possibilità di preghiera personale e guidata,<br />

davanti all’Eucaristia solennemente esposta; benedizione conclusiva;<br />

2 – alle 20.00, per chi è impossibilitato nel pomeriggio, secondo le medesime modalità.<br />

APRILE<br />

1 – Giovedì Primo del mese, giornata mensile di preghiera per le vocazioni: dopo<br />

la Messa delle 8,30, esposizione del ss. Sacramento, breve adorazione<br />

comunitaria, adorazione personale privata f<strong>in</strong>o alle ore 12,00.<br />

2- Venerdì È giorno di ast<strong>in</strong>enza.<br />

ore 15.00 Via Crucis<br />

ore 16.15 presso la chiesa delle Madri, <strong>in</strong> via Cavour, <strong>in</strong>contro quaresimale per<br />

i fanciulli delle elementari e i ragazzi delle medie<br />

3 - Sabato a partire dalle ore 17,00 i sacerdoti sono disponibili per il Sacramento<br />

della Riconciliazione.<br />

24


<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />

Proposte per il tempo di Quaresima<br />

La Quaresima ci prepara alla celebrazione dell’evento fondamentale della fede cristiana: la Pasqua di morte e<br />

risurrezione di Nostro Signore Gesù Cristo.<br />

Tempo “forte”, <strong>in</strong> esso lo Spirito del Signore ci chiama ad aprirci con maggiore disponibilità alla sua Grazia,<br />

aff<strong>in</strong>ché possiamo attuare un camm<strong>in</strong>o di conversione e giungere a Pasqua almeno un poco r<strong>in</strong>novati. È tempo<br />

che ci ricorda che la nostra vita è lotta per crescere e lasciarci amare, per diventare capaci di amare a nostra<br />

volta: è questa la vita nuova di coloro che, nel Battesimo, sono risorti con Cristo. Le armi di questa lotta:<br />

1- un impegno particolare nell’ascolto della Parola di Dio e una maggiore disponibilità alla preghiera,<br />

vissuta anche più <strong>in</strong>tensamente;<br />

2- la pratica penitenziale, che “allena” la volontà, riafferma il primato di Dio sulle cose e ci mette<br />

i condizione di attuare<br />

3- una maggiore capacità di condivisione con chi è povero, attraverso le opere di carità fraterna.<br />

La <strong>Comunità</strong> parrocchiale, secondo le sue fasce d’età, è chiamata a vivere alcuni appuntamenti con il Signore,<br />

aff<strong>in</strong>ché possiamo imparare a metterlo maggiormente al centro della vita.<br />

Per tutti: - Ogni giorno, le ss. Messe sono precedute dalla celebrazione della Liturgia delle Ore:<br />

le Lodi alle 7.00, l’Ora di Terza alle 8.30, il Vespro alle 16.30.<br />

- La Messa delle 8.30 e delle 16.30 è accompagnata da una breve proposta di riflessione.<br />

- Ogni lunedì, martedì, mercoledì e giovedì la Messa delle 8.30 è preceduta dalla Via Crucis.<br />

- Ogni venerdì, ore 15.00: Via Crucis dist<strong>in</strong>ta<br />

b) Per i fanciulli delle elementari e i ragazzi delle medie:<br />

- la confessione di <strong>in</strong>izio Quaresima, rispettivamente giovedì 26/2 e venerdì 27/2, nel pomeriggio<br />

- ogni venerdì alle 16.15, nella chiesa dell’Oratorio femm.: <strong>in</strong>contro di riflessione e preghiera;<br />

- il ritiro, secondo quanto <strong>in</strong>dicato nel calendario<br />

c) Per gli adolescenti, i giovani, i giovani adulti:<br />

- la confessione di <strong>in</strong>izio Quaresima, sabato 28/2, alle 17,00<br />

- ogni mercoledì, alle ore 20.00, appuntamento quaresimale, <strong>in</strong> chiesa parrocchiale<br />

- dal 22 al 24 marzo, le serate di spiritualità, all’Oratorio femm<strong>in</strong>ile.<br />

d) Per gli adulti:<br />

- la confessione di <strong>in</strong>izio Quaresima, sabato 28/2, alle 17.00<br />

- l’appuntamento quaresimale del mercoledì, alle 20.00, <strong>in</strong> chiesa parrocchiale.<br />

- il ritiro, secondo la duplice possibilità <strong>in</strong>dicata a pag. 25<br />

Sul numero di aprile verrà <strong>in</strong>dicato il calendario delle celebrazioni penitenziali <strong>in</strong> vista della Pasqua.<br />

Ricordare che 1) tutti i venerdì di Quaresima sono di magro.<br />

2) Il mercoledì delle Ceneri e il Venerdì Santo sono giorni di magro e digiuno per tutti coloro<br />

che vi sono tenuti.<br />

A PROPOSITO DI ASTINENZA E DIGIUNO: così dice il Codice di Diritto Canonico, canone 1252<br />

Alla legge dell’ast<strong>in</strong>enza sono tenuti coloro che hanno compiuto il 14 anno di età; alla legge del digiuno, <strong>in</strong>vece, tutti i<br />

maggiorenni f<strong>in</strong>o al 60 O anno <strong>in</strong>iziato. Tuttavia i pastori d’anime e i genitori si adoper<strong>in</strong>o perché anche coloro che non<br />

sono tenuti alla legge del digiuno e dell’ast<strong>in</strong>enza a motivo della m<strong>in</strong>ore età, siano formati al genu<strong>in</strong>o senso della penitenza.<br />

25


Da diversi anni la nostra Diocesi sta prendendo coscienza<br />

che l’<strong>in</strong>iziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi (<strong>in</strong><br />

età della scuola dell’obbligo) non raggiunge il suo scopo<br />

pr<strong>in</strong>cipale, quello di generare cristiani consapevoli e coerenti.<br />

Da questa considerazione prendono avvio una serie di<br />

studi e progetti che sfociano nel documento che il nostro<br />

Vescovo ha consegnato alla diocesi il 15 agosto 2003,<br />

chiedendo a tutta la comunità diocesana d i esam<strong>in</strong>arlo,<br />

farlo proprio e attuarlo.<br />

È certamente una scelta coraggiosa che porterà a vivere il<br />

catechismo dei ragazzi <strong>in</strong> modo nuovo.<br />

È una scelta difficile perché condurrà ad <strong>in</strong>comprensioni<br />

e forse chiusure, almeno nel suo <strong>in</strong>izio.<br />

È una scelta necessaria che si impone alla coscienza delle<br />

comunità cristiane che assistono allo sfilacciarsi delle<br />

nuove generazioni di cristiani e che sperimentano al contempo<br />

comunità cristiane di adulti poco <strong>in</strong>cisive.<br />

Con il gruppo dei catechisti abbiamo analizzato e riflettuto<br />

su questo progetto <strong>in</strong> vista di una futura e non lontana<br />

realizzazione.<br />

Cercheremo di s<strong>in</strong>tetizzare questo documento proposto<br />

alla nostra attenzione e accoglienza a tutta la comunità;<br />

per chi lo desiderasse è possibile leggere l’<strong>in</strong>tero documento<br />

collegandosi al sito <strong>in</strong>ternet della nostra diocesi(www.diocesi.brescia.it)<br />

o chiedendone una copia ai<br />

sacerdoti.<br />

Il documento dal titolo L’Iniziazione Cristiana dei<br />

Fanciulli e dei Ragazzi è diviso <strong>in</strong> tre parti:<br />

1. Analisi della situazione<br />

2. Orientamenti fondamentali per un nuova<br />

prassi dell’<strong>in</strong>iziazione cristiana dei fanciulli e<br />

dei ragazzi<br />

3. It<strong>in</strong>erario ord<strong>in</strong>ario e camm<strong>in</strong>i differenziati<br />

La prima tappa riprendendo la lettera pastorale<br />

dei Vescovi lombardi “La fede <strong>in</strong><br />

Lombardia” (del 1994) cerca di presentare<br />

una fotografia dell’esistente evidenziando le<br />

difficoltà di comunicare la fede <strong>in</strong> un contesto<br />

che è radicalmente cambiato rispetto a<br />

non molti decenni fa e che non presenta più i<br />

presupposti per la crescita della fede cristiana.<br />

Secolarismo, rapidi cambiamenti culturali,<br />

fragilità morale, pluralismo religioso sono tra<br />

i fattori che contribuiscono maggiormente a<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o - Diocesi<br />

L’Iniziazione Cristiana<br />

dei fanciulli e dei ragazzi<br />

di don Oscar<br />

26<br />

costituire questo nuovo panorama sociale e culturale che<br />

risulta di fatto una sfida alla fede cristiana.<br />

Nella nostra diocesi la tradizione oratoriana e la presenza<br />

alla catechesi dei ragazzi <strong>in</strong> età scolare sembrano tenere,<br />

ma i frutti di questa azione paiono venire meno; assistiamo<br />

<strong>in</strong>fatti all’abbandono da parte di numerosissimi<br />

ragazzi della vita di fede una volta raggiunta la S.<br />

Cresima.<br />

Che fare? Come aiutare i ragazzi a diventare cristiani?<br />

Sono <strong>in</strong>terrogativi che sacerdoti, catechisti, educatori si<br />

pongono di cont<strong>in</strong>uo.<br />

Tutti questi elementi evidenziano la necessità di ripensare<br />

l’<strong>in</strong>iziazione cristiana dei fanciulli e dei ragazzi ed una<br />

nuova prassi deve essere caratterizzata da una duplice<br />

fedeltà: conformità alla situazione odierna e alla verità<br />

della Rivelazione e della Verità cristiana (attenzione<br />

all’uomo e fedeltà al Vangelo)<br />

La prima parte del documento conclude sottol<strong>in</strong>eando<br />

che non è più possibile farsi illusioni di vivere <strong>in</strong> una<br />

società cristianizzata, non è più lecito dare per scontata la<br />

fede cristiana. Di qui la necessità di ridare il primato all’evangelizzazione<br />

<strong>in</strong> vista del generare o rigenerare la fede.<br />

È necessario <strong>in</strong>oltre superare la prassi di proporre ai<br />

ragazzi un unico camm<strong>in</strong>o sulla falsariga dell’ambito<br />

scolastico (il catechismo che procede parallelo all’it<strong>in</strong>erario<br />

scolastico).<br />

Più attenzione ai ragazzi e maggior co<strong>in</strong>volgimento di<br />

tutta la comunità cristiana, che deve essere stimolo ed<br />

esempio di vita cristiana.<br />

(Sui prossimi numeri cont<strong>in</strong>ueremo l’analisi del documento)


La celebrazione della<br />

“Memoria del Battesimo”<br />

I nostri fanciulli di 2 a elementare stanno muovendo<br />

i loro primi passi del loro Camm<strong>in</strong>o di<br />

Iniziazione Cristiana.<br />

Domenica 30 novembre 2003 alle ore 10,00 durante<br />

S. Messa hanno fatto “Memoria del loro<br />

Battesimo” circondati da mamma, papà e dai loro<br />

padr<strong>in</strong>i; erano tutti molto emozionati.<br />

Questo momento è stato preparato e vissuto<br />

molto <strong>in</strong>tensamente: la domenica precedente si è<br />

svolto presso l’oratorio femm<strong>in</strong>ile una giornata di<br />

ritiro dove abbiamo guardato <strong>in</strong>sieme un filmato,<br />

seguito poi da una riflessione e dalla santa Messa;<br />

abbiamo preparato anche le preghiere da leggere<br />

per questo giorno. Non è mancato<br />

il gioco dove si sono scatenati<br />

a più non posso. Il pomeriggio di<br />

dom. 30/11 abbiamo cont<strong>in</strong>uato<br />

<strong>in</strong> altro modo la festa per il loro<br />

Battesimo <strong>in</strong>iziata al matt<strong>in</strong>o:<br />

l’<strong>in</strong>contro di catechismo si è svolto<br />

con un momento di preghiera,<br />

dei giochi e un suntuoso r<strong>in</strong>fresco<br />

preparato dalle mamme (grazie<br />

mamme per le torte e per averci<br />

aiutato a pulire gli ambienti…).<br />

Signore, fa che l’entusiasmo cui<br />

erano colmi i nostri bamb<strong>in</strong>i per<br />

questa festa, li accompagni per tutto il loro camm<strong>in</strong>o<br />

di vita <strong>in</strong>sieme all’aiuto nostro ma soprattutto<br />

a quello di mamma e papà.<br />

I catechisti: Elena, Tiziana, Diego,<br />

Silvia, Paola, Leonardo, Ambra<br />

Noi sacerdoti aggiungiamo un “grazie” ai catechisti<br />

per il molto lavoro che la preparazione di questa<br />

celebrazione ha comportato: ricerca dei dati di battesimo,<br />

preparazione delle preghiere, prove, confezione<br />

delle pergamene ricordo, festa del pomeriggio.<br />

Non a caso questo articolo affianca quello che parla<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o - Parrocchia<br />

27<br />

del nuovo Camm<strong>in</strong>o di Iniziazione Cristiana dei<br />

Fanciulli e dei Ragazzi: una celebrazione che faccia<br />

esplicito riferimento al battesimo è da esso prevista:<br />

abbiamo giocato un po’ d’anticipo; questo, tra l’altro,<br />

ci ha offerto il vantaggio di non trovarci ad <strong>in</strong>trodurre,<br />

quando sarà il momento, troppe novità tutte <strong>in</strong><br />

una volta, anche se questa celebrazione era <strong>in</strong> pro-<br />

getto Nelle comunque. foto, alcuni momenti della celebrazione<br />

Prima Confessione: Dom. 4 maggio, pom.<br />

Messa di Prima Comunione: Dom. 16 maggio<br />

Sacramento della Cresima: Dom. 6 giugno<br />

Foto Capretti


L'anno 2003 è stato dedicato dall'Onu alla riflessione<br />

sull'handicap. Mi sembra uno spunto importante per<br />

riflettere sulla vita e la dignità della vita umana, pur<br />

senza entrare <strong>in</strong> merito ai problemi legati a questa realtà:<br />

la nascita e la reazione dei genitori, le problematiche relazionali<br />

e sociali, l'<strong>in</strong>serimento nella scuola e nel mondo<br />

del lavoro…….<br />

La diagnosi <strong>in</strong> gravidanza di un figlio malformato è un<br />

dramma di straord<strong>in</strong>aria <strong>in</strong>tensità. Dalla gioiosa attesa di<br />

un figlio al baratro di una vita segnata dal dolore e dalla<br />

malattia. Nei sondaggi di op<strong>in</strong>ione non c'è mai stata una<br />

maggioranza favorevole alla libera scelta dell'aborto. Il<br />

70-80% degli <strong>in</strong>tervistati è contrario all'aborto per qualsiasi<br />

causa. La maggioranza si capovolge e il numero si<br />

<strong>in</strong>nalza, se viene proposto un caso estremo: un figlio gravemente<br />

malato, che fare?<br />

Spesso, su certi argomenti, l'emozione, la compassione,<br />

la paura, prevalgono sulla ragione e sull'amore. La logica<br />

che sta alla base è quella per la quale l'unica vita che vale<br />

la pena di essere vissuta è quella perfetta, senza handicap.<br />

Una vita con handicap è una vita da buttare. Ma non è<br />

contraddittorio affermare l'uguaglianza e togliere i disabili<br />

dall'isolamento e poi ord<strong>in</strong>arne la morte quando<br />

sono nel seno della madre? Si può lottare contro la malattia<br />

uccidendo i malati?<br />

La condizione dei disabili certamente pone a tutti degli<br />

<strong>in</strong>terrogativi. La cronaca è ricca di storie che descrivono la<br />

<strong>in</strong>adeguatezza delle strutture, la mancanza di personale<br />

idoneo e una certa difficoltà (o forse <strong>in</strong>differenza?) nei<br />

confronti dell'handicap. Ma c'è anche la consolante<br />

realtà di istituzioni splendide a servizio dei disabili e di<br />

persone che non si tirano <strong>in</strong>dietro quando si tratta di collaborare<br />

con le famiglie e i servizi sociali per far stare<br />

meglio chi è <strong>in</strong> difficoltà. Un'attenzione precisa e concreta<br />

nell'accoglienza dei portatori di handicap, però, impone<br />

di non considerare queste persone solo un problema<br />

da risolvere. Disabili, handicappati, portatori di handicap,<br />

diversamente abili…. Forse sono tutti term<strong>in</strong>i sbagliati<br />

o a rischio di uso sbagliato. Quando <strong>in</strong>contriamo<br />

una persona siamo colpiti dal suo volto, dalla sua storia,<br />

da quello che, per il solo fatto di esistere, questa persona<br />

OBIETTIVO VITA<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />

La tua vita è un dono<br />

a cura di Stefano Pedal<strong>in</strong>o<br />

28<br />

ci dona. È forse <strong>in</strong>giusto pensare al 'problema' dei disabili;<br />

è molto più umano pensare a persone <strong>in</strong> carne e ossa,<br />

storia e sentimenti.<br />

Il testo che segue non è fantasia. È stato scritto dalla<br />

madre di un figlio down, morta alcuni anni fa a Firenze,<br />

dove abitava, <strong>in</strong> piazza S. Gervasio. Aveva raccontato la<br />

sua esperienza di una vita passata con un figlio disabile,<br />

testimoniando così che nessuna vita è <strong>in</strong>utile, ed aveva<br />

consegnato lo scritto al suo parroco, don Giancarlo Setti,<br />

cofondatore del primo centro di aiuto alla vita <strong>in</strong> Italia.<br />

Il testo è stato pubblicato sulla rivista "Sì alla vita".<br />

"Sei nato a mezzogiorno, di un venerdì. Senza grandi clamori,<br />

alla svelta, senza farmi soffrire troppo. Avevi gli<br />

occhi chiusi, la l<strong>in</strong>gua penzoloni. Ti guardai e pensai: -<br />

com'è brutto! - ma non ebbi il coraggio di dirlo e dissi: -<br />

com'è picc<strong>in</strong>o! -.<br />

Le cose col tempo non miglioravano. Tutti sapevano,<br />

<strong>in</strong>torno a noi, meno tuo padre ed io. Ci mandarono da un<br />

medico famoso. Quando tornai a casa, ti rimisi nella tua<br />

culla, ti guardai e pregai: " Signore, Dio dà, Dio toglie:<br />

riprenditelo ora. A che serve la sua vita <strong>in</strong>utile?".<br />

Perdonami, figlio mio.<br />

Ti chiesi perdono allora, subito, e ti chiedo perdono ora.<br />

Inutile la tua vita?<br />

Imparai che eri un figlio come gli altri, solo con problemi<br />

diversi. Quando dicesti 'mamma' piansi di gioia anche se<br />

avevi tre anni. Quando, malfermo sulle gambe, mi corresti<br />

<strong>in</strong>contro, spalancai le braccia e fui felice, anche se avevi<br />

più di quattro anni. E mi <strong>in</strong>segnasti la pazienza.<br />

Quando, <strong>in</strong> quell'epoca, nessuno ti voleva, né la scuola,<br />

né la società, imparai ad essere umile, sorridente e gentile,<br />

perché qualcuno ti facesse una carezza. E mi <strong>in</strong>segnasti<br />

l'umiltà.Quando la gente com<strong>in</strong>ciò ad accorgersi di te<br />

e di quelli come te, com<strong>in</strong>ciai a combattere e combatto<br />

ancora, perché tu fossi accettato. E mi <strong>in</strong>segnasti a lottare.<br />

Quando <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e le altre madri sognavano per i loro figli il<br />

primo posto nella scuola, nella carriera, nella società, io<br />

mi accontentavo dei tuoi piccoli progressi. E mi <strong>in</strong>segnasti<br />

a desiderare per i miei figli la felicità, non la ricchezza<br />

ed il successo.


Inutile la tua vita?<br />

E quando venne la zia ad abitare accanto a noi, <strong>in</strong>asprita<br />

dalle sue disgrazie, con un carattere impossibile e <strong>in</strong>sopportabile,<br />

sola, per il vuoto che tutti parenti le avevano<br />

creato <strong>in</strong>torno, e <strong>in</strong>capace di star sola, ancora una volta la<br />

tua vita si mostrò non utile ma necessaria: per ventidue<br />

anni tu le facesti compagnia, giorno dopo giorno, sopportando<br />

il suo dispotismo, a volte la sua prepotenza,<br />

volendole bene, addolcendo i suoi momenti tristi, facendola<br />

sorridere con le tue uscite paradossali. Per ventidue<br />

anni desti uno scopo alla sua vita, un ritmo alle sue giornate,<br />

un perché ai suoi gesti.<br />

Inutile la tua vita?<br />

Quando lei morì, ti riavemmo tutto per noi. Tuo padre ed<br />

io, con la maturità, avevamo conosciuto una tenerezza<br />

nuova, un'<strong>in</strong>tesa mai raggiunta prima: tutti e tre passammo<br />

l'ultima vacanza felice, la più bella di tutta la<br />

nostra vita. Poi la malattia, la morte di tuo padre.<br />

Quando tornai disperata dal Camposanto, trovai di<br />

nuovo te, a casa, te che non sapevi niente, che capivi poco<br />

ma che 'sentivi', per quella misteriosa sensibilità che hai,<br />

che qualcosa di terribile era successo. E per te ho ricom<strong>in</strong>ciato<br />

prima a sopravvivere, poi, sia pure <strong>in</strong> tono<br />

m<strong>in</strong>ore, a vivere: per te ho ricom<strong>in</strong>ciato a lavorare, a lottare.<br />

Tu sei la mia compagnia: se ho ancora una carezza, se<br />

ancora qualcuno mi abbraccia, se qualcuno ancora si<br />

ricorda che il bisogno di tenerezza non ha età, lo devo a<br />

te. Se riesco ancora a dare felicità a qualcuno, questo sei<br />

tu, a cui basta tanto poco per essere felice. Inutile la tua<br />

vita?<br />

La mamma.<br />

A una di queste mamme, e sono tante, pensava il Papa<br />

quando scriveva nell'Evangelium Vitae, al n.87: "Vi r<strong>in</strong>graziamo,<br />

madri eroiche per il vostro amore <strong>in</strong>v<strong>in</strong>cibile!"<br />

La storia di questa madre ci <strong>in</strong>segna il valore di ogni vita<br />

29<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />

e come pregare per la vita con la vita. Pregare per la vita è<br />

rendere grazie e aprirci alla meraviglia del dono: la vita è<br />

un dono che non ha prezzo, richiede gratuità e genera, a<br />

sua volta, dono.<br />

Pregare per la vita è chiedere perdono perché non ci<br />

lasciamo più stupire da chi ci vive accanto, perché consideriamo<br />

le persone secondo i parametri dell'utilità e del<br />

reddito, per le tante forme e i tanti modi <strong>in</strong> cui facciamo<br />

della vita una cosa di cui disporre a piacimento, per la<br />

disattenzione, lo scarso coraggio, il dis<strong>in</strong>teresse.<br />

Pregare per la vita è anche chiedere un'attenzione r<strong>in</strong>novata<br />

e uno sguardo profondo per lasciarci sorprendere,<br />

per stare accanto ad ogni persona che vive, per aprirci<br />

all'altro e impegnarci per la tutela della vita, perché non<br />

sia una cosa tra tante, ma un dono, anche quando si presenta<br />

nel segno della debolezza e della sofferenza.<br />

Ho osservato….<br />

Ho osservato il pied<strong>in</strong>o di un piccolo nella sua bocca<br />

ancora avida di latte, le mani di un vecchio ferme, assumere<br />

l'acqua da una mano fraterna.<br />

Ti dico grazie per l'occhio che il tuo Spirito, Signore,<br />

rende acuto e <strong>in</strong>travede il mistero della vita dono dal<br />

dono, anche se tribolata, negata, sofferta.<br />

Il coraggio ti chiedo per la mia vita. che sia il canto di<br />

tutti i giorni, la promessa che non fallisce, l'impegno che<br />

non viene meno, il dono che non si ritrae, come fu il Sì di<br />

Tua Madre e le Tue braccia stese per tutti.<br />

Enrico Solmi (Noi - Suppl. Avvenire- Gennaio 2003)


<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />

LA CHIESA – LA RELIGIONE – LE SETTE<br />

Nella visita pastorale dell’arcivescovo Bruno Foresti<br />

è stato distribuito ai parroci un questionario att<strong>in</strong>ente<br />

alla presenza sul proprio territorio di aderenti<br />

a nuovi movimenti religiosi. Tra i risultati del sondaggio<br />

risalta il dato riguardante i seguaci dei<br />

Testimoni di Geova ( forse impreciso per difetto)<br />

che appaiono presenti nella meta delle parrocchie e<br />

che sembrano disporre delle sale del regno ampiamente<br />

distribuite sul territorio diocesano.<br />

Considerata la capillare diffusione dei seguaci del<br />

movimento, è comprensibile che si possa essere<br />

facilmente visitati da essi al proprio domicilio o che<br />

si ricevano copie delle loro pubblicazioni qu<strong>in</strong>dic<strong>in</strong>ali<br />

“ La torre di guardia” e “ Svegliatevi”. In taluni<br />

casi il contatto può avvenire tramite parenti o conoscenti,<br />

colleghi di lavoro…<br />

l STORIA E DOTTRINA. La storia ha <strong>in</strong>izio nel<br />

secolo scorso, quando nell’ambiente cristiano nord<br />

americano sorsero altri movimenti che acquisirono<br />

<strong>in</strong> seguito, tratti ben dist<strong>in</strong>ti. Il fondatore Charles<br />

T.Russel ( 1852 – 1916)aderì alla religione avventista<br />

( = corrente cristiana che riteneva prossimo il<br />

ritorno <strong>in</strong> terra di Cristo e basandosi<br />

su una serie di speculazioni<br />

numerologiche e su op<strong>in</strong>ali <strong>in</strong>terpretazioni<br />

di alcuni testi biblici,<br />

annunciò che Gesù sarebbe visibilmente<br />

tornato sulla terra nel 1914).<br />

Per lui ed i suoi seguaci il fallimento<br />

di questa previsione fu un duro<br />

colpo, che però non provocò le f<strong>in</strong>e<br />

del gruppo, perché Russel pensò<br />

bene di formulare una nuova previsione.<br />

Alla sua morte il successore<br />

Rutherford fissò la venuta di Cristo<br />

per il 1925, però si rivelò nuovamente<br />

errata. I dirigenti del gruppo<br />

( SECONDA PARTE)<br />

a cura di don Francesco<br />

CHI SONO I TESTIMONI DI GEOVA ?<br />

30<br />

nel corso dei decenni perfezionarono i metodi di<br />

<strong>in</strong>dottr<strong>in</strong>amento e svilupparono un apparato di<br />

dottr<strong>in</strong>e che richiedono l’adesione <strong>in</strong>condizionata<br />

degli adepti. Attualmente un gruppo ristretto di<br />

persone costituisce il corpo direttivo, suprema autorità<br />

del movimento con sede a Brooklyn, che provvede<br />

alla elaborazione dei testi dottr<strong>in</strong>ali e si adopera<br />

aff<strong>in</strong>ché le variazioni del tempo e le contraddizioni<br />

presenti nei propri <strong>in</strong>segnamenti non vengano<br />

percepite dai seguaci. La loro dottr<strong>in</strong>a preannunzia<br />

come prossima la f<strong>in</strong>e del mondo ( senza precisare<br />

una data) e la necessità di aderire al gruppo se si<br />

desidera essere guidati <strong>in</strong> modo giusto nel giorno<br />

del giudizio.<br />

Dio avrebbe un corpo spirituale e abiterebbe <strong>in</strong> un<br />

ben delimitato luogo nello spazio. Lo Spirito santo<br />

non è una persona, ma la forma priva di ragione dell’energia<br />

div<strong>in</strong>a. Gesù non è Dio, ma la sua prima<br />

creatura, cioè l’arcangelo Michele. I testimoni di<br />

Geova devono dedicare gran parte del proprio<br />

tempo allo studio dei testi ed alla predicazione<br />

porta a porta, durante la quale distribuiscono le


loro pubblicazioni. La vita del testimone di Geova<br />

è regolata dettagliatamente dal corpo direttivo ed<br />

i contatti personali con i seguaci sono di fatto<br />

ridotti alle occasioni di propaganda, ai doveri lavorativi<br />

ed alle necessità della vita quotidiana. Chi<br />

aderisce al movimento perde nell’asco di qualche<br />

tempo tutti i rapporti al di fuori del gruppo compresi<br />

quelli con i familiari e parenti o amici e le istituzioni<br />

del corpo direttivo si trasformano nell’unica<br />

realtà che conosce.<br />

l QUESTIONI RILEVANTI. I testimoni di Geova<br />

sostengono che la loro fede si basa esclusivamente<br />

sulla Bibbia, è vero? Be essi credono pedissequamente<br />

a quanto è <strong>in</strong>segnato dal corpo direttivo<br />

tramite le pubblicazioni del movimento, accettandone<br />

sup<strong>in</strong>amente dottr<strong>in</strong>a e <strong>in</strong>terpretazioni dei<br />

testi biblici, anche quando sono <strong>in</strong>fondate o errate.<br />

La loro Bibbia si <strong>in</strong>titola “ Traduzione del<br />

Nuovo Mondo delle Scritture sacre” si tratta di<br />

una edizione affidabile del sacro libro? Questi<br />

testi biblici subiscono un sottile tradimento<br />

<strong>in</strong> modo che risultassero adeguati per sostenere<br />

gli <strong>in</strong>segnamenti del corpo direttivo.<br />

A titolo esemplificativo si veda la traduzione<br />

della lettera ai Colossesi (1,16)<br />

che il volume traduce:” tutte le altre<br />

cose sono state create per mezzo<br />

di Lui e per lui ( Cristo)” l’aggettivo<br />

“altre” non compare nel<br />

testo greco ma è stato<br />

aggiunto nella versione<br />

per dare <strong>in</strong>tendere che<br />

Egli non sarebbe altro che una creatura tra molte<br />

escludendone altre così la natura div<strong>in</strong>a. Si consider<strong>in</strong>o<br />

pure la sistematica e scientificamente <strong>in</strong>novativa<br />

traduzione di Palo di Tortura laddove c’è<br />

riferimento alla croce di Cristo, il surrettizio utilizzo<br />

di Geova ( erronea vocalizzazione di YHWH)<br />

nel nuovo testamento, ove il term<strong>in</strong>e non compare<br />

mai: il ricorso a <strong>in</strong>terpretazioni che vengono sostituite<br />

alla corretta traduzione del testo ( questo è il<br />

mio corpo) di Matteo 26,26 vien tradotto dai geoviti<br />

così:” questo significa il mio corpo”<br />

I testimoni di Geova possono essere considerati<br />

31<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />

cristiani? Be’, le loro dottr<strong>in</strong>e negano verità fondamentali<br />

che sono tradizionalmente professate dai<br />

cristiani, quali la Tr<strong>in</strong>ità dell’Unico Dio e div<strong>in</strong>ità<br />

<strong>in</strong> pienezza di Gesù Cristo. Con una simile premessa<br />

è arduo affermare che il movimento di<br />

Geova possa essere annoverato fra le Chiese cristiane.<br />

[Nessuna Chiesa cristiana li riconosce come tali:<br />

non la Cattolica, né l’Ortodossa e nemmeno le<br />

varie Chiese Protestanti.<br />

Non basta il fatto che si usa la Bibbia - <strong>in</strong> quale<br />

modo, lo si è già accennato - per rivendicare l’appartenenza<br />

al cristianesimo: sarebbe come se un<br />

italiano pretendesse di appartenere al popolo<br />

tedesco solo perché mastica, con qualche contraffazione,<br />

grammatica e vocaboli della sua l<strong>in</strong>gua e<br />

pretendesse di possedere lui la vera l<strong>in</strong>gua tedesca,<br />

mentre, per quanto riguarda divergenze grammaticali,<br />

di pronuncia o di vocabolario, sarebbero<br />

quelli che la parlano da sempre a sbagliarsi. Tale<br />

è il modo di pensare, al tempo stesso <strong>in</strong>genuo ed<br />

arrogante -NdR]<br />

Quale atteggiamento è opportuno assumere<br />

nel caso si venga <strong>in</strong>terpellati<br />

dagli adepti di questo movimento?<br />

E’ impossibile realizzare un dialogo<br />

autentico con i testimoni di<br />

geova, perché essi hanno un<br />

unico obiettivo : l’ INDOT-<br />

TRINAMENTO dell’ascoltatore<br />

e non prestano<br />

attenzione ai suoi<br />

argomenti se contrari alle loro conv<strong>in</strong>zioni. Se si è<br />

adeguatamente preparati, cioè se si dispone di una<br />

solida conoscenza della Sacra Scrittura e se si è<br />

consapevoli delle manipolazioni dei testi <strong>in</strong> cui i<br />

testimoni di Geova sono provetti, non è da escludere<br />

un onesto confronto biblico cioè un confronto<br />

fra la Sacra Scrittura ed libro della Bibbia che<br />

non è simile a quello cristiano cattolico, ma è<br />

manipolato dal Corpo Direttivo.


A proposito della<br />

Legge sulla Fecondazione Assistita<br />

tra buon senso, onestà <strong>in</strong>tellettuale e ideologia<br />

Da “La Voce del Popolo” presentiamo una pag<strong>in</strong>a, di grande<br />

<strong>in</strong>teresse, che riguarda la legge appena uscita sulla fecondazione.<br />

Può aiutare a capirci qualcosa, dopo che <strong>in</strong> modo<br />

banale i soliti hanno aperto bocca solo per dare aria ai<br />

denti... (magari dicendo che è stato un regalo di Natale del<br />

governo al papa).<br />

di Massimo Gandolf<strong>in</strong>i<br />

Non è una vittoria della morale cattolica e neppure<br />

del cosiddetto “stato etico”; è semplicemente una<br />

vittoria della ragione e del buon senso.<br />

La virtù teologale della carità ci <strong>in</strong>vita a dare sempre<br />

per scontata la “buona fede” <strong>in</strong> chiunque, anche <strong>in</strong><br />

chi - come <strong>in</strong> questi giorni - si è lasciato andare ad<br />

affermazioni erronee, aberranti e fuorvianti.<br />

Se dovessimo presc<strong>in</strong>dere da questo atteggiamento,<br />

non potremmo che parlare di malafede e di bugie<br />

volute e volutamente propagandate.<br />

Una chiarificazione dei term<strong>in</strong>i <strong>in</strong> discussione può,<br />

allora, essere servizio utile a tutti.<br />

Primo tema: il diritto ad avere un fi glio, il diritto alla<br />

maternità. Questo “diritto” non esiste; non è sancito<br />

da alcuna legislazione nazionale, non è menzionato<br />

neppure nella Dichiarazione Universale dei Diritti<br />

Umani. Al contrario, è solennemente affermato il<br />

diritto di ogni bamb<strong>in</strong>o ad avere una famiglia, un<br />

padre ed una madre. Si affaccia prorompente la<br />

cosiddetta “terza cultura”, fondata sull’imperio del<br />

desi derio e del potere tecnologico, che vuole affondare<br />

il momento procreativo nella palude del mercato<br />

(e, qu<strong>in</strong>di, del soggettivo), la vita è a disposizione<br />

del desiderio dell’utente. Si vuole un fi glio:<br />

fecondazione; non lo si vuole: aborto; lo si vuole ma<br />

<strong>in</strong> un certo modo: clonazione.<br />

Secondo tema: con questa legge nasceranno 15/20<br />

mila bimbi <strong>in</strong> meno all’anno <strong>in</strong> Italia, paese <strong>in</strong> cui<br />

il problema denatalità confi gura gravi scenari<br />

sociali. Preoccupazione davvero concreta e nobile, se<br />

32<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />

dietro la porta non ci fosse la strage di <strong>in</strong>nocenti<br />

provocata dall’aborto legalizzato da 25 anni: 4<br />

milioni di feti abortiti (una media di 150.000/anno,<br />

senza contare i non calcolabili “aborti chimici”).<br />

Terzo tema: questa legge provocherà un colpevole<br />

rallentamento della ri cerca scientifi ca <strong>in</strong> ambito<br />

genetico, <strong>in</strong> particolare sul fronte delle cellule stam<strong>in</strong>ali.<br />

Possiamo rassicurare il grande pubblico:<br />

non solo la ricerca prosegue con promettenti sviluppi,<br />

ma anzi lo studio delle cellule stam<strong>in</strong>ali da donatore<br />

adulto (cioè, senza bisogno di produrre embrioni<br />

per poi ucciderli!) sta dando risultati più che soddisfacenti.<br />

Quarto tema: questa legge, escludendo la possibilità<br />

“eterologa” (utilizzo di gameti estranei alla coppia),<br />

limita gravemente la possibilità pratica di eseguire<br />

fecondazioni. L’ottica corretta con cui valutare<br />

questo tema è quella del nascituro: si può pensare<br />

che sia assolutamente <strong>in</strong><strong>in</strong>fl uente ed irrilevante<br />

per lo sviluppo della personalità che il bamb<strong>in</strong>o<br />

venga privato del diritto di conoscere le proprie<br />

“radici parentali”? Si obbietta che è quanto avviene<br />

nella legislazione che regola l’adozione speciale.<br />

Attenzione: un conto è trovarsi nella necessità di<br />

riparare una situazione “patologica” già esistente<br />

(l’abbandono del fi glio), un conto è sancire a priori<br />

per legge l’<strong>in</strong>staurarsi di quella situazione patologica.<br />

Se la prima evenienza costituisce di fatto il “male<br />

m<strong>in</strong>ore”, che si subisce e si cerca di riparare, la<br />

seconda lo provoca e lo legalizza.<br />

Qu<strong>in</strong>to tema: l’embrione non è un essere umano.<br />

La specie “homo sapiens” è connotata da un patrimonio<br />

genetico costituito da 46 cromosomi (22<br />

coppie di cromosomi somatici + 1 coppia di cromosomi<br />

sessuali: XY per il maschio, XX per la femm<strong>in</strong>a).<br />

L’embrione umano è dotato esattamente del<br />

patrimonio genetico sopra esposto: è davvero arduo<br />

affermare che non si tratta di essere umano!


Ciò che ciascuno di noi è oggi (giovane, adulto, anziano,<br />

operaio, avvocato, <strong>in</strong>segnante, casal<strong>in</strong>ga, celibe,<br />

coniugato, zio, nonno...) era un embrione qualche<br />

dec<strong>in</strong>a di anni fa.<br />

Potremmo proseguire <strong>in</strong> questa disam<strong>in</strong>a; se fosse<br />

utile potremo rimandare ad una prossima puntata.<br />

Concludendo, a 25 anni dalla legge 194/78 sull’aborto,<br />

giunge una legge che cerca di mettere ord<strong>in</strong>e<br />

negli abusi procreatici di questi ultimi anni. Una<br />

buona legge, anche se la morale va ben oltre la legge<br />

stessa.<br />

Ma non si utilizzi questa legge per celebrare la vittoria<br />

dei cattolici e la sconfi tta del laici: speriamo, <strong>in</strong>vece,<br />

cattolici e laici <strong>in</strong>sieme, che si possa <strong>in</strong>augurare un<br />

tempo <strong>in</strong> cui il buon senso, fecondato dai pr<strong>in</strong>cipi<br />

della morale naturale, abbiamo il sopravvento sulla<br />

dittatura della ideologia e dell’egoismo.<br />

a cura di E. De Angeli<br />

FESTA DELLA FAMIGLIA<br />

E’ stata celebrata domenica 28 dicembre 2003,<br />

nella Messa delle 11.00, <strong>in</strong> occasione della festa<br />

della S. Famiglia di Nazareth. Numerose le coppie<br />

presenti alla celebrazione; simpatico il ritrovo<br />

a pranzo, presso il Focolare.<br />

I vari momenti della festa sono stati preparati<br />

con passione ed entusiasmo dal Gruppo delle<br />

Coppie che r<strong>in</strong>graziamo, <strong>in</strong>sieme ad Angela,<br />

ottima cuoca.<br />

33<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o<br />

I term<strong>in</strong>i della legge<br />

Divieto della fecondazione eterologa<br />

La legge, tra l’altro, vieta l’uso di tecniche di procreazione<br />

eterologa che prevedono l’uso di gameti<br />

non appartenentialla coppia.<br />

No per s<strong>in</strong>gle e coppie gay<br />

Possono accedere alle tecniche solo le coppie di<br />

maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi,<br />

<strong>in</strong> età potenzialmente fertili, entrambi viventi.<br />

Esclusi qu<strong>in</strong>di i s<strong>in</strong>gle, i gay e l’uso di gameti di genitori<br />

già defunti. Il Senato ha pure deciso di defi nire<br />

con più precisione il concetto di convivenza affidando<br />

al governo il compito di stabilire i requisiti per<br />

def<strong>in</strong>ire le unioni “stabili”.<br />

No alla clonazione all’”utero <strong>in</strong> affitto” e<br />

alle “mamme nonne”<br />

Sono vietati la clonazione umana, le maternità surrogate<br />

(utero <strong>in</strong> affi tto) e gli <strong>in</strong>terventi su donne oltre<br />

ilc<strong>in</strong>quant’anni (già vietati dal codice deontologico<br />

dei medici).<br />

No alla crioconservazione e alla manipolazione<br />

dell’embrione<br />

Tutti gli embrioni che si formano attraverso la fecondazione<br />

<strong>in</strong> vitro dovranno essere trasferiti <strong>in</strong> utero.<br />

Vietato il congelamento e ogni forma di <strong>in</strong>tervento o<br />

manipolazione dell’embrione e implicitamente vietata<br />

la diagnosi preimpianto <strong>in</strong> utero, per stabilire la<br />

presenza o meno di malformazioni.<br />

Dei 27 mila embrioni attualmente congelati dovrà<br />

decidere il M<strong>in</strong>istero della salute. A questo riguardo<br />

si può notare come la legge preveda per coppie sterili<br />

la possibilità di adottare embrioni congelati<br />

“disconosciuti” dalle coppie che li avevano generati.<br />

Stato giuridico del bamb<strong>in</strong>o<br />

La legge assicura il diritto a nascere del concepito.<br />

Inoltre stabilisce che i bamb<strong>in</strong>i nati con la fecondazione<br />

assistita saranno figli legittimi della coppia o<br />

acquisiranno lo status di figli riconosciuti della coppia<br />

o della madre.<br />

Non più di tre embrioni per volta<br />

Non potranno essere fecondati più di tre ovociti per<br />

volta ed è stabilito il divieto di revocare il consenso<br />

all’impianto dopo che sono stati creati gli embrioni.<br />

Il dovere di <strong>in</strong>formare<br />

Il medico deve <strong>in</strong>formare la coppia sui metodi, sui<br />

problemi bioetici e sui possibili effetti collaterali sanitari<br />

e psicologici, sulle probabilità di successo e sui<br />

rischi, nonché sulle relative conseguenze giuridiche.<br />

Sanzioni<br />

Le sanzioni per i medici che ricorrono alla procreazione<br />

eterologa vanno da 300 mila a 600 mila euro.<br />

Per itentativi di clonazione è prevista la reclusione<br />

da 10 a 20 anni.


SCOUT<br />

ESSERE CAPI SCOUT………CHI CE LO FA FARE?<br />

Come ogni anno all’<strong>in</strong>izio delle attività vengo presa da<br />

mille dubbi e domande su quello che sto facendo, questa<br />

volta ho deciso di provare ad immag<strong>in</strong>are<br />

cosa il nostro fondatore mi avrebbe risposto:<br />

“Nel vostro passaggio <strong>in</strong> questo mondo, che<br />

ve ne accorgiate o no, chiunque voi siate o<br />

dovunque andate, state lasciando dietro di<br />

voi una traccia. Altri la noteranno e potranno<br />

seguirla. Può essere una traccia che li conduce<br />

al bene, ovvero può portarli fuori strada. Ciò<br />

dipende da voi….la vostra traccia è segnata da<br />

azioni, dalle frasi che dite e dalle parole che<br />

scrivete….” (Baden Pawell)<br />

Ma a che serve quello che faccio? Che traccia<br />

lascio ai miei ragazzi?<br />

La risposta sta nei nostri bamb<strong>in</strong>i, ragazzi e<br />

giovani, vogliamo per loro una vita felice e<br />

piena di senso, vogliamo che divent<strong>in</strong>o persone<br />

libere di essere loro stessi, libere di pensare<br />

con la loro testa, perché alla f<strong>in</strong>e crediamo di<br />

poter costruire un mondo migliore per tutti.<br />

Ma chi sono io per poter fare questo?<br />

Sei un capo scout! Essere capo scout non vuol dire<br />

essere una persona migliore di altre, ma avere la possibilità<br />

attraverso il nostro metodo di educazione di<br />

poter testimoniare amore, speranza coraggio e la capacità<br />

di stupirsi.<br />

Chi me lo fa fare?<br />

Il Signore, pensa alla parabola del sem<strong>in</strong>atore, cosa fa?<br />

Sem<strong>in</strong>a, non importa quale sarà il raccolto, qualche<br />

chicco non germoglierà, altri <strong>in</strong>vece si. Tu <strong>in</strong>viti i<br />

ragazzi a donare la vita per gli altri, come tu fai per<br />

loro.<br />

E se non ce la faccio?<br />

Chiedi aiuto alla tua comunità capi, avete lo stesso<br />

f<strong>in</strong>e comune: la volontà di crescere <strong>in</strong>torno a dei valori,<br />

la ricerca comune del confronto. Siete una squadra,<br />

ognuno gioca il suo ruolo però se non siete uniti non<br />

arriverete mai alla f<strong>in</strong>e.<br />

Alla f<strong>in</strong>e mi chiedo come sarebbe la mia vita senza<br />

scout, la risposta mi esce spontanea VUOTA, perché lo<br />

scautismo mi prende, mi sf<strong>in</strong>isce, mi esalta, mi rende<br />

felice senza mi sentirei come un bamb<strong>in</strong>o che vede gli<br />

<strong>Comunità</strong> <strong>in</strong> camm<strong>in</strong>o - dall’oratorio<br />

34<br />

altri salire sulle montagne russe ma non ci sale mai.<br />

Vi saluto con la preghiera del capo<br />

PREGHIERA DEL CAPO<br />

Fa’, o Signore, che io Ti conosca<br />

e la conoscenza mi porti ad amarti<br />

e l’amore mi sproni a servirTi ogni giorno<br />

più generosamente.<br />

Che io veda, ami e serva Te<br />

<strong>in</strong> tutti i miei fratelli, ma particolarmente<br />

<strong>in</strong> coloro che mi hai affidato.<br />

Te li raccomando, perciò, o Signore,<br />

come quanto ho di più caro, perché<br />

sei Tu che me li hai dati ed a Te devono ritornare.<br />

Con la Tua grazia, Signore, fa’ che<br />

io sia sempre loro d’esempio e mai d’<strong>in</strong>ciampo;<br />

che essi <strong>in</strong> me vedano Te ed io <strong>in</strong> loro<br />

Te solo cerchi: così l’amore nostro sarà perfetto.<br />

E al term<strong>in</strong>e della mia giornata terrena,<br />

l’essere stato Capo mi sia di lode e non di condanna.<br />

Così sia.


( a cura di G.Pedrali )<br />

“ Signore Gesù, grazie dei doni che ci hai dato. Grazie della nostra povertà, della nostra solitud<strong>in</strong>e, della<br />

nostra malattia, della nostra sete di amore, della nostra fame di comprensione, della nostra sazietà di silenzio.<br />

Grazie Signore del povero, mio fratello, che mi hai messo accanto. Grazie per queste baracche di lamiera.<br />

Grazie della pioggia che, ogni volta, passa da questo tetto e mi purifica. Grazie per questo freddo che, pungendo,<br />

mi ricorda che anche tu nascesti e moristi al freddo. Grazie per questo cielo buio che ogni sera mi<br />

ricorda che, anche tu solo senza gli amici più cari , avevi solo la compagnia delle stelle. Grazie Signore perché<br />

<strong>in</strong> questa mia solitud<strong>in</strong>e e povertà ho trovato il CALORE e la SOLIDARIETA’ di tanti cuori e volti, a me<br />

non noti, che mi hanno offerto amore, cibo, vestiti e tanto affetto.<br />

Grazie Signore perché mi hai mandato questi angeli per ascoltarmi e curarmi, come fecero con te quando<br />

nascesti, soffristi e risorgesti. Grazie Signore perché mi hanno visto come fratello, amico e…come se tu fossi<br />

<strong>in</strong> me. Mi hanno paragonato a Te, ma come mai questo paragone? Sono forse io, povero e sporco, simile a<br />

te? Sì…anch’io sono come Te perché soffro come hai fatto Tu. Sono solo come lo eri Tu. Solo ma…con tanti<br />

angeli che mi vogliono bene e mi amano come hanno fatto con te. Grazie Signore perché con questo segno<br />

concreto di amore e carità mi sento anch’io, di nuovo tuo figlio e fratello e soprattutto cristiano…”<br />

( Laki, povero di Trento)<br />

RESOCONTO DELL’ANNO 2003<br />

€ 900.00 Per i nostri missionari Coccagliesi<br />

€ 525.00 Avvento di Fraternità ( progetto Palest<strong>in</strong>a)<br />

€ 503.00 Emergenza Irak<br />

€ 740.00 Emergenza Algeria<br />

€ 180.00 Quaresima di Fraternità ( Charitas Diocesana)<br />

€ 250.00 Sostegno mensa poveri OFS di Milano<br />

€ 250.00 Sostegno mensa poveri Charitas Brescia<br />

€ 775.00 Giornata del Pane<br />

€ 4.123.00 TOTALE VERSATO PER I POVERI<br />

<strong>Comunità</strong> aperta<br />

Anziché scrivere un articolo sul senso della carità e dell’amore al prossimo abbiamo ritenuto giusto ed opportuno pubblicare questa<br />

preghiera che scaturisce da un cuore semplice ed umile, per r<strong>in</strong>graziare tutti coloro che, nell’anno appena trascorso, ci hanno<br />

sostenuto ed aiutato ad alleviare, <strong>in</strong> parte, il dolore e le prove di chi, al contrario di noi, vive la povertà e la solitud<strong>in</strong>e. Ascoltare la<br />

voce del povero, come ci ha ricordato Laki nelle parole sopra lette, è ascoltare la voce di Cristo poiché servire il povero vuol dire servire<br />

Cristo stesso.<br />

35<br />

Grazie<br />

a nome di tutti i poveri che,<br />

grazie al vostro gesto di amore,<br />

abbiamo potuto aiutare.<br />

Dio vi benedica e ricompensi!


E’ un bresciano, Mons Cesare Mazzolari, il Vescovo<br />

della Diocesi di Rumbek a scriverci:<br />

Il Natale del 2003 ha portato tre doni s<strong>in</strong>golari al<br />

martoriato paese del Sudan; “Comboni Santo - il<br />

primo Card<strong>in</strong>ale Sudanese - la Prospettiva di pace”.<br />

Condividiamo con voi, amici del Sudan, questi doni<br />

che ci rianimano dopo anni di guerra, sofferenze e<br />

<strong>in</strong>cessanti preghiere. Dio è con noi, l’Emmanuele.<br />

Vita missionaria<br />

ESULTIAMO INSIEME AL POPOLO DEL SUDAN<br />

<strong>Comunità</strong> aperta<br />

vi mandiamo dal Sudan: “E sorta l’alba della pace nel<br />

Sudan!” F<strong>in</strong>almente, ci sarà pace <strong>in</strong> terra Sudanese. Gloria a<br />

Dio per la sua bontà!<br />

Dalle trattative di pace. <strong>in</strong> cui anche l’Italia ha giocato un<br />

grosso ruolo, stiamo arrivando al concordato per sei anni di<br />

ricostruzione del paese e di preparazione per un referendum<br />

decisivo per il futuro governo del Sudan.<br />

Lo sentiamo vivamente, la nostra gioia é grande, e Siamo felicissimi e riconoscenti a tutti coloro che ci hanno<br />

diciamo grazie. Ora <strong>in</strong>izia un immenso lavoro di pre- sostenuto <strong>in</strong> questo lungo e triste periodo di guerra (ben<br />

pace e di ricostruzione. Non Lasciateci soli!<br />

vent’anni di distruzione). Ora è tutto da ricostruire dai<br />

Offrite anche voi un dono natalizio per la ricostruzione<br />

del Sudan.<br />

pozzi, ai tetti delle nostre case, dalla salute all’educazione,<br />

dalle strade ai ponti e piste aeree e soprattutto dalla cultura<br />

triste della guerra, alla cultura di pace, perdono e concordia.<br />

Il Il Vescovo di Rumbek di Rumbek pone <strong>in</strong>sieme pone alla <strong>in</strong>sieme gioia un Una<br />

alla<br />

lunga<br />

gioia<br />

e impegnativa<br />

un<br />

riabilitazione<br />

appello<br />

materiale, sociale e<br />

disperato appello disperato “Bisogna “Bisogna rompere il silenzio: il silenzio: fatevi morale. fatevi Non sarà possibile portavoce riabilitarci da di soli nell’isolamento<br />

questa portavoce necessità. di questa necessità. Qui Qui si si muore muore di fame, di e povertà fame, lasciatici di dalla sete, guerra. Abbiamo di bisogno della<br />

malattia, di sete, di malattia, di guerre. di guerre. E nessuno ne parla”. ne parla”. vostra solidarietà. Non lasciateci!<br />

La La Diocesi nel nel sud del sud Sudan del occupa Sudan <strong>in</strong> un territorio occupa Come <strong>in</strong> Gesù. un Maria territorio e Giuseppe hanno di avuto bisogno dei<br />

120000 di 120000 Kmq Kmq popolato da 3800000 abitanti. abitanti. pastori che Nell’ambito avevano sentito l’annuncio della di pace, anche noi nel<br />

Diocesi Nell’ambito operano della Diocesi 33 operano padri, 33 padri, 43 suore 43 suore 7 Sudan fratelli, abbiamo bisogno un del diacono,<br />

vostro aiuto. Siate i buoni pasto-<br />

tra 7 fratelli, questi un diacono, 16 italiani. tra questi 16 italiani. Per essere Per essere più ri, che vic<strong>in</strong>o avendo saputo a dell’arrivo noi nella della pace, manderete i<br />

ESULTIAMO gioia più vic<strong>in</strong>o del a noi Santo nella gioia INSIEME Natale del Santo ha Natale voluto ha AL volutoscrivere<br />

POPOLO vostri doni ai<br />

di<br />

superstiti<br />

suo DEL della<br />

pugno<br />

guerra SUDAN<br />

del<br />

la<br />

Sudan.<br />

scrivere di suo pugno la seguente lettera:<br />

ESULTIAMO INSIEM<br />

Buon Natale!<br />

DIOCESE OF<br />

’ un bresciano, Mons Cesare Mazzolari, il Vescovo della<br />

E’ un Vi bresciano, benedico di cuore Mons Ces<br />

Diocesi RUMBEK di Rumbek a scriverci:<br />

Mons. Cesare Mazzolari Diocesi di R<br />

Vescovo di Rumbek<br />

Il Natale del 2003 ha portato tre doni Il Natale del 2003<br />

s<strong>in</strong>golari Carissimi al martoriato Amici. paese del s<strong>in</strong>golari al ma<br />

DIOCESE Sudan; OF RUMBEK “Comboni Santo - il primo Sudan; “Comboni<br />

“Pace c/o Bethany <strong>in</strong> terra House, P.O.Box agli 21102, uom<strong>in</strong>i Nairobi 00505 di buona volontà!” Questo<br />

Card<strong>in</strong>ale Sudanese e la Prospettiva di Card<strong>in</strong>ale fu Sudanese<br />

l’annuncio degli angeli a Betlemme; questo è il felice<br />

pace”. Condividiam<br />

Natale pace”. 2003 Condividiamo con voi, amici del<br />

pace Sudan, questi do<br />

Carissimi Sudan, nel Amici. Sudan!” questi F<strong>in</strong>almente, doni che ci ci sarà rianimano<br />

pace <strong>in</strong> terra<br />

Sudanese. dopo Gloria anni a Dio di per guerra, la sua bontà! sofferenze e<br />

dopo anni di gu<br />

“Pace <strong>in</strong> terra agli uom<strong>in</strong>i di buona volontà!” Questo fu l’an-<br />

<strong>in</strong>cessanti preghi<br />

<strong>in</strong>cessanti preghiere. Dio è con noi,<br />

nuncio degli angeli a Betlemme; questo è il felice annuncio che<br />

l’Emmanuele.<br />

l’Emmanuele.<br />

36<br />

Lo sentiamo vivamente, la no<br />

ntiamo vivamente, la nostra gioia é grande, e diciamo grazie. Ora <strong>in</strong>izi


In Sudan non ci sono poste, telefoni o altri<br />

servizi di comunicazione. Perciò il Vescovo<br />

Mons. Cesare Mazzolari e tutto il personale<br />

laico e religioso della diocesi di Rumbek può<br />

essere contattato solo tramite la loro base di<br />

Nairoibi, <strong>in</strong> Kenia.<br />

Chi volesse <strong>in</strong>viare direttamente aiuti f<strong>in</strong>anziari<br />

può usare il trasferimento bancario <strong>in</strong><br />

Euro sul conto: Banca CITIBANK, P.O.<br />

Box 30711, Nairobi, Kenia, Switf<br />

CITIKENA <strong>in</strong>testato a:<br />

“D.O.R. Adm<strong>in</strong>istration”, numero<br />

101.966.038.<br />

(N.B. trasferimenti dall’Estero tramite CITI-<br />

BANK London, conto No 8611629.)<br />

Eccoci a voi.<br />

Ben-Tar<br />

E’ usanza ogni <strong>in</strong>izio anno scambiarsi gli<br />

auguri per un proficuo e felice anno nuovo:<br />

è quanto la nostra Associazione rivolge a<br />

quanti operano con essa per rendere la vita<br />

puù vivibile a chi ne ha bisogno.<br />

E’ anche tempo di bilanci, per chiedersi se<br />

quanto è stato fatto è soggetto a correzioni e<br />

a miglioramenti; se sono state rispettate le<br />

Norme statutarie tracciate dai nostri predecessori.<br />

Abbiamo cercato di attuare le f<strong>in</strong>alità di<br />

carattere sociale: quelle socio assistenziali; di<br />

carattere civile: miglioramento della vita; di<br />

tipo culturale: la promozioner di attività<br />

turistiche e sportive.<br />

APC<br />

segue dalla colonna precedente<br />

<strong>Comunità</strong> aperta<br />

ASSOCIAZIONE PENSIONATI<br />

“ANGELO MASSETTI”<br />

CENTRO DIURNO<br />

Con i nostri mezzi abbiamo trasportato i Soci bisognosi di<br />

cure a Rovato, Palazzolo e CHiari, abbiamo consegnato<br />

giornalmente pasti a domicilio, trasportato alla Casa<br />

Albergo per l’Hospital Day quanti ne avevano bisogno,<br />

segbalati dall’Assessore ai Servizi sociali; nei mesi di maggioi<br />

e ottobre abbiamo organizzato viaggi a Trescore<br />

Balneario per cure <strong>in</strong>alatorie.<br />

Per le attività culturali: gite a Lodi e Cremona a maggio; a<br />

settembre il giro del lago di Garda.<br />

Gare di briscola presso il Centro Diurno, a giugno il concerto<br />

del Civico Corpo Bandistico di <strong>Coccaglio</strong> e a dicembre<br />

il concerto dell’Orchestra a Plettro (chitarre e mandol<strong>in</strong>i)<br />

presso il nuovo ristrutturato teatro.<br />

Si ricorda che per le visite ai vari centri di Rovato - Chiari -<br />

Palazzolo basta prenotare presso la segreteria, dalle 9.00<br />

alle 11.30 al n° 030 7703666.<br />

Sento <strong>in</strong>oltre il dovere di r<strong>in</strong>graziare iun modo particolare<br />

i soci Cancelli Davide e M<strong>in</strong>elli Angelo per il lavoro di assistenza<br />

svolto did<strong>in</strong>teressatamente per i soci deceduti.<br />

Purtroppo, un’ombra offusca il loro lavoro ed <strong>in</strong> particolare<br />

quello Socio Cancelli Davide, contro il quale persone<br />

che che non hanno nemmeno il coraggio di qualificarsi,<br />

lanciano accuse e discredito con lettere anonime. Se si<br />

vuole colpire l’Associazione Pensionati per l’assistenza<br />

dis<strong>in</strong>teressata ai familiari dei Soci deceduti, si sappia che il<br />

nostro lavoro senza f<strong>in</strong>i di lucro è apprezzato e <strong>in</strong>vidiato e<br />

che il nostro operato è di una limpidezza cristall<strong>in</strong>a, dimostrabile<br />

a chi lo richiede.<br />

Perché l’Associazione Pensionati possa cont<strong>in</strong>uare a vivere<br />

e prosperare, chiediamo collaboratori per poche ore giornaliere.<br />

Vi aspettiamo.<br />

Ai nostri Soci e ai concittad<strong>in</strong>i i migliori Auguri.<br />

37<br />

DAL MONDO DEL VOLONTARIATO<br />

Il Presidente<br />

Nicolò Gesmundo


<strong>Comunità</strong> aperta - Chiese cristiane<br />

riflessioni <strong>in</strong> marg<strong>in</strong>e all’Ottavario di Preghiera 2004 per l’unità dei Cristiani che si conclude oggi, 25 gennaio<br />

PIETRO: il Primato della Carità<br />

a cura di don Giovanni<br />

Uno dei punti cruciali del dialogo ecumenico, forse<br />

quello <strong>in</strong> apparenza più consistente, è la questione del<br />

papato. F<strong>in</strong> dai primi secoli i cristiani capirono che<br />

con la morte di Pietro non era venuta meno l’esigenza<br />

di un m<strong>in</strong>istero "petr<strong>in</strong>o" (=di Pietro)al servizio<br />

della fede e della comunione, così come non era venuto<br />

meno il bisogno di un m<strong>in</strong>istero apostolico e di<br />

altri m<strong>in</strong>isteri suscitati dallo Spirito nella prima<br />

comunità cristiana di Gerusalemme. La Chiesa appare<br />

storicamente una comunione che necessita di una<br />

sua organizzazione: il vero problema consisterà sempre<br />

nell’<strong>in</strong>dividuare quale forma i diversi carismi e<br />

m<strong>in</strong>isteri suscitati <strong>in</strong> essa dallo Spirito debbano assumere<br />

aff<strong>in</strong>ché la Chiesa rimanga totalmente fedele<br />

alla missione per cui è sorta. L’unico e perenne problema<br />

è la fedeltà al Vangelo da parte delle strutture<br />

di cui essa si dota lungo i secoli!<br />

Nella Chiesa antica, la successione al servizio della<br />

comunione fu da subito riconosciuta al vescovo di<br />

Roma: un servizio da svolgersi nell’obbedienza al primato<br />

della carità, mettendo a frutto i doni del discernimento,<br />

che viene dalla fede, e della saldezza che scaturisce<br />

dal sostegno misericordioso del Signore.<br />

Secondo Ignazio di Antiochia la Chiesa di Roma "presiede<br />

nella carità", e sarà a Roma che ci si rivolgerà per<br />

una parola di conferma nella fede al tempo delle grandi<br />

controversie del IV e del V secolo: sarà cioè nella<br />

comunione con la Chiesa di Roma che le altre comunità<br />

eucaristiche del mondo verificheranno il loro<br />

essere autentica realizzazione della Chiesa universale,<br />

compag<strong>in</strong>ata attorno ai loro vescovi.<br />

Tuttavia, proprio questo dono del m<strong>in</strong>istero petr<strong>in</strong>o<br />

fatto dal Signore alla sua Chiesa è diventato con il<br />

tempo una difficoltà per la maggior parte dei cristiani<br />

non cattolici, e nella Chiesa oggi divisa costituisce<br />

forse il punto più controverso nella ricostruzione del-<br />

38<br />

l’unità visibile. Che fare allora? Ci pare che un’<strong>in</strong>dicazione<br />

fondamentale sia stata data da Giovanni Paolo<br />

II nella sua enciclica Ut unum s<strong>in</strong>t (Che tutti siano<br />

uno): si tratta di prendere atto della differenza esistente<br />

tra il m<strong>in</strong>istero petr<strong>in</strong>o, del<strong>in</strong>eato <strong>in</strong> modo stabile<br />

e normativo nel Nuovo Testamento, e la forma<br />

storica che esso è venuto assumendo nel corso dei<br />

secoli, che nel tempo è mutata e che può - e all’occorrenza,<br />

deve - ancora mutare.<br />

Qui bisogna essere molto chiari: non si tratta di<br />

r<strong>in</strong>unciare a un servizio che l’esperienza apostolica e<br />

quella dei primi secoli ritenne così importante per la<br />

fede dei cristiani e la comunione tra le Chiese.<br />

Nemmeno è vero che i non cattolici negh<strong>in</strong>o unanimemente<br />

qualsiasi funzione o m<strong>in</strong>istero al papato,<br />

anzi, così scriveva quasi trent’anni or sono il teologo<br />

riformato (protestante) Jean -Jacques von Allmen:


"Annientando se stesso per togliere dalla strada dell’ecumenismo<br />

l’ostacolo più grave, il Papa <strong>in</strong> realtà<br />

non abbatterebbe soltanto uno dei pilastri della cultura<br />

e della storia dell’Occidente (cosa da cui il<br />

mondo potrebbe guarire) ma […] rigetterebbe il<br />

pr<strong>in</strong>cipio stesso di un m<strong>in</strong>istero corrispondente a<br />

quello di Pietro nella struttura del collegio apostolico…<br />

Il Papa deve difendere il suo primato come si<br />

difende una vocazione!". Parole significative, tanto<br />

più se si trovano sulla penna di un autore protestante.<br />

È bene dirlo: non si fa nessun servizio al Vangelo<br />

negando l’esistenza del m<strong>in</strong>istero petr<strong>in</strong>o nel Nuovo<br />

Testamento, così come non si è fedeli al mandato<br />

consegnato da Cristo alla sua Chiesa se si tralasciano<br />

elementi essenziali ditale m<strong>in</strong>istero. Alle parole<br />

di von Allmen fanno eco illustri esponenti dell’ortodossia<br />

contemporanea, come il patriarca di<br />

Antiochia Ignazio IV, il metropolita del Libano<br />

George Khodr’ o il vescovo Kallistos di Diokleia<br />

(diocesi dipendente dal patriarcato di<br />

Costant<strong>in</strong>opoli), e molti altri ancora. Sempre più si<br />

avverte la necessità di un m<strong>in</strong>istero primaziale di<br />

unità di fronte alle patologie croniche e secolari<br />

dovute proprio alla mancanza di questo servizio: il<br />

nazionalismo delle Chiese, l’identità particolare<br />

sovente affermata a scapito dell’universalità e della<br />

cattolicità della Chiesa, la tentazione del prov<strong>in</strong>cialismo,<br />

la paralisi nell’esprimersi a una sola voce, la<br />

litigiosità che si protrae senza possibili arbitrati<br />

urgenti né servizi di riconciliazione... Sì, una nostalgia<br />

<strong>in</strong>izia a farsi sentire, una nostalgia di "Roma<br />

altrimenti", come scrive Olivier Clément, grande<br />

teologo ortodosso di l<strong>in</strong>gua francese.<br />

Il problema allora non è, come qualcuno pensa, di<br />

chiedere al papato che non eserciti il suo servizio; si<br />

tratta piuttosto di ripensare il papato e i suoi strumenti<br />

aff<strong>in</strong>ché il servizio alla verità e alla cattolicità<br />

della fede si compia nella carità e nell’autentico<br />

rispetto di un legittimo pluralismo.<br />

Insomma, ci sono cose che appartengono alla<br />

volontà manifestata dal Signore Gesù: tra queste il<br />

fatto che Pietro sia a capo del collegio apostolico; ve<br />

ne sono altre che derivano dalle circostanze storiche:<br />

il fatto che Pietro sia morto a Roma, fa’ <strong>in</strong><br />

<strong>Comunità</strong> aperta - Chiese cristiane<br />

39<br />

modo che il suo successore oltre che il Vescovo di<br />

Roma sia anche il papa della Chiesa Universale; <strong>in</strong>f<strong>in</strong>e,<br />

vi sono quelle che cambiano col tempo: non è<br />

scritto da nessuna parte, nella Bibbia, che il “governo”<br />

della Chiesa debba essere fortemente centralizzato<br />

com’è attualmente e che, di conseguenza, per<br />

es., debba essere il Papa, vescovo di Roma, a decidere<br />

chi deve essere vescovo a Sydney o a New York: nei<br />

primi secoli le cose non andavano <strong>in</strong> questo modo.<br />

È nota per es., la vicenda di s. Ambrogio che, laico<br />

non ancora battezzato, fu acclamato vescovo dal<br />

popolo di Milano.<br />

Il santo padre apre la la Porta Santa della Basilica di S.Paolo,<br />

Roma, <strong>in</strong>sieme all’allora primate anglicano G. Carey e ad un<br />

metropolita della Chiesa Ortodossa <strong>in</strong> Italia.<br />

Nel già accennato passaggio dell’enciclica su menzionata,<br />

Giovanni Paolo II ha compiuto un passo<br />

enorme, che non è sfuggito ad alcuni dei capi di<br />

altre Chiese: il patriarca Theoctist di Romania<br />

<strong>in</strong>dicò proprio questo passo tra i motivi che resero<br />

possibile il viaggio del Papa <strong>in</strong> quella terra: il primo<br />

Paese a stragrande maggioranza ortodossa visitato<br />

da un Papa. Poi sono venuti gli altri: Georgia,<br />

Bulgaria. A quando la visita del Vescovo di Roma,<br />

Patriarca d’Occidente e Papa della Chiesa universale,<br />

al Patriarca di tutte le Russie? Si tratta di una<br />

questione delicata, sulla quale potremmo tornare <strong>in</strong><br />

un prossimo numero della nostra rivista.<br />

Per la prima parte dell’articolo, Cfr. Enzo Bianchi, su<br />

“Mondo e Missione”, ottobre 2203


Cultura, sport, notizie - Curiosando nello scrigno<br />

Il restauro della tela dell’IMMACOLATA<br />

A pag. 37 del numero di febbraio 2003, Gianluca Pedrali, consueto curatore di questa rubrica, il quale, per l’occasione, cede la<br />

“penna” e la pag<strong>in</strong>a ai due restauratori, concludeva il suo scritto di presentazione della pala <strong>in</strong> argomento facendo notare il “bisogno<br />

urgente di restauro” che essa presentava. Quanto fosse urgente, lo si è potuto constatare ancor meglio una volta che il quadro fu tolto dalla<br />

sua sede e lo si potè osservare più da vic<strong>in</strong>o.<br />

Lo si ev<strong>in</strong>ce ancor di più facendo il confronto tra com’era diventato e com’é tornato ad essere. Da quell’articolo non trascorsero che<br />

pochi mesi e divenne possibile mettere mano all’auspicato <strong>in</strong>tervento. A nome della <strong>Comunità</strong>, che si é vista restituire oltre che una pregevole<br />

immag<strong>in</strong>e di Colei che é cara alla devozione amorosa dei credenti, un importante elemento del suo patrimonio artistico, esprimo il r<strong>in</strong>graziamento<br />

alla nostra locale Sezione ANA - Gruppo Alp<strong>in</strong>i <strong>Coccaglio</strong>, che si è sobbarcato la spesa dell’<strong>in</strong>tervento; con loro, il r<strong>in</strong>graziamento<br />

va ai due esperti resturatori (la signora Mar<strong>in</strong>a Baiguera di Rovato e il nostro concittad<strong>in</strong>o sig. Roberto Fodriga) e alla dott.sa<br />

Renata Casar<strong>in</strong>, della competente Sovr<strong>in</strong>tendenza, che ha seguito con costanza il lavoro dei restauratori e ha espresso numerosi apprezzamenti<br />

per le bellezze artistiche della nostra chiesa.<br />

Poiché tutto quello che avviene <strong>in</strong> chiesa comporta <strong>in</strong>evitabilmente degli impegni <strong>in</strong> più anche per lui, <strong>in</strong> quanto sacrista, non può mancare<br />

un rigraziamento anche a don Francesco. L’<strong>in</strong>tervento si pone nel segno della cont<strong>in</strong>uità con quanto è stato <strong>in</strong>iziato da don Valent<strong>in</strong>o,<br />

sotto il cui parrocchiato ebbe luogo il restauro della tela dei santi Patroni e che aveva fatto i passi necessari per il restauro della notevolissima<br />

pala maggiore; purtroppo l’Ente (non coccagliese) che si era impegnato a provvedere, non tenne fede ai patti. L’opera avviata dal mio<br />

predecessore e cont<strong>in</strong>uata con il restauro di cui qui si parla, cont<strong>in</strong>uerà: rimangono tre tele della navata e la già nom<strong>in</strong>ata pala maggiore;<br />

a questa, abbiamo qualcosa <strong>in</strong> più di un motivo per sperare che nel giro di alcuni anni provveda la Sovr<strong>in</strong>tendenza; per le altre, si aspetta<br />

che qualche amante dell’arte provvisto delle necessarie disponibilità, si faccia avanti.....dG.<br />

L’IMMACOLATA CONCEZIONE CON ARCANGELI<br />

Opera di Giovanni Antonio Zadei , firmata e datata 1758<br />

Antonio Zadei fu un pittore Bresciano istruito dai gesuiti delle Grazie e allievo di Antonio Paglia prima, e di Giuseppe<br />

Marchese detto Sansone poi, passato da Bologna a Verona dove rimase dal Cignaroli s<strong>in</strong>o al 1754, si stabilì def<strong>in</strong>itivamente<br />

a Padenghe sul Garda dove lavorò s<strong>in</strong>o alla sua morte.<br />

DESCRIZIONE:<br />

L’opera è un dip<strong>in</strong>to ad olio su tela (225 x 450 cm)<br />

Al centro della rappresentazione l’immacolata splende di una luce che illum<strong>in</strong>a tutta la scena. Ai piedi della verg<strong>in</strong>e sono<br />

posti i tre Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele; si possono riconoscere da alcuni particolari che ne def<strong>in</strong>iscono l’identità<br />

e la missione div<strong>in</strong>a. L’Arcangelo Michele viene ritratto nell’atto di colpire con la lancia il diavolo, l’Arcangelo<br />

Gabriele, <strong>in</strong>vece, con dolcezza e con il gesto della mano destra <strong>in</strong>vita coloro che guardano la tela ad ammirare<br />

l’Immacolata. In alto, sempre al centro dell’opera vi è rappresentata la figura di Dio Padre accompagnato da un cherub<strong>in</strong>o<br />

che lo sostiene e dalla colomba dello Spirito Santo. Il tutto raccolto <strong>in</strong> uno sfondo di nuvole e architetture.<br />

L’INTERVENTO DI RESTAURO:<br />

La necessità di procedere al restauro della tela dello Zadei era già evidente a molti dei fedeli che , avvic<strong>in</strong>andosi all’opera,<br />

ne coglievano la bellezza offuscata dalle vernici ossidate e si preoccupavano del degrado al quale era ormai giunta. Spesso<br />

l’attenzione di chi conserva e custodisce le opere delle nostre Parrocchie è assente, ma non è questo il caso e, grazie<br />

soprattutto alla generosità del Gruppo Alp<strong>in</strong>i di <strong>Coccaglio</strong> questo restauro è stato possibile.<br />

Le difficoltà <strong>in</strong>contrate durante il restauro sono state affrontate con il prezioso supporto della dott.sa Renata Casar<strong>in</strong> ,<br />

funzionario della Sopr<strong>in</strong>tendenza di Bs-Cr-Mn , che r<strong>in</strong>graziamo per la totale disponibilità, la competenza e la fiducia.<br />

Il restauro , <strong>in</strong>iziato nel mese di settembre ,è stato impegnativo per una serie di problematiche dovute ai precedenti <strong>in</strong>terventi.<br />

La tela era lacerata <strong>in</strong> più punti , molto afflosciata e presentava sulla superficie uno spesso strato di olio di l<strong>in</strong>o<br />

<strong>in</strong>giallito. Numerosi ritocchi erano diffusi su tutta la superficie , tante le cadute dello strato pittorico e i sollevamenti<br />

dello stesso , numerose campiture si presentavano decoese (il manto di S.Michele , il Padre Eterno , le vesti e l’ala di San<br />

Raffaele). Tutta la superficie era ricoperta da piccole macchie traslucide color giallo/bruno. Durante la prima fase dell’<strong>in</strong>tervento<br />

ci si è preoccupati di rimuovere lo strato di olio di l<strong>in</strong>o. La presenza di tale legante poteva <strong>in</strong>fatti compromettere<br />

le fasi successive o penetrare all’<strong>in</strong>terno delle crettature f<strong>in</strong>o a raggiungere la tela. L’olio è stato rimosso con un<br />

40


Cultura, sport, notizie<br />

solvente gelificato ,procedendo con cautela per via della decoesione della policromia. La fase successiva ha riguardato il<br />

supporto: la tela è stata staccata dal telaio , il retro è stato pulito , consolidato e stirato . I lembi stappati sono stati riadesi<br />

di testa e la dove il supporto tessile risultava lacunoso si è provveduto ad eseguite <strong>in</strong>serti modellati , con tela antica<br />

ad identica trama. La grande dimensione (m.225 x 450), il tipo di cedimento del supporto ed i numerosi tagli presenti<br />

nello stesso hanno resa necessaria la foderatura , questo procedimento consiste nel fare aderire al retro della tela una<br />

nuova tela di l<strong>in</strong>o. Tale <strong>in</strong>tervento permette un’adeguata rimessa al telaio ed una buona conservazione della policromia<br />

. Dopo la foderatura la policromia è stata pulita e la tela è stata riportata al telaio orig<strong>in</strong>ale. Nell’ultima fase del<br />

restauro ci siamo occupati della restituzione estetica. Questa fase comprende tutte quelle operazioni che mirano a rendere<br />

l’opera leggibile e a restituire alla stessa l’<strong>in</strong>tegrità perduta.<br />

I restauratori<br />

Mar<strong>in</strong>a Baiguera Roberto Fodriga<br />

A-1 A-2 A-3<br />

A1) Totale prima del restauro, evidente la presenza superficiale di olio che offusca la vista del dip<strong>in</strong>to, alcune lacerazioni e tagli presenti nella parte<br />

<strong>in</strong>feriore a s<strong>in</strong>istra oltre che la presenza di uno strato superficiale di polvere e sporco che ricopre l’<strong>in</strong>tera superficie.<br />

A2) Totale durante il restauro, elim<strong>in</strong>ata la presenza di olio sulla superficie l’opera risulta leggibile, <strong>in</strong> questa immag<strong>in</strong>e si possono notare<br />

anche le stuccature eseguite <strong>in</strong> corrispondenza della perdita di policromia.<br />

A3) Totale a f<strong>in</strong>e restauro, ecco l’opera <strong>in</strong> tutto il suo splendore, i colori riportati alla luce e le lacune chiuse dai ritocchi.<br />

B-1 B-2 B-3<br />

41


D-1 D-2<br />

Cultura, sport, notizie<br />

B1) Particolare, Arcangelo Raffaele, il particolare evidenzia il cattivo stato di conservazione, fastidioso è l’effetto dell’olio sulla superficie che<br />

si è depositato nelle scodellature della crettatura, all’altezza dell’ala sono <strong>in</strong>oltre evidenti tagli e lacerazioni di notevoli dimensioni.<br />

B2) Particolare, Arcangelo Raffaele, il particolare evidenzia la presenza di numerose stuccature e mettendo a confronto la stessa immag<strong>in</strong>e<br />

prima del restauro si può notare come anche i tagli siano stati sistemati e richiusi.<br />

B3) Particolare Arcangelo Raffaele, si può notare come anche le lacerazioni siano state adeguatamente ritoccate per rendere leggibile la figura.<br />

C1) Particolare, volto della Verg<strong>in</strong>e, si possono notare ancora più da vic<strong>in</strong>o la crettature e le scodellature della superficie nonché alcune colature<br />

di olio e, nella parte superiore, anche abrasioni e perdita di colore.<br />

C2) Particolare, volto della Verg<strong>in</strong>e, ancora meglio possiamo vedere come risalt<strong>in</strong>o i colori del dip<strong>in</strong>to dopo l’elim<strong>in</strong>azione dell’olio e del deposito<br />

superficiale di sporco e polvere, anche qui presenza di stuccature.<br />

C3) Particolare, volto della Verg<strong>in</strong>e, nessun elemento di fastidio ora impedisce di ammirare i fantastici colori e i dettagli di questo dip<strong>in</strong>to.<br />

E1-E2) Particolare mano della Verg<strong>in</strong>e, evidenzia ancora una volta l’effetto<br />

che l’olio aveva sulla superficie, variazione totale dei colori, offuscamento<br />

dell’immag<strong>in</strong>e e causa anche di alcune perdite di colore.<br />

C-1 C-2 C-3<br />

42<br />

D1-D2) Particolare Arcangelo Michele, <strong>in</strong> questo particolare di durante<br />

e dopo il restauro si possono vedere le numerose abrasioni e perdite di colore<br />

che caratterizzavano l’<strong>in</strong>tera opera e come con il restauro sia tornato<br />

tutto molto più comprensibile e gradevole alla vista.<br />

E-1 E-2


Per ricordare il caro prof. Stefano Dotti che, <strong>in</strong>sieme al sig. Cesare Esposito, ha <strong>in</strong>iziato la ricerca sulla storia del<br />

nostro paese, si ripropongono i suoi articoli sulle vicende che precedettero, accompagnarono e seguirono la f<strong>in</strong>e del<br />

vecchio campanile e la costruzione del nuovo, scritti con il suo caratteristico stile diretto e piacevolmente didattico<br />

PARTE TERZA<br />

Com’è sorto il nuovo campanile<br />

e....addentellati<br />

Nell’ottobre del 1951 per celebrare convenientemente<br />

la nascita del mago (Luca Marenzio), nel<br />

Municipio, s<strong>in</strong>daco Luigi Mozzato, venne costituito<br />

un comitato organizzatore, con l’immissione nello<br />

stesso di “tecnici” venuti da Brescia.<br />

Lavorò bene quel comitato, come nei desideri del<br />

M<strong>in</strong>istero di Pubblica Istruzione,<br />

della Prov<strong>in</strong>cia e del Comune di<br />

Brescia, s<strong>in</strong>daco Boni <strong>in</strong> testa.<br />

Nel maggio del 1952, si dette <strong>in</strong>izio<br />

alla celebrazione con l’<strong>in</strong>troduzione<br />

, bellissima, del s<strong>in</strong>daco<br />

Boni .<br />

Un ricordo: il riferimento di Boni<br />

al canto dell’usignolo che aveva<br />

fermato Garibaldi alla località<br />

Castell<strong>in</strong>o, quando scendendo da<br />

Cologne nel 1859 aveva trovato<br />

da quelle parti la retroguardia<br />

delle truppe austriache <strong>in</strong> ritirata.<br />

Niente spari per Garibaldi f<strong>in</strong>o a<br />

quando l’usignolo avesse cantato.<br />

Che è poi un episodio vero riferito<br />

a Garibaldi dallo storico.<br />

Qu<strong>in</strong>di concludeva Boni, quella<br />

era stata l’armonia che aveva ispirato<br />

pure Luca Marenzio, ragazzo di <strong>Coccaglio</strong>.<br />

Suvvia, non sempre su tale tono la celebrazione, che<br />

dopo tutto durò parecchio tempo, un mese circa,<br />

ogni sabato e domenica, con tanta gente nella vecchia<br />

Pieve, attenta e silenziosa alle esecuzioni del<br />

Coro FAIT di Milano ed alle illustrazioni dei bravi<br />

professori dei Conservatori di Parma e Milano.<br />

Armonie di qua ed armonie di là, anche se adesso<br />

Cultura, sport, notizie - Note di storia<br />

Cesare Mazzocchi<br />

43<br />

a cura di Natale Partegiani<br />

prosaicamente dovremmo forzare la mano. Perché,<br />

perbacco, non si può parlare di armonie sul troncone<br />

della torre nuova che andava risalendo verso i<br />

suoi c<strong>in</strong>quantasette metri.<br />

Non forziamola e osserviamo solamente a titolo di<br />

cronaca, che alla f<strong>in</strong>e del 1952, il troncone era già<br />

giunto alla cella campanaria da<br />

rivestire <strong>in</strong> marmo e rame sulla<br />

cupola.<br />

Per le campane mancanti e da fondere<br />

<strong>in</strong> numero di otto, quelle dell’armonia<br />

corale delle nostre genti<br />

tanto paventata dai castellani e<br />

vic<strong>in</strong>iori, dovevamo purtroppo<br />

aspettare ancora un poco e, nel<br />

frattempo, accontentarci del disco<br />

delle campane di Desio che, per il<br />

troppo uso, gracchiava spudoratamente<br />

mentre chiamava <strong>in</strong> chiesa<br />

i fedeli.<br />

Ma fu quest’uso forse un’arma<br />

segreta del nostro “terribile”<br />

Parroco, usata al f<strong>in</strong>e di farci proseguire<br />

nell’esborso dei danari?<br />

Forse lo fu, anche perché nel frattempo<br />

ne succedevano di grosse a<br />

<strong>Coccaglio</strong>, a causa dello scontro dei locali due “titani”,<br />

l’uno il Parroco, logicamente, l’altro il sig.<br />

Cesare, ricco possidente.<br />

Adesso faccio pettegolezzo? Suvvia permettetemelo<br />

che alla f<strong>in</strong>e le azioni da ricordare , purché belle e<br />

buone, non nascono sempre dalle tragedie.<br />

Lo scontro orig<strong>in</strong>ò dal fatto che sul vecchio campanone<br />

del vecchio campanile stava scritto che lo stes


so era stato offerto dal padre del sig. Cesare, ricco<br />

mercante di seta. Ragione per cui l’<strong>in</strong>genuo Parroco,<br />

sempre <strong>in</strong> cerca di danari per la fusione delle tre<br />

campane vecchie con le altre c<strong>in</strong>que nuove, credette<br />

fermamente che pure il nuovo campanone dovesse<br />

venire offerto dal sig, Cesare figlio appunto del sig.<br />

Pompeo.<br />

Più che legittima la cosa, però <strong>in</strong>genua perché il<br />

Parroco non aveva voluto considerare la <strong>in</strong>discussa<br />

“sordità pecuniaria” del sig. Cesare, più volte dimostrata.<br />

“Sordità” assoluta, che non riuscì a scalfire <strong>in</strong> nulla<br />

nemmeno un amico mio, a quel tempo molto vic<strong>in</strong>o<br />

al sig. Cesare, <strong>in</strong> trattative segrete dalla casa parrocchiale<br />

a quella di Via Brescia,<br />

Tale che ad un certo punto il Parroco non ne poté<br />

più, anche perché poveretto da mesi reprimeva i<br />

dis<strong>in</strong>ganni, quando saliva sul pulpito,con sforzi perlomeno<br />

eroici.<br />

Così scoppiò sonoramente: “Le campane le avremo<br />

col parere dei ricchi e coi soldi dei poveri!!!”<br />

Poi la frase com<strong>in</strong>ciò a serpeggiare ovunque nel bel<br />

mezzo della nostra gente, anche perché ripetuta ad<br />

ogni omelia.<br />

Ritornavamo nel clima di prima e la faccenda doveva<br />

pure preoccuparci, perché dopo tutto volevamo<br />

bene a quell’<strong>in</strong>dividuo urlante sul pulpito, sempre<br />

nei pressi del collasso cardiaco.<br />

Come però <strong>in</strong> ogni vicenda umana si giunge sempre<br />

al lato f<strong>in</strong>ale, così pure <strong>in</strong> quella dei due campanili,<br />

dove tra l’altro sono necessariamente affluite altre<br />

faccenduole di <strong>Coccaglio</strong>, che è bene ricordare.<br />

Il Parroco, mons. Dossena, ebbe i soldi per comperare<br />

l’<strong>in</strong>tero concerto delle campane, con la vicenda<br />

delle nostre buste aperte ma “volontarie del tutto”,<br />

perché a quell’uomo dovevamo molto, e non solo<br />

per la costruzione del campanile,<br />

e non solo per la sua irruenza<br />

ed aggressività oratorie.<br />

Il sig. Cesare Mazzocchi, collocato<br />

alla gogna morale dall’<strong>in</strong>tera<br />

popolazione (anche l’amico l’abbandonò<br />

per un poco), prese a<br />

meditare su se stesso come era<br />

avvenuto al vecchiaccio di<br />

“Santa Maria degli Angeli”dei<br />

c<strong>in</strong>ematografari americani, vecchio<br />

taccagno, solo ed abbandonato<br />

di fronte alle cose belle che<br />

pur poteva <strong>in</strong>traprendere.<br />

Così, a sue spese, dette subito<br />

Cultura, sport, notizie - Note di storia<br />

<strong>in</strong>izio all’edificazione del monumento <strong>in</strong> Piazza<br />

Luca Marenzio” Cigno d’Italia” poi, con calma, perché<br />

l’operazione gli si doveva rappresentare tropo<br />

grossa, alla concezione ed ideazione della futura sua<br />

opera – la Fondazione Pompeo Mazzocchi – dove<br />

avrebbe collocato l’<strong>in</strong>tero suo patrimonio.<br />

In tal modo i nostri due “rivali”si scaricarono:<br />

Difatti, mentre il sig. Cesare, quasi scusandosi,<br />

andava attorno a dire – “Non ci siamo capiti. Quello<br />

là doveva pur sapere che io non sono un “toto” da<br />

guidare per mano!” .<br />

Il Parroco con la compera e messa <strong>in</strong> opera dell’<strong>in</strong>tero<br />

concerto campanario, per una settimana dall’alba<br />

f<strong>in</strong>o alla sera, ebbe anche lui una trasformazione<br />

psicologica. Tra l’altro e prosaicamente noi castellani<br />

e vic<strong>in</strong>iori ci accorgemmo con gradita sorpresa<br />

che quel coro campanario, collocato ai suoi c<strong>in</strong>quanta<br />

metri d’altezza non ci disturbava affatto.<br />

Comunque quella trasformazione psicologica ci<br />

lasciò esterrefatti. Sul pulpito non avevamo più il<br />

titano delle omelie, il leone ruggente, ma il bravo, il<br />

mite, caritatevole Parroco che segretamente conoscevamo.<br />

E questo f<strong>in</strong>o al 1956, quando morì tanto<br />

povero che ai suoi cari di casa (due vecchiette) non<br />

poté lasciare nemmeno una lira.<br />

Perché era così che segretamente lo avevamo conosciuto<br />

da sempre qui a <strong>Coccaglio</strong>, da quando ci era<br />

venuto da Brescia trentotto anni prima e non solo<br />

durante l’operazione “campanile nuovo”. Così l’avevano<br />

conosciuto <strong>in</strong> modo specifico i poveri del<br />

paese..<br />

Avesse “urlato” pure quell’uomo nei tempi della<br />

magra economica dell’immediato dopoguerra,<br />

Mons. Giac<strong>in</strong>to Tredici, vescovo di Brescia, benedice le nuove campane.<br />

L’<strong>in</strong>augurazione del campanile è avvenuta il 21.6.1953<br />

44


tanto non sarebbe mai riuscito a scalfire nemmeno<br />

nella sua immag<strong>in</strong>e quello che pensavamo di lui.<br />

L’altro titano, quello dell’avarizia di prima e della<br />

generosità di dopo, il sig. Cesare Mazzocchi, morì<br />

alcuni anni dopo, a causa della lunga e travagliata<br />

meditazione sul dest<strong>in</strong>o futuro dei suoi molti soldi.<br />

Qui, senza le f<strong>in</strong>zioni dei c<strong>in</strong>ematografari americani,<br />

decise pertanto di lasciare ogni suo avere (trecentoc<strong>in</strong>quanta<br />

piò di terra e mezzo metro di azioni<br />

<strong>in</strong>dustriali, dal basso <strong>in</strong> alto) all’assistenza dei poveri<br />

di <strong>Coccaglio</strong> e Torbole-Casaglia. Nelle meditazioni<br />

aiutato dalla sua buona consorte, signora Eva.<br />

Cose che sono avvenute a <strong>Coccaglio</strong>, anche se, come<br />

tali possono avere il sapore di favola.<br />

Ma giunto da queste parti coi suoi ricordi, l’amico<br />

già confidente e “trattatore” segreto dei due, dondola<br />

la testa alquanto afflitto:<br />

Cultura, sport, notizie - Note di storia<br />

- Che ha? – ma senti un po’….dice che è afflitto perché<br />

ai tempi di adesso le favole non piacciono più ai<br />

nipot<strong>in</strong>i!<br />

Lo sa di appartenere all’<strong>in</strong>clita e sparuta schiera dei<br />

vecchi brontoloni; ciò non ostante si affligge su rimpianti<br />

di fatti e di personaggi <strong>in</strong>giustamente dimenticati<br />

a <strong>Coccaglio</strong>, classificati per lo più “paternalistici”<br />

nella visione di - una “società moderna” –<br />

dicono i nipot<strong>in</strong>i – da “grandi cose” col d<strong>in</strong>amismo<br />

della socializzazione, <strong>in</strong>tesa come impegno collettivo<br />

con tanto di leggi.<br />

Ma anche la bontà e la generosità silenziose di s<strong>in</strong>goli<br />

<strong>in</strong>dividui dovranno pur trovare il loro giusto<br />

riconoscimento tra il frastuono di tante “leggi sociali”,<br />

se non altro per correggere quel tanto che c’è di<br />

demagogia. (F<strong>in</strong>e)<br />

Prof. Stefano Dotti<br />

I PADRI DEL DESERTO<br />

Chi non rimane affasc<strong>in</strong>ato dalle parole monaco, eremita,<br />

anacoreta, term<strong>in</strong>i che evocano immediatamente<br />

un ambiente desertico, o almeno <strong>in</strong>ospitale,<br />

dove un uomo, <strong>in</strong> assoluta solitud<strong>in</strong>e, cerca la perfezione<br />

spirituale attraverso il distacco dalle cose terrene,<br />

la penitenza e la mortificazione? Ma chi sono<br />

esattamente queste persone e quando nella storia<br />

com<strong>in</strong>ciano ad apparire? Vediamo <strong>in</strong>nanzitutto l’etimologia<br />

: monaco, eremita, anacoreta sono s<strong>in</strong>onimi,<br />

derivano dal greco e vogliono dire la stessa cosa.<br />

Monaco viene da monos che significa solo; eremita<br />

da èremos che significa deserto, solitario; anacoreta<br />

da anachore<strong>in</strong> che significa ritirarsi. Indicano pertanto<br />

colui che si isola dal mondo esteriore e dalla<br />

società umana per dedicarsi a pratiche ascetiche<br />

(povertà, castità, digiuno, mortificazioni varie) e religiose<br />

( preghiera, meditazione, ecc).<br />

Nessuno sa chi sia stato il primo monaco o <strong>in</strong> quale<br />

anno e luogo sia <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciato il monachesimo.<br />

L’idea di appartarsi <strong>in</strong> solitud<strong>in</strong>e e nel sacrificio per<br />

giungere al pieno dom<strong>in</strong>io di sé è certo preesistita al<br />

Il monachesimo orientale<br />

di Graziella Lor<strong>in</strong>i<br />

45<br />

cristianesimo e possiamo dirla connaturata all’uomo.<br />

Anche se si conoscevano già forme di ascetismo<br />

<strong>in</strong>dividuale o comunitario prima del cristianesimo, è<br />

proprio con i seguaci di Gesù che si sviluppa il concetto<br />

di una perfezione da raggiungersi attraverso l’isolamento,<br />

la r<strong>in</strong>uncia e la preghiera, collegandosi,<br />

del resto, ad alcune pag<strong>in</strong>e dello stesso Vangelo. Si<br />

diede il nome di asceti a quelle persone che, f<strong>in</strong> dai<br />

primi anni della Chiesa, applicavano i consigli evangelici,<br />

osservando la castità e vivendo una vita fatta<br />

di cont<strong>in</strong>ue r<strong>in</strong>unce, pur restando tra la gente. Ma è<br />

verso la metà del III secolo, durante le persecuzioni di<br />

Decio e Valeriano, che il movimento degli asceti si fa<br />

più <strong>in</strong>tenso e moltissimi abbandonano le città per<br />

appartarsi nella solitud<strong>in</strong>e. Un caso fra tutti: <strong>in</strong><br />

Egitto il giovane Paolo di Tebe si rifugia <strong>in</strong> un antro<br />

rimanendovi f<strong>in</strong>o alla morte. All’ascetismo succedette<br />

l’anacoretismo, cioè una vita di perfezione lontana<br />

dagli uom<strong>in</strong>i. Il luogo di nascita di questo vasto<br />

movimento è l’Egitto, precisamente l’Alto Egitto,<br />

<strong>in</strong>torno alla città di Tebe: la Tebaide. Non esistevano


egole comuni; ognuno viveva per conto suo, dapprima<br />

<strong>in</strong> una capanna presso un villaggio, più tardi<br />

<strong>in</strong> grotte o antri del deserto, dedicandosi totalmente<br />

alla contemplazione, alla preghiera e alla penitenza.Il<br />

più famoso degli anacoreti è Antonio, figlio di<br />

ricchi cristiani, nato presso Menfi nel 251.<br />

Distribuiti i suoi beni ai poveri, lasciò casa sua e si<br />

rifugiò dapprima <strong>in</strong> una tomba sul fianco di una<br />

montagna, poi <strong>in</strong> un castello abbandonato e successivamente,<br />

siccome troppi lo venivano a<br />

cercare,nella desertica Tebaide. Intorno a lui si raccolsero<br />

sempre più altri eremiti ed egli li guidava<br />

come padre spirituale, come abate, senza dar loro<br />

alcuna regola, ma solo consigli concreti, caso per<br />

caso.<br />

Nell’anacoretismo si possono dist<strong>in</strong>guere due gradi:<br />

alcuni conducevano una vita del tutto solitaria; altri<br />

<strong>in</strong>vece, pur abitando <strong>in</strong> una cella separata, costituivano<br />

una specie di colonia <strong>in</strong>torno ad una chiesa,<br />

nella quale si radunavano per la preghiera <strong>in</strong> comune.<br />

Tale forma di colonia monastica si chiama “<br />

laura”. Un altro egiziano ha impresso al monachesimo<br />

la prima grande svolta: è Pacomio, nato nell’Alta<br />

Tebaide verso il 292. Con lui, dal monachesimo anacoretico<br />

(quello dei solitari) nasce quello cenobitico,<br />

ossia delle comunità ( dal greco ko<strong>in</strong>òbion = vita <strong>in</strong><br />

comune ) A Tabennis, sul Nilo, eresse un monastero<br />

dove i discepoli potevano vivere sotto un solo tetto<br />

con uno stesso superiore. Pur abitando celle separa-<br />

Cultura, sport, notizie - Note di storia<br />

46<br />

te, mangiavano <strong>in</strong>sieme,mettevano <strong>in</strong> comune il<br />

frutto del loro lavoro e osservavano alcune norme di<br />

comportamento, un primo abbozzo di regola. Alla<br />

morte di Pacomio i monasteri di vita comune erano<br />

già nove, con oltre 5000 monaci, più due di donne.<br />

Pacomio era conv<strong>in</strong>to che la vita <strong>in</strong> comune, subord<strong>in</strong>ando<br />

l’<strong>in</strong>dividuo a un gruppo di persone, potesse<br />

impedire abusi e facilitare il progresso spirituale con<br />

la forza dell’esempio e con la pratica dell’aiuto fraterno.<br />

I monaci <strong>in</strong>dossavano una tunica di l<strong>in</strong>o<br />

senza maniche, una pelle di capra e un corto mantello<br />

con un cappuccio. Il loro lavoro consisteva <strong>in</strong><br />

genere nel fabbricare stuoie e ceste con giunchi del<br />

Nilo.<br />

In questo quarto secolo e nel periodo successivo<br />

nascono comunità monastiche un po’ dappertutto:<br />

<strong>in</strong> Palest<strong>in</strong>a, <strong>in</strong> Siria, <strong>in</strong> Mesopotamia, ed anche <strong>in</strong><br />

Italia ( con S.Eusebio) e <strong>in</strong> Francia ( con Mart<strong>in</strong>o di<br />

Tours). Sorsero monasteri ovunque ci fosse memoria<br />

di qualche avvenimento biblico, come il celebre<br />

monastero di S. Cater<strong>in</strong>a, ai piedi del monte S<strong>in</strong>ai e<br />

nei d<strong>in</strong>torni di Betlemme e di Gerusalemme. Più<br />

tardi il cenobitismo orientale cont<strong>in</strong>uò a fiorire, specie<br />

nei grandi monasteri di Costant<strong>in</strong>opoli e nella<br />

grande e complessa organizzazione del monte<br />

Athos, la Santa Montagna della Grecia. Sempre <strong>in</strong><br />

Grecia si trovano i monasteri delle Meteore, così<br />

chiamati perché costruiti quasi nell’aria, su alte<br />

rocce e accessibili un tempo soltanto con scale di<br />

fune.<br />

La Cappadocia (nell’odierna Turchia) fu una terra di<br />

monaci famosa come la Tebaide <strong>in</strong> Egitto. Il monachesimo<br />

vi prese vita nel IV secolo con Eustazio di<br />

Sebaste e, poco dopo, fu regolato e organizzato da<br />

Basilio il Grande, padre e legislatore della vita cenobitica<br />

orientale ( come San Benedetto lo fu per quella<br />

occidentale). Basilio modifica <strong>in</strong> parte gli ord<strong>in</strong>amenti<br />

di Pacomio, creando monasteri con meno<br />

monaci e con un’unica forte autorità, quella del<br />

superiore. Le doti del monaco devono essere, oltre<br />

che la povertà e la castità, il pronto spirito di obbedienza.<br />

Digiuni e penitenze vengono anch’essi regolati,<br />

elim<strong>in</strong>ando eccessi ed esibizionismi; la preghiera<br />

e la meditazione hanno grande posto nella vita<br />

comunitaria, ma ad esse viene obbligatoriamente<br />

associato il lavoro manuale, con preferenza all’agricoltura<br />

e all’arte muraria, attività immediatamente


necessarie alla vita delle comunità. Sulle basi stabilite da san Basilio si svilupperà<br />

successivamente tutto il monachesimo orientale. I suoi precetti,<br />

tradotti <strong>in</strong> lat<strong>in</strong>o, giungeranno anche sotto gli occhi di Benedetto da<br />

Norcia. Nei secoli VII e VIII i monasteri della Cappadocia divennero un<br />

luogo di rifugio di fronte all’avanzata islamica; di questo periodo si conservano<br />

ancora le chiese rupestri e le celle dei monaci.<br />

Tra le forme ascetiche germ<strong>in</strong>ate dalla spiritualità del monachesimo antico,<br />

quella dello stilitismo è certamente una delle più estreme e radicali, al<br />

punto da apparire alla nostra mentalità perf<strong>in</strong>o eccentrica. Il monaco<br />

viveva <strong>in</strong> cima a una colonna, che poteva essere alta dai 10 ai 20metri; <strong>in</strong><br />

realtà la dimora dello stilita, per quanto limitata, occupava qualche metro<br />

quadrato, era circondata da un parapetto e, generalmente, era coperta<br />

almeno <strong>in</strong> parte da un tetto di legno o di canne a mo’ di capanna.<br />

Dall’alto della sua “abitazione” il monaco contribuiva a sedare litigi ed<br />

era largo di consigli per coloro che ricorrevano a lui. Sulla colonna, al<br />

cospetto dei fedeli, lo stilita sacerdote celebrava i div<strong>in</strong>i Misteri, e, se non<br />

era sacerdote, l’eucaristia gli veniva trasmessa attraverso appositi cest<strong>in</strong>i.La<br />

storia ci tramanda alcuni nomi: san Simeone il Vecchio, che per 27<br />

anni praticò questo genere di vita, Simeone il Giovane, che visse 68 anni<br />

sulla colonna ed Alipio, che vi rimase per 67 anni.<br />

Nella Chiesa cristiana antica lo stilitismo fu considerato un movimento<br />

che si collocava al vertice dell’ascesa dell’anima a Dio, anche fisicamente.<br />

In Occidente non attecchì, tra l’altro perché il clima dell’Europa non era<br />

idoneo per quel genere di vita.<br />

Cultura, sport, notizie - Note di storia<br />

47<br />

L’angolo del poeta<br />

Diversi<br />

Noi consideriamo gli stranieri dei diversi.<br />

In fondo anche noi siamo dei diversi per<br />

loro.<br />

Allora...<br />

perché solo noi ci arroghiamo il diritto<br />

di chiamarli diversi?<br />

(Sara M<strong>in</strong>gardi, Daniela Beati, Paola<br />

Piceni)<br />

Voglia di pace<br />

Sei venuto da lontano,<br />

hai aspettato a lungo<br />

di conoscere la nostra terra;<br />

sei stanco e molto<br />

affamato e ti siedi vic<strong>in</strong>o<br />

a uno sconosciuto;<br />

lui non ha paura di te: condivide il cibo<br />

con te per calmare la<br />

tua fame che ti rende<br />

debole, ha pensieri che pensi tu<br />

e questo ti unisce a lui.<br />

Vieni da un paese dove<br />

esiste solo la guerra<br />

e f<strong>in</strong>almente <strong>in</strong> questa terra<br />

hai trovato la pace.<br />

(Samanta Saciri)<br />

La pelle<br />

La pelle<br />

è solo una fissazione,<br />

una sciocca conv<strong>in</strong>zione<br />

perchè per essere amici<br />

si deve guardare nel cuore:<br />

ogni cuore ha un suo onore,<br />

non importa di che colore.<br />

(Sara M<strong>in</strong>gardi, Daniela Beati, Paola<br />

Piceni)


MUSICA<br />

Artista - Elisa<br />

Titolo - Lotus<br />

Etichetta - Sugar<br />

Distribuzione-<br />

Universal<br />

Il nuovo album d’Elisa, Lotus, è un<br />

ritorno a sonorità più naturali, acustiche,<br />

registrato sia con mezzi analogici<br />

e digitali per dare alla musica<br />

maggiore naturalezza e un suono<br />

più puro.<br />

All’<strong>in</strong>terno del disco oltre alla nuova<br />

canzone “Broken”, che ricorda<br />

sonorità già care ad Alanis<br />

Morrissette, cantautrice canadese,<br />

che Elisa sembra stimare moltissimo;<br />

c’è la cover di Hallelujah, brano<br />

di Leonard Cohen, un brano molto<br />

spirituale, che Elisa rifà senza però<br />

aver mai ascoltato nella versione orig<strong>in</strong>ale,<br />

ma dedicandola al compianto<br />

Jeff Buckley già autore a sua volta<br />

di un’emozionante cover. La copert<strong>in</strong>a<br />

del disco da già l’idea delle<br />

<strong>in</strong>tenzioni della cantautrice, il bianco<br />

del fiore di loto esprime la purezza<br />

che vuole trasmettere nel disco<br />

attraverso la musica, sia con i brani<br />

di composizione più recente, sia<br />

andando a ripescare nei suoi primi<br />

brani, come ad esempio “Sleep<strong>in</strong>g <strong>in</strong><br />

your hand” o “Labirynth” completamente<br />

riarrangiati per l’occasione,<br />

spogliati di tutti campionamenti<br />

elettronici, ridotti al m<strong>in</strong>imo le<br />

sovrac<strong>in</strong>cisioni, rappresentano un<br />

scelta matura da parte di Elisa.<br />

Lotus racchiude <strong>in</strong> sedici brani, sedici<br />

perle preziose. Non manca nemmeno<br />

“Luce (tramonti a nord est)”,<br />

brano che l’ha vista v<strong>in</strong>citrice a<br />

S.Remo, troviamo anche la cover di<br />

Mia Mart<strong>in</strong>i “Almeno tu nell’universo”,<br />

brano molto difficile per l’impegno<br />

vocale richiesto, ma che Elisa<br />

<strong>in</strong>terpreta con molta personalità e<br />

buon gusto. Rimanendo <strong>in</strong> tema di<br />

cover troviamo anche Femme<br />

Fatale, canzone dei Velvet<br />

Underground. Chiude il disco “A<br />

Prayer”.<br />

Speciale Mtv – Elisa’s Day<br />

Quando? Il 10 dicembre 2003 Mtv,<br />

emittente televisiva con un target di<br />

riferimento rivolto ai giovani dai<br />

tredici ai ventisei anni (ma non<br />

solo), ci propone uno dei momenti<br />

più belli della stagione televisiva;<br />

quello che è stato chiamato da chi<br />

decide i pal<strong>in</strong>sesti di Mtv: L’Elisa’s<br />

day.<br />

Il momento è magico prima di arrivare<br />

al concerto vero e proprio Elisa<br />

si sottopone ad un’ora d’<strong>in</strong>tervista<br />

col Dj Enrico Silvestr<strong>in</strong>; dove parla<br />

del recente Lotus, di com’è stato realizzato,<br />

dell’emozione provata nel<br />

corso del progetto, dei precedenti<br />

tre album, del futuro immediato e<br />

prossimo. Un tour teatrale che vedrà<br />

la cantante impegnata <strong>in</strong> esibizioni<br />

<strong>in</strong> molte città italiane. La band<br />

ricomposta per realizzare il disco e<br />

tanto altro. F<strong>in</strong>o alle ventuno<br />

momento <strong>in</strong> cui Elisa si congeda da<br />

Silvestr<strong>in</strong> per prepararsi all’evento.<br />

Memorabile, anche dal vivo; accompagnata<br />

dai suoi musicisti Elisa si<br />

conferma un’eccellente cantautrice<br />

ed <strong>in</strong>terprete; un raggio di luce nello<br />

sterile panorama musicale italiano.<br />

48<br />

Cultura, sport, notizie<br />

Pa nèghér,<br />

pulenta e fic sec<br />

– secondo episodio..<br />

AL POST DE BLOC.<br />

Mart<strong>in</strong>o, el ters dei fiöi de<br />

l’Aneta, el ghera mia ulit<br />

mangià la pulenta coi fic séc.<br />

A lü ga piasia mia, alura l’à<br />

mangiada con la marmelada<br />

de ambrognaghe, che el sò<br />

bubà el gh’era catat en grand<br />

quantità en del cioss del siòr<br />

Lio e la Aneta la ghera fat la<br />

marmelada.<br />

La pansa la ghé bruntulaa<br />

amò de la fam, ma dopo i gà<br />

aidàt al sò bubà a tirà fò l’erba<br />

de l’ortaia del siòr Lio, el<br />

ga ciapàt el caratì a ma con<br />

la benèla per ‘nda a tö sö i fic<br />

de asen e de càal per el sò<br />

cióss, ma riàt ale scöle el s’é<br />

fermat a ardà i suldacc de la<br />

Tagliamento che i fàa g<strong>in</strong>astica.<br />

Dedrè dele scöle l’era la<br />

zona dei consegnacc e dele<br />

guardie dei presunèr rusi. I<br />

suldacc consegnàcc e le guardie<br />

i pudia mia müis dei sò<br />

postcc e i mandaa i scècc a<br />

compraga pa e persöt per lur<br />

e pa e murtadela per la mancia<br />

ai scecc.<br />

segue a pag. 49


Proèrbe e storièle dé önâ oltâ…Per ön sorìso dé adéss…<br />

Mart<strong>in</strong>o e Enrico i va sübit, col so<br />

caratì a ma, a éder de spigulà pa e<br />

murtadela ma i sò amici ié de guardia<br />

al Post de Bloc, visì al cimitero, per<br />

controlà le mach<strong>in</strong>e, i camion e i<br />

carècc che pasa.<br />

La fam la va ‘ndoche ghé el pa. I du<br />

scècc i ghe met poc a rià al post de<br />

bloc. Ma chela zurnada lè, la riserva<br />

amò öna bröta sorpresa: i du scècc i<br />

ga apena salüdat i tre suldacc, che da<br />

didrè dei mont ria en picchiada tre<br />

aerei che i mitraglia e i lasa zo doi<br />

bombe per ü. En suldat el tira zo<br />

Enrico dal müradel e Mart<strong>in</strong>o el sè<br />

rifugia a la svelta en den tumbì de<br />

scarico sota el stredù, dopo ìga ciapàt<br />

en balot söl có, che al ga fat vegner sö<br />

öna brignócola grosa isé.<br />

Giü el dis l’Ave Maria, en oter el<br />

Padre Nostro, ergü piö delóntà el recita<br />

el Gesù mio d’amore acceso, en<br />

dela pora che ghè gnìt dopo el bumbardarnént<br />

de la ferovia...<br />

- ‘Ndo sarài chei du scecc?! - e la diussiù<br />

la ciapa a la gola anche l’Aneta.<br />

- Va’ a veder Pierì! - la ghe dis al prim<br />

dei so scècc. – En del vègner el scür el<br />

piò pic<strong>in</strong>ì el ria töt spaentat e spórc.<br />

- ‘Ndo el Mart<strong>in</strong>o? - Ma Enrico el rispont mia perché el ga amò<br />

la pora adoss e la fanga f<strong>in</strong>o ai öcc.<br />

En tra el ciar el scür el ria Pier<strong>in</strong>o con öna schegia en spala de<br />

daga al strasaröl ‘nsema a la feramenta e ale pei de cunecc, e ‘l<br />

dis de i mia truàt Mart<strong>in</strong>o. Tö,cc i va n‘giro a sercal e f<strong>in</strong>alment’el<br />

ria töt sporc po a lü:<br />

- Mama so chè! So mia gnit fò del tumbì perché ghere pora che i<br />

mitragliaes amò!<br />

l I òm i se misüra miga a spane.<br />

l Chi ga del talènt, ‘l’è a pòst ogni momént.<br />

l Ogni boasa la ga ‘1 sò badil che la cata sö.<br />

l Chi fa a sò möt el scampa des agn dè piö.<br />

l Chi gha ‘l cör tener nò ‘l fasé ‘l negùziant.<br />

l Chi ga i i dèncc no ‘l ga ‘l pà, chi ‘l pa nö ’l ga i dencc.<br />

l A la Madóna dé la Seriöla dell’<strong>in</strong>veren sóm föra.<br />

l Quand èl sul èl bat sö la Candeléra garóm ‘na bèla<br />

primaèra.<br />

l Per San Biàse, tré ure squàse.<br />

l Mangià e spetègulà, èl piö tant ‘l’è a cum<strong>in</strong>cià.<br />

l A Taola nò sè parla mai dè mórcc.<br />

l I sólcc del lòt, i va dé tròt.<br />

l L’<strong>in</strong>vidia la cór dré a la furtüna.<br />

l Ghe zent che l’è buna de fa töt, l’è ‘nvece buna de fa<br />

niét.<br />

l Roba che punge, amor che disgiunge.<br />

49<br />

Cultura, sport, notizie<br />

Cont<strong>in</strong>ua…….<br />

(Ben-Tar)


50<br />

Cultura, sport, notizie<br />

www.basketcoccaglio.it


Notizie utili<br />

Cultura, sport, notizie<br />

Numeri telefonici di immediata utilità<br />

Municipio:<br />

. central<strong>in</strong>o<br />

. fax<br />

. Ufficio Vigili<br />

- Agente di servizio<br />

- Emergenze<br />

. Ufficio Anagrafe<br />

. Ufficio Tributi<br />

. Ufficio Ragioneria<br />

. Ufficio Servizi sciali<br />

. Ufficio Segreteria<br />

. Ufficio Tecnico<br />

. Servizi 24/24<br />

COGEME<br />

Scuola Materna<br />

Scuola Elementare<br />

Scuola Media<br />

Radio parrocchiale<br />

030 7725711<br />

030 7721800<br />

030 7725702<br />

335 7250663<br />

335 7637031<br />

030 7725704<br />

030 7725707<br />

030 7725709<br />

030 7725716<br />

030 7725724<br />

030 7725731<br />

335 7637031<br />

800 017446<br />

030 7721562<br />

030 723730<br />

030 7721190<br />

030 2731444<br />

Ferrovie<br />

Poste Italiane<br />

Farmacia<br />

Guardia medica<br />

Pronto soccorso Chiari<br />

Soccorso pubblico di<br />

emergenza<br />

Soccorso stradale<br />

Guardia di F<strong>in</strong>anza<br />

Carab<strong>in</strong>ieri<br />

Pronto <strong>in</strong>tervento<br />

Vigili del Fuoco<br />

Emergenza sanitaria<br />

Telefono Azzurro<br />

Guardia Farmaceutica<br />

Ufficio Invalidi<br />

Prenotazioni ambulatoriali<br />

030 7703004<br />

030 7721318<br />

030 7701217<br />

030 77191<br />

030 711170<br />

116<br />

117<br />

113<br />

112<br />

115<br />

118<br />

19696<br />

800 297002<br />

030 7007025<br />

199145505<br />

Dopo la Giornata per il Dialogo Ebraico - Cristiano, la Giornata della Memoria.<br />

Dal calendario delle <strong>in</strong>iziative curato dal nostro Assessorato alla Cultura per questo peirodo, estrapoliamo le Manifestazioni per la<br />

Giornata della Memoria, che avranno luogo nel ritrovato auditorium "S. Giovanni Battista".<br />

Domenica 25 Gennaio 2004 ore 16<br />

Concerto della Memoria - Traiettorie Sonore Ensemble<br />

Programma<br />

NICOLA PIOVANI, temi da "La vita Ë bella"<br />

JOHNN WILLIAMS, "Three pieces from Sch<strong>in</strong>dler's list"<br />

OLIVIER MESSIAEN, brani dal "Quatuor pour la f<strong>in</strong> du Temps"<br />

SERGEJ PROKOFIEFF, Ouverture su temi ebraici<br />

Nicola ZUCCALA' - clar<strong>in</strong>etto, Raffaello NEGRI - viol<strong>in</strong>o, Luca MORETTI - viol<strong>in</strong>o, Roberto MAZZONI - viola, Andrea SCAC-<br />

CHI - violoncello, Marcello PAROLINI - pianoforte<br />

Il "Traiettorie Sonore Ensemble"è formazione costituita da giovani strumentisti altamente qualificati, che svolgono<br />

<strong>in</strong>tensa attività concertistica sia come solisti che nelle maggiori orchestre italiane.<br />

Nato con la volontà di diffondere il repertorio cameristico del Novecento, il gruppo <strong>in</strong>trattiene stretto il rapporto con<br />

il patrimonio storico del Ventesimo secolo, con attenzione cont<strong>in</strong>ua agli autori contemporaeni. Molte le prime esecuzioni<br />

affidate all'Ensemble, per i nomi di autori quali Luca Belcastro, Sonia Bo, Massimo Botter, Mauro Castellano,<br />

Martedì 27 Gennaio 2004 ore 20,30<br />

Proiezione del film "Il pianista" di Roman Polanski - Palma d'oro al Festival di Cannes<br />

Martedì 3 Febbraio 2004 ore 20,30<br />

Conferenza: Lo sterm<strong>in</strong>io degli ebrei attraverso i filmati nazisti<br />

Relatore Marcello Pezzetti<br />

51


Offerte per le opere parrocchiali --- 17 novembre 2003 – 18 gennaio 2004<br />

Prima Dom. di dicembre € 760,00<br />

NN. da G. per la Parrocchia € 150,00<br />

NN. € 120,00<br />

NN. € 20,00<br />

NN. € 50,00<br />

In occasione della bened.d. casa € 100,00<br />

NN. € 20,00<br />

In memoria del caro Antonio € 200,00<br />

Per la prossima ristr. dell’Oratorio € 00,00<br />

In occasione del matrimonio € 200,00<br />

NN. € 20,00<br />

In occasione del matrimonio € 100,00<br />

In occasione del Battesimo € 25,00<br />

In occasione del Battesimo € 50,00<br />

NN. € 50,00<br />

NN. € 20,00<br />

NN. € 30,00<br />

Dalla Banca Pop.di Sondrio € 150,00<br />

NN. € 50,00<br />

NN. € 50,00<br />

NN. per l’Oratorio € 50,00<br />

NN. € 100,00<br />

NN. € 50,00<br />

NN. € 50,00<br />

NN. € 50,00<br />

NN. € 30,00<br />

NN. € 20,00<br />

NN. € 10,00<br />

NN. € 10,00<br />

NN. € 40,00<br />

NN. € 10,00<br />

NN. € 50,00<br />

NN. € 20,00<br />

NN. vari € 30,00<br />

NN. € 70,00<br />

NN. € 200,00<br />

NN. € 20,00<br />

NN. € 50,00<br />

NN. € 40,00<br />

NN. € 50,00<br />

NN. € 20,00<br />

Una coppia di sposi € 100,00<br />

Una coppia di sposi € 150,00<br />

NN. € 30,00<br />

NN. € 100,00<br />

NN. € 40,00<br />

NN. € 20,00<br />

Per l’Oratorio € 50,00<br />

NN. € 50,00<br />

NN. € 10,00<br />

NN. € 10,00<br />

NN. € 100,00<br />

Una coppia di sposi € 100,00<br />

NN. € 50,00<br />

NN. € 10,00<br />

NN. € 10,00<br />

NN. € 50,00<br />

52<br />

NN € 10,00<br />

NN € 50,00<br />

NN € 10,00<br />

NN € 10,00<br />

NN € 10,00<br />

NN € 5,00<br />

NN € 5,00<br />

NN € 20,00<br />

NN € 10,00<br />

Una coppia di sposi € 50,00<br />

Una coppia di sposi € 50,00<br />

Una coppia di sposi € 50,00<br />

Una coppia di sposi € 50,00<br />

Una coppia di sposi € 50,00<br />

Una coppia di sposi € 20,00<br />

Una coppia di sposi € 30,00<br />

Una coppia di sposi € 40,00<br />

Una coppia di sposi € 50,00<br />

Una coppia di sposi € 40,00<br />

Una coppia di sposi € 50,00<br />

Una coppia di sposi € 50,00<br />

Una coppia di sposi € 50,00<br />

Una coppia di sposi € 25,00<br />

Una coppia di sposi € 20,00<br />

Una coppia di sposi € 10,00<br />

Una coppia di sposi € 20,00<br />

NN. € 250,00<br />

NN. € 50,00<br />

NN. € 20,00<br />

Prima Dom. di gennaio € 843,00<br />

NN. € 8,00<br />

NN. € 40,00<br />

NN. € 50,00<br />

NN. € 50,00<br />

NN. € 100,00<br />

Da Fed. (2a el.) per l’Oratorio € 50,00<br />

NN. € 50,00<br />

Dall’Ass. AVIS, per l’Oratorio € 1.000,00<br />

NN. € 20,00<br />

NN. € 25,00<br />

In occasione del Battesimo € 50,00<br />

In occasione del Battesimo € 100,00<br />

In occas. del bened. della casa € 10,00<br />

NN. € 500,00<br />

Per l’Oratorio € 500,00<br />

In occasione del Battesimo € 50,00<br />

In occasione del Battesimo € 100,00<br />

Per l’Oratorio € 300,00<br />

Offerte all’Oratorio<br />

AVIS (giu. 03) € 400,00<br />

Ass. Pens. “A. Massetti” € 400,00<br />

NB: le offerte versate <strong>in</strong> occasione dei funerali curati<br />

dall’Associazione dei Pensionati vengono conteggiate nel<br />

bilancio ord<strong>in</strong>ario<br />

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