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concentrazione di detta sostanza, così elevata da causare una perdita di<br />
coscienza, l’avrebbe molto probabilmente rilevata.<br />
La prof. Lopez ha precisato però che soltanto una ricerca sui polmoni e sul<br />
sangue polmonare avrebbe potuto dare risposte sicure e che comunque<br />
l’accertamento avrebbe dovuto riguardare non soltanto il cloroformio, ma<br />
anche altre sostanze volatili, come ad esempio l’etere etilico.<br />
D’altra parte, in risposta alle specifiche domande che gli sono state rivolte, lo<br />
stesso dr. Wilson non è stato in grado di esprimersi in termini di certezza.<br />
Sulla base dei dati acquisiti, quindi, non può affatto escludersi che Calvi,<br />
prima di essere impiccato, sia stato ridotto in stato di incoscienza, con<br />
l’utilizzazione di sostanze idonee a tal fine. E non può ragionevolmente<br />
sostenersi che tale utilizzazione avrebbe necessariamente causato segni di<br />
compressione sulle labbra, poiché l’anestetico può essere stato avvicinato in<br />
modo non violento alle vie respiratorie, previa immobilizzazione del Calvi da<br />
parte di più persone.<br />
L’impiego di più persone nell’esecuzione dell’azione omicidiaria vale a<br />
spiegare il superamento di tutte le difficoltà insite nel compimento delle varie<br />
operazioni che si sono rese necessarie per trasportare Calvi (verosimilmente<br />
con un’imbarcazione) sotto l’impalcatura e per issarlo sulla stessa; e vale,<br />
altresì, a rendere plausibile una immobilizzazione completa, senza alcuna<br />
possibilità di difesa e resistenza da parte della vittima (donde l’assenza dei<br />
relativi segni) e indipendentemente da una procurata perdita di coscienza.<br />
I difensori hanno poi fatto presente che dalle deposizioni dei poliziotti inglesi<br />
è emerso che, per consentirne l’identificazione, vennero prese le impronte<br />
digitali del cadavere e che, invece, in sede di perizia, è risultato che sulle dita e<br />
sugli spazi subungeuali di Calvi non vi erano tracce di inchiostro. Ciò<br />
dimostrerebbe l’inattendibilità degli esiti degli accertamenti eseguiti, a distanza<br />
di tanti anni (dopo ripetute manipolazioni e lavaggi), in ordine alla presenza di<br />
vernice o di ruggine sulle mani.<br />
A questo riguardo deve però replicarsi che, come ha precisato il prof.<br />
Capasso, oggetto di perizia sono stati lembi di cute tratti non dai polpastrelli<br />
(dove si sarebbero potute trovate le tracce dell’inchiostro usato per il<br />
rilevamento delle impronte digitali), ma dai palmi delle mani; e deve anche<br />
osservarsi che un rilevamento di impronte non comporta necessariamente<br />
l’imbrattamento degli spazi sbungueali.<br />
Secondo i difensori, inoltre, non è credibile che Calvi sia stato trasportato<br />
con un natante sino all’impalcatura, dato che quella parte del Tamigi veniva<br />
pattugliata da una lancia della Polizia fluviale e c’era quindi la concreta<br />
possibilità di essere colti sul fatto; le varie operazioni potevano, del resto,<br />
essere osservate anche da persone che si fossero trovate a passare sulla<br />
strada sovrastante; gli assassini avrebbero quindi corso inutili rischi, che<br />
avrebbero potuto evitare eseguendo il delitto in altro posto più sicuro.<br />
A questo proposito deve osservarsi che, secondo quanto riferito dal teste<br />
John Johnston (il poliziotto che, verso le 7,48 del 18 giugno, a seguito di<br />
chiamata, accorse sul luogo del rinvenimento del cadavere, a bordo di un<br />
natante della Polizia fluviale), quella notte la lancia della Polizia può essere<br />
passata tre volte tra le 23 e l’1,30 e una sola volta tra le ore 1,30 e le 6 (che è<br />
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