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1 INDICE - Philip P. Willan

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Per il banchiere era comunque fondamentale mantenere buoni rapporti con<br />

lo I.O.R., sia per il fatto che questo istituto poteva operare senza i vincoli<br />

imposti dalla Banca d’Italia e sia perché, dimostrando di essere gradito agli<br />

ambienti vaticani, poteva dare all’esterno un’immagine di serietà e di<br />

legittimità.<br />

Tra il 1972 e il 1981, infatti, fu molto stretto il rapporto di collaborazione tra<br />

Calvi e Marcinkus, almeno sino a quando il banchiere non venne coinvolto nella<br />

vicenda giudiziaria.<br />

La illiceità delle operazioni compiute da Calvi era sicuramente nota allo<br />

I.O.R., che non si sarebbe mai prestato a fare da spalla senza una convenienza<br />

diretta.<br />

Tra le cause del dissesto del Banco Ambrosiano debbono essere incluse<br />

anche le operazioni (come quella relativa al finanziamento della Rizzoli ed<br />

all’acquisizione del “Corriere della Sera”) compiute nell’interesse di personaggi,<br />

come Licio Gelli e Umberto Ortolani, che avevano avuto una condotta tutt’altro<br />

che limpida e legittima. E così anche le operazioni di finanziamento in favore di<br />

Solidarnosch, di Paesi anticomunisti e di vari partiti politici italiani.<br />

Quando, a seguito dei controlli effettuati dalla Banca d’Italia, iniziò il<br />

processo per reati valutari e venne anche disposta la carcerazione preventiva<br />

del principale responsabile, si ebbe, soprattutto in campo internazionale, una<br />

irreparabile perdita di credibilità e di fiducia in Calvi e nell’intero gruppo<br />

bancario.<br />

Per evitare l’immediato tracollo di tutto l’apparato, venne raggiunto tra Calvi<br />

e i vertici dello I.O.R. un accordo, consacrato nelle cosiddette lettere di<br />

“patronage” del 1° settembre 1981. Tale accordo si rivelò, peraltro, un<br />

semplice espediente di copertura, destinato a tenere temporaneamente in vita<br />

un sistema ormai agonizzante.<br />

Con le lettere di “patronage”, inviate al Banco Ambrosiano Andino di Lima e<br />

al Banco Ambrosiano Group Comercial di Managua, Marcinkus confermava che<br />

lo I.O.R. aveva, direttamente o indirettamente, il controllo di alcune delle<br />

società estere facenti parte della costellazione (la Manic s.a., la Astolfine s.a.,<br />

la Nordeurop Establishment, la United Trading Company, la Erm s.a., la<br />

Bellatrix s.a., la Belrosa s.a., la Starfield s.a.) e ammetteva di essere a<br />

conoscenza dei debiti di tali società nei confronti delle due suddette banche;<br />

questi documenti dovevano servire, quindi, a coinvolgere la banca vaticana ed<br />

a garantire la copertura delle loro esposizioni, contenendo un riconoscimento<br />

del debito complessivo delle suddette società.<br />

Marcinkus, peraltro, si fece contemporaneamente sottoscrivere da Calvi una<br />

lettera di manleva, che doveva servire per svuotare di contenuto quelle di<br />

“patronage”, togliendo alle stesse ogni efficacia.<br />

Tra il settembre del 1981 ed il giugno del 1982, comunque, Calvi si servì<br />

ancora della copertura dello I.O.R. per compiere una serie di altre illecite<br />

operazioni di finanziamento, che diedero il colpo finale all’istituto bancario<br />

milanese.<br />

Nel processo per la bancarotta del Banco Ambrosiano, come risulta dalle<br />

sentenze emesse dal Tribunale di Milano il 16 aprile 1992, dalla Corte di<br />

appello di Milano il 10 giugno 1996 e dalla Corte di cassazione il 22 aprile<br />

1998, si è accertato che su conti correnti rientranti nella disponibilità di Flavio<br />

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