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e consegnati al Metropolitan Police Laboratory per essere sottoposti ad analisi,<br />
per la ricerca di droghe e di veleni.<br />
Venivano quindi presi contatti telefonici con le competenti autorità italiane,<br />
che - sulla base delle indicazioni fornite dagli inquirenti inglesi - prospettavano<br />
subito l’ipotesi che l’uomo trovato impiccato sotto il Blackfriars Bridge potesse<br />
essere il noto banchiere Roberto Calvi, il quale era scomparso da Roma sin<br />
dalla mattina dell’11 giugno 1982.<br />
Calvi aveva rivestito sino al 17 dello stesso mese la carica di presidente del<br />
Banco Ambrosiano, che era in stato di dissesto, avendo debiti per circa 2.000<br />
miliardi li lire.<br />
Dopo essere stato condannato in primo grado per reati valutari alla pena di<br />
anni quattro di reclusione e £. 15 miliardi di multa, Calvi era in attesa del<br />
processo di appello ed era sottoposto alla misura cautelare del divieto di<br />
espatrio, sicché non poteva avere la disponibilità di un regolare passaporto.<br />
Il documento trovato in suo possesso, intestato a Gian Roberto Calvini,<br />
risultava dunque falsificato.<br />
Alle ore 3,30 del 19 giugno 1982 giungeva all’aeroporto di Heatrow una<br />
delegazione composta tra l’altro dal sostituto procuratore dr. Domenico Sica,<br />
dal capo della Squadra Mobile della Questura di Roma, dal vice capo della<br />
Digos e dal capo della divisione Interpol.<br />
Mediante il raffronto delle impronte digitali, l’uomo rinvenuto sotto il ponte<br />
sul Tamigi veniva con certezza identificato per Roberto Calvi.<br />
L’identificazione veniva confermata il 25 giugno, presso l’obitorio londinese,<br />
da Lorenzo e Leone Calvi e da Luciano Canetti, rispettivamente fratelli e<br />
cognato del defunto, appositamente venuti dall’Italia.<br />
Le successive indagini consentivano di accertare che Roberto Calvi era<br />
arrivato all’aeroporto di Gatwich alle 17,10 del 15 giugno, con un aereo privato<br />
proveniente da Innsbruck, in compagnia di Silvano Vittor (un contrabbandiere<br />
triestino, noto alla Guardia di Finanza), portando con sé due valigie, una<br />
grande ed una più piccola.<br />
I due avevano alloggiato presso il Chelsea Cloister di Londra (un residence di<br />
notevoli dimensioni e di modesto livello, situato a circa 7 km. di distanza dal<br />
Blackfiars Bridge), occupando l’appartamento n. 881, registrato a nome del<br />
Vittor.<br />
In questo appartamento veniva effettuata una perquisizione, nel corso della<br />
quale venivano rinvenute le due valigie del Calvi, contenenti abiti, effetti<br />
personali ed una grande quantità di medicinali, comprendenti in particolare<br />
psicofarmaci di vario tipo.<br />
Non veniva trovata, né sulla persona del defunto né all’interno dei locali dallo<br />
stesso occupati, la chiave dell’appartamento. Inoltre, non veniva trovata<br />
alcuna traccia del Vittor.<br />
Una dipendente del residence riferiva che, verso le ore 1,30 del 18 giugno,<br />
un uomo, qualificatosi come Silvano Vittor, aveva chiesto il suo intervento, in<br />
quanto non era riuscito ad entrare nell’appartamento n. 881, non avendovi<br />
trovato nessuno all’interno e non avendo con sé la chiave: la porta era stata<br />
quindi aperta con un duplicato, in possesso della direzione del residence,<br />
previo controllo del documento di identità dello stesso Vittor.<br />
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