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1 INDICE - Philip P. Willan

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Dopo quell’incontro, ebbe occasione di rivedere Calvi e di conoscere sua<br />

moglie nella villa che lo stesso, tramite Pazienza, aveva affittato in Sardegna<br />

per trascorrervi le vacanze estive del 1981.<br />

Iniziò così un rapporto di frequentazione e di collaborazione, durante il quale<br />

egli svolse un’intensa attività per conto di Calvi, soprattutto per curarne i<br />

rapporti con la stampa e con il Vaticano.<br />

Fin dal momento in cui venne arrestato, Calvi maturò l’intenzione di lasciare<br />

l’Italia, non per fuggire, ma per avere una maggiore libertà di movimento ed<br />

avere più facili contatti con le banche estere, anche al fine di ottenere i<br />

finanziamenti necessari per risolvere i problemi del Banco Ambrosiano.<br />

Calvi non voleva assolutamente perdere il posto di presidente del Banco<br />

Ambrosiano e sperava di riprendere buoni rapporti con il Vaticano, e in<br />

particolare con lo I.O.R.; rapporti che si erano guastati dopo che era stato<br />

coinvolto in un processo penale ed aveva subito un periodo di custodia<br />

cautelare in carcere.<br />

Calvi arrivò a promettergli una ricompensa di 100 milioni di dollari, qualora<br />

fosse riuscito a risolvere il problema dei suoi rapporti con il Vaticano: egli<br />

avrebbe poi dovuto dividere tale somma con le persone che lo aiutavano<br />

(Pisanu, Corona, Caracciolo, Binetti, Koll, ecc.). A sua volta promise al<br />

cardinale Palazzini che una parte di quella somma sarebbe andata a creare un<br />

fondo, da impiegare in beneficenza, per i poveri.<br />

La somma, in realtà, non gli venne mai corrisposta ed egli ricevette<br />

“soltanto” 19 milioni di dollari.<br />

I finanziamenti del Banco Ambrosiano alle sue società “Prato Verde” ed<br />

“Immobiliare Etruria” (per i quali venne condannato per concorso in bancarotta<br />

fraudolenta) vennero fatti perché Calvi aveva bisogno di denaro per pagare tra<br />

l’altro alcuni professionisti: aveva difficoltà e timori a far entrare il denaro in<br />

Italia ed egli doveva sostituirsi a lui per queste somme, che avrebbe poi<br />

dovuto restituire all’estero.<br />

Pensò così di poter associare le due esigenze: soddisfare i bisogni di Calvi e<br />

nello stesso tempo favorire un rapporto tra il Banco Ambrosiano e le sue<br />

società.<br />

Calvi diceva di non volere più avvalersi dell’assistenza di Francesco Pazienza<br />

e di essere terrorizzato dalle sue continue minacce: temeva che potesse agire<br />

sullo I.O.R. e sulla magistratura per peggiorare la sua situazione e riteneva<br />

che, insieme al suo collaboratore Maurizio Mazzotta ed a Federico Umberto<br />

D’Amato (un influente esponente dei Servizi segreti), volesse impossessarsi del<br />

suo patrimonio.<br />

L’opera di indebolimento svolta da Pazienza era indirizzata da una parte sullo<br />

stesso Calvi e dall’altra su Marcinkus e sul cardinale Casaroli, segretario di<br />

Stato, ai quali faceva credere che Calvi fosse in possesso di documenti<br />

esplosivi che avrebbero potuto compromettere la credibilità del Vaticano.<br />

In pratica c’erano tre forze molto potenti - costituite dai servizi segreti, da un<br />

partito politico di governo e da un misto fra massoneria deviata (la loggia P2 di<br />

Licio Gelli) e malavita - che miravano a spodestare Calvi.<br />

Calvi era iscritto alla loggia P2, ma chiese il suo intervento presso Armando<br />

Corona per riavvicinarsi alla massoneria ufficiale e a tal fine gli diede anche dei<br />

moduli di iscrizione già riempiti.<br />

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