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RETTILI<br />

laVIPERA<br />

paracadutista<br />

Massimo Campora<br />

naturalista, testo e foto<br />

Malgrado siamo giunti nel terzo millennio<br />

e molti misteri della natura si<br />

considerino ormai in gran parte svelati,<br />

sostenuti da esaurienti tesi scientifiche<br />

sui complessi meccanismi naturali,<br />

sopravvivono tuttora molte supestizioni<br />

legate al mondo animale. Queste<br />

credenze, se vogliamo affascinanti,<br />

alimentano un certo alone di “ance-<br />

strali paure”, da parte della<br />

gente; ne consegue che<br />

alcuni animali vengono<br />

catalogati dalla popolazione<br />

come “cattivi”, “pericolosi”,<br />

a volte “dannosi”. Su<br />

questa fauna reietta continua<br />

ad esistere una sorta<br />

di amore/odio ormai secolare<br />

che ne dipinge spesso<br />

capacità e fattezze esilaranti.<br />

Tra la fauna italiana sono i<br />

lupi, le linci e gli orsi,<br />

l’aquila o gli avvoltoi e<br />

naturalmente, i serpenti a<br />

26<br />

“godere” di questa pessima reputazione.<br />

Larga parte di questo bestiario<br />

contribuisce a ravvivare discorsi, riempire<br />

serate, creare dibattiti e, naturalmente,<br />

”spaventare il più possibile”.<br />

Colpisce a volte ascoltare discorsi di<br />

persone anche “colte” su come gran<br />

parte di queste specie faunistiche<br />

siano apparse nel nostro paese: lupi<br />

liberati da furgoni, linci uscite da diabolici<br />

T.I.R guidati dai “verdi”, vipere<br />

trasportate con sacchi (rigorosamente<br />

Tra le molte<br />

“leggende<br />

metropolitane”<br />

il lancio di<br />

vipere tramite<br />

paracadute<br />

(a quale<br />

scopo poi?)<br />

è tra le più<br />

persistenti<br />

ed esilaranti<br />

di juta) e poi liberate,<br />

oppure, e<br />

questa é una leggendametropolitana<br />

dura a morire,<br />

paracadutate.<br />

Queste credenze,<br />

se vogliamo,<br />

fanno anche parte<br />

delle culture locali,<br />

che naturalmente<br />

si sono evolute via<br />

via con gli esseri<br />

umani: in un remoto<br />

passato probabilmente<br />

vipere e<br />

lupi si pensava provenissero chissà<br />

da dove, magari gettati dall'alto dei<br />

castelli con la catapulta dai nobili di<br />

un tempo sui villaggi dei miseri plebei,<br />

purtroppo però in questo caso gli animali<br />

lanciati in aria e non essendo<br />

muniti di paracadute (non era ancora<br />

stato inventato) presumibilmente si<br />

sfracellavano al suolo!<br />

I serpenti sono per antonomasia<br />

l’incarnazione del male, del maligno,<br />

la vipera comune (Vipera aspis), ad<br />

esempio, rimane e rimarrà sicuramente<br />

per i secoli a venire un animale<br />

dannoso e cattivo, sicuramente da<br />

distruggere.<br />

Nella realtà quest'ofide non è mai<br />

stato immesso volontariamente dall'uomo<br />

sul territorio, poichè non c'è n’è<br />

bisogno (la vipera arriva da sé): le<br />

aree dove un tempo sembrava mancasse<br />

questo rettile e nelle quali ora<br />

sembra presente, sono state colonizzate<br />

dalla vipera stessa che è arrivata<br />

per conto proprio semplicemente "strisciando".<br />

La vipera appartiene ad un unica<br />

famiglia, quella dei viperidi, dal latino<br />

vivipera cioè che partorisce<br />

piccoli nati vivi, o<br />

meglio, giovani già perfettamente<br />

formati. La<br />

stragrande maggioranza<br />

dei rettili è ovipara, cioè<br />

depone delle uova sul<br />

terreno da cui fuoriescono<br />

i giovani: nelle vipere<br />

le uova si schiudono direttamente<br />

all'interno del corpo<br />

materno. Oltre alla vipera<br />

comune, distribuita praticamente<br />

su tutto il territorio italiano,<br />

Sardegna esclusa, esistono in Italia<br />

altre specie ognuna legata a particolari<br />

ambienti: la vipera di Orsini<br />

(Vipera ursinii) presente in Italia<br />

centrale, la vipera dal corno<br />

(Vipera ammodytes) che vive<br />

sulle Alpi orientali e il marasso<br />

(Vipera berus) legata<br />

anch'essa alle zone alpine.<br />

La vipera, rispetto agli<br />

altri serpenti italiani, è<br />

certamente l'ofide<br />

meno aggressivo e più<br />

schivo nei confronti<br />

dell'uomo: essa passa<br />

molte ore della sua<br />

giornata raccolta all'ombra,<br />

raramente esce allo<br />

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