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Qual piuma<br />
al vento...<br />
E mentre<br />
per lo scienziato<br />
i fenomeni devono<br />
servire ad<br />
espugnare il<br />
mistero, per<br />
il mistico devono,<br />
al contrario,<br />
testimoniare<br />
per esso.<br />
Giorgio Celli<br />
Caterina Gromis di Trana<br />
L’idea di “bellezza”, soggettiva, poetica<br />
e antropomorfa, disturba gli studiosi<br />
di scienze naturali. Eppure tutti, uomini<br />
di scienza o poeti, davanti al bello<br />
smettono di “vedere di sfuggita”, si<br />
fermano e “guardano”. Poi pensano,<br />
studiano, si interrogano, e allora sono<br />
scienziati. Oppure osservano, riconoscono,<br />
sognano, e allora sono mistici.<br />
Hanno due modi di vedere i fenomeni<br />
della natura che sono come due mondi,<br />
e se protagoniste di poesia e curiosità<br />
sono le penne, si rivelano le due<br />
vie con cui si diventa naturalisti. Se uno<br />
“scienziato” guarda il piumaggio di<br />
un uccello si chiede come mai, da dove<br />
viene e dove andrà, pensa all’origine<br />
e al futuro anteriore, e cerca così di<br />
farsi una ragione del “perché noi no”,<br />
non possiamo volare. Un “poeta” osserva<br />
le timoniere e le remiganti, accarezza<br />
le piume, contempla i colori e<br />
le forme e così si spiega “perché noi<br />
sì”, possiamo sognare di volare. I due<br />
mondi affiancati evocano il desiderio di<br />
conoscere di Ulisse cantato da Dante:<br />
“fatti non foste a viver come bruti ,<br />
ma per seguir virtute e canoscenza” .<br />
Curiosità e poesia assieme permettono<br />
al naturalista di crescere, un po’ mistico<br />
e un po’ scienziato.<br />
L’evoluzione delle penne passa attraverso<br />
le squame che, modificandosi,<br />
hanno saputo compiere il miracolo del<br />
volo. Il tempo che scorre veloce e tutto<br />
trasforma si è fermato un momento<br />
davanti alla leggerezza della prima piuma,<br />
si è inchinato e le ha permesso la<br />
conquista dell’aria. Nella storia della vita<br />
penne e piume sono comparse di<br />
colpo, come novità assolute,<br />
prodotti fantastici di una sola<br />
mutazione genetica che ha deciso,<br />
e lo si vede nei fossili, l’estendersi<br />
dell’area ricoperta da<br />
penne dove prima c’erano solo<br />
squame, e ha trasformato<br />
alcuni rettili, forse dinosauri teropodi,<br />
nei primi uccelli. L’evento<br />
evolutivo è facile da capire<br />
passando attraverso gli<br />
allevamenti di polli e di colombi.<br />
L’umana stravaganza<br />
ha indotto gli allevatori a selezionare<br />
razze domestiche<br />
con eleganti zampe<br />
piumate, per bellezza.<br />
Qui c’è la prova di quanto<br />
è accattivante per noi<br />
la penna piuttosto che la<br />
squama, perché la selezione di queste<br />
zampe ricoperte di piume, come<br />
fossero donne sensuali avvolte in sciarpe<br />
di struzzo, non ha altra utilità che<br />
il piacere degli occhi. In quelle zampe<br />
c’è la rivelazione, il passaggio:<br />
i piccioni selvatici e le galline<br />
da cortile hanno le zampe<br />
ricoperte di squame, e<br />
sono queste squame che<br />
dobbiamo guardare per capire<br />
che cosa succede,<br />
dato che ci è negato un esemplare<br />
vivente di Archaeopteryx<br />
o di qualche altro<br />
abitante del passato. Nelle prime<br />
fasi di sviluppo embrionale degli arti inferiori<br />
di polli selvatici e di polli domestici<br />
si assiste all’iniziale formarsi delle<br />
tipiche squame rettiliane, poco più<br />
che ispessimenti cornei. Poi i polli da<br />
cortile si fermano lì e si tengono le loro<br />
squame ruvide, come al tempo dei<br />
tempi era successo a molti rettili, rimasti<br />
null’altro che freddi rettili, senza calde<br />
fantasie “uccellesche” di volo. Invece<br />
nei polli di “bellezza” le squame di passaggio<br />
da un lato affondano nel derma<br />
e dall’altro, cioè in superficie, si sfrangiano.<br />
Poi quelle frange si organizzano<br />
attorno a un tessuto di raggi tra loro<br />
uncinati, morbido e pieno di calore<br />
nelle piume, rigido come un velcro robusto<br />
nelle penne. Questo è quello che<br />
capita, ma saperlo non spiega. Il corpo<br />
di certi rettili si è rivestito di penne<br />
in zone sempre più ampie fino a trasformare<br />
una pelle scagliosa in un morbido<br />
piumaggio: un gruppo di rettili si è<br />
staccato dal cammino terrestre, si è li-<br />
brato in<br />
cielo ed è<br />
nato l’universo alato<br />
degli uccelli. Ci<br />
si addentra nel mistero<br />
di un progetto<br />
che inizia nel mondo<br />
difficile e scabroso<br />
dei fossili. Nella memoria<br />
di antiche rocce<br />
le penne sono<br />
impronte confuse,<br />
protagoniste del percorso<br />
verso gli uccelli,<br />
ma non c’è<br />
traccia di quello che<br />
potrebbe spiegare<br />
come mai: mancano<br />
gli stadi intermedi.<br />
Quale tragitto evolutivo<br />
sia stato percorso<br />
non ci è dato di<br />
sapere, e forse non<br />
lo sarà mai perché<br />
le penne come le<br />
squame, le unghie, i<br />
peli, sono strutture di<br />
cheratina difficili da<br />
conservare. Non si<br />
trovano fossili rive-<br />
PENNE DI<br />
GHIANDAIA<br />
L’azzurro non è<br />
l’effetto di un<br />
pigmento azzurro,<br />
ma della presenza<br />
di cheratina<br />
trasparente e<br />
incolore sopra un<br />
pigmento nero.<br />
Una condizione<br />
simile, ma con la<br />
presenza di<br />
carotenoidi in<br />
trasparenza,<br />
produce il verde. Il<br />
bianco deriva<br />
dall’assenza di<br />
elementi coloranti<br />
nella cheratina<br />
insolitamente<br />
pura.<br />
Nella pagina<br />
a fianco:<br />
“Il volo di Icaro”,<br />
olio, rame e penne<br />
su tela di Camillo<br />
Francia. In mostra<br />
fino a fine aprile a<br />
Milano, Palazzo<br />
del Senato.<br />
latori ad ogni piè sospinto, come capita<br />
con le conchiglie, e quando se ne<br />
trovano prima di fidarsi è meglio esitare.<br />
E’ recentissimo il “caso Archaeoraptor”<br />
che si è rivelato una colossale<br />
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