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Fabrizio Bottelli<br />
naturalista<br />
Da sempre utilizzato dai guardiaparco<br />
del parco del Monte Fenera per guidare<br />
le visite scolastiche, il sentiero ha partenza<br />
da Ara, frazione di Grignasco, posta<br />
a 432 metri di altitudine; piccolo<br />
gioiello costruito su una propaggine del<br />
Monte, composta di case e stradette con<br />
ai margini i fasti di un’agricoltura un tempo<br />
fiorente. Qui ha sede amministrativa<br />
l’Ente Parco, istituito nel 1987 e che interessa<br />
una superficie di 3378 ettari. Il<br />
Sentiero del Rio Magiaiga, nelle inten-<br />
40<br />
1<br />
PARCHI PIEMONTESI<br />
Tra boschi, gro<br />
Il sentiero del Rio Magiaiga a<br />
zioni dell’Amministrazione dell’area protetta,<br />
doveva assolvere al compito di<br />
“porta d'ingresso” al parco: un’offerta escursionistica<br />
non difficile e faticosa, ma<br />
completa. Per farlo si sono unite due forze:<br />
quelle dei guardiaparco e dei volontari<br />
del WWF <strong>Piemonte</strong>. Dodici cartelli<br />
esplicativi lungo il percorso ed una pubblicazione<br />
(in distribuzione presso la sede<br />
del parco) finanziati dalla <strong>Regione</strong><br />
<strong>Piemonte</strong>-Assessorato Tutela Ambientale,<br />
sono a disposizione dei visitatori.<br />
Si è voluto valorizzare la particolare origine<br />
geologica del Fenera, ben osservabile<br />
nella complessità percorrendo il<br />
sentiero. Si deve alla particolare struttura<br />
geologica del Fenera, l’unica possibilità<br />
di ricostruire un passato remotissimo.<br />
Le grotte presenti sul Monte sono<br />
diventate i “contenitori” della più antica<br />
preistoria: nella breccia ossifera di<br />
Ara, nel 1871 fu rinvenuta una grande<br />
mandibola incompleta di Rinoceronte di<br />
Merk, ad oggi l’unico ritrovamento di tutto<br />
il <strong>Piemonte</strong>. Ma per un passato che<br />
si svela attraverso la ragione della ricerca<br />
scientifica, molti altri sono i luoghi<br />
che ne testimoniano un altro avvolto nel<br />
mistero: il sentiero nella parte finale raggiunge<br />
il “sass dal Ciumapin”: luogo legato<br />
a riti agresti per l’avvento della Primavera.<br />
Ancor oggi, il sabato precedente<br />
la festa di S. Agata, si celebra<br />
un'antica cerimonia mantenuta in vita<br />
dal Club dei Patacioi, associazione lo-<br />
2<br />
cale che prende il nome dal termine dialettale<br />
del Tarassaco (Taraxacum officinalis)<br />
con cui vengono chiamati gli abitanti<br />
di Ara.<br />
Nel tratto basso il sentiero del Magiaiga,<br />
articolandosi lungo il corso del Rio,<br />
tocca alcuni tra i luoghi più suggestivi<br />
della zona: le strutture, ormai abbandonate,<br />
dell’acquedotto di Grignasco. Tutta<br />
l’umidità ed il fresco che regnano in<br />
questo tratto del corso torrentizio segnano<br />
la presenza di un grande gioiello<br />
del Fenera: la Lingua cervina (Phyllitis<br />
scolopendrium L. Newmann ssp. scolopendrium),<br />
una felce dalle notevoli proprietà<br />
ornamentali, rarissima in Valsesia.<br />
Percorrendo il sentiero in autunno<br />
un tappeto di ciclamini (Cyclamen purpurascens)<br />
farà riposare il nostro sguardo,<br />
in primavera saranno invece i candidi<br />
fiori del Campanellino (Leucojum<br />
vernum) uniti al verde dell’Elleboro (Hel-<br />
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