Lettera ai Galati - Parrocchia GOTTOLENGO
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<strong>Galati</strong> Capitolo IV<br />
Dio non solo É possibile perseverare nella fede, nella speranza, nella caritÑ,<br />
quanto É anche possibile progredire nella giustizia e nella santitÑ della vita, fino<br />
a divenire vincitori su ogni tentazione che ci invita al rinnegamento di Cristo<br />
GesÇ e della via della nostra santificazione e salvezza eterna.<br />
[16]Sono dunque diventato vostro nemico dicendovi la verità?<br />
Comprendiamo attraverso queste parole che non c’É alcun motivo personale,<br />
nei riguardi di Paolo da parte dei <strong>Galati</strong>. Non É per un motivo personale, ma per<br />
ragioni di veritÑ.<br />
Paolo É l’assertore forte, deciso, tenace della veritÑ su Cristo GesÇ. Da questa<br />
veritÑ dipende la salvezza eterna dell’uomo. Per questo Paolo non teme di<br />
difendere Cristo e il suo Vangelo con quello zelo che É la sua caratteristica.<br />
La veritÑ non ha piÇ posto nel cuore dei <strong>Galati</strong>. Loro sono diventati nemici della<br />
veritÑ, avendola scacciata via d<strong>ai</strong> loro cuori.<br />
Scacciando la veritÑ devono scacciare anche coloro che la portano. Chi diviene<br />
nemico della veritÑ si fa nemico anche di colui che la veritÑ porta. Non É una<br />
questione tra veritÑ e falsitÑ, ma tra chi afferma la veritÑ e chi insegna e<br />
proclama la falsitÑ.<br />
Questa É la relazione che orm<strong>ai</strong> si É stabilita tra i <strong>Galati</strong> e Paolo. Avendo essi<br />
rinnegata la veritÑ necessariamente devono rinnegare Paolo. Non É possibile<br />
nessun altra relazione.<br />
Ü questo il motivo per cui Paolo “sospetta” di essere diventato loro nemico. Per<br />
sospetto, si intende: conoscenza della storia e dei cuori che questa storia<br />
pongono in essere.<br />
Questo ci deve condurre ad un’altra osservazione: non ci puÖ essere relazione<br />
tra la falsitÑ e la veritÑ, l’una nega l’altra, l’una scaccia l’altra. Tenebre e luce si<br />
scacciano a vicenda. Le tenebre scacciano la luce e la luce scaccia via le<br />
tenebre. Non ci puÖ essere relazione tra l’uomo che É nella veritÑ e colui che É<br />
nella falsitÑ. I due regni, quello delle tenebre e quello della luce, non possono<br />
convivere nello stesso uomo.<br />
Chi sceglie la luce, odia le tenebre e chi sceglie le tenebre odia la luce. Chi<br />
sceglie le tenebre non puÖ se non odiare l’uomo che ha scelto la luce. Chi<br />
invece ha scelto la luce, fa della sua vita un dono d’amore, una oblazione<br />
gradita a Dio perchÄ colui che vive nelle tenebre possa convertirsi ed entrare<br />
nella luce in modo stabile e definitivo.<br />
Questo spiega perchÄ Cristo dal regno delle tenebre É stato odiato a morte e<br />
quest’odio non si É placato neanche dopo la sua crocifissione e morte. Questo<br />
spiega perÖ anche perchÄ Cristo É morto per i suoi carnefici, chiedendo a Dio<br />
che non imputasse loro questo peccato.<br />
Le tenebre considerano l’uomo della luce un loro nemico e per questo devono<br />
abbatterlo, distruggerlo, negarlo, rifiutarlo, contraddirlo, esporlo al ludibrio, alla<br />
calunnia, alla maldicenza. Tutto questo avviene perchÄ sia gettato discredito<br />
sulla sua persona, in modo che m<strong>ai</strong> venga creduto come uomo di Dio, uomo di<br />
Vangelo, testimone della risurrezione di Cristo GesÇ. Ü questa l’arte sottile del<br />
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