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La salute truffata - Valori

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dustria preferisce la comparazione con il placebo; il terzo filone è quello<br />

della farmacovigilanza, cioè l’osservazione sul lungo periodo di un<br />

nuovo farmaco dopo la sua entrata in commercio. Il bando è finanziato<br />

da un fondo costituito dal 5% delle spese promozionali delle<br />

aziende farmaceutiche, che nel 2005 è stato di 34 milioni di euro.<br />

Generici in crescita<br />

Uno studio dell’Università cattolica belga di Lovanio valuta che il Servizio<br />

Sanitario Nazionale (SSN) italiano risparmierebbe 263,5 milioni<br />

di euro l’anno (il 31% della spesa totale per i farmaci) se venisse incoraggiato<br />

il commercio dei generici o equivalenti (vedi box: Generico,<br />

ma equivalente). <strong>La</strong> Finanziaria del 2001 ha segnato la loro entrata sul<br />

mercato in Italia, ostacolata fino all’ultimo dalle case farmaceutiche detentrici<br />

dei brevetti miliardari. <strong>La</strong> Roche, pochi giorni prima dal varo<br />

della legge, ha fatto circolare la notizia che la Cuf (la Commissione Uni-<br />

| 22 | valori | ANNO 7 N.46 | FEBBRAIO 2007 |<br />

hanno registrato una performance media vicina<br />

al 10%. Meglio di tutti ha fatto Merck: +42% in<br />

dodici mesi. Settima società farmaceutica al mondo, l’americana<br />

Merck sembra essere uscita dalla depressione seguita<br />

allo scandalo Vioxx, un farmaco antinfiammatorio<br />

che è stato ritirato dal commercio nel 2004 perché provocava<br />

eventi cardiaci e cerebrovascolari. Il successo di Merck<br />

è dovuto in particolare a due nuovi medicinali: Gardasil,<br />

primo vaccino contro il cancro alla cervice e Januvia, una<br />

pillola per il trattamento del diabete. Sono stati lanciati a<br />

metà del 2006 e in breve tempo sono diventati i nuovi<br />

blockbuster della compagnia: farmaci da più di un miliardo<br />

di dollari di vendite all’anno. Non se la sono cavata male<br />

neanche Pfizer (+11%), prima società farmaceutica al<br />

mondo, e Johnson & Johnson<br />

(+12,4%), al sesto posto. «C’è<br />

un’atmosfera rilassata grazie al<br />

nuovo piano Medicare (approvato<br />

nel gennaio del 2006, NdR) che ha<br />

aumentato le vendite grazie alle<br />

maggiori commesse del governo<br />

americano», ha spiegato alla CNN James McKean, analista<br />

finanziario di Atlantic Equities. «In più, proprio in questi<br />

anni, i baby boomers, figli del boom delle nascite del dopoguerra,<br />

stanno andando in pensione. Presto avranno bisogno<br />

di un grande quantitativo di farmaci per curare le ma-<br />

ca del Farmaco) aveva sospeso dal commercio alcuni medicinali a base<br />

di nimesulide, perché non equivalenti all’Aulin. <strong>La</strong> notizia è falsa, ma<br />

ha generato confusione e una diffidenza che ancora i generici pagano.<br />

Anzi, che paghiamo noi: infatti il SSN rimborsa solo il costo del prodotto<br />

meno caro. Quando in farmacia compriamo delle pastiglie brand<br />

e ne esiste l’equivalente, la differenza la versiamo noi al farmacista e<br />

questo è uno dei nodi della questione. Perché nonostante il farmacista<br />

sia tenuto dal decreto legge 87 del 27/5/2005 ad informare il paziente<br />

che esiste la versione equivalente del medicinale prescritto (a meno che<br />

il medico nella ricetta non abbia annotato la non sostituibilità) in farmacia<br />

è piuttosto insolito sentirsi consigliare il prodotto meno caro.<br />

Tanto che il pretore aggiunto di Torino, Raffaele Guariniello, ha suggerito<br />

di inserire delle sanzioni per i farmacisti che non propongono i generici,<br />

ipotizzando il reato di interruzione di servizio pubblico.<br />

Per una specie di legge del contrappasso il procuratore Guariniello<br />

Le corporation crescono<br />

ma il settore è in crisi<br />

Più profitti ma pesano le scadenze dei brevetti, la concorrenza dei generici e la regolamentazione dei prezzi.<br />

BIG PHARMA TORNA A SPERARE. Dopo i risultati deludenti degli<br />

scorsi anni, le grandi compagnie farmaceutiche hanno<br />

chiuso il 2006 con rendimenti positivi, spesso a due cifre<br />

(vedi TABELLA 1 ). I primi dieci produttori al mondo<br />

di Mauro Meggiolaro<br />

I primi dieci<br />

produttori al mondo<br />

hanno registrato<br />

una crescita media<br />

vicina al 10%<br />

lattie legate alla vecchiaia». Siamo alla vigilia di una nuova<br />

sbornia dopo la quaresima iniziata nel 2000? Pochi sono<br />

pronti a scommetterci. In particolare dopo il “caso Pfizer”,<br />

scoppiato lo scorso dicembre, che sembra essere<br />

emblematico di tutti i malesseri del settore.<br />

<strong>La</strong> pillola non va giù<br />

Dopo aver mandato a casa il direttore generale a luglio, a<br />

fine novembre Pfizer ha annunciato il licenziamento di<br />

2.000 venditori negli Stati Uniti. Il mercato ha salutato la<br />

notizia con un balzo del titolo in borsa: tutti si aspettavano<br />

una ristrutturazione aziendale, un taglio dei costi per rilanciare<br />

i profitti. E invece, il 2 dicembre, è arrivata la doccia<br />

fredda. I venditori non servivano più perché Pfizer<br />

aveva deciso di interrompere i test clinici sul Torcetrapib, un<br />

farmaco che aumenta i livelli plasmatici di colesterolo<br />

HDL, il “colesterolo buono”. <strong>La</strong> frequenza di morti tra i pazienti<br />

partecipanti ai primi test sperimentali si era rivelata<br />

troppo elevata. «Il più grande progresso della medicina<br />

cardiovascolare degli ultimi anni», come l’aveva definito<br />

due giorni prima il direttore della ricerca John <strong>La</strong> Mattina,<br />

è finito nella spazzatura. In poche ore gli investitori, che<br />

speravano nel lancio imminente di un nuovo blockbuster,<br />

hanno venduto l’equivalente di un ottavo del valore di<br />

borsa del colosso americano. Come altre grandi compagnie<br />

farmaceutiche, Pfizer sta lottando da anni con tutti i<br />

mezzi per riuscire a immettere sul mercato nuovi prodotti.<br />

I brevetti che hanno fatto la fortuna dei big del pharma<br />

sono in scadenza e presto i farmaci generici eroderanno<br />

quote sempre maggiori di mercato ai best seller come il Li-<br />

si sta attualmente occupando di un’inchiesta sugli equivalenti, nata sulla<br />

scia dell’indagine sul doping e la Juventus, che ha occupato i quotidiani<br />

con titoli di questo tenore: “Farmaci generici fasulli. Primi stop alle<br />

vendite”. L’indagine riguarda alcune richieste di autorizzazione al<br />

commercio di equivalenti, presentate all’Aifa con documentazioni inventate.<br />

«Siamo fiduciosi che l’operato della magistratura faccia chiarezza<br />

- ci ha dichiarato Roberto Teruzzi, presidente di Assogenerici - e<br />

pitor, il Plavix, il Nexium, lo Zocor (vedi TABELLA 2 ). <strong>La</strong> casa<br />

di investimenti Lehman Brothers, ha stimato che, nei<br />

prossimi cinque anni, la scadenza dei brevetti potrebbe<br />

mettere a rischio, ogni anno, dal 2,5% al 10% delle vendite<br />

di farmaci solo negli Stati Uniti. È una corsa contro il<br />

tempo nella quale spesso si perdono di vista i veri bisogni<br />

di chi soffre per malattie gravi e croniche.<br />

“Me too”: i farmaci fotocopia<br />

Per allungare la protezione dei brevetti e rendere difficile la<br />

vendita di farmaci equivalenti, le grandi compagnie hanno<br />

preso l’abitudine di apportare piccole modifiche ai loro<br />

GUEORGUI PINKHASSOV / MAGNUM PHOTOS<br />

| dossier | Big Pharma |<br />

intanto registriamo la crescita del mercato degli off patent, con un effetto<br />

di contenimento della spesa sanitaria». Il rapporto 2006 dell’Aifa<br />

sull’uso dei farmaci in Italia conferma che a fronte dell’aumento delle<br />

prescrizioni, la crescita dei costi è contenuta (+0,4) dalla diminuzione<br />

dei prezzi dei farmaci (-5,2%) e anche dalla scadenza della copertura<br />

brevettuale di importanti molecole, che ha modificato significativamente<br />

lo scenario dei farmaci equivalenti, che attualmente rappresentano<br />

il 25% in termini di prescrizioni e il 13,1% della spesa, con un aumento<br />

rispetto al 2005 dell’8%. Il mercato degli equivalenti vede da una<br />

parte le manovre della case farmaceutiche che cercano di vanificare il<br />

riconoscimento di equivalenza, aggiungendo al prodotto registrato un<br />

sale o trasformando una pomata in gel. Oppure provvedono a produrre<br />

generici in proprio o a rilevare aziende produttrici. Come ha fatto la<br />

Novartis che ha acquisito la Hexal, leader in questo segmento o la Glaxo<br />

che ha riconvertito in questa direzione la sua divisione Allen. .<br />

Chiradzulu. Una paziente<br />

in cura nell’ospedale.<br />

Le patologie pneumopolmonari<br />

sono molto presenti<br />

e causa di mortalità.<br />

Malawi, 2004<br />

prodotti di maggiore successo, presentandoli<br />

ai consumatori sotto una nuova forma. È quello<br />

che ha fatto nel 2001 AstraZeneca con il Prilosec,<br />

che curava l’acidità di stomaco. Poco<br />

prima che scadesse il brevetto ha lanciato il<br />

Nexium, con lo stesso principio attivo ma una<br />

composizione chimica leggermente diversa.<br />

Stessa sorte è toccata, nel 2002, all’antiallergico<br />

Claritin della Schering-Plough. Oggi si chiama<br />

Clarinex e continua a mietere successi. I<br />

farmaci “fotocopia”, chiamati anche “me too”<br />

(letteralmente “anch’io”), si sono rivelati il più<br />

grande affare dell’industria negli ultimi anni.<br />

Molto spesso sono prodotti da aziende concorrenti<br />

per sfruttare mercati che si sono già<br />

dimostrati altamente redditizi e con possibilità<br />

di espansione. Non è un caso che, come cita<br />

Marcia Angell nel libro Farma&Co, dei 415<br />

nuovi farmaci approvati nel quinquennio 1998-2002, solo<br />

133 (il 32%) erano nuove entità molecolari, mentre gli<br />

altri erano semplicemente variazioni di vecchi medicinali.<br />

Scarsa innovazione, concorrenza dei generici, ricerche<br />

costose e spesso fallimentari. Sono questi i principali ingredienti<br />

della crisi che minaccia i grandi produttori. Come<br />

se non bastasse, nel 2007, il settore potrebbe subire la<br />

pressione del Congresso americano, controllato dai democratici.<br />

«I democratici potrebbero forzare le imprese<br />

farmaceutiche a negoziare i prezzi dei farmaci direttamente<br />

con il governo», spiega James McKean. Ciò porterebbe<br />

a una diminuzione dei prezzi che ora sono decisi esclusi-<br />

LIBRI<br />

Enzo Soresi<br />

Il cervello<br />

anarchico<br />

Utet, 2006<br />

Marco Bobbio<br />

e Stefano Cagliano<br />

Rischiare di guarire<br />

Donzelli, 2005<br />

Tom Jefferson<br />

Attenti alle bufale<br />

Il pensiero scientifico<br />

editore, 2005<br />

| ANNO 7 N.46 | FEBBRAIO 2007 | valori | 23 |

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