Dominicus n. 3 - (Domenicani) - Provincia San Domenico in Italia
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zonte esistenziale. Tale processo, vissuto f<strong>in</strong>o <strong>in</strong> fondo da Gesù, ci è possibile<br />
compierlo attraverso di e grazie a Lui, come scrive san Paolo, «non sono più io<br />
che vivo, ma è Cristo che vive <strong>in</strong> me» (Gal 2,20) e con Cristo la possibilità di<br />
vivere <strong>in</strong> obbedienza al Padre. A partire da questa posizione si può mostrare<br />
come l’umiltà decl<strong>in</strong>i le diverse forme attraverso cui la comunità gestisce il<br />
conflitto delle differenze e, tramite la forza della carità effusa dallo Spirito, le<br />
riconduca a unità. In altri term<strong>in</strong>i, una comunità che vive all’<strong>in</strong>segna dell’umiltà<br />
evangelica pone al centro della propria attenzione le debolezze e le povertà<br />
dei suoi membri, confidando nella misericordia del suo Signore. Si consideri,<br />
ad esempio, il primo numero della Regola dove le differenze sociali<br />
all’<strong>in</strong>terno della comunità vengono affrontate <strong>in</strong> base a una modulazione del<br />
“pr<strong>in</strong>cipio dell’umiltà”: coloro che erano poveri sono <strong>in</strong>vitati a mantenere la<br />
condizione dell’umiltà, mentre chi era ricco ricerchi l’umiltà e ami ciò che lo<br />
conduce verso tale condizione. Un esempio ulteriore lo troviamo al terzo<br />
numero nel quale viene applicata la logica dell’umiltà: nel campo dell’ascesi è<br />
necessario che il comune impegno sia fondato sul rispetto delle capacità dei<br />
s<strong>in</strong>goli. Come i beni vengono distribuiti <strong>in</strong> modo proporzionale ai bisogni,<br />
così gli esercizi ascetici vengono richiesti <strong>in</strong> base a quanto ognuno – per natura<br />
e per storia – è <strong>in</strong> grado di sopportare. In questo orizzonte è umile colui<br />
che, dopo aver fatto verità sulla propria situazione, segue le <strong>in</strong>dicazioni della<br />
comunità: se forte, rallegrandosi della sobrietà (senza, tuttavia, <strong>in</strong>superbirsi o<br />
giudicare gli altri) e, se debole, concedendosi ciò di cui ha bisogno, senza ap-<br />
Il pr<strong>in</strong>cipio dell’amore per<br />
le persone e dell’odio per i<br />
vizi richiede, per essere vissuto,<br />
l’umiltà di riconoscersi<br />
mancante e, <strong>in</strong> chi<br />
corregge, l’umiltà dello<br />
spirito di servizio <strong>in</strong> cui<br />
s’<strong>in</strong>carna l’amore<br />
profittarsi dei privilegi o deprimersi per non essere prestante come gli altri. Il<br />
quarto numero, nella sezione dedicata alla correzione fraterna, ci offre una<br />
rappresentazione della d<strong>in</strong>amica più esplicita sulla quale si può riflettere per<br />
cogliere il dialogo tra la persona di chi ha peccato o di chi se ne accorge e la<br />
comunità che ha peccato attraverso un suo membro. Il pr<strong>in</strong>cipio dell’amore<br />
per le persone e dell’odio per i vizi richiede, per essere vissuto, l’umiltà di rico-<br />
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