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Giovanni Scavo, Il libro. - Atletica Giovanni Scavo Velletri

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d’acciaio, Andrea Andreozzi, dalla prorompente regolarità di<br />

rendimento.<br />

Era divenuto il leader del gruppo covato dal Prof.<br />

Giallombardo fin dai primi giorni d’ottobre, ed ora pronto a<br />

scatenarsi sui prati romani nei campionati provinciali<br />

studenteschi di cross. Aveva, insomma, ottenuto moltissimo. Ma<br />

non saltava dalla gioia. Non si esaltava per le parole di<br />

ammirazione dei compagni di finale.<br />

Con mosse brusche si fece largo fino alla borsa poggiata<br />

sul muretto vicino ai cipressi del ‘Camposanto Ve cchio’ si levò<br />

decisamente la maglietta di gara, indossò febbrilmente la<br />

canottiera asciutta, e continuò a rivestirsi in silenzio, fino a che<br />

ebbe completato l’operazione con sciarpa e cappotto. Poi<br />

cominciò a passeggiare per il luogo del suo trionfo, osservandolo<br />

come un oggetto finalmente acquistato, con sguardi a tratti<br />

fosforescenti di un’intima esultanza.<br />

Qualcuno continuava ad avvicinarlo, a portare la propria<br />

ammirazione, ma per la maggior parte del tempo rimase solo,<br />

aggirandosi a passi leggeri, con improvvise fermate e bruschi<br />

scatti.<br />

Intanto si stava preparando la partenza della finale<br />

d’istituto del ‘Mancinelli’. <strong>Scavo</strong>, tra 1’ironico ed il divertito,<br />

elargiva informazioni sul percorso e consigli tecnici ai liceali, ed<br />

era sulla linea del traguardo quando giunsero, con tempi sempre<br />

molto lontani dal suo, ma con volontà degne di lui, Augusto<br />

Venanzi, il primo, il roccioso lanuvino dalla voce di bronzo, già<br />

esperto di campestri, e che, a Roma, l’anno prima, aveva vinto la<br />

sua batteria col polpaccio forato e sanguinante per una chiodata<br />

ricevuta in partenza; poi Gigi Arcarese, efebo gentile e cordiale,<br />

ma lottatore formidabile, il piccolo Novelli, dalla generosità<br />

incredibile, Italo Giovannoni e Paolo Mengaroni, piombati sul<br />

traguardo con uno sprint alla morte, e Marcello Zani, sempre con<br />

l’aria da gentleman nonostante il fango e l’impegno nell’agone.

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