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Giovanni Scavo, Il libro. - Atletica Giovanni Scavo Velletri

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1’49”3. 14 La stagione 1957 lo vede lottare sempre nelle prime<br />

posizioni. A Milano e Torino, nel doppio confronto con gli<br />

americani, aveva fatto risaltare tutto il suo agonismo, prima negli<br />

800 e poi nei 400 metri.<br />

Gli 800 di Milano sono assai belli. Belli ma sbagliati.<br />

Bisognava mantenere alto il ritmo, per condurre Gianni <strong>Scavo</strong>,<br />

reduce dalla splendida prova di Parigi, al nuovo limite italiano.<br />

Ma nessuno va a tirare. Gianni allora offre una prova di grande<br />

generosità conducendo in testa tutta 1a gara anche se, nel finale,<br />

doveva accontentarsi di finire secondo in 1’50”6 superato negli<br />

ultimi metri dal giovane specialista degli ostacoli bassi Clifton<br />

Cushman 14 (1’50”4) rimasto per tutto il tempo nelle retrovie.<br />

L’altro americano Lang Stanley, accreditato di un ottimo 1’48”5,<br />

era terzo su Enrico Spinozzi (1’51”2), mentre Gianfranco Baraldi<br />

teneva come poteva il passo e segnava abbondantemente il suo<br />

limite stagionale con 1’51”7. “La mancanza di una ‘lepre’ aveva<br />

costretto <strong>Scavo</strong> a fare l’andatura. <strong>Il</strong> passaggio a metà gara in<br />

55”6 comprometteva inevitabilmente un risultato migliore. Bella è<br />

comunque la lotta sul piano agonistico: dopo il primo giro <strong>Scavo</strong><br />

è sempre al comando e guida con autorità. Stanley lo attacca una<br />

prima volta ai 500 metri, ma <strong>Scavo</strong> resiste, Stanley attacca<br />

ancora, <strong>Scavo</strong> risponde; la lotta è furiosa. Ai 700 metri Gianni è<br />

ancora in testa, Stanley, entrando sul rettilineo attacca<br />

nuovamente ma il nostro atleta gli risponde e conserva il<br />

comando fino a 30 metri dal traguardo quando Cushman, sbucato<br />

dalle retrovie, vince in volata.” <strong>Il</strong> giorno successivo, il sette di<br />

luglio a<br />

14 Dopo i tempi aurei di Lanzi e Beccali, le prestazioni di <strong>Giovanni</strong> <strong>Scavo</strong> negli 800 e Gianfranco<br />

Baraldi nei 1500 ridanno fiato ad una asfittica atletica italiana anche se, alla fine degli anni ‘50,<br />

sono oramai un centinaio al mondo gli atleti capaci di correre gli 800 metri in meno di 1’50” e, con<br />

3’42” 3 nei 1500, Baraldi non riesce ad accedere alla finale dei campionati europei del 1958.<br />

15 A Clifton Cushman la vita non doveva regalargli più della medaglia d’argento dei 400 hs delle<br />

olimpiadi di Roma dietro il connazionale Glenn Davis. Sei anni più tardi trovò infatti la morte in<br />

quella sporca guerra del Vietnam.

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