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Giovanni Scavo, Il libro. - Atletica Giovanni Scavo Velletri

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metà rettilineo, sono partito e girando a metà della terza corsia<br />

sono arrivato addosso a <strong>Scavo</strong>. Questi ha messo la testa nel solito<br />

mado, è ripartito ed abbiamo fatto spalla a spalla una trentina di<br />

metri di rettilineo.<br />

Quando già vedevo le linee del presunto traguardo, <strong>Scavo</strong><br />

aveva già sistemato la questione con mezzo metro di vantaggio,<br />

ho visto Moens avanti a noi ancora correva verso la fine del<br />

rettilineo, così in un momento ho perso tre o quattro metri e sono<br />

finito un po’ male. <strong>Scavo</strong> è stato fortissimo e dopo dieci minuti<br />

aveva già completamente ricuperato dopo aver dato di stomaco. ”<br />

Dopo tutto questo, 1’attenzione per 1’atletica si concentrò<br />

nel mezzofondo, vennero gli splendidi risultati di Baraldi ai<br />

campionati italiani e in nazionale con molti giovani a sfiorare i<br />

quattro minuti nei 1500, mentre Gianni <strong>Scavo</strong>, all’esordio con la<br />

nazionale assoluta, nell’incontro Germania-Italia a Friburgo del 15<br />

ottobre, cerca di tener testa ai più titolati tedeschi Edmund<br />

Brenner (1’49”6) a Friedel Stracke (1’50”3), ripetendosi negli 800<br />

sui suoi tempi migliori (1’52”6).<br />

Era ancora un imberbe, Gianni <strong>Scavo</strong>, quando dalla<br />

Finlandia, oltre al pukko, 1’acuminato coltello dei boscaioli<br />

careliani, che portò sempre con sé ovunque andasse, riportò quelle<br />

metodologie dell’allenamento di interval-training, a cui<br />

guardarono, emulandole, le giovani leve laziali che avevano<br />

dimenticato la lezione di quell’Oscar Barletta di Szabo 9 .<br />

9 Miklos Szabo, ungherese, campione europeo degli 800 metri a Torino nel 1934 davanti a Lanzi,<br />

che ebbe anche il primato del mondo dei 1000 metri, nei critici anni bellici, condusse gli specialisti<br />

italiani a tempi chiaramente sotto i quattro minuti, tempi che non si raggiungevano dalle stagioni di<br />

Luigi Beccali. Oltre a Oscar Barletta da Civitavecchia, si ricordano Carlo Bertocchi da Bologna,<br />

Eraldo Colombo da Milano, l’ex croato Zmago Kosic, italianizzato in Cosi, e D’Ercole da Firenze.

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