Giovanni Scavo, Il libro. - Atletica Giovanni Scavo Velletri
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arrancava a testa bassa senza reazione, sfinito da emozioni,<br />
discussioni e altro di questi ultimi tempi; Lener, poco meglio che<br />
ultimo dopo il via, non avrebbe incominciato che molto tardi il suo<br />
famoso finale e comunque non s’è certo comportato da corridore di<br />
millecinque; Miroli filosoficamente pensava che le campestri non<br />
erano per lui e procedeva «seduto». Con loro, per esser partito senza<br />
responsabilità si trovava qualcuno, come il solido Alessandro<br />
Pasquali, e come Carlo Bartolini a proprio agio; mentre Sabatini, da<br />
anni in attesa della buona giornata, vigilava, lui ben allenato,<br />
silenzioso e deciso.<br />
Quando Chini scoppiò (e fu miccia in una polveriera in<br />
quanto l’atleta si fermò e giunse al passo, fra gli ultimi) Sabatini era<br />
in prima linea dietro al lanciatissimo <strong>Scavo</strong>, che finì, secondo il suo<br />
solito, in bellezza. Primo pertanto un giovane di <strong>Velletri</strong> seguito da<br />
un altro che è cittadino solo come frequenza scolastica, ma in realtà<br />
è di Civitavecchia, allenato come ben si sa da Oscar Barletta.<br />
Non è una novità la prevalenza dei «provinciali» in gare di<br />
questo tipo. L’assenza di piste a casa loro, e le spedizioni di<br />
allenamento lungo le strade o i campi (dobbiamo aggiungere che<br />
oltre il suo professore assistono <strong>Scavo</strong> quelli dell’ACLI <strong>Velletri</strong>, e<br />
specificatamente il noto Fabio Lunatici: il successo quindi è anche<br />
loro); le corse dunque di lunga resistenza di chi non ha le Terme o la<br />
Farnesina per allenarsi o per chiacchierare sono utili alla<br />
costituzione per questi giovani di una solida base su cui lo sviluppo<br />
delle gare elabora i necessari progressi di ritmo e di velocità.”<br />
Alla fine di aprile, i1 24, allo stadio della Farnesina, le<br />
eliminatorie dei campionati provinciali studenteschi su pista. La<br />
tribunetta era gremita di studenti e il campo tenuto eccezionalmente<br />
sgombro dal bel lavoro dei professori Clemente Toscano dell<br />
‘Albertelli’ e Luciano Dresda del ‘Nautico’. Molti grossi nomi erano<br />
venuti: Bruno Zauli al pomeriggio, su per la