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Lucio Anneo Seneca<br />
(Berlino - Museo)<br />
Grande e nobilissima cosa è l'anima<br />
umana, e non accetta che le si pongano<br />
altri confini se non quelli che ha comuni<br />
colla divinità. Anzitutto essa non accetta<br />
una patria umile, sia essa Efeso o<br />
Alessandria o altra terra, se vi sia, anche<br />
più popolosa e più bella : la patria<br />
sua è l'universo intero, è l'ampia cinta<br />
entro cui giacciono i mari e le terre,<br />
entro cui è questa aria che distingue<br />
congiunti l'umano e il divino e vegliano<br />
tante luminose essenze tutte disposte<br />
al compimento ciascuna della sua<br />
funzione. Inoltre l'anima non accetta<br />
per sé un chiuso limite di tempo. Essa<br />
afferma: «Tutti gli anni sono miei; nessuna<br />
età rimane chiusa per i grandi ingegni,<br />
nessun tempo è impervio al loro<br />
pensiero. Quando arriverà quel giorno<br />
che tracci una separazione in questa<br />
mescolanza del divino e dell'umano, lascerò<br />
questo corpo là dove l'ho trovato,<br />
e tornerò fra gli dèi. Neanche adesso<br />
sono del tutto staccata da essi, ma il<br />
peso della materialità terrena mi trattiene<br />
in basso».<br />
La seconda nascita<br />
Attraverso questi periodi di vita mortale<br />
essa si prepara a quell'altra migliore<br />
e più lunga vita. Il grembo materno<br />
ci tiene nove mesi, non per sé ma per<br />
prepararci a quel luogo nel quale dobbiamo<br />
venire, per farci capaci di respirare<br />
e di vivere all'aria libera; e parimenti<br />
lungo questo tempo che va dalla<br />
infanzia alla vecchiezza noi ci maturiamo<br />
per un'altra nascita. Ci attende un<br />
altro principio di vita, un altro ordine<br />
di cose. Ancora non possiamo sostenere<br />
l'immediato aspetto del ciclo, abbiamo<br />
ancora bisogno di una certa distanza.<br />
Guarda dunque senza paura quella<br />
grande ora decisiva, che è l'ultima per<br />
Spunti Antiateistici<br />
l'immortalità INI<br />
il corpo ma non per l'anima. Considera<br />
tutte le cose che ti stanno intorno come<br />
arredi di una casa dove ti trovi ospite,<br />
e pensa che bisogna passare oltre.<br />
Natalizio dell' Immortalità<br />
La natura ci esamina e decide di noi<br />
così nel momento in cui ritorniamo via<br />
dalla vita come nel momento che vi entriamo<br />
: non è lecito portar via più di<br />
quello che vi hai portato, anzi persine<br />
di quello che vi hai portato devi deporre<br />
gran parte. Ti saranno tolti codesta<br />
tua pelle che tutto ti cinge, ultimo' tuo<br />
vestimento, ti saranno tolti e la carne<br />
e il sangue diffuso e scorrente per tutto<br />
il corpo, ti saranno tolte le ossa e tolti<br />
i nervi che stanno a sostegno degli elementi<br />
liquidi e scorrevoli. Il giorno che<br />
tu paventi come l'ultimo della vita è invece<br />
il giorno natalizio dell'immortalità.<br />
Deponi il peso; ma perché indugi? Non<br />
sei già uscito un'altra volta dal corpo<br />
abbandonato in cui stavi nascosto? Tu<br />
resti fermo e resisti ; ed anche allora sei<br />
stato messo fuori con un grande sforzo<br />
della madre. Tu ti lamenti e piangi; e<br />
il piangere è cosa naturale in chi nasce,<br />
e tu meritavi di essere scusato perché<br />
appena venuto in questo mondo eri ancora<br />
ignaro e inesperto di tutto. Uscito<br />
dal caldo morbido nido delle viscere<br />
materne, hai sentito lo spirare di un'aria<br />
più libera: ma poi hai sofferto il<br />
contatto di una mano dura e, tenero ancora<br />
e privo d'ogni esperienza, hai guardato<br />
con stupore le cose ignote che ti<br />
erano intorno: ora non ti riesce nuovo<br />
separarti da questo mondo di cui sei<br />
stato parte.<br />
Staccati serenamente dal corpo<br />
Da' dunque un addio a cedeste membra<br />
inutili e abbandona questo corpo<br />
in cui hai fatto lunga dimora. Esso sarà<br />
squarciato, sotterrato e distrutto :<br />
ma perché te ne rattristi? Così avviene<br />
: gl'involucri che prendono quelli che<br />
nascono, col tempo periscono. Perché<br />
tu ami codesto corpo come se fosse intimamente<br />
tuo? Tu te ne servi per co-<br />
SOSPIRI E LAMENTI CON DIO Oh 0! . .,<br />
Oh, non opprimermi!<br />
prirti, ma verrà il giorno che ti afferrerà<br />
e ti trarrà fuori dall'abitazione di<br />
quello sconcio e fetido ventre.<br />
E anche ora cerca quanto puoi di estraniartene,<br />
abbandona i piaceri che<br />
non sono collegati a precise necessità,<br />
ed eleva il pensiero a superiori meditazioni.<br />
Un giorno ti si scopriranno i misteri<br />
della natura, si dissiperà codesta<br />
nebbia, e una chiara luce ti avvolgerà<br />
da ogni parte. Immagina quale fulgore<br />
sarà quello prodotto da tanti astri che<br />
fonderanno insieme la loro luce. Nessuna<br />
ombra farà mai velo al sereno, ogni<br />
regione del ciclo splenderà ugualmente<br />
; il giorno e la notte sono vicende di<br />
un'atmosfera inferiore. Tu dirai di essere<br />
vissuto fino allora nelle tenebre<br />
quando con tutto te stesso potrai mirare<br />
tutta la luce, quella luce che ora<br />
tu vedi diminuita attraverso l'angusto<br />
spiraglio degli occhi e che tuttavia pur<br />
da lontano contempli con meraviglia:<br />
ti apparirà la divina luce quando potrai<br />
contemplarla nel centro delle sue<br />
verità. Questo pensiero bandisce dall'animo<br />
tutto ciò che vi possa essere di L<br />
brutto, di basso e di crudele: ci afferma<br />
che gli dèi sono testimoni di tutte<br />
le cose nostre, ci comanda di cercare la<br />
loro approvazione e di prepararci ad incontrarli<br />
nell'altra vita e di pensare all'eternità.<br />
Chi ha ben chiaro in mente<br />
questo concetto non ha più paura degli<br />
eserciti e delle trombe di guerra, non<br />
teme più alcuna minaccia. Non può sentire<br />
alcuna paura nella vita colui che<br />
spera di morire, anche colui che crede<br />
che l'anima esista solo finche si mantiene<br />
legata al corpo e appena disciolta<br />
subito si disperda, se opera in modo che<br />
possa essere utile anche dopo la morte.<br />
Infatti, benché egli sia stato sottratto<br />
ai nostri sguardi, sempre «torna all'animo<br />
suo la grande virtù dell'uomo e la<br />
grande nobiltà della sua gente». Pensa<br />
quanto ci giovano i buoni esempi, e saprai<br />
che dei grandi uomini non è meno<br />
utile la presenza che il ricordo.<br />
(da: L. A. Seneca, «Lettere a Lucilio»,<br />
a cura di Balbino Giuliano.<br />
Bologna, Zanichelli, 1955-57, 3 vv.)<br />
Oh, non volgerti a me Poiché guai profitto può darti il tuo servo infermo?<br />
Dopo i miei peccati! Non guardare al mio deserto<br />
Ma alla tua gloria! Allora Tu mi riformerai<br />
E non mi respingerai :poiché Tu so/o sei<br />
II sommo Iddio; io, un semplice verme.<br />
Io ho predato il tuo bestiame, distrutto i tuoi boschi,<br />
Svuotato i tuoi granai; mi son torturato il cervello<br />
Finché non ho escogitato come sperperare i tuoi beni.<br />
Oh, non flagellarmi!