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La civiltà minoico-cretese - Corsoarcheologia.org

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esclusivamente su tavolette, inizia nei primissimi anni del XIV secolo; le tavolette<br />

più recenti si possono datare intorno al 1200 a. C.<br />

Evans accertò alcuni punti fondamentali: che le tavolette erano elenchi o registri di<br />

conti; che si riconosceva chiaramente un sistema numerico; che alcuni segni erano<br />

ideogrammi (cioè raffigurazioni di oggetti), e che gli altri segni erano molto<br />

probabilmente sillabici. Questa affermazione si fondava sul fatto che alcuni gruppi di<br />

segni erano separati da altri con tratti verticali, per cui probabilmente ogni gruppo<br />

rappresentava una parola di altrettante sillabe. Evans non osò spingersi oltre a<br />

queste conclusioni generali.<br />

Fig. 25 – Una tavoletta di lineare B in cui si parla di tripodi e vasi<br />

Uno dei pochi studiosi che si affidò ad un rigoroso metodo di ricerca fu l'americana<br />

Alice E. Kober: Dopo aver accuratamente analizzato i segni della lineare B, la<br />

studiosa fu in grado di dimostrare che si trattava di una lingua flessiva, in cui cioè si<br />

aggiungevano alle parole vari suffissi per indicarne il genere, il numero, ecc. (come<br />

nel latina). <strong>La</strong> Kober noto, ad esempio, che la forma del collettivo per indicare<br />

persone di sesso maschile e una certa serie di articoli era differente da quella usata<br />

per le donne e per un'altra serie di articoli, e che ciò faceva supporre la distinzione di<br />

generi. Ma il suo maggiore contributo alla decifrazione della lineare B fu la<br />

dimostrazione che alcune parole formate da due, tre o più segni sillabici potevano<br />

avere due varianti per l'aggiunta di un segno diverso o la trasformazione del segno<br />

finale (come ad esempio nel latino orator, oratoris, oratori…Fra i linguisti queste<br />

variazioni sono conosciute come "Triadi della Kober”. Tra i pochi che seguirono un<br />

metodo rigoroso d'indagine vi fu anche Emntett L. Bennett. II suo maggior<br />

contributo, oltre che nel chiarimento del sistema di pesi e misure usato nella<br />

scrittura, consiste nella classificazione ordinata di tutti i segni della lineare B. <strong>La</strong><br />

divisione dei segni in due gruppi, ideografici e sillabici, fu perfezionata successivamente,<br />

dopo uno studio minuzioso delle varianti ortografiche (ben sappiamo<br />

che anche gli scribi commettevano errori), egli fu in grado di ridurre il numero dei<br />

segni sillabici a 90.<br />

C'era una traccia preziosa, ma anche il pericolo di commettere errori, nell'affrontare<br />

il problema della decifrazione. A Cipro si era trovata una scrittura simile che fu<br />

chiamata ciprominoica. Le tavolette ivi rinvenute sono poche e di esse la più antica si<br />

dice che risalga all'XI secolo e che riveli certe affinità con la lineare A. Di queste<br />

tavolette sono da notare soprattutto due caratteristiche: che erano state cotte in<br />

forno e che si era usato per la scrittura uno stilo non appuntito. <strong>La</strong> tecnica è perciò<br />

diversa da quella delle altre tavolette e più strettamente legata a quella delle <strong>civiltà</strong><br />

orientali. Ciò non sorprende se si considera la posizione geografica di Cipro.<br />

Dall'VIII al III-lI secolo a.C. fu usata nell'isola un'altra scrittura, la cipriota classica,<br />

che è chiaramente in rapporto con la lineare B. Nella maggior parte dei casi, se non<br />

in tutti, la lingua era greca. Questo rendeva possibile la decifrazione. Sette dei detti<br />

segni sono simili o assimilabili alla lineare B; i valori fonetici del sillabario cipriota<br />

sono noti. I segni rappresentano una vocale o una consonante più vocale. Ma<br />

essendo questa una scrittura sillabica e non alfabetica, presentano delle difficoltà<br />

delle parole con due o più consonanti consecutive o una parola che termina per<br />

consonante. Secondo questa scrittura, "condor" si dovrebbe sillabare co-no-do-re.<br />

Procedendo nella lettura, la vocale finale di -re non si dovrebbe pronunciare, come<br />

anche la o di -no-; esse si dovrebbero infatti considerare come vocali "morte". Ma la<br />

scelta del segno sillabico -no (fra i cinque segni sillabici inizianti per n, e cioè: -na -<br />

no, -ni, -no, -nu) è dovuta - e si deve adattare - alla vocale del segno sillabico<br />

successivo: il questo caso la “o” di -do. Così la parola "stella" si dovrebbe sillabare.<br />

se-te-la-la. Un'altra complicazione del sillabario cipriota è che la N davanti a<br />

consonante non si scrive. "(Contralto" risulterebbe co-ta-ra-lo-do. Da questi esempi<br />

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