La civiltà minoico-cretese - Corsoarcheologia.org
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segni orlati da margini compatti, fasce e bordi multipli. L'eccessivo affollamento di<br />
decorazioni rende difficile l'interpretazione dei disegni. Su un vaso ritrovato nella<br />
Caverna Dittea, a stento si riesce a riconoscere un polpo con dodici tentacoli.<br />
I segni della decadenza sono evidenti in queste figurine più che in qualsiasi altro<br />
manufatto. Sul rifugio montano di Karfi, un manipolo di sopravvissuti cercava di<br />
tener vivo lo stile di vita <strong>minoico</strong>, riuscendo però a creare solo inerti stereotipi. <strong>La</strong><br />
<strong>civiltà</strong> minoica era giunta al termine.<br />
1.3 – Il palazzo di Cnosso.<br />
I primi insediamenti neolitici nel sito di Cnosso forse erano costituiti da capanne<br />
di legno, che hanno lasciato come uniche tracce archeologiche le buche per i pali.<br />
Allo strato 9, cioè verso il 6000 a.C., le case di Cnosso erano fatte di fango; in esso<br />
infatti si trovano mattoni che sembrano essere stati induriti col fuoco, secondo una<br />
pratica mai più utilizzata nella Creta neolitica o dell'età del bronzo. Queste case,<br />
che alloggiavano i primi vasai cretesi, avevano stanze rettangolari ed erano<br />
costruite senza basamenti in pietra. In seguito, le case neolitiche cominciarono a<br />
essere costruite su basamenti di pietra, e questo sistema di costruire in pietra la<br />
parte inferiore dei muri e in mattoni di fango quella superiore, divenne la regola<br />
durante l'età del bronzo. Intorno al neolitico tardo, le case di Cnosso erano<br />
divenute assai sofisticate, con caminetti quadrati posti contro una parete o al<br />
centro della stanza, ed erano collocate l'una accanto all'altra secondo una<br />
disposizione cellulare tipica dei villaggi<br />
del Minoico Antico come Fornou Korifi<br />
(Myrtos) e dei templi del Minoico<br />
Medio<br />
Cnosso, divenne un florido centro della<br />
<strong>civiltà</strong> minoica verso il 2000 a.C., epoca<br />
della costruzione del grande palazzo che,<br />
privo di mura difensive, era sintomo<br />
dell'egemonia <strong>cretese</strong> sul mar Egeo.<br />
Verso il 1700 a.C. un cataclisma, forse<br />
un terremoto provocato dall'eruzione del<br />
vulcano dell'isola di Thera (l'odierna<br />
Santorini), distrusse tutti i palazzi<br />
dell'isola, incluso quello di Cnosso.<br />
Durante il pe riodo neopalaziale (1700<br />
a.C.-1500 a.C.) il palazzo venne<br />
ricostruito ancora più sontuoso di quello<br />
di epoca palaziale, ancora una volta<br />
privo di mura difensive. Verso il 1450<br />
a.C. Cnosso fu devastata dai micenei,<br />
popolazione proveniente dal<br />
Peloponneso, come testimoniano i testi<br />
in lineare B rinvenuti nel palazzo, finché<br />
verso la metà del XIV secolo a.C. la città<br />
iniziò a decadere.<br />
Il primo ad intraprendere gli scavi a<br />
Cnosso fu Minos Kalokairinos, un<br />
amatore, commerciante di Iraklion, che<br />
nel 1878 scoprì due dei magazzini del<br />
palazzo. I turchi, padroni del terreno, lo<br />
costrinsero a fermare le ricerche.<br />
Fallirono pure i tentativi di Heinrich<br />
Schliemann nel comprare la collina di<br />
"Kefala" a causa delle eccessive pretese<br />
dei turchi. Infatti volevano vendere al<br />
ricercatore molti più ulivi di quanti non<br />
ce ne fossero sulla collina costringendolo<br />
a pagare un ingente somma che il<br />
tedesco rifiutò indignato.<br />
<strong>La</strong> fortuna aiutò invece Sir Arthur<br />
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