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3° trimestre 2010 - Arcidiocesi di Pesaro

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Da ultimo, ci <strong>di</strong>ce che in compagnia della Madonna Assunta, anche l’estrema ed<br />

inquietante esperienza della morte si tramuta in vita grazie all’amore del Padre. Tutte<br />

le sofferenze, i dolori, i mali e le <strong>di</strong>fficoltà quoti<strong>di</strong>ane non riescono a strapparci questa<br />

consolante speranza. Anzi, se guar<strong>di</strong>amo a Maria, questo misterioso magma umano<br />

<strong>di</strong>venta sorgente <strong>di</strong> fecon<strong>di</strong>tà.<br />

3. Ma la speranza cristiana non è un’esperienza a buon mercato. Quali sono allora<br />

le con<strong>di</strong>zioni imprescin<strong>di</strong>bili perché essa, già attuatasi nell’Assunzione al cielo <strong>di</strong><br />

Maria, possa realizzarsi per tutti noi e per ciascuno <strong>di</strong> noi?<br />

Stando alla liturgia o<strong>di</strong>erna tali con<strong>di</strong>zioni sono almeno due.<br />

a. Innanzitutto l’impegno a vivere la propria esperienza con uno spirito agonico,<br />

cioè <strong>di</strong> vigile lotta e non <strong>di</strong> rassegnato fatalismo.<br />

Infatti, il testo <strong>di</strong> Apocalisse (1, 19; 12, 1-6,10), ci descrive il travaglio <strong>di</strong> una<br />

partoriente (figura <strong>di</strong> Maria) in attesa <strong>di</strong> generare una creatura (figura del Cristo).<br />

Ma il testo parla anche della lotta tra questa donna ed il drago (simbolo del male) che<br />

vuole <strong>di</strong>vorare il nascituro. L’esito finale è quello della donna vittoriosa che genera un<br />

“figlio maschio destinato a governare tutte le nazioni”.<br />

Cari fedeli, la fede non ci esenta dalle ambivalenze della con<strong>di</strong>zione umana. Il nostro<br />

vivere quoti<strong>di</strong>ano, proprio perché è segnato dal peccato originale, ci fa imbattere<br />

con il positivo ed il negativo, con il peccato e la grazia, con la verità e la menzogna,<br />

con il bene e il male. A noi, sull’esempio <strong>di</strong> Maria non è concesso <strong>di</strong> fuggire da questa<br />

realtà ma ci si chiede <strong>di</strong> viverla, con forte vigore combattivo e con una scelta <strong>di</strong> campo<br />

chiara e decisa.<br />

Il credente dovunque impegnato a livello personale ma anche comunitario negli<br />

ambiti della famiglia, del lavoro, del sociale, della cultura, dell’economia e della politica,<br />

(nazionale o locale che essa sia) non può vivere nell’ambiguità né nella ricerca <strong>di</strong><br />

un calcolato consenso teso a far breccia sull’opinionismo utilitaristico <strong>di</strong> temporanea<br />

durata. Il credente è chiamato a battersi con coraggio e con tutte le sue risorse perché<br />

le verità del patrimonio della fede, che coincidono con il patrimonio dell’autentico<br />

umano, non vengano né scalfite, né addomesticate, né ignorate. I tempi in cui viviamo<br />

ci chiedono una chiara coscienza critica e nel contempo un’esperienza cristiana integra,<br />

nella convinzione che solo in essa si realizza la persona nella sua totalità.<br />

b. Passo ora alla seconda con<strong>di</strong>zione perché la speranza cristiana trovi in ciascuno<br />

<strong>di</strong> noi la sua realizzazione.<br />

Il testo del Vangelo <strong>di</strong> Luca (1, 39-56) ci riferisce dell’incontro <strong>di</strong> Maria con la sua<br />

cugina Elisabetta. Maria è definita da Elisabetta “beata perché ha creduto nell’adempimento<br />

della parola del Signore”.<br />

A noi credenti è chiesto <strong>di</strong> riconoscerci in Maria, donna che ha creduto nella Parola.<br />

Il suo, cari fedeli, non è stato un fidarsi generico, né emotivo, nè ingenuo. Il fidarsi<br />

<strong>di</strong> Maria è stato un’adesione ragionata e verificata a Cristo: parola <strong>di</strong> Dio storicamente<br />

compiuta. Anche da ciò siamo interpellati.<br />

Cristo, infatti, è e rimane quell’avvenimento dove la realtà totale (compresa la <strong>di</strong>mensione<br />

del dolore e della morte) ci è rivelata, <strong>di</strong>schiusa e si è pienamente compiuta.<br />

Ma l’avvenimento del Cristo, grazie all’azione dello Spirito Santo, <strong>di</strong>venta un evento<br />

continuo che ci provoca nella nostra libertà e ci convoca a precise scelte nella convinzione<br />

che solo in Cristo il mistero dell’uomo trova la sua piena realizzazione.<br />

In una stagione culturale particolarmente caratterizzata da incertezza, da dubbi, da<br />

frainten<strong>di</strong>menti, la chiesa, Madre e Maestra, con la Costituzione Gau<strong>di</strong>um et Spes del<br />

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