3° trimestre 2010 - Arcidiocesi di Pesaro
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arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> pesaro<br />
BOLLETTINO<br />
DIOCESANO<br />
LUGLIO - SETTEMBRE <strong>2010</strong>
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DOCUMENTI DEL SANTO PADRE<br />
BENEDETTO XVI<br />
DISCORSO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI<br />
AI VESCOVI DI INGHILTERRA, GALLES E SCOZIA<br />
Cappella del Francis Martin House dell’Oscott College – Birmingham<br />
Domenica, 19 settembre <strong>2010</strong><br />
Venerati Fratelli nell’Episcopato,<br />
questo è stato un giorno <strong>di</strong> grande gioia per la comunità cattolica in queste isole. Il<br />
Beato John Henry Newman, come ora lo possiamo chiamare, è stato elevato all’onore<br />
degli altari quale esempio <strong>di</strong> fedeltà eroica al Vangelo ed un intercessore per la Chiesa<br />
in queste terre, che egli amò e servì così bene. Qui proprio in questa cappella nel<br />
1852, <strong>di</strong>ede voce alla nuova fiducia e vitalità della comunità cattolica in Inghilterra e<br />
Galles, dopo la restaurazione della gerarchia, e le sue parole possono essere applicate<br />
pure alla Scozia, venticinque anni dopo. La sua beatificazione o<strong>di</strong>erna è un ricordo<br />
della continua azione dello Spirito Santo nell’elargire doni <strong>di</strong> santità su tutta la gente<br />
della Gran Bretagna, così che da est ad ovest e dal nord al sud, sia elevata una perfetta<br />
oblazione <strong>di</strong> lode e <strong>di</strong> ringraziamento alla gloria del nome <strong>di</strong> Dio.<br />
Ringrazio il Car<strong>di</strong>nale O’Brien e l’Arcivescovo Nichols per le loro parole e, ciò facendo,<br />
mi viene alla mente quanto poco tempo è trascorso da quando mi è stato dato<br />
<strong>di</strong> accogliervi tutti a Roma per le visite Ad limina delle vostre rispettive Conferenze<br />
Episcopali. In quella occasione abbiamo parlato <strong>di</strong> alcune delle sfide che vi stanno innanzi<br />
nel vostro guidare la gente nella fede, particolarmente circa l’urgente necessità<br />
<strong>di</strong> proclamare il Vangelo <strong>di</strong> nuovo in un contesto altamente secolarizzato. Nel corso<br />
della mia visita mi è apparso chiaro come, fra i britannici, sia profonda la sete per la<br />
buona novella <strong>di</strong> Gesù Cristo. Siete stati scelti da Dio per offrire loro l’acqua viva del<br />
Vangelo, incoraggiandoli a porre le proprie speranze non nelle vane lusinghe <strong>di</strong> questo<br />
mondo, bensì nelle solide rassicurazioni del mondo futuro. Mentre annunciate la<br />
venuta del Regno, con le sue promesse <strong>di</strong> speranza per i poveri ed i bisognosi, i malati<br />
e gli anziani, i non ancora nati e gli abbandonati, fate <strong>di</strong> tutto per presentare nella sua<br />
interezza il messaggio vivificante del Vangelo, compresi quegli elementi che sfidano<br />
le <strong>di</strong>ffuse convinzioni della cultura o<strong>di</strong>erna. Come sapete, è stato <strong>di</strong> recente costituito<br />
un Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione dei Paesi <strong>di</strong> lunga tra<strong>di</strong>zione<br />
cristiana, e desidero incoraggiarvi ad avvalervi dei suoi servigi per affrontare i compiti<br />
che vi stanno innanzi. Inoltre, molti dei nuovi movimenti ecclesiali hanno un carisma<br />
particolare per l’evangelizzazione e son certo che continuerete ad esplorare vie appropriate<br />
ed efficaci per coinvolgerli nella missione della Chiesa.<br />
Dalla vostra visita a Roma, i cambiamenti politici nel Regno Unito hanno concentrato<br />
l’attenzione sulle conseguenze della crisi finanziaria, che ha causato tante privazioni<br />
ad innumerevoli persone e tante famiglie. Lo spettro della <strong>di</strong>soccupazione sta stendendo<br />
le proprie ombre sulla vita <strong>di</strong> molta gente, ed il costo a lungo termine <strong>di</strong> pratiche<br />
d’investimento dei tempi recenti, mal consigliate, sta <strong>di</strong>ventando quanto mai evidente.<br />
3
In tali circostanze, vi saranno ulteriori appelli alla caratteristica generosità dei cattolici<br />
britannici, e sono certo che voi sarete in prima linea per esortare alla solidarietà nei<br />
confronti dei bisognosi. La voce profetica dei cristiani ha un ruolo importante nel mettere<br />
in evidenza i bisogni dei poveri e degli svantaggiati, che possono così facilmente<br />
essere trascurati nella destinazione <strong>di</strong> risorse limitate. Nel documento magisteriale<br />
Choosing the Common Good, i Vescovi d’Inghilterra e del Galles hanno sottolineato<br />
l’importanza della pratica della virtù nella vita pubblica. Le circostanze o<strong>di</strong>erne offrono<br />
una buona opportunità per rafforzare quel messaggio, e certamente per incoraggiare<br />
le persone ad aspirare ai valori morali più alti in ogni settore della loro vita, contro<br />
un retroterra <strong>di</strong> crescente cinismo ad<strong>di</strong>rittura circa la possibilità <strong>di</strong> una vita virtuosa.<br />
Un altro argomento che ha ricevuto molta attenzione nei mesi trascorsi e che mina<br />
seriamente la cre<strong>di</strong>bilità morale dei responsabili della Chiesa è il vergogno abuso <strong>di</strong><br />
ragazzi e <strong>di</strong> giovani da parte <strong>di</strong> sacerdoti e <strong>di</strong> religiosi. In molte occasioni ho parlato<br />
delle profonde ferite che tale comportamento ha causato, anzitutto nelle vittime ma<br />
anche nel rapporto <strong>di</strong> fiducia che dovrebbe esistere fra sacerdoti e popolo, fra sacerdoti<br />
e i loro Vescovi, come pure fra le autorità della Chiesa e la gente. So bene che<br />
avete fatto passi molto seri per portare rime<strong>di</strong>o a questa situazione, per assicurare<br />
che i ragazzi siano protetti in maniera efficace da qualsiasi danno, e per affrontare in<br />
modo appropriato e trasparente le accuse quando esse sorgono. Avete pubblicamente<br />
fatto conoscere il vostro profondo <strong>di</strong>spiacere per quanto accaduto e per i mo<strong>di</strong> spesso<br />
inadeguati con i quali, in passato, si è affrontata la questione. La vostra crescente<br />
comprensione dell’estensione degli abusi sui ragazzi nella società, dei suoi effetti devastanti,<br />
e della necessità <strong>di</strong> fornire adeguato sostegno alle vittime, dovrebbe servire<br />
da incentivo per con<strong>di</strong>videre, con la società più ampia, la lezione da voi appresa. In<br />
realtà, quale via migliore potrebbe esserci se non quella <strong>di</strong> fare riparazione per tali<br />
peccati avvicinandovi, in umile spirito <strong>di</strong> compassione, ai ragazzi che soffrono anche<br />
altrove per gli abusi? Il nostro dovere <strong>di</strong> prenderci cura della gioventù esige proprio<br />
questo e niente <strong>di</strong> meno.<br />
Mentre riflettiamo sulla fragilità umana che questi tragici eventi rivelano in maniera<br />
così dura, ci viene ricordato che, per essere guide cristiane efficaci, dobbiamo vivere<br />
nella più alta integrità, umiltà e santità. Come scrisse una volta il beato John Henry<br />
Newman: “Che Dio ci doni dei sacerdoti che sappiano sentire la propria debolezza <strong>di</strong><br />
peccatori, e che il popolo li sappia compatire ed amare e pregare per la loro crescita in<br />
ogni buon dono <strong>di</strong> grazia” (Sermon, 22 marzo 1829). 191). Prego che fra le grazie <strong>di</strong><br />
questa visita vi sia un rinnovato impegno da parte delle guide cristiane alla vocazione<br />
profetica che hanno ricevuto, e un nuovo apprezzamento da parte del popolo per il<br />
grande dono del ministero or<strong>di</strong>nato. Sgorgheranno così spontaneamente le preghiere<br />
per le vocazioni, e possiamo esser fiduciosi che il Signore risponderà inviando operai<br />
che raccolgano l’abbondante messe che ha preparato in tutto il Regno Unito (cfr Mt<br />
9,37-38). A tale proposito sono lieto <strong>di</strong> avere l’opportunità <strong>di</strong> incontrare fra poco i<br />
seminaristi dell’Inghilterra, della Scozia e del Galles per rassicurarli delle mie preghiere,<br />
mentre si preparano a far la loro parte per raccogliere quella messe.<br />
Infine vorrei parlarvi <strong>di</strong> due materie specifiche che riguardano in questo tempo il<br />
vostro ministero episcopale. Una è l’imminente pubblicazione della nuova traduzione<br />
del Messale Romano. In questa circostanza desidero ringraziare tutti voi per il contributo<br />
dato, con così minuziosa cura, all’esercizio collegiale nella revisione e nell’approvazione<br />
dei testi.<br />
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Ciò ha fornito un immenso servizio ai cattolici <strong>di</strong> tutto il mondo anglofono. Vi incoraggio<br />
a cogliere l’occasione che questa nuova traduzione offre, per una approfon<strong>di</strong>ta<br />
catechesi sull’Eucaristia e per una rinnovata devozione nei mo<strong>di</strong> in cui essa viene<br />
celebrata. “Quanto più viva è la fede eucaristica nel popolo <strong>di</strong> Dio, tanto più profonda<br />
è la sua partecipazione alla vita ecclesiale che Cristo ha affidato ai suoi <strong>di</strong>scepoli”<br />
(Sacramentum caritatis, 6). L’altro punto lo sollevai in febbraio con i Vescovi dell’Inghilterra<br />
e del Galles, quando vi chiesi <strong>di</strong> essere generosi nel porre in atto la Costituzione<br />
apostolica Anglicanorum coetibus. Questo dovrebbe essere considerato un gesto<br />
profetico che può contribuire positivamente allo sviluppo delle relazioni fra anglicani<br />
e cattolici. Ci aiuta a volgere lo sguardo allo scopo ultimo <strong>di</strong> ogni attività ecumenica:<br />
la restaurazione della piena comunione ecclesiale nel contesto della quale il reciproco<br />
scambio <strong>di</strong> doni dai nostri rispettivi patrimoni spirituali, serve da arricchimento per<br />
noi tutti. Continuiamo a pregare e ad operare incessantemente per affrettare il lieto<br />
giorno in cui quel traguardo potrà essere raggiunto.<br />
Con tali sentimenti vi ringrazio cor<strong>di</strong>almente per la vostra ospitalità durante questi<br />
ultimi quattro giorni. Nell’affidare voi e il popolo che servite all’intercessione <strong>di</strong><br />
sant’Andrea, san Davide e san Giorgio, volentieri imparto la Bene<strong>di</strong>zione Apostolica<br />
a voi, al clero, ai religiosi e ai laici dell’Inghilterra, della Scozia e del Galles.<br />
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6<br />
OMELIA DI S.S. BENEDETTO XVI NELLA SOLENNITA’<br />
DEI SANTI APOSTOLI PIETRO E PAOLO<br />
Basilica vaticana, 29 giugno <strong>2010</strong><br />
Cari fratelli e sorelle!<br />
I testi biblici <strong>di</strong> questa Liturgia eucaristica della solennità dei santi Apostoli Pietro e<br />
Paolo, nella loro grande ricchezza, mettono in risalto un tema che si potrebbe riassumere<br />
così: Dio è vicino ai suoi fedeli servitori e li libera da ogni male, e libera la<br />
Chiesa dalle potenze negative. È il tema della libertà della Chiesa, che presenta un<br />
aspetto storico e un altro più profondamente spirituale.<br />
Questa tematica attraversa tutta l’o<strong>di</strong>erna Liturgia della Parola. La prima e la seconda<br />
Lettura parlano, rispettivamente, <strong>di</strong> san Pietro e <strong>di</strong> san Paolo sottolineando proprio<br />
l’azione liberatrice <strong>di</strong> Dio nei loro confronti. Specialmente il testo degli Atti degli<br />
Apostoli descrive con abbondanza <strong>di</strong> particolari l’intervento dell’angelo del Signore,<br />
che scioglie Pietro dalle catene e lo conduce fuori dal carcere <strong>di</strong> Gerusalemme, dove<br />
lo aveva fatto rinchiudere, sotto stretta sorveglianza, il re Erode (cfr At 12,1-11). Paolo,<br />
invece, scrivendo a Timoteo quando ormai sente vicina la fine della vita terrena,<br />
ne fa un bilancio consuntivo da cui emerge che il Signore gli è stato sempre vicino, lo<br />
ha liberato da tanti pericoli e ancora lo libererà introducendolo nel suo Regno eterno<br />
(cfr 2 Tm 4, 6-8.17-18). Il tema è rafforzato dal Salmo responsoriale (Sal 33), e trova<br />
un particolare sviluppo anche nel brano evangelico della confessione <strong>di</strong> Pietro, là dove<br />
Cristo promette che le potenze degli inferi non prevarranno sulla sua Chiesa (cfr Mt<br />
16,18).<br />
Osservando bene si nota, riguardo a questa tematica, una certa progressione. Nella<br />
prima Lettura viene narrato un episo<strong>di</strong>o specifico che mostra l’intervento del Signore<br />
per liberare Pietro dalla prigione; nella seconda Paolo, sulla base della sua straor<strong>di</strong>naria<br />
esperienza apostolica, si <strong>di</strong>ce convinto che il Signore, che già lo ha liberato “dalla<br />
bocca del leone”, lo libererà “da ogni male” aprendogli le porte del Cielo; nel Vangelo<br />
invece non si parla più dei singoli Apostoli, ma della Chiesa nel suo insieme e della<br />
sua sicurezza rispetto alle forze del male, intese in senso ampio e profondo. In tal<br />
modo ve<strong>di</strong>amo che la promessa <strong>di</strong> Gesù – “le potenze degli inferi non prevarranno”<br />
sulla Chiesa – comprende sì le esperienze storiche <strong>di</strong> persecuzione subite da Pietro e<br />
da Paolo e dagli altri testimoni del Vangelo, ma va oltre, volendo assicurare la protezione<br />
soprattutto contro le minacce <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne spirituale; secondo quanto Paolo stesso<br />
scrive nella Lettera agli Efesini: “La nostra battaglia infatti non è contro la carne e il<br />
sangue, ma contro i Principati e le Potenze, contro i dominatori <strong>di</strong> questo mondo tenebroso,<br />
contro gli spiriti del male che abitano nelle regioni celesti” (Ef 6,12).<br />
In effetti, se pensiamo ai due millenni <strong>di</strong> storia della Chiesa, possiamo osservare che<br />
– come aveva preannunciato il Signore Gesù (cfr Mt 10,16-33) – non sono mai mancate<br />
per i cristiani le prove, che in alcuni perio<strong>di</strong> e luoghi hanno assunto il carattere<br />
<strong>di</strong> vere e proprie persecuzioni. Queste, però, malgrado le sofferenze che provocano,<br />
non costituiscono il pericolo più grave per la Chiesa. Il danno maggiore, infatti, essa<br />
lo subisce da ciò che inquina la fede e la vita cristiana dei suoi membri e delle sue
comunità, intaccando l’integrità del Corpo mistico, indebolendo la sua capacità <strong>di</strong><br />
profezia e <strong>di</strong> testimonianza, appannando la bellezza del suo volto. Questa realtà è<br />
attestata già dall’epistolario paolino. La Prima Lettera ai Corinzi, ad esempio, risponde<br />
proprio ad alcuni problemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>visioni, <strong>di</strong> incoerenze, <strong>di</strong> infedeltà al Vangelo che<br />
minacciano seriamente la Chiesa. Ma anche la Seconda Lettera a Timoteo – <strong>di</strong> cui<br />
abbiamo ascoltato un brano – parla dei pericoli degli “ultimi tempi”, identificandoli<br />
con atteggiamenti negativi che appartengono al mondo e che possono contagiare la<br />
comunità cristiana: egoismo, vanità, orgoglio, attaccamento al denaro, eccetera (cfr<br />
3,1-5). La conclusione dell’Apostolo è rassicurante: gli uomini che operano il male –<br />
scrive – “non andranno molto lontano, perché la loro stoltezza sarà manifesta a tutti”<br />
(3,9). Vi è dunque una garanzia <strong>di</strong> libertà assicurata da Dio alla Chiesa, libertà sia dai<br />
lacci materiali che cercano <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>rne o coartarne la missione, sia dai mali spirituali<br />
e morali, che possono intaccarne l’autenticità e la cre<strong>di</strong>bilità.<br />
Il tema della libertà della Chiesa, garantita da Cristo a Pietro, ha anche una specifica<br />
attinenza con il rito dell’imposizione del Pallio, che oggi rinnoviamo per trentotto<br />
Arcivescovi Metropoliti, ai quali rivolgo il mio più cor<strong>di</strong>ale saluto, estendendolo con<br />
affetto a quanti hanno voluto accompagnarli in questo pellegrinaggio. La comunione<br />
con Pietro e i suoi successori, infatti, è garanzia <strong>di</strong> libertà per i Pastori della Chiesa<br />
e per le stesse Comunità loro affidate. Lo è su entrambi i piani messi in luce nelle<br />
riflessioni precedenti. Sul piano storico, l’unione con la Sede Apostolica assicura alle<br />
Chiese particolari e alle Conferenze Episcopali la libertà rispetto a poteri locali, nazionali<br />
o sovranazionali, che possono in certi casi ostacolare la missione della Chiesa.<br />
Inoltre, e più essenzialmente, il ministero petrino è garanzia <strong>di</strong> libertà nel senso della<br />
piena adesione alla verità, all’autentica tra<strong>di</strong>zione, così che il Popolo <strong>di</strong> Dio sia preservato<br />
da errori concernenti la fede e la morale. Il fatto dunque che, ogni anno, i nuovi<br />
Metropoliti vengano a Roma a ricevere il Pallio dalle mani del Papa va compreso nel<br />
suo significato proprio, come gesto <strong>di</strong> comunione, e il tema della libertà della Chiesa<br />
ce ne offre una chiave <strong>di</strong> lettura particolarmente importante. Questo appare evidente<br />
nel caso <strong>di</strong> Chiese segnate da persecuzioni, oppure sottoposte a ingerenze politiche o<br />
ad altre dure prove. Ma ciò non è meno rilevante nel caso <strong>di</strong> Comunità che patiscono<br />
l’influenza <strong>di</strong> dottrine fuorvianti, o <strong>di</strong> tendenze ideologiche e pratiche contrarie al<br />
Vangelo. Il Pallio dunque <strong>di</strong>venta, in questo senso, un pegno <strong>di</strong> libertà, analogamente<br />
al “giogo” <strong>di</strong> Gesù, che Egli invita a prendere, ciascuno sulle proprie spalle (cfr Mt<br />
11,29-30). Come il comandamento <strong>di</strong> Cristo – pur esigente – è “dolce e leggero” e,<br />
invece <strong>di</strong> pesare su chi lo porta, lo solleva, così il vincolo con la Sede Apostolica –<br />
pur impegnativo – sostiene il Pastore e la porzione <strong>di</strong> Chiesa affidata alle sue cure,<br />
rendendoli più liberi e più forti.<br />
Un’ultima in<strong>di</strong>cazione vorrei trarre dalla Parola <strong>di</strong> Dio, in particolare dalla promessa<br />
<strong>di</strong> Cristo che le potenze degli inferi non prevarranno sulla sua Chiesa. Queste parole<br />
possono avere anche una significativa valenza ecumenica, dal momento che, come accennavo<br />
poc’anzi, uno degli effetti tipici dell’azione del Maligno è proprio la <strong>di</strong>visione<br />
all’interno della Comunità ecclesiale. Le <strong>di</strong>visioni, infatti, sono sintomi della forza<br />
del peccato, che continua ad agire nei membri della Chiesa anche dopo la redenzione.<br />
Ma la parola <strong>di</strong> Cristo è chiara: “Non praevalebunt – non prevarranno” (Mt 16,18).<br />
7
L’unità della Chiesa è ra<strong>di</strong>cata nella sua unione con Cristo, e la causa della piena unità<br />
dei cristiani – sempre da ricercare e da rinnovare, <strong>di</strong> generazione in generazione – è<br />
pure sostenuta dalla sua preghiera e dalla sua promessa. Nella lotta contro lo spirito<br />
del male, Dio ci ha donato in Gesù l’“Avvocato” <strong>di</strong>fensore, e, dopo la sua Pasqua,<br />
“un altro Paraclito” (cfr Gv 14,16), lo Spirito Santo, che rimane con noi per sempre e<br />
conduce la Chiesa verso la pienezza della verità (cfr Gv 14,16; 16,13), che è anche la<br />
pienezza della carità e dell’unità. Con questi sentimenti <strong>di</strong> fiduciosa speranza, sono<br />
lieto <strong>di</strong> salutare la Delegazione del Patriarcato <strong>di</strong> Costantinopoli, che, secondo la bella<br />
consuetu<strong>di</strong>ne delle visite reciproche, partecipa alle celebrazioni dei Santi Patroni <strong>di</strong><br />
Roma. Insieme ren<strong>di</strong>amo grazie a Dio per i progressi nelle relazioni ecumeniche tra<br />
cattolici ed ortodossi, e rinnoviamo l’impegno <strong>di</strong> corrispondere generosamente alla<br />
grazia <strong>di</strong> Dio, che ci conduce alla piena comunione.<br />
Cari amici, saluto cor<strong>di</strong>almente ciascuno <strong>di</strong> voi: Signori Car<strong>di</strong>nali, Fratelli nell’Episcopato,<br />
Signori Ambasciatori e Autorità civili, in particolare il Sindaco <strong>di</strong> Roma,<br />
sacerdoti, religiosi e fedeli laici. Vi ringrazio per la vostra presenza. I santi Apostoli<br />
Pietro e Paolo vi ottengano <strong>di</strong> amare sempre più la santa Chiesa, corpo mistico <strong>di</strong><br />
Cristo Signore e messaggera <strong>di</strong> unità e <strong>di</strong> pace per tutti gli uomini. Vi ottengano anche<br />
<strong>di</strong> offrire con letizia per la sua santità e la sua missione le fatiche e le sofferenze<br />
sopportate per la fedeltà al Vangelo. La Vergine Maria, Regina degli Apostoli e Madre<br />
della Chiesa, vegli sempre su <strong>di</strong> voi, in particolare sul ministero degli Arcivescovi<br />
Metropoliti. Col suo celeste aiuto possiate vivere e agire sempre in quella libertà, che<br />
Cristo ci ha guadagnato. Amen.<br />
8
MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI<br />
PER LA XXVI GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ 2011<br />
“Ra<strong>di</strong>cati e fondati in Cristo, sal<strong>di</strong> nella fede” (cfr. Col 2,7)<br />
Cari amici,<br />
ripenso spesso alla Giornata Mon<strong>di</strong>ale della Gioventù <strong>di</strong> Sydney del 2008. Là abbiamo<br />
vissuto una grande festa della fede, durante la quale lo Spirito <strong>di</strong> Dio ha agito con<br />
forza, creando un’intensa comunione tra i partecipanti, venuti da ogni parte del mondo.<br />
Quel raduno, come i precedenti, ha portato frutti abbondanti nella vita <strong>di</strong> numerosi<br />
giovani e della Chiesa intera. Ora, il nostro sguardo si rivolge alla prossima Giornata<br />
Mon<strong>di</strong>ale della Gioventù, che avrà luogo a Madrid nell’agosto 2011. Già nel 1989,<br />
qualche mese prima della storica caduta del Muro <strong>di</strong> Berlino, il pellegrinaggio dei<br />
giovani fece tappa in Spagna, a Santiago de Compostela. Adesso, in un momento in<br />
cui l’Europa ha grande bisogno <strong>di</strong> ritrovare le sue ra<strong>di</strong>ci cristiane, ci siamo dati appuntamento<br />
a Madrid, con il tema: “Ra<strong>di</strong>cati e fondati in Cristo, sal<strong>di</strong> nella fede” (cfr Col<br />
2,7). Vi invito pertanto a questo evento così importante per la Chiesa in Europa e per<br />
la Chiesa universale. E vorrei che tutti i giovani, sia coloro che con<strong>di</strong>vidono la nostra<br />
fede in Gesù Cristo, sia quanti esitano, sono dubbiosi o non credono in Lui, potessero<br />
vivere questa esperienza, che può essere decisiva per la vita: l’esperienza del Signore<br />
Gesù risorto e vivo e del suo amore per ciascuno <strong>di</strong> noi.<br />
1. Alle sorgenti delle vostre più gran<strong>di</strong> aspirazioni<br />
In ogni epoca, anche ai nostri giorni, numerosi giovani sentono il profondo desiderio<br />
che le relazioni tra le persone siano vissute nella verità e nella solidarietà. Molti manifestano<br />
l’aspirazione a costruire rapporti autentici <strong>di</strong> amicizia, a conoscere il vero<br />
amore, a fondare una famiglia unita, a raggiungere una stabilità personale e una reale<br />
sicurezza, che possano garantire un futuro sereno e felice. Certamente, ricordando la<br />
mia giovinezza, so che stabilità e sicurezza non sono le questioni che occupano <strong>di</strong> più<br />
la mente dei giovani. Sì, la domanda del posto <strong>di</strong> lavoro e con ciò quella <strong>di</strong> avere un<br />
terreno sicuro sotto i pie<strong>di</strong> è un problema grande e pressante, ma allo stesso tempo la<br />
gioventù rimane comunque l’età in cui si è alla ricerca della vita più grande. Se penso<br />
ai miei anni <strong>di</strong> allora: semplicemente non volevamo perderci nella normalità della vita<br />
borghese. Volevamo ciò che è grande, nuovo. Volevamo trovare la vita stessa nella sua<br />
vastità e bellezza. Certamente, ciò <strong>di</strong>pendeva anche dalla nostra situazione. Durante<br />
la <strong>di</strong>ttatura nazionalsocialista e nella guerra noi siamo stati, per così <strong>di</strong>re, “rinchiusi”<br />
dal potere dominante. Quin<strong>di</strong>, volevamo uscire all’aperto per entrare nell’ampiezza<br />
delle possibilità dell’essere uomo. Ma credo che, in un certo senso, questo impulso<br />
<strong>di</strong> andare oltre all’abituale ci sia in ogni generazione. È parte dell’essere giovane<br />
desiderare qualcosa <strong>di</strong> più della quoti<strong>di</strong>anità regolare <strong>di</strong> un impiego sicuro e sentire<br />
l’anelito per ciò che è realmente grande. Si tratta solo <strong>di</strong> un sogno vuoto che svanisce<br />
quando si <strong>di</strong>venta adulti? No, l’uomo è veramente creato per ciò che è grande, per<br />
l’infinito. Qualsiasi altra cosa è insufficiente. Sant’Agostino aveva ragione: il nostro<br />
cuore è inquieto sino a quando non riposa in Te. Il desiderio della vita più grande è un<br />
segno del fatto che ci ha creati Lui, che portiamo la sua “impronta”. Dio è vita, e per<br />
questo ogni creatura tende alla vita; in modo unico e speciale la persona umana, fatta<br />
9
ad immagine <strong>di</strong> Dio, aspira all’amore, alla gioia e alla pace. Allora compren<strong>di</strong>amo che<br />
è un controsenso pretendere <strong>di</strong> eliminare Dio per far vivere l’uomo! Dio è la sorgente<br />
della vita; eliminarlo equivale a separarsi da questa fonte e, inevitabilmente, privarsi<br />
della pienezza e della gioia: “la creatura, infatti, senza il Creatore svanisce” (Con.<br />
Ecum. Vat. II, Cost. Gau<strong>di</strong>um et spes, 36). La cultura attuale, in alcune aree del mondo,<br />
soprattutto in Occidente, tende ad escludere Dio, o a considerare la fede come un<br />
fatto privato, senza alcuna rilevanza nella vita sociale. Mentre l’insieme dei valori che<br />
sono alla base della società proviene dal Vangelo – come il senso della <strong>di</strong>gnità della<br />
persona, della solidarietà, del lavoro e della famiglia –, si constata una sorta <strong>di</strong> “eclissi<br />
<strong>di</strong> Dio”, una certa amnesia, se non un vero rifiuto del Cristianesimo e una negazione<br />
del tesoro della fede ricevuta, col rischio <strong>di</strong> perdere la propria identità profonda.<br />
Per questo motivo, cari amici, vi invito a intensificare il vostro cammino <strong>di</strong> fede in<br />
Dio, Padre del nostro Signore Gesù Cristo. Voi siete il futuro della società e della<br />
Chiesa! Come scriveva l’apostolo Paolo ai cristiani della città <strong>di</strong> Colossi, è vitale<br />
avere delle ra<strong>di</strong>ci, delle basi solide! E questo è particolarmente vero oggi, quando<br />
molti non hanno punti <strong>di</strong> riferimento stabili per costruire la loro vita, <strong>di</strong>ventando così<br />
profondamente insicuri. Il relativismo <strong>di</strong>ffuso, secondo il quale tutto si equivale e non<br />
esiste alcuna verità, né alcun punto <strong>di</strong> riferimento assoluto, non genera la vera libertà,<br />
ma instabilità, smarrimento, conformismo alle mode del momento. Voi giovani avete<br />
il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> ricevere dalle generazioni che vi precedono punti fermi per fare le vostre<br />
scelte e costruire la vostra vita, come una giovane pianta ha bisogno <strong>di</strong> un solido<br />
sostegno finché crescono le ra<strong>di</strong>ci, per <strong>di</strong>ventare, poi, un albero robusto, capace <strong>di</strong><br />
portare frutto.<br />
2. Ra<strong>di</strong>cati e fondati in Cristo<br />
Per mettere in luce l’importanza della fede nella vita dei credenti, vorrei soffermarmi<br />
su ciascuno dei tre termini che san Paolo utilizza in questa sua espressione: “Ra<strong>di</strong>cati<br />
e fondati in Cristo, sal<strong>di</strong> nella fede” (cfr Col 2,7). Vi possiamo scorgere tre immagini:<br />
“ra<strong>di</strong>cato” evoca l’albero e le ra<strong>di</strong>ci che lo alimentano; “fondato” si riferisce alla<br />
costruzione <strong>di</strong> una casa; “saldo” rimanda alla crescita della forza fisica o morale. Si<br />
tratta <strong>di</strong> immagini molto eloquenti. Prima <strong>di</strong> commentarle, va notato semplicemente<br />
che nel testo originale i tre termini, dal punto <strong>di</strong> vista grammaticale, sono dei passivi:<br />
ciò significa che è Cristo stesso che prende l’iniziativa <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>care, fondare e rendere<br />
sal<strong>di</strong> i credenti.<br />
La prima immagine è quella dell’albero, fermamente piantato al suolo tramite le ra<strong>di</strong>ci,<br />
che lo rendono stabile e lo alimentano. Senza ra<strong>di</strong>ci, sarebbe trascinato via dal<br />
vento, e morirebbe. Quali sono le nostre ra<strong>di</strong>ci? Naturalmente i genitori, la famiglia e<br />
la cultura del nostro Paese, che sono una componente molto importante della nostra<br />
identità. La Bibbia ne svela un’altra. Il profeta Geremia scrive: “Benedetto l’uomo che<br />
confida nel Signore e il Signore è la sua fiducia. È come un albero piantato lungo un<br />
corso d’acqua, verso la corrente stende le ra<strong>di</strong>ci; non teme quando viene il caldo, le<br />
sue foglie rimangono ver<strong>di</strong>, nell’anno della siccità non si dà pena, non smette <strong>di</strong> produrre<br />
frutti” (Ger 17,7-8). Stendere le ra<strong>di</strong>ci, per il profeta, significa riporre la propria<br />
fiducia in Dio. Da Lui attingiamo la nostra vita; senza <strong>di</strong> Lui non potremmo vivere<br />
veramente. “Dio ci ha donato la vita eterna e questa vita è nel suo Figlio” (1 Gv 5,11).<br />
Gesù stesso si presenta come nostra vita (cfr Gv 14,6). Perciò la fede cristiana non è<br />
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solo credere a delle verità, ma è anzitutto una relazione personale con Gesù Cristo, è<br />
l’incontro con il Figlio <strong>di</strong> Dio, che dà a tutta l’esistenza un <strong>di</strong>namismo nuovo. Quando<br />
entriamo in rapporto personale con Lui, Cristo ci rivela la nostra identità, e, nella sua<br />
amicizia, la vita cresce e si realizza in pienezza. C’è un momento, da giovani, in cui<br />
ognuno <strong>di</strong> noi si domanda: che senso ha la mia vita, quale scopo, quale <strong>di</strong>rezione dovrei<br />
darle? È una fase fondamentale, che può turbare l’animo, a volte anche a lungo.<br />
Si pensa al tipo <strong>di</strong> lavoro da intraprendere, a quali relazioni sociali stabilire, a quali<br />
affetti sviluppare… In questo contesto, ripenso alla mia giovinezza. In qualche modo<br />
ho avuto ben presto la consapevolezza che il Signore mi voleva sacerdote. Ma poi,<br />
dopo la Guerra, quando in seminario e all’università ero in cammino verso questa<br />
meta, ho dovuto riconquistare questa certezza. Ho dovuto chiedermi: è questa veramente<br />
la mia strada? È veramente questa la volontà del Signore per me? Sarò capace<br />
<strong>di</strong> rimanere fedele a Lui e <strong>di</strong> essere totalmente <strong>di</strong>sponibile per Lui, al Suo servizio?<br />
Una tale decisione deve anche essere sofferta. Non può essere <strong>di</strong>versamente. Ma poi<br />
è sorta la certezza: è bene così! Sì, il Signore mi vuole, pertanto mi darà anche la forza.<br />
Nell’ascoltarLo, nell’andare insieme con Lui <strong>di</strong>vento veramente me stesso. Non<br />
conta la realizzazione dei miei propri desideri, ma la Sua volontà. Così la vita <strong>di</strong>venta<br />
autentica.<br />
Come le ra<strong>di</strong>ci dell’albero lo tengono saldamente piantato nel terreno, così le fondamenta<br />
danno alla casa una stabilità duratura. Me<strong>di</strong>ante la fede, noi siamo fondati in<br />
Cristo (cfr Col 2,7), come una casa è costruita sulle fondamenta. Nella storia sacra abbiamo<br />
numerosi esempi <strong>di</strong> santi che hanno e<strong>di</strong>ficato la loro vita sulla Parola <strong>di</strong> Dio. Il<br />
primo è Abramo. Il nostro padre nella fede obbedì a Dio che gli chiedeva <strong>di</strong> lasciare la<br />
casa paterna per incamminarsi verso un Paese sconosciuto. “Abramo credette a Dio e<br />
gli fu accre<strong>di</strong>tato come giustizia, ed egli fu chiamato amico <strong>di</strong> Dio” (Gc 2,23). Essere<br />
fondati in Cristo significa rispondere concretamente alla chiamata <strong>di</strong> Dio, fidandosi<br />
<strong>di</strong> Lui e mettendo in pratica la sua Parola. Gesù stesso ammonisce i suoi <strong>di</strong>scepoli:<br />
“Perché mi invocate: «Signore, Signore!» e non fate quello che <strong>di</strong>co?” (Lc 6,46). E,<br />
ricorrendo all’immagine della costruzione della casa, aggiunge: “Chiunque viene a<br />
me e ascolta le mie parole e le mette in pratica… è simile a un uomo che, costruendo<br />
una casa, ha scavato molto profondo e ha posto le fondamenta sulla roccia. Venuta<br />
la piena, il fiume investì quella casa, ma non riuscì a smuoverla perché era costruita<br />
bene” (Lc 6,47-48).<br />
Cari amici, costruite la vostra casa sulla roccia, come l’uomo che “ha scavato molto<br />
profondo”. Cercate anche voi, tutti i giorni, <strong>di</strong> seguire la Parola <strong>di</strong> Cristo. Sentitelo<br />
come il vero Amico con cui con<strong>di</strong>videre il cammino della vostra vita. Con Lui accanto<br />
sarete capaci <strong>di</strong> affrontare con coraggio e speranza le <strong>di</strong>fficoltà, i problemi, anche le<br />
delusioni e le sconfitte. Vi vengono presentate continuamente proposte più facili, ma<br />
voi stessi vi accorgete che si rivelano ingannevoli, non vi danno serenità e gioia. Solo<br />
la Parola <strong>di</strong> Dio ci in<strong>di</strong>ca la via autentica, solo la fede che ci è stata trasmessa è la<br />
luce che illumina il cammino. Accogliete con gratitu<strong>di</strong>ne questo dono spirituale che<br />
avete ricevuto dalle vostre famiglie e impegnatevi a rispondere con responsabilità alla<br />
chiamata <strong>di</strong> Dio, <strong>di</strong>ventando adulti nella fede. Non credete a coloro che vi <strong>di</strong>cono che<br />
non avete bisogno degli altri per costruire la vostra vita! Appoggiatevi, invece, alla<br />
fede dei vostri cari, alla fede della Chiesa, e ringraziate il Signore <strong>di</strong> averla ricevuta e<br />
<strong>di</strong> averla fatta vostra!<br />
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3. Sal<strong>di</strong> nella fede<br />
Siate “ra<strong>di</strong>cati e fondati in Cristo, sal<strong>di</strong> nella fede” (cfr Col 2,7). La Lettera da cui è<br />
tratto questo invito, è stata scritta da san Paolo per rispondere a un bisogno preciso dei<br />
cristiani della città <strong>di</strong> Colossi. Quella comunità, infatti, era minacciata dall’influsso<br />
<strong>di</strong> certe tendenze culturali dell’epoca, che <strong>di</strong>stoglievano i fedeli dal Vangelo. Il nostro<br />
contesto culturale, cari giovani, ha numerose analogie con quello dei Colossesi <strong>di</strong> allora.<br />
Infatti, c’è una forte corrente <strong>di</strong> pensiero laicista che vuole emarginare Dio dalla<br />
vita delle persone e della società, prospettando e tentando <strong>di</strong> creare un “para<strong>di</strong>so”<br />
senza <strong>di</strong> Lui. Ma l’esperienza insegna che il mondo senza Dio <strong>di</strong>venta un “inferno”:<br />
prevalgono gli egoismi, le <strong>di</strong>visioni nelle famiglie, l’o<strong>di</strong>o tra le persone e tra i popoli,<br />
la mancanza <strong>di</strong> amore, <strong>di</strong> gioia e <strong>di</strong> speranza. Al contrario, là dove le persone e i popoli<br />
accolgono la presenza <strong>di</strong> Dio, lo adorano nella verità e ascoltano la sua voce, si costruisce<br />
concretamente la civiltà dell’amore, in cui ciascuno viene rispettato nella sua<br />
<strong>di</strong>gnità, cresce la comunione, con i frutti che essa porta. Vi sono però dei cristiani che<br />
si lasciano sedurre dal modo <strong>di</strong> pensare laicista, oppure sono attratti da correnti religiose<br />
che allontanano dalla fede in Gesù Cristo. Altri, senza aderire a questi richiami,<br />
hanno semplicemente lasciato raffreddare la loro fede, con inevitabili conseguenze<br />
negative sul piano morale.<br />
Ai fratelli contagiati da idee estranee al Vangelo, l’apostolo Paolo ricorda la potenza <strong>di</strong><br />
Cristo morto e risorto. Questo mistero è il fondamento della nostra vita, il centro della<br />
fede cristiana. Tutte le filosofie che lo ignorano, considerandolo “stoltezza” (1 Cor<br />
1,23), mostrano i loro limiti davanti alle gran<strong>di</strong> domande che abitano il cuore dell’uomo.<br />
Per questo anch’io, come Successore dell’apostolo Pietro, desidero confermarvi<br />
nella fede (cfr Lc 22,32). Noi cre<strong>di</strong>amo fermamente che Gesù Cristo si è offerto sulla<br />
Croce per donarci il suo amore; nella sua passione, ha portato le nostre sofferenze,<br />
ha preso su <strong>di</strong> sé i nostri peccati, ci ha ottenuto il perdono e ci ha riconciliati con Dio<br />
Padre, aprendoci la via della vita eterna. In questo modo siamo stati liberati da ciò che<br />
più intralcia la nostra vita: la schiavitù del peccato, e possiamo amare tutti, persino i<br />
nemici, e con<strong>di</strong>videre questo amore con i fratelli più poveri e in <strong>di</strong>fficoltà.<br />
Cari amici, spesso la Croce ci fa paura, perché sembra essere la negazione della vita.<br />
In realtà, è il contrario! Essa è il “sì” <strong>di</strong> Dio all’uomo, l’espressione massima del suo<br />
amore e la sorgente da cui sgorga la vita eterna. Infatti, dal cuore <strong>di</strong> Gesù aperto sulla<br />
croce è sgorgata questa vita <strong>di</strong>vina, sempre <strong>di</strong>sponibile per chi accetta <strong>di</strong> alzare gli<br />
occhi verso il Crocifisso. Dunque, non posso che invitarvi ad accogliere la Croce <strong>di</strong><br />
Gesù, segno dell’amore <strong>di</strong> Dio, come fonte <strong>di</strong> vita nuova. Al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> Cristo morto<br />
e risorto, non vi è salvezza! Lui solo può liberare il mondo dal male e far crescere il<br />
Regno <strong>di</strong> giustizia, <strong>di</strong> pace e <strong>di</strong> amore al quale tutti aspiriamo.<br />
4. Credere in Gesù Cristo senza vederlo<br />
Nel Vangelo ci viene descritta l’esperienza <strong>di</strong> fede dell’apostolo Tommaso nell’accogliere<br />
il mistero della Croce e Risurrezione <strong>di</strong> Cristo. Tommaso fa parte dei Do<strong>di</strong>ci<br />
apostoli; ha seguito Gesù; è testimone <strong>di</strong>retto delle sue guarigioni, dei miracoli; ha<br />
ascoltato le sue parole; ha vissuto lo smarrimento davanti alla sua morte. La sera <strong>di</strong><br />
Pasqua il Signore appare ai <strong>di</strong>scepoli, ma Tommaso non è presente, e quando gli viene<br />
riferito che Gesù è vivo e si è mostrato, <strong>di</strong>chiara: “Se non vedo nelle sue mani il segno<br />
dei chio<strong>di</strong> e non metto il mio <strong>di</strong>to nel segno dei chio<strong>di</strong> e non metto la mia mano nel<br />
suo fianco, io non credo” (Gv 20,25).<br />
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Noi pure vorremmo poter vedere Gesù, poter parlare con Lui, sentire ancora più fortemente<br />
la sua presenza. Oggi per molti, l’accesso a Gesù si è fatto <strong>di</strong>fficile. Circolano<br />
così tante immagini <strong>di</strong> Gesù che si spacciano per scientifiche e Gli tolgono la sua<br />
grandezza, la singolarità della Sua persona. Pertanto, durante lunghi anni <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o e<br />
me<strong>di</strong>tazione, maturò in me il pensiero <strong>di</strong> trasmettere un po’ del mio personale incontro<br />
con Gesù in un libro: quasi per aiutare a vedere, u<strong>di</strong>re, toccare il Signore, nel quale<br />
Dio ci è venuto incontro per farsi conoscere. Gesù stesso, infatti, apparendo nuovamente<br />
dopo otto giorni ai <strong>di</strong>scepoli, <strong>di</strong>ce a Tommaso: “Metti qui il tuo <strong>di</strong>to e guarda<br />
le mie mani; ten<strong>di</strong> la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma<br />
credente!” (Gv 20,27). Anche a noi è possibile avere un contatto sensibile con Gesù,<br />
mettere, per così <strong>di</strong>re, la mano sui segni della sua Passione, i segni del suo amore:<br />
nei Sacramenti Egli si fa particolarmente vicino a noi, si dona a noi. Cari giovani,<br />
imparate a “vedere”, a “incontrare” Gesù nell’Eucaristia, dove è presente e vicino<br />
fino a farsi cibo per il nostro cammino; nel Sacramento della Penitenza, in cui il Signore<br />
manifesta la sua misericor<strong>di</strong>a nell’offrirci sempre il suo perdono. Riconoscete<br />
e servite Gesù anche nei poveri, nei malati, nei fratelli che sono in <strong>di</strong>fficoltà e hanno<br />
bisogno <strong>di</strong> aiuto.<br />
Aprite e coltivate un <strong>di</strong>alogo personale con Gesù Cristo, nella fede. Conoscetelo me<strong>di</strong>ante<br />
la lettura dei Vangeli e del Catechismo della Chiesa Cattolica; entrate in colloquio<br />
con Lui nella preghiera, dategli la vostra fiducia: non la tra<strong>di</strong>rà mai! “La fede<br />
è innanzitutto un’adesione personale dell’uomo a Dio; al tempo stesso ed inseparabilmente,<br />
è l’assenso libero a tutta la verità che Dio ha rivelato” (Catechismo della<br />
Chiesa Cattolica, 150). Così potrete acquisire una fede matura, solida, che non sarà<br />
fondata unicamente su un sentimento religioso o su un vago ricordo del catechismo<br />
della vostra infanzia. Potrete conoscere Dio e vivere autenticamente <strong>di</strong> Lui, come<br />
l’apostolo Tommaso, quando manifesta con forza la sua fede in Gesù: “Mio Signore<br />
e mio Dio!”.<br />
5. Sorretti dalla fede della Chiesa, per essere testimoni<br />
In quel momento Gesù esclama: “Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che<br />
non hanno visto e hanno creduto!” (Gv 20,29). Egli pensa al cammino della Chiesa,<br />
fondata sulla fede dei testimoni oculari: gli Apostoli. Compren<strong>di</strong>amo allora che la nostra<br />
fede personale in Cristo, nata dal <strong>di</strong>alogo con Lui, è legata alla fede della Chiesa:<br />
non siamo credenti isolati, ma, me<strong>di</strong>ante il Battesimo, siamo membri <strong>di</strong> questa grande<br />
famiglia, ed è la fede professata dalla Chiesa che dona sicurezza alla nostra fede<br />
personale. Il Credo che proclamiamo nella Messa domenicale ci protegge proprio dal<br />
pericolo <strong>di</strong> credere in un Dio che non è quello che Gesù ci ha rivelato: “Ogni credente<br />
è come un anello nella grande catena dei credenti. Io non posso credere senza essere<br />
sorretto dalla fede degli altri, e, con la mia fede, contribuisco a sostenere la fede degli<br />
altri” (Catechismo della Chiesa Cattolica, 166). Ringraziamo sempre il Signore per<br />
il dono della Chiesa; essa ci fa progre<strong>di</strong>re con sicurezza nella fede, che ci dà la vera<br />
vita (cfr Gv 20,31).<br />
Nella storia della Chiesa, i santi e i martiri hanno attinto dalla Croce gloriosa <strong>di</strong> Cristo<br />
la forza per essere fedeli a Dio fino al dono <strong>di</strong> se stessi; nella fede hanno trovato la<br />
forza per vincere le proprie debolezze e superare ogni avversità. Infatti, come <strong>di</strong>ce<br />
l’apostolo Giovanni, “chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio <strong>di</strong><br />
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Dio?” (1 Gv 5,5). E la vittoria che nasce dalla fede è quella dell’amore. Quanti cristiani<br />
sono stati e sono una testimonianza vivente della forza della fede che si esprime nella<br />
carità: sono stati artigiani <strong>di</strong> pace, promotori <strong>di</strong> giustizia, animatori <strong>di</strong> un mondo più<br />
umano, un mondo secondo Dio; si sono impegnati nei vari ambiti della vita sociale,<br />
con competenza e professionalità, contribuendo efficacemente al bene <strong>di</strong> tutti. La carità<br />
che scaturisce dalla fede li ha condotti ad una testimonianza molto concreta, negli<br />
atti e nelle parole: Cristo non è un bene solo per noi stessi, è il bene più prezioso che<br />
abbiamo da con<strong>di</strong>videre con gli altri. Nell’era della globalizzazione, siate testimoni<br />
della speranza cristiana nel mondo intero: sono molti coloro che desiderano ricevere<br />
questa speranza! Davanti al sepolcro dell’amico Lazzaro, morto da quattro giorni,<br />
Gesù, prima <strong>di</strong> richiamarlo alla vita, <strong>di</strong>sse a sua sorella Marta: “Se crederai, vedrai la<br />
gloria <strong>di</strong> Dio” (cfr Gv 11,40). Anche voi, se crederete, se saprete vivere e testimoniare<br />
la vostra fede ogni giorno, <strong>di</strong>venterete strumento per far ritrovare ad altri giovani come<br />
voi il senso e la gioia della vita, che nasce dall’incontro con Cristo!<br />
6. Verso la Giornata Mon<strong>di</strong>ale <strong>di</strong> Madrid<br />
Cari amici, vi rinnovo l’invito a venire alla Giornata Mon<strong>di</strong>ale della Gioventù a Madrid.<br />
Con gioia profonda, attendo ciascuno <strong>di</strong> voi personalmente: Cristo vuole rendervi<br />
sal<strong>di</strong> nella fede me<strong>di</strong>ante la Chiesa. La scelta <strong>di</strong> credere in Cristo e <strong>di</strong> seguirlo<br />
non è facile; è ostacolata dalle nostre infedeltà personali e da tante voci che in<strong>di</strong>cano<br />
vie più facili. Non lasciatevi scoraggiare, cercate piuttosto il sostegno della Comunità<br />
cristiana, il sostegno della Chiesa! Nel corso <strong>di</strong> quest’anno preparatevi intensamente<br />
all’appuntamento <strong>di</strong> Madrid con i vostri Vescovi, i vostri sacerdoti e i responsabili <strong>di</strong><br />
pastorale giovanile nelle <strong>di</strong>ocesi, nelle comunità parrocchiali, nelle associazioni e nei<br />
movimenti. La qualità del nostro incontro <strong>di</strong>penderà soprattutto dalla preparazione<br />
spirituale, dalla preghiera, dall’ascolto comune della Parola <strong>di</strong> Dio e dal sostegno<br />
reciproco.<br />
Cari giovani, la Chiesa conta su <strong>di</strong> voi! Ha bisogno della vostra fede viva, della vostra<br />
carità creativa e del <strong>di</strong>namismo della vostra speranza. La vostra presenza rinnova la<br />
Chiesa, la ringiovanisce e le dona nuovo slancio. Per questo le Giornate Mon<strong>di</strong>ali della<br />
Gioventù sono una grazia non solo per voi, ma per tutto il Popolo <strong>di</strong> Dio. La Chiesa<br />
in Spagna si sta preparando attivamente per accogliervi e vivere insieme l’esperienza<br />
gioiosa della fede. Ringrazio le <strong>di</strong>ocesi, le parrocchie, i santuari, le comunità religiose,<br />
le associazioni e i movimenti ecclesiali, che lavorano con generosità alla preparazione<br />
<strong>di</strong> questo evento. Il Signore non mancherà <strong>di</strong> bene<strong>di</strong>rli. La Vergine Maria accompagni<br />
questo cammino <strong>di</strong> preparazione. Ella, all’annuncio dell’Angelo, accolse con fede la<br />
Parola <strong>di</strong> Dio; con fede acconsentì all’opera che Dio stava compiendo in lei. Pronunciando<br />
il suo “fiat”, il suo “sì”, ricevette il dono <strong>di</strong> una carità immensa, che la spinse<br />
a donare tutta se stessa a Dio. Interceda per ciascuno e ciascuna <strong>di</strong> voi, affinché nella<br />
prossima Giornata Mon<strong>di</strong>ale possiate crescere nella fede e nell’amore. Vi assicuro il<br />
mio paterno ricordo nella preghiera e vi bene<strong>di</strong>co <strong>di</strong> cuore.<br />
Dal Vaticano, 6 agosto <strong>2010</strong>, Festa della Trasfigurazione del Signore.<br />
14<br />
BENEDICTUS PP. XVI
DOCUMENTI DELLA<br />
SEGRETERIA DI STATO<br />
N. 155.445<br />
Eccellenza Reveren<strong>di</strong>ssima,<br />
Dal Vaticano, 29 settembre <strong>2010</strong><br />
è pervenuta a quest’Ufficio la somma <strong>di</strong> € 4.900,00 che codesta <strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong>,<br />
per il cortese tramite del Rev.do Mons. Romano Morini, Vicario Generale, ha inviato<br />
al Santo Padre quale Obolo <strong>di</strong> San Pietro per l’anno <strong>2010</strong>.<br />
Sua Santità, riconoscente per il premuroso gesto <strong>di</strong> comunione e per i sentimenti<br />
<strong>di</strong> spirituale affetto e <strong>di</strong> venerazione che l’hanno suggerito, mentre auspica un<br />
fecondo cammino ecclesiale, invoca la materna intercessione della Vergine Santa e <strong>di</strong><br />
cuore imparte a Vostra Eccellenza e a quanti sono affidati alle sue cure pastorali la<br />
Bene<strong>di</strong>zione Apostolica, pegno <strong>di</strong> ogni desiderato bene.<br />
Nel significarLe che l’offerta figurerà nel Bilancio dell’Obolo per l’anno <strong>2010</strong>,<br />
profitto della circostanza per confermarmi con sensi <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinto ossequio<br />
_______________________<br />
A Sua Eccellenza Reveren<strong>di</strong>ssima<br />
Mons. Piero Coccia<br />
Arcivescovo <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong><br />
Via Rossini, 62<br />
61121 PESARO<br />
dell’Eccellenza Vostra Rev.ma<br />
dev.mo nel Signore<br />
Fernando Filoni<br />
Sostituto<br />
15
16<br />
DOCUMENTI DELLA<br />
CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA<br />
MESSAGGIO PER LA V GIORNATA PER<br />
LA SALVAGUARDIA DEL CREATO<br />
1 settembre <strong>2010</strong><br />
La celebrazione della 5ª Giornata per la salvaguar<strong>di</strong>a del creato costituisce per la<br />
Chiesa in Italia un’occasione preziosa per accogliere e approfon<strong>di</strong>re, inserendolo<br />
nel suo agire pastorale, il profondo legame che intercorre fra la convivenza umana<br />
e la custo<strong>di</strong>a della terra, magistralmente trattato dal Santo Padre Benedetto XVI nel<br />
Messaggio per la 43ª Giornata Mon<strong>di</strong>ale della Pace (1° gennaio <strong>2010</strong>), intitolato Se<br />
vuoi coltivare la pace, custo<strong>di</strong>sci il creato.<br />
1. Il dono della pace<br />
La Sacra Scrittura ha uno dei punti focali nell’annuncio della pace, evocata dal termine<br />
shalom nella sua realtà articolata: essa interessa tanto l’esistenza personale quanto<br />
quella sociale e giunge a coinvolgere lo stesso rapporto col creato. L’assenza <strong>di</strong> guerre<br />
costituisce, infatti, solo un elemento <strong>di</strong> una <strong>di</strong>namica che investe la vita umana in tutte<br />
le sue <strong>di</strong>mensioni e che, secondo l’Antico Testamento, si realizzerà in pienezza nel<br />
tempo messianico (cfr Is 11,1-9). Anche il Nuovo Testamento evidenzia tale ricchezza<br />
<strong>di</strong> significato, collegando strettamente la pace alla Croce del Signore, da cui sgorga<br />
come dono prezioso <strong>di</strong> riconciliazione: Cristo stesso, secondo le parole dell’apostolo<br />
Paolo, “è la nostra pace” (Ef 2,14). L’uno e l’altro Testamento convergono, poi, nel<br />
sottolineare lo stretto legame che esiste tra la pace e la giustizia, messo in forte rilievo<br />
dal profeta Isaia: “praticare la giustizia darà pace, onorare la giustizia darà tranquillità<br />
e sicurezza per sempre” (Is 32,17). Nella prospettiva biblica, l’abbondanza dei doni<br />
della terra offerti dal Creatore fonda la possibilità <strong>di</strong> una vita sociale caratterizzata da<br />
un’equa <strong>di</strong>stribuzione dei beni. È la logica della manna: “colui che ne aveva preso <strong>di</strong><br />
più, non ne aveva <strong>di</strong> troppo; colui che ne aveva preso <strong>di</strong> meno, non ne mancava” (Es<br />
16,18).<br />
2. La pace minacciata<br />
Benedetto XVI ha segnalato più volte quanti ostacoli incontrino oggi i poveri per accedere<br />
alle risorse ambientali, comprese quelle fondamentali come l’acqua, il cibo e le<br />
fonti energetiche. Spesso, infatti, l’ambiente viene sottoposto a uno sfruttamento così<br />
intenso da determinare situazioni <strong>di</strong> forte degrado, che minacciano l’abitabilità della<br />
terra per la generazione presente e ancor più per quelle future. Questioni <strong>di</strong> apparente<br />
portata locale si rivelano connesse con <strong>di</strong>namiche più ampie, quali per esempio il mutamento<br />
climatico, capaci <strong>di</strong> incidere sulla qualità della vita e sulla salute anche nei<br />
contesti più lontani. Bisogna anche rimarcare il fatto che in anni recenti è cresciuto il<br />
flusso <strong>di</strong> risorse naturali ed energetiche che dai Paesi più poveri vanno a sostenere le<br />
economie delle Nazioni maggiormente industrializzate.
La recente Assembla Speciale del Sinodo dei Vescovi per l’Africa ha denunciato con<br />
forza la grave sottrazione <strong>di</strong> beni necessari alla vita <strong>di</strong> molte popolazioni locali operata<br />
da imprese multinazionali, spesso col supporto <strong>di</strong> élites locali, al <strong>di</strong> fuori delle regole<br />
democratiche. Come osserva il Papa nell’Enciclica Caritas in veritate, “l’incetta delle<br />
risorse naturali, che in molti casi si trovano proprio nei Paesi poveri, genera sfruttamento<br />
e frequenti conflitti tra le Nazioni e al loro interno” (n. 49). Anche le guerre –<br />
come del resto la stessa produzione e <strong>di</strong>ffusione <strong>di</strong> armamenti, con il costo economico<br />
e ambientale che comportano – contribuiscono pesantemente al degrado della terra,<br />
determinando altre vittime, che si aggiungono a quelle che causano in maniera <strong>di</strong>retta<br />
Pace, giustizia e cura della terra possono crescere solo insieme e la minaccia a una <strong>di</strong><br />
esse si riflette anche sulle altre: “Il libro della natura è uno e in<strong>di</strong>visibile, sul versante<br />
dell’ambiente come sul versante della vita, della sessualità, del matrimonio, della famiglia,<br />
delle relazioni sociali, in una parola dello sviluppo umano integrale” (n. 51).<br />
3. Un dovere gravissimo<br />
È in questo contesto che va letto il richiamo del Papa a una responsabilità ad ampio<br />
raggio, al “dovere gravissimo (…) <strong>di</strong> consegnare la terra alle nuove generazioni in<br />
uno stato tale che anch’esse possano degnamente abitarla e ulteriormente coltivarla”<br />
(n. 50). Tale dovere esige una profonda revisione del modello <strong>di</strong> sviluppo, una vera<br />
e propria “conversione ecologica”. La famiglia umana è chiamata a esercitare un responsabile<br />
governo dell’ambiente, nel segno <strong>di</strong> “una solidarietà che si proietti nello<br />
spazio e nel tempo” (Messaggio per la 43ª Giornata Mon<strong>di</strong>ale della Pace, n. 8), guardando<br />
alla generazione presente e a quelle future. È impossibile, infatti, parlare oggi<br />
<strong>di</strong> bene comune senza considerarne la <strong>di</strong>mensione ambientale, come pure garantire<br />
il rispetto dei <strong>di</strong>ritti fondamentali della persona trascurando quello <strong>di</strong> vivere in un<br />
ambiente sano.<br />
Si tratta <strong>di</strong> un impegno <strong>di</strong> vasta portata, che tocca le gran<strong>di</strong> scelte politiche e gli orientamenti<br />
macro-economici, ma che comporta anche una ra<strong>di</strong>cale <strong>di</strong>mensione morale:<br />
costruire la pace nella giustizia significa infatti orientarsi serenamente a stili <strong>di</strong> vita<br />
personali e comunitari più sobri, evitando i consumi superflui e privilegiando le energie<br />
rinnovabili. È un’in<strong>di</strong>cazione da realizzare a tutti i livelli, secondo una logica <strong>di</strong><br />
sussi<strong>di</strong>arietà: ogni soggetto è invitato a farsi operatore <strong>di</strong> pace nella responsabilità per<br />
il creato, operando con coerenza negli ambiti che gli sono propri.<br />
4. Contemplare la creazione <strong>di</strong> Dio<br />
Tale impegno personale e comunitario per la giustizia ambientale potrà trovare consistenza<br />
– lo sottolinea ancora Benedetto XVI – contemplando la bellezza della creazione,<br />
spazio in cui possiamo cogliere Dio stesso che si prende cura delle sue creature.<br />
Siamo, dunque, invitati a guardare con amore alla varietà delle creature, <strong>di</strong> cui la terra<br />
è tanto ricca, scoprendovi il dono del Creatore, che in esse manifesta qualcosa <strong>di</strong> sé.<br />
Questa spiritualità della creazione potrà trarre alimento da tanti elementi della tra<strong>di</strong>zione<br />
cristiana, a partire dalla Celebrazione eucaristica, nella quale ren<strong>di</strong>amo grazie<br />
per quei frutti della terra che in essa <strong>di</strong>vengono per noi pane <strong>di</strong> vita e bevanda <strong>di</strong> salvezza.<br />
Già nel 1983 l’Assemblea <strong>di</strong> Vancouver del Consiglio Ecumenico delle Chiese<br />
invitava i cristiani a una “visione eucaristica”, capace <strong>di</strong> abbracciare la vita personale<br />
e sociale, che si realizza nel creato.<br />
17
Oggi la stessa pace con il creato è parte <strong>di</strong> quell’impegno contro la violenza che costituirà<br />
il punto focale della grande Convocazione ecumenica prevista nel 2011 a Kingston,<br />
in Giamaica. Celebriamo, dunque, la 5ª Giornata per la salvaguar<strong>di</strong>a del creato<br />
in spirito <strong>di</strong> fraternità ecumenica, nel <strong>di</strong>alogo e nella preghiera comune con i fratelli<br />
delle altre confessioni cristiane, uniti nella custo<strong>di</strong>a della creazione <strong>di</strong> Dio. Siamo<br />
certi, infatti, che Dio, “tramite il creato, si prende cura <strong>di</strong> noi” (Ib., n. 13).<br />
Roma, 1º maggio <strong>2010</strong><br />
18
COMUNICATO FINALE<br />
CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE<br />
Roma, 27-30 settembre <strong>2010</strong><br />
L’autorizzazione alla pubblicazione degli Orientamenti pastorali per il decennio<br />
<strong>2010</strong>-2020 è la principale decisione assunta dal Consiglio Episcopale Permanente<br />
della Conferenza Episcopale Italiana, riunitosi a Roma dal 27 al 30 settembre <strong>2010</strong><br />
sotto la presidenza del Card. Angelo Bagnasco, Arcivescovo <strong>di</strong> Genova. Il testo del<br />
documento, che sarà <strong>di</strong>vulgato a fine ottobre e che si articola in cinque capitoli, preceduti<br />
da un’introduzione, esprime il rinnovato impegno in campo educativo della<br />
Chiesa italiana.<br />
Nei corso dei lavori è stato approvato l’or<strong>di</strong>ne del giorno della prossima Assemblea<br />
Generale dei Vescovi, che si riunirà ad Assisi dall’8 all’11 novembre <strong>2010</strong>. In<br />
vista <strong>di</strong> tale appuntamento, si è <strong>di</strong>sposto l’invio ai Vescovi della prima parte dei materiali<br />
della terza e<strong>di</strong>zione italiana del Messale Romano, che saranno esaminati in<br />
quella sede.<br />
Il Consiglio Permanente si è <strong>di</strong>chiarato favorevole al rilancio del progetto denominato<br />
“Prestito della speranza”, finalizzato al sostegno delle famiglie numerose<br />
in <strong>di</strong>fficoltà lavorativa: se ne agevoleranno le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> accesso e si cercherà <strong>di</strong><br />
contenere il tasso <strong>di</strong> interesse.<br />
Un’attenzione specifica è stata posta al rilancio delle offerte liberali per il sostentamento<br />
dei sacerdoti, il cui progetto sarà illustrato nel dettaglio in occasione della<br />
prossima Assemblea Generale: accanto alle forme tra<strong>di</strong>zionali <strong>di</strong> raccolta, si intende<br />
promuoverne la <strong>di</strong>ffusione nelle parrocchie, ricorrendo anche ai canali <strong>di</strong> internet e<br />
della telefonia mobile.<br />
Per il secondo anno consecutivo, il Consiglio Permanente ha deciso <strong>di</strong> non ritoccare<br />
il valore monetario del punto in base al quale si calcola la remunerazione<br />
del clero, adeguandolo al tasso <strong>di</strong> inflazione. È un gesto concreto chiesto a Vescovi e<br />
sacerdoti, come segno <strong>di</strong> solidarietà e con<strong>di</strong>visione con tanti citta<strong>di</strong>ni che pagano le<br />
conseguenze del perdurare della crisi economica.<br />
Il rinnovo delle Commissioni Episcopali è stata l’occasione per un approfon<strong>di</strong>to<br />
confronto sulle modalità <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong> tali organismi, sul loro rapporto con gli uffici<br />
della CEI e sulla loro funzione in or<strong>di</strong>ne alla comunione dell’Episcopato italiano.<br />
1. Un cantiere sempre aperto<br />
“Le nostre parrocchie sono simili a cantieri che non chiudono mai”, ha osservato<br />
il Car<strong>di</strong>nale Presidente nella sua prolusione, riferendosi in primo luogo alle innumerevoli<br />
iniziative – “finalizzate sempre all’educazione” – che hanno vivacizzato<br />
la stagione estiva appena conclusa (n. 1). Nel <strong>di</strong>battito che è seguito all’apprezzata<br />
relazione del Card. Bagnasco, i Vescovi si sono soffermati in particolare sul tema<br />
dell’evangelizzazione.<br />
Hanno riba<strong>di</strong>to l’importanza <strong>di</strong> rinnovare l’azione pastorale, valorizzando in special<br />
modo le occasioni <strong>di</strong> incontro or<strong>di</strong>nario nelle parrocchie, quali la preparazione dei<br />
fidanzati e quella dei genitori in occasione della catechesi dei figli o della richiesta<br />
dei sacramenti.<br />
19
In particolare, si avverte l’urgenza <strong>di</strong> declinare la proposta cristiana secondo modalità<br />
educative e formative che siano in grado <strong>di</strong> raggiungere soprattutto le nuove generazioni.<br />
Sarà questa la strada sulla quale ci si intende muovere nei prossimi anni, alla<br />
luce dei nuovi Orientamenti pastorali.<br />
2. Questione <strong>di</strong> Dio e questione dell’uomo<br />
I Vescovi sono consapevoli che la questione <strong>di</strong> Dio, strettamente congiunta a quella<br />
antropologica e quin<strong>di</strong> alla domanda sul senso della vita, è il vero problema dell’Occidente.<br />
Le stesse forme <strong>di</strong> degrado morale, che segnano tante manifestazioni del<br />
presente, più che la causa, appaiono come la conseguenza dello smarrimento del riferimento<br />
decisivo alla propria identità e libertà. Papa Benedetto XVI a più riprese ha<br />
dato voce all’esigenza <strong>di</strong> un nuovo annuncio cristiano, laddove vanno attenuandosi<br />
le tracce della tra<strong>di</strong>zionale evangelizzazione. Il Car<strong>di</strong>nale Presidente, nel riproporne<br />
puntualmente il magistero, ha riaffermato un preciso impegno: “Come Chiesa pellegrina<br />
in questo Paese ci sentiamo coinvolti a far sì che il citta<strong>di</strong>no italiano non accantoni<br />
la questione-Dio, non la rimuova ritenendola anti-umana, e lasci affiorare la<br />
nostalgia che si nasconde in essa” (prolusione, n. 4). Si tratta <strong>di</strong> passare da una pastorale<br />
<strong>di</strong> conservazione a una <strong>di</strong> più ampio respiro missionario, che nel ripresentare Dio<br />
come “il garante della nostra felicità” sappia intersecare “le <strong>di</strong>mensioni fondamentali<br />
della vita, dal lavoro al tempo libero, dalla mobilità agli affetti” (ibid.).<br />
3. Purificazione e rigore<br />
Perché una simile testimonianza <strong>di</strong>venti efficace, la con<strong>di</strong>zione in<strong>di</strong>spensabile rimane<br />
la conversione a Cristo, “vera e fondamentale riforma della Chiesa” (prolusione, n.<br />
2). Il Consiglio Permanente ha con<strong>di</strong>viso l’amarezza espressa dal Card. Bagnasco a<br />
fronte delle “vicende umilianti e dolorose” (ibid.) che negli ultimi mesi hanno interessato<br />
la Chiesa, e la sua sofferenza per “quei sacerdoti che si sono macchiati <strong>di</strong><br />
inqualificabili crimini, con abusi su bambini e ragazzi” (n. 3). Nel riba<strong>di</strong>re la stima e<br />
la riconoscenza per la vita <strong>di</strong>gnitosa e il servizio svolto con tanta abnegazione dalla<br />
stragrande maggioranza dei sacerdoti e dei religiosi, i Vescovi hanno confermato l’impegno<br />
<strong>di</strong> proseguire con decisione nella via della purificazione, applicando le puntuali<br />
<strong>di</strong>rettive emanate in materia dalla Santa Sede. La vigilanza si traduce, in particolare,<br />
in una rinnovata attenzione – fatta <strong>di</strong> esigente <strong>di</strong>scernimento e rigore – alla formazione<br />
dei can<strong>di</strong>dati al sacerdozio, nonché nell’impegno ad accompagnare il clero, senza<br />
smettere <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>tare quale meta con la quale confrontarsi la misura alta della santità.<br />
4. Passione per il Paese<br />
Ampia attenzione è stata de<strong>di</strong>cata alla situazione sociale e politica del Paese, motivo<br />
<strong>di</strong> “angustia”, <strong>di</strong> “grande sconcerto” e <strong>di</strong> “acuta pena per <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>e personali che,<br />
<strong>di</strong>venendo presto pubbliche, sono andate assumendo il contorno <strong>di</strong> conflitti apparentemente<br />
insanabili”, nonché per “polemiche inconcludenti”, che hanno sostituito la “necessaria<br />
<strong>di</strong>alettica” (prolusione, n. 6). È con<strong>di</strong>visa la coscienza dell’importanza della<br />
presenza nell’arena politica <strong>di</strong> cattolici formati e appassionati a questa esigente forma<br />
<strong>di</strong> carità, uniti attorno a quei valori che costituiscono il fondamento irrinunciabile<br />
della socialità. Tale consapevolezza ha guidato anche la preparazione del Messaggio<br />
per la 33ª Giornata nazionale per la vita (6 febbraio 2011), il cui testo, approvato dal<br />
Consiglio Permanente, sarà pubblicato nei prossimi giorni.<br />
20
5. L’appuntamento <strong>di</strong> Reggio Calabria<br />
Assai significativo sarà in questo campo il contributo della 46ª Settimana Sociale<br />
dei cattolici italiani (Reggio Calabria, 14-17 ottobre <strong>2010</strong>), finalizzata a tratteggiare<br />
“un’agenda <strong>di</strong> speranza per il futuro del Paese”. Il cammino verso questo appuntamento,<br />
durato due anni, ha favorito la <strong>di</strong>ffusione capillare e l’approfon<strong>di</strong>mento della<br />
dottrina sociale della Chiesa, elemento essenziale della missione ecclesiale, nonché<br />
terreno <strong>di</strong> incontro e <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo con chi muove da altre visioni ideologiche e culturali.<br />
Ci sono perciò le basi perché il bene comune <strong>di</strong>venti “la ban<strong>di</strong>era che nel cuore si<br />
serve, la <strong>di</strong>visa che consente <strong>di</strong> identificare là dove sono i cattolici e non solo loro”<br />
(prolusione, n. 8). Il contributo dei cattolici si esprime anche nel richiamo al federalismo<br />
solidale, che esige “con<strong>di</strong>zioni morali e culturali in<strong>di</strong>spensabili” (n. 10), oltre che<br />
alla <strong>di</strong>sponibilità ad assumere un maggiore carico <strong>di</strong> responsabilità a livello locale; nel<br />
richiedere una riforma fiscale ispirata criteri a equità, “a vantaggio del soggetto che<br />
per tutti – aziende, sindacato, scuole… – è decisivo, cioè la famiglia” (ibid.); nell’aver<br />
a cuore soprattutto “il destino dei giovani”, convinti che “non si procede ignorando le<br />
loro legittime aspettative” (n. 9).<br />
6. Nomine<br />
Nel corso dei lavori, il Consiglio Episcopale Permanente ha provveduto alla nomina<br />
dei membri delle Commissioni Episcopali, i cui Presidenti erano stati eletti nel corso<br />
dell’Assemblea Generale tenuta nel maggio <strong>2010</strong>. Di ciascuna Commissione Episcopale<br />
fa parte un Vescovo emerito, in<strong>di</strong>cato dalla Presidenza.<br />
Le Commissioni Episcopali per il quinquennio <strong>2010</strong>-2015 risultano così composte:<br />
• Commissione Episcopale per la dottrina della fede, l’annuncio e la catechesi<br />
S.E. Mons. Marcello SEMERARO (Albano), Presidente; S.E. Mons Franco Giulio<br />
BRAMBILLA (aus. Milano); S.E. Mons. Giuseppe CAVALLOTTO (Cuneo<br />
e Fossano); S.E. Mons. Diego COLETTI (Como); S.E. Mons. Sebastiano DHO<br />
(em. Alba); S.E. Mons. Dante LAFRANCONI (Cremona); S.E. Mons. Luciano<br />
MONARI (Brescia); S.E. Mons. Luigi NEGRI (San Marino – Montefeltro); S.E.<br />
Mons. Ignazio SANNA (Oristano); S.E. Mons. Lucio SORAVITO de FRANCE-<br />
SCHI (Adria – Rovigo).<br />
• Commissione Episcopale per la liturgia<br />
S.E. Mons. Alceste CATELLA (Casale Monferrato), Presidente; S.E. Mons. Beniamino<br />
DEPALMA (Nola); S.E. Mons. Paolo GILLET (già aus. Albano); S.E.<br />
Mons. Clau<strong>di</strong>o MANIAGO (aus. Firenze); Dom Mauro MEACCI (Subiaco); S.E.<br />
Mons. Salvatore PAPPALARDO (Siracusa); S.E. Mons. Domenico SORRENTI-<br />
NO (Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Ta<strong>di</strong>no); S.E. Mons. Francesco Pio TAM-<br />
BURRINO (Foggia – Bovino).<br />
• Commissione Episcopale per il servizio della carità e la salute<br />
S.E. Mons. Giuseppe MERISI (Lo<strong>di</strong>), Presidente; S.E. Mons. Luigi BRESSAN<br />
(Trento); S.E. Mons. Armando DINI (em. Campobasso – Boiano); S.E. Mons.<br />
Riccardo FONTANA (Arezzo – Cortona – Sansepolcro); S.E. Mons. Francesco<br />
MONTENEGRO (Agrigento); S.E. Mons. Donato NEGRO (Otranto); S.E. Mons.<br />
Sergio PINTOR (Ozieri); S.E. Mons. Tommaso VALENTINETTI (Pescara – Penne).<br />
21
• Commissione Episcopale per il clero e la vita consacrata<br />
S.E. Mons. Francesco LAMBIASI (Rimini), Presidente; S.E. Mons. Domenico<br />
CANCIAN (Città <strong>di</strong> Castello); S.E. Mons. Oscar CANTONI (Crema); S.E. Mons.<br />
Domenico Tarcisio CORTESE (em. Mileto – Nicotera – Tropea); S.E. Mons. Mario<br />
DELPINI (aus. Milano); S.E. Mons. Gianfranco Agostino GARDIN (Treviso);<br />
S.E. Mons. Francescantonio NOLÈ (Tursi – Lagonegro); S.E. Mons. Filippo<br />
STROFALDI (Ischia).<br />
• Commissione Episcopale per il laicato<br />
S.E. Mons. Domenico SIGALINI (Palestrina), Presidente; S.E. Mons. Armando<br />
BRAMBILLA (aus. Roma); S.E. Mons. Pietro BROLLO (em. U<strong>di</strong>ne); S.E. Mons.<br />
Domenico CALIANDRO (Nardò – Gallipoli); S.E. Mons. Salvatore GRISTI-<br />
NA (Catania); S.E. Mons. Antonio LANFRANCHI (Modena – Nonantola); S.E.<br />
Mons. Gualtiero SIGISMONDI (Foligno); S.E. Mons. Giancarlo VECERRICA<br />
(Fabriano – Matelica).<br />
• Commissione Episcopale per la famiglia e la vita<br />
S.E. Mons. Enrico SOLMI (Parma), Presidente; S.E. Mons. Benvenuto Italo CA-<br />
STELLANI (Lucca); S.E. Mons. Pietro Maria FRAGNELLI (Castellaneta); S.E.<br />
Mons. Mauro PARMEGGIANI (Tivoli); S.E. Mons. Mario RUSSOTTO (Caltanissetta);<br />
S.E. Mons. Giulio SANGUINETI (em. Brescia); S.E. Mons. Pietro<br />
SANTORO (Avezzano); S.E. Mons. Angelo SPINILLO (Teggiano – Policastro).<br />
• Commissione Episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra<br />
le Chiese<br />
S.E. Mons. Ambrogio SPREAFICO (Frosinone – Veroli – Ferentino); S.E. Mons.<br />
Alfonso BADINI CONFALONIERI (Susa); S.E. Mons. Francesco BESCHI (Bergamo);<br />
S.E. Mons. Flavio Roberto CARRARO (em. Verona); S.E. Mons. Giuseppe<br />
FIORINI MOROSINI (Locri – Gerace); S.E. Mons. Antonio MATTIAZZO<br />
(Padova); S.E. Mons. Michele SECCIA (Teramo – Atri); S.E. Mons. Gianfranco<br />
TODISCO (Melfi – Rapolla – Venosa).<br />
• Commissione Episcopale per l’ecumenismo e il <strong>di</strong>alogo<br />
S.E. Mons. Mansueto BIANCHI (Pistoia), Presidente; S.E. Mons. Michele CA-<br />
STORO (Manfredonia – Vieste – San Giovanni Rotondo); S.E. Mons. Rodolfo CE-<br />
TOLONI (Montepulciano – Chiusi – Pienza); S.E. Mons. Giuseppe CHIARETTI<br />
(em. Perugia – Città della Pieve); S.E. Mons. Michele DE ROSA (Cerreto Sannita<br />
– Telese – Sant’Agata de’ Goti); S.E. Mons. Bruno FORTE (Chieti – Vasto); S.E.<br />
Mons. Karl GOLSER (Bolzano – Bressanone); S.E. Mons. Santo MARCIANÒ<br />
(Rossano – Cariati).<br />
• Commissione Episcopale per l’educazione cattolica, la scuola e l’università<br />
S.E. Mons. Gianni AMBROSIO (Piacenza – Bobbio), Presidente; S.E. Mons.<br />
Piero COCCIA (<strong>Pesaro</strong>); S.E. Mons. Salvatore DI CRISTINA (Monreale); S.E.<br />
Mons. Lorenzo LOPPA (Anagni – Alatri); S.E. Mons. Edoardo MENICHELLI<br />
(Ancona – Osimo); S.E. Mons. Michele PENNISI (Piazza Armerina); S.E. Mons.<br />
Eugenio RAVIGNANI (em. Trieste); S.E. Mons. Sebastiano SANGUINETTI<br />
(Tempio – Ampurias); S.E. Mons. Clau<strong>di</strong>o STAGNI (Faenza – Mo<strong>di</strong>gliana); S.E.<br />
Mons. Giuseppe ZENTI (Verona).<br />
22
• Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace<br />
S.E. Mons. Giancarlo Maria BREGANTINI (Campobasso – Boiano), Presidente;<br />
S.E. Mons. Giampaolo CREPALDI (Trieste); S.E. Mons. Domenico Umberto<br />
D’AMBROSIO (Lecce); S.E. Mons. Tommaso GHIRELLI (Imola); S.E. Mons.<br />
Giovanni GIUDICI (Pavia); S.E. Mons. Andrea Bruno MAZZOCATO (U<strong>di</strong>ne);<br />
S.E. Mons. Giuseppe ORLANDONI (Senigallia); S.E. Mons. Giovanni RICCHIU-<br />
TI (Acerenza); S.E. Mons. Giovanni SANTUCCI (Massa Carrara – Pontremoli);<br />
S.E. Mons. Bassiano STAFFIERI (em. La Spezia – Sarzana – Brugnato).<br />
• Commissione Episcopale per la cultura e le comunicazioni sociali<br />
S.E. Mons. Clau<strong>di</strong>o GIULIODORI (Macerata – Tolentino – Recanati – Cingoli –<br />
Treia), Presidente; S.E. Mons. Roberto BUSTI (Mantova); S.E. Mons. Giovanni<br />
D’ERCOLE (aus. L’Aquila); S.E. Mons. Carlo MAZZA (Fidenza); S.E. Mons.<br />
Mario MEINI (Fiesole); S.E. Mons. Luciano PACOMIO (Mondovì); S.E. Mons.<br />
Giuseppe PETROCCHI (Latina – Terracina – Sezze – Priverno); S.E. Mons. Cosmo<br />
Francesco RUPPI (em Lecce); S.E. Mons. Gastone SIMONI (Prato); S.E.<br />
Mons. Antonio STAGLIANÒ (Noto).<br />
• Commissione Episcopale per le migrazioni<br />
S.E. Mons. Bruno SCHETTINO (Capua), Presidente; S.E. Mons. Franco AGO-<br />
STINELLI (Grosseto); S.E. Mons. Giuseppe ANDRICH (Belluno – Feltre); S.E.<br />
Mons. Lino Bortolo BELOTTI (già aus. Bergamo); S.E. Mons. Guerino DI TORA<br />
(aus. Roma); S.E. Mons. Calogero LA PIANA (Messina – Lipari – Santa Lucia del<br />
Mela); S.E. Mons. Domenico MOGAVERO (Mazara del Vallo); S.E. Mons. Paolo<br />
SCHIAVON (aus. Roma).<br />
Il Consiglio Episcopale Permanente ha proceduto anche alle seguenti nomine:<br />
• Consiglio per gli affari giuri<strong>di</strong>ci<br />
S.E. Mons. Carlo Roberto Maria REDAELLI (aus. Milano), Presidente; S.E.<br />
Mons. Lorenzo GHIZZONI (aus. Reggio Emilia – Guastalla); S.E. Mons. Filippo<br />
IANNONE (Sora – Aquino – Pontecorvo); S.E. Mons. Alberto TANASINI (Chiavari);<br />
S.E. Mons. Giuseppe VERSALDI (Alessandria).<br />
• Collegio dei revisori dei conti della Conferenza Episcopale Italiana<br />
S.E. Mons. Roberto BUSTI (Mantova), Presidente; S.E. Mons. Mauro PARMEG-<br />
GIANI (Tivoli); Dott. Giuliano GRAZIOSI.<br />
• Vescovi membri della Presidenza <strong>di</strong> Caritas Italiana: S.E. Mons. Riccardo FON-<br />
TANA (Arezzo – Cortona – Sansepolcro); S.E. Mons. Donato NEGRO (Otranto).<br />
• Presidente del Comitato per la valutazione dei progetti <strong>di</strong> intervento a favore dei<br />
beni culturali ecclesiastici: S.E. Mons. Simone GIUSTI (Livorno).<br />
• Responsabile del Servizio Nazionale per l’e<strong>di</strong>lizia <strong>di</strong> culto: Mons. Giuseppe RUS-<br />
SO (Taranto).<br />
• Coor<strong>di</strong>natore nazionale per la pastorale dei cattolici filippini in Italia: Padre Paulino<br />
Elmer BUMANGLAG, SVD.<br />
• Consulente ecclesiastico della Confederazione italiana consultori familiari <strong>di</strong> ispirazione<br />
cristiana: Don Edoardo ALGERI (Bergamo).<br />
23
• Presidente della Confederazione delle Confraternite delle Diocesi d’Italia: Dott.<br />
Francesco ANTONETTI.<br />
Ha proceduto altresì alle seguenti conferme:<br />
• Presidente nazionale dell’Unione Apostolica del Clero: Mons. Vittorio PERI<br />
(Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Ta<strong>di</strong>no).<br />
• Presidente dell’Associazione Biblica Italiana: Don Luca MAZZINGHI (Firenze).<br />
La Presidenza della CEI, riunitasi lunedì 27 settembre, ha nominato:<br />
• il Dott. Carlo BINI, Direttore Generale dell’Istituto Centrale per il sostentamento<br />
del clero, membro del Comitato per gli enti e i beni ecclesiastici e del Comitato per<br />
la promozione del sostegno economico alla Chiesa cattolica;<br />
• Don Mauro BIANCHI (Piacenza – Bobbio) Assistente Ecclesiastico dell’Università<br />
Cattolica del Sacro Cuore – sede <strong>di</strong> Piacenza.<br />
La Presidenza ha dato il benestare alla nomina <strong>di</strong> Don Valerio BERSANO (Alessandria)<br />
a Segretario Nazionale della Pontificia Opera della Propagazione della fede.<br />
Roma, 1º ottobre <strong>2010</strong><br />
24
DOCUMENTI DELLA<br />
CONFERENZA EPISCOPALE MARCHIGIANA<br />
PONTIFICIO SEMINARIO REGIONALE MARCHIGIANO<br />
ASSEMBLEA DEI VESCOVI<br />
Ancona — Seminario — 7 settembre <strong>2010</strong><br />
Su convocazione <strong>di</strong> S.E. Mons. Edoardo Menichelli, Arcivescovo <strong>di</strong> Ancona-Osimo<br />
e Presidente della Commissione per il Seminario, il giorno 7 settembre <strong>2010</strong>, alle<br />
ore 10, si riunisce presso il Pontificio Seminario l’Assemblea dei Vescovi Marchigiani.<br />
Risultano assenti: S.E. Mons. Giovanni Tonucci, S.E. Mons. Francesco Brugnaro,<br />
S.E. Mons. Armando Trasarti.<br />
L’O.d.G. prevede la nomina dell’équipe educativa.<br />
S.E. Mons. Menichelli presenta la situazione attuale, legge quanto prescrive lo<br />
Statuto per il Seminario ed in particolare si sofferma su quanto stabilisce l’art. 5 § 3<br />
(compiti spettanti all’Assemblea dei Vescovi Marchigiani).<br />
Per la nomina del rettore S.E. Mons. Menichelli fa presente che con Lettera del 15<br />
agosto <strong>2010</strong> ha inoltrato alla Congregazione per l’Educazione Cattolica la richiesta<br />
<strong>di</strong> nomina per un sessennio a Rettore <strong>di</strong> Don Luciano Paolucci Be<strong>di</strong>ni (<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> <strong>di</strong><br />
Ancona-Osimo), proposto dall’Assemblea nella sua ultima riunione. Si rimane ancora<br />
in attesa della risposta, che si prevede in arrivo nei prossimi giorni.<br />
L’Assemblea dei Vescovi esprime viva gratitu<strong>di</strong>ne a Mons. Antonio Napoleoni per<br />
il lungo e prezioso servizio offerto alle nostre Diocesi in questi ultimi anni.<br />
Si apre poi un’ampia riflessione per l’in<strong>di</strong>viduazione degli altri nominativi spettanti<br />
alla Assemblea: Direttore Spirituale e Vicerettore del Seminario, Vicerettore e Direttore<br />
Spirituale dell’Anno Propedeutico.<br />
La ricerca non è facile perché i sacerdoti <strong>di</strong>sponibili non sono molti e risultano preziosi<br />
per le proprie Diocesi. Grazie alla generosità <strong>di</strong> alcuni Vescovi si arriva alle seguenti<br />
nomine:<br />
• Don Roberto Pecetti (Ancona-Osimo): Direttore Spirituale della Teologia.<br />
• Don Alfredo Zuccatosta (Fabriano-Matelica): Direttore Spirituale per il Corso<br />
Propedeutico.<br />
• Don Gabriele Crucianelli (Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia): Vicerettore.<br />
• Don Giacomo Ippolito (Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli-Treia): Vicerettore.<br />
Queste nomine sono effettive, vengono fatte conoscere agli interessati dai rispettivi<br />
Or<strong>di</strong>nari e sono “ad nutum” dell’Assemblea dei Vescovi per il Seminario.<br />
Si decide inoltre che la Relazione annuale sul Seminario, prima <strong>di</strong> venire inoltrata alla<br />
competente Congregazione della Santa Sede, venga portata a conoscenza dell’Assemblea<br />
dei Vescovi.<br />
La riunione termina alle ore 11.15.<br />
Verbalizza S.E.Mons. Gervasio Gestori per incarico <strong>di</strong> S.E. Menichelli.<br />
25
26<br />
ATTI DI S.E.R. Mons. PIERO COCCIA<br />
ARCIVESCOVO METROPOLITA<br />
- OMELIE<br />
- MESSAGGI E LETTERE<br />
- DECRETI E NOMINE
OMELIE<br />
OMELIA IN OCCASIONE DELLA MESSA DEL TURISTA<br />
<strong>Pesaro</strong>, Parrocchia <strong>di</strong> Cristo Re<br />
14 agosto <strong>2010</strong><br />
Rivolgo un cor<strong>di</strong>ale saluto a tutti ed in particolare a quei turisti che anche quest’anno<br />
hanno scelto la nostra città ed il nostro territorio come luogo <strong>di</strong> riposo e <strong>di</strong> recupero<br />
<strong>di</strong> energie fisiche e spirituali.<br />
È un dato <strong>di</strong> fatto che la crescita globale della nostra persona avviene attraverso<br />
una serie <strong>di</strong> relazioni debitamente filtrate, criticamente valutate e poi convintamente<br />
vissute nei contenuti che esse propongono.<br />
Come ho avuto modo <strong>di</strong> ricordare nel mio messaggio ai turisti, all’inizio della stagione<br />
estiva, la nostra chiesa <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong> con la sua chiara identità <strong>di</strong> comunità cristiana, non<br />
sven<strong>di</strong>bile, né negoziabile <strong>di</strong> fronte ad opportunismi vari, si inserisce legittimamente<br />
e doverosamente in queste trame <strong>di</strong> relazioni cogliendo le domande più profonde della<br />
con<strong>di</strong>zione umana e dando precise risposte nell’autenticità della visione cristiana della<br />
vita e nella continuità dell’insegnamento del Cristo, degli Apostoli, dei Padri della<br />
Chiesa e del Magistero universale che ogni vescovo, compreso il Vescovo <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong>,<br />
non solo “può” ma “deve” garantire con coraggio e con serena ed assoluta libertà.<br />
In questo contesto la liturgia <strong>di</strong> oggi, facendoci contemplare la figura <strong>di</strong> Maria<br />
Assunta in cielo, ci dà precise sollecitazioni per vivere un’autentica fede centrata sul<br />
Signore Risorto.<br />
La prima lettura tratta dal libro delle Cronache (1 Libro delle Cronache 15, 3-4.15-<br />
16; 16, 1-2) ci ha ricordato la centralità della fede per ogni credente. Davide convoca<br />
tutto Israele a Gerusalemme e fa portare l’Arca dell’Alleanza nel posto preparato. Poi<br />
l’Arca, simbolo della presenza del Signore è collocata al centro della tenda perché<br />
tutti la vedano, tutti vi possano pregare e tutti ne traggano forza.<br />
Dunque la simbologia è chiara. L’Arca in<strong>di</strong>ca la presenza e la centralità del Signore<br />
per il popolo <strong>di</strong> Israele e quin<strong>di</strong> per tutti i credenti. A questo riguardo la figura <strong>di</strong><br />
Maria è esemplare. Lei è la nuova Arca dell’Alleanza che ha portato in sé il Salvatore<br />
riconoscendone la centralità.<br />
Pertanto l’esperienza della fede non può essere marginale, né temporanea, né legata<br />
a situazioni o a stati d’animo contingenti. La presenza del Signore va riconosciuta<br />
nella continuità ed esige <strong>di</strong> essere quel punto vitale che ci guida nel nostro valutare,<br />
nel nostro sentire e nel nostro agire.<br />
Pascal <strong>di</strong>ceva che l’esperienza della fede, per essere autentica e completa, deve<br />
avere il carattere della centralità, della totalità e della continuità. Il testo della Cronache<br />
riportandoci l’esperienza del popolo d’Israele in merito alla collocazione dell’Arca<br />
al centro della tenda, ci conferma quanto il pensatore francese ci <strong>di</strong>ce. Ma soprattutto<br />
è la nostra esperienza <strong>di</strong>retta che ci convince della necessità <strong>di</strong> superare ogni<br />
frattura tra fede e vita.<br />
27
Il testo della prima lettera <strong>di</strong> S. Paolo ai Corinzi (1 Cor 15, 54-57), ci precisa poi<br />
con chiarezza illuminante che la nostra fede è esperienza del Signore Risorto, tanto<br />
che l’apostolo Paolo può chiedersi “dove è, o morte, la tua vittoria; dove è, o morte,<br />
il tuo pungiglione?”<br />
Maria ha fatto l’esperienza del Cristo Risorto ed è vissuta da donna risorta.<br />
Cari fedeli, la nostra fede ha una certezza: la risurrezione del Cristo <strong>di</strong> cui tutti<br />
siamo già compartecipi in attesa del compimento ultimo.<br />
Viviamo tutti un’esperienza nuova che però non ci esenta dal farci imbattere in<br />
tante forme <strong>di</strong> morte a livello <strong>di</strong> relazioni, <strong>di</strong> affetti, <strong>di</strong> scelte, <strong>di</strong> situazioni sociali, politiche<br />
ed economiche. La morte ha varie sfaccettature. Il credente però non si ferma<br />
a constatare. Egli, animato e vivificato dalla forza del Cristo Risorto che già assapora<br />
nei sacramenti e nella parola, si adopera perché ogni realtà umana superi la morte e si<br />
ricostruisca attraverso la risurrezione.<br />
Questo compito dei credenti oggi appare quanto mai urgente e necessario poiché<br />
il contesto culturale, ancor prima che quello sociale, ci propina fatalisticamente esperienze<br />
<strong>di</strong> morte che vengono contrabbandate come esperienze <strong>di</strong> libertà ma che in<br />
realtà contrad<strong>di</strong>cono l’or<strong>di</strong>ne della natura e della rivelazione. La comunità cristiana,<br />
sull’esempio <strong>di</strong> Maria, è cosciente <strong>di</strong> doversi spendere anche in questo campo per poter<br />
dare alla società un suo prezioso contributo che altri non sono in grado <strong>di</strong> dare.<br />
Da ultimo il testo del Vangelo <strong>di</strong> Luca (Lc 11, 27-28) attraverso Gesù ci dà un’in<strong>di</strong>cazione<br />
perentoria: “Beati coloro che ascoltano la parola <strong>di</strong> Dio e la osservano”. La<br />
beatitu<strong>di</strong>ne è dunque un’esperienza fattibile e raggiungibile. Ma occorre una con<strong>di</strong>zione<br />
imprescin<strong>di</strong>bile: vivere la parola <strong>di</strong> Dio che è il Signore stesso.<br />
La nostra fede nel Signore Risorto esige <strong>di</strong> essere vissuta, <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare esperienza,<br />
<strong>di</strong> essere incarnata. Se manca questo dato del vissuto, essa rischia <strong>di</strong> essere fatuo<br />
sentimento, vuoto insegnamento, utilitaristico sistema etico. Non possiamo giocare al<br />
ribasso. Perciò occorre il coraggio <strong>di</strong> fare esperienza del Signore Risorto. Solo così<br />
ci convinciamo della sua verità e della sua convenienza. (nel senso latino del termine:<br />
cum-venio).<br />
È per questo che Maria, come evidenzia liturgia, si pone quale segno esemplare<br />
della nostra fede. Guardando a lei, rapita nell’esultanza, l’intera vicenda umana frammista<br />
<strong>di</strong> luci e <strong>di</strong> ombre, si apre alla prospettiva dell’eterna beatitu<strong>di</strong>ne. Se l’esperienza<br />
quoti<strong>di</strong>ana ci fa toccare con mano quanto il pellegrinaggio terreno sia sotto il segno<br />
dell’incertezza la figura <strong>di</strong> Maria Assunta in cielo ci in<strong>di</strong>ca le strade da percorrere<br />
perché possiamo approdare alla Verità ultima.<br />
Auguro a tutti, in particolare ai turisti, un buon proseguimento <strong>di</strong> vacanze all’insegna<br />
della Parola <strong>di</strong> Dio, vissuta nella e con la comunità cristiana <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong>, così come<br />
la liturgia <strong>di</strong> questa sera ci ha suggerito.<br />
28
OMELIA IN OCCASIONE DELLA SOLENNITÀ<br />
DELL’ASSUNZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA<br />
<strong>Pesaro</strong>, Basilica Cattedrale<br />
15 agosto <strong>2010</strong><br />
Rivolgo un cor<strong>di</strong>ale saluto a tutti.<br />
1. Da questa Cattedrale - Basilica (de<strong>di</strong>cata a Maria Santissima Assunta in cielo),<br />
l’efficace affermazione del Prefazio che tra poco reciteremo: In Maria “Dio ha fatto<br />
risplendere un segno <strong>di</strong> consolazione e <strong>di</strong> sicura speranza”, <strong>di</strong>venti per tutti un convinto<br />
augurio <strong>di</strong> cui avvertiamo particolare necessità.<br />
Consolazione e sicura speranza: quale uomo, anche oggi, infatti, non sente la tenera<br />
forza <strong>di</strong> questa promessa? Ma perché Maria ci consola? Perché milioni <strong>di</strong> uomini in<br />
tutto il mondo guardano in questa giornata a Lei come a una inesauribile sorgente <strong>di</strong><br />
speranza? La ragione ce l’ha data San Paolo nella Seconda Lettura: perché «Cristo è<br />
risorto dai morti, primizia <strong>di</strong> coloro che sono morti» (1Cor 15,20). Del potente avvenimento<br />
della risurrezione corporale Egli ha fatto partecipe Sua madre. E non solo,<br />
ma, in prospettiva, anche noi. «L’Assunzione della Santa Vergine non rappresenta solo<br />
una singolare partecipazione alla risurrezione del Suo Figlio, ma una anticipazione<br />
della risurrezione degli altri cristiani» (cfr. Catechismo della Chiesa Cattolica 996).<br />
È questa, fratelli, la solida base su cui si fonda la nostra speranza.<br />
Dall’affidamento d’amore reciproco tra il Figlio Gesù e Sua Madre Maria scaturisce<br />
un prezioso scambio <strong>di</strong> doni. In una celebre Omelia sull’Assunzione <strong>di</strong> Germano patriarca<br />
<strong>di</strong> Costantinopoli (733+), Gesù si rivolge alla madre con queste parole: «Affidami<br />
il tuo corpo; anch’io <strong>di</strong>e<strong>di</strong> in custo<strong>di</strong>a la mia <strong>di</strong>vinità al tuo grembo La morte<br />
non avrà nulla da gloriarsi su <strong>di</strong> Te perché tu hai portato nel tuo grembo la Vita. Sei<br />
stata il mio recipiente; nessuna cosa lo spezzerà, nessuna caligine ti porterà nel buio»<br />
(Hom. in Assumpt. N. 1824-1826).<br />
2. L’Assunzione in cielo <strong>di</strong> Maria ci apre dunque alla speranza cristiana. Ma cosa ha<br />
da <strong>di</strong>rci la speranza cristiana a noi uomini della cosiddetta cultura del post-moderno?<br />
Innanzitutto ci <strong>di</strong>ce la possibilità che nulla <strong>di</strong> noi va perduto, che tutto <strong>di</strong> noi, anche<br />
il nostro vero corpo, è salvato per sempre. Questa certezza <strong>di</strong> cui siamo compartecipi<br />
deve <strong>di</strong>ventare per tutti noi il criterio del valutare, e dell’agire, nel nostro pellegrinare<br />
quoti<strong>di</strong>ano.<br />
Ci <strong>di</strong>ce anche che possiamo aver cura <strong>di</strong> noi stessi senza cadere in un culto ossessivo<br />
del nostro corpo che tiranneggia la nostra vita, solo aprendoci all’autentica esperienza<br />
dell’amore fedele che tutto recupera, anche le smagliature del nostro fisico.<br />
Ci <strong>di</strong>ce che solo se illuminati dalla luce della risurrezione, possiamo vivere relazioni<br />
ed affetti <strong>di</strong> vero amore, sia nell’ambito familiare, tra sposo e sposa, tra genitori<br />
ed figli, come anche in quello sociale. La Vergine Assunta ci sfida a vincere, in noi e<br />
fra noi tutte quelle deformazioni dell’amore, oggi come non mai presenti nella nostra<br />
società.<br />
Ancora, sperare con Maria nella “vita per sempre” ci <strong>di</strong>ce che ogni concepimento<br />
e ogni nascita vanno accolti con l’esultanza <strong>di</strong> Giovanni Battista (cfr. Lc 1,44) che<br />
sobbalza nel grembo <strong>di</strong> sua madre, ricordandoci che a nessuno è lecito né manipolare,<br />
né sopprimere la vita umana.<br />
29
Da ultimo, ci <strong>di</strong>ce che in compagnia della Madonna Assunta, anche l’estrema ed<br />
inquietante esperienza della morte si tramuta in vita grazie all’amore del Padre. Tutte<br />
le sofferenze, i dolori, i mali e le <strong>di</strong>fficoltà quoti<strong>di</strong>ane non riescono a strapparci questa<br />
consolante speranza. Anzi, se guar<strong>di</strong>amo a Maria, questo misterioso magma umano<br />
<strong>di</strong>venta sorgente <strong>di</strong> fecon<strong>di</strong>tà.<br />
3. Ma la speranza cristiana non è un’esperienza a buon mercato. Quali sono allora<br />
le con<strong>di</strong>zioni imprescin<strong>di</strong>bili perché essa, già attuatasi nell’Assunzione al cielo <strong>di</strong><br />
Maria, possa realizzarsi per tutti noi e per ciascuno <strong>di</strong> noi?<br />
Stando alla liturgia o<strong>di</strong>erna tali con<strong>di</strong>zioni sono almeno due.<br />
a. Innanzitutto l’impegno a vivere la propria esperienza con uno spirito agonico,<br />
cioè <strong>di</strong> vigile lotta e non <strong>di</strong> rassegnato fatalismo.<br />
Infatti, il testo <strong>di</strong> Apocalisse (1, 19; 12, 1-6,10), ci descrive il travaglio <strong>di</strong> una<br />
partoriente (figura <strong>di</strong> Maria) in attesa <strong>di</strong> generare una creatura (figura del Cristo).<br />
Ma il testo parla anche della lotta tra questa donna ed il drago (simbolo del male) che<br />
vuole <strong>di</strong>vorare il nascituro. L’esito finale è quello della donna vittoriosa che genera un<br />
“figlio maschio destinato a governare tutte le nazioni”.<br />
Cari fedeli, la fede non ci esenta dalle ambivalenze della con<strong>di</strong>zione umana. Il nostro<br />
vivere quoti<strong>di</strong>ano, proprio perché è segnato dal peccato originale, ci fa imbattere<br />
con il positivo ed il negativo, con il peccato e la grazia, con la verità e la menzogna,<br />
con il bene e il male. A noi, sull’esempio <strong>di</strong> Maria non è concesso <strong>di</strong> fuggire da questa<br />
realtà ma ci si chiede <strong>di</strong> viverla, con forte vigore combattivo e con una scelta <strong>di</strong> campo<br />
chiara e decisa.<br />
Il credente dovunque impegnato a livello personale ma anche comunitario negli<br />
ambiti della famiglia, del lavoro, del sociale, della cultura, dell’economia e della politica,<br />
(nazionale o locale che essa sia) non può vivere nell’ambiguità né nella ricerca <strong>di</strong><br />
un calcolato consenso teso a far breccia sull’opinionismo utilitaristico <strong>di</strong> temporanea<br />
durata. Il credente è chiamato a battersi con coraggio e con tutte le sue risorse perché<br />
le verità del patrimonio della fede, che coincidono con il patrimonio dell’autentico<br />
umano, non vengano né scalfite, né addomesticate, né ignorate. I tempi in cui viviamo<br />
ci chiedono una chiara coscienza critica e nel contempo un’esperienza cristiana integra,<br />
nella convinzione che solo in essa si realizza la persona nella sua totalità.<br />
b. Passo ora alla seconda con<strong>di</strong>zione perché la speranza cristiana trovi in ciascuno<br />
<strong>di</strong> noi la sua realizzazione.<br />
Il testo del Vangelo <strong>di</strong> Luca (1, 39-56) ci riferisce dell’incontro <strong>di</strong> Maria con la sua<br />
cugina Elisabetta. Maria è definita da Elisabetta “beata perché ha creduto nell’adempimento<br />
della parola del Signore”.<br />
A noi credenti è chiesto <strong>di</strong> riconoscerci in Maria, donna che ha creduto nella Parola.<br />
Il suo, cari fedeli, non è stato un fidarsi generico, né emotivo, nè ingenuo. Il fidarsi<br />
<strong>di</strong> Maria è stato un’adesione ragionata e verificata a Cristo: parola <strong>di</strong> Dio storicamente<br />
compiuta. Anche da ciò siamo interpellati.<br />
Cristo, infatti, è e rimane quell’avvenimento dove la realtà totale (compresa la <strong>di</strong>mensione<br />
del dolore e della morte) ci è rivelata, <strong>di</strong>schiusa e si è pienamente compiuta.<br />
Ma l’avvenimento del Cristo, grazie all’azione dello Spirito Santo, <strong>di</strong>venta un evento<br />
continuo che ci provoca nella nostra libertà e ci convoca a precise scelte nella convinzione<br />
che solo in Cristo il mistero dell’uomo trova la sua piena realizzazione.<br />
In una stagione culturale particolarmente caratterizzata da incertezza, da dubbi, da<br />
frainten<strong>di</strong>menti, la chiesa, Madre e Maestra, con la Costituzione Gau<strong>di</strong>um et Spes del<br />
30
Concilio Vaticano II ci ricorda ancora che “Solamente nel mistero del Verbo incarnato<br />
trova vera luce il mistero dell’uomo. Adamo, infatti, il primo uomo, era la figura <strong>di</strong><br />
quello futuro e cioè <strong>di</strong> Cristo Signore. Cristo, che è il nuovo Adamo, proprio rivelando<br />
il mistero del Padre che è amore, svela pienamente il mistero dell’uomo a se stesso”<br />
(GS, n. 22).<br />
Di questa luce, tesa a <strong>di</strong>svelare il vero ed autentico volto dell’uomo, abbiamo tutti un<br />
gran bisogno, anche nella nostra città e nel nostro territorio.<br />
Per questa ragione, come ho avuto modo <strong>di</strong> ricordare nel mio messaggio ai turisti,<br />
all’inizio della stagione estiva, la nostra chiesa <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong>, con la sua chiara identità <strong>di</strong><br />
comunità cristiana, non sven<strong>di</strong>bile, né negoziabile <strong>di</strong> fronte ad opportunismi vari e<br />
neanche <strong>di</strong> fronte a forze partitiche o sparuti movimenti <strong>di</strong> opinione, si inserisce legittimamente<br />
e doverosamente in quella trama <strong>di</strong> relazioni per cogliere le domande più<br />
profonde della con<strong>di</strong>zione umana e per dare precise risposte caratterizzate dall’autenticità<br />
della visione cristiana della vita e dalla continuità dell’insegnamento del Cristo,<br />
degli Apostoli, dei Padri della Chiesa e del Magistero universale che ogni vescovo,<br />
compreso il Vescovo <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong>, non solo “può” ma “deve” garantire con coraggio, con<br />
serenità e con assoluta libertà.<br />
Questa autentica visione cristiana della vita, sul piano antropologico prevede quella<br />
che è definita dalla teologia contemporanea l’“Unità duale della Persona” e cioè<br />
una visione della stessa come un insieme <strong>di</strong> anima e <strong>di</strong> corpo, <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinta identità sessuale<br />
tra l’uomo e la donna e <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa forma sociale <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduo e <strong>di</strong> comunità.<br />
Tale Unità duale chiaramente esige <strong>di</strong>stinzione, ma non separazione. Anzi essa<br />
chiede un chiaro rapporto complementare tra i vari elementi bipolari perché la persona<br />
si realizzi nella sua totalità.<br />
La Chiesa, compresa quella <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong>, rimane fedele alla sua vocazione <strong>di</strong> riproporre<br />
questa precisa visione dell’umano, dedotta dalla natura oggettivamente ed universalmente<br />
intesa e dalla Rivelazione cristiana.<br />
In questo senso la Festa <strong>di</strong> oggi interpella noi cristiani sia come fedeli, sia come<br />
citta<strong>di</strong>ni. Ma anche chi crede <strong>di</strong> non avere fede o chi non la pratica più, può oggi mettersi<br />
in ascolto <strong>di</strong> queste preziose in<strong>di</strong>cazioni suggeriteci dalla Solennità della Vergine<br />
Assunta.<br />
L’immagine <strong>di</strong> Maria Assunta in cielo, raffigurata nella cupola del presbiterio e<br />
sopra la porta d’ingresso <strong>di</strong> questa nostra splen<strong>di</strong>da Cattedrale - Basilica, <strong>di</strong>venti la<br />
nostra supplica: «O Maria Assunta in cielo, interce<strong>di</strong> per noi presso il Figlio che hai<br />
generato per la nostra salvezza, affinchè possiamo anche noi generare Cristo nella<br />
storia <strong>di</strong> oggi». Amen<br />
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32<br />
OMELIA IN OCCASIONE DELLE ESEQUIE<br />
DI MONS. ANTONIO BERTUCCIOLI<br />
<strong>Pesaro</strong>, Basilica Cattedrale<br />
19 agosto <strong>2010</strong><br />
È un dato <strong>di</strong> fatto che la con<strong>di</strong>zione umana è profondamente ed inesorabilmente<br />
segnata dal limite. Questo limite lo sperimentiamo in tutti i campi dell’agire umano ed<br />
ancor prima in tutte le <strong>di</strong>mensioni costitutive della nostra persona.<br />
Ma c’è un limite che supera tutti gli altri al punto da <strong>di</strong>venire inquietante: è il limite<br />
della morte che attende tutti noi. Esso non è baypassabile e neanche rimandabile<br />
per nostra volontà. È questa esperienza a creare in noi una serie <strong>di</strong> domande, <strong>di</strong> interrogativi<br />
e <strong>di</strong> no<strong>di</strong> da sciogliere.<br />
Dunque a chi appellarsi e a chi fare ricorso per affrontare la morte?<br />
L’unica possibilità al riguardo, ci è data dalla fede nel Signore Risorto, che realizza in<br />
pienezza tutto il mistero dell’uomo, morte compresa.<br />
È questa fede, così come le letture bibliche ci hanno ricordato, a darci la certezza<br />
della vita che ci attende nell’ “oltre” e nel contempo a chiederci “vigilanza”, perché il<br />
mistero della morte si tramuti in mistero della vita in Cristo.<br />
Il testo <strong>di</strong> S. Paolo ai Romani (14, 7-12) è esplicito: “Nessuno <strong>di</strong> noi vive per se<br />
stesso e nessuno muore per se stesso perché se noi viviamo, viviamo per il Signore; se<br />
noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque<br />
del Signore. Per questo, infatti, Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere<br />
il Signore dei morti e dei vivi”. Dunque siamo del Signore in vita ed in morte. È questa<br />
certezza a farci affrontare l’esperienza della morte con serenità. È questa certezza,<br />
verificatasi in Cristo Risorto e a noi compartecipata, che costituisce il fondamento <strong>di</strong><br />
tutta la nostra vita e delle nostre fatiche. Se non avessimo questa certezza, la vita si<br />
tramuterebbe in <strong>di</strong>sperazione, poiché ognuno <strong>di</strong> noi si rifiuta <strong>di</strong> vivere per morire.<br />
Ma l’esperienza della Risurrezione che ci attende oltre la morte chiede a noi tutti<br />
una con<strong>di</strong>zione imprescin<strong>di</strong>bile: la vigilanza.<br />
Il testo <strong>di</strong> Matteo (25, 1-13) attraverso la parabola delle <strong>di</strong>eci vergini (cinque stolte<br />
e cinque sagge) che attendono lo sposo, è un monito chiaro a vivere l’arco della vita<br />
nello spirito dell’attesa vigilante per cogliere la presenza del Signore in ogni evento da<br />
noi vissuto e ad attuare la logica dell’obbe<strong>di</strong>enza nel suo significato etimologico dell’<br />
ob-au<strong>di</strong>o (ascoltare e seguire ciò che sta oltre l’apparenza e che mi interpella).<br />
All’Arcivescovo piace rileggere la figura e il ministero sacerdotale <strong>di</strong> don Antonio<br />
dentro queste due coor<strong>di</strong>nate: la fede certa e la vigilanza obbe<strong>di</strong>ente.<br />
Non possiamo non fare memoria <strong>di</strong> don Antonio come sacerdote tenace, volitivo e<br />
combattivo in tutte le situazioni e in tutti gli incarichi a lui affidati dai suoi vescovi.<br />
Lo ricor<strong>di</strong>amo come attivo ed intelligente educatore fin dai primi anni del suo sacerdozio<br />
in qualità <strong>di</strong> Vice-Rettore del Seminario Vescovile e poi come Vice-Parroco<br />
della parrocchia della Cattedrale. Le tracce da lui lasciate in tanti animi giovanili, sono<br />
ancora vive. Lo ricor<strong>di</strong>amo come sacerdote fortemente e convintamente impegnato<br />
nella scuola e nelle associazioni giovanili dell’Azione Cattolica, negli Scouts e nel<br />
circolo “S. Terenzio”, fucina <strong>di</strong> quella gioventù cattolica che poi tanto bene ha fatto<br />
nella nostra città, nel nostro territorio ed oltre.
Ma la nostra memoria corre anche al suo fecondo ministero <strong>di</strong> parroco nella parrocchia<br />
del S. Cuore <strong>di</strong> Soria. In quegli anni don Antonio non si è risparmiato. Ancora<br />
oggi molti ricordano il suo <strong>di</strong>namismo concreto, la sua generosità apostolica, la sua<br />
esemplare de<strong>di</strong>zione alla comunità con una presenza sempre costante ed attenta tra la<br />
sua gente.<br />
Chiamato successivamente dai superiori a ricoprire prima l’incarico <strong>di</strong> parroco<br />
nella parrocchia <strong>di</strong> S. Giacomo e poi <strong>di</strong> Rettore <strong>di</strong> quella stessa comunità, don Antonio<br />
è stato evangelicamente obbe<strong>di</strong>ente, anche se alcuni <strong>di</strong>stacchi gli sono costati sacrificio<br />
sul piano umano. Ma in lui ha prevalso l’autentico spirito del sacerdote che, forte<br />
<strong>di</strong> una spiritualità sempre nutrita <strong>di</strong> Eucaristia, <strong>di</strong> preghiera e <strong>di</strong> me<strong>di</strong>tazione della<br />
parola, ha fatto prevalere l’interesse della vita e del bene della Diocesi sui suoi, pur<br />
legittimi, desideri umani.<br />
Ho avuto modo <strong>di</strong> conoscere e stimare don Antonio quando, pur avanzato negli<br />
anni, prestava il suo puntuale servizio nella chiesa dell’Adorazione. Sempre mi ha<br />
e<strong>di</strong>ficato il suo modo <strong>di</strong> pregare intenso e convinto, il suo animo tenero, la sua filiale<br />
fraterna devozione all’Arcivescovo e il suo amore ai confratelli.<br />
Grazie, don Antonio, per quello che sei stato, per quello che hai fatto e per quello che<br />
ci hai insegnato.<br />
Al termine mi è caro esprimere i sentimenti della gratitu<strong>di</strong>ne riconoscente a Mons.<br />
Marco Farina, <strong>di</strong>rettore della nostra casa del Clero, ai sacerdoti che sono ospiti <strong>di</strong> questa<br />
preziosa e provvidenziale struttura <strong>di</strong>ocesana, alle suore Ancelle Francescane del<br />
Buon Pastore, stimate collaboratrici e a tutto il personale che opera in essa, per come<br />
hanno accolto, amato e accu<strong>di</strong>to don Antonio nell’ultima stagione della sua vita.<br />
Sia lodato Gesù Cristo.<br />
33
34<br />
OMELIA IN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE<br />
DEL “MANDATO” AGLI OPERATORI PASTORALI<br />
<strong>Pesaro</strong>, Basilica Cattedrale<br />
20 settembre <strong>2010</strong><br />
Saluto tutti con i sentimenti della piena comunione in Cristo. Sentimenti che legano<br />
inscin<strong>di</strong>bilmente il Pastore alla porzione del Popolo <strong>di</strong> Dio che gli è affidata e che<br />
la garantisce nella comunione con la chiesa universale.<br />
Esprimo viva gratitu<strong>di</strong>ne al Signore per il cammino <strong>di</strong> fede che voi operatori pastorali<br />
state facendo, per la testimonianza che date nella vostra comunità <strong>di</strong> appartenenza<br />
ed oltre e per il prezioso servizio che rendete sotto forma <strong>di</strong> varie ministerialità<br />
nelle vostre parrocchie.<br />
Manifesto riconoscenza ai sacerdoti che vi seguono nel vostro cammino curando<br />
la vostra formazione che come ho già detto in più occasioni deve essere spirituale,<br />
pastorale e teologica.<br />
1. Venerdì e sabato scorsi abbiamo celebrato l’annuale Convegno che dà l’avvio al<br />
Nuovo Anno Pastorale dell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong>. In comunione e in sintonia con tutta la Chiesa<br />
che è in Italia, siamo stati invitati a pregare, a riflettere e ad elaborare le linee guida <strong>di</strong><br />
una comunità chiamata ad “Educarsi ed Educare alla carità”.<br />
Abbiamo vissuto un evento importante che ci ha consentito <strong>di</strong> fare una forte esperienza<br />
<strong>di</strong> comunione tra tutte le articolazioni della chiesa locale; <strong>di</strong> avere un approccio<br />
con orizzonti nuovi, con esperienze nuove e con stimoli nuovi; <strong>di</strong> mettere a fuoco<br />
una preziosa verifica del cammino della nostra chiesa nell’ambito della carità ma in<br />
un raccordo continuo con i cammini già intrapresi sull’Iniziazione Cristiana, sulla<br />
ministerialità, sulla formazione del laicato, sull’esperienza <strong>di</strong> una chiesa sempre più<br />
animata dalla comunione e dalla missione ed ancora sul compito educativo che l’attende<br />
<strong>di</strong> fronte a sfide ine<strong>di</strong>te.<br />
Ma il Convegno ci ha anche responsabilizzato sul futuro prossimo del cammino<br />
della nostra chiesa elaborando alcune in<strong>di</strong>cazioni che chiedono a tutte le parrocchie <strong>di</strong><br />
essere attuate con precise scelte: istituire le caritas parrocchiali, formare gli operatori<br />
delle caritas anche attraverso gli strumenti ed i percorsi messi a <strong>di</strong>sposizione dalla<br />
Diocesi; creare Centri <strong>di</strong> Ascolto vicariali, sviluppare una rete <strong>di</strong> collegamento tra<br />
tutte le attività caritative esistenti in Diocesi.<br />
Fin da questa sera consegno a voi sacerdoti, (specie parroci), a voi <strong>di</strong>aconi, a voi<br />
religiose e religiosi, a voi ministri e operatori pastorali parrocchiali, a voi educatori,<br />
l’attuazione <strong>di</strong> queste in<strong>di</strong>cazioni perché le nostre comunità possano vivere il mistero<br />
del Cristo nella sua interezza che include l’annuncio, la celebrazione e la testimonianza.<br />
2. A questo punto pongo una domanda bruciante che non do per nulla scontata nella<br />
risposta. Quali sono le con<strong>di</strong>zioni imprescin<strong>di</strong>bili perché la nostra chiesa possa educarsi<br />
ed educare alla carità e quin<strong>di</strong> alla testimonianza fattiva dando compimento al<br />
mistero del Cristo?<br />
Ci rispondono le due letture bibliche <strong>di</strong> questa celebrazione.<br />
Nella sua prima lettera ai Corinzi (13, 1 - 13) San Paolo proclama con passione<br />
il primato della carità per la comunità cristiana. Ma come è possibile vivere questo<br />
primato se non facciamo l’esperienza del Cristo, se non lo incontriamo, se non ci la-
sciamo abitare da lui, se non entriamo in una relazione continua con lui attraverso la<br />
parola, l’Eucaristia, la preghiera, l’attenzione ai segni della storia rivelatori della sua<br />
presenza?<br />
Se non incontriamo in forma piena e densa il Signore non è possibile vivere la carità<br />
poiché la vera carità è Lui, è Lui l’amore del Padre, è Lui l’amore incarnato che ci<br />
convoca e che fa appello alla nostra libertà.<br />
Se non incontriamo il Signore siamo bronzi che risuonano, cembali che tintinnano.<br />
E va sottolineato che l’In-contro comporta (come <strong>di</strong>ce la duplicità del termine) il fare<br />
l’esperienza <strong>di</strong> comunità (In) e il fare esperienza dell’In<strong>di</strong>cibile (contra) che si <strong>di</strong>svela,<br />
si comunica e si dona.<br />
Questa è la prima con<strong>di</strong>zione per educarsi ed educare alla carità.<br />
San Giovanni nel suo vangelo (9, 11-17) ci introduce nella seconda con<strong>di</strong>zione,<br />
allorchè ci riporta le parole <strong>di</strong> Gesù: “ come il Padre ha amato me, così anche io ho<br />
amato voi. Rimanete nel mio amore”.<br />
L’incontro con il Signore esige il <strong>di</strong>morare presso <strong>di</strong> lui, reclama un seguito, una permanente<br />
stabilità, una intensa continuità con il Signore. Il rimanere nel Signore ci<br />
abilita all’amore verso i fratelli perché solo nel Signore troviamo le ragioni ultime e la<br />
passione forte per farci prossimo ai fratelli. È questa presenza che abitandoci, attraverso<br />
l’azione dello Spirito Santo, ci con-voca a riconoscere la povertà nella sua triplicità<br />
<strong>di</strong> povertà materiale, relazionale, spirituale e nel contempo ci pro-voca a muoverci, a<br />
scendere in campo, a giocarci con la nostra persona.<br />
Cari collaboratori siamo chiamati dalla chiesa, dalla nostra chiesa locale e dal suo<br />
Pastore ad educare alla carità, cioè a Cristo, attraverso la catechesi, la liturgia e la<br />
testimonianza, ministeri questi che svolgiamo nelle nostre parrocchie ed il Vescovo<br />
ancora una volta vi è grato.<br />
Ma l’esercizio autentico <strong>di</strong> questa variegata ministerialità non è possibile se non incontriamo<br />
il Signore Gesù e se non <strong>di</strong>moriamo presso <strong>di</strong> Lui attraverso la carità della<br />
Parola, la carità dell’Eucaristia, la carità della testimonianza. Questo movimento bipolare<br />
non va mai <strong>di</strong>menticato e chiede <strong>di</strong> essere vissuto.<br />
3. Nella mia Visita Pastorale che mi ha portato e mi sta portando in tutte le 54 parrocchie<br />
della nostra <strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong>, ho incontrato moltissimi <strong>di</strong> voi, volti a me noti, a<br />
me cari, a me anche abbastanza identificabili, e ho ricevuto il conforto della vostra<br />
testimonianza <strong>di</strong> fede, della vostra generosa collaborazione, della vostra <strong>di</strong>sponibilità<br />
a seguire le in<strong>di</strong>cazioni dell’Arcivescovo. Di tutto ciò ringrazio continuamente<br />
il Signore. Ma da tutto ciò traggo anche ulteriore entusiasmo per il mio ministero <strong>di</strong><br />
Vescovo, un ministero per la gente, con la gente e tra la gente <strong>di</strong> questa amata chiesa<br />
<strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong>, ricca <strong>di</strong> doni e <strong>di</strong> possibilità desiderosa come il corpo <strong>di</strong> Cristo <strong>di</strong> crescere<br />
fino alla pienezza della sua maturità.<br />
Mentre ringrazio tutti coloro che a vario titolo ci hanno aiutato in questa celebrazione,<br />
a tutti voi e a ciascuno <strong>di</strong> voi assicuro il mio ricordo nella preghiera. La Beata<br />
Vergine delle Grazie e S. Terenzio ci accompagnino nel nostro cammino <strong>di</strong> chiesa in<br />
Cristo.<br />
Sia lodato Gesù Cristo.<br />
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36<br />
MESSAGGI E LETTERE<br />
INDIRIZZO DI SALUTO A S.E. CARD. SERGIO SEBASTIANI<br />
IN OCCASIONE DELLA MESSA NEL 56° ANNIVERSARIO<br />
DELLA SCOMPARSA DI ALCIDE DE GASPERI<br />
<strong>Pesaro</strong>, Basilica Cattedrale<br />
29 agosto <strong>2010</strong><br />
Eminenza Reveren<strong>di</strong>ssima,<br />
è con viva gioia che L’accogliamo in questa splen<strong>di</strong>da cattedrale che Lei ha avuto<br />
il piacere <strong>di</strong> riaprire al culto dopo i lavori <strong>di</strong> restauro il 18 <strong>di</strong>cembre del 2005.<br />
L’occasione per averLa ancora tra <strong>di</strong> noi, ci è data dal cinquantaseiesimo anniversario<br />
della scomparsa dello statista Alcide De Gasperi alla cui opera l’Italia e non solo,<br />
deve tanto.<br />
Questo evento che puntualmente ogni anno il Centro Stu<strong>di</strong> “Alcide De Gasperi” della<br />
nostra città ed il suo solerte ed appassionato Presidente, a cui esprimo sentimenti<br />
della stima, Ambasciatore Dott. Giorgio Girelli, ama farci rivivere, ci ha consentito e<br />
ci consente <strong>di</strong> avere a <strong>Pesaro</strong> eminenti personalità della chiesa, dell’economia, della<br />
politica e della ricerca.<br />
Ma la memoria dell’anniversario della morte <strong>di</strong> De Gasperi ci dà anche l’opportunità<br />
<strong>di</strong> pregare e <strong>di</strong> riflettere sul futuro della “civitas”, con gli occhi del realismo e<br />
nel contempo della speranza fattibile.<br />
La situazione, soprattutto politica, che l’Italia sta vivendo in questa stagione è sotto gli<br />
occhi <strong>di</strong> tutti e ci induce ad una riflessione necessaria e <strong>di</strong>rei urgente anche <strong>di</strong> fronte<br />
alle sfide che attendono il nostro paese e anche il nostro territorio.<br />
Eminenza, la Sua presenza quale collaboratore <strong>di</strong>retto del S. Padre nel governo<br />
della chiesa universale come autorevole e stimato membro <strong>di</strong> varie Congregazioni,<br />
unitamente a quanto vorrà <strong>di</strong>rci ci è contestualmente <strong>di</strong> aiuto, <strong>di</strong> conforto e <strong>di</strong> stimolo<br />
nel ricercare quel bene comune tanto invocato, spesso <strong>di</strong>satteso, ma sempre chiaramente<br />
in<strong>di</strong>cato dalla Chiesa.<br />
Infatti, siamo certi che il Magistero della Chiesa, con la visione cristiana della storia,<br />
della persona e della società, costituisce un elemento fondamentale e imprescin<strong>di</strong>bile<br />
per realizzare quel bene comune definito magistralmente da Paolo VI il bene <strong>di</strong><br />
tutti gli uomini e il bene <strong>di</strong> tutto l’uomo.<br />
A questo proposito, Le posso assicurare che la comunità cristiana <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong> guidata<br />
dal suo Pastore con chiarezza, con fermezza e con piena libertà, è e rimane fedele<br />
al Magistero della chiesa nella duplice coor<strong>di</strong>nata della “tra<strong>di</strong>tio” e della “innovatio”<br />
nel perseguire il bene comune in tutte le sue declinazioni.<br />
Ma la nostra chiesa locale ha anche piena coscienza che per poter attuare tale fedeltà<br />
deve investire in formazione, cosa che sta facendo e continuerà a fare attraverso scelte<br />
pastorali precise e attraverso qualificate strutture formative recentemente costituite<br />
nella nostra <strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> e che già stanno dando promettenti risultati.
Siamo convinti che anche <strong>Pesaro</strong> ha urgente bisogno <strong>di</strong> cristiani sempre più maturi,<br />
affidabili, preparati ed in grado <strong>di</strong> assumersi responsabilità non solo nell’ambito<br />
della vita ecclesiale, cosa tra l’altro in<strong>di</strong>fferibile, ma anche nell’ambito della politica<br />
intesa come arte nobile del governo della comunità.<br />
Abbiamo la certezza, confermataci dall’esperienza, che tale governo si realizza<br />
con il contributo <strong>di</strong> tutti, compreso quello dei cristiani i quali, se fedeli nell’insegnamento<br />
della Chiesa, hanno molto da <strong>di</strong>re, molto da proporre perché il bene della<br />
“civitas” si concretizzi nella sua pienezza.<br />
Del resto la sana ed auspicabile laicità, <strong>di</strong> cui tanto si parla, <strong>di</strong>versa dal laicismo ideologico,<br />
non è forse capacità <strong>di</strong> sintesi in grado <strong>di</strong> realizzare la “vita buona” attraverso<br />
una doverosa e vincolante attenzione a quella che i politologi definiscono la “tra<strong>di</strong>zione<br />
prevalente” <strong>di</strong> una società, espressa con l’esercizio <strong>di</strong> una corretta democrazia<br />
rappresentativa e deliberativa garantita dallo stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto?<br />
Abbiamo consapevolezza della bontà della strada imboccata, ma ci ren<strong>di</strong>amo conto<br />
<strong>di</strong> quanto ancora ci sia da fare e dell’impegno che ci attende.<br />
Eminenza carissima, grazie ancora per la Sua presenza, per la Sua testimonianza<br />
e per il Suo Magistero. L’atten<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> nuovo a <strong>Pesaro</strong> il prossimo 24 settembre per<br />
celebrare insieme la Solennità <strong>di</strong> S. Terenzio, Vescovo, Martire e Patrono della nostra<br />
<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong>, giorno in cui daremo l’avvio al nuovo Anno Pastorale che vedrà la nostra<br />
chiesa impegnata nell’Educarsi e nell’Educare alla Carità.<br />
37
INTRODUZIONE ALL’AGENDA DI PROGRAMMAZIONE PASTORALE<br />
<strong>2010</strong>/2011<br />
Ai Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose, Operatori Pastorali<br />
Come ormai da tra<strong>di</strong>zione, è il Convegno Diocesano <strong>di</strong> Settembre collocato nella<br />
settimana celebrativa della Festa <strong>di</strong> S. Terenzio, patrono della <strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong>, a dare inizio<br />
al Nuovo Anno Pastorale.<br />
Anno che in<strong>di</strong>ca chiari obiettivi, chiede lavoro pastorale mirato ed investimento<br />
<strong>di</strong> risorse da parte <strong>di</strong> tutte le articolazioni della chiesa locale (parrocchie, movimenti,<br />
associazioni, organismi, strutture e varie realtà ecclesiali).<br />
1. Un cammino che continua<br />
Il cammino della nostra <strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> in questi ultimi cinque anni, in piena comunione<br />
con gli orientamenti dei vescovi italiani espressi nello scorso decennio con il<br />
documento “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”, è stato scan<strong>di</strong>to da<br />
in<strong>di</strong>cazioni pastorali precise.<br />
Infatti, sistematicamente siamo stati sollecitati a prestare una forte attenzione ai<br />
sacramenti della Iniziazione cristiana. In particolare modo ci si è chiesto un maggiore<br />
impegno per coinvolgere adulti (genitori, padrini, madrine) offrendo loro una ulteriore<br />
possibilità <strong>di</strong> riscoprire la profon<strong>di</strong>tà e la bellezza della fede in Cristo. Inoltre ci si è<br />
resi conto della necessità <strong>di</strong> evidenziare, nel cammino della preparazione, sempre più<br />
le tre <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> ciascun sacramento per favorire la coscienza della interconnessione<br />
tra celebrazione, annuncio e testimonianza, favorendo così la piena attuazione del<br />
mistero <strong>di</strong> Cristo.<br />
L’altra pista che ci è stata in<strong>di</strong>cata ci ha portato ad una seria riflessione comunitaria<br />
sul sacramento dell’Or<strong>di</strong>ne Sacro, con particolare riferimento al Sacerdozio. A questo<br />
proposito va notato che la nostra comunità sempre più si sta sensibilizzando alla<br />
<strong>di</strong>mensione vocazionale dell’esperienza cristiana, ma anche alla vocazione verso la<br />
vita sacerdotale, la vita religiosa, e la vita <strong>di</strong> speciale consacrazione. Si fa sempre più<br />
strada la convinzione che il problema vocazionale deve vedere impegnata la comunità<br />
cristiana nel vivere più profondamente e più convintamente la fede nel Cristo Risorto,<br />
per costituire quel terreno fecondo, necessario perché ogni chiamata del Signore possa<br />
attecchire.<br />
La celebrazione del Convegno Ecclesiale <strong>di</strong> Verona ci ha poi spinti a raccogliere le<br />
sollecitazioni pervenuteci da tale evento. A seguito <strong>di</strong> ciò ci è apparso urgente e prioritario<br />
dare un forte impulso alla formazione del laicato, non solo per garantire alla<br />
comunità cristiana una fede adulta e matura come richiesto dai tempi in cui viviamo,<br />
ma anche per poter avere dei laici sempre più preparati nell’esercizio <strong>di</strong> quei ministeri<br />
che vengono loro affidati dalla chiesa stessa.<br />
Successivamente il cammino della nostra <strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> è stato mirato a sviluppare<br />
sempre più la duplice <strong>di</strong>mensione costitutiva dell’essere chiesa: la comunione e la<br />
missione. Al riguardo <strong>di</strong> grande aiuto ci sono stati la Missione Giovani del 2008 e la<br />
Visita Pastorale ancora in corso.<br />
Questi due eventi <strong>di</strong>ocesani ci hanno rafforzato nella coscienza <strong>di</strong> essere sempre<br />
più una comunità cristiana che vive la comunione teologale ed ecclesiale e che sente <strong>di</strong><br />
38
doversi proiettare nella missione <strong>di</strong> comunicare il Cristo Risorto nel nostro territorio<br />
attraverso la testimonianza.<br />
Lo scorso anno, raccogliendo poi in forma anticipatoria le in<strong>di</strong>cazioni dell’Episcopato<br />
italiano, ci siamo avviati sul sentiero dell’Educare. Stiamo riscoprendo una coscienza<br />
<strong>di</strong> comunità cristiana chiamata alla missione educativa con precise esperienze<br />
e precisi luoghi, per trasmettere il Mistero del Cristo a tutte le generazioni.<br />
2. Educarci ed educare alla carità nella quoti<strong>di</strong>anità<br />
Nel contesto <strong>di</strong> un cammino che ci vede impegnati nell’Educare, l’orizzonte che<br />
quest’anno ci attende è delineato dalla necessità <strong>di</strong> formarci sempre più come chiesa<br />
che si educa alla carità e che educa alla carità.<br />
Ma perché questa scelta?<br />
Oggi come non mai ci pare necessario dare forma sempre più compiuta al mistero<br />
del Cristo che deve impegnare la comunità in una celebrazione che <strong>di</strong>venti annuncio<br />
attraverso la testimonianza. Se è vero che c’è nella vita della chiesa una connessione<br />
tra Lex oran<strong>di</strong>, Lex creden<strong>di</strong> e Lex viven<strong>di</strong>, non possiamo non porre attenzione a<br />
quella frattura che a volte permane nella vita dei cristiani tra il creduto, il celebrato<br />
e il vissuto.<br />
La comunità cristiana deve essere aiutata a recuperare il mistero del Cristo nella<br />
sua totalità e pienezza, per poi viverlo nella quoti<strong>di</strong>anità attraverso una forte testimonianza<br />
<strong>di</strong> vita segnata dall’amore del Cristo a tutti i livelli, in tutti i campi ed in tutte le<br />
forme. “Dove c’è carità, lì c’è Dio”. La coscienza <strong>di</strong> tale compito ha avuto rilevanza<br />
costitutiva nella Chiesa fin dai suoi inizi: «Tutti coloro che erano <strong>di</strong>ventati credenti<br />
stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le<br />
vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno <strong>di</strong> ciascuno» ( At 2, 44-45). Infatti,<br />
ci riconosciamo pienamente nelle parole del Papa che ci chiede una testimonianza<br />
limpida della fede in grado <strong>di</strong> creare una società <strong>di</strong>versa.<br />
“I gesti <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione creano comunione, rinnovano il tessuto delle relazioni interpersonali,<br />
improntandole alla gratuità e al dono, e permettono la costruzione della civiltà<br />
dell’amore. In un tempo come il presente <strong>di</strong> crisi economica e sociale, siamo solidali<br />
con coloro che vivono nell’in<strong>di</strong>genza per offrire a tutti la speranza <strong>di</strong> un domani<br />
migliore e degno dell’uomo. Se realmente vivremo come <strong>di</strong>scepoli del Dio-Carità,<br />
aiuteremo gli abitanti del territorio a scoprirsi fratelli e figli dell’unico Padre”. (Dal<br />
<strong>di</strong>scorso del Papa Benedetto XVI alla Diocesi <strong>di</strong> Roma, giugno <strong>2010</strong>)<br />
3. L’Eucaristia ci educa alla carità<br />
La comunità cristiana celebrando l’Eucaristia e nutrendosi <strong>di</strong> essa , non può non<br />
farsi dono verso tutti gli uomini e verso tutto l’uomo. Ciò lo esprime e lo realizza con<br />
la carità e nella carità. L’Eucaristia è “segno <strong>di</strong> unità e vincolo <strong>di</strong> carità” (SC, n.47).<br />
Nei racconti biblici dell’istituzione dell’Eucaristia colpisce la preposizione “per”.<br />
San Paolo nella 1 Cor (11, 23-24) così si esprime a riguardo: “ Io, infatti, ho ricevuto<br />
dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui<br />
veniva tra<strong>di</strong>to, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e <strong>di</strong>sse: «Questo è il<br />
mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria <strong>di</strong> me»”. E Marco (14, 23-24) “Poi<br />
prese il calice e rese grazie, lo <strong>di</strong>ede loro e ne bevvero tutti. E <strong>di</strong>sse loro: «Questo è il<br />
mio sangue, il sangue dell’alleanza versato per molti»”.<br />
39
La preposizione “per” è stata designata per esprimere ciò che è più caratteristico della<br />
persona e della missione <strong>di</strong> Gesù, la sua pro-esistenza (il suo “esistere per”). In questo<br />
modo quel “per” <strong>di</strong>ce l’essenza dell’Evento Salvifico <strong>di</strong> Gesù Cristo che si pone<br />
come “dono” agli uomini e che coinvolge inesorabilmente la comunità cristiana a cui<br />
è affidata la celebrazione in forma <strong>di</strong> memoriale.<br />
È questa carità ad intercettare i bisogni dell’altro. È questa carità a farsi prossimo<br />
all’altro con atto donativo. È questa carità a consentire all’altro <strong>di</strong> potersi realizzare<br />
nella sua <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> persona. La comunità che celebra l’Eucaristia è chiamata a dare<br />
quoti<strong>di</strong>anamente forma <strong>di</strong> risposta all’amore che la precede. San Tommaso scrive:<br />
“L’Eucaristia è la più grande <strong>di</strong> tutte le meraviglie operate da Cristo, il mirabile<br />
documento del suo immenso amore per gli uomini”. Ma Peguy ci ricorda con una<br />
acuta osservazione che “chi ama viene a <strong>di</strong>pendere da chi è amato”. I fedeli eucaristicamente<br />
amati da Cristo, imparano a <strong>di</strong>pendere da Lui ed apprendono in Lui cosa<br />
significhi consegnare la propria vita. Dall’Eucaristia nasce dunque la chiesa come popolo<br />
nuovo, umanità rinnovata rintracciabile nella storia degli uomini e caratterizzata<br />
dall’esperienza dell’amore.<br />
La chiesa non può <strong>di</strong>menticare che, celebrando l’Eucaristia compie una azione<br />
dove l’amore del Padre attraverso il Cristo si fa dono. Tale dono interpella la nostra<br />
libertà per essere accolto e corrisposto attraverso una rel-azione. È questa rel-azione<br />
che porta il credente a relazionarsi in Cristo con il Padre e con i fratelli.<br />
Non si può inoltre <strong>di</strong>menticare che l’Eucaristia chiede comunione. La sacra celebrazione<br />
è invito a partecipare esistenzialmente al Corpo donato ed al Sangue versato<br />
da Cristo, senza limiti e senza <strong>di</strong>stinzioni <strong>di</strong> sorta.<br />
Nella comunione siamo fatti uno in Cristo Gesù. Ogni <strong>di</strong>visione viene superata<br />
e l’io personale incontra il proprio compimento nella comunità. Non si può quin<strong>di</strong><br />
impunemente celebrare l’Eucaristia senza farsi carico, ognuno secondo la propria<br />
vocazione e assecondando la legge della prossimità, della con<strong>di</strong>visione del bisogno<br />
dell’altro, a tutti i livelli.<br />
Benedetto XVI nella Deus Caritas est, ci ricorda con estrema chiarezza: “L’Eucaristia<br />
ci attira nell’atto oblativo <strong>di</strong> Gesù. Noi non riceviamo soltanto in modo statico il Logos<br />
incarnato, ma veniamo coinvolti nella <strong>di</strong>mnamica della donazione”(Deus Caritas<br />
Est, n. 13).<br />
Anche per questa ragione legata ad una ulteriore presa <strong>di</strong> coscienza del fondamento<br />
eucaristico dell’agire della chiesa e che si manifesta nella carità e con la carità, ci<br />
è parsa opportuna la scelta <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare l’anno pastorale sul tema dell’educarci e<br />
dell’educare alla carità.<br />
Inoltre, voglio anche evidenziare che nel prossimo anno, le 13 <strong>di</strong>ocesi delle Marche<br />
si troveranno ad essere particolarmente coinvolte nella celebrazione del Congresso<br />
Eucaristico Nazionale che si terrà ad Ancona dal 3 all’11 settembre del 2011. Tale<br />
celebrazione vedrà la partecipazione <strong>di</strong> tutte le chiese che sono in Italia e, nella conclusione,<br />
la presenza dello stesso Santo Padre.<br />
È questa una occasione che ci è data per crescere come comunità segnata dall’esperienza<br />
Eucaristica, per lasciarsi interpellare dall’Eucaristia stessa nella nostra quoti<strong>di</strong>anità<br />
e per lasciarsi plasmare da essa e poter essere così veri testimoni dell’amore<br />
del Padre.<br />
40
4. La Caritas, le comunità parrocchiali ed i giovani<br />
La proficua esperienza della Visita Pastorale che mi sta portando <strong>di</strong> parrocchia<br />
in parrocchia, mi ha consentito <strong>di</strong> avvertire la fatica che le nostre comunità cristiane<br />
fanno nel cogliere la <strong>di</strong>fferenza tra la Caritas come organismo pastorale con precise<br />
funzioni ed altri organismi operativi che agiscono nel campo caritativo.<br />
Mi pare urgente a questo riguardo una presa <strong>di</strong> coscienza che <strong>di</strong>ra<strong>di</strong> ogni ombra<br />
<strong>di</strong> confusione o <strong>di</strong> frainten<strong>di</strong>menti nelle nostre comunità a cui far corrispondere una<br />
precisa e conseguente opera formativa.<br />
Compito primario della Caritas è quello <strong>di</strong> aiutare l’intera comunità a prendere coscienza<br />
della centralità della carità nella vita della comunità cristiana.<br />
Pertanto ritengo che sia giunto il momento che ogni comunità parrocchiale della<br />
nostra <strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> si doti dell’organismo pastorale della Caritas.<br />
In questa linea auspico inoltre che almeno in ogni Vicaria si crei un Centro <strong>di</strong><br />
Ascolto con il contributo operativo <strong>di</strong> tutte le parrocchie e <strong>di</strong> tutte le realtà ecclesiali<br />
presenti in essa. Questo lavoro appare quanto mai urgente.<br />
Ma una particolare attenzione è chiesta all’intera comunità cristiana: educare le<br />
giovani generazioni alla Carità come comunione e come servizio.<br />
La Giornata Mon<strong>di</strong>ale della Gioventù che si celebrerà a Madrid nel prossimo mese<br />
<strong>di</strong> agosto e che avrà come tema “Ra<strong>di</strong>cati e fondati in Cristo, sal<strong>di</strong> nella fede” ( Col<br />
2, 7), ci induce ad una riflessione che deve tradursi in responsabilità educativa da parte<br />
delle nostre comunità nei confronti dei giovani.<br />
Quali percorsi formativi possiamo offrire loro?<br />
Certo non esiste al riguardo una “ricetta” pronta e universale. Tuttavia rimane il fatto<br />
che ogni comunità parrocchiale è chiamata a proporre i cammini formativi sui<br />
contenuti fondamentali della fede cristiana con chiarezza e integralità; a trasmettere<br />
ai giovani la gioia della fede e una serenità profonda che nasce dall’incontro con il<br />
Signore che “non toglie nulla alla nostra felicità, ma al contrario dona quella gioia<br />
profonda che Cristo ha promesso ai suoi <strong>di</strong>scepoli” (Benedetto XVI, Discorso ai giovani);<br />
ad aiutare i giovani a entrare sempre più in un rapporto vivo e vivificante con<br />
Cristo Risorto, pienezza della rivelazione <strong>di</strong> Dio che dà senso e significato alla vita e<br />
alla storia; a far vivere ai giovani, a seguito dell’incontro con Cristo, l’esperienza della<br />
con<strong>di</strong>visione e del servizio nelle molteplici realtà della vita.<br />
Infatti l’opera <strong>di</strong> educazione alla fede incarnata, trova nella carità uno degli aspetti<br />
più importanti. Una pastorale della carità che vede come protagonisti i giovani deve<br />
allora promuovere forme <strong>di</strong> servizio incentrate sull’idea pedagogica del farsi carico.<br />
Occorre un programma formativo che aiuti le nuove generazioni a sentirsi risorsa che<br />
promuova la partecipazione critica e l’impegno politico e sociale, finalizzati alla crescita<br />
della comunità e alla promozione dell’uomo.<br />
Se la comunità ecclesiale è realmente raggiunta e convertita dalla parola del vangelo,<br />
se il mistero del Cristo è celebrato con gioia e armonia nella liturgia, l’annuncio<br />
e la testimonianza della carità non può non continuare nelle opere. Il che chiede però<br />
formazione.<br />
Questa è e rimane la via privilegiata per educare le nuove generazioni alla carità.<br />
La Visita Pastorale mi sta dando l’opportunità <strong>di</strong> constatare come a <strong>Pesaro</strong> ci sia<br />
un mondo giovanile <strong>di</strong> qualità, capace <strong>di</strong> impegno, desideroso <strong>di</strong> trovare canali adatti<br />
per riscoprire la fede e per viverla in maniera seria ed impegnata.<br />
41
Del resto costantemente l’esperienza ci <strong>di</strong>ce come i giovani <strong>di</strong> fronte ad ideali alti sono<br />
capaci <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> slanci.<br />
La comunità cristiana deve farsi carico <strong>di</strong> proporre seriamente l’evento del Cristo<br />
a questi giovani, dando loro le motivazioni profonde per un loro impegno costante e<br />
per trasformare la loro generosa spontaneità in uno stile <strong>di</strong> vita.<br />
Se è vero che la carità non è la “pietosa infermiera” che cura le patologie della<br />
società, ma rime<strong>di</strong>o per rimuovere le cause <strong>di</strong> tutti i mali, anzi per prevenirle, la carità<br />
si identifica allora con la persona del Cristo incontrato e sperimentato. Di questo<br />
incontro, annunciato e testimoniato hanno bisogno i nostri giovani per esserne poi<br />
contagiati.<br />
Auguro alla nostra comunità cristiana, guidata dal suo Pastore, un fruttuoso cammino<br />
teso a realizzare l’evangelico progetto <strong>di</strong> educarsi ed educare alla carità in Cristo,<br />
esortandola con le parole <strong>di</strong> S. Paolo:<br />
“ La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; amatevi<br />
gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate<br />
pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. Siate lieti nella<br />
speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità<br />
dei fratelli, premurosi nell’ospitalità” (Romani 12, 9-13).<br />
Alla Beata Vergine delle Grazie e a S. Terenzio nostri patroni, affido la nostra <strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong><br />
e la sua missione <strong>di</strong> educare e <strong>di</strong> educarsi alla carità nella verità del Cristo.<br />
42<br />
Piero Coccia<br />
Arcivescovo
MESSAGGIO AGLI STUDENTI<br />
PER L’INIZIO DELL’ANNO SCOLASTICO <strong>2010</strong> – 2011<br />
<strong>Pesaro</strong>, 6 settembre <strong>2010</strong><br />
L’inizio del nuovo Anno Scolastico costituisce sempre un evento carico <strong>di</strong> attese per<br />
tutte le componenti della scuola, in particolare modo per i giovani impegnati in un<br />
cammino <strong>di</strong> formazione che li vede protagonisti in<strong>di</strong>scussi.<br />
Avendo innumerevoli contatti con tante persone, mi capita a volte <strong>di</strong> sentire giu<strong>di</strong>zi<br />
che in realtà sono solo “ pre – giu<strong>di</strong>zi” nei confronti del mondo giovanile. Il più delle<br />
volte sono luoghi comuni. Credo che il miglior antidoto per evitare <strong>di</strong> essere attaccati<br />
da questo “virus” del pre-giu<strong>di</strong>zio è e rimane l’esperienza <strong>di</strong>retta con il mondo giovanile.<br />
Chi vive tra i giovani e con i giovani, sa che questi sono un eccezionale potenziale<br />
che va continuamente valorizzato e su cui urge fare investimento <strong>di</strong> risorse.<br />
La Visita Pastorale, mi sta dando ulteriore occasione <strong>di</strong> incontrare giovani nei <strong>di</strong>versi<br />
luoghi della loro quoti<strong>di</strong>anità: scuole, parrocchie, associazioni sportive, gruppi<br />
<strong>di</strong> volontariato, circoli culturali e quanto altro.<br />
In questi incontri sto registrando delle esigenze costanti che caratterizzano i giovani<br />
del nostro territorio: l’esigenza <strong>di</strong> essere accolti, <strong>di</strong> essere ascoltati, si essere<br />
accompagnati in un cammino <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong> quella verità decisiva che può dare sapore,<br />
( gusto) e senso (<strong>di</strong>rezione) alla vita.<br />
Pertanto il mondo degli adulti a livello <strong>di</strong> singoli, <strong>di</strong> organismi e <strong>di</strong> istituzioni ha<br />
il “dovere” <strong>di</strong> un impegno specifico e primario nei confronti dei giovani attraverso<br />
l’Educare.<br />
A questo riguardo un ruolo fondamentale compete alla scuola, chiamata ad attrezzarsi<br />
sempre <strong>di</strong> più per far fronte a quella che oggi comunemente è definita l’”emergenza<br />
educativa”.<br />
Le ragioni sociali e culturali che ci inducono a parlare <strong>di</strong> “emergenza” sono tante<br />
e varie. Ma due <strong>di</strong> esse prevalgono sulle altre. La prima è quella <strong>di</strong> ritrovare la fiducia<br />
nell’educare intesa come esperienza possibile e necessaria nei confronti <strong>di</strong> ogni generazione.<br />
Le <strong>di</strong>fficoltà che si incontrano non possono né devono tradursi in impossibilità.<br />
Ancora una volta l’esperienza della vita ci è maestra.<br />
L’altra ragione per cui oggi si parla <strong>di</strong> emergenza educativa è data dalla necessità<br />
<strong>di</strong> riconoscerci in una visione con<strong>di</strong>visa dell’educazione come “esperienza integrale”,<br />
in grado <strong>di</strong> garantire lo sviluppo <strong>di</strong> “tutte le <strong>di</strong>mensioni” della persona e nello stesso<br />
tempo l’affermazione <strong>di</strong> tutte le potenzialità <strong>di</strong> connessione attiva delle stesse con<br />
“tutta la realtà”.<br />
Tale duplice processo <strong>di</strong> sviluppo coinvolge sempre la libertà storicamente situata<br />
dei soggetti coinvolti nel rapporto educativo. Da qui nasce anche quel “rischio educativo”,<br />
tratto <strong>di</strong>stintivo <strong>di</strong> ogni avventura educativa, che comunque vale la pena <strong>di</strong><br />
correre.<br />
È in questo contesto <strong>di</strong> una emergenza, dove l’educare chiede esperienza integrale,<br />
che emergono delle priorità che coinvolgono studenti, genitori, docenti ed anche educatori<br />
alla fede: puntare su ideali alti con passione e convinzione; coltivare rapporti<br />
sinceri, autentici e costruttivi; percorrere la strada della libertà che obbe<strong>di</strong>sce alla<br />
ragione; essere introdotti alla realtà della storia, attraverso la giusta chiave <strong>di</strong> lettura<br />
43
per cogliere il suo significato complessivo; sviluppare la coscienza <strong>di</strong> protagonisti per<br />
trasformare il mondo in positivo<br />
Aggiungo un’ultima considerazione. La prossima Giornata Mon<strong>di</strong>ale della Gioventù<br />
che si terrà a Madrid dal 16 al 21 agosto 2011 avrà come tema centrale un passaggio<br />
della Lettera <strong>di</strong> S. Paolo ai Colossesi: “Ra<strong>di</strong>cati e fondati in Cristo, sal<strong>di</strong> nella<br />
fede” (Col 2,7). Il mondo giovanile, comunque esso si ponga nei confronti dell’esperienza<br />
religiosa, credente o in<strong>di</strong>fferente, ha bisogno <strong>di</strong> fondamento e <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>camento<br />
non solo su precisi valori, ma su una visione della persona piena che necessariamente<br />
va a confrontarsi con il mistero del Cristo in grado <strong>di</strong> dare risposta a tutte le esigenze<br />
dell’umano.<br />
A questo riguardo faccio mie le parole del Papa: “Voi giovani avete il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />
ricevere dalle generazioni che vi precedono punti fermi per fare le vostre scelte e costruire<br />
la vostra vita come una giovane pianta ha bisogno <strong>di</strong> un saldo sostegno finchè<br />
crescono le ra<strong>di</strong>ci, per <strong>di</strong>ventare poi un albero robusto, capace <strong>di</strong> portare frutto”.<br />
(Benedetto XVI, Messaggio per la XXVI Giornata Mon<strong>di</strong>ale della Gioventù).<br />
Su questa scia, agli studenti, ai Dirigenti, agli insegnanti e ai genitori rivolgo un<br />
caloroso augurio <strong>di</strong> perseverare nel <strong>di</strong>fficile compito educativo e formativo, nel rispetto<br />
ognuno del proprio ruolo, ma anche nella reciproca e fiduciosa interazione. La<br />
collaborazione tra l’istituzione scolastica, la famiglia e la comunità è in<strong>di</strong>spensabile,<br />
perché si possa garantire una formazione integrale e piena ai nostri ragazzi.<br />
Accompagno tutti con il mio affettuoso pensiero e con la mia bene<strong>di</strong>zione.<br />
44<br />
Piero Coccia<br />
Arcivescovo
MESSAGGIO IN OCCASIONE DELLA “FESTA DEL VOTO <strong>2010</strong>”<br />
<strong>Pesaro</strong>, Settembre <strong>2010</strong><br />
Il nuovo Anno Pastorale che ci attende, ci chiama come chiesa <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong>, all’impegno<br />
della missione educativa alla fede.<br />
Tale compito non può essere attuato nella comunità cristiana se questa non vive l’esperienza<br />
<strong>di</strong> soggetto che si educa per poter poi educare. La chiesa è “Maestra” ma ancor<br />
prima è “Discepola”. Da qui nasce l’esigenza per la comunità <strong>di</strong> lasciarsi guidare dal<br />
Maestro per eccellenza che è Gesù Cristo.<br />
In questa duplicità <strong>di</strong> ruolo la figura <strong>di</strong> Maria è e rimane il vero modello educativo.<br />
Infatti, Maria è stata Donna che prima ancora <strong>di</strong> educare il suo Figlio si è lasciata educare<br />
da Lui sotto l’azione dello Spirito e nella <strong>di</strong>sponibilità al Disegno del Padre.<br />
Pertanto confortata e stimolata da Maria, la nostra chiesa ha coscienza delle tre<br />
strade che è chiamata a percorrere. Sentirsi ed essere una chiesa che continuamente<br />
cerca il suo Signore, che felicemente lo incontra e che gioiosamente <strong>di</strong>mora presso<br />
<strong>di</strong> lui.<br />
La celebrazione della festività della Madonna delle Grazie ridesti in tutti noi quella<br />
passione educativa alla fede in Gesù Cristo che prima <strong>di</strong> vederci maestri e testimoni<br />
ci veda come Maria, <strong>di</strong>scepoli attenti e generosi. Infatti Maria è la prima e perfetta<br />
<strong>di</strong>scepola <strong>di</strong> Gesù, poiché ha osservato per prima e pienamente la parola del suo Figlio<br />
<strong>di</strong>mostrando così <strong>di</strong> amarlo non solo come madre, ma prima ancora come <strong>di</strong>scepola<br />
umile e obbe<strong>di</strong>ente. Inoltre Maria non si è risparmiata nel comunicare a tutti il suo<br />
Figlio, salvezza eterna con la testimonianza della sua vita. Maria è quella Madre che<br />
dopo aver portato nel suo grembo il Figlio Gesù, e averlo dato alla luce, ha <strong>di</strong>morato<br />
presso <strong>di</strong> lui perché assorbita interamente ed intensamente dal mistero del Cristo.<br />
Esprimo mia gratitu<strong>di</strong>ne alla Comunità dei Servi <strong>di</strong> Maria per il prezioso ministero<br />
che svolgono in questo santuario mariano fortemente caro a tutti i pesaresi e per essere<br />
premurosi custo<strong>di</strong> <strong>di</strong> una ra<strong>di</strong>cata devozione mariana che ci fa contemplare in Maria<br />
l’esemplarità <strong>di</strong> una comunità cristiana <strong>di</strong>scepola e maestra.<br />
Con la mia paterna bene<strong>di</strong>zione.<br />
Piero Coccia<br />
Arcivescovo <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong><br />
45
46<br />
MESSAGGIO ALLA CITTÀ E ALL’ARCIDIOCESI<br />
IN OCCASIONE DELLA SOLENNITÀ DI S. TERENZIO<br />
<strong>Pesaro</strong>, Basilica Cattedrale<br />
24 settembre <strong>2010</strong><br />
La Chiesa , l’Educare e la Politica<br />
L’annuale solennità <strong>di</strong> S. Terenzio, Vescovo Martire e patrono dell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong>, per<br />
la chiesa che è in <strong>Pesaro</strong> coincide con l’avvio del nuovo Anno Pastorale attraverso le<br />
in<strong>di</strong>cazioni emerse nell’annuale Convegno Diocesano, che quest’anno è stato centrato<br />
su un tema <strong>di</strong> bruciante attualità: “Educarsi ed Educare alla Carità”.<br />
Ma la ricorrenza della solennità <strong>di</strong> S. Terenzio, ci chiama anche ad una riflessione<br />
sul rapporto sempre fecondo tra cristiani e società civile.<br />
Del resto il cristiano è anche citta<strong>di</strong>no e la sua vocazione <strong>di</strong> credente lo impegna<br />
inequivocabilmente ad essere testimone autentico dell’avvenimento cristiano, con tutte<br />
le implicanze che ne conseguono, “dentro” e “fuori” la chiesa.<br />
In una stagione non esente da confusione e da equivoci, una particolare attenzione,<br />
anche nel nostro territorio, appare opportuno de<strong>di</strong>carla a chiarire il rapporto tra chiesa<br />
e politica nella e<strong>di</strong>ficazione dell’unica “civitas”, sollecitati dalla convinzione <strong>di</strong> Paolo<br />
VI che definiva la “Politica la più alta forma <strong>di</strong> carità”. A questo riguardo qualche<br />
puntualizzazione mi pare necessaria e doverosa.<br />
1. Nell’orizzonte realistico della più sana tra<strong>di</strong>zione della dottrina cattolica, la prima<br />
enciclica <strong>di</strong> Benedetto XVI restituisce alla politica tutta la sua <strong>di</strong>gnità: «il giusto<br />
or<strong>di</strong>ne della società e dello Stato è compito centrale della politica» (Deus caritas est,<br />
28). È nota la ra<strong>di</strong>calità che l’espressione “giusto or<strong>di</strong>ne” ha nella storia del pensiero<br />
cristiano. Il Papa ricorda in proposito la durissima espressione <strong>di</strong> Agostino: “Se non è<br />
rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle gran<strong>di</strong> bande <strong>di</strong> ladri?”(De<br />
civitate Dei, IV, 4)<br />
Sempre in omaggio al realismo cristiano, il Santo Padre non teme <strong>di</strong> sottolineare che,<br />
essendo la politica un’attività dell’uomo, ha bisogno <strong>di</strong> continua purificazione. Essa<br />
deve costantemente essere liberata dall’«ideologia». Infatti, la libertà umana non è<br />
solo limitata perché sempre storicamente situata, ma è anche ferita dal peccato.<br />
L’incontro con Gesù Cristo, attraverso la fede vissuta nella comunità ecclesiale, si<br />
propone all’uomo come strada e forza per questa purificazione anche sociale. Di purificazione<br />
non ha bisogno solo l’ amore interpersonale (eros-agape), ma anche quello<br />
sociale (giustizia-carità).<br />
2. Su questa base la Chiesa collabora e sostiene la politica, ma non la sostituisce:<br />
«La Chiesa non può e non deve prendere nelle sue mani la battaglia politica per realizzare<br />
1a società più giusta possibile. Non può e non deve mettersi al posto dello Stato.<br />
Ma non può e non deve neanche restare ai margini nella lotta per la giustizia» (Deus<br />
caritas est, 28). È un servizio che la Chiesa rende agli uomini <strong>di</strong> ogni generazione e<br />
che non si può mai considerare compiuto una volta per tutte. Anche nel campo sociale<br />
infatti, non si procede formulando una teoria corretta per poi applicarla alla realtà.<br />
Sarebbe come inseguire l’ «inesistente luogo» dell’utopia. Invece ogni tentazione utopica<br />
è sconfitta dall’impegno «critico» degli uomini nei confronti dei processi storici<br />
propri della loro epoca. I cristiani, in cor<strong>di</strong>ale collaborazione con tutti, sono pertanto<br />
chiamati a perseguire, <strong>di</strong> volta in volta, il giusto or<strong>di</strong>ne della società.
3. In che modo allora la Chiesa offre il suo specifico contributo alla società civile<br />
e alla politica?<br />
Innanzitutto un compito specifico nella costruzione <strong>di</strong> un or<strong>di</strong>ne sociale giusto è<br />
svolto dalla Chiesa attraverso la funzione educativa che le è propria. È quello che<br />
Benedetto·XVI definisce compito me<strong>di</strong>ato dal momento che il “compito imme<strong>di</strong>ato<br />
<strong>di</strong> operare per un giusto or<strong>di</strong>ne della società è invece proprio dei fedeli laici” (Deus<br />
caritas est, 29). A questo compito squisitamente antropologico – <strong>di</strong> una antropologia<br />
che vede in unità duale in<strong>di</strong>viduo e società’- è chiamata tutta la comunità ecclesiale<br />
nel variegato <strong>di</strong>spiegarsi delle sue forme: famiglie, parrocchie, scuole, aggregazioni,<br />
centri culturali…<br />
L’educazione al “pensiero <strong>di</strong> Cristo” (cfr. 1Cor 2,16) riguarda tutti. Un esercizio<br />
in cui ciascuno credente dovrà essere attivo sia come educatore sia come educando.<br />
Il Compen<strong>di</strong>o della dottrina sociale, che condensa principi <strong>di</strong> riflessione, criteri <strong>di</strong><br />
giu<strong>di</strong>zio e <strong>di</strong>rettive <strong>di</strong> azione, è certamente uno strumento privilegiato per svolgere<br />
questo compito educativo.<br />
Dal come e dal quanto la comunità cristiana vive con serietà questo primario compito<br />
pedagogico, <strong>di</strong>penderà in gran parte la seconda modalità <strong>di</strong> azione ecclesiale che<br />
caratterizza invece la vocazione specifica dei fedeli laici nel mondo. L’esercizio della<br />
carità sociale - identificato nel n. 1939 del Catechismo della Chiesa Cattolica con il<br />
principio <strong>di</strong> solidarietà, coessenziale a quello <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>arietà - ha infatti nei laici i suoi<br />
<strong>di</strong>retti protagonisti. I fedeli laici vivono la loro missione in modo adeguato educandosi<br />
e educando alla carità, non solo nella sfera sociale ma anche in quella politica.<br />
4. Se il compito imme<strong>di</strong>ato <strong>di</strong> operare nella società civile appartiene ai fedeli laici,<br />
in quale forma questi dovranno agire nelle mutate circostanze storiche che caratterizzano<br />
la società plurale?<br />
“Il mondo necessita <strong>di</strong> una nuova generazione <strong>di</strong> laici cristiani impegnati”(Benedetti<br />
XVI, Omelia al Santuario <strong>di</strong> Nostra Signora <strong>di</strong> Banaria a Cagliari il 7 settembre 2008).<br />
L’affermazione <strong>di</strong> Benedetto XVI da una parte riprende, almeno per quanto riguarda<br />
l’Italia, un insegnamento magisteriale e una pratica laicale che hanno ra<strong>di</strong>ci profonde,<br />
dall’altra, riproposta nel quadro del tutto ine<strong>di</strong>to <strong>di</strong> una società da almeno quarant’anni<br />
in rapida e profonda transizione, chiede <strong>di</strong> essere precisata. Essa necessita <strong>di</strong> essere<br />
appropriatamente compresa e soprattutto documentata nella sua possibilità <strong>di</strong> tradursi<br />
in criterio pratico <strong>di</strong> azione nei vari ambiti secolari dell’umana esistenza, compreso<br />
quello della politica, all’interno <strong>di</strong> una società plurale e <strong>di</strong> uno Stato <strong>di</strong>ritto come<br />
l’Italia <strong>di</strong> oggi.<br />
Detto in altri termini, quali sono le vie da intraprendere per l’impegno politico, anche<br />
in senso stretto, dei cattolici nella società attuale, così profondamente mutata?<br />
5. In primo luogo bisogna guardare alla mutazione in atto con una doppia certezza.<br />
Anzitutto con la coscienza che il cambiamento è talmente ra<strong>di</strong>cale che non può essere<br />
definito solo con la parola “epocale”. Quanto sta succedendo livello del “bios” (vita)<br />
è un ine<strong>di</strong>to assoluto, da quando l’uomo è entrato sulla scena del gran teatro del mondo.<br />
Tanto da far <strong>di</strong>re a certi critici, peraltro intelligenti anche se intrisi <strong>di</strong> un eccesso<br />
<strong>di</strong> ottimismo: “Siamo sul punto <strong>di</strong> staccare completamente l’umano dalla naturalità<br />
della specie. È in atto una sorta <strong>di</strong> gran<strong>di</strong>oso «effetto eversivo»”. Questo è il significato<br />
autentico del nostro presente: la totalizzazione tecnica della natura. La vita sta<br />
<strong>di</strong>ventando un prodotto della tecnica.<br />
47
In secondo luogo ci si guarderà bene dal considerare il travaglio <strong>di</strong> oggi lasciandosi<br />
conquistare dalla “psicologia del corvo”: quella per cui, quando sul campo della storia<br />
non restasse che un cumulo <strong>di</strong> cadaveri, arriverebbero i<br />
cristiani, da vincitori, a farne bottino. La grande risorsa della fede in un Dio provvidente<br />
che guida la famiglia umana e la storia, in Gesù Cristo Salvatore che vince<br />
il peccato e la morte e nella Chiesa Madre e Maestra che accompagna i credenti nel<br />
miracolo quoti<strong>di</strong>ano della comunione solidale, non esime i cristiani dal vivere il dramma<br />
dell’esistenza in unione con tutti i fratelli uomini e con la loro angoscia. La verità<br />
cristiana si gioca nella storia e la storia non è deducibile a priori.<br />
Accettando <strong>di</strong> buon grado che la società plurale nella quale i cattolici sono oggi<br />
chiamati a vivere, implica la necessità <strong>di</strong> un confronto a 360 0 con tutti i soggetti in<br />
campo, teso a in<strong>di</strong>viduare i beni comuni sia spirituali che materiali e le politiche adeguate<br />
a promuoverli, i cattolici non devono rassegnarsi all’irrilevanza come cattolici.<br />
Al contrario, proprio perché la rappresentanza cattolica non è più garantita da un<br />
partito, ai fedeli laici è richiesto <strong>di</strong> saper concorrere al bene comune rendendo così<br />
pubblicamente ragione della fecon<strong>di</strong>tà sociale della propria fede. E questo ha delle<br />
conseguenze decisive per i contenuti e il metodo dell’impegno politico. In pratica,<br />
operando in partiti <strong>di</strong>versi, i laici cattolici dovranno praticare il decisivo principio del<br />
“<strong>di</strong>stinguere nell’unito”. Non dovranno perdere, nell’ elaborazione e nell’attuazione<br />
dei programmi, il senso della comune appartenenza ecclesiale e mostrare la necessità<br />
dell’unità nelle questioni non negoziabili.<br />
A questo scopo i laici <strong>di</strong>spongono dell’ eccezionale patrimonio rappresentato dalla<br />
dottrina sociale della Chiesa e non possono mai <strong>di</strong>menticare che è necessario un impegno<br />
«critico» con i processi storici della propria epoca.<br />
Tuttavia è necessario richiamare che per il cristiano questo impegno civile , soprattutto<br />
quello politico, altro non è che il prolungamento, fatte le debite <strong>di</strong>stinzioni,<br />
della logica della testimonianza intesa come atteggiamento a un tempo speculativo e<br />
pratico (non come pura generosità, ma come concezione e metodo d’azione). Se si testimoniano<br />
in ogni ambito dell’umana esistenza, compreso quello politico, le proprie<br />
convinzioni, non si lede il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> nessuno.<br />
Del resto la sana ed auspicabile laicità, <strong>di</strong> cui tanto si parla, <strong>di</strong>versa dal laicismo<br />
ideologico, non è forse capacità <strong>di</strong> sintesi in grado <strong>di</strong> realizzare la “vita buona” con il<br />
concorso <strong>di</strong> tutti, non solo attraverso il “compromesso nobile” ma soprattutto attraverso<br />
una doverosa è vincolante attenzione a quella che i politologi definiscono la “tra<strong>di</strong>zione<br />
prevalente” <strong>di</strong> una società, espressa con l’esercizio <strong>di</strong> una corretta democrazia<br />
garantita dallo stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto?<br />
Auguro a tutta la comunità <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong> ed in particolare alla chiesa ed al suo laicato<br />
impegnato, una attenta riflessione anche sull’Educare e sull’Educarci alla politica,<br />
forma alta della carità.<br />
Con la mia paterna bene<strong>di</strong>zione.<br />
48<br />
Piero Coccia<br />
Arcivescovo
INDIRIZZO DI SALUTO A S. E. CARD. SERGIO SEBASTIANI<br />
IN OCCASIONE DELLA CELEBRAZIONE EUCARISTICA DELLA<br />
SOLENNITÀ DI S. TERENZIO VESCOVO, MARTIRE<br />
E PATRONO DELL’ARCIDIOCESI DI PESARO<br />
Eminenza Reveren<strong>di</strong>ssima,<br />
è con vivo piacere che L’accogliamo <strong>di</strong> nuovo a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> quasi un mese nella<br />
nostra città <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong>.<br />
Nell’accoglierLa, a nome <strong>di</strong> tutte le componenti della nostra chiesa locale, <strong>di</strong> tutte<br />
le autorità civili e militari, Le esprimo i sentimenti della gratitu<strong>di</strong>ne profonda per<br />
aver accettato l’invito <strong>di</strong> essere qui tra <strong>di</strong> noi per celebrare l’Eucaristia che ci fa fare<br />
memoria <strong>di</strong> S. Terenzio, primo indomito vescovo della comunità cristiana pesarese,<br />
martire fedele dell’avvenimento cristiano in questa terra e patrono venerato dalla nostra<br />
comunità cristiana che trova in questa sublime figura punto <strong>di</strong> riferimento e <strong>di</strong><br />
esemplarità per vivere la propria fede, in maniera motivata, convinta e testimoniata.<br />
Eminenza, mi è caro ricordarLe che la solennità <strong>di</strong> S. Terenzio coincide per la<br />
nostra chiesa locale, con l’avvio del cammino del nuovo anno pastorale che vedrà<br />
la chiesa <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong> impegnata nell’ “Educarsi e nell’educare alla carità”, seguendo<br />
il monito <strong>di</strong> San Paolo rivolto ai cristiani “Se non ho la carità, non sono nulla” (cfr.<br />
1Cor 13,2).<br />
Tale avvio è stato preceduto da un rilevante e riuscito Convegno Diocesano tenutosi<br />
il 17 e 18 <strong>di</strong> questo mese <strong>di</strong> settembre e che ha impegnato tutta la chiesa <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong><br />
nella preghiera, nella verifica e nella riflessione sul tema della carità in connessione<br />
con quello dell’educazione. Questo evento ci ha dato precise in<strong>di</strong>cazioni per definire<br />
concretamente le linee guida da mettere in atto nell’anno pastorale che ci attende.<br />
La nostra chiesa locale ricca <strong>di</strong> possibilità, <strong>di</strong> spiritualità, <strong>di</strong> carismi, <strong>di</strong> ministeri,<br />
pur nell’esiguità numerica e nell’elevato tasso <strong>di</strong> anzianità del suo clero è una chiesa<br />
“bella”, viva, desiderosa <strong>di</strong> crescere, impegnata a raccogliere le sfide del nostro tempo<br />
e del nostro territorio con fermezza e coraggio. A questo proposito significativi e<br />
opportuni sono stati i cammini intrapresi, in piena comunione con gli orientamenti<br />
della chiesa italiana in<strong>di</strong>cati nel documento “Comunicare il Vangelo in un mondo che<br />
cambia”. Sono questi cammini che amo ricordare a me e a tutta la comunità.<br />
Ampio spazio abbiamo dato alla riflessione sui sacramenti dell’Iniziazione<br />
Cristiana con particolare riferimento al tessuto ecclesiale e sociale del nostro<br />
territorio.<br />
Notevole attenzione abbiamo de<strong>di</strong>cato alla vocazione e alla ministerialità nella<br />
nostra chiesa, con la duplice esigenza emersa <strong>di</strong> curare la formazione e la creazione<br />
<strong>di</strong> nuove figure ministeriali.<br />
Forte impulso è stato dato al laicato coinvolgendolo in cammini formativi soli<strong>di</strong><br />
(su cui abbiamo fatto preciso investimento <strong>di</strong> risorse ed anche <strong>di</strong> strutture),<br />
in forme <strong>di</strong> collaborazione attiva e nella esperienza della corresponsabilità a<br />
vari livelli.<br />
Ancora, la duplice <strong>di</strong>mensione costitutiva della chiesa chiamata alla comunione<br />
teologale ed ecclesiale e alla missione, ci ha coinvolti in cammino <strong>di</strong> rafforzamento<br />
della comunione tra Vescovo, presbiteri e laici e perché no, anche<br />
49
<strong>di</strong> ripensamento critico verso forme <strong>di</strong> autonomia e <strong>di</strong> autoreferenzialità delle<br />
nostre parrocchie. A questo riguardo la Visita Pastorale preparata ed attuata<br />
in forma capillare ed intrapresa quasi due anni fa in tutte le parrocchie, si sta<br />
rivelando una felice esperienza non solo <strong>di</strong> conoscenza ma <strong>di</strong> crescita <strong>di</strong> una<br />
chiesa guidata dal suo Pastore e chiamata a forme <strong>di</strong> comunione sempre più intense<br />
e convinte come anche a forme <strong>di</strong> missione sempre più coraggiose nelle<br />
relazioni della quoti<strong>di</strong>anità e nei vari ambiti delle attività umane.<br />
Da ultimo, lo scorso anno, in forma profetica, ci siamo avviati in una riflessione<br />
che ci ha responsabilizzati sulla questione educativa in riferimento alla<br />
trasmissione della fede. Impegno questo, primario, del soggetto chiesa in tutte<br />
le sue articolazioni e che esige una presa <strong>di</strong> coscienza sempre più forte unitamente<br />
a scelte pastorali mirate per dare risposta a tante sfide ine<strong>di</strong>te che ci<br />
occupano e ci preoccupano.<br />
Questi cammini intrapresi dalla nostra chiesa locale non possono certamente considerarsi<br />
conclusi. Essi ci hanno consentito <strong>di</strong> maturare, ma chiedono in forma perentoria<br />
<strong>di</strong> essere continuati, sviluppati e raccordati dentro le due gran<strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nate della “continuità”<br />
e della “ulteriorità”.<br />
Eminenza carissima, la Sua presenza quale collaboratore <strong>di</strong>retto del S. Padre nel<br />
governo della chiesa universale, come autorevole e stimato membro <strong>di</strong> varie ed importanti<br />
Congregazioni, unitamente a quanto vorrà <strong>di</strong>rci, ci sarà contestualmente <strong>di</strong><br />
conforto, <strong>di</strong> aiuto e <strong>di</strong> stimolo nel continuare il nostro cammino <strong>di</strong> chiesa locale per<br />
crescere in una fede sempre più matura. Anche <strong>di</strong> questo Le siamo riconoscenti.<br />
Grazie ancora per la Sua presenza, per la Sua testimonianza e per il Suo magistero.<br />
Le assicuro che, unitamente ai sentimenti <strong>di</strong> stima verso la Sua amabile persona, può<br />
contare sulla preghiera della chiesa che è in <strong>Pesaro</strong>.<br />
50<br />
Piero Coccia<br />
Arcivescovo
DECRETI E NOMINE<br />
1. Con decreto del 30 agosto <strong>2010</strong>, il REV. SAC. P. GIANSANTE LENTI è nominato<br />
VICARIO PARROCCHIALE della Parrocchia <strong>di</strong> S. FRANCESCO D’ASSISI<br />
IN PESARO a far luogo dal 01 settembre <strong>2010</strong>.<br />
2. Con decreto del 01 settembre <strong>2010</strong>, è mo<strong>di</strong>ficata la composizione del CONSI-<br />
GLIO PASTORALE. Il REV. SAC. STEFANO BRIZI, VICARIO EPISCOPA-<br />
LE PER LA PASTORALE è inserito quale membro <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto in sostituzione <strong>di</strong><br />
MONS. MARCO FARINA.<br />
3. Con decreto del 01 settembre <strong>2010</strong>, sono revocati tutti gli incarichi <strong>di</strong> ministero<br />
affidatigli al REV. SAC. GIUSEPPE VESCHI, nato a Livraga (MI) il 1º luglio<br />
1932.<br />
4. Con decreto del 01 settembre <strong>2010</strong>, il REV. SAC. MICHELE ROSSINI è nominato<br />
AMMINISTRATORE PARROCCHIALE della Parrocchia <strong>di</strong> SAN LUIGI<br />
GONZAGA IN PESARO a far luogo dalla stessa data.<br />
5. Con decreto del 01 settembre <strong>2010</strong>, il REV. SAC. MARIO FLORIO è nominato<br />
DIRETTORE DELLA PASTORALE ECUMENICA E IL DIALOGO INTER-<br />
RELIGIOSO a far luogo dalla stessa data.<br />
6. Con decreto del 01 settembre <strong>2010</strong>, il REV. SAC. GIORGIO PAOLINI è nominato<br />
VICARIO FORANEO DELLA VICARIA DI MONTECCHIO a far luogo<br />
dalla stessa data, fino al 16 giugno 2011, scadenza naturale del mandato degli<br />
attuali Vicari Foranei.<br />
7. Con decreto del 01 settembre <strong>2010</strong>, il REV. SAC. P. SANTHOSH THOMAS (Sebastiano)<br />
KALLARAKKAL è nominato AIUTO PASTORALE della Parrocchia<br />
del CORPUS DOMINI IN PADIGLIONE DI TAVULLIA (PU) a far luogo dalla<br />
stessa data.<br />
8. Con decreto del 01 settembre <strong>2010</strong>, il REV. SAC. P. CATALIN CIBEA è nominato<br />
AIUTO PASTORALE della Parrocchia <strong>di</strong> S. GIOVANNI BATTISTA IN<br />
BABBUCCE DI TAVULLIA (PU) a far luogo dalla stessa data.<br />
9. Con decreto del 01 settembre <strong>2010</strong> sono costituiti i seguenti VICARIATI:<br />
- VICARIATO EPISCOPALE PER LA PASTORALE<br />
- VICARIATO EPISCOPALE PER IL CLERO ANZIANO<br />
- VICARIATO EPISCOPALE PER LA VITA CONSACRATA<br />
e sono nominati:<br />
- REV. SAC. STEFANO BRIZI, Vicario Episcopale per la Pastorale<br />
- REV. MONS, MARCO FARINA, Vicario Episcopale per il Clero Anziano<br />
- REV. SAC. P. FRANCESCO LENTI, Vicario Episcopale per la Vita Consacrata<br />
a far luogo dalla stessa data, per la durata <strong>di</strong> un triennio.<br />
51
52<br />
COMUNICAZIONI<br />
DEL VICARIO GENERALE<br />
Mons. ROMANO MORINI<br />
ARCIDIOCESI DI PESARO<br />
Il Vicario Generale<br />
Via Rossini, 62 – 61121 <strong>Pesaro</strong><br />
Tel. 072130043 Fax 072132422<br />
vicariogenerale@arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it<br />
<strong>Pesaro</strong>, 13 settembre <strong>2010</strong><br />
Sacerdoti, Diaconi, Religiosi e Religiose<br />
Ripren<strong>di</strong>amo, dopo le “Vacanze estive”, il cammino pastorale del nuovo anno con la<br />
guida dello Spirito Santo e, nella comunione dei Santi, con la protezione della Vergine<br />
delle Grazie e <strong>di</strong> San Terenzio nostri protettori.<br />
La vita pastorale delle singole comunità è alimentata anche da momenti <strong>di</strong>ocesani per<br />
Sacerdoti, Diaconi, Religiosi, Religiose e laici.<br />
MOMENTI DIOCESANI<br />
Venerdì 17 e sabato 18 settembre:<br />
Convegno Diocesano: al Cinema-Teatro <strong>di</strong> Loreto, secondo il programma già<br />
inviato. Il Convegno, come in<strong>di</strong>cato dalla presentazione <strong>di</strong> Mons. Arcivescovo,<br />
è incentrato sul tema dell’ “Educarsi ed educare alla carità” come elemento<br />
essenziale ed in<strong>di</strong>spensabile della vita <strong>di</strong> fede della persona e della comunità.<br />
Il Convegno mira ad un’ulteriore crescita della <strong>di</strong>mensione caritativa attraverso<br />
la formazione e i servizi articolati della carità. Mira anche alla costituzione in<br />
ogni parrocchia della Caritas come strumento pastorale che sensibilizza, promuove<br />
e coor<strong>di</strong>na la carità:<br />
Lunedì 20 settembre:<br />
Mandato agli operatori pastorali:<br />
In Cattedrale alle ore 21,15 Mons. Arcivescovo darà il “Mandato” a Catechisti,<br />
Ministri Straor<strong>di</strong>nari della S.Comunione, Animatori della liturgia e della<br />
carità.<br />
Il mandato da parte <strong>di</strong> Mons. Arcivescovo vuole esprimere che i vari servizi<br />
degli operatori pastorali sono non un fatto in<strong>di</strong>viduale e in<strong>di</strong>pendente ma comunitario<br />
ed ecclesiale.
Venerdì 24 settembre:<br />
Solennità <strong>di</strong> San Terenzio Patrono della nostra <strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong>.<br />
Il momento culminante del “Settenario” sarà la processione alle ore 17,00 con<br />
l’urna del Santo che si concluderà alle ore 18,00 in Cattedrale con la concelebrazione<br />
eucaristica presieduta da S.E. il Card. Sergio Sebastiani insieme al<br />
nostro Arcivescovo.<br />
Durante la stessa celebrazione saranno ricordati i 25°, 50° e 60° <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nazione<br />
sacerdotale e <strong>di</strong> professione religiosa.<br />
Saluteremo i festeggiati alle ore 20,00 a Villa Borromeo con una cena fraterna.<br />
Sono invitati Sacerdoti, Diaconi, Religiosi e Religiose.<br />
Lunedì 27 settembre:<br />
Inizio Anno Accademico del nostro Istituto Superiore <strong>di</strong> Scienze Religiose,<br />
che sta dando ancora frutti positivi per la partecipazione degli alunni e per la<br />
qualità dell’insegnamento.<br />
È uno strumento integrativo importante per la formazione e la crescita dei<br />
nostri laici.<br />
Le modalità <strong>di</strong> iscrizione e <strong>di</strong> partecipazione sono in<strong>di</strong>cate nel materiale inviato.<br />
Lunedì 27 settembre:<br />
Giornata Mon<strong>di</strong>ale del Turismo, in concomitanza con l’Anno internazionale<br />
della Bio<strong>di</strong>versità <strong>di</strong>chiarato dall’ONU.<br />
Per opportunità la Giornata nella domenica precedente.<br />
Giovedì 14 ottobre:<br />
Ritiro spirituale a Villa Borromeo non più alle ore 9,30 ma alle ore 10,00<br />
come saranno i prossimi incontri del Clero.<br />
Domenica 17 ottobre:<br />
Solennità della Beata Vergine delle Grazie, compatrona della nostra <strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong>.<br />
La tra<strong>di</strong>zionale “Festa del voto” avrà i momenti salienti nella concelebrazione<br />
eucaristica delle ore 10,30 presieduta da Mons. Arcivescovo e nella processione<br />
delle ore 16,00.<br />
La festa sarà preceduta da una novena <strong>di</strong> preparazione secondo un programma<br />
che i Padri Servi <strong>di</strong> Maria del Santuario invieranno.<br />
Il ricordo dell’intervento della Madonna in una circostanza particolarmente<br />
drammatica della nostra vita pesarese ravvivi la nostra fede e la nostra devozione<br />
in Maria nella speranza che la madre <strong>di</strong> Cristo e della Chiesa continuerà<br />
ad accompagnare i suoi figli con amore materno.<br />
Da lunedì 18 a venerdì 22 ottobre:<br />
Esercizi spirituali a Villa Borromeo per Sacerdoti, Diaconi e Religiosi.<br />
Saranno guidati da Don Angelo De Donatis, parroco <strong>di</strong> Roma ed esperto biblista.<br />
In<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> svolgimento e <strong>di</strong> iscrizioni sono nella lettera inviata da don<br />
Stefano Brizi.<br />
53
Domenica 24 ottobre:<br />
Giornata Missionaria Mon<strong>di</strong>ale.<br />
Il materiale e i sussi<strong>di</strong> per la Giornata saranno inviati da don Michele Simoncelli.<br />
Le offerte consegnate in Curia: 2008 € 17.060,00; 2009 € 17.771,00.<br />
Venerdì 29 ottobre:<br />
Inizio del Corso per Operatori Pastorali della Catechesi, Liturgia e Carità.<br />
Gli incontri si svolgeranno ogni ultimo venerdì del mese da ottobre a marzo<br />
(eccetto <strong>di</strong>cembre).<br />
Il Corso è guidato dal nostro Istituto Superiore <strong>di</strong> Scienze Religiose.<br />
Domenica 31 ottobre:<br />
Inizio della Peregrinatio Mariae in Diocesi con l’immagine della Madonna<br />
<strong>di</strong> Loreto.<br />
L’immagine sarà accolta in Cattedrale e successivamente sarà portata nelle varie<br />
Vicarie fino al 21 novembre <strong>2010</strong>, secondo un programma stabilito dalle<br />
singole Vicarie.<br />
La Peregrinatio Mariae stabilita dai Vescovi delle Marche per ogni Diocesi,<br />
vuol essere un modo per prepararci al Congresso Eucaristico Nazionale in Ancona<br />
dal 3 all’11 settembre 2011. Perciò la riflessione e la preghiera saranno<br />
incentrate, come in<strong>di</strong>cato dai sussi<strong>di</strong>, sul rapporto tra Maria ed Eucarestia.<br />
54<br />
NOMINE<br />
- Nuovi Vicari Episcopali con compiti nuovi:<br />
1. Don Stefano Brizi: Vicario Episcopale per la Pastorale.<br />
2. Mons. Marco Farina: Vicario Episcopale per il Clero anziano.<br />
3. Padre Francesco Lenti: Vicario Episcopale per la vita consacrata (Religiosi e<br />
Religiose).<br />
Durata triennale con inizio 1º settembre <strong>2010</strong>.<br />
- Don Michele Rossini: Amministratore Parrocchiale della Parrocchia S. Luigi, resasi<br />
vacante per le <strong>di</strong>missioni <strong>di</strong> Don Giuseppe Veschi, dovute a motivo <strong>di</strong> età e <strong>di</strong><br />
salute.<br />
- Don Giorgio Paolini: Vicario Foraneo della Vicaria <strong>di</strong> Montecchio, in sostituzione<br />
<strong>di</strong> Don Stefano Brizi, nominato Vicario Episcopale. Inizio dell’incarico il 1º settembre<br />
e cessazione, come gli altri Vicari Foranei, a giugno 2011. Viene sollevato<br />
dall’incarico <strong>di</strong> Direttore dell’Ufficio Diocesano per l’Ecumenismo.<br />
- Don Mario Florio assume l’incarico anche <strong>di</strong> Direttore dell’Ufficio Diocesano per<br />
l’Ecumenismo, in sostituzione <strong>di</strong> Don Giorgio Paolini.<br />
- Padre Santhosh Thomas (Sebastiano) della Comunità degli Aral<strong>di</strong> della Buona<br />
Novella residente a Tre Ponti è nominato aiuto pastorale della Parrocchia Corpus<br />
Domini in Pa<strong>di</strong>glione <strong>di</strong> Tavullia.<br />
- Padre Catalin Cibea, <strong>di</strong> nazionalità rumena, appartenente alla Comunità dei Frati<br />
Conventuali <strong>di</strong> Gabicce Mare, è nominato aiuto pastorale della Parrocchia <strong>di</strong><br />
S. Giovanni Battista in Babbucce <strong>di</strong> Tavullia.
ALLEGATI<br />
1. Messaggio per la Giornata Mon<strong>di</strong>ale del Turismo da parte del Pontificio Consiglio<br />
della Pastorale per gli Emigranti e gli Itineranti.<br />
2. Messaggio dei Vescovi italiani ai Sacerdoti italiani. È bene leggerlo, ci fa bene: fa<br />
giustizia delle generalizzazioni malevoli e calunniatorie sui Sacerdoti da parte <strong>di</strong><br />
molta stampa e della TV.<br />
AugurandoVi buon lavoro nel nuovo anno pastorale, confermati dalla fede, dalla speranza<br />
e dalla carità, cor<strong>di</strong>ali e fraterni saluti.<br />
Sac. Romano Morini<br />
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56<br />
CANCELLERIA ARCIVESCOVILE<br />
ARCIDIOCESI DI PESARO<br />
Ufficio Cancelleria Vescovile<br />
Via Rossini, 62 – 61121 <strong>Pesaro</strong><br />
Tel. 072130043 Fax 072132422<br />
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CONFERIMENTO MINISTERO<br />
Parrocchia S. Stefano <strong>di</strong> Candelara<br />
In data 19 Settembre <strong>2010</strong> al Sig. EMILIO PIETRELLI della Parrocchia <strong>di</strong> Santo<br />
Stefano <strong>di</strong> Candelara, l’Arcivescovo <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong>, S.E. Mons. Piero Coccia, ha conferito<br />
il Ministero Istituito dell’Accolitato.<br />
<strong>Pesaro</strong>, 20 settembre <strong>2010</strong><br />
Il Cancelliere Arcivescovile<br />
Sac. Giuseppe Scarpetti
ATTIVITÀ DEGLI ORGANISMI DIOCESANI<br />
- CONSIGLIO DIOCESANO AFFARI ECONOMICI<br />
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58<br />
CONSIGLIO DIOCESANO AFFARI ECONOMICI<br />
ARCIDIOCESI DI PESARO<br />
Ufficio Amministrativo<br />
Via Rossini, 62 – 61121 <strong>Pesaro</strong><br />
Tel. 072130043 Fax 072132422<br />
e-mail: <strong>di</strong>r.amministrativo@arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it<br />
VERBALE DEL CONSIGLIO PER GLI AFFARI ECONOMICI<br />
<strong>Pesaro</strong>, 5 luglio <strong>2010</strong><br />
Consiglieri presenti:<br />
S.E. Mons. Piero Coccia che presiede l’incontro, Mons. Romano Morini Vicario,<br />
Sig. Macchini Elio Economo <strong>di</strong>ocesano, Sac. Silvano Pierbattisti Direttore Ufficio<br />
Amministrativo, Sac. Severo Giagnolini, Sac. Fernando Boria, Dott. Luigi Lilliu,<br />
Ing. Gabriele Giacomini, Arch. Attilio Magi, Geom.Giampiero Bellucci.<br />
Assenti giustificati:<br />
Sac. Giuseppe Signoretti, Dott. Gastone Bertozzini, Dott. Gaetano Buttafarro,<br />
Rag. Gianfranco Angelini.<br />
Premessa: Tutte le seguenti conclusioni del Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione hanno avuto<br />
l’approvazione dell’Or<strong>di</strong>nario Diocesano Mons. Piero Coccia, il quale ha presieduto<br />
la riunione.<br />
1 - Visione e approvazione del Bilancio Consuntivo dell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong>: anno 2009.<br />
Mons. Vescovo prende la parola ringraziando coloro che si adoperano nel campo degli<br />
Affari Economici e nel formulare il bilancio della nostra <strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong>. Una particolare<br />
gratitu<strong>di</strong>ne al Sig. Economo Elio Macchini, alla commercialista Mara Lorenzetti, e<br />
al Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione; ha proseguito poi con l’esprimere l’importanza <strong>di</strong><br />
avere un quadro esatto della situazione economica anche per formulare un bilancio <strong>di</strong><br />
previsione aderente alle vere <strong>di</strong>sponibilità.<br />
La commercialista Lorenzetti ha quin<strong>di</strong> presentato il Bilancio dell’anno 2009 sia nella<br />
parte Patrimoniale che in quella Economica, con delucidazioni espresse dal nostro<br />
Economo, rispondendo alle richieste <strong>di</strong> spiegazione dei Consiglieri. La comparazione<br />
con gli ultimi due esercizi ha reso possibile un’analisi più approfon<strong>di</strong>ta della gestione.
Le variazioni rispetto agli anni precedenti sono dovute in parte alla confluenza dei<br />
Patrimoni delle Confraternite nella proprietà dell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> e la donazione all’Ente<br />
<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> “Palazzo Lazzarini da parte del Seminario.<br />
L’avanzo <strong>di</strong> Gestione dell’anno 2009 è stato <strong>di</strong> € 321.630 con un minor utile rispetto<br />
all’anno precedente <strong>di</strong> € 75.741.<br />
Nel Conto Economico si è rilevato un incremento <strong>di</strong> spesa <strong>di</strong> alcune voci come i Costi<br />
<strong>di</strong> Gestione Fabbricati <strong>di</strong> € 110.864 riguardanti soprattutto le utenze <strong>di</strong> Gas, acqua,<br />
energia elettrica: quasi il doppio rispetto al precedente anno, incremento passivo dovuto<br />
ai conferimenti degli immobili <strong>di</strong> cui sopra.<br />
Infine, dopo aver ascoltato il nostro economo che, in particolari casi, si è servito della<br />
Consulenza <strong>di</strong> persone esperte nel campo - giuri<strong>di</strong>co, economico, amministrativo,<br />
patrimoniale, - il Consiglio ha approvato all’unanimità il Bilancio Patrimoniale ed<br />
Economico dell’anno 2009.<br />
2 - Parrocchia S. Pietro in Rosis <strong>di</strong> Ginestreto, il parroco don Enrico Giorgini<br />
chiede: a) l’autorizzazione a cedere per quattro anni una stanza al Comune per<br />
ambulatorio; b) un contributo <strong>di</strong> € 1.500 per riparazione del tetto della Chiesa<br />
<strong>di</strong> Villa Betti.<br />
a) Il Consiglio prende atto della esigenza dei parrocchiani <strong>di</strong> Ginestreto <strong>di</strong> avere<br />
un ambulatorio me<strong>di</strong>co sul posto, per questo autorizza il parroco: 1) a concedere<br />
all’Amministrazione Comunale, per il periodo <strong>di</strong> anni 4, una stanza della canonica<br />
a con<strong>di</strong>zione che non venga a compromettere il futuro lavoro pastorale; 2) che<br />
venga costruito un bagno nello stesso piano dell’ambulatorio a spese del Comune;<br />
3) che venga formulato un “comodato” col Comune per il periodo <strong>di</strong> anni quattro;<br />
4) che la parrocchia sia libera da ogni responsabilità e il Comune faccia un’assicurazione<br />
a copertura <strong>di</strong> ogni rischio.<br />
b) Viene concesso il contributo <strong>di</strong> € 1.500 per la riparazione del tetto della Chiesa <strong>di</strong><br />
Villa Betti.<br />
3 - Parrocchia <strong>di</strong> S. Stefano, Candelara: richiesta <strong>di</strong> comodato gratuito per il<br />
Circolo ACLI.<br />
Preso atto che è importante regolarizzare una situazione che perdura da oltre cinquant’anni,<br />
il Consiglio autorizza il parroco don Marco Di Giorgio a concedere un comodato<br />
gratuito a tempo indeterminato all’Associazione ACLI <strong>di</strong> Candelara per l’occupazione<br />
<strong>di</strong> uno stabile al pian terreno della Parrocchia in Via Trebbio della Sconfitta<br />
n. 1, con l’augurio che gli ambienti occupati continuino ad essere utilizzati al meglio<br />
secondo i principi statutari del Movimento e le esigenze pastorali della parrocchia.<br />
4 - Seminario Arcivescovile: autorizzazione a proseguire i lavori nello stabile <strong>di</strong><br />
via Bixio in <strong>Pesaro</strong>.<br />
Il Consiglio autorizza l’Ente Seminario nella persona del suo legale rappresentante<br />
Mons. Romano Morini, a proseguire i lavori <strong>di</strong> ristrutturazione dello stabile <strong>di</strong> via<br />
Bixio, ora resosi libero nella zona principale dell’e<strong>di</strong>ficio da persone e cose, per un<br />
importo <strong>di</strong> € 380.000,00 circa. La presente autorizzazione ha come con<strong>di</strong>zione la decisione<br />
favorevole ai lavori da parte del Consiglio <strong>di</strong> Amministrazione del Seminario.<br />
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5 - Parrocchia <strong>di</strong> Fiorenzuola <strong>di</strong> Focara: domanda <strong>di</strong> contributo del Parroco, Sac.<br />
Silvano Ricci, per l’allaccio alla fognatura comunale delle acque bianche e nere.<br />
Il Consiglio prende atto dei lavori eseguiti alla Casa Canonica sostenuti economicamente<br />
dalla parrocchia.<br />
Quanto alla spesa <strong>di</strong> circa € 30.000,00 per l’allaccio delle acque alla rete fognaria del<br />
Comune, si raccomanda al parroco <strong>di</strong> chiedere altro preventivo a <strong>di</strong>tta <strong>di</strong> fiducia per<br />
ridurre i costi quanto più possibile.<br />
Tenuto presente che la spesa per la fognatura doveva essere coperta dalla ven<strong>di</strong>ta al<br />
Comune <strong>di</strong> un frustolo <strong>di</strong> terreno della ex Confraternita, facente parte integrante del<br />
campo da calcio della zona, ven<strong>di</strong>ta non realizzata per ora, il Consiglio concede il<br />
contributo inerente alla spesa fognaria.<br />
6 - Parrocchia <strong>di</strong> Case Bruciate: manutenzione straor<strong>di</strong>naria allo stabile Chiesa-<br />
Canonica.<br />
Si è preso in esame il preventivo <strong>di</strong> spesa della <strong>di</strong>tta Martinelli Valter per un importo<br />
intorno a Euro 70.000,00, iva compresa. Poiché si tratta <strong>di</strong> lavori necessari, anche a<br />
motivo della pericolosità del tetto e dei cornicioni, il parroco viene autorizzato a compiere<br />
tali lavori.<br />
Quanto alle due stanze occupate da un extra-comunitario insolvente, si suggerisce <strong>di</strong><br />
trovare qualche idonea soluzione per liberare la canonica da intralci all’azione pastorale.<br />
Nel caso non fosse possibile liberare le stanze occupate, provvedere a isolare il<br />
mini appartamento dal resto della casa togliendo l’attuale <strong>di</strong>visorio <strong>di</strong> legno compensato<br />
e sostituirlo con una muratura.<br />
ALTRI ARGOMENTI<br />
a) - Appezzamento <strong>di</strong> terreno senza accesso in Fiorenzuola <strong>di</strong> Focara. Si è <strong>di</strong>scusso<br />
<strong>di</strong> un piccolo appezzamento <strong>di</strong> terreno vicino al campo sportivo <strong>di</strong> Fiorenzuola che<br />
non ha possibilità <strong>di</strong> accesso da nessun lato. Si prega l’Economo dell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> <strong>di</strong><br />
far valere il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> accesso al terreno.<br />
b) - Stabile della Ex Confraternita del SS. Rosario in Via Roma <strong>di</strong> Gabicce Monte.<br />
A seguito <strong>di</strong> ripetute telefonate dei vicini che lamentano lo stato <strong>di</strong> degrado del cortile<br />
dello stabile, l’Economo assieme al Dott. Buttafarro hanno constatato <strong>di</strong> persona<br />
che l’ambiente è malsano, pieno <strong>di</strong> detriti, erbacce e altro. L’Economo ha incaricato<br />
una Cooperativa del luogo per la bonifica del terreno.<br />
c) - Strada pubblica occupata dal Comune. L’Ing. Gabriele Giacomini, in un colloquio<br />
con il Sindaco <strong>di</strong> Gabicce Mare è venuto a conoscenza che l’Amministrazione<br />
del Comune ha occupato abusivamente un terreno <strong>di</strong> proprietà della parrocchia <strong>di</strong><br />
Ponte Tavollo per farne una strada pubblica. Il Comune si trova nell’impossibilità <strong>di</strong><br />
restituire il terreno già in uso pubblico, ma si rende <strong>di</strong>sponibile a delle concessioni che<br />
vanno in<strong>di</strong>cate da parte della Diocesi; da notare comunque che il Sindaco non intende<br />
concedere uso <strong>di</strong> abitazione all’ex Circolo Acli <strong>di</strong> Gabicce Monte che deve rimanere,<br />
per fini turistici, luogo <strong>di</strong> ristorazione.<br />
60<br />
Il Direttore Ufficio Amministrativo<br />
Sac. Silvano Pierbattisti
ATTIVITÀ DEGLI UFFICI PASTORALI<br />
- UFFICIO COMUNICAZIONI SOCIALI, CULTURA<br />
E STAMPA<br />
- UFFICIO PASTORALE SCOLASTICA<br />
- UFFICIO PASTORALE CATECHISTICA<br />
- UFFICIO PASTORALE FAMILIARE<br />
- ARCHIVIO STORICO DIOCESANO<br />
61
62<br />
UFFICIO COMUNICAZIONI SOCIALI<br />
CULTURA E STAMPA<br />
ARCIDIOCESI DI PESARO<br />
Ufficio Comunicazioni Sociali,<br />
Cultura e Stampa<br />
Via Rossini, 62 – 61121 <strong>Pesaro</strong><br />
Tel. 072130043 Fax 072132422<br />
e-mail: ucs@arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it<br />
COMUNICATO STAMPA<br />
Oggetto: articolo «Coro gay al Cristo Re per ‘Vespri d’organo’», pubblicato sulla<br />
pagina locale de “Il Messaggero” e “Il Resto del Carlino” in data 3 luglio <strong>2010</strong>.<br />
In riferimento all’articolo in oggetto, si comunica quanto segue.<br />
L’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong>, che attraverso l’Ufficio dei Beni Culturali ha dato il suo<br />
patrocinio alla settima e<strong>di</strong>zione dei “Vespri d’organo a Cristo Re”, si <strong>di</strong>ssocia fermamente<br />
dall’iniziativa (inserita nella manifestazione) che prevede, per il prossimo<br />
10 luglio, l’esibizione del coro Komos <strong>di</strong> Bologna nella Chiesa dell’Annunziata.<br />
Tale esibizione, pertanto, viene annullata.<br />
Paola Campanini
ARCIDIOCESI DI PESARO<br />
Ufficio Comunicazioni Sociali,<br />
Cultura e Stampa<br />
Via Rossini, 62 – 61121 <strong>Pesaro</strong><br />
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<strong>Pesaro</strong>, 5 luglio <strong>2010</strong><br />
COMUNICATO STAMPA<br />
Festa della polizia penitenziaria<br />
Ogni anno, il 30 <strong>di</strong> giugno, il Corpo della Polizia Penitenziaria celebra la Festa del Patrono,<br />
San Basilide, un soldato pagano (addetto durante le persecuzioni anticristiane<br />
dell’imperatore Settimio Severo, nel II-III sec. d.C., a scortare i condannati al luogo<br />
del supplizio) il quale, convertitosi al cristianesimo grazie alla testimonianza <strong>di</strong> fede<br />
<strong>di</strong> una <strong>di</strong> loro (la vergine Potamiena), morì martire per non aver voluto prestare giuramento<br />
davanti agli idoli.<br />
In onore del Santo ha avuto luogo, mercoledì scorso, nella Chiesa <strong>di</strong> San Pietro in Calibano,<br />
una solenne celebrazione eucaristica presieduta da S. E. Mons. Piero Coccia,<br />
alla presenza del <strong>di</strong>rettore della Casa Circondariale <strong>di</strong> Villa Fastiggi, Riccardo Secci<br />
e dei componenti del Corpo <strong>di</strong> Polizia Penitenziaria <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong>. Hanno partecipato<br />
anche numerose autorità civili e militari, tra cui il vice-Prefetto, dott. De Biagi, il vice-<br />
Sindaco, dott.ssa Giuseppina Catalano, l’assessore Luca Bartolucci.<br />
La liturgia del giorno era tutta incentrata sul tema della giustizia.<br />
Il monito del profeta Amos - o<strong>di</strong>ate il male, amate il bene e ristabilite la giustizia - è<br />
risuonato particolarmente incisivo per chi svolge compiti <strong>di</strong> polizia giu<strong>di</strong>ziaria e deve<br />
gestire persone sottoposte a provve<strong>di</strong>menti <strong>di</strong> restrizione della libertà personale. Compiti<br />
che si svolgono spesso in situazioni molto problematiche: sovraffollamento delle<br />
carceri, scarsità <strong>di</strong> personale <strong>di</strong> custo<strong>di</strong>a, taglio <strong>di</strong> finanziamenti. A Villa Fastiggi, ad<br />
esempio, ha detto l’ispettore-capo del nucleo Tiziano Tontini, ogni cella, concepita<br />
per un solo detenuto, ne rinchiude tre: una concentrazione ai limiti della legalità.<br />
Eppure, ha sottolineato l’Arcivescovo nell’omelia, la questione della giustizia non è,<br />
alla ra<strong>di</strong>ce, un problema <strong>di</strong> natura “strutturale”: non che il “sistema” non debba e non<br />
possa essere riformato, ma ognuno <strong>di</strong> noi avverte che nessuna giustizia umanamente<br />
realizzabile può colmare il senso <strong>di</strong> impotenza che si prova <strong>di</strong> fronte al male <strong>di</strong>lagante<br />
e alle ferite, spesso non rimarginabili, che esso lascia.<br />
Occorre ritornare a questo realismo: il desiderio <strong>di</strong> giustizia del cuore dell’uomo ha<br />
una grandezza che va al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> ogni possibile risposta umana e perciò senza la prospettiva<br />
<strong>di</strong> un “oltre” la vera giustizia è impossibile.<br />
La fede, pertanto, è assolutamente pertinente alle esigenze profonde della vita, anche<br />
a quelle che sembrano richiedere soltanto soluzioni politiche o sociali. Ecco perché,<br />
ancora oggi, nel nostro laicissimo tempo, è profondamente ragionevole che la Polizia<br />
giu<strong>di</strong>ziaria preghi San Basilide, un coraggioso testimone della fede in quel Gesù che<br />
ha reso presente l’al<strong>di</strong>là come “via” per realizzare la giustizia nell’al<strong>di</strong>qua.<br />
Paola Campanini<br />
63
ARCIDIOCESI DI PESARO<br />
Ufficio Comunicazioni Sociali,<br />
Cultura e Stampa<br />
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<strong>Pesaro</strong> 7 luglio <strong>2010</strong><br />
64<br />
COMUNICATO STAMPA<br />
Una festa <strong>di</strong> popolo, quella del Porto, che si festeggia ogni anno la prima domenica <strong>di</strong><br />
luglio; una festa nata nel rione più antico e caratteristico <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong>, ma entrata ormai,<br />
con gli anni, nel cuore <strong>di</strong> tutta la città e del territorio circostante.<br />
Gli importanti risvolti che, nel tempo, essa ha avuto sul tessuto civile ed economico<br />
della nostra comunità locale – ha detto S.E. Piero Coccia celebrando la Santa Messa<br />
sotto il tra<strong>di</strong>zionale tendone – non devono farci <strong>di</strong>menticare che è stata la fede degli<br />
abitanti, e in particolare la loro devozione alla Madonna della Scala, il grembo da cui<br />
la Festa del Porto è nata.<br />
“Ancora oggi, ha sottolineato l’Arcivescovo, il punto nevralgico, la matrice da cui si<br />
origina questa festa è la comunità cristiana del porto: una comunità che ho avuto il<br />
piacere <strong>di</strong> visitare qualche mese fa e che ho trovato consapevole del suo ruolo, viva<br />
e impegnata con il suo parroco don Marco, il vice don Lorenzo, il <strong>di</strong>acono Giorgio e<br />
tutti i collaboratori”.<br />
Certo, ha proseguito mons. Coccia, nella nostra società post-moderna il cristianesimo<br />
è <strong>di</strong>ventato, come afferma lo stu<strong>di</strong>oso Charles Taylor, solo una delle tante possibilità<br />
esistenti, ma proprio per questo chi lo sceglie deve viverlo in modo motivato e appassionato,<br />
avendo soprattutto consapevolezza degli elementi costitutivi che caratterizzano<br />
una comunità cristiana.<br />
L’esperienza del Mistero <strong>di</strong> Cristo, innanzitutto, e della sua Croce: “Noi non siamo,<br />
ha detto mons. Coccia, un’associazione <strong>di</strong> liberi pensatori che seguono le mode del<br />
momento e vivono la fede come un self-service <strong>di</strong> soggettivismo e <strong>di</strong> opzionalità;<br />
noi viviamo e ci formiamo nell’autentica tra<strong>di</strong>zione della vita e del magistero della<br />
Chiesa”.<br />
Questa prima con<strong>di</strong>zione rende possibile anche la seconda: la capacità della comunità<br />
cristiana <strong>di</strong> incidere sulla società, <strong>di</strong> rinnovarla e <strong>di</strong> porsi come interlocutrice delle<br />
istituzioni civili. Non è un caso che, al termine della celebrazione, don Marco si sia<br />
rivolto alle numerose autorità citta<strong>di</strong>ne presenti, invitandole a un <strong>di</strong>alogo aperto per<br />
affrontare non solo l’annoso problema del porto, ma anche quello più pressante della<br />
<strong>di</strong>soccupazione e delle nuove povertà: “Sono tanti quelli che bussano alla nostra porta<br />
per chiedere aiuto”, ha detto il Parroco.
L’esperienza multiforme della sofferenza umana però - ha precisato l’Arcivescovo -<br />
trova significato e speranza nella croce <strong>di</strong> Cristo. Da questa consapevolezza si genera<br />
la terza caratteristica della comunità cristiana, che è la gioia: “Non possiamo permetterci<br />
<strong>di</strong> guardare al passato con nostalgia, <strong>di</strong> essere ripiegati su noi stessi, afflitti dal<br />
pessimismo; dobbiamo guardare al futuro con la certezza della resurrezione”.<br />
Dopo aver riproposto alcune linee della sua azione pastorale (formazione e responsabilizzazione<br />
dei laici, unificazione delle piccole parrocchie contigue) S.E. Mons.<br />
Coccia ha benedetto l’assemblea, esprimendo un particolare ringraziamento al Coro<br />
e al Comitato organizzatore.<br />
Tutto il programma della giornata, con il suggestivo lancio della corona in mare per<br />
ricordarne i caduti, il folclore festoso delle bancarelle e gli immancabili fuochi d’artificio,<br />
è stato affidato alla Vergine Maria, “associata particolare all’opera della redenzione<br />
e porto speciale <strong>di</strong> salvezza”.<br />
Paola Campanini<br />
65
ARCIDIOCESI DI PESARO<br />
Ufficio Comunicazioni Sociali,<br />
Cultura e Stampa<br />
Via Rossini, 62 – 61121 <strong>Pesaro</strong><br />
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<strong>Pesaro</strong>, 4 settembre <strong>2010</strong><br />
66<br />
COMUNICATO STAMPA<br />
Omofobia, razzismo, <strong>di</strong>scriminazione: parole usate spesso “in libertà” nelle polemiche<br />
estive seguite alle note vicende del Coro omosessuale “Komos”, all’aggressione<br />
<strong>di</strong> una coppia gay nella nostra città, alla bocciatura in Comune del registro per le<br />
unioni civili.<br />
Sono stati stralciati passi <strong>di</strong> documenti (il Catechismo della Chiesa Cattolica e la<br />
“Lettera del Car<strong>di</strong>nale Ratzinger ai Vescovi italiani” del 1986) a sostegno delle tesi<br />
più varie, con la conseguenza <strong>di</strong> creare “una grande confusione nei riguar<strong>di</strong> della<br />
posizione della Chiesa” (Lett.8).<br />
Proviamo allora (come già ci aveva suggerito <strong>di</strong> fare l’Arcivescovo Piero Coccia) a<br />
tenere presente l’ “insieme” dei documenti suddetti, per cercare <strong>di</strong> capire che cosa<br />
<strong>di</strong>cono e perché lo <strong>di</strong>cono.<br />
Chie<strong>di</strong>amoci innanzitutto: che giu<strong>di</strong>zio esprimono sulla omosessualità?<br />
Diversamente da quanto propaganda la mentalità relativistica corrente, la Chiesa riconosce<br />
che esiste un “or<strong>di</strong>ne oggettivo” nella natura, che va rispettato e considerato<br />
la fonte prima, universale, da cui attingere i criteri <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio. La Chiesa perciò afferma<br />
che, secondo questo or<strong>di</strong>ne naturale, la persona possiede una <strong>di</strong>stinta identità<br />
sessuale, maschile e femminile; che la sessualità ha il fine prioritario <strong>di</strong> trasmettere la<br />
vita e che, pertanto, gli atti omosessuali sono “intrinsecamente <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nati perché in<br />
se stessi contrari alla finalità prioritaria che la natura attribuisce alla sessualità (3),<br />
caratterizzati dall’autocompiacimento (7) e quin<strong>di</strong> immorali e tali che non possono<br />
essere approvati in nessun caso (3) (cfr. anche Catechismo n. 2357).<br />
Alcuni obiettano, <strong>di</strong>ce Ratzinger, che anche l’omosessualità è una tendenza “naturale”<br />
e che, per questo, l’omosessuale sarebbe “costretto a comportarsi in modo conseguente”<br />
(11).<br />
Ma se così fosse, all’omosessuale non verrebbe riconosciuta la <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> “persona”:<br />
“una persona infatti è tale proprio perché è ultimamente libera e responsabile dei suoi<br />
comportamenti”(11). Nessun uomo è “costretto” ad agire in un certo modo da una<br />
sua tendenza naturale (che può essere anche <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata, perché non tutto quello che<br />
è naturale è buono). L’uomo si <strong>di</strong>stingue dall’animale proprio perché possiede, oltre<br />
alla componente istintiva, una ragione e una volontà. Perciò tradurre una “tendenza”<br />
omosessuale in un “atto” omosessuale è una scelta libera e personale (11).
Evitare questa chiarezza, rimanere nel silenzio o nell’ambiguità per paura <strong>di</strong> essere<br />
considerati chiusi e poco caritatevoli non è “autentica attenzione né valida pastorale…Solo<br />
ciò che è vero può essere anche autenticamente pastorale” (15). La carità si<br />
deve esercitare nella verità.<br />
Qual è allora un autentico atteggiamento pastorale nei confronti degli omosessuali?<br />
Certamente <strong>di</strong> rispetto, proprio perché ognuno <strong>di</strong> loro è “persona”. Perciò “va deplorato<br />
che essi siano oggetto <strong>di</strong> espressioni malevole e <strong>di</strong> azioni violente…che offendono<br />
i principi elementari <strong>di</strong> una sana convivenza civile” (10). (cfr. anche Catechismo<br />
Cattolico 2358).<br />
Questo rispetto tuttavia non significa né che si debba tacere sul fatto che la con<strong>di</strong>zione<br />
omosessuale è <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nata né che si debba appoggiare l’introduzione <strong>di</strong> “una legislazione<br />
civile che protegga un comportamento <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>nato” (10).<br />
Equiparare la con<strong>di</strong>zione omosessuale all’espressione sessuale dell’amore coniugale<br />
non solo non è cosa buona, ma non è neppure, come molti credono, innocua o in<strong>di</strong>fferente:<br />
ha invece una forte “proporzione <strong>di</strong> rischio” (9) perché può incidere <strong>di</strong>rettamente<br />
“sulla concezione che la società ha della natura e dei <strong>di</strong>ritti della famiglia” (9)<br />
e quin<strong>di</strong> può offuscare la coscienza del valore prezioso e insostituibile della famiglia<br />
per una sana convivenza civile.<br />
La Chiesa non afferma questo per <strong>di</strong>fendere se stessa, ma per <strong>di</strong>fendere – laicamente<br />
– il bene della società.<br />
All’interno della Chiesa, invece, scrive Ratzinger (14), si è formata una tendenza a<br />
raccogliere sotto l’egida del cattolicesimo persone omosessuali che non riconoscono<br />
il <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne del loro comportamento e non hanno nessuna intenzione <strong>di</strong> abbandonarlo;<br />
anzi, attaccano apertamente il Magistero e ne fanno un titolo <strong>di</strong> vanto. “Una delle<br />
tattiche da loro usate è affermare che qualsiasi critica al loro stile <strong>di</strong> vita è una forma<br />
<strong>di</strong> ingiusta <strong>di</strong>scriminazione… Questo comportamento contrad<strong>di</strong>ttorio non può avere<br />
in nessun modo l’appoggio dei Vescovi” (14).<br />
Pertanto, proprio per evitare frainten<strong>di</strong>menti e malintesi, “dovrà essere ritirato ogni<br />
appoggio a qualunque organizzazione o gruppo che sia ambiguo nei confronti dell’insegnamento<br />
della Chiesa o lo trascuri completamente” (17)… “A qualcuno il permesso<br />
<strong>di</strong> fare uso <strong>di</strong> e<strong>di</strong>fici appartenenti alla Chiesa può sembrare solo un gesto <strong>di</strong><br />
giustizia e <strong>di</strong> carità, ma in realtà esso è in contrad<strong>di</strong>zione con gli scopi essenziali per<br />
i quali quegli stessi e<strong>di</strong>fici sono stati fondati” (17).<br />
Il fatto è, si deduce dalla Lettera, che la Chiesa, come <strong>di</strong>ceva Maritain, non può mettersi<br />
in ginocchio davanti alla modernità: per questo oggi è così <strong>di</strong>fficile capire che<br />
essa può essere materna e dura contemporaneamente.<br />
E tuttavia solo rimanendo fedele a se stessa la Chiesa può dare un contributo essenziale<br />
e originale al “bene comune” della “civitas”. Questo è il suo apporto a una sana<br />
“laicità”, che non ha niente a che vedere con il “laicismo” dominante, potere molto<br />
forte anche se mascherato da democrazia.<br />
Paola Campanini<br />
67
ARCIDIOCESI DI PESARO<br />
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<strong>Pesaro</strong>, 6 settembre <strong>2010</strong><br />
68<br />
COMUNICATO STAMPA<br />
Giovedì 2 settembre quarantasette giovani seminaristi, provenienti da ogni parte d’Italia<br />
(da Pordenone a Piazza Armerina), hanno riempito <strong>di</strong> rumorosa allegria la sala<br />
dell’Episcopio in via Rossini, accolti dal nostro Arcivescovo, S.E. Mons. Piero Coccia<br />
e dai responsabili dell’Ufficio Scuola (il <strong>di</strong>rettore uscente mons. Marco Farina), della<br />
Pastorale Universitaria (don Mario Florio), della Pastorale Giovanile e Vocazionale<br />
(don Massimo Regini e don Enrico Giorgini).<br />
L’incontro (a cui sono seguite una visita al Museo <strong>di</strong>ocesano, una celebrazione eucaristica<br />
in Cattedrale e una cena a Villa Borromeo) è stato programmato - su iniziativa<br />
dei responsabili nazionali dei suddetti Uffici (don Maurizio Viviani, don Nicolò<br />
Anselmi e don Vincenzo Annicchiarico) - all’interno <strong>di</strong> un “Laboratorio <strong>di</strong> pastorale<br />
giovanile per seminaristi” tenutosi a Loreto dal 31 agosto al 3 settembre sul tema “Venite<br />
e vedete”. I partecipanti sono appunto venuti a “vedere” e conoscere le esperienze<br />
educative che l’arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong> sta promuovendo con i giovani nell’ambito della<br />
scuola, dell’università e del tempo libero.<br />
Sono state raccontate le iniziative più importanti, tra le quali alcune rivolte in modo<br />
specifico al <strong>di</strong>scernimento vocazionale e alla preghiera (Le notti <strong>di</strong> Nicodemo e Al<br />
Pozzo <strong>di</strong> Sicar), altre <strong>di</strong> natura più ampiamente culturale: dai progetti in<strong>di</strong>rizzati alle<br />
Scuole Primarie (come il Concorso riguardante la storia religiosa del nostro territorio<br />
e la Mostra allestita con gli elaborati prodotti dai bambini) a quelli che hanno visto<br />
impegnati gli studenti delle Scuole Superiori (gli annuali Convegni sui temi della<br />
Speranza, della Felicità, della Bellezza) e gli universitari (incontri promossi tra i vari<br />
Atenei delle Marche, in collaborazione con l’Istituto Teologico Marchigiano, su tematiche<br />
<strong>di</strong> etica e bioetica).<br />
Ampio spazio, con la proiezione anche <strong>di</strong> un video, è stato dato inoltre al gruppo<br />
“Shekinah”, che sta coinvolgendo tanti ragazzi sia con proposte inerenti al Cinema, al<br />
Teatro e alla Musica sia con giornate <strong>di</strong> convivenza, viaggi <strong>di</strong> formazione, partecipazione<br />
alle Giornate Mon<strong>di</strong>ali della Gioventù.<br />
Nei vari racconti nessuno ha nascosto la <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> rapportarsi al mondo giovanile<br />
attuale. Eppure è emersa in tutti una certezza chiara, confermata dall’esperienza: bisogna<br />
ritrovare uno sguardo positivo sui giovani, perché, al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> tante apparenze,<br />
la presenza <strong>di</strong> Dio nella storia vince sul potere dei pur forti con<strong>di</strong>zionamenti socioculturali.<br />
E vince sia continuando a suscitare in loro il desiderio <strong>di</strong> cose belle e gran<strong>di</strong><br />
sia continuando a chiamarli a testimoniare che Cristo è la risposta piena a questo desiderio.<br />
Come è accaduto ai 47 seminaristi, simpatici, pieni <strong>di</strong> salute e <strong>di</strong> vita, che hanno<br />
compiuto una scelta oggi così controcorrente, da risultare umanamente inspiegabile
ARCIDIOCESI DI PESARO<br />
Ufficio Comunicazioni Sociali,<br />
Cultura e Stampa<br />
Via Rossini, 62 – 61121 <strong>Pesaro</strong><br />
Tel. 072130043 Fax 072132422<br />
e-mail: ucs@arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it<br />
<strong>Pesaro</strong>, 29 settembre <strong>2010</strong><br />
COMUNICATO STAMPA<br />
C’è stata la folla <strong>di</strong> sempre alla processione <strong>di</strong> San Terenzio svoltasi il 24 settembre.<br />
Una tra<strong>di</strong>zionale testimonianza dell’affetto e della venerazione che il popolo cristiano<br />
<strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong> nutre per il suo Patrono, primo indomito Vescovo della città, morto martire<br />
nel II-III sec. d.C..<br />
A presiedere la Concelebrazione Eucaristica in Cattedrale, alle ore 18.00, quest’anno<br />
c’era un ospite illustre, il Car<strong>di</strong>nale Sergio Sebastiani, Presidente emerito della Prefettura<br />
degli Affari Economici della Santa Sede.<br />
Lo hanno accolto le principali autorità civili e militari citta<strong>di</strong>ne, oltre all’Arcivescovo<br />
Mons. Piero Coccia, che, dopo avergli espresso stima e gratitu<strong>di</strong>ne, gli ha presentato<br />
la chiesa <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong> come una “chiesa ricca <strong>di</strong> spiritualità, <strong>di</strong> carismi, <strong>di</strong> ministeri,<br />
desiderosa <strong>di</strong> crescere e <strong>di</strong> impegnarsi, particolarmente per il nuovo anno pastorale,<br />
nell’educarsi e nell’educare alla carità ”, secondo le linee emerse dal Convegno <strong>di</strong>ocesano<br />
appena concluso.<br />
L’omelia del Car<strong>di</strong>nale si è incentrata sulla figura <strong>di</strong> San Terenzio, sottolineando<br />
l’analogia dei tempi in cui visse il Santo (assai <strong>di</strong>fficili per i cristiani, date le persecuzioni<br />
dell’imperatore Decio) con i nostri tempi, soprattutto quelli del secolo scorso,<br />
quando due opposte ideologie (comunismo e nazismo) <strong>di</strong>chiararono la loro “guerra<br />
a Dio” (Lenin) facendo sì che “la chiesa <strong>di</strong>venisse nuovamente la chiesa dei martiri”<br />
(Giovanni Paolo II).<br />
Ma il progetto dei vari poteri <strong>di</strong> convincere con la violenza il popolo cristiano a rinunciare<br />
alla fede e a liberarsi dalla “superstizione” si è <strong>di</strong>mostrato storicamente illusorio.<br />
Anzi – ha concluso il Car<strong>di</strong>nale Sebastiani citando Pascal – “Il coraggio dei martiri<br />
dà vigore ai nostri animi, non solo per il loro esempio, ma anche perché dalla loro<br />
risolutezza scaturisce la nostra”.<br />
Paola Campanini<br />
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70<br />
UFFICIO PASTORALE SCOLASTICA<br />
ARCIDIOCESI DI PESARO<br />
Ufficio Pastorale Scolastica<br />
Via Rossini, 62 – 61121 <strong>Pesaro</strong><br />
Tel. 072130043 Fax 072132422<br />
e-mail: scuola@arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it<br />
scuola2@arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it<br />
<strong>Pesaro</strong>, 12 luglio <strong>2010</strong><br />
INCONTRO REGIONALE DEI DIRETTORI DEGLI<br />
UFFICI-SCUOLA DIOCESANI<br />
Sono state rese note anche a livello regionale le <strong>di</strong>missioni <strong>di</strong> don Marco Farina<br />
dall’incarico <strong>di</strong> Direttore dell’Ufficio Scuola sia dell’arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong> che della<br />
regione.<br />
La notizia ufficiale è stata comunicata venerdì 9 luglio a Loreto (AN), in occasione <strong>di</strong><br />
un incontro presieduto da S.E. Mons. Piero Coccia, a cui hanno partecipato i Direttori<br />
degli Uffici-Scuola <strong>di</strong> varie <strong>di</strong>ocesi marchigiane: don Piergiorgio Giorgini (Fano), la<br />
prof.ssa Roberta Beni in sostituzione <strong>di</strong> don Marco Mazzarini (Senigallia), la prof.ssa<br />
Mariangela Montevecchi, collaboratrice <strong>di</strong> don Paolo Spernanzoni (Ancona-Osimo),<br />
don Orlando Crocetti (Ascoli Piceno), don Giovanni Mosciatti (Fabriano), il prof.<br />
Mario Gabrielli e la sua collaboratrice Pina (San Benedetto del Tronto).<br />
Mons. Coccia, dopo avere motivato le <strong>di</strong>missioni <strong>di</strong> don Marco con la nomina ad altri<br />
compiti pastorali, lo ha ingraziato per la generosità con cui ha svolto il suo incarico in<br />
regione per 12 anni, esprimendo gratitu<strong>di</strong>ne anche nei confronti della prof.ssa Elvira<br />
Frulli, sua valida collaboratrice.<br />
L’Arcivescovo ha poi presentato il nuovo responsabile regionale dell’Ufficio Scuola,<br />
il prof. Franco Marini, già <strong>di</strong>rigente scolastico e Coor<strong>di</strong>natore dell’Ufficio Scolastico<br />
Provinciale.<br />
Il professore ha sottolineato, in modo particolare, l’importanza che riveste la formazione<br />
dei docenti <strong>di</strong> religione: a loro, ha detto, sono richieste non solo la testimonianza<br />
<strong>di</strong> una fede vissuta in unità con la Chiesa e con il proprio Vescovo, ma anche competenza<br />
<strong>di</strong>sciplinare, capacità <strong>di</strong> relazionarsi con gli alunni e <strong>di</strong>sponibilità a lavorare<br />
insieme ai colleghi all’interno dei Consigli <strong>di</strong> classe, nonostante le <strong>di</strong>fficoltà che<br />
questo comporta. Occorre che gli insegnanti <strong>di</strong> religione escano dalla “latitanza” che<br />
a volte li caratterizza e riprendano lo spazio che a loro compete: la valenza formativa<br />
<strong>di</strong> una <strong>di</strong>sciplina, infatti, non risiede tanto nella <strong>di</strong>sciplina stessa quanto nella capacità<br />
del docente <strong>di</strong> renderla importante e <strong>di</strong> porsi lui stesso come significativo riferimento<br />
per gli alunni.
Naturalmente l’Ufficio Scuola ha una grande responsabilità in questo senso: dovrà<br />
aiutare i docenti <strong>di</strong> religione a superare la solitu<strong>di</strong>ne in cui spesso si trovano e<br />
a costruire insieme percorsi operativi per i <strong>di</strong>versi or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> scuola: a questo proposito<br />
il nuovo <strong>di</strong>rettore ha annunciato che sul sito web dell’arci<strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong><br />
(www.arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it) sarà aperta una finestra apposita per l’Ufficio Scuola, dove<br />
verrà inserito tutto il materiale e verrà creata una mailing list dei docenti <strong>di</strong> religione<br />
delle Marche, che faciliterà la comunicazione in rete tra le <strong>di</strong>ocesi.<br />
L’Arcivescovo Piero Coccia ha voluto, a questo punto, precisare che le funzioni<br />
dell’Ufficio Scuola non attengono soltanto agli Insegnanti <strong>di</strong> Religione Cattolica, ma<br />
riguardano altri due settori fondamentali per la vita della Chiesa: la Pastorale Scolastica<br />
e le Scuole Cattoliche (nelle Marche è stata scorporata dall’Ufficio la pastorale<br />
universitaria, della quale recentemente è stato nominato responsabile regionale don<br />
Mario Florio, subentrato a mons. Duilio Bonifazi).<br />
È necessario dunque, ha detto mons. Coccia, che i Responsabili dell’Ufficio Scuola<br />
curino la Pastorale Scolastica (che in alcune <strong>di</strong>ocesi non esiste o esiste solo sulla<br />
carta) e con essa prendano a cuore la questione educativa, in considerazione anche<br />
del fatto che per il prossimo decennio la CEI l’ha in<strong>di</strong>cata come tema dominante (in<br />
autunno verrà pubblicato un documento).<br />
Anche la situazione delle Scuole Cattoliche preoccupa fortemente: nella nostra regione<br />
<strong>di</strong>verse scuole dell’infanzia sono costrette a chiudere per mancanza <strong>di</strong> finanziamenti,<br />
fatto che lede il <strong>di</strong>ritto alla libertà <strong>di</strong> educazione delle famiglie. In passato, ha<br />
ricordato l’Arcivescovo, si è lavorato su una legge regionale, rimasta poi nel cassetto,<br />
che ora l’assessore Marco Luchetti <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> voler riprendere: in tal caso bisognerà intervenire<br />
sia in fase <strong>di</strong> proposizione che <strong>di</strong> attuazione.<br />
Al termine dell’incontro è stata data comunicazione <strong>di</strong> alcune iniziative (Corso regionale<br />
<strong>di</strong> aggiornamento degli Insegnanti <strong>di</strong> Religione Cattolica in servizio nelle Scuole<br />
Statali, che si svolgerà a Loreto (AN) a Novembre; Master biennale in Pedagogia<br />
Religiosa proposto dall’Università Pontificia Salesiana <strong>di</strong> Roma; Concorso Scolastico<br />
promosso dal Comitato organizzativo del Congresso Eucaristico Nazionale della<br />
CEI.) per le quali si potranno reperire informazioni più dettagliate sul sito dell’arci<strong>di</strong>ocesi<br />
<strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong>.<br />
Paola Campanini<br />
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ARCIDIOCESI DI PESARO<br />
Ufficio Pastorale Scolastica<br />
Via Rossini, 62 – 61121 <strong>Pesaro</strong><br />
Tel. 072130043 Fax 072132422<br />
e-mail: scuola@arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it<br />
scuola2@arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it<br />
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SEMINARIO DI FORMAZIONE<br />
PER DOCENTI DI RELIGIONE CATTOLICA<br />
Il giorno 13 settembre u.s., ha avuto luogo il seminario <strong>di</strong> formazione per docenti<br />
<strong>di</strong> IRC presso il Salone dell’Ufficio Scolastico Provinciale. L’iniziativa, promossa<br />
dall’Ufficio Scuola dell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong> in collaborazione con l’Ufficio Scolastico<br />
Provinciale, ha visto la presenza della quasi totalità dei docenti <strong>di</strong> religione<br />
della <strong>di</strong>ocesi. Ha introdotto i lavori il <strong>di</strong>rettore dell’Ufficio dott. Franco Marini che<br />
ha evidenziato l’importanza della formazione continua degli insegnanti, importanza<br />
riba<strong>di</strong>ta da Sua Eccellenza Mons. Coccia, Arcivescovo <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong>. La Dirigente<br />
dell’Ufficio Scolastico, dott.ssa Carla Segretti, ha tenuto a sottolineare le finalità dei<br />
due organismi tendenti ambedue ad elevare la qualità della scuola, attraverso l’acquisizione<br />
<strong>di</strong> competenze da parte dei docenti, qualità che si può raggiungere meglio se<br />
vi è collaborazione tra le <strong>di</strong>verse Istituzioni. La dott.ssa Loretta Mattioli, responsabile<br />
dell’Ufficio <strong>di</strong>sabilità ha affrontato il tema “Alunni con <strong>di</strong>sturbi specifici dell’appren<strong>di</strong>mento”<br />
con grande competenza, stimolando interesse e partecipazione da parte dei<br />
presenti. La tematica affrontata ha permesso ai partecipanti <strong>di</strong> cogliere uno spaccato<br />
delle problematiche legate ai <strong>di</strong>sturbi dell’appren<strong>di</strong>mento. Per l’interesse sollevato si è<br />
deciso che l’argomento verrà affrontato prossimamente in un successivo incontro.
ARCIDIOCESI DI PESARO<br />
Ufficio Pastorale Scolastica<br />
Via Rossini, 62 – 61121 <strong>Pesaro</strong><br />
Tel. 072130043 Fax 072132422<br />
e-mail: scuola@arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it<br />
scuola2@arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it<br />
<strong>Pesaro</strong>, 14 settembre <strong>2010</strong><br />
COMUNICATO STAMPA<br />
Si riaprono le scuole. Quest’anno a motivare l’attesa che inevitabilmente si crea in<br />
ogni inizio contribuirà anche l’avvio della riforma della Secondaria Superiore, che<br />
rinnoverà gradualmente strutture e programmi. Chi vive nella scuola, però, sa bene<br />
che il miglioramento sostanziale della qualità dell’educazione passa, prima <strong>di</strong> tutto,<br />
attraverso insegnanti appassionati e preparati, in rapporto vivo con alunni, famiglie e<br />
ambiente circostante.<br />
La formazione permanente dei docenti, dunque, è la priorità costante della scuola.<br />
Proprio a questo scopo, come ha sottolineato S.E. Piero Coccia introducendo i lavori,<br />
è stato organizzato dal dott. Franco Marini, <strong>di</strong>rettore dell’Ufficio Scuola dell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong>,<br />
un Seminario per docenti <strong>di</strong> Religione Cattolica sul tema “Alunni con <strong>di</strong>sturbi<br />
specifici <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento”.<br />
La scelta della sede – quella dell’ex Provve<strong>di</strong>torato – ha voluto prefigurare la possibilità<br />
<strong>di</strong> una più stretta collaborazione tra l’Ufficio Scuola e l’Ufficio Scolastico<br />
Provinciale, la cui nuova <strong>di</strong>rigente, dott.ssa Carla Segretti, ex preside <strong>di</strong> Civitanova,<br />
ha auspicato anche il superamento della frattura tra “scuola <strong>di</strong> apparato” e “scuola<br />
militante”.<br />
La relatrice che ha tenuto il Corso, prof.ssa Loretta Mattioli, è un’insegnante <strong>di</strong> sostegno<br />
della scuola me<strong>di</strong>a, <strong>di</strong>venuta, dopo un’ approfon<strong>di</strong>ta formazione professionale,<br />
esperta <strong>di</strong> percorsi specifici <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento; formatrice per l’AID (Associazione<br />
Italiana Dislessia), da 5 anni è <strong>di</strong>staccata presso l’Ufficio provinciale come consulente<br />
per la <strong>di</strong>sabilità e per i bisogni educativi speciali in senso lato (alunni stranieri, <strong>di</strong>sagio<br />
sociale, <strong>di</strong>sturbi dell’appren<strong>di</strong>mento).<br />
Come premessa, la prof.ssa Mattioli ha precisato che gli alunni con <strong>di</strong>sturbi specifici<br />
<strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento (<strong>di</strong>slessia, <strong>di</strong>sgrafia, <strong>di</strong>sortografia, <strong>di</strong>scalculia) possono essere, sul<br />
piano intellettivo, anche delle eccellenze; che la <strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> questi <strong>di</strong>sturbi deve essere<br />
precoce (a livello <strong>di</strong> Scuola Primaria); che l’insegnante (a cui però non spetta la<br />
<strong>di</strong>agnosi, ma solo l’osservazione dell’alunno e la rilevazione <strong>di</strong> eventuali anomalie attraverso<br />
strumenti specifici) deve comunicare tempestivamente alla famiglia, seppure<br />
senza allarmismi e in modo propositivo, i dati rilevati.<br />
La relatrice è passata poi ad illustrare le proposte <strong>di</strong> intervento in questo campo,<br />
proiettando delle slides, i cui contenuti si possono trovare, per chi fosse interessato,<br />
sul sito dell’Ufficio Scolastico Provinciale e dell’Ufficio Scuola dell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong><br />
(scuola@arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it).<br />
Paola Campanini<br />
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ARCIDIOCESI DI PESARO<br />
Ufficio Pastorale Scolastica<br />
Via Rossini, 62 – 61121 <strong>Pesaro</strong><br />
Tel. 072130043 Fax 072132422<br />
e-mail: scuola@arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it<br />
scuola2@arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it<br />
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Angelini Federica<br />
Bartolucci<br />
Don Orlando<br />
Bezziccheri Ilaria<br />
Biagini Paolo<br />
Bocchiccio Adriano<br />
Borghi Maria Teresa<br />
Bruscoli Milena<br />
Canestrari Francesca<br />
Cavaliere Carmen<br />
Cecchini Francesca<br />
Ceresa Emanuela<br />
Colocci Michele<br />
Corona Eliana<br />
De Carolis Marco<br />
DOCENTI DI RELIGIONE CATTOLICA PER<br />
L’ANNO SCOLASTICO <strong>2010</strong> - 2011<br />
COGNOME NOME INDIRIZZO CITTÀ ISTITUTO<br />
<strong>di</strong> INSEGNAMENTO<br />
Via Fellini, 36<br />
Parrocchia<br />
Via Cortirola, 34<br />
c/o Gagliano<br />
Via Castello 23<br />
Via G. Ferraris, 95<br />
Via Negrelli, 13<br />
Via Guarnieri, 2<br />
Via Unità d’Italia, 50<br />
Via Mastrogiorgio<br />
Via Flaminia 69<br />
Via Virginia Fini 2<br />
Via Lambro, 2<br />
Via Cicognani, 36<br />
Via C.Menotti 4<br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61020 Montecchio<br />
(Pu)<br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61025 Montelabbate (Pu) Sc. El. “Montelabbate” PU<br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61032 Fano<br />
61100 Osteria<br />
Nuova (Pu)<br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61011 Gabicce<br />
Mare (Pu)<br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
I.C. “Pirandello” PS<br />
I.C. “Pian del Bruscolo”<br />
Tavullia PU<br />
Ist. Tecn. “Genga” PS<br />
Ist. Tecn. Prof. “Benelli”-<br />
“Bramante” - “Branca” PU<br />
Liceo Cl. “Mamiani” PU<br />
I.C. “Pirandello” PU<br />
Ist. d’Istr. Sup. “S. Marta -<br />
Branca” PU<br />
I.C. “Galilei” PU<br />
Lic. Scientifico “Cecchi”<br />
Liceo Classico “Mamiani”<br />
IIS “S.Marta-Branca”<br />
I.C. Gabicce Mare PU<br />
Ist. Tecn. “Bramante”<br />
Ist.Tecn. “Genga”<br />
I.C. “Pirandello”<br />
I.C. Montelabbate PU<br />
Lic. Scient. “Marconi” PS<br />
Ist. Agr. “Cecchi”
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16<br />
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33<br />
34<br />
Di Lella Matteo<br />
Festino Michelina<br />
Filippini Graziella<br />
Gamberini Simone<br />
Gambuzza Graziella<br />
Generali Lucia<br />
Gennari Antonella<br />
Giacche’ Silvana<br />
Giar<strong>di</strong>na Celestino<br />
Giunti Rosanna<br />
Grimal<strong>di</strong> Maria<br />
Rosaria<br />
Guerra Davide<br />
Joni Pamela<br />
Lancellotti Cecilia<br />
La Torre Angela<br />
Lippolis Laura<br />
Macchiarola Melania<br />
Matteucci Michele<br />
Montanari Cristina<br />
Via Torre Conca<br />
Via Valle, 4<br />
Via Lago <strong>di</strong><br />
Pie<strong>di</strong>luco, 9<br />
Via Federici 11<br />
Via Apsella 8/M<br />
Via A<strong>di</strong>ge 45<br />
Via Monfalcone, 10<br />
Via Righi, 14<br />
Via Virgilio, 22<br />
Via Confalonieri, 6<br />
Via Stat. Carrate, 46/b<br />
Via Roma, 10<br />
Via dei Frutteti, 58<br />
Via Gasparri, 13<br />
Via Firenze, 29/b<br />
Via Cesare Pavese, 1<br />
P.za Re<strong>di</strong>, 27<br />
Via Palestro, 27<br />
Via D.Alighieri 5<br />
47033 Cattolica<br />
61010 Tavullia (Pu)<br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61020 S. A. in<br />
Lizzola (Pu)<br />
61010 Rio Salso <strong>di</strong><br />
Tavullia-Pu<br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61010 Pa<strong>di</strong>glione<br />
<strong>di</strong> Tavullia<br />
61010 Tavullia<br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61020<br />
Montecchio (Pu)<br />
61025<br />
Montelabbate (Pu)<br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
I.C. “Alighieri”<br />
I.C. “S.A.Lizzola-Montecchio”<br />
- Tavullia PU<br />
I.C. “Pian del Bruscolo”<br />
Tavullia PU<br />
I.C. “P. Bruscolo”<br />
Tavullia PU<br />
I.C. “Leopar<strong>di</strong>” PU<br />
I.C. “Montecchio”<br />
I.C. “Galilei”<br />
I.C. “S.A.Lizzola-<br />
Montecchio” PU<br />
I.C. “P.del Bruscolo”<br />
I.C. “Olivieri” PU<br />
I.C. “Alighieri” PU<br />
Ist. Istruz. Sup. “S. Marta-<br />
Branca” PS<br />
Lic. Sc. “Marconi” PS<br />
Distaccato<br />
I.C. “Alighieri”<br />
I.C. “Villa S.Martino” PU<br />
I.C. Montelabbate<br />
I.C. “P.d. Bruscolo” PU<br />
I.C. Gabicce M.<br />
I.C. Montelabbate<br />
I.C. “Pirandello” PS<br />
I.C. “ G.Gau<strong>di</strong>ano” PU<br />
Lic. Cl. “Mamiani” PU<br />
I.C. “Cattabrighe” PU<br />
I.C. “Olivieri”<br />
I.C. S. Angelo in Lizzola PU<br />
I.C. “Olivieri”<br />
I.C. S. Angelo in Lizzola PU<br />
I.C. “Gau<strong>di</strong>ano”<br />
I.C. “Pirandello”<br />
I.C. Montelabbate PU<br />
I.C. “Olivieri”<br />
I.C. “Alighieri” –<br />
A. Angelo in Lizzola<br />
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35 Montesi Don Germano Parrocchia<br />
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76<br />
Morganti Laura<br />
Nardelli Rita<br />
Nigro Giovanna<br />
Paccapelo Cristina<br />
Palac Smiljanka<br />
Pe<strong>di</strong>ni Luca<br />
Pestelli Fiorenza<br />
Pietroni Veronica<br />
Regini Lorella<br />
Renili Michele<br />
Ruggeri Sonia<br />
Sacco Alberto<br />
Sassi Giordana<br />
Sbraccia M.Elvira<br />
Scarpetti Don<br />
Giuseppe<br />
Scavolini Marco<br />
Scavolini Raffaella<br />
Schiaratura Veruska<br />
Signoracci Erica<br />
Tani Caterina<br />
Signoretti Marco<br />
Vrdoljak Colo Luca<br />
(Lucia)<br />
Kruczek Agnieszka<br />
Rossi Carla<br />
60<br />
Pizzorno Lorenzo<br />
Via d’Ambrosio, 1<br />
Via Rosati, 11<br />
c/o L.Sc. “G.Marconi”<br />
Via G. del Maino, 21<br />
Via Rossini, 72<br />
Via Solferino 5<br />
Via Trometta, 28<br />
Via Trometta, 26<br />
Via S. Stefano<br />
Str. Ar<strong>di</strong>zio, 95<br />
ViaRipe n. 75<br />
Via Kennedy, 11<br />
Via Bertani, 15<br />
Via A. Manzoni 19<br />
Corso XI Settembre<br />
227/1<br />
Via S. Leone, 3<br />
Via M. L. King, 3<br />
Via Cavallotti, 53<br />
Via Lago <strong>di</strong><br />
Pie<strong>di</strong>luco, 6<br />
Via Calata Caio Duilio<br />
Via Righi, 14<br />
Via Rossini, 72<br />
Via Galilei, 48<br />
Via Marsala 28<br />
Via A. Costa 252<br />
61012 Gradara<br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61012 Gradara<br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
I.C. Gabicce Mare PU<br />
Ist. Prof. “Benelli” PU<br />
I.C. “Leopar<strong>di</strong>” PU<br />
Lic.Sc. “G.Marconi” PS<br />
I.C. “Galilei” PU<br />
Lic. Sc. “Marconi” PS<br />
D. D. Cattabrighe PU<br />
I.C. “Pirandello” PU<br />
I.C. “Pirandello”<br />
I.C. Villa S. Martino PS<br />
I.C. Gabicce Mare PU<br />
Ist. Comp. “Olivieri” PS<br />
61025 Montelabbate (Pu) I.C. Gabicce Mare PU<br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61046 Piobbico<br />
(PU)<br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
61100 <strong>Pesaro</strong><br />
I. D’Arte “Mengaroni” PU<br />
I.C. “G. Gau<strong>di</strong>ano” PU<br />
I.C. “P. del Bruscolo”<br />
Tavullia PU<br />
I. Tecn. “Cecchi” - Ist.<br />
d’Arte “Mengaroni” PS<br />
Ist. Tecn. “Bramante” PS<br />
I.C. “Pian del Bruscolo”<br />
Tavullia PU<br />
I.C. “Leopar<strong>di</strong>” PS<br />
I.C. Montelabbate PU<br />
I.C. “G.Gau<strong>di</strong>ano”<br />
DD. Tonelli PU<br />
Liceo Scient. “Marconi”<br />
Liceo Cl. Psic. Ling.<br />
“Mamiani” PS<br />
I.C. “Olivieri”<br />
I.C. “Leopar<strong>di</strong>” PS<br />
I.C. “Alighieri” PU<br />
Ist. Sup. “Genga” –<br />
“Mengaroni” PU
ARCIDIOCESI DI PESARO<br />
Ufficio Pastorale Scolastica<br />
Via Rossini, 62 – 61121 <strong>Pesaro</strong><br />
Tel. 072130043 Fax 072132422<br />
e-mail: scuola@arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it<br />
scuola2@arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it<br />
<strong>Pesaro</strong>, settembre <strong>2010</strong><br />
GIOVANI OGGI: QUALE FUTURO?<br />
Scommettere sui giovani oggi per ipotizzare un futuro migliore, questa è la sfida che<br />
la nostra società deve affrontare se vuol salvarsi o per non finire alla deriva.<br />
Oggi si parla molto <strong>di</strong> giovani, dei loro stili <strong>di</strong> vita, dei loro modelli comportamentali,<br />
del loro rapporto con il lavoro, del loro inserimento nel mondo del lavoro, senza<br />
affrontare il problema alla ra<strong>di</strong>ce. Il problema naturalmente è <strong>di</strong> tipo politico: urge imboccare<br />
la strada <strong>di</strong> una profonda riorganizzazione della società italiana per affrontare<br />
seriamente il “problema giovani”.<br />
Le <strong>di</strong>rezioni all’interno delle quali ci si può e ci si deve muovere sono <strong>di</strong>verse:<br />
- vi è una sfida educativa e formativa,<br />
- una sfida con il mondo del lavoro.<br />
Per quanto riguarda il primo aspetto oggi il mondo ci appare in crisi, poiché in crisi è<br />
tutto il mondo adulto, le istituzioni. Sembrano essere venuti meno i punti <strong>di</strong> riferimento<br />
della società, valori e progetti in cui credere. Non siamo più in grado <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare<br />
con l’esempio le cose per le quali vale la pena <strong>di</strong> impegnarsi e lavorare, incantati dagli<br />
specchi della società dei consumi, indaffarati a conquistare l’effimero. Non siamo più<br />
in grado <strong>di</strong> mostrare e <strong>di</strong>mostrare ai giovani quale esistenza meriti <strong>di</strong> essere vissuta. In<br />
una parola si riscontra una crisi <strong>di</strong> fiducia nella vita. Questo è certamente il risultato<br />
<strong>di</strong> un modello <strong>di</strong> civiltà che ha svuotato le coscienze, in primo luogo degli adulti, in<strong>di</strong>rizzandole<br />
verso una ricerca spasmo<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> cose che non riempiono l’animo, ma nel<br />
contempo abbiamo lasciato i giovani soli, ad affrontare una società senza un modello<br />
a cui adeguarsi, dove l’agito è valorizzato dalla approvazione degli altri o da criteri<br />
<strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio emotivi. Quello che conta è il contesto, il gruppo, e su questo versante un<br />
ruolo imperante lo hanno ricoperto i mass me<strong>di</strong>a che hanno dettato e continuano a<br />
dettare come “istriones <strong>di</strong> piazza” leggi comportamentali e valori che mirano appunto<br />
all’imme<strong>di</strong>ato e al consenso.<br />
Pertanto ritengo che si debba ripartire “dalla educazione” per ricostruire percorsi<br />
all’interno dei quali i giovani possano avere riferimenti certi per quanto concerne il<br />
comportamento. La “delegittimazione dell’autorità” che per anni è stata sban<strong>di</strong>erata,<br />
considerandola come la massima libertà nel comportamento del bambino, dello studente,<br />
dell’adulto, come valore aggiunto, li ha privati <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> riferimento certi e<br />
con<strong>di</strong>visi. Infatti non esiste nessun processo educativo che non abbia bisogno <strong>di</strong> autorevolezza<br />
e <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> riferimento in modo da poter orientare le scelte e spiegarne le<br />
ragioni. Oggi purtroppo l’autorità soffre <strong>di</strong> questo aspetto. Ne soffrono le istituzioni,<br />
basta guardarsi intorno, e più non aggiungo, la famiglia, la scuola, la società tutta.<br />
Non ci sono più certezze poiché non ci sono più regole, o meglio, regole con<strong>di</strong>vise e<br />
accettate. È una lotta <strong>di</strong> tutti contro tutti. Per esempio nel campo della scuola troppo<br />
77
spesso la famiglia addossa la colpa agli insegnanti <strong>di</strong> eventuali insuccessi dei figli, a<br />
loro volta la scuola chiama in causa la famiglia che non è in grado <strong>di</strong> guidare i figli…<br />
e così via, credendo ciascuno <strong>di</strong> essere autosufficiente e <strong>di</strong> poter educare <strong>di</strong>struggendo<br />
l’autorità dell’altro. Nella lettera sulla educazione, papa Benedetto XVI offre<br />
alcune in<strong>di</strong>cazioni preziose che possono costituire una traccia sulle quali ritengo che<br />
tutti coloro che si interessano del problema debbano riflettervi. Da parte mia farò<br />
qualche considerazione in merito al fatto che l’educazione “ha bisogno <strong>di</strong> trovare un<br />
giusto equilibrio tra la libertà e la <strong>di</strong>sciplina”. Se educare alla libertà e con la libertà<br />
costituisce la vera sfida dell’educazione, il liberalismo educativo costituisce una vera<br />
utopia in quanto sono troppi e molteplici gli stimoli con<strong>di</strong>zionanti dell’ambiente, anche<br />
attraverso i me<strong>di</strong>a, che non porterebbero a scelte univoche e generalmente con<strong>di</strong>vise.<br />
Infatti una educazione senza concrete proposte <strong>di</strong> orientamento verso valori<br />
che sono in grado <strong>di</strong> veicolare il senso della vita e la via del bene non porterebbe ad<br />
un percorso formativo vero. Una educazione senza autorevolezza e senza <strong>di</strong>sciplina<br />
risulta inefficace. Per questo è importante trovare il giusto equilibrio tra la libertà e<br />
la <strong>di</strong>sciplina. Senza regole <strong>di</strong> comportamento <strong>di</strong> vita, non si forma il carattere e non si<br />
viene preparati ad affrontare le prove che certamente non mancheranno in futuro. Lo<br />
<strong>di</strong>mostra la fragilità <strong>di</strong> tanti giovani che alle prime <strong>di</strong>fficoltà, non allenati al sacrificio<br />
vanno in crisi somatizzando, spesso, le loro <strong>di</strong>fficoltà. Per quanto riguarda la sfida con<br />
il mondo del lavoro, qui veramente urge una vera rivoluzione. Se si vogliono cambiare<br />
le con<strong>di</strong>zioni della società italiana serve un protagonismo dei giovani. Il contesto politico,<br />
economico e sociale ci evidenzia l’immagine <strong>di</strong> un paese bloccato, accartocciato<br />
su se stesso. Incertezza del futuro, precarietà psicologica, ricerca <strong>di</strong> spazi espressivi<br />
autonomi, trasgressione, cultura dell’estraneità sembrano essere gli elementi caratterizzanti<br />
dei giovani della società italiana. Ma ad una analisi più approfon<strong>di</strong>ta e attenta<br />
si evidenziano aspetti certamente <strong>di</strong>fferenti e comunque <strong>di</strong>mostrano che l’Italia non è<br />
un paese povero <strong>di</strong> risorse umane, <strong>di</strong> intelligenze o <strong>di</strong> passione civile. La verità è che<br />
queste risorse non trovano più un punto <strong>di</strong> incontro su cui polarizzarsi per costruire<br />
una visione con<strong>di</strong>visa. Questo ci dà come risultato un lento impoverimento del capitale<br />
umano e sociale, un grigiore dell’azione politica con conseguente <strong>di</strong>simpegno nella<br />
comunità civile alla ricerca <strong>di</strong> nuove vie e strategie per la ricerca del bene comune.<br />
Troppo spesso tutta l’azione si risolve in un “vivacchiare alla giornata”. La stessa visione<br />
della politica appare ormai vecchia e ripiegata su se stessa, troppo spesso percepita<br />
come ostacolo alla costruzione <strong>di</strong> comunità solidali, aperte ed operose. Inoltre le<br />
promesse non mantenute, gli scandali, l’opportunismo, i giochi <strong>di</strong> potere hanno fatto<br />
il resto contribuendo alla estraniazione delle nuove generazioni.<br />
Cosa si può fare?<br />
A mio avviso serve un colpo d’ala per staccarsi e portarsi al <strong>di</strong> sopra per osservare<br />
meglio la realtà giovanile e porre le basi per una educazione che aiuti i giovani a progettare<br />
la propria vita in libertà ed autonomia, costruendo attorno a loro un sistema <strong>di</strong><br />
welfare attivo in grado <strong>di</strong> promuoverli e sostenerli. I problemi legati al lavoro, alla casa<br />
costituiscono uno dei punti deboli per la loro realizzazione che vanno affrontati e risolti.<br />
Collateralmente a ciò vanno analizzati e risolti tutti i problemi che minano alla base<br />
la loro crescita nella società e il loro apporto alla costruzione <strong>di</strong> una società più aperta,<br />
governata da certezze e da regole che costituiscono la base <strong>di</strong> ogni democrazia.<br />
Franco Marini<br />
Responsabile Ufficio Scuola<br />
78
UFFICIO PASTORALE CATECHISTICA<br />
ARCIDIOCESI DI PESARO<br />
Ufficio Pastorale Catechistica<br />
Via Rossini, 62 – 61100 <strong>Pesaro</strong><br />
Tel. 072130043 Fax 072132422<br />
e-mail: catechesi@arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it<br />
<strong>Pesaro</strong>, 5 maggio <strong>2010</strong><br />
Oggetto: Convocazione commissione UCD<br />
Ai componenti della Commissione Diocesana<br />
“Evangelizzazione e Catechesi”<br />
Ai Vicari Foranei<br />
p. c. All’Arcivescovo <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong> Mons. Piero Coccia<br />
Come ogni anno nel mese <strong>di</strong> giugno, prima <strong>di</strong> ripartire a settembre con il nuovo<br />
anno pastorale, è necessario vederci per portare un contributo sia personale che come<br />
referenti delle sei vicarie per la programmazione del prossimo anno.<br />
La Commissione pertanto è convocata per il<br />
con il seguente OdG:<br />
A presto,<br />
3 giugno alle ore 21.15<br />
presso la Sala della Curia (Via Rossini, 66)<br />
1. percorso <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong> formazione per gli operatori pastorali: proposte<br />
2. la celebrazione del mandato nel settenario <strong>di</strong> S. Terenzio: lunedì 20 settembre<br />
3. il convegno <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong> settembre: 17/18 settembre (comunicazione)<br />
4. convegno nazionale UCN: 14/17 giugno (Bologna)<br />
5. comunicazioni: apostolato biblico (Giorgetti), <strong>di</strong>sabili (Pestelli), catecumenato<br />
(d. Mario)<br />
6. la peregrinatio Mariae in Diocesi in preparazione al CEN 2011 (Ancona)<br />
Don Mario Florio<br />
79
ARCIDIOCESI DI PESARO<br />
Ufficio Pastorale Catechistica<br />
Via Rossini, 62 – 61100 <strong>Pesaro</strong><br />
Tel. 072130043 Fax 072132422<br />
e-mail: catechesi@arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it<br />
80<br />
ANNO <strong>2010</strong><br />
IL SECONDO PERCORSO DIOCESANO DI FORMAZIONE<br />
PER GIOVANI E ADULTI<br />
IN CAMMINO VERSO LA CRESIMA<br />
INIZIERÀ<br />
GIOVEDI’ 30 SETTEMBRE<br />
ALLE ORE 21,15<br />
PRESSO LA SALA DELLA CURIA<br />
(VIA ROSSINI, 66)<br />
Il percorso prevede 12 incontri (sempre il giovedì)<br />
e si prolunga fino ai primi <strong>di</strong> <strong>di</strong>cembre<br />
UFFICIO CATECHISTICO DIOCESANO<br />
E.MAIL: catechesi@arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it<br />
TELEFONO: 0721 30043 (Curia)
ARCIDIOCESI DI PESARO<br />
Ufficio Pastorale Catechistica<br />
Via Rossini, 62 – 61100 <strong>Pesaro</strong><br />
Tel. 072130043 Fax 072132422<br />
e-mail: catechesi@arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it<br />
<strong>Pesaro</strong>, 5 luglio <strong>2010</strong><br />
A S.E.R. Mons. Piero Coccia<br />
Al Vicario Generale<br />
Ai Componenti del Comitato Diocesano<br />
per il Convegno UCN CEI (<strong>Pesaro</strong> 2011)<br />
Il giorno 15 luglio prossimo alle ore 9.30 presso la Sala riunioni della Curia<br />
viene convocato, per una prima riunione informale, il Comitato Diocesano incaricato<br />
<strong>di</strong> collaborare alla realizzazione del Convegno Nazionale, promosso dall’UCN della<br />
CEI, dei Direttori degli Uffici Catechistici delle Diocesi Italiane. Il Convegno si terrà<br />
nella nostra città nei gg. 20-23 giugno 2011, in preparazione al Congresso Eucaristico<br />
Nazionale (4-11 settembre 2011).<br />
OdG<br />
• Comunicazioni sul Convegno da parte del sottoscritto<br />
• Proposte <strong>di</strong> collaborazione da parte delle <strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong><br />
• Eventuali iniziative a cura <strong>di</strong> enti pubblici e/o privati<br />
• Varie ed eventuali<br />
La riunione terminerà entro le ore 11.<br />
Contando sulla Vostra partecipazione,<br />
Cor<strong>di</strong>ali saluti,<br />
D. Mario Florio<br />
Direttore UCD - <strong>Pesaro</strong><br />
81
82<br />
UFFICIO PASTORALE FAMILIARE<br />
ARCIDIOCESI DI PESARO<br />
Ufficio Pastorale Familiare<br />
Via Rossini, 62 – 61121 <strong>Pesaro</strong><br />
Tel. 072130043 Fax 072132422<br />
e-mail: pastoralefamiliare@arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it<br />
INCONTRI DIOCESANI <strong>2010</strong>-2011<br />
L’ufficio Diocesano per la Pastorale Familiare presenta il programma <strong>di</strong> incontri <strong>di</strong>ocesani<br />
per il <strong>2010</strong>-2011.<br />
Incontri per famiglie<br />
_12 Dicembre <strong>2010</strong><br />
Incontro <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong> preghiera e comunione in preparazione al Natale<br />
Parrocchia Sacro Cuore<br />
_10Aprile 2011<br />
Incontro <strong>di</strong>ocesano <strong>di</strong> preghiera e comunione in preparazione alla Pasqua<br />
Parrocchia sacro Cuore<br />
_18-19-20 Marzo 2011<br />
La famiglia sorgente <strong>di</strong> speranza<br />
Ritiro per le famiglie<br />
_10 Settembre 2011<br />
Incontro per le famiglie e i fidanzati<br />
Nell’ambito delle celebrazioni del Congresso Eucaristico Nazionale_Ancona<br />
Incontri per fidanzati<br />
_3 Aprile 2011<br />
Incontro a Loreto con Mons. Piero Coccia Arcivescovo<br />
10 Settembre 2011<br />
Incontro per le famiglie e i fidanzati<br />
Nell’ambito delle celebrazioni del Congresso Eucaristico Nazionale_Ancona
Incontri per Operatori<br />
Aperto anche a famiglie su “Il Battesimo”<br />
_Venerdì 29 Ottobre <strong>2010</strong><br />
Verso una “Pastorale dei primi passi”<br />
d. Bassano Padovani<br />
_Venerdì 26 Novembre <strong>2010</strong><br />
Sinergie educative per la trasmissione della fede<br />
Elena Bulzi e Simonetta Pozzoli<br />
_Venerdì 28 Gennaio 2011<br />
Formazione specifica degli operatori della “Pastorale dei primi passi”<br />
Maurizio e Silvana Gilioli<br />
_Venerdì 25 Febbraio 2011<br />
Sussi<strong>di</strong>azione <strong>di</strong>ocesana per le famiglie<br />
Angelo e Luisa Abbiati<br />
_Venerdì 25 Marzo 2011<br />
Un’esperienza parrocchiale in atto<br />
Valentina e Massimo Pagani<br />
_Venerdì 15 Aprile 2011<br />
Costruire un sogno…<br />
d. Bassano Padovani, Elena Bulzi, Simonetta Bozzoli<br />
In collaborazione con ISSR<br />
Iscrizioni Lun. Mar. Mer. ore 17.30 - 19.30<br />
Istituto Superiore Scienze Religiose<br />
0721.52109 - 338.306.449.7<br />
Villa Borromeo, Via Avogadro 40 - <strong>Pesaro</strong><br />
Ufficio Pastorale Familiare<br />
338.557.567 ore 10 - 12<br />
Via Rossini 66 - <strong>Pesaro</strong><br />
pastoralefamiliare@arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it<br />
www.arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it<br />
83
84<br />
ARCHIVIO STORICO DIOCESANO<br />
ARCIDIOCESI DI PESARO<br />
Archivio Storico Diocesano<br />
Via Rossini, 56 – 61121 <strong>Pesaro</strong><br />
Tel. 072130043 Fax 072132422<br />
e-mail: archivio@arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it<br />
<strong>Pesaro</strong>, settembre <strong>2010</strong><br />
ANCORA TESORI DA SCOPRIRE<br />
Presso la Chiesa della SS. Annunziata, a partire da venerdì 17 settembre alle ore 18 e<br />
tutti i venerdì successivi (escluso venerdì 24 per la festività <strong>di</strong> S. Terenzio) per arrivare<br />
a venerdì 12 novembre si terranno una serie <strong>di</strong> otto brevi incontri con lo scopo <strong>di</strong> fare<br />
conoscere e valorizzare quel grande patrimonio che è custo<strong>di</strong>to nell’Archivio Storico<br />
Diocesano <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong>.<br />
L’iniziativa vedrà la partecipazione, <strong>di</strong> volta in volta, <strong>di</strong> due stu<strong>di</strong>osi che hanno effettuato<br />
ricerche presso l’Archivio Diocesano e che desiderano proporre i risultati delle<br />
loro ricerche.<br />
Le relazioni iniziali, quelle del 17 settembre, hanno riguardato, la prima, tenuta dalla<br />
Prof.ssa Gabriella Sanchini, la ricostruzione <strong>di</strong> un albero genealogico con tutte le<br />
sorprese e le <strong>di</strong>fficoltà che s’incontrano. La Professoressa, oltre che stu<strong>di</strong>osa e pubblicista,<br />
ha una vera passione per la ricostruzione genealogica <strong>di</strong> famiglie pesaresi<br />
attingendo agli Stati delle Anime e agli Atti Matrimoniali esistenti presso l’archivio.<br />
La seconda relazione è stata svolta dal Dott. Filippo Pinto ed ha riguardato i processi<br />
<strong>di</strong> nobiltà <strong>di</strong> famiglie nobili pesaresi al fine <strong>di</strong> affiliarsi negli Or<strong>di</strong>ni Equestri <strong>di</strong><br />
S. Stefano e dei SS. Maurizio e Lazzaro la cui documentazione è anch’essa depositata<br />
presso l’archivio. Si tratta <strong>di</strong> un argomento poco noto e interessante per l’abbondanza<br />
<strong>di</strong> prove addotte per sostenere quella causa.<br />
Gli incontri proseguiranno il primo <strong>di</strong> ottobre con Sara Cambrini che tratterà del Capitolo<br />
della Cattedrale e Martino Campagnoli si occuperà invece <strong>di</strong> alcuni processi del<br />
’600 riguardanti anche la stregoneria.<br />
Seguirà l’otto <strong>di</strong> ottobre un intervento <strong>di</strong> Tommaso Lucchetti sulla cucina dei conventi<br />
e <strong>di</strong> Gabriele Falciasecca sulla cucina del Monastero del Corpus Domini.<br />
IL 15 <strong>di</strong> ottobre è la volta <strong>di</strong> don Mario Florio che terrà una conversazione sugli scritti<br />
<strong>di</strong> Mons. Bonaventura Porta e <strong>di</strong> Luca Cangini sull’anno 1859 quando il Seminario <strong>di</strong><br />
<strong>Pesaro</strong> fu occupato dai militari.<br />
Il successivo 22 ottobre Cristina Ortolani tratteggerà la figura del prete don Giovanni<br />
Gabucci, appassionato ricercatore mentre don Igino Corsini assieme a Valerio Vergari<br />
illustreranno l’archivio <strong>di</strong>ocesano.
Venerdì 29 ottobre Valerio Vergari commenterà il DVD su “I tesori dell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong><br />
<strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong>”.<br />
Il 5 novembre Sara Benvenuti intratterrà i convenuti sulle omelie “<strong>di</strong> fuoco” mentre<br />
Sara Cambrini e Diletta Me<strong>di</strong>ci illustreranno alcune antiche pergamene presenti<br />
nell’archivio attraverso delle immagini.<br />
Infine il 12 novembre, l’ultimo incontro, sarà <strong>di</strong> carattere musicale con Cristina Montanari<br />
che relazionerà sulla cappella musicale della Cattedrale mentre Davide Marsano<br />
illustrerà l’importante scoperta degli spartiti musicali, presso l’archivio, del maestro<br />
<strong>di</strong> cappella del Settecento Paolo Bellinzani.<br />
Gabriele Falciasecca<br />
85
ISTITUTO SUPERIORE SCIENZE RELIGIOSE<br />
Giovanni Paolo II<br />
86<br />
INIZIO ANNO ACCADEMICO <strong>2010</strong>/2011<br />
A settembre <strong>2010</strong> si è aperto il nuovo anno accademico dell’Istituto Superiore <strong>di</strong><br />
Scienze Religiose “Giovanni Paolo II” <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong>. Ma la chiusura del precedente a.a. è<br />
risultata un appuntamento importante, perché ci sono state le prime Lauree in Scienze<br />
Religiose della giovane storia dell’Istituto. Hanno conseguito il titolo accademico,<br />
in<strong>di</strong>spensabile per l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole, Rita Ciliani,<br />
Giuseppe Leone, Melania Macchiarola e Rosetta Magi. La Commissione d’esame era<br />
presieduta dal prof. Renzo Gerar<strong>di</strong>, Preside della Facoltà <strong>di</strong> S. Teologia della Pontificia<br />
Università Lateranense a cui l’Istituto è collegato. Seguendo la modalità tipica<br />
delle Università Pontificie, la seduta <strong>di</strong> laurea si è svolta in due parti. Nella prima i<br />
can<strong>di</strong>dati hanno presentato la tesi da loro prodotta, <strong>di</strong>scutendola con il controrelatore<br />
e gli altri membri della Commissione. Nella seconda parte è avvenuto l’accertamento<br />
delle capacità <strong>di</strong> sintesi del can<strong>di</strong>dato, attorno a 3 delle 15 tematiche precedentemente<br />
proposte dall’Istituto e approvate dalla Facoltà. I risultati sono stati brillanti e<br />
due studenti, Ciliani e Leone, hanno ad<strong>di</strong>rittura ottenuto il massimo dei voti, 90/90,<br />
la “summa cum laude”. A sostenere e incoraggiare i laurean<strong>di</strong> è intervenuto anche<br />
l’Arcivescovo <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong>, mons. Piero Coccia, che svolge la funzione <strong>di</strong> Moderatore<br />
dell’Istituto. Le prossime lauree sono previste per l’11 febbraio 2011.<br />
I corsi dell’a.a. <strong>2010</strong>-2011 sono iniziati lunedì 27 settembre. Le nuove iscrizioni sono<br />
andate oltre le migliori aspettative, sia per quanto riguarda gli studenti or<strong>di</strong>nari, che<br />
intendono frequentare il percorso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> fino al conseguimento delle Laurea triennale,<br />
che per gli studenti u<strong>di</strong>tori, che frequentano secondo le loro scelte uno o più dei 33<br />
insegnamenti proposti nel “Giovanni Paolo II”. Il curriculum prevede, oltre a quelli<br />
più strettamente teologici, anche numerosi insegnamenti <strong>di</strong> filosofia, scienze umane,<br />
Bioetica e Dottrina sociale della Chiesa.
Primo anno<br />
PIANO DI STUDI TRIENNALE<br />
Anno accademico <strong>2010</strong> - 2011<br />
Area <strong>di</strong>scipline filosofiche<br />
_Storia della filosofia antica e me<strong>di</strong>evale<br />
Prof. Nevio Genghini<br />
_Filosofia teoretica I (Ontologia e metafisica)<br />
Prof. Marco Cangiotti<br />
Area <strong>di</strong>scipline bibliche<br />
_Scrittura I (AT, Pentateuco)<br />
Prof. Gino Fattorini<br />
_Scrittura II (NT, Sinottici e Atti degli Apostoli)<br />
Prof. Marco Di Giorgio<br />
Area <strong>di</strong>scipline storiche e patristiche<br />
_Patrologia e storia della Chiesa antica e me<strong>di</strong>evale<br />
Prof. Franco Gori<br />
Area <strong>di</strong>scipline sistematiche<br />
_Introduzione alla teologia<br />
Prof. Massimo Serretti<br />
_Dogmatica I (Rivelazione e Fede)<br />
Prof. Roberto Battaglia<br />
_Dogmatica II (Cristologia e Trinitaria)<br />
Prof. Marco De Franceschi<br />
Area <strong>di</strong>scipline morali<br />
_Morale I (Fondamentale)<br />
Prof. Massimo Regini<br />
_Morale II (Morale e Vita Spirituale)<br />
Prof. Davide Tonti<br />
Area scienze umane<br />
_Pedagogia<br />
Prof. Agostino Tisselli<br />
87
88<br />
Secondo anno<br />
Area <strong>di</strong>scipline filosofiche<br />
_Storia della filosofia moderna<br />
Prof. Paolo Boni<br />
_Filosofia teoretica II (Antropologia filosofica)<br />
Prof. Andrea Aguti<br />
Area <strong>di</strong>scipline bibliche<br />
_Scrittura III (AT, Profeti)<br />
Prof. Gino Fattorini<br />
_Scrittura IV (NT, Paolo e le lettere cattoliche)<br />
Prof. Mirko Montaguti<br />
Area <strong>di</strong>scipline storiche e patristiche<br />
_Storia della Chiesa moderna<br />
Prof. Francesco Zaccarelli<br />
Area <strong>di</strong>scipline sistematiche<br />
_Dogmatica III (Ecclesiologia e Mariologia)<br />
Prof. Antonio Olmi<br />
_Dogmatica IV (Antropologia teologica ed Escatologia)<br />
Prof. Massimo Serretti<br />
_Teologia pastorale<br />
Prof. Marco Presciutti<br />
Area <strong>di</strong>scipline morali<br />
_Dottrina sociale della Chiesa: storia e principi<br />
Prof.ssa Giuseppina Santucci<br />
_Bioetica generale<br />
Prof.ssa Palma Sgreccia<br />
Area scienze umane<br />
_Sociologia generale<br />
Prof. Simone Betti
Terzo anno<br />
Area <strong>di</strong>scipline filosofiche<br />
_Storia della filosofia contemporanea<br />
Prof. Nevio Genghini<br />
_Filosofia morale<br />
Prof. Andrea Aguti<br />
Area <strong>di</strong>scipline bibliche<br />
_Scrittura V (AT, Scritti Sapienziali)<br />
Prof. Gino Fattorini<br />
_Scrittura VI (NT, Giovanni)<br />
Prof. Marco Di Giorgio<br />
Area <strong>di</strong>scipline storiche e patristiche<br />
_Storia della Chiesa contemporanea<br />
Prof. Daniele Federici<br />
Area <strong>di</strong>scipline sistematiche<br />
_Dogmatica V (Teologia Sacramentale)<br />
Prof. Mario Florio<br />
_Introduzione al Diritto Canonico<br />
Prof. Alberto Fabbri<br />
_Liturgia<br />
Prof. Francesco Nasini<br />
Area <strong>di</strong>scipline morali<br />
_Dottrina sociale della Chiesa: famiglia, lavoro e politica<br />
Prof. Daniele Celli<br />
_Bioetica speciale<br />
Prof. Paolo Marchionni<br />
Area scienze umane<br />
_Psicologia<br />
Prof.ssa Maria Gabriella Pe<strong>di</strong>coni<br />
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90<br />
CORSO DI FORMAZIONE PER OPERATORI PASTORALI<br />
L’istituto Superiore <strong>di</strong> Scienze Religiose “Giovanni Paolo II” in collaborazione con gli<br />
Uffici Diocesani: Catechesi, Liturgia, Caritas, Centro Pastorale Familiare presenta il<br />
programma del CORSO PER OPERATORI PASTORALI anno <strong>2010</strong>–2011.<br />
venerdì 29 ottobre <strong>2010</strong><br />
Don Bassano Padovani<br />
Verso una “Pastorale dei primi passi”<br />
venerdì 26 novembre <strong>2010</strong><br />
Elena Bulzi e Simonetta Pozzoli<br />
Sinergie educative per la trasmissione della fede<br />
venerdì 28 gennaio 2011<br />
Maurizio e Silvana Gilioli<br />
Formazione specifica degli operatori della “Pastorale dei primi passi”<br />
venerdì 25 febbraio 2011<br />
Angelo e Luisa Abbiati<br />
Sussi<strong>di</strong>azione <strong>di</strong>ocesana per le famiglie<br />
venerdì 25 marzo 2011<br />
Valentina e Massimo Pagani<br />
Un’esperienza parrocchiale in atto<br />
venerdì 15 aprile 2011<br />
Don Bassano Padovani, Elena Bulzi, Simonetta Pozzoli<br />
Costruire un sogno<br />
Gli incontri si terranno dalle ore 18,30 alle ore 20,00<br />
Informazioni, iscrizioni e sede del corso presso<br />
Istituto Superiore <strong>di</strong> Scienze Religiose<br />
Villa Borromeo – Via Avogadro, 40 – <strong>Pesaro</strong><br />
Tel. 0721 52109 – 338 3064497<br />
www.issrpesaro.it<br />
segreteria@issrpesaro.it
VISITA PASTORALE<br />
<strong>di</strong> S.E. Mons. Piero Coccia<br />
VISITA PASTORALE<br />
dell’Arcivescovo S.E. Mons..PIERO COCCIA<br />
“forti nella fede” (Col 1, 23)<br />
Il Calendario della Visita Pastorale<br />
(Ottobre – Dicembre <strong>2010</strong>)<br />
dal 03 al 07 ottobre Parrocchia <strong>di</strong> S. Sebastiano in Monteciccardo<br />
dal 09 al 16 ottobre Parrocchia Santi Vito e Modesto in Mombaroccio<br />
dal 24 al 30 ottobre Parrocchia Santa Susanna in Villagrande<br />
dal 01 al 06 novembre Parrocchia <strong>di</strong> San Lorenzo Martire in Case Bruciate<br />
dal 14 al 21 novembre Parrocchie <strong>di</strong>:<br />
• San Michele Arcangelo in Montegau<strong>di</strong>o<br />
• San Michele Arcangelo in S. Angelo in Lizzola<br />
• San Pietro in Rosis<br />
dal 21 al 24 novembre Parrocchia <strong>di</strong> Sant’Andrea in Fiorenzuola <strong>di</strong> Focara<br />
dal 25 al 27 novembre Parrocchia <strong>di</strong> San Cassiano in Granarola<br />
dal 05 al 11 <strong>di</strong>cembre Parrocchia <strong>di</strong> San Carlo Borromeo in <strong>Pesaro</strong><br />
dal 12 al 18 <strong>di</strong>cembre Parrocchie <strong>di</strong>:<br />
• Santa Maria Annunziata in Ponte Tavollo<br />
• Santa Maria Immacolata a Gabicce Mare<br />
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92<br />
PARROCCHIE DI SANTO STEFANO IN CANDELARA<br />
E SANTA MARIA DELL’ARZILLA<br />
Visita Pastorale dal 12 al 18 settembre <strong>2010</strong><br />
UNA COMUNITÀ TUTTA MINISTERIALE<br />
Si è conclusa sabato 18 settembre <strong>2010</strong> la Visita Pastorale dell’Arcivescovo Mons.<br />
Piero Coccia alla Comunità <strong>di</strong> S. Stefano in Candelara e <strong>di</strong> S. Maria dell’Arzilla.<br />
Durante l’omelia l’Arcivescovo ha lasciato le “consegne” cioè le priorità pastorali<br />
nel cammino della comunità. Ha inoltre apprezzato, anzi elogiato, il cammino comune<br />
delle due parrocchie che sono ora unite, definendole un buon esem pio <strong>di</strong> unità<br />
pastorale, per l’integrazione realizzata e le tante attività portate avanti insieme, sotto<br />
la guida del parroco don Marco Di Giorgio. Tre sono state le consegne: famiglia, giovani<br />
e formazione degli operatori pastorali. Sempre sabato, incontrando le famiglie,<br />
ha ripreso il tema che impegnerà la Chiesa italiana nel prossimo decennio: la sfida<br />
educativa. È stata una sollecitazione all’impegno educativo nei confronti dei figli, un<br />
impegno/dovere per la loro crescita integrale sia umana, sia cristiana; un servizio che<br />
si concretizza e si realizza con una vita vissuta da testimoni dei valori proposti. Anche<br />
alle famiglie l’Arcivescovo ha lanciato una proposta: vivere la comunità, de<strong>di</strong>cando<br />
un po’ <strong>di</strong> tempo alle giovani coppie. L’Istituto Superiore Scienze Religiose “Giovanni<br />
Paolo II” per il nuovo anno organizza un corso <strong>di</strong> formazione per Operatori Pastorali<br />
sul tema della preparazione al Battesimo: sarebbe bello e arricchente vedere famiglie<br />
che si aiutano vicendevolmente costruendo una rete che apre all’accoglienza, alla con<strong>di</strong>visione<br />
ed al comune impegno educativo. Il mercoledì precedente, incontrando un<br />
nutrito gruppo <strong>di</strong> Operatori Pastorali, l’Arcivescovo ha invitato tutti a servire Cristo<br />
nella Chiesa supportando il proprio impegno con una adeguata formazione spirituale,<br />
pastorale e teologica: un cammino necessario per rimanere “forti nella fede”: Serve<br />
un laicato responsabile per costruire una Chiesa come propone Papa Benedetto XVI<br />
dove, attraverso “le <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> ministeri e carismi, il Vangelo possa rag giungere il<br />
cuore <strong>di</strong> ogni uomo”. Una responsabilità che, suggerisce l’Arcivescovo, cresce e si<br />
rafforza vivendo la Comunità alla mensa della Parola e dell’Eucarestia per formarsi<br />
sia spiritualmente, sia pastoralmente; per formarsi inoltre nei contenuti, per “rendere<br />
ragione della speranza che è in noi”. L’attenzione dei presenti alle parole del “Pastore”<br />
ha confermato il desiderio <strong>di</strong> vivere l’esperienza cristiana da testimoni cre<strong>di</strong>bili con la<br />
giusta considerazione dei momenti formativi.<br />
Tanti sono stati gli altri incontri vissuti nella settimana: nell’ascolto dei singoli, con le<br />
realtà associative del territorio (circoli, Banda, polisportive, Coro polifonico, Società<br />
<strong>di</strong> Mutuo Soccorso maschile e femminile ecc.), con i bambini della scuola materna<br />
ed elementare, con i malati, i giovani ...insomma una settimana densa <strong>di</strong> relazioni che<br />
hanno fatto crescere la comunione tra il Pastore e le sue comunità: insomma hanno<br />
e<strong>di</strong>ficato ancora <strong>di</strong> più la Chiesa. Alla conclusione, con l’Accolitato <strong>di</strong> Emilio Pietrelli<br />
a S. Maria dell’Arzilla, la comunità parrocchiale si è scoperta più ricca <strong>di</strong> servizi e<br />
ministeri, pronta a crescere nel dono <strong>di</strong> sé per il bene <strong>di</strong> tutti, sull’esempio <strong>di</strong> Gesù che<br />
non è venuto per essere servito, ma per servire.
VERSO IL DIACONATO PERMANENTE<br />
La Visita Pastorale dell’Arcivescovo Mons. Piero Coccia alle Comunità <strong>di</strong> Candelara<br />
e S. Maria dell’Arzilla è stata un grande dono per confermare nella fede le nostre<br />
parrocchie e per me anche l’arrivo della seconda tappa verso il <strong>di</strong>aconato, cioè il ministero<br />
dell’Accolitato.<br />
Preparandomi all’appuntamento della prima tappa, cioè al ministero del Lettorato,<br />
notavo che il “Servizio alla Parola” non mi impegnava soltanto nella<br />
proclamazione della Parola <strong>di</strong> Dio durante l’Assemblea liturgica, ma anche<br />
nell’organizzazione evangelizzatrice e catechistica, un compito <strong>di</strong> animatore<br />
<strong>di</strong> questo servizio per tutta la comunità.<br />
Per favorire la crescita nei laici della corresponsabilità nel cammino della<br />
Chiesa - Comunione, servita da <strong>di</strong>versi ministeri nella ricchezza dei doni dello<br />
Spirito, insieme al Parroco d. Marco, ho promosso un incontro per la costituzione<br />
del “Gruppo dei Lettori”.<br />
Mercoledì 1º settembre si è svolta la prima riunione, preceduta dalla recita<br />
del Rosario insieme al Gruppo <strong>di</strong> Preghiera, con una massiccia partecipazione<br />
(eravamo una trentina) e tanto entusiasmo circa l’iniziativa. Veramente il<br />
“vento dello Spirito” soffia dove vuole: apriamoci a questa grazia, a questa<br />
chiamata a vivere nella Chiesa e per la Chiesa.<br />
La catechesi <strong>di</strong> don Marco ci ha presentato la celebrazione Eucaristica come<br />
partecipazione alla mensa della Parola e del Pane <strong>di</strong> Vita, per crescere nella<br />
nostra appartenenza alla comunità e nella nostra testimonianza <strong>di</strong> cristiani sulle<br />
strade del mondo, insieme alla responsabilità <strong>di</strong> ciascuno per rendere vive e<br />
partecipate le nostre Messe.<br />
Inoltre per rispondere a questa chiamata ed aiutare tutta la comunità, si è deciso<br />
<strong>di</strong> organizzare meglio il servizio, con un calendario dei Lettori per le<br />
varie liturgie: ciò ci renderà “primi ascoltatori” della Parola che andremo a<br />
proclamare e ci permetterà <strong>di</strong> saperla custo<strong>di</strong>re e conservare nel cuore. Questo<br />
servizio offerto alla nostra comunità, ci porterà a vivere come Maria <strong>di</strong> Betania<br />
che, seduta ai pie<strong>di</strong> <strong>di</strong> Gesù, ascolta la sua parola e questa attenzione alla<br />
Pa rola accrescerà la nostra relazione ed alimenterà il nostro desiderio <strong>di</strong> stare<br />
in Dio, per fare esperienza del suo amore.<br />
Emilio Pietrelli<br />
93
94<br />
IL PARROCO DICE<br />
Terminata la pausa estiva la parrocchia <strong>di</strong> S. Stefano in Candelara e S. Maria dell’Arzilla<br />
ha dato l’avvio all’ultimo “semestre” della visita pastorale. La guida <strong>di</strong> questi<br />
due territori della Diocesi <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong> è affidata a don Marco Di Giorgio, parroco per<br />
entrambe le chiese. Come lo stesso don Marco ha tenuto a sottolineare, il clima <strong>di</strong><br />
attesa che si era creato durante i tre giorni <strong>di</strong> preparazione è stato molto più che sod<strong>di</strong>sfatto:<br />
da una parte i parrocchiani hanno saputo creare un’atmosfera gioiosa, euforica<br />
e <strong>di</strong> grande accoglienza nei confronti <strong>di</strong> Mons. Coccia. Egli a sua volta con cor<strong>di</strong>alità,<br />
gentilezza e profonda apertura al <strong>di</strong>alogo è riuscito a rapportarsi in maniera <strong>di</strong>retta con<br />
le persone, instaurando legami sinceri che sicuramente avvicineranno sempre più la<br />
parrocchia alle iniziative della <strong>di</strong>ocesi stessa. “Ho apprezzato molto la <strong>di</strong>sponibilità al<br />
servizio dell’Arcivescovo” - racconta don Marco -. Anche quando la partecipazione<br />
è stata <strong>di</strong>screta, gli incontri sono stati comunque significativi per la risposta positiva<br />
delle persone che vi hanno partecipato. Ricordo in particolare l’apertura dell’anno<br />
scolastico presso la scuola materna ed elementare: nonostante non ci fosse stato tempo<br />
per preparare i bambini all’evento, questi si sono <strong>di</strong>mostrati estremamente attivi,<br />
fantasiosi e curiosi nelle domande che venivano poste a Sua Eccellenza”. E prosegue:<br />
“È importante anche rimarcare le parole dell’Arcivescovo durante l’incontro con le<br />
varie realtà associative che operano nel territorio: avere sempre come obiettivo il Bene<br />
comune, rinnovandosi continuamente, ma all’interno della tra<strong>di</strong>zione stessa <strong>di</strong> queste<br />
attività integrative.” Il medesimo <strong>di</strong>scorso lo si può riportare infine anche nei riguar<strong>di</strong><br />
della parrocchia <strong>di</strong> Candelara e dell’Arzilla: “Mons. Coccia ha apprezzato l’impegno<br />
<strong>di</strong> tutti nel costruire <strong>di</strong> due frazioni un’unica unità pastorale”- conclude don Marco - e<br />
proprio su questo punto ci ha lasciato alcune in<strong>di</strong>cazioni: lavorare sulla formazione a<br />
tutti i livelli (spirituale, pastorale e teologico) dando costante impulso a tutte le iniziative<br />
che legano la vita parrocchiale <strong>di</strong> entrambe le chiese:<br />
Eleonora Gregori Ferri
PARROCCHIA SAN MICHELE ARCANGELO IN NOVILARA<br />
Visita Pastorale dal 26 settembre al 01 ottobre <strong>2010</strong><br />
NOVILARA ATTORNO AL SUO PASTORE<br />
Domenica 26 settembre, alle ore 10,45 è iniziata la Visita Pastorale dell’Arcivescovo<br />
mons. Piero Coccia alla parrocchia <strong>di</strong> San Michele Arcangelo <strong>di</strong> Novilara. Il parroco,<br />
don Severo Giagnolini ed il vicario, don Giampiero Cernuschi, hanno accolto il presule<br />
alle porte della chiesa. La visita è iniziata quando l’Arcivescovo ha baciato, sul<br />
sagrato, il crocifisso presentato dal parroco; successivamente tutti i presenti si sono<br />
portati in processione all’interno della chiesa per la celebrazione della Santa Messa<br />
nella quale l’Arcivescovo ha amministrato il sacramento della confermazione a 7 ragazzi<br />
e, straor<strong>di</strong>nariamente, 9 fanciulli hanno ricevuto la prima comunione. Durante<br />
l’omelia l’arcivescovo ha cercato <strong>di</strong> rivolgere ad ogni presente un pensiero.<br />
Per la comunità <strong>di</strong> Novilara questa è stata una settimana ricca <strong>di</strong> appuntamenti non<br />
solo in occasione della Visita Pastorale, ma anche perché mercoledì 29 ricorreva la<br />
festa liturgica del patrono, San Michele Arcangelo; in tale occasione una messa è stata<br />
celebrata alle ore 20 dall’Arcivescovo, al termine della quale ha incontrato il Consiglio<br />
Pastorale Parrocchiale.<br />
La Visita si è conclusa il 1 ottobre, primo venerdì del mese, con la celebrazione del<br />
ritiro <strong>di</strong> perseveranza e della Santa Messa riparatrice, così come avviene ogni messe<br />
da oltre cinquant’anni, come ha ricordato il parroco all’inizio della celebrazione.<br />
In questi giorni la comunità <strong>di</strong> Novilara ha avuto l’occasione <strong>di</strong> radunarsi insieme,<br />
<strong>di</strong> conoscere meglio il proprio Pastore, successore degli Apostoli e, soprattutto, occasione<br />
per riflettere su <strong>di</strong> sè e avere nuovi spunti per iniziare bene il nuovo anno<br />
pastorale.<br />
LA TESTIMONIANZA<br />
Lorenzo Fattori<br />
Il Vescovo ci ha spronati per fare della vita un’occasione <strong>di</strong> testimonianza concreta.<br />
Martedì 28 settembre mons. Piero Coccia ha celebrato l’Eucarestia nella chiesetta<br />
<strong>di</strong> S. Giovanni a Cerreto, poi ha avuto particolare cura nei confronti dei giovani. A<br />
Novilara esiste l’oratorio e il gruppo Shalom, formato dai ragazzi della Cresima e del<br />
dopo Cresima. Altro momento <strong>di</strong> aggregazione giovanile è rappresentata dall’iniziativa<br />
“Sport per tutti”. Il Vescovo ha poi illustrato le iniziative della pastorale giovanile<br />
<strong>di</strong>ocesana, poi con i nostri sacerdoti ha incontrato i malati e tante altre realtà del nostro<br />
paese. Una vista a tutto tondo, che ci rende sal<strong>di</strong> nella fede, forti nella speranza e<br />
operosi nella carità.<br />
Sebastiano<br />
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96<br />
IL PARROCO DICE<br />
Dal 1954 ad oggi Don Severo, abate-parroco <strong>di</strong> San Michele Arcangelo in Novilara,<br />
ha ricevuto ben cinque visite pastorali e, nonostante il trascorrere del tempo, è sempre<br />
vivo in lui l’ entusiasmo nell’accogliere Sua Eccellenza all’interno della propria<br />
comunità religiosa: “Ringrazio ancora una volta il Signore per il dono della visita e<br />
l’Arcivescovo che in questi giorni <strong>di</strong> grande gioia e <strong>di</strong> serena fraternità è giunto a fortificare<br />
e a donare nuovo impulso alla nostra fede”. Sod<strong>di</strong>sfatto non solo dalle parole<br />
<strong>di</strong> Mons. Coccia, don Severo è orgoglioso anche dei suoi stessi parrocchiani che con<br />
ardore hanno partecipato numerosissimi sia alle liturgie che agli incontri programmati:<br />
“Ricorderò sicuramente come due momenti molto significativi i <strong>di</strong>aloghi rispettivamente<br />
coi giovani e con le famiglie: i primi sono stati incoraggiati a proseguire le<br />
proprie esperienze all’interno <strong>di</strong> un cammino <strong>di</strong> fede, mentre nel secondo caso mi ha<br />
colpito l’attualità e la profon<strong>di</strong>tà dei temi su cui i genitori hanno interrogato l’Arcivescovo.”<br />
Sua Eccellenza si è infatti particolarmente concentrato sul tema dell’educazione<br />
alla fede, così riassunto dal parroco: “Esistono meto<strong>di</strong> più o meno moderni per<br />
trasmettere la fede alle nuove generazioni. Nella società contemporanea la <strong>di</strong>fficoltà<br />
risiede nel riuscire a conciliare il passato con l’ innovazione, affinchè gli adulti e soprattutto<br />
i genitori possano andare incontro alle esigenze dei ragazzi, rimanendo pur<br />
sempre nel solco della tra<strong>di</strong>zione.” Lo stesso messaggio è stato portato anche ai soci<br />
ACLI ed al gruppo sportivo <strong>di</strong> calcio e <strong>di</strong> bocce: gli stessi allenatori si devono infatti<br />
considerare veri e propri educatori, il cui compito non è solo far eccellere i giovani<br />
nelle virtù fisiche, bensì soprattutto in quelle spirituali. In conclusione: “C’è stato un<br />
preciso richiamo <strong>di</strong> Mons. Coccia anche sulla necessità <strong>di</strong> impegnarsi a fondo nelle<br />
attività che la parrocchia organizza, perseverando in un percorso <strong>di</strong> continuo rafforzamento<br />
della propria fede religiosa. Su questa via, ci auguriamo che l’Arcivescovo ci<br />
accompagni con la sua preghiera e gli assicuriamo che tutta la parrocchia <strong>di</strong> Novilara<br />
farà altrettanto.”<br />
Eleonora Gregori Ferri
<strong>Pesaro</strong> 26 luglio <strong>2010</strong><br />
CONVEGNO DIOCESANO<br />
SE NON HO LA CARITÀ NON SONO NULLA<br />
Educarsi ed educare alla carità<br />
17 – 18 Settembre <strong>2010</strong><br />
Cinema Loreto - <strong>Pesaro</strong><br />
COMUNICATO STAMPA<br />
Un’esperienza <strong>di</strong> comunione ecclesiale, <strong>di</strong> riflessione e <strong>di</strong> confronto: questo vuole<br />
essere il prossimo Convegno <strong>di</strong>ocesano che si svolgerà presso il Cinema Loreto dal<br />
17 al 18 settembre <strong>2010</strong> e che, secondo una tra<strong>di</strong>zione instaurata da S. E. Mons. Piero<br />
Coccia, darà l’avvio, insieme alle celebrazioni per il Santo Patrono San Terenzio, al<br />
nuovo anno pastorale.<br />
Tema del Convegno, elaborato e con<strong>di</strong>viso da vari organismi <strong>di</strong>ocesani, sarà: “Se non<br />
ho la carità non sono nulla (1 Cor 13,2): educarsi ed educare alla carità”.<br />
È un tema che, da una parte, si pone in continuità con quello dello scorso anno, mettendo<br />
a fuoco una <strong>di</strong>mensione fondamentale <strong>di</strong> quella “educazione alla fede” che gli<br />
Orientamenti generali della CEI in<strong>di</strong>cano come preoccupazione principale della Chiesa<br />
per il prossimo decennio.<br />
Dall’altra invita, più specificamente, a prendere atto delle esigenze particolari del nostro<br />
territorio (caratterizzato dalla presenza <strong>di</strong> situazioni <strong>di</strong> bisogno sempre nuove) e<br />
soprattutto a conoscere meglio la realtà della nostra arci<strong>di</strong>ocesi, dove, come S.E. Coccia<br />
ha avuto modo <strong>di</strong> constatare durante la sua Visita Pastorale, le Caritas parrocchiali<br />
non esistono o hanno <strong>di</strong>fficoltà ad operare secondo la propria identità.<br />
Il desiderio da cui muove il Convegno, pertanto, è <strong>di</strong> dare maggiore impulso al settore<br />
della Caritas, sia riflettendo sulla sua identità (che non è solo <strong>di</strong> natura operativa e non<br />
va confusa con quella del Centro <strong>di</strong> Ascolto o <strong>di</strong> altre strutture caritative) sia istituendo,<br />
là dove ce ne siano le con<strong>di</strong>zioni, anche dei nuclei parrocchiali.<br />
97
Il metodo con cui si svolgeranno i lavori sarà quello <strong>di</strong> alternare le lezioni dei relatori<br />
(Mons. Vittorio Nozza, don Giancarlo Perego, don Marco Di Giorgio) con gli incontri<br />
<strong>di</strong> gruppo e con il racconto <strong>di</strong> esperienze: un metodo già collaudato, che è stato<br />
bene accolto dai partecipanti delle scorse e<strong>di</strong>zioni. “Nei gruppi, ha detto uno <strong>di</strong> loro<br />
riportando un giu<strong>di</strong>zio largamente <strong>di</strong>ffuso, si è instaurato un clima <strong>di</strong> grande cor<strong>di</strong>alità,<br />
con interventi così ricchi e numerosi che sarebbe stato necessario più tempo per<br />
contenerli. Si è visto che c’è ancora tanta gente che ama la Chiesa e vuole lavorare<br />
per la Chiesa: tante persone che desiderano vivere in modo più visibile la comunione<br />
e hanno necessità <strong>di</strong> incontrarsi, <strong>di</strong> formarsi e <strong>di</strong> essere guidate”.<br />
Prossimo appuntamento <strong>di</strong>ocesano, dunque, a settembre.<br />
Scrive l’Arcivescovo nel suo invito: “Fiducioso <strong>di</strong> potervi incontrare <strong>di</strong> nuovo dopo la<br />
recente Visita da me compiuta nelle vostre parrocchie, vi porto tutti nel cuore ricordandovi<br />
al Signore e vi bene<strong>di</strong>co”.<br />
98<br />
Paola Campanini
INVITO DELL’ARCIVESCOVO AL CONVEGNO DIOCESANO<br />
Carissimi fedeli,<br />
con il mese <strong>di</strong> settembre, e precisamente con la settimana de<strong>di</strong>cata a San Terenzio,<br />
la nostra <strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong>, come ormai da tra<strong>di</strong>zione, dà l’avvio al nuovo Anno Pastorale<br />
<strong>2010</strong>–2011.<br />
L’annuale Convegno Diocesano, che avrà come tema “Educarci ed Educare alla<br />
carità”, ci darà la possibilità <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre una forte esperienza <strong>di</strong> comunione ecclesiale,<br />
<strong>di</strong> riflessione e <strong>di</strong> confronto sulla necessità <strong>di</strong> costituire, nelle nostre parrocchie,<br />
l’organismo pastorale della “Caritas”, precisandone l’identità ed il ruolo per la vita<br />
della comunità cristiana ed il suo rapporto con il territorio.<br />
La partecipazione al Convegno <strong>di</strong> tutte le componenti della nostra chiesa, ci consentirà<br />
<strong>di</strong> ritrovarci su un sentiero comune su cui far convergere tutta l’azione pastorale<br />
sia or<strong>di</strong>naria che straor<strong>di</strong>naria della vita della nostra <strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> per il nuovo anno<br />
pastorale.<br />
Anche l’esperienza della Visita Pastorale, che mi sta portando <strong>di</strong> parrocchia in<br />
parrocchia, mi dà conferma <strong>di</strong> quanto sia necessario per le nostre comunità dare sviluppo<br />
al settore della Caritas. Ciò è richiesto sia dalla struttura e dalla vocazione stessa<br />
della chiesa, chiamata da Gesù Cristo ad annunciare, a celebrare e a testimoniare il<br />
suo evento <strong>di</strong> salvezza, sia da precise situazioni storiche che stiamo vivendo anche nel<br />
nostro territorio.<br />
Fiducioso <strong>di</strong> potervi incontrare <strong>di</strong> nuovo dopo la recente Visita da me compiuta<br />
nelle vostre parrocchie, vi porto tutti nel cuore ricordandovi al Signore e vi bene<strong>di</strong>co.<br />
Piero Coccia<br />
Arcivescovo<br />
99
100<br />
CONVEGNO DIOCESANO<br />
Se non ho la carità non sono nulla: educarsi ed educare alla carità<br />
<strong>Pesaro</strong>, venerdì 17 Settembre <strong>2010</strong><br />
S.E. Mons. PIERO COCCIA - Arcivescovo<br />
Rivolgo un cor<strong>di</strong>ale saluto a tutti i convenuti. Ringrazio per una presenza numerosa,<br />
espressione della comunione della chiesa locale e della varietà dei ministeri e dei<br />
carismi che la compongono e la animano. Nel contempo apprezzo l’attesa della comunità<br />
<strong>di</strong>ocesana per le in<strong>di</strong>cazioni pastorali che scaturiranno dal Convegno stesso<br />
e che continueranno a scan<strong>di</strong>re, come negli anni precedenti, il cammino della nostra<br />
chiesa locale.<br />
Ringrazio i vari Uffici <strong>di</strong>ocesani e tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito ad<br />
organizzare con sapiente regia questo Convegno Diocesano <strong>di</strong> inizio anno.<br />
Un ringraziamento particolare lo rivolgo a coloro che ci aiuteranno in questi due giorni<br />
nella riflessione e nell’offrirci la loro esperienza. In particolare ringrazio Mons.<br />
Vittorio Nozza stimato Direttore della Caritas Italiana, Mons. Giancarlo Perego, apprezzato<br />
Direttore <strong>di</strong> Migrantes e don Marco Di Giorgio impegnato Direttore della<br />
Caritas Diocesana.<br />
In questi sei anni <strong>di</strong> ministero episcopale nella chiesa <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong> ho avuto una costante<br />
preoccupazione: quella <strong>di</strong> mettere sempre più in comunione e in sintonia il cammino<br />
della nostra chiesa con le in<strong>di</strong>cazioni della chiesa Italiana, in<strong>di</strong>cazioni che hanno ritmato<br />
il decennio 2000 – <strong>2010</strong> con gli orientamenti pastorali “Comunicare il Vangelo<br />
in un mondo che cambia”.<br />
Dentro questo orizzonte <strong>di</strong> anno in anno abbiamo orientato la vita della comunità<br />
<strong>di</strong>ocesana su precisi obiettivi, dando linee guida che gli annuali tematici Convegni<br />
Diocesani <strong>di</strong> settembre ci hanno offerto.<br />
Nel 2005 - 2006 puntuale è stata la riflessione sui sacramenti dell’Iniziazione Cristiana<br />
con la duplice sollecitazione pastorale <strong>di</strong> porre attenzione al mondo degli adulti,<br />
specie a quei cristiani detti della “soglia”, per riproporre loro il mistero <strong>di</strong> Cristo in<br />
tutta la sua pienezza e bellezza e nel contempo <strong>di</strong> favorire un cammino <strong>di</strong> preparazione<br />
a questi sacramenti curando con più incisività la connessione della triplicità del<br />
sacramento celebrato, annunciato e testimoniato.<br />
Nel 2006 – 2007 particolare impegno abbiamo de<strong>di</strong>cato al tema della ministerialità<br />
della chiesa colta nella sua <strong>di</strong>mensione vocazionale. Al riguardo siamo stati sollecitati<br />
a riscoprire il nostro senso <strong>di</strong> appartenenza alla chiesa ma anche a riflettere su una comunità<br />
strutturata attraverso la vocazione al ministero or<strong>di</strong>nato nel suo triplice grado<br />
(Episcopato, Sacerdozio, Diaconato), al ministero istituito (Accolitato e Lettorato)<br />
ed ai ministeri <strong>di</strong> fatto che chiedono sempre più solida preparazione <strong>di</strong> spiritualità, <strong>di</strong><br />
affidabilità, <strong>di</strong> competenza e nel contempo ci si è resi conto della necessità <strong>di</strong> creare<br />
nuove figure ministeriali per la nostra chiesa.<br />
Nel 2007 – 2008 abbiamo avviato un processo <strong>di</strong> profonda riflessione sul laicato, così<br />
come il Convegno Ecclesiale <strong>di</strong> Verona ci chiedeva. Alla riflessione teologica hanno<br />
fatto seguito precise scelte pastorali corredate da un forte investimento <strong>di</strong> risorse da<br />
parte della nostra Diocesi (ISSR, Corsi Annuali per Operatori Pastorali, Incontri –<br />
Dialoghi con la Città, ecc).
Nel 2008 – 2009 la nostra chiesa è stata chiamata, in preparazione alla Visita Pastorale,<br />
a riscoprire la sua duplice <strong>di</strong>mensione costitutiva della comunione (in senso<br />
teologale ed ecclesiale) e della missione. A questo riguardo nelle singole comunità<br />
si è fatto un lavoro proficuo e capillare <strong>di</strong> sensibilizzazione e <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento, la<br />
cui traccia l’Arcivescovo sta registrando nello svolgimento della Visita Pastorale alle<br />
parrocchie.<br />
Nel 2009 – <strong>2010</strong>, precedendo i tempi, la nostra chiesa locale si è messa in ascolto del<br />
suo Maestro il Signore Gesù, per riscoprire la sua missione Educativa alla fede attraverso<br />
luoghi ed esperienze.<br />
A questo proposito sollecitazioni ci sono giunte dal Convegno dello scorso anno per<br />
riflettere e pregare sulla ministerialità educativa che ci coinvolge nel cammino della<br />
preparazione ai tre sacramenti dell’Iniziazione Cristiana, come anche in quella esercitata<br />
nell’ambito dell’ “oratorio”.<br />
Questi cammini intrapresi dalla nostra chiesa non possono certamente considerarsi<br />
conclusi. Essi ci hanno consentito <strong>di</strong> crescere, <strong>di</strong> maturare nella fede e <strong>di</strong> raccogliere<br />
le sfide pastorali del nostro tempo. Ma essi chiedono ancora <strong>di</strong> essere continuati,<br />
sviluppati e raccordati tra <strong>di</strong> loro dentro le due coor<strong>di</strong>nate della “continuità” e della<br />
“ulteriorità”.<br />
La Chiesa italiana tra poco ci consegnerà i Nuovi Orientamenti Pastorali per gli anni<br />
<strong>2010</strong>-2020. Essi saranno centrati sulla Questione Educativa riferita alla fede e in<strong>di</strong>cheranno<br />
alle comunità cristiane le linee su cui muoversi.<br />
La chiesa <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong> dentro questo orizzonte si è già mossa, concentrandosi su quelle<br />
che ritiene essere una delle sue priorità: l’Educarsi e l’Educare alla carità.<br />
Da che cosa è scaturita questa scelta così precisa e determinata?<br />
Sostanzialmente da tre fattori. Innanzitutto dalla necessità <strong>di</strong> aiutare le nostre comunità<br />
a recuperare il nesso vitale tra fede celebrata e fede vissuta. Di fronte ad alcune<br />
scissioni se non contrad<strong>di</strong>zioni che si registrano nella quoti<strong>di</strong>anità della vita dei credenti,<br />
ci è parso opportuno coinvolgere la comunità nell’educarsi ad una vita liturgica<br />
che <strong>di</strong>venti liturgia della vita.<br />
Abbiamo bisogno <strong>di</strong> una fede incarnata e testimoniata nella carità, con un’attenzione<br />
fattiva verso le vecchie e nuove povertà, che non sono primariamente quelle materiali,<br />
ma quelle antropologiche sia spirituali che etiche, da cui scaturiscono poi tutte le<br />
altre.<br />
Inoltre questa scelta è stata determinata anche dall’evento del Congresso Eucaristico<br />
Nazionale che sarà celebrato in Ancona dal 3 all’11 settembre 2011 e che vede<br />
particolarmente impegnate le Diocesi Marchigiane nella preghiera e nella riflessione<br />
sulla centralità dell’Eucaristia per la vita delle nostre comunità. Ma l’Eucaristia<br />
pane “donato” e vino “versato” non può non interpellarci nel nostro vissuto attraverso<br />
l’esperienza dell’amore, del dono e della solidarietà nei confronti <strong>di</strong> tutti, specie dei<br />
più bisognosi.<br />
L’Eucaristia chiede <strong>di</strong> essere celebrata e vissuta in un rapporto <strong>di</strong> continuità. Su questo<br />
punto le nostre comunità vanno sempre più formate.<br />
Da ultimo c’è una terza ragione. La Visita Pastorale a tutte le parrocchie dell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong><br />
mi sta dando molte felici conferme, nel contempo mi sollecita, come pastore,<br />
a dare precise in<strong>di</strong>cazioni perché la nostra chiesa, Corpo del Cristo, cresca fino alla<br />
pienezza della maturità <strong>di</strong> Cristo (cfr. Ef 1, 22-23. 4, 11-13.).<br />
101
Una delle in<strong>di</strong>cazioni che sento <strong>di</strong> dover e poter dare alle nostre comunità è quella <strong>di</strong><br />
istituire in tutte le parrocchie l’organismo pastorale della “Caritas” con la sua precisa<br />
identità e funzione. Nel contempo credo sia giunto anche il momento <strong>di</strong> creare, nelle<br />
singole vicarie e con il contributo <strong>di</strong> tutte le parrocchie che le compongono, i “Centri<br />
<strong>di</strong> Ascolto Vicariali”, anche loro con la propria identità e funzione.<br />
A tutti auguro due giorni <strong>di</strong> buon lavoro, in attesa <strong>di</strong> una fruttuosa ricaduta nelle nostre<br />
comunità.<br />
102
CONVEGNO DIOCESANO<br />
Se non ho la carità non sono nulla: educarsi ed educare alla carità<br />
“La carità cuore della vita della Chiesa”<br />
<strong>Pesaro</strong>, venerdì 17 Settembre <strong>2010</strong><br />
Mons. VITTORIO NOZZA*<br />
Al tema che mi è stato assegnato ho posto un sottotitolo: “l’amore annunciato, celebrato<br />
e con<strong>di</strong>viso”. Vorrei infatti rintracciare dentro la nostra esperienza <strong>di</strong> Chiesa<br />
quelle tre gran<strong>di</strong> <strong>di</strong>mensioni della parola, della celebrazione e della testimonianza<br />
della carità che fanno da ra<strong>di</strong>ce, da fonte costante per la nostra vita <strong>di</strong> Chiesa e per la<br />
nostra testimonianza nei confronti dell’umanità che quoti<strong>di</strong>anamente incontriamo e<br />
con la quale abbiamo a che fare ogni giorno.<br />
Ho costruito questa riflessione su una veloce premessa e poi su tre parti: una prima,<br />
che tenta <strong>di</strong> <strong>di</strong>re il ruolo della carità nella vita della Chiesa; una seconda, che considera<br />
le tre sopraddette <strong>di</strong>mensioni, tenendo presente il grande impegno che il credente ha<br />
<strong>di</strong> essere - nella storia, nella società, nel territorio, nel contesto quoti<strong>di</strong>ano - testimone,<br />
portatore visibile <strong>di</strong> quell’amore che Dio ha nei confronti <strong>di</strong> tutta l’umanità; una terza,<br />
in cui vengono date delle in<strong>di</strong>cazioni per istituire una caritas parrocchiale.<br />
Arriverò poi a una veloce conclusione, in<strong>di</strong>cando un possibile itinerario in alcuni passaggi<br />
che possono essere utili per il cammino significativo che la vostra <strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong><br />
ha compiuto in questi anni (come ho potuto constatare già dal 2006, quando fui ospite<br />
<strong>di</strong> questo stesso teatro).<br />
Premessa<br />
Il Concilio Vaticano II ha portato ad alcune illuminanti acquisizioni e convinzioni,<br />
che negli anni hanno trovato - ma ancora hanno bisogno <strong>di</strong> trovare - ra<strong>di</strong>camento nella<br />
nostra esperienza <strong>di</strong> chiesa.<br />
Quali convinzioni?<br />
1. Una concezione <strong>di</strong> Chiesa come comunità che si sviluppa attorno a tre funzioni<br />
fondamentali: l’annuncio/ascolto della Parola, la celebrazione dei misteri della<br />
Grazia, la testimonianza della Carità, amore <strong>di</strong> Dio.<br />
Emerge qui che la testimonianza della Carità è tra le <strong>di</strong>mensioni costitutive<br />
della vita della Chiesa: non è un’appen<strong>di</strong>ce, un optional, un insieme <strong>di</strong> iniziative<br />
che qualche volontario ed operatore può mettere in atto in maniera anche<br />
bella, robusta e continuativa, ma è parte ra<strong>di</strong>cata profondamente nella Parola e<br />
nell’Eucarestia ed è espressione piena della nostra fede e del nostro cammino<br />
<strong>di</strong> chiesa<br />
2. Una concezione <strong>di</strong> Chiesa come comunità tutta “soggetto” <strong>di</strong> pastorale: nessuno<br />
deve sentirsi fuori dall’essere protagonista, soggetto in prima persona e<br />
quin<strong>di</strong> responsabile <strong>di</strong> tutta la vita della comunità; nessuno deve sentirsi esonerato<br />
dall’impegno alla testimonianza e al servizio della carità, a cui tutta la<br />
comunità è chiamata ogni giorno dentro il proprio contesto <strong>di</strong> vita.<br />
103
3. La centralità delle Diocesi e delle Chiese particolari che, ra<strong>di</strong>cate all’interno<br />
<strong>di</strong> un territorio ben preciso, sono chiamate ad esserne lievito e fermento, al<br />
servizio <strong>di</strong> quell’umanità che sta dentro quel contesto particolare, così che essa<br />
possa esprimersi al meglio secondo quella immagine e somiglianza al Creatore<br />
che caratterizza ogni creatura.<br />
4. La riscoperta della cultura della Carità in fedeltà alla visione evangelica, con la<br />
sottolineatura della sua valenza liberante, promuovente per le persone che, servite<br />
dall’amore <strong>di</strong> altre persone, possono portare a maggior <strong>di</strong>gnità, a maggior<br />
bellezza anche situazioni <strong>di</strong> vita frantumate. In questo senso la Carità tende a<br />
coniugare il gesto <strong>di</strong> amore con la ricerca della giustizia, come <strong>di</strong>ce l’ “Apostolicam<br />
Actuositatem”, uno dei documenti del Concilio Vaticano II: “Non sia<br />
dato per carità ciò che deve essere dato per giustizia”.<br />
5. La riscoperta <strong>di</strong> tre <strong>di</strong>mensioni (azione, segno, parola) che sono alla ra<strong>di</strong>ce<br />
della nostra esperienza <strong>di</strong> fede e che sono in<strong>di</strong>cate dall’episo<strong>di</strong>o della lavanda<br />
dei pie<strong>di</strong> (cfr. Gv. XIII), dove c’è un gesto (“Si alzò da tavola, depose le vesti,<br />
prese un asciugamano e se lo cinse alla vita”), un segno (“Spezzò il pane e,<br />
intinto nel vino il boccone, lo <strong>di</strong>ede ai suoi <strong>di</strong>scepoli”), una parola che <strong>di</strong>venta<br />
comando (”Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri; vi<br />
ho dato un esempio, così fate anche voi”).<br />
A partire da queste premesse mi sembra importante consegnarvi alcune riflessioni.<br />
Rapporto Chiesa – territorio: quale volto <strong>di</strong> povertà?<br />
La prima riflessione riguarda il rapporto tra Chiesa e territorio. La presenza della<br />
chiesa all’interno <strong>di</strong> un territorio tende costantemente all’azione, all’attenzione, alla<br />
<strong>di</strong>sponibilità verso i bisogni dell’altro, sia da parte dei volontari e degli operatori sia<br />
da parte <strong>di</strong> ogni singolo fedele, che tende a cogliere dentro il proprio vissuto tutta una<br />
serie <strong>di</strong> situazioni <strong>di</strong> bisogno.<br />
Mi limiterò ad invitarvi a fotografare velocemente il contesto nel quale vi trovate ogni<br />
giorno, per cogliere in modo particolare tre gran<strong>di</strong> volti <strong>di</strong> povertà e <strong>di</strong> emarginazione:<br />
1. Una povertà generata da una non risposta ai bisogni primari della persona quali<br />
il cibo, i vestiti, la salute, la casa, il lavoro, lo stu<strong>di</strong>o. Questa è la povertà che<br />
forse conosciamo meglio; una povertà che purtroppo è in costante crescita e<br />
per la quale in questi ultimi anni, a causa della crisi economica e finanziaria, ci<br />
si è dovuti e ci si deve attivare maggiormente. È una povertà che chiede un’attenzione<br />
e un impegno a sollecitare chi <strong>di</strong> dovere perché all’azione <strong>di</strong> carità<br />
corrisponda anche un’azione <strong>di</strong> giustizia.<br />
2. Una povertà generata dalla non risposta a bisogni relazionali della persona:<br />
la solitu<strong>di</strong>ne, l’abbandono, la trascuranza, la <strong>di</strong>menticanza. Pensiamo ai tanti<br />
anziani, ai malati <strong>di</strong> mente, ai carcerati, agli han<strong>di</strong>cappati, agli immigrati, alle<br />
famiglie monoparentali, ai minori e agli adolescenti. Tutti costoro non mancano<br />
<strong>di</strong> bisogni primari, ma mancano <strong>di</strong> incontro, <strong>di</strong> relazione, sono abbandonati<br />
a se stessi. È una solitu<strong>di</strong>ne questa che si trova soprattutto nei gran<strong>di</strong> agglomerati;<br />
forse nel vostro contesto, dove ancora la relazione ha un suo importante<br />
significato, questo tipo <strong>di</strong> povertà non si percepisce, ma nelle gran<strong>di</strong> città va<br />
sempre più aumentando (cfr. “Citta<strong>di</strong>ni invisibili” uno dei testi della Caritas<br />
italiana della Fondazione “E. Zancan).<br />
104
3. Una povertà generata dal non senso, dal non valore dato alla propria vita e alla<br />
vita altrui: sono tutte quelle forme <strong>di</strong> <strong>di</strong>struzione e <strong>di</strong> auto<strong>di</strong>struzione che facilmente<br />
intaccano la vita dei giovani e degli adolescenti e si chiamano droga,<br />
alcool, anoressia, eccessi <strong>di</strong> velocità, gioco d’azzardo, esercizi sfrenati a livello<br />
<strong>di</strong> sport ecc.<br />
Tutte queste quattro categorie <strong>di</strong> “poveri” hanno bisogno sì <strong>di</strong> cibo, <strong>di</strong> vestiario, <strong>di</strong> casa<br />
e <strong>di</strong> lavoro, ma hanno bisogno soprattutto <strong>di</strong> aver garantita la Parola, l’Eucarestia e il<br />
pane della Carità. Hanno <strong>di</strong>ritto ad incontrare Cristo Gesù, senza forzature, in tutta la<br />
sua pienezza: Cristo che si fa Parola, Pane spezzato e Servo, donando il suo amore a<br />
un’umanità colpita.<br />
C’è un piccolo passaggio nel testo degli Orientamenti Pastorali della CEI degli anni<br />
’90, “Evangelizzazione e testimonianza della carità” (n. 1), che <strong>di</strong>ce: “Il pane della<br />
parola <strong>di</strong> Dio, il pane della Carità, il pane dell’Eucarestia non sono pani <strong>di</strong>versi, ma<br />
sono la stessa parola <strong>di</strong> Gesù. Consegnando il pane della Parola, dell’Eucarestia,<br />
della Carità noi consegniamo Cristo Gesù”.<br />
È importante avere la coscienza che, da qualsiasi parte partiamo per consegnare uno <strong>di</strong><br />
questi pani, consegniamo in tutta la sua verità Colui che riempie <strong>di</strong> senso l’esistenza<br />
nostra e altrui.<br />
Rapporto Chiesa – territorio: quale volto <strong>di</strong> Dio, <strong>di</strong> Chiesa, <strong>di</strong> Caritas?<br />
Per essere al servizio della Chiesa e dell’umanità è importante illuminare la nostra<br />
coscienza su quale sia il volto <strong>di</strong> Dio, il volto della Chiesa e il volto della “Caritas”<br />
che dobbiamo avere nel cuore e nella nostra esperienza <strong>di</strong> vita.<br />
1. Quale volto <strong>di</strong> Dio? Viviamo in un contesto in cui l’in<strong>di</strong>vidualismo ci impe<strong>di</strong>sce,<br />
quasi ci rende inadatti ad affrontare le gran<strong>di</strong> sfide che caratterizzano<br />
il nostro tempo. Ma anche in momenti come questi è importante recuperare<br />
un rinnovato patto <strong>di</strong> amicizia, <strong>di</strong> alleanza con Dio, una rinnovata capacità<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo con Lui, proprio per poter recuperare una capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo con<br />
l’umanità con cui veniamo a contatto ogni giorno.<br />
Sant’Agostino, tentando <strong>di</strong> commentare la I Lettera <strong>di</strong> San Giovanni, scriveva:<br />
“Quale volto ha l’amore? Quale forma, quale statura, quali pie<strong>di</strong>, quali mani<br />
ha l’amore? Nessuno lo può <strong>di</strong>re. Tuttavia ha pie<strong>di</strong> che conducono all’esperienza<br />
<strong>di</strong> Chiesa, ha mani che donano e servono i poveri, ha occhi con i quali<br />
si scoprono coloro che si trovano nella necessità, ha orecchi riguardo ai quali<br />
il Signore <strong>di</strong>ce: “Chi ha orecchie per intendere intenda”.<br />
In questo passo, come in tanti altri del commento <strong>di</strong> Sant’Agostino che sottolineano<br />
come l’amore verso Dio sia la fonte dell’amore verso gli uomini,<br />
sono presenti da una parte la Carità come grande virtù teologale, dall’altra la<br />
Carità nella sua concretezza e rilevanza storica. L’amore <strong>di</strong> Dio nei confronti<br />
dell’umanità è qualcosa <strong>di</strong> talmente grande da poter essere sbriciolato nei vari<br />
contesti della nostra vita in modo visibile, concreto, rilevante, proprio attraverso<br />
l’ esperienza del servizio e del dono <strong>di</strong> sé all’altro.<br />
2. Quale volto <strong>di</strong> Chiesa? Il volto <strong>di</strong> Chiesa che si è profilato nei decenni del<br />
dopo Concilio (faccio riferimento in particolare al Convegno <strong>di</strong> Palermo del<br />
1995 e al Convegno <strong>di</strong> Verona del 2006) è quello <strong>di</strong> una chiesa capace <strong>di</strong> contemplazione<br />
e nello stesso tempo capace <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>carsi dentro la storia, attraverso<br />
la testimonianza e la missione.<br />
105
106<br />
Nel Convegno <strong>di</strong> Palermo è stata sottolineata, innanzitutto, la necessità che i<br />
credenti si mettano in ascolto delle persone e lo facciano in modo perpetuato<br />
nel tempo, perché solo così si possono trovare quelle risposte concrete <strong>di</strong> cui<br />
esse hanno bisogno. Del resto l’esigenza sottolineata dal vostro Arcivescovo <strong>di</strong><br />
istituire le Caritas parrocchiali e i Centri <strong>di</strong> Ascolto a livello vicariale ne sono<br />
un esempio.<br />
In secondo luogo, all’interno dello stesso Convegno, è stata evidenziata la necessità<br />
che la Chiesa frequenti gli spazi <strong>di</strong> vita della gente (contesti culturali,<br />
sociali, politici ecc.) per avvicinarla al Vangelo e arricchirla con la sua proposta<br />
<strong>di</strong> vita. La Chiesa è una realtà <strong>di</strong> popolo, perciò, anche se è importante la Carità<br />
del volontario, la Carità <strong>di</strong> determinati servizi, tuttavia è centrale la Carità <strong>di</strong><br />
popolo, la Carità sbriciolata nella vita, nella quoti<strong>di</strong>anità <strong>di</strong> ogni persona, capace<br />
<strong>di</strong> dare tono, calore, <strong>di</strong>mensione a tutti i contesti del nostro tempo.<br />
All’interno del Convegno <strong>di</strong> Verona del 2006, invece, è stata evidenziata in<br />
modo particolare la centralità della persona, declinata in cinque gran<strong>di</strong> ambiti<br />
(affettività, citta<strong>di</strong>nanza, tra<strong>di</strong>zione, festa-lavoro, fragilità) e la corresponsabilità<br />
che le persone devono sentire e vivere nei propri contesti <strong>di</strong> chiesa.<br />
3. Quale volto <strong>di</strong> Caritas? Dentro il cammino <strong>di</strong> Chiesa è necessario interrogarsi<br />
anche su quale volto debba avere questo organismo pastorale, la cui presenza<br />
è desiderata non solo a livello <strong>di</strong>ocesano, ma anche a livello <strong>di</strong> parrocchia, piccola<br />
o grande che sia. La Caritas non è tanto un’esperienza <strong>di</strong> servizi quanto<br />
un’anima capace <strong>di</strong> suscitare e <strong>di</strong> mantenere vivo nelle singole persone e nella<br />
comunità intera la capacità <strong>di</strong> essere testimoni della carità.<br />
Tre mi sembra possano essere i compiti principali che la Caritas è chiamata a<br />
svolgere:<br />
a. Promuovere la cultura evangelica della carità che recuperi e traduca in termini<br />
visibili e comunitari le caratteristiche della carità <strong>di</strong> Gesù. Si tratta<br />
non tanto <strong>di</strong> “fare” alcune cose, quanto <strong>di</strong> maturare nel tempo un modo <strong>di</strong><br />
pensare e <strong>di</strong> agire che faccia essere segno - nei pensieri, nei sentimenti, nei<br />
progetti ecc. - dell’amore <strong>di</strong> Cristo nei confronti dell’umanità. Quin<strong>di</strong> animare<br />
costantemente il singolo, il gruppo, la famiglia, la comunità a questo<br />
pensare ed agire secondo carità.<br />
b. Inserire in modo organico la <strong>di</strong>mensione della carità nella pastorale dell’intera<br />
comunità parrocchiale. La carità non deve essere un appalto dato a<br />
qualcuno né una delega consegnata a qualcuno.<br />
c. Educare alla carità secondo la pedagogia dei fatti, cioè attraverso gesti e<br />
azioni. Cristo, mettendosi in ginocchio e lavando i pie<strong>di</strong> ai <strong>di</strong>scepoli, fa<br />
una “<strong>di</strong>scorso” talmente visibile e alto da doverlo poi consegnare al gesto<br />
dell’Eucarestia e alla Parola che comanda a tutti <strong>di</strong> fare lo stesso. Ecco<br />
allora la necessità <strong>di</strong> una pedagogia dei fatti, la necessità <strong>di</strong> mettere in atto<br />
azioni e gesti che <strong>di</strong>cano, come da un pulpito, attenzione, amore e servizio<br />
verso tutte le persone, maggiormente verso chi è in <strong>di</strong>fficoltà.
Parola, Eucarestia, Carità<br />
Proviamo ora a coniugare insieme Parola, Eucarestia e Carità per vedere come esse si<br />
interpellino reciprocamente e ci aiutino ad esprimere nella forma più piena il nostro<br />
essere testimoni <strong>di</strong> Carità.<br />
1. La “tavola” della carità della Parola (parabola del “buon samaritano”). Benedetto<br />
XVI nell’Enciclica “Deus caritas est” al n. I, 31b <strong>di</strong>ce così: “Il programma<br />
del cristiano, il programma del buon samaritano, il programma <strong>di</strong><br />
Gesù è un cuore che vede. Questo cuore vede dove c’è bisogno <strong>di</strong> amore e<br />
agisce in modo conseguente”.<br />
Quali sono le caratteristiche <strong>di</strong> questo “cuore che vede”? Dove è possibile cogliere<br />
queste caratteristiche?<br />
Il richiamo alla parabola del buon samaritano ci permette <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare le<br />
caratteristiche che la parola <strong>di</strong> Dio ci consegna come tratti del nostro essere<br />
uomini e donne <strong>di</strong> carità.<br />
a. Il testimone della Carità ha la vita costantemente ra<strong>di</strong>cata nella Parola e<br />
nell’Eucarestia e non si mette al servizio dei bisogni altrui per filantropia o<br />
per buona volontà.<br />
b. Il testimone della Carità è costantemente in ascolto, in relazione, in osservazione<br />
delle voci e delle storie <strong>di</strong> vita <strong>di</strong> tante persone che sono in situazione<br />
<strong>di</strong> povertà e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio (“gli passò accanto, lo vide, gli si accostò, entrò<br />
in relazione con lui”). La proposta fatta dal vostro Arcivescovo <strong>di</strong> collocare<br />
all’interno del territorio <strong>di</strong>ocesano strumenti capaci <strong>di</strong> osservare in modo<br />
costante il mondo del <strong>di</strong>sagio nasce dal desiderio <strong>di</strong> testimoniare la carità<br />
partendo dall’ascolto del vero bisogno della persona e dall’incontro con lei<br />
perpetuato nel tempo.<br />
c. Il testimone della Carità è un esperto in umanità, prova “compassione” per<br />
le storie <strong>di</strong> vita e desidera crescere costantemente nel cogliere l’umanità<br />
degli altri, nel conoscerla, nel farne patrimonio per poterla servire.<br />
d. Il testimone della Carità è capace <strong>di</strong> costruire prossimità tentando <strong>di</strong> esserci<br />
e <strong>di</strong> prestare il suo servizio (“gli andò vicino, gli versò olio sulle sue ferite<br />
e gliele fasciò”).<br />
e. Il testimone della Carità è capace <strong>di</strong> coinvolgimento: egli non è solo capace<br />
<strong>di</strong> esserci nel servire un’umanità martoriata, ma riesce ad essere anima <strong>di</strong><br />
tutta la comunità, capace <strong>di</strong> coinvolgerla affinché tutti vivano il servizio <strong>di</strong><br />
amore e <strong>di</strong> carità.<br />
2. La “tavola” della carità dell’Eucarestia. Sono quattro le note che unificano<br />
Carità ed Eucarestia.<br />
a. Eucarestia e carità come dono e gratuità: “Gesù dopo aver amato i suoi<br />
che erano nel mondo li amò fino alla fine. L’amore consiste in questo: non<br />
siamo noi che abbiamo amato Dio, ma è Dio che ha amato noi” (Giov.<br />
cap.13). L’essere dono è un modo <strong>di</strong> essere che Cristo ha assunto sia nei<br />
confronti degli apostoli che nei confronti <strong>di</strong> tutta l’umanità.<br />
Chie<strong>di</strong>amoci allora: nelle nostre piccole comunità parrocchiali ci <strong>di</strong>stinguiamo<br />
per la gratuità dei gesti, delle scelte, degli stili <strong>di</strong> vita? Sentirsi<br />
dono quali conseguenze porta nella nostra vita familiare, amicale, sociale,<br />
ecclesiale?<br />
107
108<br />
b. Eucarestia e carità come servizio (<strong>di</strong>aconia). Gesù ha voluto legare strettamente<br />
l’eucarestia (lo spezzare il pane) al servizio (il lavare i pie<strong>di</strong>). Quando<br />
celebriamo la Pasqua e l’Eucarestia domenicale (Pasqua della settimana),<br />
noi facciamo memoria sia del banchetto eucaristico sia della lavanda<br />
dei pie<strong>di</strong>: due gesti che stanno dentro la stessa azione e che devono ritornare<br />
insieme, altrimenti si rischia <strong>di</strong> ridurre la potenza della celebrazione<br />
eucaristica su colui che è chiamato a servire.<br />
Dobbiamo chiederci allora: le nostre comunità parrocchiali sono segnate<br />
dal servizio, dalla <strong>di</strong>aconia, dalla pedagogia dei fatti? Sono luoghi <strong>di</strong> formazione<br />
<strong>di</strong> servitori? Come capire se lo sono e se educano altri a servire?<br />
c. Eucarestia e carità come liberazione, cioè passaggio da una situazione <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>sagio a una situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità, <strong>di</strong> grazia, <strong>di</strong> vita vissuta in modo bello<br />
e buono. Nella vita <strong>di</strong> Gesù il pranzo ha sempre avuto molta importanza;<br />
<strong>di</strong>verse il Vangelo racconta <strong>di</strong> contesti in cui Gesù fa festa, sta a tavola e<br />
il più delle volte vive questo con un’umanità appesantita dal peccato e da<br />
<strong>di</strong>fficoltà.<br />
Chie<strong>di</strong>amoci: l’azione <strong>di</strong> carità delle nostre parrocchie ha in sé un’azione<br />
<strong>di</strong> assistenza o promuove e aiuta le persone ad acquistare maggiore <strong>di</strong>gnità?<br />
Le nostre parrocchie sanno costruire percorsi <strong>di</strong> liberazione, <strong>di</strong> pace, <strong>di</strong><br />
gioia, <strong>di</strong> festa, <strong>di</strong> non violenza, <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo, <strong>di</strong> riconciliazione?<br />
d. Eucarestia e carità come alleanza. Dice la celebrazione dell’eucarestia:<br />
“Questo è il calice della nuova alleanza del mio sangue che viene versato<br />
per voi” (Luca 22); nel significato semitico alleanza vuol <strong>di</strong>re rapporto<br />
personalizzato, rapporto che elimina l’anonimato: ognuno è per l’altro,<br />
ognuno può contare sull’altro, ognuno fa parte <strong>di</strong> una famiglia, appartiene<br />
a una comunità vera e non fasulla.<br />
Chie<strong>di</strong>amoci: le nostre comunità celebrano l’Eucarestia come sacrificio <strong>di</strong><br />
alleanza? Sono capaci <strong>di</strong> creare relazioni ricche, aperte, capaci <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo<br />
e riconciliazione? Si può contare sugli altri quando ci troviamo nella <strong>di</strong>fficoltà?<br />
3. La tavola della carità della Testimonianza, azione che tende a rispondere a<br />
un bisogno e nello stesso tempo vuole essere un’azione educativa nei confronti<br />
<strong>di</strong> tutta la comunità ecclesiale dell’intero territorio.<br />
Ci doman<strong>di</strong>amo perciò: quali sono le opere che possono essere oggetto <strong>di</strong> cura<br />
perché siano pedagogicamente poste a servizio dell’intera comunità e territorio?<br />
Progetto per una Caritas parrocchiale<br />
Come possiamo cominciare a elaborare un progetto <strong>di</strong> costituzione <strong>di</strong> una Caritas<br />
parrocchiale? Da dove partire?<br />
Io <strong>di</strong>rei: partire dall’esistente. Se all’interno <strong>di</strong> una comunità ci sono due o tre gruppi<br />
<strong>di</strong> persone che si de<strong>di</strong>cano a un servizio caritativo, occorre far sì che questi gruppi<br />
non siano in<strong>di</strong>pendenti dalla comunità, ma siano espressione della comunità, sostenuti<br />
dalla comunità e soprattutto in servizio a nome della comunità.<br />
La Caritas dunque ha un compito non soprattutto verso chi è in <strong>di</strong>fficoltà, ma verso chi<br />
è chiamato a vivere la propria fede a servizio <strong>di</strong> chi è in <strong>di</strong>fficoltà.
Di per sé quin<strong>di</strong> la caritas parrocchiale e i gruppi caritativi (tanti o pochi che siano)<br />
sono tra loro fortemente complementari: gli uni hanno più <strong>di</strong>retta azione nei confronti<br />
dei bisogni, l’altra ha più azione nei confronti della comunità.<br />
Una volta, in una parrocchia dove c’erano 7 o 8 gruppi caritativi impegnati su fronti<br />
<strong>di</strong>versi, ho chiesto a ogni gruppo se era <strong>di</strong>sposto a rinunciare a un loro componente<br />
affinché lavorasse <strong>di</strong> più sulla comunità.<br />
Purtroppo la risposta è stata negativa. Ma se la bella azione espressa nei gruppi caritativi<br />
non è supportata dalla stessa azione sulla comunità, ci sarà sempre il rischio che la<br />
comunità deleghi al servizio alcune brave persone e che quella carità <strong>di</strong> popolo a cui<br />
facevo cenno non cresca mai. Che bisogno c’è, ad esempio, che un volontario dal nord<br />
<strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong> si rechi in un condominio del sud <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong> dove c’è una persona sola, quando<br />
all’interno <strong>di</strong> quel condominio ci sono tre o quattro famiglie che ogni domenica<br />
si cibano della Parola e dell’Eucarestia? Probabilmente c’è bisogno all’inizio, ma se<br />
opera bene, se fa caritas, dovrebbe frequentare, oltre all’appartamento della persona<br />
in <strong>di</strong>fficoltà, anche gli appartamenti delle altre famiglie affinché, prima o poi, siano<br />
loro a farsi carico <strong>di</strong> quella persona in <strong>di</strong>fficoltà.<br />
Il buon samaritano sa “esserci” in una situazione <strong>di</strong> bisogno, ma nello stesso tempo fa<br />
esserci anche l’albergatore e se ne va <strong>di</strong>cendo: Tornerò se c’è ancora bisogno <strong>di</strong> me.<br />
La Caritas ha questo ruolo: <strong>di</strong> esserci e <strong>di</strong> far esserci gli altri. Se c’è solo nell’esserci,<br />
si riduce a un puro gruppo caritativo che fa miracoli, ma non fa vivere alla comunità<br />
la testimonianza della carità. Aiutare chi c’è a tenere d’occhio la comunità, a seguirla,<br />
provocarla, sollecitarla, coinvolgerla. Occorre saper consegnare ad altri il bisogno,<br />
affinché l’opera <strong>di</strong> carità assuma una <strong>di</strong>mensione comunitaria. È più facile l’esserci<br />
che il provocare la <strong>di</strong>sponibilità.<br />
Conclusione<br />
A conclusione <strong>di</strong> questo intervento voglio in<strong>di</strong>care alcune <strong>di</strong> queste opere che possono<br />
essere significative sul piano pedagogico:<br />
a. opera <strong>di</strong> comunione (“riconosceranno che siete miei <strong>di</strong>scepoli se vi amerete<br />
l’un l’altro”). C’è questa comunione nelle nostre parrocchie tra gli<br />
operatori della liturgia e della catechesi, chi è impegnato nel sociale, in<br />
politica, nella cultura oppure intrapren<strong>di</strong>amo cammini separati gli uni dagli<br />
altri?<br />
b. opere <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a (le sette opere <strong>di</strong> misericor<strong>di</strong>a corporale e le sette <strong>di</strong><br />
misericor<strong>di</strong>a spirituale): sono talmente semplici e talmente alla portata <strong>di</strong><br />
tutti, che non chiedono gran<strong>di</strong> organizzazioni e gran<strong>di</strong> servizi. È necessario<br />
riscoprirle e farle essere proposta per tutti, da vivere in ogni luogo (anche<br />
nel proprio condominio), con la “fantasia della carità” come <strong>di</strong>ceva Giovanni<br />
Paolo II.<br />
c. opera del bene comune: è <strong>di</strong>fficile oggi parlare <strong>di</strong> promozione del bene<br />
<strong>di</strong> tutti quando c’è la ricerca del bene comune – anche se oggi è <strong>di</strong>fficile<br />
parlarne - coloro che si trovano in maggiore <strong>di</strong>fficoltà non rischiano <strong>di</strong><br />
rimanerne fuori, anzi. Come ha sottolineato il Concilio Vaticano II questa<br />
opera tende a coniugare insieme carità e giustizia.<br />
109
110<br />
d. opera del volontariato come scuola <strong>di</strong> vita. Sono opere da cui si deve imparare<br />
per vivere con la stessa logica <strong>di</strong> gratuità il quoti<strong>di</strong>ano. L’ora, il tempo,<br />
il luogo del volontariato sono utili a intercettare il bisogno dell’altro e a<br />
trovare risposte; nello stesso tempo sono utili anche a restare sempre più<br />
con gratuità dentro la storia degli altri.<br />
e. Opera “segno”: è bello dal segno <strong>di</strong> un campanile sapere che c’è una comunità<br />
che dentro quel contesto vive e matura la propria vita <strong>di</strong> fede; ed è<br />
bello entrare in una comunità e trovare una porta aperta all’ascolto e all’accoglienza<br />
o una mensa capace <strong>di</strong> alimentare in modo <strong>di</strong>gnitoso tanta gente.<br />
Sono tutti segni che non risolvono certamente i problemi, ma <strong>di</strong>cono che a<br />
quella comunità stanno a cuore insieme la Parola, l’Eucarestia, il vissuto <strong>di</strong><br />
tante persone.<br />
f. Opera <strong>di</strong> accompagnamento educativo dei giovani: i giovani hanno bisogno<br />
che la fantasia degli adulti <strong>di</strong>venti capace <strong>di</strong> inventare forme ed esperienze<br />
(in loco, in Italia e nel mondo) dove i giovani possano stare dentro un determinato<br />
tempo al servizio degli altri in gratuità, perché questo per loro<br />
<strong>di</strong>venti scuola, opportunità <strong>di</strong> scelte future capaci <strong>di</strong> significare la loro esistenza.<br />
Ci sono numerose realtà, conosciute a livello nazionale e internazionale,<br />
dove tanti gruppi <strong>di</strong> giovani sono aiutati a stare dentro esperienze <strong>di</strong> incontro,<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo, <strong>di</strong> servizio reciproco, che costituiscono per loro momenti <strong>di</strong><br />
scuola <strong>di</strong> carità e <strong>di</strong> amore.<br />
Voglio parlare <strong>di</strong> un’esperienza che ci sta particolarmente a cuore: quella<br />
attuale del servizio civile e quella, più ampia nel tempo, del servizio civile<br />
come alternativa al servizio militare. Posso <strong>di</strong>re che nell’arco dei decenni<br />
queste ed altre esperienze, magari più ridotte, hanno generato <strong>di</strong>versi risultati:<br />
c’è chi è giunto a maturare, grazie soprattutto all’esperienza del servizio<br />
civile verso persone in <strong>di</strong>fficoltà, una scelta vocazionale al sacerdozio o<br />
alla vita religiosa; c’è chi ha consegnato la propria vita a scelte lavorative e<br />
professionali che hanno al centro la persona e che hanno un’azione <strong>di</strong>retta<br />
nei confronti delle persone (basti pensare alle cooperative, alle associazioni,<br />
ai servizi vari); c’è anche chi ha fatto la scelta <strong>di</strong> amministrare il bene<br />
comune come assessore ai servizi sociali o come sindaco.<br />
Questo per <strong>di</strong>re come certe esperienze possano essere scuole <strong>di</strong> vita, opportunità<br />
per scegliere non temporaneamente ma professionalmente, stabilmente,<br />
l’impegno nel campo della carità.<br />
Ricor<strong>di</strong>amo che in questo momento ci sono 76 giovani “caschi bianchi”<br />
collocati in terre dove, pur non essendo più in atto la guerra, sono ancora<br />
presenti gravi tensioni (Guatemala, Mozambico, Kossovo, Serbia): i giovani<br />
prestano il loro servizio e tornano ricchi <strong>di</strong> entusiasmo, ma soprattutto<br />
decisi a orientare la loro vita in modo <strong>di</strong>verso da quello che avevano iniziato<br />
a gustare.<br />
* Direttore della Caritas Italiana<br />
(trascrizione non rivista dal relatore)
CONVEGNO DIOCESANO<br />
Se non ho la carità non sono nulla: educarsi ed educare alla carità<br />
<strong>Pesaro</strong>, sabato 18 Settembre <strong>2010</strong><br />
Mons. GIANCARLO PEREGO*<br />
“Animare la parrocchia alla testimonianza della carità”<br />
1. Le qualità dell’animazione alla carità<br />
La riflessione che presentiamo prende il via dalla recente enciclica <strong>di</strong> Benedetto XVI,<br />
Caritas in veritate, per arrivare a costruire alcuni profili e azioni rinnovate nell’animazione<br />
della carità in parrocchia.<br />
Possiamo ricavare dall’enciclica <strong>di</strong> Benedetto XVI almeno sette proposte che aiutano<br />
a fare <strong>di</strong>scernimento nel lavoro <strong>di</strong> animazione alla carità, ma che impegnano anche a<br />
un rinnovamento ecclesiale.<br />
a. Ripensare la comunità come fraternità. “La carità nella verità è una forza che<br />
costituisce la comunità, unifica gli uomini secondo modalità in cui non ci sono<br />
barriere né confini” (n.34) e in cui dono e giustizia camminano insieme. Rivedere<br />
le nostre opere, anche le nostre comunità alla luce della fraternità impegna a cambiamenti<br />
<strong>di</strong> rotta in <strong>di</strong>verse <strong>di</strong>mensioni: in relazione al protagonismo dei poveri, al<br />
coinvolgimento dei giovani, al lavoro <strong>di</strong> tutela dei <strong>di</strong>ritti nei centri <strong>di</strong> ascolto e nei<br />
servizi.<br />
b. Dare spazio alla gratuità anche nel Mercato. La gratuità aiuta a mettere al primo<br />
posto il lavoro rispetto al Mercato, aiuta a dare valore non solo alla giustizia commutativa,<br />
ma anche <strong>di</strong>stributiva nel mondo del l’economia. “Senza forme interne<br />
<strong>di</strong> solidarietà e <strong>di</strong> fiducia reciproca, il mercato non può pienamente espletare la<br />
propria funzione economica” (n. 35). Si tratta non solo <strong>di</strong> rafforzare il mondo del<br />
no profit, ma <strong>di</strong> creare con<strong>di</strong>zioni nuove sul piano economico che mettano al centro<br />
il lavoro e il lavoratore.<br />
c. Tenere strettamente connesso l’agire economico e l’agire politico in riferimento<br />
al bene comune. Uomini politici come Giorgio la Pira, Amintore Fanfani o impren<strong>di</strong>tori<br />
come Adriano Olivetti o banchieri come Giordano dell’Amore lo hanno<br />
insegnato sempre. Il mercato non può essere un luogo antisociale, relegando solo<br />
allo Stato una funzione sociale. Non si può separare il contratto dalle leggi e dalle<br />
forme <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione della politica e dal dono della società. Mercato, Stato e società<br />
camminano insieme per l’interesse dell’uomo, con forme <strong>di</strong> impresa <strong>di</strong>verse<br />
e connesse (fondazioni, economia <strong>di</strong> comunione…), con l’attenzione a tutti i soggetti<br />
che contribuiscono alla vita dell’impresa, ma anche oltre.<br />
d. Rinnovare gli aiuti internazionali. È interessante il fatto che il Papa in<strong>di</strong>rizzi la<br />
nostra attenzione su un “aiuto internazionale proprio all’interno <strong>di</strong> un progetto<br />
solidaristico mirato alla soluzione degli attuali problemi economici (che) dovrebbe<br />
piuttosto sostenere il consolidamento <strong>di</strong> sistemi costituzionali, giuri<strong>di</strong>ci, amministrativi<br />
nei paesi che non godono ancora pienamente <strong>di</strong> questi beni” (n. 41). È<br />
importante che i programmi <strong>di</strong> sviluppo siano flessibili, per andare incontro alle<br />
<strong>di</strong>verse esigenze, coinvolgendo <strong>di</strong>rettamente le persone interessate, nella logica<br />
della gratuità e dell’accompagnamento, monitorando anche i risultati (n.47).<br />
111
Inoltre, “accanto ai macroprogetti servono i microprogetti”, che aiutano una responsabilità<br />
<strong>di</strong>ffusa, soprattutto per evitare che chi è aiutato sia funzionale a chi<br />
aiuta, per evitare un <strong>di</strong>spen<strong>di</strong>o eccessivo <strong>di</strong> risorse organizzative, ma anche per<br />
sfuggire a forme <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza, favorendo, ad esempio, anche i mercati marginali<br />
(è la linea del Commercio equo e solidale).<br />
e. Lavorare per la tutela dei <strong>di</strong>ritti negati. Un lavoro che <strong>di</strong>venta un dovere <strong>di</strong> tutti.<br />
Questo lavoro chiede l’attenzione alla famiglia, come luogo sociale, all’economia,<br />
che ha bisogno <strong>di</strong> un’etica, anche se oggi si riconosce un certo abuso del termine<br />
‘etico’, tanto che esso talora nasconde e copre scelte <strong>di</strong> ingiustizia: una semplice<br />
‘etichetta’ che non <strong>di</strong>ce la verità del prodotto.<br />
f. Lavorare per la tutela dell’ambiente. È un tema che negli ultimi anni è cresciuto<br />
nella dottrina e nell’azione sociale della Chiesa. Se sul piano teorico occorre evitare<br />
i due rischi, <strong>di</strong> usare la natura o <strong>di</strong> considerare la natura più importante della<br />
persona, sul piano progettuale non possiamo <strong>di</strong>menticare come l’ambiente sia un<br />
bene da custo<strong>di</strong>re, anche per una carità nei confronti delle future generazioni. In<br />
questo senso, l’incetta <strong>di</strong> risorse energetiche ambientali, che generano anche conflitti,<br />
deve finire per una nuova educazione ecologica, che guar<strong>di</strong> ai consumi, alle<br />
energie alternative, creando “nuovi stili <strong>di</strong> vita” (n.50), nella consapevolezza che i<br />
doveri verso l’ambiente sono strettamente connessi con i doveri verso le persone.<br />
g. Lavorare per l’inclusione. Il Papa ricorda che una categoria importante da approfon<strong>di</strong>re<br />
oggi è quella della relazione. “Il tema dello sviluppo coincide con quello<br />
dell’inclusione relazionale <strong>di</strong> tutte le persone e <strong>di</strong> tutti i popoli…che si costruisce<br />
nella solidarietà sulla base dei fondamentali valori della giustizia e della pace”<br />
(n.54). per noi significa lavorare per evitare solitu<strong>di</strong>ni e abbandoni, per creare<br />
incontri e non nuove conflittualità, per superare <strong>di</strong>visioni <strong>di</strong> casta e <strong>di</strong> potere, per<br />
costruire casa attorno ad ogni persona, soprattutto per chi è profugo, malato, immigrato.<br />
Sulla relazione si sviluppa anche il principio della sussi<strong>di</strong>arietà e della<br />
reciprocità, che guidano anche la cooperazione allo sviluppo oggi. In questo senso<br />
hanno valore vari progetti <strong>di</strong> inclusione: l’accesso all’educazione da parte <strong>di</strong> tutti,<br />
la valorizzazione del turismo internazionale alternativo, la cura delle migrazioni,<br />
non considerando i migranti alla stregua <strong>di</strong> merci, “perché ogni migrante è una<br />
persona umana che, in quanto tale, possiede <strong>di</strong>ritti fondamentali inalienabili che<br />
vanno rispettati da tutti e in ogni situazione” (n.62). Ancora: occorre connettere<br />
strettamente povertà e <strong>di</strong>soccupazione, perché in molti casi i poveri sono il risultato<br />
della violazione della <strong>di</strong>gnità del lavoro umano, finanza e sviluppo, dando<br />
responsabilità al risparmiatore e al consumatore. Infine: occorre valorizzare gli<br />
strumenti <strong>di</strong> comunicazione come strumenti <strong>di</strong> con<strong>di</strong>visione, occasioni <strong>di</strong> umanizzazione<br />
e non <strong>di</strong> <strong>di</strong>sumanizzazione.<br />
Credo che come le prospettive della Gau<strong>di</strong>um et spes e la Populorum progressio<br />
dopo il Concilio Vaticano II hanno segnato profondamente l’origine e i primi passi<br />
della Caritas in Italia, una lettura congiunta della Deus caritas est e della Caritas<br />
in veritate può costituire una premessa importante per una rinnovata animazione<br />
caritativa delle nostre caritas in parrocchia e in Diocesi.<br />
112
2. Le figure dell’animazione alla carità<br />
Le prospettive progettuali e <strong>di</strong>scernimento in<strong>di</strong>cate dall’enciclica Caritas in veritate<br />
<strong>di</strong> Benedetto XVI ci aiutano a costruire il profilo dell’animatore caritas nelle nostre<br />
comunità, fermo restando che “tutti siamo responsabili <strong>di</strong> tutti”. Tutti hanno un ruolo e<br />
una responsabilità in or<strong>di</strong>ne all’animazione alla carità nella Chiesa. Una Chiesa della<br />
carità che non si arricchisce del ruolo <strong>di</strong> tutte le figure, <strong>di</strong> ogni vocazione è debole,<br />
perché tutte queste figure <strong>di</strong>cono, in modo <strong>di</strong>verso, il primato della carità.<br />
Il prete. Nel decreto conciliare sul ministero e la vita sacerdotale, ‘Presbiterorum or<strong>di</strong>nis’,<br />
più volte è sottolineata la ‘preferenza’ che anche il prete deve dare ai più poveri.<br />
“Anche se sono tenuti a servire tutti – si legge nel decreto conciliare – ai Presbiteri<br />
sono affidati in modo speciale i poveri, i più deboli, ai quali lo stesso Signore volle<br />
<strong>di</strong>mostrarsi particolarmente unito, e la cui evangelizzazione è mostrata come segno<br />
dell’opera messianica”; e ancora: “I presbiteri abbiano cura specialmente dei malati e<br />
dei moribon<strong>di</strong>, visitandoli e confortandoli nel Signore” (P.O. 6).<br />
Evangelizzare i poveri e i malati è un’esigenza fondamentale della conformazione<br />
cristologia del prete e della sua ministerialità ecclesiale. Continuamente il prete è<br />
chiamato ad amare ‘adesso”, senza estraniarsi dalla storia e dal suo ambiente (cfr. P.O<br />
3): i fatti talvolta sono più pressanti delle parole. E il prete, già “sempre sotto giu<strong>di</strong>zio<br />
– come ricordava don Primo Mazzolari (1890-1959), il prete cremonese che ha saputo<br />
dare la parola ai poveri e ai lontani - perché è costretto a ripetere parole più gran<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
sé” (P. MAZZOLARI, Il Samaritano, Brescia, V. Gatti, 1966, p. 30), oggi è anche sotto<br />
giu<strong>di</strong>zio perché è interpellato da situazioni più gran<strong>di</strong> <strong>di</strong> sé. Per questa ragione, il prete<br />
non è chiamato a una semplice presa in carico personale delle situazioni <strong>di</strong>fficili, ma<br />
ad essere ‘il primo’ che le coglie, le ascolta, le accompagna, da amico, da fratello, in<br />
compagnia con altri fratelli.<br />
Il ministero presbiterale sfida il cambiamento, recuperando non solo nominalmente,<br />
ma anche nei fatti, la <strong>di</strong>mensione del servizio come essenziale, anche dentro una <strong>di</strong>mensione<br />
fraterna, <strong>di</strong> presbiterio, che arricchisce la Chiesa come ‘fraternità’.<br />
I <strong>di</strong>aconi. Il Concilio Vaticano II ha voluto la ‘restaurazione del <strong>di</strong>aconato’ anzitutto<br />
come ‘grado’ della pienezza’ del ministero or<strong>di</strong>nato, oltre che come strumento importante<br />
per dare peso ai poveri nella comunità e per ‘accompagnare’ vescovi e presbiteri<br />
nel ministero della carità.<br />
I consacrati. Grande valore hanno avuto e hanno i consacrati, per la forma <strong>di</strong> totale<br />
de<strong>di</strong>zione e con<strong>di</strong>visione ai poveri (ra<strong>di</strong>calità evangelica), ma anche perché sanno<br />
cogliere l’attualità, nella ‘perfetta carità’.<br />
I laici. Particolarmente importante è il profilo laicale nella carità connesso ai testi del<br />
Concilio Vaticano II, in particolare nella linea della Apostolicam actuositatem, ma<br />
ulteriormente sollecitato dalla esortazione apostolica Christifideles laici <strong>di</strong> Giovanni<br />
Paolo II (1987) e dall’enciclica Deus caritas est <strong>di</strong> Benedetto XVI. Un modello laicale<br />
nell’animazione della carità che sappia interpretare il cambiamento: delle povertà, del<br />
lavoro, della famiglia, della società. In questo senso, dal termine ‘animazione delle<br />
realtà terrestri’ – caro al Concilio Vaticano II – per in<strong>di</strong>care l’impegno laicale nella<br />
guida, nella trasformazione, nell’interpretazione, anche nel contrasto <strong>di</strong> alcune realtà<br />
del mondo, alla luce dell’opzione preferenziale dei poveri, dell’amore ai nemici e<br />
della scelta della pace, può derivare anche il ruolo dell’animatore/animatrice caritas.<br />
Apostolicam Actuositatem, al n. 8, in<strong>di</strong>ca con chiarezza le caratteristiche <strong>di</strong> un’animazione<br />
alla carità del laicato.<br />
113
Il laico che compie opere <strong>di</strong> carità deve:<br />
- vedere Cristo nel povero<br />
- rispettare la libertà e la <strong>di</strong>gnità della persone che riceve aiuto<br />
- non cercare nel gesto <strong>di</strong> carità l’ utilità propria o il desiderio <strong>di</strong> dominio<br />
- essere attenti a ciò che è dovuto per giustizia<br />
- considerare non solo gli effetti, ma anche le cause del male<br />
- evitare la <strong>di</strong>pendenza dagli aiuti, attraverso un’opera <strong>di</strong> accompagnamento ed educativa.<br />
I laici sono anche chiamati ad animare una carità che non si ferma alle risposte, ma<br />
cerca le cause e trasforma le ‘strutture’ culturali, economiche e sociali, oltre che politiche.<br />
Il documento dopo Verona, a tale proposito, ha un passaggio molto importante,<br />
proprio in riferimento al tema dell’animazione: “L’ottica della testimonianza e della<br />
corresponsabilità permette <strong>di</strong> mettere meglio a fuoco le singole vocazioni cristiane,<br />
senza cadere in una visione puramente funzionale dei carismi. La vocazione laicale, in<br />
modo particolare, è chiamata oggi a sprigionare le sue potenzialità nell’annuncio del<br />
Vangelo e nell’animazione cristiana della società. A Verona abbiamo sentito echeggiare<br />
l’insegnamento del Vaticano II sul laicato, arricchito dal Magistero successivo e<br />
dall’esperienza <strong>di</strong> tanti laici e comunità che in questi anni si sono impegnati a vivere<br />
con passione, talvolta con sofferenza, tali insegnamenti. Il Convegno ha rivelato il<br />
volto maturo del laicato che vive nelle nostre Chiese. Le comunità cristiane devono<br />
trarne conseguenze capaci <strong>di</strong> farle crescere nella missione, in<strong>di</strong>viduando scelte pastorali<br />
che esprimano una conversione <strong>di</strong> atteggiamenti e <strong>di</strong> mentalità. Per questo <strong>di</strong>venta<br />
essenziale “accelerare l’ora dei laici” (CEI, Rigenerati nella speranza, n. 26).<br />
3. Per un profilo dell’animatore caritas: il testimone<br />
“La via della missione ecclesiale più adatta al tempo presente e più comprensibile per<br />
i nostri contemporanei prende la forma della testimonianza, personale e comunitaria:<br />
una testimonianza umile e appassionata, ra<strong>di</strong>cata in una spiritualità profonda e culturalmente<br />
attrezzata, specchio dell’unità inscin<strong>di</strong>bile tra una fede amica dell’intelligenza<br />
e un amore che si fa servizio generoso e gratuito. Il testimone comunica con<br />
le scelte della vita, mostrando così che essere <strong>di</strong>scepolo <strong>di</strong> Cristo non solo è possibile<br />
per l’uomo, ma arricchisce la sua umanità. Egli quando parla, non lo fa per un dovere<br />
imposto dall’esterno, ma per un’intima esigenza, alimentata nel continuo <strong>di</strong>alogo con<br />
il Signore ed espressa con un linguaggio comprensibile a tutti. La testimonianza pertanto<br />
è l’esperienza in cui convergono vita spirituale, missione pastorale e <strong>di</strong>mensione<br />
culturale” (CEI, Rigenerati per una speranza viva, n.10).<br />
Il profilo dell’animatore/animatrice caritas si delinea attorno ad un termine che qualifica<br />
anche il laico oggi: testimone. Nel testimone fede e opere viaggiano insieme, così<br />
come viaggiano insieme evangelizzazione e testimonianza. Paolo VI, nell’l’esortazione<br />
apostolica ‘Evangelii Nutian<strong>di</strong>’ (1975), uno dei documenti più importanti e <strong>di</strong>scussi<br />
del suo Pontificato, <strong>di</strong>fronte a opposte tendenze <strong>di</strong> chi riduceva l’evangelizzazione<br />
alla promozione umana –cadendo in una ‘nuova secolarizzazione’ – e <strong>di</strong> chi escludeva<br />
la promozione umana dall’evangelizzazione, affermava che tra evangelizzazione e<br />
promozione umana esistono legami profon<strong>di</strong>. La Chiesa che testimonia è una Chiesa<br />
che riascolta, nelle parole e nei gesti <strong>di</strong> Gesù, una storia d’amore e la traduce in una<br />
storia <strong>di</strong> comunione fraterna, sempre in maniera originale.<br />
114
“Disporci all’evangelizzazione” – come ci ricordano i vescovi al numero 1 del documento<br />
sulla parrocchia – in quest’ottica ‘integrale’ sembra ancora essere “la questione<br />
cruciale della Chiesa in Italia oggi”, al servizio della quale è chiamato anche l’animatore<br />
caritas. Nella nota dopo Verona si legge che “La vocazione laicale, in modo<br />
particolare è chiamata oggi a sprigionare le sue potenzialità nell’annuncio del Vangelo<br />
e nell’animazione cristiana della società… per questo <strong>di</strong>venta essenziale ‘accelerare<br />
l’ora dei laici’, rilanciandone l’impegno ecclesiale e secolare, senza il quale il fermento<br />
del Vangelo non può giungere nei contesti della vita quoti<strong>di</strong>ana, né penetrare quegli<br />
ambienti più fortemente segnati dal processo <strong>di</strong> secolarizzazione” (CEI, Rigenerati<br />
per una speranza viva, n. 26).<br />
4. Per un modello dell’animatore caritas: <strong>di</strong>eci profili<br />
Alla luce dell’amore al prossimo, della scelta della povertà, dell’opzione preferenziale<br />
dei poveri e della non violenza evangelica possiamo delineare <strong>di</strong>eci profili <strong>di</strong> animatori<br />
e animatrici caritas.<br />
a. Custode originale della cattolicità, della universalità della Chiesa. Simone Weil<br />
<strong>di</strong>sse <strong>di</strong> non avere chiesto il battesimo, perché “la Chiesa non è cattolica <strong>di</strong> fatto,<br />
come lo è <strong>di</strong> nome”.<br />
Cattolico, com’è noto, significa universale, l’essere pienamente universale, in grado<br />
<strong>di</strong> abbracciare gli esseri umani <strong>di</strong> tutti i tempi e <strong>di</strong> tutti i luoghi. Ciò che lei non<br />
poteva accettare era la con<strong>di</strong>zione particolare, talora persino settaria, che ai suoi<br />
occhi l’essere cattolici romani comportava. Rifiutava la traduzione della fede personale<br />
in un corpo sociale organizzato che per lei andava inevitabilmente a scapito<br />
dell’universalità. Il laico animatore caritas deve essere un testimone dell’universalità<br />
della Chiesa attraverso l’apertura <strong>di</strong> porte, <strong>di</strong> case, <strong>di</strong> comunità che fanno<br />
della Chiesa una casa, una famiglia, una comunità, dove non c’è giudeo o greco,<br />
schiavo o libero, ma tutti si sentono fratelli in Cristo – come richiama l’apostolo<br />
Paolo in molti passaggi. La mon<strong>di</strong>alità <strong>di</strong>venta un volto della cattolicità, che passa<br />
attraverso anche una progetttualità ‘glocale’, costruita sul territorio, ma guardando<br />
al mondo, che conosciamo con una imme<strong>di</strong>atezza come non mai nelle sue gioie e<br />
nelle sue speranze, nelle sue tristezze e angoscie, parafrasando le prime parole del<br />
proemio <strong>di</strong> Gau<strong>di</strong>um et spes.<br />
b. Costruttore <strong>di</strong> comunione. A catechismo abbiamo imparato che Dio è Padre. Egli<br />
ha voluto in Cristo Gesù far conoscere il suo volto paterno e avvicinarsi all’uomo,<br />
ad ogni uomo per avere una relazione familiare che aiutasse a superare ogni <strong>di</strong>stanza<br />
tra Lui e gli uomini. Per permettere la relazione Dio-uomo, tale <strong>di</strong>stanza viene<br />
colmata con un dono (=grazia), un servizio: l’abbassamento del Figlio, <strong>di</strong> una<br />
Persona del suo Essere, della sua famiglia, fino alla morte e alla morte <strong>di</strong> croce.<br />
Gesù è il Me<strong>di</strong>atore-Ponte <strong>di</strong> questa relazione.<br />
E sempre per un dono, e una sua personale presenza, quella nello Spirito Santo o<br />
della Pentecoste, Dio continua a mantenere e ad alimentare il suo amore per l’uomo.<br />
Così l’uomo, gli uomini insieme guardando a Lui in Cristo Gesù, e per la forza<br />
dello Spirito, riescono a cambiare, a trovare un senso nuovo per il proprio esistere:<br />
quello <strong>di</strong> esistere in Dio, <strong>di</strong> fare la volontà <strong>di</strong> Dio, <strong>di</strong> essere uniti al Padre al Figlio<br />
allo Spirito Santo scoprendosi come un corpo solo. Questa comunione è il mistero,<br />
la realtà più grande e straor<strong>di</strong>naria della Chiesa.<br />
115
L’animatore caritas è servo della comunione perché è l’uomo dell’ascolto, dell’incontro,<br />
della comunicazione, della relazione: aiuta momenti <strong>di</strong> comunione, costruisce<br />
la me<strong>di</strong>azione sociale, cerca <strong>di</strong> aiutare a superare la conflittualità, sempre<br />
più crescente in famiglia, nella società. La carità crea comunione perché cerca gli<br />
altri, l’altro nella <strong>di</strong>versità delle sue situazioni <strong>di</strong> vita: lo cerca perché sa <strong>di</strong> avere<br />
bisogno <strong>di</strong> loro, prima ancora che per aiutarli.<br />
La carità è comunione perché lascia esprimere la realtà <strong>di</strong> Dio in noi (l’amore). La<br />
carità è comunione perché trova Dio nell’altro, nell’altro un fratello. La carità è<br />
comunione perché è con<strong>di</strong>visione <strong>di</strong> sentimenti, beni, attese.<br />
c. Operatore <strong>di</strong> pace. L’animatore/animatrice caritas è chi riesce a tradurre in valore<br />
della comunione anche in esperienze e scelte <strong>di</strong> pace, <strong>di</strong> non violenza. È il giovane<br />
in servizio civile che al termine fa la scelta dell’obiezione <strong>di</strong> coscienza alle armi. È<br />
la famiglia che preferisce, anche <strong>di</strong> fronte a fatti criminali e alla paura, non armarsi,<br />
non comprare un’arma, come invece hanno fatto nel 2007 il 18% <strong>di</strong> famiglie in<br />
più in Italia. È colui che sceglie il <strong>di</strong>alogo, il confronto, la ricerca della giustizia<br />
non formale attraverso anche scelte alternative sul piano della pena per chi commette<br />
un reato, ma scelte alternative anche in or<strong>di</strong>ne a strutture che alimentano gli<br />
armamenti (banche, aziende, strumenti <strong>di</strong> comunicazione…). È colei che ricorda<br />
in parrocchia che non si può accettare che ancora oggi nel mondo esistano 24 ersone<br />
muoiono, 10 milioni ogni anno perdono la casa e cercano rifugio per sé e la<br />
propria famiglia.<br />
d. Il viaggiatore, l’educatore <strong>di</strong> strada. Se la Chiesa è in cammino, anche l’animatore<br />
caritas può essere il viaggiatore (per usare una felice espressione del sociologo<br />
Baumann),l’uomo della strada, l’educatore <strong>di</strong> strada; che sono forme moderne<br />
<strong>di</strong> missionarietà che interpretano l’andare, l’invito che conclude l’Eucarestia, il<br />
sacramento del cammino.. Al tempo stesso, essere viaggiatori significa essere uomini<br />
e donne in ricerca, che sa osservare, riflettere, appassionandosi a tutto ciò<br />
che avviene attorno a noi, soprattutto quando il cambiamento rischia <strong>di</strong> segnare<br />
profondamente le persone. Uomo e donna in cammino, l’animatore o l’animatrice<br />
caritas è aperto al nuovo, alle res novae soprattutto che incontra nella società, nel<br />
mondo, il luogo più familiare della sua vita. Il viaggio, l’andare in mezzo alla<br />
gente dell’animatore gli fa scoprire il valore dell’ospitalità, come il luogo in cui<br />
emerge la presenza <strong>di</strong> Dio dentro le culture <strong>di</strong>verse. Al tempo stesso il viaggio<br />
rende attenti ai ‘segni’ , ai ‘segni dei tempi’ che aiutano a interpretare dove andare,<br />
dove in<strong>di</strong>rizzare il proprio cammino.<br />
e. Il consumatore critico. L’animatore caritas prende la forma del consumatore critico,<br />
che sa denunciare alcune sfasature a partire da un gesto critico e alternativo.<br />
Non si può ingenuamente pensare che ogni male, ogni povertà e abbandono sia<br />
frutto soltanto dell’incapacità, della debolezza dell’in<strong>di</strong>viduo. Molti mali sono<br />
‘strutturali’, frutto <strong>di</strong> un ideologia e <strong>di</strong> una ‘struttura <strong>di</strong> peccato’ che rende l’uomo<br />
incapace <strong>di</strong> gestire la propria vita, le proprie risorse. La denuncia, in questo<br />
sempre più complesso mondo della comunicazione e della politica, <strong>di</strong>venta uno<br />
strumento importante per ricordare, ammonire, stimolare nuove progettualità politiche,<br />
economiche e sociali sul piano del rispetto della <strong>di</strong>gnità e dei <strong>di</strong>ritti, della<br />
politica familiare, della casa, del lavoro, della salute e dei servizi alla persona.<br />
Ogni denuncia, per non essere superficiale ed emotiva, deve essere accompagnata<br />
dallo stu<strong>di</strong>o, dall’osservazione puntuale, dall’informazione dalla <strong>di</strong>scussione fra-<br />
116
terna, anche negli organi <strong>di</strong> partecipazione pastorale. “La denuncia, nei cuori profon<strong>di</strong>,<br />
– ricordava don P. Mazzolari – anche se vivace e ar<strong>di</strong>ta, è sempre una pretesa<br />
d’amore e un documento <strong>di</strong> vita” (P. MAZZOLARI, La Parrocchia, Vicenza, La<br />
Locusta, 1957, p.47).<br />
f. La famiglia che apre la casa. In un mondo che rischia <strong>di</strong> rinchiudersi, <strong>di</strong> chiudere<br />
le porte d’ingresso, <strong>di</strong> pensare soltanto al proprio benessere la prima esperienza<br />
che rischia <strong>di</strong> essere travolta è la famiglia. Famiglie <strong>di</strong>vise, famiglie <strong>di</strong> fatto, genitori<br />
soli, genitori soli con i figli chiedono una testimonianza, anche nel segno della<br />
carità, <strong>di</strong> un animatore/animatrice caritas che a partire dalla propria esperienza<br />
<strong>di</strong> sposo e sposa, padre e madre, genitore cerca <strong>di</strong> fare della propria famiglia un<br />
luogo <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo, <strong>di</strong> incontro, <strong>di</strong> accoglienza e sostegno <strong>di</strong> chi è in <strong>di</strong>fficoltà: da un<br />
proprio parente, a un anziano, a un minore che non è accompagnato dalla propria<br />
famiglia, aprendo il proprio bilancio familiare ad altre esigenze <strong>di</strong> povertà educativa,<br />
sociale, <strong>di</strong> salute.<br />
Questa apertura può caratterizzare un animatore caritas, che in parrocchia<br />
costruisce ‘caritas’ non in<strong>di</strong>pendentemente, o in altri tempi e mo<strong>di</strong> rispetto la famiglia,<br />
ma dentro la famiglia stessa e con la sua famiglia. In questo senso il genitore<br />
coltiva una scelta educativa, nella logica della pedagogia dei fatti, che alimenta<br />
anche uno stile <strong>di</strong> vita familiare.<br />
g. L’educatore sociale. L’educazione è una forma alta dell’animazione. L’educatore<br />
sociale è un animatore che, anche sul piano professionale, costruisce percorsi e<br />
progetti <strong>di</strong> accompagnamento delle persone in <strong>di</strong>fficoltà, ma anche costruisce percorsi<br />
<strong>di</strong> stile <strong>di</strong> vita che interessano le famiglie, i giovani, gli studenti e i lavoratori<br />
e che possano costruire relazioni nuove fra le persone, aiutare l’inclusione e non<br />
l’esclusione, avvicinare chi è solo, motivare chi vive nell’abitu<strong>di</strong>narietà.<br />
h. L’operatore/operatrice <strong>di</strong> case aperte e accoglienti. La casa è un luogo vitale per<br />
le persone, senza casa, intesa come la semplice abitazione o anche un luogo familiare,<br />
le persone non riescono a vivere. Costruire case <strong>di</strong> accoglienza o <strong>di</strong> carità,<br />
operare in esse significa costruire una città dove le persone non vivono ai margini,<br />
dove le persone non si abbandonano alla delinquenza, dove le persone non vengono<br />
sfruttare, dove le persone non restano ‘invisibili’. L’operatore/operatrice <strong>di</strong><br />
case della carità è una persona che mostra il volto <strong>di</strong> una chiesa che sa amare tutti,<br />
che sa cercare chi è in <strong>di</strong>fficoltà, che sa destinare alcuni luoghi all’accoglienza<br />
e all’ospitalità, rinnovando un lunga storia <strong>di</strong> amore, quale è stata la storia della<br />
Chiesa. E la casa della carità non è fuori dalla comunità, dalla parrocchia, ma ne è<br />
un segno importante, quasi un sacramento dove Dio si incontra nei poveri e dove<br />
si impara ad amare.<br />
i. Il volontario, che sceglie anche la gratuità. Non tutto si paga, non tutto ha un costo,<br />
non tutto è regolato dal mercato. Il volontari è un animatore della carità perché<br />
aiuta a considerare nell’organizzazione della vita e della società, nella gestione del<br />
proprio tempo e del proprio denaro, il ‘<strong>di</strong> più’ della gratuità sia in termini <strong>di</strong> dono<br />
che <strong>di</strong> donazione. Il volontario è colui che in Italia e all’estero, vicino a casa e lontano<br />
da essa, sa coniugare il locale e il globale costruendo gesti, servizi, percorsi<br />
<strong>di</strong> dono che aiutano a organizzare la vita in maniera alternativa.<br />
l. Il comunicatore <strong>di</strong> speranza. L’animatore caritas è un comunicatore <strong>di</strong> speranza,<br />
<strong>di</strong> speranze, soprattutto quando è giovane e ai giovani– come ha ricordato il Papa<br />
nel Messaggio per la Giornata mon<strong>di</strong>ale della gioventù del 2009.<br />
117
118<br />
“La giovinezza in particolare è tempo <strong>di</strong> speranze, perché guarda al futuro con varie<br />
aspettative. Quando si è giovani si nutrono ideali, sogni e progetti; la giovinezza<br />
è il tempo in cui maturano scelte decisive per il resto della vita. E forse anche per<br />
questo è la stagione dell’esistenza in cui affiorano con forza le domande <strong>di</strong> fondo:<br />
perché sono sulla terra? che senso ha vivere? che sarà della mia vita? E inoltre:<br />
come raggiungere la felicità? perché la sofferenza, la malattia e la morte? che cosa<br />
c’è oltre la morte? Interrogativi che <strong>di</strong>ventano pressanti quando ci si deve misurare<br />
con ostacoli che a volte sembrano insormontabili: <strong>di</strong>fficoltà negli stu<strong>di</strong>, mancanza<br />
<strong>di</strong> lavoro, incomprensioni in famiglia, crisi nelle relazioni <strong>di</strong> amicizia o nella costruzione<br />
<strong>di</strong> un’intesa <strong>di</strong> coppia, malattie o <strong>di</strong>sabilità, carenza <strong>di</strong> adeguate risorse<br />
come conseguenza dell’attuale e <strong>di</strong>ffusa crisi economica e sociale. Ci si domanda<br />
allora: dove attingere e come tener viva nel cuore la fiamma della speranza?”.<br />
L’animatore caritas, negli sportelli dei centri <strong>di</strong> ascolto, nei progetti <strong>di</strong> servizio<br />
civile, <strong>di</strong> fronte a un emergenza nazionale e internazionale è colui che aiuta la<br />
comunità a coltivare la speranza, a non abbandonarsi alla <strong>di</strong>sperazione. Attraverso<br />
le scelte della con<strong>di</strong>visione e della relazione, della comunicazione e della denuncia<br />
l’animatore caritas regala speranza, perché costruisce legami interesse.<br />
5. L’animatore caritas, servo della carità e della verità<br />
Gli animatori e le animatrici caritas testimoniano responsabilmente, a partire dalla<br />
propria vocazione, il ‘<strong>di</strong> più della carità’ nel cammino <strong>di</strong> comunione della Chiesa nella<br />
storia. Credo che la sfida consegnata oggi agli animatori caritas sia quella <strong>di</strong> aiutare<br />
sempre più un corretto passaggio dalla carità alla caritas, tentando in maniera originale<br />
<strong>di</strong> fare in modo che un gesto esca dall’ in<strong>di</strong>vidualismo per <strong>di</strong>ventare ‘sacramento’,<br />
segno e strumento della comunione della Chiesa e dell’unità <strong>di</strong> tutto il genere umano.<br />
Evangelo.<br />
Animatore caritas in parrocchia è chi riesce a costruire una ‘buona notizia’, costruire<br />
speranza attraverso scelte, gesti, azioni, incontri - come ci ricorda Benedetto XVI nelle<br />
due encicliche Deus caritas est e Caritas in veritate - che insieme danno un valore<br />
aggiunto all’evangelizzazione ai poveri, sia in termini ‘sacramentali’, perché in<strong>di</strong>cano<br />
alcuni luoghi d’incontro tra Dio e l’uomo, ma soprattutto in termini educativi e testimoniali,<br />
aiutando la comunità ad essere attenta al nuovo, alla <strong>di</strong>versità, al mondo,<br />
al lontano e al vicino, a chi perde un bene essenziale della propria vita (casa, lavoro,<br />
famiglia, salute…) e che in quel momento chiede una chiesa, una casa, una casa tra le<br />
case, una parrocchia, come luogo <strong>di</strong> familiarità e fraternità.<br />
* Direttore generale della Fondazione “Migrantes”
CONVEGNO DIOCESANO<br />
Se non ho la carità non sono nulla: educarsi ed educare alla carità<br />
“Vivere la carità oggi a <strong>Pesaro</strong>”<br />
<strong>Pesaro</strong>, sabato 18 Settembre <strong>2010</strong><br />
Don MARCO DI GIORGIO*<br />
Ho il compito <strong>di</strong> fare il quadro della situazione <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong>, che descriverò in quattro<br />
punti: da dove veniamo, chi siamo, che cosa abbiamo nel cuore, come ci educhiamo.<br />
1. Da dove veniamo<br />
Veniamo, come chiesa, da una storia molto bella e ricca <strong>di</strong> testimoni della carità. Credo<br />
che ognuno <strong>di</strong> noi abbia in mente una persona che è stata un testimone della carità<br />
per sé, per la sua comunità parrocchiale o associazione, per il suo movimento.<br />
Mi piace ricordare alcuni nomi, anche se sono assolutamente esaustivi.<br />
Mons. Arturo Bacchiani, che ho conosciuto in<strong>di</strong>rettamente, attraverso le sue opere: è<br />
stato prima <strong>di</strong>rettore della POA (Pontificia Opera Assistenza) e poi dell’ODA (Opera<br />
Diocesana Assistenza) e ha istituito la Mensa <strong>di</strong> via del Teatro, così nota che ancora<br />
oggi viene chiamata “mensa ODA” benché l’ODA non ci sia più da tanto tempo.<br />
Nessuno può <strong>di</strong>menticare inoltre quel profeta della carità che è stato don Gianfranco<br />
Gau<strong>di</strong>ano, che a molti <strong>di</strong> noi ha insegnato tanto con le sue parole e ancor più con la<br />
sua vita e le sue scelte.<br />
Tutti noi abbiamo conosciuto Mons. Michetti, che è stato il nostro Vescovo e che certamente<br />
non ha messo la carità all’ultimo posto nelle sue priorità pastorali.<br />
Anche tanti laici sono stati gran<strong>di</strong> testimoni nella nostra comunità. Quando ero nella<br />
parrocchia <strong>di</strong> Loreto, ho conosciuto Gordano Paolini, un laico che nella sua semplicità<br />
e nella sua quinta elementare ha vissuto una bellissima testimonianza <strong>di</strong> carità e <strong>di</strong><br />
evangelizzazione.<br />
E ancora Mariolina Ugolini, Miria Lazzari e anche mio padre, del quale ho scoperto<br />
da adulto perché usciva il pomeriggio: andava a portare i pacchi della San Vincenzo.<br />
Tutto questo per <strong>di</strong>re che nelle nostre comunità c’è una storia e ci sono persone preziose<br />
(anche quelle che non sono più tra noi) che continuano a seguirci e a mostrarci<br />
la strada.<br />
2. Chi siamo<br />
Siamo una chiesa che, <strong>di</strong>rei, è ricca <strong>di</strong> opere caritative. Su sollecitazione della CEI,<br />
che quest’anno ha dato l’incarico alle Caritas d’Italia <strong>di</strong> fare un censimento <strong>di</strong> tutte le<br />
opere caritative <strong>di</strong>rettamente o in<strong>di</strong>rettamente riferentesi alla Chiesa, abbiamo pubblicato<br />
un libretto, intitolato “Report <strong>2010</strong>: povertà e risorse”, che fa un quadro sintetico<br />
della situazione.<br />
Vi potete leggere quanto c’è a <strong>Pesaro</strong> sia a livello <strong>di</strong> <strong>di</strong>ocesi (ad esempio Casa Padre<br />
Damiani, Casa Fiducia gestita dalle Piccole Ancelle del Sacro Cuore) sia a livello<br />
parrocchiale con gruppi caritativi che, senza fare tanto rumore, continuano a tessere<br />
storie <strong>di</strong> carità: ricor<strong>di</strong>amo, sempre a titolo d’esempio, la parrocchia <strong>di</strong> Cristo Risorto,<br />
che da tanti anni, data la vicinanza dell’ospedale, ospita le famiglie leucemiche e la<br />
119
parrocchia <strong>di</strong> Santa Croce, che quest’anno ha organizzato il Campo estivo per il gruppo<br />
giovanile all’Aquila.<br />
C’è una storia lunghissima che meriterebbe <strong>di</strong> essere raccolta e narrata perché non<br />
vada persa nella memoria.<br />
Pensiamo anche alle opere del CEIS (Centro Italiano <strong>di</strong> Solidarietà), che si richiamano<br />
all’ere<strong>di</strong>tà spirituale <strong>di</strong> don Gau<strong>di</strong>ano, o a quelle che <strong>di</strong>pendono <strong>di</strong>rettamente dalla<br />
Caritas <strong>di</strong>ocesana: le “opere segno”, che sono un richiamo per la Chiesa e per la città<br />
(il Centro <strong>di</strong> Ascolto, la Mensa Caritas, il Magazzino della Solidarietà).<br />
Per quanto riguarda il Centro <strong>di</strong> Ascolto, il nostro desiderio è che <strong>di</strong>venti sempre più<br />
“<strong>di</strong> ascolto”. La sua prima vocazione, infatti, non è mai stata quella <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuire i<br />
pacchi o <strong>di</strong> dare aiuti economici, ma quella appunto <strong>di</strong> “ascoltare” le persone, perché<br />
molto spesso chi si rivolge al Centro racconta solo l’ultimo pezzetto della sua storia,<br />
il suo bisogno più evidente, sotto il quale però nasconde una storia drammatica da<br />
scoprire.<br />
Questo compito non può essere svolto solo dal Centro <strong>di</strong> Ascolto; e tutta la chiesa che<br />
deve farsene carico. Il Centro è uno strumento, ma c’è bisogno che tutte le comunità<br />
<strong>di</strong>ventino luoghi <strong>di</strong> ascolto. Il Centro non deve essere il luogo a cui la <strong>di</strong>ocesi delega<br />
<strong>di</strong> seguire i poveri, ma deve essere anzi il soggetto che segnala alle parrocchie la<br />
presenza nel loro territorio <strong>di</strong> persone che si trovano nel bisogno e le interpella per<br />
fare qualcosa insieme. Tra il Centro <strong>di</strong> Ascolto e le comunità parrocchiali, almeno per<br />
quanto riguarda i residenti a <strong>Pesaro</strong>, occorre che si attivi una rete <strong>di</strong> comunicazione, <strong>di</strong><br />
collegamento, <strong>di</strong> accompagnamento delle persone.<br />
La stessa cosa va detta per i Servizi Sociali del Comune: vedo qui il vicesindaco, la<br />
prof.ssa Catalano, con cui già collaboriamo su tanti fronti; vorrei ringraziarla perché<br />
il Comune ha promosso quattro raccolte viveri per il Centro <strong>di</strong> Ascolto e per la Mensa,<br />
che sono state preziosissime.<br />
Queste reti sono fondamentali per strutturare percorsi <strong>di</strong> accompagnamento attraverso<br />
i quali la persona sia tirata fuori dalla situazione <strong>di</strong> povertà in cui si trova, sia promossa,<br />
riacquisti <strong>di</strong>gnità.<br />
Per quanto riguarda la Mensa, possiamo <strong>di</strong>re che siamo una città, una chiesa, un territorio<br />
sensibili. La mensa era sull’orlo del collasso economico; con la piccola iniziativa<br />
<strong>di</strong> “Aggiungi un pasto a tavola” <strong>di</strong> cui si rende conto nel libretto, in un<strong>di</strong>ci mesi sono<br />
stati raccolti settantamila euro.<br />
Questo ci ha fatto dedurre che non è vero che la gente sia insensibile e che la nostra<br />
città sia glaciale, in<strong>di</strong>fferente e chiusa, anche perché abbiamo ricevuto aiuto e attenzione<br />
da persone insospettabili: l’impiegata dell’ASUR che, andando in pensione, si<br />
fa dare, invece del regalo, i sol<strong>di</strong> per questa iniziativa; la Provincia che per Natale,<br />
invece dei biglietti <strong>di</strong> auguri, invia i sol<strong>di</strong> per la Mensa; una Compagnia teatrale <strong>di</strong>alettale<br />
che destina i sol<strong>di</strong> <strong>di</strong> una rappresentazione a questa iniziativa.<br />
Credo perciò che intorno alla carità e alla solidarietà ci sia ancora tanta sensibilità e<br />
attenzione e che essa possa essere utilizzata in maniera educativa. Un segnale che la<br />
nostra <strong>di</strong>ocesi e il nostro territorio non sono un deserto <strong>di</strong> in<strong>di</strong>vidualismo e <strong>di</strong> egoismo<br />
è anche il fatto che al Corso <strong>di</strong> formazione per Volontari, <strong>di</strong>sposti a prestare assistenza<br />
nel carcere, nei servizi Caritas, al Centro “Benvenuto fratello” della Casa Mariolina,<br />
si siano iscritte cento persone.<br />
120
3. Che cosa abbiamo nel cuore<br />
Ci attendono però nuove sfide. Quin<strong>di</strong> dove vogliamo andare, che cosa ci aspetta?<br />
Io vedo almeno tre possibilità:<br />
a. la sfida dell’accoglienza in città: non è possibile che d’inverno ci siano persone<br />
(rom e senza fissa <strong>di</strong>mora) costrette a dormire fuori perché nel nostro territorio<br />
(<strong>di</strong>ocesi, comune, provincia) non si trova una struttura capace <strong>di</strong> ospitarle;<br />
b. la sfida della crisi economica: i dati sulla <strong>di</strong>soccupazione forniti dalla Provincia e<br />
riportati nel libretto sono significativi. Abbiamo quin<strong>di</strong> bisogno <strong>di</strong> trovare forme<br />
nuove <strong>di</strong> aiuti economici e <strong>di</strong> iniziare una riflessione sull’etica del lavoro e dell’uso<br />
del denaro;<br />
c. la sfida dell’immigrazione o dell’inclusione: è una questione complessa, <strong>di</strong>fficile<br />
da risolvere, che deve essere affrontata in rete, ma non si può eludere.<br />
4. Come ci educhiamo<br />
a. Istituendo le Caritas parrocchiali: è il desiderio dell’Arcivescovo e anche il nostro.<br />
Occorre cercare nella nostra comunità parrocchiale persone <strong>di</strong>sposte ad essere<br />
“animatori Caritas”, il cui compito non sia tanto prestare dei servizi, quanto sensibilizzare<br />
la parrocchia sulla carità. A volte basta veramente poco: è bastato, ad<br />
esempio, che un parroco, durante l’omelia, <strong>di</strong>cesse che la Caritas aveva bisogno <strong>di</strong><br />
volontari per rendere <strong>di</strong>sponibili tre persone; a me è capitato che si presentassero<br />
quattro persone <strong>di</strong>sposte ad aiutare una famiglia, delle cui <strong>di</strong>fficoltà avevo parlato<br />
durante le messe.<br />
La Caritas parrocchiale è questo: è un insieme <strong>di</strong> persone che tengono aperti gli<br />
occhi sul territorio, presentano i bisogni e cercano risposte nella comunità cristiana.<br />
Dovrebbero anche attivare una riflessione sulle cause della povertà ed educare<br />
a una coscienza critica.<br />
b. Facendo nascere dei Centri <strong>di</strong> Ascolto nelle Vicarie, naturalmente in rete, in collegamento,<br />
sulla base dell’esperienza più che decennale del Centro <strong>di</strong>ocesano. Sarebbe<br />
veramente un bel segno <strong>di</strong> comunione se le nostre parrocchie riuscissero a<br />
realizzare questa piccola opera insieme.<br />
c. Ripensando il proprio stile <strong>di</strong> vita e facendo della carità non un episo<strong>di</strong>o: purtroppo<br />
quando si parla <strong>di</strong> carità si pensa sempre all’elemosina; invece la carità è<br />
uno stile <strong>di</strong> vita da testimoniare sempre, in ogni situazione e in ogni ambiente (ad<br />
esempio con l’uso responsabile dei beni, il rispetto dell’ambiente, il commercio<br />
equosolidale, la finanza etica ecc.). Occorre dunque anche una riflessione sull’uso<br />
che facciamo del denaro.<br />
d. Formando il Volontariato: dobbiamo chiederci come possiamo aiutare il volontariato<br />
a <strong>di</strong>ventare sempre più un luogo bello <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> scelte. A questo proposito<br />
voglio comunicare che la Caritas <strong>di</strong>ocesana, su iniziativa della Caritas regionale,<br />
propone ai ragazzi e alle ragazze <strong>di</strong> età compresa tra i 18 e i 28 anni, il Servizio<br />
Civile in Caritas, che può essere un’esperienza educativa molto forte.<br />
e. Attivando un “Osservatorio delle Povertà e delle Risorse”: qualcuno cioè che si<br />
impegni a osservare il territorio (non solo i bisogni, ma anche le risorse) e a tenere<br />
desta l’attenzione <strong>di</strong> tutta la comunità; una voce “profetica” che richiami tutti a<br />
mettere i poveri al centro.<br />
121
f. Tenendo aperti gli occhi sul mondo: quest’anno è l’anno europeo <strong>di</strong> lotta contro<br />
la povertà. La Caritas italiana ha realizzato un sussi<strong>di</strong>o veramente bello per la<br />
campagna “Zero poverty” (già esaurito, ma presto <strong>di</strong> nuovo sul mercato). Lo abbiamo<br />
presentato a tutti i Dirigenti delle Scuole Superiori della provincia, insieme<br />
all’Ufficio Scolastico provinciale (perché si potrebbero proporre <strong>di</strong>versi progetti<br />
<strong>di</strong> educazione alla lotta contro la povertà alle scuole, agli educatori dei gruppi giovanili,<br />
agli adulti che vogliano riflettere su questo), utilizzando il materiale (una<br />
guida, un quaderno per i giovani, un CD).<br />
g. Mettendoci in rete, facendo comunione prima <strong>di</strong> tutto tra <strong>di</strong> noi: nascerà in <strong>di</strong>ocesi<br />
la “Consulta per le Opere socio-assistenziali”, un organismo in cui tutte queste<br />
realtà che abbiamo censito si possano incontrare, coor<strong>di</strong>nare, mettersi in rete, conoscersi<br />
<strong>di</strong> più.<br />
Questo vale anche a livello territoriale: una parrocchia, anche se è piccola, non può<br />
non mettersi in rete con le parrocchie della stessa Vicaria, con le istituzioni che<br />
sono su quel territorio, con i Servizi Sociali e le Associazioni. Dobbiamo metterci<br />
in rete anche con gli altri Enti del territorio, certamente conservando la nostra<br />
identità e specificità.<br />
Concludo ricordando che recentemente sulle pagine <strong>di</strong> Repubblica c’è stata una polemica<br />
abbastanza forte tra Eugenio Scalfari e Alessandro Baricco relativa alla “barbarie”<br />
verso cui oggi staremmo per <strong>di</strong>rigerci. È intervenuto anche Enzo Bianchi, <strong>di</strong> cui<br />
riporto una affermazione: “Non ci si rende conto che, ferendo la <strong>di</strong>gnità <strong>di</strong> una persona<br />
- povero, immigrato, debole o straniero che sia - si ferisce l’intera con<strong>di</strong>zione umana,<br />
così come specularmente il salvare una sola vita significa mettere in salvo l’intera<br />
umanità. È vero che i problemi complessi sollevati dalla globalizzazione non possono<br />
essere affrontati e risolti dai singoli e nemmeno da uno Stato da solo, ma quello <strong>di</strong><br />
cui c’è bisogno non è una semplice alleanza strategica, ma un soprassalto <strong>di</strong> consapevolezza<br />
del nostro esistere solo in rapporto con gli altri, perché la barbarie inizia<br />
quando alle persone manca il senso, l’orientamento, il significato delle loro esistenze.<br />
L’insignificanza della vita, del lavoro, dell’ esistenza non genera cammino, ma genera<br />
barbarie. Solo se ciascuno riscopre in sé e nel suo prossimo (un vicino cioè che non ci<br />
è dato <strong>di</strong> scegliere) la profonda natura <strong>di</strong> essere umano, solo se si intraprende un’autentica<br />
opera <strong>di</strong> umanizzazione dell’altro, solo se si aiuta l’essere umano ad essere<br />
tale, sarà possibile con<strong>di</strong>videre un futuro migliore. Il noi senza gli altri è totalmente<br />
depersonalizzato. L’umanizzazione non è possibile se non si rinuncia all’alternativa<br />
in<strong>di</strong>viduo-società attraverso il progetto <strong>di</strong> una “comunitas” in cui la responsabilità è<br />
innanzitutto la responsabilità verso l’altro. Responsabilità che nasce dal lato umano<br />
del credere nell’altro, nella terra, nel domani”. E io aggiungerei in Gesù Cristo.<br />
* Direttore della Caritas Diocesana<br />
122<br />
(Trascrizione non rivista dal relatore)
CONVEGNO DIOCESANO<br />
Se non ho la carità non sono nulla: educarsi ed educare alla carità<br />
SINTESI DEI LAVORI DI GRUPPO<br />
Capigruppo<br />
• Rita Baldarelli<br />
• Giampiero Bellucci<br />
• Pierpaolo Bellucci<br />
• Vanna Maria Bergamaschi<br />
• Fer<strong>di</strong>nando Ciani<br />
• Donatella Ciani<br />
• Matteo Donati<br />
• Giorgio Filippini<br />
• Miria Lazzari<br />
• Piccini On<strong>di</strong>na<br />
• Raimondo Ottavio<br />
• Tomasello Maria Rosa<br />
<strong>Pesaro</strong>, sabato 18 Settembre <strong>2010</strong><br />
Domande<br />
1. Riflettendo sulle relazioni ascoltate, risulta chiara la <strong>di</strong>fferenza tra carità, caritativa,<br />
Caritas? Esiste nella tua parrocchia la Caritas come organismo pastorale? C’è<br />
la coscienza <strong>di</strong> che cosa essa sia e <strong>di</strong> quale sia il suo compito?<br />
2. Carità, catechesi e liturgia sono tre aspetti della vita cristiana strettamente legati.<br />
C’è nella tua Parrocchia un momento <strong>di</strong> formazione comune specifico per questi<br />
operatori pastorali?<br />
3. Quali sono le realtà più problematiche esistenti nel territorio della tua parrocchia<br />
(tossico<strong>di</strong>pendenti, anziani soli, famiglie con persone gravemente malate o <strong>di</strong>sabili,<br />
poveri, immigrati, <strong>di</strong>soccupati, precari, senza casa, bambini bisognosi <strong>di</strong> essere<br />
seguiti nello stu<strong>di</strong>o…)?<br />
4. Sono presenti nella tua parrocchia realtà caritative? A quali situazioni <strong>di</strong> bisogno<br />
rispondono? In che modo: episo<strong>di</strong>co o continuativo?<br />
Sintesi degli interventi<br />
Dal confronto sviluppatosi nei gruppi <strong>di</strong> lavoro è emerso quanto segue.<br />
1. Grazie al contributo dei tre relatori si è notevolmente chiarita la <strong>di</strong>stinzione tra<br />
carità, caritativa e Caritas: c’è una consapevolezza abbastanza lucida, maturata<br />
soprattutto attraverso gli interventi <strong>di</strong> mons. Perego e don Marco Di Giorgio, <strong>di</strong><br />
quali siano la natura e i compiti <strong>di</strong> una Caritas.<br />
123
124<br />
La Caritas come organismo pastorale non esiste attualmente in nessuna parrocchia,<br />
ma è <strong>di</strong>ffusa la convinzione che essa sia necessaria e che un progetto per la<br />
sua istituzione debba costituire una delle priorità <strong>di</strong> una comunità parrocchiale. In<br />
questo senso sono state utili e significative le in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> mons. Vittorio Nozza<br />
(cfr. terza parte della relazione).<br />
2. Non esistono nelle parrocchie momenti formativi comuni per gli operatori pastorali,<br />
ma tutti avvertono l’esigenza <strong>di</strong> essere educati nell’unità delle <strong>di</strong>mensioni<br />
della fede e <strong>di</strong> creare sinergia tra le attività che vi si svolgono.<br />
È necessario che anche durante i Corsi <strong>di</strong> Catechesi in preparazione ai Sacramenti<br />
dell’Iniziazione cristiana e del Matrimonio, i bambini, i ragazzi e i giovani vengano<br />
sensibilizzati alla carità (con gesti educativi <strong>di</strong> servizio verso gli altri).<br />
Essendo, inoltre, l’Eucarestia con<strong>di</strong>visione e fondamento della carità, il momento<br />
della celebrazione eucaristica può rappresentare l’occasione migliore per comunicare<br />
le situazioni <strong>di</strong> bisogno materiale e spirituale e chiedere collaborazione alla<br />
comunità.<br />
Gli stessi Ministri dell’Eucarestia, dal momento che entrano personalmente nelle<br />
case, possono contribuire a far conoscere la realtà del territorio della parrocchia.<br />
3. In alcune parrocchie la situazione <strong>di</strong> maggior bisogno è quella degli anziani soli,<br />
che necessitano <strong>di</strong> compagnia e assistenza.<br />
Nelle altre sono presenti quasi tutte le realtà problematiche sopra elencate.<br />
In particolare si rileva: il <strong>di</strong>sagio delle famiglie, dovuto non solo a con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong><br />
povertà, ma anche all’incapacità <strong>di</strong> gestire i rapporti, gli affetti, la vita familiare; il<br />
<strong>di</strong>sagio dei giovani, portati spesso all’alcolismo, al sesso superficiale, alle droghe;<br />
la presenza <strong>di</strong> non udenti, per i quali inizierà nella nostra <strong>di</strong>ocesi un servizio specifico;<br />
la presenza <strong>di</strong> portatori <strong>di</strong> han<strong>di</strong>cap, riguardo ai quali si ritiene opportuno<br />
che la comunità parrocchiale prenda l’iniziativa <strong>di</strong> offrire un servizio prima che lo<br />
richiedano i familiari.<br />
Si sottolinea, comunque, che anche nell’offrire aiuto è necessario rispettare la libertà<br />
delle persone, che a volte sono <strong>di</strong>ffidenti nei confronti della chiesa e non lo<br />
accettano.<br />
4. Il servizio caritativo che in quasi tutte le parrocchie viene prestato in modo continuativo<br />
è la <strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> vestiti e alimenti alla famiglie più povere oppure la<br />
raccolta <strong>di</strong> denaro per le missioni.<br />
Le persone che operano spesso sono molto generose nell’ “esserci” <strong>di</strong> fronte ai<br />
problemi, ma trovano <strong>di</strong>fficoltà nell’educare gli altri ad esserci.<br />
Si avverte perciò l’esigenza <strong>di</strong> una Formazione degli Operatori, affinché riescano a lavorare<br />
con intelligenza (sulla base <strong>di</strong> un progetto che permetta <strong>di</strong> ascoltare le persone<br />
in <strong>di</strong>fficoltà e <strong>di</strong> seguirle anche dopo gli aiuti iniziali), a lavorare “in rete” (superando<br />
sovrapposizioni, invi<strong>di</strong>e, egoismi, compartimenti stagni) e a sensibilizzare gli enti civili<br />
preposti al sociale: non si deve dare per carità ciò che è dovuto per giustizia.
CONVEGNO DIOCESANO<br />
Se non ho la carità non sono nulla: educarsi ed educare alla carità<br />
<strong>Pesaro</strong>, sabato 18 Settembre <strong>2010</strong><br />
S.E. MONS. PIERO COCCIA-ARCIVESCOVO<br />
È con viva sod<strong>di</strong>sfazione che mi accingo a concludere il Convegno Diocesano che ha<br />
impegnato per due giorni la nostra comunità <strong>di</strong>ocesana nell’affrontare il tema dell’<br />
“Educarsi ed Educare alla carità”.<br />
Ringrazio sentitamente tutti coloro che hanno lavorato per dare alla comunità <strong>di</strong>ocesana<br />
questa grande opportunità del Convegno con il quale si dà inizio al nuovo anno<br />
pastorale, in<strong>di</strong>cando alla nostra chiesa locale obiettivi e relativi percorsi. Si è reso un<br />
servizio prezioso. Ringrazio poi tutti voi partecipanti che in gran parte siete operatori<br />
pastorali della nostra <strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> e che esercitate varie forme <strong>di</strong> ministerialità.<br />
Vi ringrazio per la presenza numericamente sorprendente e per il contributo <strong>di</strong> idee<br />
e <strong>di</strong> esperienze che avete dato, non da spettatori ma da artefici della vita delle nostre<br />
comunità.<br />
La vostra partecipazione corresponsabile del resto vi sta coinvolgendo nel cammino<br />
della chiesa <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong>, chiamata ad attuare le in<strong>di</strong>cazioni espresse nel documento del<br />
Piano decennale della CEI “Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”. Nei<br />
cammini in<strong>di</strong>catici dalla chiesa italiana, in questi sei anni <strong>di</strong> ministero episcopale, mi<br />
sono sforzato <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare la vita della nostra Chiesa.<br />
Ancora una volta amo ripercorrerli, poiché essi costituiscono terreni solo in parte<br />
percorsi e che reclamano ulteriore impegno da parte <strong>di</strong> tutti per essere ulteriormente<br />
sviluppati.<br />
Ampio spazio abbiamo dato alla riflessione sui sacramenti dell’Iniziazione<br />
Cristiana con particolare riferimento al tessuto ecclesiale e sociale del nostro<br />
territorio.<br />
Notevole attenzione abbiamo de<strong>di</strong>cato alla vocazione e alla ministerialità nella<br />
nostra chiesa, con la duplice esigenza emersa <strong>di</strong> curare l’istituzione e la formazione<br />
<strong>di</strong> nuove figure ministeriali.<br />
Forte impulso è stato dato al laicato coinvolgendolo in cammini formativi soli<strong>di</strong><br />
(su cui abbiamo fatto preciso investimento <strong>di</strong> risorse ed anche <strong>di</strong> strutture<br />
in particolar modo con l’ISSR che si sta rivelando sempre più uno strumento<br />
prezioso ed apprezzato).<br />
Ancora, la duplice <strong>di</strong>mensione costitutiva della chiesa chiamata alla comunione<br />
teologale ed ecclesiale e alla missione, ci ha coinvolti in cammino <strong>di</strong> rafforzamento<br />
della comunione tra Vescovo, presbiteri e laici e perché no, anche<br />
<strong>di</strong> ripensamento critico verso forme <strong>di</strong> autonomia e <strong>di</strong> autoreferenzialità delle<br />
nostre parrocchie. A questo riguardo la Visita Pastorale, preparata ed attuata<br />
in forma capillare ed intrapresa quasi due anni fa in tutte le parrocchie, si sta<br />
rivelando una felice esperienza non solo <strong>di</strong> conoscenza ma <strong>di</strong> crescita <strong>di</strong> una<br />
chiesa guidata dal suo Pastore e chiamata a forme <strong>di</strong> comunione sempre più<br />
intense e convinte come anche a forme <strong>di</strong> missione sempre più coraggiose,<br />
nelle relazioni della quoti<strong>di</strong>anità e nei vari ambiti delle attività umane.<br />
125
Da ultimo lo scorso anno, in forma profetica, ci siamo avviati in una riflessione<br />
che ci ha responsabilizzati sulla questione educativa in riferimento alla<br />
trasmissione della fede. Impegno questo primario del soggetto chiesa, in tutte<br />
le sue articolazioni e che esige una presa <strong>di</strong> coscienza sempre più forte, unitamente<br />
a scelte pastorali mirate per dare risposta a tante sfide ine<strong>di</strong>te che ci<br />
occupano e ci preoccupano. Sfide che ci coinvolgono anche nell’ambito ampio<br />
della politica e su cui ho ritenuto opportuno un mio intervento in occasione<br />
della solennità <strong>di</strong> S. Terenzio per chiarire il rapporto tra la chiesa, l’educare e<br />
l’agire politico.<br />
Questi cammini intrapresi dalla nostra chiesa locale non possono certamente considerarsi<br />
conclusi. Essi ci hanno consentito <strong>di</strong> maturare, ma chiedono in forma perentoria<br />
<strong>di</strong> essere continuati, sviluppati e raccordati dentro le due gran<strong>di</strong> coor<strong>di</strong>nate della “continuità”<br />
e della “ulteriorità”.<br />
Il Convegno che questa sera si conclude ha costituito, grazie alla vostra partecipazione<br />
e al vostro contributo, un “luogo ecclesiale” dove abbiamo fatto l’esperienza della<br />
preghiera, della riflessione e della con<strong>di</strong>visione delle linee guida per l’anno che ci<br />
attende.<br />
È un dato <strong>di</strong> fatto che il Convegno si è posto come forte esperienza <strong>di</strong> comunione<br />
tra tutte le articolazioni della chiesa locale; come fecondo approccio con orizzonti<br />
inesplorati; come introduzione ad esperienze ecclesiali fattibili; come recezione <strong>di</strong><br />
stimoli pastorali nuovi per affrontare le attuali sfide che attendono anche la nostra<br />
chiesa locale.<br />
Ma soprattutto il Convegno ci ha anche responsabilizzato sul futuro prossimo del<br />
cammino della nostra chiesa, elaborando alcune in<strong>di</strong>cazioni che in particolare modo<br />
chiedono a tutte le parrocchie <strong>di</strong> essere attuate con precise scelte: istituire le caritas<br />
parrocchiali; formare gli operatori delle caritas attraverso gli strumenti ed i percorsi<br />
messi a <strong>di</strong>sposizione dalla Diocesi; creare Centri <strong>di</strong> Ascolto vicariali; sviluppare una<br />
rete <strong>di</strong> collegamento tra tutte le attività caritative esistenti in Diocesi.<br />
Consegno a voi sacerdoti, (specie parroci), a voi <strong>di</strong>aconi, a voi religiose e religiosi, a<br />
voi ministri e operatori pastorali, a voi educatori e a tutta la nostra chiesa l’attuazione<br />
<strong>di</strong> queste in<strong>di</strong>cazioni, perché le nostre comunità possano vivere il mistero del Cristo<br />
nella sua interezza che include l’annuncio, la celebrazione e la testimonianza.<br />
Se è vero che il Convegno ci ha favorito nel focalizzare le priorità della nostra comunità<br />
impegnata nella testimonianza della carità, è altrettanto vero che questo evento ci<br />
ha richiamato a quelle che sono le con<strong>di</strong>zioni imprescin<strong>di</strong>bili perché la Chiesa possa<br />
sempre più riscoprirsi come comunità che si Educa e che educa alla carità.<br />
La prima con<strong>di</strong>zione che ci è chiesta è quella <strong>di</strong> fare una forte esperienza del Cristo.<br />
Se non lo incontriamo, se non ci lasciamo abitare da Lui, se non entriamo in una relazione<br />
continua con Lui, attraverso la Parola, l’Eucaristia, la comunità della chiesa,<br />
luogo dove le tracce del Signore nella storia sono evidenti, ogni nostro sforzo finisce<br />
per essere vano.<br />
Se non incontriamo in forma piena e densa il Signore non è possibile vivere la carità,<br />
poiché la vera carità è Lui, è Lui l’amore del Padre, è Lui l’amore incarnato che ci<br />
convoca e che fa appello alla nostra libertà.<br />
Se non incontriamo il Signore siamo bronzi che risuonano, cembali che tintinnano.<br />
126
E va sottolineato che l’In-contro comporta (come <strong>di</strong>ce la composizione del termine)<br />
il fare l’esperienza <strong>di</strong> comunità (In) e il fare esperienza dell’In<strong>di</strong>cibile (contra) che si<br />
<strong>di</strong>svela, si comunica e si dona a ciascuno <strong>di</strong> noi. Questa è la prima ed in<strong>di</strong>spensabile<br />
con<strong>di</strong>zione per educarsi ed educare alla carità.<br />
Ma veniamo anche alla seconda con<strong>di</strong>zione<br />
L’incontro con il Signore esige il <strong>di</strong>morare presso <strong>di</strong> lui, reclama un seguito, una permanente<br />
stabilità, una intensa continuità con il Signore. Il rimanere nel Signore ci<br />
abilita all’amore verso i fratelli, perché solo nel Signore troviamo le ragioni ultime<br />
e la passione forte per farci prossimo verso tutti. È questa presenza che abitandoci,<br />
attraverso l’azione dello Spirito Santo, ci con-voca a riconoscere la povertà nella sua<br />
triplicità <strong>di</strong> povertà materiale, relazionale, spirituale e nel contempo ci pro-voca a<br />
muoverci, a scendere in campo, a giocarci con la nostra persona.<br />
Cari collaboratori siamo chiamati dalla chiesa, dalla nostra chiesa locale e dal suo<br />
Pastore ad educare alla carità, cioè a Cristo, attraverso la catechesi, la liturgia e la<br />
testimonianza, ministeri questi che svolgiamo nella nostra chiesa ma che ci chiedono<br />
<strong>di</strong> essere vissuti in prima persona.<br />
L’esercizio autentico <strong>di</strong> questa variegata ministerialità non è possibile se non incontriamo<br />
il Signore Gesù e se non <strong>di</strong>moriamo presso <strong>di</strong> Lui attraverso<br />
la carità della Parola, la carità dell’Eucaristia, la carità della testimonianza. Questo<br />
movimento bipolare non va mai <strong>di</strong>menticato e chiede <strong>di</strong> essere vissuto.<br />
Nella Visita Pastorale che mi ha portato e mi sta portando in tutte le 54 parrocchie<br />
della nostra <strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong>, ho incontrato moltissimi <strong>di</strong> voi. Volti a me noti, a me cari, a<br />
me anche abbastanza identificabili, e ho ricevuto il conforto della vostra testimonianza<br />
<strong>di</strong> fede, della vostra generosa collaborazione, della vostra <strong>di</strong>sponibilità a seguire le<br />
in<strong>di</strong>cazioni dell’Arcivescovo. Di tutto ciò ringrazio continuamente il Signore. Ma da<br />
tutto ciò traggo anche ulteriore entusiasmo per il mio ministero <strong>di</strong> Vescovo, un ministero<br />
per la gente, con la gente e tra la gente <strong>di</strong> questa amata chiesa <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong>, ricca <strong>di</strong><br />
doni e <strong>di</strong> possibilità desiderosa come il corpo <strong>di</strong> Cristo <strong>di</strong> crescere fino alla pienezza<br />
della sua maturità.<br />
A tutti voi e a ciascuno <strong>di</strong> voi assicuro il mio ricordo nella preghiera. La Beata Vergine<br />
delle Grazie e S. Terenzio ci accompagnino nel nostro cammino <strong>di</strong> chiesa in Cristo.<br />
127
<strong>Pesaro</strong> 21 settembre <strong>2010</strong><br />
L’Introduzione dell’Arcivescovo<br />
128<br />
COMUNICATO STAMPA<br />
“Un Convegno il cui tema si pone come ulteriore approfon<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> percorsi già<br />
precedentemente intrapresi”.<br />
Nell’introdurre i lavori, S.E. Mons. Piero Coccia ha sottolineato con particolare chiarezza<br />
la continuità e organicità del cammino della Chiesa <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong> durante i sei<br />
anni del suo ministero episcopale. “All’interno infatti della costante preoccupazione<br />
<strong>di</strong> mettere sempre più in sintonia il cammino della Chiesa locale con le in<strong>di</strong>cazioni<br />
della Chiesa Italiana”, ha ricordato l’Arcivescovo, “abbiamo orientato la <strong>di</strong>ocesi <strong>di</strong><br />
anno in anno su precisi obiettivi con tematici Convegni <strong>di</strong>ocesani.<br />
Nel 2005-2006 si è riflettuto sui sacramenti dell’Iniziazione Cristiana, ponendo particolare<br />
attenzione ai cristiani adulti, detti della “soglia”, per curare con più incisività<br />
il cammino <strong>di</strong> preparazione a questi sacramenti..<br />
Nel 2006 – 2007, profilandosi l’esigenza <strong>di</strong> nuove figure ministeriali, è stato scelto<br />
il tema della ministerialità della chiesa, strutturata in ministeri or<strong>di</strong>nati (Episcopato,<br />
Sacerdozio, Diaconato), istituiti (Accolitato e Lettorato) e <strong>di</strong> fatto...<br />
Nel 2007 – 2008 si è iniziata una profonda riflessione sul ruolo del laicato, così come<br />
il Convegno Ecclesiale <strong>di</strong> Verona chiedeva, operando precise scelte pastorali corredate<br />
da un forte investimento <strong>di</strong> risorse da parte della nostra Diocesi (ISSR, Corsi<br />
Annuali per Operatori Pastorali, Incontri – Dialoghi con la Città, ecc)…<br />
Nel 2008 – 2009, in preparazione alla Visita Pastorale, si è voluto riscoprire la duplice<br />
<strong>di</strong>mensione costitutiva della chiesa (comunione e missione)… A questo riguardo<br />
nelle singole comunità si è fatto un lavoro proficuo e capillare <strong>di</strong> sensibilizzazione e<br />
<strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento, la cui traccia stiamo registrando nello svolgimento della Visita<br />
Pastorale alle parrocchie<br />
Nel 2009 – <strong>2010</strong>, precedendo i tempi, la nostra chiesa locale si è messa in ascolto del<br />
Signore per riscoprire la sua missione Educativa alla fede attraverso luoghi ed esperienze,<br />
in particolare nel cammino <strong>di</strong> preparazione ai tre sacramenti dell’Iniziazione<br />
Cristiana e nell’ambito dell’ “oratorio”.<br />
Sempre nell’introduzione, l’Arcivescovo ha spiegato i motivi per cui la chiesa <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong><br />
si è concentrata, per il nuovo anno pastorale, su quella che ritiene essere una delle<br />
sue priorità: “Educarsi ed Educare alla carità”.<br />
“Innanzitutto l’esigenza <strong>di</strong> recuperare il nesso vitale tra fede celebrata e fede vissuta,<br />
con un’attenzione fattiva verso le vecchie e nuove povertà, che primariamente<br />
sono quelle antropologiche, sia spirituali che etiche. Inoltre l’evento del Congresso<br />
Eucaristico Nazionale che sarà celebrato in Ancona dal 3 all’11 settembre 2011:<br />
l’Eucaristia, pane “donato” e vino “versato”, ci interpella all’amore, al dono e alla<br />
solidarietà verso <strong>di</strong> tutti, specie i più bisognosi. Da ultimo la Visita Pastorale che mi<br />
sollecita, come pastore, a dare precise in<strong>di</strong>cazioni perché la nostra chiesa cresca fino<br />
alla pienezza della maturità <strong>di</strong> Cristo: una <strong>di</strong> queste è l’ istituzione, in tutte le parrocchie,<br />
dell’organismo pastorale della “Caritas” e, nelle singole vicarie, dei “Centri <strong>di</strong><br />
Ascolto”, con la propria identità e funzione”.
Le conclusioni dell’Arcivescovo<br />
Mons. Coccia, nell’esprimere una prima valutazione dei lavori appena conclusi, (valutazione<br />
che si è riservato <strong>di</strong> rielaborare ulteriormente in vista dei prossimi “Atti”) ha<br />
definito innanzitutto il Convegno “una bella esperienza <strong>di</strong> comunione, che ha portato<br />
una chiarificazione necessaria sul tema, aprendo orizzonti nuovi e dando un’iniezione<br />
<strong>di</strong> fiducia sulla fattibilità dell’obiettivo <strong>di</strong> creare le Caritas parrocchiali”.<br />
Ha poi puntualizzato i contributi più significativi pervenuti dai tre relatori.<br />
L’intervento <strong>di</strong> Mons. Nozza, venerdì sera, ha chiarito che la testimonianza della carità<br />
non può essere scissa dall’annuncio della Parola e dalla celebrazione dell’Eucarestia.<br />
Per evitare il rischio <strong>di</strong> interpretazioni sociologiche e politiche che ridurrebbero<br />
la carità a “insieme <strong>di</strong> servizi da erogare”, occorre recuperare la coscienza che Gesù<br />
Cristo è il fondamento della carità, perché è la risposta vera ai bisogni dell’uomo. Non<br />
bisogna <strong>di</strong>menticare infatti – ha detto mons. Coccia - che, se la povertà ha molte sfaccettature<br />
in<strong>di</strong>viduabili storicamente (povertà materiale, relazionale, vuoto <strong>di</strong> senso),<br />
essa al fondo si identifica con la con<strong>di</strong>zione stessa dell’uomo in quanto tale: l’uomo è<br />
per sua natura “povero”, perché segnato dal limite e dal peccato e quin<strong>di</strong> “bisognoso”<br />
<strong>di</strong> una salvezza che solo Cristo può donargli. “Dimorare” in Cristo - e quin<strong>di</strong> nella<br />
Chiesa - è perciò la strada maestra per “educarsi ed educare alla carità”.<br />
Don Perego, <strong>di</strong>rettore della Fondazione “Migrantes”, dopo aver premesso, con riferimento<br />
all’enciclica “Caritas in veritate”, che nella comunità cristiana “tutti siamo<br />
responsabili <strong>di</strong> tutti in or<strong>di</strong>ne all’animazione alla carità” (sacerdoti, <strong>di</strong>aconi, consacrati,<br />
laici) ha raccontato esperienze precise e in<strong>di</strong>cato prospettive nuove, invitando<br />
le parrocchie a un cambiamento <strong>di</strong> rotta in relazione al protagonismo dei poveri, al<br />
coinvolgimento dei giovani, al lavoro <strong>di</strong> tutela dei <strong>di</strong>ritti nei “Centri <strong>di</strong> ascolto” e nei<br />
servizi.<br />
Don Marco Di Giorgio, <strong>di</strong>rettore della Caritas <strong>di</strong>ocesana, ha dapprima ricordato, attraverso<br />
dei flash su persone e opere, che la storia della nostra chiesa locale è sempre<br />
stata caratterizzata da un forte impegno nel settore caritativo; successivamente ha illustrato<br />
per punti (chi siamo, cosa abbiamo nel cuore, come ci educhiamo) la situazione<br />
attuale sul piano sia delle “povertà” che delle “risorse” (cfr. il “report <strong>2010</strong>” pubblicato<br />
in occasione del Convegno e rintracciabile presso la Curia o il Centro <strong>di</strong> Ascolto).<br />
A conclusione del Convegno, l’Arcivescovo ha in<strong>di</strong>cato la strada che la nostra comunità<br />
ecclesiale deve imboccare tempestivamente nel settore della carità: istituire,<br />
dove è possibile, le Caritas parrocchiali; creare altri Centri <strong>di</strong> Ascolto per alleviare<br />
il lavoro veramente imponente, quasi al collasso, dell’unico Centro <strong>di</strong>ocesano oggi<br />
esistente; formare nuovi Operatori pastorali e istituire rapporti <strong>di</strong> “rete” (in linguaggio<br />
ecclesiale <strong>di</strong> “comunione”) tra le parrocchie; attivare un nuovo rapporto con le Istituzioni<br />
civili.<br />
Proprio su questo rapporto mons. Coccia si è soffermato, precisando che il compito<br />
delle Caritas – così come dei Centri <strong>di</strong> ascolto – non è soltanto quello <strong>di</strong> “esserci” sul<br />
piano della carità, ma anche quello <strong>di</strong> sensibilizzare gli altri (soprattutto le istituzioni)<br />
ad esserci. Certo, in mancanza <strong>di</strong> alternativa, la Caritas dovrà svolgere funzioni <strong>di</strong><br />
supplenza e assumersi tutto il carico dei bisogni, ma è quanto mai urgente sollecitare<br />
le istituzioni affinché esercitino responsabilmente quel ruolo <strong>di</strong> “sussi<strong>di</strong>arietà” che ad<br />
esse compete.<br />
129
L’Arcivescovo ha infine ringraziato i numerosi partecipanti al Convegno per l’attenzione<br />
con cui hanno seguito le relazioni e per l’impegno con cui si sono confrontati<br />
nei lavori <strong>di</strong> gruppo. Un resoconto sintetico <strong>di</strong> tali lavori verrà pubblicato quanto<br />
prima negli Atti.<br />
130<br />
Paola Campanini
AGENDA DELL’ARCIVESCOVO<br />
SETTEMBRE <strong>2010</strong><br />
Mercoledì 1 • In mattinata riceve per U<strong>di</strong>enze<br />
• Nel pomeriggio incontra alcuni collaboratori<br />
• In serata è in visita ad alcuni sacerdoti<br />
Giovedì 2 • In mattinata presiede un gruppo <strong>di</strong> lavoro della Pastorale<br />
Diocesana<br />
• Nella tarda mattinata riceve per U<strong>di</strong>enze<br />
• Nel primo pomeriggio presiede un incontro con un gruppo<br />
<strong>di</strong> Seminaristi provenienti da varie <strong>di</strong>ocesi italiane e ad un<br />
Seminario <strong>di</strong> lavoro sulla Pastorale Scolastica. Successivamente<br />
celebra in Cattedrale la S. Messa per loro<br />
Venerdì 3 • In mattinata presiede un incontro <strong>di</strong> lavoro con i Responsabili<br />
Diocesani degli Uffici Economato e Tecnico-Amministrativo<br />
• Nel pomeriggio è in visita ad alcuni sacerdoti<br />
Sabato 4 • È a Roma per motivi <strong>di</strong> Ufficio<br />
Domenica 5 • A Carpineto Romano concelebra l’Eucaristia presieduta dal<br />
Papa in occasione del bicentenario della nascita <strong>di</strong> Leone XIII<br />
• Successivamente è ricevuto dal Santo Padre<br />
Lunedì 6 • È a Roma per motivi <strong>di</strong> Ufficio<br />
Martedì 7 • In mattinata riceve per U<strong>di</strong>enze<br />
• Nel pomeriggio è ad Ancona per i lavori della Commissione<br />
della CEM per il Seminario regionale<br />
Mercoledì 8 • È fuori sede per motivi <strong>di</strong> Ministero<br />
Giovedì 9 • In mattinata riceve alcuni collaboratori<br />
• Nel pomeriggio incontra i cresiman<strong>di</strong> delle Parrocchie <strong>di</strong><br />
Sant’Agostino e <strong>di</strong> Santa Croce<br />
Venerdì 10 • In mattinata incontra i cresiman<strong>di</strong> della Parrocchia <strong>di</strong> Santa<br />
Maria <strong>di</strong> Loreto<br />
• Nel pomeriggio incontra i Seminaristi Diocesani<br />
Sabato 11 • A San Benedetto del Tronto tiene una relazione sull’ “Educare<br />
e la Chiesa” ai genitori degli alunni della Scuola “Maria<br />
Immacolata”<br />
Domenica 12 • Nella Parrocchia <strong>di</strong> Santo Stefano in Candelara celebra<br />
l’Eucaristia dando inizio alla Visita Pastorale<br />
(Programma dettagliato sul sito www.arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it)<br />
Lunedì 13 • In mattinata saluta i partecipanti al Convegno Diocesano degli<br />
IdR<br />
• Nel pomeriggio è in Visita Pastorale alla Parrocchia <strong>di</strong> Santo<br />
Stefano in Candelara e Santa Maria dell’Arzilla<br />
Martedì 14 • È in Visita Pastorale alla Parrocchia <strong>di</strong> Santo Stefano in<br />
Candelara e Santa Maria dell’Arzilla<br />
131
Mercoledì 15 • È a Roma per motivi <strong>di</strong> Ufficio<br />
Giovedì 16 • È in Visita Pastorale alla Parrocchia <strong>di</strong> Santo Stefano in<br />
Candelara e Santa Maria dell’Arzilla<br />
Venerdì 17 • È in Visita Pastorale alla Parrocchia <strong>di</strong> Santo Stefano in<br />
Candelara e Santa Maria dell’Arzilla<br />
• In serata presiede il Convegno Diocesano <strong>di</strong> inizio Anno<br />
Pastorale “Educarsi ed educare alla Chiesa”<br />
Sabato 18 • In mattinata presiede i lavori del Convegno Diocesano<br />
• Nel pomeriggio conclude i lavori del Convegno Diocesano<br />
• Nel tardo pomeriggio celebra l’Eucaristia a Santa Maria<br />
dell’Arzilla a conclusione della Visita Pastorale e conferisce il<br />
Ministero dell’Accolitato al Sig. Emi<strong>di</strong>o Pietrelli<br />
Domenica 19 • In mattinata celebra l’Eucaristia e conferisce il sacramento<br />
della Confermazione nella Parrocchia <strong>di</strong> San Michele<br />
Arcangelo in Montegau<strong>di</strong>o<br />
• Nel pomeriggio celebra l’Eucaristia nella Parrocchia <strong>di</strong><br />
San Luigi<br />
Lunedì 20 • In mattinata riceve per U<strong>di</strong>enze<br />
• In serata presiede in Cattedrale la liturgia del “Mandato” agli<br />
Operatori Pastorali dell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong><br />
Martedì 21 • In mattinata riceve per U<strong>di</strong>enze<br />
• Nel pomeriggio presiede a Loreto Marche un incontro<br />
regionale per i Direttori Diocesani <strong>di</strong> IrC<br />
Mercoledì 22 • È a Roma per motivi <strong>di</strong> Ufficio<br />
Giovedì 23 • In mattinata presiede una riunione con i collaboratori<br />
• Nel pomeriggio visita alcuni sacerdoti malati e anziani<br />
Venerdì 24 • Nel pomeriggio presiede la Processione e la celebrazione<br />
dell’Eucaristia in occasione della festività <strong>di</strong> San Terenzio<br />
Vescovo e martire, Patrono dell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong><br />
Sabato 25 • In mattinata incontra i partecipanti al Meeting Diocesano degli<br />
Educatori<br />
• Nel tardo pomeriggio è in visita in alcune parrocchie<br />
Domenica 26 • In mattinata celebra l’Eucaristia e conferisce il sacramento<br />
della Confermazione nella Parrocchia <strong>di</strong> Santa Croce ed in<br />
quella <strong>di</strong> San Michele Arcangelo in Novilara dando inizio alla<br />
Visita Pastorale<br />
(programma dettagliato sul sito www.arci<strong>di</strong>ocesipesaro.it)<br />
Lunedì 27 • È in Visita Pastorale alla Parrocchia <strong>di</strong> San Michele Arcangelo<br />
in Novilara<br />
Martedì 28 • È in Visita Pastorale alla Parrocchia <strong>di</strong> San Michele Arcangelo<br />
in Novilara<br />
Mercoledì 29 • È in Visita Pastorale alla Parrocchia <strong>di</strong> San Michele Arcangelo<br />
in Novilara<br />
Giovedì 30 • È in Visita Pastorale alla Parrocchia <strong>di</strong> San Michele Arcangelo<br />
in Novilara<br />
132
NELLA CASA DEL PADRE<br />
Mons. ANTONIO BERTUCCIOLI, Cappellano <strong>di</strong> S. Santità,<br />
Sacerdote Diocesano<br />
Mons. Antonio Bertuccioli, nato a <strong>Pesaro</strong> il 16 <strong>di</strong>cembre 1919, appena or<strong>di</strong>nato Sacerdote<br />
il 29 giugno 1942 nella Chiesa Cattedrale <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong> da S. E. Mons. Bonaventura<br />
Porta, riceve l’incarico <strong>di</strong> Insegnante in Seminario, <strong>di</strong> Assistente G.I.A.C. e <strong>di</strong> Vicario<br />
Cooperatore in Cattedrale. Nell’anno scolastico 1945-46 è Vice Rettore al Seminario<br />
Regionale <strong>di</strong> Fano, quin<strong>di</strong> dal 1946 al 1949 <strong>di</strong> nuovo continua l’incarico <strong>di</strong> Vicario<br />
Cooperatore in Cattedrale. In questi anni costruisce una cabina cinematografica e fonda<br />
il cinema “S. Terenzio”, esercitando lui stesso la funzione <strong>di</strong> operatore; dà nuova<br />
vitalità alla Gioventù Cattolica (G.I.A.C.) e all’associazione scoutistica, che avevano<br />
interrotto la loro attività nel periodo bellico (1943-46). Dal 1945, è anche insegnante<br />
<strong>di</strong> Religione presso la Scuola Me<strong>di</strong>a “Lucio Accio” <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong>, mansione che svolge<br />
per quasi quarant’anni. L’8.12.1949 prende possesso della Parrocchia S. Cuore<br />
<strong>di</strong> Soria in <strong>Pesaro</strong> dove, oltre al ministero <strong>di</strong> Parroco, si <strong>di</strong>stingue come infermiere<br />
per l’assistenza privata ai malati, per il sostegno materiale e spirituale alle famiglie<br />
degenti e, in estate, si impegna anche come istruttore <strong>di</strong> nuoto ai ragazzi. Dopo 29<br />
anni <strong>di</strong> parroco in Soria, in data 1º.10.1978, è trasferito alla Parrocchia <strong>di</strong> S. Giacomo<br />
Apostolo in <strong>Pesaro</strong> ove resta per circa 30 anni, poiché, dopo la soppressione <strong>di</strong> questa<br />
e l’accorpamento a quella <strong>di</strong> S. Lucia, con decreto vescovile del 15.12.1987, è nominato<br />
Parroco in solido della Parrocchia dei Santi Giacomo e Lucia. In data 7 aprile<br />
1996, Pasqua <strong>di</strong> Risurrezione, rassegna le <strong>di</strong>missioni dall’Ufficio <strong>di</strong> Parroco in solido<br />
per aver superato i 75 anni, ma solo il 1º agosto 2003 ne è sollevato dall’Ufficio ed<br />
è nominato Rettore della Chiesa <strong>di</strong> S. Giacomo Apostolo e Cappellano della Chiesa<br />
della Maternità in <strong>Pesaro</strong>. Con tali compiti resta collaboratore della Unità Pastorale<br />
del Centro Storico. Nel 2007 si ritira alla Casa del Clero da dove, il 17 agosto <strong>2010</strong>,<br />
alle ore 15.30, il Signore lo chiama nella sua Casa celeste.<br />
L’Arcivescovo nell’omelia delle esequie ne pone in risalto la fede certa, il <strong>di</strong>namismo<br />
concreto, la generosità apostolica e la vigilanza obbe<strong>di</strong>ente, oltre al suo modo <strong>di</strong><br />
pregare intenso e convinto, al suo animo tenero, alla sua filiale fraterna devozione ai<br />
Superiori e al suo amore verso i confratelli.<br />
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INDICE<br />
Do c u m e n t i D e l Sa n t o Pa D r e Be n e D e t t o XVi<br />
• Discorso ai Vescovi <strong>di</strong> Inghilterra, Galles e Scozia ............................................... 3<br />
• Omelia nella solennità dei Santi Pietro e Paolo .................................................... 6<br />
• Messaggio per la XXVI Giornata Mon<strong>di</strong>ale della Gioventù 2011 ........................ 9<br />
Do c u m e n t i D e l l a Se g r e t e r i a D i Stat o<br />
• Lettera a S.E. Rev.ma Mons. Piero Coccia, Arcivescovo <strong>di</strong> <strong>Pesaro</strong> .................... 15<br />
Do c u m e n t i D e l l a co n f e r e n z a eP i S c o Pa l e ita l i a na<br />
• Messaggio per la V Giornata per la salvaguar<strong>di</strong>a del creato ............................... 16<br />
• Comunicato finale del Consiglio Episcopale Permanente .................................. 19<br />
Do c u m e n t i D e l l a co n f e r e n z a eP i S c o Pa l e ma r c h i g i a na<br />
• Assemblea dei Vescovi : 07 settembre <strong>2010</strong> ........................................................ 25<br />
at t i D i S.e. mo n S. Pi e r o co c c i a<br />
• OM E L I E<br />
Omelia in occasione della Messa del Turista ................................................. 27<br />
Omelia in occasione della solennità dell’Assunta ......................................... 29<br />
Omelia in occasione delle esequie <strong>di</strong> Mons. Antonio Bertuccioli ................. 32<br />
Omelia in occasione del “Mandato” agli Operatori Pastorali ........................ 34<br />
• ME S S AG G I E LE t t E R E<br />
Saluto a S.E. Card. Sergio Sebastiani ............................................................ 36<br />
Introduzione all’Agenda <strong>di</strong> programmazione pastorale <strong>2010</strong>-2011 .............. 38<br />
Messaggio per l’inizio dell’anno scolastico <strong>2010</strong>-2011 ................................ 43<br />
Messaggio per la Festa del “Voto” <strong>2010</strong> ........................................................ 45<br />
Messaggio alla città e all’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong> – San Terenzio ................................... 46<br />
Saluto a S.E. Card. Sergio Sebastiani ............................................................ 49<br />
• DE C R E t I E NO M I N E<br />
Elenco ............................................................................................................ 51<br />
co m u n i c a z i o n i D e l Vi c a r i o ge n e r a l e<br />
• Ai Sacerdoti, Religiosi, Religiose e Diaconi: incontri e comunicazioni ............. 52<br />
ca n c e l l e r i a ar c i V e S c oV i l e<br />
• Conferimento Ministero Istituito ......................................................................... 56
at t i V i t à D e g l i or g a n i S m i Di o c e S a n i<br />
• CO N S I G L I O DI O C E S A N O Af fA R I EC O N O M I C I<br />
Consiglio Diocesano Affari economici: Verbale del 05.07.<strong>2010</strong> ................... 58<br />
at t i V i tà D e g l i uf f i c i Pa S t o r a l i<br />
• UffICIO CO M U N I C A z I O N I SO C I A L I, CU Lt U R A E StA M pA<br />
Coro omosessuale “Komos” .......................................................................... 62<br />
Festa della Polizia penitenziaria ..................................................................... 63<br />
La festa del Porto ........................................................................................... 64<br />
Coro omosessuale “Komos” .......................................................................... 66<br />
Incontro con gruppo <strong>di</strong> seminaristi ................................................................ 68<br />
Festa del Patrono - San Terenzio .................................................................... 69<br />
• UffICIO pA S tO R A L E SC O L A S t I C A<br />
Incontro Regionale Direttori Uffici Scuola ................................................... 70<br />
Seminario <strong>di</strong> formazione per Docenti <strong>di</strong> Religione cattolica ........................ 72<br />
Inizio anno scolastico <strong>2010</strong> – 2011 ............................................................... 73<br />
Docenti <strong>di</strong> Religione cattolica ....................................................................... 74<br />
Giovani oggi: quale futuro? ........................................................................... 77<br />
• UffICIO pA S tO R A L E CAt E C H I S t I C A<br />
Convocazione commissione UDC ................................................................. 79<br />
Percorso <strong>di</strong> formazione: “In cammino verso la Cresima” ............................. 80<br />
Convocazione Comitato Diocesano per Convegno Diocesano ...................... 81<br />
• UffICIO pA S tO R A L E fA M I G L I A R E<br />
Incontri Diocesani <strong>2010</strong> – 2011 ..................................................................... 82<br />
• AR C H I v I O StO R I C O DI O C E S A N O<br />
Ancora tesori da scoprire ............................................................................... 84<br />
iS t i t u to Su P e r i o r e Sc i e n z e re l i g i o S e “gi oVa n n i Pa o l o ii”<br />
• Inizio Anno Accademico <strong>2010</strong> -2011 .................................................................. 86<br />
• Piano <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> triennale ........................................................................................ 87<br />
• Corso <strong>di</strong> formazione per Operatori Pastorali....................................................... 90<br />
ViSita Pa S t o r a l e<br />
• Il calendario (Ottobre - Dicembre <strong>2010</strong>) ............................................................. 91<br />
• Parrocchia Santo Stefano <strong>di</strong> Candelara<br />
Una comunità tutta ministeriale ..................................................................... 92<br />
Verso il <strong>di</strong>aconato permanente ....................................................................... 93<br />
Il Parroco <strong>di</strong>ce ................................................................................................ 94<br />
• Parrocchia San Michele Arcangelo in Novilara<br />
Novilara attorno al suo Pastore ...................................................................... 95<br />
La testimonianza ............................................................................................ 95<br />
Il Parroco <strong>di</strong>ce ................................................................................................ 96<br />
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co n V e g n o Di o c e S a n o<br />
“Se n o n h o l a ca r i t à no n So n o nu l l a”<br />
• Presentazione del Convegno Diocesano .............................................................. 97<br />
• Invito dell’Arcivescovo al Convegno Diocesano ................................................ 99<br />
• Introduzione <strong>di</strong> S.E. Mons. Piero Coccia .......................................................... 100<br />
• Atti del Convegno<br />
Mons. Vittorio Nozza: “La carità cuore della vita della Chiesa” ................ 103<br />
Mons. Giancarlo Perego: “Animare le parrocchie alla testimonianza<br />
della Carità” ................................................................................................. 111<br />
Don Marco Di Giorgio: “Vivere la carità oggi a <strong>Pesaro</strong>” ............................ 119<br />
• Sintesi del lavoro <strong>di</strong> gruppo .............................................................................. 123<br />
• Conclusione <strong>di</strong> S.E. Mons. Piero Coccia .......................................................... 125<br />
• Comunicato stampa sul Convegno .................................................................... 128<br />
ag e n Da D e l l’ar c i V e S c oVo<br />
• Settembre <strong>2010</strong> .................................................................................................. 131<br />
ne l l a ca S a D e l Pa D r e<br />
• Sac. Antonio Bertuccioli ................................................................................... 133<br />
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A cura dell’Ufficio Comunicazioni Sociali, Cultura e Stampa<br />
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