3° trimestre 2010 - Arcidiocesi di Pesaro

Del resto costantemente l’esperienza ci dice come i giovani di fronte ad ideali alti sono
capaci di grandi slanci.
La comunità cristiana deve farsi carico di proporre seriamente l’evento del Cristo
a questi giovani, dando loro le motivazioni profonde per un loro impegno costante e
per trasformare la loro generosa spontaneità in uno stile di vita.
Se è vero che la carità non è la “pietosa infermiera” che cura le patologie della
società, ma rimedio per rimuovere le cause di tutti i mali, anzi per prevenirle, la carità
si identifica allora con la persona del Cristo incontrato e sperimentato. Di questo
incontro, annunciato e testimoniato hanno bisogno i nostri giovani per esserne poi
contagiati.
Auguro alla nostra comunità cristiana, guidata dal suo Pastore, un fruttuoso cammino
teso a realizzare l’evangelico progetto di educarsi ed educare alla carità in Cristo,
esortandola con le parole di S. Paolo:
“ La carità non abbia finzioni: fuggite il male con orrore, attaccatevi al bene; amatevi
gli uni gli altri con affetto fraterno, gareggiate nello stimarvi a vicenda. Non siate
pigri nello zelo; siate invece ferventi nello spirito, servite il Signore. Siate lieti nella
speranza, forti nella tribolazione, perseveranti nella preghiera, solleciti per le necessità
dei fratelli, premurosi nell’ospitalità” (Romani 12, 9-13).
Alla Beata Vergine delle Grazie e a S. Terenzio nostri patroni, affido la nostra Arcidiocesi
e la sua missione di educare e di educarsi alla carità nella verità del Cristo.
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Piero Coccia
Arcivescovo