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3° trimestre 2010 - Arcidiocesi di Pesaro

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32<br />

OMELIA IN OCCASIONE DELLE ESEQUIE<br />

DI MONS. ANTONIO BERTUCCIOLI<br />

<strong>Pesaro</strong>, Basilica Cattedrale<br />

19 agosto <strong>2010</strong><br />

È un dato <strong>di</strong> fatto che la con<strong>di</strong>zione umana è profondamente ed inesorabilmente<br />

segnata dal limite. Questo limite lo sperimentiamo in tutti i campi dell’agire umano ed<br />

ancor prima in tutte le <strong>di</strong>mensioni costitutive della nostra persona.<br />

Ma c’è un limite che supera tutti gli altri al punto da <strong>di</strong>venire inquietante: è il limite<br />

della morte che attende tutti noi. Esso non è baypassabile e neanche rimandabile<br />

per nostra volontà. È questa esperienza a creare in noi una serie <strong>di</strong> domande, <strong>di</strong> interrogativi<br />

e <strong>di</strong> no<strong>di</strong> da sciogliere.<br />

Dunque a chi appellarsi e a chi fare ricorso per affrontare la morte?<br />

L’unica possibilità al riguardo, ci è data dalla fede nel Signore Risorto, che realizza in<br />

pienezza tutto il mistero dell’uomo, morte compresa.<br />

È questa fede, così come le letture bibliche ci hanno ricordato, a darci la certezza<br />

della vita che ci attende nell’ “oltre” e nel contempo a chiederci “vigilanza”, perché il<br />

mistero della morte si tramuti in mistero della vita in Cristo.<br />

Il testo <strong>di</strong> S. Paolo ai Romani (14, 7-12) è esplicito: “Nessuno <strong>di</strong> noi vive per se<br />

stesso e nessuno muore per se stesso perché se noi viviamo, viviamo per il Signore; se<br />

noi moriamo, moriamo per il Signore. Sia che viviamo, sia che moriamo, siamo dunque<br />

del Signore. Per questo, infatti, Cristo è morto ed è ritornato alla vita: per essere<br />

il Signore dei morti e dei vivi”. Dunque siamo del Signore in vita ed in morte. È questa<br />

certezza a farci affrontare l’esperienza della morte con serenità. È questa certezza,<br />

verificatasi in Cristo Risorto e a noi compartecipata, che costituisce il fondamento <strong>di</strong><br />

tutta la nostra vita e delle nostre fatiche. Se non avessimo questa certezza, la vita si<br />

tramuterebbe in <strong>di</strong>sperazione, poiché ognuno <strong>di</strong> noi si rifiuta <strong>di</strong> vivere per morire.<br />

Ma l’esperienza della Risurrezione che ci attende oltre la morte chiede a noi tutti<br />

una con<strong>di</strong>zione imprescin<strong>di</strong>bile: la vigilanza.<br />

Il testo <strong>di</strong> Matteo (25, 1-13) attraverso la parabola delle <strong>di</strong>eci vergini (cinque stolte<br />

e cinque sagge) che attendono lo sposo, è un monito chiaro a vivere l’arco della vita<br />

nello spirito dell’attesa vigilante per cogliere la presenza del Signore in ogni evento da<br />

noi vissuto e ad attuare la logica dell’obbe<strong>di</strong>enza nel suo significato etimologico dell’<br />

ob-au<strong>di</strong>o (ascoltare e seguire ciò che sta oltre l’apparenza e che mi interpella).<br />

All’Arcivescovo piace rileggere la figura e il ministero sacerdotale <strong>di</strong> don Antonio<br />

dentro queste due coor<strong>di</strong>nate: la fede certa e la vigilanza obbe<strong>di</strong>ente.<br />

Non possiamo non fare memoria <strong>di</strong> don Antonio come sacerdote tenace, volitivo e<br />

combattivo in tutte le situazioni e in tutti gli incarichi a lui affidati dai suoi vescovi.<br />

Lo ricor<strong>di</strong>amo come attivo ed intelligente educatore fin dai primi anni del suo sacerdozio<br />

in qualità <strong>di</strong> Vice-Rettore del Seminario Vescovile e poi come Vice-Parroco<br />

della parrocchia della Cattedrale. Le tracce da lui lasciate in tanti animi giovanili, sono<br />

ancora vive. Lo ricor<strong>di</strong>amo come sacerdote fortemente e convintamente impegnato<br />

nella scuola e nelle associazioni giovanili dell’Azione Cattolica, negli Scouts e nel<br />

circolo “S. Terenzio”, fucina <strong>di</strong> quella gioventù cattolica che poi tanto bene ha fatto<br />

nella nostra città, nel nostro territorio ed oltre.

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