3° trimestre 2010 - Arcidiocesi di Pesaro
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MESSAGGIO ALLA CITTÀ E ALL’ARCIDIOCESI<br />
IN OCCASIONE DELLA SOLENNITÀ DI S. TERENZIO<br />
<strong>Pesaro</strong>, Basilica Cattedrale<br />
24 settembre <strong>2010</strong><br />
La Chiesa , l’Educare e la Politica<br />
L’annuale solennità <strong>di</strong> S. Terenzio, Vescovo Martire e patrono dell’<strong>Arci<strong>di</strong>ocesi</strong>, per<br />
la chiesa che è in <strong>Pesaro</strong> coincide con l’avvio del nuovo Anno Pastorale attraverso le<br />
in<strong>di</strong>cazioni emerse nell’annuale Convegno Diocesano, che quest’anno è stato centrato<br />
su un tema <strong>di</strong> bruciante attualità: “Educarsi ed Educare alla Carità”.<br />
Ma la ricorrenza della solennità <strong>di</strong> S. Terenzio, ci chiama anche ad una riflessione<br />
sul rapporto sempre fecondo tra cristiani e società civile.<br />
Del resto il cristiano è anche citta<strong>di</strong>no e la sua vocazione <strong>di</strong> credente lo impegna<br />
inequivocabilmente ad essere testimone autentico dell’avvenimento cristiano, con tutte<br />
le implicanze che ne conseguono, “dentro” e “fuori” la chiesa.<br />
In una stagione non esente da confusione e da equivoci, una particolare attenzione,<br />
anche nel nostro territorio, appare opportuno de<strong>di</strong>carla a chiarire il rapporto tra chiesa<br />
e politica nella e<strong>di</strong>ficazione dell’unica “civitas”, sollecitati dalla convinzione <strong>di</strong> Paolo<br />
VI che definiva la “Politica la più alta forma <strong>di</strong> carità”. A questo riguardo qualche<br />
puntualizzazione mi pare necessaria e doverosa.<br />
1. Nell’orizzonte realistico della più sana tra<strong>di</strong>zione della dottrina cattolica, la prima<br />
enciclica <strong>di</strong> Benedetto XVI restituisce alla politica tutta la sua <strong>di</strong>gnità: «il giusto<br />
or<strong>di</strong>ne della società e dello Stato è compito centrale della politica» (Deus caritas est,<br />
28). È nota la ra<strong>di</strong>calità che l’espressione “giusto or<strong>di</strong>ne” ha nella storia del pensiero<br />
cristiano. Il Papa ricorda in proposito la durissima espressione <strong>di</strong> Agostino: “Se non è<br />
rispettata la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle gran<strong>di</strong> bande <strong>di</strong> ladri?”(De<br />
civitate Dei, IV, 4)<br />
Sempre in omaggio al realismo cristiano, il Santo Padre non teme <strong>di</strong> sottolineare che,<br />
essendo la politica un’attività dell’uomo, ha bisogno <strong>di</strong> continua purificazione. Essa<br />
deve costantemente essere liberata dall’«ideologia». Infatti, la libertà umana non è<br />
solo limitata perché sempre storicamente situata, ma è anche ferita dal peccato.<br />
L’incontro con Gesù Cristo, attraverso la fede vissuta nella comunità ecclesiale, si<br />
propone all’uomo come strada e forza per questa purificazione anche sociale. Di purificazione<br />
non ha bisogno solo l’ amore interpersonale (eros-agape), ma anche quello<br />
sociale (giustizia-carità).<br />
2. Su questa base la Chiesa collabora e sostiene la politica, ma non la sostituisce:<br />
«La Chiesa non può e non deve prendere nelle sue mani la battaglia politica per realizzare<br />
1a società più giusta possibile. Non può e non deve mettersi al posto dello Stato.<br />
Ma non può e non deve neanche restare ai margini nella lotta per la giustizia» (Deus<br />
caritas est, 28). È un servizio che la Chiesa rende agli uomini <strong>di</strong> ogni generazione e<br />
che non si può mai considerare compiuto una volta per tutte. Anche nel campo sociale<br />
infatti, non si procede formulando una teoria corretta per poi applicarla alla realtà.<br />
Sarebbe come inseguire l’ «inesistente luogo» dell’utopia. Invece ogni tentazione utopica<br />
è sconfitta dall’impegno «critico» degli uomini nei confronti dei processi storici<br />
propri della loro epoca. I cristiani, in cor<strong>di</strong>ale collaborazione con tutti, sono pertanto<br />
chiamati a perseguire, <strong>di</strong> volta in volta, il giusto or<strong>di</strong>ne della società.