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Mafia e P2. I Siciliani - Fondazione Nesi

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saranno ospiti di Rendo"), ossequioso con chi comanda<br />

("...Mario Rendo (...) è molto amico del generale Raffaele<br />

Giudice"), promotore di ambiziosi investimenti<br />

("...Si tratterebbe di acquistare una zona di 4.500 ettari<br />

fronteggiante il Lago Superiore, comprendente 2 fiumi, 17<br />

laghi e un'immensa quantità di legname").<br />

Accanto alle apparizioni di questo illustre comprimario<br />

siciliano, si snoda la storia del Mi.Fo.Biali con i suoi<br />

protagonisti e i suoi progetti (più o meno politici, più o meno<br />

illeciti). E all'origine di questa vicenda, come in molte altre<br />

oscure storie italiane (e come in quasi tutte le storie italiane che<br />

passano anche attraverso protagonisti o interessi siciliani) c'è<br />

l'onorevole Giulio Andreotti. Nel '74, ministro della Difesa,<br />

Andreotti ordina al capo del Sid, l'ammiraglio Casardi,<br />

un'indagine approfondita ed assolutamente riservata su Mario<br />

Foligni, un cattolico che aveva fondato il Nuovo Partito<br />

Popolare e che da un paio di anni stava lavorando in silenzio<br />

per un grande progetto politico, una sorta di "golpe bianco" che<br />

avrebbe dovuto scalzare da destra l'egemonia della Democrazia<br />

Cristiana.<br />

Casardi passa l'ordine al generale Maletti, capo dell'ufficio "D"<br />

del Sid, e l'inchiesta, nella massima riservatezza, viene avviata:<br />

pedinamenti, intercettazioni, microspie. E rapporti che,<br />

puntualmente, arrivano su alcune insospettabili scrivanie.<br />

Ma la realtà, come spesso avviene in questi casi supera di gran<br />

lunga l'immaginazione. Sullo sfondo del progetto politico di<br />

Foligni si comincia a delineare una sagoma inedita e ben più<br />

inquietante, quella della loggia <strong>P2.</strong> E accanto al nome di Licio<br />

Gelli scorrono quelli di altri - oggi ormai noti - piduisti<br />

eccellenti: faccendieri, militari, politici. Li ritroveremo tutti,<br />

sette anni più tardi, negli archivi di Castiglion Fibocchi.<br />

In uno di quei rapporti si parla anche del comandante generale<br />

della Guardia di Finanza Raffaele Giudice; il Sid decide di<br />

mettere sotto controllo i telefoni dell'alto ufficiale, e salta fuori,

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