Mafia e P2. I Siciliani - Fondazione Nesi
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I NEMICI DI DALLA CHIESA<br />
I <strong>Siciliani</strong>, marzo 1985<br />
"Mi presento spontaneamente per rendere dichiarazioni che<br />
ritengo possano avere rilievo nelle indagini...". E' il 25 aprile<br />
1981, all'ufficio istruzione del Tribunale di Milano. Sono<br />
presenti i giudici Turone, Colombo e Viola e un testimone,<br />
l'ufficiale dei carabinieri Nicolò Bozzo.<br />
"Sono tenente colonnello in s.p.e. dell'Arma dei carabinieri e<br />
presto servizio quale capo sezione criminalità presso lo Stato<br />
Maggiore della Divisione-CC "Pastrengo" di Milano. Ho<br />
appreso dalla stampa che l'ufficio si occupa, nell'ambito<br />
dell'inchiesta relativa alla scomparsa di Michele Sindona,<br />
anche della persona di Licio Gelli e della loggia P2". L'ufficiale<br />
racconta quello che ha appreso, in anni di permanenza nei punti<br />
nevralgici dell'Arma, sui gruppi di potere dentro e fuori le<br />
gerarchie militari.<br />
"Nel 1972 prestavo servizio presso il comando di divisione di<br />
Milano, all'epoca comandata dal gen. Giovambattista Palumbo.<br />
Sin dai primi giorni avvertii la presenza di un vero e proprio<br />
gruppo di potere al di fuori della gerarchia. Questo gruppo di<br />
potere era personalizzato da due maggiori, Calabrese e<br />
Guerrera. Di questo gruppo di potere, che aveva una matrice<br />
comune nella provenienza per servizio dalla Toscana, faceva<br />
parte anche il Comandante della Divisione".<br />
Nel 1975, sostituito il generale Palumbo con il gen. Palombi, il<br />
peso del "gruppo di potere" diminuisce momentaneamente; nel<br />
'77, però, ministro della difesa l'on. Lattanzio, "si scatenò una<br />
vera persecuzione nei confronti degli ufficiali che<br />
collaboravano più strettamente con Palombi, uno dei quali fu<br />
addirittura trasferito su due piedi in Sardegna"; lo stesso<br />
Palombi si salva a stento dall'epurazione, e il "gruppo di<br />
potere" riprende piede. Negli anni successivi, secondo la