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IL “CASO” MONTECCHIO E’<br />

UN’INVENZIONE<br />

La fiaccolata dello scorso 1 marzo<br />

a Montecchio Maggiore ha finalmente<br />

dimostrato come quello<br />

sulle delibere relative ai parametri<br />

abitativi per l’idoneità alloggio<br />

fosse un falso problema. Su di<br />

esso è stata costruita una querelle<br />

esclusivamente politica, diretta<br />

da coloro che dalla delibera non<br />

sono in alcun modo toccati.<br />

Tra le molte dichiarazioni rilasciate<br />

dagli autori di tali polemiche<br />

ci sono due aspetti importanti<br />

che sono stati intenzionalmente<br />

omessi: ossia che la delibera adottata<br />

dalla mia giunta lo scorso<br />

luglio, poi confermata a dicembre,<br />

non introduce nulla di nuovo<br />

bensì riporta ai criteri già in<br />

uso a Montecchio Maggiore fino<br />

al 2006, parametri che la precedente<br />

amministrazione ha arbitrariamente<br />

deciso di cambiare<br />

per favorire l’insediamento degli<br />

immigrati nella nostra città, come<br />

appunto è avvenuto negli ultimi<br />

anni.<br />

Il “caso” Montecchio Maggiore è<br />

una mera invenzione, creata ed<br />

utilizzata da una certa parte politica<br />

per accattivarsi il favore degli<br />

stranieri: molti altri comuni della<br />

nostra Provincia quali Thiene,<br />

Piovene Rocchette, Rosà, Castelgomberto,<br />

Brendola e Sarego, e<br />

della nostra Regione, tra cui anche<br />

importanti città capoluogo quali<br />

Verona, Treviso e Rovigo, fanno<br />

riferimento come Montecchio<br />

Maggiore ai parametri abitativi<br />

regionali per l’edilizia residenziale<br />

pubblica. L’improvvisa apparizione<br />

di Ousmane Condè quale portavoce<br />

delle istanze degli immigrati<br />

castellani è presto spiegata: Condè<br />

è venuto a Montecchio Maggiore<br />

focus numero 185 del 6 marzo 2010 pag 8 economia&mercati numero 185 del 6 marzo 2010 pag 9<br />

Montecchio, stranieri in sciopero<br />

Opinioni a confronto<br />

Il primo cittadino Milena Cecchetto: “La manifestazione è stata un flop”<br />

L’ex sindaco Maurizio Scalabrin: “Sulle abitazioni la Lega fa solo propaganda”<br />

solo per tentare di raccogliere<br />

qualche volto in vista<br />

delle prossime elezioni<br />

regionali. Quindi quella del<br />

1 marzo va letta per quello<br />

che è: una semplice manifestazione<br />

pre elettorale.<br />

Attualmente a Montecchio<br />

risiedono circa 4000 stranieri.<br />

Eppure, gli organizzatori<br />

della fiaccolata hanno<br />

predisposto dei pullman per essere<br />

sicuri di avere un certo numero<br />

di manifestanti, dichiarando poi<br />

orgogliosamente che i partecipanti,<br />

molti dei quali italiani, sono<br />

giunti addirittura da Schio, Bassano,<br />

Thiene, Valdagno. Quella dei<br />

numeri era senza dubbio una preoccupazione<br />

comprensibile. Ma<br />

allora dov’erano gli immigrati di<br />

Montecchio Maggiore? Perché non<br />

sono scesi in piazza a manifestare?<br />

Paradossalmente, in piazza si sono<br />

visti proprio coloro che hanno contribuito<br />

a creare questo disastro<br />

sociale-amministrativo: i precedenti<br />

amministratori Scalabrin,<br />

Romio, Pilati e Valerio!<br />

Gli stranieri non sono stati i protagonisti<br />

della manifestazione<br />

di Montecchio Maggiore perché<br />

sanno di essere stati usati come<br />

strumento di propaganda politica,<br />

dei cui benefici non sono -e non lo<br />

saranno certo nel futuro- i fruitori.<br />

La sinistra e i sindacati hanno<br />

inventato un problema attraverso<br />

il quale fare la solita propaganda<br />

populistica, alla quale gli immigrati<br />

che lavorano si sono rifiutati<br />

di aderire. Quelli che hanno scioperato<br />

lunedì 1 marzo non sono<br />

rappresentativi di quella parte di<br />

stranieri che quotidianamente lavora,<br />

manda regolarmente i figli a<br />

scuola e rispetta le leggi del Paese<br />

al quale hanno chiesto ospitalità.<br />

| L’ex sindaco Maurizio Scalabrin (a destra nella foto di sinistra)<br />

e l’attuale sindaco Milena Cecchetto<br />

Anche il numero delle fiaccole preparate<br />

la dice lunga: 800. Evidentemente<br />

l’aspettativa degli stessi organizzatori<br />

non era poi molto alta!<br />

Milena Cecchetto, sindaco<br />

di Montecchio Maggiore<br />

RISPETTARE LE PERSONE<br />

ED I DIRITTI<br />

La definizione dei parametri abitativi<br />

ha sempre generato a Montecchio<br />

una discussione ideologica.<br />

Io vorrei invece spiegare concretamente<br />

come l’amministrazione di<br />

Montecchio Maggiore da me guidata<br />

dal 2004 al 2009 si è mossa<br />

rispetto alla questione migranti.<br />

Alla data della mia elezione gli<br />

stranieri a Montecchio erano oltre<br />

2800 su una popolazione di circa<br />

22500 abitanti. In cinque anni la<br />

popolazione di Montecchio è arrivata<br />

a circa 24 mila e gli immigrati<br />

sono cresciuti di circa 1400 unità.<br />

Risultato di ricongiungimenti familiari<br />

e di circa 500 bambini nati<br />

da genitori stranieri.<br />

Su molte questioni come sanità,<br />

viabilità, gestione delle acque, politica<br />

energetica e dei rifiuti, difesa<br />

del suolo, miglioramento della<br />

qualità dell’aria, la mia amministrazione<br />

ha cercato collaborazione<br />

con la confinante Arzignano,<br />

città di analoghe dimensioni. An-<br />

che sulle questioni sociali<br />

ed in particolare nella<br />

gestione della “questione<br />

extracomunitari” Montecchio<br />

ed Arzignano hanno<br />

lavorato insieme per favorire<br />

l’integrazione, per<br />

promuovere pratiche di buona<br />

convivenza tra italiani e stranieri,<br />

per intervenire in situazioni<br />

di disagio, per risolvere questioni<br />

di condominio, per esercitare le<br />

necessarie pressioni e controlli<br />

consentite dalle leggi al fine di<br />

tutelare il rispetto delle leggi e la<br />

tutela dei cittadini onesti.<br />

Sul tema “parametri abitativi” abbiamo<br />

constatato che avevamo delibere<br />

differenti. Abbiamo esteso la<br />

ricognizione anche ad altri centri<br />

di grande dimensione come Schio<br />

e Vicenza ed abbiamo deciso di<br />

adottare una delibera comune con<br />

gli stessi parametri abitativi al fine<br />

di scongiurare che ci potesse essere<br />

una migrazione di stranieri da<br />

un centro ad un altro alla ricerca<br />

di parametri “ più generosi”.<br />

Così Arzignano, Montecchio,<br />

Schio e Vicenza hanno uniformato<br />

i parametri. Ricordo che all’epoca<br />

Vicenza era amministrata dal<br />

centrodestra ed assessore alle politiche<br />

sociali era il signor Piazza<br />

espresso dalla Lega.<br />

Montecchio non ha adottato parametri<br />

migliorativi. Anzi. Più di una<br />

famiglia che prima era con l’abitazione<br />

a posto ha dovuto affrontare<br />

spese per metterla in condizione<br />

di rispettare i nuovi parametri. Il<br />

fatto “anomalo” è che gli stessi parametri<br />

che nelle altre tre città non<br />

hanno sortito il ben che minimo<br />

motivo di contrasto politico e sono<br />

| Migranti in piazza in una delle manifestazioni del primo marzo<br />

tuttora rimasti vigenti, anche se<br />

sono nel frattempo cambiati i colori<br />

e gli attori delle amministrazioni.<br />

Solo a Montecchio la Lega ha<br />

utilizzato questo pretesto, negando<br />

anche l’evidenza dei fatti concreti,<br />

per fare propaganda.<br />

Ora che hanno cambiato parametri<br />

danneggiando i molti cittadini<br />

italiani possessori di appartamenti<br />

che hanno perso la possibilità<br />

di mantenere inquilini ed<br />

affitti, non tengono conto che se si<br />

andasse a controllare le abitazioni<br />

anche degli italiani, molte situazioni<br />

risulterebbero irregolari.<br />

Ricordo che stiamo parlando<br />

esclusivamente di stranieri perfettamente<br />

in regola. Vorrei che<br />

non si facesse la solita confusione<br />

tra regolari ed irregolari, persone<br />

per bene e malfattori, chi crea<br />

problemi e disagi e chi invece ha<br />

solo la sfortuna di essere nato in<br />

paesi senza lavoro e senza speranze.<br />

L a tristezza e la rabbia che abbiamo<br />

provato quando nei decenni<br />

passati i nostri emigranti non<br />

erano trattati in modo dignitoso e<br />

che ci prende quando ancora oggi<br />

ci apostrofano con “italiani pizza e<br />

mafia” dovrebbero consigliarci ad<br />

affrontare i problemi per quello<br />

che sono: problemi, a volte difficili<br />

da affrontare, ma sempre legati<br />

a persone. Che devono rispettare<br />

le nostre leggi ma che hanno il diritto<br />

di essere rispettati come persone<br />

e garantiti nei diritti stabiliti<br />

dalla nostra Costituzione.<br />

Maurizio Scalabrin,<br />

sindaco di Montecchio tra il<br />

2004 e il 2009<br />

Truffa Di Girolamo, Marchi e la politica veneta<br />

L<br />

’affaire Fastweb-Di Girolamo,<br />

uno dei maggiori casi di<br />

riciclaggio della storia italiana,<br />

arriva in laguna. Tramite la Credinvest,<br />

un istituto di credito di<br />

Lugano che vede tra i suoi soci<br />

di spicco, tramite la finanziaria<br />

Finint, quell'Enrico Marchi amico<br />

personale di Giancarlo Galan<br />

governatore uscente del Veneto.<br />

Assieme al socio Andrea De Vido,<br />

Marchi puntava ad avere una banca<br />

in Svizzera come base operativa<br />

per cartolarizzare i crediti degli<br />

imprenditori veneti. E ha scelto<br />

Egobank SA, la banca dell’avvocato<br />

e futuro senatore Nicola Di<br />

Girolamo, oggi in carcere, poi ri-<br />

battezzata Credinvest. In cui lavoravano<br />

alla direzione generale<br />

Pierluigi Guarneri e Marco Castiglioni,<br />

amici di Augusto Murri, per<br />

i pm un uomo-chiave della gigantesca<br />

truffa, imprenditore da tempo<br />

residente fra l’Africa, «dove è<br />

stato coinvolto in un’indagine per<br />

omicidio», e Panama, dove è «intestatario<br />

e fittizio gestore delle<br />

società utilizzate per giustificare<br />

il carosello finanziario». Acqui<strong>sito</strong><br />

il 43% delle azioni (il resto non<br />

si sa di chi sia), Marchi e gli altri<br />

proprietari hanno sloggiato Guarneri,<br />

Castiglioni e Di Girolamo,<br />

finiti nel mirino della Finma, l’autorità<br />

di vigilanza elvetica. E chi ti<br />

vanno a mettere in sostituzione di<br />

Guarneri come direttore generale?<br />

Ma Mauro Scalfi, ai tempi di Gianpiero<br />

Fiorani a capo della Bipielle<br />

Suisse, ovvero della filiale svizzera<br />

crocevia delle manovre illecite della<br />

Popolare di Lodi.<br />

Una vicenda dai contorni opachi<br />

e dalle ombre sospette, come si<br />

vede. Che investe in pieno, anche<br />

se indirettamente, la politica<br />

veneta. Il finanziere alter-ego di<br />

Galan, infatti, annovera fra le sue<br />

amicizie quella di Fabio Gava (assessore<br />

galaniano, uno dei pezzi<br />

da novanta di Fi e poi del Pdl nel<br />

Veneto), nonché quella di Niccolò<br />

Ghedini, avvocato del premier<br />

Silvio Berlusconi e plenipotenziario<br />

del Pdl regionale. Fin dal<br />

2000 è Marchi ad essere al vertice<br />

di Save, la società che controlla lo<br />

scalo aeroportuale di Venezia, il<br />

quarto per importanza nel Paese.<br />

Ma tra gli addetti ai lavori Marchi<br />

è conosciuto soprattutto come<br />

vicepresidente di Veneto Banca,<br />

per le sue liason con la famiglia<br />

Ligresti, con il gruppo Generali e<br />

per aver appunto creato la Finint,<br />

merchant bank con base a Conegliano<br />

attraverso la quale controlla<br />

Save. Per di più Finint è fra i<br />

soci di Ferax, il “salottino buono”<br />

della finanza del Nordest nel quale<br />

figurano la vicentina Palladio<br />

Finanziaria, Veneto Banca nonché<br />

la famiglia Amenduni (Acciaierie<br />

Valbruna). Così quando<br />

il Corriere della Sera del 1° marzo<br />

ha acceso i riflettori sui proprietari<br />

di Credinvest, tra Venezia,<br />

Treviso e Vicenza più di qualcuno<br />

ha sgranato gli occhi. Secondo la<br />

Direzione distrettuale antimafia<br />

di Roma, infatti, la banca svizzera<br />

di Marchi «era una delle "centrali"<br />

del flusso di riciclaggio e spartizione<br />

del denaro tra i membri<br />

della banda delle frodi telefoniche».<br />

Non diciamo Galan, ma almeno<br />

Bortolussi se non Zaia non<br />

hanno niente da dire, a riguardo?<br />

Alessio Mannino<br />

ViPiù economia&mercati<br />

2009,<br />

anno tragico<br />

ma non troppo<br />

Dai dati Istat arriva una fotografia impietosa:<br />

Pil in caduta libera, indebitamento alle stelle, occupazione in crisi<br />

In realtà, a confronto con gli altri paesi, l’Italia regge l’urto della crisi<br />

Preoccupano però le carenze strutturali: che potrebbero causare forti tensioni sociali<br />

di Giancarlo Marcotti<br />

La grande stampa italiana, praticamente<br />

all’unanimità, ha<br />

usato toni catastrofici quando lo<br />

scorso 2 marzo ha commentato i<br />

dati macroeconomici più importanti,<br />

relativi all’anno 2009. A fornire<br />

i valori ufficiali, come sempre,<br />

l’Istituto Centrale di Statistica<br />

che ha reso noto,<br />

oltre al Pil, anche<br />

l’indebitamento netto<br />

ed i dati sul mer-<br />

cato del lavoro. La<br />

carta stampata non<br />

è andata troppo per<br />

il sottile: il termine<br />

più utilizzato nei confronti<br />

del nostro Pil<br />

è stato “crollo”, mentre<br />

l’indebitamento<br />

“schizza” all’insù ed<br />

il tasso di disoccupa-<br />

Nei prossimi<br />

anni<br />

lo scontro<br />

generazionale<br />

non potrà<br />

che acuirsi<br />

zione “s’impenna”. Insomma, un<br />

quadretto niente male.<br />

Ma sono stati davvero così negativi<br />

i risultati macroeconomici<br />

dell’azienda Italia?<br />

Per rispondere seccamente potremmo<br />

dire: in termini assoluti<br />

sì, in termini relativi no. Magra<br />

consolazione, direte. Forse, ma le<br />

statistiche vanno soprattutto lette<br />

facendo dei raffronti, altrimenti<br />

potrebbero portare a conclusioni<br />

fuorvianti.<br />

Pil a confronto<br />

Cerchiamo quindi di fare un’analisi<br />

comparata e, compatibilmente<br />

con i limiti umani, obiettiva.<br />

Partiamo dal Pil: -5%. L’ultimo<br />

rilevazione si fermava a -4,9%,<br />

quindi il consuntivo è risultato<br />

peggiore, ma in modo frazionale.<br />

E poi siamo in buona compagnia,<br />

visto che hanno avuto<br />

un decremento analogo<br />

anche la Germania,<br />

il Regno Unito<br />

ed il Giappone, tutte<br />

nazioni i cui governi<br />

hanno potuto sostenere<br />

l’economia, con<br />

interventi pubblici,<br />

in maniera molto più<br />

massiccia rispetto a<br />

quanto fatto dal nostro<br />

Paese.<br />

I risultati migliori<br />

sono stati ottenuti dagli Stati<br />

Uniti (-2,4%) e, soprattutto, dalla<br />

Francia (-2,2%). Occorre però sottolineare<br />

che al di là dell’Atlantico<br />

l’impatto sociale della crisi è stato<br />

devastante, mentre i transalpini<br />

hanno fatto largo uso di sgravi fiscali,<br />

in particolare sull’Iva, diminuendo<br />

così in modo significativo<br />

le entrate tributarie, misura che<br />

noi non potevamo permetterci.<br />

Anzi, la nostra pressione fiscale<br />

è persino aumentata (al 43,2%<br />

rispetto al 42,9%), ma esclusivamente<br />

per le imposte in conto capitale<br />

(in pratica lo scudo fiscale).<br />

Consumi, debito, occupazione<br />

Naturalmente anche i consumi<br />

sono calati (-1,9%), ma in misura<br />

molto inferiore rispetto al Pil.<br />

Gli investimenti sono diminuiti<br />

del 12,1% ed hanno riguardato un<br />

po’ tutti i settori; ancora maggiore<br />

il calo delle esportazioni (-19,1%).<br />

In questo contesto il nostro deficit<br />

(differenza da entrate ed uscite<br />

nell’anno) si è attestato al 5,3%<br />

del Pil, un dato che qualche anno<br />

fa avrebbe fatto inorridire gli economisti,<br />

ma che oggi è risultato<br />

essere uno dei migliori a livello<br />

continentale. Basti pensare che<br />

Spagna, Regno Unito e naturalmente<br />

la Grecia hanno terminato<br />

il 2009 con una percentuale negativa<br />

“double digit” (a doppia cifra),<br />

cioè superiore al 10%!<br />

Nonostante ciò, purtroppo, restiamo<br />

recordman per quanto riguarda<br />

il debito complessivo che<br />

quest’anno si è attestato al 115,8%<br />

del Pil. Per fare un raffronto, la<br />

tanto bistrattata Grecia supera di<br />

poco il 110% e la Spagna non arriva<br />

all’80%.<br />

Infine i dati sul mercato del lavo-<br />

ro, che vedono l’Italia fra i Paesi<br />

più virtuosi. Il tasso di disoccupazione<br />

si è infatti fermato all’8,5%,<br />

rispetto ad una media europea del<br />

9,9%. A preoccupare però il Bel<br />

Paese è il sottoindice dei giovani<br />

in cerca di lavoro (26,8%).<br />

Benedetta parsimonia<br />

Letti in questo modo i dati italiani<br />

non sfigurano in ambito continentale,<br />

a maggior ragione se si tengono<br />

in considerazione i valori di<br />

partenza pre-crisi.<br />

Ciò è stato reso possibile, in particolare,<br />

da una caratteristica del<br />

nostro Paese: lo scarso livello di<br />

indebitamento delle famiglie. A<br />

tal propo<strong>sito</strong>, ora fa quasi sorridere<br />

ricordare come, solo un paio<br />

di anni fa, si citava questa idiosincrasia<br />

all’indebitamento delle famiglie<br />

italiane come il fattore che<br />

maggiormente frenava il nostro<br />

sviluppo. Benedetta parsimonia!<br />

E’ proprio vero come in economia<br />

ogni comportamento ha sempre<br />

due risvolti, complementari fra<br />

loro: ciò che può essere letto come<br />

un difetto, in un contesto differente,<br />

diventa un pregio e viceversa.<br />

Generazioni contro<br />

C’è però un fattore sul quale storicamente<br />

siamo sempre stati deboli,<br />

ci riferiamo al tasso di crescita. Le<br />

motivazioni che stanno alla base di<br />

| Manifestanti in strada ad Atene:<br />

un’avvisaglia di quanto potrebbe succedere anche in Italia?<br />

questa “anemia” sono molteplici,<br />

in particolare due sono i macigni<br />

che gravano sulla nostra capacità<br />

di ripresa: il debito pubblico e la<br />

situazione pensionistica.<br />

Il nostro, si sa, è un Paese vecchio<br />

(secondo solo al Giappone) quindi la<br />

necessità di un ricambio generazionale<br />

nel sistema economico è sentita,<br />

ma si scontra con l’esigenza di<br />

prolungare l’attività lavorativa delle<br />

persone attualmente impiegate per<br />

non fare andare fuori controllo il sistema<br />

previdenziale: un cul de sac<br />

dal quale è difficile uscirne.<br />

Lo scontro generazionale, nei<br />

prossimi decenni, non potrà che<br />

acuirsi ed è bene non sottovalutare<br />

questo problema. Per questo<br />

ritengo siano completamente da<br />

censurare espressioni come bamboccioni,<br />

soprattutto da parte di<br />

uomini politici “attempati” che dovrebbero<br />

avere a cuore il futuro del<br />

nostro Paese.<br />

Attribuendo scarsa intraprendenza<br />

ad una intera generazione si<br />

ottiene soltanto un aggravamento<br />

delle tensioni sociali, che, a lungo<br />

andare, potrebbero anche sfociare<br />

in violenza. Da questo punto di<br />

vista la situazione greca sarà un<br />

banco di prova importante ed un<br />

monito per tutte le altre economie<br />

del Vecchio Continente che, prima<br />

o poi, dovranno affrontare seriamente<br />

il tema delle riforme sociali.<br />

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