Edizione nazionale completa - Kataweb
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Cultura&Spettacoli C he<br />
di Leandro Barsotti<br />
cosa vuol dire la voglia<br />
di comunicare, di<br />
esprimere la propria<br />
idea, di raccontare qualunque<br />
cosa si desideri liberamente<br />
agli altri...<br />
In pochi anni in Albania sono<br />
nate 39 televisioni private,<br />
17 soltanto nella zona della capitale<br />
Tirana. E’ un numero<br />
enorme per una nazione di<br />
due milioni e mezzo di abitanti<br />
ed economicamente debole.<br />
E sono televisioni che non vivono<br />
abusando di televendite<br />
(come da noi), ma fanno i loro<br />
programmi.<br />
Ci sono anche venti quotidiani<br />
nazionali: e pensare che<br />
il più venduto arriva appena<br />
a 12 mila copie. Ma è veramente<br />
tanta la sete di comunicare,<br />
di trovare un’identità<br />
nuova attraverso le parole e<br />
le immagini. Così le televisioni<br />
private producono un po’<br />
di tutto, in casa: reportage<br />
con pochi soldi (anche perchè<br />
non ce ne sono), molta informazione<br />
locale (quasi tutte le<br />
videogiornaliste sono giovani<br />
e bionde tinte...), tanta politica<br />
(d’altronde fino a 15 anni<br />
fa c’era il regime comunista<br />
ed esprimere un pensiero libero<br />
poteva costare a volte la<br />
pelle). Certo, la deregulation<br />
è assoluta: c’è chi manda in<br />
onda l’ultimo dvd che offre il<br />
mercato del noleggio, ovviamente<br />
senza pagare alcun diritto<br />
d’autore; o c’è chi copia<br />
spudoratamente format italiani<br />
(per esempio c’è una versione<br />
sputata di Striscia la<br />
Notizia). Ci sono programmini<br />
politici in cui si spara a zero<br />
su tutto e tutti. «Con i comunisti<br />
non potevano dire<br />
niente, nè pensare nulla che<br />
fosse contrario al regime»,<br />
racconta Mondi, un albanese<br />
che oggi fa da mediatore tra<br />
Italia e Albania nella realizzazione<br />
di eventi. «Certo, ogni<br />
famiglia aveva diritto alla casa,<br />
casette da 50 metri quadri<br />
l’una in cui si stava anche<br />
con i nonni anziani. Però di<br />
politica non si poteva proprio<br />
parlare».<br />
L’aeroporto. Sono arrivato<br />
a Tirana insieme alla Nazionale<br />
Italiana Cantanti. Obiettivo:<br />
giocare una partita di<br />
calcio solidale e raccogliere<br />
fondi destinati all’ospedale<br />
Madre Teresa di Tirana e ad<br />
una casa di recupero di bambini<br />
abbandonati. In Albania<br />
c’è un numero elevato di ragazzini<br />
lasciati a loro stessi,<br />
dispersi, soli.<br />
Arriviamo in aeroporto a<br />
tarda ora, e anche Tirana si<br />
fa notare per tante piccole luci:<br />
la città di notte. «Dieci anni<br />
fa di luci se ne vedevano<br />
pochissime, le contavi sulle<br />
dita di una mano. Questa<br />
città sta diventando europea,<br />
sta crescendo», mi viene spiegato.<br />
Ma l’aeroporto è piccolo,<br />
non ancora ben organizzato.<br />
Fuori, già un paio di ragazzini<br />
che vendono sigarette<br />
(contrabbando?). La cosa che<br />
più colpisce è il grandissimo<br />
numero di Mercedes in circolazione,<br />
per la verità in gran<br />
parte modelli vecchi.<br />
L’ospedale. Sul marciapiede<br />
una signora vende scarpe.<br />
L a<br />
Nazionale italiana<br />
Cantanti è stata invitata<br />
lo scorso 15 settembre<br />
a Tirana, capitale dell’Albania,<br />
per giocare una partita<br />
di calcio benefica contro i<br />
cantanti e gli artisti albanesi<br />
il cui capitano si chiama Ardit<br />
Gjebrea e in Albania è<br />
una vera e propria star. La<br />
squadra italiana, capitanata<br />
da Gianni Morandi, ha portato<br />
a Tirana artisti conosciuti<br />
oltre i nostri confini (Luca<br />
Barbarossa, Paolo Vallesi,<br />
Paolo Belli, Niccolò Fabi,<br />
Sandro Giacobbe), alcuni giovani<br />
artisti che in Italia stanno<br />
facendo ottime cose (Roberto<br />
Angelini, Max De Angelis,<br />
Max Binario), un mostro<br />
sacro della poesia canzone come<br />
Mogol e due ex calciatori<br />
(Beppe Galderisi, ex Juventus,<br />
Nazionale e Padova, e<br />
Enrico Annoni, ex Torino).<br />
Per la cronaca, gli italiani<br />
Sono tutti numeri unici, scarpe<br />
disposte per terra alla rinfusa,<br />
di tutti i tipi, senza scatole.<br />
Entrando nel cortile dell’ospedale<br />
Madre Teresa di Tirana<br />
ti accorgi che tutti i vialetti<br />
sono sterrati, e sulle<br />
aiuole verdi in molti hanno<br />
piazzato la loro automobile<br />
per dormirci dentro e stare<br />
così vicino ai propri figli ricoverati<br />
e malati. Lo stabile sarebbe<br />
almeno da imbiancare.<br />
Le scale rovinate. I letti nelle<br />
stanze sono stati recuperati<br />
di qua e di là, non esiste un<br />
unico stile di arredamento;<br />
c’è un letto in ottone, uno di<br />
legno, uno piccolo, uno più<br />
grande. Ma i medici sono premurosi,<br />
e c’è fiducia perché<br />
presto arriveranno altri finanziamenti<br />
internazionali.<br />
La mendicante. Pieno centro<br />
di Tirana, sole caldo di<br />
metà settembre. Il traffico è<br />
intenso come sempre; d’altronde<br />
ci sono pochi cartelli<br />
REPORTAGE DALL’ALBANIA<br />
stradali, qualche semaforo,<br />
molti incroci pericolosi gestiti<br />
autonomamente dagli automobilisti.<br />
Pochissime, se non<br />
inesistenti, le strisce pedonali.<br />
Ad un semaforo una mendicante<br />
mette il suo neonato in<br />
mutande sul cofano dell’automobile<br />
su cui stiamo viaggiando.<br />
L’ha mollato là a pancia<br />
in giù. Il bebè ci guardava<br />
con due occhi così. Il nostro<br />
autista, albanese, si è messo a<br />
suonare il clacson a tutta forza,<br />
innervosito dall’episodio.<br />
L’abbiamo supplicato di smettere,<br />
di non spaventare a quel<br />
modo il piccolino. Che però<br />
non sembrava spaventato,<br />
semmai abituato. Allora il nostro<br />
autista ha aperto la portiera<br />
della macchina e ha urlato<br />
una serie di cose incomprensibili<br />
alla mendicante<br />
che si era leggermente allontanata,<br />
e teneva la mano tesa<br />
aspettando l’offerta. Altrimenti<br />
non avrebbe tolto il be-<br />
bè dal cofano. Dopo la sceneggiata,<br />
il povero bambino è tornato<br />
tra le braccia della donna,<br />
che l’ha piazzato su un altro<br />
cofano di un’altra bella<br />
macchina.<br />
Un artista. La caduta del regime<br />
comunista ha cambiato<br />
la cultura di un paese che oggi<br />
vuole assomigliare all’Italia,<br />
all’Occidente. Anche scegliendo<br />
i suoi artisti. Come<br />
Ardit Gjebrea, per esempio:<br />
cantante, presentatore televisivo,<br />
opinionista. Ardit è un<br />
quarantenne con il sorriso<br />
sulle labbra, parla un italiano<br />
perfetto. Durante il regime<br />
comunista era riuscito a<br />
venire in Italia, dove ha stu-<br />
LUNEDÌ<br />
20 SETTEMBRE 2004<br />
39<br />
TIRANA, LA RINASCITA<br />
TRA TV COMMERCIALI<br />
E VOGLIA D’OCCIDENTE<br />
IL PROGETTO SOLIDALE. I centri del Cefa<br />
Quattro gol dei cantanti<br />
per aiutare i bambini<br />
In alto la<br />
Nazionale<br />
Cantanti in<br />
campo a<br />
Tirana. A<br />
sinistra<br />
Morandi<br />
e Barbarossa<br />
cantano<br />
all’ambasciata<br />
italiana e<br />
il più famoso<br />
cantante<br />
albanese:<br />
Ardit<br />
Gjebrea<br />
diato musica a Roma. Quando<br />
il regime è caduto è tornato<br />
a Tirana e ha pubblicato il<br />
suo primo disco, realizzato a<br />
Roma con la supervisione artistica<br />
di Gazebo (ve lo ricordate?<br />
E’ quello di I like Chopin,<br />
uno dei più grandi successi<br />
italiani all’estero di tutti<br />
i tempi). Da quel disco in<br />
poi è stato un succedersi di<br />
trionfi artistici. Oggi Ardit è<br />
assai popolare, è il Morandi<br />
albanese, tutti amano le sue<br />
canzoni, tutti lo salutano per<br />
la strada: se attraversa le vie<br />
del centro le automobili si fermano<br />
e dai finestrini spuntano<br />
mani a fare ciao. E’ amico<br />
d’infanzia del nuovo sindaco<br />
hanno battuto gli albanesi<br />
4-2 grazie ad una doppietta di<br />
Max Binario e a due splendidi<br />
gol di Barbarossa e Galderisi.<br />
Cinquemila gli spettatori<br />
nello stadio di Tirana, inni<br />
nazionali con la banda, partita<br />
ripresa in diretta per la<br />
più importante televisione<br />
commerciale albanese, il tutto<br />
per raccogliere fondi a favore<br />
sia del reparto pediatrico<br />
dell’ospedale Madre Teresa<br />
di Tirana e sia del Cefa (comitato<br />
europeo per la formazione<br />
e l’agricoltura) che tra<br />
i tanti suoi progetti in Albania<br />
ne ha uno dedicato ai mi-<br />
Una veduta del centro<br />
di Tirana. Sotto Leandro<br />
Barsotti e Gianni Morandi<br />
allo «Sky Club»<br />
di Tirana, Edi Rama, un omone<br />
grande e grosso che durante<br />
il regime ha invece vissuto<br />
in Francia, e lì ha studiato arte.<br />
Sono questi i volti nuovi di<br />
una nazione nuova; volti e<br />
menti culturalmente cresciuti<br />
in Europa.<br />
Sky Club. C’è un viale pedonale<br />
che taglia in due il centro;<br />
è la passeggiata della sera.<br />
Ci sono mille occhi giovani,<br />
ragazzi e ragazze che sorridono<br />
e salutano gli amici, la<br />
gente che passa. Musica alta<br />
esce dalle porte dei tanti bar<br />
senza porte. Il palazzo più alto<br />
della città è stato costruito<br />
tre anni fa: sono diciotto piani.<br />
All’ultimo, sulla terrazza,<br />
c’è il ristorante più esclusivo<br />
di Tirana: lo Sky Club. Si<br />
chiama così perchè si mangia<br />
e pare di toccare il cielo. Sulla<br />
grande terrazza arriva un<br />
venticello che rende fresca l’estate<br />
albanese; sotto c’è tutta<br />
la città, i suoi 700 mila abitanti,<br />
le luci delle case e le vetrine<br />
dei negozi. E’ una città orgogliosa<br />
di crescere anno dopo<br />
anno, anche grazie al contributo<br />
dell’Italia, paese particolarmente<br />
amato, a cui è stata<br />
dedicata la piazza che si<br />
apre di fronte al nuovo edificio<br />
universitario. Non abbiamo<br />
la sensazione di essere arrivati<br />
in un paese povero, però<br />
se ti informi bene scopri<br />
che una notte nella stanza del<br />
principale albergo dei turisti<br />
d’affari (lo Sheraton) vale più<br />
di uno stipendio mensile medio;<br />
scopri anche che una cena<br />
di pesce da queste parti, in<br />
un ristorante normale, può<br />
costarti dai cinque agli otto<br />
euro, e insomma capisci che<br />
qui si cerca di vivere come si<br />
può, sorridendo pure alle circostanze,<br />
che è come dire ce<br />
la faremo.<br />
Il dubbio. Tornando a casa,<br />
guardando dal finestrino dell’Albanian,<br />
la compagnia di<br />
bandiera albanese (le hostess<br />
sono vestite con un sacco di<br />
colori, boh...) e quindi osservando<br />
le nuvole a forma di<br />
mare sotto di noi, mi è venuto<br />
un dubbio: perchè a Tirana<br />
non ho mai visto un cane, nè<br />
a vagabondare libero nè, tantomeno,<br />
al guinzaglio?<br />
nori in difficoltà, nella cittadina<br />
di Elbasan. Il Cefa, rappresentato<br />
nell’occasione da<br />
Andrea Tolomelli e Giovanni<br />
Beccari, è impegnato affinchè<br />
i progetti (cofinanziati<br />
dal nostro Paese) siano interamente<br />
gestiti da associazioni<br />
e cooperative albanesi capaci<br />
e in grado di lavorare<br />
per un processo di crescita<br />
del loro Paese.<br />
A Tirana la Nazionale Cantanti<br />
è stata seguita con un<br />
occhio di riguardo dall’ambasciata<br />
italiana, e l’ambasciatore<br />
Iannucci ha organizzato<br />
una cena finale, dopo la partita<br />
di calcio, durante la quale<br />
c’è stato un divertente fuori<br />
programma con Gianni Morandi<br />
e Luca Barbarossa a<br />
cantare, in un insolito duetto,<br />
celebri canzoni della tradizione<br />
napoletana e qualche<br />
indimenticabile hit di Lucio<br />
Battisti. (l.b.)