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COSCIONI 45_COSCIONI.pdf - Associazione Luca Coscioni

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14<br />

LE INTERVISTE IN AGENDA<br />

Poche e semplici parole<br />

È il secondo anno che destino il mio<br />

5x1000 all'associazione e ho convinto<br />

anche mia moglie con poche e semplici<br />

parole. Mi sembra di fare sempre poco<br />

per la galassia radicale, un in bocca al<br />

lupo all'associazione e a tutti i radicali,<br />

che come me combattono contro<br />

l'ignoranza politica<br />

GENNARO<br />

La libertà<br />

Un’analisi del giorno d’oggi<br />

attraverso gli occhi di una giovane<br />

scrittrice che racconta l’erosione<br />

della libertà, la paura adolescenziale<br />

e le differenze di genere<br />

Andrea Bergamini<br />

Elena Stancanelli è una scrittrice attrezzata<br />

e anomala, con la smania di conoscere<br />

la propria vita e anche quelle altrui.<br />

Ed è forse anche per questo che dopo gli apprezzati<br />

esordi narrativi di Benzina (1998, Einaudi)<br />

e Le attrici (2001, Einaudi) decide di<br />

coltivare la propria libertà stilistica, impegnandosi<br />

in una personalissima attività di cronista<br />

per le pagine romane de la Repubblica, con una<br />

inconsueta e felice capacità di mescolare immagini<br />

e idee. Alcuni di questi scritti e reportage<br />

verranno poi raccolti in A immaginare una vita<br />

ce ne vuole un’altra (2007, Minimum Fax).<br />

Un’esperienza, un metodo ma forse più correttamente,<br />

uno sguardo, che sono andati consolidandosi<br />

anche nelle opere successive (Mamma<br />

o non mamma, scritto in coppia con Carola<br />

Susani per Feltrinelli, 2009 ) nonché nella sua<br />

attività di collaboratrice delle pagine culturali<br />

de la Repubblica. Allergica ai luoghi comuni,<br />

grazie a un esercizio costante alla libertà e una<br />

vocazione naturale all’inconsueto, Elena Stancanelli<br />

mi aiuta a riflettere.<br />

Perché è un’opportunità vivere nell’Italia del<br />

2010?<br />

Per uno scrittore questo è un momento straordinario,<br />

anche nell’orrore, nella deriva totale,<br />

anche per la rapidità per cui si è passati dall’essere<br />

un paese europeo, o che si era dato obiettivi<br />

europei, a una situazione disastrosa che nessuno<br />

poteva prevedere. Forse non è un fenomeno<br />

esclusivamente italiano, ma trovo impressionante<br />

l’erodersi progressivo del senso e della<br />

pratica della libertà.<br />

Puoi farmi un esempio?<br />

Può sembrare una sciocchezza, ma non lo è,<br />

prendiamo i caschetti per andare in bicicletta<br />

dei bambini. Per molti genitori l’idea di mandare<br />

i propri figli piccoli in bicicletta senza caschetto<br />

è ormai aberrante. Ma io mi chiedo,<br />

trent’anni fa, quand’eravamo bambini noi, a<br />

chi mai veniva in mente di mettersi il caschetto<br />

per andare in bicicletta? A nessuno. E quanti<br />

bambini che conoscevamo sono morti cadendo<br />

dalla bicicletta perché non avevano il ca-<br />

schetto? Nessuno. Io ricordo che spesso i genitori<br />

ci deportavano nei giardinetti sotto casa, ci<br />

lasciavano giocare da soli, e dopo qualche ora<br />

tornavano a riprenderci. Ora vai ai giardinetti e<br />

vedi i bambini guardati a vista da adulti. Questo<br />

fenomeno di assenza di libertà, in particolare<br />

sui bambini, mi impressiona moltissimo.<br />

A cosa lo leghi? Qual è la ragione o l’origine?<br />

C’è stata una diminuzione della criminalità. Io<br />

penso che oggi le città siano meno pericolose<br />

che negli anni Settanta. La violenza nelle città diminuisce,<br />

eppure, contemporaneamente, si alza<br />

il livello di guardia. Credo che questo sia dovuto<br />

a un’operazione mediatica impressionante.<br />

Voluta da chi e a quale scopo?<br />

E’ difficile da dire. Forse il Paese alla fine degli<br />

Settanta stava prendendo una direzione per cui<br />

sarebbe stato più difficile da gestire, in altre parole,<br />

il potere ha avuto paura che il processo<br />

che era stato messo in moto sul piano delle libertà<br />

non fosse più controllabile. Ma non ho<br />

certezze su questo. Tra l’altro è un fenomeno<br />

occidentale e non solo italiano.<br />

Comunque non c’è dubbio che il tema della<br />

paura è fortissimo e ha portato a un restringimento<br />

della libertà.<br />

Mi colpisce che l’erosione della libertà di cui<br />

parli non sia il prodotto di un corpo di leggi<br />

autoritarie, ma una realtà che ciascuno di noi<br />

infligge a se stesso.<br />

C’è il rischio che a seguire si possano prima o<br />

poi prendere delle iniziative legislative in quel<br />

senso, ma per ora è il frutto dell’interiorizzazione<br />

della paura. Ho letto di recente il libro di Roberta<br />

Tatafiore e mi ha colpito quando dice: “Io<br />

sono per una forma di anarchia perché laddove<br />

c’è la legge che sostituisce l’etica personale e la<br />

morale dell’individuo, allora si regredisce.”<br />

È interessante ricordare che Roberta Tatafiore<br />

era stata molto vicina al gruppo di intellettuali<br />

liberali e libertari legati alla fase iniziale<br />

di Forza Italia…<br />

Forse è arrivato il momento di aprire gli occhi<br />

sulle cose. Non c’è dubbio che nella sinistra italiana<br />

non ci fosse grande fascino per le idee di

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