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20 febbraio - Associazione Luca Coscioni

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NOTIZIE RADICALIQUOTIDIANOFEBBRAIO <strong>20</strong>07AUT. TRIB. ROMA 11673DEL 13.07.1967 - DIR.RESP. AURELIOCANDIDOVIA DI TORREARGENTINA, 76 00186ROMAMENSILE DI INIZIATIVA POLITICA E NONVIOLENTA DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI, PER IL CONGRESSO MONDIALE PER LA LIBERTÀ DI RICERCAPOSTE ITALIANE SPASPEDIZIONE IN A.P.D.L. 353/<strong>20</strong>03CONV. L. 27/2/04 N°46ART. 1 COMMA 2DCB-ROMASTAMPE PROMOZIONALIE PROPAGANDISTICHERACCOLTA FONDIAgenda <strong>Coscioni</strong>Anno II - N. 2Febbraio <strong>20</strong>07Direttore Marco CappatoNEL NOME DI LUCAAi referendariIl <strong>20</strong> <strong>febbraio</strong>per la libertàdi ricercaLEGGE 402 34 9Carlo Flamigni,Domenico Danza,Giulia Scaravelli,Chiara LalliEUTANASIA10 13La lettera aperta aBertinotti e la risposta.Interventi di MarioPatrono, Paolo Floresd’Arcais, GianfrancoSpadccia, AngioloBandinelli e CarloTroillo14 19UNIVERSITÀLe regole e le riforme26 27LA GIORNATADI CHINON PUO’ASPETTAREMARCO CAPPATO<strong>20</strong> <strong>febbraio</strong> ‘07giornataper la libertàCon<strong>Luca</strong>di ricercaun anno dopoIl <strong>20</strong> <strong>febbraio</strong> di un anno familioni di italiani poteronoconoscerlo. Raggiunti casualmentedalla notiziadella sua morte furono finalmenteraggiunti dallaconoscenza della sua vitastraordinaria. Per un giorno,entrò nelle case degliitaliani un frammento deicinque anni di lotta di <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>, restata fino ad alloraclandestina: candidato“online” al Comitato deiRadicali; capolista - comegià Tortora e Sciascia - dellaLista Emma Bonino, davantia Marco Pannella esostenuto da sessantaPremi Nobel (che negli annisuccessivi diventaronocento); Presidente diRadicali italiani; nonviolentoin autoriduzione delleterapie per chiedere legalitàe conoscenza; “cavia”per la sperimentazione sullestaminali; fondatore dellaassociazione che porta ilsuo nome; pioniere di unanuova antropologia che“parla” con gli occhi e con ilcorpo, che dal corpo malatopunta dritto al cuore dellapolitica; leader di unnuovo movimento transnazionaleper la libertà diricerca…CONTINUA ALLA PAGINA 12


2.PER IL<strong>20</strong> FEBBRAIOAIREFERENDARITOC, TOC!RICOMINCIAMO DA CENTO?Monica Bellucci"La legge 40 offende le donne.Che ne sanno politici e pretidelle mie ovaie? [...] Ilreferendum è necessario. Pensoche la legge sulla procreazioneassistita approvata in Italia creiuna situazione assurda, come sela scienza in Italia dovessefermarsi e lasciarci in unasituazione arretrata rispetto aglialtri paesi che intanto vannoavanti."Andrea De Carlo"I miei saranno quattro sì. Invitotutti a farlo, perché, comedicevo, si tratta di esprimere unparere attraverso un istitutodemocratico quale è ilreferendum, che, vivaddio, inItalia c'è ancora. Qualcunoafferma che si tratta di questionitroppo tecniche per esseredecise a colpi di voti referendari.Ma allora la stessa accusa diincompetenza potrebbe essererivolta a chi ha scritto la legge40, visto il risultato."Renato Dulbecco"Non esprimo opinioni sulleconvinzioni religiose, io mioccupo di cose medicoscientifiche.So soltanto che gliembrioni che giaccionocongelati basterebbero alavorare tantissimi anni e apermetterci di scoprire nuovestrade. [...] Se la legge impediscedi mettere in pratica questolavoro, io francamente noncapisco perché si continui a farericerca scientifica."Sabrina Ferilli"Dando la vita a un nuovo essereumano non commetterei unreato né un peccato, ma fareiuna cosa bellissima, e proprio icattolici, così attenti a difenderela vita, dovrebbero capirlo piùdegli altri. Qui si parla di unfiglio, non di un essere artificiale.Non vedo che cosa avrebbe didiverso dagli altri bambini sel'ovulo della mamma e lospermatozoo del papà si fosseroincontrati in provetta."Giulio Giorello"Una legge anticristiana: almenoWojtyla sosteneva che la donnapuò essere vergine o madre. Macon la legge 40, la stessamaternità viene data al alcunedonne e negata ad altre. Le scusedi Wojtyla a Galileo e lo stessoammettere che l'evoluzione èpiù che "un'ipotesi" nonservono a un bel niente. È congli sviluppi della ricerca edell'impresa tecnico-scientificache bisogna fare i conti."<strong>20</strong>05: fu, o sembrò che fosse, una epopea: l’epopea delle adesioni,dell’abbraccio corale che la cultura, l’intellighentia, i ceti produttivi,lo sport, la parte migliore del paese offriva ai difensori della libertà discienza e di coscienza, ai promotori del referendum di cui primo firmatarioera <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>. Il settimanale “L’Espresso” fornì nomi evolti di questa imponente mobilitazione: “100 SI’”. Furono molti piùdi 100…Irripetibile? Un semplice fuoco di paglia? Possibile che inquesto paese gli entusiasmi non riescano a durare e a svilupparsilungo un cammino perseverante e ostinato, decisi a raggiungere unavittoria, “la” vittoria, superando le difficoltà e l’amarezza di una battagliaperduta? Certe conquiste, da noi, non si raggiungono in ungiorno o in un anno, ma attraverso una lunga serie di battaglie nutritedi coraggiosa costanza. E’ impossibile chiedere ai firmatari del referendumdel <strong>20</strong>05 di aderire alla iniziativa del <strong>20</strong> <strong>febbraio</strong> <strong>20</strong>07, allaGiornata per la Libertà? Ricominciamo da cento?Margherita Hack"Si tratta di una legge antiscientifica,perché impedisce la ricerca sulle cellulestaminali embrionali che potrebberoguarire enormi malattie, e di una leggeliberticida, perché incide sulla libertà piùintima dei cittadini, in particolare delledonne. Inoltre, non si può imporre lamorale cattolica a tutti i credenti e noncredenti. Per questo, va assolutamentecancellata."Paolo Hendel"Molte cose di questa legge sembranofrutto di una grande ignoranza e di unagrande arretratezza anche culturale,come per esempio il divieto delladiagnosi preimpianto. Non ti fanno farel'analisi dell'embrione e se poi ci sonomalformazioni nel feto sei obbligata adabortire... Ma chi l'ha ideato uncapolavoro del genere, Baget Bozzo incoppia col Mago Otelma?"Rita LeviMontalcini"Spero che se non riusciamo adottenere quello che io riterreiutile, cioè l'abrogazione totale,come è proposta mi pare daiRadicali, almeno si arriviall’abrogazione di quelle partipiù oscurantiste di questa legge,che si permetta la ricercascientifica, e si riconoscano alladonna i diritti che ha, e che lesono negati."Miriam Mafai"Una vittoria del sì starebbe asignificare una vittoria dell'Italialaica, civile, tollerante contro iltentativo di imporre ai cittadinied alle cittadine di un paeseormai evoluto e moderno leregole e i principi della ChiesaCattolica. "Umberto Veronesi"I limiti che la legge, di fatto,mette alla ricerca sulle staminaliembrionali espropriano gliitaliani anche dei frutti di questosettore di ricerca. Ribadisco: èuna legge ingiusta, inumana eantiscientifica. Andrò a votare alreferendum e voterò SÌ a tutti iquesiti"Giovanni Sartori"È una religione che siappiattisce su una concezionebiologica della vita, che accusadi omicidio chi lascia morire una"vita vegetativa" chementalmente è già morta, e chefa prevalere la potenzialità di vitadi un embrione sulla "vitaspirituale" (autocosciente) di chiè attualmente in vita e chiede aiprogressi della medicina diessere curato. Il lascito di SanTommaso è di una ratioconfortata fide. Maoggi miimbatto sempre più in una fedefanatizzata che emargina laragione e la ragionevolezza.Sbaglierò, ma in tutto questo c’èqualcosa di profondamentesbagliato."Umberto Eco"Ora la battaglia certamenteneo-fondamentalista sullapretesa difesa della vita, per cuil'embrione è già essere umano inquanto in futuro potrebbediventarlo, sembra portare icredenti più rigorosi sulla stessafrontiera dei vecchi materialistievoluzionisti di un tempo: nonc'è frattura (quella definita daSan Tommaso) nel corsodell'evoluzione dai vegetali aglianimali e agli uomini, la vita hatutta lo stesso valore."


PER IL<strong>20</strong> FEBBRAIO.AIREFERENDARI3AI REFERENDARI: SE CI SIAMO,IL <strong>20</strong> FEBBRAIO BATTIAMO UN COLPOLettera aperta di invitoa partecipare alla “Giornataper la libertà di ricerca”Cari amici “referendari”,il 12 giugno <strong>20</strong>05 non eravamodei “perdenti”. Rischiamo di diventarlooggi.Il 12 giugno <strong>20</strong>05 siamo statibattuti, è vero. Abbiamo già discussosia il perché oggettivosia le responsabilità soggettivedi quella sconfitta. Siamo arrivatia conclusioni anche diverse,certo. Per alcuni di noi fu devastanteil connotato - tutto“tecnicistico” - imposto alloscontro dalla CorteCostituzionale che cancellò leoltre un milione di firme appostesul quesito unico, quello sucui si concentravano per noi lemassime speranze di successo.Su quel terreno dissestato dall’illegalitàha avuto partita facileil fronte avversario: che persoprammercato si vide arrivarecome alleati quanti, fomentandol’ignoranza e le paure dellagente, hanno fatto campagnaper l’astensione. Altri di noihanno raggiunto conclusionidiverse, anche opposte, anchedi rammarico per un dialogoche è sembrato mancare, persoluzioni condivise che, si èdetto, anche nel nostro”campo”non sarebbero state cercatefino in fondo, come invece sisarebbe dovuto.Bisognerebbe ora riavviarlo,quel dialogo, quel dibattito.Non per un ozioso e tardivoesercizio, ma per riprendere inmano i nostri obiettivi di ieri allaluce di ciò che è successo daallora e ancora sta succedendoin questi giorni: pensiamo al“caso Welby” o alla vicenda deiPACS, per citare i fatti più clamorosi(di tante altre piccoleevenienze che pur dovrebberosollecitare attenzione e interventiadeguati vi parlerà questogiornale). Il “caso Welby”, sicuramente,in primissimo piano:e qui vogliamo ricordarvi qualcosache ci pare molto bello.Piergiorgio Welby era già da anniun dirigentedell’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>.Quel giorno, per andare a votare,rischiò il poco di salute chegli era rimasta. Ma da quellasconfitta, lui e <strong>Luca</strong> ottennerouna vittoria: la prima parzialeriforma per il diritto di voto deimalati intrasportabili.Comunque - va bene - il 12 giugno<strong>20</strong>05 siamo stati battuti.Ma se non riusciamo a riorganizzarciancora, oggi, subito,attorno a quegli obiettivi, lasconfitta rischia di produrre effettipiù gravi delle norme cheessa ha lasciato, purtroppo, invigore. Da “sconfitti” in virtù diun “non-voto”, di un voto “nullo”sul piano formale, rischiamodi divenire definitivamente“perdenti”, perdenti non di unabattaglia ma della guerra.Appariremo, all’opinione pubblica,come quelli che non sonopiù in grado né di vincere nédi convincere. E’ l’amara, tristecondizione di chi ha rinunciatoa lottare.Il <strong>20</strong> <strong>febbraio</strong> <strong>20</strong>06 moriva aOrvieto <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>. Quelgiorno, milioni di italiani hannoper la prima volta conosciutola sua storia. Per il <strong>20</strong> <strong>febbraio</strong><strong>20</strong>07 abbiamo deciso di promuoverela prima “Giornataper la libertà di ricerca”. Nonvogliamo coltivare il ricordo di<strong>Luca</strong>, ma cogliere l’occasioneper essere speranza di cambiamento,per affermare e fartrionfare le libertà e i diritti chedovrebbero essere garantiti aicorpi nella loro concretezza viventee invece sono loro negatiin nome di una vita astratta elontana, ancorché sacralizzata.Il <strong>20</strong> <strong>febbraio</strong> vogliamo (dobbiamo?)riprendere il camminodi <strong>Luca</strong> (e di Piergiorgio). Moltidi voi hanno nel frattempocontinuato il proprio singolo esingolare impegno, preso utiliiniziative, chi dentro chi fuori leistituzioni. Come associazione,siamo stati raggiunti da unacinquantina di parlamentari ditutti gli schieramenti e abbiamotenuto quel “Congressomondiale per la libertà di ricerca”che ha riunito attorno agliscienziati referendari italianiuna parte importante della comunitàscientifica internazionale.Sono stati loro i primi amobilitarsi, con 100 premiNobel, contro la replica dellalegge 40 all’ONU oall’Unione europea.E’ presto per individuare unastrategia comune tra le diverseorganizzazioni e personalitàche hanno partecipato allacampagna referendaria didue anni fa. Tra noi referendaric’erano personalità che ricopronoora massime responsabilitàistituzionali o di partito. Ilquadro delle presenze si è modificato,ma non sarebbe difficilecoinvolgere altre frescheenergie. L’esito del referendumsulla legge 40 ha assestato uncolpo alle prospettive di riformama le nostre ragioni non sonooggi meno forti e popolari diieri. Non c’è scusa o pretestoche tenga per non riprovare.Vi proponiamo perciò di partecipare,il <strong>20</strong> <strong>febbraio</strong>, allaGiornata per la Libertà diRicerca. Potete farlo nelle formeche preferite, anche autonomamenteorganizzando unevento o un incontro dove e comevi sarà possibile, oppure segnalandocila vostra disponibilitàa partecipare alle iniziativeche si terranno in giro perl'Italia e alle trasmissioni televisivee radiofoniche che verrannoorganizzate sul tema.Dobbiamo subito lanciare unforte segnale di ripresa di attività,certi che riusciremo a riprendereil cammino e a superareil ricordo e l’amarezza del<strong>20</strong>05.Marco CappatoRita BernardiniMaurizio TurcoMaria Antonietta <strong>Coscioni</strong>Piergiorgio StrataGilberto CorbelliniIl <strong>20</strong> <strong>febbraio</strong> <strong>20</strong>07, a un anno dallamorte di <strong>Luca</strong>, abbiamo convocato unagrande giornata per la libertà di ricerca.Occorre da subito organizzare eventi nellatua città chiedendo la partecipazione diquanti hanno voluto sostenere la lotta di<strong>Luca</strong> nel referendum sulla fecondazioneassistita.Tutti gli eventi che ti chiediamodi organizzare saranno immediatamentepubblicizzati sul nostro sito, e su tv e giornalianche nazionali.COSA PUOI FARE:· Raccogli le firme sull’Agenda<strong>Coscioni</strong> per il legislatore o sullaPetizione Welby (scaricale dal sitowww.lucacoscioni.it)· Organizza la proiezione del film documentario“Io, <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>”· Coinvolgi le personalità del mondodella scienza, della cultura, dello spettacolo,testimonial del referendumContattaci allo 06 68979286 o ainfo@associazionecoscioni.org


4?PER IL<strong>20</strong> FEBBRAIOAIRICERCATORICosa significa, cosa deve significare l’appelloche con questo giornale (ma non solo) rivolgiamoai lettori e al paese: “Con <strong>Luca</strong>, unanno dopo”? Durante la campagna referendariasulla Legge 40, molti laboratori scientificihanno scioperato “al contrario” lavorandonel fine settimana, molti scienziati hannofatto lo sciopero della fame per chiedereun’informazione corretta in merito allaricerca sugli embrioni, molti Centri di fecondazioneassistita hanno fatto una serrata “alcontrario”, rimanendo aperti per chiarire aicittadini il senso di un lavoro spesso mistificatoda una propaganda antiscientifica.Aiutarela societàa capirela scienzaELENA CATTANEODirettrice del laboratorio sulle cellule staminaliall’Università di MilanoQuello che mi è piaciuto è che ciascuno di noisi è reso disponibile. Non avrei mai pensatonella mia vita di essere qui oggi a parlare convoi, posso dirvi, con assoluto piacere. Noi siamoricercatori, noi stiamo bene solo quandosiamo nei laboratori. Sicuramente facciamocongressi, parliamo a centinaia di scienziati,ma è bellissima questa esposizione al pubblico,dobbiamo prestare attenzione. Ci ha presoun po’ alla sprovvista, ma la reazione è statamolto interessante, perché la comunità scientificaper il “sì” al referendum in fondo eracomposta di tante persone come me, prese damille cose (gli esperimenti, gli studenti, la didattica...),eppure ognuno di noi indipendentementesi è messo a disposizione. Mi sonotrovata per esempio in Piazza Duomo con colleghicon cui mi trovavo a congressi scientificiin giro in Europa o nel mondo e chiedevo “tucosa fai qui?” Mi rispondevano “sono qui perlo stesso tuo motivo, non si può andare avanticosì”. Mi sono trovata alle tribune elettorali enon avrei mai voluto retrocedere da quellapossibilità, mi sono trovata a fare cose - io edaltri miei colleghi - in piazza, nei teatri a Romae Milano, cose incredibili, con colleghi, appunto,con cui ci trovavamo a parlare di proteineschik, di grado due, di mesoangioblasti,di huntintina. Quindi c’è stata una reazione,perché abbiamo capito che qualcosa non va,sia nella proposizione della scienza in Italia,sia proprio all’interno della comunità scientifica,che non deve solo pensare al proprio laboratorio,ma deve anche un po’ aiutare la società,perché in fondo per noi la ricerca è impegnocivile, quindi non ti puoi sottrarre daquesto. Dunque, aiutare anche la società a capirele speranze, il futuro della ricerca, ma anchei problemi che abbiamo, i dubbi. C’è stataquesta reazione, non sufficiente per vincere,ma forse in fondo abbiamo vinto. Adesso lacomunità scientifica è molto più coalizzata.IL <strong>20</strong> FEBBRAIO PER LAGilberto Corbellini. Professore ordinariodi Storia della Medicina all’Università diRoma “La Sapienza”. Dal <strong>20</strong>04 Consiglieregenerale dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>,ne è oggi divenuto co-Presidente. Si èoccupato tra l’altro di diversi aspettidell'evoluzione storico-epistemologicadelle scienze biomediche nel Novecento,nonché dell'emergere delle istanze etichein relazione agli avanzamenti conoscitivi eapplicativi della medicina. Oggi membrodel Comitato nazionale di Bioetica.Piergiorgio Strata. Direttore del “RitaLevi Montalcini Center for brain repair”.Già Consigliere generale dell’<strong>Associazione</strong><strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, ne è oggi divenuto co-Presidente. Già Professore diNeurofisiologia alla Facoltà di Medicinadell'Università di Torino, ha rappresentatoil Governo italiano nello Human FrontierScience Program, un programma per lacollaborazione scientifica del G7 suproblematiche di frontiera nel campodella scienza della vita.Carlo Flamigni. Professore ordinario diGinecologia e Ostetricia presso l'Universitàdi Bologna. Dal <strong>20</strong>04 iscrittoall’associazione <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, nel <strong>20</strong>06diventa Consigliere generale della stessaassociazione. Autore di oltre 900pubblicazioni scientifiche e di numerosivolumi di divulgazione scientifica, è oggimembro del Comitato nazionale diBioetica.Demetrio Neri. Professore ordinario diBioetica all’Università di Messina. Dal<strong>20</strong>06 è Consigliere generaledell’associazione <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>. E’ statomembro della commissione ad hoc per laricerca sulle cellule staminali nominatodall’ex-Ministro della Salute UmbertoVeronesi. Oggi membro del Comitatonazionale di Bioetica.LA GIORNATA DI CHI NON PUO’ ASPETTAREMARCO CAPPATOcontinua dalla prima paginaIl <strong>20</strong> <strong>febbraio</strong> <strong>20</strong>06 un fotogramma di quegli stupendi cinque anni si è introdotto nelle case degli italiani, e la storiadi <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> poté essere onorata fino ai massimi vertici istituzionali. “E’ nato ora all’Italia”, se ne uscìPannella. In tanti l’avranno considerata retorica, martirologio di un tipo ben noto e abusato: “vive e lotta insiemea noi…”. Sette mesi dopo, Piergiorgio Welby inviava al Presidente Napoletano il suo appello per una morte dignitosa,e questa volta la conoscenza è esplosa nell’opinione pubblica, italiana e mondiale. Ma senza <strong>Coscioni</strong>, Welbynon sarebbe arrivato ai radicali. Arrivò anche lui via “internet”, e sul forum www.radicali.it aprì una discussionesull’eutanasia che ampliava l’udienza degli articoli, firmati “Il Calibano”, sulla “Voce di Rimini”.Tre anni dopo l’entrata in vigore della legge 40, Il <strong>20</strong> <strong>febbraio</strong> è la data di qualcosa che nasce: sarà la “Giornata perla libertà di ricerca”. Non una ricorrenza funebre, ma la festa di una memoria viva, puntata su obiettivi attuali. Inprimo luogo, l’abolizione di una legge clericale e ideologica - la 40/<strong>20</strong>04 - che rischia di sopravvivere, se dimenticata,un'altra legislatura. “Non possiamo aspettare le scuse di uno dei prossimi Papi”, diceva <strong>Luca</strong>. Il <strong>20</strong> <strong>febbraio</strong>sarà la giornata di chi non può aspettare. Questo numero del giornale è dedicato a <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>.Questi sono solo alcuni deiprofessori, scienziati, medici,che con l’<strong>Associazione</strong><strong>Coscioni</strong> si sono impegnati inquesti anni. Il <strong>20</strong> <strong>febbraio</strong> saràla giornata per chiamare tutti araccolta, perché le speranze dimilioni di malati non hannotempo da attendere. Quel


PER IL<strong>20</strong> FEBBRAIO.AIRICERCATORI5E’ possibile, per il <strong>20</strong> <strong>febbraio</strong>, chiamare aduna forte mobilitazione altre decine o centinaiadi scienziati - insieme a migliaia di cittadini- sull’obiettivo della libertà di ricercascientifica? Oltre un secolo fa, lavoratori,operai e contadini, uomini e donne, si mobilitaronoper rivendicare il diritto alla lorodignità come lavoratori e come persone. E’possibile sperare che nei laboratori e nelleuniversità vi siano oggi donne e uominidecisi a muoversi in prima persona per promuovereil bene più necessario alla conoscenzae alla ricerca in “scienza e coscienza”,la libertà? Vogliamo provarci?LIBERTÀ DI RICERCAGiulio Cossu. Professore ordinario diIstologia e embriologia medicaall’Università di Roma “La Sapienza”.Consigliere generale dell’associazione<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, è tra inoltre Direttoredell’Istituto per le cellule staminali delSan Raffaele di Milano.Margherita Hack. Professore ordinariodi Astronomia all'Università di Trieste.Dal <strong>20</strong>03 è iscritta all’associazione <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>. Astrofisica italiana di famainternazionale, ha lavorato pressonumerosi osservatori americani edeuropei ed è stata per lungo tempomembro dei gruppi di lavoro dell'ESA edella NASA.Cesare Galli. Medico veterinario, si èiscritto all’associazione <strong>Coscioni</strong> a partiredal <strong>20</strong>03. Noto nel mondo per avereprodotto il primo toro “fotocopia” Galileo,il primo cavallo clonato Prometea, e ilprimo clone di cavallo-campione: Pieraz.Gianni Vattimo. Professore ordinario diFilosofia teoretica all’Università di Torino.Dal <strong>20</strong>03 è iscritto all’associazione <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>. Oltre ad aver studiato ecollaborato assieme ad alcuni dei filosofipiù illustri del XX secolo, seguendo leimplicazioni politico-sociali della suaispirazione filosofica, Vattimo si è poiimpegnato in politica, in un primomomento nel Partito Radicale, con unimpegno costante come quello della lottaalle discriminazioni sessuali.Usciredal chiusodei laboratoriANTONINO FORABOSCOProfessore ordinario di genetica medica all’Universitàdi Modena e Reggio EmiliaGli scienziati devono avere una presenza pubblicapiù marcata e definita, anche per potereproseguire il loro lavoro. Le ragioni di questapresenza pubblica sono molte. Alcune sonoconnesse al fatto che la scienza è pur sempreun’impresa sociale che interagisce con la societàpiù vasta, altre connesse col fatto che sonorichiesti finanziamenti pubblici gestiti daistituzioni regolate dalla società stessa. Non viè insomma più alcun dubbio che essi devonouscire dal chiuso dei laboratori per fare sentiree far pesare la loro voce. Lo fanno altre categorieun tempo chiuse nel loro ambito (adesempio i magistrati), e deve essere fatto anchedagli scienziati. La loro presenza pubblicadiviene anche un loro preciso impegno civileper contrastare le agguerrite crociate antiscientificheche sempre più si leverannocontro i progressi della scienza e della medicina.Gli scienziati non hanno tuttavia da soli glistrumenti per dedicarsi a questo difficile compito,devono pertanto essere aiutati. Il mondopartitico italiano deve risvegliarsi e attivarsisubito per confrontarsi con la scienza e inserirecontenuti scientifici nei programmi politici...Io credo che una risposta concreta in questosenso sia quella lanciata dall’<strong>Associazione</strong><strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> che ha organizzato un“Congresso Mondiale per la Libertà di Ricercascientifica” il cui primo incontro è stato svoltonel <strong>febbraio</strong> <strong>20</strong>06. Questa iniziativa intendeinnanzitutto promuovere un vasto dibattitopubblico, a livello internazionale, sugli ultimisviluppi relativi alla ricerca scientifica, in particolarequella sulle scienze della vita. Si propone,anche, di indagare i meccanismi che sonoall’origine di quelle percezioni distorte dellascienza che favoriscono la strumentalizzazionepolitica di atteggiamenti irrazionali al finedi giustificare la limitazione delle libertà diricerca e di cura e, più in generale, lo spazio dilibertà individuale nelle scelte riguardanti lasalute e la malattia.tempo che - diceva <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong> - “non possiamoaspettare”, sarà accorciato seciascuno di noi da subito siimpegnerà per una grandegiornata per la libertà di ricerca,anche in memoria dell’uomoche in Italia l’ha fatta vivere.Contattaci allo 06-68970286.NOI MALATI SENZA DIRITTIPer Patrizia Battistini, Presidente dell’associazione www.unbambino.it “gli effetti negativi della Legge 40 sullecoppie che avrebbero bisogno di ricorrere alle tecniche di procreazione medicalmente assistite sono sotto gliocchi di tutti. Medici che trasferiscono pazienti nelle cliniche all'estero dove poi fanno cose che in Italia sonovietate. Costi pubblici superiori a quelli dei centri privati. Pazienti sempre più silenziosi e clandestini nel vivereil proprio dramma di famiglia mancata”. Per Monica Soldano, Presidente dell’<strong>Associazione</strong> Madre Provetta,“Da quando è entrata in vigore la Legge 40 l’alleanza terapeutica tra il medico e la coppia infertile è naufragataed è stata defraudata di ogni valore. Anche il nuovo codice deontologico degli ordini dei medici, approvatolo scorso dicembre, riconferma come presupposto imprescindibile dell’etica medica: l’onestà dell’informazione,l’aggiornamento costante e la veridicità. Tutto questo, ricondotto nell’ambito della medicina della riproduzione,sconforta il medico curante impossibilitato ad offrire alla coppia il meglio che potrebbe”. Per FilomenaGallo, Presidente di Amica Cicogna ONLUS “a quasi tre anni dalla applicazione della Legge 40/04 questo testoha dimostrato di fare acqua da tutte le parti. Lo si vede dai continui ricorsi alle aule di giustizia e da un numerocrescente di coppie che si rivolgono all’estero anche quando questo è ingiustificato (ovvero nel caso di tecnicheammesse in Italia). Da subito ci aspettiamo un aggiornamento delle Linee Guida, come previsto per legge.Questa volta partecipando alla stesura: come avviene per i tavoli di lavoro su altre patologie dove le associazionidi pazienti sono presenti perché portatori di interessi collettivi diffusi”


6:PER IL<strong>20</strong> FEBBRAIONEL NOMEDI LUCALUCA,SEI NATOALL’ITALIAI messaggidi cordoglio giuntidal mondodella politicaCARLO AZEGLIO CIAMPIallora Presidente della RepubblicaI suoi interventi, sempre lucidie mirati, hanno contribuito adaccendere il dibattito su temicruciali per il futurodell'umanità in Italia, inEuropa e nel mondo. <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong> è stato un simboloma anche un esempio di comela forza di volontà, unita aduno straordinario amore per lavita, possa far superareostacoli ritenuti insuperabili.SILVIO BERLUSCONIallora Presidente del ConsiglioPartecipo commosso al doloreper la scomparsa di <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>. Nella sua breve maintensa ed impegnataesistenza ha testimoniato conforza il valore dei diritti civiliche sono alla base del pensierodella grande famiglia liberale.Con tali sentimenti sonovicino ai familiari e ai radicaliitaliani.ROMANO PRODIallora Leader dell’UnioneSono addolorato e colpito perla morte di <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>,coraggioso testimone di unostraordinario impegno indifesa della dignità della vita edei malati. Esprimo la miacommossa partecipazione alvostro dolore e agli amici chehanno condiviso le suesofferenze e la sua passionecivileMARCELLO PERAallora Presidente del SenatoI miei sentimenti di profondocordoglio per la scomparsa di<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>. La sua malattianon gli ha mai impedito dioperare costantemente per leproprie convinzioni ed ideecon grande forza di volontà eprofondo impegno.L’UOMO DELLALIBERTÀ DI RICERCA SCIENTIFICACon questa copertina,uscita sul CorriereMagazine del <strong>20</strong> gennaio’05, a pochi mesi dalla tenutadei referendum, <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong> fu riconosciutoleader politico. In pochi, finoad allora, avevano conosciutoil volto e la storiadell’ “uomo della libertà diricerca scientifica”.CORRIERE DELLA SERA MAGAZINE<strong>20</strong> gennaio <strong>20</strong>05Un corpo immobile eppure contundente.Che fa male, che fa star male,quando ti chiede la libertà di vivere.Di poter guarire. Di poter cercareuna cura per sé e per quelli nelle suecondizioni e per tanti, troppi altriIo credo che un modellodemocratico debba mettere alcentro la libertà e laresponsabilità individuale, non ilpaternalismo dello Stato etico edell'etica di Statoancora. Perché "ci sono malattie conle quali è possibile vivere, altre concui è possibile convivere, e alcune allequali si può sopravvivere. Ma lamia non rientra in nessuna delle trecategorie: io sono come un cieco alquale è stato chiesto cosa prova nelvedere un tramonto".Un corpo aggredito dalla malattiadegenerativa. E pure dall'ignoranza:"C'e chi osserva la mia immobilità esi interroga se sono sordo. Chi, in albergo,domanda a mia moglie seposso salire da solo, scendendo dallacarrozzina, i tre gradini davanti all'ascensore.E persino quelli che, condiscrezione, le chiedono se riesco ascopare. E io, che ci sento benissimo,avrei voglia di rispondere: brutto imbecille,non farò tutte le posizioni delkamasutra, ma me la cavo anch'io".Infine, un corpo ostaggio della politicache per poter gridare - senzaavere più voce - si è fatto corpo politicoa sua volta: manifesto di carnesconvolta e rabbia lucida, progetto ebattaglia civili. Un corpo scomodo adirsi: "Sono un uomo imprigionatoin un gigante di pietra, questo peròmi ha reso duro e forte". Ma scomodo,molto scomodo, anche per quelliche fingono di non vederlo e preferisconoliquidarlo con due soldi dipietismo laico e uno di carità cristiana.<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, 37 anni, umbro diOrvieto, è quel corpo. Lo abita a fatica- "l'intelletto è l'unica risorsa chepuò aiutarti" e vuole riabilitarlo. Lopretende, da quando, dieci anni fa,una sclerosi laterale amiotrofica loha consegnato a una sedia a rotelle:lui che, quando ha sentito le gambefarsi marmo, stava preparando lamaratona di New York. E poi lo ha ridottoa dialogare attraverso un sintetizzatorevocale che traduce le parolescritte al computer, una ognitrenta secondi, "costretto a dovernefare economia": lui che era un profche sapeva far lezione. E incantaregli studenti. E Maria Antonietta piùdi tutti, se quella studentessa un po'speciale è diventata la sua compagnae poi sua moglie.ETICA DI STATOChiunque sarebbe finito travolto,nel suo stato, ma <strong>Coscioni</strong> no: dellamalattia ha fatto un'armatura e si èmesso a combattere. Contro lo Statoe per la libertà. Perché" spiega "iocredo che un modello democraticodebba mettere al centro la libertà ela responsabilità individuale, non ilpaternalismo dello Stato etico e dell'eticadi Stato". Quale libertà? Peresempio quella di poter utilizzare - èla sua battaglia di sempre - le staminaliembrionali nello studio di unacura per la sclerosi, l'Alzheimer, ilParkinson e le altre malattie degenerative:sì. insomma, quei 30 mila embrionisovrannumerari esistenti inItalia, sui quali la nuova legge sullafecondazione assistita (articoli 12, 13e 14) ha vietato la ricerca. Una battagliada affrontare, finalmente, sulterreno democratico dei referendum,"della responsabilità individuale",fortemente voluti da lui e dairadicali -suoi compagni di strada,prima: di impegno politico, poi - chè<strong>Coscioni</strong> è presidente del partito dal<strong>20</strong>01, quando si candidò allePolitiche, rispondendo agli inviti diPannella e Bonino, e trasformando,clamorosamente, la sua condizionein una sfida elettorale.Ma dopo che il governo s'è messo ditraverso, impugnando i cinque quesitireferendari, e dopo che, giovedìscorso, la Corte costituzionale ne haammessi soltanto quattro, bocciandoquello proposto dai soli radicali,di abrogazione dell'intera legge 40.<strong>Coscioni</strong> già intravede una nuova insidiasulla via della consultazionepopolare. "E la mia preoccupazionenon è tanto quella di vedere la leggemodificata in Parlamento, quantopiuttosto lo scendere di un silenzioassordante sui quattro quesiti rimasti".Così toccherà ancora a lui farsi sentire,attraverso l’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong> per la libertà di ricercascientifica, nata nel <strong>20</strong>02, e sostenutada un bel pò di intellettuali escienziati, da Dulbecco a Saramago,da Veronesi a Chomskv e dove i premiNobel, che sono in totale un centinaio,non esprimono soltanto solidarietàma partecipano all’iniziativa.Un'associazione dì scienziati,malati, disabili, cittadini, con 1.800nuovi iscritti nel <strong>20</strong>04 che, a partireda domani, terrà congresso aMilano, nel nome di questo maratonetadella libertà che non vuole enon può fermarsi: il tempo che scorreinesorabile e l'arrivo ogni voltaspostato più avanti. Stavolta dallosgambetto del governo, che ha messoin moto la Corte. ma anche dal silenzioassenso di molta opposizione.Da una certa comunanza d'intentitra schieramenti, fatta di"espressioni vuote e inutili", come ledefinisce <strong>Coscioni</strong>.QUELRITORNELLOBINDI-BONDìA cosa si riferisce? Prendete SandroBondi e Rosi Bindì; pronti a dirsele disanta ragione, brandendo un treppiedi,e una settimana dopo, con lalegge 40 in odor di referendum,pronti a intonare il medesimo ritornello:un bindibondi fatto di "ritengoche scontrarsi su temi del generenon faccia bene a nessuno (lei) e ilreferendum è uno strumento inadeguatoa risolvere problematiche legatealla vita (lui). Un ritornello dove,scambiando strofe e dicitori, ilprodotto politico non cambia: "Mala mia malattia è un filtro implacabilecontro uscite come queste, buonesolo a nascondere il problema, perimpedire alla gente di farsi un'opi-


PER IL<strong>20</strong> FEBBRAIO:NEL NOMEDI LUCA7MASSIMO D'ALEMAallora Presidente dei DSPIER FERDINANDO CASINIallora Presidente della CameraFAUSTO BERTINOTTIallora Segretario di RifondazioneSANDRO BONDICoordinatore Forza ItaliaPIERO FASSINOSegretario Democratici di Sinistra[...] Il suo coraggio e la forzadella sua personalità gli hannoconsentito di trasformare lasua sofferenza in unatestimonianza preziosa di lottae di solidarietà verso gli altri.Per queste ragionicontinueremo a ricordarlo ead impegnarci nelle battaglieche egli ha condotto.Con viva commozione hoappreso la notizia dellascomparsa di <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>,Presidente dei Radicali italiani.Il suo impegno civile e politicoresta per tutti noi un esempiostraordinario di coerenza, dideterminazione e di speranza,al quale guarderemo semprecon rispetto e grandeammirazione.Tutta la politica gli devegratitudine. <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> hainventato, con voi, forme dipartecipazione sconosciute. Incondizioni difficilissime, quasiimpossibili, ha reso possibile enecessario alla sua vita stessal'impegno politico. Hatestimoniato speranza e tantane ha suscitata. [...] Conriconoscenza ricorderò <strong>Luca</strong>.<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> è stato unprotagonista di molte edimportanti battaglie civili, dalui combattute testimoniandonella sua condizione di gravesofferenza fisica un coraggio eduna dignità ricca di significatimorali. <strong>Luca</strong> è riuscito a viverela sua malattia comepermanente testimonianza deisuoi valori e delle sue idee. [...][...] La sua scomparsa ci privadi una persona forte, ma cilascia una grande eredità, dicoraggio e di passione, innome della quale noi DScontinueremo a lottare per farsì che l'esistenza di tantepersone come <strong>Luca</strong> sia resameno difficile e menodolorosa.nione, di appassionarsi, di decidere.Frasi che mi rimbalzano addossocome per legge fisica, perchènon possono entrare nellamia dimensione. Eppure le cosesono semplici: c'è una speranza,non una certezza, ma una possibilitàconcreta che dalla ricercasulle staminali embrionali possavenire una cura per malattie checolpiscono milioni di persone. IlParlamento italiano ha deciso diproibire questa ricerca e ucciderequesta speranza. Non regolamentare:proibire. E la ragionecompassione per gli altri sono legatea sentimenti, idee, emozioniclic si incrociano nel mondo dellepersone e non in cellule osservateal microscopio. Arrivare apreferire che i 30 mila embrionisoprannumerari esistenti in Italiarimangano materiale congelato,fino a marcire, piuttosto che essereutilizzati per la ricerca, èun'aberrazione estranea a qualsiasireligiosità”. E subito anticipal'eventuale contestazione:"Capisco e posso apprezzare chiha paura di manipolazioni e mostruosità.Con loro non mi scoraggereidi cercare soluzioni e regole".nomine Antitrust.E comunque, come si fa ad avererequisiti accademici se l'universitàdove lavori, appena tiscopre malato, ti manda a casa?Perché questo è accaduto a <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>, che insegnavaEconomia ambientale all'Ateneodi Viterbo: niente rinnovo delcontratto. Siamo in Italia, mica inInghilterra, "dove il professorStephen Hawking, colpito dallastessa malattia, ha conservato lacattedra a Cambridge, e nessunoha mai pensato di licenziarlo,perché Hawking, oltre a essere ungenio, vive in un Paese liberale ecivile".di ragioni . E di ragioni non vuolepiù sentirne se non quellad'essere libero di curarsi e guariree vivere – quest’uomo prigionieroin un corpo di sasso.Questo invisibile, formidabile,convitato di pietra di una politicada esposizione, molto televisivae dongiovannesca, di granseduttori& piacioni. Questocorpo provato, ma non esausto,che non smette d'aver fede nell'uomo.Perché io ci credo inquesta battaglia. Non sono pessimista.Non me lo posso permettere.Io non cerco carità e nemmenopietismo: cerco risorse econsensi su un obiettivo erivendico di farlo utilizzando ilmio corpopolitica è una sola: il compromessocol Vaticano.E non soltanto per la caccia, sempreaperta, all'elettorato cattolico,"perché i vertici dei partiti inseguonopiuttosto il potere clericale,il potere delle burocrazie vaticane.Ed è un insegnamentoquanto mai trasversale. Soltantol'illegalità del sistema della comunicazionee dell’informazionein Italia consente ai partiti dipoter mantenere come interlocutoreuna rete di organizzazioniche gestiscono risorse consistentima che in termini di opinionepubblica contano sempre meno.Senza capire che la politica che siaggrappa alle religioni lo fa perdisperazione e per ottusità perchènon è in grado di offrire altro,e così facendo distrugge la politicae pure le religioni. Tanto che<strong>Coscioni</strong> non sa dire oggi, se aprocurargli più sconforto siano icattolici dogmatici - ma molticattolici stanno con lui, con la suabattaglia - o gli ateo religiosi."Non credo a nessuno di loro.Non posso credere che considerinodavvero l'embrione una persona,che possano soffrire perl'embrione: nessuno potrebbefarlo, perché la sofferenza, laPOLITICACLERICALEMa i due schieramenti inParlamento, le loro scelte suquesti temi, gli procurano un’afflizionesupplementare. "Il liberaleBerlusconi ha voluto impugnarei referendum, ma io nonmi sono troppo stupito. Ricordoche nel <strong>20</strong>01 andava a Porta aPorta a dire che i temi dei radicalierano questioni di coscienzae non politiche. Stessa cosapensava e diceva Rutelli. E insiemehanno proibito che uno solodi noi radicali entrasse inParlamento. Ecco perchè nonmi sono mai illuso. EBerlusconi, infatti, si è rifiutatodi nominarmi nel Comitato dibioetica, come invece chiedevanomolti scienziati, così comeRutelli è stato decisivo nel fareapprovare la legge senza modifiche.Per entrambi la scelta clericaleè oggi esplicita, apertamenterivendicata come sceltadi valori, e si fanno perfino concorrenzanel rilanciarla, pronti aunirsi ancora per far fallire ilquorum sui quesiti rimasti.Già, il Comitato dì bioetica.<strong>Coscioni</strong> ne fu escluso, cavillandosulla mancanza deirequisiti ufficiali, nel suo casoaccademici. Come se il suo corponon sapesse abbastanza,non conoscesse già tutto. Quasiche un malato impaziente perforza (“non posso aspettare lescuse di uno dei prossimi papi”)e, per forza, paziente appassionatodì bioetica e cento premiNobel a fargli da corpo non fosseall'altezza del compito: ma sisa, questo e il Paese delle deroghead personam e dei requisiti-tanto-alchilo e per laCommissione di bioetica si fu diregolamento stretto, mica dimanica larga come oggi per leIL VEROSCANDALOAnche per questo <strong>Coscioni</strong> hascelto di farsi problema politico,in un Paese buono a compatire,non a garantire. "mentre io noncerco carità e nemmeno pietismo:cerco risorse e consensi suun obiettivo e rivendico di farloutilizzando il mio corpo. Anchese non tutti gradiscono: Perl'onorevole Gasparri. e altri liberalidi sinistra-destra-centro comelui, il vero scandalo è che ioviva. Che non sia un oggetto dicure, ma un soggetto che lotta.Quasi un memorandum dellacampagna elettorale 2OOI,quando proprio il futuro ministrodefinì <strong>Coscioni</strong> " un poverinostrumentalizzato daPannella", rimediando la seguenterisposta: Non mi stupisceche il clerico-fascistaGasparri sia infastidito: per lepersone come lui, le personemalate o disabili se ne dovrebberostare rinchiuse in appositicampi di concentramento".Un corpo che parla. <strong>Coscioni</strong>,impossibile da zittire. Specie orache quattro referendum bussanoalle porte, compreso quellosulle staminali embrionali, e cisarà da star di guardia all'informazione.La bocciatura del primoquesito, quello di abrogazionecomplessiva della legge, offrirànuove possibilità ai tentatividi disinnescare, con la complicitàdi Rai e Mediaset, i referendum:la nostra risorsa è lagente, l'opinione pubblica, chedobbiamo riuscire a raggiungerein modo massiccio, altrimentiquesta battaglia morirà, insiemealla speranza di tanti. Comelui. Perché non sono affattoconvinto che il sapere e la scienzaprima o poi l'avranno vinta:la storia è piena di ottime cause,seppellite sotto una montagnaOggi a due anni di distanza, e aun anno dalla morte di <strong>Luca</strong>, ilCorriere Magazine dedica aMaria Antonietta Farina<strong>Coscioni</strong>, presidentedell’<strong>Associazione</strong> e dei RadicaliItaliani, la copertina di aperturadel nuovo anno: per le sfideetiche che ci attendono.


!8PER IL<strong>20</strong> FEBBRAIONEL NOMEDI LUCAANTONIO MARTINOallora Ministro della DifesaWALTER VELTRONISindaco di RomaSTEFANIA PRESTIGIACOMOallora Ministro per le pari opportunitàFRANCESCO RUTELLIallora Leader della MargheritaMARGHERITA BONIVERallora sottosegretaria agli EsteriGentile signora, gli eroi nonmuoiono. <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> vivenella memoria di quanti nehanno ammirato la nobilebattaglia. Partecipo con affettoal suo dolore.<strong>Luca</strong> ha messo il proprio amarodestino e il proprio dolore alservizio di una causa dellaquale è stato coerenteprotagonista, con unastraordinaria serenità e unagrande capacità di dialogo, finoall'estremo esito della propriavita. Credo che tutti debbanoriconoscere l’alto valore civiledella sua testimonianza [...][...] Una voce libera e bella, unaintelligenza speciale che hacombattuto con straordinariaforza d'animo una battaglianobile in nome dell'umanitàsilenziosa di tanti ammalati,che hanno trovato in lui unavoce coraggiosa. [...] Sonoconvinta che il suo esempioparlerà a tutti gli italiani.[...] La sua scomparsa ci riempiedi amarezza non solo per le suequalità umane ma ancheperché ha combattuto senzasosta una lunga e dolorosabattaglia contro la malattia.Restano il suo impegno e la suacapacità di modificare lepriorità della politica [...]<strong>Luca</strong> è stato un eroicoprotagonista di una battagliadi civiltà, costantementemessa in discussione e chepurtroppo non ha potutovincere. La sua testimonianzaè stata uno degli esempi piùluminosi di una grandeintelligenza e generosità. Allafamiglia e al Partito Radicale lemie più sentite condoglianze.SCUSEE RINGRAZIAMENTIFURIO COLOMBOL’Unità, 21 <strong>febbraio</strong> <strong>20</strong>06Verrà un giorno in cui certi vescovi sitoglieranno la maschera cattiva diMarcello Pera, torneranno a sentire lareligione come legame fraterno, echiederanno scusa a <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>,morto di un dolore atroce del qualemille voci hanno detto “Va bene così,soffra pure, vietato aprire i frigoriferizeppi di cellule staminali destinate alladistruzione”.Infatti, nel mezzo di una civiltà dellaricerca che, certo, - ci avevano detto inpassato - è voluta da Dio, è proibitocercare la cura del male. In attesa diquelle scuse, che certo verranno anchese tristemente sfasate nel tempo,tocca a noi cittadini di unaRepubblica fondata sul divieto chiederescusa a <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> per il modoin cui è stato lasciato senza rispostail suo grido di aiuto, che non eraper sé ma per la lotta a malattie finoraincurabili, per il modo in cui è statoabbandonato e ignorato […].Diciamo grazie alla sua dolcezza, allasua tenacia, alla sua appassionataperorazione che è stata un inno allavita, lui sì, presidente dei presidentidel diritto alla vita, lui nato e vivo emorente e abbandonato.[…] Ognuno ha diritto a giudizi e pregiudizisui Radicali. Ma è bene non dimenticareche sono stati i Radicali diPannella, Bonino, Capezzone e MarcoCappato a prendersi in carico ciò cherestava di una voce e di una vita. […]A loro diciamo grazie a nome di coloroche potevano non sapere e hannosaputo, di coloro che potevano noncapire e hanno capito, di coloro chepotevano lasciar perdere e si sonoimpegnati in solidarietà, visione esperanza.IL FILMil documentario di Marco Leopardi.Il direttore de l’Unità Padellaro lo hadefinito “dolcissimo e crudele”. Lavita e la politica di <strong>Luca</strong> attraverso idocumenti inediti. Per riceverlobasta chiamare lo 06.6826. Perricevere il dvd occorre inviare uncontribuito di 13 euro.NON POSSIAMOASPETTARE LE SCUSEDI UNO DEI PROSSIMI PAPILUCA COSCIONIintervento al Consiglio generale, 27 luglio <strong>20</strong>05"La malattia che mi ha colpito sta facendodiminuire il livello di ossigeno nelsangue e aumentare quello della anidridecarbonica, poiché non c'è un adeguatoscambio di aria ed è compromessa lafunzione dei muscoli respiratori. E' chiaroa tutti quanto l'ossigeno sia indispensabilealla vita e quanto venga utilizzatoda ogni cellula del nostro corpo. Senza diesso le cellule, e quindi il corpo, morirebbero.Non posso che vivere il tempo dando piùfiato possibile, che è anelito d'amore e disperanza, a questa storia di libertà, di civiltà,di democrazia, di chi malato, ha ildiritto civile di avvalersi del progressodella ricerca scientifica affinché il dirittoalla salute, alla guarigione o comunquealla riduzione della sofferenza, venganorispettati e non violati da una legge-dogmadi Stato che in nome della fede blocca,sbarra la libertà di fare ricerca, di scoprireil mondo della vita e della natura.Dunque una battaglia che non può chedarci maggiore consapevolezza deglisforzi che sono necessari - i cui risultatinon sono almeno per ora, scontati e prevedibili- per far conoscere il valore dellalibertà, della ricerca scientifica, di unasorta di religione della libertà che è imprescindibileper il progresso storico -politico, della democrazia nel nostroPaese."IL MARATONETAStralci dal libro di <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>La voce degli alberi“Vorrei scendere e camminare e abbracciareil vento, ma non posso. Mi piacerebbeandare incontro al temporale correndo,ma non posso. Vorrei innalzare uninno a questo spettacolo meraviglioso,ma le parole mi nascono nel cuore e mimuoiono in bocca. Dovrei essere unospirito libero per poter gioire, ora. Sonoinvece un uomo provato dallaSofferenza e dalla perdita della Speranza.Non sono solo, ma provo solitudine. Nonè freddo, eppure provo freddo. Tre annifa mi sono ammalato ed è come se fossimorto. Il Deserto è entrato dentro di me,il mio cuore si è fatto sabbia e credevoche il mio viaggio fosse finito. Ora, soloora, comincio a capire che questo non èvero. La mia avventura continua, in formediverse, ma indiscutibilmente continua.Nove anni fa, nel Deserto delSahara, stavo cercando qualcosa.Credevo di essere alla ricerca di me stessoe mi sbagliavo. Pensavo di voler raggiungereun traguardo e mi sbagliavo.Quello che cercavo non era il mio ego oun porto sicuro, ma una rotta verso quellaterra per me così lontana dove abitanoAmore e Speranza.”La mia malattiaCi sono malattie con le quali è possibilevivere. Altre con cui è possibile convivere.Infine, ve ne sono alcune alle quali sipuò sopravvivere. La sclerosi lateraleamiotrofica non rientra in nessuna diqueste tre categorie, è una malattia chenon lascia molto spazio di manovra eche può essere affrontata soltanto sulpiano della resistenza mentale. Se, infatti,ci si confronta con essa sul piano fisicosi è sconfitti in partenza. L'intelletto èl'unica risorsa che può aiutarti. Perquanto riguarda gli esempi pratici, se nefacessi uno, il lettore potrebbe apprezzarlocosì come un cieco al quale è statochiesto cosa prova nel vedere un tramontoScrivere una parolaMediamente, impiego 30 secondi perscrivere una parola. Questo, di fatto, significache, per me, le parole sono una risorsascarsa. Rispetto a quando stavo bene epotevo liberamente disporre della miavoce, il mio modo di scrivere, e, in parte,di pensare, ha subito dei cambiamenti.Trovandomi costretto a dover fare economiadi parole, devo puntare con decisionea quei concetti che ho definito, per comodità,concetti conclusivi. Certo, questomodo di scrivere ha fatto perdere ai mieiscritti una buona parte della loro ricchezzae complessità, tuttavia, è possibile, anchein questa condizione di restrizionedella mia libertà espressiva, un vantaggio:il fatto di dover puntare al cuore di un problema,o di un tema, con il minor numeropossibile di battute, mi costringe, letteralmente,ad essere chiaro con me stesso,prima ancora di esserlo con gli altri.Come un mutorestituì la parola a50 premi NobelAlcune persone, si contano sulla puntadelle dita, sostengono che io sia statostrumentalizzato. A questi, rispondo cheproprio io, muto, ho, in realtà, restituitola parola a 50 premi Nobel, e a centinaiadi scienziati di tutto il mondo, anche lororesi muti, in Italia, dal silenzio dellapolitica ufficiale e del sistema informativo,su temi fondamentali per la vita, la salute,la qualità della vita, e la morte, deicittadini italiani (…). La circostanza cheuna persona gravemente malata, chenon può camminare, che per comunicareè costretta ad utilizzare un sintetizzatorevocale, viva pienamente la propriaesistenza, questa circostanza, dicevo, rischiainfatti di scuotere le coscienze, leagita, le mette in discussione. Il fatto poiche io abbia sollevato una questione politica,che non abbia accettato di rappresentareun cosiddetto caso umano, cheabbia scelto lo strumento della lotta politica,infastidisce enormemente. Perché,in Italia, la persona malata, non appenauna diagnosi le fa assumere questo nuovostatus, perde immediatamente, elementaridiritti umani, e tale perdita ètanto maggiore, quanto poi più gravi sonole condizioni di salute della personain questione. La mia, la nostra battagliaradicale per la libertà di Scienza, mi haconsentito di riaffermare, in particolare,la libertà all'elettorato passivo, il poteressere cioè eletto in Parlamento, per portareistanze delle quali nessun'altra forzapolitica, vuole, e può essere portatrice.La battaglia chemi ha sceltoLa battaglia radicale, alla quale sto dandospirito e corpo, è quella per le libertà,e in particolare quella di ricerca scientifica.E' una battaglia radicale che non hoscelto, così come Marco Pannella non miha scelto e designato alfiere, porta bandieradella libertà di Scienza. E' una battagliaradicale che mi ha, ci ha scelto. Lastiamo combattendo, così come si viveun'esistenza, percorrendola, sapendo


PER IL<strong>20</strong> FEBBRAIO!NEL NOMEDI LUCA9ALFONSO PECORARO SCANIOallora Leader dei VerdiALESSANDRA MUSSOLINIEuroparlamentareOLIVIERO DILIBERTOSegretario del PdCIGIANFRANCO ROTONDISegretario della DCGIOVANI DELLA MARGHERITAEsprimo a nome di tutti i Verdicordoglio e commozione perla scomparsa di <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>,che con le sue battaglie hadato un grande contributo allaricerca scientifica e con il suoimpegno per la libertà è statoun esempio per tutti.Il mio pensiero e quello di tuttoil movimento che rappresentova alle battaglie civili condottee alla dignità che ha saputomantenere in tutti questi anni.Non posso non rilevarel'ipocrisia di chi solo un annofa, in occasione dell'elezioniregionali, mise il veto allapresentazione delle liste a suonome e oggi piange lacrime.Esprimo il più sentitocordoglio per la perdita di uncoraggioso combattente per idiritti civili e per la libertà diricerca, contro ogni forma dioscurantismo. I ComunistiItaliani esprimono la loro vivapartecipazione al dolore per laperdita di <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>.Esprimo sentimenti dicommozione e di cordogliomiei personali e di tutta laDemocrazia Cristiana per lascomparsa di <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>,che, con la sua testimonianzadi attaccamento alla vita e perla vita, ha rappresentato unapagina importante dellasocietà e della politica italiana.Viene a mancare una vocesincera, libera econvintamente democratica.Ricorderemo la sua grandeforza di volontà, il suocoraggio, che sono comunqueun punto di riferimento per lenuove generazioni.che non la si è scelta, ma che se ne puòessere gli artefici nel suo divenire.Invettivaagli ipocritiIl significato della mia esistenza è quello di viverla,così come mi è consentito, punto e basta. Nella miaavventura radicale, la cosa più importante, chepenso di essere riuscito a realizzare, è quella di averfatto di una malattia, una occasione di rinascita, e dilotta politica. Di avere avuto la forza e il coraggio, ditrasformare il mio privato in pubblico. Di avereribadito che la persona malata è, innanzituttopersona, e come tale, ha diritto a vivere una esistenzapiena, e libera, contro il senso comune e le ipocrisiequotidiane, che vorrebbero, invece, relegarci in unaterra di nessuno.Voglio affrontare un argomento che credosia di un certo interesse, almeno lo è,per me. Mi sono spesso domandatoquale potesse essere il significato dellamia esistenza, e il contributo che avreipotuto dare a me, e ai radicali italiani. Larisposta, è al tempo stesso semplice ecomplessa, così come, semplici e complessi,sono tutti i fatti della vita di unapersona. Dopo questo lungo pippone,ho optato per un taglio conclusivo comico,in modo tale da non essere mandatoa fare in culo, prima della fine, di questomio, non breve, intervento.In primo luogo, il significato della miaesistenza è quello di viverla, così comemi è consentito, punto e basta. Nella miaavventura radicale, la cosa più importante,che penso di essere riuscito a realizzare,è quella di aver fatto di una malattia,una occasione di rinascita, e di lottapolitica. Di avere avuto la forza e il coraggio,di trasformare il mio privato inpubblico. Di avere ribadito che la personamalata è, innanzitutto persona, e cometale, ha diritto a vivere una esistenzapiena, e libera, contro il senso comune ele ipocrisie quotidiane, che vorrebbero,invece, relegarci in una terra di nessuno.Che cosa può succedere quando ci si ritrovasu una sedia a rotelle e senza voce?Succede di tutto. Il silenzio si fa, però, parola,anche se, parola interiore.Così, uscendo dall'albergo, per andare apiazza del Pantheon, mi si avvicina unasignora, che, guardandomi le gambe, enon negli occhi, mi domanda se sonosordo. Non posso parlare, ma la mia voceinteriore le dice, Brutta imbecille, se miguardassi negli occhi, e non le gambe,non ti ci vorrebbe molto, a capire che cisento benissimo, anche se non ho nessunavoglia di ascoltare le tue cazzate.Tornando in albergo, il portiere domandaa Maria Antonietta, se posso salire dasolo i tre gradini, sui quali non è statapredisposta la pedana di accesso per i disabili.Ma, brutto testa di cazzo, replica lamia voce interiore, ti sembra che se potessifarlo, me ne starei seduto su una sediaa rotelle? A Milano, Vincenzo Silani,un neurologo squallido, che sta facendodi tutto, per opporsi al protocollo di studio,nel quale sono stato arruolato, incontrandomiun anno e mezzo fa, nonostantefossi il paziente più grave, mi ha ricevutoper ultimo, facendomi passaredavanti anche quei pazienti che avevanoun appuntamento successivo al mio.Una volta entrato, non sapendo ancora,chi fossi, mi ha messo nelle mani del suoassistente. Con aria scocciata mi ha poispiegato che non c'era niente da fare,che si trattava di una malattia incurabile,come se non lo sapessi già, e mi haconsigliato di tornarmene a casa, dalmomento che, di lì a poco, non mi sareinemmeno potuto più muovere. La miavoce interiore, gli ha risposto: grandissimopezzo di merda, ho già sepolto unodei medici che mi ha fatto la diagnosi infausta,e non è detto che non riesca a sopravvivereanche a te, che con le tue parolefalse, stai distruggendo la speranzadi migliaia di malati, che confidano nellaricerca sulle cellule staminali. La ragioneper la quale, tu macellaio, ti opponi aquesta sperimentazione è tremenda,non vuoi perdere le parcelle dei tuoi pazientiche, uno dopo l'altro, ti stanno abbandonando.Ancora, questa volta a Roma, non direttamentea me, ma a Maria Antonietta,c'è qualcuno, che le chiede se posso o no,scopare. La mia voce interiore, risponde,nuovamente: la sclerosi laterale amiotroficacolpisce la muscolatura volontaria,e non le funzioni sessuali. Certo, nonposso fare tutte le posizioni delKamasutra, ma un po' me la cavo ancheio, brutto imbecille! La scorsa settimana,mi sono recato in una sanitaria per ordinarela mia nuova sedia a rotelle, quellacon il supporto per la testa. Lì, ho incontratoil marito di una malata di sclerosilaterale amiotrofica, che rivolgendosi,chiaramente, sempre a MariaAntonietta, mi ha detto: poverino, non èche al partito ti fanno strapazzare troppo?E quando sei stanco, come fai? Lamia voce interiore gli ha risposto: primo,poverino un pezzo di cazzo! Secondo,sono io ad avere deciso di strapazzarmi,non gli altri per me. Terzo, siccome, sonosempre molto stanco, tanto vale dare unsenso politico a questa stanchezza.Quarto, nonostante tua moglie sia malatacome me, non hai capito minimamenteche tutto quello che sto facendoè anche per lei, e non solo per me. Ma vaa fan culo! C'è però, una cosa, che nonmi è stata mai detta direttamente: poverohandicappato, sei stato strumentalizzato.Il motivo è semplice. La mia voceinteriore avrebbe chiamato il mio avvocato,trasformandosi in un messaggio diposta elettronica, per far partire una denunciaper diffamazione. Si sa, il 99 percento delle persone è senza coglioni, equando si tratta di affrontarsi a viso aperto,gli occhi puntati negli occhi, non ce lafa proprio, e allora abbassa lo sguardo.Noi che non possiamo aspettareC'era un tempo per i miracoli della fede.C'è un tempo per i miracoli dellaScienza. Un giorno, il mio medico potrà,lo spero, dirmi: Prova ad alzarti, perchéforse cammini.Ma, non ho molto tempo, non abbiamomolto tempo.E, tra una lacrima ed un sorriso, le nostredure esistenze non hanno certo bisognodegli anatemi dei fondamentalisti religiosi,ma del silenzio della libertà, che èdemocrazia. Le nostre esistenze hannobisogno di una cura, di una cura per corpie spiriti.Le nostre esistenze hanno bisogno di libertàper la ricerca scientifica. Ma, nonpossono aspettare.Non possono aspettare le scuse di unodei prossimi Papi.LACRIMEDI COCCODRILLOGIULIO GIORELLOCorriere Magazine, 23 marzo <strong>20</strong>06[…] Per contrasto dedico le righe diquesta mia rubrica a una persona cheha saputo, pur tra mille difficoltà, diresì alla vita e lottare per il miglioramentodi questo mondo: <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>. Hoaspettato che si attenuasse l’eco dellecelebrazioni ufficiali anche perché nonamo coloro che quando era in vitahanno ostacolato o ignorato le iniziativedi <strong>Luca</strong> e che in morte ne hannoinvece lodato «l’impegno», stando beneattenti a non menzionare quale nefosse la posta in gioco: la rivendicazionedella dignità dell’esistenza (che è altracosa dalla retorica sulla sacralitàdella vita), la libertà della ricerca,l’apertura a tutti, cittadine e cittadini,dei servizi via via messi a punto dalleconquiste della scienza e dellatecno1ogia. Di qui un monito ai nostripolitici (di qualunque schieramento):ai necrologi preferiamo i programmi(possibilmente chiari e brevi). Ci piacevadi <strong>Coscioni</strong> quel suo «programma»etico che consisteva, detto in pocheparole, nel contrapporre una culturadel coraggio a quella cultura deldolore ancora molto diffusa nel Paese.Per esempio, a proposito del parto indolore,apprendo (Corriere della Sera,14 marzo) che ci sono perplessità quida noi per tecniche che sono invececonsentite in Gran Bretagna o negliUSA. Se si tratta di argomenti scientifici,che li si dichiari apertamente. Ma,per favore, basta con i fondamentalistidel “partorirai con dolore”. Che voli altol’aquilone per <strong>Luca</strong>, ma senza alcunfilo di ferro.IL LIBROda caso pietoso a casopericoloso. I testi di <strong>Luca</strong>, con unaprefazione di Umberto Veronesi eduna introduzione del Nobel JosèSaramago, scaricabili gratuitamentedal sito dell’associazione:www.lucacoscioni.it/ilmaratoneta


10LEGGE 40!IL REGISTRODELL’ERROREIL REGISTRO PMA E LA FOTOGRAFIADELLA RIPRODUZIONE ASSISTITAFILOMENA GALLOIntervista a Giulia ScaravelliIn che modo saranno utili i dati raccolti dalRegistro nazionale PMA?I dati raccolti forniranno in primo luogoun’idea della reale entità del fenomeno dellaprocreazione assistita: quanti e quali ciclivengono effettuati in Italia, quante coppiesi rivolgono ai Centri, quali sono le problematichedi infertilità, le tecniche maggiormenteutilizzate e le percentuali di successo.Sono stati censiti tutti i Centri che operanosul territorio e gli embrioni prodotti ecrioconservati in modo da valutare le caratteristichetecniche dei Centri, l’attività e leprestazioni offerte, l’efficacia e la sicurezzadelle tecniche usate.Come hanno aderito i Centri alla raccoltadei dati del Registro Nazionale PMA?L’Istituto Superiore di Sanità ha creato un sitointernet (www.iss.it/rpma), nell’ambitodel portale dell’ISS e ha una parte riservataa tutti i Centri che applicano le tecniche diPMA ed una parte aperta a tutti i cittadini ein particolare alle coppie infertili. OgniCentro ha la sua password e il suo usernamepersonale. Così, in forma del tutto anonima,i Centri inseriscono su delle schedepreordinante dall’ISS tutti i dati concernentile tecniche applicate nel corso di un annosolare. Il primo anno di operatività delRegistro Nazionale PMA ha visto un’adesionequasi totale dei Centri italiani, circa il90%.Quanto tempo richiede la raccolta dei dati?Per l’anno <strong>20</strong>07 sono stati elaborati tutti idati relativi al <strong>20</strong>05. La raccolta dei dati deicicli di PMA richiede, infatti, tempi lunghiperché una procreazione medicalmenteassistita non è un evento puntuale, ma unciclo articolato in più fasi che si estende nell’arcodi diversi mesi. Per valutarne l’esito,I primi dati ufficiali sugli esiti delle fecondazioni assistite effettuate neiCentri di medicina della riproduzione saranno consegnati come previstoper legge al Ministro della Salute. È partito ufficialmente ilRegistro Italiano sulla procreazione medicalmente assistita, istituitopresso l’Istituto Superiore di Sanità. Strumento di cui sono dotati quasitutti i Paesi Europei e che, con il decreto Ministeriale attuativo dellalegge 40/<strong>20</strong>04 (7 ottobre <strong>20</strong>05), avrà il compito di fotografare l’attivitàdei Centri di PMA autorizzati dalle regioni ad operare su tutto il territorioitaliano. Finora, invece, era possibile avvalersi solo di studi di settore,realizzati da organizzazioni scientifiche o da alcune regioni, chetuttavia non offrivano un dato univoco, elaborato a livello nazionale, suquali e quanti Centri e con quali modalità i Centri in Italia offrono unservizio di PMA. Ne abbiamo parlato con Giulia Scaravelli, responsabiledel Registro Nazionale sulla Procreazione Medicalmente Assistita,che già da anni collabora con i Centri di PMA per monitorare qualità equantità dell’offerta dei servizi dei circa trecento centri di riproduzioneche operano nel nostro Paese.bisogna innanzitutto sapere se una gravidanzasi sia verificata, poi se si sia svolta fisiologicamente,sia andata a buon fine conla nascita di un bambino e infine valutareanche il benessere e la salute di questobambino. Ecco perché in tutti i Registri esistential mondo, trascorre un lasso di tempodi circa due anni dall’effettuazione deicicli di terapia fino alla relativa pubblicazionedei dati.Come avviene la raccolta di questi dati?I dati sono raccolti in forma aggregata, cioètutti quanti insieme e non ciclo per ciclo.Alcune stime quindi verranno fatte su qualesia la percentuale dei Centri operanti inogni regione, l’affluenza di pazienti e le tecnichepiù utilizzate e che hanno maggioripercentuali di successo.La raccolta dei dati rappresenterà un vantaggioper le coppie?I dati che presenteremo non avranno il valoredi una classifica dei centri, ma consentirannoscelte più consapevoli e coscienti,saranno sicuramente uno strumento capacedi orientare il cittadino sul valore e l’efficaciadelle tecniche. In una seconda fase,quando sarà possibile istituire dei meccanismidi “audit”, ossia di controllo randomizzatosulla congruenza dei dati inviati da tuttii centri, con la collaborazione delleRegioni, potremo implementare lo strumentodel registro e rendere possibile la distribuzionedei dati relativi a ogni Centro,con le singole percentuali di successo, comegià si fa da tempo in alcuni Paesi anglosassonie negli USA. Le coppie avranno l’ulterioreopportunità di compiere una sceltapiù consapevole e rispondente alle loro specifichenecessità, soprattutto circa i Centricui accedere. In questo senso il sito delRegistro Nazionale PMA, oltre a essere unostrumento di raccolta dati, è anche un grandemezzo di comunicazione con i cittadini.Già tra due mesi avremo la parte interamenterivolta al cittadino molto più ampia econ la possibilità di rivolgere quesiti specifici.Esiste già in rete la lista di tutti i Centriautorizzati regione per regione con le caratteristichee i servizi offerti, che è già un passoimportante per garanzia di qualità deiCentri e uno strumento sempre più “di servizio”,più capace di orientare il cittadinonelle scelte.Ma che tipo di informazione, attualmente,sarà garantita al cittadino?Saranno garantite le informazioni sulle percentualidi successo ottenute per tecnica alivello nazionale e regionale, il numero di ciclieffettuati e di pazienti che si rivolgono atali tecniche. Informazioni più specifiche suogni singolo centro verranno adottate in futuro,questo perché, sia le utenze che accedonoai Centri che le tipologie dei Centristessi sono molto diverse tra loro, perciò sipotrebbero dare notizie che genererebberosolo confusione. Ad esempio un Centro, insé e per sé validissimo, che registra una minorepercentuale di successo solo perchéoffre cure a pazienti con un’età molto elevata,o a coppie con gravi problematiche di infertilitào con particolari fattori di rischio,potrebbe dare l’idea di un Centro con minoripercentuali di successo, cui il cittadinosi accosterebbe meno volentieri e questopotrebbe non rispecchiare la realtà. Quindiper ora si parlerà solo di percentuali di successoa livello nazionale, magari suddiviseper regioni o per Centri pubblici o privati.Come verranno diffusi i dati?Dopo aver elaborato definitivamente i dati,il Registro italiano li trasmetterà al Ministrodella Salute, Livia Turco che, come previstoper legge, ne relazionerà al Parlamento.Dott.ssa Scaravelli,cosa pensa invece dellamigrazione delle coppie verso i centriesteri?A volte le coppie si rivolgono all’estero pereffettuare una tecnica di PMA anche quandonon esiste una reale necessità. È vero chea seguito dell’entrata in vigore della legge 40alcune tecniche oramai non sono più consentitein Italia, ma a volte si va all’estero soloanche nell’illusione di ottenere miglioririsultati a un minor costo. Questo non sempreè vero, anzi, laddove centri promettonoa costi più bassi, come a volte accade in alcunipaesi dell’Est, gli stessi trattamenti, nonsempre al centro sono l’interesse, la tutela eil benessere dei pazienti e gli operatori italianipossono trovarsi a fronteggiare conseguenze,alcune volte molto gravi, di terapieeffettuate all’estero in modo tutt’altro chebrillante.DIVIETI MADE IN ITALYFAR WEST STRANIERIDOMENICO DANZADi modifiche alla Legge 40 del<strong>20</strong>04 ormai non si parla più. In unmodo o in un altro scivola sempredalle agende di tutti i Ministri edei rami del Parlamento. Comese, con il varo della Legge, fosserosvaniti anche i problemi che queltesto portava con sé. Con buonapace di quanti hanno sostenuto edifeso il testo dei divieti.Perfettibile, sì, lo si diceva prima edopo il refendum, e ancora primaci si affrettavano per varare la leggecon la scusa di scongiurare unfar west sostanzialmente inesistentema con l’impegno di perfezionare,rivisitare, modificare, migliorareun testo che, evidentemente,era insostenibile per i medici,per le donne, per i pazientitutti.Doveva essere un momento politicodi “apertura” e, invece, ci vuoleil binocolo per intravedere segnaliche possano preannunciaretempi migliori.La Legge 40/04, sul proibizionismoriproduttivo, non ha disattesonessuno degli effetti previsti: riduzionedelle nascite, aumentodelle gravidanze plurime con i rischiad esse connessi, aumentodei costi, dello stress fisico e psicologicodelle coppie, degrado edistruzione degli embrioni abbandonati,forte penalizzazionedella ricerca scientifica. Ma cosahanno prodotto realmente i divieti“made in Italy”? Per ora un“far west” straniero. Centri nati“on demand” disponibili ad accoglierei bisogni dei nostri pazientie sulle cui garanzie che offrononessuno sa nulla. Soprattutto neiPaesi dell’Est, quelli più vicinigeograficamente, dove si sonoabbassate le tariffe e si è creato untraffico di pazienti italiani privi diqualsiasi tutela.


LEGGE 40!IL REGISTRODELL’ERRORE11NON DOBBIAMO RASSEGNARCIALL’ASSENZA DI UN DIRITTOCARLO FLAMIGNIL’atmosfera politica ènettamente sfavorevoleall’apertura di un dialogo tralaici e cattolici e non credo cheil Ministro della salute abbiamolto spazio per muoversiC’è molta curiosità in merito allaprossima pubblicazione dei datiraccolti dal Registro Nazionaleper le PMA, che in teoria dovrebberosvelare un mistero sinora irrisolto:ha fatto danni, la legge 40,o al contrario ha creato le condizioninecessarie per meglio proteggerela salute delle donne, senzaperaltro modificare in modosignificativo le percentuali di successo?Insomma, hanno ragione iquattro estremisti atei e radicaliche pensano che l’embrione diventipersona quando si iscrive alpartito comunista e consideranole PMA una personale minierad’oro, o sono nel vero le quattropinzocchere cattoliche che si autoflagellanoin nome di una inesistentedignità della procreazionee credono ancora nell’orco enella sacralità della vita? Temoche il registro dell’ISS non risolveràquesto problema: i dati che cifornirà non saranno confrontabilicon niente, tranne forse conquelli ottenuti dallo stesso ISS inuna valutazione limitata al <strong>20</strong>00 etutto quello che è stato pubblicatodopo è largamente incompletoe privo di significato. Inoltre,ogni anno che passa i risultatidelle PMA migliorano in tutto ilmondo, prerogativa di tutte le disciplinemediche e in particolaredi quelle più giovani, cosa cherende il confronto con il passatoancora più difficile.Debbo quindi limitarmi all’analisidei dati dei quali sono personalmentea conoscenza e ad alcuneconsiderazioni molto generali.La prima cosa che desidero sottolineareriguarda l’attuale tendenzadella letteratura medica aconsiderare i “risultati cumulativi”dei cicli di trattamento, quellicioè che tengono conto di tutti isuccessi ottenuti al termine dell’utilizzazionedel complesso deglioociti aspirati. Se si consideranoquesti dati, i risultati attuali sononettamente peggiori di quellidi prima della legge perché mancanole gravidanze da embrionicongelati, che davano un importantecontributo alle percentualidi successo almeno in una trentinadi centri. La crioconservazionedegli oociti non è ancora riuscitaa colmare il vuoto determinatodal divieto di congelare embrionie attualmente viene eseguitacon risultati accettabili innon più di 3-4 centri. Le cose miglioreranno,ma per ora è così.Il secondo problema riguarda iminori successi che si ottengonoin alcune categorie di pazienti: lesterilità maschili più severe, ledonne quarantenni, tutti i casinei quali esistono difficoltà di fertilizzazionedegli oociti. Un certonumero di queste coppie va (oviene indirizzata) all’estero, equesti risultati naturalmente nonfigurano nel registro. Si aggiungaa ciò il fatto che alcuni medici italianihanno aperto centri in altripaesi europei e ci portano i propricasi più difficili (oltre a quelliche non possono trovare soluzione,per legge, in Italia).Sono certo che in avvenire i risultatimiglioreranno anche da noimalgrado i divieti: ho sotto gli occhiil primo documento delComitato Nazionale per laBioetica redatto su questi temi,naturalmente molto datato, cheparla del 9% di gravidanze per cicloFIVET e posso confrontarlocon i dati del registro americanodel <strong>20</strong>00 che riporta il 30% di nascite(!) per ciclo. Le tecniche, naturalmente,evolvono e migliorano.Dunque la legge ha peggiorato irisultati delle PMA, in modo apparentementemeno drammaticodi quanto si poteva prevedereperché gli italiani – medici e pazienti– si “arrangiano”.Possiamo sperare di cambiarequalcosa, magari con leprossime linee guida,che dovrebbero esserepubblicate entro ilprossimo mese diagosto? Sono personalmentemolto pessimista:l’atmosferapolitica è nettamentesfavorevoleall’aperturadi un dialogo tralaici e cattolici enon credo che ilMinistro della saluteabbia molto spazioper muoversi. L’unicacosa sulla quale si puòcontare è un chiarimento dellanorma che sembra imporre il trasferimentodi tre embrioni anchealle ragazze molto giovani: anchese in realtà non è così, c’è difficoltàad accettare il concetto chenon è semplicemente possibileLa legge 40 ha peggiorato irisultati delle PMA, in modoapparentemente menodrammatico di quanto si potevaprevedere perché gli italiani si“arrangiano”.imporre a una paziente qualcosache non la trovi d’accordo, e il40% di gravidanze multiple cheabbiamo• CARLO FLAMIGNIPioniere della fecondazione assistita, hapubblicato oltre 900 memorie scientifiche originali,numerose monografie e alcuni libri di divulgazione:I Laboratori della Felicità (Bompiani), Storie diBambini Piccolissimi (Giannino Stoppani), Il Librodella procreazione (Mondadori), Avere un bambino(Mondadori). Consigliere generaledell’associazione <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> dal <strong>20</strong>05, èanche membro del Comitato Nazionale diBioetica.a Bologna nelle ragazze che hannomeno di 36 anni lo dimostra.Continuo invece a pensare chesia sbagliata l’interpretazione cheè stata data di alcuni passaggidella legge, prima tra tutti la definizionedi embrione. L’esistenzadi una fase pre-zigotica e pre-embrionaleè sostenuta da moltibiologi e il fatto che la vita personaleabbia inizio solo dopo la fusionedei due genomi è convinzionedi molti bioeticisti, anchecattolici. Esistono leggi (inSvizzera e in Germania) che vietanoil congelamento degli embrionima non quello degli ootidie su questo punto il CNB ha datoun parere, a mio avviso, non convincente,considerato il notevolenumero di membri che non hannopartecipato al voto. Tornare adiscutere su questo tema è, a mioavviso, molto importante per leconseguenze che avrebbe il fattodi poter contare su una riserva diootidi e di poter eseguire su di essi“almeno” le indagini genetichepossibili sui due globuli polari. Inattesa, naturalmente, del prossimo(o dei prossimi) referendum.Perché quello che non possiamoproprio fare èrassegnarci.E a proposito delle tutele, una dellequali dovrebbe essere rappresentatadal Registro Nazionaleper la raccolta dei dati su ciò cheresta delle monche tecnologie inItalia, certamente, almeno allostato attuale, fornendo una raccoltadi dati aggregati sui cicli, chenon fornisce un quadro dettagliatoe complesso delle variabili chedeterminano il successo di un ciclodi fecondazione, non sarà ingrado di fornire un quadro realedella situazione e di orientare realmentela coppia.Un aiuto agli operatori e alle coppienon arriva neanche dalle attualiLinee Guida che, invece didare indicazioni, trasferiscono iquesiti dei medici e dei pazientinelle aule di giustizia, un quadrodavvero inquietante se solo ci siferma a riflettere che per dirimerele questioni legate alle cure, lalinea non può essere dettata aimedici dalla letteratura scientificaper tutelare il miglior costo-beneficiosulla salute, ma piuttostodai magistrati di turno.In questo mutato panorama, ilprimo passo sembrava almenol’azione per modificare le LineeGuida che, se si pensa come essesiano basate su principi tutt’altroche scientifici, si può facilmenteimmaginare come lo spazio dimanovra per un cambiamentosostanziale sia ridotto.Nonostante ciò, alcuni punti possonoe devono essere chiariti, soprattuttoperché è possibile farlosenza stravolgere la legge.Almeno, dalla parte delle donne,ci auguriamo che venga rimossol’obbligo del trasferimento di tuttigli embrioni ottenuti, che esponesoprattutto quelle più giovania gravidanze multiple con i seri rischiche ne derivano. Così come èd’altra parte necessario codificarein maniera chiara un protocolloda adottare in caso di rifiuto daCosa hannoprodottorealmentei divieti dellaLegge 40in Italia?parte della coppia di sottoporsi all’impiantodi tutti gli embrioni ottenuti.Vorrei, infine, cogliere l’occasioneper parlare di un aspetto importanteche rende coercitiva davverola legge e che andrebbe superatoper una questione se non altrodi equità delle cure. Si tratta dirivedere assolutamente e con urgenzail concetto di “sterilità” cheè definita come unica condizioneper l’accesso alle tecniche. In realtà,lo ricordiamo, non può riprodursinaturalmente neanche lacoppia affetta da malattie sessualmentetrasmissibili la cui riproduzionesessuata causerebbe contagioe quindi malattia. Non è possibileche la legge dia come unicachance per avere un figlio quelladi ammalarsi anche a persone sane.Non è ammissibile che unPaese civile possa ammetterequesto paradosso nella sua legislazione.E a proposito di questo ècurioso notare come, invece,un’ordinanza di un magistrato diPalermo ha permesso l’accessoalle tecniche a un detenuto in regimedi carcere duro. Come direche siamo nel regno del possibile.Basta passare dalle aule di giustiziaper rispondere a questioni privatissime,intime, e delicate.Questioni che una brutta legge,più che imperfetta, ha scippato inparte alla medicina, ma soprattuttoall’autodeterminazione e allaconsapevolezza dei pazienti.Siamo ancora in attesa dei programmiprevisti dall’articolo 2della Legge per l’informazionecorretta sulle problematiche dellasterilità, nella speranza che almenola si possa prevenire e se nepossa soprattutto modificarel’impatto culturale, liberando l’infertilitàe la sterilità dai pregiudizimorali che costringono le coppieal silenzio della vergogna.


12LEGGE 40!TRA SCIENZAGIUSTIZIA E MORALELA STORIADI SIMONAPortatori sani di talassemia e sterili, fanno ricorso alle tecniche diprocreazione assistita. La legge 40 vieta la diagnosi genetica dipreimpianto e solo a gravidanza avviata scoprono che l’embrioneè affetto da Anemia Mediterranea. Dopo un aborto terapeutico,tentano di nuovo di avere un figlio. Ma lo spettro di un secondoaborto li spinge a ricorrere alla Corte Costituzionale per effettuarela diagnosi prima dell’impianto. la richiesta viene respinta.Simona ci racconta il dolore di non potere avere un figlio sano.CHIARA LALLICome è cominciata la vostra storia?Io e mio marito siamo una coppia infertile e per avere unfiglio abbiamo dovuto ricorrere alla procreazione medicalmenteassistita. Siamo anche portatori sani di anemiamediterranea. Abbiamo deciso purtroppo dopo l’entratain vigore della legge 40. Io mi sono sottoposta a molte visite,e speravo che non ci fossero impedimenti per avere unfiglio.In che modo la legge 40 vi creava problemi?Quando siamo andati all’Ospedale Microcitemico hochiesto se durante la fecondazione in vitro potevamo saperese l’embrione fosse sano o malato. Ma non potevamo,perché la legge 40 non permetteva la DiagnosiGenetica di Preimpianto che a noi serviva per sapere sel’embrione aveva ereditato la talassemia.Che cosa avete deciso di fare?Di tentare comunque: non si poteva fare altro, desideravamocosì tanto un figlio. Nel maggio <strong>20</strong>04 sono rimastaincinta; eravamo felicissimi. Poi all’undicesima settimanaho fatto la villocentesi, e ho scoperto che l’embrioneera malato. È stato come se ci fosse caduto il mondo addosso.Com’è vivere con la talassemia?Ho visto tanti malati da vicino, e quando vedo quei ragazzial Microcitemico, solo a guardarli negli occhi penso:“Come posso mettere al mondo un bambino destinato auna vita del genere?”. È una sofferenza dalla nascita finoalla morte; morte precoce perché hanno una vita più brevedel normale. E soprattutto è una vita disgraziata, bruttissima,non possono fare dello sport agonistico, non possonomangiare molti cibi, hanno difficoltà a studiare perchénon riescono ad apprendere facilmente, vanno a lettocon delle pompe d’infusione perché devono fare delleterapie particolari (che a lungo andare danneggiano gli altriorgani del corpo). I talassemici devono sottoporsi a trasfusionicontinue (circa una al mese), con tutti i problemimedici che ne conseguono.Quale decisione avete preso dopo la villocentesi?Ho deciso di abortire perché non volevo condannare miofiglio a questa tortura. Io non la posso chiamare vita; e nonsono io a distruggere una vita abortendo. Sto risparmiandoad un essere umano una esistenza sciagurata.Con la Diagnosi Genetica di Preimpianto avremmo potutoavere una speranza.Dopo la decisione di abortire cosa è successo?Da una emozione di fiducia, in cui non esisteva la malattia,sono passata alla brutale consapevolezza. Ero talmentefelice della gravidanza che ho voluto andare avanti. Mapoi la diagnosi infausta mi ha costretta a fare i conti con ladrammatica realtà.Ho dovuto abortire, sono stata ricoverata alla dodicesimasettimana. In questi casi l’intervento non consisterebbein un raschiamento, ma sono passati altri sei giorni e quindiero andata oltre la dodicesima settimana, in quanto nell’ospedaledove mi ero ricoverata i medici erano tuttiobiettori di coscienza. Chiedevo aiuto aimedici ma mi rispondevano: “Mi dispiace,lei la vedrà il primario, purtroppolei deve aspettare, noi siamo obiettori”.E nei loro sguardi c’era una condannasenza appello.Mi sentivo morire. Chi non ha capito lamia decisione evidentemente non hamai visto un bimbo talassemico, unbimbo condannato a soffrire e destinatoa una morte prematura.Anche i magistrati sono senza cuore. Èimpossibile vietare ad una donna di esseremadre.L’esperienza dell’aborto ha condizionatoil vostro desiderio di avere un figlio?Dopo quei giorni di attesa, il primariomi ha portato urgentemente in salaoperatoria. Mi hanno fatto un raschiamento,e il giorno dopo avevo dei doloriallucinanti. Ero stata talmente scioccatache nonostante il dolore insopportabilesono tornata a casa. Ma una voltaa casa i dolori continuavano ad aumentaree stavo sempre peggio; ma non volevotornare in quell’ospedale, tanta erala paura di tornare lì, la paura di riaffrontaretutto quello che avevo passato inaggiunta al dolore di abortire.Siamo andati in un altro ospedale e ho subito un altro raschiamento.Un dolore fisico e morale. Stavo malissimo. Avevo paura,ero angosciata.Passato un anno, ho deciso di riprovare, e ho deciso di cercareassistenza psicologica.Ma dopo il prelievo degli ovociti mi è tornato in mente tuttoquello che avevo vissuto e non ce l’ho più fatta. Ho rivissutotutto, mi sono rivolta ad uno psichiatra, e anche seavevo firmato per l’impianto degli embrioni ho deciso diricorrere al giudice per chiedere la possibilità di ricorrerealla Diagnosi Genetica di Preimpianto.Che cosa vi hanno risposto i giudici e che cosa avete intenzionedi fare oggi?In ballo c’era la mia salute, oltre che quella dei figli cheavremmo messo al mondo. Ho chiesto alla CorteCostituzionale se fosse possibile cambiare l’articolo 13della legge 40. È possibile fare le analisi prenatali come lavillocentesi o l’amniocentesi. Perché non avrei potutofare ricorso ad una indagine preimpianto in modo daevitare un eventuale aborto? Invece purtroppo la CorteCostituzionale ci ha risposto di no.Ora grazie all’aiuto di una coppia fuori dalla Sardegna,che è disposta ad aiutarci economicamente, abbiamodeciso di andare all’estero per poter ricorrere allaDiagnosi Genetica di Preimpianto.Certo, pensare di essere costretti ad andare all’estero peravere un figlio mio mi fa rabbia, spendere tanti soldi,non è giusto che a noi italiani ci si vieti una cosa simile.La legge 40 invoca la sacralità del concepito a scapito deidiritti di persone già indubitabilmente esistenti: il dirittoalla salute, il diritto alle scelte terapeutiche e così via.Frustrando i desideri legittimi di genitorialità: che cosarisponderebbe a quanti condannano il presunto dirittodi “pretendere un figlio a tutti i costi”?Non è pretendere un figlio a tutti i costi. Io chiedo soloun figlio sano. Lo desideriamo. Io voglio una famiglia,chiedo soltanto questo. Una cosa bella, non cattiva, nonbrutta. Non c’entra niente la pretesa a tutti i costi. È possibileavere un figlio sano. Sono loro a renderla a tutti icosti una cosa impossibile mettendo sulla nostra pelledelle leggi ipocrite e contradittorie come la legge 40, chevieta la Diagnosi Genetica di Preimpianto per salvaguardarel’embrione (che poi non è un embrione ma sonosolo otto cellule), ma poi ti permette di abortire (abortoterapeutico come viene chiamato nella legge 40) alla dodicesimasettimana, uccidendo un feto già completamenteformato che ha bisogno solo di crescere.Appello alle coppietitolari di embrioninon più impiantabiliPER DONARE ALLA RICERCASCIENTIFICA INTERNAZIONALEGLI EMBRIONI ALTRIMENTIDESTINATI ALLA SPAZZATURA


LEGGE 40!TRA SCIENZAGIUSTIZIA E MORALE13IL CONCEPITO È UNA PERSONA?La scienza non fornisce la soluzione. Stabilire l’inizio della vita è questione morale.CHIARA LALLILa questione concettualmente più significativa che animala Legge 40 è l’identificazione tra concepito e persona.Prendere una posizione al riguardo condiziona infatti lavalutazione morale della sperimentazione embrionale odella crioconservazione degli embrioni fecondati. È evidenteche considerare il concepito come una personaimplica la condanna automatica ogni manipolazionesu di esso.Possiamo considerare il concepitocome una persona, intendendoper persona un soggetto titolaredi diritti, in primo luogodel diritto alla vita? Larisposta non può essererintracciatanella scienza; nonserve perfezionaregli strumentitecnologici o aspettare l’avanzamento della conoscenzascientifica, perché dobbiamo compiere una sceltamorale. Quando ci troviamo di fronte a una persona?La condizione necessaria per essere una persona è la presenzadi stati mentali e la capacità di apprezzare la propriaesistenza; in altre parole, di una aurorale autocoscienza.L’embrione non possiede tale requisito, e di conseguenzanon è affatto una persona, sebbene potrebbe diventarlose il suo sviluppo non è interrotto. L’embrione non è unapersona anche se non è possibile individuare l’esatto momentoin cui lo diventerà (=acquisirà quei requisiti per essereuna persona). Il fatto che l’embrione sia vita e vitaumana non è sufficiente per considerarlo anche una persona:molte cose sono vita (rane e lucertole, fegato e pancreas)e molte altre sono umane (spermatozooi e ovocitiappartenenti alla nostra specie) ma non sono persone.Ancora, nemmeno l’unicità del patrimonio genetico di unOgni giorno in tutto il mondo sonomoltissime le persone che scoprono diavere una malattia ad oggi incurabile,che procura sofferenza, dolore, morte.Ogni giorno i ricercatori di tutto ilMondo nei loro laboratori lavorano abeneficio dei malati, per sconfiggere lamalattia o per rafforzare la speranza.Oggi, quegli embrioni che non sonoidonei per una gravidanza e che sonoperciò destinati a finire in un lavandino- cioè quegli embrioni crioconservatiche non saranno utilizzati ma lasciatimarcire in un apposito Centro aMilano - potrebbero essere utilizzaticerto embrione implica che quell’embrione sia una persona:la presenza di un patrimonio genetico, seppure unicoe irripetibile, non soddisfa il criterio dell’autocoscienza,non è il sintomo della presenza di un qualche stato mentale.Il concepito diventerà unapersona: l’argomento dellapotenzialitàÈ un argomento spesso usato a sostegno del conferimentodi diritti all’embrione: il concepito ha gli stessi diritti diuna persona perché è una persona in potenza. Questo argomentoinferisce l’esistenza di diritti attuali da futureproprietà. La possibilità o la certezza che in futuro un organismoacquisisca determinate caratteristiche che nonpossiede allo stato attuale non ci giustifica però a trattarlocome se le avesse già acquisite. Altrimenti andremmo incontroa grottesche conseguenze: siamo autorizzati a trattareglia ltri come se fossimo morti, dal momento che losaranno sicuramente prima o poi? Siamo disposti a permetterea un bambino di otto anni di votare in base al fattoche tra dieci anni avrà quelle caratteristiche che giudichiamonecessarie per il conferimento del diritto di voto?Certamente non lo siamo; allo stesso modo, nonsiamo autorizzati a conferire all’embrione diritti attualiin virtù del fatto che l’esito del suo sviluppo, senon interrotto, sarà una persona.Il fatto che al concepimento si formi una identità geneticanon è significativo per il conferimento di unaidentità personale, perché i geni non sono cheistruzioni per sviluppare in futuro quelle caratteristichenecessarie per essere una persona: abbiamonuovamente a che fare con l’argomento della potenzialità.È abbastanza inverosimile attribuire a un esserevivente (sebbene umano e geneticamente irripetibile,e sebbene potenzialmente personale)quelle caratteristiche minime per rilevare la presenzadi una persona; quindi, non è ammissibileconsiderarlo come una persona attuale e cometitolare di pieni diritti.Non è possibile stabilire ilmomento esatto in cui sidiventa persone, quindi lo si èda subito: l’argomento dellasogliaStabilire l’inizio della vita personale è una questione morale,e indicarne i criteri presenta alcune difficoltà. Questedifficoltà, tuttavia, non devono scoraggiarci nel cercareuna risposta.Il processo evolutivo che ha inizio con il concepimento ècontinuo e privo di scosse; non c’è modo di individuareun salto che abbia una rilevanza morale, proprio come inuna scala cromatica è impossibile individuare il punto incui un colore sfuma nell’altro. Questo è il cosiddetto problemadella soglia: individuare quando una pre-personadiventa persona. La difficoltà di stabilire una soglia, secondoalcuni, è sufficiente per dimostrare che il concepitoè persona, perché in futurodai ricercatori internazionali, neiPaesi dove la ricerca non è sottoposta aquelle proibizioni assurde in vigore inItalia con la legge 40/<strong>20</strong>04.Per questo proponiamo alle coppie titolaridi embrioni non più impiantabili didonarli all’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>,che li metterà gratuitamente a disposizionedei centri di ricerca internazionalipiù importanti e autorevoli.Per info, contatta l'<strong>Associazione</strong><strong>Coscioni</strong>: Via di Torre Argentina 7600186 Roma, tel 06 68979286info@associazionecoscioni.orgsarà sicuramente una personae allora, procedendo aritroso in un percorso senzafratture, deve essere personaanche adesso.Sebbene non sia possibileindividuare il momentoesatto in cui una pre-personadiventa persona, comenon lo è stabilire il momentocruciale in cui il nero diventagrigio, la differenzaconcettuale permane. Lagraduale trasformazione dauno stadio al successivonon può giustificare la negazionedella differenza trauna pre-persona e una persona,o tra il nero e il grigio. Tutte le fasi evolutive umanepresentano questo problema, e ogni classificazione costringel’incessante fluire dell’esistenza in categorie severee dai contorni inevitabilmente sfumati: è impossibile additareil momento esatto in cui un ragazzo diventa adulto,vi sarà una fase di dubbio e l’impercettibile e inarrestabilemutamento si sottrarrà a rigidi confini. Tuttavia, non siamodisposti a rinunciare alla differenza tra giovinezza ematurità basandoci sulla considerazione che la prima sitrasforma nella seconda dolcemente. Né saremmo dispostia sostenere che, dal momento che è impossibile indicareun punto preciso di passaggio, l’adulto non sia mai statoragazzo. Se riteniamo assurdo questo ragionamento,dovremmo ritenere altrettanto assurdo affermare che si èda sempre e da subito persone in base al fatto che il caratterepersonale non si manifesta come la luce elettrica dopoavere acceso l’interruttore, e piuttosto somiglia al sorgeredell’aurora.Conseguenze filosofiche egiuridiche dell’identificazionetra concepito e personaIl conferimento di diritti al concepito implica conseguenzegravi sia sul piano filosofico che su quello legale. Se ilconcepito è equiparato a una persona si delinea inevitabilmenteun conflitto tra i suoi diritti e quelli della madre.Che succede nel caso in cui sia possibile assicurare soltantola sopravvivenza di uno a discapito dell’altra? Non solo:in presenza di un diritto alla vita conferito al concepito, sarebberagionevole giudicare più deboli altri diritti, comequello di scegliere del proprio corpo oppure quello di scegliereil modo in cui condurre la propria vita. Questa gerarchiadi diritti rischia di trasformare ogni donna incintain un organismo deputato a portare a termine la gravidanzaad ogni costo, in nome dei diritti attribuiti al concepito.E rischia di trasformare quasi ogni sua azione in un attopotenzialmente criminale, in quanto violazione dei dirittidel concepito. Gli obblighi morali che ogni donna ha neiconfronti del concepito non possono implicare una qualcheattribuzione di diritti al concepito, se non al prezzo diuna violazione intollerabile dei diritti di una persona attualeper preservare quelli di una persona potenziale.Inoltre, l’attribuzione di diritti al concepito costituirebbeuna insanabile contraddizione con la legge sull’interruzionevolontaria di gravidanza. Se il concepito gode di diritti,tali che non possa essere crioconservarto né soppresso,allora come può quello stesso soggetto essere distruttodalla madre che decide di abortire? Il concepito avrebbediritto all’inviolabilità nella fase iniziale della sua esistenza;tale diritto sarebbe revocato nel periodo di tempo tral’impianto e il termine per interrompere la gravidanzaconcesso per legge (periodo in cui il concepito si trova inuna fase di sviluppo più avanzata rispetto alla prima); poigli sarebbe riconsegnato al terzo mese, sebbene vincolatoal diritto alla salute della donna; infine, gli sarebbe restituitoalla nascita nella sua inviolabilità. Questo andamentooscillatorio è palesemente assurdo.La donna si troverebbe nelle condizioni di poter interromperela vita del concepito nel suo ventre, ma non di poterrifiutare l’impianto o deciderne l’eliminazione.Paradossalmente, la donna sarebbe punibile se distruggessela provetta in cui è conservato il suo concepito, manon se abortisse – in entrambi i casi, è evidente, l’esito dell’azionedella donna è l’interruzione della vita biologicadel concepito.Il rimedio alla contraddizione consiste nella cancellazionedei diritti del concepito, oppure nella cancellazione dellapossibilità di ricorrere all’interruzione di gravidanza. Nonesiste una soluzione intermedia, e non esiste la possibilitàdi conciliare la frattura in altro modo.Paradossalmente, poi, è la legge 40 a non prendere sul seriola personalità del concepito. La difesa che è giusto tributarealle persone dovrebbe escludere anche la possibilitàdi produrre quei 3 embrioni che la Legge 40 permette.La limitazione è giustificata in base al fatto che il concepitoè una persona e deve essere tutelato e protetto dalla distruzione.Ma sarebbe forse ammissibile esporre al pericolodi morte 3 persone (=embrioni) piuttosto che unnumero più elevato?


:14PETIZIONEWELBYAUDIZIONICLANDESTINELettera aperta al Presidente della Camera BertinottiEUTANASIA CLANDESTINA,ROMPIAMO IL SILENZIOGentile Presidente,è passato poco più di un mese da quandoLe abbiamo consegnato le prime10.000 firme della "petizione Welby" alParlamento italiano volta a chiedereun'indagine conoscitiva sull'eutanasiaclandestina e la calendarizzazione delleproposte di legge esistenti in materia.Le chiediamo oggi di intervenire controla prematura archiviazione - avvenutasenza preavviso e senza dibattito - dellaproposta. Sulla calendarizzazione,eravamo concordi nel ritenere prioritarioil percorso parlamentare sul testamentobiologico e nel considerare cheogni futura discussione sull'eutanasia –qualunque ne fosse stato l'eventualeesito sul piano legislativo – avrebbe beneficiatodi un'indagine conoscitiva sulfenomeno.Nella scorsa legislatura, un'indagineparlamentare fu condotta - a pochi mesidalle elezioni - sull'interruzione digravidanza, un fenomeno per il quale sidisponeva gia di abbondanti cifre ufficialie informazioni diffuse. Per le sceltee l pratiche di fine vita, invece, le informazionisono relativamente scarse espesso contraddittorie, tanto da pregiudicareuna riflessione parlamentare chenon voglia essere viziata da pregiudiziideologici. La proposta raccolse il tuointeresse e il tuo impegno a consultare iPresidenti delle Commissioni competenti.Alcuni giorni dopo il nostro incontro,Piergiorgio Welby decise di voleressere - anche formalmente - il primofirmatario della petizione.Mercoledì <strong>20</strong> dicembre, il nostro co-Presidente morì, a seguito della sedazioneterminale e del distacco del respiratoreda lui stabiliti nel rispetto dellaCostituzione. La firma della petizione èstato dunque il suo ultimo atto politico.Sempre il <strong>20</strong> dicembre, poche ore prima,una riunione dell' Ufficio di presidenzadelle Commissioni Giustizia eAffari Sociali della Camera, integratodai rappresentanti dei gruppi, esaminòla "petizione Welby", senza che peraltroil punto fosse menzionato nell'avviso diconvocazione. Tutti i rappresentanti deipartiti, ad eccezione della Rosa nelPugno e dei Verdi, bocciarono l'indagineconoscitiva, con motivazioni chesvelavano un vero e proprio tenore dellarealtà rispetto a un fenomeno certamentelontano dalle aule parlamentari,ma non dai reparti di rianimazione odal capezzali dei malati italiani. ForzaItalia, Alleanza Nazionale, UdC, Udeur,ma anche Ulivo, Comunisti italiani,Rifondazione Comunista, Italia deiValori: tutti uniti, quindi, non control'eutanasia, ma contro la conoscenza. Ipartiti stabilirono invece di procedere adelle audizioni con alcuni "esperti", daeffettuarsi addirittura a porte chiuse! Leaudizioni sono state convocate in tuttafretta, il 18 gennaio, cioè immediatamentealla riapertura dei lavori dellaCamera, per impedire persino alle personalitàche saranno audite di realizzareun lavoro decente di raccolta di informazioni.L'importante, evidentemente,era chiudere quanto prima la praticaWelby. Se il Parlamento avesse semplicementerifiutato di dare seguito allapetizione, la scelta, seppur politicamenteper noi inqualificabile, sarebbecertamente stata più limpida per l'istituzioneparlamentare. Ci rendiamoperfettamente conto che la decisionesul trattamento da dare alla petizioneWelby non e prerogativa esclusiva delPresidente, e che sono poi le forze parlamentarie i partiti a decidere.Riteniamo pero necessario, proprio inomaggio all'attenzione e all'interesseche Lei ha prestato alla materia - contutti i dubbi da Lei espressi su eventualidecisioni legislative, ma con la condivisionedella necessita di conoscere idati di fatto - rivolgerci di nuovo a Lei,come Presidente e come leader politico,per chiederLe di fare tutto quanto inSuo potere per impedire il perfezionamentodi una pagina parlamentaredavvero indecorosa. Per parte nostra,non abbiamo alcuna intenzione di abbandonarel'obiettivo dell'indagine conoscitivaed anzi riteniamo che l'episodione confermi la necessita e l'urgenza.Abbiamo nel frattempo raccolto altre10.000 firme e continueremo la nostracampagna fino a che il Parlamentodecidere di non venire meno al compitofondamentale di collegamento conla società italiana. Il 18 gennaio, accompagneremole eventuali "audizioni farsa"con una cartellonata in PiazzaMontecitorio. Distribuiremo li i risultati- pur frammentari e non sempreomogenei - delle principali indaginisull'eutanasia clandestina condotte inItalia e all' estero. Nell'attesa che un'indaginesistematica e approfondita sulla"morte all'italiana" sia ufficialmente affidata,dal Parlamento o da altre istituzioni,a un soggetto in grado di realizzarlacon professionalità, ad esempiol'Istituto nazionale di statistica.Marco CappatoMaria Antonietta Farina <strong>Coscioni</strong>Gianfranco SpadacciaRocco BerardoNO ALLE“AUDIZIONI FARSA”Durante la manifestazione sit-in, tenutasi inPiazza Montecitorio il 17 gennaio scorso, allaquale hanno partecipato tra gli alti Mina Welby,moglie di Piergiorgio, Rita Bernardini e MariaAntonietta <strong>Coscioni</strong>, rispettivamente segretariae presidente di Radicali Italiani, Rocco Berardo,vice segretario dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>, abbiamopreannunciato quel che di fatto (dalle dichiarazionipoi lette) sono state le audizioni inCommissione: “audizioni farsa”.PARTITOCRAZIAUNITA CONTROLA CONOSCENZARifiutata in commissione l’indagine conoscitiva sull’eutanasiaclandestinaUn ciclo di audizioni informali convocate all’ultimo minutoin materia di “tutela della dignità della persona umananelle patologie incurabili e terminali anche con riferimentoal tema dell'eutanasia”; così le Commissioni Affarisociali e Giustizia della Camera hanno provato ad aggirareil dibattito aperto da Welby e dai radicali in materia dellescelte di fine vita. Piuttosto che seguire la strada percorsain paesi come il Beglio e l’Olanda, gli esponenti di tuttii partiti, ad eccezione della Rosa nel Pugno e dei Verdi, sisono accordati per procedere all’ascolto – a porte chiuse -di alcuni esperti, piuttosto che procedere a un’indagine


PETIZIONEWELBY.AUDIZIONICLANDESTINE 15La risposta del Presidente della Camera BertinottiHO SCRITTO AI PRESIDENTIMA LA DECISONE È LOROFoto: dumplife (Mihai Romanciuc)Caro Segretario,mi riferisco alla "lettera aperta", pubblicatasul quotidiano "L'Unità" del 6 gennaio<strong>20</strong>07 e anticipatami via fax - di cuisono destinatario e di cui Ella è primofirmatario, insieme a Maria AntoniettaFarina <strong>Coscioni</strong>, Gianfranco Spadacciae Rocco Berardo, tutti a nomedell'<strong>Associazione</strong> "<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>" -concernente il seguito della petizionealla Camera dei deputati presentata daPiergiorgio Welby e condivisa da numerosicittadini, con la quale è stato richiestoche sia disposta un'indagine conoscitivasulla consistenza del fenomenoclandestino dell'eutanasia in Italia.In particolare Ella e gli altri firmatari ditale nota lamentano che gli Uffici diPresidenza delle CommissioniGiustizia e Affari sociali della Camera -alle quali è stata assegnata congiuntamentela citata petizione - abbiano esaminatola questione - secondo i firmatari,"senza che peraltro il punto fossemenzionato nell'avviso di convocazione"-, non ritenendo di accedere all'ipotesidell'indagine conoscitiva e deliberandoinvece l'audizione ("da effettuarsiaddirittura a porte chiuse") di una seriedi esperti.Sempre ad avviso dei firmatari del documentotale scelta (ed anche quelladella data dell'audizione, ritenuta tropporavvicinata per consentire agli interessatidi raccogliere elementi adeguati)sarebbe stata dettata dal proposito di"chiudere quanto prima la praticaWelby". Sulla base di tale valutazioneElla e gli altri firmatari chiedono un interventodel Presidente della Cameravolto ad impedire "il perfezionamento"di quella che nella lettera è definita"una pagina parlamentare davvero indecorosa".Al riguardo desidero innanzitutto fornirealcune precisazioni sull'effettiva articolazionedel procedimento in questamateria, sulla base delle previsioni contenutenel regolamento della Camera.Come è noto, l'art. 109 di tale regolamentostabilisce che le petizioni sianoesaminate dalle Commissioni competenti,alle quali sono pertanto assegnatedal Presidente della Camera. Nellaconsapevolezza dell'importanza e delladelicatezza della questione, ho provvedutoad assegnare la petizione alleCommissioni competenti il giorno stessodella sua presentazione, ritenendoeccezionalmente di accompagnarel'assegnazione con una mia lettera aiPresidenti delle Commissioni nellaquale sottolineavo l'alto significato moralee civile del documento, anche inconsiderazione della particolarissimasituazione della persona promotricedell'iniziativa.Una volta intervenuta l'assegnazione,tutte le decisioni, sia di natura istruttoria,sia di merito, rientrano nella pienaautonomia e nella esclusiva responsabilitàdelle Commissioni medesime edei soggetti - in primo luogo i rappresentantidei gruppi parlamentari - chein tale ambito sono competenti ad assumerle.Anche la decisione di procederead una indagine conoscitiva, per laquale è prevista l'intesa da parte delPresidente della Camera, non può prescindereda una iniziativa assunta nell'esclusivaresponsabilità delleCommissioni interessate.Rilevo, peraltro, che i Presidenti delleCommissioni citate hanno dato tempestivoseguito alla questione, convocandoimmediatamente, con le forme ordinarie,i rispettivi Uffici di Presidenza,integrati dai rappresentati dei gruppi,competenti in materia di programmazionedei lavori, tenuto conto che la richiestaavanzata nella petizione consistenello svolgimento di una attivitàparlamentare di contenuto conoscitivo.Come è noto, i predetti Uffici diPresidenza hanno stabilito che il prossimomercoledì 17 gennaio <strong>20</strong>07 le citateCommissioni riunite procederanno adaudizioni informali di rappresentantidel Comitato nazionale per la bioetica,del Comitato intergovernativo di bioeticadell'UNESCO, dell'Istituto superioredi sanità, del Consiglio superiore di sanitàe della Federazione nazionaleOrdini medici chirurghi e odontoiatri,in materia di tutela della dignità e dellavolontà della persona umana nelle patologieincurabili e terminali, anche conriferimento al tema dell'eutanasia. Inbase a quanto mi è stato comunicatodai Presidenti delle Commissioni interessate,tale riunione costituisce la primadi un ciclo di audizioni su tale materia,che avranno luogo anche nei giornisuccessivi.Quelle indicate sono le iniziative fin quiassunte dalle Commissioni, rispetto allequali non spetta in alcun modo alPresidente della Camera entrare nelmerito, né con riferimento all'oggettodell'attività conoscitiva deliberata, néallo strumento prescelto.Chiariti dunque in tal modo i terminidella questione con riferimento al quadroregolamentare, che costituisce il soloparametro cui il Presidente dellaCamera deve fare riferimento perl'esercizio delle prerogative parlamentarie per lo svolgimento delle relativeprocedure, desidero osservare in terminigenerali che le petizioni costituisconoun importante strumento di partecipazionepopolare, espressamenteprevisto dalla Costituzione per instaurareun rapporto diretto tra i cittadini -anche in forma associata - e le Camere,consentendo ai primi di rappresentarealle seconde esigenze e questioni chescaturiscono dalla realtà sociale.Tale rapporto si è realizzato anche nelcaso di specie, sia pure dando - allo stato- un esito da Loro non condiviso, fermorestando che, in base al disegno costituzionale,le decisioni finali circa i temiproposti per il tramite delle petizioninon possono che spettare all'autonomiaed alla responsabilità dei competentiorgani parlamentari, secondo lemodalità stabilite dalla Costituzionemedesima e dai regolamenti delleCamere. Ho ritenuto comunque - datala rilevanza delle questioni poste - ditrasmettere il testo della Loro lettera aiPresidenti delle Commissioni II e XII,per le valutazioni di loro competenza.che raccogliesse dati ufficiali sulla pratica dell’eutanasiaclandestina.E’ proprio per denunciare l’unione sacra della partitocrazia,d’accordo non tanto nel rifiutare l’eutanasia quantonell’impedire la conoscenza in sé del fenomeno, che l’associazione<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> ha tenuto un sit-in di fronte aMontecitorio, cui hanno partecipato Mina Welby, RitaBernardini, Maria Antonietta <strong>Coscioni</strong> e Rocco Berardo.“Audizioni farsa” si leggeva sui cartelli.Mimmo Lucà, presidente della Commissione affari socialidella Camera, ha contestato “le obiezioni che sono statesollevate per la mancata effettuazione dell'indagine conoscitivasull'eutanasia clandestina: è assurdo che ilParlamento faccia un'indagine su un reato”. Utili quindi leaudizioni, secondo l’esponente della corrente deiCristiano Sociali dei DS, “per arrivare preparati e consapevoliall'esame del testo di legge sul testamento biologicoproveniente dal Senato…Non stiamo facendo altro cheabbreviare i tempi – spiega Lucà - per arrivare il più prestopossibile a una soluzione dei problemi sollevati dal casoWelby”. Il Parlamento “non può indagare su un reato comeè quello dell'eutanasia – ha concluso - per di più pretendendoche i medici rispondano a un questionario doveviene loro domandato se hanno mai ucciso qualcuno”.Immediata la replica dell’associazione <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>,giunta per bocca del suo Segretario Marco Cappato: “Danessuna parte nel nostro ordinamento è compresa la parola“eutanasia”. Da questo punto di vista è assolutamenteimproprio da parte del Presidente Mimmo Lucà affermareche l’eutanasia è un reato e che il Parlamento nonpuò raccogliere informazioni su questo. Quello che conPiergiorgio Welby e con la sua petizione chiediamo è unagrande indagine sociale sulla morte all’italiana che includatutti gli aspetti che la riguardano: sia l’assistenza, sia ladisponibilità di cure palliative (vergognosamente carentinel nostro Paese), sia l’effettivo rispetto del diritto costituzionalmentegarantito a interrompere trattamenti sanitari,sia gli oltre mille suicidi (fonte ISTAT <strong>20</strong>04) di malati terminaliche sono stati abbandonati dallo stato italiano allaloro disperazione”.


16WELBY:IL DIRITTOE LA LEGGECOSTITUZIONE E CODICEPENALE, IL CASO WELBY,PER FARE CHIAREZZAMARIO PATRONONello specifico del caso «Welby»la matassa delle regole giuridichepuò apparire ingarbugliata più diquel che in effetti è.È accaduto non poche volte che i«testimoni di Geova» abbiano rifiutatotrattamenti medici trasfusionalie che ciò abbia comportatol’impraticabilità di valide terapiealternative per le malattiecontratte e, quindi, il decesso anticipatorispetto al tempo in cuisarebbe avvenuto ove queste terapiefossero state invece praticate.Ciò non ha dato luogo a problemio discussioni giuridiche,essendo pacifico il diritto del malatodi accettare o no le terapie. Èvero solo che, quando il rifiutodelle terapie trasfusionali nonconcerne la persona che vi si opponema un minore, affidato allapotestà genitoriale, il genitoreviene sostituito da un curatorespeciale, atteso che i criteri cui siinformerebbe la sua scelta nonsono quelli mediamente accoltidalla società in cui viviamo. È stataesclusa, coerentemente, l’alimentazioneforzata di chi adottauno sciopero della fame, salvo ilcaso di infermità di mente, aisensi dell’articolo 34, legge833/1978 (Trib. Milano,10/04/1989, in Rassegna Studipenitenziari, 1989, 280).È, dunque, ormai pacifico che ilpaziente può rifiutare alcune otutte le terapie e ciò, del resto, discendedai principi costituzionalie da precise norme di legge.L’articolo 32 della Costituzioneprevede che solo con legge posanoessere imposti trattamenti sanitarie che, dunque, in assenzadi una precisa previsione di legge,non sussiste l’obbligo di accettarli;sussiste, invece, la facoltàdi rifiutarli. Il diritto di autodeterminazionedel malato ed ilprincipio del c. d. «consenso informato»è poi affermato esplicitamentedall’articolo 6 dellaConvenzione di Oviedo, recepitacon la legge 28/3/<strong>20</strong>01, n. 145.Di più, i medesimi trattamentisanitari obbligatori, come in generesi ritiene in dottrina (Cerri,Modugno), e come la Corte costituzionale,nella sentenza n.218/1994, accenna a dire, possonoessere imposti (secondo unacorretta interpretazione sistematicadell’articolo 32 dellaCostituzione) solo a salvaguardiadell’interesse di «terzi», non nell’interesse(paternalisticamenteinteso) del malato che li rifiuta.Del resto, la stessa legge che puòrendere obbligatori certi trattamentisanitari incontra limiti neiprincipi costituzionali, secondol’opinione più accreditata.Carlo Verdone:L’eutanasiaarriverà, comeil divorzioPerché in Italia si punta tutto su film come Manuale d'amore?"Qualcosa di nuovo non si può fare. Ma che fai un film sull'eutanasiacome The Million Dollar Baby di Clint Eastowood? Selo fai, Vespa apre subito Porta a Porta, chiama quattro cardinalie… si sa. A me quel film è piaciuto proprio perché toccaquell'argomento che trovo estremamente importante, un attodi grande civiltà. Io ci sono passato attraverso la malattia dimia madre e so cosa significa tenere in vita per un anno interouna persona ridotta ad un tronco. Però abbiamo delle forzepolitiche che sono fatte in un certo modo, e la Chiesa con lasua dottrina, che non ce lo consentono. Credo però che ci arriveremo:sembrava che anche il divorzio fosse una cosa impossibilein questo Paese, ma alla fine ci siamo arrivati". (intervistarilasciata a Edoardo Semmola per il suo blog www.alteredo.info)Di fronte ad un quadro così solidodi princìpi (e di precedenti),come è potuto accadere che, nelcaso Welby, la polemica si sia scatenataed il dubbio si sia insinuatonelle menti dei giuristi ed anchedel grande pubblico? La ragioneè semplice: erisiede nella circostanzache, in questo caso,non si trattava di «omettere» untrattamento sanitario rifiutato,ma di «commettere» un precisoatto di distacco della spina e successiviatti volti a lenire l’incombentesofferenza. Il passaggio dauna condotta omissiva ad unacondotta commissiva ha scatenatodubbi e polemiche altrimentiimpensabili. Ed allora èstato evocato il delitto di omicidiodel consenziente (articolo579 del codice penale), oltre lafattispecie di aiuto al suicidio, anch’essaprevista e punita, benchéin misura più lieve, dal codice penale(all’articolo 580).In realtà, da un punto di vista giuridico,non è decisivo e neppurerilevante che la condotta siaomissiva o commissiva; ancheuna condotta omissiva, del resto,genera una responsabilità penaleper l’evento, allorché si omettaun atto giuridicamente dovuto(articolo 40, ultimo comma, delcodice penale). Il problema, appunto,è questo: come non esisteun dovere del medico di curareuna persona contro la sua volontà(e, dunque) non esiste una responsabilitàove da tale omissionederivi, in questo caso, unevento dannoso o letale, così esiste,invece, un preciso dovere dirimuovere una terapia non accettata.Se, infatti, è previsto il dirittodel malato di rifiutare una terapia,ne consegue anche il corrispondentedovere del medico dirimuovere la terapia in atto senon accettata, almeno quando laterapia sia stata posta in esseredal medico ed il malato non sia ingrado di interromperla con le suemani. L’esercizio del diritto daparte del malato impone al medicoun corrispondente dovere: enessuno può essere punito se hacommesso il fatto nell’eserciziodel diritto o nell’adempimentodel dovere (articolo 51 del codicepenale).Per la verità, il codice penale nonPerché non sono affattoconvinto che il sapere e lascienza prima o poi l'avrannovinta: la storia è piena di ottimecause, seppellite sotto unamontagna di ragioniconfigura unvero «diritto al suicidio»; pur, infatti,non essendo punibile chitenta il suicidio, è previsto e punitocome reato chi coadiuva il suicidao chi uccide il consenziente,come ho accennato. Nell’otticadel codice penale, il suicidio nonè un atto lecito; e la ragione dellanon punibilità è di politica criminale,piuttosto che di oggettiva liceitàdel fatto. Si ritiene, per unverso, inutile minacciare una penanei confronti di chi è pervenutoad un grado estremo di disperazione,al punto di volersi toglierela vita; e poi si ritiene opportunoagevolare ogni ragione di desistenzada un gesto e da un atteggiamentoche provoca la compartecipazioneal dolore più chela riprovazione. L’inutilità dellaprevenzione generale in questocampo e ragioni di «rieducazione»,si potrebbe dire, e cioè diagevolare un più facile reinserimentodel mancato suicida nellacomunità, giustificherebbero,nell’ottica codicistica, il differentetrattamento fra il mancato suicidae chi lo ha coadiuvato o chi,addirittura, si è sostituito all’interessato,evidentemente impeditodalcompierel’atto.Vero è chequesto impiantolegislativo e la sua logicanon sono del tutto in sintoniacon la logica dell’articolo 32 dellaCostituzione e dellaConvenzione di Oviedo; con riguardoal malato si parla propriodel diritto ad esprimere un consensoinformato alle terapie e nelmedesimo senso depone la generalenon obbligatorietà (salvapuntuale previsione di legge) deitrattamenti sanitari (di cui all’articolo32 della Costituzione).Sembra, dunque, che, ove si interpretasserole previsioni codicistichecome incompatibili con ilprincipio di autodeterminazionedel malato queste dovrebbero essereconsiderate palesemente incostituzionali.Un’ultima osservazione. In questigiorni si è molto discusso - aproposito del caso Welby - del cosiddettoaccanimento terapeutico,come via di uscita da una situazioneche rischiava di divenireinsostenibile. In realtà, a prescinderedalla difficile definizione ditale fattispecie, nel caso non sitrattava di accanimento nel tenerein vita una persona ormai privadi coscienza; ma, invece, di somministrareun trattamento complessoe sofisticato a persona chelo rifiutava.Mario Patrono è Professoredi diritto pubblico all’Università''La Sapienza'' di Roma.Informazioni giurisprudenzialiCorte App. Milano, dicembre 1999, inForo it. <strong>20</strong>00, I, <strong>20</strong>22 ss., con nota diPonzanelli, che fa il punto della situazionenella giurisprudenza americana (casoCruzan) ed inglese (caso Bland) a quelladata; in America si ammette il rispettodella volontà di morire, anche provata invia testimoniale, quando il malato sia instato di incoscienza. Cass., s. III, s.16/5/<strong>20</strong>03, n. 7632. Corte europ. dir. dell'uomo,29/4/<strong>20</strong>02, n. 2346/02 sul casoPretty. High Court of Justice del RegnoUnito, 22/3/<strong>20</strong>02, in Foro it. IV, 57, <strong>20</strong>03.Corte di giustizia CE 6/3/<strong>20</strong>01, C 273/99,Racc. <strong>20</strong>01, pag. 1575.


WELBY.IL DIRITTOE LA LEGGE17INTERVISTA A PAOLO FLORES D’ARCAISL’EUTANASIAÈ IL PRIMO DEI DIRITTI CIVILI“Anche questo numero di MicroMega èdedicato a Piergiorgio Welby e al suo impegnodi vita contro la tortura di Stato e diChiesa. “ Così, con queste parole rivolte “allettore”, si apre il primo numero del <strong>20</strong>07della rivista diretta da Paolo Flores d’Arcais.Proprio con quest’ultimo Mirella Parachinie Luigi Montevecchi hanno approfonditole ragioni di questa scelta.Paolo Flores d’Arcais. Per la seconda volta,come per l’ultimo numero del <strong>20</strong>06,MicroMega è dedicato a Piergiorgio Welby.Quasi metà della rivista è occupata da unapprofondimento in materia di eutanasia…Mirella Parachini. Eutanasia, scelte di finevita, credi che in Italia si sia iniziato un percorsodal quale non sarà possibile tornareindietro?SETTE ITALIANI SU DIECIFAVOREVOLI ALL’EUTANASIASecondo uno studio dell’Eurispes presentatoal Senato il 18 gennaio, il 68% degli italianisi dice favorevole all'eutanasia, mentreil 74,4% esprime un parere favorevolenei confronti del disegno di legge sull'introduzionedel testamento biologico attualmenteall'esame del Senato. I contrarirappresentano invece il 23,5% del totale,mentre l’8,5% non ha saputo o non ha volutodare una risposta. Rispetto al <strong>20</strong>06 i favorevolisono aumentati di ben 26 puntipercentuali. Il 74,7 per cento degli italianiesprimono parere favorevole all'introduzionedel testamento biologico.Eutanasia. Gli uomini sono più favorevoliall'eutanasia rispetto alle donne (70,4%contro il 65,7 per cento). Allo stesso tempo,sono più numerosi gli uomini (24,2%)delle donne (22,9%) ad esprimere un dissensoverso la pratica della 'buona morte”.Le donne fanno registrare anche un altotasso di mancate risposte (11,4% contro5,4 per cento). La più alta percentuale dicontrari si riscontra tra i rappresentati deipartiti di centro (41,2%) e di destra o centro-destra(31,3%), mentre quella dei favorevoliè rappresentata da coloro che si dichiaranodi sinistra e centro-sinistra (78,1per cento).Più favorevoli all'eutanasia sono i cittadiniresidenti al Centro (con il 74,6%), seguitida quelli del Nord (69,4%) e quindi del Sude delle Isole (62,6 per cento). I contrari mostranopercentuali simili nelle regioni settentrionali(25,6%) e in quelle meridionali(26,3%), mentre si riducono notevolmentein quelle centrali (14 per cento). Tramedici di famiglia o infermieri intervistati,il 31,8% sarebbero disposto ad aiutarein maniera riservata la famiglia che chiedel'eutanasia per un proprio congiunto,mentre il 21,3% non crede a questa ipotesi.Il 41% preferisce non prendere posizione.Testamento biologico. Le donne sono piùpropense a dare al testamento biologicoun valore giuridico (75,7% contro il 73,7%degli uomini). Regolamentare la sceltapreventiva e individuale in materia di trattamentisanitari è una questione avvertitamaggiormente dagli elettori di centrosinistra(83,8%) rispetto a quelli di centro (25,2per cento).P. F. d’A. No, non proprio. In questo paesesi torna spessissimo indietro. Però sonoconvinto che il problema ormai è posto edin modo esplicito. Noi in questo numeronon abbiamo parlato in particolare del“caso Welby”, perché il “caso Welby” non èun caso di eutanasia ma di rifiuto di accanimentoterapeutico che sarebbe dovutoandare da sé, e invece così non è stato.Sono arrivate accuse pesantissime controdi lui e chi lo ha aiutato, ma a questo puntocredo si debba porre l’insieme del problemaeutanasia, ed in modo netto.L’eutanasia è un diritto civile, io ne sonoconvinto. Anzi il primo dei diritti civili, perchése la vita mia non appartiene a me, sela vita tua non appartiene a te, allora questavita appartiene ad altri. Ma questa è ladefinizione tecnica di schiavitù. Ed in unasituazione di schiavitù vengono meno tuttii diritti civili. Nel numero di MicroMegain questione affrontiamo il tema da tutti ipunti di vista; da quello giuridico, innanzitutto,con un dettagliato saggio – secondome anche ottimistico - di Santosuosso; secondoquest’ultimo a partire dallaCostituzione si possono ricavare principigiuridici applicabili sin da ora. Poi però lagiurisprudenza è diversa; penso alla signorache ha dovuto patteggiare un anno edue mesi di carcere per il solo fatto di averaccompagnato ad Amsterdam il marito.Poi viene il punto di vista dei cattolici:quattro preti che si dicono a favore dell’eutanasia,del diritto all’autodeterminazione,pur affermando che - per la loro fede –un cattolico personalmente non lo dovrebbefare. La questione è posta. Credo espero che si moltiplichino le occasioni didibattito, nelle quali la questione non possapiù essere sottaciuta; spero se ne discutaalla radio e alla televisione.Anche perché i sondaggi, che auspico sianoresi pubblici, dicono che una maggioranzaschiacciante dei cittadini italiani èfavorevole all’eutanasia.Luigi Montevecchi. Intervenendo sul quotidiano“Europa” del 12 gennaio scorso, lasenatrice Paola Binetti scrive: “I temi eticinon sono una barriera”. E poi: “Allo stato attualein Italia pur non essendoci nessunalegge che consenta il ricorso all’eutanasia,e persistendo il divieto di ricorrervi in qualsiasicaso,si va profilando il paradosso chesia lo stesso dettato costituzionale a consentirla,sia pure sotto forma di eutanasia"passiva"”.P.F.d’A. Non solo non è paradosso, ma èuna realtà; ce lo spiega AmedeoSantosuosso, in un intervento dottissimoe precisissimo, utilizzando una serie disentenze della cassazione sul diritto delpaziente a rifiutare qualsiasi cura medica,se lo vuole. Se uno ha il diritto di rifiutaredelle cure anche fino alla morte, ed ormaila giurisprudenza su questo è costante enon equivoca, allora il resto viene da sé.Sono le leggi ordinarie ad essere in contrastocon questo, e si dovrà cambiarle.Non si parli di “partito della vita” ma piuttostodi “partito dei torturatori”; fortunatamenteci sono tanti cattolici, la maggioranza,che non sono torturatori. Senzal’impegno della vostra <strong>Associazione</strong> questotema sarebbe ancora clandestino, comeclandestini sono i tanti casi di eutanasianel nostro paese. Per questo abbiamoaperto lo scorso numero con un appello diSilvio Viale che chiede proprio ai mediciche hanno coscienza di autodenunciarsi:di fatto, e per fortuna, l’eutanasia negliospedali viene praticata. Affrontiamoquindi apertamente la questione.GLI ITALIANI NELL’ULTIMOANNO SEMPRE PIÙ FAVOREVOLI28-12-<strong>20</strong>06: sondaggio di Panel Data -Istituto Veneto di Sondaggi di Padova –60,2% dei cittadini ritiene che spetti ai famigliarila decisione se staccare o menola spina.01-12-<strong>20</strong>06: il 40° Rapporto del Censisdà conto della evoluzione dell’opinionedegli italiani in tema di eutanasia. Se nel<strong>20</strong>03 sul riconoscimento del diritto delmalato o del familiare più prossimo ascegliere quando interrompere la terapiail paese era perfettamente spaccato indue, nel <strong>20</strong>06 la maggioranza favorevolesale al 57%.27-09-<strong>20</strong>06: sondaggio Ispo/Corrieredella Sera – 58% degli italiani favorevoleall'eutanasia.24-05-<strong>20</strong>06: sondaggio Eurisko – 67%degli italiani e' favorevole alla legalizzazionedell'eutanasia.18-04-<strong>20</strong>06: sondaggio Ordine deimedici di Torino – 74% degli infermierifavorevole alla legalizzazione dell'eutanasia.08-02-<strong>20</strong>06: sondaggio Esomar – 70%dei medici italiani vuole regolamentazionedell'eutanasiaFonti:ADUC, RadioRadicale.itMicroMegagennaio <strong>20</strong>07“Anche questo numerodi MicroMega èdedicato a PiergiorgioWelby e al suoimpegno di vita controla tortura di Stato e diChiesa. A differenzadel precedente, però,questo numero èdedicato alla memoriadi Piergiorgio Welby.Che grazie alla cura deldottor Mario Riccio hainfine potuto vederrispettata la propriavolontà: porre fine allatortura. Perciò questonumero è dedicatoanche al dottor MarioRiccio e a tutti coloroche più da vicinohanno sostenutoPiergiorgio Welby: dallamoglie Mina allasorella Carla,dall’onorevole MarcoCappato, segretariodell’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>, al ministroalle Politiche europeeEmma Bonino, aMarco Pannella.Accusatiindegnamente di averstrumentalizzato la“vicenda” (cioè laliberazione dallatortura) di PiergiorgioWelby. Ma se qualcunoha voluto, coninesauribiledeterminazione elucidità, la“strumentalizzazione”politica del suoterminale impegno divita, questi è statoproprio PiergiorgioWelby. Chi parla distrumentalizzazione,perciò, non satollo diaver cercato diprolungarne la torturainenarrabile, vuole orainfangarne, torturarlouna seconda volta”.


18WELBY:IL VATICANOE I FEDELILaici e GerarchiaL’impossibilitàdi un dialogo onestoGUSTAVO ZAGREBELSKYstralci da “la Repubblica”, 10 gennaio <strong>20</strong>07SE IL DOGMAÈ CONTRO RAGIONEIl dialogo, anche quello così frequentemente auspicatotra i cattolici e gli altri (che si indicano, in negativo, comei non-cattolici), presuppone una condizione: che le partisi riconoscano pari, in razionalità e moralità. Se si partedal presupposto che l’altro non è solo uno che pensadiversamente, ma è uno da meno o, addirittura, è unmentecatto o un immorale, il dialogo sarà perfettamenteinutile; sarà tempo perduto, adescamento o simulazione.Dove vige questo pregiudizio, ci si ignora o ci sicombatte. Si potrà anche fare finta di dialogare, come lostratega che procrastina lo scontro e rafforza intanto leposizioni. Ma dialogare onestamente, no, non si potrà….non occorre essere Socrate per comprendere che se nonc´è reciproca disponibilità e apertura, tanto vale andarseneognuno per la sua strada, sempre che non si vogliaprendere a bastonate. Onde, se sinceramente si dice: “Ildialogo, così necessario, tra laici e cattolici” (J. Ratzinger,L’Europa nella crisi delle culture, Il Regno – documenti,9/<strong>20</strong>05), si dovrebbe supporre che questo riconoscimentodi razionalità e moralità sia acquisito. Ma è così?Il dialogo presuppone pari dignitàSolo i credenti – questo il Leitmotiv – sarebbero capaci di“senso della vita”. La vita eterna promessa da Dio ai suoifedeli dà un significato alla loro vita mortale. Se tutto siconsuma quaggiù, senza premi e punizioni lassù, allorauna cosa vale l’altra e, per ricorrere a Dostoevskij, «tutto èpermesso». Ecco allora il relativismo, l’indifferentismo,l’egoismo, il puro calcolo di utilità, la sopraffazione, la disperazione,il non-senso della vita: in breve, l’impossibilitàdi una morale esistenziale e, dunque, di una vita rivoltaal bene piuttosto che al male. Così ragionando, però,non si è sfiorati dall’idea che si possa dire: la vita nonha un senso ma siamo noi a doverglielo dare e, come sipuò fondare una morale sulla vita immortale dell’al di là,così si possono cercare i fondamenti della vita moralenell’al di qua, precisamente nel comune destino di noimortali. Non si considera la possibilità che qui, nella libertà,ci possa essere una ricerca morale – non facciamograduatorie – degna almeno quanto la fede in promessedi ricompense e punizioni…Da Pio XII a Ratzinger nihil sub sole novum:l’ombra diBellarmino...Proclamandosi custode dell’ordine natural-razionale,la Chiesa può proporsi come custode dell’ortodossia dellaragione; non solo della ragione filosofica, come è statoper secoli, ma anche della ragione scientifica, cioè dellaragione applicata alle scienze naturali. Gli uomini diChiesa diventano scienziati; anzi, scienziati accreditatipiù di tutti gli altri, perché la loro “ragione” onnicomprensiva,che si abbevera alla scienza di Dio, la teologia, puòvantare un’esclusiva garanzia di verità. Per qualche misteriosoricorso storico, riappare il volto del cardinaleBellarmino, con la sola differenza che oggi, invece d’invocarel’autorità delle Scritture contro Galileo, si invoca illogos divino.Su simili premesse, è chiaro che il dialogo onesto che siauspicava all’inizio è impossibile. L’interlocutore noncattolico, per la Chiesa, è uno che, in moralità e razionalità,vale poco o niente; è uno che le circostanze induconoa tollerare, ma di cui si farebbe volentieri a meno. Aben pensarci, la “amichevole” proposta ai non credentidi «vivere [almeno] come se Dio esistesse» è conseguenzadi questo disprezzo.GIANFRANCO SPADACCIAPubblichiamo alcuni stralci di un editorialepiù vasto e argomentato diGustavo Zagrebelsky, scritto per “laRepubblica” il 10 gennaio <strong>20</strong>07.Riportiamo alcuni passi, a propositodel dialogo con la Chiesa in tema dimoralità e razionalità, nei quali pienamenteci riconosciamo.Questo dialogo è stato a lungo sollecitatodalla Chiesa in nome di una“bene intesa laicità”, contrapposta allaicismo e al relativismo, responsabilidell’indifferentismo etico che lastessa Chiesa denuncia come fenomenodi disgregazione morale dellasocietà. Posta in questi termini, lastessa possibilità del dialogo vienenegata in radice e si riduce - come osservagiustamente Zagrebelsky – adun espediente tattico, opportunistico,per meglio riproporre, in un’epoca incui la gerarchia ecclesiastica si senteminoritaria e assediata da una culturasecolarizzata, la superiorità dellapropria concezione dell’etica e dellaragione (la sua pretesa “oggettività”) espianare la strada ad un più efficacecondizionamento della politica e delParlamento, avvalendosi del potere diinfluenza e qualche volta di veto chela gerarchia cattolica si è conquistatanell’attuale bipolarismo italiano.Di questa pretesa superiorità, che -anche in questo ha ragioneZagrebelsky – non riesce a celare unsostanziale disprezzo per l’altro concui si dovrebbe dialogare, abbiamoavuto un significativo esempio proprionel caso Welby. Chi chiede di porrefine, come ha fatto Piergiorgio, a unormai insopportabile accanimentoterapeutico e comunque chi chiededi porre fine a una vita giunta al termine,priva di speranza e carica disofferenza, viene considerato conL’atmosfera politica ènettamente sfavorevoleall’apertura di un dialogo tralaici e cattolici e non credo cheil Ministro della salute abbiamolto spazio per muoversiha accolto la sua richiesta. Preparare eaccompagnare il malato terminale allesofferenze e alla morte per Ruini eper Sgreccia significa soltanto prepararloe accompagnarlo a donare lesue sofferenze a Dio. Questo donodella sofferenza a Dio è l’unica “buonamorte” ipotizzabile dalla Chiesa.Convinzione non solo legittima madegna del massimo rispetto, a condizioneche non si pretenda di imporlaa chi non crede in Dio o a chi ha unadifferente concezione del propriorapporto con Dio e con il mistero checirconda la vita e la morte.Dalla fecondazione assistita ai Pacs,dalla ricerca sulle cellule staminaliembrionali al caso Welby, viene ripropostolo stesso copione: da una parteci sono i portatori della verità, dall’altrai suoi negatori o spregiatori, dauna parte la Morale, dall’altra l’immoralità,da una parte i Valori e dall’altrai disvalori. Dopo Pannella, ancheZagrebelsky ha evocato l’ombra diBellarmino. Mai viene riconosciutoall’altro il riconoscimento di essereportatore di una diversa moralità,ugualmente legittima e ugualmenterispettabile. La Chiesa (ma è più giustodire il suo Papa e la sua gerarchia)pretendono di dialogare su una nuovaconcezione della laicità, ma mai epoi mai accetterebbero di discutereuna nuova concezione della religiosità,della quale si considerano gli unicidepositari.L’appello della Chiesa a un dialogosulle basi di una “bene intesa laicità”trova naturalmente una risposta condiscendenteda parte dei tanti laiciche invocano sui temi etici “soluzionicondivise”. Da ultimo a farlo è stato,sui Pacs, lo stesso capo delloStato. Ma se un dialogoreale e paritario è impossibile,per il sostanzialedisprezzochela gerarchia nutre per le concezionimorali (per essa immorali) dell’interlocutore,quali soluzioni condivisepossono ipotizzarsi che non sianoappena mascherati cedimenti alle ingiunzionidella gerarchia ecclesiastica.L’atmosfera politica ènettamente sfavorevoleall’apertura di un dialogo tralaici e cattolici e non credo cheil Ministro della salute abbiamolto spazio per muoversiNon è questione che riguardi la divisioneideale fra laici e cattolici, nonsolo perché fra i laici ci sono innumerevolicattolici e comunque credenti,ma perché la divisione su questi temiattraversa anche la Chiesa, come dimostranole reazioni e il dibattito suscitatodall’intervento del cardinalMartini. Anche qui ha ragioneZagrebelsky, sono davvero lontani itempi e lo spirito del ConcilioVaticano II, la sua apertura al mondo.Ma un abisso sembra anche separarcida un papa vitale e contraddittoriocome Giovanni Paolo II.È lontano lo spirito del Concilio...Diverso era lo spirito del dialogo che anima molte pagine,aperte alla speranza, del Concilio Vaticano II, nellequali il “mondo moderno” è assunto come interlocutorepositivo, portatore di moralità ed espressivo di segni meritevolidi ascolto. Diversa era la concezione del rapportotra fede e ragione, tra fede e attività dei cristiani nelmondo. La subordinazione al magistero della Chiesa nelcampo della fede non era vista in contraddizione con laloro autonomia e responsabilità nei campi della ragionepratica. Questo era il terreno sul quale la speranza di undialogo onesto era costruita, il terreno sul quale anchel’accettazione piena della democrazia da parte del mondocattolico poteva fondarsi. Ma è ancora così?sufficienza o commiserazione: se lochiede o lo ha chiesto è perché è statolasciato solo alle prese con la sua malattiae con la prospettiva della morte:nessuno, né il medico né i familiari,hanno saputo e voluto prepararlo eaccompagnarlo fino alla fine. In unatrasmissione dell’Infedele di GadLerner abbiamo visto questa presunzionegiudicatrice – inaccettabile eperfino disgustosa - rivolta contro lostesso Piergiorgio. Contro i suoi familiarie gli amici e contro il medico che«La volontà del malato,attuale o anticipata o espressaattraverso un suo fiduciarioscelto liberamente, e quelladei suoi familiari, non possonoavere per oggetto ladecisione di togliere la vitaal malato». Camillo Ruini


WELBY:IL VATICANOE I FEDELI19L’“ECCLESIA”SCAVALCA LA CHIESAIo, Welbye la morteCARLO MARIA MARTINIIl Sole 24 Ore, 21 gennaio <strong>20</strong>07ANGIOLO BANDINELLIC’ero anch’io, in quella limpida vigiliadi Natale, alle esequie di PiergiorgioWelby. Davanti al palco, la piazza gremita;alle spalle l’immensa chiesa, disegnataper abbracciare il quartiere eche ora, ai nostri occhi, appariva angusta,incapace di accogliere quell’unicouomo, Piergiorgio, che bussavaalla sua porta. C’ero: e sono statoun po’ responsabile di un piccolo manon insignificante episodio. Ai piedidella piccola rampa che saliva al palco,due suorine osservavano, indecisee un po’ spaesate. Le ho invitate a salire,forse attendevano qualcosa del genere.Lassù, si sono abbracciate con lasorella di Piergiorgio: la conoscevano,evidentemente. Mi sono avvicinato ele ho - ancora - invitate a portare il lorosaluto alla salma. Le due suore si sonomosse, si sono fatte avanti.Volentieri, si vedeva. Al loro apparire,la folla le ha applaudite. Era un segnodi riconoscenza liberatrice.Piergiorgio non poteva entrare inChiesa, le due suorine - se non laChiesa - andavano da lui.L’atmosfera politica ènettamente sfavorevoleall’apertura di un dialogo tralaici e cattolici e non credo cheil Ministro della salute abbiamolto spazio per muoversiPer un istante, allora, ho immaginatoche una macchina, una lunga macchinanera, si fermasse lì sotto il palco;e che lentamente ne scendesse una figura,vestita di nero sacerdotale e conin testa lo zucchetto - rosso o viola -del cardinale o del vescovo. Ho immaginatoche, fendendo la folla che gli facevaattenta ala, salisse anche lui perla rampa, sfilando davanti aMina, Marco, Emma, esi avvicinassealla bara. Lovedevoinginocchiarsi,recitare una breve preghiera,benedire col segno dalla crocela bara. Pensate a cosa avrebbe significatoil gesto, un gesto semplice comequello, per la Chiesa. Una apoteosi. LaChiesa che, ligia alle sue norme canoniche,ai suoi codici e catechismi, sisente impossibilitata ad assolverePiergiorgio dal suo peccato di orgoglionegatore ma poi, in un impulso di pietàe misericordia - o solo di umanaastuzia - va a pregare, nella persona diun suo autorevole rappresentante,per l’anima del fratello errante, conquel gesto sollevandolo, se non perdonandolo,dall’errore.La Chiesa - questa Chiesa - non ha saputodare il segnale da me immaginato,e forse auspicato dalla gente che siaffollava sotto il palco. La Chiesa, assicurail cardinale Ruini, ha “sofferto”per aver chiuso le sue porte alla baradi Piergiorgio. Non so se una Chiesapossa soffrire. Non conosco il soffriredelle istituzioni, conosco (forse) il soffriredegli uomini e delle donne, e ritengoche in quel momento la gente -uomini e donne - sotto il palco diPiergiorgio soffrisse. Ritengo ancheche quegli uomini e quelle donne fosseroin larghissima parte, se non nellaloro totalità, membri e fedeli dellaChiesa. Ma, fors’anche, quegli uominie donne costituivano in quel momento,loro, la Chiesa: meglio, la“Ecclesia”, una “Ecclesia” nata spontaneamente,per “consensus fidelium”.Come sempre deve essere. Quella”Ecclesia” si costituiva, essa, in chiesa.Ed era una chiesa religiosamente laicae laicamente religiosa.Non spetta a me, laico, interpretare icanoni del catechismo. Da laico, però,posso restare osservare i gesti, comeuomini e istituzioni si muovono, giudicarli.E in questo caso non ho potutonon sentirmi profondamente offesodal comportamento della Chiesa,di “questa“ Chiesa. Adesso, il cardinaleCarlo Maria Martini offre, agli uominidi Chiesa evidentemente, un serioe pacato ragionamento, con il qualeinveste i temi relativi all’eutanasia e all’accanimentoterapeutico; soprattutto,ribadendo la necessità di non trascurare“la volontà del malato, inquanto a lui compete - anche dal puntodi vista giuridico, salvo eccezioniben definite - di valutare se le cure chegli vengono proposte…sono effettivamenteproporzionate”. Sono parolesemplici e chiarissime, oltreché autorevoli.In evidente imbarazzo, la rispostafornitagli immediatamente dalCardinale Camillo Ruini: il caso nonautorizzava nessun altro comportamento,Piergiorgio Welby “fino alla fineha perseverato lucidamente e consapevolmentenella volontà di porretermine alla propria vita: in quellecondizioni una decisione diversa sarebbestata per la Chiesa impossibilee contraddittoria, avrebbe legittimatoun atteggiamento contrario alla leggedi Dio”. Una prima, incredula, osservazione:Ruini ha rivendicato a se stessola responsabilità del “sofferto” rifiutoai funerali religiosi: la vicenda - hadetto - “mi ha chiamato in causa personalmente…”.Un modo per defilaree scagionare l’istituzione, o un gesto diidentificazione con essa? Ruini è personaesperta ed abile, ma anche moltosicura, fino a un sospetto di autoreferenzialità.Comunque sia, i due altiL’atmosfera politica ènettamente sfavorevoleall’apertura di un dialogo tralaici e cattolici e non credo cheil Ministro della salute abbiamolto spazio per muoversiprelati si sono confrontati sul terrenodella dogmatica, della casistica, dellacanonistica più interne alla istituzione,in uno scontro molto forte (di cuimolti sospettano radici profonde elontane, legate anche alle vicende chehanno portato alla elezione diBenedetto XVI). In questa forma, leloro dichiarazioni, il loro scontro, nonci interessano. Ci avrebbe interessato,e perfino coinvolto, se l’uno o l’altro -per dire - avesse compiuto il gesto diamore e di carità che per un istanteho vagheggiato. Il manzonianoCardinal Borromeo si duole profondamenteche sia stato l’Innominato arecarsi da lui e non, viceversa, lui stessoad accorrere dalla pecorella smarrita.Oggi, ancora una volta, l’occasioneè stata perduta.[...] Il recente caso di P.G. Welby, che con lucidità hachiesto la sospensione delle terapie di sostegno respiratorio,costituite negli ultimi nove anni da unatracheotomia e da un ventilatore automatico, senzaalcuna possibilità di miglioramento, ha avuto unaparticolare risonanza. Questo in particolare perl'evidente intenzione di alcune parti politiche diesercitare una pressione in vista di una legge a favoredell'eutanasia. Ma situazioni simili saranno semprepiù frequenti e la Chiesa stessa dovrà darvi piùattenta considerazione anche pastorale.La crescente capacità terapeutica della medicinaconsente di protrarre la vita pure in condizioni untempo impensabili. Senz'altro il progresso medicoè assai positivo. Ma nello stesso tempo le nuove tecnologieche permettono interventi sempre più efficacisul corpo umano richiedono un supplementodi saggezza per non prolungare i trattamenti quandoormai non giovano più alla persona.È di grandissima importanza in questo contesto distingueretra eutanasia e astensione dall'accanimentoterapeutico, due termini spesso confusi. Laprima si riferisce a un gesto che intende abbreviarela vita, causando positivamente la morte; la secondaconsiste nella «rinuncia ... all'utilizzo di proceduremediche sproporzionate e senza ragionevole speranzadi esito positivo» (Compendio Catechismodella Chiesa Cattolica, n. 471). Evitando l'accanimentoterapeutico «non si vuole ... procurare lamorte: si accetta di non poterla impedire»(Catechismo della Chiesa Cattolica, n.2.278)assumendocosì ilimiti propri della condizione umanamortale.Il punto delicato è che per stabilire se un interventomedico è appropriato non ci si può richiamare a unaregola generale quasi matematica, da cui dedurre ilcomportamento adeguato, ma occorre un attentodiscernimento che consideri le condizioni concrete,le circostanze e le intenzioni dei soggetti coinvolti.In particolare non può essere trascurata la volontàdel malato, in quanto a lui compete - anche dalpunto di vista giuridico, salvo eccezioni ben definite- di valutare se le cure che gli vengono proposte,in tali casi di eccezionale gravità, sono effettivamenteproporzionate.Del resto questo non deve equivalere a lasciare ilmalato in condizione di isolamento nelle sue valutazionie nelle sue decisioni, secondo una concezionedel principio di autonomia che tende erroneamentea considerarla come assoluta. Anzi è responsabilitàdi tutti accompagnare chi soffre, soprattuttoquando il momento della morte si avvicina. Forsesarebbe più corretto parlare non di «sospensione deitrattamenti» (e ancor meno di «staccare la spina»),ma di limitazione dei trattamenti. Risulterebbe cosìpiù chiaro che l'assistenza deve continuare, commisurandosialle effettive esigenze della persona, assicurandoper esempio la sedazione del dolore e le cureinfermieristiche. Proprio in questa linea si muovela medicina palliativa, che riveste quindi una grandeimportanza.Dal punto di vista giuridico, rimane aperta l'esigenzadi elaborare una normativa che, da una parte,consenta di riconoscere la possibilità del rifiuto (informato)delle cure - in quanto ritenute sproporzionatedal paziente - , dall'altra protegga il medico daeventuali accuse (come omicidio del consenzienteo aiuto al suicidio), senza che questo implichi in alcunmodo la legalizzazione dell'eutanasia.Un'impresa difficile, ma non impossibile: mi diconoche ad esempio la recente legge francese in questamateria sembri aver trovato un equilibrio se nonperfetto, almeno capace direalizzare un sufficienteconsenso in una società pluralista.[...]


<strong>20</strong>PACS&PARLAMENTOLE ACROBAZIE VERBALIDELLA POLITICA ITALIANAEutanasia, PACS: chiamiamo le cosecon il loro vero nome.MICHELE AINISla Stampa, 29 gennaio <strong>20</strong>07Domanda alla politica e ai politici:per una volta potremmochiamare le cose con il loro veronome? Giacché nell’infinita baruffatra i partiti sull’eutanasia esui Pacs c’è a quanto pare un solopunto che li mette d’accordo.Guai a pronunziare queste dueparole nelle future leggi che regoleranno(si fa per dire) la questione.Da qui le acrobazie verbalidel programma dell’Unionea proposito delle famiglie di fatto,sette righe che parrebberodettate dalla Sibilla cumana. Daqui i sofismi sulla «buona morte»,dove un demone classificatoredistingue fra eutanasia attivae passiva, accanimento terapeutico,consenso informato, rifiutodi cure, testamento biologico,suicidio assistito. Da qui,infine, la vertigine che prendealla gola gli italiani: secondol’Eurispes 6 su 10 non capisconodove stia la differenza fra eutanasiae rifiuto dell’accanimentoterapeutico. Non ci hocapito granché nemmeno io,per quanto mi ci sia sforzato.Dopotutto se l’eutanasia è unamorte provocata su richiesta delmalato, conta assai poco il modocon cui questo dolente appellovenga in concreto soddisfatto.E infatti quando la domandaè chiara lo è altrettantola risposta: sempre l’Eurispes attestache il 68 per cento degli italianiè favorevole all’eutanasia,Io non cerco carità e nemmenopietismo: cerco risorse econsensi su un obiettivo erivendico di farlo utilizzando ilmio corpomentre i contrari sono soltanto2 su 10. Conta qualcosa la volontàdegli elettori? E quantoconta il fatto che in Italia le donneconiugate nel <strong>20</strong>05 fosseroappena 334.690 in più delle nonconiugate? Quanto conta che leconvivenze stiano ormai per sopravanzarei matrimoni, e chequesto fenomeno si consumituttavia in un deserto di diritti?C’è insomma un problema, anziun doppio problema, che lasocietà civile rivolge alla politica.Ma la politica parrebbe incapacedi risposte, paralizzata daiveti incrociati fra i partiti che vivonolassù nel Palazzo. E alloraprova a neutralizzare i conflittiponendo un tabù sulle paroleche designano i conflitti, vittimadi quel «terrore semantico» dicui parlò Calvino, come se lavita e il mondo fossero indecenti,e dunque andassero perquanto possibile oscurati. Masoprattutto finge di trovare soluzioni,scrivendo leggi amletiche,assumendo decisioni che infinenon decidono. Succede innanzituttosulle questioni di fine vita.Un disegno di legge che haquali primi firmatari Villone eMarino disciplina il rifiuto ditrattamento sanitario, pur ammettendoche questo diritto ègià sancito dalla Costituzione, eche perciò la legge non sarebbenecessaria. E allora perché maiapprovarla? Un’altra propostaregola il testamento biologico,benché – come ha ricordatoUmberto Veronesi – sette milionidi tedeschi già lo pratichinopur in assenzad’ogni prescrizionenormativa. Masuccede altresìsui Pacs, dovela questionepiù spinosa – ildiritto alla pensionedi reversibilità –parrebbe rinviata alle calendegreche. Sul resto viceversa c’è unaccordo, o forse un cruciverba.Non riconoscimento ma «accertamento»delle unioni di fatto.Non un registro ma un certificato.Diritti agli individui, nongià alla coppia. Ma una coppianon è formata da due individui?Insomma c’è da riesumare conurgenza la virtù della chiarezza,tirandola fuori dalla tomba incui l’ha ormai sepoltala politica italiana. Anche perchéaltrimenti qualsiasi leggesui temi etici rischia di diventarecome quel libertino di mezzaetà di cui parlò Calamandrei suibanchi dell’Assemblea costituente:un’amante giovane gliaveva strappato via tutti i capellibianchi per ringiovanirlo,mentre l’anziana moglie gli avevatoltoquellineri per renderlopiù vecchio.Col risultato che il libertino rimaseinfine con la testa completamentecalva. Sicché se il legislatoreè un po’ il nostro barbiere,c’è almeno una preghiera darivolgergli: per carità, non ci rasatea zero.Ascolta “Il Maratoneta”, latrasmissione dell’associazione <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong> in diretta su Radio Radicaleogni sabato dalle 14:30 alle 15:30.La trasmissione, curata da MirellaParachini e Luigi Montevecchi, oltrea trattare ed approfondire i temidell’attualità politica sui temi dellabioetica e della ricerca, informasulle attività dell’associazionestessa.“Il Maratoneta” è oggi scaricabileanche in podcasting o riascoltabilein streaming. Tutte le informazionisu www.radioradicale.it ewww.lucacoscioni.it.INVIA UN CONTRIBUTO E RICEVERAI IL NOSTRO GIORNALE NOTIZIE RADICALI


PACS&PARLAMENTO21SUI PACS L’ITALIA FANALINO DI CODAIN EUROPA E NEL MONDOLa battaglia per le unioni di fatto si può vincere solo assumendoun atteggiamento fermo nei confronti delle gerarchie ecclesiasticheCARLO TROILOApprovare una legge che regoli leunioni di fatto risponde ad unanecessità reale della società italiana?La risposta è nei dati: le “libereunioni”, come le definiscel’ISTAT, sono oltre 700 mila.Dunque, quasi un milione e mezzodi cittadini italiani attendonouna legge sulle unioni di fatto:coppie omosessuali che non hannol’alternativa del matrimonio;coppie eterosessuali che per liberascelta non intendono sposarsio per loro personali ragioni scelgonodi convivere prima dellenozze.Dunque, la legge sulle unioni civiliserve ed il governo – che nel suoprogramma prevede il riconoscimentodelle coppi di fatto – haconfermato la volontà di presentarloentro la fine di gennaio.Questo vuol dire che avremo prestouna legge? Non sarà certo unavittoria facile, visto che anche nellamaggioranza ci sono numeroseopposizioni. Ma c’è ugualmenteda sperare che il ddl verrà approvato,perché su questo tema leintese ed i contrasti tagliano trasversalmentei partiti della maggioranzae della opposizione, comedimostrano in particolare leaperture al dialogo dell’On. Fini.Non a caso, tra le numerose propostedi legge presentate inParlamento, due sono le più “quotate”:la prima è quella di FrancoGrillini (DS), firmata da 161 esponentidi tutto il centro sinistra, daiDS a Rifondazione passando perla Margherita; la seconda è quelladi Dario Rivolta (FI), sostenuta dabuona parte del suo partito e daun gruppo trasversale alle altreforze della Casa delle Libertà. Idue disegni di legge hanno in comunedue punti importanti, perchénon includono le norme piùcontestate introdotte in altri Paesieuropei: infatti, non accennanoalla possibile adozione di bambinida parte di coppie omosessualie, soprattutto, non parlano dimatrimonio né assimilano ad essole unioni di fatto.Sarebbe interessante tracciare unquadro esauriente delle leggi cheregolano le unioni di fatto nelmondo. Per esigenze di brevità,mi limito qui a segnalare che inEuropa solo l’Italia, la Grecia,l’Irlanda, la Polonia e laSlovacchia non hanno alcuna leggesulle unioni di fatto, mentre glialtri paesi della Comunità hannolegiferato in materia, spesso damolti anni, con una gamma disoluzioni che va dal semplice riconoscimentodi alcuni diritti dibase fino al matrimonio gay dellaSpagna, dell’Inghilterra, delBelgio e dell’Olanda. E il presidentedi turno dell’Unione europea,Angela Merkel, ha già convocatouna riunione dei ministri dellaGiustizia per omogeneizzare le 19leggi approvate dai diversi Statiper tutelare le coppie di fatto.Nel resto del mondo le unioni difatto sono tutelate in gran partedei paesi più importanti: moltistati degli USA (alcuni dei qualiprevedono anche il matrimoniogay, come pure il Canada), ilMessico, l’Argentina, il Brasile, diversialtri stati sudamericani,Israele e il Sudafrica, che un mesefa ha approvato una legge che autorizzai matrimoni omosessuali.Molti di questi paesi prevedonoanche, in diverse forme e misure,la possibilità di adozione da partedi coppie gay.Un merito di Prodi – ha scritto ilprof. Ceccanti, capo dello UfficioLegislativo del Ministero per lePari Opportunità, e quindi impegnatoin prima persona nella stesuradell’atteso ddl del governo -è quello di “aver scelto come riferimentoun modello, quello deiPacs francesi, che non solo si prestaa una convergenza tra laici ecattolici del centrosinistra, ma anchecon larga parte dello schieramentoopposto, in alternativa auna logica di bipolarismo etico.La legge francese del dicembre1999 sul “Pacte Civil de Solidarité”(da cui l’acronimo PACS) è infattiavanzata, almeno dal punto di vistadell’Italia, ma molto equilibrata.E’ avanzata perché assicura allecoppie di fatto diritti in materiadi assistenza sanitaria, di agevolazionifiscali, di subentro nei contrattidi locazione, di eredità edentro certi limiti di reversibilitàpensionistica. E’ equilibrata perchéprevede non solo diritti maanche doveri, quali l’impegno acondurre una vita in comune,l’obbligo di aiuto reciproco materiale,la responsabilità comuneper i debiti contratti dalla firmadel patto. In generale, è fuori didubbio che l’impostazione giuridicadei PACS francesi ne fa cosadel tutto diversa dal matrimonio,soprattutto per la semplicità, rispettoal divorzio, con cui si puòmettere fine al “patto”.La legge ha avuto grande successo:in cinque anni – i dati vengonodal Ministero della Giustiziafrancese - sono stati contratti oltre<strong>20</strong>5 mila PACS. Nel <strong>20</strong>05, afronte di 278 mila matrimoni, sonostati 59 mila i PACS: vale a dire,circa <strong>20</strong> PACS per ogni 100 matrimoni.Queste cifre appaiono ancorpiù interessanti se si considerache il numero dei matrimoni“normali” non è, intanto, calato,ma è rimasto stabile. E va consideratoanche che la convivenzanel nuovo istituto è relativamenterobusta, più o meno come nelmatrimonio tradizionale: in setteanni sono state in tutto 33mila lecoppie PACS che si sono separate,ossia il 13% del totale. Ma il datopiù sorprendente è che, contrariamentealle previsioni degliideatori francesi dei patti, questaforma di unione è in grandissimamaggioranza scelta dalle coppieeterosessuali piuttosto che daquelle omosessuali. Secondo lestime disponibili, tra quelle chehanno scelto il patto le coppieomosessuali sono oggi il 15 percento del totale, pur se nei primitempi toccavano quasi il 50 percento.Dal punto di vista politico, il fattopiù significativo è che i PACS, volutidalla sinistra, non sono statitoccati dall’attuale governo dicentro destra, che anzi ha introdottoalcuni miglioramenti, mentreil candidato socialistaall’Eliseo, Ségolène Royal, considerale norme del 1999 ormai inadeguateed ha inserito nel suoprogramma per le elezioni dell'annoprossimo una propostamolto chiara: “Il matrimonio el'adozione saranno aperti allecoppie dello stesso sesso”. E non acaso lo stesso Partito Popolarespagnolo ha sostenuto la soluzionefrancese in alternativa alla leggedi Zapatero.Una considerazione conclusiva:la battaglia per le unioni di fatto sipuò vincere solo assumendo unatteggiamento molto fermo neiconfronti delle gerarchie ecclesiastiche.Infatti, bisogna prendereatto che sui PACS – come su ognialtro tema “eticamente sensibile”– noi siamo purtroppo “in guerra”:una guerra dichiarata apertamentedal Vaticano e guidata personalmentedal Papa, che il 22 dicembre,nello stesso giorno in cuiil Vicariato di Roma negava al“dottor Welby” i funerali religiosi,ha ribadito il diritto-dovere dellaChiesa di “ingerirsi” nella vicendae ha definito le unioni di fattoinaccettabili in quanto “formegiuridiche che relativizzano il matrimonio”,ispirandosi a “quelleteorie funeste che tolgono ogni rilevanzaalla mascolinità e allafemminilità della persona umana”.E da allora continua, quasiquotidianamente, a lanciare isuoi anatemi. Una guerra, quelladichiarata da Papa Ratzinger, perla quale si accingono a partire i“politici di complemento” delPapa: con sacro furore, quando leloro intime convinzioni coincidonocon quelle della Chiesa; dimala voglia, quando la loro sceltaè dettata esclusivamente daopportunismo politico.Speriamo che molti di loro decidanodi disertare.PARLAMENTARI: PACS VOBISLettera aperta ai Presidenti della Camera e del SenatoEgregio Presidente,molti parlamentari del centro destra ed alcuni delcentro sinistra hanno dichiarato la loro contrarietàalla normativa sulle unioni di fatto – già in vigore neiprincipali Paesi dell’Occidente - che il governo intendeproporre entro la fine di gennaio con un disegno dilegge in merito.Pochi sanno che da molti anni deputati e senatoribeneficiano di un sistema di “pacs privati” checonsente loro di assicurare al convivente due deiprincipali benefici di questa normativa: l’assistenzamedica e la reversibilità della pensione.Sono certo che l’opposizione alla tutela delle unioni difatto si basa su profonde convinzioni etiche e/oreligiose, che “laicamente” rispetto, pur noncondividendole. E dunque mi aspetto che prima diiniziare la loro battaglia in Parlamento questi deputatie senatori avranno la coerenza di rinunciare –motivandolo pubblicamente - a questi benefici, chepersonalmente considero sacrosanti diritti ma che siconfigurano invece, se non estesi alla totalità delcittadini, come degli ingiustificati privilegi (in pochicasi come questo, poiché parliamo di legislatori, èopportuno ricordare che l’etimologia di “privilegio” è“lex in privos lata”). Mi permetto di richiamare suquesto problema soprattutto l’attenzione deiPresidenti della Camera e del Senato, che per il lororuolo istituzionale e super partes dovrebbero farsenecarico.Grazie per l’attenzione e cordiali salutiCarlo Troilo<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>


22ROMALAICA&CELLULEDI ALTERNATIVAASPETTANDO IL CAMPIDOGLIOROMA LAICA BATTE UN COLPOMARIO STADERINICapogruppo RnP al Municipio I diRoma - centro storicoNelle ultime settimane la questionelaica ed anticlericale hainiziato a scuotere il Comune diRoma ed il suo sindaco, WalterVeltroni.Le contingenze sono state lamorte di Piergiorgio Welby, la discussionesui Pacs, la dedica dellaStazione Termini a PapaGiovanni Paolo II.Sullo sfondo i rapporti con ilVaticano, l’azione radicale, l’agitarsidella sinistra Ds ed il primostrutturarsi di un’opinione pubblicaanticlericale.Iniziamo da Piergiorgio. I suoi funeralisono stati occasione di conoscenza.L’imbarazzo delCampidoglio si è manifestatocon le difficoltà a concedere lasua piazza (di domenica non èpermesso, è stata la giustificazione)e con l’assenza del sindaco ilgiorno della cerimonia.A dir la verità, anche SandroMedici, esponente di spicco diRifondazione comunista ePresidente del Municipio X ,competente al rilascio della concessionedel suolo pubblico apiazza Don Bosco, ha a suo modotentato di scongiurare che ilfunerale laico si svolgesse di frontealla chiesa che ne aveva rifiutatoil rito cattolico. Effettivamente,in ambito locale la capacità dicontrollo del voto da parte dell’apparatoparrocchiale è di granlunga superiore rispetto al datonazionale.Nessuna remora, invece, hannoavuto le migliaia di romani chehanno gremito la piazza per salutareil Calibano, marcando la distanzada chi aveva avuto il cattivogusto di scomunicarlo postmortem. Dello stesso avviso i tifosiromanisti della Curva Sud,che a Piero hanno dedicato unevocativo “Buon Natale Welby”.Tra i Ds romani, intanto, serpeggiamalcontento per la scarsa attenzionemostrata in questa occasioneda Veltroni, proprio lui,conosciuto come instancabilepresenzialista ad inaugurazioni efunerali. Gli esponenti del “correntone”diessino, capitanati dalconsigliere comunale RobertoGiulioli, lo rinfacciano a più riprese.Grazie ad una loro iniziativa,appoggiata da tutti i capigruppodi maggioranza, tra pochi giornisarà votata una mozione chechiede l’intitolazione aPiergiorgio del parco dove si sonosvolti i funerali.Il giorno prima, il 23 dicembre,Veltroni aveva invece officiato lacerimonia di dedicazione dellaStazione Termini a PapaGiovanni Paolo II. Una storia natanell’aprile <strong>20</strong>05, poche ore dopola morte del Papa, con l’annunciodel sindaco di intitolarglila stazione.L’inopportunità evidente di talescelta, tesa a dare alla stazionedella Capitale italiana il nome delsovrano di uno Stato estero confinantee capo di una confessionereligiosa, sembrava aver fattorientrare la boutade iniziale. Alcontrario, venti mesi dopo, duegiorni prima di Natale, in pienosciopero dei giornalisti e alla presenzadel sindaco di Roma, dell’amministratoredi Trenitalia, delPresidente della Conferenza episcopaleCamillo Ruini e delSegretario di Stato VaticanoTarcisio Bertone, vengono scopertedue grandi steli alte 12 metrie posizionate nei punti più frequentatidello snodo ferroviarioromano. La scritta è inconfondibile,“Stazione Termini - GiovanniPaolo II”; ma il dubbio rimane:intitolazione o cosa?Decido di promuovere un’interrogazionedi iniziativa popolareper saperne di più (sono sufficienti<strong>20</strong>0 firme di cittadini perchéil sindaco abbia 60 giorni diPerché non sono affattoconvinto che il sapere e lascienza prima o poi l'avrannovinta: la storia è piena di ottimecause, seppellite sotto unamontagna di ragionitempo per rispondere), e con leassociazioni laiche romane organizziamouna conferenza stampa/manifestazionedavanti allastazione. Il giorno prima, Veltronicorregge il tiro, e fa sapere che dimera dedica si tratta.A questo punto è l’Osservatoreromano, quotidiano della S.Sede, ad attaccare il sindaco, ironizzandosul suo coraggio e l’eccessivaattenzione rispetto all’opinionepubblica laicista aizzatadai soliti maliziosi radicali.Sui giornali si delinea un vero eproprio affaire Termini, che palesala distanza tra la popolazione(un sondaggio di Libero fissa al70% i romani che non voglionocambiare nome alla stazione) e laclasse politica. Il fatto nuovo è lamessa in discussione, netta eprolungata, di una scelta sostanzialmenteclericale: il costo politicoper chi l’ha compiuta, è statoalto.Come nella politica nazionale,poi, il dibattito sui Pacs accendegli ardori dei politici romani.Veltroni la giudica una questionedi rilevanza nazionale e non locale;coerentemente, ritiene di nondover replicare nulla allorchéBenedetto XVI sceglie di rilanciarei suoi affondi contro i progettilegislativi della Repubblica italianaproprio durante la visita inVaticano degli amministratoripubblici del Lazio.Anche per questo, forse, inConsiglio comunale giaccionosospese sia la mozione che impegnavail sindaco a segnalare algoverno “l'attenzione della cittàsulla necessità di una legge cheestenda i diritti civili delle coppieche vivono insieme, siano esseetero o omosessuali, istituendoun registro nei comuni italiani”,sia la delibera per istituire i registricomunali delle unioni civili.Il già citato Giulioli arriva ad affermareche “se non riusciremo a discuterequest'ordine del giornoin aula, allora vuoi dire che ci saràstato impedito di esercitare il nostromandato di consiglieri comunali”.Radicali romani ed associazioniGLBT sono anch’essipronti a scendere per strada, raccogliendole firme necessarie arompere l’empasse.Questi episodi hanno il pregio direndere evidente una partita piùampia, quella dei rapporti traVaticano e politici; una partitache a livello locale assume la concretezzadi scelte di governo delterritorio. Roma è di certo la cittàche più di tutte paga l’invadenzadi Oltretevere. Non a caso, in seianni il sindaco di Roma non èmai andato alla celebrazione delXX settembre a Porta Pia, unavolta addirittura perché occupatoa consegnare al Papa le chiavidella città.La concessione di spazi pubblicicome la presenza alle cerimoniee la gestione della toponomastica,non sono altro che l’epifenomenodell’ influenza del playervaticano nell’amministrazionedella città. Discorso che, a fortiori,vale lì dove girano miliardi dieuro e strategie per gli anni futuri:la sanità, l’istruzione, il turismo,la cultura. Non c’è settore dove sifermi l’invadenza clericale, sipensi all’ulteriore privilegio concessopochi giorni fa dalla Giuntacomunale: i permessi per entrarecon la macchina in centro storico,che ai cittadini come alle ambasciateestere o agli esponenti diStazione San Pietro: proporremoche si chiami “Ernesto Nathan”SERGIO ROVASIO E LUIGI CASTALDIPerché non sono affattoconvinto che il sapere e lascienza prima o poi l'avrannovinta: la storia è piena di ottimecause, seppellite sotto unamontagna di ragionialtre confessioni religiose costano550 euro l’anno, agli uominidel Papa costeranno miracolosamentesolo 55 euro.Dopo tanti anni di torpore, però,Roma laica ha battuto un timidocolpo. Non sono tanto i politici adare speranza - la posizione dellasinistra ds potrebbe rivelarsi strumentalealla polemica sul partitodemocratico, mentre all’inversosi moltiplicano i comportamentiindulgenti di Rifondazione comunista-, quanto l’emergerenell’opinione pubblica della consapevolezzache tutto il bailammesui “valori” e sulla “fede”, in realtà,nasconde interessi economicie di potere che accomunanouomini di stato al pari di quelli dichiesa.La laicità del governo delle nostrecittà passa necessariamente attraversola resistenza e la lotta aiclericalismi di ogni risma.“Ringraziamo per gli elogi “L’Osservatore Romano”, il cui editore, la Santa Sede, non contenta degliospedali italiani dedicati ai Santi, le Banche dedicate ai Santi Spiriti, vorrebbe le Stazioni ferroviarieintitolate ai Subito-Santi.La vicenda della Stazione Termini “dedicata” e non “intitolata” a Giovanni Paolo II manda su tutte lefurie il quotidiano vaticano “L’Osservatore Romano” e se la prende con i “soliti ossessionati laicistipronti ad alzare la voce… e quei radicali che, come già accaduto per altre questioni, non si fannosfuggire mai la ghiotta (e rara) occasione per dimostrare a se stessi e agli altri di esistere politicamente”.Ebbene si, esistiamo politicamente e ne siamo orgogliosi, a differenza di chi, organo mediatico diuno Stato teocratico, non può tollerare un ordinamento democratico all’interno dei suoi confini evorrebbe la teocrazia applicata anche all’interno dello Stato italiano”.La Stazione Termini continuerà a chiamarsi così, è una nostra vittoria! Ora inizierà la battaglia percambiare il nome alla Stazione San Pietro. La nostra proposta è che diventi Stazione Ernesto Nathan”


PILLOLADEL GIORNO DOPO&DICELLULEALTERNATIVA23MA AL “PERTINI”CI VORREBBE PERTINI...All’ospedale romano la contraccezioned’emergenza è tornata a rischioSILVIO VIALELa decisione di introdurre un ticketper le prestazioni di prontosoccorso rischia di penalizzare ulteriormentel’accesso alla contraccezionedi emergenza (CE),rendendo improcrastinabile unintervento del ministro per eliminarel’obbligo della ricetta per la“pillola del giorno dopo”.L’attribuzione di un ticket di 25 ,affidato all’arbitrio del medico diturno, espone la donna ad un ingiustificatoatteggiamento punitivoda parte di medici ignoranti oideologicamente prevenuti.Significativa è la decisione di unacommissione di medicidell’Ospedale Pertini di Roma,ASL Roma B, di attribuire il “codicebianco” alla contraccezione diemergenza.Questa decisione è figlia del disinteressepolitico sulla CE, per cuinon ci si cura affatto che una donnapossa ricorrervi in tempo utile,qualora sia incorsa in un incidentecontraccettivo. Molti medici dibase e dei pronto soccorso si rifiutanodi prescrivere la CE, considerandolaerroneamente una prestazionespecialistica ginecologica,mentre altri si appellano aduna inesistente possibilità di“obiezione di coscienza”, non previstada alcuna legge.Non stupisce quindi che i colleghiGiannotta, Piscioneri, Pagnanelli,Cinque, Marini e Giovannini, colpitida un furore sessuofobo e punitivo,abbiano optato per il codicebianco, abbiano predispostoun consenso informato e abbianodefinito un percorso a tuteladei medici obiettori che prevedeun’ulteriore peregrinare delladonna. Insomma tutto quanto dipiù schifoso sia stato documentatoda inchieste televisive.Non conosco nel dettaglio il documento“scientifico” a supportodella decisione, che forse per pudorehanno prudentemente evitatodi diffondere, ma sono certoche in esso non troverete gli standardscientifici della letteraturainternazionale, delle linee guidadelle principali società scientifichee dei documenti delle agenziedell’OMS.Da un punto di vista farmacologicoè inaccettabile che la prescrizionedi una singola dose di levonorgestreldi 1,5g, una tra le piùinnocue ricette che un medicopossa compilare, che non presentacontroindicazioni cliniche eche non necessita di visite o accertamentimedici, trovi così tanteresistenze da parte di molti medici,anche se capisco che l’obbligodi ricetta per una circostanza,l’avvenuto rapporto (non verificabile)possa creare frustrazionenel medico che deve prescriveresulla fiducia un farmaco che dovrebbeessere da banco.Come non percepire come “rompico…”le donne (i loro compagnirestano nell’ombra…) che a tuttele ore vengono a chiederti una ricetta,proprio a te.Eppure il concetto di urgenza èstato precisato nel <strong>20</strong>01 dal TARdel Lazio, secondo cui “ le caratteristichedel farmaco si traduconoin specifiche regole comportamentalia carico del medico, cheè tenuto a prescriverlo in presenzadei presupposti di emergenzae nei limiti idonei ad eliminare ilpaventato rischio di gravidanza.”A tal proposito occorre ricordareche l’efficacia nel prevenire il concepimentodiminuisce con iltempo, essendo massima entro le12 ore e dimezzandosi ogni 12ore, ovvero passando dal 95 %delle prime 24 ore, all’85 % a 48ore e al 58 % a 72 ore. Nella sentenzasi osserva come “la nozionedi emergenza, che costituiscepresupposto per la somministrazione,va considerata in sensostrettamente oggettivo - e cioè comeevento critico, suscettibile diintrodurre la possibilità di unagravidanza non desiderata, cui siintende porre rimedio con caratteredi immediatezza, indipendentementedal grado di volontarietào colpa dell’interessato neldeterminarlo; ciò in base ad uncriterio che è comune alla somministrazionedi ogni presidio terapeutico,che ha luogo in base aldato obiettivo della condizione fisiologicadell’individuo prescindendoda ogni valutazione circa ilconcorso psichico dello stesso neldeterminarne le cause”.Ridicola è, poi, la pretesa di farsottoscrivere un consenso informato,soprattutto se questo non èrichiesto per la prescrizione di altrifarmaci, come ad esempio gliantibiotici, considerando che laCE non è somministrata direttamentedal medico e che la donna,ottenuta la ricetta non è assolutamenteobbligata ad assumerla. Adifferenza delle informazioniscritte, che possono essere consegnatealla donna, la sottoscrizionedi un documento non richiestoper altri farmaci diventa unaimposizione vessatoria tesa acreare dubbi non giustificati e ascoraggiare il ricorso alla CE.Per quanto riguarda l’obiezionedi coscienza, occorre chiarire cheil nostro ordinamento la prevedesolo in quattro casi: rifiuto del serviziomilitare, sperimentazionesugli animali, interruzione volontariadella gravidanza e procreazionemedicalmente assistita.Solo una decisione politica dellaCommissione Nazionale diBioetica, tuttora non suffragata daalcun provvedimento legislativo,ha ipotizzato la possibilità dell’obiezionedi coscienza per la CE.In ognicaso, soprattuttoquando il medico ricopre l’incaricodi pubblico ufficiale o di incaricatodi pubblico servizio, nessunaobiezione può ledere il dirittodel paziente ad una prestazioneefficace, in particolare se il ritardopuò provocare un danno. Nel casodella CE, cioè di una sempliceprescrizione di medicina generale,come ha ribadito recentementeil presidente dell’Ordine deiMedici, il medico “deve provvederenell’ambito delle proprie responsabilità,affinché la richiedentepossa accedere con tempie modalità appropriate alla prescrizione”.E’ quindi limitativo epericoloso che nel documentodell’Ospedale Pertini si prevedada una prescrizione specialistica,non necessaria, per un percorsoche giunge ad allontanare la pazientedall’ospedale. Se si ritieneche debba essere un ginecologo aprescrivere la CE, come si puòpensare che debba farlo un medicodi base o di guardia medica?Che costoro non debbano inviarela paziente al ginecologo?Incoerente e ridicolo.Sul meccanismo d’azione, rimandandoad un articolo più approfonditoin corso di pubblicazionesu “BIOETICA – rivista interdisciplinare”,debbo denunciare la superficialitàcon la quale il CNB haaffrontato la questione, al solo finepolitico di legittimare una inesistenteazione abortiva.Senza entrare nel merito del concettodi gravidanza, come definitadall’OMS, devo fare notare comeper la legge 194/78 l’obiezionedi coscienza può essere invocatasolo in caso di gravidanzadiagnosticabile (positività HCG) eche per la legge 40/<strong>20</strong>04, non essendocila certezza dell’embrione,solo nelle condizioni determinatedal trattamento medico. Inentrambi casi non per ipotesiastratte non verificabili.Nelmerito delmeccanismo diazione, nel <strong>20</strong>05, ilDipartimento di SaluteRiproduttiva e Ricercadell’Organizzazione Mondialedella Sanità, Special Programmeof Research, Development andResearch Training in HumanReproduction, ha affermato in undocumento che “la contraccezionedi emergenza con levonorgestrelha dimostrato di prevenirel’ovulazione e di non avere alcunrilevabile effetto sull’endometrio(la mucosa uterina) o sui livelli diprogesterone, quando somministratadopo l’ovulazione”, escludendoquindi un effetto intercettivosu un eventuale ovulo fecondato.Tornando allo stupefacente documentodei sei medici delPertini, devo osservare come nellaregione Piemonte, già alcunianni fa un assessore di AN avevapredisposto che il ticket non fossedovuto nelle ore di chiusura deiconsultori. Una decisione dibuon senso, considerato che iconsultori hanno orari variabili epresenze non continuative delmedico, che nessuno di noi è ingrado di conoscere l’effettivo orariodel medico di famiglia e chequasi mai il servizio di guardiamedica ha una postazione fissaper le ricette. Sarebbe curioso sostenereche la donna, in alternativaal pS, dovesse chiamare laguardia medica al domicilio.Coerentemente l’OspedaleS.Anna nel triage ha attribuito ilcodice verde, urgenza media, allaCE, confermando la scelta anchein occasione del ticket.Avviandomi alla conclusione, mipare evidente che l’abolizionedella ricetta ridurrebbe ogni tipodi conflittualità sulla natura dellaprescrizione, sull’obiezione e suldiritto alla prestazione, restituendola responsabilità etica all’individuo,nel caso specifico alla donnache necessitadella CE.Non esistono obiezioniscientifiche e sanitarie, poichéla CE soddisfa tutti i criteri di unprodotto da banco: tossicità moltobassa, nessun rischio di sovradosaggio,nessuna dipendenza,nessuna necessità di accertamentimedici, né di monitoraggiodella terapia, non significativecontroindicazioni mediche, nonteratogeno, facile identificazionedel bisogno, semplice da usare,dosaggio preciso, nessuna interazionefarmacologica di rilievo,nessun pericolo in caso di assunzioneimpropria e minime conseguenzein caso di uso ripetuto, oravvicinato nel tempo.Insomma è meno pericolosa diqualunque antinfiammatorio oantidolorifico da banco.E’ un provvedimento suggeritodalle agenzie dell’OMS e dal 1999ad oggi è diventato un prodottoda banco in molti paesi. Nel <strong>20</strong>06anche negli Stati Uniti con addiritturail sostegno di Bush. E’ unprodotto da banco in una ventinadi paesi europei. Non lo è ancorain Italia, Germania, Spagna eIrlanda, nonostante anche questipaesi siano firmatari di una risoluzionedel Consiglio d’Europadel 15 marzo <strong>20</strong>00 (Resolution onthe classification of medicineswhich are obtainable only on medicalpresciption Ed. <strong>20</strong>05), cheinserisce il levonorgestrel per laCE tra i farmaci vendibili OTC“over the counter”. Di fronte a tuttociò, c’è da chiedersi perché unministro donna non sia ancoraintervenuto per garantire la massimaefficacia della CE per le donne,per evitare loro inutili mortificazionie per superare i malumori,a volte ingiustificati altre voltecomprensibili, dei medici versouna prestazione che non necessitadi diagnosi medica ed è riconducibileal libero arbitrio dell’individuo.Come dimostrato in altripaesi con l’abolizione della ricettanon vi sono danni ma solo vantaggi.Mi auguro che i sei delPertini rivedano la loro decisionee si uniscano nella richiesta diabolire la ricetta.


24ABORTO&CELLULEDI ALTERNATIVACENTRI DI AIUTO ALL’IDEOLOGIAIl caso dell’ospedale San Carlo di Potenza: l’occupazione degli zuavi pontificiMAURIZIO BOLOGNETTISe dovessi sintetizzare in unafotografia la nostra iniziativapolitica sulla questione dell’applicazionedella legge 194/78 inBasilicata, chiederei al lettore diguardare la foto che ritrae alcunipazzi malinconici che manifestanoall’ingressodell’Ospedale San Carlo diPotenza.Il San Carlo, un nosocomio doveimperversano da sette annigli zuavi pontifici del Centro diAiuto alla Vita (CAV). Alzi la testae vedi sventolare sul tettodell’ospedale una logora bandieratricolore; l’abbassi, e pensiche al posto del tricolore dovrebbeesserci la bandiera delloStato Città del Vaticano.Leggendo le convenzioni stipulatedal San Carlo con le associazioniantiabortiste “Centro diaiuto alla vita” e “Difendere la vitacon Maria”, non puoi fare ameno di chiederti: ma stiamoparlando di un OspedaleArrivare a preferire che i 30mila embrioni soprannumerariesistenti in Italia rimanganomateriale congelato, fino amarcire, piuttosto che essereutilizzati per la ricerca, èun'aberrazione estranea aqualsiasi religiositàPubblico o di una succursaledello Stato Pontificio?I responsabili del CAV parlanodi “collaborazione” conl’Azienda sanitaria e di “aiuto alledonne”. In realtà siamo difronte all’ occupazione manumilitari di una struttura pubblica,siamo di fronte ad un potenteapparato dissuasivo che usaviolenza nei confronti delle pochee malcapitate donne chedecidono di praticare l’interruzionevolontaria di gravidanza(IVG) presso l’ospedale SanCarlo.Siamo di fronte ad una capillareoccupazione degli spazi pubblicida parte del sistema di poterecurial-vaticano. Una occupazioneche, al pari dell’occupazioneclientelare partitocratrica,è pervasiva di ogni aspettodella vita della nostra regione ealtrettanto soffocante. Una occupazioneche vive, prolifica, simoltiplica anche grazie al silenziodi chi dovrebbe avere a cuorela laicità dello Stato e delle sueIstituzioni.Come dar torto alla segretaria diIl Centro di Aiuto alla Vita (CAV) di Potenza aveva chiestoche venisse rinnovata la convenzione con l’ospedaleSan Carlo per l’assistenza alle gestanti che voglionoabortire. Con tale convenzione sarebbe stato autorizzatoa raccogliere per la “sepoltura” i prodotti di presuntaetà gestionale inferiore alle <strong>20</strong> settimane provenienti dagliaborti, oltre a poter esercitare, di fatto, pressioni psicologichesulle pazienti. Grazie all’iniziativa dell’esponenteradicale Maurizio Bolognetti il rinnovo della convenzioneè stato sventato.Radicali Italiani, RitaBernardini, quando affermache siamo di fronte ad una “capitolazionedello Stato italianoe delle sue leggi”?Come non dire grazie ai deputatidella Rosa nel Pugno, Porettie Turco, che sul “Caso SanCarlo” hanno presentato interrogazioniparlamentari?Di fronte alle cifre che raccontanola mancata applicazione dellalegge 194/78 ci tocca leggerele dichiarazioni di tutti i gruppidi centro della Provincia diPotenza (Udc, An, Margherita,Udeur, Idv), che preannuncianola presentazione di una propostadi legge regionale per consentire“ai volontari dei movimentie delle associazioni per lavita, la possibilità di espletare illoro servizio di divulgazione einformazione nei consultori familiari,nei reparti di ginecologiae ostetricia, nelle saled’aspetto e negli atri ospedalieri”.Ed è in questo contesto che citocca leggere le affermazioni delsindaco di Potenza, Vito Sant-Arsiero, che afferma: “Ogni attotendente ad indebolire l’azionedel CAV va considerato un’azionecontro la crescita civile e democraticadella nostra collettività.Consideriamo una ricchezzaper il nostro Paese le sueradici cristiane.”E tu lì, a ripetere che non difendil’aborto, ma il diritto delledonne a poter decidere liberamenteil momento della maternità.A ripetere ai rappresentantidel CAV e del Movimento perla vita, che un’ulteriore diminuzionedegli aborti si ottiene conpiù informazione sessuale econtraccettiva e non attraverso itabù e le loro sessuofobiche reazioni.Ma in tutti questi anni dove sonostati i medici con in tasca latessera dei Ds o della Cgil, cosahanno fatto, cosa hanno detto?Silenzio, omertà, connivenza, oforse peggio, il più classico dei“tiriamo a campa’”.Ma va anche detto che se, ancoraoggi e ancora una volta, citocca ascoltare le consuete dichiarazionicerchiobottiste dicerta sinistra, o l’ineffabile assessoreregionale alla sanità chesostanzialmente ci invita a non“rompere i c…”, ci sono stati interventie prese di posizione chericonciliano con la politica e lanobiltà della politica.Arrivare a preferire che i 30mila embrioni soprannumerariesistenti in Italia rimanganomateriale congelato, fino amarcire, piuttosto che essereutilizzati per la ricerca, èun'aberrazione estranea aqualsiasi religiositàE così Emilia Simonetti, consiglieraregionale del Prc (aderentealla cellula <strong>Coscioni</strong> lucana)ha tra l’altro scritto: “Perché nonsuscita preoccupazione l’enormenumero di operatori che sonoobiettori di coscienza e difatto rendono impossibile lapratica dell’ aborto in alcuniospedali della nostra regione?Sappiamo che questo comportaulteriore disagio in una situazionegià essa stessa difficile,sembra proprio che la donnadebba affrontare un percorsoad ostacoli per, ricordiamo,esercitare un suo diritto”.A farle eco il Senatore Piero DiSiena (sinistra DS), anch’egliiscritto all’<strong>Associazione</strong><strong>Coscioni</strong>, che parlando dellaConvenzione tra il CAV el’Ospedale San Carlo ha dichiarato:“Il fatto che la convenzioneduri da moltissimi anni è unmotivo in più per mettere finead un atteggiamento di sottovalutazionegeneralizzata su temieticamente sensibili che riguardanola condizione delle donnenella nostra regione. Non si trattadi aprire una guerra ideologica,e tanto meno uno scontro suproblemi attinenti il sentimentoreligioso. Stupisce inoltre lareazione di esponenti dellaMargherita, quasi che si fosseaperta una sorta di guerra di religione.”Che dire, se non concludere dicendoa quei compagni chesembrano vivere come minacciala nostra iniziativa e la nostralotta, che dopo decenni di incontro,di volemose bene, dicompromessi al ribasso, di silenzi,di omertà e di convinzioniche fanno presto a trasformarsiin convenienze, non bisognaaver paura dello “scontro”, chepoi, a mio modo di vedere, diventa“incontro”, qualcosa cheunisce e non divide.E allora: viva lo scontro!!! Vivaquesto momento di confrontoe di chiarezza!!! Viva la discussionee il dibattito!!! Viva questomomento alternativo al consuetorigor mortis!!!Viva la politica, che non vive solonelle stanze del potere, quelleche servono prevalentemente aspartirsi il territorio e le Asl, emagari a cencellizzare la presenzadelle associazioni all’internodi ospedali e consultori.BASILICATA: ANCORAABORTI CLANDESTINI E“CUCCHIAI D’ORO”.NUMERI, CIFRE, FATTICHE RACCONTANO DEL-L’INAPPLICAZIONE DEL-LA LEGGE 194/78.Ospedale San Carlo diPotenza: 95% di medici obiettoridi coscienza all’aborto,pentimenti(4 medici passatida non obiettori ad obiettori),improvvise folgorazioni sullavia di Damasco.Regione Basilicata: 92,6% dimedici obiettori di coscienzaall’abortoAsl n° 3 del Lagonegrese:Ospedale “San Giovanni”,100% di obiettori di coscienzaall’aborto.I consultori di Potenza chenon certificano per la 194.Nel <strong>20</strong>04 in <strong>Luca</strong>nia (ultimidati ministeriali disponibili)sono state 615 le IVG praticate,ma 1239 le donne lucaneche hanno abortito. Ne consegueche ben 624 donne residentiin Basilicata hannoabortito in altre Regioni. Lapercentuale che ne deriva(101,46%) stabilisce anch’essaun poco invidiabile primato.Potenza, ancora Ospedale SanCarlo, trovi il medico che purnon essendo obiettore, ti diceche non pratica Ivg “perchénon ha tempo”.


ABORTO&DICELLULEALTERNATIVA25NOI RISVEGLIATI DAL TORPOREEmilia Simonetti: “raccogliamo la sfida dei clericali”.MARCO VALERIO LO PRETELa discussione che si è aperta sulla convenzionetra il Centro di Aiuto alla Vitae l’Azienda Sanitaria S. Carlo ha fattoesplodere la questione laicità inBasilicata. Occasione per una riflessioneche riguardi tutto il paese?Certo, ed è per questo che occorre unapremessa generale: sia il movimento delledonne, che alcuni partiti della sinistra,che i sindacati, negli ultimi anni non sisono più occupati della questione relativaalla interruzione di gravidanza ed ingenerale delle questioni più generali cheriguardano non solo le donne, ma - inmaniera più ampia - relative al rispettodella persona e della tolleranza.Dal macro al micro dunque…Si, anche nella nostra regione è venutameno l’attività, la tensione, rivolte a certiargomenti. Basti pensare che esiste solouna associazione Telefono Donna intutta la regione. Tutt’intorno non è rimastopiù nulla del pensiero laico. QuandoMaurizio (Bolognetti, n.d.R.) ha sollevatola questione in un primo momento nonho risposto, anche perché allora mi cimentavocon un’attività per me nuova.Poi l’ho conosciuto per la questione eutanasiaed ho capito che potevamo farequalcosa insieme.A partire da quel momento il fronte comunecon la cellula <strong>Coscioni</strong> lucana persventare un nuovo accordo privilegiatotra strutture pubbliche e Centro diAiuto alla Vita…Ho risposto con convinzione, sostenendoquanto lui andava dicendo: negli anniscorsi forse avevamo avuto pure notiziadi questo accordo, ma avevamo in qualchemodo rimosso il tutto. Una non conoscenzaed un silenzio comunque gravi.Maurizio con questa forte iniziativa ciha risvegliato dal torpore. Abbiamo avutouna responsabilità nel lasciare spazicosì ampi al CAV. La presenza di questaassociazione costituisce un attentato all’equilibriodella donna e al suo diritto discelta, una negazione del fatto che unadonna possa liberamente scegliere da soladella sua vita.Di poche ore la notizia secondo cuil’ospedale San Carlo non rinnoverà laconvenzione con il CAV. Il fronte laicopuò cantare vittoria?Una vittoria parziale, quantomeno perchéil CAV ed i clericali sono stati costrettia fare marcia indietro. Subito dopo ilcomunicato di Maurizio c’è stata la presadi posizione del sindaco di Potenza, delConsigliere regionale della Margherita,insomma una levata di scudi; dall’altraparte si è avviata una discussione con ilsenatore DS Di Siena e gruppi di donnedi Rifondazione. Si è affermato il principiosecondo cui la convenzione non varinnovata. Daranno una stanza ai volontaricattolici, lontano dai locali in cui ledonne stazionano, e chi vorrà potrà rivolgersiliberamente a loro.Il principio della laicità esce sicuramenterafforzato dalla battaglia…Certo, laicità intesa non come indifferenzaalla questione umana, ma come principiosecondo cui sono i principi legislativi aregolare la realtà e non i principi di fede.Rafforzato ne esce anche il diritto all’autodeterminazionedella donna. La vita, occorrericordarlo, si difende garantendo dignitàa tutti. La vita si difende permettendoalle persone di vivere dignitosamente, apartire dalla garanzia dei diritti sociali. Suquesti temi noi laici possiamo mettere iclericali alle corde. Ringraziarli pure per lecavolate che hanno fatto, come il rifiuto diconcedere dei funerali religiosi a Welby.Raccogliamo la sfida con equilibrio, attivandonella società un dibattito. E’ perquesto che mi sono iscrittaall’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>.Emilia Simonetti è Presidente del grupporegionale di Rifondazione comunista inBasilicataL’INDIFFERENZA E IL FANATISMOPersa la vocazione sturziana e laica della tradizione della Dc lucanaPIERO DI SIENASenatore dei Democratici di SinistraLa vicenda, sollevata dal segretariodei Radicali <strong>Luca</strong>ni, MaurizioBolognetti, è di quelle che suscitanosconcerto. Viene da chiedersicome sia stato possibile che percirca un decennio - in violazionedella legge 194- un'organizzazionecon un chiaro indirizzo ideologicoe religioso abbia potutosvolgere all'interno dell'Ospedaleregionale di Potenza un'azione disostanziale pressione e condizionamentosu scelte che la legge affidain ultima istanza alla libertàdelle donne. Infatti, la legge 194prevede la possibilità di stipulareconvenzioni tra il pubblico e organizzazioniprivate ma a livellodi consultori, dove dovrebbe esserepraticata l'opera di prevenzione,e non negli ospedali.Che questa situazione fosse ignoratadai principali esponenti delleistituzioni e dalle stesse organizzazionifemminili, che nessunonel corso di questi dieci anniabbia mai sollevato un problema- e sia toccato di farlo al solo segretarioregionale radicale - appareinvero stupefacente. E inducea interrogarsi su una sorta diimpermeabilità delle classi dirigentilucane, nonostante la regionesia stata protagonista di unpositiva e prolungata esperienzadi governo di centrosinistra, e delcomplesso della sua opinionepubblica a questioni eticamentesensibili. Di tale impermeabilità,o sordità che dirsi si voglia, si eranoavuti segnali nel corso dellacampagna referendaria sulla fecondazioneassistita. Ma anchel'indifferenza con cui l'opinionepubblica ha accolto di volta involta le clamorose vicende giudiziariesollevate dalla Procuradi Potenza, indipendentementedal loro esito, non costituisceun buon segnale sul radicamentodi un forte senso civico.Che questo non sia un segnalepositivo in un momento in cuila politica è chiamata a misurarsicon temi eticamente sensibiliquali i caratteri della convivenzatra le persone e il rapportotra la vita e la morte è deltutto evidente. Dietro lo smarrimentodi una concezione laicadei rapporti tra valori e politicacredo che vi sia soprattuttoquesta indifferenza. E il fanatismo,che spesso per reazione siproduce, è solo l'altra faccia diquesto stato delle cose.A testimoniare la fondatezza diqueste mie osservazioni vi è laArrivare a preferire che i 30mila embrioni soprannumerariesistenti in Italia rimanganomateriale congelato, fino amarcire, piuttosto che essereutilizzati per la ricerca, èun'aberrazione estranea aqualsiasi religiositàIL NUMERO DUE DI “AGENDA COSCIONI”È STATO CHIUSO GIOVEDÌ 1 FEBBRAIO <strong>20</strong>07DIRETTORE:Marco CappatoHANNO COLLABORATO:Angiolo Bandinelli, RoccoBerardo, Alessandro Capriccioli,Josè De Falco, Maria AntoniettaFarina <strong>Coscioni</strong>, Giulia Innocenzi,Chiara Lalli, Stefania Langiu,Marco Valerio Lo Prete, SimonaNazzaro, Maria Pamini, MirellaParachini, Marco Perduca,Carmen Sorrentino, GianfrancoSpadaccia.GRAFICA:Mihai RomanciucILLUSTRAZIONI:Paolo Cardoniclamorosa regressione degliorientamenti dei cattolici impegnatiin politica in Basilicata. Ladiscesa in campo a difesa del ruolodel Cav nell'ospedale S. Carloda parte di autorevoli esponentidella Margherita può sembrareovvia solo a chi non conosce laparticolare vocazione sturzianadella tradizione della Dc lucanache ha sempre tenuto a distinguerel'impegno dei cattolici inpolitica e l'affermazione dei valoricristiani.E stupisce anche che i dirigentidella maggioranza dei Ds nonsiano riusciti in questo caso aprofferire una parola chiara, cioènon siano riusciti a dire che il rapportotra Cav e S. Carlo debba essereinterrotto, limitandosi ad affermareche (bontà loro!) la legge194 deve essere applicata. Da chie come non è dato sapere.Comunque l'iniziativa diBolognetti ha scosso le acque.Sulla questione del S. Carlo si ècostituito un comitato che si èdenominato "Donne Insieme" eche può riaccendere l'attenzionee la discussione su questioni datroppo tempo trascurate. E c'è daaugurarsi che in Basilicata dalla"forza delle donne", come untempo si diceva, possa venire uncontributo a elevare il confrontocivile.


26UNIVERSITÀ!REGOLEE RIFORMELA VERA RIFORMA?RISPETTARE LE NORME ESISTENTINon servono soluzioni miracolistiche. Occore iniziare con l’applicazione delnuovo ordinamento didattico.ALESSANDRO FIGÀ TALAMANCAProfessore di Analisi matematicaall'Università di Roma "La Sapienza"Quando si parla di riforme perl’università, ci si tiene generalmentesul vago, oppure si propongonosoluzioni miracolisticheche dovrebbero rimediare atutti i mali. Bisognerebbe invecepartire da problemi concreti, inmodo che le proposte siano giudicateper l’effettiva capacità dirisolverli senza crearne di più gravi.A titolo di esempio elencheròtre problemi, risolvibili con azioniconcrete senza soluzioni miracolistiche.Quello più grave riguarda l’applicazionedel nuovo ordinamentodidattico, disegnato per impartireun'istruzione universitaria dimassa al 30-40% della popolazionegiovanile, ma che non può rinunciarea coltivare, in una minoranzadegli studenti, una formazioneavanzata. Ci sono normeche imporrebbero una selezioneall’ingresso degli studi universitari,che consentirebbe diimpartire ad alcuni una istruzionepreparatoria ai veri studi universitari,ad altri una istruzioneuniversitaria adatta alla massadegli studenti e ad altri ancorauna istruzione già dai primi annipiù approfondita. Altre normeimpongono un’ulteriore severaselezione individuale per l’ammissionealla laurea “magistrale”.Quali sono gli ostacoli che rendonodifficile l’applicazione di questenorme? Quali incentivi dovrebberoessere offerti alle universitàche le applicano? Se nonsi affronta seriamente questoproblema si rischia, da un lato, dinegare un’istruzione universitariaa chi ne trarrebbe profitto, sesolo potesse accedere, dopo lamaturità, a corsi preparatori aglistudi universitari più impegnativie più utili per il paese, ma si rischiaanche, ad esempio, di abbassare,l’insegnamento universitariodi ingegneria al livello prevalentementerichiesto dal mercatoe compatibile con la preparazionee le aspettative dellamaggioranza degli studenti, e ditrovarci tra qualche anno a cortodi giovani ingegneri in grado diprogettare in modo innovativo.Un secondo problema è quellodella formazione degli insegnantidi scuola secondaria, per i qualiè previsto ora un percorso universitariodi almeno otto anni,per ottenere l’abilitazione all’insegnamento.Questo non soloscoraggia gli studenti miglioridall’intraprendere questi studi,ma alimenta scorciatoie irregolari,per raggiungere l’abilitazioneall’insegnamento e l’impiego atempo indeterminato, scorciatoieregolarmente “sanate” da leggineapprovate dal Parlamento.Per risolvere questo problemabasterebbe una decisa presa diposizione del Governo, che rompala situazione di stallo dovuta acontrasti tra due diverse specie didocenti: quelli delle facoltà di letteree quelli delle scuole di specializzazioneper la didattica.Nessuna delle due specie vuolemollare la presa sulla formazionedegli insegnanti dopo la laureatriennale, che considerano unafonte potenziale di “cattedre universitarie”.Ma non dovrebberoessere gli attuali studenti ed i futuriallievi della scuola secondariaa pagare per contrasti tra accademici.Un terzo problema riguarda laqualità dell'insegnamento nellemolti sedi periferiche o "distaccate",dove l'istruzione è impartitada migliaia e migliaia di "professoria contratto" dei quali siignorano le qualificazioni, e chespesso sono pagati con compensiirrisori. I numerosi corsi, quasi“a costo zero”, sponsorizzati daenti locali, dove i docenti ufficialinon possiedono le qualificazioniminime corrispondenti ad undottorato di ricerca, non sono vericorsi universitari e pertanto costituisconoun inganno per glistudenti, e dovrebbero esserechiusi.I PROFESSORIAL PRESIDENTE PRODISignor presidente,come ella certamente sa, tra gliuniversitari serpeggia una sensazionedi smarrimento, a volteorientata verso la delusione piùdisimpegnata, a volte verso laprotesta più sconsiderata, a causadella grande distanza tra leaspettative riposte in questo governoe le concrete azioni che sinqui sono state intraprese.Contemporaneamente, voci autorevoli,ma interessate, promuovononell'opinione pubblica l'immaginedi una università allo sfascio.Non è così, e lei lo sa bene(…). Noi lavoriamo nell'universitàe ci crediamo. Sotto vari aspettil'università italiana si sta sviluppandopositivamente e, tenutoconto della scarsità di fondi e dell'obsolescenzadel sistema, si stacomplessivamente muovendonella direzione giusta (…). Masenza risorse non si va avanti. Sein varie sedi, anche governative, èmaturata la convinzione che gliinvestimenti sull'università cosìcome è oggi non siano pienamenteproduttivi, il dovere del governosarebbe quello di renderlitali, non di depotenziare ulteriormentel'intero sistema senza distinguere.Anche a nostro avvisoesistono nell'università deglisprechi e degli squilibri che un governoriformatore, insieme alleforze universitarie dedicate e progressiste,dovrebbe impegnarsi dasubito a combattere.L'istituzione dell'agenzia per lavalutazione è una scelta che condividiamopienamente (…). Mal'esperienza dei Paesi che hannoda tempo in atto strumenti diquesto tipo ha mostrato che daquando il sistema viene messo apunto a quando esso è concretamenteutilizzabile per orientare lescelte finanziarie passano parecchianni (almeno 3 o 4); gli ateneinon possono certo attendere tanto.L'immissione, assolutamentenecessaria fin dall'inizio del <strong>20</strong>07,di risorse aggiuntive rispetto aquelle previste nella Finanziaria,a partire dalla riconsiderazionedella situazione con la trimestraledi cassa, dovrebbe pertanto anticiparealcuni criteri premianti,privilegiando le assegnazioni alleUniversità che (…) presentinodocumentati progetti di “miglioramentodella qualità” (riduzionedi costi, maggiore efficacia edequità connesse a innovazioni eall'uso più efficiente delle risorse);alla valutazione ex ante dovrà seguirneuna corrispondente expost organizzata in modo affidabilee rigoroso. Citiamo, al proposito,due esempi concreti (…).1) L'università può decidere di incentivareper i docenti a tempopieno l'attività esterna riferibileall'istituzione, in modo che anchegli atenei ne traggano vantaggio(una improvvida norma sul pubblicoimpiego ha lasciato agli ateneitotale discrezionalità nell'autorizzareper essi attività private,in contrasto con l'idea stessa didocente a tempo pieno). (…) Al riguardo,anche il Governo potrebbeutilmente operare dando a tuttele strutture pubbliche un precisoindirizzo: se è ritenuta utile laconsulenza di un docente universitario,la si affidi sempre tramitel'istituzione e non a titolo personale.2) L'università può attuare immediatamente(solo pochi ateneihanno finora provveduto) la normache impone 1<strong>20</strong> ore di attivitàdidattica “frontale” ai docenti atempo pieno (80 ai docenti a tempodefinito).Da questi esempi, che potrebberoessere completati da molti altri, riteniamoappaia chiaro che ciòche chiediamo non è un genericoampliamento delle risorse.Vogliamo che le università e i docentisiano messi in condizionenon di lavorare meno, ma di lavoraremeglio. Per il raggiungimentodi questo obiettivo appare indispensabilerafforzare diverse formedi valutazione, in particolareex-post, che verifichino la reale attivitàscientifica e didattica delpersonale docente e la incentivinoattraverso meccanismi di premio/punizioneatti a riconosceresia i meriti di chi si dedica alle attivitàdella propria istituzione (e sonomolti) sia i demeriti di chisfrutta rendite di posizione a finimeramente personali.PresidenteNapolitano:con la ricerca“ci si gioca ilfuturo delPaese”Martedì 23 gennaio il Presidente dellaRepubblica Giorgio Napolitano, visitando lafondazione “European brain researchinstitute” (Ebri) di Roma, ha sollecitato loStato “ad aprire il proprio bilancio alleesigenze della ricerca scientifica”. IlPresidente, accompagnato nella sua visitadal premio Nobel Rita Levi Montacini, hasottolineato come sia necessario “investirein ricerca. Devono investire gli enti pubblicie i privati”. “Dobbiamo comprendere – haconcluso - che ci si gioca il futuro del paese”.


UNIVERSITÀ!REGOLEE RIFORME27L’ASSENZA DI MERITOCRAZIAINVECCHIA L’ACCADEMIANecessari sistemi di controllo sulle scelte effettuate dai docenti nei concorsiGILBERTO CORBELLINILa senescenza del sistemauniversitario e della ricercaitaliano è un’emergenza. Nonsolo con riferimento all’etàmedia di docenti e ricercatori,rispetto agli altri paesi industrializzati.Ci si dovrebbeperò guardare dal fare dellademagogia ‘giovanilistica’.Cioè dal fantasticare, comechi si illude che si possano risolverei problemi della qualitàdella ricerca e della formazionein Italia applicandodogmaticamente gli algoritmiscientimetrici, che la curapossa essere quella di definireper legge dei vantaggi o deglisvantaggi fondati su soglie dietà nell’accesso a fondi o carriere.Perché la senescenza èuna conseguenza. Non lacausa. Peraltro, la soluzioneproposta andrebbe tarata inbase agli studi empirici sullamaturazione della creativitàscientifica, che intanto non èmeccanicamente correlabilecon l’età, e comunque è differenziataa seconda delle discipline:in media più rapidanelle scienze fisico-matematicheo chimico-molecolari, epiù lenta in quelle naturalistiche,mediche e umanistiche.Quale è allora la causa dellagerontocrazia e della senescenzadella cultura accademicae scientifica in Italia?Semplice: l’assenza di meritocrazia.In Italia manca completamentela cultura dell’affidabilitàe dell’indipendenza(accountability, dicono glianglofili) dei sistemi di valutazione.Fino a quando i professoriuniversitari continuerannoa governare, senza dovernerispondere ai consiglidi amministrazione delle università,ovvero finché il funzionamentodi un’universitànon sarà valutato e controllatoda qualcuno pagato per farequel mestiere, che non siaallo stesso tempo direttamenteinteressato dalle decisioneche si prendono inquella sede, difficilmente leuniversità potranno funzionarein modo efficiente.Analogamente, fino a quandole commissioni che valutano iprogetti di ricerca e distribuisconoi finanziamenti sononelle mani di chi direttamenteo indirettamente ha un interessepersonale nella destinazione,non c’è età che tenga.Un trentenne, nel contestodi un sistema come quelloesistente, non avrebbe alcunincentivo a comportarsi inmodo diverso da come oggi cisi comporta.Migliorare la qualità della ricercae dell’insegnamentoscolastico e universitario èessenziale per rilanciare ilpaese. Non si può immaginareperò di riqualificare la ricercasenza migliorare la qualitàdei docenti e dei ricercatori.La qual cosa implica lamessa in atto di proceduremeccanismi efficaci di reclutamento.Ovvero che consentanodi discriminare tra chi èdavvero bravo e disponibile alavorare sodo, per arruolarlonei laboratori e nella universitàgiovani. Il che non è in lineadi principio difficile. Nelsenso che qualsiasi meccanismo,inclusi tutti quelli giàprovati in Italia potrebbe andarbene. Se vi fosse un realeinteresse, come c’è in moltialtri paesi europei, dell’universitàe del sistema della ricercaa realizzare tale obiettivo.Nei fatti in Italia non c’è. Enon ci sarà mai fino a quandonon saranno istituiti dei sistemidi controllo sulle scelte effettuatedai docenti nei concorsiin termini di vantaggioper l’università: sistemi chedevono essere indipendenti,ovvero non eletti pseudodemocraticamente,e responsabilidell’efficienza dell’università.Naturalmente sarebbe oraanche di abolire il valore legaledel titolo di studio. Nonchési dovrebbe consentire lacontrattazione differenziatidegli stipendi, anche nellascuola: di modo che vi sianodei reali incentivi a lavoraremeglio. Ma la prima e più importantecosa da fare è quelladi togliere, anche nell’interesseloro e della qualità della lorovita intellettuale, poterepolitico ai professori universitari.Certo, esiste concretamente ilpericolo che per le universitàvada a finire come con leaziende sanitarie. Che sonostate e vengono occupate daipolitici. Nel qual caso sarebbeanche peggio, se fossero cioè ipolitici a decidere quali ricerchefare e cosa insegnare. Percui, un sistema di valutazioneaffidabile non è comunquequalcosa che si può inventaredall’oggi al domani.Soprattutto se la sua creazioneavviene in un contesto politicofortemente polarizzatoin senso ideologico, che rischiadi squalificarne ad ognicambio di governo l’assunzionedi obiettività.DAVIDE CARLUCCI, GIANLUCA DI FEO EGIULIANO FOSCHINIDa L’Espresso, 19 gennaio <strong>20</strong>07Mafia. Il guaio è che non sono solo imagistrati a usare questo termine.Adesso anche i docenti più disillusicitano il modello di Cosa nostra comeunico riferimento per descrivere lagestione dei concorsi nelle universitàitaliane. Proprio nei luoghi dove sidovrebbe costruire il futuro, prosperauna figura medievale capace di resisterea ogni riforma: il barone. Un tempo isuoi feudi erano piccoli, potevacontrollare direttamente vassalli evalvassori, mentre doveva piegarsidavanti a un solo re, lo Stato. Ora inveceil numero dei docenti e degli atenei èesploso. C'è da corteggiare aziende efondazioni, mentre spesso bisognaanche fare i conti con le Regioni. Cosìl'ultima generazione di baroni permantenere intatto il potere ha rinunciatoa ogni parvenza di nobiltà accademica esi è organizzata secondo gli schemidell'onorata società. Questo raccontanogli investigatori di tre procure che hannoradiografato l'assegnazione di decine edecine di poltrone negli atenei di tuttaItalia, dalle Alpi alla Sicilia. Un terremotocon epicentro a Bari, Firenze e Bolognache vede indagati un centinaio diprofessori. E che ha messo alla luce glistessi giochi di potere in tutti gli ateneiscandagliati. Scrive il giudice GiuseppeDe Benectis: "I concorsi universitarierano dunque celebrati, discussi e decisimolto prima di quanto la loroeffettuazione facesse pensare, a cura dicommissari che sembravano simili apochi 'associati' a una 'cosca' di saporemafioso". Rincarano la dose i professoriMariano Giaquinta e Angelo Guerraggio:"'Sistema mafioso' vuole dire 'cupole digestione' delle carriere e degli affariuniversitari, spesso camuffate comegruppi democratici di rappresentanza ogruppi di ricerca".Se i giovani più promettenti emigranonon è solo questione di risorse; se laricerca langue e i policlinici sono sottoaccusa, la colpa è anche del 'sistema'.Che fa persino rimpiangere il passato:"Una volta si parlava di 'baroni'. Adesso inumeri (anche dei docenti) sonocresciuti. Al posto del singolo barone cisono i clan e i loro leader, che nonnecessariamente sono i migliori dalpunto di vista della ricerca...", scrivonosempre Giaquinta e Guerraggio, docentidi matematica che hanno appenapubblicato un saggio coraggiosointitolato 'Ipotesi per l'università'. Econtinuano: "La situazione non sembramigliorata: baroni per baroni, sistemamafioso per sistema mafioso, forse ivecchi 'mandarini' sapevanomaggiormente conciliare il loro interessecon quello generale. La difesa delleposizioni conquistate dal 'gruppo'riusciva, in parte, a diventare anchefattore di progresso. Sicuramente più diquanto accada adesso". […]


28NOTIZIEDAL MONDO&EUTANASIAMESSO ALLA GOGNAPER AVER CHIESTO DI MORIREMARC ENGLERTLe Soir, 5 gennaio <strong>20</strong>07“All’età di 60 anni, da quarantaaffetto da distrofia muscolareprogressiva, totalmenteparalizzato, muto, alimentatocon una sonda gastrica,respirando grazie all’ausilio diun respiratore artificiale, senzala possibilità di comunicare senon attraverso il movimentodelle palpebre ed unsintetizzatore vocale,Piergiorgio Welby denunciavasenza successo ormai daalcuni mesi “l’accanimentotestardo ed insensato” al qualeera sottoposto e chiedeva lagrazia di morire. Un medicocoraggioso alla fine haaccettato di staccare ilrespiratore, dopo averpraticato una anestesiagenerale al fine di evitaresofferenze.[…] E’ stato detto si trattassenon di eutanasia ma di unainterruzione di trattamentoterapeutico, in linea diprincipio autorizzata tantodalla deontologia medica chedalla legge italiana, eaddirittura dalle autorità dellaChiesa. Si può senza dubbiosostenere efficacementequesta tesi. La dichiarazione diPio XII che si rivolgeva aglianestesisti nel 1957,nonostante fosse moltoprudente e non priva diambiguità, così come ildocumento pubblicato nel<strong>20</strong>00 dalla Pontificia AcademiaPro Vita che accettava larinuncia a trattamenti “cheprolungano la vita in manieraprecaria e dolorosa”, avrebberodovuto qui trovare unaapplicazione legittima. […]Ma la questione rimane:perché questa interruzione diun trattamento terapeuticoresta, malgrado tutto, cosìinaccettabile per i teologiromani? La risposta è statadata in termini allusivi dallostesso Papa Benedetto XVIche, nel suo messaggio diNatale, ha posto in manierainsidiosa l’interrogativo: “Cosapensare di colui che sceglie lamorte credendo di cantare uninno alla vita?”. Il vicariato diRoma è stato più chiaro: “Lavolontà di morire di Welby,affermata pubblicamente eripetutamente, è contraria alladottrina della Chiesa”.Il crimine commesso daquesto malato, e che gli è valsol’essere punito e messo allagogna, è dunque stato quellodi aver chiesto di morire. […]Quando, a seguito dellarichiesta di un pazientecosciente, l’arresto delrespiratore comporta undecesso immediato, alloraquesto arresto potrà essereconsiderato sia comeinterruzione di trattamentoterapeutico, sia come attoeutanasico perché necessita diun atto volontario esterno: ildistacco del respiratore.L’eutanasia è in effettigeneralmente definita comeun atto che metteintenzionalmente fine alla vitadi qualcuno che lo abbiarichiesto. La morte diPiergiorgio Welby, seguendoquesta interpretazione,Approvato definitivamenteil VII Programma Quadro.I fondi andranno anchealla ricerca sulleembrionalisarebbe da considerarsi comemorte per eutanasia.In realtà una decisione medicache procuri la morte, sia perinterruzione di trattamentoche per eutanasia, è legittimao condannabile non unfunzione del mezzo utilizzatoma in funzione dello stato delpaziente e delle sue volontà.L’arresto del respiratore diPiergiorgio Welby ha lo stessosignificato etico dellasomministrazione di unprodotto letale tramitesonda gastrica operatanel <strong>20</strong>02 dallamadre di Vincent Humbert:quest’ultimo era in unasituazione di sofferenza similea quella di Welby, pur potendorespirare autonomamente. Neidue casi è il rispetto dellavolontà dei malati, i quali sitrovano in una situazionemedica drammatica e senzavia di uscita, che rende il gestoletale eticamente legittimoanche se condannato dallalegge francese ed italiana, cosìcome dalle autorità religiose.Piergiorgio Welby e VincentHumbert sono infatti rimastientrambi vittime di uno stessodiniego: il rifiuto diriconoscere il loro diritto,di fronte aldolore eallamorte, di decidere del propriodestino. L’emozione suscitatadal loro dramma dimostra chel’obbligo di rispettare lescadenze “naturali” della vita,ricordato con forza daGiovanni Paolo II (“Solo Dioha il potere di far morire e difar vivere”), impone unasottomissione ai rischi dellamalattia che non è più benaccetta, anche tra gli stessicredenti.PILLOLETRANSNAZIONALISPAGNAMILITANTI SPAGNOLI PRO-EUTANASIAHANNO AIUTATO UNA DONNA MALATAA MORIRE (da “Le Monde”, <strong>20</strong>/1/<strong>20</strong>07)Madeleine, una francese di 69 anniresidente in Spagna, malata di sclerosilaterale amiotrofica, ha deciso ditogliersi la vita con un cocktail difarmaci misto a del gelato, attorniata daqualche militante dell’associazione“Diritto a morire con dignità”. La donnaha voluto rendere la sua storia pubblica,al fine di provocare un “cambiamentoculturale”.USABENEFICI TERAPEUTICI DELLECELLULE STAMINALI DA LIQUIDOAMNIOTICO (dal “Los Angeles Times”,8/1/<strong>20</strong>07)La rivista Nature Biotechnology hapubblicato nel mese di gennaio lascoperta fatta dall’Istituto di MedicinaRigenerativa dell’Università WakeForest. Lo studio dimostra che le cellulestaminali estratte dal liquido derivantedalle amniocentesi sono state utilizzateper creare diversi tipi di cellule. Questascoperta potrebbe risolvere i problemietici relativi all’utilizzo delle staminaliembrionali, ma rispetto a queste ultimepresentano una minore elasticità perquanto riguarda la produzione diqualunque tipo di cellula del corpoumano.USAVIA LIBERA DALLA CAMERA ALFINANZIAMENTO DELLA RICERCASULLE STAMINALI EMBRIONALI (dal“Los Angeles Times”, 12/1/<strong>20</strong>07)253 contro 174: questi i voti che hannopermesso il finanziamento federale allaricerca sulle staminali embrionali. Ilprovvedimentofaceva parte dell’agenda delle 100 ore diNancy Pelosi, ma è già previsto unoscontro con il Presidente Bush, che nel<strong>20</strong>06 aveva imposto il proprio vetocontro un provvedimento simile.USABAMBINO LEUCEMICO GUARITO DALSANGUE DEL SUO CORDONEOMBELICALE (da “Le Monde”,17/1/<strong>20</strong>07)Un’équipe di biologi e medici americaniha annunciato, nel mensile Pediatricsdel mese di gennaio, la trasfusione, fattaa un bambino leucemico, delle cellulesanguigne contenute nel sangue del suocordone ombelicale. L’operazione hapermesso la cura del bambino, che adistanza di tre anni, non mostra piùalcun sintomo della sua malattia. Laconservazione delcordone ombelicale, alprezzo di 1300$, era stata effettuata dallasocietà privata CorCell di Filadelfia.SPAGNAAUTORIZZATA LA CREAZIONE DIEMBRIONI IBRIDI (dal “Notiziario Aduc”,19/1/<strong>20</strong>07)Il centro di Medicina Rigenerativa diBarcellona ha ottenuto l’autorizzazionedel Ministero della Sanità per unirecellule staminali embrionali a embrionidi topo. La ricerca ha il fine di scoprire ilmeccanismo che consente a una cellulastaminale embrionale di convertirsi inqualunque tessuto, trasferendolasuccessivamente in un organismo vivo.Gli embrioni ibridi vengono distruttinove giorni dopo lo sviluppoembrionale, periodo di temposufficiente per gli obiettivi di ricerca.


NOTIZIEDAL MONDO:RICERCA SENZAFRONTIERE29COSSU: LASCIAMO DA PARTEINUTILI ENTUSIASMICellule della discordia: ricavarle dal liquido amnioticosembra possibile. Ma non significa rinunciare alla ricercasu quelle embrionali.GIANNA MILANOPanorama, 18 gennaio <strong>20</strong>07“Finalmente gli embrioni verrannolasciati in pace”; “è laprova che la scienza sa trovarerisposte alternative”; “superatigli ostacoli etici di usare embrioniper la ricerca”...Per districarsitra dichiarazioni controverseed inutili entusiasmi,Panorama ha intervistatoGiulio Cossu, Consigliere generaledell’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>, direttore dell'Istitutodi ricerca sulle staminali al SanRaffaele di Milano. Egli stessoha ottenuto risultati significativicon un tipo particolare distaminali, i mesoangioblasti,nella cura della distrofia diDuchenne. I dati sono statipubblicati su Nature; i “pazienti”per ora 13 cani goldenretriever, afflitti da una formadi malattia simile a quella dell'uomo.Come valuta la reazione allascoperta?Come al solito siamo agli entusiasmifacili, alle affermazionidi principio che non tengonoconto dei risultati ottenuti, incoraggianti,ma preliminari.Che non rappresentano, allostato attuale, un'alternativa allecellule staminali embrionali.Anche se una terapia che utilizziqueste ultime non è ancoradisponibile, restano unoGABRIELE BECCARIAIntervista a Paolo De Coppi, La Stampa[…] Un percorso intellettuale esperimentale del genere èquindi impossibile in un'istituzioneitaliana?“E' molto difficile da ricreare. Danoi manca la volontà di osare. Sipreferisce puntare su ciò che giàrisulta promettente. E' prima ditutto una questione di mentalità:non si investe sulle idee ad altorischio e non si investe suigiovani e, dato che sono i giovaniad avere le intuizioni piùcreative, i due aspetti sono connessi”.Quanto ha potuto spendere aHarvard?straordinario strumento di ricercaper capire l'evoluzionedelle malattie e la ricerca suifarmaci.Quanto sono simili alle staminaliembrionali quelle del liquidoamniotico?Ne ho parlato con De Coppiquando le stava producendo eho letto il lavoro. Non sappiamoancora se siano pluripotenti,come le embrionali, cioècapaci di differenziarsi in tutti itessuti del corpo. Danno luogoa diversi tipi cellulari, ma permolti di questi, come il muscoloe l'endotelio, non è documentatoun completo differenziamento.Cioè?E’ come se le cellule avesseroiniziato un percorso, ma gli autorinon dicono se lo hannocompletato. Verificare a qualitipi di tessuti possono dar luogole staminali del liquido amnioticorichiede ancora unamole di lavoro accurato. E lorohanno potuto guardare in dettagliola differenziazione solodi alcuni tessuti adulti, comeneuroni e osso, mentre nel casodel fegato fanno vedere chec'e la produzione di una proteinaepatica, ma ciò non provail completo differenziamento.“E' complicato fare un contopreciso: sul progetto sono statispesi tra i 5 e i 6 milioni di euro,ma si devono calcolare nella cifracomplessiva anche gli investimentisugli altri studi che nonhanno portato a nulla. Così siarriva a un prezzo molto alto”.Ora la sua scoperta genereràmolti dollari: è così? E quanti?“La scoperta è già stata brevettatae stiamo avviando i contatticon alcune industrie e le startup,le società che investono sullenovità da laboratorio. E questotestimonia un'altra differenza:negli Usa si specula molto esi spinge la ricerca a percorrerestrade innovative per generaredenaro”.Sono paragonabili a quelledel cordone ombelicale?Hanno forse una potenzialitàdi differenziamento maggiore,quelle del cordone ombelicalefanno bene solo le cellule delsangue. Non ci sono evidenzesolide che differenzino in modosignificativo in altri tipi cellulari,queste sì. Sembrano piùplastiche, più pluripotenti diquelle del cordone.Si potrà abbandonare la ricercasulle staminali embrionali?Buttare all'aria tutto il restodella ricerca? Troppo presto. Sei dati sono confermati ed estesisono un bel passo avanti,permettono di avere una cellulapluripotente senza usareembrioni. Sarebbero risoltimolti problemi etici, ma nontutti.Quali problemi restano sultappeto?Per chi è già nato, e per molti diquelli che nasceranno, questecellule non saranno disponibili.Si dovrebbe predisporreuna raccolta sistematica di liquidoamniotico per ogni nato:impensabile che il sistemasanitario sia in grado di organizzarebanche in modo cheogni neonato abbia le sue staminaliamniotiche da usare all'occorrenza.Un lusso che potrebberopermettersi in pochi.Robert Lanza aveva fatta sperarein un'altra strada perprodurre staminali senza distruggeregli embrioni.Sì, dai blastomeri, cellule embrionalia uno stadio di sviluppoiniziale, aveva ricavato lineedi staminali senza distruggeregli embrioni. Ci fu un malinteso,si disse che aveva falsatoi dati pubblicati su Nature. Anovembre ho visto che suNature sono stati riportatichiarimenti: nessuna modificascientifica, solo alcune integrazioniall'articolo online.Lanza conferma che è possibilericavare una linea cellulareda un embrione di 8 cellule,prelevandone una sola (comenella diagnosi preimpianto) elasciando che prosegua il suosviluppo.Altri esempi?IN ITALIA SAREI ANCORAUN PICCOLO PEDIATRAKazutoshi Takahashi, autore diun interessante lavoro su Celi,ha dimostrato che si possonoprendere quattro geni, da staminaliembrionali, trasferirli inuna cellula adulta e riprogrammarla,facendola somigliaremolto a una staminaleembrionale. Una tecnica eleganteche si basa su un controllogenetico del programmacellulare.La scoperta. Per la prima volta sono state trovate edisolate cellule staminali dal liquido amniotico.Staminale. E’ una cellula che non ha una funzionespecifica, ma può trasformarsi in molti tipi differenti dicellule specializzate. Proprio per questa capacità direplicarsi e trasformarsi in tipi diversi di tessuto, lestaminali promettono di riparare organi e tessutidanneggiati.Identikit. A differenza di altre tipi di cellule staminali,quelle del liquido amniotico non rischierebbero diprodurre tumori. Avrebbero infatti caratteristiche a metàstrada tra quelle embrionali e quelle adulte.Lo studio. Un gruppo di ricercatori della Wake ForestUniversity del North Carolina, tra cui l’italiano PaoloCoppi, ha iniziato la ricerca 7 anni fa prelevando liquidoamniotico da donne incinte.IL RITORNELLO ITALIA-NO SULL’INUTILITÀ DEL-LE STAMINALI EMBRIO-NALII dati che arrivano dagli studisulle cellule dell’embrioneservono a maneggiare meglioanche le adulte. L’Italia rischiadi coprirsi di ridicolo se aBruxelles vuole sostenere latesi contrariaANNA MELDOLESIIl Riformista, 10 gennaio <strong>20</strong>07Il lavoro sulle staminali del liquidoamniotico pubblicatorecentemente su NatureBiotechnology è una bella notizia.Peccato che a rovinarla ciabbia pensato la solita sindromedel derby, che in Italia trasformaogni dato scientifico inun mezzuccio da usare nelbraccio di ferro politico sui temidi rilevanza bioetica. Sonobastati i primi dati in arrivo daun filone di ricerca tanto interessantequanto acerbo, perconvincere una parte delmondo cattolico a dichiarareinutile e persino obsoleta la ricercacon le staminali embrionali.Mentre quest’ultima èpiù viva che mai, tant’è veroche negli Stati Uniti ilCongresso sta per sfidare nuovamenteBush su questo fronte.[…]Il punto di partenza di qualsiasiconfronto in buona fedeè che non può esistere unachiave universale capace diaprire ogni porta, soprattuttoin un campo di ricerca ambiziosocome la medicina rigenerativa,che si propone di affrontareuna moltitudine dipatologie diversissime tra loro.[…] Le staminali del liquidoamniotico, dunque, nontolgono nulla alle potenzialitàdelle cellule embrionali, comequeste ultime non rendonoinutili le cellule adulte. I rappresentantidel governo italianosi coprirebbero di ridicolose andassero a Bruxelles a sostenerela tesi contraria, chiedendodi escludere le cellulestaminali embrionali dai finanziamentidel “SettimoProgramma Quadro” come haauspicato due giorni fa LuigiBobba, commentando l’ultimascoperta.Il gioco della scienza è fatto diaddizioni, non di sottrazioni: idati che arrivano dalla ricercacon le embrionali, per esempio,servono a maneggiaremeglio anche le adulte. […]Paolo De Coppi ha detto allaBbc che per quanto le celluleamniotiche potrebbero funzionaremeglio delle embrionaliin alcuni casi, è probabileche il loro spettro di applicazionesia più ristretto. MentreAtala ha precisato su NewScientist che la ricerca deveproseguire in tutte le direzioni.[…] La politica fa il suo mestierequando ragiona suglisviluppi della scienza, quandosi fa carico di trovare delle soluzionicondivise sulle questionipiù scottanti oppure,non riuscendoci, si divide. […]


30DAL CORPO DEIMALATI AL CUOREDELLA POLITICASTORIA DISPERANZAPAOLA CIRIOEccomi di nuovo qui, come qualche tempo fa inoccasione del referendum sulla legge 40, ariprendere in mano un argomento che nonposso dimenticare mai più, perché è nel miosistema nervoso per sempre, e presumibilmentein modo sempre più pesante!La sclerosi multipla che mi è stata diagnosticataqualche anno fa segna indelebilmente la miavita. Essa porta ad ogni mia azione, anche la piùsemplice, a qualsiasi ora, una stanchezza e unadebolezza infinite.Vorrei tanto una vita normale. Per me significasoprattutto fare le cose che mi piacciono, maanche le cose che devo fare, come la spesa e lefaccende domestiche, senza considerare quantosia difficile farle. Ma significa anche, piùbanalmente, una passeggiata con un'amica,andare al lavoro e tornare a casa senzachiedermi "ce la farò?" (e la risposta èinvariabilmente "no"), andare a pranzo allamensa, a due isolati di distanza, senza rimanerecompletamente senza forze, prendere l'autobusper andare a una conferenza o allapresentazione di un libro.Vorrei tanto una vita normale, come tutti, è unmio diritto, ma la sorte ha deciso di no, e non cisono cure che possano aiutarmi. I pochi rimedidisponibili (si chiamano interferoni, di tipodiverso, ma la sostanza è sempre quella) hannodegli effetti collaterali non indifferenti, efunzionano solo su un terzo dei pazienti. Iofaccio parte degli altri due terzi.Si parla con grande speranza di ricerca sullecellule staminali, ma a parte le limitazioniPAOLACE LAFARÒ?assurde che abbiamo in Italia dal punto di vistalegislativo, per ora è solo una speranza, che nonsi sa ancora se si realizzerà, e quando, e perquanti.Come tutti ho desideri irrealizzabili. Se perqualcuno è “la villa ai Tropici” o andare a cenacon Scamarcio, per me è “guarire”, osemplicemente “stare meglio”.Però ho anche desideri che sarebberorealizzabilissimi, con la comprensione deglialtri. Ad esempio poter scegliere liberamentecome curarmi, essere aiutata nelle piccole egrandi cose di ogni giorno.Non solo i legislatori non capiscono econtinuano a promulgare leggi insensate (comela legge 40) o a tralasciare provvedimenti divitale importanza (come il nomenclatoretariffario) ma anche tutte le persone “sane” nonsi preoccupano, per distrazione e superficialità(o maleducazione), di rendere la vitaimpossibile a chi dipende propriodall’attenzione e dalla cura degli altri (peresempio lasciando liberi i passaggi pedonali). Egesti quotidiani per noi malati già difficilissimidiventano impossibili.Troppo spesso si accusano i radicali distrumentalizzare gli ammalati. Da ammalataposso affermare che soltanto loro si occupanodei diritti di chi non ha voce, perchè troppodebole. Magari ci fossero altri che ci“strumentalizzano”! Lottare per i nostri diritticivili è l'unico modo di volerci e volersi davverobene. La disabilità, in tutte le sue forme, non èsolo un problema “degli altri”, ma può diventare,all’improvviso, un problema nostro, a causa diun incidente o di una malattia inaspettata, comeè successo a me.ISCRITTI DURANTE IL MESE DI GENNAIOCarmela Maria Patrizia Aiello €100,00; Giuseppe Aiosa € 100,00;Maria Albano € 100,00; BrunoMassimo Albarelli € 100,00; FridaAlberti € 100,00; Massimo Albertin€ 100,00; Giuseppe Alesina €100,00; Alessandra Alessi €100,00; Emanuela Alquati €100,00; Carlo AmaduzziPacchetto; Gabriella Amato €100,00; Davide Ambrosini €100,00; Adalgiso Amendola €<strong>20</strong>0,00; Renata Amigassi € 100,00;Luigi Amoroso € 100,00; PaoloAnastasia € 100,00; IngaAndersson € 100,00; MaurizioAngelini € 150,00; Giovanni AnnoniPacchetto; Laura ArcontiPacchetto; Santiago Arguello €100,00; Secondo Armand €100,00; Sergio Armaroli € 100,00;Daniela Asselle € 100,00; AntonioAtripaldi € 100,00; Marco AzzaliPacchetto; Giovanni Bacci €100,00; Carlo Baccigalupi €100,00; Giuseppe Baiocchi €<strong>20</strong>0,00; Maria Rosa Baisotti €100,00; Simone Balatresi € 100,00;Fabrizio Baldini € 100,00; CesareBalsamo Pacchetto; Ugo Banfi €100,00; Sandra Bardin Pacchetto;Virgilio Baresi Pacchetto; RiccardoBarone € 400,00; Sandra Barone €100,00; Maria Cristina Bartoloni €100,00; Antonio Battista € 100,00;Alberto Beccalli € <strong>20</strong>0,00; LuanaBecchetti Cianfanelli € 100,00;Daniele Bellasio € 100,00; PaoloBellini € 100,00; Daniela Bellomo €100,00; Luigi Benni Pacchetto;Riccardo Benzi € 100,00; MariaRosa Bergonzoni € <strong>20</strong>0,00; MarcoBernardi € 100,00; Rita BernardiniPacchetto; Antonio Berruti €100,00; Patrizia Berti € 100,00;Giorgio Bertini € 100,00; FeliceCarlo Besostri € <strong>20</strong>0,00; GiovanniBetto Pacchetto; Luciano BianchiPacchetto; Stefano Bignone €<strong>20</strong>0,00; Federico Biondi € 100,00;Valentina Bisegna Pacchetto;Santino Blasioli € <strong>20</strong>0,00; LorenzoBlini € 100,00; Luisa BocchiSpadini € 150,00; Enzo Boeri €100,00; Giuseppe Bollani €<strong>20</strong>0,00; Maurizio Bolognetti €100,00; Fiorenza Bonfili Pacchetto;Leonardo Bonomi € 100,00; MariaAlessandra Borletti € 100,00;Michele Bortoluzzi Pacchetto;Aniello Bosco € 100,00; CarloBossi € 100,00; Stefano Bottini €100,00; Vittorio Bovolin € 100,00;Roberto Bracco € 100,00; AttilioBraghieri Pacchetto; AlbertoGiordano Bruno Bramati € 100,00;Giuseppe Brancatelli € 100,00;Diego Brandimarte € 100,00; FlavioBrioschi € 100,00; ClaudioBucalossi € <strong>20</strong>0,00; FrancescoBuffolo € 1<strong>20</strong>,00; Rita Burelli €100,00; Antonio Busi Pacchetto;Luciana Buso € 100,00; FiorinaCaione Pacchetto; PasqualeGiuseppe Calabrese € 100,00;Pietro Calderara € 100,00;Giuseppe Caleffi € 100,00; MariaGrazia Caligaris € 100,00; AdrianaCambria € 100,00; MarcoCambursano Pacchetto;Gianfranco Camero Pacchetto;Ferdinando Camesasca Pacchetto;Rita Campi € 100,00; Maria AngelaCanale € 100,00; Andrea Caneschi€ 100,00; Giovanna Canigiula €100,00; Marco Cannicci € 100,00;Laura Caparrotti Pacchetto;Vincenzo Capasso € <strong>20</strong>0,00;Enrico Capelli € 100,00; MarcoCappato Pacchetto; MassimoCappato € 500,00; Claudia Caputi€ 100,00; Gianfranco Cardarelli €100,00; Vito Alberto Carilli €150,00; Giuseppe LorenzoCarminati Pacchetto; Giulio AntonioCarone € 100,00; Giulio Casale €100,00; Rosella Casale Colombo €100,00; Donato Casalino € 100,00;Piero Casini € 100,00; RobertoCasonato € 100,00; FaustoCasseler € 100,00; Antonella Casu€ <strong>20</strong>0,00; Maria Laura Cattinari €100,00; Andreino Cavanna €100,00; Antonio CavicchiaScalamonti € 100,00; FiorenzoCazzato € 100,00; Carla Ceccolini€ 100,00; Giorgio Cefariello €250,00; Cinzia Centanni € <strong>20</strong>0,00;Giovanna Ceol € 100,00; VittorioCeradini Pacchetto; PiergiovanniCeregioli € 100,00; MariantoniettaCerutti € 100,00; Silvia DonataCesi € 100,00; ElisabettaChiacchella € 100,00; GiorgioChiambretto € 100,00; FrancescoChiappinelli Pacchetto; PaoloChiarelli Pacchetto; Davide Chicco€ 100,00; Marco Chiletti € 100,00;Fernando Chinellato Pacchetto;Achille Chiomento Pacchetto;Tommaso Ciacca € 100,00;Luciano Ciaffaglione € 100,00;Antonio Ciapparelli Pacchetto;Giancarla Cicoletti Pacchetto;Danilo Cigala € 100,00; MarioCiocca € 100,00; Marco CirineiPacchetto; Paola Cirio € 100,00;Vanda Clapiz Pacchetto; GiovanniCodovini € <strong>20</strong>0,00; Giorgio Coen €100,00; Anselmo Colombo €100,00; Chiara Coltri € 100,00;Davide Coltri € 100,00; MariaConsales € 100,00; FrancescoConti € 100,00; Gianni Conti €100,00; Gisella Coppens Yvonne €100,00; Gilberto Corbellini €<strong>20</strong>0,00; Piero Corbi € 100,00;Antonia Cordedda € 500,00;Ottavio Corridori € <strong>20</strong>0,00; AdrianaCorsi € 100,00; Carlo Corti €100,00; Monica <strong>Coscioni</strong>Pacchetto; Rodolfo <strong>Coscioni</strong>Pacchetto; Giulio Cossu € <strong>20</strong>0,00;Luciano Costa Pacchetto; UgoCostantini € 100,00; GiulioCostanzi € 150,00; Fausta Cozzi €105,00; Marco CremoniniPacchetto; Gherardo Crespi €100,00; Laura Cristofanelli €100,00; Giulia Croce € <strong>20</strong>0,00;Maria Ludovica CuccurulloPacchetto; Alessio Cuneo €100,00; Paolo Curtarello € 100,00;Antonino Cusimano € 100,00;Elzbieta Cywiak € 100,00; CristinaDaghetti € 100,00; Mario Dal CoPacchetto; Vittorina Dal Mut Guasti€ <strong>20</strong>0,00; Pietro Dall'aglio €300,00; Filippo D'ambrogi €100,00; Alessandra D'ambrosioPacchetto; Francesco D'ambrosio€ 100,00; Andrea Damiani €100,00; Alessandra De Cesare €100,00; Luciano De Chigi €100,00; Luigia De Franco €100,00; Angelo De Leone €100,00; Egidio Salatore De <strong>Luca</strong> €100,00; Romano De MarcoPacchetto; Vittorio De Matteis €100,00; Carla De Piante VicinPacchetto; Giovanni De Vergottini €500,00; Roberto Del Fattore €100,00; Paolo Del Gallo € 100,00;Pasqualino Del Grosso € 100,00;Alberto Delcorso Pacchetto; SergioD'elia Pacchetto; Simona DellaFelice € 100,00; Riccardo DellaMonica € 100,00; Marina DellaRocca € 100,00; GianfrancoDell'alba Pacchetto; Luigi Dell'orto€ 100,00; Gianluigi Devani €100,00; Loredana Di Guida €<strong>20</strong>0,00; Massimo Di Lello €100,00; Roberto Di Lernia €100,00; Marco Di Marco € <strong>20</strong>0,00;Paolo Di Nola € 100,00; PieroMichele Antonio Di Siena € 100,00;Gianfranco Di Stefano € 100,00;Federico Di Vincenzo € 100,00;Pietro Dibilio € 100,00; PiergiorgioDonatelli € 100,00; FrancoDondero € 250,00; Gianpietro Doni€ 100,00; Elena D'oto Pacchetto;Alver Drudi € 100,00; RobertoErrichelli € 100,00; Josef EspenPacchetto; Giovanni Esposito €100,00; Rosalinda Fabbri € 150,00;Bruno Fabretto € 100,00; CarlaFaccioli Gorini € 100,00; RobertoFagotto € 100,00; Marco FallabriniPacchetto; Donatella Fanchini €100,00; Edoardo Fantini € 100,00;Maria Antonietta Farina Pacchetto;Marta Farinazzo € 100,00; SergioFausto € 100,00; Giovanni Fazzini€ 100,00; Enrico FerrantiPacchetto; Anna Pia Ferraretti €<strong>20</strong>0,00; Cristiana Ferrari € 100,00;Davide Alessandro Ferrari €100,00; Renato Ferrari € 100,00;Costanzo Ferraro € 100,00;Salvatore Ferraro € 100,00;Claudio Ferretti € 100,00; GiovanniFiga' Talamanca € 100,00; AbeleFini € 100,00; Anna FioccoPacchetto; Francesco Fiorentino €100,00; Emidio FlamminiPacchetto; Roberto Fontanella €100,00; Carla Forcellini Pacchetto;Rosalba Forcione € 1<strong>20</strong>,00;Massimo Fortini € 100,00; AndreaFrancioni Pacchetto; Pietro Frasson€ 100,00; Alessandro FrezzatoPacchetto; Roberto Frezzato €100,00; Carla Frigieri € 100,00;Andrea Furgiuele € 100,00; OlivieroFuzzi € 100,00; Marcella Gabbiani€ 100,00; Folco Galeati € 100,00;Cesare Galli € 300,00; Gian <strong>Luca</strong>Gallo € 100,00; MassimoGallonetto € 100,00; FabrizioGamberini € 100,00; Erica Gambini€ 100,00; <strong>Luca</strong> Gandini € 100,00;Maria Licia Gandossi Pacchetto;Paola Gatti € 100,00; LucynaGebert € 100,00; EmanuelaGemelli € 150,00; Claudia Gemini €100,00; Marina Gennari € 100,00;Giovanni Genovese € 100,00;Alessandro Gerardi € 100,00;Francesco Ghini Pacchetto;Michela Ghiorzi € 100,00; GiacomoGhiringhelli Pacchetto; ClotildeGhisoni € 100,00; Patrizia Giacone€ 100,00; Stefano Giaconi €100,00; Valerio Giannellini €100,00; Cesare Maria Giannotti €100,00; Francesco Giaquinto €100,00; Egidio Giordano € 100,00;Sergio Giordano Pacchetto; CarloMaria Giovanardi € 100,00; AldoGiovannelli € 100,00; GiusiGiovanzana Massi € 100,00;Alessandro Giudice € 100,00; EnzoGiummole' € 100,00; GianfrancoGiusta € 100,00; Mario Giusti €100,00; Antonio GloriosoPacchetto; Stefano Governi €<strong>20</strong>0,00; Miriam Grazi Pacchetto;Nicola Graziano € 100,00;Giancarlo Groli € 100,00; YuriGuaiana € 100,00; Sara Gualco €100,00; Cleo Guarna € 100,00;Giampaolo Guasti € <strong>20</strong>0,00;Michele Guidi Pacchetto; LucianoGuiotto € 100,00; Maria GurrieriPacchetto; Alessandro Gwis €100,00; Margherita Hack € 100,00;Franco Iacopetti € 100,00; MiriamIncerti Massimini € 100,00; IvanInnocenti € 100,00; Eva Interhoff €100,00; Giorgio Inzani Pacchetto;Paola Inzillo € 100,00; GianpieroJacobelli € 100,00; Remigio Jadoul€ 100,00; Giovanna Kiriakakis €


DIVENTAAZIONECELLULEDI ALTERNATIVA31CONTRO LE DISABILITÀDELLA POLITICAUna grande sfida per la “<strong>Coscioni</strong>”. Restituire libertà, capacità e vita indipendenteTecnologie e riforme contro le disabilità,ovvero contro tutte quelle politiche che aumentanoinvece di diminuire le disabilitàdi migliaia e migliaia di persone che inItalia in diverso grado subiscono oltre chela diminuzione delle loro capacità anchel’inettitudine delle istituzioni ad offrire lepossibilità tecnologiche esistenti. Sul sitodell’associazione si possono trovare gli audiovideomessi a disposizione daRadioRadicale.it. Un congresso quello tenutoa Milano il 26 e 27 gennaio grande perquantità e qualità di partecipazione. Perl’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong> un’altra sfida dalanciare per puntare dritti dal corpo deimalati al cuore della politica. “Mi sarebbepiaciuto - ha detto Emma Bonino intervenendoal Congresso - che chi ci accusa dioccuparci solo della morte dignitosa e nondi politiche di sostegno alla vita, avesse organizzatoun convegno come questo. Manon è stato così - ha concluso il Ministro -allora ci abbiamo pensato noi”.Interventi di ospiti e personalità istituzionali,oltre che internazionali, hanno testimoniatol’urgenza dell’avvio di iniziativeche consentano quella non scontata rivoluzionedigitale e politica per la vita indipendente.Il Ministro della Salute LiviaTurco, durante i lavori del congresso, haannunciato la sua disponibilità a rivedere ilcosiddetto nomenclatore, ovvero quellostrumento relativo all’assistenza protesica,che risale agli anni ’90, che per la tecnologiadi oggi equivale a dire “preistoria”. “Unlavoro che intendo fare - ha sottolineato -anche con un lavoro comune”. E’ la collaborazioneche “siamo felici di poter dare -ha risposto Marco Cappato - può contarci”, e di poter dare a partire dal documentoche il Congresso di Milano ha messo adisposizione di una discussione che puòessere iniziata sul sitowww.lucacoscioni.it/tecnologie-riforme.Da questo documento ciascuno può partiree offrire in modo partecipativo la suaintegrazione o il suo commento.Registrandosi sul sito dell’associazione ègià possibile ora leggere, scrivere e integrare.L’ambizione è quella di mettere a disposizionead ogni livello locale e nazionalestrumenti di azione per rendere possibilela “vita indipendente”, ovvero parte diquella libertà oggi tolta a causa di leggi obsolete.100,00; Raffaele La Capria €100,00; Giovanna Lagorio €100,00; Walter Lancini € 100,00;Raffaele Langella € 100,00; BrunoLanza € 100,00; Carlo Lanza €100,00; Michele Larcher € 100,00;Patrizia Lavia € 100,00; PatriziaLechi € 150,00; Corrado Libra €100,00; Emma Liguori € 100,00;Valerio Maria Lisi € 100,00; MarcoValerio Lo Prete € 100,00; RobertoLo Surdo € 100,00; RobertoLodola € 100,00; CarmelaLombardi € 100,00; FrancescoLombardi Mantovani € 100,00;Luigi Lombardi Vallauri € 100,00;Giovanni Lopez € 100,00; <strong>Luca</strong>Lucchi € 100,00; Marta Lucibello €100,00; Paolo Machina Grifeo €100,00; Lupo Macolino Pacchetto;Felice Maddaluni € 100,00; MarcoMagri € 100,00; Cristiana Manara €100,00; Armida Mancino € <strong>20</strong>0,00;Federico Mannocci € <strong>20</strong>0,00;Francesco R. Mansi € 100,00;Lorenzo Marchesi € 100,00; MarcoMarchetti € 100,00; StefanoMarchiafava € 250,00; IgnazioMarcozzi Rozzi Pacchetto;Gastone Marescalchi € 300,00;Marina Maria Letizia MarinoPacchetto; Silvio Marnati € 100,00;Eugenio Mascagni Pacchetto;Leone Massa € 250,00; PrimoMastrantoni € 100,00; VincenzoMatinata € 100,00; Elio Mauro €100,00; Francesco Davide MauroPacchetto; Olga Mazzia Pacchetto;Calisto Meggiolaro € 100,00;Bruno Giovanni Mellano € 100,00;Ilaria Maria Melosi € <strong>20</strong>0,00; MarinaMengarelli € 300,00; Virgilio MeschiPacchetto; Ettore Messina €250,05; Renato <strong>Luca</strong> Messina €100,00; Filippo Michelangeli €100,00; Mauro Michelini € 100,00;Fausta Migliorini € 100,00; PietroPaolo Milella € 100,00; GabrieleMina € 100,00; Severino Mingroni€ <strong>20</strong>0,00; Monica Mischiatti €100,00; Marina Mizzau € 100,00;Carla Federica Mochi € 100,00;Federica Moffa € 100,00; AnnaMolteni € 250,00; Daniela Monali €100,00; Nicola Monterisi € 100,00;Sandro Giuseppe Monti € 100,00;Giuseppe Morabito € 100,00;Maria Daniela Morelli Pacchetto;Antonio Moriconi € 100,00;Lorenzo Morri € 100,00; CarloMosca Boglietti € 1<strong>20</strong>,00; LinaMoschini Pacchetto; Enzo Moser €<strong>20</strong>0,00; Augusto Muracchini €100,00; Andrea MuratoriPacchetto; Pierpaolo NamariPacchetto; Stefano Natangeli €<strong>20</strong>0,00; Fiorenzo Negrizioli €150,00; Enrico Negro Pacchetto;Danilo Mario Nespoli € 100,00;Daniela Nice € 100,00; Maria DettaMariolina Nobili Pacchetto;Elisabetta Nocentini € 100,00;Claudio Nostri € 100,00; CarmeloGiuseppe Nucera € 100,00;Manfredi Nulli Pacchetto; GiorgioOreda € <strong>20</strong>0,00; <strong>Luca</strong> Orsini €100,00; Francesco Orzi € 100,00;Maria Teresa Ossella € 100,00;Sandro Pacella € 100,00; AnnaMaria Paganoni Pacchetto; AldoPallaveri Pacchetto; Gina Pallucchi€ 100,00; Mario Palombo €100,00; Maria Pamini € <strong>20</strong>0,00;<strong>Luca</strong> Pandini € 100,00; MarcoPannella Pacchetto; GianfrancoPaoletti € 100,00; Sauro PaoliPacchetto; Paolo Arturo Paoloni €100,00; Carlo Papalini Pacchetto;Olindo Parachini € 100,00;Germana Parisi Pacchetto; ValerioParisotto € <strong>20</strong>0,00; Renato PatelliPacchetto; Graziano PattiPacchetto; Angelo PavanelliPacchetto; Eva Pavarini € 100,00;Nicola Peccini € 100,00; CarloPerassi € 100,00; Marco Perduca€ 410,10; <strong>Luca</strong> Perego € 100,00;Stefano Perfetti € 100,00; JocelyneM. Pernel Gandini € 100,00; GuidoPersichino € 100,00; Aldo Petrelli €100,00; Franco Petrini € 100,00;Furio Petrocelli € 100,00; SalvatorePetroni Pacchetto; Valeria StefaniaPezzali € 100,00; Alberto Piazza €100,00; Nicola Piazza € <strong>20</strong>0,00;Ennio Piccioni Pacchetto; MarcoPierini € 100,00; GiovanniPimazzoni € 100,00; Fulvio Pino €150,00; Anna Pintore € 100,00;Morena Ivana Piovesan € 100,00;Giovanni Piroddi € 100,00; AldoGiovanni Pola € 100,00; CesarePompilio € 105,00; Paolo Ponti €100,00; Bianca Prosperini €100,00; Maria Puccinelli € 100,00;Luciana Puglisi € 100,00; MarioPuiatti € 100,00; Edoardo Quaquini€ 110,00; Paolo Randi € 100,00;Alessandro Renna Pacchetto;Francesco Ricotti Pacchetto;Cristian Rigamonti € 100,00;Vittorio Rigoli Pacchetto; AnnaMaria Rinaldi € 100,00; PaoloRivella Pacchetto; Marco Rizza €100,00; Giuliano Rizzi € 100,00;Rosa Maria Rizzi € 100,00; AldoRoatta € 100,00; Donato Robilotta€ 100,00; Luciano Roffi € 100,00;Domenico Rosati € 100,00; FeliceRosati Pacchetto; Rosella RoselliPacchetto; Angelo Pio Rossi €100,00; Carla Rossi Pacchetto;Maurizio Rossi € 100,00;Margherita Rosso € 100,00;Giuseppe Rossodivita Pacchetto;Sergio Rovasio € <strong>20</strong>0,00; AntonioRuelle Pacchetto; Gino RuggeriPacchetto; Gianluca Ruggieri €100,00; Leonardo RussoPacchetto; Vincenzo Russo €100,00; Fabrizio Saccani € 100,00;Raffaella Sacchetti € 100,00; EmilioSalemme € 100,00; Marco Salieri €100,00; Bruno Salpietra Pacchetto;Silvia Patrizia Salvati Pacchetto;<strong>Luca</strong> Salvoni € 100,00; SoniaSantorelli € 100,00; Sauro Sapori €100,00; Luciana Scalessa €100,00; Pietro Scarcello € 110,00;Andrea Scarpa € 100,00; WandaScarpa € <strong>20</strong>0,00; GiancarloScheggi Pacchetto; FrancescoSchlitzer € 100,00; Anna MariaSchmidt Pacchetto; CalogeroMaria Scime' € 100,00; FrancoSciocchetti € 100,00; Carla Scola €100,00; Sara Scrinzi Pacchetto;Sara Scrinzi Pacchetto; OsvaldoScudellaro € 100,00; DomenicoScuteri € 100,00; Rosma Scuteri €100,00; Camilla Sebastiani €100,00; Angela Seneci € 100,00;Giulio Serafini Pacchetto; LorisSilvio Serafini Pacchetto; AndreaSerra € 100,00; Daniela SilvestriPacchetto; Emiliano SilvestriCecinelli € 100,00; Giulia SimiPacchetto; Vincenzo Simon €100,00; Emilia Simonetti € 100,00;Marco Sindona Pacchetto; FrancoSircana € 100,00; Pietro RiccardoSoggiu € 100,00; Giancarlo Solda'€ <strong>20</strong>0,00; Monica Soldano €100,00; Aldo Solimando € 100,00;Valerio Sossella Pacchetto;Gianfranco Spadaccia € 100,10;Francesco Spadaro Pacchetto;Giorgio Spaziani Testa € <strong>20</strong>0,00;Angela Stabile € 100,00; DinaStella € 100,00; Urbano Stenta €100,00; Daniele Stracca Pacchetto;Piergiorgio Strata € 100,00;Roberto Tabarini € 100,00;Marcello Taddei € 100,00; FabrizioTallei € 100,00; Marco Tarabella €100,00; Paolo Tarantino € 100,00;Ada Tassi Pallaveri Pacchetto;Galeazzo Tedaldi € 100,00; PierluigiTelattin € 100,00; Laura TerniPacchetto; Laura TerragniPacchetto; Aldo TomaiuoloPacchetto; Giuliano ToniazzoPacchetto; Giuseppe TonoliniPacchetto; Rosanna Tortorelli €100,00; Marirosa Toscani Ballo €100,00; Marco Tosi € 100,00;Stefano Tosini Pacchetto; ChiaraTosoni € 100,00; Silvana Trevisan €<strong>20</strong>0,00; Sabrina Armanda Triola €100,00; Ferdinando Trisoglio €<strong>20</strong>0,00; Rosalba Trivellin € 100,00;Claudia Troilo € 100,00; FrancescaTroilo € 100,00; Francesco Trombi€ 100,00; Maurizio TurcoPacchetto; Mauro Uberti € 100,00;Paola Valagussa € 100,00; SilviaValassina € 100,00; MarioValdemarin € 100,00; ChiaraValentini € 100,00; MicheleValenzano € 100,00; FedericoVaragnolo € 100,00; Gaia ValeriaVaron € 100,00; Maria LuisaVascellaro € 100,00; Gianni Vattimo€ 100,00; Valter Vecellio Pacchetto;Giovanni Vegetti € <strong>20</strong>0,00; UgoVellei € 100,00; Ottavio Verdi €100,00; Uliana Juanita Vergoni €100,00; Zeno Verlato € 100,00;Roberto Vernazzi Fondulo €100,00; Maurizio Vidal € 100,00;Giordano Vignali € 100,00; EmmaVilla € <strong>20</strong>0,00; Orsola Villa €100,00; Paolo Villella € 100,00;Giuseppe Violetta € <strong>20</strong>0,00;Alfredo Visca € 100,00; AnnibaleViscomi € 300,00; Max Carlo VitaPacchetto; Giuliana ZaccariaPacchetto; Giorgio Zambelli €100,00; Fabio Zamboni € 100,00;Elisabetta Zamparutti Pacchetto;Maurizio Zanfi € 100,00; FabrizioZanni € 100,00; Paola Zanon €100,00; Alessandro ZavalloniPacchetto; Clara Rita Ziniti €<strong>20</strong>0,00; Maria Luisa ZucchettiCaparrotti Pacchetto; RaffaeleZulian Pacchetto;


PER IL <strong>20</strong>07FATECELAPAGARE!L’iniziativa politica costa. Le campagnedell’<strong>Associazione</strong>, per cresecere hanno bisognodel tuo contributo o della vostra iscrizione da100 euro in su: <strong>20</strong> centesimi al giorno perpagare il costo della politica fatta con il cuore.CON CARTA DI CREDITOsu www.lucacoscioni.it oppuretelefonando allo 06 68979.286CON CONTO CORRENTEPOSTALEn. 41025677 intestato a"<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> per lalibertà di ricerca scientifica", Via diTorre Argentina n. 76 - cap 00186,RomaCON VAGLIA ORDINARIOintestato a "Ass. <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> perla libertà di ricerca scientifica", Viadi Torre Argentina n. 76 - cap00186, RomaCON CONTO CORRENTEBANCARIOn. 000041025677 intestato a "Ass.<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> per la libertà di ricercascientifica" CIN N ABI 07601CAB 03<strong>20</strong>0 presso Poste Italianes.p.aSe il bonifico bancario è effettuatodall'estero usare queste coordinate:Bonifico bancario intestato a<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>presso la Banca di CreditoCooperativo di Roma ag. 21IBAN:IT79E0832703221000000002549BIC: ROMAITRRLE QUOTE DI ISCRIZIONESocio sostenitorealmeno <strong>20</strong>0 euroSocio ordinarioalmeno 100 eurowww.lucacoscioni.itSostenerciè anche unrisparmiofiscaleL'<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong> è iscritta alRegistro Nazionale delle Associazionidi Promozione Sociale, di cuiall'articolo 7 della L. n. 383 del <strong>20</strong>00.La legge concede alcune importantiagevolazioni fiscali a coloro chedecidono di sostenerne l’attività.Sono deducibili dal redditocomplessivo del soggetto erogatorenel limite del 10% del redditocomplessivo dichiarato, e comunquenella misura massima di 70.000 euroannui.L'agevolazione è concessa acondizione che le donazioni, seconsistenti in denaro, venganoeffettuate a mezzo bonifico bancario,carta di credito, di debito oprepagata, bollettino postale oassegno bancario/circolare.Per ulteriori informazioni sulledonazioni, o per richiedere laricevuta di una donazione effettuata,vi preghiamo di scriverci all’emaildonazioni@associazionecoscioni.org5.000 ISCRITTI ENTRO FEBBRAIO<strong>20</strong>0.000 PER L’ANNO RADICALELa follia ragionevole per costruire l’alternativaDalla mozione del Consiglio Generaledel Partto Radicale Transnazionale“Il Consiglio generale del PartitoRadicale Transnazionale riunito aBruxelles dal 7 al 9 dicembre <strong>20</strong>06saluta gli amici, i militanti, i democraticidi tanti e diversi paesi e nazionalità chedall'ultimo congresso del PRT a Tirananel <strong>20</strong>02, in condizioni di grandidifficoltà organizzativa e politica delpartito, ne hanno tenuto vive lapresenza e la speranza, affermando leragioni della libertà e del diritto dellepersone al di sopra e attraverso lefrontiere e le sovranità degli stati;prende atto della gravissima situazioneeconomico-finanziaria del partito edell'area radicale, consapevole chenemmeno un rilancio politico e delleiscrizioni al partito (ancorchénecessario) potrebbe essere di per sésufficiente ad impedirne la chiusura;In questo spirito decide:1) di avere come obiettivo prioritario, edi dare perciò mandato al Senato delpartito, quello della convocazione delcongresso ordinario entro la primavera<strong>20</strong>07, in modo da ricostituirne a pieno lalegalità e le capacità politica di operare;2) di condizionare tale convocazionequantomeno al raggiungimento dellasostenibilità economico-finanziaria -oltre che politica - delle sue proprieattività; in particolare, la convocazionedel Congresso potrà divenire operativasoltanto se sarà stato raggiunto entro<strong>febbraio</strong> l'obiettivo di 5.000 iscritti aquota "europea", 300 parlamentari nonitaliani e 100 italiani […] ”.

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