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pprofondisci - Associazione Luca Coscioni

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2A CONGRESSOI NOSTRIISCRITTIPERCHÉ VENGO AL CONGRESSO DI SALERNO?All’offensiva mediaticadel Vaticano, si rispondecon azioni concretePERCHÉ VENGO AL CONGRA noi iscritti ail dovere di dadignità al pensSono stato attivamente vicino alle iniziative dell’<strong>Associazione</strong><strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, dalla lunga campagna per cambiare la legge 40,poi ancora alla battaglia di Piergiorgio Welby e per il testamentobiologico. Anche in occasione del prossimo Congresso di Salernosarò fisicamente con voi, votazioni al Senato permettendo.Conto, almeno per un giorno, di essere lì con voi.Il clima odierno nel nostro paese è certamente quello di unavigorosa offensiva di una Chiesa che sa come valersi dei suoi“laici-devoti”. Si è fatta un braccio armato, dove “armato” è metaforiconel senso delle armi intese come strumenti ma invecenon è metaforico se si intende la sua forza mediatica. Una forzamediatica, come ha dimostrato Marco Pannella nel corso diuna puntata di Porta a Porta nella quale sia il conduttore, sia laparte devota-cristiana, tendevano a trattarlo come un minorato,come un disturbatore. Poi il body language del conduttore,che alzava le braccia e gli occhi al cielo, che faceva dei segnidi diniego incredibili ed il comportamento sia dell’onorevoleprofessore e senatore Rocco Buttiglione, sia quello del cappellanodella trasmissione Monsignor Fisichella, erano assolutamentedestinati a screditare i soli dati oggettivamente verificatie materialmente incontrovertibili che Pannella stava dandoin quel momento. E cioè l’enormità di tempo che viene data intv al Papa, presunta vittima di censura ed intolleranza. Il fattoche si possa fare questo gioco, dimostra quale livello di controllototale dei media si sia raggiunto, perché nessuno lo denuncia,in nessun telegiornale del regno - papale, si intende -, innessun quotidiano che si rispetti, tra nessun critico televisivonormale. Piuttosto sono inciampati l’uno sull’altro per dire cheil papa era stato censurato, quando invece il papa aveva sceltodi non andare là dove non sembrava gradito all’universalità deipresenti ma dove una parte aveva espresso un netto dissenso.Ora il papa era perfettamente in grado di tener conto di quellasituazione, di decidere magari di affrontarla come insegnerebbela tradizione missionaria. “Vai tra i bantù che certo non sonolì ad aspettare di celebrare il cristianesimo e cerchi, con lebuone, di fargli capire che stai proponendo delle cose buone”.E invece il papa non va perché, seguendo il consiglio del famosofilm di Nanni Moretti, scopre che lo si nota di più se non va.Così determina infatti la ribellione apparente di un intero paese,di un’intera classe dirigente in nome della censura di cui sarebberimasto vittima. Come a dire che il papa o incontra il tripudiodelle folle, oppure non va. Questo vuol dire piuttosto invocarela censura delle decine di professori firmatari dell’appellocontro l’invito e di centinaia di studenti. E’ una situazioneche scredita la logica e le sequenze di ragionamento le piùelementari.Furio ColomboSenatore del Partito Democratico, editorialista egià direttore de l’Unità, Furio Colombo è uno deiparlamentari iscritti all’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>MESSAGGI DAL WEBIO PARTECIPOAL SESTOCONGRESSODELLA“COSCIONI”PERCHÉ…GUSTAVO FRATICELLISono in carrozzina a rotelle ,cercoun contatto con un compagno chevada da Roma a Salerno in macchinaed abbia spazio per me e la sediache, essendo smontabile, nonoccupa molto spazio, con cui condivideròle spese del viaggio.CARMELO G. NUCERAParteciperò al Congresso perchéritengo necessario sostenere i valoridella laicità dello Stato e dellalibertà di ricerca dalle ingerenzedel Vaticano e da una buona partedella classe politica dal cuore diconiglio.PAOLA VIANELLOCondivido queste importantibattaglie per la libertà e dignitàdel cittadino.GIACOMO NARDONEPerché, tra le altre cose, la libertàdi scienza sia anche applicata all'informatica,dove impera il linguaggioinglese a solo vantaggiodelle popolazioni anglofone, lasciandoa ciascuno di voi immaginarecosa potrebbe accadere seai bambini si potesse insegnarel'uso di un comando di programmazionecome "stampa" o "faifinché" invece di "print" e "dowhile"... Perché l'Open Source sitrasformi in “fonte malferma”!GUIDO BIANCARDIDal corpo di un territorio malato.FABIO MILITO PAGLIARAPer un messaggio di civiltà che rispettila scienza e il diritto alla ricerca.DINO DI BERARDINODesidero sostenere fortemente lalibertà nella ricerca scientifica atutti i livelli, sono contrario perprincipio ad ogni forma della restrizionedella libertà individualeper le proprie scelte.ANDREA PESSARELLIVerrò a Salerno, perché se vi saràuna speranza, per l'alternativalaica e riformatrice allo stato eticoe conservatore, questa speranzanon può che nascere da lì.VALERIO FEDERICOPerché l'umanità non può permettersidi sottrarre alcuna risorsapossibile alla ricerca scientifica.ALDO BARBATILe tematiche trattate sono di miogrande interesse professionale ele condivido pienamente anchedal punto di vista personale.MONICA SOLDANORitengo fondamentale sia nellasostanza che nella forma confrontarsie sapersi riconoscerecome partner di un importantelavoro socio-culturale-politicoper l'autonomia della politica e lalaicità dello stato. Ritengo di averfatto e di continuare a fare la miaparte.GIANCARLO NOBILESarò presente alla manifestazioneper ribadire la convinzione dinoi liberalsocialisti che per giungeread una vera Italia laica in cuivi sia libera scienza in libero Stato


A CONGRESSOI NOSTRIISCRITTI3ESSO DI SALERNO?lla “<strong>Coscioni</strong>”re nuovaiero laicoSono iscritta all’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, e neiprossimi giorni confermerò la mia presenza al Congressodi Salerno, anche per ringraziarvi del lavoro cheportate avanti. La mia adesione all’associazione dataormai a tre anni fa. È vero, ci siamo visti troppo pocodopo quella prima assemblea dell’Ergife. Ho sempresostenuto però il lavoro fatto dall’associazione perchécredo sia un lavoro molto difficile e che meriterebbedi essere divulgato meglio. Questo non vuol dire chela mia adesione sia totale rispetto a qualsiasi progettoche l’associazione ha intrapreso, ma questo è naturale.Credo non abbiate bisogno di adesioni acritichema al contrario di persone che sostengano con moltaforza le ragioni di base dell’associazione, che sonoquelle della libertà di ricerca e soprattutto - in un panoramasempre più ampio – delle necessarie interconnessionicon i ricercatori di altri paesi e di altricontinenti per raggiungere l’obiettivo di portare sollievoa quanti sono colpiti da malattie rare o dolorosecome quella che ha colpito <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>.I laici, in qualsiasi formazione politica si trovino, sonostoricamente minoranza. Quando a Montecitorio sidiscute di questi temi eticamente sensibili, noi laici -lo dico sinceramente - possiamo contarci sulle dita diuna mano. Qui c’è un ruolo importante da giocare perl’associazione, a sostegno del pensiero laico, ancorchéfortemente - e direi sempre più - minoritario. Bastapensare all’incredibile episodio dell’invito della Sapienzarivolto al Papa e quello che ne è conseguito,con quanto abbiamo letto su tutti i giornali italianiquanto a “indignazione” contro il laicismo ed i laicisti.Non soltanto siamo pochi, ma addirittura siamoadditati come pochi e spregevoli. Ciò è una grande ingiustizia,una grottesca definizione di quello che è ilpensiero laico in tanti ambiti, incluso quello importantissimoe molto delicato della bioetica. Quindi labattaglia di noi parlamentari iscritti, anche nel centro-destra,è una doppia battaglia: da una parte sostenerele riforme e le iniziative che proponete, e contemporaneamentedare una nuova dignità a quellaminoranza assoluta che nel parlamento italiano sonoi laici.PERCHÉ VENGO AL CONGRESSO DI SALERNO?Perché i nuovi diritti civilioccorrono al PD. Senzasarebbe più debole e povero.Sarò al Congresso di Salerno poiché mi piace rivendicare con vanitàil fatto di essere stato il primo a presentare in Italia un disegnodi legge sul testamento biologico nel 1995. Seguo questo tema,cui dobbiamo dedicare molte energie. Poi sarò al Congressoperché la vicenda di Piero Welby ha rappresentato un’autenticasvolta nella mentalità italiana. “Dal corpo dei malati al cuoredella politica” è una parola d’ordine che io condivido incondizionatamente;il corpo è al centro dei conflitti politici di tutte lesocietà democratiche, con la sua materialità, con la sua corporeità,con ciò che rappresenta nell’esistenza quotidiana dellepersone in termini di piacere e di sofferenza è la vera questionecentrale della politica contemporanea. Spiace che pochissimise ne siano accorti, e i radicali sono tra questi e dunque mi sembradoveroso che io sia con loro in queste battaglie.Da sempre il linguaggio produce, fa, determina conseguenze.Parlare male è un momento di manipolazione della coscienzache si manifesta spesso nella lotta politica. Oggi si definiscono“questioni eticamente sensibili” quelli che invece sono i “diritticivili”, che hanno a che fare con gli spazi di libertà, rimandanoall’autodeterminazione dell’individuo e a garanzie sociali diemancipazione degli individui che sono prioritarie rispetto atutto. Prima ancora di un qualsiasi giudizio morale vale infattiuna questione di libertà. Il dibattito attuale è gravemente alteratodal fatto che l’opzione morale riguarda il sistema di valoridi origine cristiana cattolica nel nostro paese e che, di fronte aquesto, nel migliore dei casi c’è spesso una rivendicazione deidiritti civili in chiave utilitaristica, “sindacalistica”. Questo è unerrore clamoroso a cui anche i non credenti hanno contribuito,rinunciando a creare un proprio sistema di valori moralmentefondato. Questo è il nodo, cioè il fatto che alla fondazione moraledi parte cattolica non siamo stai in grado di opporre una politicache abbia un fondamento morale di origine non cattolica.Ritengo che il Partito Democratico abbia interesse al fatto chesiano presenti al proprio interno diverse opzioni morali e culturali,come ritengo che queste tematiche possano essere rappresentatecomunque anche dai radicali che, fedeli alla tradizionedella “doppia tessera”, debbono ottenere questa libertà di tesseramento.Se nel PD le tematiche di natura libertaria fosseroespunte sarebbe un grave impoverimento, una riduzione dellapossibilità di attrazione di quel partito. Quando io aderii al partitoDemocratico ritenevo che all’interno le opzioni anche radicalmentediverse dovessero confrontarsi, poiché sono rappresentativedella società. Se selezionassimo le opzioni politiche eculturali ci condanneremmo a una condizione di minorità. Serveuna sede unitaria per discutere di quelle questioni.Margherita BoniverDeputata di Forza Italia e già sottosegretarioagli Esteri, Margherita Boniver è una dei parlamentariiscritti all’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>Luigi ManconiSottosegretario alla Giustizia, esponente del PartitoDemocratico, Luigi Manconi è uno dei parlamentariiscritti all’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>occorre battere prioritariamentequalsiasi forma di ingerenza ecclesiasticanella vita politica e culturaleitaliana. Si veda l'inammissibilepresenza del capo dei cristiano-cattolicialla Sapienza diRoma per l'inaugurazione dell'annoaccademico, una vergognanazionale ed uno schiaffo allalibera ricerca universitaria. Siamopurtroppo ancora ai tempidei processi di Giordano Bruno edi Galileo Galilei.GIUSEPPE CANDIDOClandestinizzati e Anticorpi... ACONGRESSO. Per <strong>Luca</strong>, per Piergiorgio,per NOI.GIACOMO RIZZOLATTIPer un dibattito sull'Università ela Ricerca.ANTONIO C. SCALAMONTIPer salvare il salvabile.CLEO GUARNALa personale battaglia per i diritti,la libertà individuale e la dignitàdell'uomo non può alimentarsisolo di generica sensibilità e dibuone intenzioni. Occorre sviscerare,approfondire, porsi dubbi,problematizzare nel merito lesingole questioni. Mi sembra ilsostegno più cosciente e responsabileda offrire rispetto ai temi eai tempi che abbiamo di fronte.WILHELMINE SCHETTPerché <strong>Luca</strong>, Piero, Giovanni nonsiano morti inutilmente.ANTONIA CORDEDDACiao! Faccio parte da sempre delgruppo di amici che hanno credutoe sostenuto con forza ilgrande valore e merito di questa<strong>Associazione</strong>. Non potevo nonessere partecipe ancora e ancora.LUCA REDAVATIPerché ho capito che non devopiù aver paura.DARIO DE CICCONon sono iscritto all'associazione,ma spero di farlo al più prestocosì come a Radicali Italiani o alPartito Radicale Transnazionale.Se non l'ho fatto fino ad adesso èsolo per questioni finanziarie.Partecipo al Congresso perché ilnome di <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> è per meun esempio di laicità, cultura dellavita e insegnamento per la stessa.Spero vivamente di esserciLUIGIMORELLIPerché ritengo tale evento formativoutile alla crescita di un cittadino,quale io sono, che vuolesentirsi libero, quindi titolare deipropri diritti. Grazie per tuttoquanto operato dall'<strong>Associazione</strong>e da tutti i soggetti Radicali.SILVIA GIACOMELLIPer ascoltare, confrontarmi e comeoperatore sanitario sono fermamenteconvinta che la battagliaper l'approvazione della leggesul testamento biologico siaun momento di crescita per la sanità,i suoi operatori, i pazientiper l'intero paese. Perché la libertàè partecipazione.ANDREA TRISCIUOGLIOPer discutere insieme di legalità.SIMONA MAGGIORELLIDa giornalista ma anche comecittadina, ci sarò, perché i temidella libertà di ricerca scientificae della libertà di scelta delle personerispetto alla propria vita sonoessenziali. Anche per la democraziain questo Paese.


4A CONGRESSOI NOSTRIOBIETTIVIVI CONGRESSO A SALERNO, 15-17 FEBBRAIODal corpo dei malatial cuore della politicaL'ultimo congresso di un soggetto radicale nel Mezzogiorno d’Italia si tenne nel 1978a Bari. Ripartiamo dalla Campania, l’occasione di Salerno non va dissipata.MARCO CAPPATOMAURIZIO TURCOIl VI Congresso della “<strong>Associazione</strong><strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> per la libertà diricerca scientifica” si svolgerà dal15 al 17 febbraio in Campania, laregione sommersa dai rifiuti -non, per fortuna, Salerno, la bellacittà che ci ospita - dal dissestoidrogeologico e ambientale,ma soprattutto dal degrado istituzionale.La scelta della sedeavvenne cogliendo la generosadisponibilità locale: dobbiamoora trasformarla in una grandeopportunità. Non tanto e nonIl nostroCongresso èchiamato adessere anche ilCongressodell’iniziativa - apartire dalMezzogiornoma non solo peril Mezzogiorno -per una riformapossibile dellapoliticasolo per i militanti della <strong>Coscioni</strong>o per i Radicali, ma per i cittadinidi questo Paese.Mentre ti scriviamo, siamo agliinizi di una crisi politica dagliesiti incerti, che si inserisce inuna profonda crisi istituzionalee sociale. Le condizioni di illegalitàsistematica che rendono impraticabileil gioco democraticosono, nel Mezzogiorno, ancorpiù soffocanti. Il congresso dellanostra associazione è chiamatodunque ad essere anche il congressodell’iniziativa - a partiredal Mezzogiorno ma non soloper il Mezzogiorno - per una riformapossibile della politica,partendo da quei temi della libertàindividuale e dei nuovi diritticivili che investono in primoluogo il “corpo dei malati”: il perimetrodel corpo, della salute edella malattia dal quale la rivoltaindividuale si può trasformarein rivoluzione civile e nonviolenta,come compresero e vollero<strong>Coscioni</strong> e Welby. Dal corpo dicittadini malati e disabili assediatidalla malapolitica (chéquesto è il vero nome di ognimalasanità) possono arrivareenergie e risorse per la riformalaica e liberale del nostro Paese.E’ la grande scoperta dei nostritempi, e non solo per l’Italia.Uno slogan radicale degli anni'60 diceva, riferendosi a Roma:“Capitale corrotta, nazione infetta”.Oggi, è la “nazione” tuttaad essere “corrotta”, corrotta nelcuore delle sue istituzioni, là dovedovrebbe fondarsi la vita democratica:cioè il rispetto delleregole. Per curare la “nazionecorrotta”, nell'ultimo anno, gliunici progressi, le uniche riformelaiche e di libertà, sono statequelle compiute a partire dalcorpo dei malati organizzati nellanostra associazione: dal corpodi Piergiorgio Welby innanzitutto,con il prezioso contributofornito al dibattito sul testamentobiologico, il proscioglimentodel dottor Mario Riccio e l'impegnostrappato al Governo perchéstanziasse 10 milioni di europer ridare la parola a migliaia didisabili resi muti dal male; dalcorpo di Eluana Englaro, fattooggetto di trattamenti impostida quindici anni, con il pronunciamentodella Corte di Cassazionesulla validità di “direttiveanticipate” anche in assenza diuna legge sul testamento biologico;dai corpi dei portatori dimalattie genetiche ai quali i tribunalidi Cagliari e Firenze hannoconsentito l'analisi geneticapre-impianto per ridurre il rischiodi mettere al mondo un figliogravemente malato; dal corpodi Giovanni Nuvoli, che si èsottratto con otto giorni di iniziativanonviolenza al ricatto diLETTERE@AGENDACOSCIONI.ITLETTORI DAL WEBUna resistenza nuovaCaro Marco,condivido tono, contenuti e prospettive deltuo invito e dei lavori congressuali, cui auguroun grande successo, non solamente dipresenze, che pure sono necessarie. Continueròa seguire il vostro lavoro e il vostropercorso, che è una delle poche speranzeche rimangono a questo povero paese, troppoincline alle genuflessioni nei confrontidei vari poteri e potentati, in primis quelloclericale, quando non padrinati. Quello cheè successo alla Sapienza, con il suo seguitoIl perimetro delcorpo, dellasalute e dellamalattia, ilsoggetto dalquale la rivoltaindividuale sipuò trasformarein rivoluzionecivile enonviolenta,comecompresero evollero <strong>Coscioni</strong>e Welbychi usò perfino le forze dell’ordineper prolungarne la tortura.Proseguiremo riportando suisingoli casi concreti i discorsiastratti, le definizioni di “sana” e“buona” laicità usate per nasconderel’incapacità di fare leriforme necessarie. Molto spesso,tra preferenze morali ipocritamenteauspicate e concreteleggi dello Stato valide per tuttipassa un abisso che non si fanulla per rimuovere: e invece èalla donna che vuole accedereall’analisi pre-impianto o all’abortofarmacologico o alla pillola-del-giorno-dopoche si deverispondere, subito e con chiarezza,indicandole se può prenderele sue decisioni legalmenteoppure se - con il trucco di una“moratoria” non criminalizzanteo la prevaricazione di farmacistiche esercitano l’”imposizionedi coscienza” e ospedali cheaccettano “obiettori” della 194 -dovrà rivolgersi all’estero o allaclandestinità.Partire dal corpo dei malati, daicasi individuali, significa muoversisu un terreno molto fragile,ottenendo risultati che possonofacilmente essere ribaltati, in unPaese dove la classe politica èparalizzata da chi usa la religionecome strumento di potere, dachi ritiene che proprio le sceltepiù difficili, più belle e drammatichedella vita debbano esseresottratte alla libertà e responsabilitàindividuale. Sull'amore,sulla famiglia, sul sesso, sulle cure,sulla morte, sulla riproduzione,sulla vita, per costoro la libertàè ridotta e svilita a mero “capriccio”,a “consumo”, a “desiderio”,cioè a disvalori da denunciaree porre sotto accusa, persostituirli con le false certezzedei dogmatismi di cui si ergonoa soli arbitri e custodi.L'ultimo congresso di un soggettoradicale nel Mezzogiornod’Italia si tenne nel 1978 a Bari.Oggi l'<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>riparte dalla Campania, el’occasione del Congresso di Salernonon va dissipata. Una partecipazionein più o in meno potràessere decisiva. Un medico,un malato, un militante, un cittadinoin più presente a Salernopuò fare la differenza, perchéporta una storia, un volto, unatestimonianza, una esigenzapersonale dalla quale può affermarsinuova libertà per tutti.Uno scienziato o una personacon disabilità che donino tempo,soldi ed energie preziose perdi un ampio codazzo di politici, politicanti,figure istituzionali ai massimi livelli, subitopronte a lanciare falsi allarmi di attentato allelibertà di espressione del pontefice(!), dellachiesa e dei cattolici, mi ha sgomentato.Così come mi ha mortificato la codardia ditroppi colleghi universitari (ahi, la solita accademia,serva del potente di turno) ben attentia non lasciarsi sfuggire nemmeno unasillaba a sostegno dei firmatari della "famigerata"lettera al rettore, a smarcarsi dall'ariainfetta dei "liberi pensatori" ottocenteschilaicisti,bla-bla, abbandonati al pubblicosberleffo, trattati come degli intolleranti, assimilatia terroristi e a fondamentalisti diuna neoreligione dell'integralismo laicista.stare due giorni insieme, a discutereil da farsi sulla ricercascientifica, sulla “vita indipendente”,sull'autodeterminazionenelle cure, sulle politiche per ilrilancio della ricerca e dell'università,possono essere determinanti.Uno in più conterà anche perché,clandestini come siamo -come è stato <strong>Luca</strong> fino al giornodella sua morte, nonostantel’appoggio dei 57 Premi Nobelalla sua candidatura per le elezionipolitiche del 2001, come èstato per anni il dirigente radicalePiergiorgio Welby, noto tutt’alpiù ai “naviganti” del forum diwww.radicali.it - l'annuncio delnuovo possibile, di una democraziain grado di governare latecnica e il progresso invece diconsegnarli nelle mani di governiantidemocratici e fondamentalisti,viaggerà sui corpi e sulleparole di chi avrà scelto di esserci.Per questo ti chiediamo di esserepuntuale, il 15 febbraio alle14.30, al Palazzo di Città di Salerno,e di rimanere fino al primopomeriggio del 17 febbraio. Dovremodecidere – e il dibattitoprecongressuale è già aperto suwww.lucacoscioni.it - su cosaimpegnarci, su quali forme dovràdarsi l'associazione con lesue cellule locali o tematiche sulterritorio, nelle università e negliospedali, interferendo con leelezioni nelle università o degliordini dei medici, riprendendo ilgrande progetto di <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>del Congresso mondiale per laLibertà di Ricerca. Infine ti chiediamo,se non lo hai già fatto, diiscriverti all’associazione <strong>Coscioni</strong>per il 2008. Con Maria Antonietta<strong>Coscioni</strong> e Gilberto Corbellini,con Piergiorgio Strata econ Mina Welby, ti aspettiamo aSalerno.Seppure minoranza (in televisione e suigiornali, in tutti gli altri luoghi del potere; manel paese forse non è proprio così), però miconsola vedere che c'è chi organizza unanuova resistenza (ti chiedo di credermi sedico che non è retorica!); e i radicali, l'<strong>Associazione</strong><strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> sono sicuramente inprima linea tra questi. Scusa lo sfogo, chepuoi usare in qualsiasi modo,compreso il cestino.Invierò un ulteriorecontributo finanziarionei prossimi giorni. WWWPier Paolo Righettifainotizia.radioradicale.it


6A CONGRESSOIL NOSTROLAVOROIN PARLAMENTOLa lotta quotidiana nelle istituzioniL’attività parlamentare dei deputati radicali con l’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>.DONATELLA PORETTIUn filoconduttore dellenostre iniziative?Restituireresponsabilità alcittadino che inmanieracosciente devepoter scegliere enon essereostaggio di unadecisioneimposta da unoStato moralistaDonatellaPorettideputata radicale della Rosanel Pugno, è membrodi giunta dell’<strong>Associazione</strong><strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>.Mentre scrivo il resoconto diquanto a livello parlamentare iradicali e l’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>sono riusciti a fare, o meglio aportare all’attenzione della Cameradei Deputati con il depositodi proposte di legge, mozioni einterrogazioni, sono in corso leconsultazioni al Quirinale dopola sfiducia al Governo Prodi delSenato. Queste parole potrebberoessere così il riassunto conclusivodell’esperienza, oppure unprimo capitolo delle tante iniziativeche abbiamo ancora da fareo da cercare di portare a conclusione.Guardando a ritroso e provandoa riassumerle presentanoun filo conduttore che le lega: laresponsabilizzazione del cittadino,che in maniera cosciente devepoter scegliere e non essereostaggio di una decisione impostada uno Stato moralista. Dallaricerca scientifica, con particolareattenzione alla trasparenza deifinanziamenti pubblici, alla libertàdi cura, il diritto di poter sceglierese accettare o rifiutare terapie,il diritto di accedere alle terapiecontro il dolore, dalla cannabisterapeutica all’analgesia in salaparto, dalla necessità di liberalizzareil mercato delle farmaciealla volontà di mettere al centrodell’attenzione il malato comecittadino che deve poter decideree poter avere una vita indipendente.Puntualmente abbiamoriportato l’attenzione sulla legge40, in particolare con interrogazioni,richieste di audizioni delministro e appelli, come pure sullalegge 194.La revisione della legge 40 sullaprocreazione medicalmente assistitaè oggetto di una propostadi legge depositata fin dall’avviodella legislatura, segnalata in ognirichiesta ufficiale di calendarizzazioneda parte del nostro gruppoparlamentare, ma che ha trovatoveti trasversali che hanno impeditola riapertura di un dibattito.A metà ottobre abbiamo promossoun appello con tutti igruppi parlamentari de l’Unione- tranne l’Udeur - per impegnarsia rivedere la legge e chiedere alministro di aggiornare le lineeguida nella direzione richiesta dapazienti, comunità scientifica,nonché dalle sentenze del tribunaledi Cagliari. Purtroppo alla finedi gennaio dobbiamo prendereatto che si sono aggiunte altredue sentenze che dichiarano le lineeguida illegittime in materia didiagnosi preimpianto, ma il ministronon ha ancora emanato ildecreto per aggiornarle, nonostantela legge chiedesse di farloalmeno ogni tre anni, e il termineè scaduto ad agosto 2007.Molte sono state le interrogazioniin materia: sugli embrioni orfanidestinati per legge alla crioconservazioneinfinita invece che destinarlialla ricerca scientifica; sucasi come quelli di condannatiper mafia alla detenzione in 41bische accedono alle tecniche di fecondazioneassistita pur non essendosterili, a differenza di coppieportatrici di malattie genetiche;sulla chiusura di centri comequello di Castellana Grotte (Ba)che con operazioni fatte a livelloregionale in pratica rendono ancorapiù complesso accedere aqueste tecniche.Sul tema della ricerca scientificaabbiamo cercato di fare chiarezzasui metodi di assegnazione deifondi pubblici, in particolarescandagliando una vicendaoscura dell’Istituto Superiore dellaSanità risalente al 2001, oggettodi ben tre interrogazioni per fareluce sui finanziamenti assegnatidalla Commissione nazionalecellule staminali. Se graziealle interrogazioni abbiamo saputodel metodo spartitorio di ricercatoriche in pieno conflitto diinteressi chiedono i fondi e decidonodi assegnarseli, restano ancorada capire le cifre che oscillanoda 7,5 fino a 17 milioni di euro.Il protagonista della vicenda acapo sia dell’ISS che della Commissionee’ stato Enrico Garaci,riconfermato alla guida dell’ISSnonostante la nostra contrarietàal momento di votare la sua nominain Parlamento. Per controc’e’ da riconoscere che la vicendaha portato il ministero ad impegnarsiperché in futuro per l’assegnazionedei fondi pubblici venganoadottati metodi, riconosciutidalla comunità scientificainternazionale, di peer review.Con lo stesso spirito abbiamopresentato altre interrogazioniper sapere di finanziamenti destinatialla Vulcanologia o ad unvaccino anti-AIDS.Abbiamo inoltre depositato conuna ventina di parlamentari unamozione per sostenere il compromessoattuale raggiunto in sedeeuropea sul finanziamento allaricerca sulle cellule staminaliembrionali nei Paesi che lo ammettonocon leggi nazionali.Un altro tema su cui abbiamocercato di utilizzare tutti gli strumentiparlamentari dalle propostedi legge, agli appelli, agliemendamenti passando per leinterrogazioni e sempre raccogliendoadesioni trasversali dadestra a sinistra è quella riguardantela raccolta e conservazionedelle cellule staminali del cordoneombelicale. A fronte di un assurdodivieto delle biobancheprivate e della conservazione autologa,confermato da ordinanzeche si susseguono dal 2002, il disastrodella donazione pubblicaFin dall’iniziodella legislaturaabbiamopresentatoproposte dilegge perdisciplinareeutanasia etestamentobiologico.è stato confermato dalle cifre offertein risposta ad una nostra interrogazione,solo lo 0,46% vienedonato. Abbiamo cercato di cogliereogni occasione legislativaper ribadire la necessità di garantireil diritto di poter conservareper se stessi e la propria famigliale staminali cordonali, consentendol’apertura di biobancheprivate e acconsentire in un secondomomento alla donazionein caso di necessità di trapianto.E così sono passati emendamentinella legge sul parto - che sancisceil diritto per la donna chevuole partorire senza dolore afarlo in analgesia epidurale - e suldecreto “milleproroghe”, entrambiattualmente ancora al vagliodella Camera.In merito all’applicazione dellalegge 194 che regolamenta l’interruzionevolontaria di gravidanzaabbiamo presentato interrogazionisulle convenzioni stipulatee in via di rinnovo di ospedalipubblici con i Centri di aiutoalla Vita, come l’obiezione di coscienzadi medici per la prescrizionedella pillola del giorno dopo.Con una mozione sulla procreazionecosciente e responsabilechiediamo al Governo di impegnarsiper la diffusione d’informazionisulla contraccezione,anche inserendo l’informazionesessuale tra le materie scolastiche,agevolando l’accesso alla pilloladel giorno dopo abolendol’obbligo della ricetta, garantendoil ricorso all’aborto farmacologicocon la RU486 e consentendoche il personale non obiettoresia almeno il 50% di quello presentenelle strutture dove si pratical’aborto.Abbiamo fin dall’inizio della legislaturapresentato due propostedi legge per disciplinare sia l’eutanasiache il testamento biologico,prevedendo che il pazientenon senziente possa rifiutare tuttociò che gli può essere somministratoda terzi o macchinari,come già oggi può fare il pazientecosciente. Purtroppo la Cameradei Deputati poche ore primadella morte di Piergiorgio Welbyrigettò l’ipotesi di realizzareun’indagine conoscitiva sullapratica dell’eutanasia clandestinain Italia. Un’iniziativa avviatadalla lettera di Welby al presidentedella Repubblica e su cui l’<strong>Associazione</strong><strong>Coscioni</strong> aveva raccoltotrentamila firme. In Parlamentosi unirono alla richiestauna trentina di deputati, ma si ottennesolo un ciclo di audizioni aporte chiuse sul tema, che hannocomunque visto la presenza diMina e Carla Welby e del dottorMario Riccio.Altre iniziative sono state fatte perla liberalizzazione della venditadei farmaci, sulle terapie contro ildolore, sulla cannabis terapeutica,sul Comitato di Bioetica, il risarcimentoper i soggetti affettida sindrome da talidomide e lagratuità di Sms per i sordi. Purtropposu molti di questi fronticome Parlamento e come Governoabbiamo offerto l’immaginedi un’Italia che non lavora per icittadini e per il loro diritto allecure sanitarie, ma un’Italia chesottosta ai veti incrociati di gruppidi potere vecchi e decrepiti.Occorre ora lavorare perché anchequeste considerazioni rientrinoin quelle da far valere pernon interrompere la legislatura, erilanciare un Governo che si facciapromotore delle riforme!


10,OSSERVATORIOINFORMAZIONETUTTII NUMERITg1, Tg2, Tg3: il pulpitoDiritto di parola negato al Papa?Siamo noi laici ad essere silenziati.MARCO PANNELLA15 gennaio 2008Vorrei dire una sola cosa, con unapremessa che mi auguro nonvenga censurata. Ho dedicato alcunidecenni non lontanissimidella mia vita per denunciare ecombattere in Parlamento, in Italia,ovunque, con referendum,con leggi, con la nonviolenza, ilfascismo degli antifascisti. Continuereie continuerò a farlo.Nel nostro paese oggi c’è tripudioper una novità: abbiamo l’unitàfascista di fascisti, sfascisti, antifascisti,comunisti, clericali, chiericitraditori, laici professi e vatico-talebani.Questa novità è vivaed operante, in un’atmosfera cheè propria dell’era fascista, ormaida anni ’30, non più da anni ’20.Quegli anni ’30 nei quali 12 professoridi università rifiutarono digiurare fedeltà al dittatore ed almonarca a lui succube.Qualcunoscrisse: bastache uno solo dinoi resti tale equale siamo efummo, persalvare lasperanza delmondo. Sonocerto che questaaffermazionedella poesia èqualcosa cheoggi ci indica lastradaOggi quei 12 professori forse potremmoritrovarli, almeno in parte,tra gli scienziati ed i professoriche hanno obiettato non alla accettazione,da parte di BenedettoXVI, dell’invito fattogli, ma control’autore dell’invito e l’invitostesso. Oggi l’Italia di Ferrara, mache bravo!, è piena di difensoridel mio, nostro e di tutti i radicali,diritto di parlare. E’ piena di difensoridel nostro diritto-doveredi denunciare che ci è stata tolta,ufficialmente, parte essenzialedei nostri diritti civili. Oggi si tendea qualificarci come “assassini”o “complici di assassini”, noi cheabbiamo vissuto una trentinad’anni, - anni, non ore, caro Giuliano!- per colpire e distruggere -come abbiamo fatto – l’immondoflagello di massa, di classe eclericale, dell’aborto nel nostroed in altri paesi. Obiettivo per ilquale la Presidente del Partito RadicaleAdele Faccio, in un paese“democratico”, è andata in carcereper queste sue idee. Per cui unsegretario del Partito Radicale comeGianfranco Spadaccia c’è andatoanche lui. Obiettivi per cui,in tanti, abbiamo rischiato la vita(certo, non la morte!), messa incausa per sconfiggere – e l’abbiamosconfitto – l’immondo flagellodell’aborto che è produzioneindustriale di coloro che oggi – acominciare da Ratzinger - diconoessere, l’aborto, un omicidio.Abbiamo vissuto, stiamo vivendo,dando corpo e parola ad unalotta che si è tradotta in milioni emilioni di non-aborti. Se non fosseper la mobilitazione per i dirittidell’embrione che contro di noihanno difeso una legislazioneche ha prodotto e imposto pergenerazioni l’“assassinio di massa”secondo il loro linguaggio, secondonoi, invece, il flagello dell’abortoobbligato e naturale, sisarebbe in una situazione nellaquale l’aborto non esisterebbepiù nel nostro paese se non permeno di centomila italiane l’anno.Questa è la situazione. Noi proprioin queste ore stiamo cercandodi denunciare, ma emettiamosilenzio, una operazione: quellache dura dal 2003, con una perfettaunità e compattezza tra ilprimo iniziatore della operazione,il “destro” D.G. della RaiSetCattaneo, ed il suo continuatoredi oggi, il “sinistro” Cappon. Iniziatacon il governo di destra eproseguita oggi con un governodi “sinistra”. In questo la continuitàè perfetta. Si è trattato del tentativodi sbarazzare l’Italia di quelCentro d’Ascolto, l’unico tra l’altroche ha continuato a dare datiprecisi, indiscussi, non contestati,sul monopolio assegnato al Vaticanoper tutto quel che riguardai problemi etici, morali, civili,costitutivi della stessa legalità repubblicanache abbiamo in Italia.Oggi tutti dicono che il Papa deveavere diritto di parola. Nessuno,nessuno, nessuno dice che forsepotremmo averlo anche noi. Anchese 28 delibere dell’Autoritàgarante dell’informazione hanno“condannato” il sistema audiovisivoper l’ostracismo persistentenei nostri confronti. Quello chenon si è realizzato del tutto in altricampi, perché c’è un mondo eduna Unione Europea che a volteci salvaguardano, ad esempiocon la ricerca sulle cellule staminaliche non è abolita del tutto soloperché permessa altrove, si èrealizzato per il Centro d’Ascolto.Fatto fuori con gli stessi sistemiche hanno visto la magistraturaitaliana, come categoria e comeOrdine, principale responsabiledi quella strage di legalità che pernoi sempre si traduce in strage divite, strage di popolo. Sul pianoideologico-idrogeologico e sulpiano morale.L’unità fascista trionfa con glistessi ingredienti degli anni ’30,quando il numero 1-bis del PartitoComunista francese si accingevaa divenire uno degli eroi dellaunità nazista dell’Europa,quando appunto il nazismo ed ilfascismo si affermavano per denunciarel’ingiustizia che le democrazieimponevano al mondo.E con la potenza di fuoco dicui erano capaci, intanto, eranodediti a massacrare i diritti e la vitadei loro popoli. Piangendo,perché erano discriminati, costrettia cercare “un posto al sole”.Persino la satira, che pure è grevee grave come deve esserlo, quotidianamentesi comporta comenon si comporta nemmeno ilRai. Di VatiTempo complessivamente dedicato al soggetto politico/istituzionale(comprende il tempo di parola e il tempo di notizia).Tg1 durata %Governo 32.21.59 35,45Vaticano 26.35.37 29,13Pres.Cons. 18.32.46 20,31Pres.Repub 13.47.23 15,10Totale 91.17.45Tg2 durata %Governo 21.54.08 34,41Vaticano 20.28.23 32,17Pres.Cons. 12.22.27 19,44Pres.Rep. 8.53.41 13,98Totale 63.38.39Tg3 durata %Governo 30.13.07 47,48Pres.Cons. 19.32.43 30,71Vaticano 15.47.57 24,82Pres.Rep. 13.22.34 21,02Totale 78.56.21Periodo: 19-4-2005 – 14-1-2008Fonte: Centro d’Ascolto dell’informazione Radio Televisiva


OSSERVATORIOINFORMAZIONE!TUTTII NUMERI11da cui viene la predicaFatto 100 il tempo di parola di Governo, Presidente del Consiglio, PresidenteRepubblica e Vaticano, quest’ultimo ha un terzo del tempo!È in corso unastrage di legalitàche per noi sempresi traduce in stragedi vite,strage di popolo.Sul pianoideologicoidrogeologicocome sul pianomorale.mondo islamico nei confronti dellesue autorità religiose. Non c’è satirache metta i baffetti al Papa. Sarebbepertinente, quasi spontaneo, e non sarebbeblasfemo. La satira, se non riguardai potenti, se non è cattiva, non èsatira. Persino la satira e - non dirò mai“persino” - quella maggioranza in nomedella quale il Rettore Guarino pensadi potersi esprimere dicendo: “Coloroche non sono d’accordo con l’invitoche ho fatto al Papa sono una minoranza”.Bene, possiamo parlare ancora,in questo ghetto dorato dellaclandestinità e della resistenza che èRadio Radicale. Radio di un partito e diuna galassia che conta solo alcune migliaiadi iscritti, militanti, contribuentied azionisti.cano di piùDimentico una cosa: io credo di parlare,mentre emetto silenzio, così comesi fa emettere silenzio ad Aldo LorisRossi; non solo a Porta a Porta, ma sututti i giornali italiani. E chi è Aldo LorisRossi? E chi volete che sappia chi è AldoLoris Rossi? Chi volete che sapesse,nell’Italia degli anni ’30, chi era ErnestoRossi? Bene, noi lotteremo, non siamobattuti. Apparteniamo ad una storia,cantata pure da Benedetto Croce,che è anche quella dei rinchiusi a decinee decine di metri sotto terra, i quali,nelle loro galere, pregavano il proprioDio perché proteggesse e perdonasse iloro carcerieri.Lo ripeto: continuo a difendere, adesso,il Paese e la libertà di concepire emettere alla luce, e non solo i pretesi fascisti,dall’unità fascista di antifascisti,fascisti, sfascisti, comunisti e clericali,e di rispettabilissimi giudici della CorteCostituzionale mafiosa, della assembleadei nostri illustri scienziati democraticidel diritto – uno per tutti ilmio carissimo amico Stefano Rodotà –che trovano assolutamente normale enon pronunciano parola sul fatto chenoi, eletti al Senato della Repubblica,abbiamo dovuto cedere il posto a favoredi nominati.Il tradimento dei chierici, fino a coloro- di quelli - che esercitano la satira, è totale.Qualcuno scrisse: basta che unosolo di noi resti tale e quale siamo efummo per salvare la speranza delmondo. “Il suffit qu’un seul parminous reste tel qu'il fût et nous fûmes,pour sauver tout l'espoir du monde”.Sono certo che questa affermazionedella poesia è qualcosa che oggi ci indicala strada.Di disinformazionesi muoreROCCO BERARDOCome documentato da un saggiodi Marcello Crivellini, pubblicatosul numero del settembre scorso diAgenda <strong>Coscioni</strong>, il parametro cherestituisce più salute alle personenon è dato dalla spesa sanitaria,bensì da un’adeguata e seria conoscenzae informazione. Lo dimostrala diffusione dell’Hiv in quellezone del mondo in cui l’informazionesulla contraccezione sessualeè assente. Lo dimostra per altravia oggi quanto la disinformazione,la non conoscenza, da parte deicittadini campani della situazionenel loro territorio abbia di fattoconsentito al malaffare di distruggerel’ambiente, trasformandol’emergenza in vera e propria calamitànaturale (avrebbero ridato lastessa fiducia agli stessi amministratoriper anni, se avessero saputo?).Dal 19 aprile 2005, giorno in cui JosephRatzinger è stato eletto papa,il Tg1, nelle sole edizioni principali,ha esposto notizie o posizionidella chiesa cattolica per complessive26h 35’ 37’ secondi. Solo sommandotutti i membri del governosi ha un risultato maggiore 32h 21’59’’. Al Presidente del Consiglio èstato dato meno spazio 18h 32’46’’, e la metà del tempo degliesponenti cattolici è stata riservataal Presidente della Repubblica 13h47’ 23’’Sul Tg2, lo spazio dedicato agliesponenti della chiesa cattolica èstato di 20h 28’ 23’’ (pari al 32%), dipoco inferiore al tempo dedicatoai membri di governo 21h 54’ 08’’(34,4%), il doppio del Presidentedel Consiglio (12h 22’ 27’’) e duevolte e mezzo in più del Presidentedella Repubblica (8h 53’ 41’’).Sul Tg3, agli esponenti ecclesiasticiè stato dedicato 15h 47’ 57’’ (parial 24.82%), la metà dello spaziodedicato ai membri del governo30h 13’ 07’’ (pari al 47,48%), più delPresidente della Repubblica 13h22’ 34’’ (21%).Classifica tempo di parola nelle edizioni principali del Tg2Posizione Nome Numero Durata1 PRODI ROMANO 635 03.50.542 BERLUSCONI SILVIO 418 03.25.413 FINI GIANFRANCO 428 02.31.364 BENEDETTO XVI 329 02.04.535 CASINI PIERFERDINANDO 337 01.39.296 FASSINO PIERO 313 01.30.367 NAPOLITANO GIORGIO 195 01.24.278 RUTELLI FRANCESCO 275 01.20.039 CIAMPI CARLO AZEGLIO 151 00.59.28Periodo: 19-4-2005 – 14-1-2008Fonte: Centro d’Ascolto dell’informazione Radio TelevisivaClassifica tempo di parola nelle edizioni principali del Tg1Posizione Nome Numero Durata1 PRODI ROMANO 892 07.22.102 BERLUSCONI SILVIO 497 04.58.413 CASINI PIERFERDINANDO 490 03.00.104 NAPOLITANO GIORGIO 297 02.45.285 FINI GIANFRANCO 423 02.37.416 BENEDETTO XVI 477 02.29.337 FASSINO PIERO 403 02.14.468 RUTELLI FRANCESCO 379 02.01.329 CIAMPI CARLO AZEGLIO 203 01.54.4710 D'ALEMA MASSIMO 228 01.45.30Periodo: 19-4-2005 – 14-1-2008Fonte: Centro d’Ascolto dell’informazione Radio TelevisivaParallelamente l’affermazione deinuovi e vecchi diritti civili, passa attraversola conoscenza da parte deicittadini di quali sono le forze incampo che lottano ogni giorno perdifenderli e affermarli. Di quali sonole ragioni di ciascuno. Ma quellaconoscenza in Italia è negata.Il Vaticano che si fa attore politico, enon solo voce che parla alle coscienzedei suoi fedeli, vive nella tvitaliana, di stato e privata, costantemente,continuamente, comeunico portatore di valori, senzacontraddittorio e contraddittori.Contro l’aborto, contro la scienza,contro le unioni civili, contro l’eutanasia,contro la ricerca, una solaed unica voce. Un mantra che si ripete,come nei regimi teocratici.Salvo che qui ci troviamo in unoStato, fino a prova contraria, laico.Pubblichiamo in esclusiva i datidel Centro d’Ascolto per l’informazioneradiotelevisiva, che per primoMarco Pannella ha potuto letteralmentegridare su Raiuno a“Porta a Porta”, falsificando unavolta per tutte la vulgata che staprendendo piede in Italia: che inquesto Paese “si toglie la parola alpapa”. Questi numeri non hannobisogno di altri commenti.


12SOCCORSOCIVILE,ILDIBATTITOATTACCO A “SOCCORSO CIVILE”La nuova inquisizione di coscienzaAlimentando il dibattito sulla“moratoria” dell’aborto, Il Fogliodi Giuliano Ferrara puntail dito su “Soccorso Civile”, unadelle ultime iniziative dell’<strong>Associazione</strong><strong>Coscioni</strong>, ed iniziacosì un suo editoriale:“Carissimiradicali, non vi riconosciamopiù”. Al quotidiano di Ferraranon va giù che si mettano icittadini in condizione di far rispettarele leggi che li riguardanoin prima persona. Noi, daparte nostra,non vogliamo chel’obiezione di coscienza – o meglio,inquesto caso,l’imposizionedi coscienza - si traduca nelboicottaggio strisciante di unalegge.Vi riproponiamo in questepagine l’editoriale di Ferrara,lerisposte del Segretario dell’<strong>Associazione</strong>Marco Cappato,di Rocco Berardo e di MarcoPerduca,della Segretaria di RadicaliItaliani Rita Bernardini,oltre ad una importante precisazionedel ginecologo SilvioViale, Consigliere generale dell’<strong>Associazione</strong>.Carissimi radicali,non vi riconosciamo piùEDITORIALE DEL FOGLIO15 gennaio 2008Carissimi radicali, non vi riconosciamopiù. Ma è proprio la vostra bella e battaglieraradio, quella che invita a scaricare dal sitodell’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong> i moduli perdenunciare-querelare i farmacisti che siappellano all’obiezione di coscienza pernon vendere la pillola del giorno dopo,nonché i medici ospedalieri che per lostesso motivo si rifiutano di prescriverla?Ma come vi è saltato in mente? Denunce?E magari processi? E peccato che non siapossibile mandarli in galera? Tutto ciò invocatoe promosso da voi? Proprio da voiche dell’obiezione di coscienza siete gli inventori?[...]Non si finisce maidi imparare dal FoglioMARCO CAPPATONon si finisce mai di imparare, dal Foglio.Noi Radicali - quelli che “non ci riconoscetepiù” - credevamo che la “grande moratoria”fosse quella votata all’ONU sulla penadi morte, e che l'aborto avessimo iniziatoa sconfiggerlo trent’anni fa, control’aborto selvaggio benedetto dal Vaticano.Credevamo, egocentrici come siamo, chela censura fosse per esempio quella che ciannienta e ci toglie perfino il nome. Impariamoinvece, dal Foglio e dai suoi firmatarilaici veri, che la (grande?) censura sarebbequella contro il Papa, invitato a parlarealla Sapienza su - ma guarda un po’ - la penadi morte! Già, poverino il Papa, che nonlo lasciano mai parlare.Ieri, l’ultima lezione. Credevamo chel’obiezione di coscienza consistesse nel rifiutopalese di una legge, assumendosenetutte le responsabilità anche penali, non ilboicottaggio strisciante di una legge, facendonepagare le conseguenze agli altri.Credevamo cioè che l’obiezione nonviolentafosse quella che fece passare qualcheannetto in carcere ai Radicali Olivier Dupuise Roberto Cicciomessere contro la levamilitare obbligatoria. Impariamo invecedalle vostre pagine che la (grande?) obiezionedi coscienza la farebbe il farmacistadel turno di notte sbattendo la porta in facciaa una coppia che ha rotto il preservativo.Dunque, secondo il Foglio, la coscienzadel farmacista dovrebbe consentirgli diimporre a una donna il rischio di una gravidanzamai voluta, e magari di un aborto.Se volete, chiamatela pure “libertà di coscienza”.Ma non stupitevi se non ci riconoscetepiù, perché noi la chiamiamo “imposizionedi coscienza”, illegale e violenta.Ecco perché l’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>ha deciso di pubblicare sul sito le istruzioniper difendersi, eventualmente ricorrendoanche alla denuncia, che non è un attodi teppismo, ma lo strumento previsto dallalegge per vedere rispettati i propri diritti.Non ci riconoscete più, mi dispiace. Se nonvi foste ultimamente un po’ distratti dallaguerra di civiltà per dedicarvi alle guerrenel nome del feticcio dell’embrione, credonon fatichereste a riconoscere quanto devastantepuò diventare l’arma dell’“imposizionedi coscienza” se consegnata nellemani di fondamentalisti di ogni credo. Sarebberocosì più forti per prescrivere, dallaMecca come dal Vaticano, di interromperepubblici servizi, negare assistenza sanitariain base ai rispettivi dogmi sul corpo, sulladonna, sull’alcol, sulla libertà. E, naturalmentepretendere di farlo impunemente,nel nome della tolleranza laica, della nuova,sana (grande?) laicità che ci si vuole orainsegnare.Oppure non vi siete distratti, e avete scelto,come già Giovanni Paolo II, che il (grande?)nemico, insieme all'illuminismo, è illiberalismo, che va battuto in tutti i modi. Econ qualsiasi alleato.Non riconoscesolo chi non conosceROCCO BERARDOMARCO PERDUCALo spot sulla pillola del giorno dopo dell'<strong>Associazione</strong><strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> in onda suRadio radicale non è in contrasto con quelloche i radicali hanno sempre professato.Anzi, in linea con le lotte per affermare ilprincipio di legalità, vuol far conoscere aicittadini un loro diritto affinché essi, informati,possano esercitarlo appieno.I radicali non sono mai stati per il diritto all'obiezionedi coscienza per qualsiasi legge.Come da ordinamento, l'obiezione dicoscienza non può essere estesa ad ogninormativa, essa può valere solo ed esclusivamenteper quelle materie definite precisamentedal legislatore. Il medico può fareobiezione di coscienza quando gli venisserichiesta un'interruzione di gravidanza,come previsto con tutta una serie di bilanciamenti,dalla 194. Ma l'obiezione di coscienzaè un istituto che rappresentaun'eccezione precisa e non la si può prevederecome diritto assoluto per qualsiasilegge dello Stato. Questa non sarebbe piùobiezione di coscienza, al contrario ci troveremmodi fronte ad un'interruzione dipubblico servizio.Visto che la pillola del giorno dopo non èun farmaco abortivo, ma è scientificamentericonosciuta come contraccezioned'emergenza, non vi sarebbe quindi perlegge la possibilità di obiezione, così comenon vi è possibilità di farla sugli altri contraccettivi,preservativo incluso.Se questo avvenisse, se un farmacista dovesseimporre la propria coscienza alla richiestadi un farmaco da parte di una personacome ci dovremmo comportare? Lasciandocorrere? E se domani un medico,per motivi di coscienza o fede, decidessedi non praticare una trasfusione, o di nontoccare una donna o un uomo in gravissimecondizioni come ci dovremmo comportare?I Radicali, da attivatori di democrazia, sonoconvinti di dover continuare a fare, oggie domani, quello che hanno fatto fino aieri: rispettare, e far rispettare le leggi, oppuredisobbedirle quando liberticide, assumendosenetutte le responsabilità, anchequella di andare in galera.Lo spot sulla pillola del giorno dopo, propriocome gli altri in onda dovrebbero esseredivulgati dal servizio pubblico di informazioneradio-televisiva, perché fornisconoun vero e proprio "soccorso civile"in risposta a leggi che utilizzano la proibizionecome metodo di controllo di fenomeniin atto. La moratoria necessaria all'Italiadel terzo millennio è quella relativaall'illegalità delle istituzioni e del potere costituito;essa è possibile solo attivando glistrumenti concreti che appartengono aqualsiasi democrazia liberale che si basisullo stato di diritto: il rispetto della leggeanche tramite denunce civili e penali.Chi ora parla di sospendere gli aborti, nondovrebbe forse far di tutto per diffonderequanto più possibile tutti i mezzi contraccettivivolti a scongiurarli? E se anche si volessedifendere a tutti i costi il diritto all'obiezionedi coscienza per i medici sullapillola del giorno dopo, non sarebbe opportunooperare per abolire la ricetta, oggiinutilmente obbligatoria, per questo farmaco?Obiezione èresponsabilitàRITA BERNARDINISul Foglio del 15 gennaio scorso ho lettouna frase che periodicamente, nel corsodegli oltre trent’anni della mia storia radicale,ho sentito ripetere più volte, seppurepronunciata in modi diversi. Questa voltaè “carissimi radicali, non vi riconosco più”,altre volte è stato “una volta sì che eravatebravi, oggi siete cambiati”. Io credo chequello che non si sopporti siano i radicalinel vivo della propria azione politica, salvopoi dar loro ragione a distanza di cinque,dieci o vent’anni. A chi oggi afferma di“non riconoscerci più” mi permetto dichiedere se ci abbia mai conosciuti.Prendiamo l’obiezione di coscienza: quandoera vietata, l’abbiamo praticata in violazionedelle leggi che ne proibivano il suoesercizio, ci siamo autodenunciati, fatti arrestare,subito processi e condanne, riuscendoquasi sempre ad ottenere leggi chene consentissero l’affermazione. Lo hannofatto Roberto Cicciomessere e OlivierDupuis sull’obbligo del servizio militare,Adele Faccio, Emma Bonino e GianfrancoSpadaccia sull’immondo flagello dell’abortoclandestino e di massa, il Dott.Luigi Del Gatto che finì sotto inchiesta perchésomministrava morfina ai tossicodipendentimalati di eroina, Marco Pannellaquando nel 1977 fumò in pubblico unospinello per tirare fuori dalle galere migliaiadi giovani “incolpevoli” che rischiavanoin carcere di divenire veramente dei delinquenti.L’ha fatto chi vi scrive, con lo stessoPannella, Sergio Stanzani, Benedetto dellaVedova (sì, proprio lui!), cedendo pubblicamentehashish e marijuana per denunciarel’irragionevolezza della legge suglistupefacenti e il proibizionismo che,senza alcuna forma di controllo, fa aumentarea dismisura il consumo di droghee riempie le tasche dei narcotrafficanti.Non abbiamo mai agito di nascosto, abbiamosempre avvisato le forze dell’ordine:“venite ad arrestarci - dicevamo - perchéstiamo violando una legge come fannoin clandestinità milioni di italiani”, e sele forze dell’ordine chiudevano un occhiole denunciavamo per omissione d’attid’ufficio. Ma che razza di obiezione di coscienzaè, oggi, quella dei medici che nonprescrivono la pillola del giorno dopo? Perlegge devono rilasciare la ricetta, per “coscienza”non lo fanno, costringendo così ladonna al pellegrinaggio da un consultorioall’altro, a vagare tra i pronto soccorso, finoa trovare il medico non obiettore cheprescriva il contraccettivo (perché di questosi tratta, non di un abortivo) d’emergenza.Sì, d’emergenza perché per risultareveramente efficace, deve essere assuntoimmediatamente dopo il rapporto a rischio.Si assumano, questi medici obiettoridella pillola, la responsabilità di violareuna legge dello Stato e siano pronti a subirnele conseguenze! Che dovrebbero fare,secondo il Foglio, le donne? Rischiare unagravidanza indesiderata, vedendo negatoun loro diritto?Concludendo, desidero comunque ringraziareIl Foglio perché questo editoriale miha fatto ricordare che il sito www.radicali.itnon ha ancora pubblicato il link che rimandaal sito dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>(www.lucacoscioni.it), dove ci sono tutte le“istruzioni per l’uso” necessarie a tutelare ipropri diritti e – perché no? – a difendersidagli obiettori dell’ultima ora.


SOCCORSOCIVILE,LA NOSTRAMORATORIA13LA PILLOLA DEL GIORNO DOPONon è abortiva. Scientificamente.SILVIO VIALEs.viale@agendacoscioni.itNe avevo già parlato a Napoli adicembre, chissà se la stampa neparlerà ora dopo le polemiche deIl Foglio? Che la pillola dell’oradopo, la cui efficacia si dimezzaogni 12 ore, non agisse sull'impiantodell’ovulo fecondato eragià noto e contenuto persino inun documento dell'OMS del2005, ma ora grazie ad un lavorodel Karolinska Institute ne abbiamola prova anche per l’uomo.Dopo che alcuni studi lo avevanogià provato in vivo nel ratto(2003) e nella scimmia (2004), ladifficoltà era proprio quella diprovarlo nell'uomo. Alcuni studipubblicati nel 2007 avevano giàevidenziato mediante ecografieripetute che il levonorgestrel nonagisce se viene assunto dopol'ovulazione. Dal 1998 uno studiodell'OMS aveva dimostrato comel’efficacia contraccettiva si riducerapidamente con la distanza dalrapporto a rischio, poiché l'azionesi manifesta nell’intervallo ditempo tra il rapporto e l’ovulazione(finestra fertile) sull’ovulazione,inibendola o alterandone laqualità, come accade per tutti icontraccettivi ormonali.Non a caso i sostenitori della teoriaabortiva, rifacendosi ad undocumento della Pontificia Accademiadelle Scienze, hanno dovutotrincerarsi dietro una “possibilitàteorica”, quindi in assolutonon escludibile, di un’azionenon dimostrabile sull'impiantodell’ovulo fecondato. D’altra parte,il mondo medico si era adagiatodietro la definizione di gravidanza,che inizia con l’impianto- cioè da quando l’ovulo fecondatosi impianta e rende positivo iltest di gravidanza - per dire che illevonorgestrel non interrompevauna gravidanza in atto e non eraabortivo. Del resto è intuitivo cheper potere parlare di aborto occorreche la gravidanza sia dimostrabile,altrimenti ogni donna inetà fertile dovrebbe essere consideratacome una permanente“possibilità teorica” di avere unovulo fecondato in corpo. Neltrucco ci era cascato anche il ComitatoNazionale di Bioetica chenel 2004 aveva copiato la posizionedel Vaticano, aprendo la stradaalla possibilità deontologica dirifiutare una prestazione, senzacurarsi dei doveri di pubblico ufficiale.L’autodifesa delledonne è legittima.La RU486 non èabortiva, cadecosì anchel’ultimodiaframma dellaresistenzaculturaledell'ignoranzamedica.Ora il lavoro del Karoliska Institute- Mifepristone, but not levonorgestrel,inhibits human blastocystattachment to an in vitroendometrial three-dimensionalcell culture model, Human Reproduction,Vol. 22, N. 11, 3031-3037, 2007 - ci costringe a ribadireche avevamo ragione e chenon vi sono motivi per l’obiezionedi coscienza, nemmeno perchi non vuole interferire sul destinodell’ovulo fecondato primache inizi la gravidanza.Lo studio, condotto dai ricercatorisvedesi e danesi, dimostra comeil levonorgestrel non inibiscel’impianto della blasocisti su unmodello tridimensionale di celluleendometriali, come invece fail mifepristone, cioè la RU486. Ilmodello tridimensionale del KalrolinskaInstitute apre nuove prospettiveanche nella fecondazioneassistita.Per evitare sul nascere un’ulteriorepolemica strumentale, debbodire che la RU486 è utilizzabilecome contraccezione di emergenzaalla dose di 10 mg, cioè aun dosaggio nettamente inferiorea quello di 200-600 mg che siusa nell'aborto, e che nella contraccezionedi emergenza la dosedi 10 mg il mifepristone riproduceil meccanismo d’azione sullafinestra fertile del levonorgestrelo non agisce successivamente.Tornando, però, al levonorgestrel(Norlevo® e Levonelle®) da radicalee da medico, non nego un dirittoindividuale a chi non vuoleessere comunque coinvolto permotivi di fede ma credo che debbaprevalere l’interesse pubblicoe l’eguale diritto delle donne chevogliono ricorrere alla contraccezionedi emergenza, per cui sollecitoancora una volta il ministroLivia Turco a mantenere l’impegnoassunto nel maggio del 2006sull’abolizione della ricetta.La contraccezione di emergenzaè considerata dall’OMS “classe -1”, cioè senza limitazioni d’uso,non avendo controindicazioni.Per la sua assunzione non sononecessari accertamenti medici,essendo sufficiente la percezionedella donna e/o della coppia delrischio corso. Per una maggioreefficacia occorre assumerla al piùpresto, senza attendere il giornodopo, per cui è meglio chiamarlala “pillola dell'ora dopo”.In ogni caso non è abortiva edunque cade anche l’ultimo diaframmadella resistenza culturaledell'ignoranza medica, per cui, inattesa che la ricetta venga abolita,l’autodifesa delle donne è legittima.Segnalate alla Direzionesanitaria, alla Direzione generaleed anche alla Procura i mediciche non ve la prescrivono e che vicacciano, senza nemmeno indicarvidove andare per ottenerladavvero, poiché i medici pubbliciufficiali e incaricati di pubblicoservizio hanno dei doveri imprescindibili.Medico ginecologo, è consiglieregenerale dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>@<strong>pprofondisci</strong>www.lucacoscioni.it/soccorsocivileIL CALO DEGLI ABORTINel 2006, ultimi dati disponibili forniti dal Ministerodella Salute, in Italia sono stati praticati130.033 aborti. A fronte degli oltre 200.000aborti clandestini stimati prima dell’approvazionedella legge nel 1978, c’è stata dunqueuna drastica diminuzione del numero di interventi,del 45,3% rispetto ai primi dati certi,quelli del 1982.LA SITUAZIONE DELLEDONNE IMMIGRATESe si considerassero solo le cittadine italiane, lariduzione sarebbe ancora maggiore, con il 60%di interventi in meno rispetto al picco del 1982.Nel frattempo, infatti, è aumentato il numerodegli interventi effettuati da donne con cittadinanzaestera, statisticamente più povere, menoinformate ed istruite.LA BATTAGLIAPER LA LEGGE 194Il 18 maggio 1978 viene promulgata la legge194, comportante la depenalizzazione dell’aborto.La battaglia che ha portato all’approvazionedel testo, a partire dalla spinta decisivadi radicali e socialisti, è costellata di iniziativenonviolente e disobbedienze civili. Sarannoarrestati, tra gli altri, Giorgio Conciani (medicoradicale), Gianfranco Spadaccia (segretario delPartito Radicale), Adele Faccio (presidentessadel PR), Emma Bonino (responsabile del Centrodi Informazione per la Sterilizzazione el’Aborto). Il movimento radicale è protagonistaanche della vittoria del “no “ alla campagnareferendaria per l’abrogazione della legge Fortuna,promossa dal Movimento per la Vita.La nostramoratoriaIl numero degli aborti in Italia dal 1980 al 2005


14ABORTO,LA NOSTRAMORATORIALA “MORATORIA” DI FERRARAL’aborto, opera della naturaogni giornoGalimberti su l’Espresso imposta le sue valutazioni sulle condizioni psicologiche delladonna che interrompe la gravidanza sull’affermazione che “la natura quasi sempre rifiutal'aborto”. Questo non è assolutamente veroANTONINO FORABOSCOa.forabosco@agendacoscioni.itLa recente approvazione all’ONUdella moratoria sulla pena dimorte è stata sfruttata per avviareuna campagna per sensibilizzarel’opinione pubblica italiana sullanecessità di mettere in discussionela legge 194/1978 sulla tutelasociale della maternità e sull'interruzionevolontaria della gravidanza(IVG). La strategia che vieneadottata in questa campagnaè la stessa che era stata utilizzata,con successo, in occasione del referendumsulla legge 40/2004sulla procreazione medicalmenteassistita. Un grande battagemediatico per frastornare la gentecon concetti teologico-filosoficidi grande impatto etico ma difficilmentedefinibili sul pianomedico-biologico - come quellosull’inizio della vita umana - e distoglierladalla vera questione: ildiritto della donna a essere soggettodi libere scelte in ambito riproduttivo.Su L'Espresso dell’11 gennaio2008, in un articolo dal titolo“Aborto diritto delle donne”, UmbertoGalimberti imposta le suevalutazioni sulle condizioni psicologichedella donna che interrompela gravidanza sull’affermazioneche “la natura quasisempre rifiuta l'aborto”. Questonon è assolutamente vero, mentreè vero invece il contrario. Ciòdimostra quanto i numeri delleperdite naturali dei prodotti delconcepimento umano siano pococonosciuti. Vediamoli pertantoquesti numeri, perché io credoche se l’opinione pubblica li conoscessenella loro crudezza, lastrategia impostata contro la 194perderebbe molta della sua caricadi empatia.Le perditepreimpiantoGià sul finire degli anni ‘70 si eraacquisito che il tasso di feconditàdella specie umana è molto bassoe che solo metà di tutti i concepitisi impiantano in utero, dandocosì inizio alla gravidanza. Lerecenti indagini citogenetichepreimpianto hanno pienamenteconfermato questi valori, chiarendoanche che questa grandeperdita avviene per l’anormalecostituzione genomica dei concepitiumani che non consenteloro il sia pur minimo processo disviluppo.Secondo l’Organizzazione Mondialedella Sanità ogni giorno nelmondo, a fronte di una media dicento milioni di coppie che fannosesso, solo circa 900.000 inizianola gravidanza. Nel mondo,perciò, almeno altrettanti900.000 embrioni umani muoiono- ogni giorno - per cause naturalisenza che le donne ne abbianola minima conoscenza, se sieccettua a volte un lieve ritardomestruale. In questo enorme numerodi morti embrionali non viè, perché non vi può essere, alcunintervento diretto o indiretto dell’uomo.Viene fatto tutto dalla natura!Le perditeprenataliSecondo una stima dell’Ufficiodel Censimento americano, solo350.000 delle 900.000 gravidanzegiornaliere sopra ricordate portanoalla nascita di un bambino (HYPERLINK "http://www.census.gov"www.census.gov). Constatiamocosì che nel mondo, tuttii giorni, si interrompono 60 gravidanzeper ogni 100 che iniziano.Stabilire quante di queste interruzionisono spontanee oquante sono invece volontariamenteprovocate è molto difficileper le diverse condizioni sanitarie,sociali o economiche deivari Paesi del mondo ed anche lamancata rilevazione della gravidanzain molti di questi. Non èinvece il caso dell’Italia dove, inattuazione alla 194, le IVG sonomonitorate e dove, grazie a questalegge, le IVG clandestine si sonodi molto ridotte. Secondo larelazione del Ministro della Salute(4 ottobre 2007), nel 2006 afronte di 550.000 nati vivi, le IVGsono state circa 130.000, 2.7%delle quali dopo i 90 giorni. Il rapportodi abortività volontaria ecioè il numero delle IVG per1˙000 nati vivi, è così risultato paria 234,7 per 1.000.Il valore di questo rapporto diabortività volontaria non si discostadi molto da quello dellaabortività spontanea che si ha neiPaesi che, come il nostro, registranouna mortalità di 6 neonatiper 1˙000 nati vivi. In questi Paesi,infatti, il tasso di abortivitàspontanea è stimato intorno al15-20 % nel 1° trimestre di gravidanza,del 5% nel 2° trimestre edè sul 1% quello della nati-mortalità(morte fetale nel 3° trimestredi gravidanza). In una percentualedi aborti spontanei del 1° trimestreche arriva al 60%, l’embrionepresenta anomalie cromosomicheincompatibili con lavita. Gli aborti del 2o trimestrehanno più frequentemente dellecause materne come le anomaliecongenite o acquisite della cavitàuterina, le infezioni, ecc.Nel nostro Paese, quindi, il 50%dei concepiti viene perso primadell’impianto e, del restante 50%,il 25% giunge alla nascita, il 12,5%viene perso prima della nascitaper cause naturali ed il 12,5% vieneperso nei primi 90 giorni perIVG. Gli stessi rapporti possonovalere anche per gli altri Paesi abassa mortalità neonatale, mentreper quelli dove le condizionisanitarie , sociali o economichenon aiutano la messa al mondodi bambini e nei quali la perditaprenatale è del 60%, possono aumentarei rapporti di abortivitàvolontaria del 1° e 2° trimestre esoprattutto quelli di abortivitàspontanea del 2° trimestre, nonchédella natimortalità.IVG: un eventoinnaturale e undisastro morale?I numeri delle perdite naturali deiprodotti del concepimento umanosono chiari: il mancato impianto,la successiva abortivitàspontanea e la nati-mortalità sonoeventi naturali della riproduzioneumana, prevalenti sulla nascitae sono il naturale rigetto diun prodotto del concepimentoanormale e che non ha possibilitàdi vita autonoma.Viene perciò da chiederci se vi siadifferenza fra l’eliminazione deiprodotti del concepimento difettosifatta dalla natura e il rifiutodella donna a proseguire, oltre i90 giorni, una gravidanza quando,come recita l’art.4 della 194,sua la prosecuzione, il parto o lamaternità comporterebbero unserio pericolo per la sua salute fisicao psichica, in relazione o alsuo stato di salute, o alle sue condizionieconomiche, o sociali ofamiliari, o alle circostanze in cuie’ avvenuto il concepimento, o aprevisioni di anomalie o malformazionidel concepito. Io credoche fra le due situazioni non vi siaalcuna differenza.ConclusioneStando così le cose, non si vedecome possa essere sostenuta laproposta per una moratoria internazionalesulle IVG che impediscaalla donna di essere liberanelle scelte di maternità. Nemmenomolto senso ha, secondome, conoscendo l’alto numero diperdite naturali nelle prime fasidello sviluppo umano, la richiestainserire l’inciso “dal concepimentofino alla morte naturale”nell’articolo 3 della Dichiarazioneuniversale dei diritti dell’uomo.Queste richieste hanno tuttal’aria di un’operazione per metterein cattiva luce l’Italia dopo ilsuccesso ottenuto con l’approvazioneall’ONU della moratoriasulla pena di morte e punirequanti non hanno voluto inserirein essa la moratoria sull’aborto.Ministro Turco: ultima chiamataMARCO CAPPATOcontinua dalla primazioni per le quali lo Stato prevedeun rimborso a carico del sistemasanitario. Si tratta di strumentie tecnologie che consentonoa persone rese mute dallamalattia - come lo furono <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong> e Piergiorgio Welby - direcuperare le facoltà perdute, innanzituttoquella di parlare, dicomunicare. Lei ha avuto il meritodi istituire una commissionead hoc per occuparsi dell'aggiornamentodel nomenclatore.La commissione ha lavorato eormai una bozza del nuovo nomenclatoreè pronta. Sarebbe diuna inaudita gravità se Lei dovesselasciare il Ministero senzaaver ufficializzato il nuovo nomenclatoree resa operativa larimborsabilità di strumentazionisenza le quali decine di migliaiadi persone sono letteralmentesepolte vive, dalla burocraziapiù che dalla disabilità.La terza questione è relativa allatutela della salute dei cittadini edella sicurezza delle strutture sanitarie.Ogni giorno i media registranoerrori, trascuratezze e disorganizzazioniall’interno diospedali i cui effetti disastrosi ricadonosui cittadini ricoverati.Come Lei sa, ciò si traduce ognianno in decine di migliaia dimorti e centinaia di migliaia dieventi avversi ai danni della salutedei cittadini. Finalmenteerano state inserite, nel DDL S.1920 da Lei presentato a dicembre,norme che obbligano leaziende ospedaliere a dotarsi diUnità di Gestione del RischioClinico e di Servizi di IngegneriaClinica per garantire la sicurezzadegli impianti e limitare gli erroriclinici. Niente è più necessarioe urgente. Chiediamo diemanare un Decreto Legge cheriproduca gli articoli 18, 19 e 20del citato DDL. Le Camere, anchese eventualmente sciolte,sarebbero obbligate comunquea riunirsi per la discussione econversione in legge.Infine, caro Ministro, Lei avevagarantito che avrebbe provvedutoad emanare il decreto attuativodella Convenzione del Consigliod'Europa sulla biomedicina.Anche qui, un atto dovuto checorrisponde agli impegni internazionaliassunti dal nostro Paese,fino ad ora bloccato da vetisotterranei e ricatti politici.Su tutti questi punti un ritardo diulteriori mesi o anni sarebbe vissutoda molti come una vera epropria violenza. Il disbrigo degliaffari correnti non consentecerto di varare nuove politiche,ma - come richiesto nell’ultimadirettiva del Presidente Prodi -impone di “evitare ogni interruzionedell’attività amministrativa”e di “garantire il completamentodelle principali iniziativeintraprese”.La tradizione degli ultimi giornidi un Governo è spesso stataquella del saccheggio di risorsepubbliche, di ultimi favori e regalie.Lei ha invece l’occasionedi produrre benefici profondi,molto più duraturi di quelli suiquali la politica italiana usa concentrarele proprie risse quotidiane.Ma il tempo è quasi scaduto.Deputato europeo radicaleSegretario <strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>


ABORTOLA NOSTRAMORATORIA15LA “MORATORIA” DI FERRARAChi accusa il relativismo eticopromuove l’indifferentismo eticoPer Il Foglio l’aborto è identico all’omicidio e ogni aborto è un identico uccidere: quellodei sicari di Pechino, che sventrarono le donne cinesi e quello delle donna di TorinoBENEDETTO DELLA VEDOVAIl Foglio, 10 gennaio 2008Caro direttore - La sua campagnaha il formidabile atout di essereinsieme pro life e pro choice e diperseguire l'obiettivo “alto” - ladifesa incondizionata di ogni formadi vita nascente, anche quellabiologicamente più lontana dalla“figura” della persona umana -senza ricorrere ai mezzi “bassi”della criminalizzazione giuridicae della colpevolizzazione morale.Mi perdona (e, soprattutto, micomprende) se le dico che proprionei presupposti razionali eculturali di questo inedito “antiabortismocompassionevole”sento puzza, non di incenso o dizolfo, ma - in termini puramentelogici - di bruciato? Se, come leiritiene, l’aborto “di massa” è uncrimine contro la vita, che viola ilcomandamento morale e razionaledel “non uccidere” e si inscrive,per le proporzioni del fenomenoe per le caratteristichesempre più manifestamente “eugenetiche”,nella stessa logica disterminio che ha condotto a teorizzaree praticare la “selezionedella razza”...Se l'ideologia dell’abortismotardo-femminista e“donnista” con cui in Italia si è difesala legge 194 appartiene, inposizione di rincalzo, alla stessagraduatoria dell'abominio chetrova, in posizione di vertice, ipiani di aborto forzato e di sterilizzazionedi massa condotte condisastroso successo dal governocinese...Se il “diritto a nascere” e avivere è un diritto umano indisponibilee in qualche modo “indifferenziato”e non si possonofare questioni di misura, di “età”o sviluppo biologico...Ebbene, setutto questo fosse vero e tale effettivamentesi mostrasse, comelei scrive, con “l’evidenza assolutae veritativa dei fatti di esperienzae di ragione”, allora la rispostanon potrebbe essere quella di“chiedere ai governi di sospendereogni politica che incentivi lapratica eugenetica” e di affermarequella di nascere come libertàumana fondamentale da inscriverenella “Dichiarazione Universalein base alla quale furono costituitele Nazioni Unite”. Questanon può essere la risposta al nuovoolocausto degli innocenti. E',al più, un modo accorto e intelligentedi muovere le acque dellacoscienza civile e lo stagno dellapolitica italiana. Ma se il gioco èquello di utilizzare l'identitàaborto-omicidio come meraiperbole retorica, allora va dichiarato.O no?Non sta in piedi, caro direttore,l’immagine di un olocausto che siNon sta in piedil’immagine diun olocaustoche si originadallamacchinazioneburocratica deglistati, ma chenon comporta lacriminalizzazione dei carneficiche liberamentee in modoconsapevole vipartecipano (imedici, i politici,e innanzitutto ledonne)BenedettoDella VedovaPresidente dei RiformatoriLiberali, eletto con Forza Italia,è iscritto al Partito RadicaleNonviolentoorigina dalla macchinazione burocraticadegli stati, ma che noncomporta la criminalizzazionedei carnefici che liberamente econsapevolmente vi partecipano(i medici, gli infermieri; i primari,gli amministratori locali, i politici,e innanzitutto le donne cheprovvedono a emettere la condannaa morte del nascituro e adisporne l'esecuzione). Non persuadel'idea di un genocidio quotidianoche ha vittime “personali”,ma colpevoli sempre “impersonali”(la cultura, le leggi, le politiche,il costume sociale). A propositodell’aborto non si può propriodire, se non ostentando unabenevolenza un po’ furbetta:“...non uccidere. Puoi farlo, e nessunotranne la tua coscienza tipuò giudicare, ma la cosa sarànominata con il suo nome”. Maancor meno mi convince l’ideache questo radicalismo ideologiconon solo non fondi una politicacoerente con i suoi presupposti(se l’aborto è tout court unomicidio, si richieda che in questomodo sia trattato!), ma dia anchevoce a una passione etica chesi sente tanto più forte e “giusta”quanto più manichea e indifferentea ogni differenza reale o apparente.Lei, che (giustamente) sifa vanto di non poterne più dellaDonna - con la maiuscola: comeipostasi ideologica della modernità- non dovrebbe parlaredell’“Aborto”, ma degli aborti: edè tutto un altro parlare.Caro direttore, a rendermi assaipoco partecipe della sua campagnaè questo spaventoso indifferentismoetico, per cui l'aborto èidentico all’omicidio e ogni abortoè un identico uccidere: quellodei sicari di Pechino, che sventranole donne nelle campagne cinesie quello delle donne di Torinoo New York che non hanno lafortuna o la forza di ripudiare unapossibilità che la legge offre loro,e continuano a ricorrervi, considerandolanon un bene, ma certoun “meglio” rispetto alle conseguenzedi gravidanze indesiderateo disgraziate. E’ lo stesso indifferentismo,a proposito dell’altramoratoria (quella sulle esecuzionicapitali), che ha portato peranni numerose organizzazioniumanitarie a confondere la penadi morte con l'omicidio politico eil boia notoriamente previsto altermine di un equo processo conil serial killer legale addetto allepratiche di uno stato assassino.Potrà sembrare curioso e paradossaleche a un “relativista” comeme tocchi muovere a leiun’accusa - di indifferentismoetico, appunto - da cui, secondola logica comune (e forse anchesecondo la sua, direttore), dovrebbepiù difendersi. Ma io preferiscodistinguere, non chiamaretutte le cose con lo stesso nome:neppure per un’onesta urgenzamorale, neppure quandole “cose cattive” suscitano un motodi ribellione, che si vorrebbe,per semplicità, indistinto e comune.L’esecuzione di Saddam el’omicidio di Anna Politkovskayanon sono un identico uccidere. Ildottor Mengele e il dottor Vialenon fanno lo stesso mestiere.Una donna che angosciosamentechiede la diagnosi pre-impiantoo attende i risultati dell'amniocentesi,per poi magari risolversiall'aborto, è sicuramente mossada un complesso di complicatissimeragioni, a volte anche censurabiliquando non disprezzabili:ma nessuna di esse rimandaalle teorie di Alfred Rosenberg.Capisco e rispetto il rigore astrattoe intransigente della chiesa dimonsignor Cafarra che mette suun identico piano di condannaetico-religiosa l'omicidio, l'infanticidio,l'aborto e l'uso del preservativochiedendo l'obiezione dicoscienza ai farmacisti. Ma, direttore,quella stessa chiesa, innome della sacralità della vita,con coerenza condanna indifferentementel'aborto e la guerra;qualunque guerra. Anche quelladel Golfo, quella in Iraq e in Afghanistan,che lei e io abbiamosostenuto caricandoci sulle spallegli inevitabili “omicidi” di civiliinnocenti.Perché, appunto, sappiamo dipoter e dover chiamare con nomidiversi e politicamente trattare inmodo diverso cose diverse. Lamorte in guerra é la morte inguerra. L'omicidio é l'omicidio.L'aborto é l'aborto. Le scorciatoiesono efficaci, potenti sul pianodialettico e meno faticose delladistinzione, ma sono politicamentesterili quando non pericolose.Comunque, buon lavoro. E' prezioso,in politica, parlare anche dicose “prime” e “ultime” (Sciasciaci ha magistralmente raccontatodi come Stalin interruppe angosciatoe furibondo una telefonatacon Pasternak che chiedeva diincontrarlo per parlargli “della vitae della morte”). Credo, al paridi molti, di amare la vita in ognisua forma e di averne un rispettosupremo. Se l’obiettivo è ridurrela pratica dell’aborto confinandolanella marginalità statistica,anche promuovendo e agevolandol’accoglienza dei figli, è unobiettivo comune. Saluterei, peraltro con esultanza, anche la moratoriadegli aborti quando, permiracolosa coincidenza, maturasserole condizioni per la lororiduzione a zero e non solo per laloro interdizione simbolica. Manon credo ai miracoli.E credo che per perseguire1’obiettivo servano assai di più ipreservativi e tutto quanto consentaalle donne e agli uomini discegliere prima la maternità e lapaternità per non dovere, aprezzi molto più alti, sceglieredopo l’aborto. Con la stima disempre.


16INCHIESTA,QUIROMACONSULTORI E LEGGE 194Il “modello Roma” si rivelaun calvario per le donnePubblichiamo in esclusiva l’indagine dell’associazione Radicali Roma sulla situazionedella distribuzione, da parte dei consultori capitolini, della pillola del giorno dopo.KATIA IACOBELLIMASSIMILIANO IERVOLINOI consultori familiari rappresentanoun importante servizio regionaleofferto ai cittadini, in particolarmodo alle donne. Questeultime infatti, specie se minorenni,ricorrono al consultorio perottenere un servizio. Proprio inconsiderazione della rilevantefunzione svolta da tali strutture,l’<strong>Associazione</strong> Radicali Roma hadeciso di indagare sul loro effettivofunzionamento nella città diRoma, limitandosi a svolgereun’inchiesta in merito alla solaprescrizione della ricetta per la“pillola del giorno dopo”.L’indaginetelefonicaI consultori presenti nel comunedi Roma dovrebbero essere 51. Inumeri di telefono sono stati presidal sito del Comune di Roma(www.spqrdipsociale.it/famiglia/consultori.asp).L’indagine èstata svolta contattando tutti iconsultori pubblici con indirizzopostale reale (44) presenti nel territoriodel Comune di Roma. Letelefonate sono state fatte lunedì19 e martedì 20 novembre 2007dalle 10.00 alle 11.30. Agli operatoridei consultori è stato richiestodi essere ricevuti dal ginecologoe di poter ottenere la prescrizionedel Norlevo (pillola delgiorno dopo), per evitare l’eventualitàdi una gravidanza indesiderata,a seguito di una rapportosessuale non protetto avuto la seraprima. Alle domande frequentidegli operatori la nostra collaboratriceha risposto: età 22 anni,abito in una strada vicino al vostroconsultorio, il rapporto a rischioc’è stato la sera prima, sonoin periodo fecondo poiché le ultimemestruazioni le ho avute il 4novembre. La “pillola del giornodopo” è un farmaco d’urgenza: seassunto nel lasso di tempo compresotra 12 e le 24 ore dal rapportosessuale riduce la probabilitàdi gravidanze indesiderate fino al90-95%. Successivamente l’efficaciasi riduce. Da ciò si evincel’estrema necessità per l’utente diavere informazioni giuste e consultoriefficienti per non perderetempo alla ricerca di un medicoper la prescrizione.I risultatiIl sito del Comune di Roma forniscei numeri di telefono e gli indirizzidei consultori familiari sulproprio sito, ma la nostra indagineha appurato quanto questoservizio sia lacunoso ed impreciso.Il 13.7% delle informazioni sulleubicazioni di queste strutture sonoerrate ed il 27.4% dei numeritelefonici risultano irraggiungibili,inoltre tra le indicazioni nonvengono precisati né gli orari diapertura, né quelli di chiusura,né tanto meno i momenti in cui èprevista la presenza di un ginecologoo di un medico. La gravità diqueste mancanze è inaccettabile:gli utenti che hanno l’urgenzadi farsi prescrivere “la pillola delgiorno dopo” non possono certamenteperdere tempo al telefonoo nel traffico della città sperandoche la struttura sanitaria sia apertae sperando che ci sia un medicoin sede.A confermare questa preliminareconsiderazione è quantoemerge dalla nostra inchiesta: 8consultori (15.7% del totale) nonsono stati in grado di fornire ilservizio a causa dell’assenza diun medico. Sommando i consultoriirraggiungibili telefonicamentee materialmente a quelliimpossibilitati a fornire la prescrizione,si nota come 29 consultorisu 51 (56.8%) per diversimotivi non offrano né informazioni,né i servizi richiesti.La situazione appena descritta siaggrava ulteriormente nei giornifestivi e prefestivi: nessun consultorioaperto proprio quando èpiù difficile rintracciare il propriomedico curante. Nella maggiorparte dei casi non si può far altroche rivolgersi alla guardia medicao al pronto soccorso. In quest’ultimocaso si rischia di attendereper ore e di trovare ginecologiobiettori che ostacolano ingiustamentela prescrizione medicache a norma di legge sarebberotenuti a fare. E’ assolutamentenecessario avere dei servizi sanitarifunzionanti per rispettare lavolontà degli utenti che fanno richiestadi assumere la “pillola delgiorno dopo” entro dodici ore dalrapporto a rischio, così da diminuireal massimo la probabilità digravidanza indesiderata.Secondo gli obiettivi previsti dallalegge 34/1996, dovrebbe esserciun consultorio familiare ogni20 mila abitanti, ma anche seconsiderassimo tutte le 51 strutturefunzionanti, nella nostra cittàavremmo all’incirca un consultorioogni 49 mila abitanti. Lasituazione reale è ancora più allarmante,siamo vicini ad avereuna struttura familiare ogni 80mila abitanti, un numero quattrovolte superiore rispetto a quellominimo previsto dalla legge.Una politicalontana dalleurgenzedelle coppieNel dicembre del 2003 l’<strong>Associazione</strong>Radicali Roma effettuò lostesso tipo di indagine (www.radicaliroma.com/iniziative/pillola),ottenendo risultati “allarmanti”del tutto simili a quelli attuali.L’allora opposizione di centro sinistra,con i democratici di sinistrain prima fila, tuonava controla Giunta Storace colpevole dinon destinare adeguate risorsealle strutture consultoriali.Purtroppo il cambio di coloredella giunta avvenuto con l’elezionedel Governatore Marrazzonon ha sostanzialmente modificatoin meglio la situazione: i 3milioni di euro stanziati a favoredei consultori, tramite la deliberadi giunta del 20 ottobre 2007,ancora non hanno fatto migliorarei servizi di queste strutture. E aquesto punto ci piacerebbe sapere:1) se questi soldi sono stati realmenteerogati; 2) quante e qualiAsl di Roma hanno fatto richiestadi questo finanziamento; 3)quali sono stati i capitoli di spesaLa pillola del giorno dopoLa “pillola del giorno dopo” è un farmaco d’urgenza: se assuntonel lasso di tempo compreso tra 12 e le 24 ore dal rapportosessuale riduce la probabilità di gravidanze indesiderate finoal 90-95%. Successivamente l’efficacia si riduce. Da qui l’estremanecessità, per l’utente, di avere informazioni giuste e consultoriefficienti per non perdere tempo alla ricerca di un medicoper la prescrizione. Il corretto uso della pillola, che non èabortiva ma agisce inibendo e ritardando l’ovulazione, comporterebbeuna riduzione di almeno 20.000 aborti annuali.La ricetta non necessariaLa contraccezione di emergenza (NORLEVO® e LEVONEL-LE®) è venduta senza ricetta in Belgio, Danimarca, Finlandia,Francia, Israele, Norvegia, Portogallo, Svezia, Svizzera, Tunisia,Regno Unito e molti altri paesi extra-europei.“Pronto consultorio?”.Il numero da leichiamato è inesistenteI consultori segnalati dal sito del Comune di Roma sono 51.Il 41.2% dei consultori segnalati dal Comune o non sono contattabilitelefonicamente (27.4%) o hanno un indirizzo sbagliato(13.7%).Roma: 51 consultori sul sito del Comune13.7% (7)Indirizzi sbagliati27.4% (14) Consultori irraggiungibili15.7% (8) Non c’è il ginecologo (non è di turno,quindi o si rivolge ad altri consultori o aspetta ilgiorno in cui abbiamo il medico)33.3% (17) Può passare ma entro le...9.8% (5) Ok può passare per avere la prescrizione,l’operatore non ha posto né limiti di tempo nédi altro tipoLe domande e le risposte più frequentidegli operatori dei consultori56.7% (17) Può passare ma entro le...26.6% (8) Non c’è il ginecologo (non è di turno,quindi o si rivolge ad altri consultori o aspetta ilgiorno in cui abbiamo il medico)16.7% (5) E’ a discrezione della dott.ssa seprescriverle la “pillola del giorno dopo”16.6% (5)Ok può passare per avere la prescrizione,l’operatore non ha posto né limiti di tempo nédi altro tipo6.7% (2) Chi le ha dato questo numero?che le aziende sanitarie hannoprevisto per il miglior funzionamentodei consultori.Conoscendo bene i problemidelle strutture consultoriali romane,nel 2006 l’<strong>Associazione</strong>Radicali Roma ha presentato unordine del giorno in occasionedella discussione del bilancio alConsiglio comunale di Romachiedendo di informare l’assembleadegli eletti sullo stato di attuazionedella legge 194/1978 esul funzionamento delle attivitàconsultoriali contestualmente allarelazione sullo stato di attuazionedei programmi. Inoltre nellastessa occasione chiedemmodi destinare fondi, a partire giàdal successivo assestamento albilancio, per una campagna indirizzataai giovani, da tenersi nellescuole e nei consultori, al fine dipromuovere la cultura della contraccezionee della procreazionecosciente e responsabile qualeunico vero strumento atto a limitareil ricorso al rimedio estremodell’aborto. Il nostro ordine delgiorno fu approvato dal Consigliocon una larga maggioranza, mané il Sindaco Veltroni, né gli assessoricompetenti hanno volutodare seguito al mandato dei consigliericomunali.@<strong>pprofondisci</strong>Per ricevere il cd audio con le telefonateai consultori, con domandee risposte dei medici e deglioperatori, scrivi al Segretariodell’<strong>Associazione</strong> Radicali RomaMassimiliano Iervolino:m.iervolino@radicali.it


PROPOSTA!QUITORINO17RIDUZIONE DEL DANNO A TORINOQuella narcosala non s’ha da fare!Bocciata, con la complicità degi esponenti del PD, la proposta dell’<strong>Associazione</strong>radicale Aglietta, Malega 9 e Forum Droghe per ridurre i rischi della marginalitàe del degrado che riguardano un numero sempre maggiore di tossicodipendenti.GIULIO MANFREDI*DOMENICO MASSANO**Torino è stata negli ultimi mesiteatro dell’ennesimo tentativo(fallito per ora) di avviare la sperimentazionedi una “sala del consumo”(o narcosala), servizio diriduzione del danno rivolto ai cittadinitossicodipendenti, attivoda oltre 20 anni in altri paesi (sono72 le narcosale attualmente infunzione). Dopo mesi di rinvii, il14 gennaio scorso il consiglio comunaleha discusso e bocciato lamozione “Grimaldi e altri” (chetentava di affrontare in modo articolatoil fenomeno della tossicodipendenzaa Torino, prevedendoanche la sperimentazionedi una sala del consumo), approvandoin alternativa la mozione“Giorgis e altri” (presentata qualcheora prima della seduta diConsiglio, frutto di un compromessointerno al PD, in cui di nonsi parla di narcosale, bensì solo disomministrazione controllata dieroina, peraltro scaricando il barileal ministro della Salute e allasolita inutile commissione di studio).Già nel 2002 il sindaco Chiamparinoaveva fatto dietrofront dopouna chiara presa di posizione afavore delle narcosale, ma il percorsoavviato l’anno passato eradiverso e faceva ben sperare. Il dibattitorelativo a tale tipologia diservizio, infatti, ha assunto unadimensione pubblica e, grazie aduna meticolosa opera di sensibilizzazionedella comunità localeche ha visto i radicali impegnatiin prima fila, è riuscito ad usciredall’ambito ristretto degli addettiai lavori, coinvolgendo i cittadini.Il comune di Torino prevede, infatti,uno strumento di democraziadiretta, la petizione popolare,che permette di sollecitare l’iniziativapolitica dei consiglieri comunali:raccogliendo almeno800 firme è possibile presentare eillustrare le proprie richieste nellacommissione comunale competente.Il 10 gennaio 2007, nella commissionesanità del comune di Torino,Domenico Massano (<strong>Associazione</strong>radicale Adelaide Aglietta),Alessandro Orsi (Malega 9) eFranco Cantù (Forum droghe)hanno presentato la petizionepopolare che chiede al comunedi attivarsi entro sei mesi per lasperimentazione di almeno unasala del consumo a Torino. Questaè stata l’ultima (per ora) tappadi un percorso iniziato nel maggioscorso con la proiezione pubblicadel documentario “La stanzadei figli” (www.lastanzadeifigli.it)di Alessandro Orsi, che rappresentachiaramente sia la realtàdella tossicodipendenza a Torinosia alcune esperienze di saleChe cosa sono le narcosaleLe Sale del consumo (o narcosale) sono luoghi protetti e igienicamentegarantiti, per l’assunzione di sostanze psicoattive(che il consumatore si procura all’esterno); sono ambientigestiti da uno staff sanitario professionale, formato alloscopo, e sono parte di una più ampia rete di servizi, al finedi raggiungere il più alto numero possibile di tossicodipendenti,in particolare quella fascia di tossicodipendentipiù marginale e difficilmente agganciabile con altri tipi diservizi. Sono dei servizi di “bassa soglia”, ovvero di accessosemplice, immediato e diretto, dove i cittadini che consumanodroghe per via endovenosa possono evitare:• la morte per overdose, grazie a un soccorso immediato conl’utilizzo di farmaci salvavita e con l’intervento di personalespecializzato per tali situazioni di emergenza;• le sieroconversioni da HIV (Aids) e HCV (Epatite C), utilizzandomateriale sterile e monouso, che sarà immediatamentedistrutto dopo l’uso;• endocarditi, ulcere, piaghe, lesioni cutanee anche cronicheed infezioni di diverso tipo, provocate spesso dalle pessimecondizioni igieniche dei luoghi di assunzione, da modalitàdi consumo non informate e consapevoli e dall’uso promiscuodi siringhe e altro materiale utilizzato per iniezioni.Per quanto riguarda, inoltre, l’impatto sulla cittadinanza lesale del consumo concorrono a:• garantire maggiore sicurezza e tutela della salute pubblicaattraverso la riduzione delle scene di buco a cielo aperto e losmaltimento del materiale infetto (siringhe, fiale, ecc);• ridurre l’incidenza dei costi relativi ad interventi sanitarid’urgenza per overdose, e dei costi relativi alla cura delle malattieinfettive contratte a causa delle modalità scorrette diassunzione.del consumo attive in Europa. Inquell’occasione è nata la propostadi utilizzare lo strumento dellapetizione al consiglio comunaleper riaprire in città il dibattitosu questo tipo di servizio. La raccoltafirme è nata, quindi, dall’incontrotra l’<strong>Associazione</strong> radicaleAdelaide Aglietta, Malega 9produzioni e Forum Droghe, trerealtà differenti ma capaci di collaborarenel perseguimento di unobiettivo condiviso, il tentativo diridurre i rischi connessi alla situazionedi marginalità e degradoche riguarda un sempre maggiornumero di tossicodipendenti nelcapoluogo piemontese e, così facendo,di ridurre l’insicurezza e laviolenza per l’intera collettività.Tra le mille firme raccolte spiccano,in particolare, quelle di LeopoldoGrosso (consulente del Ministerodella Solidarietà Sociale),di Bianca Guidetti Serra, di GianniVattimo e le dichiarazioni disostegno della LILA nazionale, diDon Andrea Gallo (ComunitàSan Benedetto di Genova), delCNCA Piemonte (CoordinamentoNazionale Comunità di Accoglienza)e del COBS (CoordinamentoOperatori Bassa Soglia),oltre a molte altre realtà, nazionalie non.L’iniziativa ha avuto il merito difondarsi su dati, esperienze, evidenzescientifiche e pareri autorevoli(sono stati fatti venire a Torinoanche operatori delle narcosaledi Barcellona e Francoforte)che le hanno permesso non solodi incontrare consensi da parte dichi lavora sul campo ma ancheda parte di chi si avvicinava all’argomentoper la prima volta senzaavere pregiudizi ideologici.In particolare due sono i punticardine sui quali abbiamo volutofocalizzare l’attenzione:- la collocazione delle narcosalenell’ambito di quella che a livelloeuropeo viene comunementedefinita “la politica dei quattro pilastri”nel contrasto alle dipendenze(lotta al narcotraffico, prevenzione,cura e riabilitazione, riduzionedel danno), soprattuttoper smascherare il subdolo tentativodi contrapporre questo serviziodi riduzione del danno aglialtri servizi già attivi di cura e prevenzionedelle dipendenze: lestanze del consumo vanno, infatti,ad integrare tali servizi, implementandoe completando il sistemacomplessivo;- la possibilità di sperimentaretale servizioanche con la normativavigente. L’art. 79 delDPR 309/90 sanziona,infatti, il favoreggiamentodi consumo espaccio in locali pubblicie circoli privati cuitutti i cittadini possonoaccedere; appareevidente – a chi voglia veramentevedere - che questa definizionenon può essere attribuitaalla sede di una sala del consumo,un servizio socio-sanitario diriduzione del danno, preposto allatutela della salute, frequentatosolo da consumatori già attivi disostanze, che vengono presi incarico da personale socio-sanitario.* Giunta segreteria Radicali Italiani** Giunta segreteria <strong>Associazione</strong>Radicale Adelaide Aglietta@<strong>pprofondisci</strong>I problemi sono pietre, rimangononella loro durezza anche se ilsindaco Chiamparino, spalleggiatodal ministro Turco e dall’interogruppo consiliare del PartitoDemocratico, ha creduto bene dinasconderli sotto il tappeto: lemorti per overdose in varie cittàitaliane di inizio anno testimonianol’arrivo in Italia di eroinapura, frutto di una produzionerecord in Afghanistan; aumentanoa dismisura le assunzioni dicocaina per via endovenosa…Noi continueremo a richiedere airappresentanti dei cittadini di affrontarele questioni senza il paraocchidelle logiche di partito;attendiamo ancora una rispostaalle nostre lettere da parte dei ministriTurco e Ferrero. Il 23 febbraiosi terrà a Torino un incontroaperto a operatori, consumatori,associazioni per fare il punto eper ripartire; i radicali di Milanohanno preso spunto dall’iniziativatorinese per promuovere unapetizione che chiede al sindacoMoratti di riprendere a riforniregli scambiasiringhe cittadini (aproposito di paraocchi proibizionisti!);la lotta continua e si estende.www.associazioneaglietta.it/narcosala.html


18LEGGE 40,LA SENTENZADEL TARIN TRIBUNALELegge 40: i giudici la boccianoIl TAR del Lazio annulla, per eccesso di potere, quella parte delle linee guida relativa aldivieto di analisi preimpianto dell’embrioneDOMENICO DANZAL’obbligo che hail medico dieseguire la stessaterapia per tuttele coppie senzapoterlapersonalizzare sitraduce in unaumento delrischio per lasalute delledonneDopo essere stata bocciata dagliambienti scientifici di tutto ilmondo, la legge 40/04 oggi subiscelo stesso trattamento dai nostriTribunali. La relazione delministro della Salute sui datipresentati nel 2007 sulle tecnichedi PMA in Italia ha confermatogli effetti negativi dell’applicazionedella legge 40 del2004 e cioè riduzione di percentualedi gravidanza, aumentodegli aborti spontanei, aumentodelle gravidanze plurime,queste ultime rappresentano unincremento del rischio per la salutedella donna e del nascituro.Tra i dati certi che disegnanoquesto triste scenario, ne mancasolo uno che si può supporrecon alta probabilità ma che nonè stato ancora quantificato danessuno: l’entità esatta del fenomenodel cosiddetto “turismoprocreativo”, ossia del numerodi persone che viste le eccessiverestrizioni imposte dallalegge scelgono o sono letteralmentecostrette a cercare di avereun figlio altrove, creando cosiuna discriminazione economicatra chi può permettersi di farloe chi non può. Un bilancio inrosso, insomma, a voler fare i ragionieri,sotto il segno del fallimentototale i cui effetti sonosempre sotto la lente della magistraturaordinaria che semprepiù spesso è costretta a ristabilirequel diritto fondamentale cheè la libertà di cura e l’autonomiadecisionale del medico gravementelesa dal dettato normativodella Legge 40, la prima Leggenella quale si stabilisce unprotocollo medico.Per la prima volta, infatti, i medicihanno avuto tra le mani LineeGuida non di orientamentocome quelle fornite dal PianoNazionale Linee Guida, costruiteda esperti a supporto dei medici,basate sull’Evidence BasedMedicine, sull’ottimizzazioneglobale delle cure, sull’analisidelle strategie migliori in letteraturamedica. Sono state previsteLinee-Guida vincolanti, ossiacostrittive oltre che restrittivedel campo d’azione del medico,assolutamente contrastanti conlo spirito tradizionale delle Linee-Guidache sono un orientamento,un suggerimento, mamai un dettato, poiché ognibuon medico sa che a dettare leregole in medicina è l’unicità delpaziente che si ha di fronte, lasua individualità e soprattutto ilsuo interesse. E invece sono arrivatele Linee-Guida vincolantifinalmente definite dal TAR “illegittimeper eccesso di potere”,a dettare regole se possibile ancorapiù coercitive della Legge.E ci sembra pertanto triste oggi,in un paese definito civile, modernoe democratico, dover ringraziareun magistrato per averposto una questione di libertàladdove le maglie strette di normee legislazioni hanno imbrigliatoquello che è il fondamentalediritto alla libertà di cura e ilcostituzionale diritto alla salute.Domenico DanzaGinecologo, direttore sanitario “Centro meditteraneo medicinadella riproduzione“, Salerno. Membro Consiglio Generale<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>.Un impianto legislativo che inmateria sta diventando quasisurreale. Linee-Guida, come abbiamoricordato, vincolanti,permettono una diagnosi osservazionaledell’embrione che significanon diagnosticare nulla,a meno che sguardi particolarmenteintensi, secondo gliestensori, non abbiano particolaripoteri diagnostici a molti dinoi sconosciuti. E poi una Leggedi Stato, la stessa legge 40 cheal contrario non pone limiti allemetodiche di diagnosticapreimpianto quando spiega chesi possono effettuare indaginicliniche per finalità diagnostichee terapeutiche.Per ritornare, invece, ai paradossie alle coercizioni che ci haregalato l’impianto legislativodella Legge 40 basta pensare aitre embrioni. Dare la possibilitàalmeno di produrne tre rappresental’ammissione della consapevolezzache non tutti gli embrionipossono avere la stessavitalità e quindi di impiantarsidando concrete speranze di gravidanza:fattori variabili qualietà, patologie, cause di sterilitàdiversificando gli individui conferisconoloro diverse potenzialitàriproduttive. La legge 40 nontiene conto di queste differenzee prevede un trattamento sanitariostandard che penalizza lecoppie più “ deboli riproduttivamente“ed entra in contrastocon il diritto costituzionale ditutela della salute creando discriminazionisu più livelli.La riduzione dei risultati legataall’obbligo che ha il medico dieseguire la stessa terapia pertutte le coppie senza poterlapersonalizzare in base alle lorodiversità biologiche si traduce,infatti,in un aumento del rischioper la salute delle donnein quanto costrette alla reiterazionedi tentativi con sofferenzenon indifferenti sul piano fisicoe non di meno su quello psicologico.Quest’ultima sentenzasottolinea ancora una volta comesia impossibile impostare eispirare i valori di una legge sulconcepito senza entrare in conflittooltre che con il complessodi norme giuridiche che ci governanoanche con i valori fondantiche ispirano la nostra Costituzionedemocratica. Non c’èdubbio, credo, che l’interessedel concepito concretamente siarresti davanti al prevalente interessedella donna della sua salutefisica e psichica. Un concettochiaro già trent’anni fa quandola Corte Costituzionale spiegavachiaramente che non esisteequivalenza tra dirittonon solo alla vita maanche alla salute dichi è già persona rispettoa chi personadeve ancoradiventare.IPSE DIXITCarlo FlamigniI magistrati hanno fatto quello che avrebbero dovutofare i politici spaventanti incompetenti.(Corriere della sera del 24 gennaio 2008)Umberto VeronesiVietare alle coppie già provate dall’infertilità l’indaginepreimpianto è un’ingiusta condanna. Questadel Tribunale è giusta . Mica è un peccato volere deifigli sani. (Corriere della sera del 24 gennaio 2008)


LEGGE 40,LA SENTENZADEL TAR19FECONDAZIONE ASSISTITATornare alla CostituzioneAnnullate le linee guida, il Tar del Lazio ha sollevato la questione di legittimitàcostituzionale di alcuni articoli della legge 40, in contraddizione con gli artt. 3 e 32 dellaCostituzione. Ora la parola è alla Consulta.FILOMENA GALLOf.gallo@agendacoscioni.itSta accadendo quel che da tempoci aspettavamo, fin dal 2004,anno di entrata in vigore dellalegge 40 sulla fecondazione assistita.I magistrati intervengonoalla luce delle leggi di unostato laico basato sulla CartaCostituzionale e nel rispettodelle leggi preesistenti alla legge40/04. Applicazione secondoDal giorno in cuiiniziai a studiareGiurisprudenza,nessun docentemi ha maiinsegnato che leleggi e i codiciandassero letti incombinato contesti religiosilegge, senza influenze di matricereligiose e senza opinioni dichi tutto è, tranne che un medicoche applica tecniche di fecondazioneassistita, un embriologoo un malato o un giurista.Naturalmente la legge sullafecondazione assistita va cambiata,perché esclude le coppiesterili che fanno ricorso alle tecnicheeterologhe e perché impediscela ricerca scientifica sugliembrioni che non determinerannomai una gravidanza.Sulla liceità delle tecniche didiagnosi preimpianto la giurisprudenzapiù recente è concorde,escludendo ogni tipo direato imputabile all’operatoredi fecondazione assistita che effettuala tecnica.Senza entrare nei meandri giurisprudenzialiil verdetto quindiè unanime: i Magistrati ordinanoai centri l’esecuzione dellatecnica diagnostica sull’embrioneper coppie portatrici di patologieereditarie. Ma da oggi lecoppie non dovranno più ricorrerealle aule dei Tribunali pervedere affermati i lori diritti,perché il Tar Lazio, con decisionedepositata il 31 ottobre 2007,resa nota il 21 gennaio 2008, haannullato “le linee guida di cuial D. M. 21.7.2004 nella partecontenuta nelle Misure di Tuteladell’embrione laddove si statuisceche ogni indagine relativaallo stato di salute degli embrionicreati in vitro, ai sensi dell'articolo13, comma 5, dovrà esseredi tipo osservazionale”. Bastaquindi viaggi all’estero per lecoppie che non vogliono trasmetteregravi malattie ai proprifigli, si potrà effettuale diagnosipreimpianto sugli embrioni inItalia. Ma i giudici del Tar Laziohanno giustamente sollevato “laquestione di legittimità costituzionaledell’articolo 14, commi2 e 3, della legge n. 40 del 19 febbraio2004 per contrasto con gliarticoli 3 e 32 della Costituzione”.I giudici ritengono che nonsono rispettati gli stessi principiispiratori della legge che sono riportabilial principio di minorinvasività dell’art. 4 comma 2.Seguendo la strada tracciatadalla recentissima giurisprudenzain materia i giudici del Tarritengono che i limite dei treovociti fecondabili e il relativo limitedei tre embrioni, insiemeal divieto di crioconservazione,sono da ritenersi incostituzionalipoiché in contrasto con lastessa legge 40 e con i principi dirango superiore della CostituzioneItaliana. I giudici del Tarcon tale decisione hanno inoltre,messo in evidenza che la fecondazioneassistita è una tecnicasanitaria dove il medico devedecidere e non le leggi. Oraaspettiamo fiduciosi la decisionedella Consulta, che sia scevrada influenze e in linea con lenorme principali del nostro Stato.Tutto ciò in attesa di un Governoche decida di rappresentaretutti i cittadini: buoni e cattivi,credenti e non, malati e sani,senza alcuna forma di discriminazionecome invece oggi avvienein violazione dell’art. 3 e32 della Costituzione Italiana. Inattesa di un Governo che mettain discussione la riforma di unalegge unica in Europa, a dannodelle coppie sterili come dimostratonella relazione del 2007 alParlamento sull’applicazionedelle tecniche di fecondazioneassistita.Tutto ciò non dovrebbe costituireuna novità per chi lavora conle leggi, i valori costituzionalmenterilevanti si affermanocon l’interpretazione di normenel rispetto di questi principicardine nel nostro ordinamento,come affermato dalle pronunceche arrivano a disapplicarenorme di rango inferioreFilomena GalloAvvocato, Presidente Amica Cicogna Onlus, Membro di Giuntadell’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>.per affermare diritti legati allemigliori regole della scienza inrelazione alla salute della madre.Il giorno che decisi di studiareGiurisprudenza, per diventareavvocato, mai e poi mai avreiipotizzato che potessero essereemanate norme da cui i cittadinidovessero difendersi, nessundocente ci ha mai insegnato chele leggi e i codici andassero lettiin combinato con testi religiosi.Ancora oggi mi stupisco, nelI Giudici del TarLazio hannofatto emergeresolo le leggi ed èenorme lasoddisfazioneper noi tutti e ilprevalere dellaverità e dellagiustizia su tutto.sentire che una legge è correttanella sua interpretazione perchéun Santo o un Papa ne confermanol’interpretazione. Comegiurista e come Presidentedi un’associazione di coppiemalate “Amica Cicogna”, oggicredo che le leggi vadano liberateda ideologie e che debba ritornareal centro delle tutele lapersona e i suoi diritti inviolabilitra cui rientra anche il dirittonon codificato ma insito nel dirittoalla salute, nella libertà diricerca, “il diritto alla speranza”.In qualità di legale di “Amica Cicogna”e “L’altra Cicogna”, hoagito per l’affermazione della legalitàe il riconoscimento delladignità a milioni di persone chedesiderano un figlio. Non dimenticheròmai la difesa dellelinee guida: avvocati che intervennerodurante la primaudienza innanzi ai giudici delTar esordendo con offese volgarialle donne che si devono sottoporrealla fecondazione assistita,ma non citando leggi asupporto della tesi di difesa, facendoaffermazioni solamenteCOSA HADECISO IL TARDopo alterne vicende di ricorsie controricorsi ancheal Consiglio di Stato, a seguitodel ricorso presentatoal TAR del Lazio nel lontano2004 dalla <strong>Associazione</strong>‘WARM’, in cui eranointervenute le associazionidi Pazienti sterili AmicaCicogna, l’Altra Cicogna eMadre Provetta, Amica Cicogna,la sentenza depositatail 31 ottobre e resa notail 21 gennaio 2008, haconfermato la recente giurisprudenzasulla diagnosipreimpianto. In particolare,nel dispositivo stabilisceche:• Le linee Guida ministeriali(D.M. 21 luglio 2004)recante norme attuativedella legge sulla fecondazioneassistita, sono ritenuteillegittime per eccessodi potere e vengonopertanto disapplicate coneffetti erga omnes. Risultadisapplicata con valoreper tutti i malati la partedelle linee guida che limitala diagnosi preimpiantoall’indagine osservazionalesull’embrione, perchérisulta illegittima e contrariaalla legge 40/04 che secondol’interpretazionedei giudici amministrativiconsentirebbe al contrarioanche l’indagine geneticasull’embrione;• E’ stata sollevata la questionedi legittimità costituzionaledell’art. 14 commi2 e 3 della legge 40/04nella parte in cui prevedeper il medico la possibilitàe puramente ideologiche senzariscontro in dottrina e in diritto.Ma i Giudici del Tar Lazio hannofatto emergere solo le leggi ed èenorme la soddisfazione per noitutti e il prevalere della verità edella giustizia su tutto.Anche per questo sono iscrittaall’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>per la libertà di ricerca scientifica,perché non si smetta di lottareper l’affermazione dei diritticivili, per il futuro e per queisorrisi di bambini vicini o lontani,che saranno il domani. Noioggi siamo parte di un presenteda cambiare.di produrre un numero diembrioni non superiore atre e l’obbligo del contemporaneoimpianto. Unatale previsione risulterebbein contrasto sia conl’art. 3 che con l’art. 32Cost. in quanto a fronte diuna tutela dell’embrionerelativa, il bilanciamentodegli interessi espressodalla norma non risultacorretto posto che non tieneconto di variabili qualisalute, età, esigenze sanitarienel caso concreto,specifiche cause della sterilitàdella coppia, etc.I giudici ritengono che siail medico – e non la leggecome è stato fino ad ora (art 14 c. 2 L. 40/04) - chedeve decidere sul numerodegli embrioni da produrree trasferire, tenendoconto delle esigenze e deirischi del caso concreto,avuto prioritario riguardoalla salute della madre (enon del nascituro comeinvece espressamenteprevisto ex art. 13 c. 2).Posto che la previsione riguardantela condotta terapeuticadel medico stabilitàdalla legge 40/04 all’art.14 c. 2 e 3 risulta tassativae inderogabile, ilTAR accogliendo le ragionidei ricorrenti, solleva laquestione di legittimitàcostituzionale del predettoarticolo. Questa sentenzaapre la strada a una profondae radicale modificadella legge sulla fecondazioneassistita.


20ELUANA!SCELTEDI FINE VITAINTERVISTA A CARLO ALBERTO DEFANTIL’ultima parola a chi non ce l’haNel processo del morire il medico si confronta quotidianamente con decisioni di vita edi morte, e il non decidere è sempre, in realtà, una cattiva decisioneCHIARA LALLIc.lalli@agendacoscioni.itQuando ha visitato Eluana,in checondizioni era? Erano le stessecondizioni dell’ultima volta in cuil’ha sottoposta ad esami?Ho visitato Eluana nell’ottobre2007 in occasione della visita chele rese il sen. Ignazio Marino. Adire il vero, non ho fatto una visitaformale, ma ho trascorso circaun’ora accanto a lei insieme aMarino e alla suora che da oltre15 anni la accudisce e che la considerain qualche modo una figlia.Posso dire che la situazioneclinica, osservata nel 1996, nel2001 e nel 2007, è del tutto invariata.Eluana non ha mai mostratoalcuna risposta agli stimoliambientali tale da implicareun’elaborazione corticale dellostimolo. Quindi ella si trova inuno stato vegetativo vero e proprio(e non in una delle condizionidescritte da qualche anno comestati di minima coscienza).Inoltre, sia sulla base dei dati strumentalidel passato, sia su quelladel lunghissimo periodo di osservazione(identico a quello di TerriSchiavo), si può affermare concertezza (vale a dire con una probabilitàsoverchiante) la sua irreversibilitào permanenza.Che cosa significa essere in SVP?Ci sono casi in cui si è usciti dalloSVP?Cominciamo a chiarire i termini.Si parla di Stato Vegetativo SVquando un paziente che ha subitouna gravissima lesione dell’encefalo,dopo un periodo di coma(stato di incoscienza con gli occhichiusi) che di regola non dura piùdi 3-4 settimane, comincia adaprire gli occhi come si risvegliassema non è in grado di entrare inalcun modo in contatto conl’ambiente. SVP è l’acronimo diStato Vegetativo Persistente e lasua definizione corrente è: statovegetativo che dura oltre un mese.Lo SVP così inteso non va confusocon lo Stato Vegetativo Permanente,ove l’aggettivo permanenteè sinonimo di irreversibile(a differenza dello SVP, che è unadiagnosi che descrive una condizione,SV permanente è una prognosi:implica cioè la previsionedi irreversibilità). Detto questo,dallo SVP (persistente) si puòuscire ed anzi ciò accade abbastanzaspesso, per esempio nelcaso dei traumatizzati cranicigravi, che dopo una fase di comaentrano in SVP per poi risvegliarsie riprendere contatto con l’ambiente.Per definizione invecedallo SV permanente non si dovrebbeuscire mai. Il condizionalefa riferimento al fatto che qualsiasiprognosi ha carattere probabilisticoe che un piccolo numerodi malati giudicati in SV permanentehanno poi ripreso contattocon l’ambiente (si sono risvegliati)al di là dei termini temporaliche per lo più permettonodi formulare la prognosi di irreversibilità.Eluana si rende conto di qualcosa?Per quanto è possibile sapere, ipazienti in SVP si trovano in unostato simile a quello della narcosi(la misurazione del metabolismoglobale del cervello dimostra livelliglobalmente ridotti, in misuraparagonabile a quella dei soggettiin anestesia generale). Negliultimi anni, con tecniche sofisticate,è stato dimostrato che in alcunipazienti singole aree dellacorteccia cerebrale reagiscono astimoli ambientali, ma non èpossibile sapere se ciò corrispondaa una qualche consapevolezza.Del resto alla domanda “checosa prova il malato in SVP?” nonè possibile dare una risposta diretta,ma soltanto indiretta.Eluana non avrebbe mai volutoessere mantenuta in vita in questecondizioni. Quali sono, secondolei, le ragioni per opporsialla sua scelta?Le ragioni sono di diverso ordine:Carlo Alberto Defantiè primario neurologo emerito, A.O. Niguarda Ca’ Granda (Milano),tra i fondatori della Consulta di Bioetica e fondatore delGruppo di studio di bioetica della Società Italiana di Neurologia.a) da un lato una misura come lasospensione della nutrizione artificialeurta in modo “istintivo” iltradizionale sentire medico, maquesta risposta emotiva può esserefacilmente soppiantata dauna seria argomentazione razionale,come dimostrano le lineeguida di società scientifiche autorevolissime,come l’AmericanAcademy of Medicine; b) oggi lavera ragione è che il Magisterocattolico ha fatto sua senza riservela dottrina della sacralità dellavita, dottrina che entra in rotta dicollisione con gran parte dellamedicina moderna e che ciononostantecontinua ad essere sostenuta,credo, per ragioni politichepiù che autenticamente religiose.Nutre qualche speranza per il futuroe rispetto alla decisione dellaCorte di Cassazione dello scorsoautunno?Tenuto conto della difficile situazionein cui viviamo, nutro ragionevolisperanze nelle capacità diinnovazione della magistratura.Il diritto ha una sua logica che neltempo ha saputo precedere lamoralità codificata delle grandiistituzioni (Chiesa, medicinaecc.): si pensi alla riforma del dirittodi famiglia, al riconoscimentodel cambiamento di sesso, alconsenso informato.Eluana è imprigionata in unacondizione che non voleva e inun corpo straordinariamenteforte – e che paradossalmente èuna condanna in queste condizioni.Se non ci fossero impedimentilegali, lei come agirebbe(anche tecnicamente, quale sarebbela strada migliore per eseguirele volontà di Eluana)?Se non vi fossero impedimenti legali(e spero di poterlo fare, dopouna sentenza favorevole dellaCorte di appello di Milano), ilmodo corretto di procedere sarebbedi rimuovere il sondino attraversoil quale Eluana è nutritae di trasferirla in un hospice, inmodo da accudirla nel modo piùattento e dignitoso durante il periodo(che sarà dell’ordine di duesettimane) in cui la sua vita proseguiràdopo la sospensione deltrattamento, vegliando a tuttiquei provvedimenti (umettareperiodicamente le mucose, lavaggiodolce, cambiamento periodicodelle posizioni del corpoecc.) che favoriscono il mantenimentodi un aspetto fisico dignitosoe consentendo a familiari edamici di visitarla ad ogni ora.L’avanzamento biomedico haofferto straordinarie possibilitàdi interventi e di miglioramenti,ma ha anche causato situazionicome quella di Eluana. Qualepotrebbe essere una bussola perorientarsi rispetto a questa “ambivalenza”?Tre sono i punti principali: a) lamedicina deve prendere atto cheil suo coinvolgimento nel processodel morire significa inevitabilmenteche il medico è confrontatoquotidianamente con decisionidi vita e di morte e che il non decidereè sempre in realtà una cattivadecisione; b) è indispensabileche la medicina elabori criteri prognosticiil più possibile precisi al finedi non avviare o di sospendereprecocemente le misure di sostegnovitale nei pazienti in terapiaintensiva; c) i medici debbonoprendere atto che l’ultima parolain questa decisioni spetta al pazientestesso, sia in forma direttaquando possibile, sia in forma indirettatramite strumenti come iltestamento biologico.Dal 1992 EluanaEnglaro è in stato dicoma vegetativo persistente.Il 18 gennaio2008, a sedici annidall'incidente, unafiaccolata a Leccoper ricordare la suavolontà diautodeterminazione.


ELUANA:SCELTEDI FINE VITA21ELUANA ENGAROQuel guardare e non vedereMaria Antonietta <strong>Coscioni</strong> e Chiara Lalli, grazie alla fiducia della famiglia Englaro, hannovisitato per la prima volta Eluana che da16 anni si trova in stato vegetativo persistente.MARIA ANTONIETTAFARINA COSCIONIma.farinacoscioni@agendacoscioni.itNon ho toccato il corpo di Eluana.Non ho parlato con Eluana.Perché non ha conosciuto le miemani, perché non ha conosciutola mia voce. Perché ho rispettodella sua volontà. La volontà dinon essere toccata da mani sconosciute,la volontà di non ascoltarevoci mai udite prima.Ho solo guardato gli occhi diEluana, ma lei non mi ha visto.Uno sguardo perso così come èandata perduta la sua coscienzain un giorno di sedici anni fa inun incidente d’auto; la stanzadella clinica dove Eluana consumala sua “non-vita” era rimasta,finora, chiusa per gli estranei. Capiscoil pudore dei suoi genitori,il loro timore di poter essere strumentalizzati;e per questo li ringrazioper la fiducia che hanno ripostoin noi, consentendoci questavisita privata.Ho provato sensazioni forti nellastanza dove vegeta, immobile, uncorpo privato della sua libertà.Allo stesso tempo ho fatto memoriadella coscienza forte e consapevoledi quando Eluana in vitae viva, raccontava con le sueparole, alla sua famiglia la condizioneche non avrebbe mai volutovedere – quella del suo amicosciatore – e mai l’avrebbe volutasubire.E’ la volontà di Eluana che deveessere portata a conoscenza, volontàche deve essere difesa datutti. Credo che le violenze e criminicontro la persona continuino.Troppi sono gli anatemi scagliaticontro la “persona” proprioda coloro che si ergono a difesadella “vita”, fanatici di vario coloreed ideologia, uniti nel volerciimpedire di essere liberi nel decideredi essere liberati da una sofferenzainsopportabile o non voluta.Nel senso in cui intendevano<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, PiergiorgioWelby, Giovanni Nuvoli e la stessaEluana.La politica italiana ha dovuto attendere<strong>Luca</strong> e Piergiorgio i solitiesibizionisti, esagerati, immorali,radicali perché la questioneesplodesse. Eppure si tratta di temiquelli della vita e della morte,che si iscrivono totalmente tra idiritti civili. Le condizioni generalidella politica rendono il lavorodei Radicali, più arduo, più difficile,oneroso, complicato e proibitivo.Progressivamente viene amancare ogni certezza del diritto;è carente l’informazione che èil requisito e il presupposto fondamentaleper garantire un confrontodemocratico sui temi cheinvestono e segnano la vita delleistituzioni e gli interessi dei cittadini:sono letteralmente stravolteregole e norme, gli stessi principicostituzionali. L’incontro conEluana e con Beppino Englaro, aLecco e con altri altrove, nonesprime altro che l’impegno anticoe nuovo insieme, di creare econquistare momenti ed occasionidi conoscenza, vivere la veritàvitale del dialogo e del confronto;quello che si può definireil dramma sia personale che civile,della legge, della libertà, del rispetto,dell’amore.


22EUTANASIA!SCELTEDI FINE VITAEUTANASIAUn tabù che si può abbattereRecuperando la pratica della nobiltà della pietà propria del CristianesimoCARLO TROILOSono convinto che la principaleriforma legislativa sul tema dellescelte di fine vita – quella cui darepriorità anche temporale - sia iltestamento biologico, che stapercorrendo faticosamente il suocammino parlamentare. Noncondivido invece le perplessitàad affrontare da subito ed in mododiretto anche il tabù della eutanasia,pur essendo pienamentecosciente della difficoltà di questabattaglia. Riassumo brevementele tre ragioni per cui pensoche si possa e si debba affrontarla.La prima riguarda la possibilitàgiuridica di introdurre l’eutanasia,limitata, nella mia proposta,al caso del malato terminale nelpieno delle sue capacità intellettive.La nostra Costituzione – cheL’impossibilità diricorrere allaeutanasiainduce ognianno 1.000malati terminalia togliersi la vitanei modi piùatrocirisale, è bene ricordarlo, al 1948 -non affronta il problema, macontiene, all’articolo 32, una norma(“Nessuno può essere obbligatoa un determinato trattamentosanitario se non per disposizionedi legge. La legge nonpuò in nessun caso violare i limitiimposti dal rispetto della personaumana”) la cui lettera ed il cuispirito sembrano tali, de jurecondendo, da consentire piuttostoche da vietare l’eutanasia.Non vi è dunque un ostacolo nellanostra Carta Costituzionale,come vi sarebbe se, ad esempio,si volesse reintrodurre la pena dimorte. E’ vero che il codice penale,all’articolo 579, punisce conpene dai 5 ai 12 anni, il “suicidioassistito”. Ma il “Codice Rocco” èstato promulgato 67 anni fa, nel1930, in pieno regime fascista, enon a caso è stato modificato sumolte materie relative ai diritti civili,seguendo l’evoluzione delcomune sentire: sono stati cosìaboliti il “delitto d’onore”, il “matrimonioriparatore” ed i reati diadulterio e concubinato. Dunque,nulla vieta, sul piano giuridicoe legislativo, di intervenire sull’articolo579, aggiungendo unterzo comma di questo tenore: “Ilmedico che aiuti un malato ad attuarela sua volontà di suicidionon è punibile se ricorrono le dueseguenti condizioni: 1) la strutturaospedaliera presso cui il malatoè in cura attesta per iscritto cheegli non è più in condizione di riceverecure che portino alla guarigioneo anche solo a un miglioramento,per cui è da consideraremalato in fase terminale; 2) il malato,conosciuta la prognosi e nelpieno della sua capacità di intenderee volere, chiede di essereaiutato ad attuare la sua volontàdi suicidio”. Il ragionamento moralee giuridico da seguire in questocaso è lo stesso che GiulianoAmato – nel difendere in un recentearticolo le legge 194 – hasvolto a proposito dell’aborto.Amato ha ricordato che la storicasentenza della Corte Costituzionale,che nel 1975 aprì la via allalegge 194, afferma “non già undiritto (n.d.r.:all’aborto) ma la liceitàpenale di una scelta tragica”.Analogamente, la ratio della miaproposta sarebbe quella non diaffermare il “diritto alla eutanasia”ma “la liceità penale” dellascelta del medico che decida diaiutare il malato terminale e lucidoad attuare la propria volontàdi morire. Dunque, nessun rischiodi una possibile – e giustamentenon voluta - “deriva eutanasica”.La seconda ragione per battersiin favore della eutanasia è che ilvero ostacolo alla sua introduzionenel nostro ordinamento giuridicosta nel concetto della sacralitàdella vita, che la Chiesa – ed ipolitici che ne seguono le direttive– oppongono da sempre adogni innovazione legislativa suitemi attinenti la vita (per l’aborto,per la ricerca sulle cellule staminaliembrionali, per l’eutanasia).Riprendo, per replicare aquesta pregiudiziale morale-religiosa– e dunque metagiuridica -quanto diceva nel lontano 1998,in un dialogo con gli studenti, uncomunista cattolico come GiovanniBerlinguer, che pure erapersonalmente contrario alla eutanasia:“Nella morale cattolicac'è, secondo me, una certa prevaricazionenei confronti della volontàdell'individuo, perché l'ideache la vita sia sacra, dono di Dio, equindi soltanto Dio possa toglierla,può limitare la decisione diuna persona, che, di fronte a sofferenzeinsopportabili, dice:. Questo, secondome, non è giusto”. Non ègiusto, cioè, che lo Stato si facciaimporre dalla Chiesa l’equazione“un peccato, un reato”, fingendotra l’altro di ignorare che i cattolici“veri”, cioè quelli praticanti eosservanti, non rappresentanopiù una maggioranza nel Paese.Se solo il 20% deimalati terminalifosse favorevolealla eutanasia,noi – nel subire ildiktat dellaChiesa –staremmonegando ognianno a 30 o 40mila personeuna “morteopportuna”.Così come non è giusto che loStato non tenga conto delle ormaiinnumerevoli indagini demoscopicheche evidenziano comeuna larga maggioranza degliitaliani sia favorevole, negli stessilimiti previsti dalla mia proposta,all’eutanasia.La terza ragione in favore dellaeutanasia, sia pure nei limiti sopraindicati, è la falsità dell’argomentosecondo cui questo temainteresserebbe un numero moltolimitato di persone. L’impossibilitàdi ricorrere alla eutanasiainduce ogni anno 1.000 malatiterminali a togliersi la vita neimodi più atroci (e trovo davverosinistra la coincidenza di questodato dell’ISTAT con le mille “mortibianche” che nel 2007 hannofunestato il mondo del lavoro, suscitandopiù che giustamentesdegno, dolore e rabbia). Ma ilnumero dei malati potenzialmenteinteressati alla eutanasiaha ben altre dimensioni. Ogni anno,in Italia, muoiono tra le 150 ele 200 mila persone per cancro oleucemia, e per lo più muoionofra indicibili sofferenze per la vergognosacarenza di cure palliative.Si tratta di malattie in cui lamorte non sopravviene di colpo,come nei casi di un infarto o di unictus violento. Inoltre, qui non c’ènessuna terapia da interrompere,nessuna spina da staccare. Quila sola liberazione può venire dallaeutanasia, perché la condannaviene pronunciata a freddo, ed èla condanna – così simile alla tortura- ad attendere per settimaneo per mesi, tra sofferenze fisichee morali, una morte ormai ineluttabile.A questi sventurati malatiterminali viene dunque negata lapossibilità di ottenere quella chePier Giorgio Welby definiva, superandoil tabù della eutanasia,“una morte opportuna”. E vienenegata anche a quelli, tra loro,che contrariamente ai cattolicinon credono che la vita sia undono di Dio, ma la consideranouna personale vicenda umanain cui ciascuno, quando ritieneche essa non sia più degna di esserevissuta, deve essere liberodi scrivere la parola fine.E’ arduo tentare una ipotesi statistica,ma non riesco a nonpensare che se anche solo il 20%di questi malati terminali fossefavorevole alla eutanasia, noi –nel subire il diktat della Chiesa –staremmo negando ogni anno a30 o 40 mila persone una “morteopportuna”. E la stessa condannala staremmo comminandoalle loro famiglie ed alle personeche li hanno amati, con uneffetto moltiplicatore che è difficileda quantificare ma è certamentedevastante.Concludo spiegando la opportunitàpolitica di una propostacome quella qui formulata.L’esperienza degli ultimi tempici ha dimostrato che i disegni dilegge di notevole latitudine ecomplessità, quali quelli relativialle unioni di fatto e al testamentobiologico, hanno enormidifficoltà a superare l’esame delParlamento. Perciò convieneproporre norme che riguardinotemi specifici e circoscritti, soprattuttoquando vi è motivo diritenere che sia possibile dar vitaa uno schieramento trasversalein Parlamento. Perché soloalla Binetti - che fa il suo mestieredi teodem - deve essere lasciataquesta libertà?. E perchétacciono, dinanzi alle inauditesofferenze di tanti malati, i laicie gli intellettuali? Dunque, comeavvenuto in passato per i tabùdel divorzio e dell’aborto, anchequello della eutanasia - se limitatarigidamente al caso delmalato terminale e compos sui- può essere abbattuto: dallaforza della ragione e dal sentimentopiù nobile che proprio ilCristianesimo, che poi troppospesso lo ha rimosso, ci ha trasmesso:la pietà.Il Don Chisciotte con lo HeadMouseSEVERINO MINGRONIs.mingroni@agendacoscioni.itVorrei vivere in un Paese dove un disabile gravissimo, che parlaancora e solo grazie ad un computer ed uno HeadMouse, nondebba preoccuparsi lui che la sua tastiera su schermo preferitasia sempre compatibile con un dato Sistema Operativo; dovenon sia lui a preoccuparsi dei suoi problemi informatici. Questopaese non è certo l'Italia, almeno fino ad ora. E così, ad oggi, mitocca fare per forza il Don Chisciotte con lo HeadMouse. E nonmi riferisco unicamente a problemi informatici. E dire che un disabilegravissimo come me vorrebbe fare solo ciò col suo Head-Mouse: navigare, ascoltare la radio, vedere la televisione, leggeree scrivere email per suo diletto. E invece, ad esempio, mi toccascrivere in Texas e alla Microsoft Italia chiedendo che la mia texanaSofType -con cui scrivo tutto- sia resa compatibile pure conVista: povero me, disabile gravissimo eppure -inutile?- Don Chisciottecon lo HeadMouse!!!


24!NOTIZIEDAL MONDORICERCASENZA FRONTIERECONVERSAZIONE CON GEORGE DALEYIl divieto di ricerca sugli embrioniimbavaglia i vostri scienziatiAndrea Ballabeni della Cellula <strong>Coscioni</strong> di Boston intervista il presidente del piùprestigioso istituto internazionale per la ricerca sulle staminaliANDREA BALLABENI*George, iniziamo dalla vexataquaestio: deriveremo più applicazioniterapeutiche dalle cellulestaminali embrionali o dallestaminali adulte?Difficile dirlo. E’ necessario farericerca su entrambi i tipi di cellule.Per ora i trials clinici sono incorso solo con alcuni tipi di staminaliadulte ma questo ancheperché le staminali embrionalisono conosciute solo da pocotempo e i tempi della scienza sonolunghi. Confidiamo di poterusare in futuro le staminali embrionaliin trials clinici. Non dimentichiamocipoi dei beneficiindiretti. Le informazioni chestiamo raccogliendo sul loro mododi funzionare avranno comunquepositive ripercussioniterapeutiche. La ricerca di basefornisce risultati fondamentaliper la ricerca applicativa e suquesto è d’accordo la quasi totalitàdegli scienziati.Però vi sono scienziati eticamentecontrari alla ricerca sullecellule staminali embrionali...Una piccolissima minoranza.Le cellule staminali embrionalisono ottenute da embrioni alquinto giorno di sviluppo ed alcunipensano che l’embrione siaun essere umano.Penso che un essere umano siapiù della somma di due gametiche si uniscono. Un essere umanoè fatto da un insieme di sistemibiologici integrati. Non c’è unmomento ben preciso durante losviluppo fetale in cui si diventaesseri umani.Quando inizia la vita?Tutte le cellule del nostro corpohanno vita. I batteri e gli organismiunicellulari hanno vita. Anchegli spermatozoi e gli ovuliumani prima della fecondazionehanno vita. La vita di un organismoè però diversa dalla vita dellecellule di cui è composto. Moltecellule del nostro corpo continuanoa vivere per 24 ore anchedopo la nostra morte. Anche lesingole cellule che formano unembrione sono vive ma non costituisconoun essere umano.Non penso ci sia un momentopreciso in cui un embrione od unfeto diventano “essere umano”. E’un processo che avviene gradualmentedurante lo sviluppo, un“continuum”.Sì, ma per chi pensa che gli embrionisiano esseri umani sacrificareun embrione è omicidio.Ognuno può pensare quello chevuole. Io ho una visione liberale:ognuno dovrebbe poter sceglierecosa fare in base alle proprie convinzionietiche. Capisco, ma rimangodell’idea che la cosa miglioresia lasciare ad ognuno libertàdi scegliere cosa fare. Seuno non vuole lavorare con lecellule embrionali è libero di farlo.Alcune persone pensano che gliscienziati non abbiano la patenteper parlare di etica.Non sono d’accordo. Molti di noisono fortemente interessati agliaspetti etici e molti di noi sonostati spesso costretti ad affrontareproblemi etici. Abbiamo riunionicostanti per parlare di bioetica.Non vedo quindi perché unoscienziato non dovrebbe dire lasua.Non sonod’accordo aridurre gli fondiper la ricercasulle staminaliembrionali,perché sono leuniche che dalpunto di vistabiologico sonoestremamenteinteressanti pernoi ricercatori.George Q. Daleye’ Associate Professor of Biological Chemistry and MolecularPharmacology alla Harvard Medical School (Boston) ed AssociateProfessor of Pediatrics al Children’s Hospital. E’ stato recentementenominato presidente della International Society forStem Cell Research (ISSCR). Nel dicembre 2007 il laboratorio diDaley ha pubblicato la scoperta, fatta nello stesso periodo ancheda un laboratorio giapponese ed un altro americano, dellecellule “pluripotenti indotte” umane.Il sito web del laboratorio di George Q. Daley: daley.med.harvard.edu/Staminali embrionali potrebberoessere ottenute attraverso“clonazione terapeutica” anchese questo fino ad ora è stato dimostratosolo per alcune specieanimali. Naturalmente perònon ci si deve confondere tra“clonazione terapeutica”e quella“riproduttiva”, volta a far nasceredei bambini clonati. Esistonocasi di scienziati favorevolialla “clonazione riproduttiva”?Io non ne conosco. Personalmentesono assolutamente contrarioall’idea di clonare esseriumani per far nascere bambini.Sarebbe aberrante.Quando,secondo te,si potrannoottenere le prime staminali embrionalida embrioni umani clonati?Difficile dirlo ma plausibilmenteentro i prossimi due anni.Pensi che la ricerca con i cosiddettiembrioni “ibridi” ottenutida ovuli animali e nuclei umanisia promettente?Non possiamo, tecnicamenteparlando, definire “ibridi” questiembrioni perché il DNA e’ interamentederivato dal nucleo immessonell’ovulo. Piuttosto bisognaparlare di “cybrids”, e cioèembrioni ottenuti con citoplasmaanimale e nuclei umani. Sì,penso che possano dare ottimi risultatianche se è difficile dire oraquanto possano portare in terminidi applicazioni terapeutiche.Bisogna lavorarci sopra. La scienzarichiede tempi lunghi. Sonofavorevole al loro uso anche dalpunto di vista etico.Cosa ne pensi della legge 40 sullaprocreazione assistita votatanel 2004 dal parlamento italiano?Penso che sia una legge che diminuiscele possibilità per coppiesterili di avere dei bambini ed aumentale possibilità di non diagnosticaregravi malattie genetiche.Inoltre il divieto di fare ricercacon embrioni prodotti in Italiaimbavaglia i vostri scienziati.Negli Stati Uniti è tempo di elezionipresidenziali. Quali sono icandidati più favorevoli alla ricercacon le cellule staminaliembrionali?I democratici Clinton, Obama edEdwards sono favorevoli a finanziarela ricerca sulle staminaliembrionali con soldi pubblici. Irepubblicani invece sono contrari.Quanti sono gli americani checonoscono bene questi temiscientifici?Negli Stati Uniti c’è una buonaconoscenza di base di questi temi.Almeno il 50% degli americanisa come sono fatti gli embrionida cui sono ricavate le staminali.Un recente sondaggio della Geneticsand Public Policy ha mostratoche la maggioranza degliamericani è favorevole all’usodelle cellule staminali embrionali.In Italia purtroppo i mezzi di informazionenon coprono adeguatamentequesti temi.Negli Stati Uniti, invece, i mezzi diinformazione (giornali, radio, TV,web) trattano molto queste tematiche.Sui giornali troviamospesso articoli scientifici semplicida capire e allo stesso tempo rigorosidal punto di vista scientifico.Oggi sappiamo che distruggereun embrione non è più necessarioper ottenere cellule pluripotenti.Quali sono i metodi alternativipiù promettenti?Le cellule “pluripotenti indotte”umane, ottenute quest’anno dalmio e da altri due laboratori, sonole più simili alle cellule staminaliembrionali e quelle che promettonodi più in termini di applicazioniterapeutiche. Ma nonpossiamo dire quanto queste cellulesiano uguali alle cellule derivateda embrioni. Inoltre, le cellule“pluripotenti indotte” sonostate ottenute usando dei virus emodificando in modo permanenteil DNA delle cellule. Dobbiamolavorare per eliminarequesti problemi. Credo che entrodue anni ne sapremo di più.Se le cellule pluripotenti indottefossero uguali alle cellule staminaliembrionali perché non diminuirela ricerca sulle cellulestaminali derivate da embrioni?Per ora non sappiamo dire se sonoveramente uguali e quindinon sappiamo se hanno le stessepotenzialità terapeutiche. Nonsarei d’accordo nel chiedere menofondi per la ricerca sulle staminaliembrionali. Queste ultime,infatti, sono uniche dal puntodi vista biologico e quindiestremamente interessanti pernoi ricercatori. Speriamo quindiche la situazione politica presto cipermetta di avere quei fondipubblici che chiediamo da tempo.Quando pensi arriveranno leprime applicazioni terapeutiche?Difficile dirlo. Solo continuandoa lavorare potremo arrivare a risultati.E’ difficile dire anche qualisaranno le prime applicazioniterapeutiche. Cura di malattie delsangue, cura del morbo di Parkinson,cura di tessuti danneggiaticome tendini ed ossa. Ma lalista delle possibili applicazioni èlunga. E’ importante che non sidia ascolto ad alcuni sconsideratipseudo-scienziati che a voltevogliono pubblicizzare cure mirabolanti,magari in paesi dovemancano i controlli medici. Bisognache sia gli scienziati che i mediasi impegnino ad informarel’opinione pubblica senza enfasie con estrema cautela e rigorescientifico. Nella scienza bisognaavere pazienza e lungimiranza.Cosa pensi debbano fare i cosiddetti“advocacy groups”tipo l’associazione<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> perconvincere l’opinione pubblicache la ricerca con le cellule staminaliembrionali è una buonacosa?Gli “advocacy groups” come l’associazione<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> fannoun lavoro importantissimo. E’però anche fondamentale che imedia parlino estesamente diquesti problemi e lo facciano conrigore scientifico. Se questo nonavviene l’opinione pubblica nonpossiede gli strumenti per capiree decidere.* Andrea Ballabeni, ricercatorepresso il Department of SystemsBiology della Harvard MedicalSchool, è animatore della Cellula<strong>Coscioni</strong> di Boston (USA)


NOTIZIEDAL MONDO:PRIMARIESENZA FRONTIERE25ELEZIONI PRESIDENZIALI NEGLI USADio, scienza e ricerca:la sfida delle primarie è apertaCome influiranno i temi del finanziamento alla ricerca e della liceità dell’uso delle staminaliembrionali sulla scelta dei candidati alla presidenza degli Stati Uniti d’America.ANDREA BOGGIOLa campagna presidenziale negliUSA è ormai entrata nel vivo. Finoad ora la ricerca scientificanon ha “sfondato” come temapolitico importante, con l’eccezionedell’ammissibilità della ricercacon cellule staminali embrionali.Questa scarsa attenzioneè dovuta soprattutto a duemotivi. Primo, la ricerca - intesacome strutture e risorse ad essadedicate - non è propriamenteun tema “caldo”, di scontro. Tra icandidati vi è una convergenza divedute che l’America debba continuarea rimanere competitiva.Questa competitività è tuttavia inpericolo. Durante l’amministrazioneBush, sebbene il governofederale abbia aumentato i fondidi ricerca del 66% (da 17 a 29 miliardidi dollari), il budget dellaNational Science Foundation edel National Health Institute sisono notevolmente ridotti - ingran parte per la necessità di finanziarela guerra in Irak. I candidatiche si sono espressi sullaquestione sono dell’opinione chemaggiori fondi vadano allocatialla NSF ed al NIH (per esempio,Hillary Clinton vuole una crescitadel 50%, Obama ne prometteuna del 100%). Secondo, le opzionidi policy sembrano omogenee,e pertanto poco interessanti intermini di campagna elettorale.Tutti i candidati hanno infattiproposto di rendere permanentile deduzioni fiscali a favore degliinvestimenti privati in ricerca esperimentazione.Il tema dell’utilizzzo di cellule staminaliembrionali ha invece riscossouna certa attenzione, etutti i candidati in corsa hannoespresso il loro punto di vista.L’interesse politico per le staminalinon nasce tanto dal desideriodel pubblico di promuovere lamedicina rigenerativa, ma dadue ragioni squisitamente propriedelle discussioni politicheamericane: il rapporto tra Stato ereligione ed i diritti civili.Riguardo al rapporto tra Stato ereligione, gli americani sono dasempre interessati a sapere qualisiano i sentimenti religiosi deipropri candidati e se il loro credoinfluirà sulle future decisioni. Glielettori conservatori vogliono uncandidato che sia disposto a proteggerecerti valori tradizionalicome famiglia, vita e patria. Glielettori liberal vogliono che il credoreligioso non sia di ostacolo allaprotezione di certe libertà (il dirittodi scelta in materia di aborto)o a riforme animate dallo spiritodi giustizia sociale (accesso aAndrea BoggioAssistant Professor of Legal Studies presso la Bryant Universitynegli Stati Uniti, dove insegna e svolge ricerca nel campo del dirittoe dell’etica applicata, è animatore della Cellula <strong>Coscioni</strong> diBoston.sanità ed educazione pubbliche).Il temadell’utilizzo dellecellule staminaliembrionali hariscossoattenzione tratutti i candidatiin corsa per lepresidenziali.Alcuni diritti civili hanno semprediviso e continueranno a dividerel’opinione pubblica americana:pena di morte, affirmative action(discriminazione positiva) edaborto. La discussione sulle staminaliè pertanto importantepubblicamente in quanto legataal tema dell’aborto e dei diritti delconcepito. I candidati hanno posizioniche si allineano alla tradizionaledivisione politica tra liberalse repubblicani. Clinton, Obamaed Edwards sono a favore dellaricerca con staminali embrionalie propongono di eliminare lerestrizione ai finanziamenti federali.Clinton ed Obama hannoanche concretizzato questa promessacon il loro voto a favoredello Stem Cell Research EnhancementAct, su cui il PresidenteBush ha esercitato il suo potere diveto dopo che il progetto di leggeera stato approvato da entrambele camere (Edwards non ha votatoa favore perché non è attualmentemembro del Congresso). Icandidati repubblicani sono contrariall’utilizzo delle staminali inlaboratorio. Le posizione più intransigentisono quelle di Romneye Huckabee. Fino al 2005 sostenitoredella libertà di scelta intema di aborto e dell’uso di staminali,il mormone Romney hacategoricamente respinto l’ideache sia accettabile estrarre cellulestaminali da embrioni, forseper il desiderio di essere credibilealla luce dell’elettorato conservatorecristiano (nel 2001, quasil’80% degli Americani si professava“cristiano”). L’ex-predicatoreHuckabee sostiene che i dirittigarantiti dalla Costituzione federaleandrebbero estesi anche alconcepito, così come è stato possibilenel suo stato, l’Arkansas, lacui constituzione richiede al governostatale di fare tutto il possibileper proteggere la vita delconcepito. Una posizione piùmorbida è stata assunta daMcCain, il quale, contrario alla libertàdi scelta in materia di aborto,ha proposto una cauta aperturaalla possibilità di finanziare a livellofederale la ricerca con le staminali,“a patto che ci siano dellelinee guida molto chiare in materia”.Una posizione a sé è quella diGiuliani. L’ex-sindaco di NewYork ha da sempre appoggiato ildiritto ad abortire ed è aperto allapossibilità di finanziare a livellofederale la ricerca sulle staminali,“a patto che non si crei vita perpoi distruggerla”. Ultimamenteperò Giuliani ha rivisto in parte lesue idee; inoltre, vista la sua strategia“defilata” nella prima fasedelle elezioni primarie, puntandoegli tutte le sue energie sullaFlorida, ha potuto evitare di articolarenel dettaglio le sue scomodeprese di posizione. I candidatidi entrambi gli schieramenti peròsembrano d’accordo su unpunto: è proibito create embrioniesclusivamente destinati alla ricerca.A fine gennaio, la corsa alla CasaBianca è più aperta che mai. Unavolta eletto, il nuovo presidente sisforzerà di aumentare l’investimentopubblico in ricerca. Il destinodelle staminali embrionaliappare tuttavia più incerto chemai. Il paese è diviso ed è possibileche questo tema finirà peremergere quale tema scottantedella compagna elettorale del2008, così come il riconoscimentodei matrimoni gay lo è statonel 2004.Prima dellepresidenziali:Stati Uniti madivisi sullestaminaliCARMEN SORRENTINODal punto di vista delle ricercasulle staminali, la corsa allepresidenziali USA avviene sullosfondo di un panoramamolto eterogeneo tra Stato eStato e a livello federale. In attesadi conoscere la posizionedel futuro presidente e di scoprireo perfezionare nuovepratiche che permettano di aggirarel’ostacolo dell’utilizzo diembrioni umani, la ricerca sullestaminali embrionali prosegue,almeno negli Stati in cuiessa è sostenuta finanziariamenteoltre che ammessa dallalegge. Su cinquanta Stati,sette tra i maggiori sono all’avanguardianegli USA e nelmondo per il loro sostegno politicoed economico in questocampo: California, Connecticut,Illinois, Maryland, NewJersey, New York, Wisconsin.Altri tre hanno reso legale la ricercasulle staminali embrionalinella speranza di tratteneregli scienziati all’interno deiloro confini. In altri sei la ricercaè ancora proibita: Arkansas,Indiana, Louisiana, Michigan,North Dakota e Sud Dakota.Nei restanti Stati la ricerca sulleembrionali è ammessa manon è finanziata con fondipubblici. Secondo BernardSiegel, fondatore del GeneticsPolicy Institute e già relatoredel primo incontro del CongressoMondiale, “gli Stati chehanno scelto di finanziare la ricercasono in una posizioneideale. Gli scienziati sono stimolatidai nuovi sviluppi emolti tra i migliori e più brillantisi stanno già spostando inCalifornia e negli altri Stati cheoffrono contributi generosi epolitiche a favore della scienza”.A livello federale, con il pesantedeficit di bilancio e laguerra in Iraq rimarrà comunquepoco per finanziare la ricercasulle cellule staminali,chiunque diventi il presidente.@<strong>pprofondisci</strong>http://www.stateline.org/live/details/story?contentId=270951http://pewforum.org/religion08/compare.php?Issue=Stem_Cell_Research


26!NOTIZIEDAL MONDOSCIENZASENZA FRONTIEREINTERVISTA A ROGER PIELKESe la scienza viene politicizzata,perde il suo ruolo guida nel mondoGli scienziati agiscano come “onesti intermediari” per agevolare il consenso nella politicaGIULIA INNOCENZIg.innocenzi@agendacoscioni.itIn Italia è in corso un dibattitosull’aborto, in cui alcuni politicichiedono nuove restrizioni normative.Quale pensa dovrebbeessere il ruolo degli scienziati?La scienza e gli scienziati hannopoco da offrire ai dibattiti comequelli sull’aborto, che sono basatisu un conflitto fra valori contrastanti.Nel libro contrappongo laquestione dell'aborto alla situazionein cui un tornado si avvicinaa un gruppo di persone. Inquest'ultimo caso, infatti, tuttihanno un valore condiviso: voglionosalvare la propria vita. Quil’informazione può giocare unruolo molto importante, può dirtise il tornado sta arrivando doveti trovi, se devi evacuare, andartene.Al contrario, nel caso dell’abortoe dibattiti simili, fondatisui valori e credi diversi delle persone,l’informazione può faremolto poco per cambiare la percezionedelle persone, se questenon partono da un consenso sucome la buona società dovrebbeessere. La decisione finale in situazionidi conflitto dipendemolto da processi finalizzati alraggiungimento del consenso,perciò la scienza ha poco da offrireper risolvere quel tipo di dibattiti.La scienza dovrebbe essere connessaalla società attraverso ciòche lei chiama “il modello linearedi scienza”.Questo era vero finoalla fine della guerra fredda.Cosa è successo dopo?Il miglior modo per prendere ledecisioni che riguardano lascienza è di raccogliere tutti i fatti,ottenere il consenso delle personesulle conoscenze a disposizione,dopodiché prendere la decisionecondivisa. Questo è il modellolineare. In realtà, però, ilmondo è più complesso. Alla finedella guerra fredda è caduta lagiustificazione predominantedella maggior parte della ricercacondotta in Occidente: la battagliacontro l’Unione Sovietica.Che fosse l’esplorazione dellospazio, la salute o lo sviluppo delletecnologie, tutta la ricerca eraspinta dalla guerra fredda. Dallacaduta del muro di Berlino in poiè stata data una grossa importanzaall’accountability pubblicadella scienza, la gente ha cominciatoa domandarsi la destinazionedei tanti soldi spesi per lascienza. Rispetto al passato, inoltre,le questioni di policy coinvolgonosempre più una componentescientifica o tecnologica.Per esempio, quando Colin Powelldovette sedere di fronte alleNazioni Unite per giustificare laguerra in Iraq, si armò di molteargomentazioni scientifiche, comela dimensione di alcuni tubiper la produzione di materialeRoger PielkeProfessore di Studi Ambientaliall'Università del Colorado.E' autore del libro“The Honest Broker”nucleare. In futuro, sempre piùscienziati saranno coinvolti neidibattiti politici, come quello sulcambiamento climatico o quellosugli organismi geneticamentemodificati, ma c'è un rischio: chela scienza venga facilmente politicizzata.Se ciò succede perdiamoil valore più importante legatoalla scienza: il suo ruolo guidarispetto a ciò che avviene nelmondo.La scienza può essere utilizzatacome giustificazione di una determinataazione, ma tutto dipendedal contesto politico. Cosasuccede se, come in Italia, ilconflitto fra i diversi valori èmolto alto?Dove il conflitto fra valori diversi èalto, la scienza non è il migliorestrumento per giungere a una soluzione.Non c’è nessuna magicasfera cui relegare intense disputeideologiche a esperti tecnici oscientifici e sperare di ottenereuna risposta, così da rimuovere lapolitica dall’equazione risolutrice.Per alcune questioni, non c'èaltra soluzione per la costruzionedella decisione pubblica che unprocesso insoddisfacente di governodemocratico.Per stabilire il ruolo degli scienziatideve essere analizzato il tipodi democrazia nel quale lavorano.Peril beneficio della societàintera, quale dovrebbe essereil ruolo degli scienziati e in qualetipo ideale di democrazia?All'interno del governo democraticovi sono quattro ruoli che gliscienziati dovrebbero ricoprire. Ilprimo è lo “scienziato puro”,quello che fa ricerca, senza aspettarsidi risolvere problemi o di risponderea specifiche decisioni.Gli “arbitri della scienza”, invece,sono scienziati pronti a risponderea domande molto tecniche,poste dai decisori pubblici. Peresempio, le morti che ci aspettiamodall’inquinamento o il rischiodi terremoto in una zona geograficaspecifica nei prossimi diecianni. I “sostenitori di una posizione”sono utilizzati dalla politicaper interferire in determinatequestioni. Le persone che voglionosia fatto qualcosa sul cambiamentoclimatico, ad esempio chei paesi firmino il Protocollo diKyoto, solitamente ingaggianomolti scienziati come sostenitori,cercando di ottenere l’adozionedi una determinata policy intutto il mondo. L’ultima tipologiadi scienziato individuata nel miolibro è “l’onesto intermediario discelte alternative”, che anzichédirci cosa fare, ci indica quali sonole diverse opzioni in ballo.Credo che una sana democraziadovrebbe contenere tutti e quattroi tipi di scienziati per il processodi decisione pubblica. Il miodubbio è che crescano semprepiù gli scienziati “sostenitori diuna posizione” che partecipanoal processo politico, mentre restanopochi gli “onesti intermediari”.Dagli scienziati abbiamobisogno di più opzioni che portinoal compromesso politico.@<strong>pprofondisci</strong>Ascolta l’intervista a Roger Pielke inversione originale:http://www.lucacoscioni.it/intervista_a_roger_pielke_autore_di_the_honest_broker_0PILLOLE TRANSNAZIONALIFRANCIA45 MILIONI DI EURO ALLA RICERCASUGLI OGM (da Le Figaro, 18/1/2008)Il ministro per la ricerca Valerie Pécresseha confermato che verranno spesi 45 milionidi euro in tre anni, dal 2009 al 2001,alle biotecnologie vegetali nel quadrodella ricerca per gli OGM. Il ministro hadichiarato: “Abbiamo il dovere di rilanciarela ricerca in questo campo se vogliamorispondere alle sfide alimentari eambientali di domani. Quando la Terraconterà nove milioni di abitanti, la Franciadovrà difendere la sua ricerca agronomica,che è la seconda al mondo. E' unaquestione di indipendenza nazionale”.USAPRIMO EMBRIONE UMANO CLONATODA CELLULE ADULTE (da TheIndependent, 18/1/2008)Embrioni umani clonati sono stati creatidalla cellula della pelle di un uomo, usandoper la prima volta la stessa tecnica cheha dato vita alla pecora Dolly. L'annuncio èstato fatto da Stemagen, la compagnia californianache ha pubblicato lo studio sullarivista Stem Cells. I cinque embrioni sisono sviluppati solo fino a uno stadio inizialee gli scienziati non sono stati in gradodi estrarre linee cellulari staminali. Non èla prima volta che gli scienziati hannocreato embrioni umani clonati, ma è la primavolta che è stato fatto con la fusione diun ovulo di una donna con il materiale geneticodi cellule adulte di un uomo. La ricercapotrebbe trovare cure per il morbo diParkinson, disordini neuromuscolari ediabete.GRAN BRETAGNAVIA LIBERO DEFINITIVO AGLIEMBRIONI UOMO-ANIMALE (da TheGuardian, 18/1/2008)Sì definitivo della Gran Bretagna alla possibilitàdi creare embrioni ibridi per estrarrele staminali embrionali utili per la ricerca.Il parere conclusivo dell'HFEA, l'Autoritàper la fertilità e l'embriologia, autorizzadue centri, il King's College di Londra el'Università di Newcastle, a creare gli embrioniformati da un ovocita animale denuclearizzatoe una cellula umana con ilproprio materiale genetico. Il gruppo di ricercadel King's College, coordinato da StephenMinger, ha intenzione di creare embrioniibridi per studiare una serie di malattiecon causa genetica, tra cui Alzheimer,Parkinson e atrofia muscolo-spinale.Stephen Minger, invitato dall'<strong>Associazione</strong><strong>Coscioni</strong>, aveva presentato in ottobre lasua ricerca in Italia, accompagnato daEmily Jackson dell'HFEAUSACUORE UMANO RIPORTATO ALLAVITA CON CELLULE STAMINALI (daThe Independent, 14/1/2008)Gli scienziati dell'Università del Minnesotahanno riportato alla vita un cuore mortoricostruendolo con un tessuto di cellulestaminali. Lo studio apre le porte a un nuovotipo di trapianto di organi. Si pensa sia laprima volta che i ricercatori hanno creatoun intero organo in laboratorio, e la scopertapotrebbe portare alla ricostruzionedi organi come il pancreas o i reni. Il dott.Ott, padre della ricerca, ha dichiarato chespera che la tecnica possa essere sviluppatain un metodo sicuro per la ricostruzionedi cuori umani e altri organi da cellulestaminali di un paziente. La novità legataalla ricerca è che il tessuto trapiantato nondovrebbe essere rigettato dal sistema immunitario


PAGINA 3:TRA STORIAE MITO27Una tradizionedissacranteANGIOLO BANDINELLILeggete e abbiate un po’ di pazienza, traqualche riga chiarisco tutto: “La donna si accovacciavadietro al capezzale e stringeva latesta del morente tra le sue gambe. Lo accarezzavae cominciava a cullarlo come fosseun bambino. Gli cantava la stessa ninnananna che lui si sarà sentito cantare dallapropria madre. Oppure: “La porta si apre e ilmoribondo dal suo letto d'agonia vede entrarela femmina accabadora. E' vestita dinero e una delle sue gonne è sollevata a coprirleil viso. E' arrivata l'ora. Lui da quel momentosa che l'abbraccio che avrà da quelladonna sarà l'ultimo della sua vita”. In un altroreferto documentario, al posto della accabadoratroviamo la attittadora, l'allattatrice.Costei porge le -titte-, ma non ai pargoli,anche lei -allatta- un morente.Di cosa stiamo parlando? Chi è l'accabadora?Cosa stanno facendo, le donne che si accovaccianodietro il capezzale del morente,lo accarezzano, lo abbracciano, l'allattano?Come spuntano queste misteriose figurefemminili? Diciamo subito che sono figureesistenti o comunque esistite, ben note alfolklore della Sardegna: alla sua preistoria,cioè, ma una preistoria che si insinua fino allametà del secolo scorso. Potrebbero essere,più o meno, nostre nonne. E perché è interessanterievocarne il ricordo? In un'epocacome la nostra, ansiosa di certezze e di radiciin cui trovare la forza con cui opporsi alladilagante, eversiva modernità prona ai miti eriti della tecnica devastatrice, è ben più cheuna tentazione affidarsi alla linfa che sale sudall'humus delle rassicuranti tradizioni: Tornarealle radici!Come nelle tribù degli indianiConsentite dunque anche a me di evocareuna antica, mitica tradizione sarda. Il nomeaccabadora viene probabilmente dallo spagnolo-acabar-, terminare; una ascendenzapuò rinviare al sardo - accabaddare -, che significa-incrociare le mani al morto-, o ancora-mettere a cavallo-, e quindi -far partire-.Ora, sicuramente, avrete capito di cosastiamo parlando. Sì, l'accabadora era la donnache, su commissione della famiglia, uccidevail morente, il malato irrecuperabile, forseanche il vecchio divenuto un peso per lapovera casa (un po’ come presso certe tribùdi indiani del Nordamerica, che usavano abbandonarefuori dell'accampamento, esponendolocosì a morte sicura, il vecchio incapacedi provvedere a se stesso). In sostanza,era colei che pietosamente esercitava la praticadell'eutanasia nella civiltà patriarcale,familiare, di Sardegna.Le tecniche usate dall'accabadora erano varie,tutte eseguite con molta perizia, perchéquelle donne erano -praticas-, conoscevanoperfettamente l'anatomia, non sbagliavano,sia soffocando, sia strangolando il destinato,sia anche spaccandogli il cranio o l'ossodel collo. Per quest'ultimo metodo potevaessere usato un giogo di buoi, un -giualefattopassare lentamente sul corpo distesofino ad arrivare sul collo o sulla testa, doveveniva premuto così da provocare la morteimmediata. [...] A Desulo vive ancora un proverbio:-Canno lompia est s'ora, benit s'accabadora-quando il tempo è compiuto, vienel'accabadora. Parleremo ancora delle tradizionidel tempo antico come di familiaricertezze, di una solida barriera contro le tecnologiedel nostro mondo dissacrato, laicizzato?Ma suvvia, dirà qualcuno, anche la tradizioneva selezionata, radice per radice.Ahimè, nel momento in cui la selezioni, latradizione non è più tale, con la sua aura, lasua sacralità rassicurante. Si è anch'essa laicizzata.EUTANASIA SARDASa femminaaccabbadoraIn Sardegna, secondo un’antica usanza pagana, si ponevavolontariamente fine alle sofferenze dei moribondi proponendouna visione morale antitetica ad una discutibile“etica del dolore”.ANTONELLO CADINUL’esistenza di una donna -l’accabbadora - che avrebbeposto termine alla vitadei moribondi è oggetto diuna controversia storicoantropologicatra gli studiosidella civiltà sarda, divisitra coloro che sono propensia riconoscerne l’effettivaesistenza e coloro che, invece,inseriscono tali figure trale numerose leggende tramandatedalla tradizioneorale sarda.Un problemacui si deve far fronte neltrattare questa tematica riguardale fonti storiche cheappaiono insufficienti e riconducibilisolo ed esclusivamentea testimonianzeindirette.L’accabbadura era un attoillegale, praticato segretamenteall’interno delle abitazioni,in assenza di testimoni.Le uniche testimonisarebbero potute essere ledonne che eseguivano il ritualeo le famiglie che lo richiedevano.Tuttavia è innegabile che trale civiltà mediterranee il temadella morte avesse grandissimorilievo ed i rituali adessa connessi abbiano rivestitonotevole importanza.In tale tradizione s’inserisceanche la civiltà nuragicadella Sardegna, con la situazionepeculiare. Le zone internedell’isola infatti, indicatecon il nome di “Barbagia”,rimasero sostanzialmenteimmuni all’incederedel processo di romanizzazionee giunsero all’epocacristiana presentando nonpoche caratteristiche dellesocietà neolitiche. La religiositàche si sviluppò inqueste aree era riconducibilead un’inscindibile unionetra un paganesimo dalle radicinuragiche e forme diproto cristianesimo. A taleproposito è sufficiente ricordarecome Papa GregorioMagno (540 – 604 d.C.)lamentasse che vaste areedella Sardegna erano benlontane dall’esserecristianizzatee che sopravvivesseroforme di paganesimotollerate dal clero.Tra i rituali pagani sopravvissutialla cristianizzazionevi sono quelli connessi allamorte che ricomprendonola figura de sa femmina accabbadora.Seguendoun’ipotesi descritta da duemedici legali, Bucarelli e Lubrano,è ipotizzabile che ilrituale dell’accabbaduraderivasse, a sua volta, dauna più antica tradizionepagana: l’usanza di porresul collo del moribondo ungiogo di buoi, un retaggiodella società preistorica incui il Toro, oltre ad essere ilsimbolo di virilità e fecondità,era anche il partner maschiledella Madre Terra e ilcustode dei sepolcri. Secondogli autori il giogo, usatoper dare un colpo secco allanuca del moribondo, sarebbestato sostituito in seguitoda un martello di olivastrolungo 45 cm denominatosu mazzoccu che era lostrumento usato dall’accabbadoraper compiere ilrituale.Le prime informazioni riguardantiil fenomeno delleaccabbadoras vengono fornitedal generale Albertodella Marmora nella suaopera “Viaggio in Sardegna”,del 1826. Una testimonianzaanaloga venne fornita,nel 1828, dal capitano dimarina inglese WilliamHenry Smyth che pur riconoscendol’esistenzadella pratica,sottolineava comeessa fossescomparsa a partiredalla secondametà del 700 aseguito dell’azionemissionariadel padre GesuitaVassallo giuntonell’isola nel1725. In realtà ilfenomeno dell’accabbaduranon vienemenzionato nénelle memorie diPadre Vassallo néin quelle del suobiografo Padre Legiroli.Tale mancanza nondimostra necessariamentel’inesistenza del rituale. Alcontrario questa omissionepuò essere spiegata conl’azione di censura operatadal clero stesso al fine di lasciarenell’ombra una praticaformalmente inaccettabileper la Chiesa di Roma.A dispetto di quanto testimoniatodai viaggiatori ottocenteschi,il rito dell’accabbaduranon sembra sisia estinto a partire dal Settecento.Esso è sopravvissutoall’azione di cristianizzazionee sarebbe stato praticatofino alla prima metàdel XX secolo.In tal senso è significativa latestimonianza del vescovodella diocesi di Nuoro,Monsignor Calvisi, che ricordòdi aver conosciutouna superstite accabbadoraa Bitti nel 1906. Oppurequanto accadde a Luras,piccolo centro situato nellaprovincia di Olbia-Tempio,nel 1929. L’ostetrica del paesevenne processata, colpevoledi aver aiutato un uomodi 70 anni a morire. I Carabinierie il Procuratore delRegno di Tempio Pausaniafurono però concordi nel riconoscereil carattere umanitariodel gesto: la donnanon subì alcuna condanna.Vi sono altre testimonianzeche suggeriscono il persisteredella pratica in tempiancora più recenti, anche serimane aperta la questionedell’attendibilità delle fontie l’impossibilità di tracciareun confine certo tra storia eleggenda.In conclusione, si può affermareche l’atto dell’accabbadurarispondesse a dueesigenze. Come ha sottolineatoil Prof. AlessandroMaida, Rettore dell’universitàdi Sassari, lo scopo primordialedel rituale avevanatura eminentemente economica.Il mantenimento diuna persona morente risultavaspesso incompatibilecon le necessità di sopravvivenzadi una famiglia indigente.Un’“eutanasia deipoveri”, insomma. L’altraesigenza cui rispondeval’accabbadura era, invece,connessa al sentimento dipietà umana a dimostrazionedel naturale bisogno dell’uomodi interrogarsi circale questioni della vita. Indipendentementedal fattoche sia esistita o meno, l’accabbaduramostra la tensionemorale di una societàarcaica che decideva di porrevolontariamente fine allesofferenze di un moribondoproponendo una visionemorale antitetica ad una discutibile“etica del dolore”.@<strong>pprofondisci</strong>A. Bucarelli, C. Lubrano, Eutanasia“ante litteram” inSardegna. Sa femmina accabbadòra,Scuola SardaEditrice, Cagliari, 2003.A. della Marmora, Voyageen Sardaigne de 1819 à1825, Paris, 1826.


28LETTURELE NOSTRESEGNALAZIONIa cura di Maria PaminiMarco Pannella, Contro i crimini di regime, a cura diLanfranco Palazzolo, Kaos, 2007, pp. 485, euro 23,00La Kaos edizioni ha mandato in libreria da qualche meseil secondo volume dedicato alla raccolta dei discorsiparlamentari di Marco Pannella. Il libro, curato da LanfrancoPalazzolo come il precedente, racchiude gli interventipiù significativi del periodo che va dal 1980 al1986.Nelle elezioni politiche del 1983 i radicali avevano presentatoliste proprie ma invitando allo sciopero del voto,avvalendosi così dell’opportunità, altrimenti negata,di denunciare e spiegare agli italiani come e perché ilpaese fosse divenuto il regime partitocratico che era.Questa linea di condotta all’insegna del deliberato emotivato distacco sarà poi mantenuta dai parlamentariradicali (dodici) durante tutta la legislatura attraversol’astensione dal voto: “La decisione di non onorare conla nostra partecipazione il vostro gioco, le vostre votazioninon repubblicane, le vostre votazioni non democratiche,corrisponde alla scelta che avremmo comunquepraticato, anche se non l’avessimo compiuta dinanzial vuoto, al nulla che state ancora una volta aprendo.E, signor presidente, nella vita e nella storia il contributodel nulla è il contributo del male”.In tutti gli interventi si riconosce lo spirito liberale dell’ottimismodella volontà, quello di Gaetano Salvemini,per il quale era sempre la minoranza che aveva il compitodi convincere la maggioranza. Rileggendo un testo diErnesto Rossi in cui commemora Salvemini ben riconoscola scuola frequentata da Pannella: “Bisognava denunciare,senza riguardi per nessuno, gli intrallazzi, glisperperi, le ruberie di coloro che tenevano in mano leleve di comando; illuminare l’opinione pubblica suquelli che erano i maggiori difetti delle nostre strutturegiuridiche ed economiche; studiare seriamente, al difuori degli interessi contingenti dei partiti, i problemiconcreti della vita pubblica”. Ed ecco allora la lunga audizionedavanti alla Commissione sulla Loggia P2 (“Abbiamodetto P2-P38. Poi, una volta, abbiamo detto chedopo la P2 ci sono la P3, la P4 e la P5… e si può arrivarecosì fino a 38 e probabilmente superarlo, andare oltre”),il caso Toni Negri (lo abbiamo scelto perché era “il mostrodi un processo mostruoso”), il nuovo ConcordatoStato-Chiesa (l’articolo 1 stabilisce la reciproca collaborazioneper la promozione dell’uomo: “A che cosa, a caporale?Chiedo scusa, ma questo testo non è che meriti,purtroppo, uno humour di alto livello; non lo sollecita.La promozione in quale direzione? Per una cultura èpromozione quel che per un’altra è aberrazione: per unacultura cattolica qualcosa è promozione, e per un’altra èdegradazione”). E le leggi speciali, e i delitti di mafia, elo scandalo Donat-Cattin, e il rapimento di Ciro Cirillo,e il crack Sindona, e il delitto Moro, e… Nomi, tanti, voltie avvenimenti che affiorano alla memoria. Io, nel 1983,ancora non avevo raggiunto la maggiore età e quindi ildiritto al voto. A scuola non m’interessavo particolarmentedi politica, sì, seguivo il rito imposto, compiutoda tutte le famiglie medie italiane di allora, di consumarei pasti “ascoltando” il telegiornale, sapevo della guerrafredda, del terrorismo, della fame nel mondo, ma nonmi sentivo direttamente coinvolta. Il primo passo lo fecipartecipando, grazie ad un amico, alle riunioni dellaL.O.C. (Lega Obiettori di Coscienza) della mia città, Ferrara,dove conobbi un paio di radicali...In quegli anni il PR si era già aperto al mondo, soprattuttocon la campagna contro “l’Olocausto per fame”avviata nel 1979. In queste pagine ne troviamo testimonianzanella dichiarazione di voto che Pannella fece, nel1984, sulla legge per gli interventi straordinari contro losterminio per fame: in quest’aula “abbiamo uditi gli zelotidel tutto e i facitori di niente (demoproletari e indipendentidi sinistra si astennero, N.d.R.). Lasciamoli allaloro solitudine, sempre trista. Cerchiamo un giornodi avere ragione anche della loro incapacità di dialogo,di amore e di lotta, e festeggiamo, signora presidente,proprio noi radicali, che sappiamo di essere qui in condizionidi estraneità per molti versi, festeggiamo con voiquel che voi siete riusciti a creare e conquistare” (l’approvazionedefinitiva della legge avverrà solo nel marzo1985, dopo un ennesimo sciopero della fame di dirigentie militanti radicali).Leggere questi discorsi mi ha consentito non solo di seguireil filo che unisce il passato di Pannella al suo presente,ma anche quello che lega il nostro passato al nostrofuturo, quello degli uomini e delle donne di buonavolontà.segnalazioni - www.lucacoscioni.it/tag/in_libreriaGaetano Salvemini, Sullademocrazia, Bollati Boringhieri,2007, pp. 135, euro 11,50I testi qui raccolti, curati daSergio Bucchi, vanno dal1934 al 1940 e sono statiscritti durante l'esilio americanodi Salvemini. Allametà degli anni trenta la difesadella democrazia diventail compito più importantecui sono chiamati gliintellettuali. Fondamentalediventa allora la distinzionetra democrazia e dittatura,tra pensiero democratico epensiero totalitario, principalefilo conduttore del libro.Gaetano Salvemini,Democrazia,laicità,giustizia, Mephite, 2007, pp.318, euro 20,00In questa antologia di scritticurata da Gaetano Pecoratroviamo tutte le ragioniche militano a favore delloStato liberale contro la clerocrazianera e il totalitarismorosso: “Sono un socialistademocratico all’antica,e per giunta riformista, gradualista(…). Questo vuoldire che non sono comunistaper le stesse ragioni percui non fui mai fascista, enon sono mai stato né sonooggi, né sarò mai, clericale”.Minnie Luongo e Antonio G.Malafarina, Intervista col disabile.Vademecum fra cime e crepaccidella disabilità, FrancoAngeli, 2007, pp. 126, euro13,50Il volume spiega in manierachiara e approfonditache cosa sia oggi la disabilitàin Italia. Grande rilevanzaviene data alla tecnologiache può aiutare il disabile avivere correttamente e pienamentela propria condizioneumana (come, peresempio, nell’ambito sportivo).Il libro si chiude conalcuni contributi autorevoli,tra cui quelli di DavideCervellin, Gae Aulenti, FlavioCaroli e Walter Passerini.


DIVENTAAZIONECELLULEDI ALTERNATIVA29CELLULA COSCIONI DI MILANOI campioni della vita in LombardiaL’informazione sessuale negata nelle scuole italiane. L’iniziativa dei radicali milanesi.VALERIO FEDERICO*CATERINA TAVANI**Le iniziative della Regione Lombardia,da anni, hanno contribuitoad un aumento degliostacoli posti alla donna checompie la scelta dell’InterruzioneVolontaria di Gravidanza. Idati non premiano i ‘campionidella Vita formigoniani’: inLombardia fino al 2000 le IVGper 1000 donne in età fecondaerano inferiori alla media nazionale,ma si è poi verificata unainversione di tendenza. Il numerodei consultori è, invece,decisamente inferiore alla mediadel Paese. Il 70% dei ginecologinegli ospedali della regioneè obiettore, raggiungendo addiritturail 100% in 12 strutture edunque i tempi di attesa delladonna risultano ben più lunghirispetto ai 7 giorni previsti dallalegge, aumentando i rischi perla sua salute.L’informazione sessuale e il supportoalle donne sono semprepiù delegati a consultori privatifinanziati e ai Centri di Aiuto allaVita, a scapito di un’azione laicavolta ad una procreazione responsabile.I consultori privatiaccreditati e i consultori pubblicivengono finanziati, appellandosiad una presunta equiparazionetra pubblico e privato, quasigarantissero lo stesso servizio.In realtà accade che i consultoriprivati accreditati, finanziati dunquedal denaro dei cittadini, quasitutti di area cattolico-massimalista-ciellina,non garantisconoparte dei servizi: infatti con unalegge regionale del 2000 “in derogaa quanto stabilito dalle norme,i consultori familiari privati possonoescludere dalle prestazionirese quelle previste per l’interruzionevolontaria di gravidanza(…)”. Insomma, una competizionetruccata tra chi garantisce tuttii servizi previsti dalla legge e chi,finanziato dagli amici, fa quelloche vuole.Le recentissime decisioni dellaRegione, se prevedono uno stanziamentoconsistente per gli operatoridei consultori pubblici -che non può che essere valutatopositivamente – non si allontananoda un’impostazione invasivaed invadente nella sfera decisionaledella donna, promuovendol’accoglienza negli ospedali delleAssociazioni dei Genitori, tra lequali quelle dei portatori di handicap,nelle strutture dove sonopresenti i Centri di Diagnosi Prenatale.Come dire, “ci pensiamonoi a spiegarti quanto è grave esbagliato rinunciare a una gravidanzacon un feto malformato”!In risposta alle politiche di promozionedei sensi di colpa dellaRegione Lombardia, e non solo (ilVeneto un paio di anni fa ha tentatodi rendere obbligatoria lepresenze dei Centri Aiuto alla Vitanei reparti di ostetricia e ginecologia)si rende sempre più necessariauna vera politica di prevenzionedelle gravidanze indesideratee questo non può che venirepartendo dalle Scuole.Alle scuole medie inferiori e superiorivengano date indicazionivincolanti perchè sia inserita neiprogrammi di insegnamentol’informazione sessuale, con particolareriferimento a tutti i metodicontraccettivi, intervenendocosì sull’ennesima anomalia delnostro Paese. In quasi tutti i Paesieuropei, infatti, l’informazionesessuale è obbligatoria per gli studenti.* Consigliere generale <strong>Associazione</strong><strong>Coscioni</strong>** cellula <strong>Coscioni</strong> di Milano@<strong>pprofondisci</strong>Scarica il volantinowww.lucacoscioni.it/files/volantinosex.pdf32 pagine completamente autofinanziateche raggiungeranno questo mese 5.000 deinostri iscritti e contribuenti. 3.000 copie per icomponenti delle Cellule dell’<strong>Associazione</strong>,perché possano distribuirlo in tutta Italia contavoli di informazione ad hoc o passaparola.Abbiamo inviato 1.000 copie a tutti i membridella Camera e del Senato della Repubblica,agli europarlamentari italiani, oltre che aicomponenti del Governo. 6.500 copie leabbiamo destinate ai legislatori locali, tra sindaci,assessori, consiglieri regionali, provincialie comunali.5.000 tra docenti, medici e ricercatori universitarihanno ricevuto il mensile. Insieme aloro anche 4.000 cittadini della provincia diSalerno lo leggeranno in allegato al quotidiano“Il Salernitano” e 4.000 della provincia diAvellino assieme al quotidiano “Otto Pagine”;in Molise sarà il mensile “Il bene comune” adistribuirne, via posta, 800 copie.Vuoi aiutarci a distribuire Agenda <strong>Coscioni</strong> nel tuo quartiere, in ufficio o nellatua università? Vuoi collaborare alla nuova versione on-line del giornale? Scrivi alettere@agendacoscioni.it


30DAL CORPO DEIMALATI AL CUOREDELLA POLITICASTORIA DISPERANZAPIERANGELA BERTOLO PIERELLIRiassumere una vita in poche righe è difficile, ma ciprovo. Ho conosciuto mio marito Claudio nel 1982(io 24 anni, lui 32). Eravamo già simpatizzanti delPartito Radicale e io, per corteggiarlo, l’ho invitato aduna cena di autofinanziamento del PR (pagata dame!) in un ristorante del quartiere cinese di Milano:da allora siamo diventati inseparabili. Eravamo, esiamo ancora, "poveri", perciò abbiamo potutosposarci (civilmente) solo nel 1988. Già durante ilfidanzamento sapevamo che Claudio avevaproblemi di sterilità, quindi, circa due anni dopo ilmatrimonio, è cominciato il nostro calvario presso icentri di sterilità pubblici di Milano (non potevamopermetterci di rivolgerci a centri privati).Le regole erano tante: invece di curare lui hannomassacrato me in tutti i modi, con cure che mihanno portata quasi alla depressione. Finalmentearriviamo al primo tentativo di fecondazione in vitro(avevo 38 anni). Pesante stimolazione ovarica,intervento, senza anestesia, di estrazione di almeno30 ovuli, fallimento totale perché mio marito non hafecondato (ma guarda!) e i nostri ovuli... tutti buttati(altro che congelamento!). Mi rimetto in listad’attesa e sono chiamata due anni dopo, neldicembre 1997, alla Macedonio Melloni. Ho 40 anni,quindi mi dicono che è l'ultima possibilità, perchésono vecchia e, per la struttura pubblica, horaggiunto il limite consentito. Produco solo tre ovuli,e, poiché considerati insufficienti, voglionofermarmi, ma io insisto e abbiamo tre embrioni.Perdo gli embrioni dopo pochi giorni. Non possoraccontare il dolore che abbiamo provato.Nel frattempo Claudio manifestava unpeggioramento di strani sintomi, soprattutto legati aperdita dell'equilibrio, che aveva da anni e che iCIAO CLAUDIOIl 17 gennaio scorsoè morto Claudio Pierelli. Perricordarlo pubblichiamo ilritratto che la moglie,Pierangela Bertolo, avevamandato all’<strong>Associazione</strong><strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> all’epoca delreferendum sulla legge 40medici non sapevano interpretare. Per farla breve:nella primavera del 1998 gli è diagnosticata una“atassia spinocerebellare tipo 1” (SCA 1), malattiagenetica (che si manifesta nell'adulto), rara,neurodegenerativa del sistema nervoso centrale,progressiva e, naturalmente, inguaribile eincurabile, che porta, nel tempo, al blocco di tutti imuscoli del corpo, per degenerazione delcervelletto.La crudeltà della legge 40 ci colpisce ripetutamente:perché coppia sterile, perché possiamo trasmettereuna malattia genetica e perché uno di noi è statocolpito da una grave malattia progressiva. OggiClaudio non cammina quasi più. Può muoversipochissimo con il deambulatore o in sedia a rotelle.Ha difficoltà di parola, problemi di deglutizione,incontinenza, non riesce quasi più a scrivere,problemi di rigidità muscolare, spasticità e tremori.Da giovane scalava le montagne e correva. Neimomenti di rabbia e depressione lo ha aiutatoleggere il libro di <strong>Luca</strong>, con il suo coraggio e il suoesempio.Siamo radicali da sempre (io da quando avevo 18anni), non lo siamo diventati per le battaglie che,senza volerlo, riguardano la nostra vita. Siamo fieridi essere "naturalmente" radicali. Ci saremmobattuti per la libertà di scelta (nella vita e nellamorte) e per la ricerca scientifica, comunque e perchiunque, perché la sola speranza è nelle personebellissime che fanno vivere questo movimento.@<strong>pprofondisci</strong>Per leggere e commentare questa ed altre “storiedi speranza”,www.lucacoscioni.it/flexinode/list/10ISCRITTI NEL MESE DI GENNAIOIscritti Marco Cappato €5.000;Raimondo Tosti €1.100; Edoardo Ferri€700; Giorgio Pasqualini €500; SandraBardin €350; Federico Bazzi €200;Alberto Beccalli €200; VittorioBeneduce €200; Santino Blasioli €200;Giuseppe Maria Bosco €200; GiulianaBruni €200; Giovanni Bucci €200;Riccardo Canevari €200; Vittorina DalMut Guasti €200; Luigia De Franco€200; Giampaolo Guasti €200;Severino Mingroni €200; LuigiMontevecchi €200; Maria Pamini €200;Valerio Parisotto €200; MauriziaRoccatagliati €200; Emilio Salemme€200; Wanda Scarpa €200; CamillaSebastiani €200; Carmen Sorrentino€200; Giorgio Spaziani Testa €200; AldaMaria Valente €200; Mario Zito €200;Roberta Zunini €200; Maria GiuseppaBoggi €150; Antonio Brocca €150;Daniela Cascioli €150; ArmandoCavallo €150; Pier Paolo Cavallo €150;Marcello Manuali €150; Marco ValerioLo Prete €135; Maria Luisa CorriasRicci €130; Yasmine Ravaglia €120;Michele Savino €120; Enzo Moser€110; Cesare Pompilio €110; IoleAffuso Maselli €100; Paolo Anastasia€100; Silvia Avanzati €100; CarloBaccigalupi €100; Maria Rosa Baisotti€100; Fabrizio Baldini €100; AldoBarbati €100; Maria Cristina Bartoloni€100; Luana Becchetti Cianfanelli €100;Paolo Beltrame €100; CostantinoBenedetti €100; Leon Octave Bertrand€100; Elena Betta €100; StefanoBianchi €100; Marina Bidetti €100;Giovanna Boccolini €100; Enzo Boeri€100; Adriana Bongiovanni €100;Giuseppe Brancatelli €100; MarcoCalamassi €100; Nicolo' Caleri €100;Luigi Cancrini €100; Giuseppe Candido€100; Marzia Canetta €100; MarcoCannicci €100; Antonietta Caparrotti€100; Gianfranco Cardarelli €100;Paolida Carli €100; <strong>Luca</strong> Carra €100;Antonella Casu €100; Paolo Ceccoli€100; Giovanna Ceol €100; AntonioCerrone €100; Giacomo Cervini €100;Elisabetta Chiacchella €100; GiorgioChiambretto €100; Carlo Cima €100;Paola Cirio €100; Maria Clemente €100;Ranieri Clerici €100; Isabella ClericiLeon Fonseca €100; Marisa Colombo€100; Silvia Colombo €100; EglaColuccia €100; Maria Cristina Cuccoli€100; Giorgio Cusino €100; CristinaDaghetti €100; Claudia Dalmastri €100;Andrea Damiani €100; Angelo DeLeone €100; Sergio De Muro €100;Dino Di Berardino €100; Sabrina DiGiulio €100; Roberto Di Lauro €100;Massimo Di Lello €100; <strong>Luca</strong> Doniselli€100; Alver Drudi €100; AnnaFacchinetti €100; Roberto Fagotto€100; Luisa Fama €100; Sergio Fausto€100; Claudio Ferretti €100; Abele Fini€100; Giovanni Osvaldo Gandini €100;Piera Geri €100; Luciano Gherardi€100; Patrizia Giacone €100; ValerioGiannellini €100; Francesco Giaquinto€100; Lucio Giovannone €100; GiusiGiovanzana Massi €100; EnzoGiummole' €100; Gianfranco Giusta€100; <strong>Luca</strong> Grazioli €100; MassimoGrossi €100; Juergen Heim €100;Miriam Hiernaux €100; Angela Intrigila€100; Paola Inzillo €100; Fabio Jerman€100; Andrea Laforgia €100; WalterLancini €100; Giovanni Laporta €100;Michele Latorraca €100; MarinaLiberatori €100; Valerio Maria Lisi €100;Roberto Lodola €100; RiccardoLuraschi €100; Lino Madoglio €100;Marco Magri €100; Maurizio Mangano€100; Angela Marchi €100; SimonaMarchini €100; Franca Marcone €100;Nicola Marcuccetti €100; ClaudioMaruzzi €100; Domenico Maselli €100;Eleonora Mattuzzi €100; RobertoMazzone €100; Calisto Meggiolaro€100; Bruno Giovanni Mellano €100;Gabriele Mercuri €100; FaustaMigliorini €100; Roberto Mollica €100;Leonardo Monopoli €100; RobertoMontalti €100; Antonio Montoneri €100;Franca Moretti €100; <strong>Luca</strong> Moretti€100; Massimo Moretti €100; StefanoMoschini €100; Piero Nerieri €100;Carmelo Giuseppe Nucera €100;Francesco Oriolo €100; Francesco Orzi€100; Gina Pallucchi €100; FabioParente €100; Mario Pestarino €100;Alberto Pietroforte €100; Anna Pintore€100; Valeria Virginia Poli €100; SilvanoPresciuttini €100; Bianca Prosperini€100; Lucio Provenzani €100; AlbertoRavasin €100; <strong>Luca</strong> Redavati €100;Pierpaolo Righetti €100; Anna MariaRinaldi €100; Angelo Pio Rossi €100;Emilio Salemme €100; Marco Salieri€100; <strong>Luca</strong> Salvadei €100; GiampaoloSbarra €100; Pietro Scarcello €100;Sergio Scorzoni €100; Aldo Signori€100; Emiliano Silvestri Cecinelli €100;Fabrizio Starace €100; Roberto Tabarini€100; Carlo Alberto Tassini €100; ElenaTermignoni €100; Bruno Tescari €100;Paolo Thea €100; Maria Elena Tomat€100; Maria Gigliola Toniollo €100;Giuseppe Tonolini €100; Marco Tosi€100; Rosalba Trivellin €100; FedericaTroni €100; Alfonso Tropea €100;Giovanna Truda €100; Ettore Turco€100; Sandro Vagnoli €100; BarbaraVenchi €100; Adele Ventura €100;Tomasso Verrucci €100; Sara Visentin€100; Francesco Voena €100; MaurizioZanfi €100; Gerolamo DomenicoZucchi €100 Aumenti quota AnnaCristina Pontani <strong>Coscioni</strong> €300;Maurizio Provenza €70 ContribuentiFabio Marazzi €10.000; PierpaoloMorosini €200; Piero Olla €200;Giacomo Birindelli €150; CristinaTerrevazzi €150; Vittorio Graffi €100;Renato Mezzana €100; FrancescaMiceli Righetti €100; Stefano Negro€100; Stefano Negro €100; PaoloTarantino €100; Fiorenzo Mazzini €60;Giuseppe Vitro' €60; Massimo Zannetti€60; Giovanni Brazzale €50; BernardoBressan €50; Roberto Brigati €50;Gianfranco Bucchi €50; NazzarenoCelani €50; Nicola Chirco €50; NicolaDallatana €50; Rosa Maria Di Gasbarro€50; Riccardo Garbarino €50;Domenico Garri' €50; Carlo Graziano€50; Giorgio Lauro €50; Andrea Lionello€50; Bernardo Maida €50; AugustoMattioli €50; Riccardo Migliorini €50;Raffaella Milanesi €50; Emilio Numa€50; Licia Perna €50; Maria Rilletti €50;Michelangelo Scandola €50; GesuinaAmbrogina Somaschini €50; GiuseppeTesta €50; Flavio Tomassini €50;Costante Vannini €50; Eugenio Zappa€50; Anna Maria Bonomelli €40; PietroDe Sanctis €40; Giovanni BattistaMorana €40; Daniele Soligo €40;Alberto Paolozzi €38; Guido Audagna€30; Giovanni Boschesi €30; GianninaBronzini €30; Carlo Carletti €30; MarioCattaneo €30; Luciano Coletti €30;Paolo Corda €30; Francesco Di Blasi€30; Angelo Fazio €30; Danilo Gheno€30; Francesca Gimigliano €30; CarlaGiordani €30; Tiziana Iampietro €30;Flavia Lanari €30; Corrado Marastoni€30; Ermanno Morgari €30; SergioRagazzola €30; Marco Sommariva €30;Brunello Volpe €30; Matteo Caroli €25;Gianmaria Copes €25; LazzaroFortuinato €25; Angelina Gerbasio €25;Filippo Leocata €25; GiancarloPescarmona €25; Michele Pollastrone€25; Armando Voltan €25; StefanoVoltolini €25; Paolo Zappaterra €25;Stefano Bagnoli €20; Massimo Barelli€20; Piero Andrea Barone €20;Giovanni Battagliarini €20; EnricaBizzozero €20; Marina Brusa €20;Arrigo Bulbarelli €20; Arrigo Bulbarelli€20; Marisa Casaccia €20; CristianCozzolino €20; Cristian Cozzolino €20;Mario Diluviani €20; Giuseppe Elia €20;Mauro Ghio €20; Mario Gradoni €20;Romano Graziani €20; Gianluca Iezzi€20; Marino Lamponi €20; MirellaLombardi Ruggeri €20; Carlo <strong>Luca</strong>rini€20; Alessandro Marzetti €20; NicolaMastrandrea €20; Raffaele Morrone€20; Roberto Nava €20; Enzo Orioli€20; Marco Pani €20; Roberto Piazzini€20; Riccardo Piroli €20; Sabrina Rossi€20; Tommaso Scarnecchia €20;Alfredo Velati €20; Morena IvanaPiovesan €16; Patrizia Debetto €15;Adnan Demiruren €15; Guido Alessich€10; Cinzia Andreottola €10;Alessandro Barucca €10; AlbertoBentoglio €10; Emilia Braguti €10; LuigiCarlone €10; Vinicio Castellano €10;Leonardo Conti €10; Davide Di Summa€10; Saverio Feligini €10; AntonioFerrante €10; Sara Gesuato €10;Fiorella Giannobi €10; Rosa Milanesi€10; Roberto Mondini €10; StefanoPeragallo €10; Maria Riosa €10; AdaRizzi Marmi €10; Giampaolo Sberra€10; Guido Serra €10; Cristina Soldani€10; Ermanno Trinchero €10; EgidioSalerno €9; Gianluca Maiorano €6;Anna Malevolti €6; Rosanna Bianco €5;Liana D'arrigo €5; Anna Paola Manconi€5; Maria Stefania Patti €5; RenatoSorelli €5; Renato Sorelli €5; Lara Zinci€5; Alfonso Guida €3; Grazia Guerra € 1Pacchetto *(590 euro a tutti i soggettidella galassia radicale): Rosa A Marca;Sergio Allioni; Matteo Angioli; GiovanniAnnoni; Andrea Ansalone; FrancescoArcamone; Laura Arconti; MoniqueArmand; Paolo Atzori; Anna Autorino;Anna Balestra; Cesare Balsamo; SergioBarbarino; Franco Beccucci; MarcoBeltrandi; Fabio Boddi; GiuseppeBollani; Stella Borghi; MicheleBortoluzzi; Attilio Braghieri; AdrianoBranca; Roberto Branca; GuidoBrondoni; Mario Cagna; GlaucoCambursano; Gianfranco Camero;Ferdinando Camesasca; Laura CamisDe Fonseca; Andrea Carreras; MarinoCeccoli; Carla Ceccolini; VittorioCeradini; Paolo Chiarelli; AchilleChiomento; Nicoletta Gianna Chiornio;Isabella Cidonio; Angelo Colangeli;Maria Carmen Colitti; TommasoColombini; Monica <strong>Coscioni</strong>; Rodolfo<strong>Coscioni</strong>; Luigi Costabile; AlessandraD'Ambrosio; Maria De Pasquale; FabioDe Puppi; Alberto Del Corso; MicheleDel Rio; Gianfranco Dell'alba; GiuseppeDi Totto; Gabriella Dodero; Elena D'oto;Josef Espen; Fabrizio Fabi; MariaMarina Fadda; Anna Fiocco; MauroFonzo; Alessandro Frezzato; VincenzoFurno; Andrea Galanti; Fabio Gallarati;Maria Licia Gandossi; Antonio Glorioso;Giovanni Grasso; David Greco;Riccardo Guarducci; <strong>Luca</strong> Guaschetti;Marco Iudicello; Giancarlo Lancini;Renzo Lanzone; Maria Cristina Lattanzi;Lorenzo Lipparini; Augusto Maggiolini;Matteo Mallardi; Marina Maria LetiziaMarino; Alfredo Mazzucchelli; PierCostante Merge'; Virgilio Meschi;Alberto Monziani; Maurizio Mornati;Andrea Muratori; Anna Maria Neri;Oliviero Noventa; Roberto Olmo; AnnaMaria Paganoni; Marco Pannella; SauroPaoli; Carlo Papalini; Marisa Pavoni;Roberto Pelizzi; Ennio Piccioni; PietroPipi; Roberto Pistoni; FabioPizzicannella; Cettina Pizzoli; AldoRavazzi De Douvan; Giuseppina Ricci;Carlo Romeo; Rosella Roselli;Giuseppe Rossodivita; Sergio Rovasio;Giovanni Salonia; Claudio Sanna;Romano Scozzafava; Maria LuisaSmacchia; Gianfranco Spadaccia;Francesco Spadaro; Luisa Stirone;Daniele Stracca; Laura Terni; GabrieleUnterberger; Antonino Urso; StefanoVardanega; Arcangelo Vecchi; SilvioVergallo; Paolo Villani; Elisabetta


DETTAL’AGENDALETTERE31lettere@agendacoscioni.itI lettori di Agenda <strong>Coscioni</strong> ci possono scrivere all’indirizzo lettere@agendacoscioni.itoppure a Via di Torre Argentina 76 - 00186 RomaUna voce senza pauraIo sono o meglio dovrei essere semiparalizzatodal Morbo di Parkinson. Potrei rimaneretutto il giorno senza fare nulla perché ognimovimento mi costa una fatica inenarrabile.Eppure mi alzo tutte le mattine alle sette, mivesto, mi lavo, mi preparo la colazione, violentandoil mio corpo che non ne vuole saperedi funzionare, mi impongo di vestirmiin modo decente sebbene sarebbe molto piùsemplice mettermi una toga da antico romano.La malattia mi sta consumando, mi stascavando l’anima ma io mi rifiuto di perderela dignità. E continuerò senz’altro,anche semi costa fatiche incredibili, a stare in piedi,curato nell’aspetto, fiero e sereno, consapevoledella mia forza. Per questi motivi sonoirritato dal lassismo, dall’inedia, dalla scarsavolontà, dall'indecisionismo della nostraclasse politica, incapace di conservare unminimo di dignità. Sembrano impauriti dachissà cosa, Ruini alza la voce e tutti abbassanole orecchie, come un branco di pecore.Ma se non ho paura io, di fronte alla possibilitàdi trovarmi a quarant’anni sulla sedia arotelle, se non aveva paura Welby di fronte allamorte, ma di cosa devono avere paura,questi qua? Di un prete? Ma diamogli la sveglia,rottamiamo le cariatidi ferme al medioevo,diamo voce a CHI NON HA PIU'PAURA! <strong>Luca</strong> R.Lettera apertaa Benedetto XVICon la speranza di alleviare il suo rincrescimentoper aver trovato chiuso il portone dellaSapienza, dopo aver trascorso una vita asbarrarne ogni porta, invito il papa al congressodell’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong> che si terràa Salerno dal 15 al 17 febbraio. Spero inquesto modo di riparare, almeno parzialmente,all’ennesima intollerabile ingiustiziaitaliana, tesa a soffocare la libertà di espressionedella chiesa, che pure è da sempreesempio per tutti, di cristallina moralità e dispartana sobrietà. Se il papa, seguendo ilmonito di Gesù, si è allontanato dall’ateneoscrollandosi la polvere dalle babbucce diPrada, a Salerno gli sarà finalmente garantitaquell’occasione di confronto e di dialogo,di ascolto e di rispetto, di libertà e di fratellanza,che così instancabilmente ci ricordadi costruire. A Salerno Benedetto XVI potràguardare negli occhi le persone da lui condannatea morte, a malattia o a tortura; potràdecidere se porgere loro l’anello da baciare,o baciare lui stesso le loro mani rattrappitedalla paralisi. Potrà spiegare loro che devonoserenamente rassegnarsi, e che la morte,la malattia e la sofferenza, non sono nulla,in confronto alla salvezza dell’anima. potràprovare, per una volta, l’ebbrezza insolita disentirsi davvero l’ultimo, come il suo vangelolo esorterebbe a essere: l’ultimo a poter darelezioni in materia di dolore, di morale, dimorte. Lo aspetto con gioia.Andrea PessarelliL’enciclica sotto la lenteGentile redazione,“Sì, dobbiamo fare di tutto per superare lasofferenza, ma eliminarla completamentedal mondo non sta nelle nostre possibilità,semplicemente perché non possiamo scuotercidi dosso la nostra finitezza e perché nessunodi noi è in grado di eliminare il poteredel male, della colpa che -lo vediamo - è continuamentefonte di sofferenza.” Spe salvi,Par. 36.Per secoli assiomi di questi tipo, riguardantila finitezza degli uomini, hanno decretatol’aborto di ogni tentativo vero di conoscenza,della conoscenza scientifica, della ricercascientifica. Cioè la possibilità, per l’uomo,di utilizzare appieno le proprie capacità intellettiveper infrangere le barriere dell’accettazionee dell’ignoranza.Agli inizi del seicento, Galileo osò interporrealla logica sterile dell’accettazione quelladell’amore per la conoscenza (amore tuttocattolico, cioè universale), ma venne decretatocon queste parole malvagie il suo possenteerrore: “Diciamo, pronuntiamo, sentenziamoe dichiariamo che tu, Galileo sudetto,per le cose dedotte in processo e da teconfessate come sopra, ti sei reso a questoSantissimo Uffizio veementemente sospettod’heresia, cioè di aver tenuto e credutodottrina falsa e contraria alle Sacre eDivine scritture, ch’il sole sia centro dellaTerra e che non si muova da oriente adoccidente, e che la Terra si muova e non siacentro del mondo…”. Quasi 400 anni dopo,il Cardinale Joseph Ratzinger, in una lectiomagistralis tenuta all’Università di Parma,sanciva: “Il processo a Galilei fu ragionevolee giusto”.Ma la Terra, ora come allora, gira intorno alsole, e non è al centro del mondo; e l’immensa,inestimabile offesa di pensare che l’amorestia nascosto solo dentro una sacra scritturao che sia appannaggio solo di un dio odi una religione, continua a percorrere senzapudicizia alcuna le vie della comunicazione.Quando capiremo le radici vere dell’ignoranza,saremo pronti per il futuro.Stefano FaraoniLettera aperta a Fabio MussiCaro Ministro Mussi,sono Massimo Grossi, professore associatodi Analisi Matematica dell'Università di Roma"La Sapienza", e le scrivo a titolo personalecome membro della comunità scientificadell'università. Non sono tra i firmataridel famoso appello contro la visita del Papaall'inaugurazione dell'anno accademicoperché purtroppo non ne ero a conoscenza(lo avrei sicuramente sottoscritto).Caro ministro, le scrivo non per aggiungerealtre parole a una vicenda nota, ma per trascriverleuna dichiarazione di agenzia di M.Gasparri (AN):"Dopo lo sconcio della Sapienza di Roma ciattendiamo che vengano assunte iniziativeper allontanare dall'ateneo i professori ancorain servizio che hanno firmato quel vergognosomanifesto. Questa dimostrazione diintolleranza non può restare priva di conseguenze".Caro ministro, difenda i miei colleghi da questiindegni attacchi. In questo modo Difenderàun po' anche me. Grazie in anticipo,Massimo Grossi (professore iscritto all'<strong>Associazione</strong><strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>)I numeri arretrati di “Agenda <strong>Coscioni</strong>”sono liberamente scaricabili all’indirizzo:www.agendacoscioni.itCommenta gli articoli sul sito!IL NUMERO DUE/08 DI “AGENDA COSCIONI” È STATO CHIUSO LUNEDÌ 28 GENNAIO 2008Il mensile “Agenda <strong>Coscioni</strong>”, ormai giunto al suo diciottesimo numero, ha una tiratura media di 40.000 copie,distribuite via posta su scala nazionale.DIRETTORERocco BerardoCAPO REDATTOREMarco Valerio Lo PreteGRAFICAMihai RomanciucHANNO COLLABORATOAngiolo Bandinelli, CarlaBarbaro, Josè De Falco, MariaAntonietta Farina <strong>Coscioni</strong>,Filomena Gallo, GiuliaInnocenzi, Chiara Lalli,Francesca Lenge, SimonaNazzaro, Maria Pamini, MirellaParachini, Gioia Pistola,Carmen Sorrentino, Giulia SimiIllustrazioni: Paolo CardoniGli indirizzi utilizzati per inviare questa rivista sono utilizzati dall’Editore esclusivamenteper far pervenire questa pubblicazione ai destinatari. I dati di recapito, se non sono statiforniti direttamente dall’interessato, provengono da liste pubbliche e non vengono utilizzatidall’Editore per fini ulteriori. Per integrare, modificare, aggiornare o far cancellaretali dati basta scrivere a info@associazionecoscioni.orgINVIA UN CONTRIBUTO E RICEVERAI IL NOSTRO GIORNALE AGENDA COSCIONI


ANCHE QUESTO MESE PER AGENDA COSCIONI ABBIAMO SPESO 12.000 EUROLA LAICITÀ HA UN COSTOSOSTIENILO!A fronte della documentata occupazione vaticana di telegiornali e trasmissioni, da ormai 18 mesi, ogni mese, riforniamo decine di migliaia dicittadini di informazione laica, senza veline. 32 pagine, completamente autofinanziate, le uniche spese sono la tipografia e la distribuzione.www.lucacoscioni.it/contributoISCRIVITI CON CARTA DI CREDITOsu www.lucacoscioni.itoppure telefonando allo 06 68979.286ISCRIVITI CON CONTO CORRENTE POSTALEn. 41025677 intestato a "<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>per la libertà di ricerca scientifica",Via di Torre Argentina n. 76 - cap 00186, RomaISCRIVITI CON BONIFICO BANCARIOintestato a <strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> presso la Banca diCredito Cooperativo di Roma ag. 21 IBAN:IT79E0832703221000000002549 BIC: ROMAITRRLE QUOTE DI ISCRIZIONESocio sostenitore almeno 200 euroSocio ordinario almeno 100 euro

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