e - Associazione Luca Coscioni
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MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI, SOGGETTO COSTITUENTE DEL PARTITO RADICALE ANNO IV NUM. 10<br />
POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN A.P. D.L. 353/2003 CONV. L. 27/2/04 N°46 ART. 1 COMMA 2<br />
DCB-ROMA STAMPE PROMOZIONALI E PROPAGANDISTICHE RACCOLTA FONDI<br />
10<br />
09<br />
WWW.AGENDACOSCIONI.IT<br />
A buon<br />
Fini<br />
Pannella/Mancuso p.12<br />
Il militante e il teologo<br />
Barack Obama p.17<br />
L’audacia della riforma<br />
Norman Borlaug p.23<br />
L’ecologismo vietato<br />
L’effetto che fa<br />
esser trascinati in piazza<br />
Alla prima uscita in abbinata,<br />
siamo divisi: “Terra” in<br />
piazza per la libertà d’informazione<br />
minacciata oggi in<br />
Italia; i Radicali altrove a<br />
denunciare sessant’anni di<br />
massacro della democrazia italiana.<br />
Lottiamo altrove, perché quel massacro<br />
di libertà e diritto è compiuto<br />
anche per mano di convocatori<br />
e capofila della<br />
manifestazione di oggi:<br />
Partito democratico e<br />
Sinistra Ufficiale,<br />
Partito RAI, Gruppo<br />
Espresso, Professionisti<br />
d’Ordine di regime. E nell’indifferenza<br />
del mondo del diritto, dei<br />
Bravi Professori e Giuristi per bene.<br />
Ma l’abbinata c’è comunque, e<br />
Agenda <strong>Coscioni</strong> è distribuita con<br />
Terra ai manifestanti. Che effetto ci<br />
fa, allora, essere “trascinati in piazza”<br />
con voi In una parola: gratitudine.<br />
Perché riteniamo doveroso fare differenza<br />
tra convocatori e manifestanti.<br />
I primi, sono in buona parte espressione<br />
di una fazione, per quanto ridimensionata<br />
e perdente, del regime<br />
anti-democratico italiano. I secondi,<br />
siete vittime, insieme a tutti noi, di<br />
un attentato ai diritti civili e politici<br />
dei cittadini, che è stato perfezionato<br />
a tal punto da nascondervi fatti e<br />
misfatti della vostra stessa “parte”,<br />
quando ne avete una.<br />
Gratitudine per Terra,<br />
dunque, che ci consente<br />
di raccontare in queste<br />
pagine una sintesi di<br />
storia dei crimini dell’informazione<br />
italiana.<br />
Nella speranza che da<br />
domani non rimaniamo soli ad occuparci<br />
del fatto che da Febbraio 2008<br />
è violata la legge che impone alla RAI<br />
di trasmettere tribune e politiche e<br />
spazi dell’accesso alle associazioni,<br />
tribune e spazi abrogati di fatto.<br />
Nella speranza che da domani ci sarà<br />
qualcuno in più a voler non solo<br />
mandare a casa il Berlusca, ma anche<br />
quel Regime sessantennale del quale<br />
è erede, continuatore, complice.<br />
Le associazioni “<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>” e “A buon diritto”<br />
hanno consegnato al Presidente della Camera<br />
una documentazione speciale: 2.316 persone ci<br />
avevano affidato le indicazioni su ciò che potrà e non<br />
potrà esser fatto sul loro corpo. A nostra volta<br />
abbiamo affidato quelle volontà al Presidente<br />
Fini, proprio mentre l’Assemblea parlamentare dovrà<br />
decidere se violare, insieme alla Costituzione, la<br />
volontà di quelle persone e di molte altre. Per i tifosi dei<br />
trattamenti obbligatori quelle volontà non valgono<br />
nulla, nonostante le sentenze dei tribunali. Il Presidente<br />
ha accettato di custodirne una copia. Lo ringraziamo.<br />
Ora manca solo un partito d’opposizione<br />
disposto a... fare opposizione.
2<br />
LA PESTE<br />
ITALIANA<br />
IL REGIME<br />
DELL’INFORMAZIONE<br />
Il vero massacro<br />
del diritto<br />
alla conoscenza<br />
LE QUESTIONI<br />
POPOLARI CANCELLATE<br />
DALL’AGENDA<br />
In questo regime dell’informazione,<br />
la principale preoccupazione<br />
è di negare ai cittadini<br />
la conoscenza e il dibattito<br />
politico e culturale su temi che<br />
possano mettere in difficoltà i poteri<br />
dominanti. Si ottiene questo<br />
attraverso il controllo dell'agenda<br />
televisiva, con le sue attualità ed i<br />
suoi approfondimenti. Da subito,<br />
ad esempio, viene sostanzialmente<br />
esclusa l'informazione sull'attività<br />
di organi costituzionali<br />
come la Corte costituzionale e il<br />
Consiglio superiore della magistratura.<br />
Sono accuratamente<br />
sottratte alla conoscenza vicende<br />
quali i poteri del Presidente della<br />
Repubblica (dal potere di esternazione<br />
a quello di grazia), l'assenza<br />
di plenum della Corte costituzionale<br />
e dello stesso Parlamento.<br />
[…]<br />
Grazie al Centro d'ascolto dell'informazione<br />
radiotelevisiva, creato<br />
nel 1981 dal gruppo parlamentare<br />
radicale, per supplire alla<br />
mancanza di un servizio di monitoraggio<br />
pubblico dei programmi<br />
televisivi, che possa consentire un<br />
reale esercizio dei propri compiti<br />
alle istituzioni preposte al controllo<br />
e all’indirizzo della Rai, sin dai<br />
primi anni '80 sono prodotti studi<br />
statistici, incontestati, che dimostrano<br />
l' utilizzo della televisione<br />
a tal fine.<br />
Nel primo Libro bianco, il Centro<br />
d'ascolto analizza i radio e telegiornali<br />
Rai sotto il profilo dello<br />
spazio dato ai diversi argomenti al<br />
centro dell’agenda politica e istituzionale<br />
di quegli anni: i temi<br />
della fame nel mondo e del finanziamento<br />
pubblico dei partiti appaiono<br />
marginali rispetto allo<br />
spazio dedicato ad avvenimenti<br />
strettamente di partito come la<br />
Festa dell’amicizia e il Festival dell’Unità.<br />
Alla fame nel mondo l’informazione<br />
Rai dedica un totale<br />
di 33 minuti, mentre al finanziamento<br />
pubblico dei partiti è riservato<br />
poco più di un minuto, contro<br />
i 56 minuti dedicati al Festival<br />
dell’Unità e l’ora e 48 minuti alla<br />
Festa dell’amicizia. In pratica, l'informazione<br />
privilegia non la notizia,<br />
ma il partito.<br />
Pochi anni dopo, nel 1984, un secondo<br />
Libro bianco analizza il periodo<br />
di 9 mesi in cui si svolge il<br />
processo nei confronti di Enzo<br />
Tortora, il presentatore che sceglie<br />
di fare del suo caso un'occasione<br />
affinché il paese affronti uno dei<br />
suoi problemi più endemici, la<br />
mala giustizia, e per questo è eletto<br />
al Parlamento europeo, da cui<br />
si dimette per poter essere processato<br />
senza l'immunità parlamentare.<br />
I dati mostrano come in<br />
quei nove mesi Tortora sia stato<br />
intervistato una sola volta dal Tg1,<br />
per 38 secondi, in occasione della<br />
sua deposizione in un aula di tribunale,<br />
e analogo trattamento<br />
viene tenuto dalla Rai nei confronti<br />
degli esponenti del Partito<br />
che sta combattendo la sua battaglia.<br />
Pochi anni dopo, in occasione<br />
del referendum radicale per<br />
una “giustizia giusta”, il popolo italiano<br />
mostra di avere in grande<br />
considerazione la questione, votando<br />
in massa per il “Sì”.<br />
Il tema giustizia è di fatto sempre<br />
cancellato dall'informazione e<br />
dall'approfondimento politico<br />
della concessionaria di servizio<br />
pubblico anche nei decenni successivi,<br />
nonostante l'inefficienza<br />
dei nostri tribunali e l'incredibile<br />
numero di condanne internazionali<br />
subite dall'Italia per la lunghezza<br />
dei processi.<br />
Stesso trattamento è riservato ai<br />
grandi successi italiani di politica<br />
internazionale degli ultimi 15 anni:<br />
sull'istituzione del Tribunale<br />
internazionale contro i crimini di<br />
guerra e contro l'umanità così come<br />
sull'approvazione all’Onu della<br />
moratoria delle esecuzioni capitali<br />
(che vedono l'Italia giocare<br />
un ruolo determinante), gli italiani<br />
hanno potuto a malapena apprenderne<br />
la notizia . Anche<br />
quando il Parlamento italiano si<br />
esprime con decisioni importanti<br />
e uniche nel panorama mondiale<br />
- ad esempio in occasione<br />
del tentativo nel 2002 di scongiurare<br />
la guerra in Iraq attraverso<br />
una seria trattativa per l'esilio di<br />
Saddam Hussein - il blocco Raiset<br />
sottrae letteralmente ogni possibilità<br />
di conoscenza agli italiani e,<br />
di conseguenza, svuota la forza di<br />
quelle proposte istituzionali e politiche.<br />
Le tecniche di predeterminazione<br />
dell'agenda politica attraverso<br />
il controllo dell'agenda televisiva<br />
via via si perfezionano: quegli<br />
stessi temi che sono stati dapprima<br />
esclusi dal pubblico dibattito<br />
al fine di soffocare le spinte di riforma<br />
provenienti dalla società civile,<br />
sono dopo anni proposti solo<br />
quando si compie il processo che<br />
può aprire la strada alla “controriforma”.<br />
E’ il caso dei temi cosiddetti bioetici,<br />
cioè sulle libertà individuali.<br />
Nel 2001, quando <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> -<br />
un ricercatore universitario colpito<br />
dalla sclerosi laterale amiotrofica<br />
- diviene dirigente radicale e<br />
capolista alle elezioni politiche<br />
per dare corpo e parola all'idea di<br />
laicità della ricerca scientifica e<br />
delle istituzioni, 50 premi Nobel<br />
(tra cui il fisico inglese Stephen<br />
Hawking e lo scrittore Josè Saramago)<br />
e oltre 500 scienziati di tutto<br />
il mondo sottoscrivono un appello<br />
a sostegno della sua candidatura.<br />
Pur in presenza di uno<br />
sciopero della sete di Emma Bonino,<br />
dell'autoriduzione dei farmaci<br />
dello stesso <strong>Coscioni</strong> e di interventi<br />
pubblici del Presidente<br />
della Repubblica Ciampi e del<br />
Presidente del Consiglio Giuliano<br />
Amato, i temi della ricerca scientifica,<br />
del rapporto tra Stato ed individuo<br />
in materia di vita e di<br />
morte, sono completamente<br />
esclusi dai palinsesti televisivi di<br />
informazione e di approfondimento,<br />
salvo essere trattati a senso<br />
unico e contrario pochi giorni<br />
prima del voto su Rai 1, con 14 milioni<br />
di ascolto, nella trasmissione<br />
di Adriano Celentano, senza<br />
diritto di replica.<br />
Negli anni successivi, a dispetto<br />
delle dichiarazioni dei due principali<br />
candidati premier di allora,<br />
Berlusconi e Rutelli, che giudicano<br />
tali argomenti estranei al<br />
confronto politico perché afferenti<br />
alle coscienze, proprio<br />
quei temi saranno oggetto di<br />
importanti atti legislativi e di governo.<br />
In assenza di confronti televisivi,<br />
viene prima approvata la legge<br />
40/2004 che vieta la ricerca<br />
scientifica sulle cellule staminali<br />
embrionali e limita fortemente<br />
la fecondazione assistita, poi<br />
sabotati i referendum abrogativi<br />
assicurando il mancato raggiungimento<br />
del quorum.<br />
Una situazione analoga si ripete<br />
con la vicenda di Piergiorgio<br />
Welby, altro dirigente radicale<br />
affetto da distrofia muscolare e<br />
militante per la legalizzazione<br />
del testamento biologico e dell’eutanasia.<br />
Dopo che nell'inverno<br />
del 2006 la drammatica<br />
lotta di Welby per una morte degna<br />
“buca” la cortina di silenzio<br />
eretta dalle televisioni, gli italia-
LA PESTE<br />
ITALIANA<br />
IL REGIME<br />
DELL’INFORMAZIONE<br />
3<br />
Questo testo rappresenta una parte<br />
del capitolo 14 della “Peste Italiana”<br />
dedicato al Regime dell’informazione<br />
così come si è venuto sviluppando<br />
in questi sessant’anni di Repubblica.<br />
La Peste Italiana è il documento<br />
radicale che denuncia e dimostra<br />
come dalla caduta del regime fascista<br />
si sia passati ad un altro regime,<br />
questa volta partitocratico, eversivo<br />
nei confronti della Costituzione.<br />
Puoi leggere l’intero lavoro sul numero<br />
di maggio di Agenda <strong>Coscioni</strong>.<br />
Tutti i numeri passati di Agenda <strong>Coscioni</strong><br />
li trovi su:<br />
www.agendacoscioni.it<br />
ni vengono letteralmente bombardati<br />
per due anni da messaggi<br />
di contenuto proibizionista e<br />
fondamentalista, diffusi principalmente<br />
dalla Rai. Nello stesso<br />
periodo la concessionaria pubblica<br />
riserva agli interventi del<br />
Papa e delle gerarchie vaticane,<br />
nell'informazione e nei programmi<br />
di intrattenimento,<br />
enormi spazi di presenza - addirittura<br />
superiori a quelli dei partiti<br />
sommati insieme - con modalità<br />
che non hanno precedenti<br />
nella storia italiana e persino<br />
negli stati islamici. Quando poi<br />
nel 2009 giunge a compimento<br />
un'altra storia che coinvolge gli<br />
italiani, quella di Eluana Englaro,<br />
telegiornali e programmi di<br />
approfondimento di Rai e Mediaset<br />
si mobilitano nel fornire<br />
una informazione scorretta e<br />
parziale, al fine di preparare il<br />
terreno al decreto legge del Governo<br />
che impedisca al papà di<br />
Eluana l'esercizio del diritto della<br />
figlia a rifiutare le terapie riconosciuto<br />
dall'articolo 32 della<br />
Costituzione.<br />
Un altro studio del Centro<br />
d'ascolto, effettuato dopo le elezioni<br />
politiche del 2008, mostrano<br />
le modalità con cui la questione<br />
“sicurezza” - nonostante<br />
i dati del Ministero dell'Interno<br />
certifichino una generale riduzione<br />
dei reati - diventi una delle<br />
principali questioni elettorali<br />
in conseguenza di una abnorme<br />
sovra-rappresentazione televisiva,<br />
nei due anni precedenti il<br />
voto, delle notizie di cronaca nera,<br />
giudiziaria e di criminalità<br />
organizzata. Nei telegiornali il<br />
tempo di esposizione di tali<br />
eventi è raddoppiato dal 10,4%<br />
del 2003 al 23,7% del 2007, divenendo<br />
spesso la notizia di apertura<br />
oltre che l'argomento maggiormente<br />
trattato dalle testate<br />
giornalistiche. Le innumerevoli<br />
puntate dedicate dai programmi<br />
di approfondimento contribuiscono<br />
poi a far perdere la<br />
temporalità dell'evento e a rendere<br />
sempre attuali gli episodi<br />
criminosi. […]<br />
IL “GENOCIDIO POLITICO<br />
E CULTURALE” DEL MOVI-<br />
MENTO RADICALE<br />
Dal 2000 a oggi<br />
non v'è<br />
competizione<br />
elettorale o<br />
referendaria<br />
senza che<br />
l'Autorità<br />
garante accerti<br />
ugualmente<br />
gravi violazioni<br />
della<br />
par condicio<br />
da parte<br />
dei programmi<br />
Rai e Mediaset<br />
Nei sessantanni di Repubblica,<br />
[…] proprio per la sua capacità<br />
di incardinare lotte istituzionali<br />
e politiche sui temi più popolari<br />
del paese, ancorati al vissuto dei<br />
singoli, il Partito Radicale è dapprima<br />
marginalizzato dalla radiotelevisione,<br />
poi leso nella sua<br />
immagine e identità e infine<br />
cancellato. Lo attestano quarant'anni<br />
di provvedimenti e di riconoscimenti<br />
provenienti dai<br />
massimi organismi istituzionali,<br />
giurisdizionali, politici e culturali.<br />
La prima competizione elettorale<br />
cui il Partito Radicale partecipa<br />
nel 1976, è preceduta da<br />
una trasmissione ad esso riservata<br />
quale simbolica riparazione<br />
riconosciuta dallo stesso Direttore<br />
generale della Rai per gli<br />
anni di ingiusta e totale assenza<br />
dalla televisione.<br />
Due anni prima, dopo essere stati<br />
protagonisti insieme con la Lid<br />
della battaglia popolare per ottenere<br />
la legge sul divorzio, venivano<br />
del tutto esclusi dalle tribune<br />
referendarie precedenti il voto. E’<br />
Pier Paolo Pasolini a rompere il<br />
muro di silenzio che circonda<br />
l’iniziativa nonviolenta di sciopero<br />
della fame di Marco Pannella ,<br />
con un articolo sul Corriere della<br />
sera nel quale sostiene che il motivo<br />
per cui “il mondo del potere –<br />
Governo e opposizione – ignora,<br />
reprime, esclude Pannella, fino al<br />
punto di fare, eventualmente, del<br />
suo amore per la vita un assassinio”<br />
è legato alla “sua prassi politica<br />
realistica. Infatti è il Partito Radicale,<br />
la Lid (e il loro leader Marco<br />
Pannella) che sono i reali vincitori<br />
del referendum del 12 maggio.<br />
Ed è per l’appunto questo che<br />
non viene loro perdonato da nessuno”.<br />
[…]<br />
Se si considera il triennio 2006-<br />
2008, il Tg1 è condannato cinque<br />
volte per comportamenti a danno<br />
dei Radicali, il Tg2 e il Tg3 quattro<br />
volte. Le principali trasmissioni di<br />
approfondimento vedono invece<br />
Porta a Porta subire sette volte<br />
provvedimenti per il danno arrecato<br />
ai Radicali; Ballarò cinque<br />
volte; Primo Piano e Telecamere<br />
tre volte; i programmi di Santoro<br />
due volte. Matrix, principale trasmissione<br />
di Mediaset, cinque<br />
volte.<br />
Infine, l’intera programmazione<br />
informativa della Rai è oggetto di<br />
richiamo per squilibri nei confronti<br />
dei Radicali da parte dell’Autorità<br />
nel 1999, nel 2001 e nel<br />
2006, da parte della Commissione<br />
parlamentare di vigilanza nel<br />
1997, nel 1998, nel 2001, nel 2002 e<br />
nel 2007. Si tratta di un unicum<br />
nel panorama italiano e forse<br />
mondiale: non esiste infatti altro<br />
soggetto politico che possa in modo<br />
anche parziale avvicinarsi per<br />
numero, gravità, varietà e durata<br />
degli accertamenti di squilibri<br />
editoriali e violazioni degli obblighi<br />
di informazione. Parimenti,<br />
non esiste caso di leader politico<br />
che sia così marginalizzato come<br />
Marco Pannella, agli ultimi posti<br />
delle classifiche di presenza sia<br />
nei telegiornali che nelle trasmissioni<br />
di approfondimento, nonostante<br />
l'oggettiva straordinaria rilevanza<br />
della sua attività politica.<br />
Nel marzo 2009, di fronte all'evidenza<br />
di questa strutturale e sistemica<br />
mancanza di apertura nei<br />
confronti della forza politica e culturale<br />
radicale, l'Autorità per le garanzie<br />
nelle comunicazioni, per la<br />
prima volta, contesta alla Rai, ai<br />
sensi dell'articolo 48 del Testo unico<br />
della radiotelevisione, l'inadempimento<br />
degli obblighi di<br />
servizio pubblico.
4<br />
TESTAMENTO<br />
BIOLOGICO<br />
LEGGE E<br />
REGISTRO<br />
A BUON DIRITTO E ASSOCIAZIONE COSCIONI DAL PRESIDENTE DELLA CAMERA<br />
2316 biotestamenti<br />
validi... a tutti i Fini<br />
Non è un sondaggio.<br />
E’ molto<br />
di più. Sono<br />
migliaia di persone<br />
che hanno<br />
scelto. Non<br />
hanno “espresso<br />
un’opinione”.<br />
Hanno deciso<br />
per sé, usando i<br />
moduli che,<br />
assieme all’associazione<br />
“A buon<br />
diritto” di Luigi<br />
Manconi, abbiamo messo a disposizione<br />
su Internet. A seguito della sentenza<br />
Englaro, sono biotestamenti validi a<br />
tutti gli effetti e vincolanti anche giuridicamente,<br />
pur nell’incertezza del nondiritto<br />
italiano. In particolare, potrebbero<br />
essere utilizzati quale prova documentale<br />
delle volontà individuali, con<br />
ciò evitando o limitando le complessità<br />
e le lungaggini derivanti dall’accertamento<br />
delle volontà mediante testimoni.<br />
Siamo convinti che basterebbe il<br />
rifiuto di una sola persona a qualsiasi<br />
trattamento per imporre allo Stato liberale<br />
il rispetto<br />
della sua volontà.<br />
Abbiamo individuato<br />
quattro<br />
modalità per<br />
redigere e rendere<br />
valido il<br />
testamento biologico.1)<br />
Recarsi<br />
da un notaio; 2)<br />
Deposito presso<br />
uno dei registri<br />
dei testamenti biologici istituiti in alcuni<br />
comuni italiani (es. Roma X e XI<br />
municipio, Pisa, Genova etc. ); 3) all’ufficio<br />
postale inviare il documento<br />
come raccomandata a se’ stessi ; 4) in<br />
Comune muniti dell'originale della<br />
dichiarazione e della fotocopia chiedere<br />
all'ufficiale comunale l'autentica<br />
della fotocopia.<br />
Per informazioni più dettagliate inviare<br />
una mail a<br />
info@lucacoscioni.it<br />
LE VOLONTÀ IN NUMERI<br />
Sono 2.316 i testamenti biologici di cui è stata fatta digitalizzazione<br />
dei dati anagrafici e scansione dei documenti<br />
firmati.<br />
Sulla base dei dati digitalizzati a seguire le principali<br />
statistiche su sesso, età, residenza (regione e provincia)<br />
oltre a informazioni sul testamento: nomina fiduciario<br />
e consenso nutrizione.<br />
A seguire la tabella di riepilogo dei testamenti digitalizzati<br />
in base al sesso dei sottoscrittori:<br />
Uomini 1.065 46%<br />
Donne 1.251 54%<br />
A seguire la tabella di riepilogo dei testamenti digitalizzati<br />
in base all’età dei sottoscrittori in base alle<br />
seguenti fasce di età:<br />
fino a 30 anni 105 4,5%<br />
da 31 a 40 anni 154 6,6%<br />
da 41 a 50 anni 273 11,8%<br />
da 51 a 60 anni 482 20,8%<br />
da 61 a 70 anni 747 32,3%<br />
maggiore di 70 anni 499 21,5%<br />
età non disponibile 56 2,4%<br />
A seguire la tabella di riepilogo<br />
dei testamenti indicanti il fiduciario:<br />
Con nomina 2.179 94%<br />
Senza nomina 137 6%<br />
A seguire la tabella di riepilogo dei testamenti<br />
in cui è indicato il consenso alla nutrizione:<br />
SÌ 23 1%<br />
NO 2.293 99%<br />
INTERVISTA A<br />
M.A.FARINA COSCIONI<br />
Cure<br />
palliative<br />
imperfette<br />
SIMONETTA DEZI<br />
E’ passata sotto assoluto silenzio mediatico<br />
l’approvazione all’unanimità, da parte della<br />
Camera, del disegno di legge che tutela il diritto<br />
alle cure palliative e alle terapie del dolore<br />
non solo per i malati terminali. Strano, per<br />
un provvedimento, che, sebbene con alcuni<br />
limiti, cerca di risolvere alcuni nodi che fanno<br />
dell’Italia uno dei Paesi ancora troppo indietro,<br />
dal punto di vista culturale e sanitario,<br />
nell'approccio al dolore fisico. Il sì definitivo<br />
comunque, ancora non c’è stato e ora il testo<br />
passerà all’esame del Senato, con il rischio di<br />
modifiche che non è detto andranno nella direzione<br />
del miglioramento. Tra le principali<br />
innovazioni: la costituzione di una rete di hospice,<br />
la semplificazione dell'accesso ai farmaci<br />
contro il dolore e una certa attenzione<br />
alla specifica preparazione professionale de-
TESTAMENTO<br />
BIOLOGICO<br />
LEGGE E<br />
REGISTRO<br />
5<br />
INTERVISTA ALL’ON. DE ANGELIS (PDL)<br />
Dal Pdl una voce contro il Ddl Calabrò:<br />
“svuota il testamento biologico”<br />
Oggi il dibattito sul fine vita “è ancora aperto perché un ‘vip’ - Gianfranco Fini -<br />
ha tenuto alta l’attenzione dei media sull’argomento”.<br />
TINA SANTORO<br />
Il deputato Marcello De Angelis è<br />
uno di quei deputati del Popolo della<br />
Libertà che la propria libertà di<br />
coscienza la esercita pienamente:<br />
ha deciso di schierarsi contro il disegno<br />
di legge Calabrò,manifesto di<br />
come può essere scritta una legge illiberale,<br />
e si è pronunciato anche<br />
con Agenda <strong>Coscioni</strong> per rivedere in<br />
senso liberale questo testo.<br />
È un liberale di destra<br />
In verità ho difficoltà nell’identificarmi<br />
in posizioni politiche “aggettivate”.<br />
Non provengo da una cultura<br />
liberale, potrei forse sentirmi<br />
più libertario. Ma oggi sono tutti<br />
termini che non hanno utilità politica,<br />
sospetto anzi che anche i sostantivi<br />
– ad esempio destra, sinistra<br />
e centro – non abbiano più<br />
particolare significato se non per<br />
gli accademici, che a me non interessano<br />
molto. Quindi, è ovvio,<br />
non credo che esista una “corrente<br />
liberale di destra”.<br />
Sia lei che il presidente della Camera,<br />
Gianfranco Fini, però vi siete<br />
espressi contro il Disegno di legge<br />
Calabrò. Come pensa che in futuro<br />
le decisioni in materia di bioetica<br />
debbano essere affrontate<br />
Esistono molti uomini e donne che<br />
assumono responsabilmente il<br />
proprio ruolo istituzionale e credono<br />
che il loro dovere sia dare risposte<br />
concrete ai problemi che pone<br />
la realtà in cui viviamo e rifiutano<br />
categoricamente qualsiasi tentativo<br />
di forzare la realtà entro schemi<br />
dottrinari, ideologici o semplicemente<br />
utopici. Il termine “bioetica”<br />
lo considero enormemente<br />
inappropriato e fuorviante. L’etica<br />
si vive nella propria interiorità. Esistono<br />
ciò che Faucoult ebbe a definire<br />
“biopolitiche” in un’epoca,<br />
come la nostra, in cui la politica<br />
pretende di intervenire nella gestione<br />
del corpo dei singoli cittadini.<br />
Queste interferenze vanno ovviamente<br />
arginate con gli strumenti<br />
del buon senso e della buona<br />
comunicazione, strumenti che<br />
nell’attuale dibattito sul biotestamento<br />
sono mancati.<br />
In che modo questo schieramento<br />
potrà affrancarsi dalle logiche<br />
della maggioranza<br />
La maggioranza parlamentare viene<br />
meno nel momento in cui si<br />
chiede di votare secondo coscienza.<br />
Se un numero sufficiente di<br />
parlamentari antepone la propria<br />
coscienza agli ordini di scuderia,<br />
determinati provvedimenti semplicemente<br />
non passano.<br />
Il legislatore attento sempre ai<br />
sondaggi, è però disinteressato a<br />
quel che dicono sulla bioetica.<br />
Con quali mezzi crede che il cittadino<br />
possa far pressione sulla<br />
classe politica in queste materie<br />
Ci sono numerose proposte di legge<br />
presentate alle Camere sul testamento<br />
biologico, non solo la cosiddetta<br />
bozza Calabrò che è quella<br />
passata al Senato e che, di fatto, è<br />
l’unica che svuota di senso l’esistenza<br />
stessa del testamento. Paradossalmente<br />
credo che oggi, con la<br />
politica tristemente ostaggio dei<br />
media, ci vorrebbero tanti più sondaggi<br />
su queste materie sensibili,<br />
perché la maggior parte dei politici<br />
non se la sente di andare<br />
contro la volontà della maggioranza.<br />
Sicuramente non<br />
funzionano più le mobilitazioni<br />
di settore e i comitati,<br />
perché purtroppo non riescono<br />
ad intercettare per un<br />
tempo sufficiente l’attenzione<br />
dei media. Oggi il dibattito<br />
sulla Dat è ancora<br />
aperto perché un “vip” -<br />
Gianfranco Fini - ha tenuto<br />
alta l’attenzione dei media<br />
sull’argomento.<br />
É possibile che in temi di<br />
bioetica si possa migliorare<br />
la comunicazione tra cittadini<br />
e partiti<br />
Temo che i partiti siano difficilmente<br />
“educabili” da<br />
parte dei cittadini, se non<br />
con il bastone e la carota del<br />
consenso elettorale. Oggi<br />
però, con i partiti che sono<br />
diventati dei contenitori<br />
estremamente ampi, si possono<br />
trovare dei parlamentari<br />
che accettano di sposare<br />
e fare proprie certe istanze,<br />
traendone anche il vantaggio<br />
di caratterizzarsi ed<br />
uscire dall’anonimato. Bisogna<br />
identificare questi uomini<br />
e donne di buona volontà,<br />
informarli, sostenerli<br />
e farli conoscere.<br />
Dal Fronte della Gioventù...<br />
è un deputato della Popolo<br />
della Libertà. È anche<br />
un cantautore e<br />
leader dei 270bis,<br />
gruppo di musica alternativa<br />
di destra.<br />
La sua militanza politica<br />
è molto travagliata. Dopo aver<br />
militato nel Fronte della gioventù,<br />
esce nello stesso anno in cui<br />
vi è entrato (1974). Nel 1977 con<br />
il fratello maggiore Nazareno<br />
("Nanni") entra in Lotta Studentesca,<br />
dalla cui costola nascerà,<br />
nel 1978, Terza Posizione. Dopo<br />
la strage di Bologna del 1980,<br />
Terza Posizione è messa al bando,<br />
alcuni leader del movimento<br />
sono oggetto di mandati di cattura<br />
per associazione sovversiva<br />
a banda armata e De Angelis, venuto<br />
a conoscenza che alcuni<br />
suoi amici latitanti a Londra<br />
stanno per essere arrestati, parte<br />
col treno per avvisarli, ma viene<br />
arrestato e per 6 mesi resta nel<br />
carcere di massima sicurezza<br />
Brixton. I giudici inglesi negano<br />
l'estradizione in Italia, e De Angelis,<br />
uscito di prigione, inizia a<br />
lavorare come grafico. Tuttavia<br />
vuole tornare in Italia e decide di<br />
costituirsi, viene condannato a<br />
5 anni di reclusione e ne sconta<br />
3. Uscito dal carcere nel 1989<br />
scopre che le canzoni che aveva<br />
registrato su una cassetta, sono<br />
molto ascoltate negli ambienti<br />
della destra. Fonda quindi il<br />
gruppo musicale 270bis. 270 bis<br />
è l'articolo del codice penale riguardante<br />
associazioni con finalità<br />
di terrorismo anche internazionale<br />
o di eversione dell'ordine<br />
democratico. Riprende a<br />
fare politica. Dirige con l'ex leader<br />
di Prima Linea Maurice Bignami<br />
un giornale intitolato La<br />
spina nel fianco, che si propone<br />
come luogo di superamento degli<br />
opposti estremismi. Entra in<br />
Alleanza Nazionale sin dalla<br />
fondazione e continua a svolgere<br />
l'attività di giornalista, illustratore<br />
e grafico. Collabora dalla<br />
fondazione con L'Italia settimanale<br />
diretto da Marcello Veneziani.<br />
Dal 1996 è il direttore del<br />
mensile Area. Nel 2004 viene<br />
pubblicato il suo libro "Otto anni<br />
in Area di rigore", edito da Minotauro.<br />
Nelle Elezioni Politiche<br />
del 2006, viene eletto tra i capilista<br />
di Alleanza Nazionale per il<br />
Senato della Repubblica nella<br />
circoscrizione Abruzzo. Nelle<br />
Elezioni Politiche del 2008 viene<br />
eletto tra i capilista del Popolo<br />
della Libertà nella lista della Camera<br />
, sempre in Abruzzo.<br />
gli operatori. Il disegno di legge,<br />
inoltre specifica che sono ''cure<br />
palliative'' l'insieme degli interventi<br />
finalizzati al benessere dei<br />
malati terminali, per i quali le cure<br />
non servono più ai fini della<br />
guarigione, mentre le ''terapie<br />
del dolore'' sono quelle applicate<br />
alle ''forme morbose croniche'' e<br />
servono al controllo del dolore.<br />
Temi fondamentali, che avrebbero<br />
bisogno di scelte ancora più<br />
coraggiose soprattutto per quel<br />
che riguarda i finanziamenti, la<br />
formazione universitaria del personale<br />
sanitario e la disponibilità<br />
dei farmaci cannabinoidi.<br />
Di "compromesso al ribasso" e<br />
di "legge da perfezionare al Senato"<br />
parla il deputato radicale<br />
Maria Antonietta Farina <strong>Coscioni</strong><br />
. ‘’In Italia – afferma la parlamentare<br />
- è evidente che la cultura<br />
medica considera la sofferenza<br />
altrui come un valore da<br />
preservare, infatti il nostro paese<br />
si colloca al 101° posto al mondo<br />
per consumo di morfina, 46 dosi<br />
medie quotidiane per milione di<br />
abitanti contro le 1.462 della vicinissima<br />
Francia e le 6.430 della<br />
Danimarca. In questa graduatoria<br />
dell'indifferenza e della non<br />
curanza, siamo preceduti anche<br />
dall'Eritrea, dal Congo e dalla<br />
Cambogia’’. Secondo l’on. <strong>Coscioni</strong><br />
è positiva l`approvazione<br />
dell’emendamento sulla prescrizione<br />
semplificata, per il quale il<br />
medico potrà prescrivere gli antidolorifici<br />
sul ricettario ordinario<br />
e il farmacista dovrà conservare<br />
per due anni una fotocopia<br />
della ricetta. ‘’E’ necessario che<br />
in Senato – incalza la parlamentare<br />
– venga approvata l`introduzione<br />
della libera importazione<br />
dei cannabinoidi reperibili<br />
solo all`estero, il Dronabinol e il<br />
Nabilone, utilizzati in terapie farmacologiche,<br />
non sono ancora<br />
sul mercato nazionale. Il malato<br />
è costretto a richiederli all'estero<br />
a suo carico, tranne nei casi di<br />
somministrazione in regime di<br />
ricovero ospedaliere o ad ammalarsi<br />
in città, come Bolzano,<br />
Crotone e Roma, le cui aziende<br />
sanitarie locali prevedono un<br />
rimborso’’<br />
Tra i limiti della legge, sottolinea<br />
l’on. <strong>Coscioni</strong> ‘’è proprio quello<br />
di non aver costituito una vera<br />
rete nazionale, ma di aver lasciato<br />
di fatto un assetto regionale<br />
che non cancellerà quella tradizionale<br />
disomogeneità tra Nord<br />
e Sud’’. Per assicurare le cure palliative<br />
e le terapie del dolore, che<br />
sono inserite nel Piano sanitario<br />
nazionale come obiettivo prioritario,<br />
viene istituita infatti su base<br />
regionale una apposita ''rete''<br />
dei centri per le cure terminali<br />
(hospice) e l’assistenza domiciliare.<br />
La rete, che in teoria dovrebbe<br />
essere omogenea a livello<br />
nazionale, è costituita dall'insieme<br />
delle strutture sanitarie,<br />
sia ospedaliere che territoriali, e<br />
assistenziali, nonché delle figure<br />
professionali, che provvedono<br />
all'erogazione delle cure: non sono<br />
previste figure specifiche e<br />
specializzate. Manca, fa notare<br />
l’on. <strong>Coscioni</strong> , una formazione<br />
autonoma universitaria.<br />
Infine, per quanto riguarda i<br />
fondi la legge stanzia una quota<br />
fissa di 50 milioni di euro, piu'<br />
100 milioni di euro inseriti dal<br />
2009 tra gli obiettivi di piano del<br />
fondo sanitario nazionale. Perche'<br />
le risorse vengano effettivamente<br />
destinate alla cura del dolore,<br />
la nuova legge prevede che<br />
le Regioni inadempienti non potranno<br />
accedere per l'anno successivo<br />
ai finanziamenti sanitari<br />
nazionali.
6<br />
VII CONGRESSO<br />
ONLINE<br />
INTERVENTI<br />
DALLA RELAZIONE DEL SEGRETARIO<br />
La candidatura<br />
radicale<br />
al governo<br />
MARCO CAPPATO<br />
Segretario <strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong><br />
Per quanto ottime<br />
possano essere le nostre<br />
ragioni, non possiamo<br />
pensare di ottenere riforme<br />
laiche e liberali significative<br />
se non riusciremo<br />
a liberarci da un<br />
regime che da sessant'anni<br />
occupa le istituzioni italiane calpestando<br />
sistematicamente la democrazia e lo<br />
Stato di diritto. Il nostro sforzo nell'elaborare<br />
proposte di governo deve proseguire, perché<br />
ottenuto risultati concreti: sulla RU486,<br />
sui registri comunali del testamento biologico,<br />
sulla legge in materia di fecondazione assistita<br />
e sui comunicatori per i disabili gravi.<br />
Ma non dobbiamo illuderci che una svolta<br />
laica e antifodamentalista possa prescindere<br />
da un'alternativa "di sistema", che riguardi<br />
il modello istituzionale e il rispetto dei diritti<br />
civili e politici . Per questo, ritengo necessario<br />
che l'<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> faccia<br />
proprio l'obiettivo dei Radicali di porre fine<br />
al Sessantennio partitocratico candidandosi<br />
al governo del Paese. Sembra un'esagerazione<br />
o una velleità, ma è un progetto che<br />
si basa sulla profonda sintonia che -a partire<br />
dai temi "coscioniani"- abbiamo sempre<br />
mantenuto con la stragrande maggioranza<br />
dell'opinione pubblica.<br />
DALLA RELAZIONE DEL TESORIERE<br />
Coinvolgere<br />
tutto lo stadio<br />
ROCCO BERARDO<br />
Tesoriere <strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong><br />
Quanti siamo: 47.267 sono le persone<br />
che l’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> può contattare<br />
in diverse forme. Questo numero<br />
rappresenta, se così si può dire, i simpatizzanti<br />
complessivi che l’associazione è riuscita<br />
attraverso appelli, iniziative politiche e altro<br />
a coinvolgere dalla data della sua fondazione<br />
(20 settembre 2002) ad oggi. A questo<br />
numero va aggiunto il numero di simpatizzanti<br />
nella Rete Sociale: 14.000 utenti di<br />
facebook, infatti, hanno deciso di seguirci.<br />
8.080 sono le persone che fra i simpatizzanti<br />
hanno deciso di versare dal 2002 ad oggi<br />
almeno un euro all’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>.<br />
Insomma, immaginando uno stadio<br />
di calcio, lo abbiamo riempito, ma solo uno<br />
spicchio (una curva diciamo così) ha deciso<br />
di contribuire alle nostre iniziative. Proposte:<br />
1 - Considerando che l’età media degli<br />
iscritti all’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> è di<br />
54 anni, potremmo ripensare a una norma<br />
transitoria che consenta ai più giovani di potersi<br />
iscriversi a una somma minore. 2 - Considerando<br />
inoltre che le entrate da autofinanziamento<br />
attraverso il pagamento in<br />
contanti risulta molto basso, potremmo immaginare<br />
che le iscrizioni acquisite in contanti<br />
direttamente dalla Cellula <strong>Coscioni</strong> potranno<br />
essere in parte trattenute dai tesorieri<br />
delle cellule.<br />
LA RIFLESSIONE CHE HA APERTO IL DIBATTITO<br />
Sul futuro della “<strong>Coscioni</strong>”<br />
Corbellini scuote il congresso:<br />
“ha senso tenere in vita questa associazione”<br />
GILBERTO CORBELLINI<br />
Co-Presidente Ass. <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong><br />
Cari Amici,<br />
non posso nascondere un senso crescente<br />
di frustrazione e delusione per<br />
l’evoluzione o, meglio l’involuzione, della<br />
discussione politico-culturale in seno<br />
all’<strong>Associazione</strong>. La cosa non mi meraviglia,<br />
perché non vendo alcun’altra sede<br />
politica in Italia dove si parli con una certa<br />
pertinenza, e in modo documentato<br />
della situazione culturale, economica e<br />
civile reale di questo paese.<br />
A me la relazione di Marco non è piaciuta,<br />
perché non contiene alcuna analisi<br />
politica realistica, si limita ad elencare<br />
iniziative fatte e in fieri, e a lanciare una<br />
provocazione che dal mio punto di vista<br />
lascia una po’ il tempo che trova. Inoltre,<br />
la relazione di Marco lascia in buona evidenza<br />
trasparire da dietro l’elenco delle<br />
‘vittorie’, una realtà statica e con poche<br />
prospettive di evoluzione. Soprattutto se<br />
la si legge alla luce dei dati esposti da<br />
Rocco.<br />
Di fatto, ormai, l’<strong>Associazione</strong> esiste solo<br />
perché ogni tanto qualche sentenza<br />
della magistratura fornisce lo spunto per<br />
dire ‘l’avevamo detto’. E per rivendicare<br />
una qualche “vittoria” o sul fronte della<br />
legge 40, piuttosto che su quello delle direttive<br />
anticipate piuttosto che sulla<br />
RU486.<br />
L’<strong>Associazione</strong> in questi anni ha messo<br />
sul tavolo decine di temi, idee e iniziative,<br />
e ha catalizzato per prima o spinto altri<br />
a esporsi all’attenzione su questioni<br />
importanti come la ricerca sulle staminali<br />
embrionali o l’esigenza di diffondere<br />
nella distribuzione dei finanziamenti<br />
alla ricerca e nell’arruolamento dei docenti<br />
e ricercatori dei criteri oggettivi e<br />
basati sul merito. Ma come abbiamo più<br />
volte verificato e ci siamo detti, almeno<br />
Marco e me, noi lanciavano idee o ci<br />
esponevano pubblicamente prendendo<br />
posizione, ma poi i giochi venivano portati<br />
avanti da altre parti. La prospettiva<br />
del Congresso Mondiale, per non ridursi<br />
a un incontro periodico dove ci si raccontano<br />
le proprie diverse opinioni sulla<br />
situazione della libertà di ricerca, richiederebbe<br />
un salto di qualità sul piano<br />
dell’organizzazione e soprattutto sul<br />
piano economico. Ma non intravvedo la<br />
possibilità di creare queste condizioni,<br />
dato che il problema della libertà di ricerca<br />
è poco avvertito come emergenza<br />
a livello politico ed economico<br />
Credo di averlo già detto, che a me la politica<br />
per la politica interessa ben poco.<br />
Mi interessa la politica da un punto di vista<br />
scientifico. Il che a qualcuno suonerà<br />
un’eresia o un’insensatezza: ma è così. E<br />
sono così presuntuoso da pensare penso<br />
anche che, se non si comincia a guardare<br />
la politica da questo punto di vista,<br />
non si andrà molto lontano. Ovvero<br />
il futuro che ci aspetta sarà quello a cui<br />
già stiamo assistendo in Italia e nel mondo.<br />
Ci si potrà sempre soddisfare solipsisticamente<br />
o gregariamemente, masturbandosi<br />
davanti ai giochi di prestigio<br />
di qualche dinosauro politico. Che è<br />
già estinto. Ma ovviamente non può saperlo.<br />
Non sono quindi modo interessato a<br />
discutere di strategie di sopravvivenza<br />
La relazione di<br />
Marco non mi è<br />
piaciuta, lascia in<br />
buona evidenza<br />
trasparire da dietro<br />
l’elenco delle<br />
“vittorie” una realtà<br />
statica e con poche<br />
prospettive di<br />
evoluzione visti<br />
anche i dati esposti<br />
da Rocco.<br />
politica basate di alleanze di assistenzialismo<br />
reciproco. Infatti, non capisco perché<br />
non debba valere in politica quello<br />
che dovrebbe valere in economia. Ci si<br />
lamenta quando lo stato usa i nostri soldi<br />
per salvare decotte e non lascia che<br />
siano le regole del mercato a far la selezione,<br />
e poi si vogliono invece salvare a<br />
tutti i costi delle esperienze e idee politiche<br />
che forse sono nelle stesse condizioni<br />
della aziende di cui sopra. Non è perché<br />
l’<strong>Associazione</strong> o i Radicali hanno fatto<br />
questo e quest’altro o dicono questo<br />
o quest’altro che devono continuare a<br />
esistere o sono necessari: lo decide la<br />
competizione elettorale se alcune idee<br />
devono trovare uno spazio rappresentativo<br />
incarnandosi in individui che saranno<br />
votati. Qualcuno ovviamente dirà<br />
che la competizione non è equa, e che le<br />
nostre idee vengono silenziate da tutti.<br />
E’ anche vero che se i cittadini ci tenessero<br />
davvero si manifesterebbero con un<br />
maggior numero di iscrizioni. O una<br />
maggiore partecipazione a manifestazioni<br />
di lotta. Il che non è.<br />
Quindi, per me, ragionando come trovo<br />
a me congeniale cioè individualisticamente,<br />
le possibilità sono due. O rimango<br />
un sostenitore dell’<strong>Associazione</strong> per<br />
affezione. Ho trovato qui alcune persone<br />
più simpatiche e motivate che in altri<br />
contesti politici. Senza però continuare a<br />
proporre spunti di riflessione che in<br />
buona sostanza constato che interessano<br />
solo a me. Quindi, sugli aspetti scientifici<br />
della politica faccio le mie ricerche,<br />
scrivo i miei libri e se poi a qualcuno interesseranno<br />
se li leggerà. Magari trovando<br />
conferma che sono cazzate. Ma è<br />
producendo numerosi cazzata che ogni<br />
tanto viene anche qualche idea buona.<br />
Non viceversa. E comunque tra persone<br />
che giudicano le reciproche posizioni<br />
prive di interesse è da coglioni continuare<br />
e cercare di discutere. Quindi non starei<br />
a perdere tempo a scrivere per l’Agenda<br />
<strong>Coscioni</strong> o a preparare documenti o<br />
altro, quando in realtà in merito ai contenuti<br />
non c’è discussione.<br />
Quando, cioè, il parlare politico soprattutto<br />
a sinistra è stantio. Anzi puzza<br />
già di cadavere. E mi dà un po’ nausea.<br />
L’esperienza del dibattito che ho fatto su<br />
“L’altro” quest’estate, a partire dagli ogm<br />
e poi su “sinistra e scienza” è stata per me<br />
assai istruttiva, e mi ha fatto capire molto<br />
anche dell’esperienza di questi ultimi<br />
anni vissuti nell’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>.<br />
L’alternativa, che però non vedo all’orizzonte,<br />
è tornare a discutere di alcuni<br />
presupposti dell’azione politica che<br />
sta sviluppando l’<strong>Associazione</strong>. Si tratterebbe<br />
di darci un taglio o di chiarirsi su<br />
una serie di equivoci sulla natura della<br />
scienza e le ragioni per cui l’<strong>Associazione</strong><br />
si batte per la libertà di ricerca scientifica.<br />
Per questo ci vuole anche tempo, e<br />
soprattutto voglia di rimettersi a studiare<br />
e documentarsi. Si dovrebbe cominciare<br />
a pensare non schizofrenicamente<br />
ma sincreticamente a più livelli, sia rispetto<br />
ai temi e alle battaglie immediate<br />
e sia rispetto ai tempi lunghi e alla formazione<br />
di figure in grado di dar sostanza<br />
tra qualche tempo a un’auto-candidatura<br />
per il governo del paese.<br />
Intanto si tratterebbe anche di discutere<br />
se non sia il caso di cambiare alcune<br />
strategie, perché è proprio sul fronte dell’accreditamento<br />
scientifico che si stanno<br />
facendo passare alcune politiche illiberali,<br />
e che alcune religioni si stanno<br />
diffondendo. Quindi bisognerebbe mettere<br />
meglio a fuoco il tipo di messaggio<br />
che si vuole trasmettere. Per far solo un<br />
esempio, io credo che la battaglia del testamento<br />
biologico fatta nel nome del<br />
diritto all’autodeterminazione sia del<br />
tutto perdente, sul piano della comunicazione.<br />
Troppo astratto. E se non ci si<br />
mettono tutte le élite intellettuali a tener<br />
su la battaglia, come fu per il divorzio e<br />
l'aborto, non si va da nessuna parte e il<br />
parlamento se ne strafregherà. Farà come<br />
chiede il Vaticano. Si dovrebbe cominciare<br />
piuttosto a raccontare alla persone<br />
cosa significa quello che il parlamento<br />
vuole imporre ai cittadini italiani:<br />
dolore e sofferenza veri, costi economici<br />
per le famiglie e affari d’oro per i<br />
cronicari gestiti dai preti. Etc. Sarebbe il<br />
caso di rendersi conto che ci sono fronti,<br />
come quello della coltivazione degli<br />
ogm e del nucleare che dovrebbero essere<br />
oggetto di chiarimenti e di schieramenti<br />
“senza se e senza ma”: in particolare<br />
da parte di un’associazione che difende<br />
la libertà di ricerca scientifica.<br />
Insomma se di queste cose, come delle<br />
staminali embrionali o della contraccezione<br />
d’emergenza o dell’interruzione di<br />
gravidanza o della bioetica, si riesce a<br />
parlare entrando nel merito e quindi facendo<br />
venir fuori dati empirici e informazioni<br />
sui comportamenti concreti dei<br />
cittadini italiani e a immaginare strategie<br />
d’azione in termini plausibili, date le<br />
necessarie informazioni a disposizione,<br />
bene. Se ci si torna a confrontare con<br />
i modelli e i dati empirici sull’evoluzione<br />
delle democrazie nel mondo, e a discutere<br />
di quello che accade e si prepara dietro<br />
al palcoscenico dove recitano le marionette,<br />
meglio. Altrimenti… pace.
VII CONGRESSO<br />
ONLINE<br />
INTERVENTI<br />
7<br />
COME BATTERE IL RISCHIO DELL’AUTOREFERENZIALITÀ<br />
Dal dolore privato ai diritti per tutti<br />
Corbellini fa una provocazione, utile per un congresso come il nostro<br />
MIRELLA PARACHINI<br />
Quando ho letto l’intervento di<br />
Gilberto Corbellini, la prima cosa<br />
che mi è venuta in mente è stata:<br />
chissà cosa ne penserebbe <strong>Luca</strong><br />
<strong>Coscioni</strong>. Sarà perché mi sono ricordata<br />
che era stata proprio una<br />
mail di <strong>Luca</strong> inviata agli scienziati<br />
a far avvicinare Corbellini all’associazione.<br />
Niente di strano che<br />
negli anni si possa venire a provare<br />
“un senso crescente di frustrazione<br />
e delusione per l’evoluzione<br />
o, meglio l’involuzione, della<br />
discussione politico-culturale in<br />
seno all’<strong>Associazione</strong>”. Ma credo<br />
si debba analizzare meglio. Questo<br />
intervento è una provocazione<br />
a farlo e io penso che la sede<br />
congressuale online sia un’ottima<br />
occasione.<br />
Milito da tanti anni nel Partito radicale<br />
e ho sempre sentito parlare<br />
del “meccanismo di spostamento”<br />
delle frustrazioni. Quando<br />
ti batti in un Paese per migliorarne<br />
le regole e fare rispettare<br />
quelle che già esistono, ma ne<br />
vieni sopraffatto e vincono le logiche<br />
opposte alle tue, finisci per<br />
“spostare” le frustrazioni che ne<br />
derivano dall’esterno all’interno<br />
del gruppo in cui ti trovi, attribuendo<br />
a questo la causa principale<br />
delle tue delusioni. (E a<br />
buon bisogno te ne vai, e ti dai pace<br />
entrando nella “parte vincente”<br />
pur dicendoti di mantenere le tue<br />
convinzioni: di esempi ne abbiamo<br />
una bella lista). Io sono d’accordo<br />
sull’esistenza del rischio<br />
opposto, quello di restare intrappolati<br />
nell’autoreferenzialità,<br />
aspettando “qualche sentenza<br />
della magistratura che fornisca lo<br />
spunto per dire ‘l’avevamo detto’”.<br />
Resta il fatto che alle sentenze ci si<br />
arriva a forza di denunce e di ricorsi<br />
e che già questo legittimerebbe<br />
una forma di associazionismo<br />
che abbia il solo scopo di vigilare<br />
e monitorare le violazioni<br />
dei principi che il paese stesso dice<br />
di voler rispettare. Che si può<br />
allargare ad altri paesi, come inserito<br />
nella dichiarazione finale di<br />
Bruxelles, alla fine del Congresso<br />
Mondiale per la libertà di ricerca<br />
scientifica organizzato a marzo<br />
presso il Parlamento europeo.<br />
Lasciando da parte le lugubri considerazioni<br />
sul parlare politico attuale<br />
in generale, e in particolare<br />
nella sinistra, Corbellini si pone<br />
due alternative: o restare nell’associazione<br />
per “affezione”<br />
(che già<br />
sarebbe un buon<br />
motivo) o “tornare<br />
a discutere di alcuni<br />
presupposti<br />
dell’azione politica<br />
che sta sviluppando<br />
l’<strong>Associazione</strong>”,<br />
focalizzando<br />
i temi, i tempi<br />
e le persone da<br />
autocandidare al<br />
governo del paese.<br />
Sui temi:<br />
l’esempio del testamento<br />
biologico<br />
è buono. Ma<br />
mi chiedo se esiste<br />
davvero una<br />
differenza nella<br />
comunicazione<br />
tale da renderlo “più attraente”<br />
(virgolette mie), se si abbandona<br />
il presupposto del diritto all’autodeterminazione<br />
e partendo dal<br />
dolore e dalle sofferenze provate<br />
dai malati e dalle loro famiglie. Ma<br />
non è proprio questo il nocciolo<br />
del “metodo <strong>Coscioni</strong>” Partire<br />
dal “corpo dei malati” e farne tema<br />
politico, e come tale di difesa<br />
di un diritto Non siamo in questo<br />
modo meglio riconoscibili da<br />
chi è in grado di riconoscerci<br />
Rileggo un passaggio di <strong>Luca</strong>: “Il<br />
fatto poi che io abbia sollevato<br />
una questione politica, che non<br />
abbia accettato di rappresentare<br />
un cosiddetto caso umano, che<br />
abbia scelto lo strumento della<br />
lotta politica, infastidisce enormemente.<br />
Perché, in Italia, la persona<br />
malata, non appena una<br />
diagnosi le fa assumere questo<br />
nuovo status, perde immediatamente<br />
elementari diritti umani, e<br />
tale perdita è tanto maggiore,<br />
quanto poi più gravi sono le condizioni<br />
di salute della persona in<br />
questione. La mia, la nostra battaglia<br />
radicale per la libertà di Scienza,<br />
mi ha consentito di riaffermare,<br />
in particolare, la libertà all'elettorato<br />
passivo, il poter essere cioè<br />
eletto in Parlamento, per portare<br />
istanze delle quali nessun'altra<br />
forza politica, vuole, e può essere<br />
portatrice”. Quando ho partecipato<br />
all’ultima edizione della Scuola<br />
<strong>Coscioni</strong> a Salerno all’inizio del<br />
mese, ho avuto un’esperienza<br />
straordinaria nell’incontrare la famiglia<br />
Gentili. Ci trovavamo nel<br />
bel chiostro seicentesco dell’Ostello<br />
Ave Gratia Plena per la<br />
cena, quando è arrivata una famiglia<br />
con due figli in carrozzina.<br />
Era stato Marco Gentili, studente<br />
<strong>Coscioni</strong> di 20 anni, malato di<br />
SLA dalla nascita (una rara forma<br />
congenita) ad aver trascinato padre,<br />
madre e Carlo a Salerno. Carlo<br />
è il fratello maggiore, ha 25 anni,<br />
anche lui affetto da SLA , diagnosi<br />
formulata solo dopo la nascita del<br />
secondogenito. I volti sorridenti di<br />
tutti e quattro mi sono rimasti<br />
stampati nella mente: si erano attrezzati,<br />
come sono attrezzati per<br />
affrontare tutte le difficoltà inaudite<br />
di una situazione del genere,<br />
per seguire la volontà di Marco<br />
VII CONGRESSO ONLINE • 17 SETTEMBRE - 17 OTTOBRE 09<br />
Gentili, che quella settimana, intervistato<br />
dalla rivista Left, aveva<br />
dichiarato: “Per quanto riguarda<br />
me, battendomi in prima linea<br />
non mi sento usato ma vivo, più<br />
vivo che mai”. Ci aveva riconosciuto.<br />
Sui tempi: Corbellini dice “ci vuole<br />
anche tempo, e soprattutto voglia<br />
di rimettersi a studiare e documentarsi”.<br />
Vero. E’ per questo<br />
che non ci sono solo i malati nell’associazione,<br />
ma anche gli<br />
scienziati, i professori, i<br />
medici,gli studenti. Se qualcuno<br />
ci spiega come evolvono le democrazie<br />
nel mondo noi ne siamo<br />
rafforzati e aiutati nel fare. Ma è<br />
necessario anche “essere e fare”.<br />
All’inizio del suo intervento Cappato<br />
ci dice: “Questo congresso è<br />
convocato per raccogliere disponibilità<br />
e idee per un governo della<br />
salute e della ricerca alternativo<br />
all'impostazione clericale e assistenzialista<br />
dominante”. Di fronte<br />
a questo invito io non mi sento<br />
frustrata.<br />
Lorenzo Lipparini<br />
Informazione alternativa<br />
Diego Cogliandro<br />
Tessera costosa meno iscritti<br />
Alberto Delcorso<br />
L’importanza dei giovani<br />
PILLOLE<br />
CONGRESSUALI<br />
L’associazione è uno strumento vitale per<br />
conquistare l’alternativa. Non dobbiamo<br />
scoraggiarci. Il dibattito non è involuto, come<br />
dice Corbellini. Il tesoriere Berardo ha<br />
assimilato l’associazione ad Emergency,<br />
ma ci sono due differenze fondamentali<br />
tra noi ed Emergency: la nostra parzialità<br />
politica e la complessità del nostro messaggio,<br />
che tocca moltissimi temi. La strada<br />
da percorrere è quella dell’informazione,<br />
non sui soliti mezzi che non ci vogliono,<br />
ma nei luoghi frequentati dalle maggioranze<br />
spesso rassegnate alle politiche liberticide<br />
(scuole, università, ospedali).<br />
(in risposta a Corbellini)<br />
Sono parzialmente d'accordo con quello<br />
che sostiene Corbellini: se le nostre idee<br />
vengono “silenziate” dobbiamo però considerare<br />
questa come la causa del basso<br />
numero di iscritti all'<strong>Associazione</strong>, effetto<br />
sul quale incide anche l'ingente costo della<br />
tessera. In questo trovo utile rendere<br />
possibile l'iscrizione alla cellula anche senza<br />
effettuare quella all'<strong>Associazione</strong>. Sono<br />
in disaccordo quando Corbellini sostiene<br />
che la gente non capisca il valore del diritto<br />
all'autodeterminazione. Metterla sul<br />
piano economico e degli affari d'oro per i<br />
cronicari gestiti da preti mi sembra una<br />
strategia errata.<br />
L’intervento di Corbellini mi ha fatto pensare<br />
al “meccanismo di spostamento” delle<br />
frustrazioni dall’esterno all’interno. E’<br />
una dinamica psicologica di gruppo, come<br />
dice Emma. Ottima iniziativa quella del<br />
congresso online. Probabilmente coinvolge<br />
di più i giovani e le persone più istruite,<br />
ma resta il fatto che anche il congresso<br />
classico esclude le persone per vari motivi<br />
(lavoro, famiglia, soldi). Inoltre ne deriva<br />
un grande risparmio economico. Sono<br />
contento che siano nati Agorà Digitale e gli<br />
Studenti <strong>Coscioni</strong>. E’ importante intercettare<br />
i giovani. Domanda: siamo sicuri che<br />
la peste italiana non rischi di contagiare<br />
anche i radicali
8<br />
VII CONGRESSO<br />
ONLINE<br />
INTERVENTI<br />
LA VICEPRESIDENTE DEL SENATO IN AUDIO-VIDEO<br />
Visionari non velleitari<br />
A Corbellini dico: in Italia un "libero mercato della politica" non esiste<br />
EMMA BONINO<br />
Trascrizione parziale dell’intervento non<br />
rivista dall’autore<br />
Partecipo a questo congresso on<br />
line non solo per l’interesse che<br />
storicamente ho per l’<strong>Associazione</strong><br />
e i suoi temi, ma anche<br />
perché ci sono stati due interventi<br />
che mi hanno incuriosito e<br />
spinto a prendere la parola. Uno<br />
più "esterno", mi riferisco all’editoriale<br />
di domenica 20 settembre<br />
di Tommaso Padoa Schioppa,<br />
che, in alcune parti serve come<br />
cappello e contestualizzazione<br />
di un altro intervento, piuttosto<br />
interessante, che è quello di Gilberto<br />
Corbellini. […]<br />
La relazione di Marco, che ha dato<br />
il via a questo congresso on line,<br />
poneva, dal mio punto di vista,<br />
tre riflessioni centrali: lo stato<br />
interno dell’<strong>Associazione</strong> e le<br />
sue difficoltà a rivolgersi all’esterno,<br />
il da farsi e un problema più<br />
generale ma legato ai precedenti,<br />
vale a dire se nel contesto attuale,<br />
con queste leadership politiche e<br />
con queste situazioni istituzionali,<br />
sia possibile effettivamente<br />
continuare a sperare o se invece,<br />
pur continuando come formiche<br />
nel lavoro quotidiano, non<br />
sia arrivato il momento di dire<br />
che se non si gira pagina rispetto<br />
al sessantennio partitocratrico, è<br />
quasi impossibile resistere e soprattutto<br />
nel resistere far sentire<br />
la nostra voce così che vi sia discussione.<br />
Ora, cosa noi pensiamo di questo<br />
stato delle istituzioni italiane<br />
e della situazione italiana più in<br />
generale, l’abbiamo documentato<br />
con la “Peste italiana” […] Inizio<br />
da qui proprio perché […] ho<br />
ritrovato nell’editoriale di Padoa<br />
Shioppa alcune considerazioni<br />
simili: partiva dalla celebrazione<br />
del centocinquantesimo anniversario<br />
dell’Unità d’Italia per arrivare<br />
a conclusioni che molto ricordano<br />
nel merito, se non addirittura<br />
nel lessico vero e proprio,<br />
l’analisi che noi abbiamo fatto.<br />
Padoa Schioppa dice: “[…] Nel<br />
2011 si celebrerà non la nascita<br />
della nazione italiana, che è un<br />
fatto di cultura, bensì la fondazione<br />
dello Stato italiano, che è<br />
un fatto politico e istituzionale.<br />
Tutte le celebrazioni del 2011 dovrebbero<br />
ruotare a mio giudizio<br />
intorno a un solo grande tema: e<br />
cioè lo Stato italiano, le condizioni<br />
e la situazione dello Stato italiano.<br />
È questo, oggi, ma oramai<br />
da tempo, l’organo malato dell’Italia,<br />
quello la cui patologia sta<br />
facendo deperire l’intero corpo<br />
sociale, l’economia, la terra e le<br />
acque, la cultura, la scienza, il<br />
rapporto con la storia religiosa.<br />
[…]”.<br />
Corbellini, pone tutta una serie<br />
di problemi, nel suo intervento,<br />
da cui traspare un dato che mi è<br />
sembrato più personale - peraltro<br />
come lui stesso dice - di depressione<br />
o di frustrazione. L’<strong>Associazione</strong><br />
<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, come<br />
Radicali Italiani, come tutti noi,<br />
vive in questo contesto di distruzione<br />
cercando di reagire tenendo<br />
viva una fiaccola, di reagire<br />
lanciando idee e proposte, di<br />
reagire spesso emettendo silenzio<br />
perché non è automatico che<br />
quello che si dice riceva una<br />
qualche attenzione. Voglio dire a<br />
Gilberto che questo non è un<br />
aspetto marginale, perché questa<br />
comunicazione impossibile -<br />
o possibile solo a costo di scioperi<br />
della sete drammatici di Pannella<br />
o dei Radicali o miei - ha effetti<br />
di tutta evidenza immediati<br />
sull’aspetto economico e sull’aspetto<br />
delle energie umane, finanziare<br />
e delle iniziative che<br />
vengono proposte. Trovare finanziamenti,<br />
soldi puliti, trasparenti,<br />
accountable, non è affatto<br />
facile, al contrario è quasi impossibile,<br />
e fare politica di un qualche<br />
valore in queste condizioni è<br />
molto spesso disperante. Nell’interessante<br />
contributo al congresso<br />
di Gilberto questa parte del<br />
contesto di soffocamento viene<br />
certamente vista, ma in qualche<br />
modo viene data per scontata,<br />
viene minimizzata, e si arriva a<br />
dire: “io penso che quando uno è<br />
decotto o un’associazione è decotta<br />
deve sparire esattamente<br />
come in economia non si salvano<br />
aziende decotte perché funziona<br />
la regola del mercato”. […]<br />
In politica, sicuramente in Italia,<br />
le regole del mercato non ci sono<br />
state mai. Non è vero che<br />
contano le idee, non è vero<br />
che c’è la regola per cui<br />
funziona il merito, che c’è<br />
un pari accesso alla comunicazione<br />
con i cittadini<br />
per consentirgli di scegliere<br />
da chi vogliono essere<br />
rappresentati. Questo<br />
non credo sia un problema<br />
marginale. Gilberto<br />
dice: “ci si lamenta quando<br />
lo stato usa in nostri<br />
soldi per salvare aziende<br />
decotte e non lascia che<br />
sia la regola del mercato a<br />
fare la selezione, poi si vogliono<br />
salvare a tutti i costi<br />
delle esperienze, delle<br />
idee politiche che forse<br />
sono nelle stesse condizioni[…]”.<br />
Solo per parlare<br />
dell’ultima competizione,<br />
quando si scopre che a 30<br />
giorni dalle elezioni solo 3 persone<br />
su 100 sanno che c’è una lista<br />
Radicale e che per avere accesso<br />
ad una puntata di Annozero o<br />
Ballarò, e quindi alla competizione<br />
elettorale, bisogna farsi 6 giorni<br />
di sciopero della sete, di quali<br />
regole stiamo parlando O è un<br />
fatto marginale Io non credo<br />
che sia così, credo anzi che non<br />
teniamo conto del contesto: la<br />
peste italiana. […]<br />
C’è un altro elemento invece che<br />
Gilberto pone, […] è quello di<br />
avere una posizione più chiara<br />
per quanto riguarda gli OGM o<br />
per quanto riguarda il nucleare,<br />
argomenti fondamentali per<br />
un’associazione che si muove a<br />
difesa della ricerca scientifica.<br />
Gilberto, non ho capito bene il riferimento<br />
che tu fai al nucleare,<br />
perché mai i Radicali sono stati<br />
contrari alla ricerca sul nucleare<br />
di 4° generazione o simili, quindi<br />
non mi pare che abbiamo posto<br />
mai questo tipo di problema.<br />
[…]<br />
L’altra questione che mi ha in<br />
qualche modo sollecitato ad intervenire<br />
è il problema se usare<br />
in termini comunicativi la libertà<br />
di scelta, il testamento biologico,<br />
l’autodeterminazione oppure,<br />
perché di maggior effetto, il racconto,<br />
insistere sulla tematica del<br />
dolore, della sofferenza, dei costi<br />
economici per la famiglia e degli<br />
affari d’oro per i cronicari gestiti<br />
dai preti. Io non credo che queste<br />
cose siano in contraddizione.<br />
Quello che vedo è che non ci sono<br />
spazi per parlare né dell’una<br />
né dell’altra cosa. […] Ci si può<br />
ovviamente scoraggiare, questo<br />
è legittimo e non discutibile, vorrei<br />
però che non si interiorizzasse<br />
una dinamica sostanziale da<br />
piccolo gruppo, dove le difficoltà<br />
esterne vengono sottovalutate e<br />
in qualche modo vengono rilanciate<br />
le reciproche colpe. […]<br />
Il problema è decidere se vogliamo<br />
buttare la spugna o se non la<br />
vogliamo buttare e questo è un<br />
punto discriminante conoscendo<br />
molto bene le difficoltà che<br />
abbiamo di fronte. ….<br />
Tutto questo vuole essere un invito<br />
non velleitario, un tentativo<br />
di dare un contributo a questo<br />
congresso ribadendo che aprirsi<br />
a nuove tematiche fa sempre bene,<br />
ma che sottovalutare il contesto<br />
in cui siamo immersi rischia<br />
di darci una lettura di noi stessi e<br />
delle cose di sottovalutazione,<br />
che credo non aiuti. […] Velleitari<br />
e visionari […] perfino il grande<br />
progetto europeo nacque così,<br />
da Altiero Spinelli e da pochi<br />
altri, sull’isola nel carcere di Ventotene.<br />
Per fortuna sono riusciti<br />
a indicare la strada, e pensate come<br />
potevano sembrare velleitari<br />
Rossi o Spinelli da Ventotene che<br />
sotto il fascismo pubblicavano<br />
l’appello per l’Europa o il famoso<br />
manifesto di Ventotene.<br />
Spero di aver aiutato altri interventi<br />
e soprattutto aver aiutato o<br />
provocato Gilberto a reintervenire<br />
su due temi che anche a me<br />
appassionano molto, gli OGM e<br />
il nucleare, perché questi secondo<br />
me valgono la pena di esser<br />
approfonditi.<br />
Marco Valerio Lo Prete<br />
Agenda <strong>Coscioni</strong> rinnovata<br />
Pino Cucci<br />
Paziente impaziente<br />
Annalisa Chirico<br />
La rivoluzione dell’online<br />
Alessandro Capriccioli<br />
Alzare il livello dello scontro<br />
L'<strong>Associazione</strong>, ancora una volta con questo<br />
congresso on-line, sperimenta e pratica<br />
– senza inutili retoriche – una apertura<br />
ai cittadini a dir poco "rivoluzionaria" nel<br />
panorama italiano, caratterizzato da associazioni<br />
politiche (pensiamo ai partiti), che<br />
non fanno altro che cercare il modo migliore<br />
per allontanare l'individuo da ogni<br />
centro decisionale e da ogni responsabilità.<br />
Questo duplice connotato – libertà e responsabilizzazione<br />
– dovremmo rivendicarlo<br />
a ogni piè sospinto. Nel mio intervento<br />
provo ad abbozzare alcune idee per tradurre<br />
concretamente questa indicazione<br />
nel nostro mensile, Agenda <strong>Coscioni</strong>.<br />
Sono malato di sclerosi multipla. L'assunzione<br />
della cannabis terapeutica può donare<br />
dei benefici ed alleviare problemi di<br />
spasticità, diminuire l'incontinenza e il<br />
prurito irrefrenabile tipico di questa malattia.<br />
La cannabis è stata venduta nelle farmacie<br />
italiane fino agli anni Trenta; oggi<br />
non è più possibile acquistarla legalmente<br />
in Italia, e per assumerla si è costretti ad<br />
importarla dall' Olanda. Se i politici superassero<br />
i lori pregiudizi e la cannabis potesse<br />
essere coltivata anche Italia, i costi diminuirebbero<br />
notevolmente e tutto ciò apporterebbe<br />
sollievo a molti pazienti.<br />
Il carattere "rivoluzionante" di questo congresso<br />
online è tale non soltanto rispetto ai<br />
partiti del Regime, ma anche rispetto al<br />
Partito Radicale. Segnale di apertura è l'abbassamento<br />
quota iscrizione al di sotto dei<br />
25 anni. L'Agenda <strong>Coscioni</strong> dovrebbe<br />
aprirsi di più ai contributi dei non iscritti.<br />
Proposta: interviste, rubriche di volta in<br />
volta "presiedute" da un professore diverso<br />
e curate da uno Studente <strong>Coscioni</strong>. Priorità:<br />
risorse umane, campagna specializzata<br />
di fundraising e drenaggio risorse alle<br />
cellule territoriali.<br />
In un momento di grave emergenza sul<br />
fronte dei diritti civili, il congresso online<br />
può servire a due scopi: da un lato, rendere<br />
possibile la partecipazione dei malati e<br />
dei disabili, veri protagonisti dell'attività<br />
dell'<strong>Associazione</strong>; dall'altro, diffondere<br />
sulla rete le nostre campagne ed incentivare<br />
la partecipazione dei cittadini, che sono<br />
in maggioranza d'accordo con i nostri<br />
obiettivi. Si impone la necessità di alzare il<br />
fronte dello scontro politico, tornando a<br />
pronunciare chiaramente parole che il Regime<br />
sta cercando di rendere impronunciabili:<br />
eutanasia, diritto all'aborto, denunce<br />
penali contro gli impositori di coscienza.
VII CONGRESSO<br />
ONLINE<br />
INTERVENTI<br />
9<br />
LO SCIENZIATO DELLE STAMINALI<br />
Sono un topo da laboratorio,<br />
coinvolto dal vostro lavoro<br />
Felice e orgoglioso di far parte della <strong>Coscioni</strong>, “è una voce importante, forse la sola<br />
che mantiene viva l’attenzione di questo Paese sui problemi della ricerca”<br />
GIULIO COSSU<br />
Trascrizione dell’intervento non rivista<br />
dall’autore<br />
Sono contento di intervenire in<br />
questa nuova versione del congresso<br />
dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong><br />
online. Vorrei dire qualcosa per<br />
quanto riguarda la situazione dei<br />
problemi legati alla ricerca in Italia.<br />
Ma vorrei iniziare con un mio<br />
commento su quanto detto da<br />
Gilberto Corbellini due giorni fa e<br />
da Emma Bonino. Il commento<br />
di Gilberto come sempre è molto<br />
preciso e puntuale. La diagnosi è<br />
abbastanza curata ma la terapia<br />
che Gilberto suggerisce ricorda<br />
un po’ l’eutanasia. Io invece vorrei<br />
sposare la tesi di Emma Bonino,<br />
nei punti sollevati da Gilberto c’è<br />
una certa incapacità di incidere<br />
sul contesto nazionale non solo<br />
per quanto riguarda i problemi<br />
più generali della politica, ma anche<br />
quelli più propriamente inerenti<br />
alle tematiche dell’<strong>Associazione</strong><br />
<strong>Coscioni</strong> che sono la libertà<br />
di ricerca, la trasparenza dei processi<br />
di valutazione di cui parlerò<br />
tra poco. Tutti questi problemi<br />
sembrano essere affrontati con<br />
lucidità nelle varie riunioni della<br />
nostra <strong>Associazione</strong>, ma poi le nostre<br />
parole tendono un po’ a cadere<br />
nel vuoto, la sensazione che ho<br />
avuto è che spesso parliamo tra di<br />
noi e tendiamo a convertire i convertiti.<br />
Se in un supermercato ma<br />
ancora peggio se in un congresso<br />
scientifico io andassi in giro chiedendo<br />
alle persone quanti di loro<br />
conoscono l’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong><br />
ho paura che la percentuale<br />
sarebbe piuttosto bassa, anche<br />
nell’ambiente scientifico. Una cosa<br />
che ci tengo a dire indipendentemente<br />
da qualsiasi considerazione<br />
sull’effetto è che l’<strong>Associazione</strong><br />
<strong>Coscioni</strong> è l’unica associazione<br />
politica in Italia che ha veramente<br />
fatto qualcosa per la ricerca.<br />
Io non ho mai fatto politica in<br />
vita mia, ho sempre detto che sono<br />
un topo di laboratorio, da<br />
quando avevo diciannove anni<br />
mi sono trovato dentro un laboratorio<br />
e fondamentalmente non<br />
ne sono mai uscito perché quello<br />
è il mio mondo, questo non è il<br />
mio mondo. Però sono stato coinvolto<br />
dal lavoro dell’<strong>Associazione</strong>,<br />
anche se finisco con il fare molto<br />
meno di quello che dovrei e potrei,<br />
proprio perché ho avuto la<br />
sensazione che per la prima volta<br />
non c’erano parole vuote, ma<br />
c’era veramente la volontà di favorire<br />
la ricerca scientifica. Questo<br />
governo, ma la cosa più triste<br />
che anche i governi di sinistra che<br />
si sono succeduti nel tempo, hanno<br />
sempre fatto proclami sull’importanza<br />
e sul valore della ricerca<br />
per lo sviluppo di un paese, una<br />
considerazione talmente ovvia<br />
che ormai tutti condividono. Il<br />
problema è che poi quando si<br />
tratta di allocare risorse, e di allocarle<br />
in modo moderno e intelligente,<br />
trasparente senza favorire<br />
una particolare area di potere o<br />
una strategia di distribuzione a<br />
pioggia che non serve a niente, allora<br />
poi alle parole non seguono i<br />
fatti. Se prendiamo per esempio il<br />
problema sollevato principalmente<br />
da Piergiorgio Strata, da<br />
Corbellini, da Paolo Bianco e da<br />
altri, dei criteri di valutazione della<br />
ricerca, lì non c’è proprio da inventare<br />
l’acqua calda, sono criteri<br />
che sono utilizzati in tutti i paesi<br />
dove la ricerca scientifica è eccellente,<br />
quindi non bisogna inventare<br />
niente, bisogna semplicemente<br />
avere il potere di applicarli.<br />
Tornando alla critica che faceva<br />
Gilberto noi non abbiamo la forza<br />
mediatica e polita di far sentire<br />
la nostra voce. Questo è un problema<br />
ma non deve essere motivo<br />
di scoraggiamento ma piuttosto<br />
l’idea che dobbiamo continuare,<br />
non importa quale sia il risultato<br />
pratico, a dire che la ricerca<br />
è importante e che va fatta bene.<br />
Bisogna investire di più per la<br />
ricerca, è vero, ma basterebbe utilizzare<br />
bene i fondi che già son investiti<br />
per avere salto qualitativo<br />
della ricerca di questo paese. Occorrerebbe<br />
che ci fosse un’agenzia<br />
nazionale che valuta ricerca,<br />
che ogni ricercatore dovrebbe essere<br />
libero, come con il National<br />
Institute of Healt negli Stati Uniti,<br />
di sottomettere un progetto importante<br />
per cinque anni che viene<br />
valutato con estrema severità<br />
da suoi pari, cioè da altri colleghi<br />
esperti nel suo settore. Poi se il<br />
progetto è buono viene finanziato<br />
per 5 anni con una cifra significativa<br />
in modo che il ricercatore può<br />
svolgere il suo lavoro in modo efficiente<br />
e alla fine di quei cinque<br />
anni documenta quello che è riuscito<br />
a fare e su questa base le<br />
agenzie di vedranno se è il caso di<br />
continuare a finanziarlo. Questo è<br />
quello che succede in Gran Bretagna,<br />
negli Stati Uniti e in Germania.<br />
Qui vorrei fare un inciso, ieri<br />
guardavo Ballarò e sentivo un imprenditrice<br />
italiana la quale diceva<br />
di aver viaggiato in Giappone<br />
negli Emirati arabi e che il nome<br />
dell’Italia è ancora un nome importante,<br />
nonostante le vicende<br />
recentemente accadute, le quali<br />
non hanno scalfito l’immagine<br />
dell’Italia. Io giro il mondo per<br />
congressi scientifici e interagendo<br />
con colleghi statunitensi , europei<br />
e giapponesi la mia esperienza è<br />
radicalmente diversa, c’è la sensazione<br />
di un paese che arranca che<br />
si perde dietro una serie di fatti e<br />
misfatti di basso livello e che non<br />
riesce a competere. Questo è un<br />
peccato perché in Italia c’è secondo<br />
me una popolazione di ricercatori<br />
di ottimo livello, ci sono delle<br />
strutture dive la ricerca si riesce<br />
a fare bene. Ma non basta è necessario<br />
portare al livello delle Università<br />
al livello dei centri di ricerca<br />
dei criteri di efficienza e di selezione<br />
che sono necessari e che sono<br />
impopolari e che soprattutto<br />
richiedono una volontà politica di<br />
agire, di investire, di controllare i<br />
soldi investiti siano stati investi<br />
bene. Questo purtroppo in questo<br />
paese non è mai accaduto, io<br />
sono 40 anni che sono nel laboratorio<br />
e nessuno dei governi che si<br />
sono succeduti ha mai fatto qualcosa<br />
di concreto. Ci sono stati tentativi<br />
da ma nell’inerzia tutto questo<br />
si è andato perdendo. Ci sono<br />
tanti altri problemi per cui l’<strong>Associazione</strong><br />
ha contribuito e contribuisce<br />
a tenere viva l’attenzione:<br />
dalle cellule staminali embrionali<br />
a problemi sul fine vita e sul testamento<br />
biologico, alla possibilità<br />
di decidere del proprio corpo liberamente<br />
come dovrebbe essere<br />
in una repubblica laica. Tutti questi<br />
temi sono vivi in questo paese<br />
grazie a <strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>. Il<br />
lavoro sulle cellule staminali sta<br />
subendo una rivoluzione epocale<br />
grazie alla scoperta di Yamanaka<br />
che ha dimostrato che è possibile<br />
riportare delle cellule adulte a<br />
uno stadio di cellule staminali<br />
embrionali senza passare per<br />
l’embrione. Io ho la sensazione<br />
che la polemica si era scaldata<br />
troppo perché adesso i contendenti<br />
si rendano conto che probabilmente<br />
nel giro di qualche anno<br />
questa polemica sarà consegnata<br />
alla storia della politica e del costume<br />
di questo paese. Abbiamo<br />
ancora bisogno di lavorare con<br />
cellule staminali embrionali<br />
umane per un periodo di pochi<br />
anni e probabilmente quelle che<br />
già ci sono sono sufficienti solo<br />
per convincerci e per dimostrare<br />
al cento per cento che le cellule<br />
adulte riprogrammate sono completamente<br />
equivalenti a quelle<br />
embrionali. Dopo di che sarà più<br />
semplice più economico e non<br />
creerà più problemi etici lavorare<br />
con le cellule staminali del paziente<br />
che sono state che sono<br />
state riprogrammate a cellule embrionali<br />
e sono state trattate, curate<br />
e dopo reinserite nello stesso<br />
paziente senza bisogno di passare<br />
per l’ovocita. Diversa situazione<br />
per quanto riguarda il testamento<br />
biologico, l’eutanasia, in generale<br />
sulla possibilità di disporre<br />
del proprio corpo secondo la propria<br />
libera e cosciente volontà. Se<br />
la chiesa cattolica ritiene che il<br />
corpo di un uomo vada comunque<br />
tenuto vivo anche se il cervello<br />
non ha più attività. Questo è un<br />
convincimento rispettabilissimo<br />
della chiesa che i fedeli decideranno<br />
se seguire o no ma che il governo<br />
italiano non può imporre come<br />
legge anche a coloro che non<br />
si riconosco nella fede cattolica.<br />
Concludendo il mio intervento<br />
mi riallaccio a quanto detto all’inizio,<br />
io sono felice e orgoglioso<br />
di far parte dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>,<br />
mi piacerebbe poter fare di<br />
più e ritengo che quello che l’<strong>Associazione</strong><br />
fa, sia una voce importante,<br />
forse la sola voce che mantiene<br />
viva l’attenzione di questo<br />
paese sui problemi della ricerca,<br />
dei malati e delle malattie che oggi<br />
non si possono curare. Grazie<br />
per l’attenzione.<br />
Andrea Picchi<br />
Cellule siano più attive<br />
Filippo Vignali<br />
Linkopedia per l’agenda<br />
Davide Chicco<br />
Rilanciare cannabis terapeutica<br />
Marco Gentili<br />
Agevolazioni per studenti<br />
La cellula pisana nasce esattamente un<br />
anno fa ed accoglie iscritti di tutte le "provenienze"<br />
politiche, questa diversità si traduce<br />
in opportunità. Tutto ciò è sicuramente<br />
conseguenza del prezzo molto<br />
competitivo della nostra quota di iscrizione<br />
(15 euro). Credo però che la proposta di<br />
Annalisa Chirico sull'abbassamento della<br />
quota per gli under 25 non sia convincente<br />
perché è una soglia presa a caso. L'associazione<br />
ha bisogno di una ristrutturazione,<br />
ed gli Studenti <strong>Coscioni</strong> non vanno<br />
coinvolti solo dal punto di vista finanziario,<br />
ma anche e soprattutto nella militanza<br />
politica attiva e sul territorio.<br />
Il congresso radicale online è un'ottima<br />
opportunità. L'associazione potrebbe allargare<br />
le sue prospettive creando un sito<br />
web per la rivista "Agenda <strong>Coscioni</strong>", un<br />
luogo virtuale per un dibattito più esteso<br />
attorno alle nostre, magari con una linkopedia<br />
che aiuti ad approfondire gli argomenti.<br />
A ciò si potrebbe unire una campagna<br />
sul biotestamento che coinvolga personaggi<br />
della cultura e dello spettacolo. Si<br />
potrebbe creare un intergruppo parlamentare<br />
"ufficiale" sul testamento biologico.<br />
(in risposta a Marco Gentili)<br />
Bisogna puntare maggiormente sulla diffusione<br />
dell’Agenda <strong>Coscioni</strong>. Le campagne<br />
dell’associazione possono non avere<br />
un grande impatto sugli studenti dei licei,<br />
ma possiamo provare a coinvolgerli, ad es.,<br />
preparando dei volantini ad hoc sulla libertà<br />
sessuale o sulla pillola del giorno dopo.<br />
Dobbiamo rilanciare il progetto Scolarmente.<br />
Chi se ne occupò a Salerno deve<br />
riattivarsi. Bisogna rilanciare sull’antiproibizionismo,<br />
ma con riferimento soprattutto<br />
alla cannabis terapeutica.<br />
Sono favorevole all'abbassamento di quota<br />
per gli studenti non lavoratori under 25,<br />
magari si potrebbero anche istituire dei<br />
piccoli concorsi, corredati di regole precise,<br />
con in palio iscrizioni gratuite, le cui<br />
spese di invio tessera potremmo accollarci<br />
noi Studenti <strong>Coscioni</strong>. Dovremmo poi<br />
creare un ampio indirizzario di rappresentanti<br />
d'istituto e della Consulta, in modo<br />
da avere una buona rete di studenti per<br />
l'<strong>Associazione</strong>. Infine penso che dovremmo<br />
lanciare una raccolta fondi tramite sms<br />
per la libertà di ricerca scientifica, oltre che<br />
rilanciare i temi della libertà sessuale e dell'antiproibizionismo.
10<br />
VII CONGRESSO<br />
ONLINE<br />
INTERVENTI<br />
IL MALATO DI SLA CHE HA LANCIATO IL VIDEO TESTAMENTO<br />
Sono nato libero,<br />
vorrei morire libero<br />
Paolo Ravasin: Quando le persone sono trattate come merce, che a fine mese è<br />
denaro sicuro, l'uomo e la Chiesa si sono dimenticati di Dio.<br />
PAOLO RAVASIN<br />
Mi sento perseguitato e discriminato<br />
dallo Stato Vaticano e Italiano.<br />
Sono nato nel peccato, vivo<br />
nel peccato e morirò nel peccato<br />
come tutti i credenti. In questo<br />
mondo pieno di ipocrisia dove la<br />
merce vale più degli esseri umani.<br />
Quando le persone sono trattate<br />
come merce, che a fine mese è denaro<br />
sicuro, l'uomo e la Chiesa si<br />
sono dimenticati di Dio.<br />
Sono nato libero, vorrei morire da<br />
libero. Il male ha successo quando<br />
le persone le persone buone<br />
soffrono in silenzio e non sono<br />
aiutate a far valere i propri diritti.<br />
Se dovesse passare, anche alla Camera,<br />
il DDL Calabrò sul testamento<br />
biologico, già approvato<br />
dal Senato con la grande maggioranza<br />
dei voti, sarebbe un'offesa<br />
alla dignità dell'essere umano. E<br />
soprattutto andrebbe contro la<br />
Costituzione Italiana che è laica,<br />
ma anche contro la stragrande<br />
maggioranza dei cittadini italiani<br />
che contano solo quando si deve<br />
votare e la loro opinione non vale<br />
più dopo il voto. Contiamo quando<br />
mettiamo la firma per l'otto<br />
per mille, quando si trattengono<br />
l'80% per loro e il restante 20% lo<br />
danno in carità, sempre gestita<br />
dallo Stato Vaticano: missioni, Caritas,<br />
associazioni benefiche, ecc.<br />
Sempre denaro dei Cristiani Cattolici,<br />
cittadini italiani, però sono<br />
padroni del 40% dei beni immobiliari<br />
italiani, quelli non li danno<br />
in beneficenza, senza contare<br />
tutti i beni materiali che hanno<br />
nel mondo e i loro interessi nel<br />
mondo dell'alta finanza; siedono<br />
nei consigli di amministrazione<br />
delle società: fanno l'interesse del<br />
più povero o no Perchè il divario<br />
tra ricchi e poveri aumenta Se<br />
non bastasse questo, hanno fatto<br />
dei concordati economici con circa<br />
140 stati del mondo,ad esempio<br />
la Germania con l'otto per<br />
cento che porta circa 4 miliardi di<br />
euro ogni anno, senza contare i<br />
trattamenti fiscali di favore che<br />
hanno.<br />
Quando parlano a nome della<br />
Chiesa o in difesa della vita perchè<br />
non parlano anche del lato economico<br />
che guadagnano Come<br />
in quella casa di riposo, gestita<br />
dalla curia vescovile in provincia<br />
di Cosenza, che la magistratura ha<br />
fatto chiudere dopo due anni di<br />
indagini. Le associazioni per la vita<br />
cattoliche non c'erano davanti<br />
ai cancelli, eppure non si sa che fine<br />
abbiano fatto alcune persone.<br />
La vita di Eluana Englaro valeva di<br />
più Il falso in bilancio non è un<br />
reato penale qui in Italia, dunque<br />
la coscienza è a posto con lo spirito<br />
e l'anima. Lo Stato Vaticano è il<br />
più piccolo al mondo come territorio,<br />
ma certamente non è il più<br />
povero come ricchezza materiale<br />
e influenza politica. La pena di<br />
morte è stata abrogata nel 1969<br />
dallo Stato Vaticano, prima non<br />
valeva nulla per la Chiesa<br />
Un saluto all'<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong><br />
e a tutti i partecipanti da<br />
parte di Paolo Ravasin<br />
IL COSTITUZIONALISTA MICHELE AINIS<br />
L'<strong>Associazione</strong> nel sottoscala<br />
dell'informazione italiana<br />
Al congresso online dell’<strong>Associazione</strong><br />
<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> interviene il<br />
prof. Michele Ainis, costituzionalista<br />
ed editorialista della Stampa.<br />
Perché in Italia c’è bisogno di<br />
un’<strong>Associazione</strong> per la libertà di<br />
ricerca scientifica Perché l’attività<br />
dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong><br />
non ottiene risalto sui mass media<br />
Questi i punti affrontati dal<br />
professore nel suo intervento in<br />
formato audiovideo. Pochi minuti<br />
e grande concisione.<br />
Per Ainis è “un’acquisizione ormai<br />
ovvia che la ricerca debba essere<br />
libera e non disturbata nei<br />
suoi percorsi”. Eppure in Italia<br />
non sembra affatto scontato. “Il<br />
lavoro dell’associazione si consuma<br />
in un sottoscala dell’informazione<br />
pubblica italiana”, mentre i<br />
riflettori di tv e giornali restano<br />
puntati su “fatti secondari” della<br />
vita politica nazionale. Perché<br />
Secondo il professore, “è un fatto<br />
che ci sia un cattivo rapporto tra<br />
la Chiesa Cattolica Apostolica Romana<br />
e la scienza”. Insomma,<br />
“non serve scomodare Galileo”<br />
per rendersi conto che la voce<br />
della Chiesa Cattolica “sovrasta<br />
tutte le altre”.<br />
Le acquisizioni della scienza non<br />
sono buone o cattive. Richiamando<br />
l’etimologia greca del termine<br />
"farmaco", il professore afferma<br />
che “phàrmakon è ciò che<br />
salva, ma anche ciò che distrugge”.<br />
Dipende dall’uso che se ne fa.<br />
Emblematico è l'esempio dell'energia<br />
nucleare, che può essere<br />
impiegata proficuamente a fini<br />
civili, ma può anche generare<br />
"distruzioni immani".<br />
Ecco, dunque, che il<br />
dibattito sulla libertà<br />
di ricerca si riduce a<br />
una questione di libertà<br />
e responsabilità.<br />
“In Italia la libertà<br />
della ricerca scientifica<br />
resta ostaggio della<br />
libertà di religione”;<br />
e questa tensione ancora<br />
irrisolta è la ragione<br />
per cui l’<strong>Associazione</strong><br />
<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> serve al<br />
Paese.<br />
Gustavo Fraticelli<br />
Fatti concreti per disabili<br />
Davide Baccinelli<br />
Legge liberale su biotestamento<br />
Mina Welby<br />
Barriere abbattute grazie al web<br />
Antonella Elia<br />
Liberta’ di cura e responsabilità<br />
Sono affetto da spasticità da trauma da<br />
parto, nonostante ciò ho cercato sempre<br />
di imporre il mio diritto a una vita “viva”. Il<br />
clericalismo di cui è pervasa l’azione politica<br />
in Italia è una costante ed un continuum,<br />
salvo poche eccezioni, nella storia<br />
dell’Italia unita. Bisogna riprendere con<br />
forza il tema della laicità. Le posizioni di Fini<br />
sono un fatto positivo. Auspico un’incisa<br />
azione sul versante della disabilità. A Roma<br />
i disabili possono fruire del trasporto<br />
pubblico solo se accompagnati da escort.<br />
Io preferirei lasciare tali figure a ben altri<br />
devoti utilizzatori finali.<br />
Riporto il mio caso locale per tornare sul<br />
tema della territorialità. Sono consigliere<br />
indipendente del Gruppo PD a Lonato.<br />
Qui ho sottoposto la mozione per l’istituzione<br />
del registro dei biotestamenti, ma in<br />
una riunione dei capigruppo consiliari mi<br />
sono scontrato con una realtà locale di<br />
provincia. Di fronte a numerose obiezioni,<br />
abbiamo optato all’unanimità per una<br />
mozione di sollecitazione del legislatore<br />
nazionale per una legge liberale sul biotestamento.<br />
Una prova che a livello locale le<br />
soluzioni possono essere molteplici e duttili<br />
a seconda delle singole realtà.<br />
Questo congresso può essere un portentoso<br />
inizio di una nuova più forte vita dell’<strong>Associazione</strong>.<br />
Insieme possiamo fare molto<br />
di più. Sul versante della disabilità, della Vita<br />
Indipendente, dell’accesso alla pubblica<br />
amministrazione. Le barriere possono<br />
essere abbattute grazie al web. E poi la ricerca<br />
sulle cellule staminali embrionali. La<br />
legge sul biotestamento in discussione al<br />
Parlamento lede il diritto all’autodeterminazione<br />
dei cittadini. Solo correndo possiamo<br />
arrivare a un traguardo e correndo<br />
insieme si corre meglio.<br />
Desidero dare la mia testimonianza a favore<br />
dell'<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>,<br />
un'associazione straordinaria. Una delle<br />
battaglie che ho più a cuore è quella per<br />
l'eutanasia. Sì all'eutanasia, sì alla libertà<br />
di scegliere quando e come morire perché<br />
questo fa parte della nostra dignità di essere<br />
umani. Sostengo inoltre gli Studenti <strong>Luca</strong><br />
<strong>Coscioni</strong> per la loro battaglia a favore<br />
della diffusione del preservativo e dell'abolizione<br />
della ricetta per la pillola del giorno<br />
dopo. La contraccezione è l’unica vera politica<br />
antiabortista.
VII CONGRESSO<br />
ONLINE<br />
INTERVENTI<br />
11<br />
Paola Cirio<br />
Per la libertà di scelta e cura<br />
Sono malata di sclerosi multipla e consigliere<br />
generale Ass. <strong>Coscioni</strong>. Io volevo<br />
parlare della libertà, un valore fondamentale<br />
per la nostra civiltà, perché se<br />
purtroppo ci crediamo superiori alle civilità<br />
a noi vicine è perché tra i nostri valori<br />
fondanti c’è la libertà. Per me la libertà<br />
dovrebbe essere anche la libertà di cura,<br />
cioè la libertà di scegliere la terapia<br />
con le informazioni dei medici. D’altra<br />
parte la libertà è una cosa di cui dobbiamo<br />
essere responsabili.<br />
Tommaso Ciacca<br />
Biotestamento serve legge chiara<br />
Pochi giorni fa sono stato contattato da<br />
una giornalista del Corriere dell'Umbria,<br />
la quale mi chiedeva di raccontarle un<br />
caso realmente accaduto in merito alla<br />
questione testamento biologico e autodeterminazione.<br />
Le raccontai una vicenda,<br />
che come medico mi ha coinvolto in<br />
prima persona. Il 17 Settembre il giornale<br />
riportava il titolo “Lasciatemi morire e<br />
il medico dice sì”, fortunatamente con il<br />
contenuto corretto. Mentre il Movimento<br />
per la vita, intervistato su ciò, dava dei<br />
giudizi coerenti, i “mariniani” paraddosalmente<br />
no. Serve quindi una legge<br />
chiara, essenziale e soprattutto dalla parte<br />
della volontà del cittadino.<br />
Claudio Pighin<br />
Assistenza spirituale laica<br />
Vorrei che discutessimo della cosiddetta<br />
assistenza "spirituale", ovvero la<br />
presenza di una persona al momento<br />
della propria morte. E’ una sezione che<br />
ho aggiunto io personalmente nel redigere<br />
il mio testamento biologico e secondo<br />
me andrebbe creata un'associazione,<br />
magari anche qui in territorio romano,<br />
che si occupi di fornire questa assistenza<br />
a chi ne faccia richiesta al posto di quella<br />
spirituale convenzionale perché magari<br />
la persona da noi designata nel testamento<br />
potrebbe non essere poi effettivamente<br />
disponibile.<br />
Davide Chicco<br />
Un ponte tra malati e politica<br />
L'<strong>Associazione</strong> dovrebbe porsi come<br />
ponte tra il mondo dei disabili e dei malati,<br />
e il mondo della politica. Occorre<br />
istituire un’Anagrafe pubblica delle Case-famigliae<br />
delle Comunità Alloggio, ossia<br />
un documento online contenente i<br />
dati e i contatti di tutte quelle strutture,<br />
che ospitano disabili, malati e persone<br />
con problemi vicini alle tematiche dell'<strong>Associazione</strong><br />
<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>.<br />
Salvatore Grizzanti<br />
Studenti coscioni e unità radicale<br />
Gli Studenti <strong>Coscioni</strong> possono essere un<br />
soggetto trasversale all’interno della galassia<br />
radicale; una sorta di organizzazione<br />
giovanile ma in salsa radicale fondata<br />
su obiettivi di riforma laici e liberali della<br />
scuola, dell’università, della salute... Potrebbe<br />
essere molto incisivo per la riduzione<br />
del costo della tessera di Radicali<br />
Italiani. Potrebbe anche essere un esempio<br />
di “unità radicale” per riflettere sull’utilità<br />
della nostra organizzazione attuale<br />
in “galassia” piuttosto che in “partito”<br />
radicale.<br />
Marcello Crivellini<br />
Più salute meno sanità<br />
Più salute, meno sanità. Attorno alla sanità<br />
ruotano soldi e potere. Un agglomerato<br />
di aziende e di appalti gestiti dalle<br />
Regioni. Sulla sanità il divario tra il Nord e<br />
il Sud è impressionante. Il problema è il<br />
modo in cui i soldi pubblici vengono impiegati.<br />
Proposta: riforma incentrata sul<br />
trinomio Valutazione, Informazione e<br />
Scelta. Un sistema di valutazione dei servizi<br />
sanitari a tutti i livelli, che metta a disposizione<br />
dei cittadini le informazioni<br />
sui risultati finali. Il cittadino tornerebbe<br />
ad essere soggetto attivo, strumento esso<br />
stesso di governo del sistema.<br />
Piergiorgio Strata<br />
Battaglia sulla perenzione<br />
Con gli Studenti <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> ci siamo<br />
occupati della perenzione, e vorrei che<br />
l’<strong>Associazione</strong> continuasse in questa battaglia.<br />
Pochi sanno cos’è. Si tratta di un<br />
meccanismo amministrativo, in base al<br />
quale i fondi pubblici devoluti per un<br />
progetto e non ancora utilizzati “scadono”<br />
al finire del terzo anno e rientrano<br />
automaticamente nelle casse del Tesoro.<br />
Sulla “fuga dei cervelli” la preoccupazione<br />
maggiore è che l’Italia non attrae ricercatori<br />
stranieri. La frammentazione<br />
delle strutture è un grande fattore di<br />
spreco di risorse pubbliche.La riforma<br />
dell’Università e della Ricerca deve puntare<br />
sulla valutazione come criterio guida.<br />
Libertà di ricerca è anche libertà di<br />
competere. Aboliamo le facoltà, luoghi di<br />
manovre spartitorie. Finanziamo i dipartimenti<br />
e i singoli ricercatori in base ai risultati<br />
prodotti.<br />
Italo Cannone<br />
Dubbi sul vaticano<br />
Niente RU 486.<br />
Negli Stati Uniti infuria il dibattito sulla<br />
proposta del presidente Obama di rendere<br />
obbligatoria l’assicurazione sanitaria<br />
a tutti i cittadini americani. La paura<br />
degli oppositori è anche quella della promozione<br />
di nuove leggi per ridurre l’assistenza<br />
ospedaliera di chi si trova nella fase<br />
del “fine vita”, stabilendo per legge una<br />
vera eutanasia. Mi domando se la guerra<br />
intrapresa dal Vaticano a favore della<br />
“santità della vita” , per impedire che ciascuno<br />
possa decidere come morire mediante<br />
il testamento biologico, sia solo<br />
una scusa per evitare di far perdere un<br />
guadagno sicuro agli ospedali cattolici<br />
convenzionati …<br />
Stefano Pagliarini<br />
Piu’ sostegno alle cellule<br />
Dalla prima edizione della Scuola Estiva<br />
<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> mi sento veramente parte<br />
dell’<strong>Associazione</strong>. Concordo con Annalisa<br />
Chirico sul fatto che bisogna sostenere<br />
di più le cellule territoriali che rischiano<br />
di soffrire di solitudine. Bella l’idea di<br />
Gentili e Vignali sullo spot. Sì all’abbassamento<br />
della quota sotto i 25 anni. Sì alla<br />
proposta di Berardo sulla creazione di<br />
una tesoreria locale. Bisogna ridurre le<br />
stampe dell’Agenda <strong>Coscioni</strong> e potenziarla<br />
sul web. Buona l’idea di Annalisa di<br />
dare spazio sull’Agenda agli Studenti <strong>Luca</strong><br />
<strong>Coscioni</strong>, che riescono a raggiungere<br />
una nicchia di persone che l’<strong>Associazione</strong><br />
di per sé non riuscirebbe. Consapevoli<br />
del Regime e della sensazione diffusa di<br />
sfiducia verso la politica, dobbiamo fare<br />
un passo in avanti, e non indietro.<br />
Annalisa Chirico<br />
Territorio e autofinanziamento<br />
(in risposta a Pagliarini)<br />
Nelle parole di Stefano sento ancora lo<br />
spirito della Scuola Estiva <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>.<br />
Il radicamento territoriale e l'autofinanziamento<br />
restano priorità importanti per<br />
chi fa iniziativa radicale lontano da Roma.<br />
Spero che anche nella nomina degli<br />
Il dito nell’occhio<br />
abba<br />
Non banalizziamo l'aborto,abbiamo già banalizzato il parto.Con il cesareo.<br />
organi (non elettivi), che saranno costituiti<br />
alla fine di questo congresso, si tenga<br />
conto di un criterio territoriale, cercando<br />
di valorizzare le persone più capaci<br />
e promettenti. Con uno sguardo al futuro.<br />
La mia proposta di dare uno spazio<br />
fisso agli SC su Agenda <strong>Coscioni</strong>, insieme<br />
a quella dell'abbassamento delle quote,<br />
mi renderanno una segretaria veramente<br />
populista, ma io dico “Avanti i giuovani”;).<br />
Guido Biancardi<br />
Invasione di campo<br />
Nella ricerca delle verità possiamo competere<br />
con chi non è "scientificamente<br />
accreditato". Accettiamo la sfida dell'invasione<br />
di campo del clericalismo e portiamo<br />
a nostra volta i valori laici nel campo<br />
"avverso". Io dico: apertura! anche a<br />
rischio di legittimare chi non è credibile,<br />
dimostrandone le condizioni di inadeguatezza.<br />
Sul ruolo delle associazioni<br />
della galassia radicale: dopo il big bang<br />
della moltiplicazione, torniamo a unire.<br />
La specializzazione è veicolo di riduzione<br />
della qualità dei contributi.<br />
Carlo Troilo<br />
Sconfiggere l’evasione fiscale<br />
Ho elaborato una proposta per combattere<br />
l’evasione fiscale nell’ambito del<br />
gruppo di lavoro sulla disabilità guidato<br />
dal prof Alberto Zuliani, presidente dell’Istat.<br />
Siamo convinti che per rendere dignitosa<br />
la vita di circa tre milioni di disabili<br />
è necessario sconfiggere l’evasione fiscale.<br />
Si contano cento miliardi di evasione fiscale,con<br />
il recupero di essi si potrebbero<br />
realizzare ben 3 finanziarie. L’obiettivo è<br />
la presa di coscienza della gravità della situazione.<br />
Urge scoraggiare il possibile<br />
evasore con campagne di protesta e proposta,<br />
e con l’inasprimento delle pene.<br />
Giacomo Gallitto<br />
Una spinta dal basso<br />
Ricostruire un dialogo con i cittadini è<br />
ora più che mai urgente. L’evoluzione<br />
della scienza, delle tecnologie e le nuove<br />
frontiere del fine vita con la loro complessità<br />
crescente impongono un nuovo<br />
approccio.I messaggi delle campagne<br />
dell’<strong>Associazione</strong> devono essere semplici,<br />
chiari, univoci. La ricerca della Semplicità<br />
sarà la nuova sfida per rendere le<br />
campagne dell’<strong>Associazione</strong> comprensibili<br />
e fruibili a tutti. Serve di nuovo una<br />
spinta dal basso per imporre questi temi<br />
nell’agenda politica del Paese.<br />
www.lucacoscioni.it/congresso2009/tutti_gli_interventi
12<br />
IL MILITANTE<br />
E IL TEOLOGO<br />
ALLA SCUOLA<br />
ESTIVA<br />
LUCA COSCIONI<br />
IL MILITANTE E IL TEOLOGO<br />
Marco Pannella e Vito Mancuso,<br />
dialogo sulla fede e sulla politica<br />
Dal “primo teologo” Platone, all’“imperativo laico” dell’insegnamento delle religioni,<br />
passando per lo statuto dell’embrione. L’evolversi della Chiesa come istituzione, il<br />
rapporto tra dogma e sensus fidelium.<br />
Di Leo. Com’è stato per un teologo il<br />
passaggio dai libri ai giornali E’ un modo<br />
di vivere la fede in maniera diversa<br />
nella sostanza, oppure sono due forme<br />
diverse di una sostanza identica<br />
Mancuso. Innanzitutto grazie per<br />
l’invito, e grazie per l’opportunità e per<br />
l’attenzione che in questo momento mi<br />
date. Per quanto concerne la domanda<br />
specifica, io in un certo senso non vedo<br />
grande differenza tra l’impegnarsi nello<br />
scrivere un libro e l’impegnarsi per fare<br />
un articolo. Ovviamente le differenze<br />
sono note a tutti: un conto è produrre<br />
un libro di settemila pagine, ed un conto<br />
è scrivere un articolo di settemila battute<br />
al massimo. Per quanto mi riguarda,<br />
l’impegno per pensare la pubblicazione<br />
è identico, perché io ritengo che la<br />
scrittura abbia rilevanza pubblica, e che<br />
debba esserci necessariamente nello<br />
scrittore una ricerca della chiarezza,<br />
un’attenzione al lettore; e la chiarezza<br />
può venire solo se si esercita fino in fondo<br />
l’onestà intellettuale: solo se si sa cosa<br />
dire, e se si è onesti con se stessi, perché<br />
a volte la propria posizione può avere<br />
delle aporie, qualcosa che non si chiude;<br />
se si sa cosa dire e se si è onesti verso<br />
il lettore si può raggiungere la chiarezza,<br />
e questo è quello che tento di fare,<br />
nei libri e negli articoli.<br />
Di Leo. La teologia aiuta a credere,<br />
aiuta ad essere dei credenti più maturi,<br />
oppure permette di carezzare delle visioni<br />
più narcisistiche A cosa serve la<br />
teologia<br />
Pannella. Ma i teologi sono tutti<br />
uguali Se chiesto a Mancuso è una cosa,<br />
altrimenti…<br />
Mancuso. Questa è la prima cosa<br />
che avrei detto: ci sono teologie e teologie,<br />
ma la domanda è pertinente, perché<br />
una certa parte del mondo ecclesiastico<br />
guarda alla teologia come a qualcosa<br />
di inutile, supponente e borioso,<br />
che può generare qualcosa chiamato “la<br />
scienza gonfia”. Per rispondere alla domanda<br />
io mi rifaccio al padre della teologia,<br />
a colui che ha inventato il nome<br />
teologia, che non è di formazione cristiana<br />
ed è entrato nel cristianesimo trequattro<br />
mesi dopo che il cristianesimo<br />
ha iniziato ad esistere. I primi secoli cristiani<br />
non conoscevano la teologia in<br />
senso tecnico. E chi ha inventato il termine<br />
teologia E’ stato Platone, nel libro<br />
secondo della Repubblica, e l’ha inventato<br />
in un contesto critico nei confronti<br />
della religione. In quel contesto<br />
Platone discute di quali libri possano o<br />
meno entrare a far parte della città ideale.<br />
Nella città ideali per Platone non devono<br />
entrare Omero ed Esiodo, perché<br />
hanno attribuito alla divinità il male, le<br />
passioni. E noi sappiamo che dio non<br />
può che volere il bene e non può coltivare<br />
le passioni, e per questo motivo la<br />
religione non deve entrare nella città<br />
ideale. Nell’atto costitutivo della teologia<br />
noi abbiamo un rapporto essenziale<br />
con la religione ma anche un rapporto<br />
critico. Senza religione un teologo non<br />
potrebbe esistere; un teologo ateo non<br />
può esistere: sarebbe come pensare ad<br />
un sasso di ferro, un fuoco freddo; il<br />
teologo necessariamente deve essere all’interno<br />
dell’esperienza religiosa, ma al<br />
contempo deve essere capace di uscire<br />
criticamente dall’esperienza religiosa e<br />
guardare ciò che tutti noi riconosciamo<br />
della religione, cioè che essa è un’esperienza<br />
ambigua: può portare gli uomini<br />
verso la vita, ma può anche portare gli<br />
uomini a togliere la vita. In sintesi il rapporto<br />
della teologia con la religione è un<br />
rapporto critico.<br />
Di Leo. Io colgo al volo la sollecitazione<br />
di Mancuso, che ha richiamato Platone<br />
e il ruolo ambiguo della religione e<br />
della teologia, perché, Marco, ad agosto<br />
c’è stata la sentenza del Tar sul ruolo degli<br />
insegnanti di religione. Cosa ne pensi<br />
di questa sentenza nella chiave data da<br />
Mancuso<br />
Pannella. Mi pare di ricordare che da<br />
Lo scorso 4 settembre, nel corso della seconda edizione<br />
della Scuola estiva dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, il leader<br />
radicale Marco Pannella e il teologo Vito Mancuso<br />
hanno dato vita a un dialogo appassionante ed appassionato,<br />
moderato da Giuseppe Di Leo, vaticanista di Radio<br />
Radicale. Quello che vi proponiamo in queste pagine è<br />
una sorta di resoconto stenografico di quelle due ore.<br />
qualche parte, Vito Mancuso mettesse<br />
giustamente l’accento sulla differenza<br />
tra religione e storia delle religioni. Rispetto<br />
alla questione del Tar la mia posizione<br />
è quella classica dei laici liberali:<br />
noi abbiamo storia della filosofia, storia<br />
della scienza e delle idee, e onestamente<br />
ritengo che la religiosità sia la costante<br />
dell’antropologia umana. Di conseguenza<br />
trovo assolutamente inaccettabile<br />
che non vi sia storia delle religioni<br />
tra gli insegnamenti, e credo che storia<br />
delle religione sia un elemento essenziale,<br />
soprattutto per dei darwinisti come<br />
noi. Credo che dobbiamo inseguire i<br />
sintomi dell’evoluzione delle specie.<br />
Di Leo. E che ne pensi di inserire l’insegnamento<br />
della teologia nelle università<br />
statali<br />
Pannella. Che cosa intendiamo<br />
“La” teologia esiste La teologia Per<br />
esempio esistono religioni molto importanti<br />
che non direi sono teiste in<br />
senso proprio. Hanno una loro teologia,<br />
nel mondo buddhista alcuni ritengono<br />
di sì; quindi il vero problema è che<br />
possono esistere in circostanze speciali<br />
in cui l’una o l’altra università possono,<br />
ad una condizione: che non sia un insegnamento<br />
di una propaganda di una<br />
particolare confessione religiosa. Dopodiché<br />
ci sono e ci possono essere università<br />
vaticane, lateranensi. E quindi credo<br />
sia sbagliato - in termini didattici -<br />
togliere l’elemento della storia delle religioni<br />
che ritengo un connotato della<br />
specie umana. Penso che, seppure abbiamo<br />
teso ad escluderlo, anche le specie<br />
animali possano avere un loro dio.<br />
Laicamente è un imperativo che vi sia<br />
la disciplina di storia delle religioni.
IL MILITANTE<br />
E IL TEOLOGO<br />
ALLA SCUOLA<br />
ESTIVA<br />
LUCA COSCIONI<br />
13<br />
Di Leo. Ma si può mettere sullo stesso<br />
piano il ruolo che hanno avuto le religioni<br />
monoteistiche, e in particolare<br />
quella cattolica, con le altre religioni<br />
Mancuso. Ritengo di no. In maniera<br />
molto chiara, non si possono mettere<br />
sullo stesso piano, e per un motivo<br />
molto preciso: noi non mettiamo sullo<br />
stesso piano qui oggi in Italia le letterature<br />
francese, inglese e tedesca con la letteratura<br />
italiana: facciamo letteratura<br />
italiana. Possiamo capire la letteratura<br />
italiana senza i riferimenti della letteratura<br />
mondiale No, ovviamente facciamo<br />
riferimento alle altre grandi letterature<br />
mondiali. Però poi si fa letteratura<br />
italiana perché siamo italiani, la stessa<br />
cosa vale per l’arte e la filosofia: non facciamo<br />
filosofia indù o cinese, che sono<br />
comunque altrettanto degne di essere<br />
studiate, e sono grandissime, vive e vitali<br />
oggi, più di una certa assuefatta filosofia<br />
occidentale, fatta per pochi ed accademica.<br />
Per questo motivo qui si fa religione<br />
cattolica cristiana, che è la religione<br />
che nel bene e nel male ha plasmato<br />
la nostra nazione. Si può veramente<br />
fare religione cattolica senza conoscere<br />
l’ebraismo e l’islam Ovviamente<br />
no, bisogna avere dei collegamenti,<br />
però il mainstream a mio avviso,<br />
deve essere la religione cattolica.<br />
Inoltre, il suo insegnamento deve essere<br />
obbligatorio, non facoltativo, ma deve<br />
essere un insegnamento gestito dallo<br />
Stato, esattamente come la filosofia, la<br />
letteratura, e deve essere gestito laicamente,<br />
bisogna che l’insegnamento sia<br />
fatto da esperti di queste materie, con<br />
titoli riconosciuti e che le insegnano;<br />
l’insegnamento della religione non dovrebbe<br />
essere gestito dalle autorità religiose,<br />
per cui l’insegnante viene nominato<br />
dal vescovo.<br />
Di Leo. Ecco l’occasione di confronto<br />
che la scuola estiva dell’<strong>Associazione</strong><br />
<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> ci dà. Marco, ma, l’embrione<br />
umano è persona Ha un’anima<br />
Pannella. Sai quello che penso. Io ho<br />
cominciato con lo zigote e Messori non<br />
me lo perdona, mi ha detto una volta:<br />
non me lo dimenticherò mai quando<br />
Mancuso<br />
Che ne facciamo<br />
degli embrioni<br />
sovrannumerari<br />
che vengono<br />
fuori dalla<br />
fecondazione<br />
assistita<br />
Secondo me non<br />
bisogna creare<br />
embrioni<br />
appositamente<br />
per la ricerca, ma<br />
perché non<br />
destinare alla<br />
ricerca quegli<br />
embrioni<br />
condannati al<br />
deperimento<br />
alla ricerca Si<br />
consideri quella<br />
vita umana con<br />
la categoria del<br />
dono<br />
tu tirasti fuori la storia dello zigote.<br />
Adesso si discute degli embrioni. Si tende<br />
a dire che nel momento stesso in cui<br />
avviene l’incontro biochimico fra il seme<br />
maschile e l’ovulo femminile, in<br />
quel momento: lì c’è persona. Potrei anche<br />
dire che dinanzi a questa posizione<br />
mi sono trovato non sorpreso, visto il<br />
luogo da cui veniva questa sottolineatura,<br />
scuole medie e liceali, il concepire<br />
con amore, pagine che a me sembravano<br />
profetiche, ma non ritenute tali dai<br />
custodi delle verità assolute religiose. In<br />
più l’altra cosa è che è stato detto dei<br />
tempi diversi di quando uomo e donna<br />
ricevevano l’anima, d’accordo che è<br />
un‘altra cultura, ma è durata abbastanza<br />
a lungo. E ricordo ogni tanto che nel<br />
1917 ancora c’era una norma che diceva<br />
che dare qualsiasi sacramento a quel<br />
che icto oculis non avesse sembianze<br />
umane non era lecito. Su questo ho<br />
avuto occasione di parlarne con Papa<br />
Giovanni Paolo ll e dopo qualche anno<br />
fui felice di sentire che a Bologna lui<br />
avesse chiesto ufficialmente ai teologi di<br />
approfondire questo aspetto; in un momento<br />
nel quale tutto sia ritornato alla<br />
teologia non mi sembra si sia ancora data<br />
risposta a quella richiesta di Papa<br />
Giovanni Paolo II. Oggi vedo tante cose<br />
che stanno venendo fuori che hanno<br />
a che fare con quella richiesta del Papa.<br />
Di Leo. Mancuso, la questione dello<br />
statuto dell’embrione non è questione<br />
di lana caprina: c’è stato il referendum<br />
sulla legge 40/2004 (la legge sulla fecondazione<br />
assistita) su cui le gerarchie si<br />
sono impegnate. Ora vi è la questione<br />
della libertà di ricerca: Barack Obama<br />
sta portando avanti una certa politica e<br />
l’incontro tra Papa Ratzinger e il presidente<br />
degli Stati Uniti si è anche incentrato<br />
su questo tema. Quindi: l’embrione<br />
Mancuso. Che non sia un tema secondario<br />
e superficiale è fuori dubbio.<br />
E’ un tema importante ed è giusto che<br />
si rifletta su questa cosa, anche animosamente,<br />
perché gli animi sono sempre in<br />
gioco. Stiamo parlando dell’inizio della<br />
vita umana. Una cosa è sicura, lo ha detto<br />
anche Marco Pannella: è vita. E che<br />
Pannella<br />
Credo che<br />
dobbiamo<br />
stare molto<br />
attenti diciamo<br />
di voler<br />
estendere il<br />
dovere di<br />
riconoscere<br />
dignità ai<br />
soggetti al di là<br />
del loro possibile<br />
carattere di<br />
soggetto,<br />
perché sennò<br />
stravolgiamo<br />
il senso del<br />
diritto.<br />
Il diritto di<br />
nascere non<br />
esiste, perché<br />
non lo chiede<br />
nessuno.<br />
sia vita umana è altrettanto evidente.<br />
Nessuno dice che sia persona, anche il<br />
documento vaticano non dice che sia<br />
persona. Dice che questa vita umana va<br />
trattata con la dignità di persona. E non<br />
mi sembra qualcosa di sbagliato o oscurantista:<br />
rispetto per la vita in tutte le sue<br />
forme, anche per la vita non umana, vegetale,<br />
animale, rispetto per la vita umana,<br />
anche intrauterina, perché no Per<br />
quale motivo bisogna giocare con queste<br />
cose Detto questo, il grosso problema<br />
concerne la ricerca. Ovvero, per essere<br />
più chiaro dal mio punto di vista:<br />
no alla creazione in nessun modo di<br />
embrioni appositamente perché siano<br />
destinati alla ricerca. Questa cosa deve<br />
essere bandita, nessuna società civile dovrebbe<br />
ammetterla. Perché altrimenti<br />
viene meno proprio quel rispetto incondizionato<br />
per la vita, ancorché non<br />
dotata di anima umana personale, anche<br />
ammettendo che non ci sia la personalità,<br />
se la lascio stare la personalità ci<br />
sarà: e quindi devo lasciarla stare. Il problema<br />
allora scaturisce dagli embrioni<br />
sovrannumerari che vengono fuori dalla<br />
fecondazione assistita: che ne facciamo<br />
In Italia dicono che essi siano circa<br />
30.000. Allora, intendiamoci, non bisogna<br />
secondo me creare embrioni appositamente<br />
per la ricerca, ma perché<br />
non destinare, con tutte le precauzioni<br />
quegli embrioni che verranno fuori dalla<br />
fecondazione assistita alla ricerca Anche<br />
perché l’alternativa per quegli embrioni<br />
è la morte a scadenza per deperimento.<br />
Allora, si tratta di considerare<br />
quella vita umana nell’ipotesi del dono:<br />
così come si donano gli organi, dei genitori<br />
che hanno dovuto far mettere al<br />
mondo degli embrioni per avere un figlio<br />
che il decorso naturale non avrebbe<br />
fatto nascere, è lecito e quanto mai auspicabile<br />
che questi stessi genitori possano<br />
dare alla ricerca scientifica tesa alla<br />
sconfitta di pensantissime malattie, i loro<br />
embrioni.<br />
Di Leo. Mancuso, il tema degli embrioni<br />
riguarda l’aspetto dei diritti. Il tema<br />
del testamento biologico è strettamente<br />
connesso con il tema della libertà,<br />
ma la libertà implica innanzitutto diritti<br />
e doveri. La politica deve dire la sua,
14<br />
IL MILITANTE<br />
E IL TEOLOGO<br />
ALLA SCUOLA<br />
ESTIVA<br />
LUCA COSCIONI<br />
Mancuso,<br />
un teologo<br />
laicista<br />
Sostiene Vito Mancuso (“La Repubblica”,<br />
15 settembre’09) che la scuola non<br />
può “prescindere” dall’insegnare la religione;<br />
e per confortare la sua opinione<br />
adduce alcune articolate motivazioni. Per<br />
nulla convincenti, a nostro modesto avviso,<br />
e cercheremo di spiegare perché.<br />
Secondo l’autorevole teologo, infatti,<br />
la religione è oggi tornata ad essere “un<br />
fattore geopolitico di importanza essenziale”,<br />
perché “il nostro presente e il nostro<br />
futuro dipendono non poco (nel bene<br />
e nel male) da quella serie di riti, istituzioni<br />
che vanno sotto il nome di religione”.<br />
La connotazione che il teologo (peraltro<br />
confortato dall’autorevole parere di<br />
Tony Blair) dà del fenomeno religioso è,<br />
ai nostri laici occhi, raccapricciante, degna<br />
del più accanito miscredente laicista<br />
ottocentesco. Ma andiamo oltre. Vito<br />
Mancuso si chiede a questo punto quale<br />
sia la religione che la nostra scuola deve o<br />
dovrebbe insegnare. La riposta è lapalissiana:<br />
“siccome il poco tempo a disposizione<br />
impone una scelta, per la stessa ragione<br />
per cui si insegna la letteratura italiana…allo<br />
stesso modo la scuola italiana<br />
deve privilegiare la ‘religione italiana’”,<br />
quella cui aderisce “la gran parte degli italiani”.<br />
L’insegnamento non potrebbe però<br />
prescindere da “onesti, ampi e documentati<br />
riferimenti” alle altre confessioni”<br />
cristiane”, nonché, per buona misura,<br />
all’ebraismo e all’islam. Ci mancherebbe<br />
altro: siamo o no in regime di par condicioPersonalmente,<br />
ci spiace la dimenticanza<br />
del buddismo, ma non si può pretendere<br />
troppo.<br />
Fatte queste concessioni alla mondanità<br />
laica, Mancuso però avverte che bisogna<br />
avere sempre avere un occhio di riguardo<br />
per la propria “identità”, che va<br />
“innanzitutto” compresa. E dunque “il<br />
cattolicesimo …deve continuare a costituire<br />
l’ossatura principale dei programmi<br />
scolastici”. Avete ben capito anche voi Il<br />
cattolicesimo deve costituire “l’ossatura<br />
principale dei programmi scolastici”.<br />
Nemmeno la pedagogia nazionalista di<br />
Giovanni Gentile era così assolutista, e<br />
oggi nemmeno la CEI o il Vaticano hanno<br />
osato chiedere tanto. Dove è che si deve,<br />
invece, cambiare profondamente<br />
Con lucida coerenza con quanto ha fin<br />
qui esposto, Mancuso la spara così: ”Se la<br />
religione è essenziale per conoscere il<br />
mondo, essa deve essere trattata dalla<br />
scuola pubblica come la altre materie…Una<br />
gestione laica dell’insegnamento<br />
religioso è … necessaria per evitare<br />
il minimo sospetto di proselitismo”. A<br />
noi è piaciuto quel netto, intransigente rifiuto<br />
a che nella scuola possa un domani<br />
infiltrarsi il “minimo sospetto” di un proselitismo<br />
forzato delle coscienze giovanili,<br />
oggi così ben salvaguardate dalla riforma<br />
del Ministro Gelmini, quella che impone<br />
che l’insegnante di religione abbia<br />
voce e peso durante gli scrutini.<br />
Noi pensavamo che Vito Mancuso<br />
fosse un teologo: lui si definisce tale. Invece<br />
ci sbagliavamo. Mancuso è un professore<br />
di antropologia culturale di scuola<br />
tra comtiana e feuerbacchiana. Ma che<br />
titoli abbiamo noi per giudicarlo<br />
Abba<br />
il Parlamento è legittimato a dire la sua, o è un tema<br />
che non tocca principalmente lo Stato, ma la<br />
comunità L’argomento testamento biologico,<br />
ed è polemica di questi mesi, riguarda la sfera comunitaria,<br />
o gli organi esecutivi non possono<br />
chiamarsi fuori<br />
Mancuso. Io dico la mia: cosa deve fare la politica<br />
Ci vorrebbe un politico. Io dico da semplice<br />
cittadino che alcune parti politiche prima dicevano<br />
che del testamento biologico non si dovesse<br />
parlare, che non si dovesse fare una legge,<br />
visto che erano questioni di coscienza, mentre<br />
adesso le stesse parti politiche viceversa si mettono<br />
in mezzo - vedi il caso Englaro - adesso la legge<br />
la vogliono. Mentre chi spingeva per la legge,<br />
adesso dice che è meglio non fare la legge. Insomma<br />
l’homo politicus è quello che sa barcamenarsi<br />
meglio a seconda delle condizioni. Se<br />
posso dire la mia per quanto concerne il testamento<br />
biologico, credo che una società laica deve<br />
mettere il cittadino in condizione di vivere la<br />
sua vita, in tutti i momenti, secondo le visioni e<br />
gli ideali che ciascuno ha. Venendo il momento<br />
della morte, la società dovrebbe mettere il cittadino<br />
in condizioni di decidere, in coerenza con<br />
i principi in base ai quali ha vissuto la propria vita.<br />
Tutto qui. Questa è la giustizia: dare a ciascuno<br />
il suo. Sta scritto anche sull’Osservatore Romano:<br />
uniquique sum. Vivere la morte tra l’altro,<br />
per le filosofie è uno dei momenti più alti.<br />
Secondo Platone tutta la filosofia è imparare a<br />
morire, lo diceva anche Montaigne, la stessa cosa<br />
sta scritta nelle Upanishad. Assumere fin da<br />
ora, quando siamo in salute, con coerenza e responsabilità<br />
il momento ultimo della morte è<br />
dove si gioca fino in fondo e si misura lo spessore<br />
umano: il chi sei tu, che cosa vuoi tu. E quindi<br />
cosa deve fare una società laica Deve fare in<br />
modo che ognuno si determini secondo le proprie<br />
convinzioni sulla propria vita, e non sulla<br />
vita altrui. Questo dovrebbe essere il testamento<br />
biologico.<br />
Di Leo. Mancuso si è rifatto al principio della<br />
giustizia distributiva, che piaceva molto a San<br />
Tommaso, ma tu Marco, da politico che si interessa<br />
di temi spirituali, cosa dici sul tema del testamento<br />
biologico<br />
Pannella. Due cose innanzitutto: capisco il<br />
parlare delle cose di stretta attualità, anche perché<br />
conosciamo le posizioni di un cattolico credente,<br />
teologo, come Vito Mancuso, ed è doveroso<br />
conoscere le sue posizioni, che credo si possano<br />
condividere molto spesso. Però c’è da fare<br />
un inciso, riferendomi a quando parlavi della vita<br />
intrauterina, cui bisognerebbe riconoscere la<br />
dignità di persona. Prima dici che è vita umana<br />
e che nessuno lo discute, dopodiché dici che nessuno<br />
afferma che sia persona ma che gli si deve<br />
riconoscere dignità di persona. Dobbiamo approfondire:<br />
credo che sia bene dare dignità a tutto<br />
l’esistente, ma trovo ai limiti del blasfemo dire<br />
che la vostra religione vietava qualsiasi forma<br />
di sacramento, il battesimo o la cresima, agli<br />
aborti spontanei o ai malformati, in quanto non<br />
li riconosceva come persone; altrimenti poi è facile<br />
dire che noi neghiamo dignità alla persona,<br />
se pensiamo alla Shoah, o se prendiamo in considerazione<br />
altri casi, quando ci masturbiamo ad<br />
esempio (disperdendo quindi il seme). Su questo<br />
devo dire che non sono d’accordo, siccome<br />
da anni sentiamo che vi sono da una parte i custodi<br />
della vita, e dall’altra gli illuministi e liberali<br />
che compiono scelte di morte, dico che riconoscere<br />
la dignità di qualcosa che ha visto la luce<br />
perché è stato procreato (insisto: una cosa è<br />
concepire, volere, ed una è procreare, e non intendo<br />
mollare su questo punto; e sostengo sempre<br />
che vi sia una speranza umana, di giungere a<br />
concepire la vita invece che procrearla come<br />
qualsiasi altra specie crediamo che faccia, e su<br />
questo sono sicuro che tutte le religiosità siano<br />
concordi); allora dobbiamo riconoscere dignità<br />
di persona alla persona, dignità di zigote allo zigote,<br />
dignità di embrione all’embrione e via dicendo.<br />
Credo che anche nella religione si facesse<br />
non casualmente un dibattito sul momento<br />
dell’animazione, un dibattito che ha forse più di<br />
un millennio di vita. Io credo che la dignità dell’embrione<br />
o dello zigote non sia un concetto<br />
giusto: il rispetto lo è, ma è infatti altra cosa. C’è<br />
poi anche il problema di non trattare tutto come<br />
soggetto-oggetto, ritengo che sia sostanzialmente<br />
blasfemo attribuire diritti che sono invece doveri<br />
dei viventi. Dire che c’è il diritto alla dignità<br />
dello zigote, o il diritto alla dignità del feto è<br />
impreciso, la natura, se sussistono determinate<br />
condizioni porta alla nascita, altrimenti no. La<br />
natura segue una sua economia, che non è l’economia<br />
umana. Tu dicevi che lo Stato dovrebbe<br />
occuparsi di queste cose, ma io da liberale, quando<br />
si parla di Stato, sono sempre molto cauto.<br />
Parlando prima con gli amici, ricordavo che lo<br />
stato cinese per controllare le nascite ha agito per<br />
legge molto profondamente, con violenza contro<br />
i feti femminili, mentre io parlando di questo<br />
argomento (la sovrappopolazione) ho sempre<br />
detto che vorrei la libertà di un “rientro dolce”,<br />
un controllo della natalità consapevole, dato che<br />
sappiamo che in questo momento, antropologicamente,<br />
dove crescono cultura e possibilità di<br />
vita migliori, in questo momento il riflesso antropologico<br />
è quello di concepire un figlio piuttosto<br />
che farne tanti, si passa dal dare molte braccia<br />
per lavoro alla tribù o alla famiglia, verso un<br />
lascito antropologico, più umano.<br />
Di Leo. Molto chiaro, desidera replicare Vito<br />
Mancuso<br />
Mancuso. La storia in duemila anni di cristianesimo<br />
ha visto di tutto: ha visto la negazione dei<br />
sacramenti, ma ha visto anche il battesimo dei<br />
feti, vi sono i manuali settecenteschi che insegnano<br />
come battezzare i feti, come estrarli dalla<br />
madre per procedere, insomma, la storia è un<br />
calderone che ha visto di tutto, e dalla quale<br />
ognuno può trarre ciò che meglio crede per difendere<br />
le proprie tesi.<br />
Pannella. Ma la storia è anche scelta, sono<br />
d’accordo con te: non a caso.<br />
Mancuso. Sì, il discorso è di questo tipo: possiamo<br />
discutere se deve essere dignità o rispetto,<br />
ma faccio un esempio, visto che l’argomento è<br />
delicato, e mi riferisco alle persone handicappate.<br />
Il nostro secolo, il Novecento, che ha visto cose<br />
sanguinose, ha portato anche molte cose positive;<br />
una di queste è il riconoscimento, a quanto<br />
ne so io, per la prima volta nella storia dell’umanità,<br />
di parità ontologica e giuridica di tut-
IL MILITANTE<br />
E IL TEOLOGO<br />
ALLA SCUOLA<br />
ESTIVA<br />
LUCA COSCIONI<br />
15<br />
te le persone, comprese quelle che nascono<br />
con gravi handicap fisici o psichici.<br />
Cos’è questo fatto Tu dicevi che<br />
dobbiamo dare all’embrione il rispetto<br />
di embrione, alla blastocisti quello di<br />
blastocisti, in altre parole dicevi: devo<br />
stare all’oggetto, in un certo senso è l’oggetto<br />
che genera il rapporto che devo<br />
avere con lui. Ma il fatto che il 10 dicembre<br />
1948 sia stata riconosciuta la<br />
stessa medesima e santissima dignità di<br />
essere umano anche alle persone handicappate<br />
scaturisce dall’oggetto, o al contrario,<br />
è un movimento che il soggetto<br />
proietta sull’oggetto Di per sé non c’è<br />
parità ontologica, eppure la legge dice:<br />
tutti, compresi coloro che sono nati con<br />
gravi handicap a causa di sfortunati<br />
eventi devono avere gli stessi diritti, tutti<br />
sono ontologicamente uguali. E’<br />
un’attribuzione arbitraria; per il bene di<br />
queste persone, e secondo me questa è<br />
una grandissima conquista per i genitori<br />
di questi ragazzi. Sto pensando a Nati<br />
due volte di Giuseppe Pontiggia,<br />
quando dice che essi sono nati due volte:<br />
una volta fisicamente e un’altra<br />
quando i genitori li fanno nascere nella<br />
società come persone. Questa è una<br />
grandissima conquista dei genitori. Ma,<br />
col tuo ragionamento, questa cosa non<br />
è congruente, perché qui si ha l’attribuzione<br />
di qualcosa che l’oggetto stesso di<br />
per sé non ha, difatti la storia alle nostre<br />
spalle, le grandi civiltà greche e latine<br />
verso cui siamo debitori, queste civiltà<br />
non conoscevano tutte queste cose; li<br />
chiamavano monstra, perché, Cicerone<br />
diceva, mostravano qualcosa: dei segnali,<br />
dei vaticinii. Detto ciò, io dico<br />
che nella coscienza umana esiste la capacità,<br />
nel nome del comune valore dell’umanità,<br />
di attribuire al fenomeno fisico<br />
di vita umana che ancora persona<br />
non è, la stessa medesima dignità. Ed in<br />
questa stessa prospettiva si ha la possibilità<br />
di attribuire all’embrione il rispetto<br />
di persona per quanto non lo siano,<br />
sono d’accordo che sia ridicolo parlare<br />
dell’embrione come di una persona, essendo<br />
la persona un centro responsabile<br />
di libertà, ma il rispetto di persona si<br />
può attribuire loro: la Himsa, il non uccidere.<br />
Il Dalai Lama non crede nel<br />
creatore, eppure egli dice: noi crediamo<br />
che l’embrione sia l’effusione dell’umanità,<br />
dello spirito, dell’anima. Rimane<br />
comunque il mio discorso sugli embrioni<br />
sovrannumerari.<br />
Pannella. Non abbiamo qui le due ore<br />
che avremmo la domenica a Radio Radicale,<br />
ma è il caso di approfondire. A<br />
volte, passiamo da un paganesimo nel<br />
quale antropomorfizziamo le nostre<br />
idee ad una religione in cui invece si dice<br />
che c’è l’assoluto, dio, nelle sue forme,<br />
che da quel momento dice che<br />
ogni essere vivente della specie umana.<br />
Il buddhismo non fa quella limitazione<br />
alla specie umana, ha un rapporto di<br />
trascendenza con dio, soprattutto per<br />
gli schiavi, per i deboli, per le puttane,<br />
per i malati, per i carcerati e così via (anche<br />
se ci sono voluti alcuni secoli per capire<br />
che egli era venuto anche per gli<br />
schiavi, visto che la schiavitù era ritenuta<br />
possibile). Sono quindi d’accordo; il<br />
nostro umanesimo dice che anche con<br />
le concessioni di un welfare universale,<br />
tutto quel che è vivo e che ha un elemento<br />
di relazione, come il feto per<br />
esempio, che riceve suoni e può già iniziare<br />
a mediarli, tuttavia la pienezza di<br />
un essere umano la si ha nel momento<br />
in cui egli vede la luce, ed allora diventa<br />
lecito battezzarli, e diventa lecita la non<br />
bestemmia di amministrare i sacramenti<br />
al feto, perfino la cresima, quando<br />
unifichiamo le due cose. Su questo credo<br />
sia necessaria molta prudenza, noi<br />
diciamo che l’informazione è esattamente<br />
quello che dobbiamo, la conoscenza<br />
come nascere insieme, come conascere<br />
ad una terza cosa che muta il<br />
soggetto conoscente e l’oggetto conosciuto,<br />
ci tengo moltissimo a dirlo. Ma,<br />
vorrei dire: la pillola del giorno dopo<br />
non è abortiva, perché interviene prima<br />
(del concepimento), pensare diversamente<br />
sarebbe come inseguire un materialismo<br />
esasperato, lo sarebbe pensare<br />
che l’uomo esista già nelle prime fasi<br />
in cui il materiale biologico si è formato,<br />
e che non ha ancora che pochissime<br />
possibilità di venire alla luce come forma<br />
umana. Anche il dibattito sulla RU<br />
486, tenuto anche da (Monsignor) Fisichella,<br />
sul presunto omicidio… Credo<br />
che dobbiamo stare molto attenti, ci<br />
vuole la virtù della prudenza quando diciamo<br />
di voler estendere il dovere di riconoscere<br />
dignità ai soggetti indipendentemente<br />
dal loro possibile carattere<br />
di soggetto, perché sennò stravolgiamo<br />
il senso del diritto. Il diritto di nascere<br />
non esiste, perché non lo chiede nessuno.<br />
E grazie alla scienza, sono sicuro che<br />
conoscere le possibili malformazioni del<br />
feto permette di decidere, permette ai<br />
genitori consapevolmente. Scegliere ad<br />
esempio se permettere o no ai figli di<br />
nascere, quando già si soffre la fame, nel<br />
terzo mondo ad esempio, ritengo debba<br />
essere una scelta consapevole, sostenuta<br />
senza idolatria.<br />
Di Leo. Mancuso, mi par di capire<br />
che gran parte di questa conversazione<br />
sia stata occupata da temi etici-antropologici.<br />
E’ la caratteristica di questo pontificato<br />
ratzingeriano, il passaggio dal<br />
passato woitiliano legato maggiormente<br />
a temi sociali economici e anche politici<br />
nel senso nobile del termine, ai termini<br />
antropologici, anche se è stata<br />
emessa l’Enciclica Caritas In Veritate,<br />
Enciclica sociale. Secondo te questo<br />
pontificato di Ratzinger si caratterizza<br />
per queste tematiche antropologiche,<br />
etiche, che poi influenzano la Conferenza<br />
episcopale italiana in maniera anche<br />
diretta e forte<br />
Mancuso<br />
Dopo i disastri<br />
della seconda<br />
Guerra<br />
mondiale si è<br />
introdotto un<br />
principio di<br />
laicità nella<br />
lettura della<br />
storia. Ma per la<br />
morale fisica<br />
questo principio<br />
di laicità non<br />
esiste: la<br />
generazione<br />
della vita umana<br />
sarebbe voluta<br />
dall’alto.<br />
Introdurre anche<br />
qui un principio<br />
di laicità è la<br />
prossima<br />
frontiera della<br />
teologia.<br />
Mancuso. La mia risposta è no. La<br />
fortissima connotazione etica, antropologica<br />
e bioetica che il cattolicesimo sta<br />
avendo, deve essere riportata a merito<br />
di Giovanni Paolo II con l’Evangelium<br />
Vitae ad esempio, quest’Enciclica sulla<br />
morale della vita fisica, il Vangelo della<br />
Vita. Se c’è una cosa che nella tradizione<br />
è sempre stata sottolineata è che il<br />
Vangelo è vangelo della Vita Eterna, Sovrannaturale.<br />
In sé la vita naturale e fisica<br />
non è buona notizia, semmai è valle<br />
di lacrime, da cui prendere una certa distanza.<br />
E’ stato Giovanni Paolo ll a riportare<br />
il discorso sulla vita in quanto<br />
Vangelo, nel bene e nel male. Io sono<br />
d’accordo con questa impostazione che<br />
rivaluta la corporeità, la fisicità, ma non<br />
sono d’accordo su una certa maniera di<br />
vedere la fisicità. Come Mi riferisco alla<br />
maniera di vedere la fisicità senza<br />
quella distanza e laicità che invece si riconosce<br />
tra la storia concreta e la storia<br />
sociale dei popoli e il Governo Divino.<br />
Fino alla prima metà del Novecento,<br />
una teologia della storia era praticata, si<br />
vedeva la storia per la gran parte dei casi<br />
governata dall’alto. Gli avvenimenti<br />
mostruosi della seconda Guerra Mondiale<br />
e della Shoah hanno invece reso<br />
impossibile che la storia fosse pensata<br />
come un grande scenario dove i popoli<br />
si muovono secondo il volere di Dio. Si<br />
è introdotto un principio di laicità nel<br />
leggere la storia, come un principio di<br />
libertà. Questo ha portato ad un grande<br />
rinnovamento della morale sociale, a<br />
partire dal Concilio Vaticano II. Ora,<br />
cosa accade Per la morale fisica, questo<br />
principio di laicità, in cui la natura si determina<br />
liberamente, ancora non esiste.<br />
E si ritiene che la generazione della vita<br />
umana sia voluta dall’alto. E proprio<br />
questa è la motivazione teologica ultima<br />
del divieto dogmatico della contraccezione:<br />
perché qual è il fondo del divieto<br />
Lo scopo è di fare in modo che<br />
l’uomo sia libero di decidere totalmente,<br />
fino in fondo, quando e come e perché<br />
generare una vita. Si dice: l’uomo,<br />
la coppia deve essere aperta alla generazione<br />
della vita, visto che essa viene dall’alto.<br />
A mio avviso il grande compito<br />
della teologia di questo secolo è di introdurre<br />
- per ciò che riguarda la vita fisica<br />
- lo stesso principio di laicità che si<br />
è introdotto nella lettura della vita morale.<br />
Ora io chiedo, per quanto concerne<br />
la presenza della Chiesa sulla scena<br />
internazionale del mondo sociale: è o<br />
non è la Chiesa cattolica una grande<br />
agenzia sociale, se posso permettermi di<br />
definire così la Chiesa, un’agenzia di libertà<br />
contro lo sfruttamento capitalistico,<br />
e che lotta a favore degli ultimi Insomma<br />
la Chiesa diffonde un principio<br />
di progresso ed unità, per quanto riguarda<br />
le questioni economiche.<br />
Di Leo. Tu credi che la Chiesa ed il papato,<br />
con Giovani Paolo II, abbiano<br />
riacquistato influenza nell’ambito delle<br />
relazioni internazionali<br />
Mancuso. Sì, mi sembra un dato di<br />
fatto. Un po’ per merito suo, un po’ per<br />
questioni contingenti: la caduta del<br />
Muro, la firma dei concordati… Ma<br />
detto ciò, all’interno del consorzio umano,<br />
il rinnovamento teologico ha fatto sì<br />
che la Chiesa sia un fenomeno di unità,<br />
di progresso, che rema nella direzione<br />
giusta, che unisce gli uomini. Al contrario,<br />
il mancato rinnovamento della morale<br />
fisica, fa sì che oggi quando si parla<br />
di questa morale, le posizioni cattoliche<br />
siano responsabili di divisioni.<br />
Di Leo. Un’ultima questione per<br />
Marco Pannella: il tuo amico Papa Giovanni<br />
Paolo II è il Papa che più di tutti<br />
ha firmato concordati…<br />
Pannella. Dunque io sto parlando di<br />
questo papato, e devo dire che non si<br />
può negare che la Chiesa oggi rappresenti<br />
elemento di maggiore civiltà sociale,<br />
non lo si può negare perché altrimenti<br />
dovrei chiedere al teologo come<br />
mai solo in pochi ambienti protestanti<br />
di oggi si abbia il coraggio di occuparsi<br />
della simonia legata al fenomeno del<br />
Vaticano S.p.A. E’ un concetto che teologicamente<br />
ha avuto una sua lunga vita<br />
e io credo che questo Vaticano sia simoniaco,<br />
anche se Mancuso non lo<br />
può pensare. Credo che sia un potere<br />
mondano, che all’ONU si manifesta<br />
soprattutto per cercare di imporre il<br />
principio del non uso di qualsiasi tipo<br />
di materiale biologico per la ricerca. Però<br />
vorrei chiedere una cosa al teologo<br />
Mancuso. C’è una domanda che Padre<br />
Pohier, già direttore di Concilium, poneva<br />
insistendo, prima di morire: ma<br />
dov’è il sensus fidelium Anche altri, ex<br />
cathedra, ponevano la questione: esiste<br />
il sensus fidelium se esiste la receptio;<br />
nella vita vissuta dei fedeli, dei praticanti,<br />
dei sacerdoti, e non delle gerarchie.<br />
Esiste ancora il sensus fidelium nei praticanti,<br />
nei teologi, nei sacerdoti Ed il<br />
loro naturaliter cristianum<br />
Mancuso. Per quanto concerne la<br />
Chiesa, come tutti i grandi concetti teologici,<br />
vi sono diversi strati. Se pensiamo<br />
a Gesù o Cristo: uno pensa a Yeshoa<br />
ben Youssef, uno pensa al Gesù di Marco,<br />
l’altro pensa al Gesù di Matteo, uno<br />
pensa al Cristo Redentore di Paolo, è<br />
come una piramide, un concetto di<br />
Cristo che ha almeno sette o otto strati,<br />
a partire dal personaggio storico. La<br />
stessa cosa riguarda la Chiesa. Quando<br />
pensiamo alla chiesa vi sono almeno tre<br />
concetti cui va il nostro pensiero Il primo<br />
è certamente quello della gerarchia:<br />
il Papa e i Cardinali. Poi ci sono le parrocchie,<br />
sul territorio, che talora sono<br />
diverse dalla Chiesa istituzionale, in<br />
contrasto con essa. Poi vi è la Chiesa come<br />
comunione dei Santi, e questa è la<br />
maniera in cui io sento maggiormente<br />
la Chiesa, anche se è un valore un po’<br />
olistico: bisogna credervi, ma io la sento<br />
molto profondamente. In questo<br />
senso profondo la Chiesa è la communio<br />
sanctorum, e da questo punto di vista<br />
si è davvero uniti nella ricerca del bene,<br />
la ricerca della giustizia, del bene<br />
dentro di te, facendo in modo che innanzitutto<br />
la tua vita sia trasparente, sia<br />
giusta, sia il più possibile adeguata; e<br />
quindi la Chiesa è l’unione di quelli che<br />
cercano innanzitutto di essere il più<br />
possibile puliti, trasparenti all’azione<br />
della luce. Magari in questo contesto<br />
queste cose sembrano spiritualistiche,<br />
ma questa è l’accezione ultima e vera.<br />
Pannella. Ma lo spiritualismo è un<br />
peccato venialissimo, perché quello vero<br />
è un materialismo inimmaginabile e<br />
che sembra imperante. Dogmaticamente.<br />
Mancuso. Sì, ma devi considerare<br />
che anche una certa spiritualità per la<br />
Chiesa-istituzione è un peccato forte e<br />
viene condannato. Se vediamo la storia<br />
dell’inquisizione, vediamo che molto<br />
spesso le vittime dell’inquisizione erano<br />
i teologi e gli spirituali, dei mistici che<br />
sono stati bruciati vivi. Che facevano<br />
parte della comunione dei santi. E’ del<br />
tutto evidente che sono consapevole<br />
delle pecche dell’istituzione. Anche in<br />
un articolo su Repubblica ho parlato di<br />
un peccato del Papa, in ordine alla vicenda<br />
sui lefebvriani, quando sono state<br />
tolte le accuse di negazionismo. Ma<br />
il concetto di Chiesa di cui parlavo almeno<br />
si illumina di queste tre modalità<br />
che rappresentavo prima, e tutte e tre<br />
sono presenti e meritano rispetto, analisi<br />
e distinzione. Di sicuro il sensus fidelium<br />
nella Chiesa di oggi non è considerato<br />
a sufficienza, di sicuro il centralismo<br />
ed il verticismo in base al quale si<br />
decidono le cose sulla base dell’autorità,<br />
senza partecipazione, senza un consulto,<br />
tutto questo è prevalente. Non<br />
solo, si prendano le nomine dei vescovi:<br />
sono l’ago della bilancia per capire in<br />
che direzione va la Chiesa, perché quella<br />
è la classe dirigente. Ebbene, la politica<br />
con cui si decide chi diventa vescovo<br />
e chi no è la cartina di tornasole della<br />
chiesa che sarà, e oggi tra i vescovi si decide<br />
di nominare principalmente degli<br />
“yes men”, dei quali già si sa che obbediranno,<br />
che non creeranno problemi e<br />
che non faranno i profeti, quindi…<br />
La trascrizione, non rivista dagli oratori,<br />
è stata curata da Gianfranco Liotta<br />
Pannella<br />
Solo in pochi<br />
ambienti<br />
protestanti oggi<br />
c’è il coraggio di<br />
occuparsi della<br />
simonia, legata<br />
al fenomeno<br />
“Vaticano Spa”.<br />
Eppure è stato<br />
un concetto che<br />
teologicamente<br />
ha avuto lunga<br />
vita. Io credo che<br />
questo Vaticano<br />
sia oggi un<br />
fenomeno<br />
eminentemente<br />
mondano e<br />
simoniaco
16<br />
IL MILITANTE<br />
E IL TEOLOGO<br />
ALLA SCUOLA<br />
ESTIVA<br />
LUCA COSCIONI<br />
SCUOLA ESTIVA LUCA COSCIONI<br />
Diario di scuola (<strong>Coscioni</strong>)<br />
ROSALBA DI GIUSEPPE<br />
Gli occhiali, il biglietto per Salerno<br />
e l’ennesimo aiuto ricevuto da<br />
uno straniero italiano. Idris, un<br />
ragazzo marocchino, incontrato<br />
per caso in stazione, che ha recuperato<br />
i miei due euro dalla biglietteria<br />
online rotta, mi fa ripensare<br />
all’allegra signora di origine<br />
orientale che mi ha indicato<br />
la strada per viale Trastevere a<br />
Roma, e alla donna elegante dall’accento<br />
romeno che mi ha aiutato<br />
a trovare il bed and breakfast.<br />
Il viaggio dura più o meno mezz’ora.<br />
Da buona turista appena<br />
scesa dal treno, rompo le scatole<br />
al primo malcapitato. Chiedo informazioni<br />
su come raggiungere<br />
via Canali dov’è<br />
ubicato l’ostello<br />
Ave Gratia<br />
Plena. Nessuno<br />
lo conosce. Tremo.<br />
"Non è<br />
possibile che a<br />
Salerno ci siano<br />
solo salernitani",<br />
mi dico.<br />
Comincio a<br />
cercare uno<br />
straniero disperatamente.<br />
Mi<br />
imbatto in un<br />
gruppo di poliziotti e ne approfitto.<br />
Mi consigliano una passeggiata<br />
lungo il centro storico.<br />
Percorro il lungo mare e viottoli<br />
stretti medioevali e sudo, ma sono<br />
ebbra, non vedo l’ora di cominciare<br />
questa nuova avventura<br />
alla scuola <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>. Eppure<br />
mi rimbomba la voce di mia<br />
nonna in testa: "devi essere furba".<br />
Furbizia indica l’essere furbo:<br />
"espediente che rivela scaltrezza,<br />
furberia". Non mi piace<br />
questa parola, io voglio solo essere<br />
me stessa. Piuttosto mi lascio<br />
accompagnare dalle parole di<br />
Chris Mc Candless: "l'essenza<br />
dello spirito dell'uomo sta nelle<br />
nuove esperienze".<br />
Arrivata all’ostello incontro i miei<br />
compagni. Abbiamo tutti l’aria<br />
più o meno stanca, ma sembriamo<br />
avere un’idea chiara su come<br />
sarà questa esperienza: unica. A<br />
darci il benvenuto troviamo Annalisa<br />
Chirico, coordinatrice dell’evento<br />
nonché segretaria degli<br />
studenti, Filomena Gallo e Rocco<br />
Berardo, tesoriere dell’<strong>Associazione</strong>,<br />
che ci avvertono che il programma<br />
sarà impegnativo ma<br />
interessante.<br />
Il racconto dell’incontro tra il tesoriere<br />
e <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> mi colpisce<br />
profondamente. "Ci guardò<br />
con una luce negli occhi particolare,<br />
che va oltre le parole fisiche".<br />
La luce negli occhi, protagonista<br />
di questa esperienza. La<br />
luce negli occhi di Rita Bernardini,<br />
quando ha parlato della peste<br />
italiana, della partitocrazia, della<br />
distruzione dello Stato democratico<br />
ad opera dei partiti dimentichi<br />
di ogni morale.<br />
Penso allo sguardo colpito dalla<br />
luce piena del ricordo. Penso al<br />
viso stanco ma sereno di Beppino<br />
Englaro, che il quarto giorno,<br />
il più impegnativo psicologicamente<br />
e mentalmente, ha riempito<br />
il nostro pomeriggio e illuminato<br />
le nostre anime. Lui, che<br />
con quella luce degli occhi propria<br />
degli uomini di buona volontà,<br />
ha raccontato la sua storia<br />
con un amor di precisione degno<br />
della più grande ammirazione. Il<br />
suo sguardo si è posato su di noi<br />
non per cercare approvazione,<br />
ma per farci capire che la sua battaglia<br />
è stata combattuta onestamente<br />
e che è importante combattere<br />
per le cose in cui si crede,<br />
per la gente che si ama. In direzione<br />
ostinata e contraria, senza<br />
paura.<br />
L’indomani mattina quando io e<br />
Serena l'abbiamo incontrato in<br />
ascensore. Il suo sorriso ha sfondato<br />
il freddo ferro che ci circonda,<br />
perché è uno di quei uomini<br />
capaci di sorridere alla vita nonostante<br />
le disavventure, senza<br />
conservare rancore o rabbia.<br />
Beppino Englaro, rispettando la<br />
volontà di sua figlia Eluana, ha<br />
superato l’egoismo proprio di<br />
ogni genitore innamorato dei<br />
suoi figli, dimostrando un forte<br />
senso di libertà e autodeterminazione,<br />
oltre che un profondo senso<br />
etico. Ha dato prova di essere<br />
una bella anima, e le belle anime<br />
trionfano sempre.<br />
Un altro incontro particolarmente<br />
significativo è quello tra Vito<br />
Mancuso, famoso teologo, e il<br />
leader storico dei radicali, Marco<br />
Pannella. Il dibattito si concentra<br />
su quale siano i veri credenti oggi.<br />
Il teologo si dimostra abbastanza<br />
aperto, allontanandosi<br />
dalle posizioni della Chiesa riguardo<br />
i temi delicati dell’aborto<br />
e della contraccezione. Il dibattito<br />
si surriscalda quando si parla<br />
di dignità del feto, del quale Pannella<br />
non è convinto, ma il tutto<br />
si spegne quando il teologo afferma<br />
che in caso di complicanze è<br />
necessario favorire la vita della<br />
madre.<br />
Il signor Mancuso è pronto a<br />
mettersi in discussione. A dimostrazione<br />
di ciò sarebbe utile leggere<br />
Disputa su Dio e dintorni,<br />
nel quale dialoga con Corrado<br />
Augias (non credente) sul senso<br />
della vita, sull’esistenza di Dio e<br />
sull’eterna sfida tra credenti e<br />
non credenti.<br />
La quarta giornata ha visto tra i<br />
protagonisti anche il prof. Piergiorgio<br />
Strata, co-presidente dell'<strong>Associazione</strong>,<br />
che ha tentato di<br />
individuare le cause del fallimento<br />
universitario in Italia, attraverso<br />
il confronto con altre sedi universitarie<br />
europee, giungendo ad<br />
imputare la responsabilità all’ambiente<br />
conservatore, alla<br />
quieta non movere, al sindacalismo<br />
corporativo.<br />
Per uscire dal vicolo cieco, per il<br />
prof. Strata è necessario ridefinire<br />
la carta dei diritti del ricercatore<br />
ed eliminare i concorsi.<br />
Ma la lezione che credo abbia lasciato<br />
tutti un po’ turbati è stata<br />
quella di Roberto Defez, ricercatore<br />
biotecnologo, che ha smascherato<br />
tutti i punti deboli del<br />
prodotto biologico, mettendolo<br />
in forte discussione, facendo<br />
inoltre apparire il prodotto geneticamente<br />
modificato come il<br />
migliore. Da alcuni articoli portati<br />
in difesa dell’ogm, abbiamo<br />
scoperto che alcune farine vietate<br />
per gli animali vengono usate<br />
come concime dell’agricoltura<br />
biologica e che molti fertilizzanti<br />
sono composti da farina di carne.<br />
La mia reazione dapprima è stata<br />
un misto di rabbia e sbigottimento,<br />
ma poi, visti i troppi documenti<br />
inconfutabili e la notizia<br />
che molti scienziati autorevoli<br />
quali Rita Levi Montalcini, il prof.<br />
Renato Dulbecco e Umberto Veronesi<br />
hanno firmato a favore<br />
dell’ogm, non ho potuto fare altro<br />
che star zitta, consapevole<br />
della mia ignoranza in materia.<br />
Eppure volevo saltare dalla sedia,<br />
perché volevo difendere il biologico,<br />
prodotto da mio nonno,<br />
tanto tempo fa, ma il nodo alla<br />
gola me l’ha impedito. Mio nonno,<br />
splendido e instancabile contadino,<br />
che ha speso tutta la sua<br />
vita ad incoraggiare la vite, coltivare<br />
pomodori (aiutato solo dalla<br />
nonna e pochi parenti) e ad<br />
amare i campi, ha sempre rispettato<br />
l’ambiente naturale e non<br />
avrebbe mai potuto utilizzare<br />
fertilizzanti chimici. È sempre rimasto<br />
fedele ai ritmi della terra, e<br />
io avrei dovuto difendere la sua<br />
fedeltà al biologico, ma ero consapevole<br />
che il caso di mio nonno<br />
forse è un caso raro. E<br />
spero che anche il prof.<br />
Defez abbia incontrato altri<br />
casi rari.<br />
Il prof. Aldo Loris Rossi è<br />
stato il primo a dare avvio<br />
alla sei giorni di confronto<br />
e discussione. La necessità<br />
di una nuova prospettiva<br />
euro-mediterranea è<br />
stato l’argomento trattato.<br />
La nuova prospettiva dovrebbe<br />
essere in grado di<br />
promuovere il ruolo geoeconomico-politico<br />
dell’Italia<br />
come collegamento<br />
tra la megalopoli europea e<br />
quella mediterranea. Secondo il<br />
prof. Rossi, il Mezzogiorno, baricentro<br />
del mediterraneo e zona<br />
di libero scambio, ha il dovere<br />
storico di scegliere una nuova<br />
prospettiva, dialogando innanzitutto<br />
con le coste vicine, perché i<br />
problemi non si risolvono respingendo<br />
i barconi dei diseredati.<br />
Lo sfruttamento delle risorse<br />
naturali ed energetiche da parte<br />
dei grandi paesi, che hanno<br />
depauperato i paesi sottosviluppati,<br />
provocherà ingenti immigrazioni<br />
di massa.<br />
Lo scenario è apocalittico, ma io<br />
continuavo a sorridere, perché il<br />
pro.f Rossi non si è scomposto<br />
nemmeno per un attimo: "è necessaria<br />
una tensione morale. Le<br />
nuove generazioni sono la leva<br />
che deve essere azionata attraverso<br />
la sensibilità ecologica", ha<br />
affermato con uno slancio entusiastico.<br />
Dalla green economy ai testi consigliati<br />
(L’impronta ecologica di<br />
Mathis Wackernagel e William<br />
Rees, Il punto di svolta di Fritjof<br />
Capra) le argomentazioni a sostegno<br />
non sono mancate.<br />
La leggerezza con la quale il prof.<br />
le ha presentate è stata sorprendente.<br />
Noi lo abbiamo ascoltato<br />
attenti, io ho annuito costantemente,<br />
alcuni hanno scosso la testa<br />
e lui ci ha guardato con fiducia.<br />
Come a dire: "yes, you can".<br />
Su questa scia è proseguito il dibattito,<br />
del giorno dopo, tra Emma<br />
Bonino e Adriana Poli Bortone,<br />
relativo al Sud: da fanalino di<br />
coda dell’Europa a testa di ponte<br />
dell’euro-Mediterraneo. Quando<br />
ho sentito pronunciare dalla Bonino<br />
"quando andate a studiare<br />
in Francia o in Inghilterra sentitevi<br />
a casa, perché siete a casa<br />
nonostante si parli un’altra lingua",<br />
ho capito qual è lo spirito<br />
radicale: volenteroso. L’impegno<br />
di restare uniti e di andare avanti<br />
nonostante tutto.<br />
La lezione più coinvolgente è stata<br />
quella riguardante la libera informazione<br />
in Italia e il ruolo del<br />
giornalista. Il video-giornalista<br />
Wolfgang Achtner ci ha spiegato<br />
che l’etica è il principio cardine di<br />
ogni giornalista. Il compito primario<br />
di un buon giornalista è<br />
fornire ai cittadini un’informazione<br />
onesta, esatta e obiettiva,<br />
di interesse pubblico. Solo se esiste<br />
il principio di trasparenza si<br />
può parlare di giornalismo. Edoardo<br />
Fleischner ci ha invitati a<br />
non criticare i media e di farli noi,<br />
i media. Partire dal basso per costruire<br />
una rete di informazione<br />
- come del resto ha fatto Mirko<br />
Pagliai con Die Brücke.<br />
<strong>Luca</strong> Bonaccorsi, editore di Left e<br />
Terra, ci ha parlato del concetto<br />
di informazione glocal, cioè della<br />
volontà di informare il mondo<br />
sulla propria realtà locale attraverso<br />
internet. Il glocal è utile,<br />
perché ci invita all’ascolto di ogni<br />
campana per costruire le verità<br />
ormai latitanti.<br />
È stata una sei giorni di confronto<br />
e conoscenza reciproca irripetibile.<br />
I laboratori pomeridiani,<br />
organizzati da Federica Colonna<br />
e Gabriele Carones, consulenti di<br />
comunicazione politica e campagne<br />
elettorali, sono stati stimolanti.<br />
Anche se all’apparenza<br />
sembravano divertenti, sono stati<br />
impegnativi e hanno incentivato<br />
la conoscenza e l’unione tra<br />
noi ragazzi.<br />
Il primo laboratorio ci ha messo<br />
di fronte la costruzione di un'Italia<br />
attuale e di un’altra ipotetica,<br />
utopica Italia che vorremmo. Il<br />
mio gruppo ha avuto<br />
il compito di illustrare<br />
il passaggio da<br />
un'Italia stile cinepanettone<br />
a un'Italia<br />
documentaristica.<br />
L'impresa è stata ardua,<br />
ma "chi la dura<br />
la vince".<br />
È stato incredibilmente<br />
bello parlare<br />
con gente e scoprire<br />
belle anime, conoscere<br />
storie di vita diverse,<br />
ognuna originale,<br />
ed entusiasmarsi<br />
per ogni affinità comune.<br />
Ogni persona conosciuta mi ha<br />
mostrato un pezzo autentico di<br />
sé e mi ha lasciato come souvenir<br />
una sua piccola traccia, anche<br />
solo con un sorriso.
SERVIZIO<br />
SANITARIO<br />
USA<br />
LA RIFORMA<br />
DI OBAMA<br />
17<br />
DISCORSO DEL PRESIDENTE BARACK OBAMA SUL TEMA DELLA RIFORMA SANITARIA<br />
Ora, in America, è la volta del dibattito sulla sanità. Comunque la si pensi, è<br />
l’ennesima prova di come i paesi anglosassoni, con i loro sistemi istituzionali e<br />
politici propriamente maggioritari e bilanciati tra numerosi contropoteri, siano<br />
in grado di esprimere e attraversare riforme politiche importanti.<br />
Il proporzionalismo dell’Europa continentale, e la partitocrazia all’italiana,<br />
al contrario, tendono all’immobilità o tutt’al più all’involuzione riformistica.<br />
Il grande dibattito sollevato dal Presidente Obama sulla riforma sanitaria<br />
dimostra anche che in democrazia, il corpo – con tutte le sue implicazioni<br />
economiche, scientifiche e sociali – deve e può trovare posto in cima all’agenda<br />
politica nazionale.<br />
BARACK OBAMA<br />
Signora Speaker, Vice-Presidente Biden,<br />
membri del Congresso, popolo<br />
americano, quando mi sono rivolto a<br />
voi, lo scorso inverno, questa nazione<br />
era nel mezzo della peggiore crisi economica<br />
dai tempi della Grande Depressione.<br />
In media, subivamo una<br />
perdita mensile di 700.000 posti di<br />
lavoro, il credito era congelato e il sistema<br />
finanziario era a un passo dal<br />
collasso. Non siamo ancora usciti dal<br />
tunnel, e questo potrà dirvelo qualsiasi<br />
americano in cerca di un lavoro<br />
per pagare le bollette. Per una ripresa<br />
piena e sana ci vorranno ancora molti<br />
mesi e io non mollerò finché quegli<br />
americani che cercano un’occupazione<br />
non l’avranno trovata. Fino a<br />
quando le imprese e l’economia non<br />
torneranno a fiorire, finché i proprietari<br />
responsabili di immobili non torneranno<br />
a vivere nelle loro case, questo<br />
sarà il nostro obiettivo finale. Ma<br />
grazie all’azione coraggiosa e decisiva<br />
che abbiamo intrapreso a gennaio,<br />
oggi posso parlarvi con fiducia e dirvi<br />
che abbiamo evitato il crollo della<br />
nostra economia. Voglio ringraziare i<br />
membri di questa Camera per l’impegno<br />
e il sostegno profusi in questi ultimi<br />
mesi, specialmente coloro il cui<br />
voto, non scontato, ci ha permesso di<br />
dare il via alla ripresa. Voglio anche<br />
ringraziare il popolo americano per la<br />
pazienza e la tenacia dimostrate in<br />
questi momenti difficili per tutti noi.<br />
Ma non siamo venuti qua soltanto<br />
per risolvere le crisi. Siamo qua per<br />
costruire il futuro. Per questo oggi vi<br />
parlerò di un tema cruciale per il futuro:<br />
il tema della sanità. So di non<br />
essere il primo Presidente ad abbordare<br />
questo tema, ma sono determinato<br />
ad essere l’ultimo. Ormai è passato<br />
quasi un secolo da quando Theodore<br />
Roosevelt invocò per la prima<br />
volta il bisogno di attuare una riforma<br />
sanitaria e da allora quasi tutti i<br />
presidenti e i congressi, democratici o<br />
repubblicani, hanno tentato in un<br />
modo o nell’altro di affrontare questo<br />
tema. La prima proposta di legge per<br />
un’ampia riforma fu introdotta nel<br />
1943, da John Dingell Sr. 65 anni dopo,<br />
suo figlio continua a presentare la<br />
stessa proposta all’inizio di ogni sessione.<br />
E’ un fallimento collettivo, se<br />
non siamo riusciti a fare passi avanti.<br />
E anno dopo anno, decennio dopo<br />
decennio, siamo giunti al punto di<br />
L’audacia<br />
della<br />
Riforma<br />
rottura.<br />
Ognuno di noi conosce le grosse avversità<br />
a cui è sottoposto chi non è assicurato:<br />
vivere ogni giorno con il rischio<br />
di andar falliti a distanza di incidente<br />
o di malattia. E non si tratta<br />
principalmente di persone che già ricevono<br />
aiuti dal welfare. E’ la classe<br />
media americana. Alcuni hanno un<br />
lavoro che però non fornisce loro alcuna<br />
copertura, altri sono liberi professionisti<br />
che non possono permettersela<br />
perché comprare la propria assicurazione<br />
senza intermediari costa<br />
tre volte tanto quella fornita dal datore<br />
di lavoro. Viene negata perfino a<br />
chi può e vuole pagare, a causa di malattie<br />
o condizioni preesistenti che le<br />
assicurazioni giudicano troppo rischiose<br />
o troppo costose da coprire.<br />
Siamo l’unica democrazia, l’unica democrazia<br />
avanzata sulla Terra, l’unica<br />
nazione ricca che permette che milioni<br />
dei suoi abitanti subiscano simili<br />
privazioni. Ci sono oggi più di 30 milioni<br />
di americani che non riescono a<br />
pagarsi la copertura sanitaria. Nel solo<br />
periodo di due anni, un americano<br />
su tre a un certo momento della sua<br />
vita deve vivere senza assicurazione<br />
sanitaria, ed ogni giorno 14.000 americani<br />
perdono la copertura. Questo<br />
significa che può succedere a chiunque.<br />
Ma il male che appesta il sistema sanitario<br />
non è semplicemente il problema<br />
dei non assicurati. Anche chi è assicurato<br />
non è mai stato così insicuro<br />
come oggi. Sempre più cittadini sono<br />
preoccupati dal fatto che il trasferimento,<br />
la perdita o il cambio di lavoro<br />
possa causare la perdita anche della<br />
copertura sanitaria. Sempre più<br />
americani pagano i bonus per ritrovarsi,<br />
una volta malati, con un pugno<br />
di mosche perché l’assicurazione ha<br />
annullato la copertura. Accade ogni<br />
giorno.<br />
A un uomo, in Illinois, è stata tolta<br />
l’assicurazione nel mezzo di un trattamento<br />
di chemioterapia dopo che<br />
l’assicurazione aveva scoperto che<br />
l’uomo non aveva segnalato un caso<br />
di calcolosi biliare, di cui peraltro non<br />
era nemmeno a conoscenza! Le cure<br />
di cui abbisognava gli sono state allora<br />
sospese ed è morto. Ad una texana,<br />
prossima ad un intervento di mastectomia,<br />
l’assicurazione ha annullato la<br />
copertura perché aveva dimenticato<br />
di dichiarare un precedente caso di<br />
acne. Quando le è stata ripristinata la
18<br />
SERVIZIO<br />
SANITARIO<br />
USA<br />
LA RIFORMA<br />
DI OBAMA<br />
Il progetto che vi sto per annunciare si prefigge tre obiettivi fondamentali:<br />
darà maggiore sicurezza e stabilità a chi è già in possesso di<br />
un’assicurazione sanitaria; la fornirà a chi non ce l’ha; e frenerà<br />
l’aumento del costo della sanità per le famiglie, le imprese e lo Stato.<br />
Questo piano chiede a tutti di fare la propria parte, non solo al governo,<br />
o alle compagnie assicurative.<br />
copertura, il suo cancro al seno era<br />
raddoppiato. Tutto questo è straziante.<br />
E’ sbagliato. Nessuno dovrebbe essere<br />
trattato così negli Stati Uniti.<br />
Abbiamo poi il problema di costi<br />
sempre più elevati. Spendiamo una<br />
volta e mezzo in più per le cure a persona<br />
di qualsiasi altro paese. Ma non<br />
per questo stiamo meglio. Questa è<br />
una delle ragioni per cui i premi assicurativi<br />
sono aumentati tre volte più<br />
velocemente degli stipendi. Ecco perché<br />
molti datori di lavoro, soprattutto<br />
di piccole imprese, obbligano gli<br />
impiegati a spendere sempre di più<br />
nell’assicurazione o a rinunciarci<br />
completamente. E’ il motivo per cui<br />
molti imprenditori non riescono ad<br />
aprire nuove imprese, e perché molte<br />
imprese attive sul mercato internazionale,<br />
come i produttori di automobili,<br />
sono tra le più colpite. E’ lo stesso<br />
motivo per cui molti di noi devono<br />
pagare una tassa nascosta e sempre<br />
più salata per chi non ha copertura.<br />
Sono circa 1000 dollari all’anno che<br />
servono a coprire gli interventi di<br />
pronto soccorso e il lavoro delle organizzazioni<br />
caritatevoli. In pratica, il<br />
nostro sistema sanitario sta rivelando<br />
tutta la sua insostenibilità, che grava<br />
sul contribuente.<br />
Se le spese sanitarie continueranno a<br />
crescere a questa velocità, si creerà<br />
una pressione sempre maggiore anche<br />
su programmi assicurativi come<br />
MediCare and MedicAid. E se rimaniamo<br />
a guardare i prezzi salire alle<br />
stelle, MediCare e MedicAid costeranno<br />
più di un qualsiasi piano statale.<br />
In altre parole, il problema del sistema<br />
sanitario è il problema del deficit.<br />
Non c’è nient’altro che abbia un<br />
simile peso. Nient’altro.<br />
Questi sono i fatti. Nessuno li nega.<br />
Sappiamo che dobbiamo riformare il<br />
sistema. La questione è come. A sinistra<br />
si ritiene che il solo modo per aggiustare<br />
il sistema sia attraverso un sistema<br />
di pagamento unico (single-payer<br />
system) come in Canada, in cui il<br />
mercato delle assicurazioni private risulterebbe<br />
significativamente ridimensionato<br />
per far posto ad un sistema<br />
assicurativo universale gestito dallo<br />
Stato. A destra si sostiene che dovremmo<br />
dismettere il sistema basato<br />
sull’assicurazione fornita dal datore di<br />
lavoro e lasciare ogni individuo libero<br />
di scegliersi la propria assicurazione.<br />
Devo dire che ci sono argomenti<br />
che giocano a favore di entrambi<br />
i punti di vista, ma entrambi<br />
rappresenterebbero un cambiamento<br />
radicale che rovinerebbe la<br />
situazione in cui si trova oggi la<br />
gran parte della gente. Poiché oggi<br />
la sanità rappresenta un sesto<br />
della nostra economia, credo abbia<br />
più senso costruire su ciò che funziona,<br />
anziché tentare di mettere in<br />
piedi un sistema interamente<br />
nuovo. E’ precisamente<br />
quello che alcuni di voi<br />
hanno tentato di immaginare<br />
negli scorsi mesi.<br />
In questo periodo Washington<br />
ha dato il meglio<br />
e il peggio di sé.<br />
Molti di voi hanno lavorato<br />
strenuamente<br />
all’elaborazione di proposte<br />
di riforma. Delle<br />
cinque commissioni<br />
incaricate di produrre<br />
un disegno di legge,<br />
quattro hanno completato<br />
i loro lavori,<br />
mentre la commissione<br />
sulle finanze del Senato<br />
ha annunciato<br />
oggi che terminerà la<br />
prossima settimana.<br />
Non è mai successo. Il<br />
nostro impegno ha<br />
trovato il sostegno di coalizioni<br />
senza precedenti, tra<br />
dottori e infermieri, ospedali,<br />
lobby e perfino società farmaceutiche,<br />
molte delle quali in<br />
passato erano contrarie alla riforma.<br />
In questa Camera c’è una condivisione<br />
all’80% su ciò che dobbiamo<br />
fare. Non siamo mai stati così vicini<br />
all’obiettivo finale della riforma.<br />
In questi ultimi mesi però abbiamo<br />
anche assistito al solito spettacolo fazioso<br />
che non fa altro che nutrire lo<br />
sdegno degli americani per il governo.<br />
Invece di dibattere onestamente,<br />
qualcuno ha preferito optare per la<br />
tattica della paura, usando lo strumento<br />
delle contrapposizioni ideologiche<br />
che non lasciano speranza al<br />
compromesso. Troppi hanno sfruttato<br />
questo momento per trarre facili<br />
successi politici a breve termine, nonostante<br />
questo significhi gettare alle<br />
ortiche la possibilità di risolvere uno<br />
dei più annosi problemi della nostra<br />
società. E in questa bufera<br />
di accuse e controaccuse,<br />
ha regnato la confusione.<br />
Bene, è giunta l’ora di<br />
smetterla coi battibecchi,<br />
il tempo dei giochetti<br />
è finito.<br />
IL DISCORSO DI FRONTE<br />
AL CONGRESSO<br />
Quello che pubblichiamo in versione integrale è il<br />
discorso che il presidente degli Stati Uniti, Barack<br />
Obama, ha tenuto lo scorso 9 settembre a<br />
Washington, di fronte al Congresso americano. Tema<br />
dell’intervento è la sua proposta di riforma del sistema<br />
sanitario nazionale. Più di molti articoli e commenti,<br />
riteniamo che questo documento possa essere<br />
utile al lettore per farsi un’idea di un tema che<br />
Oltreoceano divide le coscienze da mesi.<br />
Questo è il momento dell’azione, è il<br />
momento di venir fuori con le migliori<br />
idee, tutti e due i partiti, insieme,<br />
e mostrare al popolo americano<br />
che possiamo ancora fare il lavoro per<br />
cui siamo stati mandati qua. E’ l’ora<br />
di compiere la riforma sanitaria.<br />
Il progetto che vi sto per annunciare<br />
si prefigge tre obiettivi fondamentali:<br />
darà maggiore sicurezza e<br />
stabilità a chi è già in possesso<br />
di un’assicurazione<br />
sanitaria;<br />
la fornirà a<br />
chi non ce l’-<br />
ha; e frenerà<br />
l’aumento del costo<br />
della sanità per le<br />
famiglie, le imprese e lo<br />
Stato. Questo piano chiede a<br />
tutti di fare la propria parte,<br />
non solo al governo, o alle<br />
compagnie assicurative. A tutti,<br />
anche ai datori di lavoro e ai<br />
singoli cittadini. E’ un piano<br />
che raccoglie le proposte di Senatori<br />
e Rappresentanti, di democratici<br />
e repubblicani, di miei<br />
avversari nelle primarie e alle presidenziali.<br />
Ecco i dettagli del mio<br />
progetto che ogni americano deve<br />
conoscere:
SERVIZIO<br />
SANITARIO<br />
USA<br />
LA RIFORMA<br />
DI OBAMA<br />
19<br />
Primo: se siete tra le centinaia di milioni<br />
di americani già in possesso di<br />
un’assicurazione sanitaria che ricevete<br />
tramite il vostro lavoro, o tramite MediCare<br />
o MedicAid, o attraverso il<br />
Dipartimento per i Veterani (U.S.<br />
Department of Veterans Affairs),<br />
niente nel nostro piano vi obbligherà<br />
a cambiare l’assicurazione che avete<br />
sottoscritto o il medico che vi segue.<br />
Lo ripeto, niente nel nostro piano vi<br />
obbligherà a cambiare alcunché. Ciò<br />
che questo piano farà sarà migliorare<br />
il funzionamento della vostra copertura.<br />
Sarà vietato alle compagnie d’assicurazione<br />
negare la copertura appellandosi<br />
a condizioni pre-esistenti.<br />
Non appena avrò firmato questa legge,<br />
le compagnie non potranno annullare<br />
alcuna copertura in periodo di<br />
malattia, né modificarla, in senso riduttivo,<br />
nel momento in serve di più.<br />
Non potranno più porre tetti arbitrari<br />
sulla copertura complessiva ricevi-<br />
cittadini e le piccole imprese potranno<br />
acquistare la loro assicurazione a<br />
prezzi competitivi. Le compagnie assicurative<br />
saranno incentivate a partecipare<br />
in questo mercato, perché saranno<br />
in competizione per avere milioni<br />
di nuovi clienti. I clienti, in<br />
quanto grande gruppo, avranno maggiore<br />
potere per trattare con le compagnie<br />
assicurative per avere qualità e<br />
prezzi migliori. Funziona così con le<br />
grandi società e con i funzionari dello<br />
Stato. Funziona così per ogni<br />
membro di questo Congresso e quindi<br />
è tempo di dare a tutti gli americani<br />
le stesse opportunità che riserviamo<br />
a noi stessi.<br />
Per quei cittadini e quelle piccole imprese<br />
che ancora non possono permettersi<br />
il livello più basso di copertura<br />
disponibile in questo mercato,<br />
abbiamo previsto dei crediti fiscali, la<br />
cui entità sarà determinata dal bisogno.<br />
Tutte le società assicurative che<br />
nunciare comunque alla copertura.<br />
Ciò significherà che saremo noi a pagare<br />
i loro costosi interventi di pronto<br />
soccorso. Se le imprese non danno<br />
ai loro impiegati la copertura, saremo<br />
obbligati a mettere mano al portafoglio<br />
quando il lavoratore starà male.<br />
Questa darà anche un vantaggio sleale<br />
a queste imprese.<br />
Se ciascuno di noi non farà la sua parte,<br />
molte delle riforme che andiamo<br />
cercando, specialmente quella per far<br />
sì che le compagnie assicurative coprano<br />
anche le condizioni pre-esistenti,<br />
non potranno mai essere attuate.<br />
Per questo motivo, così come l’assicurazione<br />
auto è obbligatoria in<br />
molti Stati, il mio programma prevede<br />
che ogni cittadino abbia almeno il<br />
livello di base di assicurazione. Allo<br />
stesso modo, le imprese dovranno o<br />
fornire la copertura ai lavoratori o<br />
contribuire al nuovo sistema per coprire<br />
il costo dei lavoratori. Ci sarà<br />
una « clausola di esonero » per chi<br />
non potrà ancora permettersi la copertura,<br />
e il 95% delle piccole imprese,<br />
in virtù della loro taglia e del loro<br />
margine di profitto, sarà esentato da<br />
questi requisiti. Ma ci saranno grosse<br />
imprese o ricchi cittadini, che potranno<br />
permettersi una copertura, che<br />
tenteranno di aggirare il sistema, evitando<br />
di occuparsi essi stessi dei loro<br />
impiegati. Il miglioramento della nostra<br />
sanità sarà possibile solo se tutti<br />
contribuiranno.<br />
Mentre rimane qualche importante<br />
dettaglio da appianare, credo che esista<br />
un ampio consenso sui punti che<br />
ho appena descritto: protezione del<br />
consumatore per chi è già assicurato,<br />
una borsa che permetta ai cittadini e<br />
alle piccole imprese di acquistare coperture<br />
abbordabili e l’obbligo per<br />
coloro che possono permettersi un’assicurazione<br />
di procurarsene una. Sono<br />
certo che queste misure porteranno<br />
benefici a tutti gli americani, tutti.<br />
E anche alla nostra economia.<br />
Eppure, a causa delle false voci fatte<br />
circolare negli ultimi mesi, mi sono<br />
reso conto che molti americani si sono<br />
irritati. Per questo sono qua, perché<br />
vorrei portare un po’ di chiarezza<br />
sui punti controversi che ancora persistono.<br />
Alcune di queste preoccupazioni sono<br />
dovute a false affermazioni diffuse<br />
da coloro che hanno come solo obiettivo<br />
quello d’impedire la riforma ad<br />
ogni costo. Il miglior esempio è l’idea,<br />
propugnata non solo da presentatori<br />
televisivi o radiofonici, ma anche da<br />
politici, per cui vorremmo creare dei<br />
gruppi di burocrati incaricati di uccidere<br />
gli anziani che vivono nel nostro<br />
paese. Ci sarebbe da ridere, se fossimo<br />
cinici e irresponsabili. E’ una<br />
menzogna punto e basta. Qualcun altro<br />
ancora sostiene che con questa riforma<br />
finiremo per assicurare anche<br />
bile in un dato anno, o in tutta la vita.<br />
Metteremo un limite alle spese in<br />
cui potrete incorrere per altre ragioni,<br />
perché negli Stai Uniti nessuno deve<br />
andar fallito perché malato. Le compagnie<br />
assicurative dovranno inoltre<br />
coprire, senza pagamenti extra, controlli<br />
di routine e terapie di prevenzione,<br />
come la mammografia o la colonscopia,<br />
perché non è ammissibile<br />
che non si possano prevenire malattie<br />
come il tumore al seno o al colon. E’<br />
sensato, si risparmiano soldi e si salvano<br />
vite. Questo è quanto si aspettano<br />
dal governo gli americani che<br />
hanno già la copertura sanitaria: più<br />
sicurezza e più stabilità.<br />
Secondo, se siete tra le decine di milioni<br />
di americani attualmente sprovvisti<br />
di assicurazione sanitaria, la seconda<br />
parte di questo programma finalmente<br />
vi offrirà opzioni di qualità<br />
e a prezzi ragionevoli. Se perdete il lavoro,<br />
o se lo cambiate sarete comunque<br />
coperti. Se volete avviare la vostra<br />
piccola impresa sarete coperti. Lo faremo<br />
creando una borsa delle assicurazioni,<br />
un mercato in cui i singoli<br />
entreranno in questo mercato dovranno<br />
rispettare le regole della protezione<br />
del consumatore di cui ho già<br />
parlato. Questa borsa prenderà forma<br />
in quattro anni, lasciandoci così tempo<br />
sufficiente per farla bene. Intanto,<br />
per coloro che non possono permettersi<br />
un’assicurazione a causa di condizioni<br />
mediche pre-esistenti, offriremo<br />
da subito una copertura a basso<br />
costo che protegga dalla rovina economica<br />
in caso di grave malattia. Era<br />
una buona idea avanzata dal Senatore<br />
John McCain in campagna elettorale,<br />
lo è ancora e quindi dovremmo<br />
appoggiarla tutti quanti.<br />
Ma anche con queste opzioni a basso<br />
costo, ci sarà qualcuno, soprattutto i<br />
giovani che non hanno problemi di<br />
salute, che preferirà correre il rischio<br />
di rinunciare all’assicurazione sanitaria;<br />
potranno esserci società che si rifiutano<br />
di assistere i lavoratori provvedendo<br />
alla loro copertura. Il punto<br />
è che questo comportamento irresponsabile<br />
ci costa molto caro. Nonostante<br />
l’esistenza di opzioni non costose,<br />
qualcuno potrà decidere di ri-<br />
In totale il piano che vi sto proponendo costerà<br />
900 miliardi di dollari da ripartirsi in un<br />
arco temporale di 10 anni. Meno di quanto<br />
abbiamo speso nella guerra in Afghanistan e<br />
in Iraq, e meno dei tagli alle tasse per i più<br />
ricchi americani approvati dal Congresso<br />
all’inizio della precedente amministrazione.<br />
Il carico maggiore di queste spese sarà sostenuto<br />
dall’eliminazione degli sprechi.
20<br />
SERVIZIO<br />
SANITARIO<br />
USA<br />
LA RIFORMA<br />
DI OBAMA<br />
gli immigrati clandestini. Anche questo<br />
non è vero. La riforma che ho proposto<br />
non avrà effetto su chi entra nel<br />
nostro paese illegalmente. [Urla dall’Aula:<br />
“You lie!”, “Stai mentendo!”].<br />
Non è vero. E c’è un’altra voce su cui<br />
vorrei fare chiarezza: non sarà permesso<br />
l’uso di finanziamenti federali<br />
per abortire e le attuali leggi che toccano<br />
temi etici rimarranno come sono.<br />
La mia proposta è stata descritta<br />
anche come il tentativo del Governo<br />
di far man bassa dell’intero sistema di<br />
copertura sanitaria. I critici puntano<br />
ad un provvedimento che permetta ai<br />
non assicurati e alle piccole imprese<br />
di scegliere l’opzione dell’assicurazione<br />
pubblica, amministrata dallo Stato<br />
come accade con MedicAid o Medi-<br />
Care.<br />
Vorrei che una cosa fosse chiara: il<br />
mio principio guida è ed è sempre<br />
stato quello secondo cui i consumatori<br />
sono più soddisfatti quando c’è<br />
scelta e concorrenza. E’ così che funziona<br />
il mercato. Purtroppo, in 34<br />
Stati il 75% del mercato assicurativo<br />
è controllato da non più di cinque società.<br />
In Alabama, circa il 90% è nelle<br />
mani di una sola compagnia. Senza<br />
concorrenza il prezzo delle assicurazioni<br />
sale e la qualità scende. Così le<br />
compagnie assicurative possono trascurare<br />
più facilmente i loro clienti,<br />
scegliendo accuratamente i clienti più<br />
ricchi e sbarazzandosi dei più malati,<br />
presentando parcelle spropositate alle<br />
piccole imprese che non hanno potere<br />
contrattuale, e aumentando vertiginosamente<br />
i tassi. Gli assicuratori<br />
non si comportano così perché sono<br />
cattivi, lo fanno perché è proficuo.<br />
Un ex responsabile esecutivo di una<br />
compagnia assicurativa ha affermato,<br />
deponendo ad una commissione del<br />
Congresso, che le compagnie assicurative<br />
non solo sono incoraggiate a<br />
sbarazzarsi dei clienti più malati: sono<br />
ricompensati. Tutto questo nutre<br />
quel fenomeno conosciuto come le «<br />
le spietate attese di profitto di Wall<br />
Street ».<br />
Non ho alcun interesse a eliminare<br />
dal mercato le compagnie assicurative.<br />
Forniscono un servizio legittimo<br />
e danno lavoro ai nostri vicini e ai nostri<br />
amici. Voglio solo responsabilizzarle.<br />
Le riforme che vi ho annunciato<br />
si prefiggono proprio questo. Ma<br />
c’è un’altra cosa che possiamo fare per<br />
incentivare le compagnie ad agire<br />
onestamente: creare un’opzione pubblica<br />
senza scopo di lucro all’interno<br />
del mercato delle assicurazioni. Voglio<br />
sottolineare che si tratterà di<br />
un’opzione disponibile solo per chi<br />
non è assicurato. Nessuno sarà obbligato<br />
a sceglierla e non avrà nessun impatto<br />
su chi è già assicurato. Basandoci<br />
sulle valutazioni della Commissione<br />
Bilancio del Congresso, pensiamo<br />
che meno del 5% degli americani vi<br />
aderirà.<br />
Ma alle compagnie assicurative quest’idea<br />
non piace. Il loro timore è che<br />
le società private non potranno competere<br />
ad armi pari con lo Stato e<br />
avrebbero ragione se l’opzione pubblica<br />
fosse sussidiata dai contribuenti.<br />
Ma non sarà così. Vado ripetendo che<br />
come una qualsiasi assicurazione privata,<br />
anche quella pubblica dovrà essere<br />
autosufficiente e sostenersi attraverso<br />
i premi che raccoglie. Evitando<br />
una parte dei costi di gestione che<br />
vengono tolti dai profitti delle compagnie<br />
private, stipendi degli amministratori<br />
e dei direttori, potremo trovare<br />
un buon compromesso per i<br />
consumatori. Si otterrebbe anche<br />
quella pressione sulle compagnie private<br />
necessaria per mantenere prezzi<br />
abbordabili senza trascurare la clientela.<br />
Avremmo lo stesso sistema con<br />
cui scuole e università pubbliche forniscono<br />
ulteriori opzioni e concorrenza<br />
agli studenti, senza per questo<br />
intaccare la vivace rete delle università<br />
private.<br />
Bisogna tenere presente che la grande<br />
maggioranza degli americani è ancora<br />
in favore dell’opzione per l’assicurazione<br />
pubblica in linea con quella<br />
proposta. Il suo impatto non deve<br />
essere esagerato dalla sinistra, dalla<br />
destra o dai media. Questa è solo una<br />
parte del mio progetto e non vorrei<br />
che venisse strumentalizzato per il solito<br />
scontro ideologico di Washington.<br />
Ai miei mici progressisti vorrei<br />
ricordare che per decenni, l’idea centrale<br />
della riforma è stata porre fine<br />
agli abusi delle compagnie assicurative<br />
e provvedere una copertura a chi<br />
non ce l’ha. L’opzione pubblica è uno<br />
strumento per ottenere quel fine,<br />
dobbiamo continuare ad essere aperti<br />
altre idee che ci permettano di raggiungere<br />
quest’obiettivo. Ai miei<br />
amici repubblicani dico che invece di<br />
fare affermazioni sconclusionate come<br />
quella della man bassa da parte<br />
dello Stato, dovremmo lavorare assieme<br />
per risolvere ogni preoccupazione<br />
che possa legittimamente sorgere.<br />
C’è chi, per esempio, ha suggerito che<br />
il sistema pubblico funzionerà solo in<br />
quei mercati dove le compagnie assicurative<br />
non partecipano con listini<br />
abbordabili. Altri hanno proposto<br />
una cooperativa, o un ente no-profit,<br />
incaricato di amministrare il piano.<br />
Queste sono tutte ottime idee di cui<br />
vale la pena discutere, ma non cambierò<br />
idea sul principio di base per cui<br />
Non cambierò idea<br />
sul principio di base<br />
per cui se qualcuno<br />
non può permettersi<br />
l’assicurazione, allora<br />
saremo noi a<br />
fornirgliela dando la<br />
possibilità di scegliere.<br />
Mi assicurerò che<br />
nessun burocrate<br />
dello Stato o di una<br />
compagnia<br />
assicurativa<br />
si frapponga tra voi<br />
e le cure di cui avete<br />
bisogno.
SERVIZIO<br />
SANITARIO<br />
USA<br />
LA RIFORMA<br />
DI OBAMA<br />
21<br />
se qualcuno non può permettersi l’assicurazione,<br />
allora saremo noi a fornirgliela<br />
dando la possibilità di scegliere.<br />
Mi assicurerò che nessun burocrate<br />
dello Stato o di una compagnia<br />
assicurativa si frapponga tra voi e<br />
le cure di cui avete bisogno.<br />
Infine vorrei parlare di qualcosa di<br />
molto importante per me, per i membri<br />
di questa Camera e per ogni cittadino,<br />
ovvero come paghiamo questo<br />
progetto. Ecco quello che dovete sapere:<br />
Primo: non firmerò nessun programma<br />
che appesantisca di un centesimo<br />
il nostro deficit pubblico, né ora né in<br />
futuro. Punto. La prova di questo sarà<br />
l’inserimento di un provvedimento<br />
che ci imporrà di effettuare altri tagli<br />
alle spese qualora i risparmi promessi<br />
non dovessero materializzarsi. Una<br />
delle ragioni per cui mi sono trovato a<br />
gestire un deficit di mille miliardi di<br />
dollari subito dopo aver messo piede<br />
nella Casa Bianca è che negli ultimi<br />
dieci anni troppe iniziative non sono<br />
state pagate, dalla guerra in Iraq ai tagli<br />
alle tasse per i lavoratori. Non farò<br />
lo stesso errore con la sanità.<br />
Secondo: abbiamo estimato che la<br />
gran parte di questo programma potrà<br />
essere finanziato con fondi provenienti<br />
dal sistema già esistente, costellato<br />
di sprechi ed abusi. Oggi le immense<br />
somme di denaro che spendiamo<br />
per la sanità non ci rendono più<br />
sani e questo non è il mio giudizio. E’<br />
quello medici e professionisti di tutto<br />
il paese. Lo stesso vale per MediCare<br />
e MedicAid e infatti voglio qui rivolgermi<br />
direttamente agli anziani, perché<br />
anche il dibattito su MediCare è<br />
stato oggetto di demagogia e forzature<br />
varie. Più di 40 anni fa si affermò<br />
in questa nazione il principio secondo<br />
il quale dopo una vita di duro lavoro<br />
gli anziani non dovevano essere abbandonati<br />
a se stessi con le loro parcelle<br />
mediche da pagare. Così nacque<br />
MediCare. E’ un’organizzazione sacra<br />
che deve continuare a operare di generazione<br />
in generazione. Ecco perché<br />
non useremo neanche un centesimo<br />
del budget di MediCare per finanziare<br />
questo programma. L’unica<br />
cosa che sarà eliminata sarà il furto di<br />
centinaia di miliardi di dollari e i sussidi<br />
di MediCare che inaspettatamente<br />
finiscono invece alle compagnie assicurative.<br />
Finanziamenti che gonfiano<br />
le casse delle assicurazioni, ma che<br />
non migliorano la salute degli anziani.<br />
Creeremo anche una commissione<br />
indipendente di dottori ed esperti<br />
medici incaricati di trovare tutte le<br />
fonti di spreco, anche per il futuro.<br />
Queste misure faranno sì che voi, anziani<br />
d’America, raccoglierete i benefici<br />
che vi sono stati promessi. Permetteranno<br />
a MediCare di essere presente<br />
anche per le generazioni future.<br />
Una parte dei soldi risparmiati sarà<br />
utilizzata per chiudere quel divario,<br />
tra le assicurazioni, che obbliga molti<br />
anziani a sborsare migliaia di dollari<br />
all’anno per i medicinali di cui hanno<br />
necessità. Ecco cosa faremo dunque.<br />
Non badate quindi quelle storie<br />
che vi raccontano come sarete privati<br />
dei vostri vantaggi. Anche perché tra<br />
questi inventori di storie c’è chi si è<br />
battuto contro MediCare in passato,<br />
per poi votare quest’anno un bilancio<br />
che essenzialmente avrebbe trasformato<br />
MediCare in un programma<br />
privato di voucher. Questo non avverrà<br />
finché ci sarò io. Proteggerò<br />
MediCare. E dato che essa occupa un<br />
posto di prim’ordine nel sistema sanitario,<br />
migliorare il programma significa<br />
effettuare quei cambiamenti che<br />
permetteranno di ridurre i costi che<br />
tutti noi sosteniamo.<br />
Sappiamo da molto tempo ormai che<br />
istituti come l’Intermountain Healthcare<br />
in Utah, o il Geisinger Health<br />
System in Pennsylvania offrono<br />
un’assistenza sanitaria di qualità a<br />
prezzi inferiori alla media. La commissione<br />
che ho menzionato quindi<br />
potrà incoraggiare la diffusione in<br />
tutto il sistema del loro metodo, attraverso<br />
medici e professionisti. Tutto<br />
quello che va dalla riduzione delle infezioni<br />
contratte in ospedale, ad un<br />
miglior coordinamento tra gruppi di<br />
dottori, alla riduzione dei problemi di<br />
MediCare e MedicAid finanzierà la<br />
gran parte di questo programma.<br />
Buona parte della spesa rimanente sarà<br />
coperta con gli introiti delle compagnie<br />
farmaceutiche e assicurative<br />
che potranno contare su maggiori<br />
vantaggi futuri derivanti da decine di<br />
milioni di nuovi clienti. Le assicurazioni<br />
dovranno pagare una tassa per i<br />
contratti più costosi, così facendo si<br />
incoraggeranno le società assicurative<br />
ad essere più responsabili economicamente.<br />
Questa proposta ha trovato il<br />
sostegno di esperti democratici e repubblicani,<br />
che ritengono altresì che<br />
questa nuova borsa sarà la chiave che<br />
permetterà di mantenere basse le spese<br />
sanitarie per tutti noi nel lungo termine.<br />
Infine, molti dei presenti in questa<br />
Camera, in particolare i repubblicani,<br />
ripetono da tempo che riformare<br />
le leggi sulle cattive pratiche mediche<br />
potrà contribuire ad abbassare il costo<br />
della sanità. Eccovi! Io non credo<br />
che compiendo tale riforma saremo<br />
in una botte di ferro, ma ho parlato<br />
con un numero sufficiente di medici<br />
per capire che la medicina difensiva<br />
potrebbe far aumentare inutilmente<br />
le spese. Propongo quindi di andare<br />
avanti con nuove idee che diano la<br />
priorità alla sicurezza del paziente e<br />
lasciare che i dottori si focalizzino sulle<br />
pratiche mediche. L’amministrazione<br />
Bush aveva considerato la possibilità<br />
di avviare dei progetti pilota in<br />
alcuni Stati per testare queste proposte.<br />
Penso che sia una buona idea. Per<br />
questo ho dato mandato, oggi, al Ministro<br />
della Salute di portare avanti<br />
questa iniziativa.<br />
In totale il piano che vi sto proponendo<br />
costerà 900 miliardi di dollari da<br />
ripartirsi in un arco temporale di 10<br />
anni. Meno di quanto abbiamo speso<br />
nella guerra in Afghanistan e in Iraq,<br />
e meno dei tagli alle tasse per i più ricchi<br />
americani approvati dal Congresso<br />
all’inizio della precedente amministrazione.<br />
Il carico maggiore di queste<br />
spese sarà sostenuto da fondi già<br />
spesi, ma spesi male, all’interno del sistema<br />
esistente. Il nostro deficit non<br />
ne risentirà, la classe media avrà più<br />
sicurezza, nessun aumento delle tasse,<br />
e se riusciremo a rallentare l’aumento<br />
del costo della sanità di un solo<br />
decimo dell’1% ogni anno, ripeto,<br />
un decimo dell’1%, ridurremo il deficit<br />
di quattro trilioni di dollari nel<br />
lungo periodo.<br />
Questo è il mio progetto. E’ un progetto<br />
che include idee di molti membri<br />
di questa Camera, democratici e<br />
repubblicani. E continuerò a cercare<br />
sempre un terreno comune su cui lavorare.<br />
Se qualcuno vuole propormi<br />
idee serie, lo ascolterò. La mia porta è<br />
sempre aperta. Ma sappiate una cosa:<br />
non sprecherò tempo con chi ritiene<br />
che la cosa migliore da fare sia ammazzare<br />
questa riforma anziché provare<br />
a migliorarla. Non rimarrò a<br />
guardare mentre i gruppi d’interesse<br />
utilizzeranno le solite tecniche per lasciare<br />
le cose esattamente come stanno.<br />
Se mistificate o date una falsa descrizione<br />
del contenuto di questo<br />
progetto, non staremo a guardare.<br />
Non accetterò il mantenimento dello<br />
status quo come soluzione. Non<br />
questa volta, non ora. Ognuno di noi<br />
sa cosa accadrà se non facciamo nulla.<br />
Il debito nazionale crescerà, altre famiglie<br />
perderanno tutto e altre imprese<br />
dovranno chiudere. Altri americani<br />
perderanno la copertura proprio<br />
quando sono malati e altri ne<br />
moriranno. Sappiamo che queste cose<br />
sono vere. E’ per questo che non<br />
possiamo fallire. Perché ci sono troppi<br />
americani che contano su di noi,<br />
sul successo finale. Ci sono quelli che<br />
soffrono in silenzio e quelli che vogliono<br />
condividere le loro storie con<br />
noi, attraverso le istituzioni locali, le<br />
lettere, le e-mail... [...].<br />
Nel 1935, quando più di metà della<br />
nostra popolazione anziana non era<br />
in grado di mantenersi e i loro risparmi<br />
andavano in fumo, ci fu chi sosteneva<br />
che il welfare avrebbe portato al<br />
socialismo. Ma le donne e gli uomini<br />
del Congresso non si piegarono ed è<br />
grazie a loro che oggi viviamo meglio.<br />
Nel 1965, qualcuno disse che Medi-<br />
Care avrebbe permesso allo Stato di<br />
impadronirsi dell’intero sistema sanitario,<br />
ma democratici e repubblicani<br />
del Congresso non indietreggiarono.<br />
Si unirono, e così siamo entrati nell’era<br />
dell’oro con più serenità. I nostri<br />
predecessori hanno compreso che lo<br />
Stato non può e non deve risolvere<br />
tutti i nostri problemi. Hanno compreso<br />
che ci sono istanze in cui i guadagni<br />
e le insicurezze che derivano<br />
dall’azione dello Stato non valgono al<br />
punto da porre altri paletti alla nostra<br />
libertà. Ma hanno anche capito che al<br />
pericolo di troppo Stato corrisponde<br />
quello opposto, cioè di troppo poco.<br />
Senza l’interevento cruciale di politiche<br />
giuste, i mercati crollano, i monopoli<br />
soffocano la competizione, i<br />
cittadini più vulnerabili sono sfruttati.<br />
E sapevano che quando una qualsiasi<br />
misura governativa, indipendentemente<br />
da quanto ben progettata,<br />
cade vittima di dileggio, quando ogni<br />
tentativo di aiutare i bisognosi viene<br />
attaccato con l’etichetta del « nonamericano<br />
», quando fatti e ragioni<br />
vengono gettati a mare e soltanto la<br />
timidezza passa per saggezza, quando<br />
non possiamo più dare vita ad una<br />
conversazione seria su temi che contano<br />
veramente, a quel punto non abbiamo<br />
perso solo la capacità di far<br />
fronte a nuove sfide, perdiamo qualcosa<br />
di essenziale per noi stessi. Era<br />
vero allora, e lo è ancora oggi.<br />
So quanto sia stato difficile il dibattito<br />
sulla riforma sanitaria. So che molti<br />
nel nostro paese sono molto scettici<br />
e pensano che lo Stato sia sulle loro<br />
tracce. So che la mossa politicamente<br />
più comoda sarebbe quella del rinvio,<br />
rinviare a tra un anno, o alla prossima<br />
elezione, o al prossimo mandato. Ma<br />
non è quel che ci serve ora. Non è<br />
quello per cui siamo stati eletti. Non<br />
siamo venuti qua temendo il futuro,<br />
siamo qua per costruirlo. Penso ancora<br />
che possiamo farcela, anche quando<br />
è difficile. Io credo ancora, io credo<br />
ancora che possiamo agire quando<br />
è difficile. Credo ancora che sia<br />
possibile sostituire l’acrimonia con la<br />
civiltà e la crisi col progresso. Penso<br />
ancora che si possano fare grandi cose<br />
e che ci faremo trovare preparati<br />
qui, oggi, all’esame della storia. Perché<br />
questo è ciò che siamo. E’ la nostra<br />
chiamata. E’ il nostro carattere.<br />
Grazie. Dio vi benedica e Dio benedica<br />
gli Stati Uniti d’America.<br />
Traduzione di Matteo Angioli, iscritto<br />
all’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> nel<br />
2009<br />
Non accetterò il mantenimento dello status quo come<br />
soluzione. Non questa volta, non ora. Ognuno di noi sa<br />
cosa accadrà se non facciamo nulla. Il debito nazionale<br />
crescerà, altre famiglie perderanno tutto e altre imprese<br />
dovranno chiudere. Altri americani perderanno la<br />
copertura proprio quando sono malati e altri ne<br />
moriranno.
22<br />
DAL CORPO<br />
DEI MALATI<br />
AL CUORE<br />
DELLA POLITICA<br />
CELLULE<br />
DI ALTERNATIVA<br />
BASILICATA: LA LENTOCRAZIA CHE UCCIDE<br />
Giustizia a malato morto<br />
Egidio Sisinni, malato di sla, chiedeva gli strumenti per communicare<br />
Il Tribunale è arrivato anni dopo la sua morte<br />
MAURIZIO BOLOGNETTI<br />
Pensavo che quello che abbiamo<br />
definito “Caso Sisinni” fosse<br />
ormai una vicenda chiusa. Pensavo<br />
che l’esposto che presentammo<br />
il 14 giugno del 2004 alla<br />
Procura della Repubblica di Lagonegro<br />
fosse stato archiviato. E<br />
invece no. Mi sbagliavo. Qualche<br />
giorno fa, il postino mi ha<br />
recapitato una busta verde,<br />
quella che preannuncia la notifica<br />
degli atti giudiziari. Apro la<br />
busta e la lettura mi catapulta di<br />
colpo al marzo-giugno del 2004<br />
e alla vicenda di Egidio Sisinni,<br />
ammalato di Sla, che ci ha lasciato<br />
nell’ottobre del 2006.<br />
Leggo e non credo ai miei occhi.<br />
Dopo 5 anni sono stato convocato<br />
per essere ascoltato come<br />
teste in un processo scaturito<br />
dall’esposto che presentai il 14<br />
giugno del 2004. Guardo l’elenco<br />
e mi accorgo che tra coloro<br />
che sono stati chiamati a deporre<br />
c’è anche Egidio. Per un attimo<br />
mi viene voglia di chiamarlo<br />
e dirgli adesso puoi raccontare<br />
quello che ti è successo, ma è<br />
solo un attimo. Egidio non c’è<br />
più; è morto il 16 ottobre del<br />
2006, pochi mesi dopo aver ricevuto<br />
il My Toby(lo strumento<br />
che consente a chi ha perso<br />
l’uso della parola di comunicare<br />
attraverso gli occhi).<br />
E dire che Egidio aveva davvero<br />
voglia di raccontarla la sua storia<br />
e le vessazioni che riteneva di<br />
aver subito dall’Asl n°3 di Lagonegro.<br />
Torno a quel marzo del<br />
2004 e inizio a ricordare il primo<br />
colloquio con Egidio, svoltosi<br />
grazie all’ausilio di un cartello<br />
dove le figlie avevano riportato<br />
l’alfabeto. Ricordo una persona<br />
che non voleva che i suoi sacrosanti<br />
diritti venissero spacciati<br />
per concessioni o favori. Egidio<br />
lamentava un ritardo di mesi<br />
nella visita fisiatrica(e non solo)<br />
dalla quale dipendeva la prescrizione<br />
di una serie di ausili<br />
sanitari che avrebbero potuto<br />
migliorare la qualità della sua vita.<br />
Torno indietro con la memoria<br />
e siamo in piazza Picardi a<br />
Lagonegro. E’ il 17 giugno 2004<br />
e siamo in piena campagna referendaria<br />
sulla legge 40. Siamo<br />
quattro gatti che hanno deciso<br />
di manifestare per rivendicare il<br />
CANNABIS TERAPEUTICA<br />
Vittoria!<br />
ANDREA TRISCIUOGLIO<br />
rispetto dei diritti del cittadino<br />
Sisinni. Siamo pochi, ma a sentirci<br />
sono in tanti. Il tavolo allestito<br />
dai Radicali diventa per<br />
qualche ora il punto di riferimento<br />
di tutti coloro che vengono<br />
a raccontarci presunti casi di<br />
malasanità.<br />
Trascorrono pochi mesi e apprendo<br />
di essere stato querelato<br />
per diffamazione dal dr. De Fino,<br />
dirigente dell’Asl n°3 di Lagonegro.<br />
Faccio fatica a crederci.<br />
Avevo chiesto che venissero<br />
accertate eventuali responsabilità<br />
penali a carico dei vertici<br />
della Asl n°3 e, invece, sul banco<br />
degli imputati ci sono finito io.<br />
Pochi mesi ancora e nel settembre<br />
del 2005 sono seduto davanti<br />
al Gup, il dr. Starita, accanto a<br />
me l’avvocato Antonio Pisani. Il<br />
Gup dispone l’archiviazione per<br />
“infondatezza della notizia criminis”.<br />
La querela come strumento per<br />
tappare la bocca! Perché è questo<br />
che sta accadendo nel nostro<br />
paese, come ha ottimamente<br />
certificato Freedom<br />
House nel suo ultimo rapporto<br />
sulla libertà di stampa in Italia.<br />
Vittoria! Finalmente l'ospedale di Foggia mi ha fornito gratuitamente il<br />
tanto richiesto Bedrocan. L'iter burocratico mi vedeva quasi ogni giorno<br />
presso la struttura ospedaliera di Foggia a fornire (io, paziente affetto da<br />
SM) informazioni ai medici che non hanno mai<br />
importato in vita loro un farmaco cannabinoide.<br />
Ma è stata soddisfatta la mia esigenza,<br />
il mio diritto a curarmi, ma<br />
gli altri Andrea Trisciuoglio che ci<br />
sono in tutta Italia e che spesso<br />
sono costretti a dover<br />
sborsare di tasca loro quei<br />
750 euro necessari per il<br />
farmaco La mia battaglia<br />
ora sarà per loro. Dopo<br />
il servizio de "Le Iene"<br />
in onda ieri su Italia1<br />
spero che l'opinione<br />
pubblica sia un po'<br />
più sensibile su questo<br />
tema. Una battaglia che<br />
mi ha visto ottenere<br />
questa vittoria grazie anche<br />
altre associazioni:<br />
ACT (<strong>Associazione</strong> Cannabis<br />
Terapeutica), P.I.C. (Pazienti<br />
Impazienti Cannabis),<br />
l'@RA (<strong>Associazione</strong> Radicale<br />
Antiproibizionista) con i loro rappresentanti<br />
Stefano Balbo, Pino Cucci,<br />
Claudia Sterzi e tantissimi altri sparsi su<br />
tutto il territorio nazionale.<br />
Arrivo al 16 ottobre 2006 e ricordo<br />
i manifesti a lutto che annunciano<br />
la morte di Egidio e su<br />
di essi l’invito a devolvere un<br />
contributo all’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>.<br />
Guardo di nuovo la lettera,<br />
sorrido amaro: dopo 5 anni<br />
vengo convocato come teste e<br />
con me viene convocato chi cinque<br />
anni fa avrebbe voluto gridare<br />
il suo sdegno. Il 23 settembre<br />
2009, giorno fissato per<br />
l’udienza, Egidio Sisinni in aula<br />
CARLO TROILO<br />
Alberto Statera è un giornalista<br />
con un curriculum impressionante:<br />
ha lavorato all’”Espresso”<br />
come capo della redazione economica<br />
e alla “Stampa” e ha diretto<br />
cinque dei quotidiani del<br />
gruppo Espresso. Da qualche<br />
anno, come editorialista di “Repubblica”,<br />
ha girato l’Italia in<br />
lungo e in largo denunciando la<br />
corruzione dilagante nel Paese.<br />
Nel suo ultimo libro (“Il termitaio”,<br />
Rizzoli, 17 euro), Statera scrive<br />
che “oggi che il federalismo è<br />
diventato il nuovo mantra conviene<br />
guardare alla periferia per<br />
misurare l’estensione del degrado<br />
italiano, dalla Milano dell’Expo<br />
al Molise del giovane Di Pietro.<br />
Lì appare in tutta la sua evidenza,<br />
a destra come e sinistra,<br />
la questione immorale, l’essenza<br />
di un paese alla deriva. E’ lì<br />
che domina un’altra casta, che<br />
viene ancor prima della politica<br />
e che anzi manipola e corrompe<br />
a piacimento i politici. E’ la nuova<br />
razza padrona (“Razza padrona”<br />
era il titolo di un famoso<br />
libro di Scalfari e Turani), i signori<br />
degli appalti che delle aste<br />
e dei concorsi truccati hanno<br />
fatto una scienza: un intreccio<br />
di cemento, finanza e banche”.<br />
Statera racconta in particolare,<br />
in modo vivace ed ironico, la<br />
storia di Alfredo Romeo, l’imprenditore<br />
campano al centro<br />
della bufera che ha riaperto la<br />
questione morale nel PD, mentre<br />
le sue società gestiscono, fra<br />
le altre cose, il patrimonio immobiliare<br />
di città come Napoli,<br />
Roma, Milano e Venezia. Ce n’è<br />
per tutti: i sindaci delle principali<br />
città (a Roma Rutelli e Veltroni<br />
non sono trattati meglio di<br />
Alemanno), i grandi costruttori<br />
(a partire da Caltagirone e Ligresti),<br />
i potenti banchieri (Cesare<br />
non ci sarà. Spero di poter dare<br />
ancora una volta voce ad un<br />
amico, che in molti avrebbero<br />
voluto solo in silenziosa attesa<br />
della morte e che, invece, ha testardamente<br />
insistito affinché i<br />
suoi diritti, che sono i miei, che<br />
sono i nostri, venissero rispettati.<br />
Troppo spesso, in certe zone<br />
del nostro sud, ciò che è diritto<br />
viene spacciato per favore, anche<br />
quando in ballo c’è la salute.<br />
UN LIBRO DI ALBERTO STATERA<br />
“Il Termitaio”<br />
Geronzi, oggi al vertice di Mediobanca,<br />
al posto che fu di Enrico<br />
Cuccia, dopo essere stato<br />
“cacciato da Capitalia con una<br />
buonuscita di circa 60 milioni di<br />
euro”). Particolarmente impressionanti<br />
le notizie sulla futura<br />
cementificazione di Roma (“da<br />
Bufalotta a Malafede, una distesa<br />
di cemento grande come dieci<br />
volte Parigi”). Non meno impressionanti<br />
le notizie sulle operazioni<br />
“imprenditoriali” degli<br />
enti locali, ai quali fa capo una<br />
miriade di società più o meno<br />
disastrare, tale da far rimpiangere<br />
perfino le Partecipazioni<br />
Statali dei tempi peggiori. L’episodio<br />
forse più sconcertante riguarda<br />
il presidente della Provincia<br />
di Milano Filippo Penati,<br />
astro sorgente del Partito Democratico:<br />
nel 2004 Penati compra<br />
da un altro grande costruttore,<br />
Marcellino Gavio, il 15%<br />
del pacchetto azionario della<br />
società autostradale “Serravalle”,<br />
“a 8,93 euro per azione. Diciotto<br />
mesi prima, Gavio aveva<br />
comprato le stesse azioni a 2,9.<br />
Plusvalenza 179 milioni di euro,<br />
dieci milioni al mese”. L’epilogo<br />
del libro è molto amaro. “La corruzione<br />
, scrive<br />
Statera, ci ha portati ad essere il<br />
paese più corrotto d’Europa, secondo<br />
l’organizzazione non governativa<br />
Transparency International”.<br />
Ed è raro che qualcuno<br />
paghi nel nostro paese: come<br />
ha osservato Gustavo Zagrebelsky,<br />
“tra condoni, indulti, norme<br />
che accorciano i tempi di prescrizione,<br />
è praticamente impossibile<br />
arrivare a sentenze di<br />
condanna e poi alla loro esecuzione”.<br />
E in futuro ci attende la<br />
“legge libera tutti sul mattone”,<br />
fortemente voluta dall’ex palazzinaro<br />
che oggi presiede il nostro<br />
governo.
PAGINA 3<br />
PER UN<br />
“RIENTRO<br />
DOLCE”<br />
23<br />
IL NOBEL DELLA RIVOLUZIONE VERDE<br />
Demografia: l’ecologismo vietato<br />
I rischi dell’esplosione demografica nelle parole di uno scienziato inascoltato, anche dagli ecologisti<br />
NORMAN BORLAUG<br />
11 dicembre 1970<br />
[...] La rivoluzione verde ha segnato<br />
un successo temporaneo nella<br />
guerra dell’uomo contro la fame e<br />
le privazioni; ha dato all’essere<br />
umano una boccata di ossigeno.<br />
Se implementata fino in fondo,<br />
tale rivoluzione può fornire cibo a<br />
sufficienza per il sostentamento<br />
nei prossimi tre decenni. Ma anche<br />
la potenza spaventosa della<br />
riproduzione umana deve essere<br />
frenata; altrimenti il successo della<br />
rivoluzione verde sarà effimero.<br />
La maggior parte delle persone<br />
ancora non riesce a comprendere<br />
l’enormità e la minaccia del<br />
“Mostro della Popolazione”. In<br />
origine non c’erano che due persone,<br />
Adamo ed Eva. E’ ancora<br />
dubbio quando essi abbiano fatto<br />
la loro comparsa sulla terra. Comunque,<br />
al tempo della nascita di<br />
Cristo, la popolazione mondiale<br />
aveva probabilmente raggiunto<br />
quota 250 milioni. Ma da allora la<br />
popolazione è cresciuta fino a<br />
raggiungere i 3,5 miliardi di persone.<br />
L’aumento è stato particolarmente<br />
rapido a partire dall’avvento<br />
della medicina moderna. Se<br />
l’incremento continua al tasso attuale<br />
del due per cento, la popolazione<br />
arriverà a 6,5 miliardi entro<br />
il 2000. Già oggi, ogni secondo o<br />
ogni ticchettio delle lancette<br />
d’orologio, all’incirca 2,2 persone<br />
si aggiungono alla popolazione<br />
mondiale. Il ritmo aumenterà di<br />
2,7, 3,3 e 4,0 persone per ogni ticchettio<br />
d’orologio rispettivamente<br />
entro il 1980, il 1990 e il 2000, a<br />
meno che l’essere umano non diventi<br />
più realistico e preoccupato<br />
a proposito di questo destino funesto<br />
che incombe. Con i decenni,<br />
il tic-tac dell’orologio diverrà<br />
sempre più rumoroso e minaccioso.<br />
Come andrà a finire<br />
Anche l’Onu<br />
mette la demografia<br />
tra parentesi<br />
MASSIMO LIVI BACCI<br />
La Repubblica, 13 ottobre 2005<br />
[...] Nel suo rapporto per il 2005, il Fondo delle Nazioni<br />
Unite per la Popolazione tratta, soprattutto, del contributo<br />
che i progressi nell’ambito della salute riproduttiva e l’eliminazione<br />
delle disuguaglianze in genere possono dare alla lotta<br />
alla povertà e allo sviluppo. La tesi di fondo è che miglioramenti<br />
della salute e delle condizioni sociali delle donne in<br />
età riproduttiva sia un fattore cruciale per lo sviluppo sociale.<br />
Le donne mettono al mondo, curano, allevano i figli, e lo<br />
fanno più consapevolmente se sono più istruite; le donne<br />
con più istruzione si sposano più tardi e hanno più potere<br />
nella famiglia, entrano più facilmente nel mondo del lavoro<br />
e rendono effettivi i loro diritti.<br />
Il Rapporto è però rivelatore di profondi mutamenti ideologici<br />
nell’ambito della comunità internazionale: la popolazione<br />
e la sua crescita non sono più una priorità. Tanto è stato<br />
forte, l’allarme creato dagli esperti, amplificato dai media,<br />
ripreso dai governi e dalle istituzioni internazionali tra gli anni<br />
’50 e ’80 – con un linguaggio spesso bellico e militaresco: la<br />
bomba demografica, il boom delle nascite, l’esplosione delle<br />
megalopoli – tanto si rischia adesso di adagiarsi sulla convinzione<br />
che la crescita demografica stia finendo. Eppure,<br />
dai sei miliardi e mezzo di oggi, la popolazione mondiale crescerà<br />
sicuramente a nove verso la metà del secolo, anche se<br />
dopo quella data il tasso d’incremento – si pensa – convergerà<br />
rapidamente a zero. Ma se la produttività rimanesse ai<br />
livelli attuali, senza l’ulteriore abbassamento che si prevede<br />
(e si spera) avvenga, il mondo a metà del secolo conterebbe<br />
due miliardi e mezzo di persone in più, con conseguenze<br />
presumibilmente negative sull’ambiente, la povertà, le disuguaglianze.<br />
Tra gli Obiettivi del Millennio, però, non esistono<br />
traguardi di natura demografica: né si parla della necessità<br />
di rafforzare il sostegno ai programmi di pianificazione familiare,<br />
o di governare le migrazioni internazionali. [...]<br />
Malthus segnalò questo pericolo<br />
un secolo e mezzo fa. Ma lui enfatizzò<br />
soprattutto il rischio che la<br />
popolazione potesse crescere più<br />
rapidamente della risorsa-cibo. Ai<br />
suoi tempi non poteva prevedere<br />
lo straordinario incremento del<br />
potenziale produttivo degli alimenti<br />
da parte del genere umano.<br />
Né avrebbe potuto anticipare le<br />
conseguenze fisiche e mentali, allarmanti<br />
e distruttive, della grottesca<br />
concentrazione di esseri<br />
umani nell’ambiente fragoroso e<br />
inquinato delle megalopoli, cresciute<br />
a dismisura e in maniera<br />
patologica. Gli esseri umani potranno<br />
sopportare questa tensione<br />
Stress e tensioni anormali tendono<br />
ad accentuare gli istinti animali<br />
dell’uomo, provocano comportamenti<br />
irrazionali e socialmente<br />
distruttivi tra gli individui<br />
meno stabili in questa folla esasperante.<br />
Dobbiamo riconoscere<br />
il fatto che una quantità di cibo<br />
adeguata è solo il primo requisito<br />
per vivere. Per una vita decente ed<br />
umana dobbiamo anche fornire<br />
l’opportunità di una buona educazione,<br />
un impiego remunerativo,<br />
una casa confortevole, un vestiario<br />
decente, cure sanitarie efficienti<br />
e compassionevoli. A meno<br />
che non possa garantire tutto<br />
ciò, l’essere umano potrebbe soffrire<br />
di malattie ambientali prima<br />
ancora che per fame.<br />
E nonostante ciò sono ottimista<br />
per il futuro dell’umanità, perché<br />
in tutte le popolazioni biologiche<br />
ci sono meccanismi innati per<br />
adattare la crescita della popolazione<br />
alle capacità di sopportazione<br />
dell’ambiente. Un qualche<br />
meccanismo del genere esiste<br />
senza dubbio nell’uomo, presumibilmente<br />
nell’Homo sapienza,<br />
ma fino ad oggi non si è affermato<br />
per portare in equilibrio la crescita<br />
della popolazione e la capacità<br />
di sopportazione dell’ambiente<br />
su scala globale. Continuare ad<br />
accrescere il numero di esseri<br />
umani in maniera folle fino al momento<br />
in cui tale meccanismo<br />
dovesse subentrare, sarebbe disastroso.<br />
La validità dell’epiteto della<br />
nostra specie, “sapiens”, è alla<br />
prova.<br />
Ma poiché l’uomo è potenzialmente<br />
un essere razionale, sono<br />
fiducioso che entro i prossimi due<br />
decenni egli riconoscerà la strada<br />
auto-distruttiva della crescita demografica<br />
che ha imboccato e<br />
adatterà il tasso di crescita a livelli<br />
che consentano uno standard di<br />
vita decorso per tutta l’umanità.<br />
Se l’uomo sarà abbastanza saggio<br />
per prendere questa decisione, se<br />
tutti i paesi abbandoneranno la<br />
loro idolatria per Ares, Marte,<br />
Thor, allora l’Umanità stessa dovrebbe<br />
ricevere un premio Nobel<br />
che è “attribuito alla persona che<br />
ha fatto di più per promuovere la<br />
fratellanza tra le nazioni”. In quel<br />
caso, sviluppando e applicando le<br />
abilità tecnologiche e scientifiche<br />
del ventesimo secolo per il “benessere<br />
dell’umanità in tutto il<br />
mondo”, l’uomo potrà vedere avverarsi<br />
la profezia di Isaia: “E il deserto<br />
esulterà, fiorirà come la rosa.<br />
[...] Esso si trasformerà in un lago<br />
e la terra arida in sorgenti”. Possano<br />
queste parole divenire vere.<br />
(Traduzione di Marco Valerio Lo<br />
Prete)<br />
Norman Borlaug, premio Nobel per la<br />
Pace nel 1970, è scomparso a Dallas, negli<br />
Stati Uniti, lo scorso 12 settembre.<br />
Professore di Agricoltura internazionale<br />
all'Università A&M di College Station, in<br />
Texas, Borlaug vinse il riconoscimento per<br />
il suo ruolo chiave nella cosiddetta “rivoluzione<br />
verde”. Quest’ultima fu alla radice di<br />
quell’aumento di produttività dei raccolti<br />
che contribuì ad evitare le carestie di<br />
massa previste nel Terzo mondo nella<br />
seconda metà del XX secolo. Quello che<br />
riproduciamo in questa pagina è un passaggio<br />
del discorso che Borlaug tenne in<br />
occasione della cerimonia di ricevimento<br />
del premio consegnato a Stoccolma. Un<br />
passaggio decisivo perché mette in risalto<br />
un aspetto a lungo trascurato – anche dal<br />
mondo ecologista italiano – di questo pensatore:<br />
la sua riflessione sulle conseguenze<br />
dell’esplosione demografica nel mondo.
24<br />
LETTURE<br />
LE NOSTRE<br />
SEGNALAZIONI<br />
a cura di Maria Pamini<br />
Claudia Mancina, La laicità al tempo della<br />
bioetica, Il Mulino, 2009, pp. 156, euro 14,00<br />
Il nuovo lavoro di Claudia Mancina<br />
(docente di Etica alla Sapienza, ex parlamentare<br />
pidiessina e membro del Comitato<br />
nazionale di bioetica) è un'ulteriore<br />
La “ragione pubblica”<br />
non ammette zona grigia<br />
riflessione sulla laicità che, malgrado il livello<br />
alto di riferimenti filosofici, si pone<br />
un obiettivo concreto: individuare una via<br />
d'uscita in una situazione, quella italiana,<br />
che si trova, sul piano politico e legislativo,<br />
in balìa di posizioni di stampo etico-religioso.<br />
La laicità è qui intesa come neutralità<br />
dello Stato, che dev'essere inclusivo e tollerante<br />
nei confronti delle diverse espressioni<br />
religiose purché esse abbandonino<br />
“la loro pretesa di servire da base della decisione<br />
politica, che concerne e obbliga<br />
tutti i cittadini”, evitando così il modello di<br />
“laicità militante” alla francese, non adatta<br />
alle odierne società pluraliste.<br />
Nel libro si fa riferimento ampiamente<br />
alle considerazioni esposte da John Rawls<br />
in Liberalismo politico. Seguendo Rawls,<br />
dunque, Mancina non si serve della dicotomia<br />
laico/religioso bensì di quella più<br />
feconda pubblico/non pubblico, dove ciò<br />
che non è pubblico non ricade nella sfera<br />
del privato bensì del sociale. Sulla definizione<br />
di tali concetti, che non sono dati<br />
una volta per sempre, l'autrice si sofferma<br />
a lungo ed è interessante la sua ricostruzione<br />
dei cambiamenti fondamentali avvenuti<br />
negli anni sessanta, soprattutto a<br />
partire dai diritti acquisiti dalle donne. Liberando<br />
la donna dal dominio della famiglia<br />
e quindi superando la coincidenza tra<br />
privato e famiglia (patriarcale) si viene così<br />
sempre più a porre in primo piano la garanzia<br />
dell'autonomia decisionale dell'individuo.<br />
Seguendo questo ragionamento, anche<br />
quelle problematiche che secondo alcuni<br />
dovrebbero rimanere in una cosiddetta<br />
“zona grigia” non regolamentata<br />
dalla legge, per Mancina non possono essere<br />
sottratte a decisioni pubbliche, come<br />
del resto tutte le democrazie occidentali<br />
stanno cercando di fare sulle questioni di<br />
bioetica. “La medicina, l'attività di riabilitazione,<br />
l'assistenza data ai malati e agli<br />
infortunati, ha ormai una componente<br />
tecnica di dimensioni tali da non poter essere<br />
più considerata come una protesi<br />
neutra dei processi naturali”.<br />
Convenendo, dunque, che sugli argomenti<br />
di bioetica lo Stato debba legiferare,<br />
come farlo al meglio Dopo aver analizzato<br />
il caso esemplare della procreazione<br />
assistita, Mancina conclude che bisogna<br />
“fare riferimento a quelli che sono i<br />
valori fondamentali della democrazia liberale,<br />
che sono la libertà, l'eguaglianza, il<br />
rispetto. La visione religiosa della sacralità<br />
della vita non è condivisa da tutti, e non<br />
può quindi essere il valore principale da<br />
difendere: non con la forza della legge, che<br />
si esercita su tutti i cittadini”.<br />
Rifacendosi nuovamente al pensiero<br />
di Rawls, Mancina si appella ad una ragione<br />
pubblica che “non pretende di fissare i<br />
rapporti politici in uno schema istituzionale<br />
definito una volta per tutte, ma lascia<br />
decidere ai cittadini e al dibattito pubblico<br />
di volta in volta i mutevoli confini”. E conclude<br />
che “senza dubbio, praticare la ragione<br />
pubblica, non è mai facile, neppure<br />
nella migliore delle democrazie; tanto più<br />
è difficile in circostanze storiche in cui il<br />
legame di cittadinanza si indebolisce. Ma<br />
non c'è una strada più facile o migliore”.<br />
Sarebbe opportuno che anche i membri<br />
di fede cattolica del Pd, a cui Mancina,<br />
insieme ad altri filosofi ed intellettuali,<br />
aveva già rivolto un appello simile (il “Manifesto<br />
per la bioetica”) nel 2007, nell'anno<br />
della sua nascita, facessero tesoro di questi<br />
suggerimenti.<br />
segnalazioni - www.lucacoscioni.it/tag/in_libreria<br />
Ignazio Marino, Nelle tue<br />
mani. Medicina, fede, etica<br />
e diritti, Einaudi, pp. VI-<br />
226, euro 18,00<br />
Quante volte un medico si<br />
sente dire: "Dottore, mi<br />
metto nelle sue mani". Di<br />
fronte a questa totale fiducia<br />
deve mettere in campo<br />
le proprie competenze professionali<br />
e umane, rivolgendo<br />
l'attenzione al recupero<br />
della salute del paziente<br />
come al suo equilibrio<br />
psicofisico. Ignazio<br />
Marino attinge alla sua<br />
esperienza per sviluppare<br />
una riflessione che va dalla<br />
ricerca alla sperimentazione,<br />
dalla vita ospedaliera alla<br />
malasanità, fino alle nuove<br />
frontiere della scienza,<br />
poiché oggi il potere di vita<br />
e di morte dei medici è cresciuto<br />
in maniera esponenziale.<br />
Temi che toccano tutti<br />
in prima persona, chiamati<br />
a comprendere l'intreccio<br />
complesso tra la<br />
medicina, la bioetica e la<br />
politica, ma anche quello<br />
tra il corpo e l'anima, la libertà<br />
e la coscienza, i diritti<br />
dei singoli e il bene comune.<br />
Giancarlo Bosetti, Il fallimento<br />
dei laici furiosi. Come stanno<br />
perdendo la scommessa<br />
contro Dio, Bompiani, pp.<br />
197, euro 13,00<br />
Per Bosetti, nel cosiddetto<br />
post-secolarismo italiano, i<br />
laici che rifiutano di prendere<br />
atto del ritorno identitario<br />
delle religioni finiscono con<br />
il perdere consensi nella società,<br />
anche quando portano<br />
avanti giuste battaglie.<br />
Mentre la Chiesa, arroccata<br />
in una difesa disperata e a<br />
volte prepotente, ignora una<br />
richiesta di spiritualità che<br />
rischia di essere soddisfatta<br />
altrove. Secondo l’autore, la<br />
soluzione è cambiare rotta<br />
in nome dell'apertura reciproca<br />
e la sfida è quella di<br />
forgiare una nuova cultura<br />
laica contro ogni integralismo,<br />
che sappia accettare il<br />
ruolo delle religioni come<br />
rafforzamento e complemento<br />
dello Stato liberale.<br />
Insomma, un concetto di reciprocità<br />
indubbiamente<br />
sui generis: ai laici tutto<br />
l’onere, reprimenda compresa!<br />
Jean-Louis Fournier, Dove<br />
andiamo papà. Vivere, piangere,<br />
ridere con due figli diversi<br />
dagli altri, Rizzoli, 2009, pp.<br />
149, euro 15,00<br />
Jean-Louis Fournier, umorista<br />
di professione, ha avuto<br />
due figli "venuti male",<br />
Mathieu e Thomas, presto<br />
rivelatisi incapaci di crescere,<br />
muoversi, comunicare<br />
come gli altri. Di fronte a<br />
questo dramma, Fournier<br />
reagisce nell'unico modo<br />
che sa: con l'ironia, dimostrando<br />
che ridere è quasi<br />
un dovere nei confronti di<br />
chi è condannato a subire<br />
l'ipocrisia del politicamente<br />
corretto, dei silenzi imbarazzati,<br />
degli sguardi obliqui<br />
e fugaci. Con questo<br />
piccolo libro, l'autore si rivolge<br />
a Mathieu e Thomas<br />
per mostrare l'amore, le frustrazioni,<br />
le speranze e le<br />
paure che qualsiasi padre<br />
prova nel veder crescere i<br />
propri bambini. E si sbarazza<br />
di tabù e pregiudizi, per<br />
restituire ai suoi figli, amatissime<br />
e misteriose creature<br />
"dalla testa piena di paglia",<br />
umanità e dignità.
DAL CORPO<br />
DEI MALATI<br />
AL CUORE<br />
DELLA POLITICA<br />
STORIA<br />
DI SPERANZA<br />
25<br />
PAOLO DI MODICA<br />
Sono Paolo Di Modica ho 44 anni e sono un<br />
musicista, un flautista. Stavo preparando un<br />
concerto per il gennaio 2007, quando mi sono<br />
accorto che qualcosa non andava. Ho cominciato<br />
con un minimo disturbo al mignolo. Pensavo ad<br />
una tendinite o a qualcosa del genere, la diagnosi o<br />
meglio, la condanna, come la definisco io, è stata<br />
Sla. Mi è stata comunicata al Fatebenefratelli, da un<br />
medico che mi aveva seguito, nel corridoio mentre<br />
stavo tornando a casa dopo gli accertamenti, come<br />
una notizia qualunque: “ha una malattia del<br />
motoneurone. Non si affatichi.” Io pensai, faccio il<br />
musicista, mica lo scaricatore di porto.<br />
Nonostante il modo fugace e senza tatto in cui mi<br />
fu data la notizia, tornai a casa curioso di sapere in<br />
cosa consistesse la mia patologia. Non ne sapevo<br />
nulla. Sono andato su internet a cercare cosa fosse;<br />
ho “scoperto” la Sla. Sono rimasto agghiacciato. In<br />
quel momento ho sudato freddo, mi si è<br />
annebbiata la vista, il mio cervello si è rifiutato di<br />
capire ciò che leggevo. Questo accadeva nel giugno<br />
2007. La mia reazione è stata di paura. Per oltre un<br />
anno sono rimasto rinchiuso in casa, non volevo<br />
parlare né vedere nessuno. Evitavo di guardare gli<br />
altri, la malattia, il mio futuro, il mondo.<br />
Ora non sono più un musicista, anche se<br />
nell’animo lo resterò a vita. Ho abbandonato la<br />
musica. Ho fatto un ultimo concerto, il concerto<br />
del motoneurone, come l’ho definito io, il 28 agosto<br />
2007. Ho pensato l’ultimo della mia vita, ed è stato<br />
così. Ha partecipato anche Piovani, come ultima<br />
canzone abbiamo suonato “la vita è bella”, colonna<br />
sonora del film di Benigni. Ed è così, in realtà la vita<br />
è bella. Ad un certo punto, mi sono come svegliato<br />
da un lungo sonno, e ho capito di dover lottare,<br />
nella speranza che si trovi una cura. Io mi ero<br />
rassegnato troppo presto alla malattia. La diagnosi<br />
PAOLO<br />
IO, MUSICO<br />
CON LA SLA<br />
MI GETTO<br />
NELLA MISCHIA<br />
aveva distrutto me e mia moglie, totalmente. Ho<br />
smesso di suonare subito, appena ho saputo. Anche<br />
se avrei potuto continuare per un altro po’ di<br />
tempo. Solo che la testa non c’era più. Non mi<br />
divertivo più. La musica, oltre che un lavoro, per me<br />
era una passione. Quindi ho mollato. Tutto questo<br />
grazie ai medici “cattolici”, e al modo in cui mi<br />
hanno dato la mia condanna. Alla faccia della carità<br />
cristiana.<br />
La forza di reagire mi è venuta solo a dicembre<br />
dello scorso anno, dopo circa un anno e mezzo.<br />
Una mattina sono andato a seguire il protocollo di<br />
Vescovi sulle staminali. Lì ho incontrato una<br />
giornalista del Tg3, che voleva intervistare un<br />
malato di Sla, non famoso, non calciatore. Accettare<br />
un’intervista, è come dirlo al mondo. Ma preferivo<br />
che la gente sentisse cosa avessi dalla mia voce,<br />
senza che si potessero fare dei pettegolezzi. Da lì ho<br />
iniziato la mia realtà nella malattia. Fino al giorno<br />
di decidere di rilasciare l’intervista, prima di<br />
addormentarmi pensavo solo alla parola Sla,<br />
continuamente, ininterrottamente, ossessivamente,<br />
nel momento in cui ho deciso di parlare con la<br />
giornalista, mi sono messo a letto pensando a cosa<br />
dire alle telecamere, agli altri, alle persone che<br />
sentivano parlare della malattia. In quei mesi ho<br />
cominciato a peggiorare fisicamente, ma sono<br />
rinato a livello psicologico, ho avuto un<br />
atteggiamento diverso rispetto a tutto.<br />
Conoscevo bene la storia di <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, avevo<br />
sentito parlare spesso di Piergiorgio Welby, avevo<br />
visto Borgonovo andare in tv tutto intubato. Ho<br />
cominciato a pensare al dovere di portare avanti la<br />
nostra battaglia, la mia battaglia. Io non sono<br />
nessuno rispetto a loro, mi sono detto, ma è giusto<br />
farne parte. Così mi sono buttato nella mischia.<br />
Dopo l’intervista ho anche aperto un blog mio. Ho<br />
scoperto questa mia nuova attività, ho ritrovato la<br />
mia ironia. Il ‘pregio’ del mio progressivo<br />
immobilismo è di aver risvegliato, ancora di più, la<br />
mia coscienza.<br />
(A cura di Simona Nazzaro)<br />
Iscritti nel mese di settembre<br />
Iscritti al “Pacchetto<br />
area radicale”<br />
Si sono iscritti<br />
all’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong><br />
<strong>Coscioni</strong> con la formula del<br />
“Pacchetto area radicale”<br />
(iscrizione a tutti i soggetti<br />
costituenti il Partito Radicale<br />
Nonviolento, Transnazionale<br />
e Transpartito, quota 590<br />
euro)<br />
Michele Tollin; Sandro<br />
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Ruggiero; Marco Di Salvo;<br />
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Busi<br />
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a Agenda <strong>Coscioni</strong>)<br />
Massimo Cappato 400;<br />
Luigi Montevecchi 200;<br />
Fulvio Pino 150; Maria Pia<br />
De Natale 100; Mose'<br />
Tavella 100; Rinetta Dolfi<br />
100; Nathalie Pisano 100;<br />
Luigi Benni 100; Enrico<br />
Stampacchia 100; Carlo<br />
Alberto Passino 100; Ugo<br />
Vellei 100; Lanfranco Luzi<br />
100; Patrizia De Fusco 100;<br />
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100; Antonio D'Eramo 100;<br />
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Contributi<br />
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Saverio De Morelli 120;<br />
Vincenzo Palladino 100;<br />
Antonio Menichini 75;<br />
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Varese 50; Vincenzo<br />
Cuoccio 30; Francesca<br />
Manna 30; Salvatore Minnei<br />
30; Fabio Urbinati 30; Ennio<br />
Russo Ermolli 30; Salvatore<br />
Fricano 30; Raffaello Levi<br />
25; Emilia Verduchi 25; Luigi<br />
Recupero 22; Francesco De<br />
Liberato 20; Salvatore<br />
Rosso 20; Tiziana Guaresi<br />
20; M.L. Ferraro 20; Adriana<br />
Rigutti 20; Carlo Quattrocchi<br />
20; Paolo Veronese 20;<br />
Giovanni Della Rossa 20;<br />
Eleonora Mugnai 20;<br />
Concetta Pizzoli Ciarrocca<br />
20; Marziana Monfardini 20;<br />
Alfredo Velati 20; Bruno<br />
Baldari 20; Piero Cinelli 20;<br />
Carla Brugiati 20; Mario<br />
Rizzotto 20; Katharine<br />
Barald 20; Giuseppe<br />
Guerrera 20; Giuseppe<br />
Cascella 20; Giulio Santori<br />
20; <strong>Luca</strong> Ernesto Merlino<br />
20; Ilaria Galli 20;<br />
Alessandro Carrera 20;<br />
Lucia Rosco 20; Emilio<br />
Ceravolo 20; Elisabetta<br />
Merindiani 20; Mario Pucci<br />
20; Claudio Pighin 20; Ugo<br />
Albano 20; Laura Carola<br />
Griner 20; Giuseppe Lorrai<br />
15; Adnan Demiruven 15;<br />
Damiano Scarpa 13;<br />
Michele Siniscalco 11,82;<br />
Giuseppe Fiore 10; Brunello<br />
Volpe 10; Daniela Anna<br />
Leoncini 10; Guido Ploner<br />
10; Roberto Anzellotti 10;<br />
Edoardo Gurian 10;<br />
Giovanni De Pasquale 10;<br />
Luigi Carlone 10; Ester Piva<br />
10; Edoardo Gurian 10;<br />
Gian Luigi Benni 10;<br />
Pierluigi Di Pisa 10; Vittorio<br />
Merseburger 10; Giuseppe<br />
Sante Gialluisi 10; Maurizio<br />
Casarin 5; Maria Rosaria La<br />
Marca 5; R. Rathman 5;<br />
Giuseppe Cucci 5; Marco<br />
Garofalo 5; Pantaleo Di<br />
Terlizzi 2; Raffaele Ferraro 2<br />
Acconto iscrizione<br />
del mese<br />
Lucica Irime 25; Enrico<br />
Saponaro 20; Marco<br />
Bechelli 20; Elisabetta<br />
Sgorbini 10<br />
Aumenti quota<br />
Giulia Innocenzi 1200;<br />
Roberto D'Achille 1000;<br />
Marco Cappato 660; Anna<br />
Cristina Pontani <strong>Coscioni</strong><br />
300; Rocco Berardo 286;<br />
Giuseppe Suppa 200;<br />
Cesare Balsamo 200; Luisa<br />
Fama 200; Cecilia Maria<br />
Angioletti 100; Rolando<br />
Leoneschi 100;<br />
Giovanbattista Nodari 100;<br />
Sandro Sideri 100; Luisa<br />
Acerbi 50; Rita Campi 50;<br />
Stefano Marchiafava 50;<br />
Roberto Corsi 50; Giovanni<br />
Vegetti 50; Enrico Brenda<br />
50; Marco Valerio Lo Prete<br />
37; Stefano Negro 20;<br />
Massimo Reboa 5
26<br />
LETTERE<br />
DÉTTA<br />
L’AGENDA<br />
lettere@agendacoscioni.it<br />
I lettori di Agenda <strong>Coscioni</strong> ci possono scrivere all’indirizzo lettere@agendacoscioni.it<br />
oppure a Via di Torre Argentina 76 - 00186 Roma<br />
W la ricerca, mi iscrivo<br />
Gentile redazione, dopo aver sottoscritto il 5xmille<br />
nella dichiarazione dei redditi, mi iscrivo, anche<br />
all’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, dopo aver letto<br />
questa notizia: “Ricercatori italiani scoprono il gene<br />
anti tumore Huwe1”, 18 agosto 2009. “E’ tutta<br />
italiana la scoperta del gene Huwe1 che aiuta le<br />
cellule staminali a svilupparsi e diventare adulte. I<br />
ricercatori Antonio Iavarone e Anna Lasorella<br />
hanno identificato questa proteina capace di ‘distruggere<br />
alcune delle proteine-chiave utilizzate<br />
per ottenere le Ips e di far ripartire quindi la trasformazione<br />
delle cellule staminali in cellule adulte’<br />
come ha spiegato Iavarone. I due ricercatori<br />
avevano lasciato l’Italia nel 2000 per gli Stati Uniti,<br />
denunciando il sistema nepotista della nostra<br />
università che non gli concedeva i mezzi per le loro<br />
ricerche sui tumori al cervello dei bambini. Negli<br />
Stati Uniti sono stati accolti a braccia aperte ed<br />
hanno avuto il sostegno prima dell’università Albert<br />
Einstein e dopo della Columbia University<br />
Medical Center di New York”. P.s.: gli americani<br />
ringraziano l'università italiana per avergli preparato<br />
i ricercatori a gratis. Che bel paese l'Italia,<br />
quelli che non scappano rischiano la scomunica.<br />
(Ciao Maria Antonietta). Salvatore Proganò<br />
Iscrizione bersagliera<br />
Gentile redazione, mi iscrivo perché desidero tenere<br />
aperta la Breccia di Porta Pia: ritengo indefettibile<br />
la Libertà di ricerca e di pensiero scientifico<br />
in uno Stato Libero e Laico. Umberto Gatto<br />
In causa per la ricerca<br />
Gentile redazione, contribuisco alle spese legali<br />
per la causa delle tre ricercatrici contro il bando di<br />
ricerca del Ministero della Salute che stanzia 8 milioni<br />
di euro per studiare la biologia delle cellule<br />
staminali, con l'esclusione arbitraria di progetti<br />
che utilizzino staminali embrionali umane. Elena<br />
Brambilla<br />
Pochi (soldi) ma buoni/1<br />
Gentile redazione, pur essendo disoccupata e<br />
squattrinata, dono volentieri questa quota di 25<br />
euro, pur così minima, per sostenere un’associazione<br />
stupenda che lotta per i diritti di ogni essere<br />
vivente... I miei più sinceri complimenti per il<br />
lavoro che svolgete e l’augurio di ottenere vittorie<br />
sempre più significative! Con ininterrotto affetto<br />
Alessandra Meoni<br />
Pochi (soldi) ma buoni/2<br />
Gentile redazione, credo che la modernità porti<br />
con sé cose buone e cattive, inevitabilmente. Non<br />
credo alla superiorità di alcune culture piuttosto<br />
che di altre, penso tuttavia che il percorso umano<br />
nel mondo cosiddetto occidentale abbia prodotto<br />
dei risultati, sul piano dei diritti civili e politici,<br />
che possono costituire un buona base per un'esistenza<br />
decente, per occidentali e non. Osservo con<br />
rammarico che nel mio paese in particolare questi<br />
diritti invece di "godere buona salute" e di essere<br />
premessa per altri eventuali passi avanti su questa<br />
strada, vengono continuamente messi in discussione,<br />
quando non subiscono addirittura una "mise<br />
à jour" al ribasso. Per questo sostengo l’<strong>Associazione</strong><br />
<strong>Coscioni</strong>. Ho pochi soldi e per questo il mo<br />
contributo è di 70 euro. Saluti affettuosi e... dateci<br />
dentro ! <strong>Luca</strong> Di Muzio<br />
Fondamentalismi senza<br />
frontiere<br />
Gentile redazione, mi iscrivo perché la libertà è<br />
quello che distingue l'uomo da un essere vivente<br />
qualunque. Senza di lei l'esistenza non ha alcun<br />
senso. Perché ne ho veramente abbastanza della<br />
dittatura clericale e religiosa di questo Paese. Critichiamo<br />
i Paesi islamici, perché l’Italia in cosa si<br />
distingue da loro Perché la ricerca deve guarire, o<br />
cercare di portare l'esistenza colpita da malattie ad<br />
un livello accettabile, e non renderci tutti dei vegetali<br />
alla ricerca della vita fisiologica eterna…<br />
che di vita non ha proprio più nulla. Sono favorevole<br />
all'eutanasia, credo che sia uno degli atti di<br />
più alta civiltà. Mi rendo conto che l'Italia è lontana<br />
anni luce da questo livello di civiltà, e forse non<br />
lo raggiungerà mai, ma almeno chiedo che vengano<br />
rispettati la costituzione e i diritti civili più elementari<br />
come la possibilità di scegliere, anche per<br />
tempo, le cure da somministrare. Ilaria Ballorini<br />
Dal mio corpo al cuore<br />
della politica<br />
Gentile redazione, mi iscrivo all’<strong>Associazione</strong> perché<br />
credo nella libertà di ricerca, che deve essere<br />
sempre più incoraggiata e diffusa. Ho 29 anni, ma<br />
ho subito due trapianti di cornea, il primo poco<br />
meno di otto anni fa, e ho avuto la fortuna di avere<br />
le cure di un luminare. Dopo aver sostenuto<br />
una Banca degli Occhi per diverso tempo, ho deciso<br />
di estendere il mio contributo alla ricerca<br />
scientifica in generale, anche incoraggiato dalla recente<br />
decisione di Obama - prevista da Agenda<br />
<strong>Coscioni</strong> qualche numero fa. Proprio nel 2001 ho<br />
votato per la Lista <strong>Coscioni</strong>, in maniera istintiva<br />
più che razionale. Ora il mio sostegno è più ponderato.<br />
Grazie per il vostro lavoro Valerio Fabbri<br />
Il dolore come dogma<br />
Gentile redazione, il papa ha detto che i farmacisti<br />
dovrebbero eticamente non vendere più anticoncezionali<br />
(pillola) e nemmeno gli antidolorifici<br />
necessari ai malati terminali perché si deve conoscere<br />
la sofferenza che ci salverà dal peccato. Sono<br />
un infermiere. Questo è gravissimo, spero che<br />
il papa trovi un medico cattolico che non gli prescriva<br />
i farmaci analgesici, (erroneamente definiti<br />
"eutanasia") necessari quando sarà la sua ora, così<br />
proverà cos'è il dolore terminale (peraltro inutile).<br />
Noi Italiani siamo terzultimi, dopo i paesi dell'Est<br />
nella somministrazione di farmaci contro il dolore<br />
e per i dolori da cancro. (oppioidi) Questo a<br />
causa della chiesa. Facciamo qualcosa. Francesco<br />
Cristiano<br />
I numeri arretrati di “Agenda <strong>Coscioni</strong>”<br />
sono liberamente scaricabili all’indirizzo:<br />
www.agendacoscioni.it<br />
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IL NUMERO DIECI/10 DI “AGENDA COSCIONI” È STATO CHIUSO VENERDÌ 2 OTTOBRE 2009<br />
Il mensile “Agenda <strong>Coscioni</strong>”, giunto al suo trentasettesimo numero, ha una tiratura media di 40.000 copie,<br />
distribuite via posta su scala nazionale.<br />
DIRETTORE<br />
Rocco Berardo<br />
CAPO REDATTORI<br />
Marco Valerio Lo Prete<br />
Tina Santoro<br />
GRAFICA<br />
Mihai Romanciuc<br />
HANNO COLLABORATO<br />
Angiolo Bandinelli, Marco<br />
Cappato, Alessandro<br />
Capriccioli, Annalisa Chirico<br />
Azzurra Cianchetta, Josè De<br />
Falco, Simonetta Dezi,<br />
Filomena Gallo, Valentina<br />
Leone, Simona Nazzaro, Maria<br />
Pamini, Carmen Sorrentino,<br />
Giulia Simi, Valentina Stella<br />
Illustrazioni: Paolo Cardoni<br />
AGENDA COSCIONI, 1 OTTOBRE 2009 AUT. TRIB. CIV. ROMA N° 158/2007 DEL 17 APRILE 2007 DIR. RESP. GIANFRANCO SPADACCIA VIA DI TORRE ARGENTINA, 76 00186 ROMA<br />
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