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e - Associazione Luca Coscioni

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MENSILE DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI, SOGGETTO COSTITUENTE DEL PARTITO RADICALE ANNO IV NUM. 10<br />

POSTE ITALIANE SPA SPEDIZIONE IN A.P. D.L. 353/2003 CONV. L. 27/2/04 N°46 ART. 1 COMMA 2<br />

DCB-ROMA STAMPE PROMOZIONALI E PROPAGANDISTICHE RACCOLTA FONDI<br />

10<br />

09<br />

WWW.AGENDACOSCIONI.IT<br />

A buon<br />

Fini<br />

Pannella/Mancuso p.12<br />

Il militante e il teologo<br />

Barack Obama p.17<br />

L’audacia della riforma<br />

Norman Borlaug p.23<br />

L’ecologismo vietato<br />

L’effetto che fa<br />

esser trascinati in piazza<br />

Alla prima uscita in abbinata,<br />

siamo divisi: “Terra” in<br />

piazza per la libertà d’informazione<br />

minacciata oggi in<br />

Italia; i Radicali altrove a<br />

denunciare sessant’anni di<br />

massacro della democrazia italiana.<br />

Lottiamo altrove, perché quel massacro<br />

di libertà e diritto è compiuto<br />

anche per mano di convocatori<br />

e capofila della<br />

manifestazione di oggi:<br />

Partito democratico e<br />

Sinistra Ufficiale,<br />

Partito RAI, Gruppo<br />

Espresso, Professionisti<br />

d’Ordine di regime. E nell’indifferenza<br />

del mondo del diritto, dei<br />

Bravi Professori e Giuristi per bene.<br />

Ma l’abbinata c’è comunque, e<br />

Agenda <strong>Coscioni</strong> è distribuita con<br />

Terra ai manifestanti. Che effetto ci<br />

fa, allora, essere “trascinati in piazza”<br />

con voi In una parola: gratitudine.<br />

Perché riteniamo doveroso fare differenza<br />

tra convocatori e manifestanti.<br />

I primi, sono in buona parte espressione<br />

di una fazione, per quanto ridimensionata<br />

e perdente, del regime<br />

anti-democratico italiano. I secondi,<br />

siete vittime, insieme a tutti noi, di<br />

un attentato ai diritti civili e politici<br />

dei cittadini, che è stato perfezionato<br />

a tal punto da nascondervi fatti e<br />

misfatti della vostra stessa “parte”,<br />

quando ne avete una.<br />

Gratitudine per Terra,<br />

dunque, che ci consente<br />

di raccontare in queste<br />

pagine una sintesi di<br />

storia dei crimini dell’informazione<br />

italiana.<br />

Nella speranza che da<br />

domani non rimaniamo soli ad occuparci<br />

del fatto che da Febbraio 2008<br />

è violata la legge che impone alla RAI<br />

di trasmettere tribune e politiche e<br />

spazi dell’accesso alle associazioni,<br />

tribune e spazi abrogati di fatto.<br />

Nella speranza che da domani ci sarà<br />

qualcuno in più a voler non solo<br />

mandare a casa il Berlusca, ma anche<br />

quel Regime sessantennale del quale<br />

è erede, continuatore, complice.<br />

Le associazioni “<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>” e “A buon diritto”<br />

hanno consegnato al Presidente della Camera<br />

una documentazione speciale: 2.316 persone ci<br />

avevano affidato le indicazioni su ciò che potrà e non<br />

potrà esser fatto sul loro corpo. A nostra volta<br />

abbiamo affidato quelle volontà al Presidente<br />

Fini, proprio mentre l’Assemblea parlamentare dovrà<br />

decidere se violare, insieme alla Costituzione, la<br />

volontà di quelle persone e di molte altre. Per i tifosi dei<br />

trattamenti obbligatori quelle volontà non valgono<br />

nulla, nonostante le sentenze dei tribunali. Il Presidente<br />

ha accettato di custodirne una copia. Lo ringraziamo.<br />

Ora manca solo un partito d’opposizione<br />

disposto a... fare opposizione.


2<br />

LA PESTE<br />

ITALIANA<br />

IL REGIME<br />

DELL’INFORMAZIONE<br />

Il vero massacro<br />

del diritto<br />

alla conoscenza<br />

LE QUESTIONI<br />

POPOLARI CANCELLATE<br />

DALL’AGENDA<br />

In questo regime dell’informazione,<br />

la principale preoccupazione<br />

è di negare ai cittadini<br />

la conoscenza e il dibattito<br />

politico e culturale su temi che<br />

possano mettere in difficoltà i poteri<br />

dominanti. Si ottiene questo<br />

attraverso il controllo dell'agenda<br />

televisiva, con le sue attualità ed i<br />

suoi approfondimenti. Da subito,<br />

ad esempio, viene sostanzialmente<br />

esclusa l'informazione sull'attività<br />

di organi costituzionali<br />

come la Corte costituzionale e il<br />

Consiglio superiore della magistratura.<br />

Sono accuratamente<br />

sottratte alla conoscenza vicende<br />

quali i poteri del Presidente della<br />

Repubblica (dal potere di esternazione<br />

a quello di grazia), l'assenza<br />

di plenum della Corte costituzionale<br />

e dello stesso Parlamento.<br />

[…]<br />

Grazie al Centro d'ascolto dell'informazione<br />

radiotelevisiva, creato<br />

nel 1981 dal gruppo parlamentare<br />

radicale, per supplire alla<br />

mancanza di un servizio di monitoraggio<br />

pubblico dei programmi<br />

televisivi, che possa consentire un<br />

reale esercizio dei propri compiti<br />

alle istituzioni preposte al controllo<br />

e all’indirizzo della Rai, sin dai<br />

primi anni '80 sono prodotti studi<br />

statistici, incontestati, che dimostrano<br />

l' utilizzo della televisione<br />

a tal fine.<br />

Nel primo Libro bianco, il Centro<br />

d'ascolto analizza i radio e telegiornali<br />

Rai sotto il profilo dello<br />

spazio dato ai diversi argomenti al<br />

centro dell’agenda politica e istituzionale<br />

di quegli anni: i temi<br />

della fame nel mondo e del finanziamento<br />

pubblico dei partiti appaiono<br />

marginali rispetto allo<br />

spazio dedicato ad avvenimenti<br />

strettamente di partito come la<br />

Festa dell’amicizia e il Festival dell’Unità.<br />

Alla fame nel mondo l’informazione<br />

Rai dedica un totale<br />

di 33 minuti, mentre al finanziamento<br />

pubblico dei partiti è riservato<br />

poco più di un minuto, contro<br />

i 56 minuti dedicati al Festival<br />

dell’Unità e l’ora e 48 minuti alla<br />

Festa dell’amicizia. In pratica, l'informazione<br />

privilegia non la notizia,<br />

ma il partito.<br />

Pochi anni dopo, nel 1984, un secondo<br />

Libro bianco analizza il periodo<br />

di 9 mesi in cui si svolge il<br />

processo nei confronti di Enzo<br />

Tortora, il presentatore che sceglie<br />

di fare del suo caso un'occasione<br />

affinché il paese affronti uno dei<br />

suoi problemi più endemici, la<br />

mala giustizia, e per questo è eletto<br />

al Parlamento europeo, da cui<br />

si dimette per poter essere processato<br />

senza l'immunità parlamentare.<br />

I dati mostrano come in<br />

quei nove mesi Tortora sia stato<br />

intervistato una sola volta dal Tg1,<br />

per 38 secondi, in occasione della<br />

sua deposizione in un aula di tribunale,<br />

e analogo trattamento<br />

viene tenuto dalla Rai nei confronti<br />

degli esponenti del Partito<br />

che sta combattendo la sua battaglia.<br />

Pochi anni dopo, in occasione<br />

del referendum radicale per<br />

una “giustizia giusta”, il popolo italiano<br />

mostra di avere in grande<br />

considerazione la questione, votando<br />

in massa per il “Sì”.<br />

Il tema giustizia è di fatto sempre<br />

cancellato dall'informazione e<br />

dall'approfondimento politico<br />

della concessionaria di servizio<br />

pubblico anche nei decenni successivi,<br />

nonostante l'inefficienza<br />

dei nostri tribunali e l'incredibile<br />

numero di condanne internazionali<br />

subite dall'Italia per la lunghezza<br />

dei processi.<br />

Stesso trattamento è riservato ai<br />

grandi successi italiani di politica<br />

internazionale degli ultimi 15 anni:<br />

sull'istituzione del Tribunale<br />

internazionale contro i crimini di<br />

guerra e contro l'umanità così come<br />

sull'approvazione all’Onu della<br />

moratoria delle esecuzioni capitali<br />

(che vedono l'Italia giocare<br />

un ruolo determinante), gli italiani<br />

hanno potuto a malapena apprenderne<br />

la notizia . Anche<br />

quando il Parlamento italiano si<br />

esprime con decisioni importanti<br />

e uniche nel panorama mondiale<br />

- ad esempio in occasione<br />

del tentativo nel 2002 di scongiurare<br />

la guerra in Iraq attraverso<br />

una seria trattativa per l'esilio di<br />

Saddam Hussein - il blocco Raiset<br />

sottrae letteralmente ogni possibilità<br />

di conoscenza agli italiani e,<br />

di conseguenza, svuota la forza di<br />

quelle proposte istituzionali e politiche.<br />

Le tecniche di predeterminazione<br />

dell'agenda politica attraverso<br />

il controllo dell'agenda televisiva<br />

via via si perfezionano: quegli<br />

stessi temi che sono stati dapprima<br />

esclusi dal pubblico dibattito<br />

al fine di soffocare le spinte di riforma<br />

provenienti dalla società civile,<br />

sono dopo anni proposti solo<br />

quando si compie il processo che<br />

può aprire la strada alla “controriforma”.<br />

E’ il caso dei temi cosiddetti bioetici,<br />

cioè sulle libertà individuali.<br />

Nel 2001, quando <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> -<br />

un ricercatore universitario colpito<br />

dalla sclerosi laterale amiotrofica<br />

- diviene dirigente radicale e<br />

capolista alle elezioni politiche<br />

per dare corpo e parola all'idea di<br />

laicità della ricerca scientifica e<br />

delle istituzioni, 50 premi Nobel<br />

(tra cui il fisico inglese Stephen<br />

Hawking e lo scrittore Josè Saramago)<br />

e oltre 500 scienziati di tutto<br />

il mondo sottoscrivono un appello<br />

a sostegno della sua candidatura.<br />

Pur in presenza di uno<br />

sciopero della sete di Emma Bonino,<br />

dell'autoriduzione dei farmaci<br />

dello stesso <strong>Coscioni</strong> e di interventi<br />

pubblici del Presidente<br />

della Repubblica Ciampi e del<br />

Presidente del Consiglio Giuliano<br />

Amato, i temi della ricerca scientifica,<br />

del rapporto tra Stato ed individuo<br />

in materia di vita e di<br />

morte, sono completamente<br />

esclusi dai palinsesti televisivi di<br />

informazione e di approfondimento,<br />

salvo essere trattati a senso<br />

unico e contrario pochi giorni<br />

prima del voto su Rai 1, con 14 milioni<br />

di ascolto, nella trasmissione<br />

di Adriano Celentano, senza<br />

diritto di replica.<br />

Negli anni successivi, a dispetto<br />

delle dichiarazioni dei due principali<br />

candidati premier di allora,<br />

Berlusconi e Rutelli, che giudicano<br />

tali argomenti estranei al<br />

confronto politico perché afferenti<br />

alle coscienze, proprio<br />

quei temi saranno oggetto di<br />

importanti atti legislativi e di governo.<br />

In assenza di confronti televisivi,<br />

viene prima approvata la legge<br />

40/2004 che vieta la ricerca<br />

scientifica sulle cellule staminali<br />

embrionali e limita fortemente<br />

la fecondazione assistita, poi<br />

sabotati i referendum abrogativi<br />

assicurando il mancato raggiungimento<br />

del quorum.<br />

Una situazione analoga si ripete<br />

con la vicenda di Piergiorgio<br />

Welby, altro dirigente radicale<br />

affetto da distrofia muscolare e<br />

militante per la legalizzazione<br />

del testamento biologico e dell’eutanasia.<br />

Dopo che nell'inverno<br />

del 2006 la drammatica<br />

lotta di Welby per una morte degna<br />

“buca” la cortina di silenzio<br />

eretta dalle televisioni, gli italia-


LA PESTE<br />

ITALIANA<br />

IL REGIME<br />

DELL’INFORMAZIONE<br />

3<br />

Questo testo rappresenta una parte<br />

del capitolo 14 della “Peste Italiana”<br />

dedicato al Regime dell’informazione<br />

così come si è venuto sviluppando<br />

in questi sessant’anni di Repubblica.<br />

La Peste Italiana è il documento<br />

radicale che denuncia e dimostra<br />

come dalla caduta del regime fascista<br />

si sia passati ad un altro regime,<br />

questa volta partitocratico, eversivo<br />

nei confronti della Costituzione.<br />

Puoi leggere l’intero lavoro sul numero<br />

di maggio di Agenda <strong>Coscioni</strong>.<br />

Tutti i numeri passati di Agenda <strong>Coscioni</strong><br />

li trovi su:<br />

www.agendacoscioni.it<br />

ni vengono letteralmente bombardati<br />

per due anni da messaggi<br />

di contenuto proibizionista e<br />

fondamentalista, diffusi principalmente<br />

dalla Rai. Nello stesso<br />

periodo la concessionaria pubblica<br />

riserva agli interventi del<br />

Papa e delle gerarchie vaticane,<br />

nell'informazione e nei programmi<br />

di intrattenimento,<br />

enormi spazi di presenza - addirittura<br />

superiori a quelli dei partiti<br />

sommati insieme - con modalità<br />

che non hanno precedenti<br />

nella storia italiana e persino<br />

negli stati islamici. Quando poi<br />

nel 2009 giunge a compimento<br />

un'altra storia che coinvolge gli<br />

italiani, quella di Eluana Englaro,<br />

telegiornali e programmi di<br />

approfondimento di Rai e Mediaset<br />

si mobilitano nel fornire<br />

una informazione scorretta e<br />

parziale, al fine di preparare il<br />

terreno al decreto legge del Governo<br />

che impedisca al papà di<br />

Eluana l'esercizio del diritto della<br />

figlia a rifiutare le terapie riconosciuto<br />

dall'articolo 32 della<br />

Costituzione.<br />

Un altro studio del Centro<br />

d'ascolto, effettuato dopo le elezioni<br />

politiche del 2008, mostrano<br />

le modalità con cui la questione<br />

“sicurezza” - nonostante<br />

i dati del Ministero dell'Interno<br />

certifichino una generale riduzione<br />

dei reati - diventi una delle<br />

principali questioni elettorali<br />

in conseguenza di una abnorme<br />

sovra-rappresentazione televisiva,<br />

nei due anni precedenti il<br />

voto, delle notizie di cronaca nera,<br />

giudiziaria e di criminalità<br />

organizzata. Nei telegiornali il<br />

tempo di esposizione di tali<br />

eventi è raddoppiato dal 10,4%<br />

del 2003 al 23,7% del 2007, divenendo<br />

spesso la notizia di apertura<br />

oltre che l'argomento maggiormente<br />

trattato dalle testate<br />

giornalistiche. Le innumerevoli<br />

puntate dedicate dai programmi<br />

di approfondimento contribuiscono<br />

poi a far perdere la<br />

temporalità dell'evento e a rendere<br />

sempre attuali gli episodi<br />

criminosi. […]<br />

IL “GENOCIDIO POLITICO<br />

E CULTURALE” DEL MOVI-<br />

MENTO RADICALE<br />

Dal 2000 a oggi<br />

non v'è<br />

competizione<br />

elettorale o<br />

referendaria<br />

senza che<br />

l'Autorità<br />

garante accerti<br />

ugualmente<br />

gravi violazioni<br />

della<br />

par condicio<br />

da parte<br />

dei programmi<br />

Rai e Mediaset<br />

Nei sessantanni di Repubblica,<br />

[…] proprio per la sua capacità<br />

di incardinare lotte istituzionali<br />

e politiche sui temi più popolari<br />

del paese, ancorati al vissuto dei<br />

singoli, il Partito Radicale è dapprima<br />

marginalizzato dalla radiotelevisione,<br />

poi leso nella sua<br />

immagine e identità e infine<br />

cancellato. Lo attestano quarant'anni<br />

di provvedimenti e di riconoscimenti<br />

provenienti dai<br />

massimi organismi istituzionali,<br />

giurisdizionali, politici e culturali.<br />

La prima competizione elettorale<br />

cui il Partito Radicale partecipa<br />

nel 1976, è preceduta da<br />

una trasmissione ad esso riservata<br />

quale simbolica riparazione<br />

riconosciuta dallo stesso Direttore<br />

generale della Rai per gli<br />

anni di ingiusta e totale assenza<br />

dalla televisione.<br />

Due anni prima, dopo essere stati<br />

protagonisti insieme con la Lid<br />

della battaglia popolare per ottenere<br />

la legge sul divorzio, venivano<br />

del tutto esclusi dalle tribune<br />

referendarie precedenti il voto. E’<br />

Pier Paolo Pasolini a rompere il<br />

muro di silenzio che circonda<br />

l’iniziativa nonviolenta di sciopero<br />

della fame di Marco Pannella ,<br />

con un articolo sul Corriere della<br />

sera nel quale sostiene che il motivo<br />

per cui “il mondo del potere –<br />

Governo e opposizione – ignora,<br />

reprime, esclude Pannella, fino al<br />

punto di fare, eventualmente, del<br />

suo amore per la vita un assassinio”<br />

è legato alla “sua prassi politica<br />

realistica. Infatti è il Partito Radicale,<br />

la Lid (e il loro leader Marco<br />

Pannella) che sono i reali vincitori<br />

del referendum del 12 maggio.<br />

Ed è per l’appunto questo che<br />

non viene loro perdonato da nessuno”.<br />

[…]<br />

Se si considera il triennio 2006-<br />

2008, il Tg1 è condannato cinque<br />

volte per comportamenti a danno<br />

dei Radicali, il Tg2 e il Tg3 quattro<br />

volte. Le principali trasmissioni di<br />

approfondimento vedono invece<br />

Porta a Porta subire sette volte<br />

provvedimenti per il danno arrecato<br />

ai Radicali; Ballarò cinque<br />

volte; Primo Piano e Telecamere<br />

tre volte; i programmi di Santoro<br />

due volte. Matrix, principale trasmissione<br />

di Mediaset, cinque<br />

volte.<br />

Infine, l’intera programmazione<br />

informativa della Rai è oggetto di<br />

richiamo per squilibri nei confronti<br />

dei Radicali da parte dell’Autorità<br />

nel 1999, nel 2001 e nel<br />

2006, da parte della Commissione<br />

parlamentare di vigilanza nel<br />

1997, nel 1998, nel 2001, nel 2002 e<br />

nel 2007. Si tratta di un unicum<br />

nel panorama italiano e forse<br />

mondiale: non esiste infatti altro<br />

soggetto politico che possa in modo<br />

anche parziale avvicinarsi per<br />

numero, gravità, varietà e durata<br />

degli accertamenti di squilibri<br />

editoriali e violazioni degli obblighi<br />

di informazione. Parimenti,<br />

non esiste caso di leader politico<br />

che sia così marginalizzato come<br />

Marco Pannella, agli ultimi posti<br />

delle classifiche di presenza sia<br />

nei telegiornali che nelle trasmissioni<br />

di approfondimento, nonostante<br />

l'oggettiva straordinaria rilevanza<br />

della sua attività politica.<br />

Nel marzo 2009, di fronte all'evidenza<br />

di questa strutturale e sistemica<br />

mancanza di apertura nei<br />

confronti della forza politica e culturale<br />

radicale, l'Autorità per le garanzie<br />

nelle comunicazioni, per la<br />

prima volta, contesta alla Rai, ai<br />

sensi dell'articolo 48 del Testo unico<br />

della radiotelevisione, l'inadempimento<br />

degli obblighi di<br />

servizio pubblico.


4<br />

TESTAMENTO<br />

BIOLOGICO<br />

LEGGE E<br />

REGISTRO<br />

A BUON DIRITTO E ASSOCIAZIONE COSCIONI DAL PRESIDENTE DELLA CAMERA<br />

2316 biotestamenti<br />

validi... a tutti i Fini<br />

Non è un sondaggio.<br />

E’ molto<br />

di più. Sono<br />

migliaia di persone<br />

che hanno<br />

scelto. Non<br />

hanno “espresso<br />

un’opinione”.<br />

Hanno deciso<br />

per sé, usando i<br />

moduli che,<br />

assieme all’associazione<br />

“A buon<br />

diritto” di Luigi<br />

Manconi, abbiamo messo a disposizione<br />

su Internet. A seguito della sentenza<br />

Englaro, sono biotestamenti validi a<br />

tutti gli effetti e vincolanti anche giuridicamente,<br />

pur nell’incertezza del nondiritto<br />

italiano. In particolare, potrebbero<br />

essere utilizzati quale prova documentale<br />

delle volontà individuali, con<br />

ciò evitando o limitando le complessità<br />

e le lungaggini derivanti dall’accertamento<br />

delle volontà mediante testimoni.<br />

Siamo convinti che basterebbe il<br />

rifiuto di una sola persona a qualsiasi<br />

trattamento per imporre allo Stato liberale<br />

il rispetto<br />

della sua volontà.<br />

Abbiamo individuato<br />

quattro<br />

modalità per<br />

redigere e rendere<br />

valido il<br />

testamento biologico.1)<br />

Recarsi<br />

da un notaio; 2)<br />

Deposito presso<br />

uno dei registri<br />

dei testamenti biologici istituiti in alcuni<br />

comuni italiani (es. Roma X e XI<br />

municipio, Pisa, Genova etc. ); 3) all’ufficio<br />

postale inviare il documento<br />

come raccomandata a se’ stessi ; 4) in<br />

Comune muniti dell'originale della<br />

dichiarazione e della fotocopia chiedere<br />

all'ufficiale comunale l'autentica<br />

della fotocopia.<br />

Per informazioni più dettagliate inviare<br />

una mail a<br />

info@lucacoscioni.it<br />

LE VOLONTÀ IN NUMERI<br />

Sono 2.316 i testamenti biologici di cui è stata fatta digitalizzazione<br />

dei dati anagrafici e scansione dei documenti<br />

firmati.<br />

Sulla base dei dati digitalizzati a seguire le principali<br />

statistiche su sesso, età, residenza (regione e provincia)<br />

oltre a informazioni sul testamento: nomina fiduciario<br />

e consenso nutrizione.<br />

A seguire la tabella di riepilogo dei testamenti digitalizzati<br />

in base al sesso dei sottoscrittori:<br />

Uomini 1.065 46%<br />

Donne 1.251 54%<br />

A seguire la tabella di riepilogo dei testamenti digitalizzati<br />

in base all’età dei sottoscrittori in base alle<br />

seguenti fasce di età:<br />

fino a 30 anni 105 4,5%<br />

da 31 a 40 anni 154 6,6%<br />

da 41 a 50 anni 273 11,8%<br />

da 51 a 60 anni 482 20,8%<br />

da 61 a 70 anni 747 32,3%<br />

maggiore di 70 anni 499 21,5%<br />

età non disponibile 56 2,4%<br />

A seguire la tabella di riepilogo<br />

dei testamenti indicanti il fiduciario:<br />

Con nomina 2.179 94%<br />

Senza nomina 137 6%<br />

A seguire la tabella di riepilogo dei testamenti<br />

in cui è indicato il consenso alla nutrizione:<br />

SÌ 23 1%<br />

NO 2.293 99%<br />

INTERVISTA A<br />

M.A.FARINA COSCIONI<br />

Cure<br />

palliative<br />

imperfette<br />

SIMONETTA DEZI<br />

E’ passata sotto assoluto silenzio mediatico<br />

l’approvazione all’unanimità, da parte della<br />

Camera, del disegno di legge che tutela il diritto<br />

alle cure palliative e alle terapie del dolore<br />

non solo per i malati terminali. Strano, per<br />

un provvedimento, che, sebbene con alcuni<br />

limiti, cerca di risolvere alcuni nodi che fanno<br />

dell’Italia uno dei Paesi ancora troppo indietro,<br />

dal punto di vista culturale e sanitario,<br />

nell'approccio al dolore fisico. Il sì definitivo<br />

comunque, ancora non c’è stato e ora il testo<br />

passerà all’esame del Senato, con il rischio di<br />

modifiche che non è detto andranno nella direzione<br />

del miglioramento. Tra le principali<br />

innovazioni: la costituzione di una rete di hospice,<br />

la semplificazione dell'accesso ai farmaci<br />

contro il dolore e una certa attenzione<br />

alla specifica preparazione professionale de-


TESTAMENTO<br />

BIOLOGICO<br />

LEGGE E<br />

REGISTRO<br />

5<br />

INTERVISTA ALL’ON. DE ANGELIS (PDL)<br />

Dal Pdl una voce contro il Ddl Calabrò:<br />

“svuota il testamento biologico”<br />

Oggi il dibattito sul fine vita “è ancora aperto perché un ‘vip’ - Gianfranco Fini -<br />

ha tenuto alta l’attenzione dei media sull’argomento”.<br />

TINA SANTORO<br />

Il deputato Marcello De Angelis è<br />

uno di quei deputati del Popolo della<br />

Libertà che la propria libertà di<br />

coscienza la esercita pienamente:<br />

ha deciso di schierarsi contro il disegno<br />

di legge Calabrò,manifesto di<br />

come può essere scritta una legge illiberale,<br />

e si è pronunciato anche<br />

con Agenda <strong>Coscioni</strong> per rivedere in<br />

senso liberale questo testo.<br />

È un liberale di destra<br />

In verità ho difficoltà nell’identificarmi<br />

in posizioni politiche “aggettivate”.<br />

Non provengo da una cultura<br />

liberale, potrei forse sentirmi<br />

più libertario. Ma oggi sono tutti<br />

termini che non hanno utilità politica,<br />

sospetto anzi che anche i sostantivi<br />

– ad esempio destra, sinistra<br />

e centro – non abbiano più<br />

particolare significato se non per<br />

gli accademici, che a me non interessano<br />

molto. Quindi, è ovvio,<br />

non credo che esista una “corrente<br />

liberale di destra”.<br />

Sia lei che il presidente della Camera,<br />

Gianfranco Fini, però vi siete<br />

espressi contro il Disegno di legge<br />

Calabrò. Come pensa che in futuro<br />

le decisioni in materia di bioetica<br />

debbano essere affrontate<br />

Esistono molti uomini e donne che<br />

assumono responsabilmente il<br />

proprio ruolo istituzionale e credono<br />

che il loro dovere sia dare risposte<br />

concrete ai problemi che pone<br />

la realtà in cui viviamo e rifiutano<br />

categoricamente qualsiasi tentativo<br />

di forzare la realtà entro schemi<br />

dottrinari, ideologici o semplicemente<br />

utopici. Il termine “bioetica”<br />

lo considero enormemente<br />

inappropriato e fuorviante. L’etica<br />

si vive nella propria interiorità. Esistono<br />

ciò che Faucoult ebbe a definire<br />

“biopolitiche” in un’epoca,<br />

come la nostra, in cui la politica<br />

pretende di intervenire nella gestione<br />

del corpo dei singoli cittadini.<br />

Queste interferenze vanno ovviamente<br />

arginate con gli strumenti<br />

del buon senso e della buona<br />

comunicazione, strumenti che<br />

nell’attuale dibattito sul biotestamento<br />

sono mancati.<br />

In che modo questo schieramento<br />

potrà affrancarsi dalle logiche<br />

della maggioranza<br />

La maggioranza parlamentare viene<br />

meno nel momento in cui si<br />

chiede di votare secondo coscienza.<br />

Se un numero sufficiente di<br />

parlamentari antepone la propria<br />

coscienza agli ordini di scuderia,<br />

determinati provvedimenti semplicemente<br />

non passano.<br />

Il legislatore attento sempre ai<br />

sondaggi, è però disinteressato a<br />

quel che dicono sulla bioetica.<br />

Con quali mezzi crede che il cittadino<br />

possa far pressione sulla<br />

classe politica in queste materie<br />

Ci sono numerose proposte di legge<br />

presentate alle Camere sul testamento<br />

biologico, non solo la cosiddetta<br />

bozza Calabrò che è quella<br />

passata al Senato e che, di fatto, è<br />

l’unica che svuota di senso l’esistenza<br />

stessa del testamento. Paradossalmente<br />

credo che oggi, con la<br />

politica tristemente ostaggio dei<br />

media, ci vorrebbero tanti più sondaggi<br />

su queste materie sensibili,<br />

perché la maggior parte dei politici<br />

non se la sente di andare<br />

contro la volontà della maggioranza.<br />

Sicuramente non<br />

funzionano più le mobilitazioni<br />

di settore e i comitati,<br />

perché purtroppo non riescono<br />

ad intercettare per un<br />

tempo sufficiente l’attenzione<br />

dei media. Oggi il dibattito<br />

sulla Dat è ancora<br />

aperto perché un “vip” -<br />

Gianfranco Fini - ha tenuto<br />

alta l’attenzione dei media<br />

sull’argomento.<br />

É possibile che in temi di<br />

bioetica si possa migliorare<br />

la comunicazione tra cittadini<br />

e partiti<br />

Temo che i partiti siano difficilmente<br />

“educabili” da<br />

parte dei cittadini, se non<br />

con il bastone e la carota del<br />

consenso elettorale. Oggi<br />

però, con i partiti che sono<br />

diventati dei contenitori<br />

estremamente ampi, si possono<br />

trovare dei parlamentari<br />

che accettano di sposare<br />

e fare proprie certe istanze,<br />

traendone anche il vantaggio<br />

di caratterizzarsi ed<br />

uscire dall’anonimato. Bisogna<br />

identificare questi uomini<br />

e donne di buona volontà,<br />

informarli, sostenerli<br />

e farli conoscere.<br />

Dal Fronte della Gioventù...<br />

è un deputato della Popolo<br />

della Libertà. È anche<br />

un cantautore e<br />

leader dei 270bis,<br />

gruppo di musica alternativa<br />

di destra.<br />

La sua militanza politica<br />

è molto travagliata. Dopo aver<br />

militato nel Fronte della gioventù,<br />

esce nello stesso anno in cui<br />

vi è entrato (1974). Nel 1977 con<br />

il fratello maggiore Nazareno<br />

("Nanni") entra in Lotta Studentesca,<br />

dalla cui costola nascerà,<br />

nel 1978, Terza Posizione. Dopo<br />

la strage di Bologna del 1980,<br />

Terza Posizione è messa al bando,<br />

alcuni leader del movimento<br />

sono oggetto di mandati di cattura<br />

per associazione sovversiva<br />

a banda armata e De Angelis, venuto<br />

a conoscenza che alcuni<br />

suoi amici latitanti a Londra<br />

stanno per essere arrestati, parte<br />

col treno per avvisarli, ma viene<br />

arrestato e per 6 mesi resta nel<br />

carcere di massima sicurezza<br />

Brixton. I giudici inglesi negano<br />

l'estradizione in Italia, e De Angelis,<br />

uscito di prigione, inizia a<br />

lavorare come grafico. Tuttavia<br />

vuole tornare in Italia e decide di<br />

costituirsi, viene condannato a<br />

5 anni di reclusione e ne sconta<br />

3. Uscito dal carcere nel 1989<br />

scopre che le canzoni che aveva<br />

registrato su una cassetta, sono<br />

molto ascoltate negli ambienti<br />

della destra. Fonda quindi il<br />

gruppo musicale 270bis. 270 bis<br />

è l'articolo del codice penale riguardante<br />

associazioni con finalità<br />

di terrorismo anche internazionale<br />

o di eversione dell'ordine<br />

democratico. Riprende a<br />

fare politica. Dirige con l'ex leader<br />

di Prima Linea Maurice Bignami<br />

un giornale intitolato La<br />

spina nel fianco, che si propone<br />

come luogo di superamento degli<br />

opposti estremismi. Entra in<br />

Alleanza Nazionale sin dalla<br />

fondazione e continua a svolgere<br />

l'attività di giornalista, illustratore<br />

e grafico. Collabora dalla<br />

fondazione con L'Italia settimanale<br />

diretto da Marcello Veneziani.<br />

Dal 1996 è il direttore del<br />

mensile Area. Nel 2004 viene<br />

pubblicato il suo libro "Otto anni<br />

in Area di rigore", edito da Minotauro.<br />

Nelle Elezioni Politiche<br />

del 2006, viene eletto tra i capilista<br />

di Alleanza Nazionale per il<br />

Senato della Repubblica nella<br />

circoscrizione Abruzzo. Nelle<br />

Elezioni Politiche del 2008 viene<br />

eletto tra i capilista del Popolo<br />

della Libertà nella lista della Camera<br />

, sempre in Abruzzo.<br />

gli operatori. Il disegno di legge,<br />

inoltre specifica che sono ''cure<br />

palliative'' l'insieme degli interventi<br />

finalizzati al benessere dei<br />

malati terminali, per i quali le cure<br />

non servono più ai fini della<br />

guarigione, mentre le ''terapie<br />

del dolore'' sono quelle applicate<br />

alle ''forme morbose croniche'' e<br />

servono al controllo del dolore.<br />

Temi fondamentali, che avrebbero<br />

bisogno di scelte ancora più<br />

coraggiose soprattutto per quel<br />

che riguarda i finanziamenti, la<br />

formazione universitaria del personale<br />

sanitario e la disponibilità<br />

dei farmaci cannabinoidi.<br />

Di "compromesso al ribasso" e<br />

di "legge da perfezionare al Senato"<br />

parla il deputato radicale<br />

Maria Antonietta Farina <strong>Coscioni</strong><br />

. ‘’In Italia – afferma la parlamentare<br />

- è evidente che la cultura<br />

medica considera la sofferenza<br />

altrui come un valore da<br />

preservare, infatti il nostro paese<br />

si colloca al 101° posto al mondo<br />

per consumo di morfina, 46 dosi<br />

medie quotidiane per milione di<br />

abitanti contro le 1.462 della vicinissima<br />

Francia e le 6.430 della<br />

Danimarca. In questa graduatoria<br />

dell'indifferenza e della non<br />

curanza, siamo preceduti anche<br />

dall'Eritrea, dal Congo e dalla<br />

Cambogia’’. Secondo l’on. <strong>Coscioni</strong><br />

è positiva l`approvazione<br />

dell’emendamento sulla prescrizione<br />

semplificata, per il quale il<br />

medico potrà prescrivere gli antidolorifici<br />

sul ricettario ordinario<br />

e il farmacista dovrà conservare<br />

per due anni una fotocopia<br />

della ricetta. ‘’E’ necessario che<br />

in Senato – incalza la parlamentare<br />

– venga approvata l`introduzione<br />

della libera importazione<br />

dei cannabinoidi reperibili<br />

solo all`estero, il Dronabinol e il<br />

Nabilone, utilizzati in terapie farmacologiche,<br />

non sono ancora<br />

sul mercato nazionale. Il malato<br />

è costretto a richiederli all'estero<br />

a suo carico, tranne nei casi di<br />

somministrazione in regime di<br />

ricovero ospedaliere o ad ammalarsi<br />

in città, come Bolzano,<br />

Crotone e Roma, le cui aziende<br />

sanitarie locali prevedono un<br />

rimborso’’<br />

Tra i limiti della legge, sottolinea<br />

l’on. <strong>Coscioni</strong> ‘’è proprio quello<br />

di non aver costituito una vera<br />

rete nazionale, ma di aver lasciato<br />

di fatto un assetto regionale<br />

che non cancellerà quella tradizionale<br />

disomogeneità tra Nord<br />

e Sud’’. Per assicurare le cure palliative<br />

e le terapie del dolore, che<br />

sono inserite nel Piano sanitario<br />

nazionale come obiettivo prioritario,<br />

viene istituita infatti su base<br />

regionale una apposita ''rete''<br />

dei centri per le cure terminali<br />

(hospice) e l’assistenza domiciliare.<br />

La rete, che in teoria dovrebbe<br />

essere omogenea a livello<br />

nazionale, è costituita dall'insieme<br />

delle strutture sanitarie,<br />

sia ospedaliere che territoriali, e<br />

assistenziali, nonché delle figure<br />

professionali, che provvedono<br />

all'erogazione delle cure: non sono<br />

previste figure specifiche e<br />

specializzate. Manca, fa notare<br />

l’on. <strong>Coscioni</strong> , una formazione<br />

autonoma universitaria.<br />

Infine, per quanto riguarda i<br />

fondi la legge stanzia una quota<br />

fissa di 50 milioni di euro, piu'<br />

100 milioni di euro inseriti dal<br />

2009 tra gli obiettivi di piano del<br />

fondo sanitario nazionale. Perche'<br />

le risorse vengano effettivamente<br />

destinate alla cura del dolore,<br />

la nuova legge prevede che<br />

le Regioni inadempienti non potranno<br />

accedere per l'anno successivo<br />

ai finanziamenti sanitari<br />

nazionali.


6<br />

VII CONGRESSO<br />

ONLINE<br />

INTERVENTI<br />

DALLA RELAZIONE DEL SEGRETARIO<br />

La candidatura<br />

radicale<br />

al governo<br />

MARCO CAPPATO<br />

Segretario <strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong><br />

Per quanto ottime<br />

possano essere le nostre<br />

ragioni, non possiamo<br />

pensare di ottenere riforme<br />

laiche e liberali significative<br />

se non riusciremo<br />

a liberarci da un<br />

regime che da sessant'anni<br />

occupa le istituzioni italiane calpestando<br />

sistematicamente la democrazia e lo<br />

Stato di diritto. Il nostro sforzo nell'elaborare<br />

proposte di governo deve proseguire, perché<br />

ottenuto risultati concreti: sulla RU486,<br />

sui registri comunali del testamento biologico,<br />

sulla legge in materia di fecondazione assistita<br />

e sui comunicatori per i disabili gravi.<br />

Ma non dobbiamo illuderci che una svolta<br />

laica e antifodamentalista possa prescindere<br />

da un'alternativa "di sistema", che riguardi<br />

il modello istituzionale e il rispetto dei diritti<br />

civili e politici . Per questo, ritengo necessario<br />

che l'<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> faccia<br />

proprio l'obiettivo dei Radicali di porre fine<br />

al Sessantennio partitocratico candidandosi<br />

al governo del Paese. Sembra un'esagerazione<br />

o una velleità, ma è un progetto che<br />

si basa sulla profonda sintonia che -a partire<br />

dai temi "coscioniani"- abbiamo sempre<br />

mantenuto con la stragrande maggioranza<br />

dell'opinione pubblica.<br />

DALLA RELAZIONE DEL TESORIERE<br />

Coinvolgere<br />

tutto lo stadio<br />

ROCCO BERARDO<br />

Tesoriere <strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong><br />

Quanti siamo: 47.267 sono le persone<br />

che l’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> può contattare<br />

in diverse forme. Questo numero<br />

rappresenta, se così si può dire, i simpatizzanti<br />

complessivi che l’associazione è riuscita<br />

attraverso appelli, iniziative politiche e altro<br />

a coinvolgere dalla data della sua fondazione<br />

(20 settembre 2002) ad oggi. A questo<br />

numero va aggiunto il numero di simpatizzanti<br />

nella Rete Sociale: 14.000 utenti di<br />

facebook, infatti, hanno deciso di seguirci.<br />

8.080 sono le persone che fra i simpatizzanti<br />

hanno deciso di versare dal 2002 ad oggi<br />

almeno un euro all’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>.<br />

Insomma, immaginando uno stadio<br />

di calcio, lo abbiamo riempito, ma solo uno<br />

spicchio (una curva diciamo così) ha deciso<br />

di contribuire alle nostre iniziative. Proposte:<br />

1 - Considerando che l’età media degli<br />

iscritti all’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> è di<br />

54 anni, potremmo ripensare a una norma<br />

transitoria che consenta ai più giovani di potersi<br />

iscriversi a una somma minore. 2 - Considerando<br />

inoltre che le entrate da autofinanziamento<br />

attraverso il pagamento in<br />

contanti risulta molto basso, potremmo immaginare<br />

che le iscrizioni acquisite in contanti<br />

direttamente dalla Cellula <strong>Coscioni</strong> potranno<br />

essere in parte trattenute dai tesorieri<br />

delle cellule.<br />

LA RIFLESSIONE CHE HA APERTO IL DIBATTITO<br />

Sul futuro della “<strong>Coscioni</strong>”<br />

Corbellini scuote il congresso:<br />

“ha senso tenere in vita questa associazione”<br />

GILBERTO CORBELLINI<br />

Co-Presidente Ass. <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong><br />

Cari Amici,<br />

non posso nascondere un senso crescente<br />

di frustrazione e delusione per<br />

l’evoluzione o, meglio l’involuzione, della<br />

discussione politico-culturale in seno<br />

all’<strong>Associazione</strong>. La cosa non mi meraviglia,<br />

perché non vendo alcun’altra sede<br />

politica in Italia dove si parli con una certa<br />

pertinenza, e in modo documentato<br />

della situazione culturale, economica e<br />

civile reale di questo paese.<br />

A me la relazione di Marco non è piaciuta,<br />

perché non contiene alcuna analisi<br />

politica realistica, si limita ad elencare<br />

iniziative fatte e in fieri, e a lanciare una<br />

provocazione che dal mio punto di vista<br />

lascia una po’ il tempo che trova. Inoltre,<br />

la relazione di Marco lascia in buona evidenza<br />

trasparire da dietro l’elenco delle<br />

‘vittorie’, una realtà statica e con poche<br />

prospettive di evoluzione. Soprattutto se<br />

la si legge alla luce dei dati esposti da<br />

Rocco.<br />

Di fatto, ormai, l’<strong>Associazione</strong> esiste solo<br />

perché ogni tanto qualche sentenza<br />

della magistratura fornisce lo spunto per<br />

dire ‘l’avevamo detto’. E per rivendicare<br />

una qualche “vittoria” o sul fronte della<br />

legge 40, piuttosto che su quello delle direttive<br />

anticipate piuttosto che sulla<br />

RU486.<br />

L’<strong>Associazione</strong> in questi anni ha messo<br />

sul tavolo decine di temi, idee e iniziative,<br />

e ha catalizzato per prima o spinto altri<br />

a esporsi all’attenzione su questioni<br />

importanti come la ricerca sulle staminali<br />

embrionali o l’esigenza di diffondere<br />

nella distribuzione dei finanziamenti<br />

alla ricerca e nell’arruolamento dei docenti<br />

e ricercatori dei criteri oggettivi e<br />

basati sul merito. Ma come abbiamo più<br />

volte verificato e ci siamo detti, almeno<br />

Marco e me, noi lanciavano idee o ci<br />

esponevano pubblicamente prendendo<br />

posizione, ma poi i giochi venivano portati<br />

avanti da altre parti. La prospettiva<br />

del Congresso Mondiale, per non ridursi<br />

a un incontro periodico dove ci si raccontano<br />

le proprie diverse opinioni sulla<br />

situazione della libertà di ricerca, richiederebbe<br />

un salto di qualità sul piano<br />

dell’organizzazione e soprattutto sul<br />

piano economico. Ma non intravvedo la<br />

possibilità di creare queste condizioni,<br />

dato che il problema della libertà di ricerca<br />

è poco avvertito come emergenza<br />

a livello politico ed economico<br />

Credo di averlo già detto, che a me la politica<br />

per la politica interessa ben poco.<br />

Mi interessa la politica da un punto di vista<br />

scientifico. Il che a qualcuno suonerà<br />

un’eresia o un’insensatezza: ma è così. E<br />

sono così presuntuoso da pensare penso<br />

anche che, se non si comincia a guardare<br />

la politica da questo punto di vista,<br />

non si andrà molto lontano. Ovvero<br />

il futuro che ci aspetta sarà quello a cui<br />

già stiamo assistendo in Italia e nel mondo.<br />

Ci si potrà sempre soddisfare solipsisticamente<br />

o gregariamemente, masturbandosi<br />

davanti ai giochi di prestigio<br />

di qualche dinosauro politico. Che è<br />

già estinto. Ma ovviamente non può saperlo.<br />

Non sono quindi modo interessato a<br />

discutere di strategie di sopravvivenza<br />

La relazione di<br />

Marco non mi è<br />

piaciuta, lascia in<br />

buona evidenza<br />

trasparire da dietro<br />

l’elenco delle<br />

“vittorie” una realtà<br />

statica e con poche<br />

prospettive di<br />

evoluzione visti<br />

anche i dati esposti<br />

da Rocco.<br />

politica basate di alleanze di assistenzialismo<br />

reciproco. Infatti, non capisco perché<br />

non debba valere in politica quello<br />

che dovrebbe valere in economia. Ci si<br />

lamenta quando lo stato usa i nostri soldi<br />

per salvare decotte e non lascia che<br />

siano le regole del mercato a far la selezione,<br />

e poi si vogliono invece salvare a<br />

tutti i costi delle esperienze e idee politiche<br />

che forse sono nelle stesse condizioni<br />

della aziende di cui sopra. Non è perché<br />

l’<strong>Associazione</strong> o i Radicali hanno fatto<br />

questo e quest’altro o dicono questo<br />

o quest’altro che devono continuare a<br />

esistere o sono necessari: lo decide la<br />

competizione elettorale se alcune idee<br />

devono trovare uno spazio rappresentativo<br />

incarnandosi in individui che saranno<br />

votati. Qualcuno ovviamente dirà<br />

che la competizione non è equa, e che le<br />

nostre idee vengono silenziate da tutti.<br />

E’ anche vero che se i cittadini ci tenessero<br />

davvero si manifesterebbero con un<br />

maggior numero di iscrizioni. O una<br />

maggiore partecipazione a manifestazioni<br />

di lotta. Il che non è.<br />

Quindi, per me, ragionando come trovo<br />

a me congeniale cioè individualisticamente,<br />

le possibilità sono due. O rimango<br />

un sostenitore dell’<strong>Associazione</strong> per<br />

affezione. Ho trovato qui alcune persone<br />

più simpatiche e motivate che in altri<br />

contesti politici. Senza però continuare a<br />

proporre spunti di riflessione che in<br />

buona sostanza constato che interessano<br />

solo a me. Quindi, sugli aspetti scientifici<br />

della politica faccio le mie ricerche,<br />

scrivo i miei libri e se poi a qualcuno interesseranno<br />

se li leggerà. Magari trovando<br />

conferma che sono cazzate. Ma è<br />

producendo numerosi cazzata che ogni<br />

tanto viene anche qualche idea buona.<br />

Non viceversa. E comunque tra persone<br />

che giudicano le reciproche posizioni<br />

prive di interesse è da coglioni continuare<br />

e cercare di discutere. Quindi non starei<br />

a perdere tempo a scrivere per l’Agenda<br />

<strong>Coscioni</strong> o a preparare documenti o<br />

altro, quando in realtà in merito ai contenuti<br />

non c’è discussione.<br />

Quando, cioè, il parlare politico soprattutto<br />

a sinistra è stantio. Anzi puzza<br />

già di cadavere. E mi dà un po’ nausea.<br />

L’esperienza del dibattito che ho fatto su<br />

“L’altro” quest’estate, a partire dagli ogm<br />

e poi su “sinistra e scienza” è stata per me<br />

assai istruttiva, e mi ha fatto capire molto<br />

anche dell’esperienza di questi ultimi<br />

anni vissuti nell’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>.<br />

L’alternativa, che però non vedo all’orizzonte,<br />

è tornare a discutere di alcuni<br />

presupposti dell’azione politica che<br />

sta sviluppando l’<strong>Associazione</strong>. Si tratterebbe<br />

di darci un taglio o di chiarirsi su<br />

una serie di equivoci sulla natura della<br />

scienza e le ragioni per cui l’<strong>Associazione</strong><br />

si batte per la libertà di ricerca scientifica.<br />

Per questo ci vuole anche tempo, e<br />

soprattutto voglia di rimettersi a studiare<br />

e documentarsi. Si dovrebbe cominciare<br />

a pensare non schizofrenicamente<br />

ma sincreticamente a più livelli, sia rispetto<br />

ai temi e alle battaglie immediate<br />

e sia rispetto ai tempi lunghi e alla formazione<br />

di figure in grado di dar sostanza<br />

tra qualche tempo a un’auto-candidatura<br />

per il governo del paese.<br />

Intanto si tratterebbe anche di discutere<br />

se non sia il caso di cambiare alcune<br />

strategie, perché è proprio sul fronte dell’accreditamento<br />

scientifico che si stanno<br />

facendo passare alcune politiche illiberali,<br />

e che alcune religioni si stanno<br />

diffondendo. Quindi bisognerebbe mettere<br />

meglio a fuoco il tipo di messaggio<br />

che si vuole trasmettere. Per far solo un<br />

esempio, io credo che la battaglia del testamento<br />

biologico fatta nel nome del<br />

diritto all’autodeterminazione sia del<br />

tutto perdente, sul piano della comunicazione.<br />

Troppo astratto. E se non ci si<br />

mettono tutte le élite intellettuali a tener<br />

su la battaglia, come fu per il divorzio e<br />

l'aborto, non si va da nessuna parte e il<br />

parlamento se ne strafregherà. Farà come<br />

chiede il Vaticano. Si dovrebbe cominciare<br />

piuttosto a raccontare alla persone<br />

cosa significa quello che il parlamento<br />

vuole imporre ai cittadini italiani:<br />

dolore e sofferenza veri, costi economici<br />

per le famiglie e affari d’oro per i<br />

cronicari gestiti dai preti. Etc. Sarebbe il<br />

caso di rendersi conto che ci sono fronti,<br />

come quello della coltivazione degli<br />

ogm e del nucleare che dovrebbero essere<br />

oggetto di chiarimenti e di schieramenti<br />

“senza se e senza ma”: in particolare<br />

da parte di un’associazione che difende<br />

la libertà di ricerca scientifica.<br />

Insomma se di queste cose, come delle<br />

staminali embrionali o della contraccezione<br />

d’emergenza o dell’interruzione di<br />

gravidanza o della bioetica, si riesce a<br />

parlare entrando nel merito e quindi facendo<br />

venir fuori dati empirici e informazioni<br />

sui comportamenti concreti dei<br />

cittadini italiani e a immaginare strategie<br />

d’azione in termini plausibili, date le<br />

necessarie informazioni a disposizione,<br />

bene. Se ci si torna a confrontare con<br />

i modelli e i dati empirici sull’evoluzione<br />

delle democrazie nel mondo, e a discutere<br />

di quello che accade e si prepara dietro<br />

al palcoscenico dove recitano le marionette,<br />

meglio. Altrimenti… pace.


VII CONGRESSO<br />

ONLINE<br />

INTERVENTI<br />

7<br />

COME BATTERE IL RISCHIO DELL’AUTOREFERENZIALITÀ<br />

Dal dolore privato ai diritti per tutti<br />

Corbellini fa una provocazione, utile per un congresso come il nostro<br />

MIRELLA PARACHINI<br />

Quando ho letto l’intervento di<br />

Gilberto Corbellini, la prima cosa<br />

che mi è venuta in mente è stata:<br />

chissà cosa ne penserebbe <strong>Luca</strong><br />

<strong>Coscioni</strong>. Sarà perché mi sono ricordata<br />

che era stata proprio una<br />

mail di <strong>Luca</strong> inviata agli scienziati<br />

a far avvicinare Corbellini all’associazione.<br />

Niente di strano che<br />

negli anni si possa venire a provare<br />

“un senso crescente di frustrazione<br />

e delusione per l’evoluzione<br />

o, meglio l’involuzione, della<br />

discussione politico-culturale in<br />

seno all’<strong>Associazione</strong>”. Ma credo<br />

si debba analizzare meglio. Questo<br />

intervento è una provocazione<br />

a farlo e io penso che la sede<br />

congressuale online sia un’ottima<br />

occasione.<br />

Milito da tanti anni nel Partito radicale<br />

e ho sempre sentito parlare<br />

del “meccanismo di spostamento”<br />

delle frustrazioni. Quando<br />

ti batti in un Paese per migliorarne<br />

le regole e fare rispettare<br />

quelle che già esistono, ma ne<br />

vieni sopraffatto e vincono le logiche<br />

opposte alle tue, finisci per<br />

“spostare” le frustrazioni che ne<br />

derivano dall’esterno all’interno<br />

del gruppo in cui ti trovi, attribuendo<br />

a questo la causa principale<br />

delle tue delusioni. (E a<br />

buon bisogno te ne vai, e ti dai pace<br />

entrando nella “parte vincente”<br />

pur dicendoti di mantenere le tue<br />

convinzioni: di esempi ne abbiamo<br />

una bella lista). Io sono d’accordo<br />

sull’esistenza del rischio<br />

opposto, quello di restare intrappolati<br />

nell’autoreferenzialità,<br />

aspettando “qualche sentenza<br />

della magistratura che fornisca lo<br />

spunto per dire ‘l’avevamo detto’”.<br />

Resta il fatto che alle sentenze ci si<br />

arriva a forza di denunce e di ricorsi<br />

e che già questo legittimerebbe<br />

una forma di associazionismo<br />

che abbia il solo scopo di vigilare<br />

e monitorare le violazioni<br />

dei principi che il paese stesso dice<br />

di voler rispettare. Che si può<br />

allargare ad altri paesi, come inserito<br />

nella dichiarazione finale di<br />

Bruxelles, alla fine del Congresso<br />

Mondiale per la libertà di ricerca<br />

scientifica organizzato a marzo<br />

presso il Parlamento europeo.<br />

Lasciando da parte le lugubri considerazioni<br />

sul parlare politico attuale<br />

in generale, e in particolare<br />

nella sinistra, Corbellini si pone<br />

due alternative: o restare nell’associazione<br />

per “affezione”<br />

(che già<br />

sarebbe un buon<br />

motivo) o “tornare<br />

a discutere di alcuni<br />

presupposti<br />

dell’azione politica<br />

che sta sviluppando<br />

l’<strong>Associazione</strong>”,<br />

focalizzando<br />

i temi, i tempi<br />

e le persone da<br />

autocandidare al<br />

governo del paese.<br />

Sui temi:<br />

l’esempio del testamento<br />

biologico<br />

è buono. Ma<br />

mi chiedo se esiste<br />

davvero una<br />

differenza nella<br />

comunicazione<br />

tale da renderlo “più attraente”<br />

(virgolette mie), se si abbandona<br />

il presupposto del diritto all’autodeterminazione<br />

e partendo dal<br />

dolore e dalle sofferenze provate<br />

dai malati e dalle loro famiglie. Ma<br />

non è proprio questo il nocciolo<br />

del “metodo <strong>Coscioni</strong>” Partire<br />

dal “corpo dei malati” e farne tema<br />

politico, e come tale di difesa<br />

di un diritto Non siamo in questo<br />

modo meglio riconoscibili da<br />

chi è in grado di riconoscerci<br />

Rileggo un passaggio di <strong>Luca</strong>: “Il<br />

fatto poi che io abbia sollevato<br />

una questione politica, che non<br />

abbia accettato di rappresentare<br />

un cosiddetto caso umano, che<br />

abbia scelto lo strumento della<br />

lotta politica, infastidisce enormemente.<br />

Perché, in Italia, la persona<br />

malata, non appena una<br />

diagnosi le fa assumere questo<br />

nuovo status, perde immediatamente<br />

elementari diritti umani, e<br />

tale perdita è tanto maggiore,<br />

quanto poi più gravi sono le condizioni<br />

di salute della persona in<br />

questione. La mia, la nostra battaglia<br />

radicale per la libertà di Scienza,<br />

mi ha consentito di riaffermare,<br />

in particolare, la libertà all'elettorato<br />

passivo, il poter essere cioè<br />

eletto in Parlamento, per portare<br />

istanze delle quali nessun'altra<br />

forza politica, vuole, e può essere<br />

portatrice”. Quando ho partecipato<br />

all’ultima edizione della Scuola<br />

<strong>Coscioni</strong> a Salerno all’inizio del<br />

mese, ho avuto un’esperienza<br />

straordinaria nell’incontrare la famiglia<br />

Gentili. Ci trovavamo nel<br />

bel chiostro seicentesco dell’Ostello<br />

Ave Gratia Plena per la<br />

cena, quando è arrivata una famiglia<br />

con due figli in carrozzina.<br />

Era stato Marco Gentili, studente<br />

<strong>Coscioni</strong> di 20 anni, malato di<br />

SLA dalla nascita (una rara forma<br />

congenita) ad aver trascinato padre,<br />

madre e Carlo a Salerno. Carlo<br />

è il fratello maggiore, ha 25 anni,<br />

anche lui affetto da SLA , diagnosi<br />

formulata solo dopo la nascita del<br />

secondogenito. I volti sorridenti di<br />

tutti e quattro mi sono rimasti<br />

stampati nella mente: si erano attrezzati,<br />

come sono attrezzati per<br />

affrontare tutte le difficoltà inaudite<br />

di una situazione del genere,<br />

per seguire la volontà di Marco<br />

VII CONGRESSO ONLINE • 17 SETTEMBRE - 17 OTTOBRE 09<br />

Gentili, che quella settimana, intervistato<br />

dalla rivista Left, aveva<br />

dichiarato: “Per quanto riguarda<br />

me, battendomi in prima linea<br />

non mi sento usato ma vivo, più<br />

vivo che mai”. Ci aveva riconosciuto.<br />

Sui tempi: Corbellini dice “ci vuole<br />

anche tempo, e soprattutto voglia<br />

di rimettersi a studiare e documentarsi”.<br />

Vero. E’ per questo<br />

che non ci sono solo i malati nell’associazione,<br />

ma anche gli<br />

scienziati, i professori, i<br />

medici,gli studenti. Se qualcuno<br />

ci spiega come evolvono le democrazie<br />

nel mondo noi ne siamo<br />

rafforzati e aiutati nel fare. Ma è<br />

necessario anche “essere e fare”.<br />

All’inizio del suo intervento Cappato<br />

ci dice: “Questo congresso è<br />

convocato per raccogliere disponibilità<br />

e idee per un governo della<br />

salute e della ricerca alternativo<br />

all'impostazione clericale e assistenzialista<br />

dominante”. Di fronte<br />

a questo invito io non mi sento<br />

frustrata.<br />

Lorenzo Lipparini<br />

Informazione alternativa<br />

Diego Cogliandro<br />

Tessera costosa meno iscritti<br />

Alberto Delcorso<br />

L’importanza dei giovani<br />

PILLOLE<br />

CONGRESSUALI<br />

L’associazione è uno strumento vitale per<br />

conquistare l’alternativa. Non dobbiamo<br />

scoraggiarci. Il dibattito non è involuto, come<br />

dice Corbellini. Il tesoriere Berardo ha<br />

assimilato l’associazione ad Emergency,<br />

ma ci sono due differenze fondamentali<br />

tra noi ed Emergency: la nostra parzialità<br />

politica e la complessità del nostro messaggio,<br />

che tocca moltissimi temi. La strada<br />

da percorrere è quella dell’informazione,<br />

non sui soliti mezzi che non ci vogliono,<br />

ma nei luoghi frequentati dalle maggioranze<br />

spesso rassegnate alle politiche liberticide<br />

(scuole, università, ospedali).<br />

(in risposta a Corbellini)<br />

Sono parzialmente d'accordo con quello<br />

che sostiene Corbellini: se le nostre idee<br />

vengono “silenziate” dobbiamo però considerare<br />

questa come la causa del basso<br />

numero di iscritti all'<strong>Associazione</strong>, effetto<br />

sul quale incide anche l'ingente costo della<br />

tessera. In questo trovo utile rendere<br />

possibile l'iscrizione alla cellula anche senza<br />

effettuare quella all'<strong>Associazione</strong>. Sono<br />

in disaccordo quando Corbellini sostiene<br />

che la gente non capisca il valore del diritto<br />

all'autodeterminazione. Metterla sul<br />

piano economico e degli affari d'oro per i<br />

cronicari gestiti da preti mi sembra una<br />

strategia errata.<br />

L’intervento di Corbellini mi ha fatto pensare<br />

al “meccanismo di spostamento” delle<br />

frustrazioni dall’esterno all’interno. E’<br />

una dinamica psicologica di gruppo, come<br />

dice Emma. Ottima iniziativa quella del<br />

congresso online. Probabilmente coinvolge<br />

di più i giovani e le persone più istruite,<br />

ma resta il fatto che anche il congresso<br />

classico esclude le persone per vari motivi<br />

(lavoro, famiglia, soldi). Inoltre ne deriva<br />

un grande risparmio economico. Sono<br />

contento che siano nati Agorà Digitale e gli<br />

Studenti <strong>Coscioni</strong>. E’ importante intercettare<br />

i giovani. Domanda: siamo sicuri che<br />

la peste italiana non rischi di contagiare<br />

anche i radicali


8<br />

VII CONGRESSO<br />

ONLINE<br />

INTERVENTI<br />

LA VICEPRESIDENTE DEL SENATO IN AUDIO-VIDEO<br />

Visionari non velleitari<br />

A Corbellini dico: in Italia un "libero mercato della politica" non esiste<br />

EMMA BONINO<br />

Trascrizione parziale dell’intervento non<br />

rivista dall’autore<br />

Partecipo a questo congresso on<br />

line non solo per l’interesse che<br />

storicamente ho per l’<strong>Associazione</strong><br />

e i suoi temi, ma anche<br />

perché ci sono stati due interventi<br />

che mi hanno incuriosito e<br />

spinto a prendere la parola. Uno<br />

più "esterno", mi riferisco all’editoriale<br />

di domenica 20 settembre<br />

di Tommaso Padoa Schioppa,<br />

che, in alcune parti serve come<br />

cappello e contestualizzazione<br />

di un altro intervento, piuttosto<br />

interessante, che è quello di Gilberto<br />

Corbellini. […]<br />

La relazione di Marco, che ha dato<br />

il via a questo congresso on line,<br />

poneva, dal mio punto di vista,<br />

tre riflessioni centrali: lo stato<br />

interno dell’<strong>Associazione</strong> e le<br />

sue difficoltà a rivolgersi all’esterno,<br />

il da farsi e un problema più<br />

generale ma legato ai precedenti,<br />

vale a dire se nel contesto attuale,<br />

con queste leadership politiche e<br />

con queste situazioni istituzionali,<br />

sia possibile effettivamente<br />

continuare a sperare o se invece,<br />

pur continuando come formiche<br />

nel lavoro quotidiano, non<br />

sia arrivato il momento di dire<br />

che se non si gira pagina rispetto<br />

al sessantennio partitocratrico, è<br />

quasi impossibile resistere e soprattutto<br />

nel resistere far sentire<br />

la nostra voce così che vi sia discussione.<br />

Ora, cosa noi pensiamo di questo<br />

stato delle istituzioni italiane<br />

e della situazione italiana più in<br />

generale, l’abbiamo documentato<br />

con la “Peste italiana” […] Inizio<br />

da qui proprio perché […] ho<br />

ritrovato nell’editoriale di Padoa<br />

Shioppa alcune considerazioni<br />

simili: partiva dalla celebrazione<br />

del centocinquantesimo anniversario<br />

dell’Unità d’Italia per arrivare<br />

a conclusioni che molto ricordano<br />

nel merito, se non addirittura<br />

nel lessico vero e proprio,<br />

l’analisi che noi abbiamo fatto.<br />

Padoa Schioppa dice: “[…] Nel<br />

2011 si celebrerà non la nascita<br />

della nazione italiana, che è un<br />

fatto di cultura, bensì la fondazione<br />

dello Stato italiano, che è<br />

un fatto politico e istituzionale.<br />

Tutte le celebrazioni del 2011 dovrebbero<br />

ruotare a mio giudizio<br />

intorno a un solo grande tema: e<br />

cioè lo Stato italiano, le condizioni<br />

e la situazione dello Stato italiano.<br />

È questo, oggi, ma oramai<br />

da tempo, l’organo malato dell’Italia,<br />

quello la cui patologia sta<br />

facendo deperire l’intero corpo<br />

sociale, l’economia, la terra e le<br />

acque, la cultura, la scienza, il<br />

rapporto con la storia religiosa.<br />

[…]”.<br />

Corbellini, pone tutta una serie<br />

di problemi, nel suo intervento,<br />

da cui traspare un dato che mi è<br />

sembrato più personale - peraltro<br />

come lui stesso dice - di depressione<br />

o di frustrazione. L’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, come<br />

Radicali Italiani, come tutti noi,<br />

vive in questo contesto di distruzione<br />

cercando di reagire tenendo<br />

viva una fiaccola, di reagire<br />

lanciando idee e proposte, di<br />

reagire spesso emettendo silenzio<br />

perché non è automatico che<br />

quello che si dice riceva una<br />

qualche attenzione. Voglio dire a<br />

Gilberto che questo non è un<br />

aspetto marginale, perché questa<br />

comunicazione impossibile -<br />

o possibile solo a costo di scioperi<br />

della sete drammatici di Pannella<br />

o dei Radicali o miei - ha effetti<br />

di tutta evidenza immediati<br />

sull’aspetto economico e sull’aspetto<br />

delle energie umane, finanziare<br />

e delle iniziative che<br />

vengono proposte. Trovare finanziamenti,<br />

soldi puliti, trasparenti,<br />

accountable, non è affatto<br />

facile, al contrario è quasi impossibile,<br />

e fare politica di un qualche<br />

valore in queste condizioni è<br />

molto spesso disperante. Nell’interessante<br />

contributo al congresso<br />

di Gilberto questa parte del<br />

contesto di soffocamento viene<br />

certamente vista, ma in qualche<br />

modo viene data per scontata,<br />

viene minimizzata, e si arriva a<br />

dire: “io penso che quando uno è<br />

decotto o un’associazione è decotta<br />

deve sparire esattamente<br />

come in economia non si salvano<br />

aziende decotte perché funziona<br />

la regola del mercato”. […]<br />

In politica, sicuramente in Italia,<br />

le regole del mercato non ci sono<br />

state mai. Non è vero che<br />

contano le idee, non è vero<br />

che c’è la regola per cui<br />

funziona il merito, che c’è<br />

un pari accesso alla comunicazione<br />

con i cittadini<br />

per consentirgli di scegliere<br />

da chi vogliono essere<br />

rappresentati. Questo<br />

non credo sia un problema<br />

marginale. Gilberto<br />

dice: “ci si lamenta quando<br />

lo stato usa in nostri<br />

soldi per salvare aziende<br />

decotte e non lascia che<br />

sia la regola del mercato a<br />

fare la selezione, poi si vogliono<br />

salvare a tutti i costi<br />

delle esperienze, delle<br />

idee politiche che forse<br />

sono nelle stesse condizioni[…]”.<br />

Solo per parlare<br />

dell’ultima competizione,<br />

quando si scopre che a 30<br />

giorni dalle elezioni solo 3 persone<br />

su 100 sanno che c’è una lista<br />

Radicale e che per avere accesso<br />

ad una puntata di Annozero o<br />

Ballarò, e quindi alla competizione<br />

elettorale, bisogna farsi 6 giorni<br />

di sciopero della sete, di quali<br />

regole stiamo parlando O è un<br />

fatto marginale Io non credo<br />

che sia così, credo anzi che non<br />

teniamo conto del contesto: la<br />

peste italiana. […]<br />

C’è un altro elemento invece che<br />

Gilberto pone, […] è quello di<br />

avere una posizione più chiara<br />

per quanto riguarda gli OGM o<br />

per quanto riguarda il nucleare,<br />

argomenti fondamentali per<br />

un’associazione che si muove a<br />

difesa della ricerca scientifica.<br />

Gilberto, non ho capito bene il riferimento<br />

che tu fai al nucleare,<br />

perché mai i Radicali sono stati<br />

contrari alla ricerca sul nucleare<br />

di 4° generazione o simili, quindi<br />

non mi pare che abbiamo posto<br />

mai questo tipo di problema.<br />

[…]<br />

L’altra questione che mi ha in<br />

qualche modo sollecitato ad intervenire<br />

è il problema se usare<br />

in termini comunicativi la libertà<br />

di scelta, il testamento biologico,<br />

l’autodeterminazione oppure,<br />

perché di maggior effetto, il racconto,<br />

insistere sulla tematica del<br />

dolore, della sofferenza, dei costi<br />

economici per la famiglia e degli<br />

affari d’oro per i cronicari gestiti<br />

dai preti. Io non credo che queste<br />

cose siano in contraddizione.<br />

Quello che vedo è che non ci sono<br />

spazi per parlare né dell’una<br />

né dell’altra cosa. […] Ci si può<br />

ovviamente scoraggiare, questo<br />

è legittimo e non discutibile, vorrei<br />

però che non si interiorizzasse<br />

una dinamica sostanziale da<br />

piccolo gruppo, dove le difficoltà<br />

esterne vengono sottovalutate e<br />

in qualche modo vengono rilanciate<br />

le reciproche colpe. […]<br />

Il problema è decidere se vogliamo<br />

buttare la spugna o se non la<br />

vogliamo buttare e questo è un<br />

punto discriminante conoscendo<br />

molto bene le difficoltà che<br />

abbiamo di fronte. ….<br />

Tutto questo vuole essere un invito<br />

non velleitario, un tentativo<br />

di dare un contributo a questo<br />

congresso ribadendo che aprirsi<br />

a nuove tematiche fa sempre bene,<br />

ma che sottovalutare il contesto<br />

in cui siamo immersi rischia<br />

di darci una lettura di noi stessi e<br />

delle cose di sottovalutazione,<br />

che credo non aiuti. […] Velleitari<br />

e visionari […] perfino il grande<br />

progetto europeo nacque così,<br />

da Altiero Spinelli e da pochi<br />

altri, sull’isola nel carcere di Ventotene.<br />

Per fortuna sono riusciti<br />

a indicare la strada, e pensate come<br />

potevano sembrare velleitari<br />

Rossi o Spinelli da Ventotene che<br />

sotto il fascismo pubblicavano<br />

l’appello per l’Europa o il famoso<br />

manifesto di Ventotene.<br />

Spero di aver aiutato altri interventi<br />

e soprattutto aver aiutato o<br />

provocato Gilberto a reintervenire<br />

su due temi che anche a me<br />

appassionano molto, gli OGM e<br />

il nucleare, perché questi secondo<br />

me valgono la pena di esser<br />

approfonditi.<br />

Marco Valerio Lo Prete<br />

Agenda <strong>Coscioni</strong> rinnovata<br />

Pino Cucci<br />

Paziente impaziente<br />

Annalisa Chirico<br />

La rivoluzione dell’online<br />

Alessandro Capriccioli<br />

Alzare il livello dello scontro<br />

L'<strong>Associazione</strong>, ancora una volta con questo<br />

congresso on-line, sperimenta e pratica<br />

– senza inutili retoriche – una apertura<br />

ai cittadini a dir poco "rivoluzionaria" nel<br />

panorama italiano, caratterizzato da associazioni<br />

politiche (pensiamo ai partiti), che<br />

non fanno altro che cercare il modo migliore<br />

per allontanare l'individuo da ogni<br />

centro decisionale e da ogni responsabilità.<br />

Questo duplice connotato – libertà e responsabilizzazione<br />

– dovremmo rivendicarlo<br />

a ogni piè sospinto. Nel mio intervento<br />

provo ad abbozzare alcune idee per tradurre<br />

concretamente questa indicazione<br />

nel nostro mensile, Agenda <strong>Coscioni</strong>.<br />

Sono malato di sclerosi multipla. L'assunzione<br />

della cannabis terapeutica può donare<br />

dei benefici ed alleviare problemi di<br />

spasticità, diminuire l'incontinenza e il<br />

prurito irrefrenabile tipico di questa malattia.<br />

La cannabis è stata venduta nelle farmacie<br />

italiane fino agli anni Trenta; oggi<br />

non è più possibile acquistarla legalmente<br />

in Italia, e per assumerla si è costretti ad<br />

importarla dall' Olanda. Se i politici superassero<br />

i lori pregiudizi e la cannabis potesse<br />

essere coltivata anche Italia, i costi diminuirebbero<br />

notevolmente e tutto ciò apporterebbe<br />

sollievo a molti pazienti.<br />

Il carattere "rivoluzionante" di questo congresso<br />

online è tale non soltanto rispetto ai<br />

partiti del Regime, ma anche rispetto al<br />

Partito Radicale. Segnale di apertura è l'abbassamento<br />

quota iscrizione al di sotto dei<br />

25 anni. L'Agenda <strong>Coscioni</strong> dovrebbe<br />

aprirsi di più ai contributi dei non iscritti.<br />

Proposta: interviste, rubriche di volta in<br />

volta "presiedute" da un professore diverso<br />

e curate da uno Studente <strong>Coscioni</strong>. Priorità:<br />

risorse umane, campagna specializzata<br />

di fundraising e drenaggio risorse alle<br />

cellule territoriali.<br />

In un momento di grave emergenza sul<br />

fronte dei diritti civili, il congresso online<br />

può servire a due scopi: da un lato, rendere<br />

possibile la partecipazione dei malati e<br />

dei disabili, veri protagonisti dell'attività<br />

dell'<strong>Associazione</strong>; dall'altro, diffondere<br />

sulla rete le nostre campagne ed incentivare<br />

la partecipazione dei cittadini, che sono<br />

in maggioranza d'accordo con i nostri<br />

obiettivi. Si impone la necessità di alzare il<br />

fronte dello scontro politico, tornando a<br />

pronunciare chiaramente parole che il Regime<br />

sta cercando di rendere impronunciabili:<br />

eutanasia, diritto all'aborto, denunce<br />

penali contro gli impositori di coscienza.


VII CONGRESSO<br />

ONLINE<br />

INTERVENTI<br />

9<br />

LO SCIENZIATO DELLE STAMINALI<br />

Sono un topo da laboratorio,<br />

coinvolto dal vostro lavoro<br />

Felice e orgoglioso di far parte della <strong>Coscioni</strong>, “è una voce importante, forse la sola<br />

che mantiene viva l’attenzione di questo Paese sui problemi della ricerca”<br />

GIULIO COSSU<br />

Trascrizione dell’intervento non rivista<br />

dall’autore<br />

Sono contento di intervenire in<br />

questa nuova versione del congresso<br />

dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong><br />

online. Vorrei dire qualcosa per<br />

quanto riguarda la situazione dei<br />

problemi legati alla ricerca in Italia.<br />

Ma vorrei iniziare con un mio<br />

commento su quanto detto da<br />

Gilberto Corbellini due giorni fa e<br />

da Emma Bonino. Il commento<br />

di Gilberto come sempre è molto<br />

preciso e puntuale. La diagnosi è<br />

abbastanza curata ma la terapia<br />

che Gilberto suggerisce ricorda<br />

un po’ l’eutanasia. Io invece vorrei<br />

sposare la tesi di Emma Bonino,<br />

nei punti sollevati da Gilberto c’è<br />

una certa incapacità di incidere<br />

sul contesto nazionale non solo<br />

per quanto riguarda i problemi<br />

più generali della politica, ma anche<br />

quelli più propriamente inerenti<br />

alle tematiche dell’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Coscioni</strong> che sono la libertà<br />

di ricerca, la trasparenza dei processi<br />

di valutazione di cui parlerò<br />

tra poco. Tutti questi problemi<br />

sembrano essere affrontati con<br />

lucidità nelle varie riunioni della<br />

nostra <strong>Associazione</strong>, ma poi le nostre<br />

parole tendono un po’ a cadere<br />

nel vuoto, la sensazione che ho<br />

avuto è che spesso parliamo tra di<br />

noi e tendiamo a convertire i convertiti.<br />

Se in un supermercato ma<br />

ancora peggio se in un congresso<br />

scientifico io andassi in giro chiedendo<br />

alle persone quanti di loro<br />

conoscono l’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong><br />

ho paura che la percentuale<br />

sarebbe piuttosto bassa, anche<br />

nell’ambiente scientifico. Una cosa<br />

che ci tengo a dire indipendentemente<br />

da qualsiasi considerazione<br />

sull’effetto è che l’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Coscioni</strong> è l’unica associazione<br />

politica in Italia che ha veramente<br />

fatto qualcosa per la ricerca.<br />

Io non ho mai fatto politica in<br />

vita mia, ho sempre detto che sono<br />

un topo di laboratorio, da<br />

quando avevo diciannove anni<br />

mi sono trovato dentro un laboratorio<br />

e fondamentalmente non<br />

ne sono mai uscito perché quello<br />

è il mio mondo, questo non è il<br />

mio mondo. Però sono stato coinvolto<br />

dal lavoro dell’<strong>Associazione</strong>,<br />

anche se finisco con il fare molto<br />

meno di quello che dovrei e potrei,<br />

proprio perché ho avuto la<br />

sensazione che per la prima volta<br />

non c’erano parole vuote, ma<br />

c’era veramente la volontà di favorire<br />

la ricerca scientifica. Questo<br />

governo, ma la cosa più triste<br />

che anche i governi di sinistra che<br />

si sono succeduti nel tempo, hanno<br />

sempre fatto proclami sull’importanza<br />

e sul valore della ricerca<br />

per lo sviluppo di un paese, una<br />

considerazione talmente ovvia<br />

che ormai tutti condividono. Il<br />

problema è che poi quando si<br />

tratta di allocare risorse, e di allocarle<br />

in modo moderno e intelligente,<br />

trasparente senza favorire<br />

una particolare area di potere o<br />

una strategia di distribuzione a<br />

pioggia che non serve a niente, allora<br />

poi alle parole non seguono i<br />

fatti. Se prendiamo per esempio il<br />

problema sollevato principalmente<br />

da Piergiorgio Strata, da<br />

Corbellini, da Paolo Bianco e da<br />

altri, dei criteri di valutazione della<br />

ricerca, lì non c’è proprio da inventare<br />

l’acqua calda, sono criteri<br />

che sono utilizzati in tutti i paesi<br />

dove la ricerca scientifica è eccellente,<br />

quindi non bisogna inventare<br />

niente, bisogna semplicemente<br />

avere il potere di applicarli.<br />

Tornando alla critica che faceva<br />

Gilberto noi non abbiamo la forza<br />

mediatica e polita di far sentire<br />

la nostra voce. Questo è un problema<br />

ma non deve essere motivo<br />

di scoraggiamento ma piuttosto<br />

l’idea che dobbiamo continuare,<br />

non importa quale sia il risultato<br />

pratico, a dire che la ricerca<br />

è importante e che va fatta bene.<br />

Bisogna investire di più per la<br />

ricerca, è vero, ma basterebbe utilizzare<br />

bene i fondi che già son investiti<br />

per avere salto qualitativo<br />

della ricerca di questo paese. Occorrerebbe<br />

che ci fosse un’agenzia<br />

nazionale che valuta ricerca,<br />

che ogni ricercatore dovrebbe essere<br />

libero, come con il National<br />

Institute of Healt negli Stati Uniti,<br />

di sottomettere un progetto importante<br />

per cinque anni che viene<br />

valutato con estrema severità<br />

da suoi pari, cioè da altri colleghi<br />

esperti nel suo settore. Poi se il<br />

progetto è buono viene finanziato<br />

per 5 anni con una cifra significativa<br />

in modo che il ricercatore può<br />

svolgere il suo lavoro in modo efficiente<br />

e alla fine di quei cinque<br />

anni documenta quello che è riuscito<br />

a fare e su questa base le<br />

agenzie di vedranno se è il caso di<br />

continuare a finanziarlo. Questo è<br />

quello che succede in Gran Bretagna,<br />

negli Stati Uniti e in Germania.<br />

Qui vorrei fare un inciso, ieri<br />

guardavo Ballarò e sentivo un imprenditrice<br />

italiana la quale diceva<br />

di aver viaggiato in Giappone<br />

negli Emirati arabi e che il nome<br />

dell’Italia è ancora un nome importante,<br />

nonostante le vicende<br />

recentemente accadute, le quali<br />

non hanno scalfito l’immagine<br />

dell’Italia. Io giro il mondo per<br />

congressi scientifici e interagendo<br />

con colleghi statunitensi , europei<br />

e giapponesi la mia esperienza è<br />

radicalmente diversa, c’è la sensazione<br />

di un paese che arranca che<br />

si perde dietro una serie di fatti e<br />

misfatti di basso livello e che non<br />

riesce a competere. Questo è un<br />

peccato perché in Italia c’è secondo<br />

me una popolazione di ricercatori<br />

di ottimo livello, ci sono delle<br />

strutture dive la ricerca si riesce<br />

a fare bene. Ma non basta è necessario<br />

portare al livello delle Università<br />

al livello dei centri di ricerca<br />

dei criteri di efficienza e di selezione<br />

che sono necessari e che sono<br />

impopolari e che soprattutto<br />

richiedono una volontà politica di<br />

agire, di investire, di controllare i<br />

soldi investiti siano stati investi<br />

bene. Questo purtroppo in questo<br />

paese non è mai accaduto, io<br />

sono 40 anni che sono nel laboratorio<br />

e nessuno dei governi che si<br />

sono succeduti ha mai fatto qualcosa<br />

di concreto. Ci sono stati tentativi<br />

da ma nell’inerzia tutto questo<br />

si è andato perdendo. Ci sono<br />

tanti altri problemi per cui l’<strong>Associazione</strong><br />

ha contribuito e contribuisce<br />

a tenere viva l’attenzione:<br />

dalle cellule staminali embrionali<br />

a problemi sul fine vita e sul testamento<br />

biologico, alla possibilità<br />

di decidere del proprio corpo liberamente<br />

come dovrebbe essere<br />

in una repubblica laica. Tutti questi<br />

temi sono vivi in questo paese<br />

grazie a <strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>. Il<br />

lavoro sulle cellule staminali sta<br />

subendo una rivoluzione epocale<br />

grazie alla scoperta di Yamanaka<br />

che ha dimostrato che è possibile<br />

riportare delle cellule adulte a<br />

uno stadio di cellule staminali<br />

embrionali senza passare per<br />

l’embrione. Io ho la sensazione<br />

che la polemica si era scaldata<br />

troppo perché adesso i contendenti<br />

si rendano conto che probabilmente<br />

nel giro di qualche anno<br />

questa polemica sarà consegnata<br />

alla storia della politica e del costume<br />

di questo paese. Abbiamo<br />

ancora bisogno di lavorare con<br />

cellule staminali embrionali<br />

umane per un periodo di pochi<br />

anni e probabilmente quelle che<br />

già ci sono sono sufficienti solo<br />

per convincerci e per dimostrare<br />

al cento per cento che le cellule<br />

adulte riprogrammate sono completamente<br />

equivalenti a quelle<br />

embrionali. Dopo di che sarà più<br />

semplice più economico e non<br />

creerà più problemi etici lavorare<br />

con le cellule staminali del paziente<br />

che sono state che sono<br />

state riprogrammate a cellule embrionali<br />

e sono state trattate, curate<br />

e dopo reinserite nello stesso<br />

paziente senza bisogno di passare<br />

per l’ovocita. Diversa situazione<br />

per quanto riguarda il testamento<br />

biologico, l’eutanasia, in generale<br />

sulla possibilità di disporre<br />

del proprio corpo secondo la propria<br />

libera e cosciente volontà. Se<br />

la chiesa cattolica ritiene che il<br />

corpo di un uomo vada comunque<br />

tenuto vivo anche se il cervello<br />

non ha più attività. Questo è un<br />

convincimento rispettabilissimo<br />

della chiesa che i fedeli decideranno<br />

se seguire o no ma che il governo<br />

italiano non può imporre come<br />

legge anche a coloro che non<br />

si riconosco nella fede cattolica.<br />

Concludendo il mio intervento<br />

mi riallaccio a quanto detto all’inizio,<br />

io sono felice e orgoglioso<br />

di far parte dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>,<br />

mi piacerebbe poter fare di<br />

più e ritengo che quello che l’<strong>Associazione</strong><br />

fa, sia una voce importante,<br />

forse la sola voce che mantiene<br />

viva l’attenzione di questo<br />

paese sui problemi della ricerca,<br />

dei malati e delle malattie che oggi<br />

non si possono curare. Grazie<br />

per l’attenzione.<br />

Andrea Picchi<br />

Cellule siano più attive<br />

Filippo Vignali<br />

Linkopedia per l’agenda<br />

Davide Chicco<br />

Rilanciare cannabis terapeutica<br />

Marco Gentili<br />

Agevolazioni per studenti<br />

La cellula pisana nasce esattamente un<br />

anno fa ed accoglie iscritti di tutte le "provenienze"<br />

politiche, questa diversità si traduce<br />

in opportunità. Tutto ciò è sicuramente<br />

conseguenza del prezzo molto<br />

competitivo della nostra quota di iscrizione<br />

(15 euro). Credo però che la proposta di<br />

Annalisa Chirico sull'abbassamento della<br />

quota per gli under 25 non sia convincente<br />

perché è una soglia presa a caso. L'associazione<br />

ha bisogno di una ristrutturazione,<br />

ed gli Studenti <strong>Coscioni</strong> non vanno<br />

coinvolti solo dal punto di vista finanziario,<br />

ma anche e soprattutto nella militanza<br />

politica attiva e sul territorio.<br />

Il congresso radicale online è un'ottima<br />

opportunità. L'associazione potrebbe allargare<br />

le sue prospettive creando un sito<br />

web per la rivista "Agenda <strong>Coscioni</strong>", un<br />

luogo virtuale per un dibattito più esteso<br />

attorno alle nostre, magari con una linkopedia<br />

che aiuti ad approfondire gli argomenti.<br />

A ciò si potrebbe unire una campagna<br />

sul biotestamento che coinvolga personaggi<br />

della cultura e dello spettacolo. Si<br />

potrebbe creare un intergruppo parlamentare<br />

"ufficiale" sul testamento biologico.<br />

(in risposta a Marco Gentili)<br />

Bisogna puntare maggiormente sulla diffusione<br />

dell’Agenda <strong>Coscioni</strong>. Le campagne<br />

dell’associazione possono non avere<br />

un grande impatto sugli studenti dei licei,<br />

ma possiamo provare a coinvolgerli, ad es.,<br />

preparando dei volantini ad hoc sulla libertà<br />

sessuale o sulla pillola del giorno dopo.<br />

Dobbiamo rilanciare il progetto Scolarmente.<br />

Chi se ne occupò a Salerno deve<br />

riattivarsi. Bisogna rilanciare sull’antiproibizionismo,<br />

ma con riferimento soprattutto<br />

alla cannabis terapeutica.<br />

Sono favorevole all'abbassamento di quota<br />

per gli studenti non lavoratori under 25,<br />

magari si potrebbero anche istituire dei<br />

piccoli concorsi, corredati di regole precise,<br />

con in palio iscrizioni gratuite, le cui<br />

spese di invio tessera potremmo accollarci<br />

noi Studenti <strong>Coscioni</strong>. Dovremmo poi<br />

creare un ampio indirizzario di rappresentanti<br />

d'istituto e della Consulta, in modo<br />

da avere una buona rete di studenti per<br />

l'<strong>Associazione</strong>. Infine penso che dovremmo<br />

lanciare una raccolta fondi tramite sms<br />

per la libertà di ricerca scientifica, oltre che<br />

rilanciare i temi della libertà sessuale e dell'antiproibizionismo.


10<br />

VII CONGRESSO<br />

ONLINE<br />

INTERVENTI<br />

IL MALATO DI SLA CHE HA LANCIATO IL VIDEO TESTAMENTO<br />

Sono nato libero,<br />

vorrei morire libero<br />

Paolo Ravasin: Quando le persone sono trattate come merce, che a fine mese è<br />

denaro sicuro, l'uomo e la Chiesa si sono dimenticati di Dio.<br />

PAOLO RAVASIN<br />

Mi sento perseguitato e discriminato<br />

dallo Stato Vaticano e Italiano.<br />

Sono nato nel peccato, vivo<br />

nel peccato e morirò nel peccato<br />

come tutti i credenti. In questo<br />

mondo pieno di ipocrisia dove la<br />

merce vale più degli esseri umani.<br />

Quando le persone sono trattate<br />

come merce, che a fine mese è denaro<br />

sicuro, l'uomo e la Chiesa si<br />

sono dimenticati di Dio.<br />

Sono nato libero, vorrei morire da<br />

libero. Il male ha successo quando<br />

le persone le persone buone<br />

soffrono in silenzio e non sono<br />

aiutate a far valere i propri diritti.<br />

Se dovesse passare, anche alla Camera,<br />

il DDL Calabrò sul testamento<br />

biologico, già approvato<br />

dal Senato con la grande maggioranza<br />

dei voti, sarebbe un'offesa<br />

alla dignità dell'essere umano. E<br />

soprattutto andrebbe contro la<br />

Costituzione Italiana che è laica,<br />

ma anche contro la stragrande<br />

maggioranza dei cittadini italiani<br />

che contano solo quando si deve<br />

votare e la loro opinione non vale<br />

più dopo il voto. Contiamo quando<br />

mettiamo la firma per l'otto<br />

per mille, quando si trattengono<br />

l'80% per loro e il restante 20% lo<br />

danno in carità, sempre gestita<br />

dallo Stato Vaticano: missioni, Caritas,<br />

associazioni benefiche, ecc.<br />

Sempre denaro dei Cristiani Cattolici,<br />

cittadini italiani, però sono<br />

padroni del 40% dei beni immobiliari<br />

italiani, quelli non li danno<br />

in beneficenza, senza contare<br />

tutti i beni materiali che hanno<br />

nel mondo e i loro interessi nel<br />

mondo dell'alta finanza; siedono<br />

nei consigli di amministrazione<br />

delle società: fanno l'interesse del<br />

più povero o no Perchè il divario<br />

tra ricchi e poveri aumenta Se<br />

non bastasse questo, hanno fatto<br />

dei concordati economici con circa<br />

140 stati del mondo,ad esempio<br />

la Germania con l'otto per<br />

cento che porta circa 4 miliardi di<br />

euro ogni anno, senza contare i<br />

trattamenti fiscali di favore che<br />

hanno.<br />

Quando parlano a nome della<br />

Chiesa o in difesa della vita perchè<br />

non parlano anche del lato economico<br />

che guadagnano Come<br />

in quella casa di riposo, gestita<br />

dalla curia vescovile in provincia<br />

di Cosenza, che la magistratura ha<br />

fatto chiudere dopo due anni di<br />

indagini. Le associazioni per la vita<br />

cattoliche non c'erano davanti<br />

ai cancelli, eppure non si sa che fine<br />

abbiano fatto alcune persone.<br />

La vita di Eluana Englaro valeva di<br />

più Il falso in bilancio non è un<br />

reato penale qui in Italia, dunque<br />

la coscienza è a posto con lo spirito<br />

e l'anima. Lo Stato Vaticano è il<br />

più piccolo al mondo come territorio,<br />

ma certamente non è il più<br />

povero come ricchezza materiale<br />

e influenza politica. La pena di<br />

morte è stata abrogata nel 1969<br />

dallo Stato Vaticano, prima non<br />

valeva nulla per la Chiesa<br />

Un saluto all'<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong><br />

e a tutti i partecipanti da<br />

parte di Paolo Ravasin<br />

IL COSTITUZIONALISTA MICHELE AINIS<br />

L'<strong>Associazione</strong> nel sottoscala<br />

dell'informazione italiana<br />

Al congresso online dell’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> interviene il<br />

prof. Michele Ainis, costituzionalista<br />

ed editorialista della Stampa.<br />

Perché in Italia c’è bisogno di<br />

un’<strong>Associazione</strong> per la libertà di<br />

ricerca scientifica Perché l’attività<br />

dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong><br />

non ottiene risalto sui mass media<br />

Questi i punti affrontati dal<br />

professore nel suo intervento in<br />

formato audiovideo. Pochi minuti<br />

e grande concisione.<br />

Per Ainis è “un’acquisizione ormai<br />

ovvia che la ricerca debba essere<br />

libera e non disturbata nei<br />

suoi percorsi”. Eppure in Italia<br />

non sembra affatto scontato. “Il<br />

lavoro dell’associazione si consuma<br />

in un sottoscala dell’informazione<br />

pubblica italiana”, mentre i<br />

riflettori di tv e giornali restano<br />

puntati su “fatti secondari” della<br />

vita politica nazionale. Perché<br />

Secondo il professore, “è un fatto<br />

che ci sia un cattivo rapporto tra<br />

la Chiesa Cattolica Apostolica Romana<br />

e la scienza”. Insomma,<br />

“non serve scomodare Galileo”<br />

per rendersi conto che la voce<br />

della Chiesa Cattolica “sovrasta<br />

tutte le altre”.<br />

Le acquisizioni della scienza non<br />

sono buone o cattive. Richiamando<br />

l’etimologia greca del termine<br />

"farmaco", il professore afferma<br />

che “phàrmakon è ciò che<br />

salva, ma anche ciò che distrugge”.<br />

Dipende dall’uso che se ne fa.<br />

Emblematico è l'esempio dell'energia<br />

nucleare, che può essere<br />

impiegata proficuamente a fini<br />

civili, ma può anche generare<br />

"distruzioni immani".<br />

Ecco, dunque, che il<br />

dibattito sulla libertà<br />

di ricerca si riduce a<br />

una questione di libertà<br />

e responsabilità.<br />

“In Italia la libertà<br />

della ricerca scientifica<br />

resta ostaggio della<br />

libertà di religione”;<br />

e questa tensione ancora<br />

irrisolta è la ragione<br />

per cui l’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> serve al<br />

Paese.<br />

Gustavo Fraticelli<br />

Fatti concreti per disabili<br />

Davide Baccinelli<br />

Legge liberale su biotestamento<br />

Mina Welby<br />

Barriere abbattute grazie al web<br />

Antonella Elia<br />

Liberta’ di cura e responsabilità<br />

Sono affetto da spasticità da trauma da<br />

parto, nonostante ciò ho cercato sempre<br />

di imporre il mio diritto a una vita “viva”. Il<br />

clericalismo di cui è pervasa l’azione politica<br />

in Italia è una costante ed un continuum,<br />

salvo poche eccezioni, nella storia<br />

dell’Italia unita. Bisogna riprendere con<br />

forza il tema della laicità. Le posizioni di Fini<br />

sono un fatto positivo. Auspico un’incisa<br />

azione sul versante della disabilità. A Roma<br />

i disabili possono fruire del trasporto<br />

pubblico solo se accompagnati da escort.<br />

Io preferirei lasciare tali figure a ben altri<br />

devoti utilizzatori finali.<br />

Riporto il mio caso locale per tornare sul<br />

tema della territorialità. Sono consigliere<br />

indipendente del Gruppo PD a Lonato.<br />

Qui ho sottoposto la mozione per l’istituzione<br />

del registro dei biotestamenti, ma in<br />

una riunione dei capigruppo consiliari mi<br />

sono scontrato con una realtà locale di<br />

provincia. Di fronte a numerose obiezioni,<br />

abbiamo optato all’unanimità per una<br />

mozione di sollecitazione del legislatore<br />

nazionale per una legge liberale sul biotestamento.<br />

Una prova che a livello locale le<br />

soluzioni possono essere molteplici e duttili<br />

a seconda delle singole realtà.<br />

Questo congresso può essere un portentoso<br />

inizio di una nuova più forte vita dell’<strong>Associazione</strong>.<br />

Insieme possiamo fare molto<br />

di più. Sul versante della disabilità, della Vita<br />

Indipendente, dell’accesso alla pubblica<br />

amministrazione. Le barriere possono<br />

essere abbattute grazie al web. E poi la ricerca<br />

sulle cellule staminali embrionali. La<br />

legge sul biotestamento in discussione al<br />

Parlamento lede il diritto all’autodeterminazione<br />

dei cittadini. Solo correndo possiamo<br />

arrivare a un traguardo e correndo<br />

insieme si corre meglio.<br />

Desidero dare la mia testimonianza a favore<br />

dell'<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>,<br />

un'associazione straordinaria. Una delle<br />

battaglie che ho più a cuore è quella per<br />

l'eutanasia. Sì all'eutanasia, sì alla libertà<br />

di scegliere quando e come morire perché<br />

questo fa parte della nostra dignità di essere<br />

umani. Sostengo inoltre gli Studenti <strong>Luca</strong><br />

<strong>Coscioni</strong> per la loro battaglia a favore<br />

della diffusione del preservativo e dell'abolizione<br />

della ricetta per la pillola del giorno<br />

dopo. La contraccezione è l’unica vera politica<br />

antiabortista.


VII CONGRESSO<br />

ONLINE<br />

INTERVENTI<br />

11<br />

Paola Cirio<br />

Per la libertà di scelta e cura<br />

Sono malata di sclerosi multipla e consigliere<br />

generale Ass. <strong>Coscioni</strong>. Io volevo<br />

parlare della libertà, un valore fondamentale<br />

per la nostra civiltà, perché se<br />

purtroppo ci crediamo superiori alle civilità<br />

a noi vicine è perché tra i nostri valori<br />

fondanti c’è la libertà. Per me la libertà<br />

dovrebbe essere anche la libertà di cura,<br />

cioè la libertà di scegliere la terapia<br />

con le informazioni dei medici. D’altra<br />

parte la libertà è una cosa di cui dobbiamo<br />

essere responsabili.<br />

Tommaso Ciacca<br />

Biotestamento serve legge chiara<br />

Pochi giorni fa sono stato contattato da<br />

una giornalista del Corriere dell'Umbria,<br />

la quale mi chiedeva di raccontarle un<br />

caso realmente accaduto in merito alla<br />

questione testamento biologico e autodeterminazione.<br />

Le raccontai una vicenda,<br />

che come medico mi ha coinvolto in<br />

prima persona. Il 17 Settembre il giornale<br />

riportava il titolo “Lasciatemi morire e<br />

il medico dice sì”, fortunatamente con il<br />

contenuto corretto. Mentre il Movimento<br />

per la vita, intervistato su ciò, dava dei<br />

giudizi coerenti, i “mariniani” paraddosalmente<br />

no. Serve quindi una legge<br />

chiara, essenziale e soprattutto dalla parte<br />

della volontà del cittadino.<br />

Claudio Pighin<br />

Assistenza spirituale laica<br />

Vorrei che discutessimo della cosiddetta<br />

assistenza "spirituale", ovvero la<br />

presenza di una persona al momento<br />

della propria morte. E’ una sezione che<br />

ho aggiunto io personalmente nel redigere<br />

il mio testamento biologico e secondo<br />

me andrebbe creata un'associazione,<br />

magari anche qui in territorio romano,<br />

che si occupi di fornire questa assistenza<br />

a chi ne faccia richiesta al posto di quella<br />

spirituale convenzionale perché magari<br />

la persona da noi designata nel testamento<br />

potrebbe non essere poi effettivamente<br />

disponibile.<br />

Davide Chicco<br />

Un ponte tra malati e politica<br />

L'<strong>Associazione</strong> dovrebbe porsi come<br />

ponte tra il mondo dei disabili e dei malati,<br />

e il mondo della politica. Occorre<br />

istituire un’Anagrafe pubblica delle Case-famigliae<br />

delle Comunità Alloggio, ossia<br />

un documento online contenente i<br />

dati e i contatti di tutte quelle strutture,<br />

che ospitano disabili, malati e persone<br />

con problemi vicini alle tematiche dell'<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>.<br />

Salvatore Grizzanti<br />

Studenti coscioni e unità radicale<br />

Gli Studenti <strong>Coscioni</strong> possono essere un<br />

soggetto trasversale all’interno della galassia<br />

radicale; una sorta di organizzazione<br />

giovanile ma in salsa radicale fondata<br />

su obiettivi di riforma laici e liberali della<br />

scuola, dell’università, della salute... Potrebbe<br />

essere molto incisivo per la riduzione<br />

del costo della tessera di Radicali<br />

Italiani. Potrebbe anche essere un esempio<br />

di “unità radicale” per riflettere sull’utilità<br />

della nostra organizzazione attuale<br />

in “galassia” piuttosto che in “partito”<br />

radicale.<br />

Marcello Crivellini<br />

Più salute meno sanità<br />

Più salute, meno sanità. Attorno alla sanità<br />

ruotano soldi e potere. Un agglomerato<br />

di aziende e di appalti gestiti dalle<br />

Regioni. Sulla sanità il divario tra il Nord e<br />

il Sud è impressionante. Il problema è il<br />

modo in cui i soldi pubblici vengono impiegati.<br />

Proposta: riforma incentrata sul<br />

trinomio Valutazione, Informazione e<br />

Scelta. Un sistema di valutazione dei servizi<br />

sanitari a tutti i livelli, che metta a disposizione<br />

dei cittadini le informazioni<br />

sui risultati finali. Il cittadino tornerebbe<br />

ad essere soggetto attivo, strumento esso<br />

stesso di governo del sistema.<br />

Piergiorgio Strata<br />

Battaglia sulla perenzione<br />

Con gli Studenti <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> ci siamo<br />

occupati della perenzione, e vorrei che<br />

l’<strong>Associazione</strong> continuasse in questa battaglia.<br />

Pochi sanno cos’è. Si tratta di un<br />

meccanismo amministrativo, in base al<br />

quale i fondi pubblici devoluti per un<br />

progetto e non ancora utilizzati “scadono”<br />

al finire del terzo anno e rientrano<br />

automaticamente nelle casse del Tesoro.<br />

Sulla “fuga dei cervelli” la preoccupazione<br />

maggiore è che l’Italia non attrae ricercatori<br />

stranieri. La frammentazione<br />

delle strutture è un grande fattore di<br />

spreco di risorse pubbliche.La riforma<br />

dell’Università e della Ricerca deve puntare<br />

sulla valutazione come criterio guida.<br />

Libertà di ricerca è anche libertà di<br />

competere. Aboliamo le facoltà, luoghi di<br />

manovre spartitorie. Finanziamo i dipartimenti<br />

e i singoli ricercatori in base ai risultati<br />

prodotti.<br />

Italo Cannone<br />

Dubbi sul vaticano<br />

Niente RU 486.<br />

Negli Stati Uniti infuria il dibattito sulla<br />

proposta del presidente Obama di rendere<br />

obbligatoria l’assicurazione sanitaria<br />

a tutti i cittadini americani. La paura<br />

degli oppositori è anche quella della promozione<br />

di nuove leggi per ridurre l’assistenza<br />

ospedaliera di chi si trova nella fase<br />

del “fine vita”, stabilendo per legge una<br />

vera eutanasia. Mi domando se la guerra<br />

intrapresa dal Vaticano a favore della<br />

“santità della vita” , per impedire che ciascuno<br />

possa decidere come morire mediante<br />

il testamento biologico, sia solo<br />

una scusa per evitare di far perdere un<br />

guadagno sicuro agli ospedali cattolici<br />

convenzionati …<br />

Stefano Pagliarini<br />

Piu’ sostegno alle cellule<br />

Dalla prima edizione della Scuola Estiva<br />

<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> mi sento veramente parte<br />

dell’<strong>Associazione</strong>. Concordo con Annalisa<br />

Chirico sul fatto che bisogna sostenere<br />

di più le cellule territoriali che rischiano<br />

di soffrire di solitudine. Bella l’idea di<br />

Gentili e Vignali sullo spot. Sì all’abbassamento<br />

della quota sotto i 25 anni. Sì alla<br />

proposta di Berardo sulla creazione di<br />

una tesoreria locale. Bisogna ridurre le<br />

stampe dell’Agenda <strong>Coscioni</strong> e potenziarla<br />

sul web. Buona l’idea di Annalisa di<br />

dare spazio sull’Agenda agli Studenti <strong>Luca</strong><br />

<strong>Coscioni</strong>, che riescono a raggiungere<br />

una nicchia di persone che l’<strong>Associazione</strong><br />

di per sé non riuscirebbe. Consapevoli<br />

del Regime e della sensazione diffusa di<br />

sfiducia verso la politica, dobbiamo fare<br />

un passo in avanti, e non indietro.<br />

Annalisa Chirico<br />

Territorio e autofinanziamento<br />

(in risposta a Pagliarini)<br />

Nelle parole di Stefano sento ancora lo<br />

spirito della Scuola Estiva <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>.<br />

Il radicamento territoriale e l'autofinanziamento<br />

restano priorità importanti per<br />

chi fa iniziativa radicale lontano da Roma.<br />

Spero che anche nella nomina degli<br />

Il dito nell’occhio<br />

abba<br />

Non banalizziamo l'aborto,abbiamo già banalizzato il parto.Con il cesareo.<br />

organi (non elettivi), che saranno costituiti<br />

alla fine di questo congresso, si tenga<br />

conto di un criterio territoriale, cercando<br />

di valorizzare le persone più capaci<br />

e promettenti. Con uno sguardo al futuro.<br />

La mia proposta di dare uno spazio<br />

fisso agli SC su Agenda <strong>Coscioni</strong>, insieme<br />

a quella dell'abbassamento delle quote,<br />

mi renderanno una segretaria veramente<br />

populista, ma io dico “Avanti i giuovani”;).<br />

Guido Biancardi<br />

Invasione di campo<br />

Nella ricerca delle verità possiamo competere<br />

con chi non è "scientificamente<br />

accreditato". Accettiamo la sfida dell'invasione<br />

di campo del clericalismo e portiamo<br />

a nostra volta i valori laici nel campo<br />

"avverso". Io dico: apertura! anche a<br />

rischio di legittimare chi non è credibile,<br />

dimostrandone le condizioni di inadeguatezza.<br />

Sul ruolo delle associazioni<br />

della galassia radicale: dopo il big bang<br />

della moltiplicazione, torniamo a unire.<br />

La specializzazione è veicolo di riduzione<br />

della qualità dei contributi.<br />

Carlo Troilo<br />

Sconfiggere l’evasione fiscale<br />

Ho elaborato una proposta per combattere<br />

l’evasione fiscale nell’ambito del<br />

gruppo di lavoro sulla disabilità guidato<br />

dal prof Alberto Zuliani, presidente dell’Istat.<br />

Siamo convinti che per rendere dignitosa<br />

la vita di circa tre milioni di disabili<br />

è necessario sconfiggere l’evasione fiscale.<br />

Si contano cento miliardi di evasione fiscale,con<br />

il recupero di essi si potrebbero<br />

realizzare ben 3 finanziarie. L’obiettivo è<br />

la presa di coscienza della gravità della situazione.<br />

Urge scoraggiare il possibile<br />

evasore con campagne di protesta e proposta,<br />

e con l’inasprimento delle pene.<br />

Giacomo Gallitto<br />

Una spinta dal basso<br />

Ricostruire un dialogo con i cittadini è<br />

ora più che mai urgente. L’evoluzione<br />

della scienza, delle tecnologie e le nuove<br />

frontiere del fine vita con la loro complessità<br />

crescente impongono un nuovo<br />

approccio.I messaggi delle campagne<br />

dell’<strong>Associazione</strong> devono essere semplici,<br />

chiari, univoci. La ricerca della Semplicità<br />

sarà la nuova sfida per rendere le<br />

campagne dell’<strong>Associazione</strong> comprensibili<br />

e fruibili a tutti. Serve di nuovo una<br />

spinta dal basso per imporre questi temi<br />

nell’agenda politica del Paese.<br />

www.lucacoscioni.it/congresso2009/tutti_gli_interventi


12<br />

IL MILITANTE<br />

E IL TEOLOGO<br />

ALLA SCUOLA<br />

ESTIVA<br />

LUCA COSCIONI<br />

IL MILITANTE E IL TEOLOGO<br />

Marco Pannella e Vito Mancuso,<br />

dialogo sulla fede e sulla politica<br />

Dal “primo teologo” Platone, all’“imperativo laico” dell’insegnamento delle religioni,<br />

passando per lo statuto dell’embrione. L’evolversi della Chiesa come istituzione, il<br />

rapporto tra dogma e sensus fidelium.<br />

Di Leo. Com’è stato per un teologo il<br />

passaggio dai libri ai giornali E’ un modo<br />

di vivere la fede in maniera diversa<br />

nella sostanza, oppure sono due forme<br />

diverse di una sostanza identica<br />

Mancuso. Innanzitutto grazie per<br />

l’invito, e grazie per l’opportunità e per<br />

l’attenzione che in questo momento mi<br />

date. Per quanto concerne la domanda<br />

specifica, io in un certo senso non vedo<br />

grande differenza tra l’impegnarsi nello<br />

scrivere un libro e l’impegnarsi per fare<br />

un articolo. Ovviamente le differenze<br />

sono note a tutti: un conto è produrre<br />

un libro di settemila pagine, ed un conto<br />

è scrivere un articolo di settemila battute<br />

al massimo. Per quanto mi riguarda,<br />

l’impegno per pensare la pubblicazione<br />

è identico, perché io ritengo che la<br />

scrittura abbia rilevanza pubblica, e che<br />

debba esserci necessariamente nello<br />

scrittore una ricerca della chiarezza,<br />

un’attenzione al lettore; e la chiarezza<br />

può venire solo se si esercita fino in fondo<br />

l’onestà intellettuale: solo se si sa cosa<br />

dire, e se si è onesti con se stessi, perché<br />

a volte la propria posizione può avere<br />

delle aporie, qualcosa che non si chiude;<br />

se si sa cosa dire e se si è onesti verso<br />

il lettore si può raggiungere la chiarezza,<br />

e questo è quello che tento di fare,<br />

nei libri e negli articoli.<br />

Di Leo. La teologia aiuta a credere,<br />

aiuta ad essere dei credenti più maturi,<br />

oppure permette di carezzare delle visioni<br />

più narcisistiche A cosa serve la<br />

teologia<br />

Pannella. Ma i teologi sono tutti<br />

uguali Se chiesto a Mancuso è una cosa,<br />

altrimenti…<br />

Mancuso. Questa è la prima cosa<br />

che avrei detto: ci sono teologie e teologie,<br />

ma la domanda è pertinente, perché<br />

una certa parte del mondo ecclesiastico<br />

guarda alla teologia come a qualcosa<br />

di inutile, supponente e borioso,<br />

che può generare qualcosa chiamato “la<br />

scienza gonfia”. Per rispondere alla domanda<br />

io mi rifaccio al padre della teologia,<br />

a colui che ha inventato il nome<br />

teologia, che non è di formazione cristiana<br />

ed è entrato nel cristianesimo trequattro<br />

mesi dopo che il cristianesimo<br />

ha iniziato ad esistere. I primi secoli cristiani<br />

non conoscevano la teologia in<br />

senso tecnico. E chi ha inventato il termine<br />

teologia E’ stato Platone, nel libro<br />

secondo della Repubblica, e l’ha inventato<br />

in un contesto critico nei confronti<br />

della religione. In quel contesto<br />

Platone discute di quali libri possano o<br />

meno entrare a far parte della città ideale.<br />

Nella città ideali per Platone non devono<br />

entrare Omero ed Esiodo, perché<br />

hanno attribuito alla divinità il male, le<br />

passioni. E noi sappiamo che dio non<br />

può che volere il bene e non può coltivare<br />

le passioni, e per questo motivo la<br />

religione non deve entrare nella città<br />

ideale. Nell’atto costitutivo della teologia<br />

noi abbiamo un rapporto essenziale<br />

con la religione ma anche un rapporto<br />

critico. Senza religione un teologo non<br />

potrebbe esistere; un teologo ateo non<br />

può esistere: sarebbe come pensare ad<br />

un sasso di ferro, un fuoco freddo; il<br />

teologo necessariamente deve essere all’interno<br />

dell’esperienza religiosa, ma al<br />

contempo deve essere capace di uscire<br />

criticamente dall’esperienza religiosa e<br />

guardare ciò che tutti noi riconosciamo<br />

della religione, cioè che essa è un’esperienza<br />

ambigua: può portare gli uomini<br />

verso la vita, ma può anche portare gli<br />

uomini a togliere la vita. In sintesi il rapporto<br />

della teologia con la religione è un<br />

rapporto critico.<br />

Di Leo. Io colgo al volo la sollecitazione<br />

di Mancuso, che ha richiamato Platone<br />

e il ruolo ambiguo della religione e<br />

della teologia, perché, Marco, ad agosto<br />

c’è stata la sentenza del Tar sul ruolo degli<br />

insegnanti di religione. Cosa ne pensi<br />

di questa sentenza nella chiave data da<br />

Mancuso<br />

Pannella. Mi pare di ricordare che da<br />

Lo scorso 4 settembre, nel corso della seconda edizione<br />

della Scuola estiva dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, il leader<br />

radicale Marco Pannella e il teologo Vito Mancuso<br />

hanno dato vita a un dialogo appassionante ed appassionato,<br />

moderato da Giuseppe Di Leo, vaticanista di Radio<br />

Radicale. Quello che vi proponiamo in queste pagine è<br />

una sorta di resoconto stenografico di quelle due ore.<br />

qualche parte, Vito Mancuso mettesse<br />

giustamente l’accento sulla differenza<br />

tra religione e storia delle religioni. Rispetto<br />

alla questione del Tar la mia posizione<br />

è quella classica dei laici liberali:<br />

noi abbiamo storia della filosofia, storia<br />

della scienza e delle idee, e onestamente<br />

ritengo che la religiosità sia la costante<br />

dell’antropologia umana. Di conseguenza<br />

trovo assolutamente inaccettabile<br />

che non vi sia storia delle religioni<br />

tra gli insegnamenti, e credo che storia<br />

delle religione sia un elemento essenziale,<br />

soprattutto per dei darwinisti come<br />

noi. Credo che dobbiamo inseguire i<br />

sintomi dell’evoluzione delle specie.<br />

Di Leo. E che ne pensi di inserire l’insegnamento<br />

della teologia nelle università<br />

statali<br />

Pannella. Che cosa intendiamo<br />

“La” teologia esiste La teologia Per<br />

esempio esistono religioni molto importanti<br />

che non direi sono teiste in<br />

senso proprio. Hanno una loro teologia,<br />

nel mondo buddhista alcuni ritengono<br />

di sì; quindi il vero problema è che<br />

possono esistere in circostanze speciali<br />

in cui l’una o l’altra università possono,<br />

ad una condizione: che non sia un insegnamento<br />

di una propaganda di una<br />

particolare confessione religiosa. Dopodiché<br />

ci sono e ci possono essere università<br />

vaticane, lateranensi. E quindi credo<br />

sia sbagliato - in termini didattici -<br />

togliere l’elemento della storia delle religioni<br />

che ritengo un connotato della<br />

specie umana. Penso che, seppure abbiamo<br />

teso ad escluderlo, anche le specie<br />

animali possano avere un loro dio.<br />

Laicamente è un imperativo che vi sia<br />

la disciplina di storia delle religioni.


IL MILITANTE<br />

E IL TEOLOGO<br />

ALLA SCUOLA<br />

ESTIVA<br />

LUCA COSCIONI<br />

13<br />

Di Leo. Ma si può mettere sullo stesso<br />

piano il ruolo che hanno avuto le religioni<br />

monoteistiche, e in particolare<br />

quella cattolica, con le altre religioni<br />

Mancuso. Ritengo di no. In maniera<br />

molto chiara, non si possono mettere<br />

sullo stesso piano, e per un motivo<br />

molto preciso: noi non mettiamo sullo<br />

stesso piano qui oggi in Italia le letterature<br />

francese, inglese e tedesca con la letteratura<br />

italiana: facciamo letteratura<br />

italiana. Possiamo capire la letteratura<br />

italiana senza i riferimenti della letteratura<br />

mondiale No, ovviamente facciamo<br />

riferimento alle altre grandi letterature<br />

mondiali. Però poi si fa letteratura<br />

italiana perché siamo italiani, la stessa<br />

cosa vale per l’arte e la filosofia: non facciamo<br />

filosofia indù o cinese, che sono<br />

comunque altrettanto degne di essere<br />

studiate, e sono grandissime, vive e vitali<br />

oggi, più di una certa assuefatta filosofia<br />

occidentale, fatta per pochi ed accademica.<br />

Per questo motivo qui si fa religione<br />

cattolica cristiana, che è la religione<br />

che nel bene e nel male ha plasmato<br />

la nostra nazione. Si può veramente<br />

fare religione cattolica senza conoscere<br />

l’ebraismo e l’islam Ovviamente<br />

no, bisogna avere dei collegamenti,<br />

però il mainstream a mio avviso,<br />

deve essere la religione cattolica.<br />

Inoltre, il suo insegnamento deve essere<br />

obbligatorio, non facoltativo, ma deve<br />

essere un insegnamento gestito dallo<br />

Stato, esattamente come la filosofia, la<br />

letteratura, e deve essere gestito laicamente,<br />

bisogna che l’insegnamento sia<br />

fatto da esperti di queste materie, con<br />

titoli riconosciuti e che le insegnano;<br />

l’insegnamento della religione non dovrebbe<br />

essere gestito dalle autorità religiose,<br />

per cui l’insegnante viene nominato<br />

dal vescovo.<br />

Di Leo. Ecco l’occasione di confronto<br />

che la scuola estiva dell’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> ci dà. Marco, ma, l’embrione<br />

umano è persona Ha un’anima<br />

Pannella. Sai quello che penso. Io ho<br />

cominciato con lo zigote e Messori non<br />

me lo perdona, mi ha detto una volta:<br />

non me lo dimenticherò mai quando<br />

Mancuso<br />

Che ne facciamo<br />

degli embrioni<br />

sovrannumerari<br />

che vengono<br />

fuori dalla<br />

fecondazione<br />

assistita<br />

Secondo me non<br />

bisogna creare<br />

embrioni<br />

appositamente<br />

per la ricerca, ma<br />

perché non<br />

destinare alla<br />

ricerca quegli<br />

embrioni<br />

condannati al<br />

deperimento<br />

alla ricerca Si<br />

consideri quella<br />

vita umana con<br />

la categoria del<br />

dono<br />

tu tirasti fuori la storia dello zigote.<br />

Adesso si discute degli embrioni. Si tende<br />

a dire che nel momento stesso in cui<br />

avviene l’incontro biochimico fra il seme<br />

maschile e l’ovulo femminile, in<br />

quel momento: lì c’è persona. Potrei anche<br />

dire che dinanzi a questa posizione<br />

mi sono trovato non sorpreso, visto il<br />

luogo da cui veniva questa sottolineatura,<br />

scuole medie e liceali, il concepire<br />

con amore, pagine che a me sembravano<br />

profetiche, ma non ritenute tali dai<br />

custodi delle verità assolute religiose. In<br />

più l’altra cosa è che è stato detto dei<br />

tempi diversi di quando uomo e donna<br />

ricevevano l’anima, d’accordo che è<br />

un‘altra cultura, ma è durata abbastanza<br />

a lungo. E ricordo ogni tanto che nel<br />

1917 ancora c’era una norma che diceva<br />

che dare qualsiasi sacramento a quel<br />

che icto oculis non avesse sembianze<br />

umane non era lecito. Su questo ho<br />

avuto occasione di parlarne con Papa<br />

Giovanni Paolo ll e dopo qualche anno<br />

fui felice di sentire che a Bologna lui<br />

avesse chiesto ufficialmente ai teologi di<br />

approfondire questo aspetto; in un momento<br />

nel quale tutto sia ritornato alla<br />

teologia non mi sembra si sia ancora data<br />

risposta a quella richiesta di Papa<br />

Giovanni Paolo II. Oggi vedo tante cose<br />

che stanno venendo fuori che hanno<br />

a che fare con quella richiesta del Papa.<br />

Di Leo. Mancuso, la questione dello<br />

statuto dell’embrione non è questione<br />

di lana caprina: c’è stato il referendum<br />

sulla legge 40/2004 (la legge sulla fecondazione<br />

assistita) su cui le gerarchie si<br />

sono impegnate. Ora vi è la questione<br />

della libertà di ricerca: Barack Obama<br />

sta portando avanti una certa politica e<br />

l’incontro tra Papa Ratzinger e il presidente<br />

degli Stati Uniti si è anche incentrato<br />

su questo tema. Quindi: l’embrione<br />

Mancuso. Che non sia un tema secondario<br />

e superficiale è fuori dubbio.<br />

E’ un tema importante ed è giusto che<br />

si rifletta su questa cosa, anche animosamente,<br />

perché gli animi sono sempre in<br />

gioco. Stiamo parlando dell’inizio della<br />

vita umana. Una cosa è sicura, lo ha detto<br />

anche Marco Pannella: è vita. E che<br />

Pannella<br />

Credo che<br />

dobbiamo<br />

stare molto<br />

attenti diciamo<br />

di voler<br />

estendere il<br />

dovere di<br />

riconoscere<br />

dignità ai<br />

soggetti al di là<br />

del loro possibile<br />

carattere di<br />

soggetto,<br />

perché sennò<br />

stravolgiamo<br />

il senso del<br />

diritto.<br />

Il diritto di<br />

nascere non<br />

esiste, perché<br />

non lo chiede<br />

nessuno.<br />

sia vita umana è altrettanto evidente.<br />

Nessuno dice che sia persona, anche il<br />

documento vaticano non dice che sia<br />

persona. Dice che questa vita umana va<br />

trattata con la dignità di persona. E non<br />

mi sembra qualcosa di sbagliato o oscurantista:<br />

rispetto per la vita in tutte le sue<br />

forme, anche per la vita non umana, vegetale,<br />

animale, rispetto per la vita umana,<br />

anche intrauterina, perché no Per<br />

quale motivo bisogna giocare con queste<br />

cose Detto questo, il grosso problema<br />

concerne la ricerca. Ovvero, per essere<br />

più chiaro dal mio punto di vista:<br />

no alla creazione in nessun modo di<br />

embrioni appositamente perché siano<br />

destinati alla ricerca. Questa cosa deve<br />

essere bandita, nessuna società civile dovrebbe<br />

ammetterla. Perché altrimenti<br />

viene meno proprio quel rispetto incondizionato<br />

per la vita, ancorché non<br />

dotata di anima umana personale, anche<br />

ammettendo che non ci sia la personalità,<br />

se la lascio stare la personalità ci<br />

sarà: e quindi devo lasciarla stare. Il problema<br />

allora scaturisce dagli embrioni<br />

sovrannumerari che vengono fuori dalla<br />

fecondazione assistita: che ne facciamo<br />

In Italia dicono che essi siano circa<br />

30.000. Allora, intendiamoci, non bisogna<br />

secondo me creare embrioni appositamente<br />

per la ricerca, ma perché<br />

non destinare, con tutte le precauzioni<br />

quegli embrioni che verranno fuori dalla<br />

fecondazione assistita alla ricerca Anche<br />

perché l’alternativa per quegli embrioni<br />

è la morte a scadenza per deperimento.<br />

Allora, si tratta di considerare<br />

quella vita umana nell’ipotesi del dono:<br />

così come si donano gli organi, dei genitori<br />

che hanno dovuto far mettere al<br />

mondo degli embrioni per avere un figlio<br />

che il decorso naturale non avrebbe<br />

fatto nascere, è lecito e quanto mai auspicabile<br />

che questi stessi genitori possano<br />

dare alla ricerca scientifica tesa alla<br />

sconfitta di pensantissime malattie, i loro<br />

embrioni.<br />

Di Leo. Mancuso, il tema degli embrioni<br />

riguarda l’aspetto dei diritti. Il tema<br />

del testamento biologico è strettamente<br />

connesso con il tema della libertà,<br />

ma la libertà implica innanzitutto diritti<br />

e doveri. La politica deve dire la sua,


14<br />

IL MILITANTE<br />

E IL TEOLOGO<br />

ALLA SCUOLA<br />

ESTIVA<br />

LUCA COSCIONI<br />

Mancuso,<br />

un teologo<br />

laicista<br />

Sostiene Vito Mancuso (“La Repubblica”,<br />

15 settembre’09) che la scuola non<br />

può “prescindere” dall’insegnare la religione;<br />

e per confortare la sua opinione<br />

adduce alcune articolate motivazioni. Per<br />

nulla convincenti, a nostro modesto avviso,<br />

e cercheremo di spiegare perché.<br />

Secondo l’autorevole teologo, infatti,<br />

la religione è oggi tornata ad essere “un<br />

fattore geopolitico di importanza essenziale”,<br />

perché “il nostro presente e il nostro<br />

futuro dipendono non poco (nel bene<br />

e nel male) da quella serie di riti, istituzioni<br />

che vanno sotto il nome di religione”.<br />

La connotazione che il teologo (peraltro<br />

confortato dall’autorevole parere di<br />

Tony Blair) dà del fenomeno religioso è,<br />

ai nostri laici occhi, raccapricciante, degna<br />

del più accanito miscredente laicista<br />

ottocentesco. Ma andiamo oltre. Vito<br />

Mancuso si chiede a questo punto quale<br />

sia la religione che la nostra scuola deve o<br />

dovrebbe insegnare. La riposta è lapalissiana:<br />

“siccome il poco tempo a disposizione<br />

impone una scelta, per la stessa ragione<br />

per cui si insegna la letteratura italiana…allo<br />

stesso modo la scuola italiana<br />

deve privilegiare la ‘religione italiana’”,<br />

quella cui aderisce “la gran parte degli italiani”.<br />

L’insegnamento non potrebbe però<br />

prescindere da “onesti, ampi e documentati<br />

riferimenti” alle altre confessioni”<br />

cristiane”, nonché, per buona misura,<br />

all’ebraismo e all’islam. Ci mancherebbe<br />

altro: siamo o no in regime di par condicioPersonalmente,<br />

ci spiace la dimenticanza<br />

del buddismo, ma non si può pretendere<br />

troppo.<br />

Fatte queste concessioni alla mondanità<br />

laica, Mancuso però avverte che bisogna<br />

avere sempre avere un occhio di riguardo<br />

per la propria “identità”, che va<br />

“innanzitutto” compresa. E dunque “il<br />

cattolicesimo …deve continuare a costituire<br />

l’ossatura principale dei programmi<br />

scolastici”. Avete ben capito anche voi Il<br />

cattolicesimo deve costituire “l’ossatura<br />

principale dei programmi scolastici”.<br />

Nemmeno la pedagogia nazionalista di<br />

Giovanni Gentile era così assolutista, e<br />

oggi nemmeno la CEI o il Vaticano hanno<br />

osato chiedere tanto. Dove è che si deve,<br />

invece, cambiare profondamente<br />

Con lucida coerenza con quanto ha fin<br />

qui esposto, Mancuso la spara così: ”Se la<br />

religione è essenziale per conoscere il<br />

mondo, essa deve essere trattata dalla<br />

scuola pubblica come la altre materie…Una<br />

gestione laica dell’insegnamento<br />

religioso è … necessaria per evitare<br />

il minimo sospetto di proselitismo”. A<br />

noi è piaciuto quel netto, intransigente rifiuto<br />

a che nella scuola possa un domani<br />

infiltrarsi il “minimo sospetto” di un proselitismo<br />

forzato delle coscienze giovanili,<br />

oggi così ben salvaguardate dalla riforma<br />

del Ministro Gelmini, quella che impone<br />

che l’insegnante di religione abbia<br />

voce e peso durante gli scrutini.<br />

Noi pensavamo che Vito Mancuso<br />

fosse un teologo: lui si definisce tale. Invece<br />

ci sbagliavamo. Mancuso è un professore<br />

di antropologia culturale di scuola<br />

tra comtiana e feuerbacchiana. Ma che<br />

titoli abbiamo noi per giudicarlo<br />

Abba<br />

il Parlamento è legittimato a dire la sua, o è un tema<br />

che non tocca principalmente lo Stato, ma la<br />

comunità L’argomento testamento biologico,<br />

ed è polemica di questi mesi, riguarda la sfera comunitaria,<br />

o gli organi esecutivi non possono<br />

chiamarsi fuori<br />

Mancuso. Io dico la mia: cosa deve fare la politica<br />

Ci vorrebbe un politico. Io dico da semplice<br />

cittadino che alcune parti politiche prima dicevano<br />

che del testamento biologico non si dovesse<br />

parlare, che non si dovesse fare una legge,<br />

visto che erano questioni di coscienza, mentre<br />

adesso le stesse parti politiche viceversa si mettono<br />

in mezzo - vedi il caso Englaro - adesso la legge<br />

la vogliono. Mentre chi spingeva per la legge,<br />

adesso dice che è meglio non fare la legge. Insomma<br />

l’homo politicus è quello che sa barcamenarsi<br />

meglio a seconda delle condizioni. Se<br />

posso dire la mia per quanto concerne il testamento<br />

biologico, credo che una società laica deve<br />

mettere il cittadino in condizione di vivere la<br />

sua vita, in tutti i momenti, secondo le visioni e<br />

gli ideali che ciascuno ha. Venendo il momento<br />

della morte, la società dovrebbe mettere il cittadino<br />

in condizioni di decidere, in coerenza con<br />

i principi in base ai quali ha vissuto la propria vita.<br />

Tutto qui. Questa è la giustizia: dare a ciascuno<br />

il suo. Sta scritto anche sull’Osservatore Romano:<br />

uniquique sum. Vivere la morte tra l’altro,<br />

per le filosofie è uno dei momenti più alti.<br />

Secondo Platone tutta la filosofia è imparare a<br />

morire, lo diceva anche Montaigne, la stessa cosa<br />

sta scritta nelle Upanishad. Assumere fin da<br />

ora, quando siamo in salute, con coerenza e responsabilità<br />

il momento ultimo della morte è<br />

dove si gioca fino in fondo e si misura lo spessore<br />

umano: il chi sei tu, che cosa vuoi tu. E quindi<br />

cosa deve fare una società laica Deve fare in<br />

modo che ognuno si determini secondo le proprie<br />

convinzioni sulla propria vita, e non sulla<br />

vita altrui. Questo dovrebbe essere il testamento<br />

biologico.<br />

Di Leo. Mancuso si è rifatto al principio della<br />

giustizia distributiva, che piaceva molto a San<br />

Tommaso, ma tu Marco, da politico che si interessa<br />

di temi spirituali, cosa dici sul tema del testamento<br />

biologico<br />

Pannella. Due cose innanzitutto: capisco il<br />

parlare delle cose di stretta attualità, anche perché<br />

conosciamo le posizioni di un cattolico credente,<br />

teologo, come Vito Mancuso, ed è doveroso<br />

conoscere le sue posizioni, che credo si possano<br />

condividere molto spesso. Però c’è da fare<br />

un inciso, riferendomi a quando parlavi della vita<br />

intrauterina, cui bisognerebbe riconoscere la<br />

dignità di persona. Prima dici che è vita umana<br />

e che nessuno lo discute, dopodiché dici che nessuno<br />

afferma che sia persona ma che gli si deve<br />

riconoscere dignità di persona. Dobbiamo approfondire:<br />

credo che sia bene dare dignità a tutto<br />

l’esistente, ma trovo ai limiti del blasfemo dire<br />

che la vostra religione vietava qualsiasi forma<br />

di sacramento, il battesimo o la cresima, agli<br />

aborti spontanei o ai malformati, in quanto non<br />

li riconosceva come persone; altrimenti poi è facile<br />

dire che noi neghiamo dignità alla persona,<br />

se pensiamo alla Shoah, o se prendiamo in considerazione<br />

altri casi, quando ci masturbiamo ad<br />

esempio (disperdendo quindi il seme). Su questo<br />

devo dire che non sono d’accordo, siccome<br />

da anni sentiamo che vi sono da una parte i custodi<br />

della vita, e dall’altra gli illuministi e liberali<br />

che compiono scelte di morte, dico che riconoscere<br />

la dignità di qualcosa che ha visto la luce<br />

perché è stato procreato (insisto: una cosa è<br />

concepire, volere, ed una è procreare, e non intendo<br />

mollare su questo punto; e sostengo sempre<br />

che vi sia una speranza umana, di giungere a<br />

concepire la vita invece che procrearla come<br />

qualsiasi altra specie crediamo che faccia, e su<br />

questo sono sicuro che tutte le religiosità siano<br />

concordi); allora dobbiamo riconoscere dignità<br />

di persona alla persona, dignità di zigote allo zigote,<br />

dignità di embrione all’embrione e via dicendo.<br />

Credo che anche nella religione si facesse<br />

non casualmente un dibattito sul momento<br />

dell’animazione, un dibattito che ha forse più di<br />

un millennio di vita. Io credo che la dignità dell’embrione<br />

o dello zigote non sia un concetto<br />

giusto: il rispetto lo è, ma è infatti altra cosa. C’è<br />

poi anche il problema di non trattare tutto come<br />

soggetto-oggetto, ritengo che sia sostanzialmente<br />

blasfemo attribuire diritti che sono invece doveri<br />

dei viventi. Dire che c’è il diritto alla dignità<br />

dello zigote, o il diritto alla dignità del feto è<br />

impreciso, la natura, se sussistono determinate<br />

condizioni porta alla nascita, altrimenti no. La<br />

natura segue una sua economia, che non è l’economia<br />

umana. Tu dicevi che lo Stato dovrebbe<br />

occuparsi di queste cose, ma io da liberale, quando<br />

si parla di Stato, sono sempre molto cauto.<br />

Parlando prima con gli amici, ricordavo che lo<br />

stato cinese per controllare le nascite ha agito per<br />

legge molto profondamente, con violenza contro<br />

i feti femminili, mentre io parlando di questo<br />

argomento (la sovrappopolazione) ho sempre<br />

detto che vorrei la libertà di un “rientro dolce”,<br />

un controllo della natalità consapevole, dato che<br />

sappiamo che in questo momento, antropologicamente,<br />

dove crescono cultura e possibilità di<br />

vita migliori, in questo momento il riflesso antropologico<br />

è quello di concepire un figlio piuttosto<br />

che farne tanti, si passa dal dare molte braccia<br />

per lavoro alla tribù o alla famiglia, verso un<br />

lascito antropologico, più umano.<br />

Di Leo. Molto chiaro, desidera replicare Vito<br />

Mancuso<br />

Mancuso. La storia in duemila anni di cristianesimo<br />

ha visto di tutto: ha visto la negazione dei<br />

sacramenti, ma ha visto anche il battesimo dei<br />

feti, vi sono i manuali settecenteschi che insegnano<br />

come battezzare i feti, come estrarli dalla<br />

madre per procedere, insomma, la storia è un<br />

calderone che ha visto di tutto, e dalla quale<br />

ognuno può trarre ciò che meglio crede per difendere<br />

le proprie tesi.<br />

Pannella. Ma la storia è anche scelta, sono<br />

d’accordo con te: non a caso.<br />

Mancuso. Sì, il discorso è di questo tipo: possiamo<br />

discutere se deve essere dignità o rispetto,<br />

ma faccio un esempio, visto che l’argomento è<br />

delicato, e mi riferisco alle persone handicappate.<br />

Il nostro secolo, il Novecento, che ha visto cose<br />

sanguinose, ha portato anche molte cose positive;<br />

una di queste è il riconoscimento, a quanto<br />

ne so io, per la prima volta nella storia dell’umanità,<br />

di parità ontologica e giuridica di tut-


IL MILITANTE<br />

E IL TEOLOGO<br />

ALLA SCUOLA<br />

ESTIVA<br />

LUCA COSCIONI<br />

15<br />

te le persone, comprese quelle che nascono<br />

con gravi handicap fisici o psichici.<br />

Cos’è questo fatto Tu dicevi che<br />

dobbiamo dare all’embrione il rispetto<br />

di embrione, alla blastocisti quello di<br />

blastocisti, in altre parole dicevi: devo<br />

stare all’oggetto, in un certo senso è l’oggetto<br />

che genera il rapporto che devo<br />

avere con lui. Ma il fatto che il 10 dicembre<br />

1948 sia stata riconosciuta la<br />

stessa medesima e santissima dignità di<br />

essere umano anche alle persone handicappate<br />

scaturisce dall’oggetto, o al contrario,<br />

è un movimento che il soggetto<br />

proietta sull’oggetto Di per sé non c’è<br />

parità ontologica, eppure la legge dice:<br />

tutti, compresi coloro che sono nati con<br />

gravi handicap a causa di sfortunati<br />

eventi devono avere gli stessi diritti, tutti<br />

sono ontologicamente uguali. E’<br />

un’attribuzione arbitraria; per il bene di<br />

queste persone, e secondo me questa è<br />

una grandissima conquista per i genitori<br />

di questi ragazzi. Sto pensando a Nati<br />

due volte di Giuseppe Pontiggia,<br />

quando dice che essi sono nati due volte:<br />

una volta fisicamente e un’altra<br />

quando i genitori li fanno nascere nella<br />

società come persone. Questa è una<br />

grandissima conquista dei genitori. Ma,<br />

col tuo ragionamento, questa cosa non<br />

è congruente, perché qui si ha l’attribuzione<br />

di qualcosa che l’oggetto stesso di<br />

per sé non ha, difatti la storia alle nostre<br />

spalle, le grandi civiltà greche e latine<br />

verso cui siamo debitori, queste civiltà<br />

non conoscevano tutte queste cose; li<br />

chiamavano monstra, perché, Cicerone<br />

diceva, mostravano qualcosa: dei segnali,<br />

dei vaticinii. Detto ciò, io dico<br />

che nella coscienza umana esiste la capacità,<br />

nel nome del comune valore dell’umanità,<br />

di attribuire al fenomeno fisico<br />

di vita umana che ancora persona<br />

non è, la stessa medesima dignità. Ed in<br />

questa stessa prospettiva si ha la possibilità<br />

di attribuire all’embrione il rispetto<br />

di persona per quanto non lo siano,<br />

sono d’accordo che sia ridicolo parlare<br />

dell’embrione come di una persona, essendo<br />

la persona un centro responsabile<br />

di libertà, ma il rispetto di persona si<br />

può attribuire loro: la Himsa, il non uccidere.<br />

Il Dalai Lama non crede nel<br />

creatore, eppure egli dice: noi crediamo<br />

che l’embrione sia l’effusione dell’umanità,<br />

dello spirito, dell’anima. Rimane<br />

comunque il mio discorso sugli embrioni<br />

sovrannumerari.<br />

Pannella. Non abbiamo qui le due ore<br />

che avremmo la domenica a Radio Radicale,<br />

ma è il caso di approfondire. A<br />

volte, passiamo da un paganesimo nel<br />

quale antropomorfizziamo le nostre<br />

idee ad una religione in cui invece si dice<br />

che c’è l’assoluto, dio, nelle sue forme,<br />

che da quel momento dice che<br />

ogni essere vivente della specie umana.<br />

Il buddhismo non fa quella limitazione<br />

alla specie umana, ha un rapporto di<br />

trascendenza con dio, soprattutto per<br />

gli schiavi, per i deboli, per le puttane,<br />

per i malati, per i carcerati e così via (anche<br />

se ci sono voluti alcuni secoli per capire<br />

che egli era venuto anche per gli<br />

schiavi, visto che la schiavitù era ritenuta<br />

possibile). Sono quindi d’accordo; il<br />

nostro umanesimo dice che anche con<br />

le concessioni di un welfare universale,<br />

tutto quel che è vivo e che ha un elemento<br />

di relazione, come il feto per<br />

esempio, che riceve suoni e può già iniziare<br />

a mediarli, tuttavia la pienezza di<br />

un essere umano la si ha nel momento<br />

in cui egli vede la luce, ed allora diventa<br />

lecito battezzarli, e diventa lecita la non<br />

bestemmia di amministrare i sacramenti<br />

al feto, perfino la cresima, quando<br />

unifichiamo le due cose. Su questo credo<br />

sia necessaria molta prudenza, noi<br />

diciamo che l’informazione è esattamente<br />

quello che dobbiamo, la conoscenza<br />

come nascere insieme, come conascere<br />

ad una terza cosa che muta il<br />

soggetto conoscente e l’oggetto conosciuto,<br />

ci tengo moltissimo a dirlo. Ma,<br />

vorrei dire: la pillola del giorno dopo<br />

non è abortiva, perché interviene prima<br />

(del concepimento), pensare diversamente<br />

sarebbe come inseguire un materialismo<br />

esasperato, lo sarebbe pensare<br />

che l’uomo esista già nelle prime fasi<br />

in cui il materiale biologico si è formato,<br />

e che non ha ancora che pochissime<br />

possibilità di venire alla luce come forma<br />

umana. Anche il dibattito sulla RU<br />

486, tenuto anche da (Monsignor) Fisichella,<br />

sul presunto omicidio… Credo<br />

che dobbiamo stare molto attenti, ci<br />

vuole la virtù della prudenza quando diciamo<br />

di voler estendere il dovere di riconoscere<br />

dignità ai soggetti indipendentemente<br />

dal loro possibile carattere<br />

di soggetto, perché sennò stravolgiamo<br />

il senso del diritto. Il diritto di nascere<br />

non esiste, perché non lo chiede nessuno.<br />

E grazie alla scienza, sono sicuro che<br />

conoscere le possibili malformazioni del<br />

feto permette di decidere, permette ai<br />

genitori consapevolmente. Scegliere ad<br />

esempio se permettere o no ai figli di<br />

nascere, quando già si soffre la fame, nel<br />

terzo mondo ad esempio, ritengo debba<br />

essere una scelta consapevole, sostenuta<br />

senza idolatria.<br />

Di Leo. Mancuso, mi par di capire<br />

che gran parte di questa conversazione<br />

sia stata occupata da temi etici-antropologici.<br />

E’ la caratteristica di questo pontificato<br />

ratzingeriano, il passaggio dal<br />

passato woitiliano legato maggiormente<br />

a temi sociali economici e anche politici<br />

nel senso nobile del termine, ai termini<br />

antropologici, anche se è stata<br />

emessa l’Enciclica Caritas In Veritate,<br />

Enciclica sociale. Secondo te questo<br />

pontificato di Ratzinger si caratterizza<br />

per queste tematiche antropologiche,<br />

etiche, che poi influenzano la Conferenza<br />

episcopale italiana in maniera anche<br />

diretta e forte<br />

Mancuso<br />

Dopo i disastri<br />

della seconda<br />

Guerra<br />

mondiale si è<br />

introdotto un<br />

principio di<br />

laicità nella<br />

lettura della<br />

storia. Ma per la<br />

morale fisica<br />

questo principio<br />

di laicità non<br />

esiste: la<br />

generazione<br />

della vita umana<br />

sarebbe voluta<br />

dall’alto.<br />

Introdurre anche<br />

qui un principio<br />

di laicità è la<br />

prossima<br />

frontiera della<br />

teologia.<br />

Mancuso. La mia risposta è no. La<br />

fortissima connotazione etica, antropologica<br />

e bioetica che il cattolicesimo sta<br />

avendo, deve essere riportata a merito<br />

di Giovanni Paolo II con l’Evangelium<br />

Vitae ad esempio, quest’Enciclica sulla<br />

morale della vita fisica, il Vangelo della<br />

Vita. Se c’è una cosa che nella tradizione<br />

è sempre stata sottolineata è che il<br />

Vangelo è vangelo della Vita Eterna, Sovrannaturale.<br />

In sé la vita naturale e fisica<br />

non è buona notizia, semmai è valle<br />

di lacrime, da cui prendere una certa distanza.<br />

E’ stato Giovanni Paolo ll a riportare<br />

il discorso sulla vita in quanto<br />

Vangelo, nel bene e nel male. Io sono<br />

d’accordo con questa impostazione che<br />

rivaluta la corporeità, la fisicità, ma non<br />

sono d’accordo su una certa maniera di<br />

vedere la fisicità. Come Mi riferisco alla<br />

maniera di vedere la fisicità senza<br />

quella distanza e laicità che invece si riconosce<br />

tra la storia concreta e la storia<br />

sociale dei popoli e il Governo Divino.<br />

Fino alla prima metà del Novecento,<br />

una teologia della storia era praticata, si<br />

vedeva la storia per la gran parte dei casi<br />

governata dall’alto. Gli avvenimenti<br />

mostruosi della seconda Guerra Mondiale<br />

e della Shoah hanno invece reso<br />

impossibile che la storia fosse pensata<br />

come un grande scenario dove i popoli<br />

si muovono secondo il volere di Dio. Si<br />

è introdotto un principio di laicità nel<br />

leggere la storia, come un principio di<br />

libertà. Questo ha portato ad un grande<br />

rinnovamento della morale sociale, a<br />

partire dal Concilio Vaticano II. Ora,<br />

cosa accade Per la morale fisica, questo<br />

principio di laicità, in cui la natura si determina<br />

liberamente, ancora non esiste.<br />

E si ritiene che la generazione della vita<br />

umana sia voluta dall’alto. E proprio<br />

questa è la motivazione teologica ultima<br />

del divieto dogmatico della contraccezione:<br />

perché qual è il fondo del divieto<br />

Lo scopo è di fare in modo che<br />

l’uomo sia libero di decidere totalmente,<br />

fino in fondo, quando e come e perché<br />

generare una vita. Si dice: l’uomo,<br />

la coppia deve essere aperta alla generazione<br />

della vita, visto che essa viene dall’alto.<br />

A mio avviso il grande compito<br />

della teologia di questo secolo è di introdurre<br />

- per ciò che riguarda la vita fisica<br />

- lo stesso principio di laicità che si<br />

è introdotto nella lettura della vita morale.<br />

Ora io chiedo, per quanto concerne<br />

la presenza della Chiesa sulla scena<br />

internazionale del mondo sociale: è o<br />

non è la Chiesa cattolica una grande<br />

agenzia sociale, se posso permettermi di<br />

definire così la Chiesa, un’agenzia di libertà<br />

contro lo sfruttamento capitalistico,<br />

e che lotta a favore degli ultimi Insomma<br />

la Chiesa diffonde un principio<br />

di progresso ed unità, per quanto riguarda<br />

le questioni economiche.<br />

Di Leo. Tu credi che la Chiesa ed il papato,<br />

con Giovani Paolo II, abbiano<br />

riacquistato influenza nell’ambito delle<br />

relazioni internazionali<br />

Mancuso. Sì, mi sembra un dato di<br />

fatto. Un po’ per merito suo, un po’ per<br />

questioni contingenti: la caduta del<br />

Muro, la firma dei concordati… Ma<br />

detto ciò, all’interno del consorzio umano,<br />

il rinnovamento teologico ha fatto sì<br />

che la Chiesa sia un fenomeno di unità,<br />

di progresso, che rema nella direzione<br />

giusta, che unisce gli uomini. Al contrario,<br />

il mancato rinnovamento della morale<br />

fisica, fa sì che oggi quando si parla<br />

di questa morale, le posizioni cattoliche<br />

siano responsabili di divisioni.<br />

Di Leo. Un’ultima questione per<br />

Marco Pannella: il tuo amico Papa Giovanni<br />

Paolo II è il Papa che più di tutti<br />

ha firmato concordati…<br />

Pannella. Dunque io sto parlando di<br />

questo papato, e devo dire che non si<br />

può negare che la Chiesa oggi rappresenti<br />

elemento di maggiore civiltà sociale,<br />

non lo si può negare perché altrimenti<br />

dovrei chiedere al teologo come<br />

mai solo in pochi ambienti protestanti<br />

di oggi si abbia il coraggio di occuparsi<br />

della simonia legata al fenomeno del<br />

Vaticano S.p.A. E’ un concetto che teologicamente<br />

ha avuto una sua lunga vita<br />

e io credo che questo Vaticano sia simoniaco,<br />

anche se Mancuso non lo<br />

può pensare. Credo che sia un potere<br />

mondano, che all’ONU si manifesta<br />

soprattutto per cercare di imporre il<br />

principio del non uso di qualsiasi tipo<br />

di materiale biologico per la ricerca. Però<br />

vorrei chiedere una cosa al teologo<br />

Mancuso. C’è una domanda che Padre<br />

Pohier, già direttore di Concilium, poneva<br />

insistendo, prima di morire: ma<br />

dov’è il sensus fidelium Anche altri, ex<br />

cathedra, ponevano la questione: esiste<br />

il sensus fidelium se esiste la receptio;<br />

nella vita vissuta dei fedeli, dei praticanti,<br />

dei sacerdoti, e non delle gerarchie.<br />

Esiste ancora il sensus fidelium nei praticanti,<br />

nei teologi, nei sacerdoti Ed il<br />

loro naturaliter cristianum<br />

Mancuso. Per quanto concerne la<br />

Chiesa, come tutti i grandi concetti teologici,<br />

vi sono diversi strati. Se pensiamo<br />

a Gesù o Cristo: uno pensa a Yeshoa<br />

ben Youssef, uno pensa al Gesù di Marco,<br />

l’altro pensa al Gesù di Matteo, uno<br />

pensa al Cristo Redentore di Paolo, è<br />

come una piramide, un concetto di<br />

Cristo che ha almeno sette o otto strati,<br />

a partire dal personaggio storico. La<br />

stessa cosa riguarda la Chiesa. Quando<br />

pensiamo alla chiesa vi sono almeno tre<br />

concetti cui va il nostro pensiero Il primo<br />

è certamente quello della gerarchia:<br />

il Papa e i Cardinali. Poi ci sono le parrocchie,<br />

sul territorio, che talora sono<br />

diverse dalla Chiesa istituzionale, in<br />

contrasto con essa. Poi vi è la Chiesa come<br />

comunione dei Santi, e questa è la<br />

maniera in cui io sento maggiormente<br />

la Chiesa, anche se è un valore un po’<br />

olistico: bisogna credervi, ma io la sento<br />

molto profondamente. In questo<br />

senso profondo la Chiesa è la communio<br />

sanctorum, e da questo punto di vista<br />

si è davvero uniti nella ricerca del bene,<br />

la ricerca della giustizia, del bene<br />

dentro di te, facendo in modo che innanzitutto<br />

la tua vita sia trasparente, sia<br />

giusta, sia il più possibile adeguata; e<br />

quindi la Chiesa è l’unione di quelli che<br />

cercano innanzitutto di essere il più<br />

possibile puliti, trasparenti all’azione<br />

della luce. Magari in questo contesto<br />

queste cose sembrano spiritualistiche,<br />

ma questa è l’accezione ultima e vera.<br />

Pannella. Ma lo spiritualismo è un<br />

peccato venialissimo, perché quello vero<br />

è un materialismo inimmaginabile e<br />

che sembra imperante. Dogmaticamente.<br />

Mancuso. Sì, ma devi considerare<br />

che anche una certa spiritualità per la<br />

Chiesa-istituzione è un peccato forte e<br />

viene condannato. Se vediamo la storia<br />

dell’inquisizione, vediamo che molto<br />

spesso le vittime dell’inquisizione erano<br />

i teologi e gli spirituali, dei mistici che<br />

sono stati bruciati vivi. Che facevano<br />

parte della comunione dei santi. E’ del<br />

tutto evidente che sono consapevole<br />

delle pecche dell’istituzione. Anche in<br />

un articolo su Repubblica ho parlato di<br />

un peccato del Papa, in ordine alla vicenda<br />

sui lefebvriani, quando sono state<br />

tolte le accuse di negazionismo. Ma<br />

il concetto di Chiesa di cui parlavo almeno<br />

si illumina di queste tre modalità<br />

che rappresentavo prima, e tutte e tre<br />

sono presenti e meritano rispetto, analisi<br />

e distinzione. Di sicuro il sensus fidelium<br />

nella Chiesa di oggi non è considerato<br />

a sufficienza, di sicuro il centralismo<br />

ed il verticismo in base al quale si<br />

decidono le cose sulla base dell’autorità,<br />

senza partecipazione, senza un consulto,<br />

tutto questo è prevalente. Non<br />

solo, si prendano le nomine dei vescovi:<br />

sono l’ago della bilancia per capire in<br />

che direzione va la Chiesa, perché quella<br />

è la classe dirigente. Ebbene, la politica<br />

con cui si decide chi diventa vescovo<br />

e chi no è la cartina di tornasole della<br />

chiesa che sarà, e oggi tra i vescovi si decide<br />

di nominare principalmente degli<br />

“yes men”, dei quali già si sa che obbediranno,<br />

che non creeranno problemi e<br />

che non faranno i profeti, quindi…<br />

La trascrizione, non rivista dagli oratori,<br />

è stata curata da Gianfranco Liotta<br />

Pannella<br />

Solo in pochi<br />

ambienti<br />

protestanti oggi<br />

c’è il coraggio di<br />

occuparsi della<br />

simonia, legata<br />

al fenomeno<br />

“Vaticano Spa”.<br />

Eppure è stato<br />

un concetto che<br />

teologicamente<br />

ha avuto lunga<br />

vita. Io credo che<br />

questo Vaticano<br />

sia oggi un<br />

fenomeno<br />

eminentemente<br />

mondano e<br />

simoniaco


16<br />

IL MILITANTE<br />

E IL TEOLOGO<br />

ALLA SCUOLA<br />

ESTIVA<br />

LUCA COSCIONI<br />

SCUOLA ESTIVA LUCA COSCIONI<br />

Diario di scuola (<strong>Coscioni</strong>)<br />

ROSALBA DI GIUSEPPE<br />

Gli occhiali, il biglietto per Salerno<br />

e l’ennesimo aiuto ricevuto da<br />

uno straniero italiano. Idris, un<br />

ragazzo marocchino, incontrato<br />

per caso in stazione, che ha recuperato<br />

i miei due euro dalla biglietteria<br />

online rotta, mi fa ripensare<br />

all’allegra signora di origine<br />

orientale che mi ha indicato<br />

la strada per viale Trastevere a<br />

Roma, e alla donna elegante dall’accento<br />

romeno che mi ha aiutato<br />

a trovare il bed and breakfast.<br />

Il viaggio dura più o meno mezz’ora.<br />

Da buona turista appena<br />

scesa dal treno, rompo le scatole<br />

al primo malcapitato. Chiedo informazioni<br />

su come raggiungere<br />

via Canali dov’è<br />

ubicato l’ostello<br />

Ave Gratia<br />

Plena. Nessuno<br />

lo conosce. Tremo.<br />

"Non è<br />

possibile che a<br />

Salerno ci siano<br />

solo salernitani",<br />

mi dico.<br />

Comincio a<br />

cercare uno<br />

straniero disperatamente.<br />

Mi<br />

imbatto in un<br />

gruppo di poliziotti e ne approfitto.<br />

Mi consigliano una passeggiata<br />

lungo il centro storico.<br />

Percorro il lungo mare e viottoli<br />

stretti medioevali e sudo, ma sono<br />

ebbra, non vedo l’ora di cominciare<br />

questa nuova avventura<br />

alla scuola <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>. Eppure<br />

mi rimbomba la voce di mia<br />

nonna in testa: "devi essere furba".<br />

Furbizia indica l’essere furbo:<br />

"espediente che rivela scaltrezza,<br />

furberia". Non mi piace<br />

questa parola, io voglio solo essere<br />

me stessa. Piuttosto mi lascio<br />

accompagnare dalle parole di<br />

Chris Mc Candless: "l'essenza<br />

dello spirito dell'uomo sta nelle<br />

nuove esperienze".<br />

Arrivata all’ostello incontro i miei<br />

compagni. Abbiamo tutti l’aria<br />

più o meno stanca, ma sembriamo<br />

avere un’idea chiara su come<br />

sarà questa esperienza: unica. A<br />

darci il benvenuto troviamo Annalisa<br />

Chirico, coordinatrice dell’evento<br />

nonché segretaria degli<br />

studenti, Filomena Gallo e Rocco<br />

Berardo, tesoriere dell’<strong>Associazione</strong>,<br />

che ci avvertono che il programma<br />

sarà impegnativo ma<br />

interessante.<br />

Il racconto dell’incontro tra il tesoriere<br />

e <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> mi colpisce<br />

profondamente. "Ci guardò<br />

con una luce negli occhi particolare,<br />

che va oltre le parole fisiche".<br />

La luce negli occhi, protagonista<br />

di questa esperienza. La<br />

luce negli occhi di Rita Bernardini,<br />

quando ha parlato della peste<br />

italiana, della partitocrazia, della<br />

distruzione dello Stato democratico<br />

ad opera dei partiti dimentichi<br />

di ogni morale.<br />

Penso allo sguardo colpito dalla<br />

luce piena del ricordo. Penso al<br />

viso stanco ma sereno di Beppino<br />

Englaro, che il quarto giorno,<br />

il più impegnativo psicologicamente<br />

e mentalmente, ha riempito<br />

il nostro pomeriggio e illuminato<br />

le nostre anime. Lui, che<br />

con quella luce degli occhi propria<br />

degli uomini di buona volontà,<br />

ha raccontato la sua storia<br />

con un amor di precisione degno<br />

della più grande ammirazione. Il<br />

suo sguardo si è posato su di noi<br />

non per cercare approvazione,<br />

ma per farci capire che la sua battaglia<br />

è stata combattuta onestamente<br />

e che è importante combattere<br />

per le cose in cui si crede,<br />

per la gente che si ama. In direzione<br />

ostinata e contraria, senza<br />

paura.<br />

L’indomani mattina quando io e<br />

Serena l'abbiamo incontrato in<br />

ascensore. Il suo sorriso ha sfondato<br />

il freddo ferro che ci circonda,<br />

perché è uno di quei uomini<br />

capaci di sorridere alla vita nonostante<br />

le disavventure, senza<br />

conservare rancore o rabbia.<br />

Beppino Englaro, rispettando la<br />

volontà di sua figlia Eluana, ha<br />

superato l’egoismo proprio di<br />

ogni genitore innamorato dei<br />

suoi figli, dimostrando un forte<br />

senso di libertà e autodeterminazione,<br />

oltre che un profondo senso<br />

etico. Ha dato prova di essere<br />

una bella anima, e le belle anime<br />

trionfano sempre.<br />

Un altro incontro particolarmente<br />

significativo è quello tra Vito<br />

Mancuso, famoso teologo, e il<br />

leader storico dei radicali, Marco<br />

Pannella. Il dibattito si concentra<br />

su quale siano i veri credenti oggi.<br />

Il teologo si dimostra abbastanza<br />

aperto, allontanandosi<br />

dalle posizioni della Chiesa riguardo<br />

i temi delicati dell’aborto<br />

e della contraccezione. Il dibattito<br />

si surriscalda quando si parla<br />

di dignità del feto, del quale Pannella<br />

non è convinto, ma il tutto<br />

si spegne quando il teologo afferma<br />

che in caso di complicanze è<br />

necessario favorire la vita della<br />

madre.<br />

Il signor Mancuso è pronto a<br />

mettersi in discussione. A dimostrazione<br />

di ciò sarebbe utile leggere<br />

Disputa su Dio e dintorni,<br />

nel quale dialoga con Corrado<br />

Augias (non credente) sul senso<br />

della vita, sull’esistenza di Dio e<br />

sull’eterna sfida tra credenti e<br />

non credenti.<br />

La quarta giornata ha visto tra i<br />

protagonisti anche il prof. Piergiorgio<br />

Strata, co-presidente dell'<strong>Associazione</strong>,<br />

che ha tentato di<br />

individuare le cause del fallimento<br />

universitario in Italia, attraverso<br />

il confronto con altre sedi universitarie<br />

europee, giungendo ad<br />

imputare la responsabilità all’ambiente<br />

conservatore, alla<br />

quieta non movere, al sindacalismo<br />

corporativo.<br />

Per uscire dal vicolo cieco, per il<br />

prof. Strata è necessario ridefinire<br />

la carta dei diritti del ricercatore<br />

ed eliminare i concorsi.<br />

Ma la lezione che credo abbia lasciato<br />

tutti un po’ turbati è stata<br />

quella di Roberto Defez, ricercatore<br />

biotecnologo, che ha smascherato<br />

tutti i punti deboli del<br />

prodotto biologico, mettendolo<br />

in forte discussione, facendo<br />

inoltre apparire il prodotto geneticamente<br />

modificato come il<br />

migliore. Da alcuni articoli portati<br />

in difesa dell’ogm, abbiamo<br />

scoperto che alcune farine vietate<br />

per gli animali vengono usate<br />

come concime dell’agricoltura<br />

biologica e che molti fertilizzanti<br />

sono composti da farina di carne.<br />

La mia reazione dapprima è stata<br />

un misto di rabbia e sbigottimento,<br />

ma poi, visti i troppi documenti<br />

inconfutabili e la notizia<br />

che molti scienziati autorevoli<br />

quali Rita Levi Montalcini, il prof.<br />

Renato Dulbecco e Umberto Veronesi<br />

hanno firmato a favore<br />

dell’ogm, non ho potuto fare altro<br />

che star zitta, consapevole<br />

della mia ignoranza in materia.<br />

Eppure volevo saltare dalla sedia,<br />

perché volevo difendere il biologico,<br />

prodotto da mio nonno,<br />

tanto tempo fa, ma il nodo alla<br />

gola me l’ha impedito. Mio nonno,<br />

splendido e instancabile contadino,<br />

che ha speso tutta la sua<br />

vita ad incoraggiare la vite, coltivare<br />

pomodori (aiutato solo dalla<br />

nonna e pochi parenti) e ad<br />

amare i campi, ha sempre rispettato<br />

l’ambiente naturale e non<br />

avrebbe mai potuto utilizzare<br />

fertilizzanti chimici. È sempre rimasto<br />

fedele ai ritmi della terra, e<br />

io avrei dovuto difendere la sua<br />

fedeltà al biologico, ma ero consapevole<br />

che il caso di mio nonno<br />

forse è un caso raro. E<br />

spero che anche il prof.<br />

Defez abbia incontrato altri<br />

casi rari.<br />

Il prof. Aldo Loris Rossi è<br />

stato il primo a dare avvio<br />

alla sei giorni di confronto<br />

e discussione. La necessità<br />

di una nuova prospettiva<br />

euro-mediterranea è<br />

stato l’argomento trattato.<br />

La nuova prospettiva dovrebbe<br />

essere in grado di<br />

promuovere il ruolo geoeconomico-politico<br />

dell’Italia<br />

come collegamento<br />

tra la megalopoli europea e<br />

quella mediterranea. Secondo il<br />

prof. Rossi, il Mezzogiorno, baricentro<br />

del mediterraneo e zona<br />

di libero scambio, ha il dovere<br />

storico di scegliere una nuova<br />

prospettiva, dialogando innanzitutto<br />

con le coste vicine, perché i<br />

problemi non si risolvono respingendo<br />

i barconi dei diseredati.<br />

Lo sfruttamento delle risorse<br />

naturali ed energetiche da parte<br />

dei grandi paesi, che hanno<br />

depauperato i paesi sottosviluppati,<br />

provocherà ingenti immigrazioni<br />

di massa.<br />

Lo scenario è apocalittico, ma io<br />

continuavo a sorridere, perché il<br />

pro.f Rossi non si è scomposto<br />

nemmeno per un attimo: "è necessaria<br />

una tensione morale. Le<br />

nuove generazioni sono la leva<br />

che deve essere azionata attraverso<br />

la sensibilità ecologica", ha<br />

affermato con uno slancio entusiastico.<br />

Dalla green economy ai testi consigliati<br />

(L’impronta ecologica di<br />

Mathis Wackernagel e William<br />

Rees, Il punto di svolta di Fritjof<br />

Capra) le argomentazioni a sostegno<br />

non sono mancate.<br />

La leggerezza con la quale il prof.<br />

le ha presentate è stata sorprendente.<br />

Noi lo abbiamo ascoltato<br />

attenti, io ho annuito costantemente,<br />

alcuni hanno scosso la testa<br />

e lui ci ha guardato con fiducia.<br />

Come a dire: "yes, you can".<br />

Su questa scia è proseguito il dibattito,<br />

del giorno dopo, tra Emma<br />

Bonino e Adriana Poli Bortone,<br />

relativo al Sud: da fanalino di<br />

coda dell’Europa a testa di ponte<br />

dell’euro-Mediterraneo. Quando<br />

ho sentito pronunciare dalla Bonino<br />

"quando andate a studiare<br />

in Francia o in Inghilterra sentitevi<br />

a casa, perché siete a casa<br />

nonostante si parli un’altra lingua",<br />

ho capito qual è lo spirito<br />

radicale: volenteroso. L’impegno<br />

di restare uniti e di andare avanti<br />

nonostante tutto.<br />

La lezione più coinvolgente è stata<br />

quella riguardante la libera informazione<br />

in Italia e il ruolo del<br />

giornalista. Il video-giornalista<br />

Wolfgang Achtner ci ha spiegato<br />

che l’etica è il principio cardine di<br />

ogni giornalista. Il compito primario<br />

di un buon giornalista è<br />

fornire ai cittadini un’informazione<br />

onesta, esatta e obiettiva,<br />

di interesse pubblico. Solo se esiste<br />

il principio di trasparenza si<br />

può parlare di giornalismo. Edoardo<br />

Fleischner ci ha invitati a<br />

non criticare i media e di farli noi,<br />

i media. Partire dal basso per costruire<br />

una rete di informazione<br />

- come del resto ha fatto Mirko<br />

Pagliai con Die Brücke.<br />

<strong>Luca</strong> Bonaccorsi, editore di Left e<br />

Terra, ci ha parlato del concetto<br />

di informazione glocal, cioè della<br />

volontà di informare il mondo<br />

sulla propria realtà locale attraverso<br />

internet. Il glocal è utile,<br />

perché ci invita all’ascolto di ogni<br />

campana per costruire le verità<br />

ormai latitanti.<br />

È stata una sei giorni di confronto<br />

e conoscenza reciproca irripetibile.<br />

I laboratori pomeridiani,<br />

organizzati da Federica Colonna<br />

e Gabriele Carones, consulenti di<br />

comunicazione politica e campagne<br />

elettorali, sono stati stimolanti.<br />

Anche se all’apparenza<br />

sembravano divertenti, sono stati<br />

impegnativi e hanno incentivato<br />

la conoscenza e l’unione tra<br />

noi ragazzi.<br />

Il primo laboratorio ci ha messo<br />

di fronte la costruzione di un'Italia<br />

attuale e di un’altra ipotetica,<br />

utopica Italia che vorremmo. Il<br />

mio gruppo ha avuto<br />

il compito di illustrare<br />

il passaggio da<br />

un'Italia stile cinepanettone<br />

a un'Italia<br />

documentaristica.<br />

L'impresa è stata ardua,<br />

ma "chi la dura<br />

la vince".<br />

È stato incredibilmente<br />

bello parlare<br />

con gente e scoprire<br />

belle anime, conoscere<br />

storie di vita diverse,<br />

ognuna originale,<br />

ed entusiasmarsi<br />

per ogni affinità comune.<br />

Ogni persona conosciuta mi ha<br />

mostrato un pezzo autentico di<br />

sé e mi ha lasciato come souvenir<br />

una sua piccola traccia, anche<br />

solo con un sorriso.


SERVIZIO<br />

SANITARIO<br />

USA<br />

LA RIFORMA<br />

DI OBAMA<br />

17<br />

DISCORSO DEL PRESIDENTE BARACK OBAMA SUL TEMA DELLA RIFORMA SANITARIA<br />

Ora, in America, è la volta del dibattito sulla sanità. Comunque la si pensi, è<br />

l’ennesima prova di come i paesi anglosassoni, con i loro sistemi istituzionali e<br />

politici propriamente maggioritari e bilanciati tra numerosi contropoteri, siano<br />

in grado di esprimere e attraversare riforme politiche importanti.<br />

Il proporzionalismo dell’Europa continentale, e la partitocrazia all’italiana,<br />

al contrario, tendono all’immobilità o tutt’al più all’involuzione riformistica.<br />

Il grande dibattito sollevato dal Presidente Obama sulla riforma sanitaria<br />

dimostra anche che in democrazia, il corpo – con tutte le sue implicazioni<br />

economiche, scientifiche e sociali – deve e può trovare posto in cima all’agenda<br />

politica nazionale.<br />

BARACK OBAMA<br />

Signora Speaker, Vice-Presidente Biden,<br />

membri del Congresso, popolo<br />

americano, quando mi sono rivolto a<br />

voi, lo scorso inverno, questa nazione<br />

era nel mezzo della peggiore crisi economica<br />

dai tempi della Grande Depressione.<br />

In media, subivamo una<br />

perdita mensile di 700.000 posti di<br />

lavoro, il credito era congelato e il sistema<br />

finanziario era a un passo dal<br />

collasso. Non siamo ancora usciti dal<br />

tunnel, e questo potrà dirvelo qualsiasi<br />

americano in cerca di un lavoro<br />

per pagare le bollette. Per una ripresa<br />

piena e sana ci vorranno ancora molti<br />

mesi e io non mollerò finché quegli<br />

americani che cercano un’occupazione<br />

non l’avranno trovata. Fino a<br />

quando le imprese e l’economia non<br />

torneranno a fiorire, finché i proprietari<br />

responsabili di immobili non torneranno<br />

a vivere nelle loro case, questo<br />

sarà il nostro obiettivo finale. Ma<br />

grazie all’azione coraggiosa e decisiva<br />

che abbiamo intrapreso a gennaio,<br />

oggi posso parlarvi con fiducia e dirvi<br />

che abbiamo evitato il crollo della<br />

nostra economia. Voglio ringraziare i<br />

membri di questa Camera per l’impegno<br />

e il sostegno profusi in questi ultimi<br />

mesi, specialmente coloro il cui<br />

voto, non scontato, ci ha permesso di<br />

dare il via alla ripresa. Voglio anche<br />

ringraziare il popolo americano per la<br />

pazienza e la tenacia dimostrate in<br />

questi momenti difficili per tutti noi.<br />

Ma non siamo venuti qua soltanto<br />

per risolvere le crisi. Siamo qua per<br />

costruire il futuro. Per questo oggi vi<br />

parlerò di un tema cruciale per il futuro:<br />

il tema della sanità. So di non<br />

essere il primo Presidente ad abbordare<br />

questo tema, ma sono determinato<br />

ad essere l’ultimo. Ormai è passato<br />

quasi un secolo da quando Theodore<br />

Roosevelt invocò per la prima<br />

volta il bisogno di attuare una riforma<br />

sanitaria e da allora quasi tutti i<br />

presidenti e i congressi, democratici o<br />

repubblicani, hanno tentato in un<br />

modo o nell’altro di affrontare questo<br />

tema. La prima proposta di legge per<br />

un’ampia riforma fu introdotta nel<br />

1943, da John Dingell Sr. 65 anni dopo,<br />

suo figlio continua a presentare la<br />

stessa proposta all’inizio di ogni sessione.<br />

E’ un fallimento collettivo, se<br />

non siamo riusciti a fare passi avanti.<br />

E anno dopo anno, decennio dopo<br />

decennio, siamo giunti al punto di<br />

L’audacia<br />

della<br />

Riforma<br />

rottura.<br />

Ognuno di noi conosce le grosse avversità<br />

a cui è sottoposto chi non è assicurato:<br />

vivere ogni giorno con il rischio<br />

di andar falliti a distanza di incidente<br />

o di malattia. E non si tratta<br />

principalmente di persone che già ricevono<br />

aiuti dal welfare. E’ la classe<br />

media americana. Alcuni hanno un<br />

lavoro che però non fornisce loro alcuna<br />

copertura, altri sono liberi professionisti<br />

che non possono permettersela<br />

perché comprare la propria assicurazione<br />

senza intermediari costa<br />

tre volte tanto quella fornita dal datore<br />

di lavoro. Viene negata perfino a<br />

chi può e vuole pagare, a causa di malattie<br />

o condizioni preesistenti che le<br />

assicurazioni giudicano troppo rischiose<br />

o troppo costose da coprire.<br />

Siamo l’unica democrazia, l’unica democrazia<br />

avanzata sulla Terra, l’unica<br />

nazione ricca che permette che milioni<br />

dei suoi abitanti subiscano simili<br />

privazioni. Ci sono oggi più di 30 milioni<br />

di americani che non riescono a<br />

pagarsi la copertura sanitaria. Nel solo<br />

periodo di due anni, un americano<br />

su tre a un certo momento della sua<br />

vita deve vivere senza assicurazione<br />

sanitaria, ed ogni giorno 14.000 americani<br />

perdono la copertura. Questo<br />

significa che può succedere a chiunque.<br />

Ma il male che appesta il sistema sanitario<br />

non è semplicemente il problema<br />

dei non assicurati. Anche chi è assicurato<br />

non è mai stato così insicuro<br />

come oggi. Sempre più cittadini sono<br />

preoccupati dal fatto che il trasferimento,<br />

la perdita o il cambio di lavoro<br />

possa causare la perdita anche della<br />

copertura sanitaria. Sempre più<br />

americani pagano i bonus per ritrovarsi,<br />

una volta malati, con un pugno<br />

di mosche perché l’assicurazione ha<br />

annullato la copertura. Accade ogni<br />

giorno.<br />

A un uomo, in Illinois, è stata tolta<br />

l’assicurazione nel mezzo di un trattamento<br />

di chemioterapia dopo che<br />

l’assicurazione aveva scoperto che<br />

l’uomo non aveva segnalato un caso<br />

di calcolosi biliare, di cui peraltro non<br />

era nemmeno a conoscenza! Le cure<br />

di cui abbisognava gli sono state allora<br />

sospese ed è morto. Ad una texana,<br />

prossima ad un intervento di mastectomia,<br />

l’assicurazione ha annullato la<br />

copertura perché aveva dimenticato<br />

di dichiarare un precedente caso di<br />

acne. Quando le è stata ripristinata la


18<br />

SERVIZIO<br />

SANITARIO<br />

USA<br />

LA RIFORMA<br />

DI OBAMA<br />

Il progetto che vi sto per annunciare si prefigge tre obiettivi fondamentali:<br />

darà maggiore sicurezza e stabilità a chi è già in possesso di<br />

un’assicurazione sanitaria; la fornirà a chi non ce l’ha; e frenerà<br />

l’aumento del costo della sanità per le famiglie, le imprese e lo Stato.<br />

Questo piano chiede a tutti di fare la propria parte, non solo al governo,<br />

o alle compagnie assicurative.<br />

copertura, il suo cancro al seno era<br />

raddoppiato. Tutto questo è straziante.<br />

E’ sbagliato. Nessuno dovrebbe essere<br />

trattato così negli Stati Uniti.<br />

Abbiamo poi il problema di costi<br />

sempre più elevati. Spendiamo una<br />

volta e mezzo in più per le cure a persona<br />

di qualsiasi altro paese. Ma non<br />

per questo stiamo meglio. Questa è<br />

una delle ragioni per cui i premi assicurativi<br />

sono aumentati tre volte più<br />

velocemente degli stipendi. Ecco perché<br />

molti datori di lavoro, soprattutto<br />

di piccole imprese, obbligano gli<br />

impiegati a spendere sempre di più<br />

nell’assicurazione o a rinunciarci<br />

completamente. E’ il motivo per cui<br />

molti imprenditori non riescono ad<br />

aprire nuove imprese, e perché molte<br />

imprese attive sul mercato internazionale,<br />

come i produttori di automobili,<br />

sono tra le più colpite. E’ lo stesso<br />

motivo per cui molti di noi devono<br />

pagare una tassa nascosta e sempre<br />

più salata per chi non ha copertura.<br />

Sono circa 1000 dollari all’anno che<br />

servono a coprire gli interventi di<br />

pronto soccorso e il lavoro delle organizzazioni<br />

caritatevoli. In pratica, il<br />

nostro sistema sanitario sta rivelando<br />

tutta la sua insostenibilità, che grava<br />

sul contribuente.<br />

Se le spese sanitarie continueranno a<br />

crescere a questa velocità, si creerà<br />

una pressione sempre maggiore anche<br />

su programmi assicurativi come<br />

MediCare and MedicAid. E se rimaniamo<br />

a guardare i prezzi salire alle<br />

stelle, MediCare e MedicAid costeranno<br />

più di un qualsiasi piano statale.<br />

In altre parole, il problema del sistema<br />

sanitario è il problema del deficit.<br />

Non c’è nient’altro che abbia un<br />

simile peso. Nient’altro.<br />

Questi sono i fatti. Nessuno li nega.<br />

Sappiamo che dobbiamo riformare il<br />

sistema. La questione è come. A sinistra<br />

si ritiene che il solo modo per aggiustare<br />

il sistema sia attraverso un sistema<br />

di pagamento unico (single-payer<br />

system) come in Canada, in cui il<br />

mercato delle assicurazioni private risulterebbe<br />

significativamente ridimensionato<br />

per far posto ad un sistema<br />

assicurativo universale gestito dallo<br />

Stato. A destra si sostiene che dovremmo<br />

dismettere il sistema basato<br />

sull’assicurazione fornita dal datore di<br />

lavoro e lasciare ogni individuo libero<br />

di scegliersi la propria assicurazione.<br />

Devo dire che ci sono argomenti<br />

che giocano a favore di entrambi<br />

i punti di vista, ma entrambi<br />

rappresenterebbero un cambiamento<br />

radicale che rovinerebbe la<br />

situazione in cui si trova oggi la<br />

gran parte della gente. Poiché oggi<br />

la sanità rappresenta un sesto<br />

della nostra economia, credo abbia<br />

più senso costruire su ciò che funziona,<br />

anziché tentare di mettere in<br />

piedi un sistema interamente<br />

nuovo. E’ precisamente<br />

quello che alcuni di voi<br />

hanno tentato di immaginare<br />

negli scorsi mesi.<br />

In questo periodo Washington<br />

ha dato il meglio<br />

e il peggio di sé.<br />

Molti di voi hanno lavorato<br />

strenuamente<br />

all’elaborazione di proposte<br />

di riforma. Delle<br />

cinque commissioni<br />

incaricate di produrre<br />

un disegno di legge,<br />

quattro hanno completato<br />

i loro lavori,<br />

mentre la commissione<br />

sulle finanze del Senato<br />

ha annunciato<br />

oggi che terminerà la<br />

prossima settimana.<br />

Non è mai successo. Il<br />

nostro impegno ha<br />

trovato il sostegno di coalizioni<br />

senza precedenti, tra<br />

dottori e infermieri, ospedali,<br />

lobby e perfino società farmaceutiche,<br />

molte delle quali in<br />

passato erano contrarie alla riforma.<br />

In questa Camera c’è una condivisione<br />

all’80% su ciò che dobbiamo<br />

fare. Non siamo mai stati così vicini<br />

all’obiettivo finale della riforma.<br />

In questi ultimi mesi però abbiamo<br />

anche assistito al solito spettacolo fazioso<br />

che non fa altro che nutrire lo<br />

sdegno degli americani per il governo.<br />

Invece di dibattere onestamente,<br />

qualcuno ha preferito optare per la<br />

tattica della paura, usando lo strumento<br />

delle contrapposizioni ideologiche<br />

che non lasciano speranza al<br />

compromesso. Troppi hanno sfruttato<br />

questo momento per trarre facili<br />

successi politici a breve termine, nonostante<br />

questo significhi gettare alle<br />

ortiche la possibilità di risolvere uno<br />

dei più annosi problemi della nostra<br />

società. E in questa bufera<br />

di accuse e controaccuse,<br />

ha regnato la confusione.<br />

Bene, è giunta l’ora di<br />

smetterla coi battibecchi,<br />

il tempo dei giochetti<br />

è finito.<br />

IL DISCORSO DI FRONTE<br />

AL CONGRESSO<br />

Quello che pubblichiamo in versione integrale è il<br />

discorso che il presidente degli Stati Uniti, Barack<br />

Obama, ha tenuto lo scorso 9 settembre a<br />

Washington, di fronte al Congresso americano. Tema<br />

dell’intervento è la sua proposta di riforma del sistema<br />

sanitario nazionale. Più di molti articoli e commenti,<br />

riteniamo che questo documento possa essere<br />

utile al lettore per farsi un’idea di un tema che<br />

Oltreoceano divide le coscienze da mesi.<br />

Questo è il momento dell’azione, è il<br />

momento di venir fuori con le migliori<br />

idee, tutti e due i partiti, insieme,<br />

e mostrare al popolo americano<br />

che possiamo ancora fare il lavoro per<br />

cui siamo stati mandati qua. E’ l’ora<br />

di compiere la riforma sanitaria.<br />

Il progetto che vi sto per annunciare<br />

si prefigge tre obiettivi fondamentali:<br />

darà maggiore sicurezza e<br />

stabilità a chi è già in possesso<br />

di un’assicurazione<br />

sanitaria;<br />

la fornirà a<br />

chi non ce l’-<br />

ha; e frenerà<br />

l’aumento del costo<br />

della sanità per le<br />

famiglie, le imprese e lo<br />

Stato. Questo piano chiede a<br />

tutti di fare la propria parte,<br />

non solo al governo, o alle<br />

compagnie assicurative. A tutti,<br />

anche ai datori di lavoro e ai<br />

singoli cittadini. E’ un piano<br />

che raccoglie le proposte di Senatori<br />

e Rappresentanti, di democratici<br />

e repubblicani, di miei<br />

avversari nelle primarie e alle presidenziali.<br />

Ecco i dettagli del mio<br />

progetto che ogni americano deve<br />

conoscere:


SERVIZIO<br />

SANITARIO<br />

USA<br />

LA RIFORMA<br />

DI OBAMA<br />

19<br />

Primo: se siete tra le centinaia di milioni<br />

di americani già in possesso di<br />

un’assicurazione sanitaria che ricevete<br />

tramite il vostro lavoro, o tramite MediCare<br />

o MedicAid, o attraverso il<br />

Dipartimento per i Veterani (U.S.<br />

Department of Veterans Affairs),<br />

niente nel nostro piano vi obbligherà<br />

a cambiare l’assicurazione che avete<br />

sottoscritto o il medico che vi segue.<br />

Lo ripeto, niente nel nostro piano vi<br />

obbligherà a cambiare alcunché. Ciò<br />

che questo piano farà sarà migliorare<br />

il funzionamento della vostra copertura.<br />

Sarà vietato alle compagnie d’assicurazione<br />

negare la copertura appellandosi<br />

a condizioni pre-esistenti.<br />

Non appena avrò firmato questa legge,<br />

le compagnie non potranno annullare<br />

alcuna copertura in periodo di<br />

malattia, né modificarla, in senso riduttivo,<br />

nel momento in serve di più.<br />

Non potranno più porre tetti arbitrari<br />

sulla copertura complessiva ricevi-<br />

cittadini e le piccole imprese potranno<br />

acquistare la loro assicurazione a<br />

prezzi competitivi. Le compagnie assicurative<br />

saranno incentivate a partecipare<br />

in questo mercato, perché saranno<br />

in competizione per avere milioni<br />

di nuovi clienti. I clienti, in<br />

quanto grande gruppo, avranno maggiore<br />

potere per trattare con le compagnie<br />

assicurative per avere qualità e<br />

prezzi migliori. Funziona così con le<br />

grandi società e con i funzionari dello<br />

Stato. Funziona così per ogni<br />

membro di questo Congresso e quindi<br />

è tempo di dare a tutti gli americani<br />

le stesse opportunità che riserviamo<br />

a noi stessi.<br />

Per quei cittadini e quelle piccole imprese<br />

che ancora non possono permettersi<br />

il livello più basso di copertura<br />

disponibile in questo mercato,<br />

abbiamo previsto dei crediti fiscali, la<br />

cui entità sarà determinata dal bisogno.<br />

Tutte le società assicurative che<br />

nunciare comunque alla copertura.<br />

Ciò significherà che saremo noi a pagare<br />

i loro costosi interventi di pronto<br />

soccorso. Se le imprese non danno<br />

ai loro impiegati la copertura, saremo<br />

obbligati a mettere mano al portafoglio<br />

quando il lavoratore starà male.<br />

Questa darà anche un vantaggio sleale<br />

a queste imprese.<br />

Se ciascuno di noi non farà la sua parte,<br />

molte delle riforme che andiamo<br />

cercando, specialmente quella per far<br />

sì che le compagnie assicurative coprano<br />

anche le condizioni pre-esistenti,<br />

non potranno mai essere attuate.<br />

Per questo motivo, così come l’assicurazione<br />

auto è obbligatoria in<br />

molti Stati, il mio programma prevede<br />

che ogni cittadino abbia almeno il<br />

livello di base di assicurazione. Allo<br />

stesso modo, le imprese dovranno o<br />

fornire la copertura ai lavoratori o<br />

contribuire al nuovo sistema per coprire<br />

il costo dei lavoratori. Ci sarà<br />

una « clausola di esonero » per chi<br />

non potrà ancora permettersi la copertura,<br />

e il 95% delle piccole imprese,<br />

in virtù della loro taglia e del loro<br />

margine di profitto, sarà esentato da<br />

questi requisiti. Ma ci saranno grosse<br />

imprese o ricchi cittadini, che potranno<br />

permettersi una copertura, che<br />

tenteranno di aggirare il sistema, evitando<br />

di occuparsi essi stessi dei loro<br />

impiegati. Il miglioramento della nostra<br />

sanità sarà possibile solo se tutti<br />

contribuiranno.<br />

Mentre rimane qualche importante<br />

dettaglio da appianare, credo che esista<br />

un ampio consenso sui punti che<br />

ho appena descritto: protezione del<br />

consumatore per chi è già assicurato,<br />

una borsa che permetta ai cittadini e<br />

alle piccole imprese di acquistare coperture<br />

abbordabili e l’obbligo per<br />

coloro che possono permettersi un’assicurazione<br />

di procurarsene una. Sono<br />

certo che queste misure porteranno<br />

benefici a tutti gli americani, tutti.<br />

E anche alla nostra economia.<br />

Eppure, a causa delle false voci fatte<br />

circolare negli ultimi mesi, mi sono<br />

reso conto che molti americani si sono<br />

irritati. Per questo sono qua, perché<br />

vorrei portare un po’ di chiarezza<br />

sui punti controversi che ancora persistono.<br />

Alcune di queste preoccupazioni sono<br />

dovute a false affermazioni diffuse<br />

da coloro che hanno come solo obiettivo<br />

quello d’impedire la riforma ad<br />

ogni costo. Il miglior esempio è l’idea,<br />

propugnata non solo da presentatori<br />

televisivi o radiofonici, ma anche da<br />

politici, per cui vorremmo creare dei<br />

gruppi di burocrati incaricati di uccidere<br />

gli anziani che vivono nel nostro<br />

paese. Ci sarebbe da ridere, se fossimo<br />

cinici e irresponsabili. E’ una<br />

menzogna punto e basta. Qualcun altro<br />

ancora sostiene che con questa riforma<br />

finiremo per assicurare anche<br />

bile in un dato anno, o in tutta la vita.<br />

Metteremo un limite alle spese in<br />

cui potrete incorrere per altre ragioni,<br />

perché negli Stai Uniti nessuno deve<br />

andar fallito perché malato. Le compagnie<br />

assicurative dovranno inoltre<br />

coprire, senza pagamenti extra, controlli<br />

di routine e terapie di prevenzione,<br />

come la mammografia o la colonscopia,<br />

perché non è ammissibile<br />

che non si possano prevenire malattie<br />

come il tumore al seno o al colon. E’<br />

sensato, si risparmiano soldi e si salvano<br />

vite. Questo è quanto si aspettano<br />

dal governo gli americani che<br />

hanno già la copertura sanitaria: più<br />

sicurezza e più stabilità.<br />

Secondo, se siete tra le decine di milioni<br />

di americani attualmente sprovvisti<br />

di assicurazione sanitaria, la seconda<br />

parte di questo programma finalmente<br />

vi offrirà opzioni di qualità<br />

e a prezzi ragionevoli. Se perdete il lavoro,<br />

o se lo cambiate sarete comunque<br />

coperti. Se volete avviare la vostra<br />

piccola impresa sarete coperti. Lo faremo<br />

creando una borsa delle assicurazioni,<br />

un mercato in cui i singoli<br />

entreranno in questo mercato dovranno<br />

rispettare le regole della protezione<br />

del consumatore di cui ho già<br />

parlato. Questa borsa prenderà forma<br />

in quattro anni, lasciandoci così tempo<br />

sufficiente per farla bene. Intanto,<br />

per coloro che non possono permettersi<br />

un’assicurazione a causa di condizioni<br />

mediche pre-esistenti, offriremo<br />

da subito una copertura a basso<br />

costo che protegga dalla rovina economica<br />

in caso di grave malattia. Era<br />

una buona idea avanzata dal Senatore<br />

John McCain in campagna elettorale,<br />

lo è ancora e quindi dovremmo<br />

appoggiarla tutti quanti.<br />

Ma anche con queste opzioni a basso<br />

costo, ci sarà qualcuno, soprattutto i<br />

giovani che non hanno problemi di<br />

salute, che preferirà correre il rischio<br />

di rinunciare all’assicurazione sanitaria;<br />

potranno esserci società che si rifiutano<br />

di assistere i lavoratori provvedendo<br />

alla loro copertura. Il punto<br />

è che questo comportamento irresponsabile<br />

ci costa molto caro. Nonostante<br />

l’esistenza di opzioni non costose,<br />

qualcuno potrà decidere di ri-<br />

In totale il piano che vi sto proponendo costerà<br />

900 miliardi di dollari da ripartirsi in un<br />

arco temporale di 10 anni. Meno di quanto<br />

abbiamo speso nella guerra in Afghanistan e<br />

in Iraq, e meno dei tagli alle tasse per i più<br />

ricchi americani approvati dal Congresso<br />

all’inizio della precedente amministrazione.<br />

Il carico maggiore di queste spese sarà sostenuto<br />

dall’eliminazione degli sprechi.


20<br />

SERVIZIO<br />

SANITARIO<br />

USA<br />

LA RIFORMA<br />

DI OBAMA<br />

gli immigrati clandestini. Anche questo<br />

non è vero. La riforma che ho proposto<br />

non avrà effetto su chi entra nel<br />

nostro paese illegalmente. [Urla dall’Aula:<br />

“You lie!”, “Stai mentendo!”].<br />

Non è vero. E c’è un’altra voce su cui<br />

vorrei fare chiarezza: non sarà permesso<br />

l’uso di finanziamenti federali<br />

per abortire e le attuali leggi che toccano<br />

temi etici rimarranno come sono.<br />

La mia proposta è stata descritta<br />

anche come il tentativo del Governo<br />

di far man bassa dell’intero sistema di<br />

copertura sanitaria. I critici puntano<br />

ad un provvedimento che permetta ai<br />

non assicurati e alle piccole imprese<br />

di scegliere l’opzione dell’assicurazione<br />

pubblica, amministrata dallo Stato<br />

come accade con MedicAid o Medi-<br />

Care.<br />

Vorrei che una cosa fosse chiara: il<br />

mio principio guida è ed è sempre<br />

stato quello secondo cui i consumatori<br />

sono più soddisfatti quando c’è<br />

scelta e concorrenza. E’ così che funziona<br />

il mercato. Purtroppo, in 34<br />

Stati il 75% del mercato assicurativo<br />

è controllato da non più di cinque società.<br />

In Alabama, circa il 90% è nelle<br />

mani di una sola compagnia. Senza<br />

concorrenza il prezzo delle assicurazioni<br />

sale e la qualità scende. Così le<br />

compagnie assicurative possono trascurare<br />

più facilmente i loro clienti,<br />

scegliendo accuratamente i clienti più<br />

ricchi e sbarazzandosi dei più malati,<br />

presentando parcelle spropositate alle<br />

piccole imprese che non hanno potere<br />

contrattuale, e aumentando vertiginosamente<br />

i tassi. Gli assicuratori<br />

non si comportano così perché sono<br />

cattivi, lo fanno perché è proficuo.<br />

Un ex responsabile esecutivo di una<br />

compagnia assicurativa ha affermato,<br />

deponendo ad una commissione del<br />

Congresso, che le compagnie assicurative<br />

non solo sono incoraggiate a<br />

sbarazzarsi dei clienti più malati: sono<br />

ricompensati. Tutto questo nutre<br />

quel fenomeno conosciuto come le «<br />

le spietate attese di profitto di Wall<br />

Street ».<br />

Non ho alcun interesse a eliminare<br />

dal mercato le compagnie assicurative.<br />

Forniscono un servizio legittimo<br />

e danno lavoro ai nostri vicini e ai nostri<br />

amici. Voglio solo responsabilizzarle.<br />

Le riforme che vi ho annunciato<br />

si prefiggono proprio questo. Ma<br />

c’è un’altra cosa che possiamo fare per<br />

incentivare le compagnie ad agire<br />

onestamente: creare un’opzione pubblica<br />

senza scopo di lucro all’interno<br />

del mercato delle assicurazioni. Voglio<br />

sottolineare che si tratterà di<br />

un’opzione disponibile solo per chi<br />

non è assicurato. Nessuno sarà obbligato<br />

a sceglierla e non avrà nessun impatto<br />

su chi è già assicurato. Basandoci<br />

sulle valutazioni della Commissione<br />

Bilancio del Congresso, pensiamo<br />

che meno del 5% degli americani vi<br />

aderirà.<br />

Ma alle compagnie assicurative quest’idea<br />

non piace. Il loro timore è che<br />

le società private non potranno competere<br />

ad armi pari con lo Stato e<br />

avrebbero ragione se l’opzione pubblica<br />

fosse sussidiata dai contribuenti.<br />

Ma non sarà così. Vado ripetendo che<br />

come una qualsiasi assicurazione privata,<br />

anche quella pubblica dovrà essere<br />

autosufficiente e sostenersi attraverso<br />

i premi che raccoglie. Evitando<br />

una parte dei costi di gestione che<br />

vengono tolti dai profitti delle compagnie<br />

private, stipendi degli amministratori<br />

e dei direttori, potremo trovare<br />

un buon compromesso per i<br />

consumatori. Si otterrebbe anche<br />

quella pressione sulle compagnie private<br />

necessaria per mantenere prezzi<br />

abbordabili senza trascurare la clientela.<br />

Avremmo lo stesso sistema con<br />

cui scuole e università pubbliche forniscono<br />

ulteriori opzioni e concorrenza<br />

agli studenti, senza per questo<br />

intaccare la vivace rete delle università<br />

private.<br />

Bisogna tenere presente che la grande<br />

maggioranza degli americani è ancora<br />

in favore dell’opzione per l’assicurazione<br />

pubblica in linea con quella<br />

proposta. Il suo impatto non deve<br />

essere esagerato dalla sinistra, dalla<br />

destra o dai media. Questa è solo una<br />

parte del mio progetto e non vorrei<br />

che venisse strumentalizzato per il solito<br />

scontro ideologico di Washington.<br />

Ai miei mici progressisti vorrei<br />

ricordare che per decenni, l’idea centrale<br />

della riforma è stata porre fine<br />

agli abusi delle compagnie assicurative<br />

e provvedere una copertura a chi<br />

non ce l’ha. L’opzione pubblica è uno<br />

strumento per ottenere quel fine,<br />

dobbiamo continuare ad essere aperti<br />

altre idee che ci permettano di raggiungere<br />

quest’obiettivo. Ai miei<br />

amici repubblicani dico che invece di<br />

fare affermazioni sconclusionate come<br />

quella della man bassa da parte<br />

dello Stato, dovremmo lavorare assieme<br />

per risolvere ogni preoccupazione<br />

che possa legittimamente sorgere.<br />

C’è chi, per esempio, ha suggerito che<br />

il sistema pubblico funzionerà solo in<br />

quei mercati dove le compagnie assicurative<br />

non partecipano con listini<br />

abbordabili. Altri hanno proposto<br />

una cooperativa, o un ente no-profit,<br />

incaricato di amministrare il piano.<br />

Queste sono tutte ottime idee di cui<br />

vale la pena discutere, ma non cambierò<br />

idea sul principio di base per cui<br />

Non cambierò idea<br />

sul principio di base<br />

per cui se qualcuno<br />

non può permettersi<br />

l’assicurazione, allora<br />

saremo noi a<br />

fornirgliela dando la<br />

possibilità di scegliere.<br />

Mi assicurerò che<br />

nessun burocrate<br />

dello Stato o di una<br />

compagnia<br />

assicurativa<br />

si frapponga tra voi<br />

e le cure di cui avete<br />

bisogno.


SERVIZIO<br />

SANITARIO<br />

USA<br />

LA RIFORMA<br />

DI OBAMA<br />

21<br />

se qualcuno non può permettersi l’assicurazione,<br />

allora saremo noi a fornirgliela<br />

dando la possibilità di scegliere.<br />

Mi assicurerò che nessun burocrate<br />

dello Stato o di una compagnia<br />

assicurativa si frapponga tra voi e<br />

le cure di cui avete bisogno.<br />

Infine vorrei parlare di qualcosa di<br />

molto importante per me, per i membri<br />

di questa Camera e per ogni cittadino,<br />

ovvero come paghiamo questo<br />

progetto. Ecco quello che dovete sapere:<br />

Primo: non firmerò nessun programma<br />

che appesantisca di un centesimo<br />

il nostro deficit pubblico, né ora né in<br />

futuro. Punto. La prova di questo sarà<br />

l’inserimento di un provvedimento<br />

che ci imporrà di effettuare altri tagli<br />

alle spese qualora i risparmi promessi<br />

non dovessero materializzarsi. Una<br />

delle ragioni per cui mi sono trovato a<br />

gestire un deficit di mille miliardi di<br />

dollari subito dopo aver messo piede<br />

nella Casa Bianca è che negli ultimi<br />

dieci anni troppe iniziative non sono<br />

state pagate, dalla guerra in Iraq ai tagli<br />

alle tasse per i lavoratori. Non farò<br />

lo stesso errore con la sanità.<br />

Secondo: abbiamo estimato che la<br />

gran parte di questo programma potrà<br />

essere finanziato con fondi provenienti<br />

dal sistema già esistente, costellato<br />

di sprechi ed abusi. Oggi le immense<br />

somme di denaro che spendiamo<br />

per la sanità non ci rendono più<br />

sani e questo non è il mio giudizio. E’<br />

quello medici e professionisti di tutto<br />

il paese. Lo stesso vale per MediCare<br />

e MedicAid e infatti voglio qui rivolgermi<br />

direttamente agli anziani, perché<br />

anche il dibattito su MediCare è<br />

stato oggetto di demagogia e forzature<br />

varie. Più di 40 anni fa si affermò<br />

in questa nazione il principio secondo<br />

il quale dopo una vita di duro lavoro<br />

gli anziani non dovevano essere abbandonati<br />

a se stessi con le loro parcelle<br />

mediche da pagare. Così nacque<br />

MediCare. E’ un’organizzazione sacra<br />

che deve continuare a operare di generazione<br />

in generazione. Ecco perché<br />

non useremo neanche un centesimo<br />

del budget di MediCare per finanziare<br />

questo programma. L’unica<br />

cosa che sarà eliminata sarà il furto di<br />

centinaia di miliardi di dollari e i sussidi<br />

di MediCare che inaspettatamente<br />

finiscono invece alle compagnie assicurative.<br />

Finanziamenti che gonfiano<br />

le casse delle assicurazioni, ma che<br />

non migliorano la salute degli anziani.<br />

Creeremo anche una commissione<br />

indipendente di dottori ed esperti<br />

medici incaricati di trovare tutte le<br />

fonti di spreco, anche per il futuro.<br />

Queste misure faranno sì che voi, anziani<br />

d’America, raccoglierete i benefici<br />

che vi sono stati promessi. Permetteranno<br />

a MediCare di essere presente<br />

anche per le generazioni future.<br />

Una parte dei soldi risparmiati sarà<br />

utilizzata per chiudere quel divario,<br />

tra le assicurazioni, che obbliga molti<br />

anziani a sborsare migliaia di dollari<br />

all’anno per i medicinali di cui hanno<br />

necessità. Ecco cosa faremo dunque.<br />

Non badate quindi quelle storie<br />

che vi raccontano come sarete privati<br />

dei vostri vantaggi. Anche perché tra<br />

questi inventori di storie c’è chi si è<br />

battuto contro MediCare in passato,<br />

per poi votare quest’anno un bilancio<br />

che essenzialmente avrebbe trasformato<br />

MediCare in un programma<br />

privato di voucher. Questo non avverrà<br />

finché ci sarò io. Proteggerò<br />

MediCare. E dato che essa occupa un<br />

posto di prim’ordine nel sistema sanitario,<br />

migliorare il programma significa<br />

effettuare quei cambiamenti che<br />

permetteranno di ridurre i costi che<br />

tutti noi sosteniamo.<br />

Sappiamo da molto tempo ormai che<br />

istituti come l’Intermountain Healthcare<br />

in Utah, o il Geisinger Health<br />

System in Pennsylvania offrono<br />

un’assistenza sanitaria di qualità a<br />

prezzi inferiori alla media. La commissione<br />

che ho menzionato quindi<br />

potrà incoraggiare la diffusione in<br />

tutto il sistema del loro metodo, attraverso<br />

medici e professionisti. Tutto<br />

quello che va dalla riduzione delle infezioni<br />

contratte in ospedale, ad un<br />

miglior coordinamento tra gruppi di<br />

dottori, alla riduzione dei problemi di<br />

MediCare e MedicAid finanzierà la<br />

gran parte di questo programma.<br />

Buona parte della spesa rimanente sarà<br />

coperta con gli introiti delle compagnie<br />

farmaceutiche e assicurative<br />

che potranno contare su maggiori<br />

vantaggi futuri derivanti da decine di<br />

milioni di nuovi clienti. Le assicurazioni<br />

dovranno pagare una tassa per i<br />

contratti più costosi, così facendo si<br />

incoraggeranno le società assicurative<br />

ad essere più responsabili economicamente.<br />

Questa proposta ha trovato il<br />

sostegno di esperti democratici e repubblicani,<br />

che ritengono altresì che<br />

questa nuova borsa sarà la chiave che<br />

permetterà di mantenere basse le spese<br />

sanitarie per tutti noi nel lungo termine.<br />

Infine, molti dei presenti in questa<br />

Camera, in particolare i repubblicani,<br />

ripetono da tempo che riformare<br />

le leggi sulle cattive pratiche mediche<br />

potrà contribuire ad abbassare il costo<br />

della sanità. Eccovi! Io non credo<br />

che compiendo tale riforma saremo<br />

in una botte di ferro, ma ho parlato<br />

con un numero sufficiente di medici<br />

per capire che la medicina difensiva<br />

potrebbe far aumentare inutilmente<br />

le spese. Propongo quindi di andare<br />

avanti con nuove idee che diano la<br />

priorità alla sicurezza del paziente e<br />

lasciare che i dottori si focalizzino sulle<br />

pratiche mediche. L’amministrazione<br />

Bush aveva considerato la possibilità<br />

di avviare dei progetti pilota in<br />

alcuni Stati per testare queste proposte.<br />

Penso che sia una buona idea. Per<br />

questo ho dato mandato, oggi, al Ministro<br />

della Salute di portare avanti<br />

questa iniziativa.<br />

In totale il piano che vi sto proponendo<br />

costerà 900 miliardi di dollari da<br />

ripartirsi in un arco temporale di 10<br />

anni. Meno di quanto abbiamo speso<br />

nella guerra in Afghanistan e in Iraq,<br />

e meno dei tagli alle tasse per i più ricchi<br />

americani approvati dal Congresso<br />

all’inizio della precedente amministrazione.<br />

Il carico maggiore di queste<br />

spese sarà sostenuto da fondi già<br />

spesi, ma spesi male, all’interno del sistema<br />

esistente. Il nostro deficit non<br />

ne risentirà, la classe media avrà più<br />

sicurezza, nessun aumento delle tasse,<br />

e se riusciremo a rallentare l’aumento<br />

del costo della sanità di un solo<br />

decimo dell’1% ogni anno, ripeto,<br />

un decimo dell’1%, ridurremo il deficit<br />

di quattro trilioni di dollari nel<br />

lungo periodo.<br />

Questo è il mio progetto. E’ un progetto<br />

che include idee di molti membri<br />

di questa Camera, democratici e<br />

repubblicani. E continuerò a cercare<br />

sempre un terreno comune su cui lavorare.<br />

Se qualcuno vuole propormi<br />

idee serie, lo ascolterò. La mia porta è<br />

sempre aperta. Ma sappiate una cosa:<br />

non sprecherò tempo con chi ritiene<br />

che la cosa migliore da fare sia ammazzare<br />

questa riforma anziché provare<br />

a migliorarla. Non rimarrò a<br />

guardare mentre i gruppi d’interesse<br />

utilizzeranno le solite tecniche per lasciare<br />

le cose esattamente come stanno.<br />

Se mistificate o date una falsa descrizione<br />

del contenuto di questo<br />

progetto, non staremo a guardare.<br />

Non accetterò il mantenimento dello<br />

status quo come soluzione. Non<br />

questa volta, non ora. Ognuno di noi<br />

sa cosa accadrà se non facciamo nulla.<br />

Il debito nazionale crescerà, altre famiglie<br />

perderanno tutto e altre imprese<br />

dovranno chiudere. Altri americani<br />

perderanno la copertura proprio<br />

quando sono malati e altri ne<br />

moriranno. Sappiamo che queste cose<br />

sono vere. E’ per questo che non<br />

possiamo fallire. Perché ci sono troppi<br />

americani che contano su di noi,<br />

sul successo finale. Ci sono quelli che<br />

soffrono in silenzio e quelli che vogliono<br />

condividere le loro storie con<br />

noi, attraverso le istituzioni locali, le<br />

lettere, le e-mail... [...].<br />

Nel 1935, quando più di metà della<br />

nostra popolazione anziana non era<br />

in grado di mantenersi e i loro risparmi<br />

andavano in fumo, ci fu chi sosteneva<br />

che il welfare avrebbe portato al<br />

socialismo. Ma le donne e gli uomini<br />

del Congresso non si piegarono ed è<br />

grazie a loro che oggi viviamo meglio.<br />

Nel 1965, qualcuno disse che Medi-<br />

Care avrebbe permesso allo Stato di<br />

impadronirsi dell’intero sistema sanitario,<br />

ma democratici e repubblicani<br />

del Congresso non indietreggiarono.<br />

Si unirono, e così siamo entrati nell’era<br />

dell’oro con più serenità. I nostri<br />

predecessori hanno compreso che lo<br />

Stato non può e non deve risolvere<br />

tutti i nostri problemi. Hanno compreso<br />

che ci sono istanze in cui i guadagni<br />

e le insicurezze che derivano<br />

dall’azione dello Stato non valgono al<br />

punto da porre altri paletti alla nostra<br />

libertà. Ma hanno anche capito che al<br />

pericolo di troppo Stato corrisponde<br />

quello opposto, cioè di troppo poco.<br />

Senza l’interevento cruciale di politiche<br />

giuste, i mercati crollano, i monopoli<br />

soffocano la competizione, i<br />

cittadini più vulnerabili sono sfruttati.<br />

E sapevano che quando una qualsiasi<br />

misura governativa, indipendentemente<br />

da quanto ben progettata,<br />

cade vittima di dileggio, quando ogni<br />

tentativo di aiutare i bisognosi viene<br />

attaccato con l’etichetta del « nonamericano<br />

», quando fatti e ragioni<br />

vengono gettati a mare e soltanto la<br />

timidezza passa per saggezza, quando<br />

non possiamo più dare vita ad una<br />

conversazione seria su temi che contano<br />

veramente, a quel punto non abbiamo<br />

perso solo la capacità di far<br />

fronte a nuove sfide, perdiamo qualcosa<br />

di essenziale per noi stessi. Era<br />

vero allora, e lo è ancora oggi.<br />

So quanto sia stato difficile il dibattito<br />

sulla riforma sanitaria. So che molti<br />

nel nostro paese sono molto scettici<br />

e pensano che lo Stato sia sulle loro<br />

tracce. So che la mossa politicamente<br />

più comoda sarebbe quella del rinvio,<br />

rinviare a tra un anno, o alla prossima<br />

elezione, o al prossimo mandato. Ma<br />

non è quel che ci serve ora. Non è<br />

quello per cui siamo stati eletti. Non<br />

siamo venuti qua temendo il futuro,<br />

siamo qua per costruirlo. Penso ancora<br />

che possiamo farcela, anche quando<br />

è difficile. Io credo ancora, io credo<br />

ancora che possiamo agire quando<br />

è difficile. Credo ancora che sia<br />

possibile sostituire l’acrimonia con la<br />

civiltà e la crisi col progresso. Penso<br />

ancora che si possano fare grandi cose<br />

e che ci faremo trovare preparati<br />

qui, oggi, all’esame della storia. Perché<br />

questo è ciò che siamo. E’ la nostra<br />

chiamata. E’ il nostro carattere.<br />

Grazie. Dio vi benedica e Dio benedica<br />

gli Stati Uniti d’America.<br />

Traduzione di Matteo Angioli, iscritto<br />

all’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> nel<br />

2009<br />

Non accetterò il mantenimento dello status quo come<br />

soluzione. Non questa volta, non ora. Ognuno di noi sa<br />

cosa accadrà se non facciamo nulla. Il debito nazionale<br />

crescerà, altre famiglie perderanno tutto e altre imprese<br />

dovranno chiudere. Altri americani perderanno la<br />

copertura proprio quando sono malati e altri ne<br />

moriranno.


22<br />

DAL CORPO<br />

DEI MALATI<br />

AL CUORE<br />

DELLA POLITICA<br />

CELLULE<br />

DI ALTERNATIVA<br />

BASILICATA: LA LENTOCRAZIA CHE UCCIDE<br />

Giustizia a malato morto<br />

Egidio Sisinni, malato di sla, chiedeva gli strumenti per communicare<br />

Il Tribunale è arrivato anni dopo la sua morte<br />

MAURIZIO BOLOGNETTI<br />

Pensavo che quello che abbiamo<br />

definito “Caso Sisinni” fosse<br />

ormai una vicenda chiusa. Pensavo<br />

che l’esposto che presentammo<br />

il 14 giugno del 2004 alla<br />

Procura della Repubblica di Lagonegro<br />

fosse stato archiviato. E<br />

invece no. Mi sbagliavo. Qualche<br />

giorno fa, il postino mi ha<br />

recapitato una busta verde,<br />

quella che preannuncia la notifica<br />

degli atti giudiziari. Apro la<br />

busta e la lettura mi catapulta di<br />

colpo al marzo-giugno del 2004<br />

e alla vicenda di Egidio Sisinni,<br />

ammalato di Sla, che ci ha lasciato<br />

nell’ottobre del 2006.<br />

Leggo e non credo ai miei occhi.<br />

Dopo 5 anni sono stato convocato<br />

per essere ascoltato come<br />

teste in un processo scaturito<br />

dall’esposto che presentai il 14<br />

giugno del 2004. Guardo l’elenco<br />

e mi accorgo che tra coloro<br />

che sono stati chiamati a deporre<br />

c’è anche Egidio. Per un attimo<br />

mi viene voglia di chiamarlo<br />

e dirgli adesso puoi raccontare<br />

quello che ti è successo, ma è<br />

solo un attimo. Egidio non c’è<br />

più; è morto il 16 ottobre del<br />

2006, pochi mesi dopo aver ricevuto<br />

il My Toby(lo strumento<br />

che consente a chi ha perso<br />

l’uso della parola di comunicare<br />

attraverso gli occhi).<br />

E dire che Egidio aveva davvero<br />

voglia di raccontarla la sua storia<br />

e le vessazioni che riteneva di<br />

aver subito dall’Asl n°3 di Lagonegro.<br />

Torno a quel marzo del<br />

2004 e inizio a ricordare il primo<br />

colloquio con Egidio, svoltosi<br />

grazie all’ausilio di un cartello<br />

dove le figlie avevano riportato<br />

l’alfabeto. Ricordo una persona<br />

che non voleva che i suoi sacrosanti<br />

diritti venissero spacciati<br />

per concessioni o favori. Egidio<br />

lamentava un ritardo di mesi<br />

nella visita fisiatrica(e non solo)<br />

dalla quale dipendeva la prescrizione<br />

di una serie di ausili<br />

sanitari che avrebbero potuto<br />

migliorare la qualità della sua vita.<br />

Torno indietro con la memoria<br />

e siamo in piazza Picardi a<br />

Lagonegro. E’ il 17 giugno 2004<br />

e siamo in piena campagna referendaria<br />

sulla legge 40. Siamo<br />

quattro gatti che hanno deciso<br />

di manifestare per rivendicare il<br />

CANNABIS TERAPEUTICA<br />

Vittoria!<br />

ANDREA TRISCIUOGLIO<br />

rispetto dei diritti del cittadino<br />

Sisinni. Siamo pochi, ma a sentirci<br />

sono in tanti. Il tavolo allestito<br />

dai Radicali diventa per<br />

qualche ora il punto di riferimento<br />

di tutti coloro che vengono<br />

a raccontarci presunti casi di<br />

malasanità.<br />

Trascorrono pochi mesi e apprendo<br />

di essere stato querelato<br />

per diffamazione dal dr. De Fino,<br />

dirigente dell’Asl n°3 di Lagonegro.<br />

Faccio fatica a crederci.<br />

Avevo chiesto che venissero<br />

accertate eventuali responsabilità<br />

penali a carico dei vertici<br />

della Asl n°3 e, invece, sul banco<br />

degli imputati ci sono finito io.<br />

Pochi mesi ancora e nel settembre<br />

del 2005 sono seduto davanti<br />

al Gup, il dr. Starita, accanto a<br />

me l’avvocato Antonio Pisani. Il<br />

Gup dispone l’archiviazione per<br />

“infondatezza della notizia criminis”.<br />

La querela come strumento per<br />

tappare la bocca! Perché è questo<br />

che sta accadendo nel nostro<br />

paese, come ha ottimamente<br />

certificato Freedom<br />

House nel suo ultimo rapporto<br />

sulla libertà di stampa in Italia.<br />

Vittoria! Finalmente l'ospedale di Foggia mi ha fornito gratuitamente il<br />

tanto richiesto Bedrocan. L'iter burocratico mi vedeva quasi ogni giorno<br />

presso la struttura ospedaliera di Foggia a fornire (io, paziente affetto da<br />

SM) informazioni ai medici che non hanno mai<br />

importato in vita loro un farmaco cannabinoide.<br />

Ma è stata soddisfatta la mia esigenza,<br />

il mio diritto a curarmi, ma<br />

gli altri Andrea Trisciuoglio che ci<br />

sono in tutta Italia e che spesso<br />

sono costretti a dover<br />

sborsare di tasca loro quei<br />

750 euro necessari per il<br />

farmaco La mia battaglia<br />

ora sarà per loro. Dopo<br />

il servizio de "Le Iene"<br />

in onda ieri su Italia1<br />

spero che l'opinione<br />

pubblica sia un po'<br />

più sensibile su questo<br />

tema. Una battaglia che<br />

mi ha visto ottenere<br />

questa vittoria grazie anche<br />

altre associazioni:<br />

ACT (<strong>Associazione</strong> Cannabis<br />

Terapeutica), P.I.C. (Pazienti<br />

Impazienti Cannabis),<br />

l'@RA (<strong>Associazione</strong> Radicale<br />

Antiproibizionista) con i loro rappresentanti<br />

Stefano Balbo, Pino Cucci,<br />

Claudia Sterzi e tantissimi altri sparsi su<br />

tutto il territorio nazionale.<br />

Arrivo al 16 ottobre 2006 e ricordo<br />

i manifesti a lutto che annunciano<br />

la morte di Egidio e su<br />

di essi l’invito a devolvere un<br />

contributo all’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>.<br />

Guardo di nuovo la lettera,<br />

sorrido amaro: dopo 5 anni<br />

vengo convocato come teste e<br />

con me viene convocato chi cinque<br />

anni fa avrebbe voluto gridare<br />

il suo sdegno. Il 23 settembre<br />

2009, giorno fissato per<br />

l’udienza, Egidio Sisinni in aula<br />

CARLO TROILO<br />

Alberto Statera è un giornalista<br />

con un curriculum impressionante:<br />

ha lavorato all’”Espresso”<br />

come capo della redazione economica<br />

e alla “Stampa” e ha diretto<br />

cinque dei quotidiani del<br />

gruppo Espresso. Da qualche<br />

anno, come editorialista di “Repubblica”,<br />

ha girato l’Italia in<br />

lungo e in largo denunciando la<br />

corruzione dilagante nel Paese.<br />

Nel suo ultimo libro (“Il termitaio”,<br />

Rizzoli, 17 euro), Statera scrive<br />

che “oggi che il federalismo è<br />

diventato il nuovo mantra conviene<br />

guardare alla periferia per<br />

misurare l’estensione del degrado<br />

italiano, dalla Milano dell’Expo<br />

al Molise del giovane Di Pietro.<br />

Lì appare in tutta la sua evidenza,<br />

a destra come e sinistra,<br />

la questione immorale, l’essenza<br />

di un paese alla deriva. E’ lì<br />

che domina un’altra casta, che<br />

viene ancor prima della politica<br />

e che anzi manipola e corrompe<br />

a piacimento i politici. E’ la nuova<br />

razza padrona (“Razza padrona”<br />

era il titolo di un famoso<br />

libro di Scalfari e Turani), i signori<br />

degli appalti che delle aste<br />

e dei concorsi truccati hanno<br />

fatto una scienza: un intreccio<br />

di cemento, finanza e banche”.<br />

Statera racconta in particolare,<br />

in modo vivace ed ironico, la<br />

storia di Alfredo Romeo, l’imprenditore<br />

campano al centro<br />

della bufera che ha riaperto la<br />

questione morale nel PD, mentre<br />

le sue società gestiscono, fra<br />

le altre cose, il patrimonio immobiliare<br />

di città come Napoli,<br />

Roma, Milano e Venezia. Ce n’è<br />

per tutti: i sindaci delle principali<br />

città (a Roma Rutelli e Veltroni<br />

non sono trattati meglio di<br />

Alemanno), i grandi costruttori<br />

(a partire da Caltagirone e Ligresti),<br />

i potenti banchieri (Cesare<br />

non ci sarà. Spero di poter dare<br />

ancora una volta voce ad un<br />

amico, che in molti avrebbero<br />

voluto solo in silenziosa attesa<br />

della morte e che, invece, ha testardamente<br />

insistito affinché i<br />

suoi diritti, che sono i miei, che<br />

sono i nostri, venissero rispettati.<br />

Troppo spesso, in certe zone<br />

del nostro sud, ciò che è diritto<br />

viene spacciato per favore, anche<br />

quando in ballo c’è la salute.<br />

UN LIBRO DI ALBERTO STATERA<br />

“Il Termitaio”<br />

Geronzi, oggi al vertice di Mediobanca,<br />

al posto che fu di Enrico<br />

Cuccia, dopo essere stato<br />

“cacciato da Capitalia con una<br />

buonuscita di circa 60 milioni di<br />

euro”). Particolarmente impressionanti<br />

le notizie sulla futura<br />

cementificazione di Roma (“da<br />

Bufalotta a Malafede, una distesa<br />

di cemento grande come dieci<br />

volte Parigi”). Non meno impressionanti<br />

le notizie sulle operazioni<br />

“imprenditoriali” degli<br />

enti locali, ai quali fa capo una<br />

miriade di società più o meno<br />

disastrare, tale da far rimpiangere<br />

perfino le Partecipazioni<br />

Statali dei tempi peggiori. L’episodio<br />

forse più sconcertante riguarda<br />

il presidente della Provincia<br />

di Milano Filippo Penati,<br />

astro sorgente del Partito Democratico:<br />

nel 2004 Penati compra<br />

da un altro grande costruttore,<br />

Marcellino Gavio, il 15%<br />

del pacchetto azionario della<br />

società autostradale “Serravalle”,<br />

“a 8,93 euro per azione. Diciotto<br />

mesi prima, Gavio aveva<br />

comprato le stesse azioni a 2,9.<br />

Plusvalenza 179 milioni di euro,<br />

dieci milioni al mese”. L’epilogo<br />

del libro è molto amaro. “La corruzione<br />

, scrive<br />

Statera, ci ha portati ad essere il<br />

paese più corrotto d’Europa, secondo<br />

l’organizzazione non governativa<br />

Transparency International”.<br />

Ed è raro che qualcuno<br />

paghi nel nostro paese: come<br />

ha osservato Gustavo Zagrebelsky,<br />

“tra condoni, indulti, norme<br />

che accorciano i tempi di prescrizione,<br />

è praticamente impossibile<br />

arrivare a sentenze di<br />

condanna e poi alla loro esecuzione”.<br />

E in futuro ci attende la<br />

“legge libera tutti sul mattone”,<br />

fortemente voluta dall’ex palazzinaro<br />

che oggi presiede il nostro<br />

governo.


PAGINA 3<br />

PER UN<br />

“RIENTRO<br />

DOLCE”<br />

23<br />

IL NOBEL DELLA RIVOLUZIONE VERDE<br />

Demografia: l’ecologismo vietato<br />

I rischi dell’esplosione demografica nelle parole di uno scienziato inascoltato, anche dagli ecologisti<br />

NORMAN BORLAUG<br />

11 dicembre 1970<br />

[...] La rivoluzione verde ha segnato<br />

un successo temporaneo nella<br />

guerra dell’uomo contro la fame e<br />

le privazioni; ha dato all’essere<br />

umano una boccata di ossigeno.<br />

Se implementata fino in fondo,<br />

tale rivoluzione può fornire cibo a<br />

sufficienza per il sostentamento<br />

nei prossimi tre decenni. Ma anche<br />

la potenza spaventosa della<br />

riproduzione umana deve essere<br />

frenata; altrimenti il successo della<br />

rivoluzione verde sarà effimero.<br />

La maggior parte delle persone<br />

ancora non riesce a comprendere<br />

l’enormità e la minaccia del<br />

“Mostro della Popolazione”. In<br />

origine non c’erano che due persone,<br />

Adamo ed Eva. E’ ancora<br />

dubbio quando essi abbiano fatto<br />

la loro comparsa sulla terra. Comunque,<br />

al tempo della nascita di<br />

Cristo, la popolazione mondiale<br />

aveva probabilmente raggiunto<br />

quota 250 milioni. Ma da allora la<br />

popolazione è cresciuta fino a<br />

raggiungere i 3,5 miliardi di persone.<br />

L’aumento è stato particolarmente<br />

rapido a partire dall’avvento<br />

della medicina moderna. Se<br />

l’incremento continua al tasso attuale<br />

del due per cento, la popolazione<br />

arriverà a 6,5 miliardi entro<br />

il 2000. Già oggi, ogni secondo o<br />

ogni ticchettio delle lancette<br />

d’orologio, all’incirca 2,2 persone<br />

si aggiungono alla popolazione<br />

mondiale. Il ritmo aumenterà di<br />

2,7, 3,3 e 4,0 persone per ogni ticchettio<br />

d’orologio rispettivamente<br />

entro il 1980, il 1990 e il 2000, a<br />

meno che l’essere umano non diventi<br />

più realistico e preoccupato<br />

a proposito di questo destino funesto<br />

che incombe. Con i decenni,<br />

il tic-tac dell’orologio diverrà<br />

sempre più rumoroso e minaccioso.<br />

Come andrà a finire<br />

Anche l’Onu<br />

mette la demografia<br />

tra parentesi<br />

MASSIMO LIVI BACCI<br />

La Repubblica, 13 ottobre 2005<br />

[...] Nel suo rapporto per il 2005, il Fondo delle Nazioni<br />

Unite per la Popolazione tratta, soprattutto, del contributo<br />

che i progressi nell’ambito della salute riproduttiva e l’eliminazione<br />

delle disuguaglianze in genere possono dare alla lotta<br />

alla povertà e allo sviluppo. La tesi di fondo è che miglioramenti<br />

della salute e delle condizioni sociali delle donne in<br />

età riproduttiva sia un fattore cruciale per lo sviluppo sociale.<br />

Le donne mettono al mondo, curano, allevano i figli, e lo<br />

fanno più consapevolmente se sono più istruite; le donne<br />

con più istruzione si sposano più tardi e hanno più potere<br />

nella famiglia, entrano più facilmente nel mondo del lavoro<br />

e rendono effettivi i loro diritti.<br />

Il Rapporto è però rivelatore di profondi mutamenti ideologici<br />

nell’ambito della comunità internazionale: la popolazione<br />

e la sua crescita non sono più una priorità. Tanto è stato<br />

forte, l’allarme creato dagli esperti, amplificato dai media,<br />

ripreso dai governi e dalle istituzioni internazionali tra gli anni<br />

’50 e ’80 – con un linguaggio spesso bellico e militaresco: la<br />

bomba demografica, il boom delle nascite, l’esplosione delle<br />

megalopoli – tanto si rischia adesso di adagiarsi sulla convinzione<br />

che la crescita demografica stia finendo. Eppure,<br />

dai sei miliardi e mezzo di oggi, la popolazione mondiale crescerà<br />

sicuramente a nove verso la metà del secolo, anche se<br />

dopo quella data il tasso d’incremento – si pensa – convergerà<br />

rapidamente a zero. Ma se la produttività rimanesse ai<br />

livelli attuali, senza l’ulteriore abbassamento che si prevede<br />

(e si spera) avvenga, il mondo a metà del secolo conterebbe<br />

due miliardi e mezzo di persone in più, con conseguenze<br />

presumibilmente negative sull’ambiente, la povertà, le disuguaglianze.<br />

Tra gli Obiettivi del Millennio, però, non esistono<br />

traguardi di natura demografica: né si parla della necessità<br />

di rafforzare il sostegno ai programmi di pianificazione familiare,<br />

o di governare le migrazioni internazionali. [...]<br />

Malthus segnalò questo pericolo<br />

un secolo e mezzo fa. Ma lui enfatizzò<br />

soprattutto il rischio che la<br />

popolazione potesse crescere più<br />

rapidamente della risorsa-cibo. Ai<br />

suoi tempi non poteva prevedere<br />

lo straordinario incremento del<br />

potenziale produttivo degli alimenti<br />

da parte del genere umano.<br />

Né avrebbe potuto anticipare le<br />

conseguenze fisiche e mentali, allarmanti<br />

e distruttive, della grottesca<br />

concentrazione di esseri<br />

umani nell’ambiente fragoroso e<br />

inquinato delle megalopoli, cresciute<br />

a dismisura e in maniera<br />

patologica. Gli esseri umani potranno<br />

sopportare questa tensione<br />

Stress e tensioni anormali tendono<br />

ad accentuare gli istinti animali<br />

dell’uomo, provocano comportamenti<br />

irrazionali e socialmente<br />

distruttivi tra gli individui<br />

meno stabili in questa folla esasperante.<br />

Dobbiamo riconoscere<br />

il fatto che una quantità di cibo<br />

adeguata è solo il primo requisito<br />

per vivere. Per una vita decente ed<br />

umana dobbiamo anche fornire<br />

l’opportunità di una buona educazione,<br />

un impiego remunerativo,<br />

una casa confortevole, un vestiario<br />

decente, cure sanitarie efficienti<br />

e compassionevoli. A meno<br />

che non possa garantire tutto<br />

ciò, l’essere umano potrebbe soffrire<br />

di malattie ambientali prima<br />

ancora che per fame.<br />

E nonostante ciò sono ottimista<br />

per il futuro dell’umanità, perché<br />

in tutte le popolazioni biologiche<br />

ci sono meccanismi innati per<br />

adattare la crescita della popolazione<br />

alle capacità di sopportazione<br />

dell’ambiente. Un qualche<br />

meccanismo del genere esiste<br />

senza dubbio nell’uomo, presumibilmente<br />

nell’Homo sapienza,<br />

ma fino ad oggi non si è affermato<br />

per portare in equilibrio la crescita<br />

della popolazione e la capacità<br />

di sopportazione dell’ambiente<br />

su scala globale. Continuare ad<br />

accrescere il numero di esseri<br />

umani in maniera folle fino al momento<br />

in cui tale meccanismo<br />

dovesse subentrare, sarebbe disastroso.<br />

La validità dell’epiteto della<br />

nostra specie, “sapiens”, è alla<br />

prova.<br />

Ma poiché l’uomo è potenzialmente<br />

un essere razionale, sono<br />

fiducioso che entro i prossimi due<br />

decenni egli riconoscerà la strada<br />

auto-distruttiva della crescita demografica<br />

che ha imboccato e<br />

adatterà il tasso di crescita a livelli<br />

che consentano uno standard di<br />

vita decorso per tutta l’umanità.<br />

Se l’uomo sarà abbastanza saggio<br />

per prendere questa decisione, se<br />

tutti i paesi abbandoneranno la<br />

loro idolatria per Ares, Marte,<br />

Thor, allora l’Umanità stessa dovrebbe<br />

ricevere un premio Nobel<br />

che è “attribuito alla persona che<br />

ha fatto di più per promuovere la<br />

fratellanza tra le nazioni”. In quel<br />

caso, sviluppando e applicando le<br />

abilità tecnologiche e scientifiche<br />

del ventesimo secolo per il “benessere<br />

dell’umanità in tutto il<br />

mondo”, l’uomo potrà vedere avverarsi<br />

la profezia di Isaia: “E il deserto<br />

esulterà, fiorirà come la rosa.<br />

[...] Esso si trasformerà in un lago<br />

e la terra arida in sorgenti”. Possano<br />

queste parole divenire vere.<br />

(Traduzione di Marco Valerio Lo<br />

Prete)<br />

Norman Borlaug, premio Nobel per la<br />

Pace nel 1970, è scomparso a Dallas, negli<br />

Stati Uniti, lo scorso 12 settembre.<br />

Professore di Agricoltura internazionale<br />

all'Università A&M di College Station, in<br />

Texas, Borlaug vinse il riconoscimento per<br />

il suo ruolo chiave nella cosiddetta “rivoluzione<br />

verde”. Quest’ultima fu alla radice di<br />

quell’aumento di produttività dei raccolti<br />

che contribuì ad evitare le carestie di<br />

massa previste nel Terzo mondo nella<br />

seconda metà del XX secolo. Quello che<br />

riproduciamo in questa pagina è un passaggio<br />

del discorso che Borlaug tenne in<br />

occasione della cerimonia di ricevimento<br />

del premio consegnato a Stoccolma. Un<br />

passaggio decisivo perché mette in risalto<br />

un aspetto a lungo trascurato – anche dal<br />

mondo ecologista italiano – di questo pensatore:<br />

la sua riflessione sulle conseguenze<br />

dell’esplosione demografica nel mondo.


24<br />

LETTURE<br />

LE NOSTRE<br />

SEGNALAZIONI<br />

a cura di Maria Pamini<br />

Claudia Mancina, La laicità al tempo della<br />

bioetica, Il Mulino, 2009, pp. 156, euro 14,00<br />

Il nuovo lavoro di Claudia Mancina<br />

(docente di Etica alla Sapienza, ex parlamentare<br />

pidiessina e membro del Comitato<br />

nazionale di bioetica) è un'ulteriore<br />

La “ragione pubblica”<br />

non ammette zona grigia<br />

riflessione sulla laicità che, malgrado il livello<br />

alto di riferimenti filosofici, si pone<br />

un obiettivo concreto: individuare una via<br />

d'uscita in una situazione, quella italiana,<br />

che si trova, sul piano politico e legislativo,<br />

in balìa di posizioni di stampo etico-religioso.<br />

La laicità è qui intesa come neutralità<br />

dello Stato, che dev'essere inclusivo e tollerante<br />

nei confronti delle diverse espressioni<br />

religiose purché esse abbandonino<br />

“la loro pretesa di servire da base della decisione<br />

politica, che concerne e obbliga<br />

tutti i cittadini”, evitando così il modello di<br />

“laicità militante” alla francese, non adatta<br />

alle odierne società pluraliste.<br />

Nel libro si fa riferimento ampiamente<br />

alle considerazioni esposte da John Rawls<br />

in Liberalismo politico. Seguendo Rawls,<br />

dunque, Mancina non si serve della dicotomia<br />

laico/religioso bensì di quella più<br />

feconda pubblico/non pubblico, dove ciò<br />

che non è pubblico non ricade nella sfera<br />

del privato bensì del sociale. Sulla definizione<br />

di tali concetti, che non sono dati<br />

una volta per sempre, l'autrice si sofferma<br />

a lungo ed è interessante la sua ricostruzione<br />

dei cambiamenti fondamentali avvenuti<br />

negli anni sessanta, soprattutto a<br />

partire dai diritti acquisiti dalle donne. Liberando<br />

la donna dal dominio della famiglia<br />

e quindi superando la coincidenza tra<br />

privato e famiglia (patriarcale) si viene così<br />

sempre più a porre in primo piano la garanzia<br />

dell'autonomia decisionale dell'individuo.<br />

Seguendo questo ragionamento, anche<br />

quelle problematiche che secondo alcuni<br />

dovrebbero rimanere in una cosiddetta<br />

“zona grigia” non regolamentata<br />

dalla legge, per Mancina non possono essere<br />

sottratte a decisioni pubbliche, come<br />

del resto tutte le democrazie occidentali<br />

stanno cercando di fare sulle questioni di<br />

bioetica. “La medicina, l'attività di riabilitazione,<br />

l'assistenza data ai malati e agli<br />

infortunati, ha ormai una componente<br />

tecnica di dimensioni tali da non poter essere<br />

più considerata come una protesi<br />

neutra dei processi naturali”.<br />

Convenendo, dunque, che sugli argomenti<br />

di bioetica lo Stato debba legiferare,<br />

come farlo al meglio Dopo aver analizzato<br />

il caso esemplare della procreazione<br />

assistita, Mancina conclude che bisogna<br />

“fare riferimento a quelli che sono i<br />

valori fondamentali della democrazia liberale,<br />

che sono la libertà, l'eguaglianza, il<br />

rispetto. La visione religiosa della sacralità<br />

della vita non è condivisa da tutti, e non<br />

può quindi essere il valore principale da<br />

difendere: non con la forza della legge, che<br />

si esercita su tutti i cittadini”.<br />

Rifacendosi nuovamente al pensiero<br />

di Rawls, Mancina si appella ad una ragione<br />

pubblica che “non pretende di fissare i<br />

rapporti politici in uno schema istituzionale<br />

definito una volta per tutte, ma lascia<br />

decidere ai cittadini e al dibattito pubblico<br />

di volta in volta i mutevoli confini”. E conclude<br />

che “senza dubbio, praticare la ragione<br />

pubblica, non è mai facile, neppure<br />

nella migliore delle democrazie; tanto più<br />

è difficile in circostanze storiche in cui il<br />

legame di cittadinanza si indebolisce. Ma<br />

non c'è una strada più facile o migliore”.<br />

Sarebbe opportuno che anche i membri<br />

di fede cattolica del Pd, a cui Mancina,<br />

insieme ad altri filosofi ed intellettuali,<br />

aveva già rivolto un appello simile (il “Manifesto<br />

per la bioetica”) nel 2007, nell'anno<br />

della sua nascita, facessero tesoro di questi<br />

suggerimenti.<br />

segnalazioni - www.lucacoscioni.it/tag/in_libreria<br />

Ignazio Marino, Nelle tue<br />

mani. Medicina, fede, etica<br />

e diritti, Einaudi, pp. VI-<br />

226, euro 18,00<br />

Quante volte un medico si<br />

sente dire: "Dottore, mi<br />

metto nelle sue mani". Di<br />

fronte a questa totale fiducia<br />

deve mettere in campo<br />

le proprie competenze professionali<br />

e umane, rivolgendo<br />

l'attenzione al recupero<br />

della salute del paziente<br />

come al suo equilibrio<br />

psicofisico. Ignazio<br />

Marino attinge alla sua<br />

esperienza per sviluppare<br />

una riflessione che va dalla<br />

ricerca alla sperimentazione,<br />

dalla vita ospedaliera alla<br />

malasanità, fino alle nuove<br />

frontiere della scienza,<br />

poiché oggi il potere di vita<br />

e di morte dei medici è cresciuto<br />

in maniera esponenziale.<br />

Temi che toccano tutti<br />

in prima persona, chiamati<br />

a comprendere l'intreccio<br />

complesso tra la<br />

medicina, la bioetica e la<br />

politica, ma anche quello<br />

tra il corpo e l'anima, la libertà<br />

e la coscienza, i diritti<br />

dei singoli e il bene comune.<br />

Giancarlo Bosetti, Il fallimento<br />

dei laici furiosi. Come stanno<br />

perdendo la scommessa<br />

contro Dio, Bompiani, pp.<br />

197, euro 13,00<br />

Per Bosetti, nel cosiddetto<br />

post-secolarismo italiano, i<br />

laici che rifiutano di prendere<br />

atto del ritorno identitario<br />

delle religioni finiscono con<br />

il perdere consensi nella società,<br />

anche quando portano<br />

avanti giuste battaglie.<br />

Mentre la Chiesa, arroccata<br />

in una difesa disperata e a<br />

volte prepotente, ignora una<br />

richiesta di spiritualità che<br />

rischia di essere soddisfatta<br />

altrove. Secondo l’autore, la<br />

soluzione è cambiare rotta<br />

in nome dell'apertura reciproca<br />

e la sfida è quella di<br />

forgiare una nuova cultura<br />

laica contro ogni integralismo,<br />

che sappia accettare il<br />

ruolo delle religioni come<br />

rafforzamento e complemento<br />

dello Stato liberale.<br />

Insomma, un concetto di reciprocità<br />

indubbiamente<br />

sui generis: ai laici tutto<br />

l’onere, reprimenda compresa!<br />

Jean-Louis Fournier, Dove<br />

andiamo papà. Vivere, piangere,<br />

ridere con due figli diversi<br />

dagli altri, Rizzoli, 2009, pp.<br />

149, euro 15,00<br />

Jean-Louis Fournier, umorista<br />

di professione, ha avuto<br />

due figli "venuti male",<br />

Mathieu e Thomas, presto<br />

rivelatisi incapaci di crescere,<br />

muoversi, comunicare<br />

come gli altri. Di fronte a<br />

questo dramma, Fournier<br />

reagisce nell'unico modo<br />

che sa: con l'ironia, dimostrando<br />

che ridere è quasi<br />

un dovere nei confronti di<br />

chi è condannato a subire<br />

l'ipocrisia del politicamente<br />

corretto, dei silenzi imbarazzati,<br />

degli sguardi obliqui<br />

e fugaci. Con questo<br />

piccolo libro, l'autore si rivolge<br />

a Mathieu e Thomas<br />

per mostrare l'amore, le frustrazioni,<br />

le speranze e le<br />

paure che qualsiasi padre<br />

prova nel veder crescere i<br />

propri bambini. E si sbarazza<br />

di tabù e pregiudizi, per<br />

restituire ai suoi figli, amatissime<br />

e misteriose creature<br />

"dalla testa piena di paglia",<br />

umanità e dignità.


DAL CORPO<br />

DEI MALATI<br />

AL CUORE<br />

DELLA POLITICA<br />

STORIA<br />

DI SPERANZA<br />

25<br />

PAOLO DI MODICA<br />

Sono Paolo Di Modica ho 44 anni e sono un<br />

musicista, un flautista. Stavo preparando un<br />

concerto per il gennaio 2007, quando mi sono<br />

accorto che qualcosa non andava. Ho cominciato<br />

con un minimo disturbo al mignolo. Pensavo ad<br />

una tendinite o a qualcosa del genere, la diagnosi o<br />

meglio, la condanna, come la definisco io, è stata<br />

Sla. Mi è stata comunicata al Fatebenefratelli, da un<br />

medico che mi aveva seguito, nel corridoio mentre<br />

stavo tornando a casa dopo gli accertamenti, come<br />

una notizia qualunque: “ha una malattia del<br />

motoneurone. Non si affatichi.” Io pensai, faccio il<br />

musicista, mica lo scaricatore di porto.<br />

Nonostante il modo fugace e senza tatto in cui mi<br />

fu data la notizia, tornai a casa curioso di sapere in<br />

cosa consistesse la mia patologia. Non ne sapevo<br />

nulla. Sono andato su internet a cercare cosa fosse;<br />

ho “scoperto” la Sla. Sono rimasto agghiacciato. In<br />

quel momento ho sudato freddo, mi si è<br />

annebbiata la vista, il mio cervello si è rifiutato di<br />

capire ciò che leggevo. Questo accadeva nel giugno<br />

2007. La mia reazione è stata di paura. Per oltre un<br />

anno sono rimasto rinchiuso in casa, non volevo<br />

parlare né vedere nessuno. Evitavo di guardare gli<br />

altri, la malattia, il mio futuro, il mondo.<br />

Ora non sono più un musicista, anche se<br />

nell’animo lo resterò a vita. Ho abbandonato la<br />

musica. Ho fatto un ultimo concerto, il concerto<br />

del motoneurone, come l’ho definito io, il 28 agosto<br />

2007. Ho pensato l’ultimo della mia vita, ed è stato<br />

così. Ha partecipato anche Piovani, come ultima<br />

canzone abbiamo suonato “la vita è bella”, colonna<br />

sonora del film di Benigni. Ed è così, in realtà la vita<br />

è bella. Ad un certo punto, mi sono come svegliato<br />

da un lungo sonno, e ho capito di dover lottare,<br />

nella speranza che si trovi una cura. Io mi ero<br />

rassegnato troppo presto alla malattia. La diagnosi<br />

PAOLO<br />

IO, MUSICO<br />

CON LA SLA<br />

MI GETTO<br />

NELLA MISCHIA<br />

aveva distrutto me e mia moglie, totalmente. Ho<br />

smesso di suonare subito, appena ho saputo. Anche<br />

se avrei potuto continuare per un altro po’ di<br />

tempo. Solo che la testa non c’era più. Non mi<br />

divertivo più. La musica, oltre che un lavoro, per me<br />

era una passione. Quindi ho mollato. Tutto questo<br />

grazie ai medici “cattolici”, e al modo in cui mi<br />

hanno dato la mia condanna. Alla faccia della carità<br />

cristiana.<br />

La forza di reagire mi è venuta solo a dicembre<br />

dello scorso anno, dopo circa un anno e mezzo.<br />

Una mattina sono andato a seguire il protocollo di<br />

Vescovi sulle staminali. Lì ho incontrato una<br />

giornalista del Tg3, che voleva intervistare un<br />

malato di Sla, non famoso, non calciatore. Accettare<br />

un’intervista, è come dirlo al mondo. Ma preferivo<br />

che la gente sentisse cosa avessi dalla mia voce,<br />

senza che si potessero fare dei pettegolezzi. Da lì ho<br />

iniziato la mia realtà nella malattia. Fino al giorno<br />

di decidere di rilasciare l’intervista, prima di<br />

addormentarmi pensavo solo alla parola Sla,<br />

continuamente, ininterrottamente, ossessivamente,<br />

nel momento in cui ho deciso di parlare con la<br />

giornalista, mi sono messo a letto pensando a cosa<br />

dire alle telecamere, agli altri, alle persone che<br />

sentivano parlare della malattia. In quei mesi ho<br />

cominciato a peggiorare fisicamente, ma sono<br />

rinato a livello psicologico, ho avuto un<br />

atteggiamento diverso rispetto a tutto.<br />

Conoscevo bene la storia di <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, avevo<br />

sentito parlare spesso di Piergiorgio Welby, avevo<br />

visto Borgonovo andare in tv tutto intubato. Ho<br />

cominciato a pensare al dovere di portare avanti la<br />

nostra battaglia, la mia battaglia. Io non sono<br />

nessuno rispetto a loro, mi sono detto, ma è giusto<br />

farne parte. Così mi sono buttato nella mischia.<br />

Dopo l’intervista ho anche aperto un blog mio. Ho<br />

scoperto questa mia nuova attività, ho ritrovato la<br />

mia ironia. Il ‘pregio’ del mio progressivo<br />

immobilismo è di aver risvegliato, ancora di più, la<br />

mia coscienza.<br />

(A cura di Simona Nazzaro)<br />

Iscritti nel mese di settembre<br />

Iscritti al “Pacchetto<br />

area radicale”<br />

Si sono iscritti<br />

all’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong><br />

<strong>Coscioni</strong> con la formula del<br />

“Pacchetto area radicale”<br />

(iscrizione a tutti i soggetti<br />

costituenti il Partito Radicale<br />

Nonviolento, Transnazionale<br />

e Transpartito, quota 590<br />

euro)<br />

Michele Tollin; Sandro<br />

Fontana; Valter Vigolo; Luigi<br />

Ruggiero; Marco Di Salvo;<br />

Giampiero Buonomo;<br />

Zaccaria Oreste Albarano;<br />

Claudio Maruzzi; Roberto<br />

Zoccolan; Marco Cosimi;<br />

Gabriele Paciaroni; Antonio<br />

Busi<br />

Iscritti (per cui vale<br />

abbonamento<br />

a Agenda <strong>Coscioni</strong>)<br />

Massimo Cappato 400;<br />

Luigi Montevecchi 200;<br />

Fulvio Pino 150; Maria Pia<br />

De Natale 100; Mose'<br />

Tavella 100; Rinetta Dolfi<br />

100; Nathalie Pisano 100;<br />

Luigi Benni 100; Enrico<br />

Stampacchia 100; Carlo<br />

Alberto Passino 100; Ugo<br />

Vellei 100; Lanfranco Luzi<br />

100; Patrizia De Fusco 100;<br />

Francesco Rossi 100;<br />

Alessandro Vincelli 100;<br />

Edoardo Cicchinelli 100;<br />

Tullio Monti 100; Diego<br />

Cogliandro 100; Massimo<br />

Farinella 100; Daniela<br />

Anziliero 100; Luigi Tosti<br />

100; Antonio D'Eramo 100;<br />

Vinicio Vergoni 50<br />

Contributi<br />

Marco Di Salvo 1095;<br />

Saverio De Morelli 120;<br />

Vincenzo Palladino 100;<br />

Antonio Menichini 75;<br />

Liliana Cucchi 50; Angelo<br />

Varese 50; Vincenzo<br />

Cuoccio 30; Francesca<br />

Manna 30; Salvatore Minnei<br />

30; Fabio Urbinati 30; Ennio<br />

Russo Ermolli 30; Salvatore<br />

Fricano 30; Raffaello Levi<br />

25; Emilia Verduchi 25; Luigi<br />

Recupero 22; Francesco De<br />

Liberato 20; Salvatore<br />

Rosso 20; Tiziana Guaresi<br />

20; M.L. Ferraro 20; Adriana<br />

Rigutti 20; Carlo Quattrocchi<br />

20; Paolo Veronese 20;<br />

Giovanni Della Rossa 20;<br />

Eleonora Mugnai 20;<br />

Concetta Pizzoli Ciarrocca<br />

20; Marziana Monfardini 20;<br />

Alfredo Velati 20; Bruno<br />

Baldari 20; Piero Cinelli 20;<br />

Carla Brugiati 20; Mario<br />

Rizzotto 20; Katharine<br />

Barald 20; Giuseppe<br />

Guerrera 20; Giuseppe<br />

Cascella 20; Giulio Santori<br />

20; <strong>Luca</strong> Ernesto Merlino<br />

20; Ilaria Galli 20;<br />

Alessandro Carrera 20;<br />

Lucia Rosco 20; Emilio<br />

Ceravolo 20; Elisabetta<br />

Merindiani 20; Mario Pucci<br />

20; Claudio Pighin 20; Ugo<br />

Albano 20; Laura Carola<br />

Griner 20; Giuseppe Lorrai<br />

15; Adnan Demiruven 15;<br />

Damiano Scarpa 13;<br />

Michele Siniscalco 11,82;<br />

Giuseppe Fiore 10; Brunello<br />

Volpe 10; Daniela Anna<br />

Leoncini 10; Guido Ploner<br />

10; Roberto Anzellotti 10;<br />

Edoardo Gurian 10;<br />

Giovanni De Pasquale 10;<br />

Luigi Carlone 10; Ester Piva<br />

10; Edoardo Gurian 10;<br />

Gian Luigi Benni 10;<br />

Pierluigi Di Pisa 10; Vittorio<br />

Merseburger 10; Giuseppe<br />

Sante Gialluisi 10; Maurizio<br />

Casarin 5; Maria Rosaria La<br />

Marca 5; R. Rathman 5;<br />

Giuseppe Cucci 5; Marco<br />

Garofalo 5; Pantaleo Di<br />

Terlizzi 2; Raffaele Ferraro 2<br />

Acconto iscrizione<br />

del mese<br />

Lucica Irime 25; Enrico<br />

Saponaro 20; Marco<br />

Bechelli 20; Elisabetta<br />

Sgorbini 10<br />

Aumenti quota<br />

Giulia Innocenzi 1200;<br />

Roberto D'Achille 1000;<br />

Marco Cappato 660; Anna<br />

Cristina Pontani <strong>Coscioni</strong><br />

300; Rocco Berardo 286;<br />

Giuseppe Suppa 200;<br />

Cesare Balsamo 200; Luisa<br />

Fama 200; Cecilia Maria<br />

Angioletti 100; Rolando<br />

Leoneschi 100;<br />

Giovanbattista Nodari 100;<br />

Sandro Sideri 100; Luisa<br />

Acerbi 50; Rita Campi 50;<br />

Stefano Marchiafava 50;<br />

Roberto Corsi 50; Giovanni<br />

Vegetti 50; Enrico Brenda<br />

50; Marco Valerio Lo Prete<br />

37; Stefano Negro 20;<br />

Massimo Reboa 5


26<br />

LETTERE<br />

DÉTTA<br />

L’AGENDA<br />

lettere@agendacoscioni.it<br />

I lettori di Agenda <strong>Coscioni</strong> ci possono scrivere all’indirizzo lettere@agendacoscioni.it<br />

oppure a Via di Torre Argentina 76 - 00186 Roma<br />

W la ricerca, mi iscrivo<br />

Gentile redazione, dopo aver sottoscritto il 5xmille<br />

nella dichiarazione dei redditi, mi iscrivo, anche<br />

all’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, dopo aver letto<br />

questa notizia: “Ricercatori italiani scoprono il gene<br />

anti tumore Huwe1”, 18 agosto 2009. “E’ tutta<br />

italiana la scoperta del gene Huwe1 che aiuta le<br />

cellule staminali a svilupparsi e diventare adulte. I<br />

ricercatori Antonio Iavarone e Anna Lasorella<br />

hanno identificato questa proteina capace di ‘distruggere<br />

alcune delle proteine-chiave utilizzate<br />

per ottenere le Ips e di far ripartire quindi la trasformazione<br />

delle cellule staminali in cellule adulte’<br />

come ha spiegato Iavarone. I due ricercatori<br />

avevano lasciato l’Italia nel 2000 per gli Stati Uniti,<br />

denunciando il sistema nepotista della nostra<br />

università che non gli concedeva i mezzi per le loro<br />

ricerche sui tumori al cervello dei bambini. Negli<br />

Stati Uniti sono stati accolti a braccia aperte ed<br />

hanno avuto il sostegno prima dell’università Albert<br />

Einstein e dopo della Columbia University<br />

Medical Center di New York”. P.s.: gli americani<br />

ringraziano l'università italiana per avergli preparato<br />

i ricercatori a gratis. Che bel paese l'Italia,<br />

quelli che non scappano rischiano la scomunica.<br />

(Ciao Maria Antonietta). Salvatore Proganò<br />

Iscrizione bersagliera<br />

Gentile redazione, mi iscrivo perché desidero tenere<br />

aperta la Breccia di Porta Pia: ritengo indefettibile<br />

la Libertà di ricerca e di pensiero scientifico<br />

in uno Stato Libero e Laico. Umberto Gatto<br />

In causa per la ricerca<br />

Gentile redazione, contribuisco alle spese legali<br />

per la causa delle tre ricercatrici contro il bando di<br />

ricerca del Ministero della Salute che stanzia 8 milioni<br />

di euro per studiare la biologia delle cellule<br />

staminali, con l'esclusione arbitraria di progetti<br />

che utilizzino staminali embrionali umane. Elena<br />

Brambilla<br />

Pochi (soldi) ma buoni/1<br />

Gentile redazione, pur essendo disoccupata e<br />

squattrinata, dono volentieri questa quota di 25<br />

euro, pur così minima, per sostenere un’associazione<br />

stupenda che lotta per i diritti di ogni essere<br />

vivente... I miei più sinceri complimenti per il<br />

lavoro che svolgete e l’augurio di ottenere vittorie<br />

sempre più significative! Con ininterrotto affetto<br />

Alessandra Meoni<br />

Pochi (soldi) ma buoni/2<br />

Gentile redazione, credo che la modernità porti<br />

con sé cose buone e cattive, inevitabilmente. Non<br />

credo alla superiorità di alcune culture piuttosto<br />

che di altre, penso tuttavia che il percorso umano<br />

nel mondo cosiddetto occidentale abbia prodotto<br />

dei risultati, sul piano dei diritti civili e politici,<br />

che possono costituire un buona base per un'esistenza<br />

decente, per occidentali e non. Osservo con<br />

rammarico che nel mio paese in particolare questi<br />

diritti invece di "godere buona salute" e di essere<br />

premessa per altri eventuali passi avanti su questa<br />

strada, vengono continuamente messi in discussione,<br />

quando non subiscono addirittura una "mise<br />

à jour" al ribasso. Per questo sostengo l’<strong>Associazione</strong><br />

<strong>Coscioni</strong>. Ho pochi soldi e per questo il mo<br />

contributo è di 70 euro. Saluti affettuosi e... dateci<br />

dentro ! <strong>Luca</strong> Di Muzio<br />

Fondamentalismi senza<br />

frontiere<br />

Gentile redazione, mi iscrivo perché la libertà è<br />

quello che distingue l'uomo da un essere vivente<br />

qualunque. Senza di lei l'esistenza non ha alcun<br />

senso. Perché ne ho veramente abbastanza della<br />

dittatura clericale e religiosa di questo Paese. Critichiamo<br />

i Paesi islamici, perché l’Italia in cosa si<br />

distingue da loro Perché la ricerca deve guarire, o<br />

cercare di portare l'esistenza colpita da malattie ad<br />

un livello accettabile, e non renderci tutti dei vegetali<br />

alla ricerca della vita fisiologica eterna…<br />

che di vita non ha proprio più nulla. Sono favorevole<br />

all'eutanasia, credo che sia uno degli atti di<br />

più alta civiltà. Mi rendo conto che l'Italia è lontana<br />

anni luce da questo livello di civiltà, e forse non<br />

lo raggiungerà mai, ma almeno chiedo che vengano<br />

rispettati la costituzione e i diritti civili più elementari<br />

come la possibilità di scegliere, anche per<br />

tempo, le cure da somministrare. Ilaria Ballorini<br />

Dal mio corpo al cuore<br />

della politica<br />

Gentile redazione, mi iscrivo all’<strong>Associazione</strong> perché<br />

credo nella libertà di ricerca, che deve essere<br />

sempre più incoraggiata e diffusa. Ho 29 anni, ma<br />

ho subito due trapianti di cornea, il primo poco<br />

meno di otto anni fa, e ho avuto la fortuna di avere<br />

le cure di un luminare. Dopo aver sostenuto<br />

una Banca degli Occhi per diverso tempo, ho deciso<br />

di estendere il mio contributo alla ricerca<br />

scientifica in generale, anche incoraggiato dalla recente<br />

decisione di Obama - prevista da Agenda<br />

<strong>Coscioni</strong> qualche numero fa. Proprio nel 2001 ho<br />

votato per la Lista <strong>Coscioni</strong>, in maniera istintiva<br />

più che razionale. Ora il mio sostegno è più ponderato.<br />

Grazie per il vostro lavoro Valerio Fabbri<br />

Il dolore come dogma<br />

Gentile redazione, il papa ha detto che i farmacisti<br />

dovrebbero eticamente non vendere più anticoncezionali<br />

(pillola) e nemmeno gli antidolorifici<br />

necessari ai malati terminali perché si deve conoscere<br />

la sofferenza che ci salverà dal peccato. Sono<br />

un infermiere. Questo è gravissimo, spero che<br />

il papa trovi un medico cattolico che non gli prescriva<br />

i farmaci analgesici, (erroneamente definiti<br />

"eutanasia") necessari quando sarà la sua ora, così<br />

proverà cos'è il dolore terminale (peraltro inutile).<br />

Noi Italiani siamo terzultimi, dopo i paesi dell'Est<br />

nella somministrazione di farmaci contro il dolore<br />

e per i dolori da cancro. (oppioidi) Questo a<br />

causa della chiesa. Facciamo qualcosa. Francesco<br />

Cristiano<br />

I numeri arretrati di “Agenda <strong>Coscioni</strong>”<br />

sono liberamente scaricabili all’indirizzo:<br />

www.agendacoscioni.it<br />

Commenta gli articoli sul sito!<br />

IL NUMERO DIECI/10 DI “AGENDA COSCIONI” È STATO CHIUSO VENERDÌ 2 OTTOBRE 2009<br />

Il mensile “Agenda <strong>Coscioni</strong>”, giunto al suo trentasettesimo numero, ha una tiratura media di 40.000 copie,<br />

distribuite via posta su scala nazionale.<br />

DIRETTORE<br />

Rocco Berardo<br />

CAPO REDATTORI<br />

Marco Valerio Lo Prete<br />

Tina Santoro<br />

GRAFICA<br />

Mihai Romanciuc<br />

HANNO COLLABORATO<br />

Angiolo Bandinelli, Marco<br />

Cappato, Alessandro<br />

Capriccioli, Annalisa Chirico<br />

Azzurra Cianchetta, Josè De<br />

Falco, Simonetta Dezi,<br />

Filomena Gallo, Valentina<br />

Leone, Simona Nazzaro, Maria<br />

Pamini, Carmen Sorrentino,<br />

Giulia Simi, Valentina Stella<br />

Illustrazioni: Paolo Cardoni<br />

AGENDA COSCIONI, 1 OTTOBRE 2009 AUT. TRIB. CIV. ROMA N° 158/2007 DEL 17 APRILE 2007 DIR. RESP. GIANFRANCO SPADACCIA VIA DI TORRE ARGENTINA, 76 00186 ROMA<br />

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NOSTRO GIORNALE AGENDA COSCIONI<br />

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per far pervenire questa pubblicazione ai destinatari. I dati di recapito, se non sono stati<br />

forniti direttamente dall’interessato, provengono da liste pubbliche e non vengono utilizzati<br />

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Una tessera<br />

per il mosaico<br />

della libertà<br />

di ricerca<br />

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