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e - Associazione Luca Coscioni

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22<br />

DAL CORPO<br />

DEI MALATI<br />

AL CUORE<br />

DELLA POLITICA<br />

CELLULE<br />

DI ALTERNATIVA<br />

BASILICATA: LA LENTOCRAZIA CHE UCCIDE<br />

Giustizia a malato morto<br />

Egidio Sisinni, malato di sla, chiedeva gli strumenti per communicare<br />

Il Tribunale è arrivato anni dopo la sua morte<br />

MAURIZIO BOLOGNETTI<br />

Pensavo che quello che abbiamo<br />

definito “Caso Sisinni” fosse<br />

ormai una vicenda chiusa. Pensavo<br />

che l’esposto che presentammo<br />

il 14 giugno del 2004 alla<br />

Procura della Repubblica di Lagonegro<br />

fosse stato archiviato. E<br />

invece no. Mi sbagliavo. Qualche<br />

giorno fa, il postino mi ha<br />

recapitato una busta verde,<br />

quella che preannuncia la notifica<br />

degli atti giudiziari. Apro la<br />

busta e la lettura mi catapulta di<br />

colpo al marzo-giugno del 2004<br />

e alla vicenda di Egidio Sisinni,<br />

ammalato di Sla, che ci ha lasciato<br />

nell’ottobre del 2006.<br />

Leggo e non credo ai miei occhi.<br />

Dopo 5 anni sono stato convocato<br />

per essere ascoltato come<br />

teste in un processo scaturito<br />

dall’esposto che presentai il 14<br />

giugno del 2004. Guardo l’elenco<br />

e mi accorgo che tra coloro<br />

che sono stati chiamati a deporre<br />

c’è anche Egidio. Per un attimo<br />

mi viene voglia di chiamarlo<br />

e dirgli adesso puoi raccontare<br />

quello che ti è successo, ma è<br />

solo un attimo. Egidio non c’è<br />

più; è morto il 16 ottobre del<br />

2006, pochi mesi dopo aver ricevuto<br />

il My Toby(lo strumento<br />

che consente a chi ha perso<br />

l’uso della parola di comunicare<br />

attraverso gli occhi).<br />

E dire che Egidio aveva davvero<br />

voglia di raccontarla la sua storia<br />

e le vessazioni che riteneva di<br />

aver subito dall’Asl n°3 di Lagonegro.<br />

Torno a quel marzo del<br />

2004 e inizio a ricordare il primo<br />

colloquio con Egidio, svoltosi<br />

grazie all’ausilio di un cartello<br />

dove le figlie avevano riportato<br />

l’alfabeto. Ricordo una persona<br />

che non voleva che i suoi sacrosanti<br />

diritti venissero spacciati<br />

per concessioni o favori. Egidio<br />

lamentava un ritardo di mesi<br />

nella visita fisiatrica(e non solo)<br />

dalla quale dipendeva la prescrizione<br />

di una serie di ausili<br />

sanitari che avrebbero potuto<br />

migliorare la qualità della sua vita.<br />

Torno indietro con la memoria<br />

e siamo in piazza Picardi a<br />

Lagonegro. E’ il 17 giugno 2004<br />

e siamo in piena campagna referendaria<br />

sulla legge 40. Siamo<br />

quattro gatti che hanno deciso<br />

di manifestare per rivendicare il<br />

CANNABIS TERAPEUTICA<br />

Vittoria!<br />

ANDREA TRISCIUOGLIO<br />

rispetto dei diritti del cittadino<br />

Sisinni. Siamo pochi, ma a sentirci<br />

sono in tanti. Il tavolo allestito<br />

dai Radicali diventa per<br />

qualche ora il punto di riferimento<br />

di tutti coloro che vengono<br />

a raccontarci presunti casi di<br />

malasanità.<br />

Trascorrono pochi mesi e apprendo<br />

di essere stato querelato<br />

per diffamazione dal dr. De Fino,<br />

dirigente dell’Asl n°3 di Lagonegro.<br />

Faccio fatica a crederci.<br />

Avevo chiesto che venissero<br />

accertate eventuali responsabilità<br />

penali a carico dei vertici<br />

della Asl n°3 e, invece, sul banco<br />

degli imputati ci sono finito io.<br />

Pochi mesi ancora e nel settembre<br />

del 2005 sono seduto davanti<br />

al Gup, il dr. Starita, accanto a<br />

me l’avvocato Antonio Pisani. Il<br />

Gup dispone l’archiviazione per<br />

“infondatezza della notizia criminis”.<br />

La querela come strumento per<br />

tappare la bocca! Perché è questo<br />

che sta accadendo nel nostro<br />

paese, come ha ottimamente<br />

certificato Freedom<br />

House nel suo ultimo rapporto<br />

sulla libertà di stampa in Italia.<br />

Vittoria! Finalmente l'ospedale di Foggia mi ha fornito gratuitamente il<br />

tanto richiesto Bedrocan. L'iter burocratico mi vedeva quasi ogni giorno<br />

presso la struttura ospedaliera di Foggia a fornire (io, paziente affetto da<br />

SM) informazioni ai medici che non hanno mai<br />

importato in vita loro un farmaco cannabinoide.<br />

Ma è stata soddisfatta la mia esigenza,<br />

il mio diritto a curarmi, ma<br />

gli altri Andrea Trisciuoglio che ci<br />

sono in tutta Italia e che spesso<br />

sono costretti a dover<br />

sborsare di tasca loro quei<br />

750 euro necessari per il<br />

farmaco La mia battaglia<br />

ora sarà per loro. Dopo<br />

il servizio de "Le Iene"<br />

in onda ieri su Italia1<br />

spero che l'opinione<br />

pubblica sia un po'<br />

più sensibile su questo<br />

tema. Una battaglia che<br />

mi ha visto ottenere<br />

questa vittoria grazie anche<br />

altre associazioni:<br />

ACT (<strong>Associazione</strong> Cannabis<br />

Terapeutica), P.I.C. (Pazienti<br />

Impazienti Cannabis),<br />

l'@RA (<strong>Associazione</strong> Radicale<br />

Antiproibizionista) con i loro rappresentanti<br />

Stefano Balbo, Pino Cucci,<br />

Claudia Sterzi e tantissimi altri sparsi su<br />

tutto il territorio nazionale.<br />

Arrivo al 16 ottobre 2006 e ricordo<br />

i manifesti a lutto che annunciano<br />

la morte di Egidio e su<br />

di essi l’invito a devolvere un<br />

contributo all’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>.<br />

Guardo di nuovo la lettera,<br />

sorrido amaro: dopo 5 anni<br />

vengo convocato come teste e<br />

con me viene convocato chi cinque<br />

anni fa avrebbe voluto gridare<br />

il suo sdegno. Il 23 settembre<br />

2009, giorno fissato per<br />

l’udienza, Egidio Sisinni in aula<br />

CARLO TROILO<br />

Alberto Statera è un giornalista<br />

con un curriculum impressionante:<br />

ha lavorato all’”Espresso”<br />

come capo della redazione economica<br />

e alla “Stampa” e ha diretto<br />

cinque dei quotidiani del<br />

gruppo Espresso. Da qualche<br />

anno, come editorialista di “Repubblica”,<br />

ha girato l’Italia in<br />

lungo e in largo denunciando la<br />

corruzione dilagante nel Paese.<br />

Nel suo ultimo libro (“Il termitaio”,<br />

Rizzoli, 17 euro), Statera scrive<br />

che “oggi che il federalismo è<br />

diventato il nuovo mantra conviene<br />

guardare alla periferia per<br />

misurare l’estensione del degrado<br />

italiano, dalla Milano dell’Expo<br />

al Molise del giovane Di Pietro.<br />

Lì appare in tutta la sua evidenza,<br />

a destra come e sinistra,<br />

la questione immorale, l’essenza<br />

di un paese alla deriva. E’ lì<br />

che domina un’altra casta, che<br />

viene ancor prima della politica<br />

e che anzi manipola e corrompe<br />

a piacimento i politici. E’ la nuova<br />

razza padrona (“Razza padrona”<br />

era il titolo di un famoso<br />

libro di Scalfari e Turani), i signori<br />

degli appalti che delle aste<br />

e dei concorsi truccati hanno<br />

fatto una scienza: un intreccio<br />

di cemento, finanza e banche”.<br />

Statera racconta in particolare,<br />

in modo vivace ed ironico, la<br />

storia di Alfredo Romeo, l’imprenditore<br />

campano al centro<br />

della bufera che ha riaperto la<br />

questione morale nel PD, mentre<br />

le sue società gestiscono, fra<br />

le altre cose, il patrimonio immobiliare<br />

di città come Napoli,<br />

Roma, Milano e Venezia. Ce n’è<br />

per tutti: i sindaci delle principali<br />

città (a Roma Rutelli e Veltroni<br />

non sono trattati meglio di<br />

Alemanno), i grandi costruttori<br />

(a partire da Caltagirone e Ligresti),<br />

i potenti banchieri (Cesare<br />

non ci sarà. Spero di poter dare<br />

ancora una volta voce ad un<br />

amico, che in molti avrebbero<br />

voluto solo in silenziosa attesa<br />

della morte e che, invece, ha testardamente<br />

insistito affinché i<br />

suoi diritti, che sono i miei, che<br />

sono i nostri, venissero rispettati.<br />

Troppo spesso, in certe zone<br />

del nostro sud, ciò che è diritto<br />

viene spacciato per favore, anche<br />

quando in ballo c’è la salute.<br />

UN LIBRO DI ALBERTO STATERA<br />

“Il Termitaio”<br />

Geronzi, oggi al vertice di Mediobanca,<br />

al posto che fu di Enrico<br />

Cuccia, dopo essere stato<br />

“cacciato da Capitalia con una<br />

buonuscita di circa 60 milioni di<br />

euro”). Particolarmente impressionanti<br />

le notizie sulla futura<br />

cementificazione di Roma (“da<br />

Bufalotta a Malafede, una distesa<br />

di cemento grande come dieci<br />

volte Parigi”). Non meno impressionanti<br />

le notizie sulle operazioni<br />

“imprenditoriali” degli<br />

enti locali, ai quali fa capo una<br />

miriade di società più o meno<br />

disastrare, tale da far rimpiangere<br />

perfino le Partecipazioni<br />

Statali dei tempi peggiori. L’episodio<br />

forse più sconcertante riguarda<br />

il presidente della Provincia<br />

di Milano Filippo Penati,<br />

astro sorgente del Partito Democratico:<br />

nel 2004 Penati compra<br />

da un altro grande costruttore,<br />

Marcellino Gavio, il 15%<br />

del pacchetto azionario della<br />

società autostradale “Serravalle”,<br />

“a 8,93 euro per azione. Diciotto<br />

mesi prima, Gavio aveva<br />

comprato le stesse azioni a 2,9.<br />

Plusvalenza 179 milioni di euro,<br />

dieci milioni al mese”. L’epilogo<br />

del libro è molto amaro. “La corruzione<br />

, scrive<br />

Statera, ci ha portati ad essere il<br />

paese più corrotto d’Europa, secondo<br />

l’organizzazione non governativa<br />

Transparency International”.<br />

Ed è raro che qualcuno<br />

paghi nel nostro paese: come<br />

ha osservato Gustavo Zagrebelsky,<br />

“tra condoni, indulti, norme<br />

che accorciano i tempi di prescrizione,<br />

è praticamente impossibile<br />

arrivare a sentenze di<br />

condanna e poi alla loro esecuzione”.<br />

E in futuro ci attende la<br />

“legge libera tutti sul mattone”,<br />

fortemente voluta dall’ex palazzinaro<br />

che oggi presiede il nostro<br />

governo.

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