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e - Associazione Luca Coscioni

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6<br />

VII CONGRESSO<br />

ONLINE<br />

INTERVENTI<br />

DALLA RELAZIONE DEL SEGRETARIO<br />

La candidatura<br />

radicale<br />

al governo<br />

MARCO CAPPATO<br />

Segretario <strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong><br />

Per quanto ottime<br />

possano essere le nostre<br />

ragioni, non possiamo<br />

pensare di ottenere riforme<br />

laiche e liberali significative<br />

se non riusciremo<br />

a liberarci da un<br />

regime che da sessant'anni<br />

occupa le istituzioni italiane calpestando<br />

sistematicamente la democrazia e lo<br />

Stato di diritto. Il nostro sforzo nell'elaborare<br />

proposte di governo deve proseguire, perché<br />

ottenuto risultati concreti: sulla RU486,<br />

sui registri comunali del testamento biologico,<br />

sulla legge in materia di fecondazione assistita<br />

e sui comunicatori per i disabili gravi.<br />

Ma non dobbiamo illuderci che una svolta<br />

laica e antifodamentalista possa prescindere<br />

da un'alternativa "di sistema", che riguardi<br />

il modello istituzionale e il rispetto dei diritti<br />

civili e politici . Per questo, ritengo necessario<br />

che l'<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> faccia<br />

proprio l'obiettivo dei Radicali di porre fine<br />

al Sessantennio partitocratico candidandosi<br />

al governo del Paese. Sembra un'esagerazione<br />

o una velleità, ma è un progetto che<br />

si basa sulla profonda sintonia che -a partire<br />

dai temi "coscioniani"- abbiamo sempre<br />

mantenuto con la stragrande maggioranza<br />

dell'opinione pubblica.<br />

DALLA RELAZIONE DEL TESORIERE<br />

Coinvolgere<br />

tutto lo stadio<br />

ROCCO BERARDO<br />

Tesoriere <strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong><br />

Quanti siamo: 47.267 sono le persone<br />

che l’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> può contattare<br />

in diverse forme. Questo numero<br />

rappresenta, se così si può dire, i simpatizzanti<br />

complessivi che l’associazione è riuscita<br />

attraverso appelli, iniziative politiche e altro<br />

a coinvolgere dalla data della sua fondazione<br />

(20 settembre 2002) ad oggi. A questo<br />

numero va aggiunto il numero di simpatizzanti<br />

nella Rete Sociale: 14.000 utenti di<br />

facebook, infatti, hanno deciso di seguirci.<br />

8.080 sono le persone che fra i simpatizzanti<br />

hanno deciso di versare dal 2002 ad oggi<br />

almeno un euro all’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>.<br />

Insomma, immaginando uno stadio<br />

di calcio, lo abbiamo riempito, ma solo uno<br />

spicchio (una curva diciamo così) ha deciso<br />

di contribuire alle nostre iniziative. Proposte:<br />

1 - Considerando che l’età media degli<br />

iscritti all’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> è di<br />

54 anni, potremmo ripensare a una norma<br />

transitoria che consenta ai più giovani di potersi<br />

iscriversi a una somma minore. 2 - Considerando<br />

inoltre che le entrate da autofinanziamento<br />

attraverso il pagamento in<br />

contanti risulta molto basso, potremmo immaginare<br />

che le iscrizioni acquisite in contanti<br />

direttamente dalla Cellula <strong>Coscioni</strong> potranno<br />

essere in parte trattenute dai tesorieri<br />

delle cellule.<br />

LA RIFLESSIONE CHE HA APERTO IL DIBATTITO<br />

Sul futuro della “<strong>Coscioni</strong>”<br />

Corbellini scuote il congresso:<br />

“ha senso tenere in vita questa associazione”<br />

GILBERTO CORBELLINI<br />

Co-Presidente Ass. <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong><br />

Cari Amici,<br />

non posso nascondere un senso crescente<br />

di frustrazione e delusione per<br />

l’evoluzione o, meglio l’involuzione, della<br />

discussione politico-culturale in seno<br />

all’<strong>Associazione</strong>. La cosa non mi meraviglia,<br />

perché non vendo alcun’altra sede<br />

politica in Italia dove si parli con una certa<br />

pertinenza, e in modo documentato<br />

della situazione culturale, economica e<br />

civile reale di questo paese.<br />

A me la relazione di Marco non è piaciuta,<br />

perché non contiene alcuna analisi<br />

politica realistica, si limita ad elencare<br />

iniziative fatte e in fieri, e a lanciare una<br />

provocazione che dal mio punto di vista<br />

lascia una po’ il tempo che trova. Inoltre,<br />

la relazione di Marco lascia in buona evidenza<br />

trasparire da dietro l’elenco delle<br />

‘vittorie’, una realtà statica e con poche<br />

prospettive di evoluzione. Soprattutto se<br />

la si legge alla luce dei dati esposti da<br />

Rocco.<br />

Di fatto, ormai, l’<strong>Associazione</strong> esiste solo<br />

perché ogni tanto qualche sentenza<br />

della magistratura fornisce lo spunto per<br />

dire ‘l’avevamo detto’. E per rivendicare<br />

una qualche “vittoria” o sul fronte della<br />

legge 40, piuttosto che su quello delle direttive<br />

anticipate piuttosto che sulla<br />

RU486.<br />

L’<strong>Associazione</strong> in questi anni ha messo<br />

sul tavolo decine di temi, idee e iniziative,<br />

e ha catalizzato per prima o spinto altri<br />

a esporsi all’attenzione su questioni<br />

importanti come la ricerca sulle staminali<br />

embrionali o l’esigenza di diffondere<br />

nella distribuzione dei finanziamenti<br />

alla ricerca e nell’arruolamento dei docenti<br />

e ricercatori dei criteri oggettivi e<br />

basati sul merito. Ma come abbiamo più<br />

volte verificato e ci siamo detti, almeno<br />

Marco e me, noi lanciavano idee o ci<br />

esponevano pubblicamente prendendo<br />

posizione, ma poi i giochi venivano portati<br />

avanti da altre parti. La prospettiva<br />

del Congresso Mondiale, per non ridursi<br />

a un incontro periodico dove ci si raccontano<br />

le proprie diverse opinioni sulla<br />

situazione della libertà di ricerca, richiederebbe<br />

un salto di qualità sul piano<br />

dell’organizzazione e soprattutto sul<br />

piano economico. Ma non intravvedo la<br />

possibilità di creare queste condizioni,<br />

dato che il problema della libertà di ricerca<br />

è poco avvertito come emergenza<br />

a livello politico ed economico<br />

Credo di averlo già detto, che a me la politica<br />

per la politica interessa ben poco.<br />

Mi interessa la politica da un punto di vista<br />

scientifico. Il che a qualcuno suonerà<br />

un’eresia o un’insensatezza: ma è così. E<br />

sono così presuntuoso da pensare penso<br />

anche che, se non si comincia a guardare<br />

la politica da questo punto di vista,<br />

non si andrà molto lontano. Ovvero<br />

il futuro che ci aspetta sarà quello a cui<br />

già stiamo assistendo in Italia e nel mondo.<br />

Ci si potrà sempre soddisfare solipsisticamente<br />

o gregariamemente, masturbandosi<br />

davanti ai giochi di prestigio<br />

di qualche dinosauro politico. Che è<br />

già estinto. Ma ovviamente non può saperlo.<br />

Non sono quindi modo interessato a<br />

discutere di strategie di sopravvivenza<br />

La relazione di<br />

Marco non mi è<br />

piaciuta, lascia in<br />

buona evidenza<br />

trasparire da dietro<br />

l’elenco delle<br />

“vittorie” una realtà<br />

statica e con poche<br />

prospettive di<br />

evoluzione visti<br />

anche i dati esposti<br />

da Rocco.<br />

politica basate di alleanze di assistenzialismo<br />

reciproco. Infatti, non capisco perché<br />

non debba valere in politica quello<br />

che dovrebbe valere in economia. Ci si<br />

lamenta quando lo stato usa i nostri soldi<br />

per salvare decotte e non lascia che<br />

siano le regole del mercato a far la selezione,<br />

e poi si vogliono invece salvare a<br />

tutti i costi delle esperienze e idee politiche<br />

che forse sono nelle stesse condizioni<br />

della aziende di cui sopra. Non è perché<br />

l’<strong>Associazione</strong> o i Radicali hanno fatto<br />

questo e quest’altro o dicono questo<br />

o quest’altro che devono continuare a<br />

esistere o sono necessari: lo decide la<br />

competizione elettorale se alcune idee<br />

devono trovare uno spazio rappresentativo<br />

incarnandosi in individui che saranno<br />

votati. Qualcuno ovviamente dirà<br />

che la competizione non è equa, e che le<br />

nostre idee vengono silenziate da tutti.<br />

E’ anche vero che se i cittadini ci tenessero<br />

davvero si manifesterebbero con un<br />

maggior numero di iscrizioni. O una<br />

maggiore partecipazione a manifestazioni<br />

di lotta. Il che non è.<br />

Quindi, per me, ragionando come trovo<br />

a me congeniale cioè individualisticamente,<br />

le possibilità sono due. O rimango<br />

un sostenitore dell’<strong>Associazione</strong> per<br />

affezione. Ho trovato qui alcune persone<br />

più simpatiche e motivate che in altri<br />

contesti politici. Senza però continuare a<br />

proporre spunti di riflessione che in<br />

buona sostanza constato che interessano<br />

solo a me. Quindi, sugli aspetti scientifici<br />

della politica faccio le mie ricerche,<br />

scrivo i miei libri e se poi a qualcuno interesseranno<br />

se li leggerà. Magari trovando<br />

conferma che sono cazzate. Ma è<br />

producendo numerosi cazzata che ogni<br />

tanto viene anche qualche idea buona.<br />

Non viceversa. E comunque tra persone<br />

che giudicano le reciproche posizioni<br />

prive di interesse è da coglioni continuare<br />

e cercare di discutere. Quindi non starei<br />

a perdere tempo a scrivere per l’Agenda<br />

<strong>Coscioni</strong> o a preparare documenti o<br />

altro, quando in realtà in merito ai contenuti<br />

non c’è discussione.<br />

Quando, cioè, il parlare politico soprattutto<br />

a sinistra è stantio. Anzi puzza<br />

già di cadavere. E mi dà un po’ nausea.<br />

L’esperienza del dibattito che ho fatto su<br />

“L’altro” quest’estate, a partire dagli ogm<br />

e poi su “sinistra e scienza” è stata per me<br />

assai istruttiva, e mi ha fatto capire molto<br />

anche dell’esperienza di questi ultimi<br />

anni vissuti nell’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>.<br />

L’alternativa, che però non vedo all’orizzonte,<br />

è tornare a discutere di alcuni<br />

presupposti dell’azione politica che<br />

sta sviluppando l’<strong>Associazione</strong>. Si tratterebbe<br />

di darci un taglio o di chiarirsi su<br />

una serie di equivoci sulla natura della<br />

scienza e le ragioni per cui l’<strong>Associazione</strong><br />

si batte per la libertà di ricerca scientifica.<br />

Per questo ci vuole anche tempo, e<br />

soprattutto voglia di rimettersi a studiare<br />

e documentarsi. Si dovrebbe cominciare<br />

a pensare non schizofrenicamente<br />

ma sincreticamente a più livelli, sia rispetto<br />

ai temi e alle battaglie immediate<br />

e sia rispetto ai tempi lunghi e alla formazione<br />

di figure in grado di dar sostanza<br />

tra qualche tempo a un’auto-candidatura<br />

per il governo del paese.<br />

Intanto si tratterebbe anche di discutere<br />

se non sia il caso di cambiare alcune<br />

strategie, perché è proprio sul fronte dell’accreditamento<br />

scientifico che si stanno<br />

facendo passare alcune politiche illiberali,<br />

e che alcune religioni si stanno<br />

diffondendo. Quindi bisognerebbe mettere<br />

meglio a fuoco il tipo di messaggio<br />

che si vuole trasmettere. Per far solo un<br />

esempio, io credo che la battaglia del testamento<br />

biologico fatta nel nome del<br />

diritto all’autodeterminazione sia del<br />

tutto perdente, sul piano della comunicazione.<br />

Troppo astratto. E se non ci si<br />

mettono tutte le élite intellettuali a tener<br />

su la battaglia, come fu per il divorzio e<br />

l'aborto, non si va da nessuna parte e il<br />

parlamento se ne strafregherà. Farà come<br />

chiede il Vaticano. Si dovrebbe cominciare<br />

piuttosto a raccontare alla persone<br />

cosa significa quello che il parlamento<br />

vuole imporre ai cittadini italiani:<br />

dolore e sofferenza veri, costi economici<br />

per le famiglie e affari d’oro per i<br />

cronicari gestiti dai preti. Etc. Sarebbe il<br />

caso di rendersi conto che ci sono fronti,<br />

come quello della coltivazione degli<br />

ogm e del nucleare che dovrebbero essere<br />

oggetto di chiarimenti e di schieramenti<br />

“senza se e senza ma”: in particolare<br />

da parte di un’associazione che difende<br />

la libertà di ricerca scientifica.<br />

Insomma se di queste cose, come delle<br />

staminali embrionali o della contraccezione<br />

d’emergenza o dell’interruzione di<br />

gravidanza o della bioetica, si riesce a<br />

parlare entrando nel merito e quindi facendo<br />

venir fuori dati empirici e informazioni<br />

sui comportamenti concreti dei<br />

cittadini italiani e a immaginare strategie<br />

d’azione in termini plausibili, date le<br />

necessarie informazioni a disposizione,<br />

bene. Se ci si torna a confrontare con<br />

i modelli e i dati empirici sull’evoluzione<br />

delle democrazie nel mondo, e a discutere<br />

di quello che accade e si prepara dietro<br />

al palcoscenico dove recitano le marionette,<br />

meglio. Altrimenti… pace.

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