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di famiglia? - Associazione Luca Coscioni

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NOTIZIE RADICALIQUOTIDIANOMAGGIO 2007AUT. TRIB. ROMA 11673DEL 13.07.1967 - DIR.RESP. AURELIOCANDIDOVIA DI TORREARGENTINA, 76 00186ROMAMENSILE DI INIZIATIVA POLITICA E NONVIOLENTA DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI, PER IL CONGRESSO MONDIALE PER LA LIBERTÀ DI RICERCAPOSTE ITALIANE SPASPEDIZIONE IN A.P.D.L. 353/2003CONV. L. 27/2/04 N°46ART. 1 COMMA 2DCB-ROMASTAMPE PROMOZIONALIE PROPAGANDISTICHERACCOLTA FONDIAgenda <strong>Coscioni</strong>Anno II - N. 5Maggio 2007Direttore Marco CappatoVice <strong>di</strong>rettore Rocco Berardo12-13 MAGGIOORGOGLIOLAICOPIAZZA NAVONA,33 ANNI DOPOAUTODETERMINAZIONEProcesso Welby,Caso Nuvoli,interventi <strong>di</strong> MarioRiccio, FedericoOrlando, FurioColomboFAMIGLIA4 9MARCO CAPPATOTrentatré anni fa, il 12 e 13 maggio1974 l'Italia si scoprì laica ed europea.Il "NO" al referendum intesoad abrogare il <strong>di</strong>vorzio spazzò via itimori <strong>di</strong> un ceto politico ansiosofino all'ultimo <strong>di</strong> evitare la consultazionepopolare che - si obiettò -metteva in <strong>di</strong>fficoltà l’ “unità dellemasse cattoliche e comuniste”, architravedegli equilibri politici deltempo. Una società nuova, fino adallora nascosta e negata, emerse eprese coscienza - anche politica -<strong>di</strong> questioni che riguardavano la libertàe responsabilità delle sceltepersonali ed intime degli in<strong>di</strong>vidui.Trentatré anni dopo, dobbiamoammettere che un errore è statocommesso nel valutare la portata<strong>di</strong> quell'evento. Certamente si trattò<strong>di</strong> una svolta epocale per la societàe per la politica italiana e tuttavia,contro le speranze e le attese,non fu l'inizio <strong>di</strong> un processo irreversibile.Dopo il <strong>di</strong>vorzio legalearrivò l'aborto legale; ma la CorteCostituzionale e la partitocraziaimpe<strong>di</strong>rono la vittoria, che a quelpunto sembrava a portata <strong>di</strong> mano,dell'abolizione delConcordato. Si avviò invece unprocesso <strong>di</strong> controriforma internaad una Chiesa in cerca <strong>di</strong> rivincita,che soltanto molti anni più tar<strong>di</strong>riaffiorò sulla superficie della vitapolitica.Trentatre anni dopo - oggi - i verticiecclesiastici, dal pulpito dellechiese, possono incitare impunementei fedeli a boicottare le urneaperte per un referendum <strong>di</strong> civiltà,arrivano a paragonare unaumana legislazione su aborto edeutanasia al terrorismo, identificanonella libertà <strong>di</strong> coscienza il nemicoda battere, chiamano a raccoltacontro la modernità i fondamentalisti<strong>di</strong> ogni fede. Il governo -<strong>di</strong> centrosinistra - non trova, perora, una maggioranza nemmenosu un pallido tentativo <strong>di</strong> riconoscimento<strong>di</strong> "famiglie" che non sianoquelle unite nel vincolo del matrimoniosacralizzato (anche quando"civile"). L'opposizione strizza sornionamentel’occhio al Vaticano,avendo a sua volta espulso o marginalizzatoogni componente <strong>di</strong> saporeliberale. Gli sconfitti del 1974sentono il profumo della rivincita econvocano proprio per il 12 maggio,a Piazza San Giovanni, l’appuntamentoper il loro “familyday”. Lo hanno concepito comeuna definitiva prova <strong>di</strong> forza delclericalismo montante. Hanno perquesto scelto la piazza da sempreutilizzata dalla sinistra ufficiale, chevi ha convocato ilsuo "popolo" peri motivi più <strong>di</strong>versi ma MAI suobiettivi <strong>di</strong> libertà civili e laiche: lapiazza “progressista” <strong>di</strong>ventacontinua a pagina 2Speciale su“Il mito della<strong>famiglia</strong> naturale:la rivoluzione delamore civile”13 285x1000 - 8x1000Inserto: Manuale <strong>di</strong>resistenza fiscaleper la tua<strong>di</strong>chiarazione deire<strong>di</strong>ti.interno all’


2.12-13MAGGIOORGOGLIOLAICOsegue dalla primaBruno Azzerboni, Professore straor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Elettrotecnica, Università <strong>di</strong>Messina; Carlo Bastianelli, Ricercatore, Dipartimento <strong>di</strong> Ginecologia,Università <strong>di</strong> Roma La Sapienza; Pierangiolo Berrettoni, Professore or<strong>di</strong>nario<strong>di</strong> Linguistica generale, Università <strong>di</strong> Pisa; Giuseppe Boccignone,Professore associato <strong>di</strong> Fondamenti <strong>di</strong> informatica, Università <strong>di</strong> Salerno;Diego Brancaccio, Professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Nefrologia, Università <strong>di</strong> Milano;Clau<strong>di</strong>o Brancolini, Professore associato <strong>di</strong> Biologia applicata,Dipartimento <strong>di</strong> Scienze tecnologie biome<strong>di</strong>che, Università <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne;Gianluigi Bravo, Professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Antropologia culturale, Università<strong>di</strong> Torino; Dino Bozzetti, Professore associato <strong>di</strong> Storia della filosofia me<strong>di</strong>oevale,Università <strong>di</strong> Bologna; Riccardo Campa, Professore associato <strong>di</strong>Sociologia della scienza e della tecnica, Università <strong>di</strong> Cracovia; DavideCaramella, Professore associato <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>ologia Università <strong>di</strong> Pisa; GiovanniCicciotti, Professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Struttura della materia, Università <strong>di</strong> RomaLa Sapienza; Maurizio Cocucci, Professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Biochimica agraria,Università <strong>di</strong> Milano; Cristiano Codagnone, Docente al Dipartimento <strong>di</strong>Stu<strong>di</strong> sociali e politici, Università <strong>di</strong> Milano; Gilberto Corbellini, Professoreor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Storia della Me<strong>di</strong>cina, Università <strong>di</strong> Roma La Sapienza; DanieleCusi, Professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Nefrologia, Direttore della Cattedra e Scuola<strong>di</strong> Specializzazione in Nefrologia,Università <strong>di</strong> Milano; Roberto Defez,Ricercatore, Istituto internazionale <strong>di</strong> genetica e biofisica, CNR, Napoli;Giuseppina Del Signore, Ricercatrice ENEA; Loretta Del Tutto,Professoressa <strong>di</strong> Linguistica generale, Università <strong>di</strong> Urbino; FrancescoDessi, Professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Etologia, Università <strong>di</strong> Firenze; Antonio DiGrado, Professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Letteratura italiana, Università <strong>di</strong> Catania;Giorgio Fanò, Professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Fisiologia, facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina eChirurgia, Chieti-Pescara; Antonio Flamini, Professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Dirittodei trasporti, facoltà <strong>di</strong> Giurisprudenza, Università <strong>di</strong> Camerino; AntoninoForabosco, Professore <strong>di</strong> Genetica me<strong>di</strong>ca, Università <strong>di</strong> Modena e ReggioEmilia; Fulvio Gandolfi, Professore <strong>di</strong> Istologia e anatomia degli animali domestici,Università <strong>di</strong> Milano; Achille Guidoni, già Professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong>Genetica, Università dell’Insubria Varese; Giacomo Ghiringhelli, Professoreassociato <strong>di</strong> Fisica Sperimentale, Politecnico <strong>di</strong> Milano; Angelo Gilio,Professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Calcolo delle probabilità, Università <strong>di</strong> Roma “LaSapienza”; Mario Gilli, Dipartimento <strong>di</strong> Economia, Università <strong>di</strong> Milano-Bicocca; Guido Gosso, Professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Geologia, Dipartimento <strong>di</strong>scienze della terra “A. Desio”, Università <strong>di</strong> Milano; Cesare Greco, Professoreassociato <strong>di</strong> Car<strong>di</strong>ologia, Università <strong>di</strong> Roma La Sapienza; Massimo Grossi,Professore associato <strong>di</strong> Analisi matematica, Università <strong>di</strong> Roma “LaSapienza”; Yuri Guaiana, Docente <strong>di</strong> Storia contemporanea, Università <strong>di</strong>Milano Bicocca; Margherita Hack, Professore Emerito <strong>di</strong> Astrofisica, SoccioNazionale dell’Accademia dei Lincei; Antonio Longinelli, Professore or<strong>di</strong>nario<strong>di</strong> Geochimica, Università <strong>di</strong> Parma; Giulio Maier, Professore or<strong>di</strong>nal’umiliatoemblema della <strong>di</strong>serzioneche ha consentitoalla controriforma <strong>di</strong> tornarea dettare la sua legge.Trentatré anni dopo, il 12 e 13maggio, l'appuntamento peri laici <strong>di</strong> destra, <strong>di</strong> centro e <strong>di</strong>sinistra deve dunque essere -ancora una volta - a PiazzaNavona, la piazza doveMarco Pannella salutò lenonne e le mamme cattoliche,i tanti elettori democristianie missini, i <strong>di</strong>ssenzientidalle sinistre ufficiali che avevanoreso possibile la vittoria<strong>di</strong>vorzista. È l’appuntamentodell’orgoglio laico, per la riaffermazione<strong>di</strong> obiettivi chepossono - e devono - tornaread essere vincenti in sintoniacon quanto accade nelle societàcivili del mondo. E’ statoconvocato - in onorata, <strong>di</strong>fficilissimapovertà - da quella“Rosa nel Pugno” che in tantivorrebbero seppellire, magarianche per quel duro, essenzialerichiamo al LorisFortuna <strong>di</strong> ieri accanto alBlair e allo Zapatero <strong>di</strong> oggi.Ma questa è un'altra storia,che ci auguriamo lunga.Intanto, arrivederci a PiazzaNavona, per un altro “NO” all’oscurantismofondamentalista.ROSA NEL PUGNO, SDI, E PARTITORADICALE INDICONO LA CELEBRAZIO-NE DEL 33 O ANNIVERSARIO DELLAGRANDE VITTORIA CIVILE RIPORTATAIL 12/13 MAGGIO 1974 DAL POPOLOITALIANO CON IL REFERENDUM CHERESPINSE LA RICHIESTA DI ABROGARELA LEGGE FORTUNA BASLINI ISTITU-TIVA DEL DIVORZIO. SECONDO TRADI-ZIONE, COMIZIO E CONCERTO ROMA-NI SI TERRANNO A PIAZZA NAVONA.PREPARIAMOLO E PREPARIAMOCI.Un importante Convegno <strong>di</strong> carattere culturalee scientifico, curato in particolaredall'<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, si terrànella stessa occasione sul tema "Il mitodella <strong>famiglia</strong> naturale: la rivoluzione dell'amorecivile". Il Convegno rifletterà e<strong>di</strong>scuterà così sugli stessi temi che aPiazza San Giovanni vedrà intanto radunatiper il Family Day gli ere<strong>di</strong> della partesconfitta del 1974.Rivolgiamo un caldo invito e un urgenteappello per un’imme<strong>di</strong>ata costituzionedel "COMITATO DI PATROCINIO E DIORGANIZZAZIONE" aperto a tutte legran<strong>di</strong> organizzazioni politiche, sociali,culturali, alle personalità istituzionali,politiche, della cultura e delle arti, chesiano d'accordo e per fare celebrare iltrionfo laico e <strong>di</strong>vorzista del 1974 con unalto momento <strong>di</strong> fierezza e <strong>di</strong> orgoglio deilaici e democratici italiani.Organizzare, improvvisare in pochissimotempo questa grande manifestazione <strong>di</strong>Piazza Navona, per tornare a farne ancheun grande evento popolare, è certo impresamolto <strong>di</strong>fficile. Tanto quanto, promuoveree organizzare ora il contributo e laeffettiva partecipazione <strong>di</strong> tutte, <strong>di</strong> tutti,mentre un’altra Italia sta <strong>di</strong> già godendodelle poderose promozioni che ben conosciamoe constatiamo.Sta <strong>di</strong> nuovo, dunque, a noi, come oltretrenta anni fa, <strong>di</strong> dare la misura e la confermadel persistere della forza civile delnostro paese e del nostro popolo.Enrico BoselliMarco Pannellapannella@ra<strong>di</strong>cali.itDal sì al <strong>di</strong>vorzlaicità: la ricerHANNO ACCETATTO DI ENTRARE A FAR PARTEDEL “COMITATO DI PATROCINIO ORGANIZZATIVO”DELLA GIORNATA DI ORGOGLIO LAICO:


12-13MAGGIO.ORGOGLIOLAICO3io al sì per laca si mobilitario <strong>di</strong> Ingegneria civile e ambientale, Politecnico <strong>di</strong> Milano; FabioManiscalco, Docente <strong>di</strong> Tutela e valorizzazione dei beni culturali in aree me<strong>di</strong>terranee,Università <strong>di</strong> Napoli L’Orientale; Fabio Marazzi, Professore <strong>di</strong>Aspetti giuri<strong>di</strong>ci dell’integrazione europea, Esperto in Diritto internazionalee societario, in particolare nell’ambito delle Telecomunicazioni eBiotecnologie, Università <strong>di</strong> Bergamo; Cristiana Marcuzzo, Direttore delDipartimento <strong>di</strong> Scienze economiche Università <strong>di</strong> Roma La Sapienza;Loredana Mariniello, Professore associato <strong>di</strong> Biochimica, Università <strong>di</strong>Napoli, Federico II; Alberto Martinelli, Professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Scienze politiche,Università <strong>di</strong> Milano; Pietro Maturi, Professore <strong>di</strong> Linguistica italiana,facoltà <strong>di</strong> Sociologia,Università <strong>di</strong> Napoli “Federico II”; GabrieleMilanesi, Professore del Dipartimento <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina-chirurgia eOdontoiatria, Università <strong>di</strong> Milano; Cesare Montecucco, Professore or<strong>di</strong>nario<strong>di</strong> Patologia generale, Facoltà <strong>di</strong> Scienze MFN, Università <strong>di</strong> Padova;Monica Mottes, Professore associato <strong>di</strong> Biologia, Università <strong>di</strong> Verona;Michela Muscettola, Professore associato, Istituto <strong>di</strong> Fisiologia Generale eScienza dell’Alimentazione, Università <strong>di</strong> Siena; Demetrio Neri, Professoreor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Bioetica,Vice-Presidente del Comitato nazionale per la Bioetica,Università <strong>di</strong> Messina; Antonio Pasini, Professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Geometria,Università <strong>di</strong> Siena; Gianfranco Pasquino, Professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Scienzepolitiche, Con<strong>di</strong>rettore “Rivista italiana <strong>di</strong> Scienza Politica”, Università <strong>di</strong>Bologna; Luciano Pilotti, Professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Economia e Gestione delleImprese, Università <strong>di</strong> Milano; Enrico Predazzi, Professore or<strong>di</strong>nario -Dip.to Fisica Teorica, Università <strong>di</strong> Torino; Silvano Presciuttini, ricercatoreuniversitario <strong>di</strong> Genetica, Università <strong>di</strong> Pisa; Silvano Romano, Professoreassociato, Dipartimento <strong>di</strong> Scienze Matematiche, Pavia; Gino Roncaglia,Ricercatore, Istituto <strong>di</strong> Scienze umane, Università della Tuscia; PaolaRonfani, Professore Or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Sociologia del Diritto, Milano;Massimiliano Zavorra, Professore associato <strong>di</strong> Storia dell’architettura,Università del Molise; Romano Scozzafava, Direttore Dipartimento Meto<strong>di</strong>e modelli matematici, or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Calcolo delle probabilità, Università <strong>di</strong>Roma La Sapienza; Franco Seller, Professore or<strong>di</strong>nario, Dipartimento <strong>di</strong>Fisica, Università <strong>di</strong> Bari; Andrea Severi, Professore facoltà <strong>di</strong> Economia,Università <strong>di</strong> Roma Tre; Alfio Signorelli, Facoltà <strong>di</strong> Lettere, Presidente delcorso <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o in Storia e culture del mondo moderno, Universitàdell’Aquila; <strong>Luca</strong> Sineo, Professore straor<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Antropologia, Università<strong>di</strong> Palermo; Piergiorgio Strata, Direttore del “Rita Levi Montalcini Centerfor Brain Repair”, Professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Neurofisiologia, Università <strong>di</strong>Torino; Lorenzo Strik Lievers, Ricercatore Scienze della formazione,Università <strong>di</strong> Milano-Bicocca; Carlo Tarsitani, Professore associato <strong>di</strong> Fisica,Università <strong>di</strong> Roma; Mario Telo, Université libre de Bruxelles, Institut d’étudeseuropéennes, Bruxelles; Massimo Deodori, già Professore <strong>di</strong> ScienzePolitiche, Università <strong>di</strong> Perugia; Carlo Triario, Ricercatore universitario,Università <strong>di</strong> Firenze; Riccardo Viale, Professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Metodologiadelle scienze sociali, Presidente Fondazione Rosselli, Università <strong>di</strong> Milano-Bicocca; Paolo Villani, Professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Ingegneria civile, Università<strong>di</strong> Napoli L’Orientale; Francesco Violi, Professore or<strong>di</strong>nario Me<strong>di</strong>cina interna,Università <strong>di</strong> Roma La SapienzaIL SIGNIFICATODI UNANNIVERSARIODIEGO GALLIIl 12 maggio è una ricorrenza importanteper le famiglie italiane.Si tratta dell'anniversario del referendumsul <strong>di</strong>vorzio, giorno incui gli italiani sancirono con il lorovoto il principio per cui a fondamentodella <strong>famiglia</strong> dovevaesserci una libera scelta <strong>di</strong> amoree non un'imposizione <strong>di</strong> legge.La <strong>famiglia</strong> cessava allora <strong>di</strong> rappresentareper lo stato un interessesuperiore a quello degli in<strong>di</strong>viduiche la compongono.A quella vittoria laica contribuironoin modo determinante milioni<strong>di</strong> elettori cattolici, senza ilcui voto, espresso in contrastocon le in<strong>di</strong>cazioni del Vaticano,non sarebbe stato possibile raggiungerela maggioranza favorevoleal <strong>di</strong>vorzio.L'approvazione referendaria del<strong>di</strong>vorzio nel 1974 provocò altreconquiste civili che determinaronoin pochi anni una vera epropria rivoluzione politica, culturalee sociale. La riforma del <strong>di</strong>ritto<strong>di</strong> <strong>famiglia</strong>, che sanciva finalmentel'eguaglianza giuri<strong>di</strong>catra i coniugi, fu approvata dalparlamento l'anno successivo,nel 1975. Nel 1978 il Parlamentodepenalizzava l'interruzione volontaria<strong>di</strong> gravidanza sotto laspinta delle <strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>enze civilie del referendum promosso daira<strong>di</strong>cali. Sempre in quegli anni,mutavano profondamente icomportamenti riproduttivi degliitaliani. L'affermarsi della maternitàe paternità responsabilesi manifestò in modo evidentecon il calo delle nascite, che proprionell'anno del referendumsul <strong>di</strong>vorzio subì un'accelerazioneepocale.Quella stagione <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> conquistecivili e sociali ha contribuitoa determinare anche nelnostro paese mutamenti profon<strong>di</strong>nei costumi e nella mentalità.Una delle più gran<strong>di</strong> conquistedei movimenti <strong>di</strong> liberazionesessuale e femminile, è stata lascissione tra sessualità e riproduzione.La <strong>famiglia</strong> oggi non èpiù fondata sulla riproduzione, aprescindere dal riconoscimentoo meno delle unioni omosessuali.Dal 1975 ad oggi si è passati da2,4 a 1,2 figli per donna, dato cherende l'Italia il Paese con il piùbasso tasso <strong>di</strong> natalità al mondo.La <strong>di</strong>mensione me<strong>di</strong>a della <strong>famiglia</strong>è scesa da 3,35 a 2,6 componenti.Il risultato è che soltantoil 43% della famiglie italiane èrappresentato oggi da genitoricon figli.La bassa natalità non rappresenta<strong>di</strong> per sé un segno <strong>di</strong> progressosociale. In Italia, anzi, è uno deisegni più evidenti dell'incertezzaeconomica in cui vivono milioni<strong>di</strong> persone, dell'assenza <strong>di</strong>adeguati servizi sociali e <strong>di</strong> unaancora non conquistata paritàtra uomo e donna nella conduzionedella vita familiare e nellapartecipazione al lavoro.Tuttavia, è anche il segnale piùevidente della trasformazioneantropologica subita dalla <strong>famiglia</strong>,la quale non trova più fondamentonella necessità biologicadella riproduzione, ma nellaqualità delle relazioni affettive enella con<strong>di</strong>visione dell'intimità.La stessa etimologia della parola<strong>famiglia</strong>, dall'italico famel, chesignifica "casa", rimanda a una<strong>di</strong>mensione relazione e non biologicao riproduttiva: la casa, illuogo dove stare, dove convivere.La <strong>famiglia</strong> considerata comenaturale, quella eterosessuale,mononucleare, con figli, rappresentasoltanto una delle formeassunte dalla <strong>famiglia</strong> nella storiadell'umanità, e oggi nella societàcontemporanea. Il concetto<strong>di</strong> <strong>famiglia</strong> naturale <strong>di</strong>sconoscele conquiste affettive <strong>di</strong> milioni<strong>di</strong> persone, e rischia <strong>di</strong> racchiudereanche la realtà della <strong>famiglia</strong>tra<strong>di</strong>zionale, e delle sfideche deve affrontare quoti<strong>di</strong>anamente,negli stretti confini <strong>di</strong> unascontata normalità.Il riconoscimento delle unionicivili rappresenta un provve<strong>di</strong>mentoche porterebbe a compimentola rivoluzione culturaleavvita con l'approvazione del <strong>di</strong>vorzio.Ma si tratta soprattutto <strong>di</strong>un provve<strong>di</strong>mento a favore dellacoesione della società. Nel momentoin cui consentiamo <strong>di</strong> regolamentarelegami, infatti, consentiamoalle persone <strong>di</strong> assumersiresponsabilità, in particolareresponsabilità degli altri.Dobbiamo affermare con forza ilprincipio per cui occorre che lefamiglie si fon<strong>di</strong>no sempre piùnon su una definizione astratta eideologica com'è quella <strong>di</strong> <strong>famiglia</strong>naturale, utilizzata per legittimarepolitiche <strong>di</strong> stampo fondamentalistae oppressivo, masul <strong>di</strong>alogo, sullo sviluppo dellequalità relazionali ed emotive,sulla parità a prescindere dal sesso,sulle forme plurali che le relazioniaffettive assumono perconciliare l'amore con l'imprescin<strong>di</strong>bileautonomia e libertàdegli in<strong>di</strong>vidui che lo animano egli danno corpo. Il riconoscimentodelle unioni civili, delleunioni tra omosessuali, il compimentodella vittoria del referendumsul <strong>di</strong>vorzio con l'accorciamentodei tempi necessari ad ottenerlo,rappresentano conquistecivili da assicurare alle famiglieitaliane, per rispettare la loroverità, e <strong>di</strong>fendere l'inalienabilelibertà in<strong>di</strong>viduale anche nelcampo, fondamentale per la realizzazionepersonale e morale,delle scelte affettive.All’interno uno speciale sul “mitodella <strong>famiglia</strong> naturale”PROGRAMMAPROVVISORIO10.00- 10.30Presentazione dell’eventoIntroduce i lavoriLord AnthonyGiddens*già Direttore della LondonSchool of EconomicsMessaggio video* da confermare10.45-13.30InterventiAttualità della battagliasul <strong>di</strong>vorzioGianfrancoSpadacciaGarante per i detenuti delComune <strong>di</strong> Roma, giàsegretario del Partitora<strong>di</strong>caleRapporti affettivi e coesionesocialePiergiorgioDonatelliDocente <strong>di</strong> Bioetica,Università La Sapienza <strong>di</strong>RomaLa trasformazione della<strong>famiglia</strong> italianaAnna LauraZanattaDocente <strong>di</strong> Sociologia dellaFamiglia, Università LaSapienza <strong>di</strong> RomaDiverse normalitàLaura FruggeriDocente <strong>di</strong> Psicologia delleRelazioni FamiliariLa rivoluzione dell’amorecivile nei rapporti <strong>di</strong> coppiaEnrichetta BuchliPsicanalista, autrice del libro“Il mito dell’amore fatale"La democrazia dell’amoreMario PatronoProfessore <strong>di</strong> Dirittopubblico, Università “LaSapienza”ConclusioniMarco PannellaMembro del Parlamentoeuropeo, Gruppo ALDELa sala dove si terrà ilConvegno verrà comunicatasul sito www.lucacoscioni.itper partecipare chiama lo06.68979286o scrivi a:info@associazionecoscioni.org


4AUTODETERMINAZIONE!CASONUVOLINUVOLI: "HO TROVATO IL MEDICO,VOGLIO MORIRE SENZA SOFFRIRE"Nel pomeriggio del 24 aprile scorso la conferenza stampa dell'ex arbitro <strong>di</strong> 53 anniche da sette combatte con la sclerosi. Alto un metro e 83, pesa 20 chiliLA REPUBBLICA24 aprile 2007"Non ho mai cambiato idea e vogliomorire senza soffrire, addormentato.Abbiamo già trovato ilme<strong>di</strong>co". Lo ha detto GiovanniNuvoli, l'ex arbitro <strong>di</strong> 53 anni affettoda sei anni dalla sclerosi lateraleamiotrofica. L'uomo, presentatocome un "nuovo casoWelby", ha riba<strong>di</strong>to la sua volontà- utilizzando il sintetizzatore vocale- dal letto della sua abitazione.Nuvoli ha convocato nel pomeriggio(del 24 aprile scorso, ndr) igiornalisti nella sua casa alla periferia<strong>di</strong> Alghero per annunciare lasua volontà <strong>di</strong> morire. Dopo 14mesi trascorsi nel reparto <strong>di</strong> rianimazionedell'ospedale civileSantissima Annunziata <strong>di</strong> Sassari,il 6 aprile scorso Nuvoli aveva fattorientro nella sua abitazione doveè assistito da me<strong>di</strong>ci, infermierie volontari.Nuvoli ha parlato dal suo letto conil sintetizzatore. L'ex arbitro ha 53anni, è alto un metro e 85 e pesaventi chili. Il resto è stato consumatoin sette anni dalla sclerosilaterale amiotrofica. E lui ha decisoda febbraio che quel mucchio<strong>di</strong> ossa costretto in un letto, gli occhiche spuntano fuori da un visoche ha perso ogni contorno, untubo che esce dal collo, "è un involucroche non riconosco piùcome mio corpo".Il 7 aprile, come si legge sul sito alui de<strong>di</strong>cato, Nuvoli ha racconta lasua vicenda umana e clinica. "Sel'embrione non può essere manipolatodall'uomo, perché alloral'uomo adulto può essere manipolatodagli uomini? Il 4 gennaiomi fu pronosticata una morte entropochi giorni se avessi rifiutatoi farmaci contro le infezioni. Èpassato un mese, le infezioni cisono e la somministrazione è statasospesa: ma io sono vivo, se vitasi può chiamare questa miapermanenza in un involucro chenon riconosco più come il miocorpo. Questo accanimento neltenermi in vita mi sembra assurdo,ipocrita, inutile. E non economico,anche da un punto <strong>di</strong> vistacattolico. Papa Wojtyla rifiutò altrecure e chiese "lasciatemi morire".Ho chiesto al primario DemetrioVi<strong>di</strong>li un intervento come quelloeffettuato da Mario Riccio suWelby: interruzione <strong>di</strong> ogni terapia.Mi ha risposto che lui non èun assassino. Chi mi uccide nonsarebbe il me<strong>di</strong>co, ma la sclerosilaterale amiotrofica. I me<strong>di</strong>ci, poichéconsapevoli <strong>di</strong> non essere padreterni,devono saper accettarela morte. Non come sconfitta professionale,ma come fatto naturale".Nuvoli, parlando con i giornalisti,vicino agli infermieri e <strong>di</strong> frontealla moglie, ha annunciato che, finalmente,quel me<strong>di</strong>co è statotrovato. Si è poi rifiutato <strong>di</strong> rivelarneil nome.Si sta profilando un altro casoWelby? Una conferenza stampaper annunciare la morte? Di sicuroda Natale, quando PiergiorgioWelby fu prima sedato e poi <strong>di</strong>staccatodalle macchine che lo tenevanoin vita, il ddl sul testamentobioetico non ha fatto mezzopasso avanti in CommissioneSanità. Il dottor Riccio è stato <strong>di</strong>recente indagato dalla procura <strong>di</strong>Roma per il reato <strong>di</strong> omici<strong>di</strong>o delconsenziente.Dal fronte Ra<strong>di</strong>cale parlano SilvioViale, membro della <strong>di</strong>rezionedella Rosa nel Pugno e l'europarlamentaree segretario della<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong> MarcoCappato. "Non possiamo negarea Nuvoli ciò che si è fatti perWelby" scrive Viale in una nota. EMarco Cappato, da Bruxelles: "Sirispetti la volontà <strong>di</strong> Nuvoli senzaulteriori torture". E la volontà dell'exarbitro è quella <strong>di</strong> morire.Questoaccanimentonel tenermiin vita misembraassurdo,ipocrita,inutileRISPETTARE LAVOLONTÀ DINUVOLI, CONTROTORTURATORI,AGUZZINIE VIOLENTATORIDEL SUO CORPOMARCO CAPPATOGiovanni Nuvoli ha parlato. Si è espresso "parlandocon gli occhi" grazie a quel sistema informatico che,come ra<strong>di</strong>cali dell'<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>, chie<strong>di</strong>amoda anni sia messo a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> tutte le persone inquelle con<strong>di</strong>zioni. È, senza dubbio, anche grazie aNuvoli, dopo <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> e Piergiorgio Welby, se ilMinistro Livia Turco si è impegnato a investire 10 milioni<strong>di</strong> euro per ridare la facoltà <strong>di</strong> parola a chi l'ha perduta.Giovanni Nuvoli ha detto ciò che aveva da <strong>di</strong>re.Abbiamo fatto il possibile per aiutare affinché la con<strong>di</strong>zionenella quale era stato recluso per un anno - interapia intensiva, con un'ora <strong>di</strong> visite al giorno e senzacomputer - fosse urgentemente superata. Ora peròNuvoli, da casa sua e con la sua "voce", ha confermatoche vuole sospendere il trattamento che lo mantienein vita, e che vuole farlo senza soffrire. È un suo <strong>di</strong>ritto,garantito dalla Costituzione. Vorremmo davvero chenon si aprisse ora il festival <strong>di</strong> chi, in nome della "Vita",vorrà che la vita <strong>di</strong> Nuvoli, il suo corpo ridotto a unoscheletro, continuino ad essere torturati per mesi.Purtroppo quel festival <strong>di</strong> aguzzini e violentatori delcorpo e della persona Giovanni Nuvoli si scatenerannoancora una volta, scandalizzandosi a reti unificatecontro "l'accanimento me<strong>di</strong>atico" ra<strong>di</strong>cale, o altrei<strong>di</strong>ozie <strong>di</strong> questo tipo.Per quanto mi riguarda- anche a nomedell'<strong>Associazione</strong><strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, ilPartito ra<strong>di</strong>cale e glialtri soggetti ra<strong>di</strong>cali -posso solo confermarel'impegno ad aiutareGiovanni Nuvolie ad esigere che loStato italiano lo rispetticome soggettotitolare <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti, impedendoche sia invecetrattato comeoggetto e vittima <strong>di</strong>deliri ideologici.


AUTODETERMINAZIONE!CASONUVOLI5IL TRIBUNALE DELLE COSCIENZEUn gruppo <strong>di</strong> Senatori propone che un comitato bioeticosia depositario “unico” e “ultimo” della volontà <strong>di</strong> NuvoliVi proponiamo alcuni stralci della relazioneapprovata dalla commissioneparlamentare <strong>di</strong> inchiesta sull'efficaciae l'efficienza del Servizio sanitario nazionaledel 4 aprile 2007. Al centro dell’attenzioneil sopralluogo svolto il 9marzo in provincia <strong>di</strong> Sassari all’ospedalein cui allora era ricoveratoGiovanni Nuvoli. Nello scorso numero<strong>di</strong> Agenda <strong>Coscioni</strong> ci siamo soffermatisulla scelta vaticana <strong>di</strong> far decidere aduna macchina sulla fine della vita degliesseri umani (“Deus est machina?”).Ora il Senato della Repubblica propone“all’Azienda sanitaria in accordo conil Comune <strong>di</strong> residenza e con la Procuracompetente l’istituzione <strong>di</strong> unComitato territoriale <strong>di</strong> bioetica depositariounico ed ultimo delle volontà delpaziente”.”Il sopralluogo e le au<strong>di</strong>zioni sono avvenutenell’ambito del filone <strong>di</strong> inchiesta sui comaneurovegetativi, sull’assistenza domiciliareed il Servizio sanitario nazionalenelle <strong>di</strong>verse realtà regionali e hanno contribuitoa fare chiarezza sulle modalità <strong>di</strong>assistenza previste in regione Sardegna percasi <strong>di</strong> malattie croniche progressive.In particolare l’attenzione si è concentratasulla storia clinica e umana del signorGiovanni Nuvoli affetto da sclerosi lateraleamiotrofica, ricoverato da lungo tempopresso il reparto <strong>di</strong> anestesia e rianimazionedell’ospedale <strong>di</strong> Sassari.La preoccupazione che qui viene espressaè quin<strong>di</strong> relativa alla tutela della piena libertàdelle volontà espresse dal pazienteda una parte, e all’adeguatezza della continuitàassistenziale anche a domicilio dall’altra.Bisogna infatti sicuramente tutelare la volontà,ma anche la sicurezza del pazienteche ha chiesto ripetutamente <strong>di</strong> poter tornarea casa proseguendo le terapie necessariealla sopravvivenza.[…] È necessario inoltre ricordare che, sebbeneil paziente sia stato riconosciuto capaced'intendere e <strong>di</strong> volere, egli abbia manifestato,soprattutto nel corso dell’ultimoanno, un atteggiamento oscillante circa lavolontà <strong>di</strong> prosecuzione delle cure o interruzione,causato altresì da possibili con<strong>di</strong>zionamentiesterni alla sua libera volontà,verosimilmente anche <strong>di</strong> tipo me<strong>di</strong>atico.[…] Per quanto riguarda, invece, la garanziadell’espressione delle volontà del signorNuvoli e la tutela <strong>di</strong> manifestazionedella sua libertà <strong>di</strong> autodeterminazione terapeutica,che non deve essere minata, sisuggerisce, sempre all’Azienda sanitaria inaccordo con il Comune <strong>di</strong> residenza e conla Procura competente l’istituzione <strong>di</strong> unComitato territoriale <strong>di</strong> bioetica depositariounico ed ultimo delle volontà del paziente.Si propone che tale Comitatosia presieduto dal sostituto procuratoredetentore dell’inchiesta”.“oSUL TESTAMENTO BIOLOGICOL’ULTIMA PAROLA SPETTA AL PAZIENTEIGNAZIO MARINO*Corriere della Sera, 7 aprile 2007Caro <strong>di</strong>rettore,ho letto l'intervista sul Corrieredell'ex presidente del Comitatonazionale <strong>di</strong> bioetica (Cnb) a propositodel testamento biologico.Conosco molto bene il documentosulle “Dichiarazioni anticipate<strong>di</strong> trattamento” che, nel2003, è stato approvato dal Cnb.Quel testo e stato preso in considerazionedalla Commissione sanitàdel Senato, che presiedo, comepunto <strong>di</strong> partenza periniziare un percorso <strong>di</strong> <strong>di</strong>alogo econfronto che è maturato in questimesi. Alcuni <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> legge,attualmente all'esame dellaCommissione, ne rispecchiano iprincipi, in particolare il ddl 773.Personalmente trovo che in taledocumento ci siano alcuni aspettivali<strong>di</strong> e molto utili, ed altri chenon con<strong>di</strong>vido pienamente. Nonconcordo, infatti, con l'idea chespetti al me<strong>di</strong>co l'ultima parolain merito alle terapie che vannosomministrate a un paziente nellefasi terminali della sua vita,quando esiste un testamentobiologico. Che senso ha scrivereun documento in cui in<strong>di</strong>chiamole nostre volontà se poi, alla fine, ècomunque il me<strong>di</strong>co a decidereper noi? E poi quale me<strong>di</strong>co vorrebbequesta responsabilità? Misembra, inoltre, inopportuno affermareche il documentodel Cnb e stato “<strong>di</strong>satteso” e chel'ex presidente si aspettava che“saremmo partiti da quello e loavremmo trasformato in legge”.Penso che il compito delParlamento, soprattutto quandoaffronta temi eticamente sensibili,sia quello <strong>di</strong> procedere in manierain<strong>di</strong>pendente pur avvalendosidel prezioso contributo <strong>di</strong>esperti, come certamente sono imembri del Cnb, per avviare unconfronto e un <strong>di</strong>alogo costruttivofra le <strong>di</strong>verse parti politiche.Inoltre, mi preme sottolineareche il Parlamento non si è bloccatodopo il 2003, come <strong>di</strong>ceD'Agostino. Tutt'altro. Siamo ripartitida un <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> legge chenella scorsa legislatura, il 17 luglio2005, era stato votato all'unanimitàdalla Commissione sanitàdel Senato, ma che non era malstato portato in Aula. Abbiamocontinuato il lavoro con 40 au<strong>di</strong>zionicondotte in questi mesi chehanno permesso <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>reaspetti che rischiavano <strong>di</strong> esseresottovalutati. Io stesso, inizialmente,avevo ipotizzato l'obbligatorietàdel testamento biologicoperché, attraverso la mia lungaesperienza come chirurgo negliUsa, molte volte mi è capitato<strong>di</strong> ascoltare i familiari <strong>di</strong> pazientimantenuti artificialmente in vitache, tra sofferenza e rimpianto,avrebbero voluto che il loro carosi fosse espresso, quando ancorane aveva le capacità. Ho rivalutatoquesta mia considerazione. Ineffetti, l'obbligatorietà potrebbeCONFRONTO COL PROF. D’AGOSTINOIl testamento biologico? Per il Prof. D’Agostino è cosa buona egiusta introdurre una legge che ammetta la possibilità <strong>di</strong> esprimere<strong>di</strong>rettive anticipate sulle scelte <strong>di</strong> fine vita, ma a con<strong>di</strong>zione“che il me<strong>di</strong>co, destinatario delle <strong>di</strong>chiarazioni anticipate,pur avendo il dovere <strong>di</strong> tenerle in adeguata e seria considerazione,non venga mai dalla legge vincolato alla loro osservanza”(Avvenire, 6 aprile 2007). Il testamento biologico come “esercizio<strong>di</strong> stile” del paziente dunque. Per il Presidente onorario delComitato Nazionale <strong>di</strong> Bioetica, e<strong>di</strong>torialista del quoti<strong>di</strong>anodella CEI, è “naturale” l’irrigi<strong>di</strong>mento della chiesa in materia, vistoche “negli otto <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> legge depositati in Parlamento, infatti,ci sono delle fughe in avanti rispetto al documento cheavevamo approvato noi. Fughe, sinceramente, non previste”.Tra i punti cal<strong>di</strong>, D’Agostino ne in<strong>di</strong>vidua tre in particolare: “Ilprimo: la figura del me<strong>di</strong>co in molti <strong>di</strong>segni <strong>di</strong> legge viene vincolataa rispettare la volontà del paziente in modo quasi meccanico,il che è gravissimo perché umilia la deontologia professionale.Il secondo e più problematico: si vuole far rientrare l'alimentazionee l'idratazione tra le cure me<strong>di</strong>che e quin<strong>di</strong> sindacabilida parte del paziente. E l'ultima faccenda è che oramai semprepiù spesso sono intrecciate le questioni legate al caso Welby aquelle del testamento biologico. E per me è chiaro che c'è untentativo me<strong>di</strong>atico <strong>di</strong> confondere le idee perché, anche se cifosse stato il testamento biologico, non avrebbe aiutato Welby.Purtroppo anche Ignazio Marino è cascato in questa trappola”(intervista al Corriere della Sera, 5 aprile 2007). A queste esternazioniha risposto Ignazio Marino con una lettera inviata allostesso quoti<strong>di</strong>ano <strong>di</strong> Via Solferino.Presidente onorario del Comitato Nazionale <strong>di</strong> Bioeticalimitare la libertà in<strong>di</strong>viduale,concetto che riba<strong>di</strong>rò quando arriveremonel pieno della <strong>di</strong>scussione.Infine, non vorrei sembrarearrogante né presuntuoso, maposso tranquillamente affermare<strong>di</strong> non essere caduto in alcuna“trappola” perché conosco moltobene la <strong>di</strong>fferenza fra autodeterminazionedel paziente rispettoalle cure, come nella drammaticavicenda <strong>di</strong> Piergiorgio Welby,e testamento biologico. Questoperché, negli anni, ho dovutoconfrontarmi con pazienti terminaliche esercitavano le proprievolontà dal letto d'ospedale maanche con altri, in coma irreversibile,che avevano sottoscrittoun testamento biologico. Questiultimi, grazie a una legge che inItalia ancora non c'e, hanno potutorifiutare terapie utili solo aprolungare agonia e sofferenze. IlConvegno del 28 e 29 marzo, promossodal presidente del Senato,ha permesso <strong>di</strong> ascoltare espertiitaliani e stranieri che hanno illustratogli aspetti tecnico-scientificie l'approccio etico delle principalireligioni monoteiste.Quando si affrontano gli aspettipratici e più delicati legati alle decisioni<strong>di</strong> fine vita e alla sofferenzadel malato, credo sia opportunoche a parlarne non siano sologli intellettuali dal punto <strong>di</strong> vistateorico, ma anche chi, con questipazienti, ha un'esperienza personalee <strong>di</strong>retta.* Presidente Commissione Sanitàdel Senato


6AUTODETERMINAZIONE:L’AUDIZIONERICCIO: AUTODETERMINAZIONE DELPAZIENTE SENZA BUROCRATISMIAu<strong>di</strong>zione del me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Cremona alla Camera dei Deputati: sull’accanimentoterapeutico l’ultima parola va al singolo in<strong>di</strong>viduoMARIO RICCIO*Riguardo alla tematica <strong>di</strong> cui all’oggetto(tutela della <strong>di</strong>gnità edella volontà della persona umananelle patologie incurabili e terminali,anche con riferimento altema dell’eutanasia, n.d.R.), horitenuto utile riportare un sinteticoelenco, sviluppato con le miepersonali riflessioni, delle principaliproblematiche coinvolte nell’attuale<strong>di</strong>battito bioetico.Assistenza al paziente ed alla <strong>famiglia</strong>.Quando si trattano le problematiche<strong>di</strong> fine vita, è assolutamentenecessario considerareanche gli aspetti assistenziali delpaziente e della sua <strong>famiglia</strong>.Queste sono tematiche <strong>di</strong> indubbiointeresse che sicuramente unServizio Sanitario adeguato aglistandard più avanzati,comequello italiano, non può trascurare.In Italia peraltro esistono giàeccellenti modelli organizzativi.Pertanto non mancano certoesempi ai quali anche le regioniche non hanno compiutamenteprovveduto alla creazione <strong>di</strong> modelliorganizzativi possano ispirarsi.Ovviamente questo problemaè però interamente <strong>di</strong>pendentenon solo dalla <strong>di</strong>sponibilitàdelle risorse economiche, maanche dall’in<strong>di</strong>viduazione dellepriorità. Essendo le patologiecroniche – degenerative in aumentoin relazione all’allungamentodella vita me<strong>di</strong>a,dovrannotrovare una logica risposta neipreventivi <strong>di</strong> spesa delle singoleregioni. E’ da chiarire però cheanche la migliore assistenza alpaziente ed alla <strong>famiglia</strong> non è daintendersi come alternativa,sostitutivao risolutiva delle altreproblematiche ed in particolaredella libera scelta del pazienteche nessuna valutazione terzapotrà porre in dubbio. Per quantoattiene al cosiddetto abbandonoterapeutico che si praticherebbenelle strutture sanitarie;oggi credo che il vero problemasia piuttosto un eccesso <strong>di</strong> terapianelle strutture sanitarie. Nonfosse altro per il ra<strong>di</strong>cato timoreda parte della classe me<strong>di</strong>ca delsopravvenire <strong>di</strong> problematicheme<strong>di</strong>co – legali. Quando poi nonvi siano vere e proprie convinzioniideologiche che portano al vitalismopiù sfrenato nell’assolutamancanza <strong>di</strong> rispetto delle volontàdel pazienteRapporto me<strong>di</strong>co–paziente.Deve essere chiarito che va <strong>di</strong>stintoil rapporto che si può crearenell’ambito privato-<strong>di</strong>retto daquello che si instaura nel corso <strong>di</strong>un ricovero in una qualsiasi strutturasanitaria. Nel primo caso ilrapporto si concretizza correttamentese libero da vincoli <strong>di</strong> sorta.Pertanto deve essere accettatoda entrambe le parti. Le qualipossono interrompere unilateralmentetale rapporto quando loritengano opportuno. Nel casoche sia il me<strong>di</strong>co ad interrompereil rapporto, anche per la presenza<strong>di</strong> una patologia non <strong>di</strong> suacompetenza, questi deve fornirein<strong>di</strong>cazioni al paziente riguardo achi potrà rivolgersi, me<strong>di</strong>co ostruttura, per il proseguimentodell’iter <strong>di</strong>agnostico–terapeutico.Il rapporto è fondato non tantosu una relazione temporale,masulla piena conoscenza da partedel sanitario del caso clinico, sullamassima correttezza nell’informazionedella <strong>di</strong>agnosi,delle variepossibilità terapeutiche,concretamentepraticabili, e dellaprognosi. Guidata dalla cosi dettaEBM (Evidence Based Me<strong>di</strong>cine),cioè dalla pratica della me<strong>di</strong>cinabasata sull’evidenza scientifica .Ilpaziente, adulto e in grado <strong>di</strong> intenderee volere (competent nell’accezioneanglosassone), aiuteràil me<strong>di</strong>co fornendogli ogniparticolare richiesto sulla sua patologiae dando prova <strong>di</strong> avercompreso quanto gli viene spiegato.Informazione al paziente. Comegià riportato, questa deve esserecompleta e chiara, riferita al solopaziente e/o soltanto a chi da luieventualmente in<strong>di</strong>cato.L’informazione deve essere intesacome uno dei <strong>di</strong>ritti fondamentalidel paziente stesso e noncome una pratica accessoria.In<strong>di</strong>spensabile per dare vali<strong>di</strong>tà,giuri<strong>di</strong>ca ed etica, alconsenso/rifiuto della terapiaConsenso/rifiuto alle terapie,l’autodeterminazione. Il pazientepuò rifiutare <strong>di</strong> intraprendere,sospendere anche se già iniziate,o accettare le terapie propostegli.Tale principio deve essere estesoa ogni trattamento terapeutico. Ilprincipio <strong>di</strong> autodeterminazionedel paziente deve infatti essereinteso in maniera estensiva.L’autodeterminazione del pazienterispetto alle terapie nondeve però essere considerato comeun automatismo verso unipotetico <strong>di</strong>ritto all’eutanasia, comesarà spiegato meglio piùavanti. Per quanto riguarda lapratica della sospensione dellaterapia, va specificato che è eticamentee clinicamente più correttoiniziare e poi sospendere unaterapia (qualora se ne ravvisil’inefficacia clinica o sopraggiungasolo in un secondo momentoil rifiuto del paziente perché inizialmentenon competent ) piuttostoche decidere <strong>di</strong> non intraprenderla.Spesso è proprio l’intraprenderealcune terapie che permette alpaziente <strong>di</strong> ritornare nello stato<strong>di</strong> competent, necessario per poidecidere sul suo futuro. Ad esempiol’insufficienza respiratoriaacuta grave può portare allo stato<strong>di</strong> coma carbonarcotico cheOggi il veroproblema è uneccesso <strong>di</strong> terapianelle strutturesanitariesarà risolto con la ventilazionemeccanica.Anche in certe con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> insufficienzarenale acuta o riacutizzazione<strong>di</strong> quella cronica, la<strong>di</strong>alisi risolve il coma cosiddettouremico. Alcune patologie neurologiche,anche <strong>di</strong> natura neoplastica,possono esor<strong>di</strong>re constati <strong>di</strong> coma. Trattati adeguatamentei quali,il paziente – ritornatocompetent – potrà assumeredecisioni in merito al proseguimentodella terapia. Pertantol’iniziare un percorso terapeutico,non deve necessariamenteobbligare a concluderlo.Si potrannosempre porre infatti degliobbiettivi tempo-correlati o risultato-correlati.La tesi che una terapia se instauratanon possa essere sospesa olimitata non è giuri<strong>di</strong>camente sostenibileed è eticamente presentecome concetto solo nei paesime<strong>di</strong>terranei.La possibilità <strong>di</strong> stilare per leggeun elenco <strong>di</strong> terapie non rifiutabilidal paziente, è improponibilegiuri<strong>di</strong>camente ed eticamente.La <strong>di</strong>stinzione che è stata propostatra cura e terapia, comprendendonella cura una serie <strong>di</strong> terapieche dovrebbero essere pertantoirrinunciabili (ventilazione,nutrizioneed idratazioneprincipalmente),non regge ad unserio ragionamento giuri<strong>di</strong>co edetico. Oltre a limitare se non acontrad<strong>di</strong>re il dettato costituzionale(consenso alle terapie,inviolabilitàdella fisicità della persona).E’ riconosciuto infatti che,per esempio, nessuno può costringerequalcuno ad alimentarsi.Anche nel paziente terminaletumorale è fisiologico assistere adun progressivo rifiuto della alimentazioneed idratazione pervia or<strong>di</strong>naria. Nessun sanitario inquesti casi si ostina ad alimentarlo.La tesi che unaterapia seinstaurata nonpossa esseresospesa o limitatanon è giuri<strong>di</strong>camentesostenibileTestamento biologico, <strong>di</strong>rettiveanticipate, living will. E’ sicuramentela tematica maggiormente<strong>di</strong>battuta oggi nel nostro paese.Tralasciole fini <strong>di</strong>stinzioni semantiche,che taluni operanonon senza qualche ragione, fra ivari termini. Che contengano in<strong>di</strong>cazionisulle terapie che si voglionorifiutare (<strong>di</strong>rettive anticipate<strong>di</strong> istruzione) o che contenganoil nominativo <strong>di</strong> un decisoresostitutivo o fiduciario (<strong>di</strong>rettiveanticipate <strong>di</strong> delega) o in una soluzione– la più auspicabile - chele comprenda entrambe, le <strong>di</strong>rettiveanticipate o testamento biologicoo testamenti <strong>di</strong> vita o livingwill devono essere intese comel’estensione del <strong>di</strong>ritto della personaa decidere sulle strategie daadottare nel corso della malattia.Anche quando non fosse più ingrado <strong>di</strong> intendere e volere. Nonè accettabile infatti che lo stato <strong>di</strong>incompetent, transitorio o definitivo,debba comportare la impossibilitàa decidere sul propriocorpo. Vale come esempio lo statotransitorio <strong>di</strong> incompetent cheè determinato dall’ instaurarsidel coma farmacologico in corso<strong>di</strong> anestesia generale. E’ stato giàchiarito, nella famosa sentenzasul caso Massimo all’inizio deglianni ‘90, che i limiti posti dal consensoespresso dal paziente perun determinato intervento,primadell’induzione dell’anestesiagenerale, non possano essere superatidall’operatore chirurgo anchein presenza <strong>di</strong> variate con<strong>di</strong>-


AUTODETERMINAZIONE:L’AUDIZIONE7zioni cliniche sopravvenute durantel’intervento.Le in<strong>di</strong>cazioni contenute nelle<strong>di</strong>rettive anticipate dovranno comunquetrovare la loro attuazione,<strong>di</strong>versamente sarebbe completamentetra<strong>di</strong>ta la natura stessadello strumento. Potrebbe essereprevista una obbiezione <strong>di</strong>coscienza. Ma da limitarsi esclusivamentealla sospensione <strong>di</strong>determinati trattamenti e noncerto una norma che permetta alsanitario <strong>di</strong> intraprendere trattamentisanitari espressamentenon voluti dal paziente. Questoperché psicologicamente e moralmenteè riconosciuto più gravosoper alcuni operatori sanitari,come abbiamo già scritto, l’interruzionedella terapia piuttostoche il mancato inizio. Anche sepoi risultano pratiche identichenelle conseguenze.Pertanto ritengo necessario creareun testo <strong>di</strong> legge leggero, e nongravato da eccessivo burocratismo.Ma soprattutto <strong>di</strong> facile attuazionepratica. Diversamentevi sarà il rischio <strong>di</strong> promulgareuna legge poi inapplicabile comeè stato per il consenso alla donazionedegli organi. A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong>ormai 8 anni (aprile 1999), nontrova infatti ancora applicazionequella normativa per la <strong>di</strong>fficoltàalla stesura dei decreti attuativi. Iltestamento <strong>di</strong> vita non è, comeda alcuni sostenuto, uno strumentoche svilisce o mortifica ilrapporto me<strong>di</strong>co – paziente. Anzilo arricchisce e contribuisce amaturare i convincimenti del paziente.Al contempo il me<strong>di</strong>coavrà modo <strong>di</strong> verificare le volontàdel paziente ed eventualmentecontribuire alla riflessione sullamalattia, fintanto che il pazienteè ancora competent. Le perplessitàcirca il fatto che le opinioniespresse in un testamento biologicopossano risultare datate epertanto dubbie sono, a nostroLe perplessitàcirca il fattoche le opinioniespresse in untestamentobiologico possanorisultaredubbie sonosoverchieStabilire se untrattamentosanitario si puòconsiderareaccanimentoterapeutico omeno, risultaun eserciziodel tutto inutilee impossibilenel tempo.Infine è da sottolineare che le patologiecroniche degenerativeprogressive che possono portarela persona ad uno stato <strong>di</strong> incompetento nella impossibilità adesprimersi, sono numerosissime.Senza contare per chiunque lapossibilità malaugurata, ma purtropposempre presente, <strong>di</strong> perdereimprovvisamente e non poterpiù riacquisire la propria capacita<strong>di</strong> intendere e volere(eventi traumatici o vascolari delsistema nervoso centrale).E’ inutile ricordare che il nostroPaese arriverà fra gli ultimi inEuropa a dotarsi <strong>di</strong> tale strumento.Palliazione del dolore e sedazioneterminale. Il dolore non puòessere considerato un valore <strong>di</strong>per sé. Pertanto, laddove il pazientenon <strong>di</strong>sponga <strong>di</strong>versamentecome è suo <strong>di</strong>ritto, deveessere abolito ed anzi prevenuto.Oggi questo è possibile in unaelevatissima percentuale <strong>di</strong> casi.Lo sforzo per la semplificazionenell’uso degli antidolorifici deveessere continuato. Senza escluderealcuna soluzione farmacologica.Quin<strong>di</strong> l’invito è a prenderein considerazione anche l’utilizzodei cannabinoi<strong>di</strong>, che stadando egregi risultati laddovesperimentato. Insensati pregiu<strong>di</strong>zimorali in questa materia infattipotrebbero produrre inutilisofferenze. La sedazione terminaleè una pratica ormai consolidata.Taluni ritengono, non senzabuone argomentazioni, chetra la sedazione terminale e lapratica della eutanasia non ci sianosostanziali <strong>di</strong>fferenze etiche.terapeutico, si fa invece riferimentoall’appropriato concettoanglosassone <strong>di</strong> futility cioè la futilità,la inutilità <strong>di</strong> un trattamento.Questo è sicuramente un concettomisurabile. Unito alla gravositànel sopportare un trattamento,può forse dare un significatoaccettabile <strong>di</strong> accanimentoterapeutico. Ma tutti questi sforzi<strong>di</strong> definizione non mo<strong>di</strong>ficano ilfatto che ciò che giustifica un trattamentosanitario non è l’appropriatezzao un rapporto fra tollerabilitàdel trattamento e gravitàdella malattia,ma unicamente ilconsenso del malato. Pertantostabilire se un trattamento sanitariosi può considerare accanimentoterapeutico o meno, risultaun esercizio del tutto inutile.Qualora non fosse ad<strong>di</strong>ritturaimpossibile .Deontologia Me<strong>di</strong>ca e Diritto. Ilrecente Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> DeontologiaMe<strong>di</strong>ca riba<strong>di</strong>sce che nessuntrattamento può essere intrapresoo continuato senza l’esplicitoconsenso del paziente. Così comeobbliga il me<strong>di</strong>co ad attenersialle <strong>di</strong>rettive anticipate, se certee documentate, qualora il pazientenon sia in grado <strong>di</strong> esprimersi.E’ interessante notare cheil Co<strong>di</strong>ce Deontologico attualesupera la questione semanticadella <strong>di</strong>stinzione tra cura e terapia,utilizzandoil più correttotrattamento per in<strong>di</strong>care qualsiasiazione - farmacologica,strumentaleo manuale - attuata neiconfronti del paziente.Desidero riportare quanto in<strong>di</strong>catogià nel primo Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong>Deontologia Me<strong>di</strong>ca, redatto inItalia dall’Or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> Sassari nellontano 1903 : ….( il me<strong>di</strong>co ) nonintraprenderà alcun atto operativosenza aver prima ottenuto ilconsenso dell’ammalato o dellepersone dalle quali questo <strong>di</strong>pende…..Non credo necessiti <strong>di</strong> ulterioricommenti.Il <strong>di</strong>ritto del paziente a non esseresottoposto ad alcun trattamentosanitario senza il proprio consensoè sancito dalla Costituzione.Riba<strong>di</strong>to in molteplici sentenze<strong>di</strong> vario grado, è contenuto anchenel Co<strong>di</strong>ce Penale quale <strong>di</strong>ritto all’inviolabilitàdella propria personafisica. Così come per ilTestamento Biologico, anche tale<strong>di</strong>ritto sarebbe già riportatonella ben nota Convenzione <strong>di</strong>Oviedo. Che però, sebbene ratificatadal nostro Paese nel 2001,allapari della già citata normativasulla donazione <strong>di</strong> organi, non èancora applicabile per la mancataapprovazione dei decreti attuativi.In conclusione si puòtranquillamente affermare cheoggi il <strong>di</strong>ritto vigente obbliga ilme<strong>di</strong>co a non intraprendere o asospendere trattamenti sanitarinon accettati dal paziente.Eutanasia. Attualmente è espressamentevietata dallaDeontologia Me<strong>di</strong>ca. Mentre ilDiritto vigente non la contemplaneanche quale fattispecie <strong>di</strong> reato.Pertanto si assimila all’omici<strong>di</strong>odel consenziente o all’aiuto alsuici<strong>di</strong>o.Deve essere però chiaro chequando si parla <strong>di</strong> eutanasia si intendeun trattamento me<strong>di</strong>cocondotto,con il consenso del paziente,allo scopo <strong>di</strong>retto,precisoe rapido <strong>di</strong> provocare la morte delpaziente attraverso l’interruzionedell’attività car<strong>di</strong>aca e/o respiratoria,amezzo <strong>di</strong> somministrazione<strong>di</strong> precisi farmaci.Non esiste ne giuri<strong>di</strong>camente nedeontologicamente una fattispecie<strong>di</strong> eutanasia che preveda ilL’ eutanasiaclandestina èpresente nelnostro Paesema si praticaprevalentementea domicilionon intraprendere od il sospendereun trattamento sanitario ( lacosiddetta eutanasia passiva oper omissione ). Diversamente siandrebbe a negare il concettostesso <strong>di</strong> autonomia della personae <strong>di</strong>ritto all’autodeterminazione.Sarebbe auspicabile che l’eutanasianon fosse più considerataun tabù <strong>di</strong> cui non sia neppureproponibile parlare. Legislazioni<strong>di</strong> altri paesi occidentali hannoinfatti previsto la pratica dell’eutanasiain situazioni ben limitateed attraverso complesse valutazioni.Come risposta a quei casi<strong>di</strong> patologie terminali che nonostantela migliore palliazione edassistenza ospedaliera e domiciliarecontinuavano a provocarenel paziente uno stato <strong>di</strong> doloretotale. Cioè la somma del dolorefisico unito al dolore per la propriacon<strong>di</strong>zione terminale. Si deveinfatti sottolineare che l’eutanasiaè stata introdotta in paesiche già si erano dotati da decenni<strong>di</strong> una rete <strong>di</strong> elevata assistenzasanitaria, con particolare riguardoproprio ai problemi del trattamentodel dolore e palliazionedei pazienti terminali. Pertanto èda intendersi non certo come lasbrigativa ed economica soluzionea tale problematica, ma comela sofferta ma adeguata risposta aquella pur sempre presente percentuale<strong>di</strong> pazienti non più rispondentialla terapia.Sarebbe quin<strong>di</strong> auspicabile cheanche nel nostro Paese si introducesseun serio e pacato <strong>di</strong>battito,privato <strong>di</strong> elementi ideologici,sull’argomento.Per quanto riguarda un fenomeno<strong>di</strong> eutanasia clandestina, è daritenersi che possa essere realmentepresente nel nostro Paese.Ma è verosimile che tali pratichesiano condotte principalmentein ambiente domiciliare piuttostoche in quello ospedaliero.Mentre è quasi impossibile chepossano avvenire nelle aree critiche(pronto soccorso,rianimazione,unità<strong>di</strong> cura coronariche ereparti chirurgici) degli ospedali,in ragione della contemporaneapresenza <strong>di</strong> un elevato numero <strong>di</strong>operatori sanitari.* Memoria dell’au<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> fronte alleCommissioni riunite Giustizia e AffariSociali della Camera dei Deputati in data14 marzo 2007 in materia <strong>di</strong> tuteladella <strong>di</strong>gnità e della volontà della personaumana nelle patologie incurabili e terminali,anche con riferimento al tema dell’eutanasia.avviso, soverchie. Essendo il testamentosempre mo<strong>di</strong>ficabiledal paziente, i contenuti devonoessere considerati attuali laddoveil paziente non abbia sentito lanecessità <strong>di</strong> mo<strong>di</strong>ficarli. Al contrario<strong>di</strong> quanti considerino questoun limite, è invece da ritenersiconvincimento particolarmentesolido quello che ha resistitoAccanimento terapeutico. E’ untermine che crea molta confusione,un ossimoro che non trovacorrispondente nella letteraturabioetica internazionale, usato infattiesclusivamente nei paesineolatini. E’ impossibile determinarecon un criterio oggettivo cosapossa essere definito accanimentoterapeutico. Datosi che lasoggettività è preponderante inun tale esercizio.Spesso,parlando <strong>di</strong> accanimento


!8AUTODETERMINAZIONEIL “NOSTRO”PROCESSOAIUTIAMO IL DOTTOR MARIO RICCIO!FURIO COLOMBOL’Unità, 3 aprile 2007Ci sono molte ragioni - umane ecivili - per non <strong>di</strong>menticare il caso<strong>di</strong> Piergiorgio Welby, la sua sofferenza,la sua residua ma forte voceche non ha smesso richiedereagli esseri umani che gli stavanointorno <strong>di</strong> intervenire e <strong>di</strong> porrefine, per dovere morale e secondola legge, al suo <strong>di</strong>sumano dolore.Qualcuno lo ha fatto. Lo hafatto l'appello ostinato dei ra<strong>di</strong>cali,<strong>di</strong> Marco Cappato, a cui inmolti ci siamo uniti, me<strong>di</strong>ci, giuristi,politici, citta<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> tuttaItalia. Uno <strong>di</strong> loro, uno <strong>di</strong> noi, ilme<strong>di</strong>co anestesista Mario Riccio,lo ha fatto. Seguendo scrupolosamenteil poco che le norme italianein<strong>di</strong>cano e consentono per rispettarela <strong>di</strong>gnità e la volontà <strong>di</strong>una persona che non può piùsoffrire, il Dottor Riccio ha fermatola macchina-tortura che stavacomunque portando Welby allamorte, pero più lenta, più indecorosa,capace solo <strong>di</strong> alimentareun dolore sempre più grande.Ora - nonostante la richiesta <strong>di</strong>archiviazione del ProcuratoreFurio Colombo e Federico Orlando, rispettivamente dalle colonne de L’Unità e <strong>di</strong>Europa, lanciano l’idea <strong>di</strong> una sottoscrizione a favore del dottor Mario Riccio edell’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong> per sostenere le ipotetiche spese giu<strong>di</strong>ziarie nel caso incui il Tribunale <strong>di</strong> Roma, nonostante la richiesta <strong>di</strong> archiviazione del Procuratore dellaRepubblica e del Procuratore Generale <strong>di</strong> Roma, decidesse <strong>di</strong> intraprendere la viaprocessuale. Un invito a “non tacere”, un gesto per “dare coraggio al legislatore riformistae ai tanti me<strong>di</strong>ci che vorrebbero usare la carità verso chi la invoca, ma sonoschiacciati tra i fulmini dell'obiezione <strong>di</strong> coscienza e quelli delle legge-non-legge”.della Repubblica e delProcuratore Generale <strong>di</strong> Roma, ilTribunale della stessa città annuncia<strong>di</strong> voler processare il me<strong>di</strong>coe lo accusa <strong>di</strong> omici<strong>di</strong>o <strong>di</strong>persona consenziente, cioè <strong>di</strong>reato gravissimo. Non <strong>di</strong>remoche la decisione annunciata - sepresa - avrà un fondamento teologicoe non giuri<strong>di</strong>co, per il rispettosempre dovuto allaMagistratura. Diremo che è tempoper tutte le persone guidate daun senso <strong>di</strong> umanità e solidarietà<strong>di</strong> essere presenti, attive e impegnatea sostenere due cause: la<strong>di</strong>gnità del malato Welby, cheaveva chiesto a lungo e invano -come in un film dell'orrore - chesi ponesse fine alla sua sofferenza.E l'atto <strong>di</strong> umanità da me<strong>di</strong>coe da citta<strong>di</strong>no, compiuto a nome<strong>di</strong> tutti noi, dal me<strong>di</strong>co Riccio, inbase alla sua conoscenza, competenzae coscienza. Chi <strong>di</strong> noi haprovato gratitu<strong>di</strong>ne -e anche riscattoper la propria incapacità <strong>di</strong>accorrere in aiuto - quando ilDottor Riccio è intervenuto,adesso ha l'impegno <strong>di</strong> essergliaccanto e sostenerlo. È giustoscrivere queste cose sul giornale<strong>di</strong> quella sinistra che della solidarietà,del soccorso, della <strong>di</strong>gnità,del rispetto della persona e deisuoi <strong>di</strong>ritti fondamentali ha semprefatto la sua ban<strong>di</strong>era.Propongo al nostro giornale <strong>di</strong>aprire una sottoscrizione: un fondo<strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa per sostenere al livellopiù alto le ragioni umane moralie civili che hanno guidato ilDottor Riccio nella sua decisionee nel suo intervento che ha postofine al dolore. In un mondo impegnato- anche con le sue miglioririsorse tecnologiche - acreare dolore, occorre <strong>di</strong>fendereRiccio ma anche il simbolo alto <strong>di</strong>ciò che ha fatto. Contribuisco aquesto appello con 1000 euro.Ma anche un solo euro sarà contributo<strong>di</strong> testimonianza dovuta.E’ una buona, nobile, umanissimacausa in cui nessuno deve tacere.In un mondoimpegnato -anche con lesue miglioririsorse tecnologiche- acreare dolore,occorre <strong>di</strong>fendereRiccio maanche il simboloalto <strong>di</strong> ciòche ha fattoIL GIP PROCESSA?ACCOLLIAMOCI LE SPESEFEDERICO ORLANDOEuropa, 4 aprile 2007Cara Europa, quando morìPiergiorgio Welby il 20 <strong>di</strong>cembrescorso,nella sacra comme<strong>di</strong>a dell'artesu tavole infrante, leggi e"valori" violati,eutanasia,accanimento,preti e ra<strong>di</strong>cali, si profilòun rinvio a giu<strong>di</strong>zio per il dottorMario Riccio, che aveva “staccatola spina". Poi il cancan politicoreligioso-giu<strong>di</strong>ziariosembrò rientrare,la procura <strong>di</strong> Roma chiesel'archiviazione del “caso Riccio”.Ora un gip “misirizzi”, come <strong>di</strong>cevaMontanelli dei primi dellaclasse, chiede invece l'iscrizionedel me<strong>di</strong>co nel registro degli indagati,con l'accusa <strong>di</strong> "omici<strong>di</strong>o delconsenziente".E noi,fautori della<strong>di</strong>gnità dell' uomo nella morte,dobbiamo subire quest' ennesimoaffronto?Massimo dell’Alba,RomaCaro Dell'Alba, un magistratoche interpreta una norma e adottaun provve<strong>di</strong>mento non fa affronti,tutt'al più sbaglia a interpretarela norma e adotta provve<strong>di</strong>mentiinappropriati. Questo,però lo stabiliranno gli altri magistrati,non noi. Del resto, nulla ècambiato nei 90 giorni dalla morte<strong>di</strong> Welby, salvo Ruini. Non ècambiata la posizione del gipLaviola, che già prima della morte<strong>di</strong> Welby, <strong>di</strong> fronte a una richiesta<strong>di</strong> parere del tribunale civile,aveva espresso un orientamentocoerente con la sua decisione <strong>di</strong>oggi.Ciò nonostante, a favore del "<strong>di</strong>staccodella spina" si erano pronunciatinon solo il tribunale civilee l'or<strong>di</strong>ne dei me<strong>di</strong>ci ma, comes'è detto, anche la procura. Laquale ora insiste, non meno delgip, il cui provve<strong>di</strong>mento rispondeforse a esigenze tecniche, nellarichiesta <strong>di</strong> archiviazione: purché,come avevano scritto il procuratoreFerrara e il pm DeMarinis, “nessun addebito devemuoversi a chi, in presenza <strong>di</strong>un’impossibilità fisica del paziente,abbia materialmente operatoil <strong>di</strong>stacco del ventilatore automatico,in quanto l'azione è stataoperata per dare effettività al <strong>di</strong>rittodel paziente”: <strong>di</strong>ritto all'autodeterminazione,che “trova lasua fonte nella Costituzione e in<strong>di</strong>sposizioni internazionali recepitedall’or<strong>di</strong>namento italiano eriba<strong>di</strong>te, in fonte <strong>di</strong> grado secondario,dal co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> deontologiame<strong>di</strong>ca”. Così stando le cose, fral'applauso dei clericofascisti <strong>di</strong>An al gip (guai a chi spreca la caritàper gli umili invece <strong>di</strong> riservarlatutta ai potenti, che possonocomprarla), e l’urgenza, sottolineatada altri, <strong>di</strong> uscire dal me<strong>di</strong>oevoideologico facendo subitouna legge contro l'accanimentoterapeutico (la ministra Turcoe il presidente Pro<strong>di</strong> ascoltano?),così stando le cose, <strong>di</strong>cevo, a noiIl nostro aiutoai compartecipi<strong>di</strong> questodramma perdare coraggioal legislatoreriformista e aitanti me<strong>di</strong>ciche vorrebberousare la caritàverso chi lainvocaC/C postalen. 41025677intestato a <strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>,Via <strong>di</strong> Torre Argentina 76, 00186 Roma,con causale “Fondo processo Welby”Mario Bianchi, Clau<strong>di</strong>o Dati e una signora cattolica praticante, chechiede <strong>di</strong> restare anonima e che si <strong>di</strong>chiara “contraria a dar morte achicchessia, ma sfavorevole all’accanimento terapeutico”, sono i primiad aver contribuito alle spese processuali del dottor Riccio.citta<strong>di</strong>ni è riservato un ruolo, soloapparentemente modesto: metteremano al portafoglio e inviareun contributo, sia pure piccolo,all’<strong>Associazione</strong> “<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>”che si trova, senza mezzi, a doversostenere le spese processuali. SuEuropa del 27 <strong>di</strong>cembre lanciammoquesto invito ai lettori, che inmaggioranza sono cattolici, edunque conoscono i doveri dellasolidarietà umana. Che le coseandassero in modo non del tuttorassicurante per il generoso anestesistacremonese, infatti, s'eracapito anche allora: “Sono più <strong>di</strong>novanta giorni che Piergiorgio èmorto <strong>di</strong>ce ora la moglie Mina —e non ce l'hanno ancora restituito”,benché l'autopsia abbia rilevatoche non aveva più nemmenoi muscoli interni e sarebbe vissuto(si fa per <strong>di</strong>re) solo pochigiorni. I lettori che vorranno solidarizzarecon Mina Welby, coldottor Riccio e con l'on. Cappatopotranno servirsi del c/c postalen. 41025677 intestato“<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>", via<strong>di</strong> Torre Argentina 76, 00186Roma.Il nostro aiuto ai compartecipi <strong>di</strong>questo dramma servirà anche adare coraggio al legislatore riformistae ai tanti me<strong>di</strong>ci che vorrebberousare la carità verso chila invoca, ma sono schiacciati trai fulmini dell'obiezione <strong>di</strong> coscienzae quelli delle legge-nonlegge.Che, come l'idra, ha tanteteste: per una che ne tagli, altre<strong>di</strong>eci sono pronte a stritolarti.


AUTODETERMINAZIONE!TESTAMENTOBIOLOGICO9DIRETTIVE ANTICIPATE: L’ABITONUOVO DI UN FRANCESCANOLiberarsi dalle ambiguità e della contrad<strong>di</strong>zione tra “accanimento” e “terapeutico”CHIARA LALLIE’ preferibileeliminarel’espressione“accanimentoterapeutico” esostituirla confutilità o sproporzionedeitrattamentisanitariIl 29 e 30 marzo 2007 si è svoltoun Convegno Internazionale alSenato sul “TestamentoBiologico: Le <strong>di</strong>chiarazioni anticipate<strong>di</strong> volontà sui trattamentisanitari”.Durante la prima giornata è intervenutoDaniel Sulmasy(OFM, MD, PhD St. Vincent’sHospital-Manhattan and NewYork Me<strong>di</strong>cal College, nonchéfrate francescano) con una relazionedal titolo Direttive anticipatecome proseguimento dellatra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> rinuncia all’uso <strong>di</strong>mezzi straor<strong>di</strong>nari. Nonostantealcune premesse siano alquanto<strong>di</strong>scutibili (come il valore intrinsecodell’essere umano, la sacralitàdella vita considerata comeun “dono”, l’importanza attribuitaalla tra<strong>di</strong>zione come garanzia<strong>di</strong> moralità e la condannaassoluta dell’eutanasia), l’intervento<strong>di</strong> Sulmasy è stato moltointeressante, soprattutto alla lucedell’acuirsi dello scontro trareligiosi e laici in tema <strong>di</strong> moralee decisioni sanitarie. E delle polemicheriguardo a un <strong>di</strong>segno<strong>di</strong> legge sulle <strong>di</strong>rettive anticipatein Italia.Secondo Sulmasy i punti principalidelle <strong>di</strong>rettive anticipate sonotre: 1) “non sono un’idea rivoluzionaria,ma piuttosto il proseguimento<strong>di</strong> una tra<strong>di</strong>zione centenariache prevede la rinunciaall’utilizzo <strong>di</strong> mezzi <strong>di</strong> cura straor<strong>di</strong>nari”;2) la separazione dalLa me<strong>di</strong>cina inalcuni casi èimpotente edeve rinunciaread usaremezzi <strong>di</strong> curastraor<strong>di</strong>nari<strong>di</strong>battito sull’eutanasia; 3) l’utilitàdelle <strong>di</strong>rettive anticipate neiprocessi decisionali riguardantile malattie terminali.In conclusione, le <strong>di</strong>rettive anticipate“dovrebbero essere percepitecome strumenti utili nelprogetto più vasto <strong>di</strong> aiutare pazienti,famiglie e me<strong>di</strong>ci a finalizzarela scelta migliore per ilmalato terminale e rientranoperfettamente all’interno dellatra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> rinuncia dell’utilizzo<strong>di</strong> mezzi straor<strong>di</strong>nari”.Sebbene parta dal presuppostodel limite della con<strong>di</strong>zione umanapiuttosto che dalla libertà in<strong>di</strong>vidualela conclusione <strong>di</strong>Sulmasy è del tutto con<strong>di</strong>visibile:la me<strong>di</strong>cina in alcuni casi èimpotente e deve rinunciare adusare mezzi <strong>di</strong> cura straor<strong>di</strong>nari.Per “straor<strong>di</strong>nario” Sulmasy intendeun intervento “futile (peresempio: se non funziona, senon cura il paziente, se noncambia il decorso della malattiao se non previene una morte imminente)o se l’onere impostodall’intraprendere o dal continuareuna certa cura eccede ibenefici ottenuti da un punto <strong>di</strong>vista fisico, psicologico, sociale,economico, morale e spirituale”.E sottolinea l’importanza delcontesto e della particolarità <strong>di</strong>ciascun paziente. Non sottolineaperò con altrettanto vigorela centralità della volontà personale(che menziona solo più tar<strong>di</strong>richiamando il “punto <strong>di</strong> vistadel paziente”), l’unica e verabussola nella scelta dei trattamentisanitari da proseguire oda interrompere. La futilità <strong>di</strong> unintervento è una valutazione decisamentepiù soggettiva <strong>di</strong>quanto Sulmasy intenda sostenererichiamando criteri cheaspirano all’oggettività: “non cura”,“non cambia”, “non previene”.È senza dubbio preferibile, comesuggerisce Sulmasy, eliminarel’espressione “accanimentoterapeutico” e sostituirla con futilitào sproporzione dei trattamentisanitari, ampliando <strong>di</strong> fattole possibilità <strong>di</strong> scelta per i pazientiliberandosi delle ambiguitàe della stridente vicinanza tra“accanimento” e “terapeutico”.E finalmente si menziona il requisitofondamentale: la volontàdel paziente stesso. “Le <strong>di</strong>rettiveanticipate aiutano a puntarel’attenzione su quello che deveessere il punto focale sia per lame<strong>di</strong>cina, sia per le famiglie e gliamici, sia per la legge, che è esattamenteil paziente. Questo invirtù del fatto che tra<strong>di</strong>zionalmenteè il paziente a decidere sel’onere del trattamento è sproporzionatoai benefici, almenosecondo i confini della ragione eil giu<strong>di</strong>zio della comunità. Cioè,è quasi completamente a <strong>di</strong>screzionedel paziente decidere qualeintervento sia straor<strong>di</strong>nario”.Che questo avvenisse tra<strong>di</strong>zionalmenteè oggetto <strong>di</strong> perplessità,perché è un cambiamento <strong>di</strong>prospettiva (dal paternalismome<strong>di</strong>co al consenso informato)abbastanza recente ad avereconsegnato la decisione nellemani del paziente. Tuttavia ilcuore delle <strong>di</strong>rettive anticipate èla libertà da parte del paziente <strong>di</strong>scegliere – libertà <strong>di</strong>fficile damettere in <strong>di</strong>scussione. E se ilpaziente è libero <strong>di</strong> accettare o <strong>di</strong>rifiutare un trattamento, dovrebbeesserlo sempre. In che modo?Quando il paziente non è più ingrado <strong>di</strong> esprimere le proprie volontà,infatti, chi decide?Famiglia, amici, me<strong>di</strong>ci. Eccoperché le <strong>di</strong>rettive anticipatepossono essere utili: perché offronouna possibilità al pazientestesso <strong>di</strong> decidere oggi per il domaniin cui potrebbe non poterlopiù fare.Sono molte le persone che perdonole capacità intellettivemolto tempo prima della propriamorte o che sono colpiti damalattie degenerative e invalidanticome l’Alzheimer.La tecnologia me<strong>di</strong>ca tiene in vitapazienti che qualche anno fasarebbero morti e per i quali ci sitrova spesso a dover prenderedecisioni complesse e dolorose.Che per i familiari sono penose(e che ne è <strong>di</strong> chi non ha familiari?)e per i me<strong>di</strong>ci estremamentecomplicate. Le <strong>di</strong>rettive anticipatepossono “facilitare la presaa carico delle decisioni – focalizzatesul bisogno e la volontà delsingolo paziente – da parte <strong>di</strong> chiconosce e ama il paziente, qualorasia incapace d’intendere e <strong>di</strong>volere”.Il caso del Signor QIl Signor Q, 60 anni, viene aggre<strong>di</strong>toper furto 25 anni fa e riportagravi lesioni alla memoria. Nonsi è mai sposato. I suoi genitori,che si sono sempre presi cura <strong>di</strong>lui, sono morti. Vagando qua e làarriva dal Montana fino a NewYork, dove <strong>di</strong>venta un vagabondo,mangia alla mensa pubblicae dorme tra i cartoni. Quattroanni fa un’associazione affiliataalla Chiesa per l’aiuto dei senza<strong>di</strong>mora inizia a prendersi cura <strong>di</strong>lui. Due mesi fa, il Signor Q accetta<strong>di</strong> essere ospitato in undormitorio. Animo solitario, nonparla che raramente. Un giornoha un collasso. All’arrivo alPronto Soccorso polso e pressionevengono ristabiliti, ma lui rimaneprofondamente comatosoe attaccato al respiratore. Ilsuo cervello è gravemente danneggiato.La prognosi del signorQ è: sopravvivenza del cinquantapercento con la prospettiva <strong>di</strong>finire in uno stato vegetativopersistente.Continuare le cure intensive èrealmente nell’interesse del paziente?C’è la possibilità <strong>di</strong> sopravvivenza,ma la prognosi èpessima. Che fare? Chi può decidereper il paziente? La <strong>famiglia</strong>non esiste. Se il Signor Q avesseredatto le <strong>di</strong>rettive anticipate ilrespiratore avrebbe potuto esserestaccato a metà <strong>di</strong> febbraio.“Invece il povero Signor Q languein ventilazione meccanicanella nostra terapia intensiva,con duplici danni cerebrali, unaprima volta per colpa dei ladri ela seconda per colpa della me<strong>di</strong>cina,incapace <strong>di</strong> dargli la liberazioneche tutti sospettano sia ilsuo desiderio”.INVIA UN CONTRIBUTO E RICEVERAI IL NOSTRO GIORNALE NOTIZIE RADICALI


10DISABILITÀ!POLITICHEPOSSIBILISE 18.000 EURO VI SEMBRAN MOLTILaVoce.info sull’assistenza alle persone non autosufficientiALEX TURRINI,ROBERTA MONTANELLIwww.lavoce.info, 26 febbraio 2007Servono circa 18mila euro l'annoper assistere una persona nonautosufficiente. A carico delle famiglieoltre un terzo della cifra, ilresto è per lo più finanziatodall'Inps. Si tratta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> trasferimentimonetari e non <strong>di</strong> servizi<strong>di</strong> supporto. Nonostante l’introduzionedei piani <strong>di</strong> zona, la possibilità<strong>di</strong> programmazione a livellolocale resta scarsa. Potrebbeaumentare se si chiedesseroall'Istituto previdenziale più informazionisugli utenti che ricevonole prestazioni assistenziali.Debole la capacità del non profit<strong>di</strong> attrarre finanziamenti da privati.Chi pagaL’intervento pubblico e privato,in parte coor<strong>di</strong>nato attraversol’elaborazione dei piani <strong>di</strong> zonacomunali, introdotti <strong>di</strong> recente, èin realtà finanziato perlopiùdall’Inps, che eroga circa il 40 percento delle risorse necessarie, mache spesso non partecipa allapianificazione, nemmeno a finiinformativi. La programmazionezonale riguarda, così, solo il 20-30per cento delle risorse effettivamentedevolute all’assistenza(ve<strong>di</strong> tabella 1).Sono questi i principali risultati <strong>di</strong>uno stu<strong>di</strong>o svolto dal Cergas,Centro <strong>di</strong> ricerca sulla gestionedell’assistenza sociale e sanitaria,dell’Università Bocconi in collaborazionecon Spi CgilLombar<strong>di</strong>a. Tuttavia, i dati sullaspesa sociale e sociosanitaria cheemergono dalla ricerca si possonosicuramente generalizzare alterritorio nazionale. Permettonodunque alcune riflessionisulla governance dei sistemi <strong>di</strong>welfare locale socio-assistenziale.Sol<strong>di</strong>, non serviziUn primo or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> riflessioni riguardala composizione dellaspesa per la non autosufficienza.Dai dati si ricava la necessità <strong>di</strong>costituire fon<strong>di</strong> locali, regionali onazionali che abbiano comeobiettivo non solo un incremento<strong>di</strong> risorse per la non autosufficienza,ma anche un loro governopiù razionale: gli interventidovrebbero essere rivolti al finanziamento<strong>di</strong> servizi <strong>di</strong> supportoalle famiglie, più che a incrementarei trasferimenti in denaro.Invece, proprio per il fatto che lamaggior parte delle risorse sonoassicurate dall’Inps, le politichesociali sviluppate nei <strong>di</strong>stretti sonoincar<strong>di</strong>nate sul trasferimentomonetario, e non sull’erogazione<strong>di</strong> servizi. Ciò comporta fra l’altro,un’estrema in<strong>di</strong>pendenza e autonomiaalle famiglie, che possonoprovvedere al sod<strong>di</strong>sfacimentodei propri bisogni sociali scegliendoliberamente le modalità<strong>di</strong> assistenza.Comunie programmazioneI risultati della ricerca dovrebberofar riflettere anche sulla possibilità<strong>di</strong> governance degli interventiper la non autosufficienza a livellolocale. La forza dei comunie delle Asl nel presi<strong>di</strong>o della titolaritàdella funzione sociale e sociosanitarialocale è risibile nell’attualesistema <strong>di</strong> welfare. Taledebolezza rimane anche dopol’introduzione dei piani <strong>di</strong> zonache pure, in molti casi, hannoTabella 1 Il dettaglio: spesa (in euro)per singolo non autosufficienteMe<strong>di</strong>a nei <strong>di</strong>stretti % sul totaleStato (INPS) 7.191 39,80%Regione (ASL) 2.743 15,20%Comuni 582 3,20%Provincia 16 0,10%Altro 43 0,20%Totale pubblico 10.575 58,60%Non profit 583 3,20%Famiglie 6.890 38,20%Totale privato 7.473 41,40%Totale 18.048 100%agevolato l’armonizzazione dellescelte strategiche <strong>di</strong> questi dueattori. Diversamente da quantoavviene oggi, sembra allora necessariocoinvolgere maggiormentel’Inps nei processi <strong>di</strong> programmazionezonale, al fine <strong>di</strong>incentivare un’operazione <strong>di</strong>produzione <strong>di</strong> informazioni sui<strong>di</strong>versi utenti che ricevono le prestazioniassistenziali dell’Istituto.Infine, si nota una debolezza delsettore nonprofit. Le informazioniraccolte lo descrivono comeun produttore responsabile <strong>di</strong>servizi per i non autosufficienti,se dotato <strong>di</strong> finanziamenti pubblici.Ma è tuttavia incapace <strong>di</strong> attrarrefinanziamenti da attori terzi.Anche valorizzando il lavorovolontario, la capacità del nonprofit<strong>di</strong> investire risorse proprie,ottenute ad esempio attraversol’attività <strong>di</strong> fund raising da privati,è molto bassa: arriva a un massimodel 5 per cento della spesaeffettiva totale. Lo sviluppo <strong>di</strong> capacitàmanageriali <strong>di</strong> fund raisinganche in questo settore nonsembra più rinviabile.Assistere una persona non autosufficiente inItalia costa circa 18mila euro l’anno,purescludendo molte spese sanitarie,come le visitespecialistiche e i ricoveri ospedalieri. Le famigliesono costrette a farsi carico <strong>di</strong> oltre un terzo <strong>di</strong> questacifra,quasi 7mila euro.IL KAMASABILEPer un accesso al sesso della persona <strong>di</strong>sabileBRUNO TESCARIMi sento offeso e molto seccatoquando nei convegni intervengono,come relatori, psicologi, assistentisociali, pedagogisti, operatoried esperti vari, che parlanodella sessualità dei <strong>di</strong>sabili: cimettono sotto il vetrino della loroscienza e concludono immancabilmentecon “Anche i <strong>di</strong>sabilihanno <strong>di</strong>ritto alla sessualità!”La sessualità è una caratteristicanaturale degli esseri viventi –compresi i <strong>di</strong>sabili strettamenteconnaturata sin dal momentodella nascita. Signori esperti:chiaro?Ed allora, non parlate <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto allasessualità; semmai, <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto alSESSO!Non vi stupite: anche i <strong>di</strong>sabili lofanno, se ne hanno l’occasione!E lo fanno con piacere e sod<strong>di</strong>sfazionepropria e del/della partner.La sessualità della persona <strong>di</strong>sabilenon è una sessualità speciale,<strong>di</strong>versa da quella <strong>di</strong> tutti gli esseriumani: <strong>di</strong>verso è il modo <strong>di</strong>concretizzarla nel fare sesso,ostacolati dai limiti funzionali delnostro corpo.Ci siamo rotti le scatole <strong>di</strong> esseretrattati come soggetti sottovetrino,perché <strong>di</strong> noi parlano comefossimo marziani.Perché è il sesso, che interessa;cioè il “fare”. Il tema preoccupanon i <strong>di</strong>sabili ma i genitori dei <strong>di</strong>sabili;e allora, parliamo dei genitori.E’ bene che essi sappiano almenoquesto: che uno dei problemiche hanno i figli <strong>di</strong>sabiliche vogliono fare sesso ma nonne hanno l’autonomia necessaria,è il “come farlo”.@pprofon<strong>di</strong>sciPer acquistarlo scrivi a info@associazionecoscioni.orgoppuretelefona allo 0668979286“Accesso al sesso”, <strong>di</strong> Bruno Tescari. 230pagine con 23 interviste a <strong>di</strong>sabili fisici ed agenitori <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabili psichici, che ci raccontanocome e se lo fanno, come lo affrontano,come lo vivono, con 23 illustrazioni <strong>di</strong> AnnaBenedetti.


DISABILITÀ!ALLENAZIONI UNITE11CONVENZIONE ONU SULLA DISABILITÀ:LUCI ED OMBRE DEL PRIMO TRATTATOSUI DIRITTI UMANI DEL III MILLENNIOURBANO STENTA*Nel 1987 l'Italia presentò una proposta<strong>di</strong> risoluzione,all'Assemblea Generale dell'ONU, per attivare l'iniziativa della<strong>di</strong>scussione sulla Convenzionesulla <strong>di</strong>sabilità. altrettanto ha fattola Svezia nell'89; ma entrambequeste iniziative si sono rivelateprive della forza necessaria perraggiungere un qualche scopo.nel 2001 il Messico, nella personadel suo presidente Fox, fortementespalleggiato dagli Stati Uniti, hapresentato una proposta <strong>di</strong> risoluzioneche è stata accolta conè stata elaborata nel gennaio2004. Da questo anno si sonoavute due sessioni ogni anno. Labozza è stata valutata e integratacon moltissime mo<strong>di</strong>ficazioni.Infine nell'autunno 2005 il secondopresidente del ComitatoSpeciale, l'ambasciatore neozelandeseMcKay, ha prodotto unaseconda bozza, quale sistematizzazionedei risultati dei lavori dellequattro sessioni precedenti(2004-2005). questa seconda bozza,ulteriormente ampliata e mo<strong>di</strong>ficata(era <strong>di</strong> 33 articoli, mentrela Convenzione è <strong>di</strong> 50 articoli piùun protocollo opzionale) è stataAnche sulla<strong>di</strong>sabilità la SantaSede “Internazionaleproibizionista”Il primo aprile, intervenendo ai lavori del Comitatonazionale <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>cali Italiani, Rocco Berardo, vicesegretario dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, ha <strong>di</strong>chiarato:“Il rifiuto da parte della Santa Sede <strong>di</strong> firmarela Convenzione Internazionale sui <strong>di</strong>ritti dellepersone con <strong>di</strong>sabilità rappresenta un’ulterioretentativo del Vaticano <strong>di</strong> imprimere strumentalmenteun <strong>di</strong>vieto sulla salute riproduttiva”.“La Convenzione riconosce al <strong>di</strong>sabile dei <strong>di</strong>ritti,che può esercitare o meno, anche in riferimento all’aborto”.“Il Vaticano opponendosi a questo decidealla fine <strong>di</strong> cassare tutto – anche quel che probabilmentecon<strong>di</strong>vide (e quin<strong>di</strong> scegliendo <strong>di</strong> far permanerele <strong>di</strong>scriminazioni sulle persone con <strong>di</strong>sabilità)– con una visione e azione del tutto strumentale.In questo, e non solo su questo, si fa sempre piùrappresentante e promotore <strong>di</strong> un’ideologica‘Internazionale Proibizionista’”.L'80% dei650 milioni<strong>di</strong> <strong>di</strong>sabili nelmondo vivenei Paesi in via<strong>di</strong> sviluppomento, preferisco utilizzare questo.Si tratta <strong>di</strong> un documento ampio,che ha come base il riconoscimentodella <strong>di</strong>sabilità, non già comefenomeno sanitario, ma comesituazione <strong>di</strong> esclusione sociale.Pertanto vengono in<strong>di</strong>cati i sistemie le meto<strong>di</strong>che necessari pereliminare questa situazione attraversol'educazione, il lavoro, l'eliminazionedelle <strong>di</strong>scriminazioni,la partecipazione alla vita sociale,culturale, politica, sportiva, equante altre forme <strong>di</strong> socializzazionesono preve<strong>di</strong>bili. Mezzi perottenere questi sono l'accessibilità,le pari opportunità, l'eguaglianzain tutti i campi, la necessità<strong>di</strong> statistiche cre<strong>di</strong>bili e scientificamentevalide, una chiara definizione<strong>di</strong> ciò che sono la <strong>di</strong>sabilitàe la persona con <strong>di</strong>sabilità.Per raggiungere questi risultati,ovviamente, è prevista anche lasalvaguar<strong>di</strong>a <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti quali quelloalla formazione <strong>di</strong> una propria <strong>famiglia</strong>,alla sanità e alla riabilitazione,all'eguaglianza davanti allalegge, tema al quale vengonode<strong>di</strong>cati ben 6 articoli.Mezzo in<strong>di</strong>spensabile per lo sviluppoe l'attuazione <strong>di</strong> questaConvenzione è la cooperazioneinternazionale, considerata noncome una possibilità aggiuntiva<strong>di</strong> intervento, ma come il volano,senza il quale la Convenzionenon partirà mai. Non <strong>di</strong>mentichiamoche l'80% dei 650 milioni<strong>di</strong> <strong>di</strong>sabili nel mondo, vive neiPaesi in via <strong>di</strong> sviluppo, né che ilrapporto tra sviluppo e <strong>di</strong>sabilitàè inversamente proporzionale:laddove maggiore è lo sviluppo,minore è l'incidenza della <strong>di</strong>sabilità,e viceversa.Appare pertanto questo un documento<strong>di</strong> ampio respiro, compatto,coerente, forte e <strong>di</strong> altissimo livello,sia scientifico che politico.Il nostro Paese vede in esso rispecchiatoil proprio modo <strong>di</strong>concepire e <strong>di</strong> rapportarsi con la<strong>di</strong>sabilità. Alcune delle nostre leggisulla inclusione scolastica, sullainclusione lavorativa, sull'accessibilitàsembrano essere statetrasposte nella Convenzione. Ilnostro Paese, nella legge <strong>di</strong> ratifica,non dovrà fare se non scarsie marginali mo<strong>di</strong>fiche alla proprialegislazione. Ciò è dovuto allavoro intenso, oscuro ma efficacedella delegazione italiana alComitato Speciale. Essa, malgradoi vincoli cui l'ha sottoposta lapartecipazione all'UnioneEuropea e la conseguente necessità<strong>di</strong> posizioni con<strong>di</strong>vise con glialtri Paesi, è riuscita, facendo conoscerele nostre principali leggied orientamenti, ad avviare l'opinionedella massima parte deiPaesi presenti verso la posizioneitaliana, basata sul concetto <strong>di</strong> integrazioneglobale.Purtroppo la necessità, non con<strong>di</strong>visada chi scrive, <strong>di</strong> chiudereentro il 2006 i lavori del ComitatoSpeciale, ha portato nell'ultimasessione ad accogliere delle proposteche hanno indebolito laConvenzione stessa. in particolare,in materia <strong>di</strong> monitoraggio èstato previsto un protocollo opzionale,che il 30 marzo soltanto44 Paesi su 82 hanno sottoscritto.la mancata sottoscrizione <strong>di</strong> taleprotocollo elimina completamentela possibilità <strong>di</strong> monitoraggiodello stato <strong>di</strong> attuazione dellaConvenzione, nei Paesi che nonsiano sottoscrittori del protocollo.Ed anche per quelli che lo hannoaccolto vi è una limitazione sostanziale:esso infatti non prevedela possibilità <strong>di</strong> indagini sul territoriodei vari Paesi, limitandosiesclusivamente, da parte del comitato<strong>di</strong> monitoraggio, ad accoglieresegnalazioni, a chiedere notizieai governi ed a raccoglierle,senza la possibilità <strong>di</strong> verificarnel'atten<strong>di</strong>bilità.Si tratta della prima Convenzioneche ha siffatte limitazioni e non èun bello augurio per i futuri documentiinternazionali.Tuttavia, per chiudere con unanota <strong>di</strong> ottimismo, molti Paesi,primo fra essi l'Italia, autorizzerannoil Comitato <strong>di</strong> monitoraggioad effettuare visite <strong>di</strong> controllosul proprio territorio. Si tratta, comeè evidente, <strong>di</strong> forzare la letteradella Convenzione, aprendola adattività non previste ma espressevolontariamente da alcuni Paesi.Possiamo sperare che alla lunga lanostra opinione faccia proseliti,che un ampio numero <strong>di</strong> Paesiaccetti questa posizione e che,quando la Convenzione sarà rivenuta,si possano eliminare le storturesopra descritte.* Coor<strong>di</strong>natore tecnico della delegazioneItaliana nel ComitatoSpeciale sulla Convenzione Onuin materia <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabilitàun'ampia maggioranza. In tale risoluzionesi prevedeva la costituzionedel Comitato Speciale che<strong>di</strong>scutesse, elaborasse, superando<strong>di</strong>vergenze e <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> opinione,la convezione internazionaleper la <strong>di</strong>fesa e la salvaguar<strong>di</strong>adei <strong>di</strong>ritti delle persone con <strong>di</strong>sabilità.Questo è l'ampio titoloche la Convenzione ha mantenuto.I lavori del Comitato Speciale sisono articolati in otto sessioni,ognuna <strong>di</strong> due settimane. Il lavoroha impegnato cinque anni, dal2002 al 2006. E' iniziato il 29 luglio2002 ed è terminato il 25 agosto2006.Dopo le prime due sessioni(2002-2003) si è deciso <strong>di</strong> affidarea un gruppo <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong> 39 membrila redazione <strong>di</strong> una bozza, cheapprovata dal Comitato Specialeil 25 agosto 2006, riveduta formalmentedurante l'autunno ed approvatadall'assemblea generale il13 <strong>di</strong>cembre 2006.La firma della Convenzione è stataaperta il 30 marzo 2007, giornoin cui 82 Paesi, tra i quali l'Italia,l'hanno sottoscritta. Si tratta <strong>di</strong> unpasso fondamentale che permetteràai <strong>di</strong>sabili <strong>di</strong> tutto il mondo <strong>di</strong>riven<strong>di</strong>care i propri <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> fronteai loro governi,sulla base <strong>di</strong> undocumento approvato da 187Paesi su 187, tanti erano presentialla riunione del ComitatoSpeciale del 25 agosto 2006. Sitratta <strong>di</strong> un risultato storico, anchese usare questo termine è <strong>di</strong>ventatotanto frequente, che probabilmentesarebbe meglio scomodarneun altro; ma, per il mo-


12UNIVERSITÀ!POLITICHEPOSSIBILIINTERVISTA AD ANGELO GUERRAGGIOIPOTESI PER L’UNIVERSITÀLa riforma Berlinguer non è la causa <strong>di</strong> tutti i mali del sistema universitario. La meritocrazia,invece, è la strada da percorrere per ottenere maggiore giustizia socialeMARCO VALERIO LO PRETEIniziamo da una riflessione,chepercorre il vostro pamphlet(“Ipotesi per l’università”),sulle“finalità”, gli obiettivi del sistemauniversitario. Secondo voiquest’ultimo dovrebbe avere ilruolo <strong>di</strong> grande mixer sociale edessere <strong>di</strong>spensatore <strong>di</strong> competenzee flessibilità. Potreste approfon<strong>di</strong>requesta che è, potremmo<strong>di</strong>re, la prima delle vostre“ipotesi sull’università”?Noi cre<strong>di</strong>amo che tutto il sistemaeducativo, a partire dalla primaelementare fino all'università,abbia in effetti questo ruolo <strong>di</strong>mixer sociale, nel senso che i ragazzivia via più adulti entranonel sistema educativo ovviamentetargati da alcune <strong>di</strong>seguaglianzesociali, perché nascono in determinatefamiglie, perché vengonoda determinati strati socialie compito della scuola, ed inparticolare dell'università, èquello <strong>di</strong> ridurre queste <strong>di</strong>seguaglianzesociali, facendo emergerequelli che, pur a partire dabackground più sfavorevoli e sfavoriti,hanno i meriti per emergere.In questo modo si prepara peril paese una classe <strong>di</strong>rigente chenon risente del fatto che il ragazzoè nato in una certa <strong>famiglia</strong> omeno, ma che “risente” dei meritie delle capacità dei ragazzi. Inquesto senso lo Stato, tramitel'università, ci sembra debba premiareed in<strong>di</strong>viduare i ragazzi migliori,quelli che hanno maggioricompetenze e flessibilità intellettualiper occupare posti <strong>di</strong> responsabilitànel loro imme<strong>di</strong>atofuturo.a responsabilità e a status sociale,la selezione la si fa su tutti i laureati.A operare la selezione poinon sono più lo stato o lo stu<strong>di</strong>o,o anche la fatica <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are, maper esempio il caso, la fortuna, leconoscenze familiari, oppurel'azienda, e non sempre con criteriche mi pare rispettino il benecollettivo.“La situazione dell’universitàitaliana è inquietante”, <strong>di</strong>te.Questo al <strong>di</strong> là delle varie leggi:lalegge Casati del 1859, la leggeGentile del 1923, poi le mo<strong>di</strong>ficheprospettate dal Ministro Guied i provve<strong>di</strong>menti urgenti del1968,infine Ruperti.Di fronte aduna università che – accorgimentilegislativi a parte - <strong>di</strong>vienesempre più <strong>di</strong> massa, si puògiu<strong>di</strong>care fosse necessaria e<strong>di</strong>nelu<strong>di</strong>bile la riforma del 3+2?Noi <strong>di</strong>ciamo in effetti che la situazioneè inquietante; altri colleghi,stu<strong>di</strong>osi, opinionisti e giornalisti,si sono espressi anche in manierapiù dura, più decisa nei confronti<strong>di</strong> quella che è detta “riformadel 3+2” o “riforma Berlinguer”.Noi non cre<strong>di</strong>amo sia un male as-crosanti. Il primo è quello <strong>di</strong> portarepiù ragazzi a fare l'universitàe questo è un bene, soprattutto sesi confrontano le statistiche italiane– soprattutto <strong>di</strong> <strong>di</strong>eci anni fa– con quelle degli altri paesi europei.Secondo obiettivo è quello <strong>di</strong>aumentare la produttività del sistema;prima della riformaBerlinguer, su tre ragazzi che entravanoin università, solo uno silaureava. Questo da un lato ovviamentecomportava per loStato una grossa spesa ma, oltre aciò, si può immaginare che quelliche non riuscivano a laurearsiaccumulassero dentro <strong>di</strong> sé frustrazionie problemi psicologici,rischiando <strong>di</strong> sentirsi dei “falliti”.Il terzo obiettivo è quello <strong>di</strong> ridurrela durata degli stu<strong>di</strong> universitari,perché anche quel ragazzo sutre che arrivava alla laurea, cimetteva me<strong>di</strong>amente, a fronte <strong>di</strong>una durata del corso <strong>di</strong> quattroanni, intorno ai sette anni.Quarto obiettivo che la riforma siponeva era quello <strong>di</strong> “modernizzare”il sistema universitario, chevoleva <strong>di</strong>re fondamentalmenteavvicinarlo alle esigenze delmondo produttivo che spesso lamentavail fatto che i ragazzi fan-• ANGELO GUERRAGGIOè docente <strong>di</strong> Matematica generalepresso la facoltà <strong>di</strong> Economiadell'università dell'Insubria e presso laBocconi <strong>di</strong> Milano. Autore, assieme alProf. Mariano Giaquinta, del libro “Ipotesiper l'Università” (Co<strong>di</strong>ce E<strong>di</strong>zioni, 2006,pp.89).ne che il paese ha della ricerca,dello stu<strong>di</strong>o. Cosa ci ha portato,per usare le vostre parole,a <strong>di</strong>venireun paese che “non ama eccessivamentené la scienza,né latecnologia” e che quin<strong>di</strong> mirapiù che altro a risparmiare sullaricerca?E' un atteggiamento che viene dalontano, dalla storia <strong>di</strong> questopaese. Si può anche sostenere siadovuto alla presenza <strong>di</strong> una fortecultura cattolica. Per noi matematicisi ricorda sempre l'iniziodel XX secolo, quando un periodomolto fecondo per la mate-successo economico italiano indeterminate aree e settori, lo sipaga nel lungo periodo, quandoentrano nel mercato altri paesi,ovviamente penso a quelli orientali,che hanno forza lavoro a minorcosto. A questo punto quelleproduzioni che hanno bassocontenuto tecnologico devonoadesso subire la concorrenza <strong>di</strong>cinesi ed in<strong>di</strong>ani, ed è inutile lamentarsi.Una scorciatoia, dunque,perché nell'imme<strong>di</strong>ato paga<strong>di</strong> più comprare i brevetti all'esteroche non formare una classe <strong>di</strong>ricercatori. Ma prima o poi, comesi <strong>di</strong>ce, i no<strong>di</strong> vengono al pettinee adesso, con la concorrenza deipaesi asiatici e con un mercatopiù aperto dei ricercatori, stiamopagando gli errori fatti. Io le citavoprima storie lontane d'iniziosecolo, ma ci sono anche quellepiù recenti, quando all'inizio deglianni '60 - penso al caso Mattei,penso al caso Ippolito, penso alnucleare - forse in Italia sarebbestato possibile pensare ad una <strong>di</strong>versapolitica tout court, e ad una<strong>di</strong>versa politica della ricerca inparticolare.Certo,infatti come punto dolenteche in<strong>di</strong>viduate nella situazioneo<strong>di</strong>erna c'è quello della bassaqualità degli stu<strong>di</strong> oggi. Un prodotto<strong>di</strong> bassa qualità,cioè l’universitàintesa come un “atto dovuto”,sposta il momento dellaselezione altrove,in un mercatodel lavoro che in Italia è spessopoco trasparente e meritocratico.Farrientrare la meritocrazianelle università vuol <strong>di</strong>re quin<strong>di</strong>far sì che lo stato garantiscauguaglianza <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>partenza,uguaglianza sociale? Eallora la meritocrazia, non piùparola vuota e che riempie labocca <strong>di</strong> opinionisti ed accademici,comela si fa rientrare nelleaule e nei laboratori?Alzando il livello e la qualità deglistu<strong>di</strong> universitari, nel senso cheora, un po' paradossalmente, tuttivanno all'università -. anche senon è vero - e questo <strong>di</strong> per sénon è affatto un qualcosa <strong>di</strong> negativo,e tutti si laureano, tutti con110 e lode – ancora una volta, misto esprimendo in termini paradossali-. Questo fatto fa sì chepoi, non essendo tantissimi i postimigliori in quanto a stipen<strong>di</strong>o,soluto e che tutti i mali derivinoda essa. È stata una riforma importantenella storia dell'universitàdel paese; come lei ricordavainfatti c'è stata la legge Casati, c'èstata la riforma Gentile ancoraagli inizi degli anni '20, e poi sostanzialmentenulla <strong>di</strong> organicofino al '68, ed anche allora, nonostantela liberalizzazione deglistu<strong>di</strong> universitari, non assistiamoa nessuna legge organica.Precedentemente ci sono stativari provve<strong>di</strong>menti: sono stati introdottii <strong>di</strong>partimenti, sono statiintrodotti i dottorati, si è creato ilMinistero dell'Università ma, ecco,la riforma Berlinguer è in fondola prima che ambisce ad essereuna riforma organica del mondouniversitario.Quali gli obiettivi che, secondolei, gli ideatori della riforma sierano prefissati?Gli obiettivi sono secondo me sa-no l'università, ci mettono moltotempo e, quando arrivano inazienda, sono da “riformare dacapo”. Lamentavano insomma lagrossa frattura tra una universitàvecchia e la produzione che inveceaveva bisogno <strong>di</strong> competenzee flessibilità <strong>di</strong>verse.Quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>ciamo che nel vostrotesto,da una parte vi <strong>di</strong>stanziateda chi annovera la riforma tra le“catastrofi del paese”, dall'altrovedete il problema nel modo incui questa è stata attuata...Esatto, il problema consiste proprioin come è stata attuata la riforma,in come si è venuta mischiandocon alcune correnticulturali che giravano nel paese.Tutto ciò ha prodotto effetti negativi.Questo è un punto interessantein chiave <strong>di</strong> “libertà <strong>di</strong> ricerca”,anche per spiegare la concezio-matica italiana, venne in parte ri<strong>di</strong>mensionatoda Croce e Gentile.Penso ad esempio alla polemica<strong>di</strong> Benedetto Croce con FedericoEnriques, allora Presidente dellaSocietà Filosofica italiana.Questo amare poco la scienza e latecnologia è un processo che vieneda lontano e fa parte della cultura<strong>di</strong> questo paese, e si pone comeuno degli ostacoli che dobbiamosuperare. A queste ragionipiù <strong>di</strong> stampo culturale si associanoe si aggiungono anche ragioniche fanno riferimento allastruttura produttiva italiana, nelsenso che spesso le nostre aziendehanno preferito nella storiadel '900 la scorciatoia, la via piùbreve, quella che consiste nel basarsisu produzioni con bassocontenuto tecnologico e, laddoveavevano bisogno <strong>di</strong> conoscenzetecnologiche, <strong>di</strong> acquistare ibrevetti all'estero. E' chiaro chenell'imme<strong>di</strong>ato questo, che costituisceanche una delle chiavi delUn’ultima domanda. Nel vostrolibro “Ipotesi per l'università”non proponete una nuova riforma,piuttosto suggerite alcuneipotesi. Ce n'è una che vi sta inparticolare a cuore?In due parole: l'università adessosi è aperta e si è allargata; il numerodegli iscritti è aumentato; va all'universitàanche chi vuole faresolo un corso triennale in <strong>di</strong>sciplineche fino a poco tempo fanon erano tipicamente universitarie;vi sono università maggiormenteprofessionalizzanti…Tutto questo va bene. Ma è necessariovenga anche conservata,e non solo dopo i primi tre anniquando il ragazzo ha già 21, 22 o23 anni e pensa già ad altre cose,la possibilità <strong>di</strong> avviarsi a stu<strong>di</strong> serianche <strong>di</strong> natura teorica, per ragazziche sin dall'inizio pensano– essendo naturalmente ciascunolibero <strong>di</strong> cambiare idea in unsenso o nell'altro - all'universitàanche come comunità <strong>di</strong> ricerca,dove i docenti non facciano solo<strong>di</strong>dattica, ma contemporaneamentericerca.


IL MITO DELLA FAMIGLIANATURALE. LA RIVOLUZIONEDELL'AMORE CIVILEInchiesta sulla <strong>famiglia</strong> (e sulla più profonda rivoluzione antropologica dei nostri tempi)DIEGO GALLII dati statistici, la sociologia, la ricercapsicologica, ci raccontanocome la <strong>famiglia</strong> abbia già vissutouna rivoluzione antropologicache l'ha trasformata profondamente.La crociata del Vaticano contro ilriconoscimento delle unioni <strong>di</strong>fatto e omosessuali è soltanto il<strong>di</strong>sperato ed estremo tentativoreazionario <strong>di</strong> <strong>di</strong>fendere un or<strong>di</strong>negià inesistente. Nel vissuto dellefamiglie italiane, nelle relazionie nei valori che le tengono unite,emergono nuove moralità, sfidedelicate, battaglie <strong>di</strong> emancipazione,forme <strong>di</strong> amore che siconiugano con l'autonomia e sfidanomiti nefasti del passato.La <strong>famiglia</strong><strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto naturaleNel manifesto con cui le più importantiassociazioni cattolicheitaliane hanno convocato ilFamily day per il prossimo 12maggio si legge: “Solo nella <strong>famiglia</strong>fondata sull’unione stabile <strong>di</strong>un uomo e una donna, e aperta aun’or<strong>di</strong>nata generazione naturale,i figli nascono e crescono inuna comunità d’amore e <strong>di</strong> vita,dalla quale possono attendersiun’educazione civile, morale e religiosa.La <strong>famiglia</strong> ha meritato etuttora esige tutela giuri<strong>di</strong>ca pubblica,proprio in quanto cellulanaturale della società e nucleooriginario che custo<strong>di</strong>sce le ra<strong>di</strong>cipiù profonde della nostra comuneumanità e forma alla responsabilitàsociale”.In tutte le <strong>di</strong>chiarazioni e i documentiufficiali del Vaticano si riba<strong>di</strong>scel’origine “naturale” della<strong>famiglia</strong> tra<strong>di</strong>zionale, il cui fondamentoè rappresentato dal “bene”della generazione dei figli.Questa visione della <strong>famiglia</strong>, tuttavia,non è affatto naturale. La<strong>famiglia</strong> è una delle istituzioni socialiche più si è trasformata nelcorso della storia e nei vari contesticulturali. Come ha scritto l’antropologoFranco La Cecla suRepubblica: “Ci sono società dovenon esistono coppie fisse, cisono famiglie poligamiche nelfondo dell’Amazzonia o inSenegal e ci sono ovviamente famiglieallargate. Siamo noi l’eccezione:la <strong>famiglia</strong> mononucleare– la solitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> marito e mogliee dei loro figli - è una invenzionerecente. C’è voluto l’avvento delcapitalismo e del lavoro salariatoche ha <strong>di</strong>strutto la <strong>famiglia</strong> allargatache era anche un’entità economica– gli antropologi parlano<strong>di</strong> “maison” o <strong>di</strong> “household” - eche ha creato la coppia come laconosciamo oggi”.La stessa etimologia della parola<strong>famiglia</strong>, dall’italico famel, che significa“casa”, rimanda a una <strong>di</strong>mensionerelazione e non biologicao riproduttiva: la casa, il luogodove stare, dove convivere.Il cambio<strong>di</strong> para<strong>di</strong>gmaLo scontro sul riconoscimentodelle unioni <strong>di</strong> fatto e omosessualiaffonda le sue ra<strong>di</strong>ci nellacontrapposizione tra due visioniculturali e antropologiche opposte.Da una parte quella cattolicatra<strong>di</strong>zionale, che il bioeticistaMaurizio Mori e il ginecologoCarlo Flamigni chiamano della“sacralità della vita”, dall’altraquella laica o della “qualità dellaLa <strong>famiglia</strong> èuna delleistituzionisociali che piùsi è trasformatanel corso dellastoria e neivari contesticulturalivita”. Questo scontro, che i duedescrivono in questi termini inoccasione del referendum sullafecondazione assistita, investepienamente la visione tra<strong>di</strong>zionaledella <strong>famiglia</strong> come societàorganica originaria, più importantedei singoli in<strong>di</strong>vidui che lacompongono in quanto “or<strong>di</strong>neoggettivo che rispecchia la “naturadelle cose””.L’etica della qualità della vita irrompenella cultura occidentalenon appena viene rotto quel legameancestrale che lega la sessualitàalla riproduzione. Sono icontraccettivi, ancor più e ancorprima dell’aborto, a rompere“l’or<strong>di</strong>ne naturale”.Laura Fruggeri, nel suo libro“Diverse normalità”, passa inrassegna le varie tipologie familiarievidenziando le qualità relazionaliche le caratterizzano.Famigliericostituite“Un primo esempio in propositopuò essere quello delle famigliericomposte: nel momentoin cui tali relazioni non vengonovissute come alternative fraloro, compongono un contestoarticolato nel quale gli in<strong>di</strong>viduiimparano a coniugare vicinanzae <strong>di</strong>stanza, intimità e autonomia.Nelle coppie ricostituitec’è un gestione allargata dellagenitorialità, che richiede unabuona flessibilità dei ruoli ricopertida ognuno. Un altro aspettosaliente nelle famiglie ricomposteè quello relativo all’elevatogrado <strong>di</strong> inter<strong>di</strong>pendenza trai <strong>di</strong>versi nuclei familiari che locompongono, che implica unaflessibilità nella definizione deiconfini familiari, cioè la certezzasu chi è dentro e chi è fuori acui è solitamente legata l’assegnazionedei ruoli e delle funzionifamiliari, e dunque unaapparentemente più facile gestionedei rapporti interpersonali”.Famiglie conun solo genitoreSecondo l’ultimo rapportoIstat, negli ultimi 15 anni le famigliemonogenitoriali sonopassate da circa un milione emezzo (pari al 9,6% del totaledei nuclei) a oltre 2 milioni (parial 12,2% nel 2003). ScriveLaura Fruggeri: “Dai dati raccoltida Everri (2003) emergeche i figli cresciuti in queste famigliemostrano livelli <strong>di</strong> autonomiae maturità maggiore rispettoai coetanei che cresconoin famiglie in cui sono presentientrambi i genitori”.La <strong>famiglia</strong> oggi non è più fondatasulla riproduzione, a prescinderedal riconoscimento o menodelle unioni omosessuali.Roberto Volpi, statistico, progettatoredel Centro nazionale <strong>di</strong> documentazionea analisi per l’infanziae l’adolescenza del ministerodel Welfare, ha raccolta inun libro appena pubblicato, “LaFamiglieomosessuali“La coppia/<strong>famiglia</strong> omosessualeha la possibilità, in assenza<strong>di</strong> modelli precedentementeesperiti a livello socio-culturale,<strong>di</strong> <strong>di</strong>venire norma a sestessa, ossia <strong>di</strong> ridefinire in positivol’impossibilità del riconoscimentolegale, centrandoil proprio focus strutturantenel vissuto <strong>di</strong> ricostruzione deipropri riferimenti valoriali. (…)Il che ben si allinea con le attualiteorizzazioni sulla <strong>famiglia</strong>vista non più come entitànaturale, ma come artefattoculturale complesso e in uncerto senso artificiale, creatodalla volontà e dai desideri deisingoli in<strong>di</strong>vidui”.Comunità<strong>di</strong> famiglieLa nostra legge riconosce già lecomunità <strong>di</strong> famiglie come forma<strong>di</strong> convivenza. La legge184/1983 istituisce la comunità<strong>di</strong> tipo familiare come alternativaalla <strong>famiglia</strong> per l’affido <strong>di</strong>minori. La legge 328/2000 aggiungeche queste comunitàdevono essere caratterizzate da“organizzazione e da rapportiinterpersonali analoghi a quelli<strong>di</strong> una <strong>famiglia</strong>”. “E’ proprionella gestione dell’equilibrio frapubblico e privato che si puòcogliere il punto nodale d rotturache caratterizza la singolaritàdelle comunità <strong>di</strong> famiglie. Lacura dell’intimità dei rapportiprimari e l’apertura al contestosociale costituiscono le duetensioni <strong>di</strong>vergenti, ma interconnesse.La <strong>di</strong>mensione comunitaria,infatti, non annullané sostituisce la <strong>di</strong>mensioneprivata, intima e interpersonale.Anzi, quest’ultima viene alimentatadalla prima. Le comunità<strong>di</strong> famiglie ripropongono alcentro dell’attenzione l’importanzache le relazioni socialifine della <strong>famiglia</strong>”, alcuni datistatistici che <strong>di</strong>mostrano in modoincontrovertibile la scissionetra <strong>famiglia</strong> e riproduzione.Dal 1975 ad oggi si è passati da 2,4a 1,2 figli per donna, dato cherende l’Italia cattolica il Paese conil più basso tasso <strong>di</strong> natalità almondo. La <strong>di</strong>mensione me<strong>di</strong>adella <strong>famiglia</strong> è scesa da 3,35 a 2,6hanno nello sviluppo della vitafamiliare e dei suoi membri. Sipropongono come antidoto allaeccessiva privatizzazione familiareche produce isolamento,solitu<strong>di</strong>ne, mancanza <strong>di</strong> sostegnoe, conseguentemente,un impoverimento delle risorsea cui le famiglie possono ricorrereper far fronte agli inevitabilieventi critici che costellanoil loro ciclo <strong>di</strong> vita. (…) Le comunità<strong>di</strong> famiglie costituisconouna rie<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> forme <strong>di</strong>socialità che in tempi più lontanisi strutturavano spontaneamenteall’interno delle reti informaliin cui le famiglie sonoiserite. Forme <strong>di</strong> socialità che alcuniautori hanno definito “famigliepiù larghe della parentela””.Il fenomeno LATIntrodotto nel 1978 dal giornalistaolandese Michel Berkiel,l’acronimo LAT (Living ApartTogether) in<strong>di</strong>ca un tipo <strong>di</strong> relazionein cui i due partner siconsiderano una coppia stabilema non con<strong>di</strong>vidono la residenza.In Italia risultano inquesta con<strong>di</strong>zione circa il 40%dei giovani tra i 25 e i 34 anniche non convivono o non sonosposati. Secondo il “Rapportosulla popolazione” appenapubblicato dall’Istat: “Le motivazioniche sottendono allascelta <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> relazioneincludono: la crescentecon<strong>di</strong>visione dei valori in<strong>di</strong>vidualistici;l’attenzione alla verificadella qualità emotiva dellarelazione intima prima <strong>di</strong> intraprendereun percorso piùstabile e vincolante; il cambiamentodei ruoli <strong>di</strong> genere nellasocietà che rendono più appetibiliper le donne tutte quellesituazioni che le lasciano più liberedalle responsabilità domestiche;l’esigenza <strong>di</strong> flessibilitàe mobilità nelle scelte lavorativee sentimentali”.


.14IL MITODELLA FAMIGLIANATURALE...ORGOGLIOLAICO A PIAZZANAVONAL’etica dellaqualità dellavita irrompenella culturaoccidentalenon appenaviene rottoquel legameancestrale chelega lasessualità allariproduzionecomponenti. Solo il 43% della famiglieè rappresentato da genitoricon figli. Come scrive RobertoVolpi nel suo libro, “è la primavolta nella storia dell’umanitàche si prefigura una <strong>famiglia</strong>sempre meno ancorata ai figli”.Questa rivoluzione dei comportamentiriproduttivi degli italianiha una precisa data <strong>di</strong> inizio inItalia, ed è l’anno 1975. Se tra il1973 e il 1974 la <strong>di</strong>minuzione dellenascite era stata <strong>di</strong> circa 6milapersone, dal 1974 al 1975 raggiungele 40mila unità, e da alloracontinuerà a <strong>di</strong>minuire a un ritmocostante <strong>di</strong> gran lunga superiorea quello degli anni precedenti.La spiegazione <strong>di</strong> questocambiamento epocale, secondoRoberto Volpi, non è in<strong>di</strong>viduabilealtrimenti che con l’effetto culturaledello scontro politico delreferendum sul <strong>di</strong>vorzio votatoproprio nel 1974: “Il referendum<strong>di</strong> quell’anno segnò una presa <strong>di</strong>coscienza negli italiani del temadei <strong>di</strong>ritti civili, fino ad allora abbastanzadefilato non solo nellalotta politica, ma anche nel <strong>di</strong>battitoculturale, e portato avantiquasi esclusivamente dalla pattugliadei ra<strong>di</strong>cali <strong>di</strong> MarcoPannella”.Le trasformazionidell’intimitàLa trasformazione antropologicadella <strong>famiglia</strong> non è il prodotto <strong>di</strong>un fenomeno <strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mento o<strong>di</strong>sgregazione sociale, come sostieneil Vaticano. Delinea, al contrario,l’emergere <strong>di</strong> nuovi legami,relazioni e valori che tengono insiemegli in<strong>di</strong>vidui. Il più lucidoritratto <strong>di</strong> queste trasformazioniè quello fornitoci da AnthonyGiddens, uno dei maggiori sociologidel nostro tempo, ex <strong>di</strong>rettoredella London School ofEconomics e consigliere politico<strong>di</strong> Tony Blair, nel libro “La trasformazionedell’intimità. Sessualità,amore ed erotismo nelle societàmoderne”. Come scrive Giddens:“Fra tutti i cambiamenti che sonoin atto nel mondo, nessuno èpiù importante <strong>di</strong> quelli che riguardanole nostre vite personali:sessualità, relazioni, matrimonioe <strong>famiglia</strong>. E’ in atto una rivoluzioneglobale nel modo in cuipensiamo noi stessi e in cui formiamolegami e connessioni congli altri. Anche se statisticamenteil matrimonio è ancora la con<strong>di</strong>zionenormale, per la maggiorparte della gente il suo significatoè del tutto cambiato”. Secondoil sociologo, la comunicazioneemozionale e la con<strong>di</strong>visione dell’intimitàstanno sempre più sostituendoi legami basati su ruolitra<strong>di</strong>zionali che univano le vitein<strong>di</strong>viduali delle persone.Il fondamento dei legami affettivinon è più la riproduzione o la formazione<strong>di</strong> una <strong>famiglia</strong> comeformazione sociale naturale e inqualche modo obbligata. I legamitra<strong>di</strong>zionali sono stati sostituitida quella che Giddens definisce“relazione pura”, “intendendocon ciò un rapporto basato sullacomunicazione emozionale, incui i vantaggi derivati da tale comunicazionesono il presuppostoperché il rapporto continui”.Parità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti tra uomo e donna,rispetto reciproco per l’autonomiaaltrui, relazioni basate sullacomunicazione e la fiducia nell’altro,assenza <strong>di</strong> potere arbitrario,coercizione e violenza.Giddens si spinge fino a parlare <strong>di</strong>“democrazia delle emozioni”,“tanto importante quanto la democraziapolitica ai fini <strong>di</strong> migliorarela qualità delle nostre esistenze”.“Una democrazia delleemozioni non fa <strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong>principio fra relazioni eterosessualie omosessuali. Molto piùdegli eterosessuali, i gay sono statipionieri nella scoperta del nuovomondo <strong>di</strong> relazioni e nell’esplorazionedelle sue possibilità.Hanno dovuto esserlo, perchéuna volta usciti allo scoperto, nonsarebbero stati in grado <strong>di</strong> sfruttareil normale sostegno del matrimoniotra<strong>di</strong>zionale”.Oltre a configurare uno scontrotra para<strong>di</strong>gmi interno all’occidente,la trasformazione dell’intimitàrappresenta motivo <strong>di</strong>scontro tra la laicità e tutti i fondamentalismi,compreso quelloislamico. Come scrive Giddens:“Quella che ho descritto comeun’emergente democrazia delleemozioni è la prima linea dellabattaglia fra cosmopolitismo efondamentalismo <strong>di</strong> cui ho parlato.La parità tra i sessi e la libertàsessuale delle donne, che sonoincompatibili con la <strong>famiglia</strong> tra<strong>di</strong>zionale,sono altrettanti anatemiper i gruppi fondamentalisti.Ribalto anzi la tesi <strong>di</strong> politici efondamentalisti, sostenendo cheil persistere della <strong>famiglia</strong> tra<strong>di</strong>zionaleo <strong>di</strong> certi suoi aspetti inmolte parti del mondo è più preoccupantedel suo declino”.La rivoluzionedei comportamentiriproduttividegliitaliani ha unaprecisa data <strong>di</strong>inizio in Italia,ed è l’anno1975, subitodopo lo scontroculturale epolitico sul<strong>di</strong>vorzioLe democrazia delle emozioni statrasformando anche l’amore, unsentimento che si tende ad assolutizzare,trascurando i con<strong>di</strong>zionamenticulturali che lo attraversano.Come scrive la psicoanalistaEnrichetta Buchli nel libro “Il mitodell’amore fatale”, “l’amore,come l’abbiamo inteso per secoli,è “un’invezione” dell’occidente.L’amore in quanto bene assolutonon riguarda la relazione tradue soggetti, incarnati nello spazioe nel tempo.L’antidoto all’amore assoluto, allareligione dell’amore fatale, èquello che la Buchli definisce“amore civile”, riprendendo le tesisviluppate da AnthonyGiddens. “Civile” è un termineche utilizzo io, riferendomi alconcetto <strong>di</strong> civiltà <strong>di</strong> Freud e <strong>di</strong>Jung. Ma cosa significa essere civili?“Negoziare sempre tutto,dunque <strong>di</strong>alogare, <strong>di</strong>chiarare,contrattare. […] Le modalità <strong>di</strong>convivenza civile basate sui criteridella democrazia - nella mentalità<strong>di</strong>ffusa confinata esclusivamenteai comportamenti “pubblici”- dovrebbe penetrare tra lemura domestiche, fin “dentro” lanostra psiche in<strong>di</strong>viduale. […]Ma a ben vedere non esiste nulla<strong>di</strong> meno “esilarante” <strong>di</strong> una visionedemocratica della coppia,nulla <strong>di</strong> più lontano dalle attrazionifatali, dall’esaltazione dell’innamoramento,dalla totaleanarchia degli amanti convintiche “in nome” dell’amore tutto èpossibile. Nulla <strong>di</strong> più lontanodalla “religione dell’amore” e dalla<strong>di</strong>vinizzazione dell’oggetto d’amore. Nulla <strong>di</strong> più spoetizzante.[…] La religione dell’amore èl’antitesi dell’amore. E’ “l’incapacità<strong>di</strong> mantenere la necessariacontrad<strong>di</strong>zione della <strong>di</strong>fferenziazione,in cui riconosciamo l’altroma continuiamo anche ad affermarenoi stessi. In questo crollo, idue elementi della <strong>di</strong>fferenziazione<strong>di</strong>ventano scissi: uno deidue afferma il proprio potere el’altro lo riconosce tramite la sottomissione.[…] Nella svariatasfaccettatura delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>possibilità dell’amore civile, pensoche in questa concezione dell’autonomiastia il nocciolo dellaquestione”.Diverse normalitàSebbene si tenti in tutti i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>dare una rappresentazione dellasocietà italiana come fondatasulla <strong>famiglia</strong> tra<strong>di</strong>zionale, mononucleare,basata su una coppiastabile, eterosessuale, con figli,i dati <strong>di</strong>mostrano che in tema<strong>di</strong> <strong>famiglia</strong> non esiste più unanorma, ma tante normali <strong>di</strong>versità.Secondo i dati Istat del 2005, inItalia ben 5milioni e 362mila personevivono in famiglie che sonolibere unioni, famiglie ricostituitee famiglie con un solo genitore.In quasi il 10% delle nozze unodei due coniugi è al secondo matrimonio.Il 10% delle famiglie ècomposta da un solo genitori configlio. A seguito del <strong>di</strong>vorzio o dellaseparazione, la <strong>famiglia</strong> cessa<strong>di</strong> essere mononucleare e <strong>di</strong>ventaplurinucleare. Ai genitori biologicisi affiancano i genitori acquisitiattraverso i nuovi legamiaffettivi del padre o della madre.Non sono soltanto le coppieomosessuali quin<strong>di</strong> a mettere incrisi la <strong>famiglia</strong> tra<strong>di</strong>zionale.Come spiega la psicologa LauraFruggeri nel libro “Diverse normalità”,a partire dalla fine deglianni ‘80 la cultura della devianzaha gradualmente ceduto il passoalla cultura della <strong>di</strong>fferenza.“L’analisi approfon<strong>di</strong>ta delle <strong>di</strong>scontinuitàtra ruoli, tra funzionie tra livelli <strong>di</strong> rapporto che le famiglie<strong>di</strong>verse da quella nuclearetra<strong>di</strong>zionale presentano permettono<strong>di</strong> mettere a fuoco processiche nelle famiglie sono fondamentalia prescindere dalla lorostruttura. (…) Lo stu<strong>di</strong>o della variabilitàrestituisce profon<strong>di</strong>tà aquesti processi che, analizzatisoltanto a partire dalla tra<strong>di</strong>zionale<strong>famiglia</strong> nucleare, rischiano<strong>di</strong> venire appiattiti entro gli stretticonfini <strong>di</strong> una scontata normalità”.Viste da questa prospettive le famiglie<strong>di</strong>verse da quelle tra<strong>di</strong>zionalivengono visti come ambitiche possono favorire lo sviluppo<strong>di</strong> particolari capacità in<strong>di</strong>viduali,relazionali e sociali.Aiutare le famiglie.Come?L’Italia è il paese dove si fannomeno figli al mondo. In Europa laSvezia, dove sono unioni <strong>di</strong> fattola metà delle coppie, o la Francia,con i suoi pacs, sono tra i paesipiù prolifici d’Europa. Non sembraessere il riconoscimento dellecoppie <strong>di</strong> fatto il principale nemicodella <strong>famiglia</strong> e della natalità.Come affermano la maggior partedei demografi e dei sociologi,una della cause principali dellabassa natalità e del basso numero<strong>di</strong> giovani coppie in Italia è dovutoal ritardo nell’uscita dei giovanidalla <strong>famiglia</strong> <strong>di</strong> origine.L’Italia è il paese europeo nel qualei giovani se ne vanno più tar<strong>di</strong>dalla casa dei genitori. Vive con la<strong>famiglia</strong> il 70% dei maschi e il50% delle donne tra 25 e 29 anni.Roberto Volpi legge il fenomenocome un processo <strong>di</strong> deresponsabilizzazionedei giovani. Alquale contribuiscono sia ragioniculturali, che Volpi chiama il“modello me<strong>di</strong>terraneo” <strong>di</strong> <strong>famiglia</strong>,sia ragioni economiche, comeun welfare inadeguato, unmercato del lavoro che premiaSecondo i datiIstat del 2005,in Italia ben5milioni e362mila personevivono infamiglie chesono libereunioni, famigliericostituitee famiglie conun sologenitorel’anzianità rispetto al merito (ridottisalari <strong>di</strong> ingresso), un mercatodegli affitti molto salato,un’università che non fornisceborse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o adeguate né alloggiper i fuorisede.C’è poi il problema per le donne<strong>di</strong> poter conciliare lavoro professionalee impegni familiari. Se sivolesse intervenire per aiutare lacreazione <strong>di</strong> nuove famiglie ci sarebbesoltanto l’imbarazzo dellascelta: prezzi degli affitti e dellacase, mutui, riforma del welfare,costruzione <strong>di</strong> asili nido.Gli strumenti <strong>di</strong> intervento devonotuttavia essere in<strong>di</strong>rizzati agliin<strong>di</strong>vidui e non alle famiglie cometali, per rafforzare le scelte <strong>di</strong>autonomia dei giovani, come affermala sociologa FrancescaSartori, autrice <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong>sulla con<strong>di</strong>zione giovanile inItalia.Già oggi, infatti, in Italia la <strong>di</strong>sparità<strong>di</strong> trattamento fiscale dei singlerispetto ai nuclei familiari conpiù componenti è molto maggiorerispetto ad altri Paesi. Comescrive Massimo Livi Bacci citandol’esempio francese: “Il rafforzamentodel sostegno per i figli,esteso a tutti i nuclei sotto determinatesoglie <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to; la costituzione<strong>di</strong> una dote per i neonati;la costruzione <strong>di</strong> adeguati ammortizzatorisociali per i giovaniche affrontano percorsi <strong>di</strong> lavoroflessibili quando non precari, sonotutte misure in programma ogià abbozzate che vanno nella <strong>di</strong>rezionegiusta ma che vanno rafforzatee integrate e volte allo scopo<strong>di</strong> potenziare giovani e donne.Verranno, poi, anche i figli”.@pprofon<strong>di</strong>sciL’inchiesta <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>oRa<strong>di</strong>cale inversione integrale, con le intervistee la bibliografia annessa, lapuoi trovare su www.ra<strong>di</strong>ora<strong>di</strong>cale.it


IL MITODELLA FAMIGLIANATURALE....ORGOGLIOLAICO A PIAZZANAVONA 15AMORE CIVILE E MITOLOGIA FAMILIAREENRICHETTA BUCHLIGli esponenti ufficiali della chiesahanno indetto una guerra santa,con tutti i crismi tra<strong>di</strong>zionalidella spinosa faccenda, controchiunque sostenga la legittimazionegiuri<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> rapportid’amore che prescinde, per volontào necessità, da quella delmatrimonio.Mi colpisce la presenza <strong>di</strong> un arcaicotono da santa inquisizionenelle invettive che leggo. Per altroassente quando si tratta <strong>di</strong> denunciarequelle forme <strong>di</strong> male assolutoche sconvolgono la coscienzamorale <strong>di</strong> tutti, credenti enon – abusi, maltrattamenti,schiavitù, mafie e ingiustizie <strong>di</strong>ogni tipo, fame, degrado, e violenzeefferate <strong>di</strong> ogni genere. Micolpisce in modo ancor più sorprendentela abile destrezza conla quale i suddetti esponenti sonoin grado <strong>di</strong> occultare le lampanticontrad<strong>di</strong>zioni delle loropresunte argomentazioni.Per la dottrina della chiesa è accettatauna sola unione, eterosessualeovviamente: quella santificatadal sacramento. Per il <strong>di</strong>rittocanonico lo stesso matrimoniocivile è come non esistesse. Tant’èvero che la chiesa, ignorando leregole giuri<strong>di</strong>che, dà il permesso<strong>di</strong> contrarre matrimonio religiosoin assenza <strong>di</strong> quello civile. Manon viceversa. Le coppie pur credentisposate solo civilmentenon possono accedere al sacramentodella comunione, <strong>di</strong> centraleimportanza per i fedeli.Come si giustifica il fatto che lachiesa stia cavalcando la tigredella <strong>famiglia</strong> in generale, anche<strong>di</strong> quella generata da un matrimonionon solo non accettato,ma anche, in passato, combattuto?Perché si abbatte contro iDico quando, per le sue stessepremesse teologiche, si pongonosullo stesso piano del matrimoniocivile? Perché esportare contanto accanimento regole chevalgono solo e esclusivamenteper i credenti riuscendo anche asostenere che Lei, a <strong>di</strong>fferenzadelle istituzioni islamiche, non hanulla a che vedere con il fondamentalismo?Quando lo stessofondatore del cattolicesimo hasostenuto, più <strong>di</strong> due secoli fa,“Date a Cesare quel che è <strong>di</strong>Cesare e a Dio quel che è <strong>di</strong> Dio?”Sorvoliamo poi su una miriade <strong>di</strong>esortazioni evangeliche circa il<strong>di</strong>alogo, la tolleranza, l’accoglienzadei “peccatori”.La sacra <strong>famiglia</strong>. Ma <strong>di</strong> quale <strong>famiglia</strong>si sta parlando?La <strong>famiglia</strong> mononucleare chedomina lo scenario della modernitàe della postmodernità si è affermatanell’ottocento a operadella rivoluzione industriale.Pochi decenni fa molti la chiamavano“la <strong>famiglia</strong> borghese”. Nonv’è nulla <strong>di</strong> sacro, tanto meno <strong>di</strong>naturale in tale assetto socialeche, a causa della ristrettezza <strong>di</strong>spazi e <strong>di</strong> parentela, ha via via nel• ENRICHETTA BUCHLIFilosofa, psicoanalista, <strong>di</strong>plomata all’Istituto Jung <strong>di</strong>Zurigo, <strong>di</strong>datta e docente della Scuola <strong>di</strong>Psicoterapia. Ha lavorato all’Università Cattolica <strong>di</strong>Milano nel campo della Filosofia e delle Scienzedello Spettacolo, e in Rai. Attualmente collaboracon la Cattedra <strong>di</strong> Storia del Teatro e scrive <strong>di</strong>clinica, cinema, teatro per numerose testatespecialistiche. Per Bal<strong>di</strong>ni&Castol<strong>di</strong> harecentemente pubblicato: “Il mito dell’amore fatale”.tempo generato tutta una serie <strong>di</strong><strong>di</strong>sturbi psichici. E’ ben con tale<strong>famiglia</strong> che è sorta la psicoanalisi.La storia e l’antropologia ci informanodell’esistenza <strong>di</strong> altri tipi <strong>di</strong>assetti, famiglie patriarcali, allargate,tribali. Sono le varie culture,che si avvicendano nello spaziogeografico e nella temporalitàstorica, a decidere i modelli e leregole <strong>di</strong> comportamento sessuale,relazionale, genitoriale.“L’uomo è per natura un essere <strong>di</strong>cultura”, <strong>di</strong>ceva il filosofo ArnoldGehlen. Da quando l’antenatoHomo Sapiens ha smesso <strong>di</strong>camminare a quattro zampe abbandonandol’armonioso mondoanimale –potremmo ancheparlare in termini simbolici <strong>di</strong>cacciata dal para<strong>di</strong>so terrestreognimodalità <strong>di</strong> sopravvivenza,dalla caccia con le armi all’elaborazionee coltivazione del cibo,dall’accu<strong>di</strong>mento della proleprotratta nel tempo alle regole <strong>di</strong>interazione tra i membri delgruppo, sono invenzioni “nonnaturali”. Culturali.E le culture possono ammalarsi,involgere, non rispondere più alleesigenze della vita.Gravemente ammalata è la <strong>famiglia</strong>.E i rapporti amorosi. I ruoli<strong>di</strong> coppia, le funzioni materne epaterne, sono assolutamente incrisi anche nelle così dette famiglie“normali”. E’ evidente chenon si basano su programmi biologici,ma sul sapere. Gli insegnantilo sanno bene. E anche glipsicologi. E che <strong>di</strong>re <strong>di</strong> quelle famiglie,sempre più numerose,dove le mogli vengono picchiateselvaggiamente, i figli abusati emaltrattati, oppure oggetto-possessodelle frustrazioni narcisistichedegli adulti. Che <strong>di</strong>re dellemadri che uccidono i figli non <strong>di</strong>rado perché sole come cani –regolarmentesposate, ovvio- , deipadri assenti perché alienati dacon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong>s-umane,in preda alla continua minacciadella catastrofe economica.L’elenco può essere interminabile.Le culture si ammalano, ma possonoanche produrre i rime<strong>di</strong>.L’amore civile, questo il programma<strong>di</strong> cura da me in<strong>di</strong>cato nel testo“Il mito dell’amore fatale”.Diagnosi e cura, programma <strong>di</strong>base del convegno. Giddens, conla teoria dell’intimità come democrazia,Beck, con quella dellain<strong>di</strong>vidualizzazione delle relazioniaffettive, hanno contribuito allaproposta <strong>di</strong> modalità relazionalie familiari che possono sopravviveresolo se l’astratta nozione<strong>di</strong> democrazia, prevalentementeapplicata al pubblico, penetrinelle mura domestiche. Ma,ancor più nelle nostre menti. Auna con<strong>di</strong>zione. Essere soggettiautonomi, che hanno rinunciatoai falsi miti e idoli, alla personaleonnipotenza, per poter contrattaree negoziare con l’alterità inun clima <strong>di</strong> rispetto e <strong>di</strong> empatia.Mettersi nei panni degli altri, unicacon<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> possibilità del<strong>di</strong>alogo.Un’ultima annotazione. Lo stessofondatore delle religioni cristianenon sembrava incline all’apologiadella <strong>famiglia</strong> biologica.Matteo, 12,48:”Chi è mia madree chi sono i miei fratelli? Poistendendo le mani verso i suoi <strong>di</strong>scepoli<strong>di</strong>sse: ecco mia madre edecco i miei fratelli; perché chiunquefa la volontà del Padre mioche è nei cieli, questi è per me fratello,sorella e madre.”PACS: COMPROMESSO IMPOSSIBILEBRUNO DE FILIPPIS*Quando non si vuole percorrerela strada maestra, si corre il rischio<strong>di</strong> perdersi, esplorando vicolie vicoletti. La strada maestra,in materia <strong>di</strong> coppie <strong>di</strong> fatto,è affermare che questa sceltaha pari <strong>di</strong>gnità rispetto a quellache porta al matrimonio tra<strong>di</strong>zionalee può, in una società basatasu valori <strong>di</strong> libertà, costituireun’alternativa ad esso, purchésia costruita secondo modelli attualied europei, vale a <strong>di</strong>re valorizzandola <strong>di</strong>mensione contrattualeed ampliando le possibilità<strong>di</strong> autodeterminazione dellepersone, affinché ognuno possarealizzare il modello che più siad<strong>di</strong>ce alla sua personalità, allesue esigenze ed alla sua cultura.La strada maestra consiste nel“volare alto”, vale a <strong>di</strong>re, non cercaresoluzioni minimali, che accontentinola cultura conservatrice,ma, nel momento in cuiquest’ultima, per spinte religiose(e quin<strong>di</strong> non razionali), si arrocchinella <strong>di</strong>fesa degli schemidel passato e rifiuti tenacemente<strong>di</strong> dare spazio alle nuove esigenzesociali, rilanciare, proponendoin modo limpido il valore dellalibertà <strong>di</strong> scelta e l’idea che unmodello, se è valido, deve affermarsinon perché imposto comeunico possibile, ma per il suo intrinsecovalore.Il compromesso è spesso utile,ma qualche volta non è possibile.Costituisce un errore perseguirloa tutti i costi, via via svuotando<strong>di</strong> contenuti il proprioprogetto, per renderlo gra<strong>di</strong>to achi è portatore <strong>di</strong> un’idea completamenteopposta. Il modellodei conservatori è chiaro e consistenell’esistenza <strong>di</strong> un unicotipo <strong>di</strong> unione, dai contenuti tra<strong>di</strong>zionalied immutabili, allaquale solo dovrebbero essere riservati<strong>di</strong>ritti civili ed apprezzamentodal punto <strong>di</strong> vista socialee morale. L’alternativa consistenei “Pacs” francesi, nei“Registreret partnerskab” danesi,nella “Civil partnership” delRegno Unito o nel riconoscimentodella vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> istituticome i “prenuptial agreements”,idonei ad ampliare gli spazi riconosciutinelle ipotesi <strong>di</strong> convivenzao all’interno dell’istitutomatrimoniale, per risponderealla domanda <strong>di</strong> libertà e <strong>di</strong> possibilità<strong>di</strong> scelta che, lo si voglia ono, è una delle caratteristichedell’uomo moderno ed unaconseguenza della cultura democraticae pluralista.Poste queste premesse, nessunadelle soluzioni sinora ipotizzateappare sod<strong>di</strong>sfacente.I Di. Co., con<strong>di</strong>zionati dall’ideache il progetto non deve apparireassolutamente alternativo almatrimonio (perché quest’ultimonon perda la sua caratteristica<strong>di</strong> unico tipo possibile <strong>di</strong>unione) sono ambigui ed inconsistentinella parte in cui dovrebberodefinire le ragioni dell’unionee la tipologia dei contraenti.Ciò realizza una grave patologiaproprio “alla ra<strong>di</strong>ce” della lororealtà giuri<strong>di</strong>ca. Per attribuire <strong>di</strong>rittiad una situazione, il primopresupposto, come i giuristi bensanno, è la certezza legale dell’identificazione<strong>di</strong> essa. La proposta<strong>di</strong> legge sui Di. Co. non sa(e non può) identificare i soggetticontraenti e le ragioni per lequali essi stanno insieme.La coabitazione e l’esistenza <strong>di</strong>un legame affettivo sono generichee possono riferirsi a varie situazioni.L’esistenza del legame,poi, è al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> qualsiasi possibilità<strong>di</strong> prova.False coppie potranno creareapparenti situazioni <strong>di</strong> convivenza,per poter fruire dei <strong>di</strong>rittiche la legge riconosce, così creandoconfusione e giustificandoi giu<strong>di</strong>zi negativi <strong>di</strong> coloro i qualivorrebbero vedere assolutamentenon regolamentata questotipo <strong>di</strong> realtà.Una proposta <strong>di</strong> legge sulle convivenzadovrebbe invece partireda un dato certo, che non puòessere se non la scelta <strong>di</strong> attribuiread un partner un ruolo privilegiatonella proprio vita, purcon connotati <strong>di</strong>versi rispetto aquelli tipicamente matrimoniali.In mancanza <strong>di</strong> ciò, i Di. Co.non sono in grado, non solo <strong>di</strong>camminare, ma neppure <strong>di</strong> starein pie<strong>di</strong> da soli.E’ poi sotto gli occhi <strong>di</strong> tutti il fattoche la genericità della proposta<strong>di</strong> legge non riguarda solo ladefinizione <strong>di</strong> base, ma gli stessi<strong>di</strong>ritti che dovrebbero essere attribuiti,poiché gli stessi sono,quasi in tutte le ipotesi considerate,eventuali, derogabili o rimessia successive scelte.Né miglior giu<strong>di</strong>zio è possibileesprimere per le proposte <strong>di</strong>unione solidale, che pure sonostate formulate in sede parlamentare.Esse contengono elementi vali<strong>di</strong>,nella parte in cui prevedonola soluzione contrattuale e la stipula<strong>di</strong>nanzi ad un notaio, poichévanno nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> favorirela libera autodeterminazionedelle parti (non modellipredefiniti, “me<strong>di</strong>oevalmente”scelti dal legislatore e “me<strong>di</strong>oevalmente”vali<strong>di</strong> per tutti, mapossibilità <strong>di</strong> scelta, entro marginiprecostituiti), ma trova i suoilimiti nel fatto che rappresentaun’unione <strong>di</strong> tipo esclusivamenteeconomico e che non attribuiscono(né vogliono assolutamenteattribuire), alcuno status<strong>di</strong> carattere personale. In base aciò, appare contrad<strong>di</strong>ttorio prevedere(come invece si legge neltesto) che da esso derivino conseguenzequali la reversibilitàdella pensione.Il modello <strong>di</strong> riferimento concreto<strong>di</strong> una regolamentazionedeve perciò continuare ad esserein<strong>di</strong>viduato nei “Pacs” francesi,istituto che, come <strong>di</strong>cono le statistiche,da quando è stato introdotto,ha avuto incrementi annualitra il 25% ed il 30% ed unapercentuale <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssoluzione intornoal 10% e, pertanto, inferiorerispetto a quella dei matrimoni.* Magistrato, esperto in <strong>di</strong>ritto<strong>di</strong> <strong>famiglia</strong>


.16IL MITODELLA FAMIGLIANATURALE...ORGOGLIOLAICO A PIAZZANAVONAIN EUROPA SI LEGIFERA,L’uguaglianza dei <strong>di</strong>ritti tra i citta<strong>di</strong>ni dell’Unione èprincipio riconosciuto formalmente dagli stessi trattaticomunitari. Di fatto, mentre nella maggioranza deiA CURA DI FILOMENA GALLO“Tutti i citta<strong>di</strong>ni dell'Unione hannogli stessi <strong>di</strong>ritti, in<strong>di</strong>pendentementedalla loro origine, nazionalità,con<strong>di</strong>zione sociale, dal lorocredo religioso o orientamentosessuale”.Tale principio rientra tra i principicar<strong>di</strong>ne dell’Unione Europea, daciò inoltre, è facile comprendere laposizione della Comunità cheprevede una visione pluralistica inmateria <strong>di</strong> rapporti <strong>di</strong> coppia, corrispondentesicuramente alle realtàdei <strong>di</strong>versi Stati membri, dellasocietà e <strong>di</strong> tutte le Direttive e regolamentiche in<strong>di</strong>rettamente entranonelle relazioni <strong>di</strong> coppia, sianoesse matrimoni, unioni registrateo convivenze, a partire giàdal principio <strong>di</strong> libera circolazione(che include il partner tra i familiari),al ricongiungimento familiaree alla materia della filiazioneche a livello comunitario non fa<strong>di</strong>stinzione alcuna tra i figli daunione tra<strong>di</strong>zionale o figli da nuoveunioni che sono entrate nellaconsuetu<strong>di</strong>ne.Molti invece sono i Paesi che hannoprevisto norme precise, <strong>di</strong> seguitoun breve riquadro.DANIMARCAIl primo Paese al mondo che hadato la possibilità alle persone dellostesso sesso <strong>di</strong> ufficializzare irapporti <strong>di</strong> coppia è stata laDanimarca. Tale unione è chiamatapartnership registrata, approvatail 7 giugno 1989, con la n.372 (mo<strong>di</strong>ficata dalla legge360/1999). I contraenti assumonolo status <strong>di</strong> “partner registrati”, e daalcuni anni possono adottare i figlibiologici del partner ma non accedereall'adozione congiunta.FINLANDIASingolari sono le norme previstedalla Finlan<strong>di</strong>a, dove dal marzo2002 è in vigore una legge per leunioni civili tra persone dello stessosesso, che garantisce molti dei<strong>di</strong>ritti che acquisiscono le coppieeterosessuali che contraggonomatrimonio civile a meno che leparti non <strong>di</strong>spongano <strong>di</strong>versamente.Tra questi, ad esempio, il<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> immigrazione per il partnerstraniero. Sia la registrazioneche la <strong>di</strong>ssoluzione dell'unione siottengono allo stesso modo cheper il matrimonio. La convivenzasi stipula <strong>di</strong>nnanzi alle stesse autoritàpreposte alla celebrazionedel matrimonio e lo scioglimentodella convivenza fa capo alle <strong>di</strong>sposizionipreviste per il matrimonio.Le leggi sulla paternità, l'adozionee la possibilità <strong>di</strong> usare unnome in comune non si applicaalle convivenze registrate.PAESI BASSIIn Olanda il matrimonio è apertoalle coppie dello stesso sesso dal2001, mentre per quanto riguardale unioni civili, già dal 1 gennaio‘98 la legge del 5 luglio 1997 permettevaalle coppie dello stessosesso e <strong>di</strong> sesso <strong>di</strong>verso <strong>di</strong> registrarsiin appositi registri comunalidelle unioni civili e ottenere glistessi <strong>di</strong>ritti delle coppie sposate.L'unione registrata si scioglie perla morte <strong>di</strong> uno dei partner, per assenzao scomparsa <strong>di</strong> uno dei partnero per provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> scioglimentodel giu<strong>di</strong>ce. In caso <strong>di</strong> separazioneè necessario prevederel'eventuale corresponsione <strong>di</strong> alimential partner che non avesserisorse sufficienti. Il primo giugnodel 2001, per la prima volta, dueuomini italiani si sono sposati civilmenteall'Aja.BELGIOIl 29 ottobre 1998 il Parlamentobelga approvò la “Loi du 23 novembre1998 instaurant la cohabitationlégale”, sulla convivenza legale.Tale legge è entrata in vigore ilprimo gennaio del 2000. Sonocompresi nell'istituto tutte le coppie,senza con<strong>di</strong>zioni riferite alsesso. Per ottenere la convivenzalegale le parti devono non esserelegate da un matrimonio o da altraconvivenza legale. La <strong>di</strong>chiarazione<strong>di</strong> convivenza è fatta permezzo <strong>di</strong> uno scritto consegnato<strong>di</strong>etro ricevuta all'ufficiale <strong>di</strong> statocivile del domicilio comune.Questi, dopo aver verificato che ledue parti sod<strong>di</strong>sfino le con<strong>di</strong>zionipreviste dalla legge, annota la <strong>di</strong>chiarazionenel registro della popolazione.Alla convivenza si applicano,per analogia, tre articolidel Co<strong>di</strong>ce civile riguardanti il matrimonio.Il 20 marzo 2006 è stataapprovata definitivamente la leggeche consente alle coppie omosessualisposate o conviventil'adozione <strong>di</strong> bambini.FRANCIALa legge n. 99-944 del 15 novembre1999 (Du pacte civil de solidaritéet du concubinage) definiscela nuova forma <strong>di</strong> unione, il Pattocivile <strong>di</strong> solidarietà: un contrattotra due persone maggiorenni dellostesso sesso o <strong>di</strong> sesso <strong>di</strong>verso,al fine <strong>di</strong> organizzare la loro vita incomune. Il Pacs offre ampia tutelaalla convivenza (<strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> rilevanzapubblicistica, regola il rapporto<strong>di</strong> locazione, contempla misurefiscali e altro). In particolare, il Pacsè un contratto concluso con una<strong>di</strong>chiarazione congiunta scrittapresso la cancelleria del Tribunald'instance nella giuris<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>residenza. Il testo della convenzioneè iscritto in un registro tenutopresso la cancelleria. Il Pacsprevede che i benefici del welfaree la riduzione delle tasse si acquisiscanodopo tre anni dalla stipulazionedello stesso. La legge franceseprevede anche il concubinaggio(capitolo II, art. 515-8) cheoffre <strong>di</strong>ritti molto limitati (affitto,immigrazione, salute e assicurazione)ai partner che coabitano. IPacs non sono rivolti soltanto allepersone dello stesso sesso, ma anchealle coppie <strong>di</strong> sesso <strong>di</strong>versoche non vogliono contrarre matrimonioe preferiscono utilizzareuno strumento giuri<strong>di</strong>co <strong>di</strong>versodal matrimonio civile o religioso,senza però essere prive delle tutelee delle prerogative <strong>di</strong> cui godeuna coppia “regolarmente” unita(assistere il proprio partner inospedale, partecipare alle decisioniche riguardano la sua salute e lasua vita, lasciare in ere<strong>di</strong>tà il propriopatrimonio alla persona concui si è con<strong>di</strong>visa l'esistenza, ottenerel'avvicinamento se un partnerè extracomunitario e cosìvia).GERMANIAL'istituto giuri<strong>di</strong>co della convivenzaregistrata (EingetrageneLebenspartnerschaft) è stato introdottoin Germania il 16 febbraio2001 con la legge Gesetz über<strong>di</strong>eEingetrageneLebenspartnerschaft. La leggesulla convivenza registrata nonequipara a tutti gli effetti la convivenzaal matrimonio, pur applicandoai conviventi <strong>di</strong>sposizionianaloghe a quelle contenute nelco<strong>di</strong>ce civile tedesco per la <strong>di</strong>sciplinadel matrimonio. La legge assicurapieno riconoscimento allacoppia dal punto <strong>di</strong> vista contributivoed assistenziale: ciascunconvivente può beneficiare ed essereinserito nell'assicurazionesulla malattia del compagno e lanorma conferisce gli stessi <strong>di</strong>rittidel matrimonio in materia <strong>di</strong> citta<strong>di</strong>nanza(procedura agevolataper ottenere la naturalizzazione e<strong>di</strong>ritto al ricongiungimento).L'istituto giuri<strong>di</strong>co è <strong>di</strong>verso dalmatrimonio in materia <strong>di</strong> filiazionee <strong>di</strong> adozione. Ai conviventinon è riconosciuto il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong>adozione congiunta ed inizialmentenon permetteva l'adozionedei figli del convivente (talepossibilità è stata introdotta dal2004). È stata introdotta però unaforma <strong>di</strong> potestà limitata, tantoche i partner possono essere asso-BESTIARIOALL’ITALIANAA CURA DI ALESSANDRO CAPRICCIOLI16 aprile 2007Savino Pezzotta (ex Segretario della Cisl):“Nessun atteggiamento omofobico: anche loro hanno bisogno <strong>di</strong>tutele ma non accettiamo alcun tipo <strong>di</strong> simil matrimonio. I gay,per esempio, sono persone ma non categorie e perciò hanno deibisogni, non <strong>di</strong>ritti”.15 aprile 2007Marcello D'Orta (e<strong>di</strong>torialista del Giornale):“Oggi vanno fortissimo le unioni composite, per cui un uomo puòsposare (avere una relazione, convivere, flirtare) un uomo, unadonna una donna, un padre un figlio, una madre una figlia, unnonno un nipote, un cugino una zia, una badante russa il marito<strong>di</strong> un’italiana ammalata”.13 aprile 2007Luigi Negri (Vescovo <strong>di</strong> San Marino-Montefeltro):“È in atto una grande congiura ideologica che sfrutta l’intero sistemadei me<strong>di</strong>a per scar<strong>di</strong>nare l’idea <strong>di</strong> Gesù, per portare la societàverso la scristianizzazione. Un’operazione compiuta a freddo,attraverso l’uso <strong>di</strong> mezzi economici e tecnologici immensi”.11 aprile 2007<strong>Luca</strong> Volonté (Capogruppo UDC alla Camera):“Cosa hanno a che fare le parole della Nota dei Vescovi con l’accusa<strong>di</strong> omofobia? Come mai si è strumentalizzata la morte delragazzo <strong>di</strong> Torino a fini omosessualistici?”.1° aprile 2007Roberto Calderoli (Lega Nord):“L’etica c’entra fino ad un certo punto: i Dico, l’omosessualità, nonsono soltanto contro l’etica ma anche contro natura, e quin<strong>di</strong> destinatiall’estinzione”.31 marzo 2007Roberto Calderoli (Lega Nord):“Se ancora non si è capito, essere culattoni è un peccato capitale”.30 marzo 2007Angelo Bagnasco (Segretario della CEI):“Perché quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>re no a varie forme <strong>di</strong> convivenza stabile giuri<strong>di</strong>camente,<strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto pubblico, riconosciute e quin<strong>di</strong> creare figurealternative alla <strong>famiglia</strong>? Perché <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no all'incesto, come inInghilterra dove un fratello e sorella hanno figli, vivono insieme esi vogliono bene? Perché <strong>di</strong>re <strong>di</strong> no al partito dei pedofili in Olandase ci sono due libertà che si incontrano? Bisogna avere in mentequeste aberrazioni secondo il senso comune e che sono già presentialmeno come germogli iniziali”.27 marzo 2007Riccardo Pedrizzi (Presidente Consulta Etico-Religiosa <strong>di</strong> AN):“Come può, del resto, invocare <strong>di</strong>ritti chi nega l’esistenza <strong>di</strong> unalegge morale naturale assoluta e valida per tutti gli uomini, chi fasua la filosofia dell’in<strong>di</strong>vidualismo, del soggettivismo e dell’edonismo?”.25 marzo 2007Lucia Annunziata (giornalista):“La foga della battaglia con la Chiesa ha spostato i Dico su toni <strong>di</strong>estremismo omosessuale”.


.IL MITODELLA NATURALE... FAMIGLIAORGOGLIOLAICO A PIAZZA17NAVONAIN ITALIA SI PONTIFICApaesi del vecchio continente le unioni civili sono inqualche modo previste e tutelate, in Italia gli esponentipolitici si sfidano a “chi la spara più grossa”.18 marzo 2007Pier Gianni Prosperini (Assessore Regione Lombar<strong>di</strong>a, AN):“Ma l’omosessualità è una devianza. Quin<strong>di</strong> niente <strong>famiglia</strong> eniente adozioni. Il gay <strong>di</strong>chiarato non può essere né insegnante,né militare, né istruttore sportivo. (…) Garrotiamoli, ho concluso.(…) Alla maniera degli Apache: cinghia bagnata stretta intorno alcranio. Il sole asciuga il laccio umido, il cuoio si ritira, il cervelloscoppia”.15 marzo 2007Maurizio Cecchetti (e<strong>di</strong>torialista del Giornale):“Anche nel dettato biblico l’unione fra l’uomo e la donna nel matrimoniosembra avere un presupposto originario “naturale” checombacia, curiosamente, con certe scoperte della paleoantropologia”.14 marzo 2007Rocco Buttiglione (Presidente UDC):“Senza figli non esiste la <strong>famiglia</strong>”.13 marzo 2007:L'Osservatore Romano:“Si è dunque inscenato sabato il promesso corteo a favore del riconoscimentolegale delle coppie omosessuali. Una manifestazionenella quale, al <strong>di</strong> là dell’immagine borghese e rassicuranteche si voleva dare, hanno trovato posto <strong>di</strong>scutibili mascherate ecarnascialate varie. Ironie e isteriche esibizioni da parte <strong>di</strong> chi invocariconoscimenti e non esprime rispetto”.12 marzo 2007Rosy Bin<strong>di</strong> (Ministro alle Politiche per la Famiglia, Margherita):“E’ meglio che un bambino stia in Africa con la sua tribù, piuttostoche cresca con due uomini o con due donne, con genitori gay”.11 marzo 2007Vittorio Sgarbi (?):“Dunque, non è una richiesta <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti la ri<strong>di</strong>cola pretesa giuri<strong>di</strong>ca<strong>di</strong> ottenere approvazione e previdenza sociali per il libero eserciziodei propri piaceri, spesso confinanti, per chi avesse il coraggio<strong>di</strong> ammetterlo, con la pedofilia e la prostituzione”.8 marzo 2007Militia Christi (movimento politico):“Il Movimento Politico cattolico “Militia Christi” appresa la notiziache il Comune <strong>di</strong> Roma per decisione del suo Sindaco Veltroni,patrocinerà il prossimo corteo gay, finanziandolo anche nei suoiaspetti organizzativi, denuncia il vergognoso ed impopolare sperpero<strong>di</strong> denaro pubblico per azioni moralmente e socialmenteinaccettabili ed inutili come la suddetta ad appannaggio della lobbyomosessuale ed in contrasto con il bene comune. Per tale tristeragione Militia Christi da lunedì prossimo si farà sentire”.3 marzo 2007Paola Binetti (Margherita):“L’omosessualità è una devianza della personalità: un comportamentomolto <strong>di</strong>verso dalla norma iscritta in un co<strong>di</strong>ce morfologico,genetico, endocrinologico e caratteriologico”.3 marzo 2007Camillo Ruini (ex Segretario della CEI):“Da quanto risulta ai sacerdoti che hanno ogni giorno a che farecon loro, queste coppie non chiedono forme <strong>di</strong>verse dal matrimonio”....E NONFINISCE QUIciati alle decisioni che riguardanola vita quoti<strong>di</strong>ana del bambino erichiedere l'affidamento in caso <strong>di</strong>morte del genitore naturale. Alconvivente superstite, inoltre, sonoattribuiti gli stessi <strong>di</strong>ritti successoriche il matrimonio conferisceai coniugi, inoltre la legge prevedepensione <strong>di</strong> reversibilità, permesso<strong>di</strong> immigrazione per il partnerstraniero, reversibilità dell'affitto el’obbligo <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare i debiti contrattidalla coppia.IRLANDADal 2005 è iniziato l’iter parlamentare<strong>di</strong> una legge, il “CivilPartnership Bill”, tesa a regolamentarele unioni anche tra in<strong>di</strong>viduidello stesso sesso.LUSSEMBURGODal 2004 è in vigore la partnershipregistrata. Si applica alle coppiedello stesso e <strong>di</strong> sesso <strong>di</strong>verso e garantisce<strong>di</strong>ritti simili a quelli dellecoppie sposate in relazione al welfaree al fisco.PORTOGALLONel 2001 sono state approvate dueleggi che hanno <strong>di</strong>sciplinato, rispettivamente,le situazioni giuri<strong>di</strong>chedella “economia commun”(economia comune) e delle“União de facto” (unioni <strong>di</strong> fatto).La definizione “economia commum”data dalla legge all'art. 2, è“la situazione <strong>di</strong> persone che vivanoin comunione <strong>di</strong> vitto e alloggioda più <strong>di</strong> due anni ed abbianostabilito un genere <strong>di</strong> vita in comunebasato sull'assistenza reciprocao la ripartizione delle risorse”.La legge si applica a nuclei <strong>di</strong>due o più persone purché una <strong>di</strong>queste sia maggiorenne. La leggeprevede <strong>di</strong>ritti riguardo al go<strong>di</strong>mento<strong>di</strong> ferie, permessi e conge<strong>di</strong>familiari, <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> preferenzanei trasferimenti riguardanti i <strong>di</strong>pendentidelle pubbliche amministrazioni,applicazione del regimedelle imposte sul red<strong>di</strong>to, protezioneparticolare per la residenzain comune e <strong>di</strong>ritto, nella trasmissioneere<strong>di</strong>taria, alla casa. Lalegge sulle unioni <strong>di</strong> fatto inveceregolamenta, secondo l'art. 1, “lasituazione giuri<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> due persone,in<strong>di</strong>pendentemente dal sesso,che vivano un un'unione <strong>di</strong> fattoda più <strong>di</strong> due anni”. I <strong>di</strong>ritti che garantiscela legge sono gli stessi <strong>di</strong>coloro che vivono in un'economiacomune a cui si aggiunge incaso <strong>di</strong> morte del convivente beneficieconomici erogati dal sistemadella sicurezza sociale e pensioneal coniuge superstite.L'unione si scioglie per la morte <strong>di</strong>uno dei due membri, per il matrimonio<strong>di</strong> uno dei due membri oper volontà <strong>di</strong> uno dei due membri.REGNO UNITOIn Inghilterra e Galles le coppiedello stesso sesso possono adottare.Il “Civil Partnership Act”, del <strong>di</strong>cembre2005, riconosce alle coppiedello stesso sesso in tutto ilRegno Unito la possibilità <strong>di</strong> vincolarsiin una unione registratamolto simile al matrimonio.Ciononostante questo non è, dalpunto <strong>di</strong> vista giuri<strong>di</strong>co, un matrimonioomossessuale, contrariamentea quanto è stato scritto suigiornali italiani. I contraenti assumonolo status legale <strong>di</strong> “civil partners”.Sono riconosciute anche lecoabitazioni non registrate <strong>di</strong> partner<strong>di</strong> sesso <strong>di</strong>verso o dello stessosesso, a cui è accordata una varietà<strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti e facoltà, dalle assicurazioniall’immigrazione e altro.REP. CECALa Camera dei deputati il 15 marzo2006, ha approvato una leggesulle unioni registrate per le personedello stesso sesso. La leggeregola l'inizio e la fine delle unioniregistrate fra persone dello stessosesso, concede a queste persone il<strong>di</strong>ritto ad avere informazioni sullostato <strong>di</strong> salute del partner, il <strong>di</strong>rittoall'ere<strong>di</strong>tà nel caso della mortee obbliga i partner a sostenersifinanziariamente. La Legge rendepossibile l'educazione <strong>di</strong> bambininati da precedenti vincoli eterosessuali,ma non permette l'adozione.SLOVENIALa legge del 22.06.2005 garantiscealle unioni civili <strong>di</strong>ritti limitati nelcampo delle relazioni <strong>di</strong> proprietàe dell'ere<strong>di</strong>tà. Tale legge, contestatadal movimento <strong>di</strong> liberazioneomosessuale, non garantiscealcun <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> assicurazione, salutee pensionistico.SPAGNAIl matrimonio è aperto alle coppiedello stesso sesso dal 2005. Alcuneregioni (Comunidades autónomas)del Paese riconoscevano già<strong>di</strong>ritti alle coppie <strong>di</strong> fatto, <strong>di</strong> sessouguale o <strong>di</strong>verso. È il caso dellaCatalogna, che il 15 luglio 1998aveva approvato la legge sullecoppie stabili (Legge 10/1998, Deuniones estables de pareja –“Legge sulle unioni stabili”), entratain vigore il 23 ottobre dellostesso anno. La legge regola <strong>di</strong>versiaspetti privatistici della relazione<strong>di</strong> coppia: prevede la responsabilitàsolidale per le spese domestichee per alcuni debiti, regolal'uso della casa comune e offre beneficinel caso in cui uno dei partnerlavori per il governo catalano.Le coppie omosessuale hanno accessoa questa legge rendendouna <strong>di</strong>chiarazione con un atto notarile.Le coppie eterosessuali possonoregolamentare il loro rapportoo con un atto notarile, o automaticamentedopo una convivenza<strong>di</strong> più <strong>di</strong> due anni, o automaticamenteper le coppie checonvivono e hanno un figlio.Dopo la Catalogna altre <strong>di</strong>eci regionispagnole hanno approvatoleggi sulle unioni <strong>di</strong> fatto, per untotale <strong>di</strong> 11 comunità su 17. In particolaresi tratta dell'Aragona nel199, la Navarra nel 2000, laComunità <strong>di</strong> Valencia, le IsoleBaleari e la Comunità <strong>di</strong> Madridnel 2001, le Asturie e l'Andalusianel 2002, le Canarie,l'Estremadura e i Paesi Baschi nel2003.SVEZIALe unioni civili tra persone dellostesso sesso sono regolarizzate inSvezia dal 1994 . La legge garantiscemolte delle prerogative delmatrimonio, adozione <strong>di</strong> bambiniinclusa. In Svezia è in <strong>di</strong>scussionel’apertura del matrimonio allecoppie dello stesso sesso.UNGHERIAUna legge del 1996 (Co<strong>di</strong>ce civile,art. 578/G) in seguito <strong>di</strong> una mo<strong>di</strong>ficaincide sul <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> proprietàdelle coppie conviventi <strong>di</strong> omosessuali.In particolare, ogni beneacquistato nel corso della convivenzaè <strong>di</strong> proprietà dei componentidella coppia in proporzioneal contributo dato all'acquisto. Nelcaso il contributo non possa esseredeterminato, sono ritenutiuguali. Il lavoro casalingo, inoltre,è considerato come un contributoall'acquisto della proprietà.ITALIANel nostro paese non esiste unalegge al riguardo. Però alcuni comuni- come Bologna, Firenze,Pisa, Ferrara, Terni e Voghera - apartire dal 1997 hanno approvatol'istituzione del registro per le“unioni civili”. Attualmente anchealtri paesi europei non prevedonoalcuna legislazione specifica per laregolamentazione delle unioni civili:Austria, Bulgaria, Cipro,Estonia, Grecia, Italia, Lettonia,Lituania, Malta, Polonia eSlovacchia.


.18IL MITODELLA FAMIGLIANATURALE...ORGOGLIOLAICO A PIAZZANAVONAGENETICA, OMOSESSUALITÀE FESSERIE DI SINISTRAGILBERTO CORBELLINIUna cosa giusta anche Bertinottil'ha detta: la sinistra italiana èpreda <strong>di</strong> un drammatico vuotoculturale. E, si può aggiungere, lepoche idee che circolano sonoconfuse o sbagliate. Peraltro,Bertinotti ha <strong>di</strong>mostrato in più <strong>di</strong>un’occasione <strong>di</strong> essere lui tra imolto confusi. In modo particolarequando, si spera per meri interessielettoralistici, ha giu<strong>di</strong>catomeritevoli <strong>di</strong> attenzione culturalele schiocchezze <strong>di</strong> un personaggioscientificamente impresentabilecome è MassimoFagioli.• GILBERTO CORBELLINImembro del Comitato Nazionale <strong>di</strong>Bioetica, Professore or<strong>di</strong>nario <strong>di</strong> Storiadella Me<strong>di</strong>cina all’Università “LaSapienza” <strong>di</strong> Roma, è co-Presidentedell’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> per lalibertà <strong>di</strong> ricerca scientifica.Non che la destra (sempre quellaitaliana) sia messa meglio. Ma hascelto opportunisticamente <strong>di</strong>cavalcare alcune idee che la tra<strong>di</strong>zionedel pensiero cristianocattolicocoltiva dogmaticamenteda un paio <strong>di</strong> millenni. Idee altrettantosbagliate <strong>di</strong> quelle cheha coltivato e coltiva certa sinistracosiddetta “ra<strong>di</strong>cale”. Ma che, fortunatamenteper la destra, intercettanomeglio talune istanze innate,cioè pregiu<strong>di</strong>zi, inscritti nelsenso morale e politico della specieumana.Ma fermiamoci per il momentoalla sinistra. Un saggio emblematicodel ritardo culturale della sinistraitaliana è la replica <strong>di</strong> LiviaProfeti all'intervento <strong>di</strong> AnnaMeldolesi, pubblicato sulRiformista, sulle basi biologicoevolutivedell'omosessualità. Lecritiche della Profeti sono dei verie propri riflessi con<strong>di</strong>zionatidella cultura storica <strong>di</strong> sinistra ,che riecheggiano ad<strong>di</strong>rittura argomentitristemente noti. Cioèquelli dei materialisti <strong>di</strong>aletticistalinisti che, nel nome <strong>di</strong>Lysenko (do you remember?),condannarono ideologicamentele conquiste scientifiche della geneticamendeliana e morganiana.Condanna che costò la vita adei genetisti, nonché a milioni <strong>di</strong>conta<strong>di</strong>ni che sotto Stalin si videroimposte delle tecniche agricoleinventate su pura base ideologica(comunista) e senza alcunagiustificazione scientifica. Tra lecritiche della Profeti spicca unluogo comune del tutto inverosimile,non a caso oggi cavalcatosoprattutto da ex-comunistischierati per convenienza sulleposizioni della destra religiosa eintegralista, come Ferrara o Gallidella Loggia, secondo cui gli attualistu<strong>di</strong> e applicazioni dellabiologia e della genetica all'uomocoincidono con l'eugenica nazista.La Profeti suggerisce altresì,cadendo nell'astuta trappola ratzingeriana,che siccome alcuniteologi cattolici, peraltro interpretandobene l'impianto trascendentalistadella teologia ratzingeriana,cercano <strong>di</strong> fondaresulla biologia, la presunta 'normalità'naturale, allora dobbiamoneutralizzare proprio la biologia.Geniale! Siccome anche icattolici integralisti si alimentano,dobbiamo smettere <strong>di</strong> mangiareperché se lo fanno loro deveessere per forza sbagliato nutrirsi.In realtà, è facile <strong>di</strong>mostrareche i neo-integralisti cattolici e gliatei devoti cercano in mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi<strong>di</strong> falsificare o censurare lescienze biologiche perché se fosserodavvero comprese e insegnateminerebbero alla ra<strong>di</strong>ce lecredenze superstiziose attraversocui influenzano ingannevolmentele persone più sprovvedute.An<strong>di</strong>amo in or<strong>di</strong>ne.L'omosessualità è <strong>di</strong>ffusa nelmondo animale, come <strong>di</strong>mostranocentinaia <strong>di</strong> stu<strong>di</strong> etologici, edesistono incontrovertibili proveLa sinistraitalianaè preda <strong>di</strong> undrammaticovuoto culturaleche alcuni geni sono coinvolti, insiemea fattori ambientali, nelcontrollo dell'orientamento sessuale.In alcuni animali è statopossibile produrre sperimentalmenteun orientamento omosessuale.Siccome la specie umana,a meno <strong>di</strong> non credere alle fesseriedegli spiritualisti, è il prodottodell'evoluzione, è ragionevoledomandarsi, come fanno gli stu<strong>di</strong>osi<strong>di</strong> biologia del comportamento,quali fattori selettivi abbianofavorito la conservazione<strong>di</strong> tratti comportamentali cheprecludono la riproduzione dell'in<strong>di</strong>viduo:come è appuntol'omosessualità. Lasciamo daparte la questione se i geni dell'omosessualitàdanno una marciain più. E' una questione malposta. Il problema è quali pressioniselettive possono aver favoritoi polimorfismi nei geni coinvoltinell'orientamento sessualedell'uomo. Peraltro, gli aggettivisuperiore o inferiore, migliore opeggiore in biologia non hannosenso: se un tratto è adattativo omeno <strong>di</strong>pende comunque dalcontesto ambientale, che ne favorisceo meno l'emergere anchea livello funzionale.Certo, anch'io sto avendo qualche<strong>di</strong>fficoltà a tenere a bada latendenza alla generalizzazione <strong>di</strong>mio figlio. Ha solo <strong>di</strong>eci anni, mada quando ha scoperto che alcunidei suoi campioni erano omosessuali,a cominciare dall'Achille<strong>di</strong> Omero e da Alessandro Magno(ma ora sta scoprendo anche filosofi,artisti, scienziati e <strong>di</strong>versiamici del padre che a lui stannosimpatici), ai compagni che usanocome insulti i termini “frocio”e “gay” <strong>di</strong>ce che in realtà si dovrebberousare quei termini comecomplimenti. Perché se si eliminasserotutti gli omosessualidalla storia umana sparirebbeanche una quantità immensa <strong>di</strong>cose straor<strong>di</strong>narie. Peraltro, nonriesco a essere molto convincentequando provo a spiegargli chenon c'è alcun rapporto <strong>di</strong>mostratotra essere omosessuale e essere,per esempio, anche solo me<strong>di</strong>amentepiù creativo.Stante che l'omosessualità hauna base genetica, <strong>di</strong>re che qualcosaè geneticamente con<strong>di</strong>zionata,ovvero che esiste a <strong>di</strong>versi livelliuna componente geneticanella determinazione <strong>di</strong> ciò chesiamo come persone significa sostenereuna tesi razzista e nazista?O sfociare nell'eugenica?Assolutamente no! Liqui<strong>di</strong>amosubito la questione dell'eugenica:solo per malafede od ottusità intellettualeè ancora possibile, allaluce <strong>di</strong> tonnellate <strong>di</strong> letteraturaprodotta sull'argomento, confonderequelle che oggi sono liberescelte riproduttive delle copiecon le politiche statati illiberalivolte a migliorare una "razza".L'eugenica era quest'ultimacosa. O troviamo un nome <strong>di</strong>versoper l'eugenica storica, o chiamiamoin un altro modo quelliche alcuni considerano ingiustificatamentecapricci dei genitori.L'alleanza della genetica con ilrazzismo prima della secondaguerra mon<strong>di</strong>ale fu il frutto <strong>di</strong>frainten<strong>di</strong>menti e manipolazioniconcettuali elaborate da alcuniscienziati per avvallare pregiu<strong>di</strong>ziculturali ispirati da istanze xenofobe.La principale manipolazionedegli eugenisti storici fu l'assuntoche anche i tratti complessi,come i comportamenti, inclusigli orientamenti sessuali, le capacitàcognitive e le abilità pratiche,fossero sotto il controllo <strong>di</strong>singoli geni. Che l'ambiente si limitavaa 'selezionare'.L'eugenica razzista e nazista eraquin<strong>di</strong> basata su assunzioniscientifiche del tutto false. E' statala moderna genetica evoluzionisticae molecolare, non le critichepsicoanalitiche, filosofiche osociologiche del determinismobiologico, a <strong>di</strong>mostrare che le razzenon esistono e che le caratteristichecomplesse sono sotto ilcontrollo <strong>di</strong> numerosi geni, cheinteragiscono tra loro e con ilcontesto ambientale. Per cui, piùi tratti sono complessi e più numerosisono i geni coinvolti. E'questa la soluzione trovata dall'evoluzioneper amplificareesponenzialmente i gra<strong>di</strong> <strong>di</strong> libertànei comportamenti deglianimali superiori, ovvero per costruirecon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> sempremaggiore indeterminatezza chepermettono all'ambiente <strong>di</strong> giocareun ruolo più rilevante nellacostruzione delle risposte adattativein<strong>di</strong>viduali. Rilevante, maStencil / Simonboothmai esclusivo. Geni e ambientenon sono pensabili, sul pianooperativo, separatamente.Una consistente letteratura inlingua anglosassone si chiede daanni come mai gli intellettuali <strong>di</strong>sinistra, inclusi gli scienziati, sianoincapaci <strong>di</strong> capire che assumereuna biologia della naturaumana non implica cadere neldeterminismo genetico.L'atteggiamento <strong>di</strong> pregiu<strong>di</strong>zialesospetto della sinistra verso ildarwinismo e la biologia sonostati stigmatizzati dal filosofoPeter Singer in un famoso pamphletintitolato “Per una sinistradarwiniana”, che è caduto nelvuoto dell'impreparazione delpensiero politico <strong>di</strong> sinistra, e ingenerale purtroppo del pensierolaico, <strong>di</strong> cogliere le valenze euristichepositive <strong>di</strong> un approccionaturalistico alle <strong>di</strong>namiche deicomportamenti sociali umani.Vale oggi ancora più <strong>di</strong> qualcheanno fa, soprattutto per la culturalaica italiana l'invito <strong>di</strong> Singer: “E'tempo per la sinistra <strong>di</strong> capire chenoi siamo degli animali evoluti, eche portiamo la prova <strong>di</strong> questaere<strong>di</strong>tà nel nostro comportamento”.


.IL MITODELLA NATURALE... FAMIGLIAORGOGLIOLAICO A PIAZZA19NAVONAINTERVISTA DOPPIADUE GAY CON UN FIGLIO DI 13 ANNI:“NOI SIAMO FAMIGLIA”SERGIO ROVASIOAntonello e Mauro, con Alberto,loro figlio <strong>di</strong> 13 anni,compongonouna <strong>famiglia</strong> <strong>di</strong> cui nessunosa e deve sapere nulla.Non i vicini,non le autorità. Sfuggonopersino al censimento che, perun <strong>di</strong>abolico sistema <strong>di</strong> asservimentoa chissà chi, non vuole“ufficializzare” questo tipo <strong>di</strong>convivenze, eliminandone ilconteggio.Qualcosa sanno gli amici, manon proprio tutto. Questo perpaura che un assistente socialebussi alla porta e <strong>di</strong>ca: “Albertonon può vivere con voi, sietedue omosessuali”, anche seAntonello è il padre…Li abbiamointervistati e, per garantireloro l'anonimato, abbiamo giuratoche nemmeno sotto tortura<strong>di</strong>remo i cognomi e la localitàdove vivono.Sono a casa <strong>di</strong> Antonello eMauro in una città <strong>di</strong> provinciadel centro Italia. Alberto, loro figlio,è fuori con i suoi amici.Da quanto tempo state insieme?A.: Da sei anni, se sommiamo ilperiodo <strong>di</strong> fidanzamento sonosette.Alberto, vostro figlio aveva seianni quando vi siete conosciuti?A.: Si, ci siamo conosciuti tramiteamici comuni e ci siamosubito piaciuti.M.: Per la verità lui mi ha corteggiatoin modo insistente fino aquando ho ceduto… (risata).Quando avete deciso <strong>di</strong> vivereinsieme vi siete posti il problemadei vicini? Cosa avrebberopensato <strong>di</strong> questa <strong>famiglia</strong> conun bambino che ha due papà?A.: Non ci abbiamo pensato subito,abbiamo solo deciso <strong>di</strong> <strong>di</strong>re,se fosse stato necessario, chesiamo cugini ed è quello che oggipensano un po' tutti, forse.M.: Quelli che si mettono il prosciuttonegli occhi pensanoquesto; in realtà chi vede un po'oltre nelle cose sa benissimoche siamo fidanzati conviventima in fondo ci accettano.E vostro figlio Alberto come lavive questa esperienza <strong>di</strong> duepapà?M.: Mah, lui sembra del tutto in<strong>di</strong>fferente.Ovviamente è consapevoledella nostra con<strong>di</strong>zione<strong>di</strong> vita: sa benissimo che siamodue gay che vivono insieme.An<strong>di</strong>amo molto d'accordo. E'un tipo autonomo, in<strong>di</strong>pendente,lo abbiamo educato con ilmassimo della libertà; ha la fidanzatinagià da un anno: vivonoun bellissimo rapporto, laprima cotta.Insomma sembra la fiaba <strong>di</strong>Hei<strong>di</strong>? (Risate)M.: Magari! Ciò che ci pesa <strong>di</strong>più è dover mascherare la nostravita. In realtà ci sono anchepersone che sparlano <strong>di</strong> noi, celo <strong>di</strong>cono alcune persone <strong>di</strong> fiducia.E' come se fossimo deisorvegliati speciali e questo ciinfasti<strong>di</strong>sce molto. Siamo preoccupatiperché abbiamo il timoreche prima o poi venga qualcunoa chiederci conto <strong>di</strong> questasituazione e questo ci sembrafolle. La donna con cui hoavuto Alberto vive un drammapersonale da tanti anni, perquesto Alberto vive con noi; mase un assistente sociale conoscessela nostra situazione soche correremmo dei seri rischiPERSONE UGUALI,UGUALI DIRITTI!solo perché siamo omosessuali,poi con i tempi checorrono…Sembra strano <strong>di</strong>rloma eravamo più sereni anni fa.C'è un'involuzione in corso chefa paura.M.: La colpa purtroppo è del <strong>di</strong>battitosui Dico…Spiegati meglio…Continua la promozione del Manifesto per l'eguaglianza dei <strong>di</strong>ritti chechiede il superamento delle <strong>di</strong>scriminazioni e l'accesso all'istituto delmatrimonio civile per le persone omosessuali. Sono oltre 3.500 le firmeraccolte on line in queste settimane. Tra le ultime quelle <strong>di</strong> LucianaLittizzetto, Gianni Vattimo, la Open House <strong>di</strong> Gerusalemme, il Segretariodei Ds <strong>di</strong> Trieste, che si aggiungono a quelle <strong>di</strong> parlamentari, giornalisti,intellettuali, artisti e <strong>di</strong> quasi tutte le associazioni glbt italiane e personalitàgayfrendly…Puoi aderire anche tu sul sito www.matrimonio<strong>di</strong>rittogay.it, trovi anchetutti i firmatari e l'elenco delle personalità.WWW.MATRIMONIODIRITTOGAY.ITStencil / Ed<strong>di</strong>eMaloneM.: Con questo <strong>di</strong>battito suiDico sembriamo tornati in<strong>di</strong>etro!Prima non credevo che sipotessero <strong>di</strong>re alcune cose cosìnegative sui figli <strong>di</strong> coppie omosessualie il <strong>di</strong>ritto alla genitorialitàche sembrava fuori <strong>di</strong>scussione.Ora, invece, tutti, dallachiesa ai politici <strong>di</strong> destra e, purtroppo,anche <strong>di</strong> sinistra, urlanoche la <strong>famiglia</strong> è composta daun uomo e una donna, fatti peravere figli. E noi cosa siamo?Delle merde? Non hai idea comesiamo colpiti ogni volta chesentiamo queste affermazioni.Siamo soli, non abbiamo il coraggio<strong>di</strong> parlare con nessuno,non possiamo far sentire la nostravoce e chissà quante personesi trovano in queste con<strong>di</strong>zioni.Il nostro avvocato <strong>di</strong> fiducia<strong>di</strong>ce che basterebbe l'intervento<strong>di</strong> un politico locale chevoglia farsi pubblicità per scatenarecontro <strong>di</strong> noi un putiferio,questo è il motivo per il qualevogliamo rimanere nell'anonimato.Dobbiamo anche tutelareAlberto: prova a immaginareche dramma vivrebbe. Ti parenormale che in un paese comel'Italia si possa vivere nel terrorein questo modo? Eppure noncommettiamo nessun reato. Permotivi <strong>di</strong> morale viviamo insicurie in una con<strong>di</strong>zione precaria.E' come se la chiesa avessegià vinto. E ce la troviamo dentrocasa.Avete mai pensato <strong>di</strong> andare avivere all'estero?A.: Ci pensiamo sempre, Spagnae Olanda sono le nostre mete <strong>di</strong>fantasia. Il problema è che nessuno<strong>di</strong> noi parla quelle lingue.Non conosciamo nessuno inquei paesi, poi servono sol<strong>di</strong>.Ma ti pare giusto che noi ci sidebba trasferire? Alla fine stiamoqui. Forse è meglio stare quicon queste preoccupazioni cheandare all'estero senza saperedove e come andremmo a vivere.M.: A me piacerebbe andare avivere ad Amsterdam ma la linguaè ancora più <strong>di</strong>fficile.Cosa pensate del “Family day”del prossimo 12 maggio?M.: Sarà una manifestazione <strong>di</strong>ipocrisia e falsità. Noi non possiamopartecipare! Siamo gay.Hanno detto <strong>di</strong> noi il peggiopossibile. In realtà la nostra <strong>famiglia</strong>nessuno la può negare.Quella manifestazione serve a<strong>di</strong>re che noi non esistiamo,mentre invece noi viviamo, abbiamoproblemi e litighiamocome tutti e siamo anche felici.Vogliono la <strong>famiglia</strong> su misura,quella “naturale”, fatta per loro.E tutte le ragazze madri? E ledonne che fanno le prostitute eche hanno dei figli? E i ragazzipadre? Cosa sono per loro? Nonsono persone? Sono personeche devono stare fuori da questasocietà fatta su misura perloro?A.: In realtà questa prova <strong>di</strong> forzaverrà pagata con i nostri sol<strong>di</strong>.Già mi immagino il parrocoche porta in gita a San Giovannii bimbi dell'oratorio e li vedremosfilare in tutte le televisionicome la pubblicità del “MulinoBianco”. Ma quale “MulinoBianco”? Qualcuno l’ha vistoquesto Mulino Bianco almenouna volta?Cosa pensate della propostagovernativa sui Dico?M.: I Dico non prevedono forme<strong>di</strong> regolamentazione per casicome il nostro: nostro figlio, peri Dico, è inesistente. A cosa servono?Giusto se uno <strong>di</strong> noi è infin <strong>di</strong> vita dovremmo chiederealla <strong>di</strong>rezione dell'ospedale se ecome entrare a visitare l'altro. Ese la clinica è gestita da suore opreti? Ho letto poi della storiadella raccomandata con ricevuta<strong>di</strong> ritorno per <strong>di</strong>chiararsi vicendevolmenteche si vive insieme.Mi sembra una follia.Hanno paura che si vada inComune insieme e si <strong>di</strong>chiari lìil proprio amore! Credo che servapiù responsabilità da partedei politici; continuare a voleraccontentare i capi del Vaticano<strong>di</strong>mostra invece demagogia epoco senso della realtà.A.: Tutto il male possibile! E'un'elemosina alla quale rinunciamovolentieri!Grazie,e speriamo <strong>di</strong> vederci inPiazza Navona il 12 e 13 maggioprossimi per le giornate dell'orgogliolaico.M. e A.: Grazie a te e a tutti voiper quello che fate.


.20IL MITODELLA FAMIGLIANATURALE...ORGOGLIOLAICO A PIAZZANAVONACOPPIE DI FATTO IN ISRAELESHARON NIZZAPur non essendo formalmente riconosciuteda una precisa legislazione in materia, lecoppie <strong>di</strong> fatto in Israele esistono giuri<strong>di</strong>camentee hanno accesso alla quasi totalitàdei <strong>di</strong>ritti che spettano alle coppie sposate.Questa situazione paradossale è frutto<strong>di</strong> due realtà peculiari d’Israele: la primaè l’assenza dell’istituto del matrimonio civile.All’interno dei confini dello Stato <strong>di</strong>Israele l’unica formula matrimoniale riconosciutaè quella religiosa (ognuno secondola propria religione, e per quanto riguardagli ebrei, solamente secondo il ritoortodosso). Nonostante ciò, Israele provvedea registrare all’anagrafe i matrimonicivili contratti all’estero, riconoscendo a talicoppie gli stessi <strong>di</strong>ritti delle coppie sposatesecondo il rito religioso.L’altro fattore determinante <strong>di</strong> tale situazioneparticolare è l’attivismo giuri<strong>di</strong>coche caratterizza il sistema giuri<strong>di</strong>co israeliano.Nei casi in cui l’autorità legislativanon si sia ancora espressa, la CorteSuprema, basandosi sulle LeggiFondamentali, spesso emette sentenzeche stabiliscono dei precedenti giuri<strong>di</strong>ci,garantendo il rispetto dei <strong>di</strong>ritti anche inmancanza <strong>di</strong> una legislazione specifica inmateria. Nelle questioni che trattiamo inquesto articolo, il giu<strong>di</strong>ce fa riferimento inparticolare a uno dei pilastri dello stato <strong>di</strong><strong>di</strong>ritto in Israele, ovvero la LeggeFondamentale sui <strong>di</strong>ritti umani <strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità elibertà, del 1992.Non avendo il legislatore stabilito formalmentealcun criterio <strong>di</strong> eligibilità allo status<strong>di</strong> conviventi, e in mancanza <strong>di</strong> normespecifiche che vietino tale consuetu<strong>di</strong>ne -in una situazione cioè <strong>di</strong> vacuum legislativo- ne consegue che a godere <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti sianocoppie <strong>di</strong> persone non coniugate siaeterosessuali che omosessuali. Tali coppiesono denominate in ebraico i “noti pubblicamente”(ovvero: noti in pubblico comemarito <strong>di</strong>.../moglie <strong>di</strong>...), definizione assimilabileal concetto <strong>di</strong> “common-law marriage”caratteristico della giuris<strong>di</strong>zione inglese.Esistono due con<strong>di</strong>zioni fondamentali perstabilire chi può beneficiare dei <strong>di</strong>ritti provenientida tale status interpersonale: primo,che si tratti <strong>di</strong> una coppia che vive insiemesotto uno stesso tetto (perlomenoper una parte del tempo), mantenendoun’economia domestica comune, avendocioè lo stesso recapito, <strong>di</strong>videndo affitto,bollette, spese; secondo, che sia legata darapporti intimi <strong>di</strong> affettività, fiducia e amore.Ciò non implica un controllo <strong>di</strong> ciò cheavviene sotto le lenzuola – e per questo potrebbeessere anche relativamente facileper due coinquilini particolarmente affiataticircuire il sistema burocratico al fine <strong>di</strong>ottenere determinati privilegi - ma perlomenonon ci si vuole riferire a persone uniteda legami <strong>di</strong> sangue.Non esiste una definizione inequivocabilestabilita dalla legge israeliana per l’istitutodelle coppie <strong>di</strong> fatto. Tale status vaprendendo forma nel corso dei decennisempre partendo da situazioni praticheche si verificano nella vita <strong>di</strong> tutti i giorni,tramite appelli al Tribunale e successivamenteancorandosi a <strong>di</strong>verse leggi preesistenti.Lo status dei “noti in pubblico” nonviene registrato all’anagrafe, quin<strong>di</strong> sullacarta d’identità continuerà a comparire lostato civile precedente (il che significa chepuò accadervi anche una persona sposata,come è appunto successo nel caso <strong>di</strong> unuomo deceduto, la cui pensione ilTribunale ha stabilito andasse <strong>di</strong>visa tra lamoglie, dalla quale non aveva ancora completatole pratiche per il <strong>di</strong>vorzio e la convivente.Per evitare che si ripetano casi simili,alcune leggi che riguardano le coppie <strong>di</strong>fatto, stabiliscono che i partner debbanoessere espressamente single al<strong>di</strong>là della lororelazione). Non godendo quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> unadefinizione giuri<strong>di</strong>ca chiara e autonoma,tale status <strong>di</strong> convivenza viene stabilito <strong>di</strong>volta in volta <strong>di</strong> fronte alle istituzioni <strong>di</strong>competenza, come l’INPS o le banche peril mutuo, e ogni ente stabilisce secondopropri criteri e facendo riferimento ai propriregolamenti, se la coppia degli appellantiha <strong>di</strong>ritto ad accedere a determinati<strong>di</strong>ritti o meno. La maggior parte delle questioniviene portata davanti al Tribunaleper le questioni <strong>famiglia</strong>ri e i <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> cuigodono i conviventi sono generalmente glistessi dei coniugati inogni campo (dovendoperò passare per procedurepiù lunghe eburocratiche): reversibilitàdella pensione,ere<strong>di</strong>tà, alimenti in caso<strong>di</strong> separazione, accessoal mutuo e via<strong>di</strong>cendo. Anche perquanto riguarda i figli,essi godono dei medesimi<strong>di</strong>ritti dellaprole <strong>di</strong> coppie sposate,sennonché hannola possibilità <strong>di</strong> sceglieretra il cognomesia del padre che dellamadre.In nessun luogo vienestabilito un tempominimo <strong>di</strong> convivenzaper accedere a tali<strong>di</strong>ritti: è noto il caso <strong>di</strong>una giovane coppiaunita da soli tre mesiche ha ottenuto dei<strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> convivenza. Spesso, però, per viadella poca chiarezza delle leggi in merito,molte coppie <strong>di</strong> fatto non sanno nemmeno<strong>di</strong> esserlo e <strong>di</strong> conseguenza <strong>di</strong> essereidonei ad beneficiare <strong>di</strong> determinati <strong>di</strong>ritti.Due sono le <strong>di</strong>fferenze sostanziali tra coppie<strong>di</strong> fatto e coniugate: che la convivenzanon garantisce il <strong>di</strong>ritto alla citta<strong>di</strong>nanza eche ovviamente non esige il <strong>di</strong>vorzio persancire la fine del rapporto.Il rapporto finisce soprattutto quando vienea mancare la reciprocità: basta che unodei due partner si stufi che allora <strong>di</strong>ventasempre più <strong>di</strong>fficile <strong>di</strong>mostrare davanti alleistituzioni quello che c’è stato o tentare<strong>di</strong> ottenere <strong>di</strong>ritti post-separazione qualigli alimenti o <strong>di</strong>ritti retroattivi. Per questomotivo, l’associazione New Family, che dal1998 conduce la battaglia per il riconoscimento<strong>di</strong> tutti i <strong>di</strong>ritti da parte dello Stato aqualsiasi nucleo <strong>famiglia</strong>re, propone <strong>di</strong> stipularesempre un contratto matrimoniale,da formularsi <strong>di</strong> fronte al Tribunale perle questioni <strong>famiglia</strong>ri o davanti a un notaio,che sancisca per iscritto <strong>di</strong>ritti e doveridella coppia, da interrompersi quandouno o entrambi i componenti della coppianon fossero più interessati ad alimentare ilrapporto. Secondo le stime <strong>di</strong> New Family,in Israele circa 85.000 coppie sono coppie<strong>di</strong> fatto (su una popolazione <strong>di</strong> circa 7 milioni<strong>di</strong> abitanti), ma, solo il 45% <strong>di</strong> questeha fondato il proprio legame su un contratto<strong>di</strong> questo genere.Essendo poi la materia in questione soggettaa svariate interpretazioni e non essendol’istituto delle coppie <strong>di</strong> fatto inIsraele ancorato a una vera e propria legislazionein materia, pur godendo <strong>di</strong> molti<strong>di</strong>ritti, questa sembra essere una soluzioneragionevole in attesa <strong>di</strong> un riconoscimentolegale vero e proprio, che <strong>di</strong> certonon sembra essere all’or<strong>di</strong>ne del giornodella politica israeliana.NEL COGNOME DELLA MADREDonatella Poretti, deputata ra<strong>di</strong>cale della Rosa nel Pugno, presenta ai lettori <strong>di</strong> Agenda<strong>Coscioni</strong> due proposte <strong>di</strong> legge per regolare piccole e gran<strong>di</strong> rivoluzioni avvenute nell’ambitofamiliare. La possibilità <strong>di</strong> tramandare il cognome materno ai figli e l’affermazionecompleta degli stessi <strong>di</strong>ritti per figli “legittimi” e “naturali”.DONATELLA PORETTIEre<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> una società patriarcalein cui l'uomo portava lo stipen<strong>di</strong>oe la donna faceva figli ecurava la casa: il cognome che sitramanda è quello del marito,comunque quello del maschio.Ere<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> un passato in cui la <strong>famiglia</strong>era solo quella realizzatain ambito matrimoniale e solo ifigli “legittimi” avevano <strong>di</strong>ritti,gli altri erano appunto illegittimi.Oggi “naturali”, grazie aduna <strong>di</strong>zione politicamente corretta.La società attuale, per fortuna, èandata avanti. La donna non èpiù un mero oggetto domesticoe in teoria ha pari <strong>di</strong>ritti ed opportunità:perché non pensareallora che anche il suo cognomepossa essere lasciato al figlio cheha partorito? I figli nascono ancheda persone che liberamentedecidono <strong>di</strong> non mettere alcuntimbro sulla loro storiad'amore; perché continuare apenalizzarli e a non considerarlidegni <strong>di</strong> avere una parentela euna ere<strong>di</strong>tà pari agli altri?Due proposte <strong>di</strong> legge incar<strong>di</strong>natein un <strong>di</strong>battito parlamentareche, mentre si spacca sui DI-CO, ancora non è riuscito a faruscire dalle secche due riformein apparenza piccole, in apparenzasenza nessuna opposizioneufficiale, in pratica rivoluzionarie!(D.P.)PROPOSTA DI MODIFICADEL CODICE CIVILEIN MATERIA DI COGNOMEDEI CONIUGI E DEI FIGLIIntervento alla Camera deiDeputati, 16 giugno 2006Onorevoli deputati!La presente proposta <strong>di</strong> legge,redatta in collaborazione conl'Aduc (associazione per i <strong>di</strong>rittidegli utenti e consumatori), intendemo<strong>di</strong>ficare il Co<strong>di</strong>ceCivile in merito alla attribuzionedel cognome, sia per quantoriguarda i coniugi che i figli, naturali,legittimi e adottati. Se finoad oggi il cognome dell'uomo,marito o genitore, ha sempreprevalso, persino come consuetu<strong>di</strong>neanche nei casi in cuila legge taceva, come nel casodei figli nati nell'ambito del matrimonio,è necessaria una mo<strong>di</strong>ficache rispecchi non solo icambiamenti <strong>di</strong> costume avvenutinella società ma che prendaanche atto dell'uguaglianzauomo donna.Nel caso <strong>di</strong> un figlio nato dentroil matrimonio, o riconosciuto daentrambi i genitori, la consuetu<strong>di</strong>ne<strong>di</strong> una società patriarcalee maschilista ha sempre datoper scontato che il cognomefosse quello del padre. La CorteCostituzionale con la sentenza61 depositata il 16 febbraio2006, ha ammesso che l'attribuzioneai figli del cognome delpadre è retaggio <strong>di</strong> una tramontatapotestà patriarcale manon e' possibile <strong>di</strong>chiarare illegittimauna legge che solo ilParlamento può cambiare. LaConsulta ha dunque <strong>di</strong>chiaratoinammissibile la questione sollevatadalla Corte <strong>di</strong> cassazionee non ha potuto dar ragione auna coppia che richiedeva il riconoscimentoper il figlio delcognome materno. Intervenire


OTTOXMILLE......FA MILIARDI


IIAGENDA COSCIONI8 PER MILLE: CHI NON FIRMA, INFATTI, VEDRÀ COMUNQUE I SUOI SOLDI ASSEGNATIMANUALEDI RESISTENZA FISCALEÈ tempo <strong>di</strong> <strong>di</strong>chiarazione dei red<strong>di</strong>ti.Vogliamo descrivere sinteticamentecome, attraverso il meccanismo dell’8per mille, da 17 anni lo Stato italianofinanzia con i sol<strong>di</strong> del 100% dei contribuentile attività della Conferenzaepiscopale italiana. E fornire a voi unpiccolo manuale <strong>di</strong> resistenza fiscale,anche attraverso la presentazione delpoco conosciuto sistema del 5 permille.Riportiamo <strong>di</strong> seguito alcuni estrattidel libro <strong>di</strong> Mario Staderini “Otto permille, ovvero come lo Stato sottraeogni anno 1 miliardo <strong>di</strong> euro agli italianiper regalarli alla Chiesa cattolica”,pubblicato dall’<strong>Associazione</strong>Anticlericale.net, protagonista in questianni <strong>di</strong> iniziative finalizzate a<strong>di</strong>nformare i citta<strong>di</strong>ni e a ripristinare lalegalità e il rispetto della libertà religiosa.CHE COS’ÈL’ OTTO PER MILLELo Stato italiano ha scelto <strong>di</strong> finanziareil Vaticano attraverso la rinuncia <strong>di</strong>una parte del denaro raccolto con ilpagamento dell’Irpef, l’imposta sulred<strong>di</strong>to delle persone fisiche.Chiariamo subito che non v’è nessunaragione storica, come ad esempio illuogo comune dell’esigenza <strong>di</strong> risarcirela spoliazione dei beni ecclesiasticiavvenuta con la formazione delRegno d’Italia: i Patti Lateranensiconclusi nel 1929 con BenitoMussolini, infatti, hanno più checompensato quanto era stato sottrattoin precedenza. Una scelta politicadunque.In pratica, l’otto per mille dell’Irpefche ogni contribuente italiano versaannualmente allo Stato viene accantonatoin un fondo, poi ripartito trala Chiesa cattolica, lo Stato e le altreconfessioni religiose che concorronoalla ripartizione del denaro: l’ UnioneChiese cristiane avventiste del 7° giorno,le Assemblee <strong>di</strong> Dio in Italia, laChiesa evangelica valdese, la Chiesaevangelica luterana in Italia, l’Unionecomunità ebraiche italiane.La ripartizione del denaro tra i soggetticoncorrenti avviene secondo lapercentuale <strong>di</strong> contribuenti cheannualmente hanno espresso la preferenzaper l’una o per l’altra confessionereligiosa al momento della <strong>di</strong>chiarazionedei red<strong>di</strong>ti (ad es. modello730-1, Unico).Dunque, chi non esprime la scelta afavore <strong>di</strong> un soggetto verserà comunqueil suo otto per mille ed esso saràripartito sulla base delle scelte espressedagli altri. Ad oggi, circa il 60%degli italiani non esprime una sceltanella <strong>di</strong>chiarazione dei red<strong>di</strong>ti, per cuiil loro otto per mille viene ripartito inbase alle scelte degli altri. E siccomel’89% <strong>di</strong> chi firma sceglie la Chiesa(Tabella 1) Somme assegnate annualmente alle singole Chiese espresse in milioni <strong>di</strong> eurocattolica, allora l’89% del tuo otto permille finisce alla Chiesa cattolica.Anche se hai firmato per lo Stato odun’altra confessione religiosa.Nel 2006, la cifra versata allaConferenza Episcopale Italiana è statapari a quasi 1 miliardo <strong>di</strong> euro. (Ve<strong>di</strong>tabella 1)PER CHI FIRMARELa prima cosa da fare, è optare peruno dei sette soggetti che concorronoa ripartirsi l’8 per mille: chi nonfirma, infatti, vedrà comunque i suoisol<strong>di</strong> assegnati e farà scegliere ad altria chi debbano andare in prevalenza.Per decidere, occorre innanzituttoconoscere come ciascuna confessionereligiosa destina la sua quota. (Ve<strong>di</strong>tabella 2)Solo la Chiesa cattolica e la Chiesaevangelica luterana hanno scelto <strong>di</strong>utilizzare i sol<strong>di</strong> dei citta<strong>di</strong>ni per stipen<strong>di</strong>areil clero e per esigenze <strong>di</strong>culto quali la costruzione <strong>di</strong> nuovie<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> culto e lo stipen<strong>di</strong>o dei preti,mentre le Assemblee <strong>di</strong> Dio in Italia,la Chiesa evangelica valdese el’Unione chiese cristiane avventiste2005 2004 2003 2002 2001 2000Chiesa cattolica 984 952 1016 908 762 642Stato 100 101 101 99 113 103Chiesa valdeseChiese Avventiste5,22,54,52,44,22,53,52,643,34,74,4Chiesa evangelica luterana 2,7 2,8 2,9 2,8 2,7 2,7Assemblee <strong>di</strong> Dio in Italia 0,7 0,7 0,7 0,8 0,7 0,7Unione comunità ebraiche 4,4 3,7 4,1 4,7 4,7 4,6hanno scelto <strong>di</strong> destinare i loro fon<strong>di</strong>esclusivamente per interventi sociali eumanitari.In particolare, la CEI in questi anniha speso gran parte del denaro incassatoper il suo apparato (funzionari,preti, strutture) e per finanziarie leattività <strong>di</strong> propaganda culturale ancheattraverso elargizioni alle associazionicattoliche che hanno costituito ilComitato Scienza e Vita, protagonistadella battaglia contro il referendumsulla fecondazione assistita. Per le iniziativeumanitarie, come quelle per ilTerzo Mondo, la CEI destina menodel 10% del totale. (Ve<strong>di</strong> tabella 3)Lo Stato italiano, invece, da anni oramaidestina i propri fon<strong>di</strong> a scopi<strong>di</strong>versi da quelli previsti dalla legge.Al tempo stesso, non informa i citta<strong>di</strong>nisul reale sistema <strong>di</strong> funzionamentodell’otto per mille, così facilitandola crescita della % in favore della CEIe la somma totale ad essa assegnata.***In Parlamento, la Rosa nel Pugno e<strong>di</strong>n particolare il deputato ra<strong>di</strong>caleMaurizio Turco stanno conducendouna battaglia per rivedere il meccanismodell’otto per mille e per interromperele connivenze dei Governidella Repubblica con la Conferenzaepiscopale.Mario StaderiniAnticlericale.net(Tabella 2) Scopi per cui ciascuna confessione religiosa deve spendere i fon<strong>di</strong> dell’otto per milleChiesa CattolicaAssemblee <strong>di</strong> Dio in ItaliaChiesa evangelica ValdeseChiesa Evangelica LuteranaUnione italiana delle Chiesecristiane avventisteUnione delle comunitàebraiche italianeStato italianoVINCOLI DI DESTINAZIONE DEI FONDIEsigenze <strong>di</strong> culto della popolazioneSostentamento del cleroInterventi caritativi a favore della collettività nazionale o <strong>di</strong> paesi del terzo mondoInterventi sociali e umanitari anche a favore <strong>di</strong> Paesi del terzo mondoInterventi sociali, assistenziali, umanitari e culturali in Italia e all’esteroSostentamento dei ministri <strong>di</strong> cultoEsigenze specifiche <strong>di</strong> culto e <strong>di</strong> evangelizzazioneInterventi sociali, assistenziali, umanitari e culturali in Italia e all’esteroInterventi sociali, assistenziali, umanitari e culturali in Italia e all’esteroFinalità istituzionali dell’ente, in particolareAttività culturaliSalvaguar<strong>di</strong>a patrimonio storico artistico culturaleInterventi sociali ed umanitari volti alla tutela delleminoranze contro il razzismo e l’antisemitismoCalamità naturaliFame nel mondoAssistenza ai rifugiatiConservazione beni culturaliPer contribuire e iscriversia anticlericale.net chiamarelo 066826 oppure tramitec/c 47409255


MANUALE DI RESISTENZA FISCALEIIILA CHIESA VALDESEE LA SCIENZALa Chiesa Valdese non spende i propri fon<strong>di</strong>per esigenze <strong>di</strong> culto, li assegna con proceduratrasparente e rispetta il principio <strong>di</strong> separazionetra Stato e Chiesa, senza mettere incontrasto scienza e fede. Lo scorso anno, laChiesa Valdese ha destinato 100.000euro dell’otto per mille alla AziendaOspedaliero–Universitaria <strong>di</strong> BolognaPoliclinico S. Orsola – Malpigli, che la utilizzeràper compiere una ricerca sull'impiegoterapeutico delle cellule staminali.LE SCADENZE 2007Termini per consegnare i modelli per esprimerele scelte sull’8 per mille ed il 5 permille:- 31 maggio: deposito 730 ai Caf o alCommercialista- 30 giugno: chi fa solo il CUD (pensionati,<strong>di</strong>pendenti) può firmare il modulo econsegnarlo al più vicino ufficio postale obancario- 31 luglio: deposito del modello Unico alCaf o al CommercialistaIL 5 PER MILLEA <strong>di</strong>fferenza dell’8 per mille, che è obbligatorioper tutti e costringe il contribuente afinanziare anche le confessioni religiose cuinon vorrebbe dare il proprio denaro, il 5per mille rispetta la libertà <strong>di</strong> scelta del citta<strong>di</strong>no.Infatti, se il citta<strong>di</strong>no non sceglie, il cinqueper mille della sua IRPEF rimane nelbilancio dello Stato; se il citta<strong>di</strong>no intendeinvece “destinare” il suo cinque permille, può scegliere tra una delle categoriepreviste o in<strong>di</strong>care un beneficiario specifico.In questo caso, scrivendo il co<strong>di</strong>cefiscale del beneficiario, il suo 5 per milleandrà esclusivamente a chi ha in<strong>di</strong>cato.“Purtroppo nella storiaè sempre capitato chela Chiesa non sia statacapace <strong>di</strong> allontanarsida sola dai benimateriali, ma che questile siano stati tolti da altri:e ciò, alla fine, è stata perlei la salvezza.”Joseph Ratzinger(Tabella 3) Ripartizione dei fon<strong>di</strong> da parte della Chiesa cattolica(milioni <strong>di</strong> euro) 1990 1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005Assegnaz. totali 210 210 210 303 363 449 751 714 686 756 642 762 908 1.016,4 *** 952 984Esigenze <strong>di</strong> culto 38 56 58 72 86 147 313 322 302 367 233 323 425 422,5 442 471,3Alle <strong>di</strong>ocesi(per culto e pastorale) 18 23 23 31 33 46 118 118 118 118 118 134 150 150 150 155Nuove chiese e casecanoniche Sud 15 23 26 30 38 65 74 77 74 76 54 83 120 130 130 130Iniziative <strong>di</strong> rilievonazionale 4 9 9 10 15 36 70 75 69 111 58 81 105** 93 92 117Beni culturali e artistici -- -- -- -- -- -- 52 52 41 62 3 26 50 50 72 70Interventi caritativi 27 46 49 54 65 101 146 146 135 138 126 149 175 185 190 195Alle <strong>di</strong>ocesi(per la carità) 10 16 16 21 21 31 69 69 69 69 65 69 75 75 80 85Terzo Mondo 15 26 29 30 39 65 72 72 62 65 54 65 70 80 80 80Finalità <strong>di</strong> rilievo nazionale 2 4 4 3 5 5 5 5 4 4 7 15 30 30 30 30Sostent. del clero 145 108 103 177 212 201 292 246 249 251 283 290 308 329,5 320 315Assistenza domestica clero -- -- -- -- -- -- 5 4 -- 1 (*)*A partire dal 2000 questa voce è stata inglobata nella voce "Sostentamento clero"**Questo totale è composto anche dalle voci interne "Fondo Catechesi e Educazione Cristiana":Euro 50 Milioni, "Tribunali Ecclesiastici": Euro 6 milioni, e dalla"Costituzione <strong>di</strong> un Fondo <strong>di</strong> riserva" : Euro 13 milioni. Nel 2005 rispettivamente 60, 7 e 3***Questo totale si ottiene calcolando anche i fon<strong>di</strong> destinati a riserva, pari nel 2003 a 79,4 milioni <strong>di</strong> euro


IV AGENDA COSCIONIL’IMBROGLIO LESSICALE DEL “LAICISMO” CONTRAPPOSTO ALLA “LAICITÀ”L’ANTICLERICALISMONECESSARIONel <strong>di</strong>battito politico corrente sta consolidandosiuna pericolosa forzatura semantica,contraria alla stessa etimologia, volta a<strong>di</strong>nserire strumentalmente una contrapposizionetra i termini laicità e laicismo. Questoimbroglio lessicale è funzionale ad una chiaraoperazione politica che sotto le mentitespoglie della “sana laicità” mira a squalificarecome posizione degenerata e antireligiosaquella <strong>di</strong> chi si richiama all’insegnamentodel liberalismo classico ispirato al principiodella separazione tra sfera religiosa e poterepolitico. Ad essa infatti corrisponderebbe la<strong>di</strong>stinzione tra laico e laicista. L’operazionericorda l’evoluzione continentale del termine“liberale” per cui ai “liberali” si affiancanoi se<strong>di</strong>centi “liberal” che estromettono dalnovero del “liberalismo giusto” il “liberismoselvaggio”(“neo-liberismo”).Analogamente, oggi i “teocon”, i “teodem” egli “atei devoti” si prestano a sostenere vigorosamentela strategia clericale con identicotrucchetto lessicale: si arrogano la patente <strong>di</strong>“laici” e si inventano l’esistenza <strong>di</strong> un usopeggiorativo dell’antico termine “laicismo”con cui squalificare gli avversari politici sulloro stesso campo <strong>di</strong> battaglia. La vulgatapropinata in modo martellante dai me<strong>di</strong>anegli ultimi anni violenta il linguaggio politicosvuotando il termine chiave “laicismo”del suo significato autentico, e riempiendolo<strong>di</strong> un contenuto mistificante <strong>di</strong> antireligiosità,<strong>di</strong> avversione al fenomeno religioso.Il framework teoconservatore e teodemacraticosi gioca tutto sulla contrapposizione laicità-laicismo,come se i due termini designasseroatteggiamenti etico-politici contrapposti,appartenenti l’uno all’alveo lockeanodella tolleranza, l’altro a quello giacobinoe materialista dell’intolleranza religiosa.Ancora più preoccupante è la tesi sostenutaautorevolmente anche in seno all’area ra<strong>di</strong>cale,secondo la quale, in tema <strong>di</strong> laicità, ilproblema politico dovrebbe in<strong>di</strong>viduarsi edesaurirsi nell’atteggiamento “genuflettente”del ceto politico. In quest’ottica sarebberosenza pregio or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> considerazioni chevadano oltre la riven<strong>di</strong>cazione del principio<strong>di</strong> laicità e che investano <strong>di</strong>rettamente lastruttura, la produzione teologica, l’agirepolitico ed economico del monstrum clericale.E’ una tesi talvolta riproposta neiComitati <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>cali Italiani e che ha fattosorprendentemente capolino anche nelcorso del <strong>di</strong>battito tenutosi nell’ultima riunionedella Giunta dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>, sostenuta questa volta da una giovanee colta bioeticista <strong>di</strong> indubbia formazionelaicista e ra<strong>di</strong>cale. Vale la pena, dunque,riflettere anche sul contenuto <strong>di</strong> questaimpostazione tutta proiettata sul principio<strong>di</strong> laicità e tesa ad escludere dall’analisi politicala Chiesa Cattolica, come fosse uncorpo estraneo alla <strong>di</strong>mensione del poterepolitico. Secondo questa impostazione –che più avanti avremo cura <strong>di</strong> criticare - sidovrebbe far politica “noncuranti” dellaChiesa Cattolica: tamquam curia non esset.Chi si occupa da posizioni laiche e anticlericali<strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are l’anatomia del potere clericale(le finanze vaticane, i Concordati, i documentiufficiali, le relazioni politiche e istituzionali,le concezioni etiche e bioetiche propugnate,il potere <strong>di</strong> ingerenza <strong>di</strong> fatto esercitatocon spregiu<strong>di</strong>catezza e in spregio allastessa cornice concordataria etc.) tra<strong>di</strong>rebbei suoi stessi obiettivi dando una indebitarilevanza alle posizioni della ChiesaCattolica e sottolineandone l’importanza.Per mera como<strong>di</strong>tà espositiva in<strong>di</strong>cheremoriassuntivamente questa posizione con loslogan “laico sì, anticlericale no”. E’ l’otticapoliticamente infruttuosa <strong>di</strong> chi, noncogliendo appieno l’incedere regressivo ecorruttore della tenia clericale e, peggioancora, della ben più pervasiva cultura clericale,si sente appagato dalla riven<strong>di</strong>cazione<strong>di</strong> una laicità sganciata da qualsiasi considerazioneanticlericale.La due tesi sopra richiamate, pur provenendoda fronti politici contrapposti, sonoaccomunate da una unanime condanna dell’anticlericalismo,bollato come antistorico,ottocentesco, polveroso.La tesi antilaicista squalifica l’anticlericalismodall’ambito del politicamente legittimo,la tesi “laico sì anticlericale no” escludel’istanza anticlericale dall’ambito del politicamenteopportuno.I ra<strong>di</strong>cali pannelliani al contrario fanno dell’anticlericalismoil portato specifico dellaloro concezione nonviolenta. La storia politicaitaliana ci offre due gran<strong>di</strong> esempi <strong>di</strong>nobile e profondo anticlericalismo. Diversi,<strong>di</strong>versissimi nel metodo e nelle premesseculturali, ma convergenti nel loro sboccoanticlericale, gli insegnamenti <strong>di</strong> RomoloMurri e <strong>di</strong> Ernesto Rossi possono aiutarci aben comprendere come le due impostazionisopra richiamate siano destituite <strong>di</strong> fondamentoe come l’anticlericalismo sia ogginon solo legittimo, ma anche opportuno enecessario.Cominciamo dalle parole. Il termine “laico”(dal tardo lat. laicus e dal gr. laikòs = delpopolo) è nato nel linguaggio ecclesiasticoed è usato correttamente solo come aggettivoe in senso ristretto: "Che non ha caratterereligioso, che non è ecclesiastico o confessionale,che non fa parte del clero”.Dunque, <strong>di</strong> per sé il termine laico non haun significato politico ma in<strong>di</strong>ca solo coluiche è esterno alla ecclesia. Il termine chiavenel linguaggio politico è “laicismo”:“Atteggiamento ideologico <strong>di</strong> chi sostiene lapiena in<strong>di</strong>pendenza del pensiero e dell’azionepolitica dei citta<strong>di</strong>ni dall’autorità ecclesiastica”.Ad esso corrisponde una <strong>di</strong>latazionedell’ambito semantico del termine“laico” (aggettivo) che viene a designare nonsolo la qualità <strong>di</strong> chi, <strong>di</strong> ciò che è esterno allaChiesa (significato religioso), ma anche <strong>di</strong>“Preoccupante è la tesi secondola quale, in tema <strong>di</strong> laicità, ilproblema politico dovrebbein<strong>di</strong>viduarsi ed esaurirsi nell’atteggiamento“genuflettente”del ceto politico”chi, <strong>di</strong> ciò che si ispira al “laicismo”(significatopolitico). “Laicista” significa “propriodei laici”. “Laicità” in<strong>di</strong>ca “essere laico, con<strong>di</strong>zione<strong>di</strong> laico" quin<strong>di</strong> nei due significati,religioso e politico.In breve la contrapposizione tra laico e laicistaè pura mistificazione. Laicità e laicismo,laico e laicista sono termini contigui, senzaalcun contrasto. Anzi, a volere marcare delle<strong>di</strong>fferenze, secondo un corretto criterio etimologico,dovrebbe piuttosto aversi presenteche il termine “laico” è d’uso ecclesiasticoed estraneo all’uso politico. Il termine base è“laicismo” (sost.) da cui deriva l’aggettiva“laicista”: “antidogmatico, fautore del laicismo,cioè <strong>di</strong> quel principio politico e socialeche afferma l’in<strong>di</strong>pendenza della vita civileda qualsiasi principio o confessione religiosa,e dal clero”. I sostenitori della separazionetra sfera religiosa e <strong>di</strong>mensione politica,i sostenitori <strong>di</strong> un approccio <strong>di</strong> <strong>di</strong>rittocomune al fenomeno religioso, possono edevono correttamente e orgogliosamentedefinirsi “laicisti”.Un ingenuo (o furbesco) errore <strong>di</strong> alcunilaici nostrani è quello <strong>di</strong> trincerarsi <strong>di</strong>etro ladoverosa conclamazione dei principi <strong>di</strong> laicitàe <strong>di</strong> libertà religiosa trascurando l’analisiempirica <strong>di</strong> ciò che è, in concreto, la gerarchiaecclesiastica. L’assetto concordatario, laconcertazione del fatto religioso (sic!!), ilsistema delle intese - incentrato sullo statusgiuri<strong>di</strong>co <strong>di</strong> confessione riconosciuta, strappato,<strong>di</strong> volta in volta, da questa o quellaconfessione religiosa - sono forme <strong>di</strong> “bizantinismo”giuri<strong>di</strong>co che, come tali, costituisconoreale e concreto ostacolo alla pienarealizzazione del principio <strong>di</strong> libertà religiosa,(proprio quel principio) <strong>di</strong>etro cui si trincerail laico non anticlericale. Il Concordatocraxiano del 1984 ha reso potenzialmenteillimitato, anzitutto sul piano tecnico-giuri<strong>di</strong>codelle fonti <strong>di</strong> produzione del <strong>di</strong>ritto,quel sottoprodotto <strong>di</strong> bassa cucina politicache è il Concordato del 1929, già blindatocostituzionalmente (art. 7 Cost.) dal votocattolico-comunista in AssembleaCostituente. Oggi, già a livello <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>mentoamministrativo, la confessione religiosa,un volta “strappato” lo status giuri<strong>di</strong>co(neobizantino) <strong>di</strong> “riconosciuta”, si trovanelle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> concordare, in materiaconfessionale, il contenuto <strong>di</strong> provve<strong>di</strong>mentiamministrativi emanati dalla PubblicaAmministrazione, come tali valevoli ergaomnes.Il convincimento erroneo è che una voltagarantita, a livello <strong>di</strong> principio e <strong>di</strong> normazione,la libertà religiosa, il compito del ra<strong>di</strong>cale,del nonviolento, sia in qualche modoesaurito. Così ragionando, si finisce per perdere<strong>di</strong> vista un fondamentale tratto costitutivodell’identità ra<strong>di</strong>cale pannelliana. Ilra<strong>di</strong>cale si connota rispetto al liberale perl’adesione incon<strong>di</strong>zionata all’idea <strong>di</strong> tolleranzaattiva. E’ l’aggiunta <strong>di</strong> religiosità nonviolentache segna la <strong>di</strong>versità ra<strong>di</strong>cale. Illiberale si ferma, per così <strong>di</strong>re, alla garanziadel rispetto formale della legge.Analogamente, il ra<strong>di</strong>cale è consapevole cheil rispetto della legge è premessa irrinunciabiledel vivere civile nel contesto <strong>di</strong> unasocietà aperta, incentrata sulla convivenzafra valori non con<strong>di</strong>visi; tuttavia, sospintoda religiosità nonviolenta, scuote il datolegale, se necessario ricorrendo in via <strong>di</strong>extrema ratio ai mezzi nonviolenti delSatyagraha e della <strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>enza civile, alfine <strong>di</strong> investire e riformare inadeguati oingiusti assetti sociali e politici. Il ra<strong>di</strong>cale,pertanto, trova del tutto insufficiente einappagante il laicismo passivo <strong>di</strong> che sitrincera <strong>di</strong>etro il rispetto e la garanzia delprincipio <strong>di</strong> libertà religiosa, tanto più ove laconcreta realtà della mafiosità clericale, nelsuo incedere sistematicamente antidemocraticoe violentemente regressivo, converge<strong>di</strong>namicamente verso un’alleanza strutturatae organica con il clericalismo <strong>di</strong> stato.Ecco, in sintesi, il primo grave punto deboledella tesi “laico si, anticlericale no”: l’insufficienzadella riven<strong>di</strong>cazione laica ovequesta rimanga sganciata dalla considerazioneempirica delle <strong>di</strong>namiche reali <strong>di</strong> corruttelaclericale che rendono la nomenklaturavaticana effettivo ostacolo alla libertà religiosa.Il secondo elemento <strong>di</strong> debolezza politica <strong>di</strong>chi rifiuta la visione anticlericale della politicasta nel non avvedersi che il ceto politico,nell’attuale assetto partitocratrico, corporativo,spasmo<strong>di</strong>camente de<strong>di</strong>to alla ricerca <strong>di</strong>nuovi spazi <strong>di</strong> illegalità nei quali prosperare,costituisce massima espressione <strong>di</strong> clericalismo.Il clericalismo è anche il clericalismo <strong>di</strong>Stato. L’alleanza tra il clericalismo chiesasticoe il clericalismo <strong>di</strong> Stato impone <strong>di</strong> ripensarel’impegno anticlericale quanto all’area<strong>di</strong> applicazione e operatività. Non è più sufficientecontrastare le <strong>di</strong>ramazioni in temporalibusecclesiae, ma occorre comprenderee sventare la <strong>di</strong>namica convergente deidue clericalismi, quello partitocratricoburocratico-clientelaree quello chiesasticoteocratizzante.E’ facile ora smascherare una volta per tutteanche la tesi anti-laicista secondo la qualel’anticlericalismo si porrebbe in contrad<strong>di</strong>zionecon il principio <strong>di</strong> libertà religiosa.L’interrogativo che i ra<strong>di</strong>cali nonviolentirivolgono ai laici non anticlericali è ilseguente: <strong>di</strong>chiararsi, alla maniera dei pannelliani,nemici giurati <strong>di</strong> questa maleodorantepratica <strong>di</strong> concertazione permanentedel fatto religioso, significa forse optare perla soppressione del principio della libertàreligiosa? O, piuttosto, vuol <strong>di</strong>re offrire speranza<strong>di</strong> nuova vita, <strong>di</strong> sostanza vera e vitalealla libertà <strong>di</strong> fede?L’anticlericalismo ra<strong>di</strong>cale è nutrito <strong>di</strong> istan-continua a pagina 8


MANUALE DI RESISTENZA FISCALE VDONA IL 5X1000 ALLA “COSCIONI”Quest'anno puoi sostenere l'<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> per la Libertà <strong>di</strong>Ricerca Scientifica anche destinandole una quota pari al 5 per milledell'IRPEF nella <strong>di</strong>chiarazione dei red<strong>di</strong>ti, come previsto dalla LeggeFinanziaria 2007 (art. 1, comma 1234, lettera a) della Legge n. 296/2006).È una donazione che non ti costa nulla (perché verseresti comunqueall'Erario quella quota <strong>di</strong> imposte), e che puoi effettuare semplicementecon la tua <strong>di</strong>chiarazione dei red<strong>di</strong>ti per l’anno 2006 (modello CUD, modello730, modello Unico).Per destinare il 5 per mille all’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> è sufficiente: apporrela propria firma nel riquadro “Sostegno del volontariato, delle associazioninon lucrative <strong>di</strong> utilità sociale, delle associazioni <strong>di</strong> promozionesociale, delle associazioni riconosciute che operano nei settori <strong>di</strong> cui all'art.10, c.1, lett a), del D.Lgs. n. 460 del 1997”; riportare il co<strong>di</strong>ce fiscaledell’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>MODELLO CUD 2007MODELLO 730/200797283890586MODELLO UNICO/2007nell’apposito spazio subito sotto la firma. Il tutto come negli esempi. Lescelte <strong>di</strong> destinazione dell’8 per mille e del 5 per mille dell’IRPEF non sonoin alcun modo alternative fra loro, e quin<strong>di</strong> possono essere espresse entrambe.Per chiarimenti scrivi a alessandro.capriccioli@associazionecoscioni.org


VI AGENDA COSCIONIRIVENDICHIAMO IL DIRITTO COSTITUZIONALE DI ESSERE ANTICLERICALISIAMO L’ACQUAIN CUI NUOTANO I PESCI?Seduta n. 145 <strong>di</strong> martedì 17 aprile 2007Informativa urgente del Governo sulle iniziativeassunte a seguito delle scritte ingiuriosee delle minacce nei confronti <strong>di</strong> monsignorBagnasco, Presidente dellaConferenza episcopale italiana, apparse inalcune città d'Italia.Ha aperto i lavori il viceministro dell'interno,onorevole Marco Minniti (Ulivo) ilquale, dopo aver ricostruito nei dettaglialcuni episo<strong>di</strong> riguardanti scritte offensivenei confronti delle gerarchie ecclesiastiche,ha concluso: “[…] Al momento, si puòtrarre una prima conclusione. I ripetutiepiso<strong>di</strong> intimidatori in atto sembrerebberonon ascrivibili a matrici <strong>di</strong> natura eversivama troverebbero origini in un sentimentoanticlericale volto a rimarcare la presuntainterferenza della Chiesa nelle vicendepolitiche nazionali. Come risulta evidenteda questa ricostruzione, il Governo staseguendo con sistematica attenzione lasituazione. L’attenzione - posso garantire alParlamento - era e rimane straor<strong>di</strong>naria,così come la situazione richiede”.Riccardo Pedrizzi, Alleanza Nazionale:“[…] Lo scenario che si presenta ai nostrigiorni in Italia è quello <strong>di</strong> un assalto forte,convinto e motivato del laicismo verso lestrutture istituzionali, culturali e sociali cherappresentano l'espressione della cultura,non solo cattolica in senso stretto, ma piùgenericamente tra<strong>di</strong>zionale. Oggi quellascuola <strong>di</strong> pensiero, largamente presente neime<strong>di</strong>a e nelle organizzazioni della cultura,ha eletto a proprio nemico principale ilmodello, considerato regressivo e antimoderno,costituito dalla tra<strong>di</strong>zione culturalecattolica.Questo attacco è portato in nome dei <strong>di</strong>rittidel citta<strong>di</strong>no, ma, soprattutto, delleminoranze organizzate, vere e proprielobby in servizio permanente effettivo; equegli episo<strong>di</strong>, le scritte apparse in variecittà d’Italia, sono il frutto del clima <strong>di</strong> violentaaggressione nei confronti del presidentedella CEI e <strong>di</strong> tutta la Chiesa instauratoproprio da quella sinistra laicista eanticlericale e alimentato anche dai gran<strong>di</strong>me<strong>di</strong>a e da molti esponenti del suoGoverno e della maggioranza, che dunquesono i mandanti morali <strong>di</strong> quelle scrittevergognose […]”.<strong>Luca</strong> Volontè, dell’UDC: “Si tratta <strong>di</strong>capire in quale clima si inseriscono questeminacce. Il clima è quello che precedel'emissione della nota concernente i Dico.Gli e<strong>di</strong>toriali <strong>di</strong> la Repubblica, La Stampae Liberazione hanno tre pilastri: la Chiesaè contro la Costituzione; la Chiesa è esattamentecome i kamikaze nei confronti dellalaicità dello Stato italiano; la Chiesa è controla democrazia. Non sto inventando:potrei citare nomi e cognomi degli autori,dal professor Zagrebelsky al <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong>Liberazione. Questo è il contesto all'internodel quale avvengono i fatti che ho menzionato.Io non sono assolutamente contrario allalibertà <strong>di</strong> opinione, ma c’è un filo che si fasempre più sottile nel nostro paese tra lelibertà <strong>di</strong> opinione e <strong>di</strong> critica, legittime indemocrazia, e una sorta <strong>di</strong> giustificazionismonei confronti delle scritte in parola.[…] Circoli anticlericali, circoli anticattolici,onorevole viceministro, circoli chehanno una qualche aderenza in<strong>di</strong>retta -perchè nessuno può <strong>di</strong>re che ci sia un <strong>di</strong>rettocollegamento tra chi scrive e<strong>di</strong>toriali echi scrive sui muri - vengono «coltivati»dentro un clima che è molto pericoloso. Sileggono e<strong>di</strong>toriali giustificatori: la nostrasolidarietà deve essere assolutamente senzacon<strong>di</strong>zioni. C’è una ideologia che vuoleabolire ogni autonomia e <strong>di</strong>stinzione traCesare e Dio. Qualcuno <strong>di</strong>ce all'altro: nonpuoi credere completamente alla tua fede,perchè io ti <strong>di</strong>co che non lo puoi fare.Questo è frutto <strong>di</strong> un relativismo, <strong>di</strong> unin<strong>di</strong>vidualismo libertario, e anche - purtroppo,lo ricordo - del peggior marxismo.[…] Ora, onorevole viceministro - ho conclusoveramente – c’è bisogno che la poliziaintervenga, affinché questi ambiti viciniagli scrittori vengano moderati. Ci sonocircoli anarchici? Chiu<strong>di</strong>amoli! Pren<strong>di</strong>amoqualcuno ed interroghiamolo! Non basta lascorta, bisogna prevenire. Mi aspetto dalei, come ha detto il ministro dell'internoqualche giorno fa, che ci siano degli atticoncreti. Grazie”.La risposta <strong>di</strong> Maurizio Turco, Rosa nelPugno: “Signor Presidente, a nome dellaRosa nel Pugno e quin<strong>di</strong> dei militanti laici,socialisti, liberali, ra<strong>di</strong>cali e anticlericali,condanniamo anche noi, senza riserve,l’intolleranza politica, da qualsiasi parteprovenga, in qualsiasi forma si esplichi.Inoltre, solidarizziamo con coloro che sonovittime, a qualsiasi titolo, <strong>di</strong> questa intolleranza.Abbiamo ascoltato molto bene le paroledel viceministro Minniti: noi non ci faremocriminalizzare e riven<strong>di</strong>chiamo ilnostro <strong>di</strong>ritto costituzionale <strong>di</strong> essere anticlericali.Non accettiamo la lettura che leiha dato degli episo<strong>di</strong> accaduti, che tende acriminalizzare una storia, quella storia anticlericaleche non ha nulla a che fare conl’intolleranza politica, per non parlare dell'intolleranzareligiosa.Siamo fieri <strong>di</strong> far parte <strong>di</strong> quel mondo politicoche crede nello stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto e nellademocrazia, che proprio nella libertà religiosavede uno dei principi car<strong>di</strong>ne che fadella <strong>di</strong>fesa della libertà religiosa una dellesue ragioni <strong>di</strong> lotta politica. Sappiamobene, infatti, che l’intolleranza religiosa èfrutto innanzitutto delle confessioni religioseche, tra <strong>di</strong> loro, sono in perenne stato<strong>di</strong> conflitto.Aveva ragione il collega Monaco: questastrategia <strong>di</strong> una nuova tensione - mi si consenta- danneggia più che altro coloro chereclamano il proprio giusto, costituzionale<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> critica: non critica alla Chiesa,non critica ai principi religiosi, ma sicuramenteil giusto <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> critica alle gerarchievaticane. E qui, forse, ci vorrebbe unagiornata <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>menti semantici,nel senso che a ragione, per opportunitàpolitica, si vuol far confusione tra la Chiesadei fedeli e le gerarchie vaticane.Signor viceministro Minniti, riven<strong>di</strong>chiamoil <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> avere una risposta ad unainterrogazione che abbiamo presentato nelluglio dello scorso anno. Tra un po’ faremol’anniversario <strong>di</strong> questo silenzio!Chie<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> avere una risposta da questaRepubblica, da questo Stato: ad esempio, ilMinistero dell’interno rispetto alla politicaportata avanti dalle gerarchie vaticane sulproblema della pedofilia non ha nulla da<strong>di</strong>re? Non ha la stessa fermezza? Non ha lostesso interesse a dare una risposta chiara?Noi cre<strong>di</strong>amo, invece, che proprio perchèsiamo in uno Stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto, se non si fornisconorisposte chiare si alimentano queimovimenti, si finisce per creare, con questapolitica <strong>di</strong> criminalizzazione che oggi hatrovato in quest’aula ampia espressione, lacriminalizzazione <strong>di</strong> chi riven<strong>di</strong>ca il giusto<strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> potersi chiamare anticlericale e <strong>di</strong>poter lottare da anticlericale, si determinaquella strategia che, come ricordava il collegaCota, ha avuto un suo quadro, unasua sceneggiatura già vista nel 1977.Abbiamo già visto tutto. Non siamo <strong>di</strong>spostiad accettare altri casi come quello <strong>di</strong>Moro, Giorgiana Masi, Sindona, Calvi,Pecorelli, perchè in quella strategia <strong>di</strong>Stato, con la morte del <strong>di</strong>ritto e della legalità,vi è stata la morte <strong>di</strong> persone. In questoci <strong>di</strong>ssociamo! Vogliamo che si riconoscaanche agli anticlericali il proprio <strong>di</strong>ritto,senza confondere i piani della lotta edell’iniziativa politica.Spero che lei voglia fare ammenda rispettoalla denominazione che ha reso <strong>di</strong> alcunifenomeni che non hanno nulla a che farecon coloro che, in questo paese, riven<strong>di</strong>canopubblicamente e nell'ambito dei principicostituzionali del nostro Stato la possibilità<strong>di</strong> fare lotta politica!”.DURISSIME ACCUSE DI MONSIGNOR AMATO, SEGRETARIO DELL'EX SANT'UFFIZIOIL VATICANO: CLINICHE MATTATOI DI ESSERI PRONTI A SBOCCIAREIL “TERRORISMO” DELLA CHIESA CATTOLICA:ABORTO RU 486, EUTANASIA SONO IL MALEDurissimo attacco <strong>di</strong> monsignor Angelo Amato, il «numero2» della Congregazione della Dottrina della Fede, alle leggisull'aborto, accomunate al terrorismo. La Congregazione perla Dottrina della Fede è il «<strong>di</strong>castero» più importante inVaticano, perché deve custo<strong>di</strong>re e garantire l'ortodossia; non acaso fino a Pio XII il Papa stesso ne era il prefetto. MonsignorAmato, salesiano, ha lavorato per vari anni con JosephRatzinger, fino all'elezione al soglio <strong>di</strong> Pietro; questo fa sì cheil suo intervento <strong>di</strong> ieri nel corso del Seminario mon<strong>di</strong>ale deicappellani cattolici e membri delle Cappellanie dell'Aviazionecivile sul problema del terrorismo assuma un rilievo del tuttoparticolare. E appare inevitabile che le sue parole riapranopolemiche analoghe a quelle suscitate dalle <strong>di</strong>chiarazioni sui«Dico» del presidente della Cei monsignor Bagnasco il 30marzo scorso. «Oltre all'abominevole terrorismo dei kamikaze,che occupa quoti<strong>di</strong>anamente la nostra cineteca me<strong>di</strong>atica- ha detto l'arcivescovo Amato – c’è il cosiddetto "terrorismodal volto umano", anch'esso quoti<strong>di</strong>ano e altrettanto ripugnante,che viene subdolamente propagandato dai mezzi <strong>di</strong>comunicazione sociale, manipolando ad arte il linguaggio tra<strong>di</strong>zionale,con espressioni che nascondono la tragica realtà deifatti, come quando l'aborto viene chiamato interruzionevolontaria della gravidanza e non "uccisione <strong>di</strong> un essereumano in<strong>di</strong>feso", o quando l'eutanasia viene chiamata "piùblandamente morte con <strong>di</strong>gnità "». Le parole <strong>di</strong> monsignorAmato sono state riportate dal «Sir» (Servizio InformazioneReligiosa), l'agenzia vicina ai vescovi italiani. «Il male oggi -ha continuato - non è solo azione <strong>di</strong> singoli o <strong>di</strong> gruppi benin<strong>di</strong>viduabili, ma proviene da centrali oscure, da laboratori <strong>di</strong>opinioni false, da potenze anonime che martellano le nostrementi con messaggi falsi, giu<strong>di</strong>cando ri<strong>di</strong>colo e retrogrado uncomportamento conforme al Vangelo». Il segretario dellaCongregazione della Fede ha rilevato che «purtroppo nonpossiamo chiudere le biblioteche del male né <strong>di</strong>struggere lesue cineteche che si riproducono come virus letali, ma possiamochiedere a Dio <strong>di</strong> rafforzarci, me<strong>di</strong>ante la formazione <strong>di</strong>una retta coscienza che cerca e ama il vero e il bene ed evita ilmale». Monsignor Amato non ha minimizzato il problema delterrorismo, e l'uso che esso fa degli strumenti me<strong>di</strong>atici:«Leggendo i giornali, o utilizzando internet o la tv o la ra<strong>di</strong>o- ha detto - ogni giorno noi assistiamo a un film perverso sulmale, che viene "girato” in ogni parte del mondo con sceneggiaturesempre nuove e crudeli, come constatiamo dalle milleprovocazioni del terrorismo internazionale». Ma a questa«razione giornaliera» <strong>di</strong> male fornita quoti<strong>di</strong>anamente siaggiunge un altro tipo <strong>di</strong> male, che resta «quasi invisibile» mache però «esiste nelle se<strong>di</strong> più impensate e che, paradossalmente,viene presentato come bene», come una espressionedel "progresso dell'umanità ". L'arcivescovo ha citato le clinicheabortiste, «autentici mattatoi <strong>di</strong> esseri umani in boccio»;ha parlato dei laboratori dove si «fabbrica» ad esempio la Ru486, la cosiddetta pillola del giorno dopo, o dove «si manipolanogli embrioni umani»; e ha inserito in questa lista nera iparlamenti delle nazioni «civili» dove si «promulgano leggicontrarie all'essere umano». A questo si aggiungono le cosiddettesette sataniche che praticano «un vero e proprio cultosacrilego del male». È probabile che monsignor Amato nel suoriferimento alle cliniche avesse presente una relazione secondocui è in continuo aumento nel Regno Unito il numero <strong>di</strong>dottori e studenti in me<strong>di</strong>cina che si rifiutano <strong>di</strong> fare aborti.


IN CAMERA CARITATISVII12-13 MAGGIO: I DIFENSORI DELLA FAMIGLIA SIAMO NOIL’INTOLLERANZA NON ÈDALLA PARTE DEL LAICISMOLe scritte minacciose rivolte controMons.Bagnasco proprio nella città <strong>di</strong> cui èarcivescovo – sempre condannabili comepericoloso simbolo <strong>di</strong> intolleranza, chiunquene sia il destinatario – hanno tuttaviafornito l’occasione per un nuovo attaccoin<strong>di</strong>scriminato al laicismo e all’anticlericalismo.Purtroppo questi attacchi hannotrovato un avallo in<strong>di</strong>retto nell’interventodel vice ministro dell’Interno MarcoMinniti che, rispondendo ad alcune interrogazioniparlamentari, dopo aver riferitosui fatti, ha detto che “non sembrerebberoascrivibili a matrici <strong>di</strong> natura eversiva matrarrebbero origine in un sentimento anticlericalevolto a rimarcare la presunta interferenzadella Chiesa nelle vicende politichenazionali”. Non può meravigliare se poi ilclerico-fascista Pedrizzi abbia potuto, proprioappoggiandosi alle <strong>di</strong>chiarazioni delvice ministro, in<strong>di</strong>care in alcuni e<strong>di</strong>torialisti,in esponenti del governo e della maggioranzae naturalmente nelle lobby laicistei “mandanti morali” <strong>di</strong> quelle scritte el’UDC <strong>Luca</strong> Volontè , dopo i consuetiattacchi al relativismo, all’in<strong>di</strong>vidualismolibertario e al peggiore marxismo, abbiapotuto ad<strong>di</strong>rittura in<strong>di</strong>care nel prof.Zagrebelsky uno <strong>di</strong> questi mandanti e invitareil governo a chiudere i circoli anarchicie a “moderare” gli ambienti vicini a questiispiratori morali: “pren<strong>di</strong>amo qualcunoe interroghiamolo. Non basta la scorta.Bisogna prevenire…”Naturalmente non temiamo, almeno conquesto governo, che qualcuno venga aprenderci e a portarci in camera <strong>di</strong> sicurezzaper interrogarci. Da nonviolenti siamoabituati ai rovesciamenti della verità.Siamo abituati ad essere accusati <strong>di</strong> violenzadai sostenitori <strong>di</strong> una visione violenta eintollerante della società e delle leggi.Alcuni <strong>di</strong> noi furono accusati <strong>di</strong> essere contiguial terrorismo solo perchè pretendevamo<strong>di</strong> combatterlo con le armi della politicae della legalità anziché con le leggi specialie la politica della fermezza e <strong>di</strong> esserecomplici della mafia quando, all’epoca delcaso Tortora, combattemmo un uso devastantee sviante del pentitismo. Figurarsi seoggi ci facciamo impressionare dall’accusa<strong>di</strong> essere i “mandanti morali” delle minacciosee controproducenti scritte <strong>di</strong> Genova.Tutt’al più, questa volta, possiamo <strong>di</strong>re <strong>di</strong>essere in buona compagnia. DiZagrebelsky, <strong>di</strong> Scalfari, <strong>di</strong> Rusconi, <strong>di</strong>Repubblica, La Stampa, Liberazione. Ciauguriamo che anche loro non si faccianoimpressionare o intimi<strong>di</strong>re.Vorremmo tuttavia sommessamente <strong>di</strong>re aMons. Bagnasco, non prima <strong>di</strong> avergliespresso la nostra comprensione e solidarietà,che l’intolleranza non è dalla partedel laicismo e dell’anticlericalismo, delnostro illuminismo e del nostro relativismo<strong>di</strong> cui siamo orgogliosi.L’anticlericalismo è solo una comprensibilereazione alla pretesa clericale <strong>di</strong> imporre atutti la propria concezione della morale edella ragione, il proprio assolutismo etico,i propri principi, la propria volontà <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionarel’autonomia, su questi temi,dello Stato e del Parlamento. Sono concezioni,principi e valori che sarebbero assolutamentelegittimi se non fossero proclamati“non negoziabili” e se non pretendessero<strong>di</strong> sovrastare e negare la legittimità <strong>di</strong>ogni <strong>di</strong>versa concezione. Questo non sipuò rimproverare ai laici (sprezzantementeliquidati come laicisti) e agli anticlericali, lecui concezioni non negano e non pretendono<strong>di</strong> imporsi a quelle altrui e le cui legginon stabiliscono obblighi per nessuno masolo <strong>di</strong>ritti e facoltà.E sempre sommessamente vorremmoaggiungere, Monsignore, che se quellescritte e quelle minacce sono da condannaree da respingere, anche alcune sue recentiaffermazioni sui Dico, accusati <strong>di</strong> aprirela porta all’incesto e alla pedofilia, sonostate quanto meno improvvide per non<strong>di</strong>re scriteriate e incivili. Forse,Monsignore, anziché demonizzare le <strong>di</strong>versitàsessuali e scatenare una campagna chefomenta la <strong>di</strong>scriminazione e l’omofobia,dovrebbe guardare un po’ <strong>di</strong> più in casapropria e interrogarsi sulle ragioni per lequali, non solo nella lontana America e inIrlanda, ma anche in qualche parrocchiaitaliana si sono verificati casi <strong>di</strong> pedofilia.In fondo la Polonia della Lustracja, dei fratelliKaczynski, <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>o Maria, con il suorazzismo, il suo antigiudaismo, la suaintolleranza verso ogni <strong>di</strong>verso, è lontanaanni luce dalla parola e dal magistero <strong>di</strong>Giovanni Paolo II ma geograficamente epoliticamente fin troppo vicina all’Italiaclericale sua e del Card. Ruini.La Cei ha scelto, per celebrare il cosiddettoFamily day, la data del 12 maggio, propriola ricorrenza della vittoria laica sul <strong>di</strong>vorzio.Quella data è stata scelta per perseguire,su tutti i piani, un tentativo <strong>di</strong> rivincita:una rivincita politica prima che culturaleed etica contro l’Italia laica dell’ultimotrentennio, infinitamente più tollerante ecivile <strong>di</strong> quella dei decenni precedenti. Iltentativo <strong>di</strong> rivincita è innanzitutto politicoperchè è sul terreno della politica che laCei intende far valere i suoi poteri <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionamentoe <strong>di</strong> inter<strong>di</strong>zione, contandosulla fragilità e debolezza dei due schieramentipolitici, quello <strong>di</strong> centro-destra nelquale queste pressioni non incontrano nessunaresistenza (lo <strong>di</strong>co per quei ra<strong>di</strong>caliche hanno scelto questo campo comeinterlocutore unico o privilegiato) maanche quello <strong>di</strong> centro sinistra dove almenoesistono maggiori contrad<strong>di</strong>zioni.Apparentemente siamo più deboli e assaipiù isolati nel contrastare questo tentativo:Ma attenti, non eravamo più forti maad<strong>di</strong>rittura ancora più deboli quando nel1965 cominciammo la lotta per l’introduzionedel <strong>di</strong>vorzio in Italia. Il <strong>di</strong>rettore <strong>di</strong>Ra<strong>di</strong>o Ra<strong>di</strong>cale, citando una serie <strong>di</strong> esempi,ha ricordato che le celebrazioni dellesconfitte non portano mai bene. La Ceidovrebbe stare attenta al rischio che questemanifestazioni <strong>di</strong> forza nascondano in realtàuna doppia debolezza: l’incapacità <strong>di</strong> farproprie le conquiste della modernità, permeandole<strong>di</strong> autentica religiosità e l’illusione<strong>di</strong> poter fronteggiare il fondamentalismoislamista riscoprendo e contrapponendoun proprio fondamentalismo clericale.Può apparire temerario, in confronto a unamanifestazione in cui sono impegnate leparrocchie <strong>di</strong> tutta Italia, l’appuntamentoche per la stessa data abbiamo voluto fissarea Piazza Navona il 12 e 13 <strong>di</strong> maggio.Ma dovevamo esserci, qualcuno dovevaporsi il problema <strong>di</strong> celebrare e <strong>di</strong>fenderequella vittoria.Lo scontro avviene su molti piani: daltestamento biologico che non si comprendea cosa dovrebbe servire se si vuole negarein ra<strong>di</strong>ce il <strong>di</strong>ritto dell’in<strong>di</strong>viduo <strong>di</strong> decidereil proprio destino al <strong>di</strong>vorzio breve,dalla fecondazione assistita, questione cherimane più che mai aperta in Europa e nelmondo e perciò niente affatto chiusa anchein Italia, alla <strong>di</strong>fesa dell’aborto, dallaRU286 ai privilegi concordatari (dall’8 permille alle innumerevoli esenzioni fiscali ealle esose richieste allo Stato e agli entilocali).La <strong>famiglia</strong> c’entra poco. Eravamo noinegli anni 70 i <strong>di</strong>fensori delle <strong>di</strong>ecine e <strong>di</strong>ecine<strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> famiglie a cui si negavail riconoscimento giuri<strong>di</strong>co e quello deipropri figli. E siamo oggi ancora i veri<strong>di</strong>fensori della <strong>famiglia</strong> così come storicamente,accanto al resistente modello tra<strong>di</strong>zionale,si è venuta concretamente e liberamenteconfigurando in forme che devonoessere rispettate, riconosciute e tutelate.Famiglie <strong>di</strong> fatto e dunque famiglie naturali(ricordate i figli naturali – sinonimo <strong>di</strong>bastar<strong>di</strong> – quando venivano contrappostiai figli legittimi?). Per <strong>di</strong>re quanto sianopoco cre<strong>di</strong>bili e poco seri gli appelli al <strong>di</strong>rittonaturale.Gianfranco SpadacciaC’É UN PROBLEMA DI TENUTA DELLA SOCIETÀ CIVILEBAGNASCO PREFERISCEL’ABORTO CLANDESTINO?A quarant'anni dalla approvazione della legge cheha legalizzato l'interruzione volontaria <strong>di</strong> gravidanzail «Royal College of Obstetricians andGynaecologists», l'organo professionale che rappresentaginecologi e ostetrici, ha <strong>di</strong>chiarato chemetà degli aborti in Gran Bretagna avviene oggiin cliniche private perché buona parte dei professionistioperanti nella sanità pubblica fa obiezione<strong>di</strong> coscienza. Ogni anno in Gran Bretagnavengono interrotte 190.000 gravidanze, un terzo<strong>di</strong> tutte le donne sceglie <strong>di</strong> abortire una voltanella vita e il 90% <strong>di</strong> queste interruzioni <strong>di</strong> gravidanzaavvengono prima delle do<strong>di</strong>ci settimane <strong>di</strong>gestazione. Per Josephine Quintavalle, dell'associazioneper la vita «Alive and Kicking» («Vivo escalciante» ) «il Regno Unito è ormai consapevoleche vi sono troppi aborti. Dovremmo collaborareperché l'aborto <strong>di</strong>venti raro».La StampaMarco TosattiOggi assistiamo a forme <strong>di</strong> terrorismo"dalvolto umano" come l’ aborto e l’ eutanasia:lo sostiene monsignor Angelo Amato,segretario della Congregazione della dottrinadella fede. "Oltre all' abominevole terrorismodei kamikaze, che occupa quoti<strong>di</strong>anamentela nostra cineteca me<strong>di</strong>atica, c'è ilcosiddetto “terrorismo dal volto umano”,anch'esso quoti<strong>di</strong>ano e altrettanto ripugnante,che viene subdolamente propagandatodai mezzi <strong>di</strong> comunicazione sociale,manipolando ad arte il linguaggio tra<strong>di</strong>zionale,con espressioni che nascondono latragica realtà dei fatti". Chiamare l'aborto“interruzione volontaria della gravidanza” enon uccisione <strong>di</strong> un essere umano in<strong>di</strong>fesoè un inganno, così come l'eutanasia chiamatapiù blandamente “morte con <strong>di</strong>gnità”.Il male oggi - ha aggiunto il vice delcar<strong>di</strong>nal Levada - "non è solo azione <strong>di</strong> singolio <strong>di</strong> gruppi ben in<strong>di</strong>viduabili, ma provieneda centrali oscure, da laboratori <strong>di</strong>opinioni false da potenze anonime chemartellano le nostre menti con messaggifalsi" aggiunge il Monsignor Amato “purtropponon possiamo chiudere le bibliotechedel male né <strong>di</strong>struggere le sue cinetecheche si riproducono come virus letali” ,Gli fa da eco Laura Bianconi capo gruppo<strong>di</strong> FI: "L'aborto terapeutico, quello indottodalla pillola RU486, l'utilizzo delle cellulestaminali embrionali e l'eutanasiahanno un unico denominatore comune:quello <strong>di</strong> porre fine alla vita umana, ed ècriminale". Altrettanto grave per la senatriceazzurra "e' interrompere la vita <strong>di</strong> unapersona con l'eutanasia, che da noi si cercasubdolamente <strong>di</strong> legalizzare attraverso iltestamento biologico, cosi' fortementesponsorizzato dall'attuale maggioranza"aggiungendo "non dovrebbe essere solo laChiesa a ricordarci che uccidere una vitaumana equivale a commettere un atto terroristico".Preoccupato dalle <strong>di</strong>chiarazioni delMonsignor Amato il segretario nazionale <strong>di</strong>Rifondazione Comunista, FrancoGiordano, da Cagliari controbatte: "Leparole sono pietre e noi dobbiamo evitare<strong>di</strong> produrre separazioni sistematiche nellasocietà italiana. Non c'e' solo un problema<strong>di</strong> laicità ma <strong>di</strong> tenuta della società civile etrovo veramente paradossale che le gerarchieecclesiastiche non si rendano conto <strong>di</strong>questo problema"."L'aborto e' una conquista consolidata datempo nel nostro Paese e negli altri paesicivili, così come il tema dell'eutanasia va<strong>di</strong>scusso con grande attenzione", concludeil leader del Prc.Mirella Parachini


VIIIAGENDA COSCIONI“La vulgata propinata in modo martellante dai me<strong>di</strong>anegli ultimi anni violenta il linguaggio politico svuotandoil termine chiave “laicismo” del suo significato autentico”segue da pagina 4ze libertarie. Esso, in nome della religiosità,persegue la liberazione del fatto religiosodall’ecclesiasticismo, dal clericalismo dogmaticoe antiumanistico, nel quale prendecorpo, forma e sembianze <strong>di</strong> tenia clericalela nomenklatura vaticana.E’ sbagliato contrastare la posizione anticlericalepannelliana issando la ban<strong>di</strong>era dellalibertà religiosa. Questo argomento, semmai,potrebbe esser valido per contrastarevecchie forme <strong>di</strong> rozzo e chiassoso anticurialismo.Ma l’anticlericalismo pannelliano èaltro, si nutre <strong>di</strong> vitalità religiosa, <strong>di</strong> religiositàlaica, che non è un ossimoro, è il sugodella nonviolenza.“L’alleanza tra il clericalismochiesastico e il clericalismo<strong>di</strong> Stato impone <strong>di</strong>ripensare l’impegno anticlericalequanto all’area <strong>di</strong>applicazione e operatività”“PAROLEDI LUCA”L’anticlericalismo non è risvolto accessorio,né degenerazione antireligiosa, ma snodoobbligato dell’impegno ra<strong>di</strong>cale tanto piùove si consideri la specificità della situazionepolitica e istituzionale italiana. Se confrontiamola <strong>di</strong>namica dei rapporti Chiesa-poterepolitico in Italia rispetto a quanto avvienenel resto dei Paesi europei ci accorgiamodella peculiarità del caso Italia. In Europa laChiesa è una minoranza emarginata e lasecolarizzazione è ormai compiuta. InDanimarca è stata riconosciuta la possibilità<strong>di</strong> ricorrere alla fecondazione assistita daparte <strong>di</strong> coppie lesbiche; in Francia il cattolicesimoè stato espulso dalla cultura dominante;in Spagna la Chiesa vive la crisi piùgrave della sua storia, il governo socialista <strong>di</strong>Zapatero ha approvato la legge sul matrimoniodelle coppie omosessuali, la leggesulla scuola che blocca i finanziamenti allaChiesa, la legge sulla sperimentazione sugliembrioni che autorizza la ricerca sulle cellulestaminali embrionali. La Chiesa inEuropa è ridotta all’impotenza politica, èuna delle tanti lobbies, dei tanti gruppi <strong>di</strong>pressione. Lo <strong>di</strong>mostra anche la vicenda dell’art.51 della Costituzione europea ed ilmancato inserimento del riferimento costituzionalealle ra<strong>di</strong>ci cristiane. Al contrario,l’Italia è l’unico Paese che conosce un arretramentodel processo <strong>di</strong> secolarizzazione enel quale la Chiesa Cattolica, attraverso ilbraccio armato della Conferenza EpiscopaleItaliana, intrattiene forti rapporti con lapolitica e con i centri del potere me<strong>di</strong>aticoed economico dai quali si tirano i fili pergovernare la società italiana. Assistiamo adun ribaltamento tutto italiano: mentre inEuropa la Chiesa è destinataria dell’azionedei pubblici poteri, in Italia sono i pubblicipoteri ad essere destinatari dell’azione dellaChiesa Cattolica. Assistiamo ad una pervasivae spregiu<strong>di</strong>cata strategia neo-temporalista,condotta con un numero sempre crescente<strong>di</strong> strumenti <strong>di</strong> conquista <strong>di</strong> potere:dai tra<strong>di</strong>zionali canali del finanziamentopubblico, all’accaparramento <strong>di</strong> spazi <strong>di</strong>comunicazione televisiva, sino alla recentescoperta dell’obiezione <strong>di</strong> coscienza qualestrumento <strong>di</strong> sabotaggio delle pubblichefunzioni e dei pubblici servizi. L’Italia è oggilaboratorio politico “privilegiato” <strong>di</strong> unanuova strategia clericale, da collaudare, raffinareed esportare in tutta Europa, che guardaalla politica come tra<strong>di</strong>zionale oggetto <strong>di</strong>antiche aspirazioni egemoniche, alle istituzionipubbliche come naturale terreno <strong>di</strong>conquista, al <strong>di</strong>ritto come mezzo <strong>di</strong> oppressionedelle masse e <strong>di</strong> soppressione dellelibertà in<strong>di</strong>viduali, all’economia, alla finanzae al fisco come canale <strong>di</strong> accumulazione<strong>di</strong> ricchezze materiali, alla religione comeimprescin<strong>di</strong>bile strumento <strong>di</strong> comunicazionee con<strong>di</strong>zionamento politico.In un simile contesto, in cui il clero rifiuta leregole della democrazia, rifiuta un rapportoparitario con le altre religioni e avanza pretesenei confronti del potere politico l’anticlericalismo<strong>di</strong>venta una strategia necessariadel laicismo.Altro che tamquam curia non esset!DANIELE BERTOLINICon queste due magliette abbiamo voluto ricordarealcune celebri frasi <strong>di</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>.Una azzurra con la scritta “Le nostre esistenze hannobisogno <strong>di</strong> libertà per la ricerca scientifica. Ma,non possono aspettare. Non possono aspettare lescuse <strong>di</strong> uno dei prossimi Papi”Una grigia con la scritta “E, tra una lacrima ed unsorriso, le nostre dure esistenze non hanno certobisogno degli anatemi dei fondamentalisti religiosi,ma del silenzio della libertà, che è democrazia”Se vuoi riceverla o regalarla ai tuoi amici, inviaun’email ainfo@associazionecoscioni.orgo telefonaci allo 0668979286(contributo per una maglietta, 5 euro + spese <strong>di</strong>spe<strong>di</strong>zione); (contributo per 10 magliette, 45 euro +spese <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>zione); (contributo per 25 magliette,100 euro + spese <strong>di</strong> spe<strong>di</strong>zione).


.IL MITODELLA NATURALE... FAMIGLIAORGOGLIOLAICO A PIAZZA21NAVONAPERCHÈ IL FIGLIO RESTA UNICODANIELA DEL BOCAwww.lavoce.info, 25 gennaio 2007L’Istat ha presentato il 17 gennaioscorso i risultati della secondae<strong>di</strong>zione dell’Indaginesulle nascite condotta nel 2005su un campione <strong>di</strong> madri intervistatea 18-21 mesi <strong>di</strong> nascita<strong>di</strong> un figlio, nel periodo cioècruciale per pensare ad averneun altro.I desiderie la realtàTra i risultati più importantidell’Indagine emergono le <strong>di</strong>fficoltàdelle donne ad avere unsecondo figlio. “La nascita delprimo figlio, si legge nel rapportoIstat, è un evento che èstato interessato solo parzialmentedalla crisi della fecon<strong>di</strong>tà:le donne italiane mostranouna elevata propensione a <strong>di</strong>ventaremadri, anche se <strong>di</strong> unsolo figlio” (1).Ma sono davvero così cambiatele preferenze delle famiglie italiane,tra<strong>di</strong>zionalmente "numerose"?Se confrontiamo i dati sulla fertilitàrealizzata con il numerome<strong>di</strong>o <strong>di</strong> figli "desiderati", notiamoforti <strong>di</strong>screpanze: per lamaggior parte delle madri intervistate(61,2 per cento ) il numerodei figli ideale è due, perun quarto circa è tre o più, e soloper una minoranza (12 percento) è uno.Perchè allora i desideri non sirealizzano?Rispetto al 2002, data della precedenterilevazione (2), si osservaun aumento del numerodelle madri, con un figlio solo,che in<strong>di</strong>cano, come motivi prevalentiper non volerne altri, ilcosto dei figli e le <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong>conciliare lavoro e figli. E gliaspetti più critici risultano inparticolare le rigi<strong>di</strong>tà dell’orario.Aumentano anche le preoccupazioniper le responsabilità <strong>di</strong>cura, tra cui "non poter contaresull’aiuto costante <strong>di</strong> parenti e<strong>di</strong> amici". Se da un lato i nonnisono ancora una risorsa importantissimanell’accu<strong>di</strong>mentodei figli, dall’altro l’organizzazione<strong>di</strong>venta più <strong>di</strong>fficile se ibambini da gestire sono due otre: bisogna accompagnarli all’asilo,a scuola, in piscina o avisite me<strong>di</strong>che.I padri invece contribuisconoassai poco al lavoro familiareanche quando la madre lavora:il 63 per cento delle madri occupate<strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> non riceverealcun aiuto nei lavori in casa.Recenti ricerche che usano datisull’uso del tempo(Multinational Time UseSurvey) hanno mostrato chequesto è un fattore molto importanteper spiegare la bassafertilità e la probabilità <strong>di</strong> averepiù <strong>di</strong> un figlio. In paesi dove la<strong>di</strong>visione del lavoro familiare èpiù egualitaria, la fertilità è piùalta (3).Più servizi,ma non al SudRispetto al 2002 si notano alcunisegnali <strong>di</strong> sviluppo del sistemadei servizi socio educativiper la prima infanzia, anche sel’affidamento prevalente è comunquerappresentato sempredai nonni. Cresce anche la domandapotenziale, ma i problemi<strong>di</strong> utilizzo restano legati ascarsa <strong>di</strong>sponibilità, rigi<strong>di</strong>tà ecosti. Tra le madri che non siavvalgono degli asili nido, quasiil 30 per cento vorrebbe usarli,ma non può per mancanza<strong>di</strong> posti, eccessiva <strong>di</strong>stanza dacasa, rette troppo care e oraritroppo scomo<strong>di</strong> .Ma sono le madri del Sud, chehanno a che fare con un mercatodel lavoro più <strong>di</strong>fficile e conun sistema dei servizi più carente,a trovarsi ancora più in<strong>di</strong>fficoltà.Alcune <strong>di</strong>fferenze ci paionoparticolarmente importanti:1) Una donna su quattro non èin grado <strong>di</strong> mantenere il propriolavoro dopo la nascita delprimo figlio, contro il 15 percento al Nord.2) Le madri al Sud rientrano allavoro molto prima dopo la nascitadei figli. Non usufruisceinfatti del congedo facoltativocirca il 40 per cento, contro il 19per cento del Nord.3) Infine, solo il 7,5 per centousa l’asilo nido, contro il 16 percento al Nord-Centro.Queste <strong>di</strong>fferenze aiutano aspiegare il continuo declinodella fertilità nelle regioni meri<strong>di</strong>onali,a fronte dei dati costantio in lieve ripresa <strong>di</strong> quelledel Nord.I risultati dell’indagine offronoelementi importanti per capirela <strong>di</strong>screpanza tra desideri e realtàdelle decisioni <strong>di</strong> maternitàin Italia. Ci aiutano a spiegareperché un figlio solo, più cheuna scelta, può essere il risultatodelle <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> un contesto,dove alle aspirazioni e allenecessità <strong>di</strong> lavoro delle madrisi oppongono ruoli tra uominie donne che si evolvono troppolentamente. E un sistema <strong>di</strong>welfare che offre ancora troppopoco aiuto (4).Stencil / MelfeasancePer saperne <strong>di</strong> più(1) "Essere madri in Italia" Istat2006.(2) "Avere un figlio in Italia" Istat2006.(3) Craig L."Do time use patternsinfluence fertility decisions?"International Journal of TimeUse Research 2006,Vol 3 n.1 60-87.E De Laat,J.and Sevilla Sanz,A. "Working Women, Men’sHome Time and Lowest-LowFertility", Iser Working Paper2006-23,Colchester,University ofEssex.(4) Ricerche recenti mostranoche nei paesi dove i conge<strong>di</strong> parentalisono piu generosi e maggioreè la <strong>di</strong>sponibilità degli asilinido sono meno <strong>di</strong>fficili le scelte<strong>di</strong> maternità.Ve<strong>di</strong> Del Boca D.,Pasqua S., Pronzato C. "The impactof institutions on participationand fertility" Iser WorkingPaper 2006, Colchester,University of Essex.su una questione del genere, avvertonoi giu<strong>di</strong>ci, esorbita dallecompetenze della Corte, nonpotendo risolvere scelte <strong>di</strong>screzionaliche può e deve fare soloil Parlamento. Ecco l'urgenza ela necessità <strong>di</strong> un intervento legislativoche avvicini l'Italia allelegislazioni degli altri Paesi europeie ci metta in regola con leconvenzioni internazionali, comequella <strong>di</strong> New York del 1979,con cui l'Italia si e' impegnataad eliminare ogni <strong>di</strong>scriminazionenei confronti della donnain <strong>famiglia</strong>, compresa quella relativaalla scelta del cognome.Riporto un esempio significativo<strong>di</strong> come funzionano le coseoggi. La Corte <strong>di</strong> Cassazione conla recentissima sentenza n.12641/06, ha deciso <strong>di</strong> rigettarela richiesta <strong>di</strong> sostituzione delproprio cognome a quello materno,da parte <strong>di</strong> un padre cheha riconosciuto suo figlio successivamentealla madre. Si ricordache l'attuale norma (262c.c.) prevede, in caso <strong>di</strong> riconoscimentosuccessivo, la possibilitàche il Tribunale per iMinorenni decida se aggiungereo sostituire il cognome del genitoreche riconosce per ultimo.E' evidente che statisticamenteil genitore che decide tar<strong>di</strong>vamente<strong>di</strong> riconoscere il figlio naturalee' l'uomo e ogni pronunciache sostituisse il cognomepaterno a quello materno senzail consenso della madre, si rivelerebbeun abuso autoritariodello Stato ai danni <strong>di</strong> un genitore(donna) in favore dell'altro(uomo). Per questo la sentenzadella Cassazione, se da un latoha il pregio <strong>di</strong> rendere d'attualitàil problema, sottolinea che adoggi vi e', nei riguar<strong>di</strong> dell'attribuzionedel cognome, piena <strong>di</strong>screzionalitàdei giu<strong>di</strong>ci, anchea scapito delle volontà genitoriali.Ed e' proprio il fatto che sonopossibili ad oggi sentenze <strong>di</strong>segno opposto, che ci spinge aformulare con urgenza questaproposta <strong>di</strong> legge, e a riba<strong>di</strong>re ilprincipio della consensualità edell'uguaglianza genitorialenell'attribuzione del cognome.In tal senso, la nostra proposta(art.5 comma 2), prevede che incaso <strong>di</strong> riconoscimento tar<strong>di</strong>voe <strong>di</strong> <strong>di</strong>saccordo fra i genitori sull'aggiuntao sostituzione del nome,il cognome del primo (generalmentela madre) non puòesser estromesso dal nuovo cognome,ma semmai esser seguitodallo stesso. Soprattutto, lanostra proposta mira a renderesolo eventuale il ricorso alTribunale per i Minorenni, nonprevedendone l'intervento, comeinvece e' attualmente, neicasi <strong>di</strong> attribuzione o mo<strong>di</strong>ficadel cognome per il mero riconoscimentosuccessivo <strong>di</strong> un genitore:sarà sufficiente la semplice<strong>di</strong>chiarazione all'ufficiale <strong>di</strong> statocivile, che farà le mo<strong>di</strong>fiche richieste<strong>di</strong> comune accordo daigenitori, oppure, in caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>saccordo,aggiungerà al cognomepreesistente (a cui il figlio eil primo genitore che lo ha riconosciutohanno comunque <strong>di</strong>ritto),quello del genitore cheper ultimo ha effettuato il riconoscimento.Nel caso della recentesentenza <strong>di</strong> Cassazione <strong>di</strong>cui sopra, ad esempio, la madreed il figlio non avrebbero rischiato<strong>di</strong> vedersi sostituire oanteporre il proprio cognome aquello paterno, ma solo aggiunto.La madre avrebbe poi eventualmentepotuto, nell'interessedel figlio, chiedere al Tribunaleper il Minorenni <strong>di</strong> eliminare -solo per ragioni gravi- il cognomecosì aggiunto.Nell'articolo 1 della presenteproposta <strong>di</strong> legge. l'art. 143-bisdel co<strong>di</strong>ce civile, che fa aggiungereal cognome della madrequello del padre, viene così mo<strong>di</strong>ficatolasciando che ciascunconiuge mantenga il proprio.Nell'articolo 3 si abroga l'art.156-bis, decadendo infatti ilpresupposto, in caso <strong>di</strong> <strong>di</strong>vorzio,che il giu<strong>di</strong>ce imponga alla moglie<strong>di</strong> vietare l'uso del cognomedel marito.Con l'articolo 2 si offre ad entrambii coniugi l'opportunità<strong>di</strong> decidere, <strong>di</strong> comune accordo,il cognome da trasmettere ai figli,lasciando loro la libertà <strong>di</strong>stabilire se esso debba esserequello del padre, quello dellamadre o quello <strong>di</strong> entrambi. Nelcaso in cui i coniugi non dovesseroraggiungere un accordo, alfiglio sono attribuiti d'ufficioentrambi i cognomi in or<strong>di</strong>nealfabetico. A sua volta il figlioche assume il cognome <strong>di</strong> entrambii genitori può trasmetterneuno soltanto, altrimenti siavrebbe una moltiplicazione <strong>di</strong>cognomi ad ogni nuova generazione.Questa regola viene confermatanel caso della filiazione naturale(articolo 5) e dell'adozione (articolo6).Infine, con l'articolo 4, si adeguala nuova <strong>di</strong>sciplina anche ai fatticostitutivi dello status <strong>di</strong> figlio,(art. 237 c.c.), sostituendo il riferimentoal cognome e al rapportocon il padre, quello <strong>di</strong> unoo <strong>di</strong> entrambi i genitori.@pprofon<strong>di</strong>sciwww.donatellaporetti.it


22 .IL MITODELLA FAMIGLIANATURALE...ORGOGLIOLAICO A PIAZZANAVONAIL MATRIMONIO PUÒ ATTENDEREDANIELA DEL BOCAALESSANDRO ROSINAwww.lavoce.info, 22 maggio 2005Quando un fenomeno con ricaduteimportanti sulla vita dellepersone si <strong>di</strong>ffonde e <strong>di</strong>venta socialmenteaccettato, il fatto chela politica lo ignori può essereletto come una conferma sia delgrado <strong>di</strong> <strong>di</strong>stacco della classe <strong>di</strong>rigentedalla vita dei comuni citta<strong>di</strong>ni,sia del grado <strong>di</strong> incapacitàdei policy maker <strong>di</strong> cogliereper tempo le trasformazioni socialiin atto e fornire risposteadeguate. Che le coppie <strong>di</strong> fattosiano una realtà ormai <strong>di</strong>ffusa ein forte crescita anche in Italia, èquanto <strong>di</strong>cono tutte le più recentiindagini. Che a livello politiconon si sia finora decisonulla per regolamentare tale fenomeno,<strong>di</strong>versamente da tuttigli altri paesi ai quali ci sentiamoculturalmente vicini, è un dato<strong>di</strong> fatto. Tra i paesi europei,l’Italia resta la sola a non offrirealcun riconoscimento giuri<strong>di</strong>coalle coppie <strong>di</strong> fatto etero o omosessuali.Il ritardo è in contrastocon le crescenti pressioni delParlamento europeo che ha sollecitatogli Stati membridell’Unione ad adeguare al piùpresto le proprie legislazioni alfine <strong>di</strong> riconoscere legalmente laconvivenza al <strong>di</strong> fuori del matrimonio,in<strong>di</strong>pendentemente dalsesso. Nonostante negli ultimianni siano state presentate bendo<strong>di</strong>ci proposte <strong>di</strong> legge - ultimaquella Grillini, vicina ai contenutidel Pacs francese – e nonostantetra i presentatori si trovinorappresentanti <strong>di</strong> forze politichesia della maggioranza chedell’opposizione, il vuoto giuri<strong>di</strong>copermane.È quin<strong>di</strong> da apprezzare la recenteapertura <strong>di</strong> Romano Pro<strong>di</strong>che, ispirandosi a De Gasperi, vaal <strong>di</strong> là dei suoi principi personali,afferma la necessità <strong>di</strong> riconoscerei problemi giuri<strong>di</strong>ci e civili<strong>di</strong> tutti coloro che scelgono<strong>di</strong> vivere insieme stabilmente informe <strong>di</strong>verse dal matrimonio esi <strong>di</strong>chiara favorevole all’adozionedel Pacs francese anche inItalia.Generazionia confrontoPer le persone omosessuali, salvoche in Olanda e in Spagna,non vi sono alternative alla convivenza.Per le persone eterosessuali,questa scelta può avere ragioni<strong>di</strong>verse: il rifiuto del matrimoniocome istituzione, l’impossibilità(è il caso, in Italia, deiseparati che devono aspettaretre anni prima <strong>di</strong> poter chiedereil <strong>di</strong>vorzio) o la non convenienzaa sposarsi, il desiderio <strong>di</strong> metterealla prova il proprio rapporto.Nella maggior parte dei paesioccidentali le convivenze sono<strong>di</strong> tipo giovanile, perciò piùvicine al terzo tipo <strong>di</strong> motivazione.In particolare, a partire dagli anniOttanta l’unione <strong>di</strong> fatto si èimposta come la forma prevalente<strong>di</strong> inizio della vita <strong>di</strong> coppiaper i giovani dell’Europanord-occidentale. Tanto che ametà degli anni Novanta, a Nord<strong>di</strong> Alpi e Pirenei, meno <strong>di</strong> un terzodelle prime unioni era unmatrimonio.I paesi dell’Europa meri<strong>di</strong>onaleper qualche decennio sonosembrati sostanzialmente immunia questo fenomeno, confinatosoprattutto alle coppie ricostituite,sebbene nelle areemetropolitane del Nord Italia isegnali <strong>di</strong> un cambiamento inatto apparissero già evidenti. AMilano ad esempio, tra le donnenate all’inizio degli anniSessanta ben una su tre avevaformato la prima unione in modoinformale anziché <strong>di</strong>rettamentetramite un legame coniugale.Per la stessa generazionel’incidenza nell’Italia centrosettentrionaleera invece pocopiù del 10 per cento e si scendevaa meno del 5 per cento nelMeri<strong>di</strong>one.Il confronto con la generazionesuccessiva (le nate alla fine deglianni Sessanta) fornisce però giàin modo chiaro l’entità del cambiamentoin atto. I numeri parlano<strong>di</strong> una crescita esponenziale.Si sale infatti a circa una convivenzaogni cinque primeunioni per il dato nazionale, e auna ogni quattro nel Nord-Centro (figura 1).Per le generazioni ancor più giovani,illuminanti sono i dati sulleintenzioni. Come evidenziauna recente indagine , circa dueterzi dei giovani che hanno attualmenteattorno ai venticinqueanni sono favorevoli allaconvivenza. Poco meno del 40per cento sono quelli che prevedonopersonalmente <strong>di</strong> attuarlacome forma <strong>di</strong> prima unione.Oltre la metà ritiene che i genitoriaccetterebbero senza alcunaopposizione tale loro eventualescelta. Che il fenomeno siain forte evoluzione e che la maggioranzadella popolazione italianaconsideri oramai socialmenteammissibile che due personepossano convivere senzaessere sposate, è testimoniatoda altre recenti indagini (1).Sulle convivenze omosessualinon esistono ancora dati ufficiali,anche sel’Istat sta pre<strong>di</strong>sponendonela possibilità <strong>di</strong> rilevazionenelle sue prossime indagini.I dati elaborati nel 2002dall’Istituto Cattaneo <strong>di</strong>Bologna mostrano comunqueche con l’età aumenta la quota<strong>di</strong> omosessuali che stabilizzanoi loro legami sentimentali formandouna relazione <strong>di</strong> coppiastabile. Si stima che i conviventipassino dal 7 per cento sotto i 25anni a circa un gay su cinque euna lesbica su tre nella fasciad’età 35-39 anni.Perchéaumentanole coppie <strong>di</strong> fatto?Stencil / MelfeasanceIn molti paesi europei, la maggioranzadelle convivenze si trasformasuccessivamente in matrimonio,non appena si stabilizzala con<strong>di</strong>zione lavorativa eabitativa, oltre a quella affettiva.Ciò avviene spesso in concomitanzacon l’arrivo <strong>di</strong> un figlio.Una parte minoritaria delle coppie<strong>di</strong> fatto rinuncia invece perragioni varie al legame coniugale.Tra queste ci sono sia le unionitra persone dello stesso sesso,sia coppie eterosessuali con osenza figli (2).La scelta <strong>di</strong> convivere in modoinformale anziché sposarsi, almenoin una prima fase, è legataa vari motivi. Sono sicuramentecambiate le preferenze.Le giovani generazioni sarebberomeno propense a fare in etàtroppo precoce scelte cariche <strong>di</strong>impegni e responsabilità.L’unione informale costituisceuna sorta <strong>di</strong> “trial marriage” chepermette <strong>di</strong> uscire dalla casa deigenitori, "sperimentare" le propriecapacità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenzadalla <strong>famiglia</strong> e <strong>di</strong> verificare leproprie capacita <strong>di</strong> lavoro e guadagno.La <strong>di</strong>ffusione della convivenza èperò anche favorita da un aumentodel senso <strong>di</strong> insicurezza,proprio delle società avanzate.In una società sempre più complessa<strong>di</strong>venta sempre menochiaro l’intreccio tra vincoli, opportunitàe implicazioni delleproprie scelte. Inoltre flessibilitàe mobilità occupazionale, seda un lato favoriscono la possibilità<strong>di</strong> conquistare un’autonomiadalla <strong>famiglia</strong> <strong>di</strong> origine,dall’altro non forniscono peròquella stabilità psicologica equella continuità <strong>di</strong> red<strong>di</strong>toconsiderate necessarie per ilmatrimonio. Vari stu<strong>di</strong> hannodel resto evidenziato come laconvivenza spesso si configuricome una “strategia adattativa”in una fase <strong>di</strong> incertezza occupazionale,e il passaggio al matrimoniosia favorito da una stabilitàoccupazionale.Va infine segnalato che nei paesidove la proporzione delleunioni <strong>di</strong> fatto è aumentata <strong>di</strong>più, come per esempio in Sveziae Norvegia, anche la fecon<strong>di</strong>tà èpiù elevata. Questo <strong>di</strong>mostracome il supporto <strong>di</strong> un partnersia rilevante per sostenere scelteimportanti in età giovanile.Riconoscere lecoppie <strong>di</strong> fattoL’auspicio è quin<strong>di</strong> che i policymaker possano adottare su questotema un approccio pragmaticoed equilibrato, che da un latooperi verso la possibilità <strong>di</strong> unriconoscimento giuri<strong>di</strong>co delleunioni <strong>di</strong> fatto (il Pacs francese èun buon esempio), ma dall’altroagisca anche verso una riduzionedelle insicurezze che frenanola progressione al matrimonio ealla decisione <strong>di</strong> aver figli (mercatodel cre<strong>di</strong>to, delle abitazioni,mercato del lavoro, ve<strong>di</strong> Billari eSaraceno).Va infine tenuto presente che la<strong>di</strong>ffusione delle convivenze e illoro riconoscimento giuri<strong>di</strong>conon hanno costituito in alcunpaese, nemmeno in Svezia, unasostituzione dell’istituto del matrimonio(3).Un atteggiamentopositivo verso il matrimonio comefondamento della <strong>famiglia</strong>,o comunque come una sua certificataconferma, continua infattia essere maggioritario intutta Europa.Per saperne <strong>di</strong> più(1) Letizia Mencarini, RosellaRettaroli, Alessandro Rosina, "Primirisultati dell’indagine Idea",presentataal convegno su "Famiglie,nascitee politiche sociali",Accademia deiLincei, 28-29 aprile 2005. E inoltreBarbagli M., Castiglioni M., DallaZuanna G. (2003). Fare <strong>famiglia</strong> inItalia. Un secolo <strong>di</strong> cambiamenti,Bologna: il Mulino. Si veda anchel’indagine Demos-Eurisko, pubblicatasu "La Repubblica" del 7 novembre2004.(2) Sono circa una su tre le coppie attualmenteconviventi che <strong>di</strong>chiarano<strong>di</strong> non avere alcuna intenzione <strong>di</strong>sposarsi (Istat, Rapporto annuale2004, cap. 4).(3) Come in<strong>di</strong>cano i risultati dell’indagineFamily and Working Life inthe 21st Century, condotta nel 1999.In Svezia più che in altri paesi,il matrimonioda rito <strong>di</strong> passaggio sembraessere <strong>di</strong>venuto rito <strong>di</strong> conferma:avviene dopo <strong>di</strong>versi anni dall’iniziodella convivenza e spesso in presenza<strong>di</strong> figli anche cresciuti.


.ORGOGLIOIL MITODELLA NATURALE... FAMIGLIALAICO A PIAZZA23NAVONAPOLITICHE PER LA FAMIGLIAA COSTO ZERO. O QUASI...DANIELA DEL BOCACHIARA SARACENOFRANCESCO BILLARIwww.lavoce.info, 22 aprile 2007Prima delle elezioni abbiamopartecipato al <strong>di</strong>battito sui programmirelativi alla <strong>famiglia</strong>. Si<strong>di</strong>scuteva, allora, tra i due schieramentise fosse meglio riformareil fisco me<strong>di</strong>ante l’introduzione<strong>di</strong> un quoziente familiare(nel programma del centrodestra),ovvero utilizzare nuoveforme <strong>di</strong> trasferimenti monetaria favore delle famiglie e dei figli,ad<strong>di</strong>rittura proponendo l’istituzione<strong>di</strong> veri e propri babybonds (nel programma del centrosinistra),nonché la costruzione<strong>di</strong> tremila nuovi asili nido.Se la <strong>famiglia</strong> è stata al centrodella campagna elettorale, oggi,forse dando ragione a chi sottolineavail carattere essenzialmente<strong>di</strong> propaganda delle proposte,non si parla quasi più <strong>di</strong>tali politiche. La <strong>famiglia</strong> è tornataa essere quasi esclusivamenteun capitolo del <strong>di</strong>battitoideologico (che cosa è, chi ha <strong>di</strong>rittoa formarla e così via) e sulleforme <strong>di</strong> regolamentazione giuri<strong>di</strong>ca,piuttosto che delle politichesociali, nonostante sia statocreato un ministero ad hoc, significativamentesenza portafoglio.Anzi, lo “spacchettamento”del ministero del Lavoro e dellepolitiche sociali in due ministericon portafoglio (Lavoro ePolitiche sociali) e due senza(Famiglia e Politiche giovanili,che si aggiungono al pre-esistenteministero per le Pari opportunità)segnala come non siaben chiaro al nostro legislatorequanto siano, oggi più che mai,intrecciate le politiche del lavoro,quelle per la <strong>famiglia</strong> e quelleper le pari opportunità - non solotra donne e uomini, ma tragruppi <strong>di</strong> età, etnie, persone <strong>di</strong><strong>di</strong>versa appartenenza religiosa,o <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso orientamento sessuale.Spezzettarle in ministeri<strong>di</strong>versi, e con <strong>di</strong>versi poteri, <strong>di</strong>fatto significa frammentare erendere <strong>di</strong>fficilmente comunicantie integrati gli interventi.A ciò si aggiungano le <strong>di</strong>fficoltà<strong>di</strong> bilancio. Tra i provve<strong>di</strong>mentidei primi cento giorni non si intravvedenessuna iniziativa trale tante promesse, anche se essericompaiono in modo esplicitonel Dpef, che tuttavia è, senon un libro dei sogni, certo soloun documento <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzo.Da questo punto <strong>di</strong> vista, saràimportante vedere quanti deipropositi enunciati nel documentoinizieranno a prendereforma nella prossimaFinanziaria.In realtà, se ci si mette in un’otticapragmatica e si allarga losguardo al <strong>di</strong> fuori degli ambiti edegli attori che tra<strong>di</strong>zionalmentesono presi in considerazionequando si pensa a politiche <strong>di</strong>sostegno alle responsabilità familiari,si possono già fare alcunecose senza costi aggiuntivi (oquasi). Di seguito proviamo a rifletteresu tre tipi <strong>di</strong> politiche, in<strong>di</strong>rettamenteo <strong>di</strong>rettamenteamichevoli nei confronti dellefamiglie.Politiche(in<strong>di</strong>rette) per lefamiglie:liberalizzare esemplificareLa campagna <strong>di</strong> liberalizzazionee semplificazione burocraticalanciata dal premier Pro<strong>di</strong> e dalministro Bersani è certamenteun esempio importante <strong>di</strong> politica(in<strong>di</strong>retta) per la <strong>famiglia</strong>. Lefamiglie sono essenzialmenteconsumatrici. Come tali traggonovantaggi dal pagare <strong>di</strong> menoalcuni servizi come quelli assicurativi,o acquistare più facilmenteil pane o i farmaci.Soprattutto quelle con una coppia<strong>di</strong> lavoratori o numerose, sonoperennemente in lotta controil tempo, a causa della <strong>di</strong>fficoltà<strong>di</strong> conciliare tempi del lavoroe tempi della <strong>famiglia</strong> o <strong>di</strong>coor<strong>di</strong>nare i tempi dei genitori edei figli. Ogni semplificazioneburocratica che permetta <strong>di</strong> risparmiareil tempo speso in codeo correndo da uno sportelloall’altro (magari potendo permettersiun taxi) è una politica afavore delle famiglie. In questosenso, in effetti, il nuovoGoverno sembra partire con misureutili.Si può fare <strong>di</strong> più? Certamente.Ad esempio, una liberalizzazionedegli orari della <strong>di</strong>stribuzionecompleterebbe i pacchetticon un’ulteriore opportunità <strong>di</strong>conciliare i tempi della vita.Occorre in questo caso coor<strong>di</strong>narele politiche nazionali conquelle regionali e locali. Occorreinoltre far sì che i nuovi orari sianoutilizzati per la creazione <strong>di</strong>posti riservati a lavoratori chescelgano orari non standard,piuttosto che costringendo i lavoratori(che "tengono" spesso<strong>famiglia</strong>) a turni che renderebberoi tempi <strong>di</strong> vita problematici.Coinvolgere attori<strong>di</strong>versi in climaamichevole neiconfronti dellefamiglie: impresee scuoleSulla scia della voglia <strong>di</strong>"CorporateSocialResponsibility" delle imprese, ilGoverno potrebbe stimolarel’assunzione <strong>di</strong> misure amichevolinei confronti delle famiglie,da pubblicizzare adeguatamente.Se le parti politiche hannoparlato molto <strong>di</strong> <strong>famiglia</strong> durantela campagna elettorale, evidentementeil tema "tira" sulpubblico generale: perché nonstimolare le imprese che potrebberogiovarsi nella propria comunicazionepubblica <strong>di</strong> esserefamily-friendly (già alcune, lofanno, soprattutto quando hannoorigine nor<strong>di</strong>ca e anche incontesti con sostegno pubblicolimitato come gli Stati Uniti)? (1)Stimolare dunque politicheaziendali dell’orario <strong>di</strong> lavoro,ma anche dell’offerta <strong>di</strong> servizi,che tengano conto del fatto cheil proprio personale ha responsabilitàfamiliari e che interagisconocon le politiche locali inquesto settore. Allargare, adesempio, con la collaborazionee anche il monitoraggio del sindacato,le esperienze <strong>di</strong> banchedelle ore, che consentano ai lavoratorie alle lavoratrici unacerta flessibilità nell’orario e lapossibilità <strong>di</strong> scegliere tra esserepagati <strong>di</strong> più (straor<strong>di</strong>nari) o inveceessere pagati in "tempo".Se non si possono costruire i tremilaasili nido promessi, si potrebbecontinuare a promuoverela costituzione <strong>di</strong> quelli aziendali– aperti anche alla comunitàlocale e <strong>di</strong> buona qualità – enfatizzandoil ruolo socialmenteutile che rivestono. Gli asiliaziendali sono già parte <strong>di</strong> programmi<strong>di</strong> "work-life balance"<strong>di</strong> molte imprese negli StatiUniti (con una spesa <strong>di</strong> 1,75 milioni<strong>di</strong> euro) e Gran Bretagna(80 milioni <strong>di</strong> euro, più della metadella spesa europea totale).(2) Si tratta <strong>di</strong> imprese per lo piùmultinazionali spesso con altolivello tecnologico, che hannol’esigenza <strong>di</strong> tenere al lavoro forzalavoro sulla cui formazionehanno investito molte risorse eche non vogliono vedere scompariredopo la nascita del primofiglio.Gli asili nido aziendali si stanno<strong>di</strong>ffondendo anche in Italia, soprattuttonelle gran<strong>di</strong> città delCentro-Nord, nell’ambito <strong>di</strong>progetti più generali <strong>di</strong> "work-lifebalance". In alcuni casi, adesempio nel progetto I care <strong>di</strong>Tim, assicurano una coperturaoraria dalle 6.30 alle 20.30 (cinqueore in più della me<strong>di</strong>a degliasili pubblici). Le imprese che liorganizzano per i propri <strong>di</strong>pendentisono <strong>di</strong>versissime: dallebanche alle università. Certo, èpiù semplice per una grandeimpresa, che ha una "massa critica"sufficiente. Ma anche lepiccole imprese, dove spessosono occupate le donne, potrebberoconsorziarsi tra loro econ il comune per avviare unasilo nido. Si potrebbe pensare aun meccanismo, opportunamenterivisto, come quello dellalegge 285/1998, che servì dastimolo per la creazione <strong>di</strong> nuoviservizi per l’infanzia.Accanto alla questione della curadei bambini molto piccoli,una collaborazione inter-istituzionalee tra pubblico e privatopuò affrontare anche i bisogni <strong>di</strong>cura dei bambini più gran<strong>di</strong>celli,o quelli che si presentano all’altrocapo dello spettro <strong>di</strong> età.Ad esempio, potrebbero esserefatte conoscere e incentivateiniziative, ancora una volta comeI care <strong>di</strong> Tim, in cui, per aumentarela flessibilità dell’orarioe dei conge<strong>di</strong>, viene intestato aibambini <strong>di</strong> meno <strong>di</strong> otto anniun libretto <strong>di</strong> assegni tempo (<strong>di</strong>150 ore) che i genitori possono"staccare" quando ne hannonecessità. (3)Le scuole, che sono <strong>di</strong> fatto ilprincipale servizio, potrebberoessere utilizzate in modo piùamichevole nei confronti dellefamiglie. Incoraggiando non soloil tempo pieno, ma anche l’allargamento<strong>di</strong> esperienze giàesistenti sull’utilizzo dei localinelle ore extrascolastiche daparte sia delle famiglie sia <strong>di</strong> associazionie altri enti che forniscanoservizi (corsi, ma perchéno, attività <strong>di</strong> intrattenimento ecura dei bambini al <strong>di</strong> fuori degliorari standard).Le misure <strong>di</strong> flessibilità orariapensate per chi ha bambini potrebberoessere allargate anchea chi ha responsabilità <strong>di</strong> curaverso familiari fragili a motivodell’età o della malattia, innanzituttofacilitando l’utilizzo deipermessi <strong>di</strong> legge. Sarebberoanche utili servizi <strong>di</strong> consulenzae me<strong>di</strong>azione per affrontare iproblemi <strong>di</strong> questa fase della vitae per essere aiutati a sceglieretra le opzioni possibili (quandoci sono).Razionalizzarei benefici finanziariattualmentein vigoreA parità <strong>di</strong> spesa, si potrebberorazionalizzare i benefici finanziaria favore delle famiglie: gliassegni al nucleo familiare, gliassegni per le famiglie con almenotre figli, le detrazioni perfigli a carico. Tali misure rispondonoa logiche e criteri <strong>di</strong>fferenti,quin<strong>di</strong> producono <strong>di</strong>suguaglianzenon accettabili sul pianodell’equità. A parità <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to e<strong>di</strong> composizione della <strong>famiglia</strong>,infatti, alcune famiglie traggonotutti e tre i benefici, altre – <strong>di</strong> solitole più povere – solo l’assegnoper chi ha almeno tre figli.L’assegno al nucleo familiare,infatti, è pagato solo ai lavoratori<strong>di</strong>pendenti e assimilati a bassored<strong>di</strong>to e non entra nell’imponibile.Delle detrazioni familiaripossono fruire solo coloroche, in<strong>di</strong>vidualmente, hanno unred<strong>di</strong>to sufficientemente capiente.Dell’assegno al terzo figliopossono fruire tutte le famigliecon almeno tre figli minoriche hanno un red<strong>di</strong>to (alla cuiformazione non concorrel’eventuale assegno al nucleo familiare)non superiore a euro21.309,43 per cinque persone.Se l’accordo su una misura universalistica,quale esiste in quasitutti i paesi europei, a parità <strong>di</strong>budget, appare poco probabileper le <strong>di</strong>fferenze <strong>di</strong> impostazionee <strong>di</strong> priorità anche all’internodell’attuale maggioranza, si potrebberounificare i criteri, i mo<strong>di</strong><strong>di</strong> calcolo del red<strong>di</strong>to e dellasua progressività e le scale <strong>di</strong>equivalenza, almeno dei due assegnio ad<strong>di</strong>rittura unificarlitout court, <strong>di</strong> modo da evitare leattuali iniquità, correggere gli effettiperversi degli scaglioni <strong>di</strong>red<strong>di</strong>to così come si produconoattualmente soprattutto nell’assegnoal nucleo familiare e influirein modo più netto sul benesseredelle famiglie numerosee in potenziale (o effettiva)<strong>di</strong>fficoltà economica.Nel farlo, occorrerebbe anchetentare <strong>di</strong> correggere il potenzialeeffetto <strong>di</strong>sincentivante delsecondo red<strong>di</strong>to (<strong>di</strong> fatto, del lavorodelle donne) implicito inogni trasferimento basato su untest dei mezzi familiari. È nonsolo in contrasto con gli obiettivi<strong>di</strong> parità tra uomini e donne econ gli obiettivi <strong>di</strong> aumento deltasso <strong>di</strong> attività e occupazionefemminile, come hanno rilevatosu queste stesse pagine ancheDe Vincenti e Pollastri. È anchein contrasto con qualsiasi politica<strong>di</strong> prevenzione della povertàdelle famiglie con figli e anchedelle donne.Certo, sarebbe utile avere i datisu chi fruisce degli assegni alnucleo familiare per quali importi,per poter fare una valutazione<strong>di</strong> chi e quanti eventualmentesarebbero svantaggiatida un’eventuale riforma e viceversachi e quanti ne trarrebberobenefici. Purtroppo è un datoche sembra impossibile averedall’Inps, per il modo in cui questaspesa viene richiesta e documentata.Anche questo la <strong>di</strong>celunga sulla scarsa attenzionecon cui vengono pensate e attuatele politiche <strong>di</strong> sostegno alla<strong>famiglia</strong> nel nostro paese.Nel Dpef si parla, senza entrarenel dettaglio dei tempi e mo<strong>di</strong>,<strong>di</strong> unificare in un unico strumento– l’assegno per i minori –le detrazioni per i figli e gli assegni,da destinare prioritariamentealle famiglie a red<strong>di</strong>tome<strong>di</strong>o e basso. Ciò risolverebbeda un lato la questione della incapienza(ovvero del mancatoaccesso delle famiglie più poverealle facilitazioni <strong>di</strong> tipo fiscale),dall’altro quello delle iniquitàprodotte dalla maggiorazioneper i bassi red<strong>di</strong>ti introdotta dalprecedente Governo. Dato, infatti,che l’imposta è sui red<strong>di</strong>tiin<strong>di</strong>viduali, una detrazione siffattapuò produrre iniquità trafamiglie con red<strong>di</strong>to complessivoidentico, ma guadagnato dauna piuttosto che due persone.Anche se va tenuto presente cheanche in questo caso, in assenza<strong>di</strong> correttivi adeguati, vi potrebbeessere una forte penalizzazionedelle famiglie con duepercettori <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to, quin<strong>di</strong> dellavoro della donna-madre.


24 .IL MITODELLA FAMIGLIANATURALE...ORGOGLIOLAICO A PIAZZANAVONALA FAMIGLIA NELLA COSTITUZIONE:ALLA RADICE DI UN OSSIMOROROBERTO BIN*“Stu<strong>di</strong>um Iuris”, n.10 del 20001.Le scale<strong>di</strong> EscherÈ noto che l'art. 29 Cost. rappresentauno dei sommi esempi <strong>di</strong>me<strong>di</strong>azione linguistica nellascrittura della costituzione. "LaRepubblica riconosce i <strong>di</strong>rittidella <strong>famiglia</strong> come società naturalefondata sul matrimonio"è una proposizione impossibile,una specie <strong>di</strong> equivalente legislativodelle scale <strong>di</strong> Escher.Verrebbe da <strong>di</strong>re che ha un senso,ma non un significato: ossiamuove reazioni emotive abbastanzaprecise sul piano ideologico,ma non si traduce in regolegiuri<strong>di</strong>che che possano basareun ragionamento argomentativoserrato.L’idea <strong>di</strong> una "società naturale"porta con evidenza a postularel’esistenza <strong>di</strong> un qualcosa cheprecede il <strong>di</strong>ritto e lo Stato. Concoerenza l’art. 29 affermerebbeperciò che la Repubblica "riconosce"i <strong>di</strong>ritti della <strong>famiglia</strong>, comea voler <strong>di</strong>re che questi preesistonoall’or<strong>di</strong>namento giuri<strong>di</strong>corepubblicano, perché derivanodalla "natura delle cose" enon dal <strong>di</strong>ritto stesso. È l’anticapretesa giusnaturalistica, riscopertae riproposta dalla partecattolica dei costituenti e degliinterpreti della costituzione. Èuna pretesa mai sopita.Introducendo <strong>di</strong> recente il convegnonazionale dei giuristi cattolicidel 1997 - che pure aveval’inquietante titolo "Quale <strong>famiglia</strong>?"- Giuseppe Dalla Torreesor<strong>di</strong>sce proprio così: la costituzioneconcepisce la <strong>famiglia</strong>"come formazione sociale funzionaleallo svolgimento dellapersona, precedente allo Stato eche questo non può che riconoscere".Se la locuzione "società naturale"ha un qualche significato peril <strong>di</strong>ritto, non credo che possaaverne uno <strong>di</strong>verso da questo.Ma se questo è il significato, siapre un vasto panorama <strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zionipratiche ed ermeneutiche.2. Esiste unconcetto"naturale"<strong>di</strong> <strong>famiglia</strong>?Prima contrad<strong>di</strong>zione: esiste unconcetto "naturale" <strong>di</strong> <strong>famiglia</strong>?Questo è il punto su cui hannomaggiormente insistito i critici<strong>di</strong> questa concezione. Si sa, tuttigli stu<strong>di</strong> storici, antropologici,sociologici, economici ecc. ciconfermano che la <strong>famiglia</strong> eun’istituzione estremamentemutevole, per <strong>di</strong>mensione, organizzazione,funzione. Non occorreneppure analizzarla construmenti sofisticati, perché appartienealla stessa nostra esperienza<strong>di</strong>retta l’incre<strong>di</strong>bile mutazioneche la <strong>famiglia</strong> italianaha subito nel corso <strong>di</strong> una o duegenerazioni. Oltre i confini geograficie storici della nostraesperienza <strong>di</strong>retta, poi, qualsiasiunità del concetto <strong>di</strong> <strong>famiglia</strong>si perde. E allora, cosa connotaquesta "società naturale"? Miposso immaginare due tipi risposta,una in chiave psicologica,l’altra in chiave culturale.La prima potrebbe portarci a <strong>di</strong>reche la "<strong>famiglia</strong>", qualsiasi nesia l’estensione, l’organizzazioneo la funzione, è comunque"naturale" nel senso che appartieneai bisogni umani fondamentali,imprescin<strong>di</strong>bili, legatialla socialità dell’uomo, alla suariproduzione, alla sua affettività,al suo bisogno <strong>di</strong> riservatezza.La <strong>famiglia</strong>, insomma, denoterebbequel primo e in<strong>di</strong>spensabileesempio <strong>di</strong> "formazionesociale" <strong>di</strong> cui l’art. 2 Cost. garantiscee, ancora una volta, "riconosce"l’esistenza (non a caso,essendo l’art. 2 l’altra clausola"giusnaturalistica" della costituzione),.Ma se così fosse, dovremmo ritenereche l’art. 29 ci rimandaad un concetto estremamenteampio, destrutturato, <strong>di</strong> ‘<strong>famiglia</strong>’.Se ad essa si in<strong>di</strong>rizza un bisogno"naturale" della persona,la ‘<strong>famiglia</strong>’ allora può assumeretante forme organizzativequante sono i mo<strong>di</strong> in cui ognunorealizza la propria personalità.L’art. 29 verrebbe perciò adessere letto come una garanzia<strong>di</strong> autonomia, <strong>di</strong> "autogoverno",ad un livello sociale minimo,<strong>di</strong> cui ognuno è padrone <strong>di</strong>in<strong>di</strong>viduare la fisionomia senzaingerenze dell’apparato pubblico:sarebbe una garanzia dall’estensioneassai simile a quellaapprestata dall’art. 8 della CE-DU ("Toute personne a droit aurespect de sa vie privée et familiale").È chiaro che allora, peresempio, non vi sarebbe modo<strong>di</strong> negare la perfetta (nel senso<strong>di</strong> eguale) legittimità anche della<strong>famiglia</strong> omosessuale, cosìcome <strong>di</strong> ogni altra formazionefamiliare "anomala". Anzi, proprioper l’elementare rispetto <strong>di</strong>questa sfera <strong>di</strong> intimità socialeche è la <strong>famiglia</strong>, nessuno –esterno a quel nucleo - dovrebbepoter esprimere giu<strong>di</strong>zi suicomportamenti che in essa sitengono e tanto meno farne derivareconseguenze giuri<strong>di</strong>che.Il fatto che, per esempio, nella<strong>famiglia</strong> omosessuale non vi siaLA RIVOLUZIONEDELL’INTIMITÀ/1:LA VITTORIA DELDIVORZIOIl primo ottobre 1965 il deputatosocialista Loris Fortuna presentavaalla Camera un progetto <strong>di</strong> leggeper il <strong>di</strong>vorzio. Quel progetto sarebberimasto tale se intorno ad essonon fosse stata organizzata per impulsodei ra<strong>di</strong>cali una campagnache nel giro <strong>di</strong> un quinquennio trasformòuna posizione ideale inconquista politica ed in legge delloStato. La maggior parte del mondolaico e <strong>di</strong> sinistra giu<strong>di</strong>cava il paese"non maturo" per una tale riforma,del resto ferocemente avversatadalle forze clericali e conservatrici.All'inizio del 1966, grazie anche alsostegno <strong>di</strong> una campagna <strong>di</strong>stampa del settimanale popolare"ABC" si costituiva la Lega Italianaper il <strong>di</strong>vorzio (LID).Per la prima volta nella storia repubblicana i ra<strong>di</strong>cali davano vita ad un movimento costituito dapolitici provenienti da <strong>di</strong>versi orizzonti partitici e da "gente comune", in grado <strong>di</strong> esercitare unacrescente influenza sulla pubblica opinione e sullo stesso "Palazzo". Infine con l'azione nonviolentaculminante nello sciopero della fame ad oltranza <strong>di</strong> Marco Pannella e <strong>di</strong> RobertoCicciomessere che dal 10 novembre 1969 si protrasse fino alla messa in <strong>di</strong>scussione alla Cameradel progetto <strong>di</strong> legge, infine approvato il 29 <strong>di</strong>cembre.Dopo quattro anni il referendum del 12 maggio 1974, promosso dai clericali, sanciva clamorosamentecon il voto popolare la sconfitta dello schieramento clerico-conservatore ridotto a rappresentaresolo il 41% della popolazione.lo "scopo riproduttivo" – a parteil fatto che ormai è solamenteun problema tecnologico osemmai, se passano oscure leggi,un limite giuri<strong>di</strong>co, quin<strong>di</strong>convenzionale – non può certoincidere sulla garanzia riconosciutaad essa: nessuno dubitache anche le famiglie "normali"che, per scelta o meno, sianosenza figli sono ciò nonostante,almeno sotto un profilo giuri<strong>di</strong>co(<strong>di</strong>versamente da quello acustico),perfettamente "famiglie".Anzi, si potrebbe ragionare proprioall’incontrario: tanto più siritenesse che non solo la "<strong>famiglia</strong>",ma proprio la <strong>famiglia</strong> riproduttiva,è un bisogno "naturale"della persona, tanto più sidovrebbe concludere che sia il"riconoscimento" del nucleo familiare,sia il <strong>di</strong>ritto alla procreazioneassistita devono essere assicuratia tutti, come "<strong>di</strong>ritto inviolabiledell’uomo" alla realizzazionedella propria personalità(ancora l’art. 2 Cost.).3. "Natura"e tra<strong>di</strong>zioneÈ evidente la contrad<strong>di</strong>zionepratica tra questa conclusione ele premesse ideologiche <strong>di</strong> chiLa “<strong>famiglia</strong>”,qualsiasine sial’estensione,l’organizzazioneo la funzione,è comunque"naturale”muove da una lettura "naturalistica"dell’art. 29. Dal suo punto<strong>di</strong> vista, sono conclusioni deltutto inaccettabili, che lo spingonoa praticare l’altra strada,quella che ho definito della rispostaculturale. È una rispostache sfrutta varianti tipiche delloschema classico <strong>di</strong> pensiero giusnaturalistico,che si basano suargomenti come la "normalità"dei casi o la tra<strong>di</strong>zione culturale.La variante della "normalità" èdavvero debole. Certo, nella"normalità" dei casi, per nostrastessa esperienza, quando siparla <strong>di</strong> "<strong>famiglia</strong>" si pensa aqualcosa che non c’entra affattocon la coppia omosessuale ocon altre combinazioni <strong>di</strong> vita.Ma sarebbe un argomentospen<strong>di</strong>bile, questo? Assai poco,perché se è sul costume socialeche si deve basare la nozione <strong>di</strong>"<strong>famiglia</strong>", sul "me<strong>di</strong>o sentire",allora perde <strong>di</strong> qualsiasi prescrittivitàil concetto <strong>di</strong> <strong>famiglia</strong>"naturale". La <strong>famiglia</strong> nonpreesiste affatto allo Stato, perchési evolve (come <strong>di</strong> fatto sievolve) con la stessa rapi<strong>di</strong>tà deicostumi sociali e delle leggi cheli governano. Spetta al corporappresentativo, al Parlamento,al legislatore (a chi altro se no, inuna democrazia rappresentativa?)interpretare l’evoluzionesociale, e quin<strong>di</strong> l’art. 29 andrebbeletto come se fosse scritto"la <strong>famiglia</strong> è una formazionesociale definita dal legislatore":sarebbe la fine <strong>di</strong> qualsiasi tentativo<strong>di</strong> uso forte, prescrittivo,costituzionale (nel senso <strong>di</strong> sovrappostoalla legge) della <strong>famiglia</strong>.I "<strong>di</strong>ritti" della <strong>famiglia</strong> nonpreesisterebbero più alla legge,


.IL MITODELLA NATURALE... FAMIGLIAORGOGLIOLAICO A PIAZZA25NAVONAma sarebbe la legge a crearli.Non resta dunque che appellarsialla tra<strong>di</strong>zione culturale, aquel concetto <strong>di</strong> <strong>famiglia</strong> che cideriva dal passato, <strong>di</strong> cui è intrisala nostra cultura, a cui certonon sono affatto estranei i valoridella religione cattolica. È la<strong>famiglia</strong> che si basa sul matrimonio,come patto in<strong>di</strong>ssolubiletra persone <strong>di</strong> sesso <strong>di</strong>verso eteso, come suo elemento costitutivoalmeno tendenziale, allariproduzione. In una parola, la<strong>famiglia</strong> legittima. È talmentecompenetrato nella nostra culturaquesto concetto <strong>di</strong> <strong>famiglia</strong>che il nostro stesso co<strong>di</strong>ce civilenon sente neppure il bisogno <strong>di</strong>definirla: intesta alla <strong>famiglia</strong> illibro primo, la richiama perun’infinità <strong>di</strong> cose (il domiciliodel minore, la determinazionedell’assegno alimentare, i doveridei coniugi e la loro residenza,ecc.), ma non <strong>di</strong>ce mai che cosasia; il Capo VI s’intitola "Del regimepatrimoniale della <strong>famiglia</strong>",ma esor<strong>di</strong>sce identificandoil patrimonio familiare con ilregime patrimoniale tra i coniugi;e quando <strong>di</strong>sciplina il matrimonio,in nessun punto prescriveesplicitamente che i coniugidebbano essere <strong>di</strong> sesso <strong>di</strong>verso.Lo dà per scontato.Nulla <strong>di</strong> ine<strong>di</strong>to: agli inizi del secolo,su pressione dei movimentifemministi, si "scoprì"che nessuna norma dell’or<strong>di</strong>namentocompletava il sesso (maschile)come presupposto dell’elettoratoattivo e passivo: eraun dato appartenente alla "naturadelle cose", così come lo èl’eterosessualità della <strong>famiglia</strong>.Fu una famosa sentenza <strong>di</strong>Mortara, del 1906, a sfatare questa"ovvietà" ragionando in termini<strong>di</strong> rigore giuri<strong>di</strong>co: ma nonbastò a cambiare la forza dellatra<strong>di</strong>zione culturale che ritenevale donne quantomeno "inadatte"al voto. Tra<strong>di</strong>zioni culturali,appunto.4. "Natura"e <strong>di</strong>rittoNon mi sembra utile contestarequesta impostazione sul pianodei valori, in termini <strong>di</strong> contrapposizionetra modelli ideali <strong>di</strong>organizzazione umana e sociale.Né mi sembra decisivo segnalarealcune <strong>di</strong>fficoltà "periferiche"che la tra<strong>di</strong>zione culturalepuò incontrare, per esempio,<strong>di</strong> fronte alla rottura del dogmadell’in<strong>di</strong>ssolubilità del vincolomatrimoniale o ad altri profiliattinenti, tutto sommato, adaspetti contingenti della legislazionepositiva. Vi sono aporieben più fondamentali che questaconcezione deve affrontare.Pre<strong>di</strong>care della <strong>famiglia</strong> che essaè una società "naturale" e, adun tempo, fondata sul "matrimonio"è pre<strong>di</strong>care attributi traloro incompatibili, dato che ilmatrimonio è un istituto giuri<strong>di</strong>coche non appartiene affattoalle forme "naturali" dell’organizzazionesociale, ma a quelleLA RIVOLUZIONEDELL’INTIMITA’/2:IL DIRITTO ALLALIBERASESSUALITÀGià a metà degli anni sessanta anchele questioni della vita personalee della sessualità erano oggetto <strong>di</strong><strong>di</strong>scussione e <strong>di</strong> iniziativa ra<strong>di</strong>cale."In Italia - affermava una relazionedel congresso PR del 1967 - la tra<strong>di</strong>zionalelegislazione basata sui concetti<strong>di</strong> onore e <strong>di</strong> <strong>famiglia</strong> in<strong>di</strong>ssolubile,l'assenza <strong>di</strong> una politica demografica,la mancanza <strong>di</strong> un'informazionesessuale, l'attivo e quoti<strong>di</strong>anoavvelenamento dello svilupponaturale dei bambini, la persecuzionedei rapporti amorosi chenon abbiano ricevuto la sanzione<strong>di</strong> un'autorità, sono tutti fenomeniche rivelano il carattere non solo in<strong>di</strong>viduale,ma sociale del problemasessuale". Nel 1967 insieme conl'AIED si tiene un <strong>di</strong>battito suSessuofobia e clericalismo e, l'anno successivo, viene organizzato il convegno Repressione sessualee oppressione sociale.La tematica della liberazione sessuale trova un momento <strong>di</strong> approfon<strong>di</strong>mento e <strong>di</strong> applicazionenell'azione in <strong>di</strong>fesa dei <strong>di</strong>ritti degli omosessuali. Nella primavera del 1971 comincia ad aggregarsi,per iniziativa <strong>di</strong> Angelo Pezzana, il Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano(FUORI) che già nella sigla intende manifestare la volontà <strong>di</strong> questa minoranza <strong>di</strong> "reagire allostato <strong>di</strong> emarginazione e <strong>di</strong> uscire fuori dal ghetto della paura e della infelicità socialmente imposta".Il FUORI suggella al congresso del novembre 1974 il rapporto con il PR con un patto federativo.Nel 1976, nelle liste elettorali ra<strong>di</strong>cali, per la prima volta nella storia italiana, gli omosessualisono presenti come tali a testimoniare l'assunzione della <strong>di</strong>fesa dei loro <strong>di</strong>ritti da parte ra<strong>di</strong>cale.convenzionali, determinate dalleregole contingenti poste dallalegislazione vigente. Non è affatto"naturale" che la gente sisposi, anche se la maggioranzalo fa (anzi, alcuni lo fanno piùvolte): è una libera scelta da cuiderivano specifiche conseguenzegiuri<strong>di</strong>che.Questo, d’altra parte, è l’insegnamentodella Corte costituzionalea proposito della c.d."<strong>famiglia</strong> <strong>di</strong> fatto". La Corte hainfatti sistematicamente rigettatotutti i tentativi <strong>di</strong> estenderealla <strong>famiglia</strong> non matrimonialei rapporti giuri<strong>di</strong>ci che le leggicivili prevedono per la <strong>famiglia</strong>"legittima". Anche quando si sarebbetrattato <strong>di</strong> estendere alpartner economicamente piùdebole qualche garanzia che lalegge gli assicurerebbe nell’àmbitodel regime matrimoniale, laCorte ha ritenuto <strong>di</strong> non poterlofare per una ragione precisa:il matrimonio è un istituto giuri<strong>di</strong>coche prevede, per i contraenti,un preciso sistema <strong>di</strong> obblighie <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti reciproci; masiccome il matrimonio è unascelta volontaria, sarebbe illegittimo,perché lesivo della libertàin<strong>di</strong>viduale, estendere ancheuno solo <strong>di</strong> quei rapporti a chi,per sua scelta, ha deciso <strong>di</strong> convivere,anziché contrarre matrimonio.Il matrimonio è unascelta, una scelta da cui derivanole conseguenze giuri<strong>di</strong>chepreviste dall’or<strong>di</strong>namento: nonsi può volere il matrimonio senzaquelle conseguenze, né sipossono volere quelle conseguenzesenza il matrimonio.Qualcosa, come si vede, nonfunziona. Come può essere cheuna "società naturale", preesistenteal <strong>di</strong>ritto, sia da questo riconosciutasolo quando assumeprecise connotazioni formali,determinate dal <strong>di</strong>ritto stesso:mentre, se la stessa identica società,proprio perché costituitanelle forme <strong>di</strong> "<strong>famiglia</strong> naturale",anziché legale, viene ad essereesclusa dall’interesse dell’or<strong>di</strong>namentogiuri<strong>di</strong>co? Il problemasi complica se esten<strong>di</strong>amolo sguardo al trattamentodei figli.Sempre la giurisprudenza dellaCorte costituzionale ha <strong>di</strong>stintonettamente le relazioni "orizzontali"che intercorrono traipartner da quelle "verticali" cheintercorrono tra essi e gli eventualifigli. Mentre le prime, comesi è detto, sono ispirate al principiodella libertà delle scelte in<strong>di</strong>viduali,le seconde sono inveceimprontate dal principio <strong>di</strong>ametralmenteopposto. Quale siail regime giuri<strong>di</strong>co scelto dai genitoriper i loro rapporti nonpuò avere influenze per i figli,che a quella scelta certo nonhanno preso parte. Per cui, i doveridei genitori nei confrontidei figli non cambiano in ragionedella <strong>di</strong>sciplina giuri<strong>di</strong>ca deiloro rapporti: che siano o menosposati è una questione per loro"trasparente".Così stando le cose, ne dobbiamoricavare una conclusioneprecisa: il matrimonio è un attovolontario che non serve a costituirela "società naturale", maa scegliere un determinato regimegiuri<strong>di</strong>co; mentre la "societànaturale", anche se non fondatasul matrimonio, ha comunqueimportanti riflessi giuri<strong>di</strong>ciquando c’è <strong>di</strong> mezzo la filiazione,che è indubbiamente unadelle conseguenze più "naturali"(e però non sempre volontaria)<strong>di</strong> quella "società". E allora?5. "Natura"e libertà <strong>di</strong> sceltaAllora le contrad<strong>di</strong>zioni logichee pratiche non sono finite.Partiamo dal punto appena affrontatoe poniamoci un problemaoggi assai attuale: sino ache punto è legittimo, alla lucedei princìpi fissati dalla giurisprudenzacostituzionale,escludere la <strong>famiglia</strong> omosessualedal riconoscimento giuri<strong>di</strong>co?Se l’assunzione dei <strong>di</strong>rittie dei doveri reciproci connaturatiin<strong>di</strong>ssolubilmente ed esclusivamenteall’istituto del matrimonioè un fatto <strong>di</strong> libera scelta,perché da questa scelta sonoesclusi i partner omosessuali?L’interrogativo si fa tanto piùgrave quanto più insistiamo sull’attributodella "naturalità" della<strong>famiglia</strong>, come bisogno ra<strong>di</strong>catonella realizzazione dellapropriapersonalità.L’omosessualità non è una scelta(qualcuno sostiene anzi chesia una malattia!), ma è qualcosache deriva dalla situazione"naturale" della persona.Costruire una struttura <strong>di</strong> relazionisociali adeguata alla propria"natura" è una componenteessenziale dell’affermazionedella propria personalità. In unasua storica sentenza la Corte costituzionale,parlando del transessualismoe del mutamentoanagrafico del sesso, ebbe a <strong>di</strong>reche la realizzazione della propriaidentità sessuale è un elementofondamentale dell’affermazionedella personalità e dell’equilibriopsico-fisico dellapersona, e che all’identità sessualesono indubbiamente legateanche alcune con<strong>di</strong>zioniche attengono alla socialità,cioè ad un sufficiente <strong>di</strong>spiegarsidelle relazioni sociali.Escludere la "<strong>famiglia</strong>" omosessualedal riconoscimento legalesignifica dunque negare ai suoicomponenti la possibilità <strong>di</strong> goderedel regime giuri<strong>di</strong>co tipicodella <strong>famiglia</strong>: regime giuri<strong>di</strong>coche qualche pregio assiologicoSe è sul costumesociale chesi deve basarela nozione <strong>di</strong>"<strong>famiglia</strong>", sul"me<strong>di</strong>o sentire",alloraperde <strong>di</strong> qualsiasiprescrittivitàil concetto<strong>di</strong> <strong>famiglia</strong>“naturale”deve pur avere e, sotto il profilodei <strong>di</strong>ritti, indubbiamente ha intermini <strong>di</strong> obblighi <strong>di</strong> solidarietàreciproca, <strong>di</strong> garanzia economica,<strong>di</strong> privilegi nella successioneecc. Il valore assiologico, chespiega il favor costituzionale peril matrimonio, si spiega a suavolta con i vantaggi, per la realizzazionedella persona umana,della stabilità del quadro dellerelazioni sociali, affettive e economicheche si connette al regimegiuri<strong>di</strong>co della <strong>famiglia</strong>. Sequesto regime è garantito soloalla <strong>famiglia</strong> matrimoniale, perchésposandosi i coniugi lo hannoliberamente scelto, come sipuò giustificare che esso sia negatoa quelle formazioni familiaria cui è comunque preclusaquesta scelta? A causa della "natura"della loro identità sessuale,certo non liberamente scelta?Significa assumere l’omosessualitàcome premessa <strong>di</strong> ungiu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> valore negativo sullapersona, mentre, semmai, dovrebbeessere la premessa per laristrutturazione <strong>di</strong> alcuni trattidella nostra legislazione in no-


26 .IL MITODELLA FAMIGLIANATURALE...ORGOGLIOLAICO A PIAZZANAVONAme del pari <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> realizzarese stessi. Si potrebbe ragionarecosì: o il matrimonio non è unostrumento <strong>di</strong> realizzazione dellapropria personalità, e allora nonsi giustifica il regime esclusivoche gli si attribuisce; oppure loè, ma allora è <strong>di</strong>fficile giustificareche tale regime sia limitato adun unico modello <strong>di</strong> organizzazionefamiliare, con la conseguenzache vi siano persone acui, non per loro scelta volontaria,sia impe<strong>di</strong>to <strong>di</strong> giovarsi <strong>di</strong>questo strumento <strong>di</strong> realizzazione<strong>di</strong> se stessi.6. Chi è il titolaredei "<strong>di</strong>ritti"della <strong>famiglia</strong>?Ulteriore problema. Quali sono i"<strong>di</strong>ritti" che la costituzione, all’art.29, riconosce alla <strong>famiglia</strong>come "società naturale"? Nonsono certo i <strong>di</strong>ritti che inerisconoal regime tipico della <strong>famiglia</strong>matrimoniale, perché essi(a) riguardano esclusivamente ipartner e non sono imputabiliin alcun modo ad un soggettoterzo chiamato ‘<strong>famiglia</strong>’, e poi(b) essi derivano da un atto giuri<strong>di</strong>co,il matrimonio, e non dallaesistenza <strong>di</strong> fatto <strong>di</strong> quella"società naturale".Il messaggio dell’art. 29.1 Cost.è perciò letto <strong>di</strong> solito in termini<strong>di</strong> autonomia, autogoverno,sussi<strong>di</strong>arietà ecc. Va però sottolineatoche si tratta <strong>di</strong> pretese,indubbiamente legittime e con<strong>di</strong>visibili,ma <strong>di</strong> tipo essenzialmente"negativo", che si basanocioè su una richiesta <strong>di</strong> non-intromissioneda parte dello Stato,come pure da parte dei privati.Alla <strong>famiglia</strong> si riconosce una libertànegativa fornita <strong>di</strong>Drittwirkung, cioè con effetti ergaomnes, cui corrisponde unobbligo <strong>di</strong> astensione da parte<strong>di</strong> qualsiasi altro soggetto.Ma, e qui sta il problema, questalibertà è riconosciuta alla "<strong>famiglia</strong>",come soggetto collettivo, oai suoi membri? È la risposta aquesta domanda che rivela lacontrad<strong>di</strong>zione pratica <strong>di</strong> coloroche più si manifestano propensialla valorizzazione della<strong>famiglia</strong> come formazione sociale,perché sono per lo più glistessi che <strong>di</strong> continuo ripropongonointerventi legislativi a tutela<strong>di</strong> posizioni in<strong>di</strong>viduali interneal nucleo familiare e contrappostealla pretesa <strong>di</strong> autogovernodello stesso. Da un lato quin<strong>di</strong>abbiamo l’affermazione ideologica,<strong>di</strong> principio, <strong>di</strong> un modellodeterminato <strong>di</strong> organizzazionesociale ispirata ai valoritra<strong>di</strong>zionali, alla quale si vuolvedere riconosciuta una posizione<strong>di</strong> precedenza rispetto alloStato e <strong>di</strong> autonomia nei suoiconfronti; dall’altro, si nega neifatti l’impermeabilità <strong>di</strong> questaorganizzazione e si chiede inveceche sia lo Stato a regolare irapporti interni ad essa, contrapponendoalla libera determinazionedei membri della"società naturale" un complessoe pervasivo fascio <strong>di</strong> regoleattinenti ai rapporti sessuali traipartner (per esempio, per quantoriguarda la violenza sessualetra coniugi), ai rapporti tra genitorie figli (per esempio, perquanto riguarda le capacitàeducative), alla stessa procreazione(per esempio, per quantoriguarda la fecondazione assistita).Si arriva persino, come èproprio il caso della fecondazioneassistita, ad inventare unasorta <strong>di</strong> embrionale soggettivitàgiuri<strong>di</strong>ca non solo del concepito,ma degli stessi gameti, percontrapporla al <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> autodeterminazioneda parte deipartner. E allora, quali sono i <strong>di</strong>ritticonnaturati alla <strong>famiglia</strong>che lo Stato deve limitarsi a riconoscere?7. La <strong>famiglia</strong>,tra <strong>di</strong>ritto premialee morale impostaCome si vede i punti interrogativirestano e si moltiplicanoman mano si affonda l’analisi. Èl’inevitabile conseguenza <strong>di</strong> unsovraccarico <strong>di</strong> significati ideologiciche si accentrano su unarealtà che non ha corpo giuri<strong>di</strong>co,pur avendo una grande evidenzasociale. La legislazione,per altro, è farcita <strong>di</strong> norme cheLA RIVOLUZIONEDELL’INTIMITA’/3:LA LEGALIZZAZIO-NE DELL'ABORTOAll'inizio del 1970 si costituisce ilMovimento <strong>di</strong> Liberazione dellaDonna (MLD) "come parte <strong>di</strong> unpiù ampio movimento ra<strong>di</strong>cale chesi muove nel senso <strong>di</strong> una societàsocialista e libertaria...in quanto laliberazione della donna porta consé una liberazione, una realizzazionee una felicità generali non solofruibili dalle donne ma anche dagliuomini". Tra i <strong>di</strong>versi obiettivi, ilmovimento si batte innanzituttoper la liberalizzazione dell'aborto.Sono organizzate le autodenunce<strong>di</strong> massa mentre si intensifica lapressione sul Parlamento che trovaun primo sbocco nel progetto <strong>di</strong>legge sull'aborto presentato daLoris Fortuna (doppia tessera ra<strong>di</strong>calee socialista) l'11 febbraio 1973.Parallelamente al MLD si costituisce il 20 settembre 1973, per iniziativa <strong>di</strong> Adele Faccio, il CentroInformazione Sterilizzazione e Aborto (CISA) che, nel novembre 1974, <strong>di</strong>viene movimento federatoal Partito Ra<strong>di</strong>cale.Nel gennaio 1975 il CISA viene alla ribalta con la scoperta dopo un anno della attività sotterranea<strong>di</strong> una clinica <strong>di</strong> Firenze dove venivano praticati aborti anche come forma <strong>di</strong>chiarata <strong>di</strong> <strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>enzacivile. All'arresto del me<strong>di</strong>co Giorgio Conciani segue quello <strong>di</strong> GianfrancoSpadaccia che, da segretario del Partito Ra<strong>di</strong>cale, si <strong>di</strong>chiara corresponsabile, quin<strong>di</strong> prendonola via del carcere, in aprile, Adele Faccio che afferma <strong>di</strong> aver assistito attraverso il CISA circa 4000donne e, in giugno, Emma Bonino, subentrata dopo gli arresti nella responsabilità del CISA.Solo l'intensificarsi dell'azione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>enza civile, gli arresti, le autodenunce e, quin<strong>di</strong>, lapromozione da parte del PR con l'appoggio dell'"Espresso", <strong>di</strong> un referendum abrogativo (chenella primavera del 1975 raccoglie oltre 800.000 firme) fanno del dramma aborto un grande temanazionale che non può essere ulteriormente eluso dagli stessi partiti laici e <strong>di</strong> sinistra, costrettia presentare alcuni progetti <strong>di</strong> legge <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa ispirazione. Per questa montante pressionee sotto la minaccia dell'imminente referendum ra<strong>di</strong>cale, finalmente il Parlamento vota nell'autunno1977 una legge sull'aborto libero.E', questa, dopo il <strong>di</strong>vorzio e l'obiezione <strong>di</strong> coscienza, la terza grande vittoria ra<strong>di</strong>cale, pur se lanuova legge con le sue ipocrisie e strozzature non corrisponde alle aspettative dei ra<strong>di</strong>cali (chealla Camera dove erano appena entrati vi si oppongono) e della parte più consapevole del movimentofemminile e femminista.si riferiscono alla <strong>famiglia</strong>, e persino<strong>di</strong> definizioni <strong>di</strong> ‘<strong>famiglia</strong>’:ma questa è la prova miglioreche la <strong>famiglia</strong> non ha una suadefinizione giuri<strong>di</strong>ca propria,‘naturale’. Vi sono leggi che definisconola <strong>famiglia</strong> per il calcolodel red<strong>di</strong>to familiare ai fini dell’accessoai servizi pubblici, leggiche la definiscono ai fini dell’assegnazione<strong>di</strong> alloggi <strong>di</strong> e<strong>di</strong>liziapubblica o per particolari regimifiscali, ecc.Come si vede, il bisogno <strong>di</strong> definirelegislativamente la ‘<strong>famiglia</strong>’è sempre connesso ad interventilegislativi <strong>di</strong> tipo "positivo","premiale". È nel momentoin cui il legislatore intendepromuovere la <strong>famiglia</strong> attraversosconti fiscali, contributi oagevolazioni cre<strong>di</strong>tizie che <strong>di</strong>vienein<strong>di</strong>spensabile definire lecon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> accesso alla provvidenza(e quanto capita, peresempio, su un versante del tutto<strong>di</strong>verso, ma certo non menodelicato: quello delle confessionireligiose). Ma non sono maidefinizioni "oggettive": anzi, assaispesso da esse traspare il sovraccaricoideologico.Vi sono così enti locali che regolanol’accesso all’e<strong>di</strong>lizia pubblicaammettendo ad essa qualsiasitipo <strong>di</strong> nucleo familiare, eRegioni, come la Lombar<strong>di</strong>a,che limitano l’accesso alle solecoppie unite in regolare matrimonio:sono scelte politiche legittime,su cui è bene che glielettori siano informati e riflettano.Ma non sono scelte politicheinteramente libere, perchétrovano un limite e un controllo.Il limite è quello dei princìpicostituzionali, il controllo è ilsindacato della Corte costituzionale,e in particolare quelloche passa come giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> ragionevolezza.Infatti le classificazionie le selezioni che tracciail legislatore hanno tutte da superarel’esame svolto sotto ilprofilo del principio <strong>di</strong> eguaglianzae della tutela dei <strong>di</strong>rittifondamentali. Non sarebbe affattolegittimo, per esempio, eneppure la Lombar<strong>di</strong>a ci provainfatti, escludere le famiglie"anomale" dal regime <strong>di</strong> sostegnoper i figli o per gli han<strong>di</strong>cappati:l’obbligo <strong>di</strong> assistenza chegrava sui genitori e sugli altrimembri del nucleo familiarenon può essere <strong>di</strong>fferenziato inragione del regime giuri<strong>di</strong>codella <strong>famiglia</strong>, e <strong>di</strong> conseguenzasarebbe illegittimamente <strong>di</strong>scriminatoriaqualsiasi <strong>di</strong>fferenziazione<strong>di</strong> trattamento che il legislatoreintroducesse.Forse per l’assegnazione <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>finanziari per l’acquisto dellaprima casa il rigore del giu<strong>di</strong>zio<strong>di</strong> ragionevolezza si allenta.L’acquisto dell’abitazione non èl’unico modo <strong>di</strong> provvedere all’abitazione,l’aiuto regionalenon è l’unico sostegno finanziarioecc.: è probabile che la sensibilitàcomune - che poi non èmolto <strong>di</strong>versa da quella dellaCorte costituzionale - non reagiscacon altrettanta perplessità.Ma se la questione noi laguardassimo dal punto <strong>di</strong> vistadei figli, del loro "<strong>di</strong>ritto" ad avereuna abitazione decente -quello stesso <strong>di</strong>ritto che vale,per esempio, per l’assegnazionedell’alloggio familiare anche incaso <strong>di</strong> rottura della convivenza<strong>di</strong> fatto - la reazione resterebbeancora così tiepida? È giustificabileche un <strong>di</strong>ritto che la Corteha più volte definito come appartenenteal nucleo dei "<strong>di</strong>rittiinviolabili" <strong>di</strong> cui all’art. 2 Cost.,sia assicurato alle persone inmodo <strong>di</strong>verso a seconda del regimegiuri<strong>di</strong>co che esse hannoscelto (quando lo abbiano scelto,e non sia loro imposto dal legislatorea causa della loro "natura")per formare il nucleo familiare?Spesso la giustificazione <strong>di</strong> queste<strong>di</strong>scriminazioni è stata trattada un motivo molto banale, lanecessità <strong>di</strong> fissare una data certaalla formazione del nucleo familiare,per evitare che si presentinoallo sportello famiglie"<strong>di</strong> comodo" (la stessa Corte costituzionaleha impiegato in alcunicasi questo argomento).Per superare il problema, le amministrazioni<strong>di</strong> alcuni comunihanno istituito anagrafi parallele,i c.d. registri delle unioni civili:il che ha suscitato grida <strong>di</strong>scandalo e un vespaio <strong>di</strong> polemiche,perché vi si è letto il tentativo<strong>di</strong> legalizzare le famiglie <strong>di</strong>fatto e, soprattutto, le unioniomosessuali. Perché la <strong>famiglia</strong>è anche questo: la foglia <strong>di</strong> ficocon cui la nostra tra<strong>di</strong>zione culturalecopre una cosa, la sessualità,che è criminalizzata ma dacui nessuna società può prescindere(ecco forse svelata lamadre <strong>di</strong> tutte le contrad<strong>di</strong>zioni!).Ciò spiega perché il co<strong>di</strong>cenon accenni mai alla <strong>di</strong>mensionesessuale, ma ne parli in terminimetaforici (la <strong>famiglia</strong>, ilmatrimonio, i coniugi ecc.). Eciò spiega perché ogni volta chequalcuno non si senta parte <strong>di</strong>quella tra<strong>di</strong>zione culturale echieda <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere della “tenuta”della metafora, ciò suscitiimme<strong>di</strong>ate reazioni fobiche <strong>di</strong>chi, fiero del suo modello culturale,resta pur sempre convintoche la regole morali non vadanoseguite da chi le con<strong>di</strong>vide maimposte anche agli altri e che laconversione viaggi sulla puntadella spada. Tra<strong>di</strong>zioni culturali,ancora.* docente <strong>di</strong> DirittoCostituzionale pressol'Università <strong>di</strong> Ferrara


.IL MITODELLA NATURALE... FAMIGLIAORGOGLIOLAICO A PIAZZA27NAVONABESTIARIOALL’ITALIANA2 marzo 2007Giulio Andreotti (Senatore a vita):“Ora capisco perché mia madre da ragazzino non volevamandarmi al cinema. Temeva facessi brutti incontri,perfino in quel cinemetto in via dei Prefetti, doveti davano anche la merenda”.1° marzo 2007<strong>Luca</strong> Volontè (Capogruppo UDC alla Camera):“I fondatori della psicologia moderna descrivonol’omosessualità come patologia clinica”.28 febbraio 2007Romano Pro<strong>di</strong> (Presidente del Consiglio):“Un tema così delicato deve essere affrontato in modoserio e senza preclusioni, lasciando sempre anche unmargine alla libertà <strong>di</strong> coscienza dei singoli”.25 febbraio 2007Marcello D'Orta (e<strong>di</strong>torialista del Giornale):“LGTB significa lesbiche, gay, bisessuali, transessuali.A Napoli la sigla sarebbe RFZ, ricchioni, femmeniellie zòccole”.16 febbraio 2007Angela Carfagna (Forza Italia):“Le coppie gay sono costituzionalmente sterili”.15 febbraio 2006Maurizio Gasparri (AN):“Noi <strong>di</strong>fen<strong>di</strong>amo la <strong>famiglia</strong>, non abbiamo nulla controgli omosessuali. Il Gay Pride però è sbagliato, comelo sarebbe una manifestazione dell'orgoglio virile,una falloforia, insomma una sfilata <strong>di</strong> fustacchioni nu<strong>di</strong>.O anche <strong>di</strong> belle donne”.11 febbraio 2007Joseph Ratzinger (Papa):“Nessuna legge può sovvertire la norma del Creatore”.6 febbraio 2006Pierfer<strong>di</strong>nando Casini (leader UDC):“Altre forme <strong>di</strong> convivenza sono <strong>di</strong> serie B rispetto alla<strong>famiglia</strong>”.5 febbraio 2007Silvio Berlusconi (leader CDL):“I gay sono tutti dall'altra parte”.18 gennaio 2007<strong>Luca</strong> Volontè (Capogruppo UDC alla Camera):“Va da sé che intervenire per una legge-privilegio a favore<strong>di</strong> <strong>di</strong>ecimila persone, solo per il semplice fatto cheessi <strong>di</strong>chiarino <strong>di</strong> “sentirsi” omosessuali è un abortogiuri<strong>di</strong>co”.14 gennaio 2007Rosy Bin<strong>di</strong> (Ministro alle Politiche per la Famiglia,Margherita):“I ra<strong>di</strong>cali usano vicende come quelle <strong>di</strong> Welby o dellestatuine nel presepe: i ra<strong>di</strong>cali devono stare buoni edarsi una calmata”.11 gennaio 2007Joseph Ratzinger (Papa):“Dannosi i progetti <strong>di</strong> riconoscimenti giuri<strong>di</strong>ci a forme<strong>di</strong> unione che indeboliscono la <strong>famiglia</strong> legittimafondata sul matrimonio”.26 <strong>di</strong>cembre 2006Gianfranco Fini (Presidente AN):“Per un bambino il maestro deve essere una figura serena,equilibrata. La preferenza sessuale è un fatto privato.Direi la stessa cosa <strong>di</strong> un maestro che in classe siStencil / Trois Tétesvantasse <strong>di</strong> essere Rocco Siffre<strong>di</strong>”.16 <strong>di</strong>cembre 2006Umberto Bossi (Segretario Federale Lega Nord):“Innalzare le coppie <strong>di</strong> fatto a <strong>famiglia</strong> parallela è unoscempio e porta guai”.15 <strong>di</strong>cembre 2006Umberto Bossi (Segretario Federale Lega Nord):“Di <strong>famiglia</strong> il nostro popolo ne conosce una soltanto,ed è quella che si vede nel presepe”.14 <strong>di</strong>cembre 2006Piero Fassino (Segretario DS):“Non credo che sia una scelta che la società possa accoglieree neppure penso che sia utile per il bambinoessere adottato e crescere con due persone dello stessosesso”.12 <strong>di</strong>cembre 2006Piero Fassino (Segretario DS):“Non ho mai capito la denuncia <strong>di</strong> un’ingerenza: è priva<strong>di</strong> senso per chi ha una cultura liberale”.10 <strong>di</strong>cembre 2006Alfonso Lopez Trujillo (Presidente del PontificioConsiglio per la Famiglia):“Attiveremo nuove forme giuri<strong>di</strong>che per andare incontroal capriccio <strong>di</strong> alcuni?”.8 <strong>di</strong>cembre 2006Julian Herranza (Car<strong>di</strong>nale):“Le altre unioni <strong>di</strong>verse dal matrimonio sono unionideboli e deviate che, antropologicamente, non si possonoequiparare al matrimonio, neppure giuri<strong>di</strong>camente”.22 novembre 2006Paola Binetti (Margherita)“È altamente inopportuna una trasmissione (la fictionRAI che parla <strong>di</strong> una coppia lesbica, ndr) che tocca unproblema su cui ancora non si è <strong>di</strong>scusso adeguatamentee che comunque non fa parte del programma<strong>di</strong> governo”.21 novembre 2006Carlo Giovanar<strong>di</strong> (UDC):“Una paro<strong>di</strong>a <strong>di</strong> matrimonio che mette a rischio il futurodella nostra società”.9 novembre 2006Il Nunzio della Santa Sede in Israele:“La Santa Sede esprime la sua viva <strong>di</strong>sapprovazioneper tale iniziativa (la gay parade, ndr), perché essa costituisceun grave affronto ai sentimenti <strong>di</strong> milioni <strong>di</strong>credenti ebrei, musulmani e cristiani, i quali riconosconoil particolare carattere sacro della città e chiedonoche la loro convinzione sia rispettata”.27 ottobre 2006Elisabetta Gar<strong>di</strong>ni (Forza Italia):“La mia è stata una reazione fisica, <strong>di</strong> pancia. Proprionon mi aspettavo <strong>di</strong> trovare un uomo nei nostri bagni.Credevo che la questione fosse stata risolta da tempoe trovare Guadagno lì mi ha provocato un trauma”.20 ottobre 2006Joseph Ratzinger (Papa):“No a forme deboli e deviate <strong>di</strong> amore”.18 settembre 2006Camillo Ruini (ex Segretario della CEI):“Sarà molto importante che si affermi un atteggiamento<strong>di</strong>verso, specialmente sulla tutela e la promozionedella <strong>famiglia</strong> fondata sul matrimonio, respingendosenza ambiguità le ipotesi e proposte <strong>di</strong> riconoscimentogiuri<strong>di</strong>co pubblico delle unioni <strong>di</strong> fatto”.28 agosto 2006Clemente Mastella (Ministro della Giustizia, Udeur):“Le unioni <strong>di</strong> fatto? Sì al riconoscimento dei <strong>di</strong>ritti perle coppie eterosessuali. Ma il problema sono i gay. Suitemi etici, comunque, decida il Parlamento”.24 agosto 2006Giulio Andreotti (Senatore a vita):“Pro<strong>di</strong> sa bene che la maggioranza dei senatori a vitavoterebbe no a una legge che istituisca i Pacs. E allora,a quanti nell'Unione li chiedono, Pro<strong>di</strong> può tranquillamente<strong>di</strong>re che pre<strong>di</strong>sporre un testo <strong>di</strong> quel genere èinutile tanto in Senato non passerebbe in quanto nonci sarebbero abbastanza voti”.21 agosto 2006Paola Binetti (Margherita):“I Pacs non sono all'or<strong>di</strong>ne del giorno per l'attuale governo:non c'erano nel programma e non si faranno,anche nonostante le affermazioni rese a titolo assolutamentepersonale da parte <strong>di</strong> alcuni ministri e <strong>di</strong>esponenti della maggioranza”.8 giugno 2006Alfonso Lopez Trujillo (Presidente del PontificioConsiglio per la Famiglia):“I Pacs sono l'eclissi <strong>di</strong> Dio”.14 maggio 2006Joseph Ratzinger (Papa):“A volte si vuole ad<strong>di</strong>rittura giungere a una nuova definizionedel matrimonio per legalizzare le unioniomosessuali attribuendo ad esse anche il <strong>di</strong>ritto all’adozionedei figli”.5 maggio 2006<strong>Luca</strong> Volontè (Capogruppo UDC alla Camera):“Vi pare normale? Un uomo che <strong>di</strong>chiara <strong>di</strong> essere attrattoda altri uomini e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> provare turbamentonei bagni maschili e ottiene <strong>di</strong> usare quelli femminili.E se domani, si presentassero un ‘squadriglia’ <strong>di</strong> deputatiin kilt scozzese, con ‘gonne scozzesi’, e <strong>di</strong>cessero <strong>di</strong>trovarsi in imbarazzo nei bagni maschili? Ci troveremmoun foltissima schiera <strong>di</strong> uomini nei bagni delledonne”.5 aprile 2006Clemente Mastella (Ministro della Giustizia, Udeur):“Se cresce il mio partito non ci saranno né pacs, nepics ne pocs”.


28 .IL MITODELLA FAMIGLIANATURALE...ORGOGLIOLAICO A PIAZZANAVONASACRA ROTA DI SCORTACome il carro attrezzi del <strong>di</strong>ritto canonico interviene in soccorsodella Sacra Famiglia in caso <strong>di</strong> incidenteCHIARA LALLINel Co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> Diritto Canonico(Titolo VII, Il matrimonio, Can.1056) si legge: “Le proprietà essenzialidel matrimonio sono l’unitàe l’in<strong>di</strong>ssolubilità, che nel matrimoniocristiano conseguono unapeculiare stabilità in ragione delsacramento”.Tuttavia esistono impe<strong>di</strong>menti eragioni per invalidare il matrimoniostesso. I processi <strong>di</strong> nullità matrimoniale(il cosiddetto annullamento)sono affidati ai TribunaliEcclesiastici competenti, costituitiquasi esclusivamente da giu<strong>di</strong>cisacerdoti, che hanno l’incarico <strong>di</strong>giu<strong>di</strong>care nullo un matrimonio,ovvero come mai esistito.L’eventuale pronunciamento devepoi essere confermato da unTribunale Ecclesiastico d’Appello.Per avere vali<strong>di</strong>tà nell’or<strong>di</strong>namentoitaliano la sentenza deve esseredelibata.Dal sito Sacrarota.net, “de<strong>di</strong>catoalla conoscenza ed all’approfon<strong>di</strong>mento<strong>di</strong> questioni riguardantiil Diritto Matrimoniale Canonico,una materia che per <strong>di</strong>verse ragionimerita un approccio meno superficiale<strong>di</strong> quello che solitamentesi ottiene”, si viene a sapere chela Chiesa è molto preoccupata perla profonda crisi del matrimonioin Italia, crisi evidente visti i numeri<strong>di</strong> separazioni e <strong>di</strong>vorzi.La Chiesa, si legge poco oltre, sipone un duplice problema rispettoal matrimonio: il primo riguardala preparazione dei fidanzatiche desiderano sposarsi. Il secondoproblema è quasi spassoso: “Sideve poi cercare <strong>di</strong> restituire serenitàe speranza a coloro i quali sonogià passati attraverso le doloroseesperienze della separazione edel <strong>di</strong>vorzio”: ovvero, l’annullamentocome rime<strong>di</strong>o alla crisimatrimoniale. “Non sfugge dunquecome la questione della vali<strong>di</strong>tàgiuri<strong>di</strong>ca del matrimonio siada considerare <strong>di</strong> primaria importanza,perché un’eventuale <strong>di</strong>chiarazione<strong>di</strong> nullità può sanaredefinitivamente il <strong>di</strong>sagio morale,religioso e psicologico <strong>di</strong> una personaseparata, <strong>di</strong>vorziata o risposatacivilmente”.Le conseguenze giuri<strong>di</strong>che e pratichesono significative: “sarà possibilesposarsi in Chiesa come fossela prima volta, tornare a riceverei Sacramenti; sotto il profilo giuri<strong>di</strong>co,possono venire a cessare gliobblighi <strong>di</strong> contribuzione dell’assegno<strong>di</strong> mantenimento per il coniuge,come previsto invece nellaseparazione <strong>di</strong>chiarata dalTribunale Civile; scompaionoeventuali <strong>di</strong>ritti ere<strong>di</strong>tari a favoredel coniuge separato. In ciò lanullità <strong>di</strong> matrimonio si <strong>di</strong>stinguedal <strong>di</strong>vorzio (o meglio, dalla “cessazionedegli effetti civili” del matrimonioconcordatario) in quantola sentenza ecclesiastica <strong>di</strong>chiarail matrimonio “mai esistito”(cessano gli effetti giuri<strong>di</strong>ci extunc, ossia dall’inizio), mentre lasentenza civile <strong>di</strong>chiara cessati glieffetti giuri<strong>di</strong>ci ex nunc (dalla sentenzain poi)” (i corsivi sono miei).La procedura <strong>di</strong> annullamento siavvale dell’intervento <strong>di</strong> periti psicologi:cosa chiedono coloro iquali desiderano rendere mai esistitii loro matrimoni, magari duratidecenni e magari con 2 o 3 figli?Al <strong>di</strong> là delle possibili ricadute civilio delle <strong>di</strong>spute teologiche sul valore<strong>di</strong> un sacramento e sulla possibilità<strong>di</strong> renderlo mai celebrato,come giu<strong>di</strong>care la possibilità <strong>di</strong>una simile eccezione alla sacralitàe inscin<strong>di</strong>bilità della <strong>famiglia</strong> equale significato psichico attribuirle?Ne parliamo con un perito, chiamatadalla parte richiedente l’annullamentoa testimoniare le ragionidella richiesta.Psicoterapeuta, esperta <strong>di</strong> separazionee <strong>di</strong>vorzi, spesso impegnatain consulenze tecniche nell’ambito<strong>di</strong> proce<strong>di</strong>menti giuri<strong>di</strong>ci, talvoltaè stata consultata anche perle procedure <strong>di</strong> annullamento.Tre casiDue casi sono stati portati a terminecon il riconoscimento dell’annullamentoper immaturità<strong>di</strong> uno dei due coniugi.Nel primo caso si trattava <strong>di</strong> unacoppia <strong>di</strong> ventenni che si eranosposati per l’attesa <strong>di</strong> un figlio.L’aspetto interessante è che i coniugisi erano separati civilmentedopo un anno dalla nascita delfiglio, “esprimendo una sorta <strong>di</strong>immaturità, ma la richiesta <strong>di</strong> annullamentoè stata fatta circa 10anni dopo, se non <strong>di</strong> più, quandola signora voleva riformare unapropria <strong>famiglia</strong> e quin<strong>di</strong> annullarequesto errore passato e farefinta che la nuova esperienza fossedel tutto regolare”. Dopo l’annullamento,ha contratto un secondomatrimonio e sono natialtri due figli. Il figlio della primaunione si è dovuto confrontarecon una esperienza <strong>di</strong>fficile, euna frase pronunciata per casoprima dell’avvio della procedurapuò essere citata ad esempio delsuo vissuto: “Ma questo vuol <strong>di</strong>reche io non sono figlio vostro?”. Inaltre parole, tenendo fermo il significatoreligioso del matrimonio,si rischia <strong>di</strong> considerare il figlio<strong>di</strong> un annullamento come unfiglio <strong>di</strong> nessuno.Stencil / Seven resistIl secondo caso è simile, ma ancorapiù <strong>di</strong>scutibile perché “unacoppia giovane, ma che aveva affrontatodal punto <strong>di</strong> vista psicologicotutte le fasi del ciclo vitale(il fidanzamento, il desiderio <strong>di</strong>metter su <strong>famiglia</strong>, la nascita <strong>di</strong>una figlia) si è separata quando lafiglia aveva 3 anni”.Il matrimonio era fallito per alcunicomportamenti psicopatologici<strong>di</strong> lui, e c’era stata una separazionecivile. A quel punto la signora,in base al fatto che luisembrava essere “cambiato” dopoil matrimonio, ha voluto annullarequesta sua esperienza <strong>di</strong>chiarandose stessa immatura. Ilmatrimonio sarebbe fallito perchéil marito era problematico,ma lei per ottenere l’annullamentoha <strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> essere immaturae quin<strong>di</strong> incapace <strong>di</strong> valutarele caratteristiche della personalitàdel marito. “Come se il richiedentefacesse una autoaccusa(“è lui matto, ma io non ho capito,dunque sono io ad essereimmatura”). Dal punto <strong>di</strong> vistaclinico non è verosimile, perchéle con<strong>di</strong>zioni precedenti alla crisinon possono essere invocate allaluce <strong>di</strong> quanto accaduto solo inseguito”.La valutazione del perito, in questocaso, non si è avvalsa <strong>di</strong> testpsicologici, ma <strong>di</strong> una valutazionee <strong>di</strong> un’analisi clinica dallequali emergeva che la signora almomento del matrimonio eramaggiormente motivata dal rendersiautonoma dalla <strong>famiglia</strong>d’origine, che promuoveva unaforte <strong>di</strong>pendenza, piuttosto chedal desiderio <strong>di</strong> sposarsi. Questofu il criterio per valutare la suaimmaturità: la spinta al matrimonioera stata quella <strong>di</strong> uscire <strong>di</strong> casa,ma “questo accomuna milioni<strong>di</strong> persone, quin<strong>di</strong> dovremmoannullare milioni <strong>di</strong> matrimoni?”.Nel terzo caso, in corso, è sempreil richiedente che si autoaccusa <strong>di</strong>immaturità per annullare il matrimonio,ma dopo una convivenzadurata più <strong>di</strong> 12 anni e 2 figli.La crisi coniugale avviene dopola nascita dei figli, con unaconflittualità <strong>di</strong>struttiva che haprovocato una separazione giu<strong>di</strong>zialeche dura da 8 anni, in cuila signora ha progressivamentemanifestato un grave <strong>di</strong>sturbo <strong>di</strong>personalità (dalla crisi in poi).Durante la procedura civile la periziapsichiatrica non aveva rilevato<strong>di</strong>sturbi psichici.In questo caso il richiedente vuolesostenere che al momento delmatrimonio non si era reso conto<strong>di</strong> non avere i presupposti <strong>di</strong> maturitànecessari a una coppia peraffrontare il progetto familiare. Seci fossero stati, lui si sarebbe certamenteaccorto che la moglieera potenzialmente pazza (incontrasto con la <strong>di</strong>agnosi psichiatrica).Dal punto psicologico “la stessaparola annullamento è contrariaai nostri principi per aiutare lecoppie che si separano. Il principioè aiutare ad elaborare il <strong>di</strong>vorziopsichico e quin<strong>di</strong> a recuperarei motivi vali<strong>di</strong> per cui è stata affrontataquella scelta; e aiutare amaturare una consapevolezzadei limiti dell’unione che spieganoil suo fallimento”. Una personache segue un percorso similepuò sperare <strong>di</strong> affrontare unanuova unione su presupposti <strong>di</strong>versi,per un matrimonio migliore.“L’annullamento dal punto <strong>di</strong>vista psichico è un sintomo psicologico,paragonabile a un meccanismo<strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa patologica, altentativo <strong>di</strong> annullare una esperienzache ti mette in crisi, senzacrescere sulla crisi”.La <strong>famiglia</strong> èuna delleistituzionisociali che piùsi è trasformatanel corso dellastoria e neivari contesticulturaliCon l’eccezione <strong>di</strong> quei casi (“anomali”rispetto alle richieste <strong>di</strong> annullamento)in cui dopo pochigiorni emergono elementi tantorilevanti da minare l’accordo matrimonialestesso.“Ma la richiesta dopo la nascitadei figli è quasi improponibile,perché la crisi evolutiva determinatadal progetto <strong>di</strong> fare figli è tantoimpegnativa che, se le personefossero immature, si rivelerebbedurante la gravidanza (e così accadenella quasi totalità dei casi).Mentre questi sono casi in cui dopoanni e anni…”.Insomma, chiedere l’annullamentoè un sintomo dell’assenzadel senso <strong>di</strong> realtà.L’annullamento contrattuale potrebbeavere un senso (a causa <strong>di</strong>un inganno, o <strong>di</strong> una frode volontaria– e lo psicologo qui non serve!),ma non la negazione dell’esperienzaumana vissuta.Inoltre chi chiede l’annullamento“se ne frega della <strong>famiglia</strong> <strong>di</strong> primacon gli eventuali figli; e prova arendere nulla la <strong>famiglia</strong> precedenteper conferire vali<strong>di</strong>tà a quellasuccessiva. E gli ex figli <strong>di</strong>ventanoresidui <strong>di</strong> qualcosa che è nulla,perché la vera <strong>famiglia</strong> èquella fatta dopo l’annullamento”.


FARMACI:LE FORCHE CAUDINEDELLA BUROCRAZIA29LA STORIA DI ISABELLA:IL FARMACO O LA VITAHa <strong>di</strong>ciassette anni e per vivere deve assumere tre fiale al mese <strong>di</strong> un farmaco raroAMICI DI ISABELLAIsabella nasce a Cosenza nel maggio del1990. Nel 1991, la <strong>famiglia</strong> <strong>di</strong> Isabella siaccorge <strong>di</strong> un’anomalia nella crescita dellabambina e, dopo aver interpellato varipe<strong>di</strong>atri, senza alcun risultato, si rivolgedapprima all’Ospedale pe<strong>di</strong>atrico“Bambino Gesù” <strong>di</strong> Roma, i cui me<strong>di</strong>cinon riescono a definire alcuna <strong>di</strong>agnosi,e poi all’Ospedale pe<strong>di</strong>atrico “Gaslini” <strong>di</strong>Genova, dove Isabella viene ricoverataper quin<strong>di</strong>ci giorni durante i quali vengonoeffettuate indagini cliniche, ma, al terminedelle quali, non viene fornita alcuna<strong>di</strong>agnosi certa.Solo nel 1993, un nuovo ricovero <strong>di</strong>Isabella all’Ospedale “Gaslini” conducead una <strong>di</strong>agnosi: Isabella è affetta da“Sindrome <strong>di</strong> Laron”, una malattia genetica<strong>di</strong> resistenza primaria all’ormonedella crescita (GH). I me<strong>di</strong>ci sostengonoche è in fase <strong>di</strong> sperimentazione un farmacoprodotto da un ricercatore israeliano(prof. Zvi Laron), manifestano quin<strong>di</strong>l’intenzione <strong>di</strong> mettersi in contatto conlui e assicurano <strong>di</strong> avvisare la <strong>famiglia</strong> appenaavranno notizia. Purtroppo, non arriveràmai. E per qualche anno non si ricevenessuna comunicazione.LA STORIADI ISABELLAARRIVAIN PARLAMENTOMAURIZIO TURCOInterrogazione al Ministro Livia TurcoAl Ministro della Salute - Per sapere - premesso che:nel biennio 2005-2006 si stimano 8.000 casi in Europa e 570in Italia da insensibilità congenita al GF (Sindrome <strong>di</strong>Laron), malattia genetica che si manifesta con bassa statura<strong>di</strong> grado severo e proporzionata, obesità, acromicria, ipogona<strong>di</strong>smoe ipogenitalismo;In particolareIsabella, una ragazza <strong>di</strong> 16 anni, residente a Lattarico, in provincia<strong>di</strong> Cosenza, è affetta da Sindrome <strong>di</strong> Laron sin dallanascita; solo dal mese <strong>di</strong> aprile 2006, e per un periodo limitato<strong>di</strong> sei mesi, Isabella ha avuto la possibilità <strong>di</strong> sottoporsi all’unicaterapia <strong>di</strong> comprovata efficacia, riportandone indubbibenefici, tanto da aver aumentato la statura <strong>di</strong> 5,5 cm;la suddetta terapia è costituita dal farmaco IGF-1 ricombinante(Increlex), che non è validamente sostituibile con nessunaltro farmaco;l’IGF-1 (Insuline-like Growth Factor-1) è stato registrato negliStati Uniti da Tercica Incorporated con il nome commerciale<strong>di</strong> «Increlex»; a seguito degli accor<strong>di</strong> commerciali finalizzatinel corso del 2006, la stessa Tercica ha ceduto in licenzail prodotto al «Gruppo Ipsen», che ha avviato l’iter registrativo(procedura centralizzata europea) affinché il farmacopossa essere autorizzato ed immesso in commercio anchein Europa;con lettera datata 7 febbraio, il Responsabile dell’UnitàOperativa Complessa <strong>di</strong> Endocrinologia dell’Ospedale pe<strong>di</strong>atrico«Bambino Gesù» <strong>di</strong> Roma, che ha in cura Isabella,ha inviato una lettera al Responsabile della competenteAzienda Sanitaria Locale n. 4 <strong>di</strong> Cosenza, richiedendo <strong>di</strong>provvedere all’acquisto del farmaco, secondo le <strong>di</strong>sposizionidel Ministero della Sanità come in<strong>di</strong>cato nel decreto legislativo29 maggio 1991, n. 178;considerato che :si prevede la commercializzazione dell’IGF-1 in Italia nonprima del settembre 2007;la somministrazione <strong>di</strong> IGF-1 (Increlex) è necessaria e insostituibilecon altro farmaco, per la salute, non solo fisica, maanche psichica ed emotiva della paziente;si chiede <strong>di</strong> sapere:se il Ministero della salute non ritenga in<strong>di</strong>spensabile che siacceleri quanto più possibile l’iter registrativo su richiamato;quali azioni il Ministero della salute intenda intraprendereper garantire la continuità e la stabilità della terapia a base <strong>di</strong>IGF-1 (Increlex), in considerazione della insostituibilità <strong>di</strong> taleterapia per Isabella e per tutti i pazienti affetti da Sindrome<strong>di</strong> Laron.Nel 1997, si tenta la stradadell’“Università della Calabria”. AdIsabella viene somministrato l’ormonedella crescita, ma senza alcun risultato.Nel 1998, Isabella torna nuovamenteall’Ospedale “Bambino Gesù”. Si confermala <strong>di</strong>agnosi dell’Ospedale “Gaslini”:Sindrome <strong>di</strong> Laron. I me<strong>di</strong>ci prospettanole <strong>di</strong>fficoltà per l’approvvigionamento delfarmaco, tuttavia decidono <strong>di</strong> prenderein cura Isabella.Nel 2001, l’Ospedale “Bambino Gesù” comunica,finalmente, che è stata ottenutauna prima fornitura del farmaco, ma ritengono<strong>di</strong> non avviare la terapia fino aquando non gli venga garantita la fornituraanche per gli anni successivi.Nel 2005, l’Ospedale “Bambino Gesù” informala <strong>famiglia</strong> che non c’è possibilità<strong>di</strong> ottenere il farmaco e ritiene che sarebbenecessario un intervento <strong>di</strong> “alte personalità”per sbloccare la situazione.Nel 2006, il Ministro della Salute si attivaed ottiene la fornitura del farmaco.Vengono consegnate <strong>di</strong>eci fiale <strong>di</strong>Incralex (IGF-1) ad aprile e sei a luglio. AdIsabella occorrono tre fiale al mese, quin<strong>di</strong>viene assicurata la terapia per 6 mesi,durante i quali cresce <strong>di</strong> 5,5 cm. Ma a novembrela fornitura del farmaco si interrompe.Alle continue e <strong>di</strong>sperate richiestedella mamma <strong>di</strong> Isabella, viene fornitauna sola fiala a <strong>di</strong>cembre (terapia <strong>di</strong> soli<strong>di</strong>eci giorni) ed una a gennaio 2007.Il 7 febbraio scorso, il responsabile dell’unità<strong>di</strong> endocrinologia dell’Ospedale“Bambino Gesù” invia, per la prima volta,una richiesta alla ASL 4 <strong>di</strong> Cosenza(competente per la salute <strong>di</strong> Isabella) <strong>di</strong>provvedere all’acquisto del farmaco secondole <strong>di</strong>sposizioni ministeriali in<strong>di</strong>catedal decreto legislativo n. 178/1991. Maalla data del 14 febbraio, la ASL <strong>di</strong>chiara<strong>di</strong> non sapere nulla in merito.A seguito <strong>di</strong> una richiesta <strong>di</strong> aiuto da partedella mamma <strong>di</strong> Isabella, nasce la battagliainformatica <strong>di</strong> “Amici <strong>di</strong> Isabella”, ilcui tam-tam su Internet ha prodotto unindubbio successo sotto il profilo dellasensibilizzazione e della solidarietà.Anche grazie all'interessamento degli ufficidel Ministro Bonino, che era stata interessataal caso, e degli uffici delMinistero della Salute, si è attivata imme<strong>di</strong>atamenteil 22 febbraio è stata recapitataad Isabella una confezione <strong>di</strong> tre fialedel farmaco (terapia per un mese).Isabella a maggio compirà 17 anni, anchese la sua età “ossea” è pari a quella <strong>di</strong> unabambina <strong>di</strong> 12 anni. E’ una ragazza moltointelligente e frequenta le scuole superioricon ottimi profitti, ma la sola possibilitàche ha <strong>di</strong> condurre una vita normaleè offerta dalla terapia urgente e continuativadell’IGF-1, che, oltre a garantirela crescita in statura, normalizza tutte lealterazioni biochimiche.In Italia, i pazienti affetti da Sindrome <strong>di</strong>Laron sono pochi (dalla Nota Ministerodella Salute, maggio 2002, 7 casi), ma siha motivo <strong>di</strong> credere che la molecolaIGF-1 possa essere utilizzata per la curacontro la Sclerosi Laterale Amiotrofica(SLA), la cui stima, nel nostro Paese, haun incidenza annuale <strong>di</strong> 2,5 per 100.000abitanti, per un numero complessivo <strong>di</strong>1500 nuovi pazienti l’anno (AIFA,Rapporto del 14 novembre 2006).L’IGF-1 è stato registrato negli Stati Unitida Tercica con il nome commerciale <strong>di</strong>Increlex e, da una e-mail ricevuta lo scorso22 febbraio dal Gruppo Ipsen - al qualeTercica, a seguito <strong>di</strong> accor<strong>di</strong> commercialifinalizzati nel 2006, ha ceduto in licenzail farmaco per la sua commercializzazionein Europa - si è appreso che attualmenteè in corso l’iter regolatorio affinchélo stesso possa essere autorizzatoed immesso in commercio. A questopunto, si auspica che l’AIFA possa avviarela procedura per la registrazione delfarmaco, nel più breve tempo possibile.E’ doveroso richiamare l’attenzione sulrispetto alla vita e all’uguaglianza, perchése è vero che il <strong>di</strong>ritto alla salute, sancitodalla nostra Costituzione, è un <strong>di</strong>ritto realmenteesercitatile da tutti i citta<strong>di</strong>ni, èanche vero che da questi non devono essereesclusi i pazienti colpiti da «malattierare», che indubbiamente non hannoscelto la loro con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> salute, quin<strong>di</strong>si ritiene che lo Stato debba avere il doveree la responsabilità <strong>di</strong> garantire a tutti isuoi citta<strong>di</strong>ni la tutela della salute, prescindendodagli interessi dell’industriafarmaceutica, secondo la cui logica laproduzione del «farmaco orfano» è pocored<strong>di</strong>tizia. Isabella ha ancora poco tempoper sottoporsi alla terapia, non possiamoe non vogliamo che la scadenza <strong>di</strong>una domanda o intralci burocratici <strong>di</strong>sattendanole sue speranze. Si auspica,quin<strong>di</strong>, che vengano fatti i passi necessariper garantirle l’intera terapia e per procederealla registrazione del farmaco, conla speranza <strong>di</strong> offrire una vita normale adIsabella, a chi è colpito da questa malattiae per coloro che sfortunatamente seguiranno.@pprofon<strong>di</strong>sciIl sito degli “Amici <strong>di</strong> Isabella”:http://amici<strong>di</strong>isabella.splinder.comIL NUMERO CINQUE/07 DI “AGENDA COSCIONI” È STATO CHIUSO VENERDÌ 27 APRILE 2007DIRETTOREMarco CappatoVICE DIRETTORERocco BerardoGRAFICAMihai RomanciucILLUSTRAZIONIPaolo CardoniHANNO COLLABORATOAnita Alfonsi, Angiolo Ban<strong>di</strong>nelli,Viviana Blaiotta, GianfrancoCercone De Lucia, Josè DeFalco, Maria Antonietta Farina<strong>Coscioni</strong>, Filomena Gallo,Giulia Innocenzi, Chiara Lalli,Stefania Langiu, Marco ValerioLo Prete, Simona Nazzaro,Maria Pamini, Mirella Parachini,Marco Perduca, CarmenSorrentino, Giulia Simi,Gianfranco Spadaccia.


30NOTIZIEDAL MONDO:DIRITTI SENZAFRONTIERESTOP DELLA CORTE SUPREMA DEGLISTATI UNITI ALL’ABORTO TARDIVOIl <strong>di</strong>etrofront della giurisprudenza americana arroventa la sfida presidenzialeGIULIA INNOCENZISecondo la Corte Supremadegli Stati Uniti, la salute delladonna non è più una<strong>di</strong>scriminante sufficiente perconsentire l’aborto tar<strong>di</strong>vo alsecondo trimestre (“partialbirth abortion”). Amaggioranza <strong>di</strong> cinque aquattro, i giu<strong>di</strong>ci hanno<strong>di</strong>chiarato legittima una leggeapprovata dal Congresso nel2003, che vieta l’aborto per<strong>di</strong>latazione ed estrazione, checonsiste nell’estrazione delfeto dall’utero fino al canaledel parto e nella successivaperforazione del cranio perprelevarne i contenuti.L’eccezione al <strong>di</strong>vieto dellapratica è ammessa soltanto nelcaso in cui la vita della donnasia in pericolo.La sentenza ha fatto scalpore,sia perché è la prima volta chei giu<strong>di</strong>ci hanno <strong>di</strong>chiaratocostituzionale il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> unaspecifica pratica abortiva, siaperché il giu<strong>di</strong>zio esce dallacontinuità giurisprudenzialeamericana in favoredell’aborto, partita nel 1973con la storica Roe vs Wade. Mail <strong>di</strong>etrofront dei giu<strong>di</strong>ci<strong>di</strong>venta più controverso se siguarda la decisione piùrecente. Nel 2000, infatti, laCorte era stata chiamata agiu<strong>di</strong>care sulla costituzionalità<strong>di</strong> una legge del Nebraska chevietava l’aborto tar<strong>di</strong>vo, neglistessi termini della legge sullaquale si è espressa la Corte il18 aprile. Ebbene, i giu<strong>di</strong>ci<strong>di</strong>chiararono la leggeincostituzionale, in ragionedell’assenza <strong>di</strong> una clausolache prevedesse l’eccezione allanorma, qualora la salute delladonna fosse in pericolo.Cos’ha portato al cambio <strong>di</strong>rotta? Il pensionamento delgiu<strong>di</strong>ce O’Connor e la suasostituzione con Alito,nominato da Bush.Le conseguenze della sentenzaricadranno sugli stati federali,in quanto sono questi ultimiad avere la competenzalegislativa in materia abortiva.Le elezioni del novembre 2006hanno cambiato le carte intavola, con ben quin<strong>di</strong>ciCamere o Senati federalipassati a posizioni garantiste esoltanto due a posizioniproibizioniste. Tuttavia, ladecisione della Cortepreannuncia tempi duri per lalibertà <strong>di</strong> scelta. Poche oredopo la decisione dei giu<strong>di</strong>ci,infatti, in Alabama è statointrodotto un progetto <strong>di</strong> leggeche vieterebbe quasi tutti gliaborti nello stato. InOklahoma, il governatoredemocratico ha posto il suoveto su una legge che avrebbevietato gi aiuti statali eostacolato i lavoratori nel casoin cui l’aborto non fossegiustificato dalla vita inpericolo della donna. I risvoltiregistrati finora, e quelli chearriveranno l’anno prossimo acausa della passata scadenzaper la presentazione deiprogetti <strong>di</strong> legge nella maggiorparte degli stati, sono dettatidall’enfasi che la Corte hade<strong>di</strong>cato ai rischi e alleconseguenze che un abortopuò avere sulla donna e sulfeto, piuttosto che alla salute ealla volontà della donnaincinta.Gli antiabortisti si sono giàfocalizzati sulle elezionipresidenziali, visto che i giochilobbistici a livello stataleriprenderanno solo dopo lariapertura della presentazionedei progetti <strong>di</strong> legge. Percavalcare l’onda del <strong>di</strong>battitoscaturito dopo la sentenzadella Corte, non dovranno farealtro che citare <strong>di</strong>rettamente leparole dei giu<strong>di</strong>ci, soprattuttonei passaggi in cui si spingonoa reclamare il “legittimo esostanziale interesse [dellostato] nel preservare epromuovere la vita fetale”. Fragli obiettivi primari dei gruppiantiabortisti, il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong>praticare tutti gli aborti <strong>di</strong> fetivitali e gli aborti tar<strong>di</strong>vi anchein casi <strong>di</strong> malformazione,l’obbligo <strong>di</strong> mostrare alledonne incinte le immaginiultrasuono del feto,l’allungamento del periodo <strong>di</strong>attesa per permettere alledonne <strong>di</strong> riflettere,ammonendo loro del rischio <strong>di</strong>suici<strong>di</strong>o dopo l’intervento. Frai can<strong>di</strong>dati presidenzialischierati dalla parteproibizionista, il conservatoreRudolph Giuliani, un tempo afavore della pratica. L’exsindaco, contrad<strong>di</strong>cendo le<strong>di</strong>chiarazioni rilasciatequando l’elezione in balloera circoscritta alla città<strong>di</strong> New York, ha<strong>di</strong>chiarato <strong>di</strong> essere d’accordocon la sentenza della CorteSuprema, che è giunta alla“corretta conclusione”.Non resta quin<strong>di</strong> che affidarsialle interpretazionigiurisprudenziali perattenuare la portata dellasentenza ed evitareinfiltrazioni nella <strong>di</strong>sciplinadell’aborto più in generale. Ilgiu<strong>di</strong>ce Ginsburg, che hadefinito la decisione dellaCorte “allarmante”, basa ilproprio <strong>di</strong>ssenso sullagiustificazione del <strong>di</strong>ritto adabortire, che nonappoggerebbe più sullaprivacy, ma sull’eguaglianzadelle donne garantita dallaCostituzione. La Ginsburgsuggerisce che la Corte debba<strong>di</strong>fendere l’autonomia delladonna durante il corso dellasua vita, riportandocosì il<strong>di</strong>vieto alle restrizioni dellapratica abortiva sul piano <strong>di</strong>un’eguale citta<strong>di</strong>nanza fradonne e uomini. Pertanto,qualunque restrizione devegarantire la salute della donnae la sua introduzione non puòessere giustificata su basepaternalistica, tirando in balloil pentimento o la fragilità nelmomento della scelta. Per ora,l’eguaglianza della donnaquale base naturale del <strong>di</strong>rittoad abortire convince quattrogiu<strong>di</strong>ci su nove, compresa laGinsburg. Chissà che lamaggioranza della Corte nonsubisca un nuovo cambio <strong>di</strong>rotta.@pprofon<strong>di</strong>sciwww.supremecourtus.govPILLOLE TRANSNAZIONALISTATI UNITIPFIZER CONDANNATA A PAGAREMULTA DI 35 MILIONI DI DOLLARI (dapeterrost.blogspot.com, 1/04/07)Pfizer è stata condannata a pagare unamulta <strong>di</strong> 35 milioni <strong>di</strong> dollari per lepratiche <strong>di</strong> marketing illecito messe inatto da Pharmacia, <strong>di</strong>tta farmaceuticaacquisita dalla prima. Il farmaco sottoaccusa è il Genotropin, ormone umanoper la crescita, prescritto ad anzianicome cura anti-invecchiamento anzichéa bambini e ragazzi, così come era statoapprovato dalla Food and DrugAdministration. Il caso è stato sollevatoda Peter Rost, ex Vice Presidente <strong>di</strong>Pfizer, intervistato da Agenda <strong>Coscioni</strong>lo scorso numero.STATI UNITIAPPROVATA DAL SENATO PROPOSTA DILEGGE SU STAMINALI EMBRIONALI(dal Washington Post, 12/04/07)È stato approvato con 63 voti favorevoli e34 contrari lo “Stem Cell ResearchEnhancement Act of 2007”, il progetto <strong>di</strong>legge che prevede il finanziamentofederale per la ricerca sulle cellulestaminali embrionali. I democraticiamericani ci riprovano, dopo che ilPresidente Bush aveva posto il suo vetosu un progetto <strong>di</strong> legge simile nella scorsalegislatura. Lo stesso giorno è stato votatoil “Hope Act”, che prevede ilfinanziamento per la ricerca su embrioni“naturalmente morti”. A <strong>di</strong>fferenza delprimo, questo progetto <strong>di</strong> legge ha inumeri necessari, 70 contro 28, permettersi al riparo dal veto del Presidente.MESSICOCITTÀ DEL MESSICO LEGALIZZATOABORTO (da Cnn.com, 25 aprile 2007)L'Assemblea legislativa del DistrettoFederale <strong>di</strong> Città del Messico haapprovato la legge per ladepenalizzazione dell'aborto entro leprime 12 settimane <strong>di</strong> gestazione. IlVaticano per evitare l'approvazionedella legge, si era mobilitato con unmessaggio rivolto da Benedetto XVI aivescovi messicani. Il progetto <strong>di</strong> legge èstato approvato con 46 voti a favore, 19contrari ed una sola astensione. Inprecedenza a Città del Messico l'abortoera autorizzato in caso <strong>di</strong> stupro,malformazione del feto o rischio per lamadre.SAN MARINOAL VIA NUOVA BANCA DELLESTAMINALI (da Notiziario Aduc,13/04/07)San Marino apre al business dellaconservazione delle cellule staminali:entro la fine nel mese è atteso l'ultimook dell'Authority sanitaria necessarioall'apertura <strong>di</strong> Bioscience Institute, ilprimo laboratorio del Titano per lacoltura cellulare e la conservazione dellestaminali adulte. In pratica, ban<strong>di</strong>te leembrionali, Bioscience Istitute sarà laprima società privata <strong>di</strong> tutto lo Stivaledove sarà possibile conservare lestaminali cordonali. Ad oggi, in Italia,sono appena una quin<strong>di</strong>cina i centri perla congelazione del sangue del cordoneombelicale dei neonati, tuttiesclusivamente pubblici.


NOTIZIEDAL MONDO?FRANCIA31IL VASO DI PANDORADELLA CORSA ALL’ELISEODalle unioni civili all’eutanasia, i temi etici d’improvviso sono stati messi da parte per farespazio ad una campagna elettorale incentrata su sicurezza, identità e paura della globalizzazione.Ma, ormai, i can<strong>di</strong>dati hanno parlato e le questioni sociali del XXI secolo prestoo tar<strong>di</strong> torneranno nell’agenda politica. Il dado sembra tratto.FLAVIEN DELTORTIl 6 maggio prossimo sapremodefinitivamente quale can<strong>di</strong>datoavrà conquistato la carica supremain Francia. Il nuovoPresidente verrà eletto con scrutiniouninominale <strong>di</strong>retto: nelcaso in cui nessun can<strong>di</strong>dato ottengala maggioranza assolutadei voti espressi al primo turno,si andrà al secondo turno con ilquale si eleggerà uno dei duecan<strong>di</strong>dati che hanno ottenuto imigliori risultati al primo turno.Per le presidenziali, la cui campagnaè stata ufficialmente lanciatal’8 aprile, al primo turnoerano in lizza 12 can<strong>di</strong>dati.Guardando ai programmi in generale,alcuni sono arrivati apresentare delle proposte ambiziosesu questioni sociali e <strong>di</strong>bioetica, come ad esempio ilmatrimonio gay. Tuttavia tratante promesse ben poche sono<strong>di</strong>venute oggetto <strong>di</strong> un impegnofermo e concreto da parte deican<strong>di</strong>dati. Effettivamente il <strong>di</strong>battitosi è cristallizzato su alcunequestioni sociali (lotta alla <strong>di</strong>soccupazione,sicurezza, ecc.)con inquietanti sentori nazionalisti(ban<strong>di</strong>ere tricolori nellecase, creazione <strong>di</strong> un ministerodell’identità nazionale…). Il risultatoè stato quello <strong>di</strong> occultarel’insieme delle proposte, proprionel momento in cui i me<strong>di</strong>aprevedevano che alcune <strong>di</strong> essesarebbero state centrali nel <strong>di</strong>battitopolitico che si apriva. E’il caso, per esempio, della legalizzazionedel matrimonio e dell’adozioneda parte <strong>di</strong> coppieomosessuali, temi che sono andaticompletamente persi nelcorso della campagna.Prenderò in considerazione leproposte dei soli primi tre can<strong>di</strong>dati,che insieme hanno totalizzatoil 75% dei voti al primoturno: Nicolas Sarkozy,Presidente dell'Unione per unMovimento Popolare (UMP) adestra, Ségolène Royal, can<strong>di</strong>datadel Partito Socialista eFrançois Bayrou, Presidentedell'Unione per la DemocraziaFrancese (UDF). Non parleròdel can<strong>di</strong>dato del FronteNazionale (FN), Jean-Marie LePen, le cui proposte non hannoalcuna possibilità d’influenzarele scelte del futuro capo dell’esecutivo.Due temi sociali sono emersi inparticolare dal confronto: il superamentodei PACS verso unvero e proprio matrimonio, conil suo corollario, l’adozione, el'eutanasia, rilanciata da un manifestogiornalistico e da un processogiu<strong>di</strong>ziario.Due temisociali sonoemersi inparticolare dalconfronto: ilsuperamentodei PACS el'eutanasiaNel 2004 un deputato-sindacoverde aveva celebrato un matrimonioomosessuale, ma loscorso marzo il Consiglio <strong>di</strong>Stato, la più alta giuris<strong>di</strong>zioneamministrativa, ha annullato invia definitiva il matrimonio affermandoche, attualmente, ilmatrimonio tra due personedello stesso sesso non è consentitodalla legge. Il procuratoregenerale ha stabilito che è compitodel legislatore e non del giu<strong>di</strong>cepronunciarsi su questaquestione sociale. Allo stessomodo, il 20 febbraio, la Corte <strong>di</strong>Cassazione aveva <strong>di</strong>chiarato illegalel’adozione per le coppieomosessuali, ritenendola contrariaai <strong>di</strong>ritti del bambino, poichénon esiste il matrimonio traomosessuali. Il potere giu<strong>di</strong>ziarioè vincolato dal legislatore. Larisposta della politica si farà attendere.L’eliminazione al primo turnodel can<strong>di</strong>dato socialistaHollande in occasione delle precedentielezioni presidenziali avantaggio del can<strong>di</strong>dato <strong>di</strong>estrema destra (Le Pen) nel2002, assieme ai <strong>di</strong>ssensi internisul trattato costituzionale nel2005, hanno sbriciolato il PartitoSocialista, che ha dovuto ricostruirsie misurarsi con la voglia<strong>di</strong> conquista del potere. Questalunga gestazione ha partoritoun programma che è un verosincretismo tra tutte le correnti<strong>di</strong> un partito atomizzato. Il programmaanticipa la legalizzazionedel matrimonio e dell’adozioneda parte dei gay. La can<strong>di</strong>datadesignata, che è riuscita a lanciareuna vera OPA sul PartitoSocialista con il favore dei sondaggi,ha deciso <strong>di</strong> smarcarsi dalprogetto presentando il suo “pattopresidenziale”. Da allora, capirequali proposte contenute neltesto iniziale potranno essere ripreseè stata un’impresa ardua.L’espressione sibillina contenutanel patto <strong>di</strong> Royal, “garantirel’uguaglianza dei <strong>di</strong>ritti per lecoppie dello stesso sesso” non hatrovato conforto nelle <strong>di</strong>chiarazionidella can<strong>di</strong>data stessa. LaRoyal non ha riaffermato il propriosostegno in favore <strong>di</strong> unalegge per il matrimonio e perl’adozione alle coppie gay e lesbiche:preferisce la parola “unione”a “matrimonio” per “non spingerei riferimenti tra<strong>di</strong>zionali; la <strong>famiglia</strong>è un padre ed una madre.Ma ci sarà un <strong>di</strong>battito”.Gli altri can<strong>di</strong>dati si sono espressicontro questo tipo <strong>di</strong> unionima auspicano comunque <strong>di</strong> superaregli attuali PACS. Così, perSarkozy, bisogna definire un nuovostatuto del “buon genitore”. IPACS devono essere integrati con<strong>di</strong>sposizioni che permettano unatotale uguaglianza fiscale, socialee patrimoniale con le coppiesposate, fino a prevedere la pensione<strong>di</strong> reversibilità al congiuntoomosessuale. Quanto all’adozione,Sarkozy è fermamentecontrario.Per il can<strong>di</strong>dato cristiano-democraticoBayrou, che rammentache “il matrimonio è l’unione <strong>di</strong>un uomo e una donna”, bisognamigliorare il sistema <strong>di</strong> successione.A sorpresa, però, apre all’adozionesemplice.Il secondo tema emerso è quellodell’eutanasia, rilanciato nel<strong>di</strong>battito generale anche graziead un manifesto ed un processo.Un noto settimanale franceseha pubblicato a inizio marzouna petizione firmata da 2.134tra me<strong>di</strong>ci e infermieri che riven<strong>di</strong>cavano<strong>di</strong> aver praticatol’eutanasia attiva e ne domandavanola depenalizzazione.Contemporaneamente, si èaperto il processo ad un me<strong>di</strong>coe ad un’infermiera accusati <strong>di</strong>aver somministrato una dosemortale <strong>di</strong> sedativo a una pazientecolpita da cancro in faseterminale.Questi temiriemergerannonel corso dellalegislatura chesta per iniziare,perché il vaso<strong>di</strong> Pandora sitrova qui ed ègià stato apertoA livello legale è la legge Leonettidel 2005 che regola le scelte <strong>di</strong>“fine vita”. In particolare essacontesta l’accanimento terapeutico.Ségolène Royal vuole“aprire un <strong>di</strong>battito e mettere inatto una legislazione che permetta<strong>di</strong> alleviare le sofferenzepiù intollerabili”. Il progetto socialistaprevede <strong>di</strong> investire “ilParlamento del progetto <strong>di</strong> legge“Vincent Humbert” sull’assistenzame<strong>di</strong>ca per morire con<strong>di</strong>gnità” (Vincent Humbert èstato il Piergiorgio Welby francese).Più precisamente, il programmasocialista propone unalegge che permetta ai me<strong>di</strong>ci “<strong>di</strong>apportare un aiuto attivo” allepersone che si trovano nella faseterminale <strong>di</strong> malattie incurabilio in uno stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza incompatibilecon la loro <strong>di</strong>gnità.Sègolène Royal, però, non ha ripresoesplicitamente questaidea e mentre il partito comunistasi è smarcato giu<strong>di</strong>candosufficienti le leggi in vigore, glialtri tre can<strong>di</strong>dati <strong>di</strong> sinistra sonofavorevoli ad una depenalizzazionedell’eutanasia.Nicolas Sarkozy ha aperto il <strong>di</strong>battitoa destra quando, l’11 febbraioscorso, ha evocato l’eventualelegalizzazione dell’eutanasia:“Non possiamo restare abraccia conserte <strong>di</strong>nanzi allasofferenza <strong>di</strong> uno dei nostricompatrioti che chiede semplicemente<strong>di</strong> smettere <strong>di</strong> soffrireperché non ne può più”. La suaproposta è stata imme<strong>di</strong>atamentesmorzata per non urtarel’ala conservatrice dell’UMP.Così, sebbene Sarkozy ritengache vi siano dei limiti alla sofferenzadell’essere umano, in concretonon ha fatto alcun passoin questa <strong>di</strong>rezione.Quanto a François Bayrou, illeader dell’UDF si attiene allalegge Leonetti, che è “sufficienteper morire con <strong>di</strong>gnità”.Dunque, se la can<strong>di</strong>data <strong>di</strong> sinistraè sembrata essere la più audacenelle sue proposte, dobbiamorammaricarci del fattoche solo nei <strong>di</strong>scorsi vi sia statospazio per queste tematiche sociali,che quin<strong>di</strong> sembrano esserstate evocate solo a titolo <strong>di</strong>aneddoto. La Francia cerca dellesoluzioni ad una globalizzazioneche sente a torto o a ragionecome predatrice nei confrontidei più deboli, pertanto ican<strong>di</strong>dati si sono rifugiati troppospesso nella demagogia ehanno schivato certe questionisociali <strong>di</strong> primaria importanza.Non c’è alcun dubbio comunqueche questi temi riemergerannonel corso della legislaturache sta per iniziare, perché il vaso<strong>di</strong> Pandora si trova qui ed ègià stato aperto.(Traduzione dal francese <strong>di</strong>Carmen Sorrentino)


32DAL CORPO DEIMALATI AL CUOREDELLA POLITICACELLULE DIALTERNATIVAIL TEMPOÈ IL NOSTRO PEGGIOR NEMICO...CORRIERE DI CASERTA6 aprile 2007Il giovane consigliere dell’associazione“<strong>Coscioni</strong>” ospite dellatrasmissione “Buon Pomeriggio”.<strong>di</strong> Maurizio Costanzo che il popolaregiornalista conduce ognigiorno dalle 16 su Canale 5.Il giovane Liternese affetto daSclerosi Laterale Amiotrofica, haillustrato in <strong>di</strong>retta nazionale lapropria storia.Tessitore ha scoperto <strong>di</strong> avere laSla ormai quattro anni fa e da alloraè cominciato il suo pellegrinaggioda un ospedale all’altroper sottoporsi a cure sperimentali.Contemporaneamente ha intrapresouna dura battaglia per sensibilizzarele istituzioni sulla suamalattia. Il Comune <strong>di</strong> VillaLiterno gli è stato da subito vicinoe, a conclusione <strong>di</strong> un lungoiter, lo scorso autunno ha finanziatoper Antonio l’acquisto delMy Tobii, il sintetizzatore vocalea comando ottico con il quale riescea comunicare e ad utilizzarele principali applicazioni delPersonal Computer.Ultima vittoria, la scorsa settimana.ANTONIO TESSITORELa battaglia continua, e deve andare avanti a ritmo incessante,il tempo è il nostro peggiore nemico e non si può aspettare..,i tempi della malattia sono molto brevi. Pochi minuti inuna trasmissione televisiva,seppur importanti, non bastano adar voce ai bisogni <strong>di</strong> milioni <strong>di</strong> ammalati come me. Una “piccola”vittoria, quella annunciata dal Ministro della Salute LiviaTurco, a cui vanno i miei più sentiti ringraziamenti. Ora sarannole Regioni ad attuare i progetti specifici comprensivi dellamessa a <strong>di</strong>sposizione delle apparecchiature. Ed è a loro chemi voglio rivolgere ,alle Regioni, che facciano seguire prestoatti concreti, in modo da ridurre i tempi e gli iter burocratici edare presto la possibilità a tante persone ammalate <strong>di</strong> comunicarecon il mondo circostante. Come ho tenuto a precisarenel programma <strong>di</strong> Costanzo , la sclerosi laterale amiotroficacompromette tutte le nostre funzioni vitali. Un argomento rimastoancora silente è la ricerca scientifica; la ricerca sulle cellulestaminali embrionali. Tutti i malati e chi con<strong>di</strong>vide , il percorsoobbligato che la malattia impone alla persona amata,desidera la guarigione. I me<strong>di</strong>ci, resi impotenti da patologiefino ad oggi incurabili ed inguaribili, confidano nella Ricercascientifica.Ma tra desideri e speranze il tempo scorre.Il Ministro della Salute LiviaTurco ha annunciato che sarà avviataun’iniziativa straor<strong>di</strong>nariaper garantire la presa in caricodomiciliare, comprensiva dellamessa a <strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong> <strong>di</strong>spositiviper la comunicazione, a favoredei malati <strong>di</strong> Sclerosi LateraleAmiotrofica o <strong>di</strong> altre patologieinvalidanti che provocano la per<strong>di</strong>tadella parola e quin<strong>di</strong> dellapossibilità <strong>di</strong> comunicare con ilmondo esterno.L’acquisto dei <strong>di</strong>spositivi checonsentono <strong>di</strong> “comunicare congli occhi”, quin<strong>di</strong>, potrà in futuroessere finanziato dalle Regioni.Gli uffici del Ministero dellaSalute stanno pre<strong>di</strong>sponendo iltesto <strong>di</strong> una specifica progettualitàin materia cui destinare unaquota, stimata attorno ai 10 milioni<strong>di</strong> euro, nell’ambito delle risorsedel fondo sanitario destinatea specifici obiettivi sanitari.Saranno poi le Regioni ad attuarei progetti specifici comprensividella messa a <strong>di</strong>sposizione delleapparecchiature.I “Sistemi <strong>di</strong> comunicazione aumentativaAlternativa” (questo ilnome tecnico degli apparecchi)sono utilizzati per consentire <strong>di</strong>comunicare nelle fasi più avanzatedella malattia quando restanosolamente i movimenti ocularia collegare il paziente con ilmondo circostante.“Questa vittoria la sento un po’anche mia”, ha commentato sod<strong>di</strong>sfattoAntonio Tessitore, giovaneLiternese affetto da Sla, che daanni si batte per questo risultatoPer Antonio lo scorso anno si èmosso il Comune <strong>di</strong> Villa Liternoche, con uno stanziamento <strong>di</strong>20mila Euro, gli ha permesso <strong>di</strong>acquistare il “My Tobii”, con ilquale comunica.Il sindaco Enrico Fabozzi, apprendendol’annuncio delMinistro Turco, ha commentato:“una notizia importante, allaquale si spera seguano presto atticoncreti, per sanare un’ingiustiziapalese nei confronti dei tantimalati”.@pprofon<strong>di</strong>sciL'au<strong>di</strong>o videodella trasmissione:http://www.centro<strong>di</strong>ascolto.it/videopress/videobox.php?idcat=160&path=131,160&id=34342Ascolta l’au<strong>di</strong>o:http://www.ra<strong>di</strong>ora<strong>di</strong>cale.it/schede/view/id=222585/marcocappato-ed-antonio-tessitoresono-ospiti-della-trasmissionetuttVORREI METTERCI LA FIRMA!ALESSANDRO FREZZATO*In occasione <strong>di</strong> questo importanteappuntamento Congressuale,de<strong>di</strong>cato a contenuti <strong>di</strong> grandevalenza sociale e umana, vorreiaffrontare una rilevante questionelasciata ancora irrisolta dal legislatore:l’accesso dei <strong>di</strong>sabili fisici- impossibilitati ad usare lemani - agli atti <strong>di</strong> tipo pubblicoe/o amministrativo.Per effettuare pratiche, sempliciper la maggioranza delle persone,come ad esempio l'intestazione<strong>di</strong> un immobile o <strong>di</strong> unmezzo guidato dall’accompagnatoreetc, è necessaria la firma<strong>di</strong> proprio pugno del <strong>di</strong>sabile.Tuttora infatti le soluzioni alternativealla firma - come la recentefirma <strong>di</strong>gitale (che può essereadoperata su documento elettronico)o la semplice impronta <strong>di</strong>gitale(per la quale io propendoperché non può essere falsificata)– non sono facilmente accessibilie adeguatamente <strong>di</strong>ffuse nellapubblica amministrazione e nellasocietà.Questa risulta essere una delletante gravi mancanze delle istituzionidel nostro paese verso leminoranze presenti nel tessutosociale, in questo caso verso ilmondo dell’han<strong>di</strong>cap ma puòcomunque toccare a chiunque.Si tratta <strong>di</strong> un aspetto che nonpuò e non deve essere sottovalutatoda nessuno.Come militante ra<strong>di</strong>cale e rappresentantedell’Ass. <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>, e in quanto portatore <strong>di</strong>han<strong>di</strong>cap motorio, ritengo doverosoinvitare tutti i partiti politici<strong>di</strong> entrambi gli schieramenti(compresa la Rosa nel Pugno naturalmente!)ad impegnarsi neiprossimi giorni, settimane o mesi,nella <strong>di</strong>rezione dell’attuazione<strong>di</strong> nuove norme volte al riconoscimentolegale dei sistemi alternativialla firma per i soggetti <strong>di</strong>sabili.Questi ultimi non sono citta<strong>di</strong>ni<strong>di</strong> serie B e meritano <strong>di</strong> vedersi riconosciutii loro <strong>di</strong>ritti tutt’ogginegategli, anche nelle loro formepiù elementari, a causa della cultura<strong>di</strong> stampo me<strong>di</strong>oevale purtroppoancora presente.Soprattutto nel nostro bel paese.* Intervento svolto in videoconferenzaal “CongressoInternazionale Tecnologie e riformecontro le <strong>di</strong>sabilità” organizzatodall’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong> a Milano il 26 e 27Gennaio 2007.@pprofon<strong>di</strong>sci:http://www.lucacoscioni.it/node/7946


:CELLULE DIDAL CORPO DEIMALATI DELLA AL POLITICA CUOREALTERNATIVA33Con AdrianoLombar<strong>di</strong> e “OttoPagine” Agenda<strong>Coscioni</strong> sbarcaad AvellinoNON ERO RADICALELO SONO DA AMMALATOROCCO BERARDOAdriano Lombar<strong>di</strong> era il capitanodell’Avellino degli anni settanta. Uncentrocampista che dettava i tempi delcentrocampo della squadra campanaal massimo splendore. In serie A dopoanni <strong>di</strong> campionati <strong>di</strong> categorie inferiori,Adriano il capitano dell’Avellino,la ban<strong>di</strong>era <strong>di</strong> quella squadra, alcunianni fa è stato colpito da Sla. E’ da questastoria che vogliamo iniziare la nostracollaborazione con “Otto pagine”,giornale irpino che ogni prima domenicadel mese ospiterà la nostraAgenda <strong>Coscioni</strong>, giornale ed e<strong>di</strong>toreche ringraziamo e che speriamo possaessere emulato da tanti altri giornali localiin ogni parte d’Italia.Ad Adriano Lombar<strong>di</strong> nel 2002 viene<strong>di</strong>agnosticata la sclerosi laterale amiotrofica,da allora combatte la sua malattiacon tenacia, parlando in pubblicocon la sua voce che ancora tiene,raccontando la sua storia, facendo levasu quel personaggio che era anchepersonalità per quella città. Si è avvicinatoall’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong> con lacuriosità <strong>di</strong> capire che mondo fossequello che non gli era mai appartenuto,quello ra<strong>di</strong>cale. Così nel gennaio2004 venne a Roma per conoscere<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, al secondo Congressodell’associazione.Disse in quell’occasione “io non misento ra<strong>di</strong>cale nel cuore, ma mi sentora<strong>di</strong>cale da ammalato e voglio esserlofino in fondo”. E fino in fondo ha partecipatoai <strong>di</strong>battiti, alle interviste, tuttequelle possibili, durante il referendumdel 2005, da ra<strong>di</strong>cale.Oggi Adriano è arrivato ad uno sta<strong>di</strong>odella malattia che non gli consente più<strong>di</strong> parlare e <strong>di</strong> poter uscire <strong>di</strong> casa. E’ lacon<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> chi colpito da malattiedegenerative, tanto gravi come la sclerosilaterale amiotrofica, si vede privato<strong>di</strong> movimento e parola. Alla domandasu cosa serva per combattere questamalattia, Adriano Lombar<strong>di</strong> ha rispostola “voce”, serve poterne parlare,ma proprio chi dovrebbe, a causa <strong>di</strong>questa malattia, non può. E’ anche perquesto che con lui lotteremo perché alpiù presto gli sia garantita la possibilità<strong>di</strong> avere una strumentazione tecnicaper consentirgli quella che <strong>Luca</strong> ha ribattezzato“libertà <strong>di</strong> parola” e che abbiamopresentato al Ministro LiviaTurco come iniziativa urgente e nonpiù rinviabile.Intanto l’Agenda <strong>Coscioni</strong> riesce aduscire per la prima volta ad Avellinonelle e<strong>di</strong>cole grazie alla collaborazionecon il quoti<strong>di</strong>ano irpino “Otto pagine”,che avrà in allegato il nostro giornalemensile <strong>di</strong> norma ogni prima domenicadel mese. Anche in ragione <strong>di</strong> questanovità, vogliamo essere vicini adAdriano de<strong>di</strong>candogli questo nononumero.ADRIANO LOMBARDIMi presento, sono Adriano Lombar<strong>di</strong>;sono un ex calciatore, ma questo secondome non è molto importante. Hopensato <strong>di</strong> venire qui [al Congressodell’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>] a dare unatestimonianza <strong>di</strong> quello che è la miamalattia, ma mi sembra non serio enon giusto parlare <strong>di</strong> quello che ho io.Devo essere sincero, ci ho pensatomolto prima <strong>di</strong> <strong>di</strong>rlo, ma poi, mi sembralogico e normale farlo. Io sonomolto contento <strong>di</strong> essere qui perchévolevo conoscere e vedere da vicino<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>. Per me è l’emblema <strong>di</strong>quello che dovremmo fare noi tutti inqueste circostanze, soprattutto peruno come me che, fortunatamente, haancora la possibilità <strong>di</strong> parlare e <strong>di</strong>muoversi <strong>di</strong>scretamente e per questocerco <strong>di</strong> viaggiare il più possibile (oggiper Adriano non è più così, ndr).Indubbiamente lui sta conducendouna battaglia che - alcune volte io dalontano lo seguivo tramite internet -,ritenevo un po’, come <strong>di</strong>re, impropriao non corretta, nel senso che è unabattaglia, secondo me, inizialmentepersa, perché <strong>di</strong>cevo “chi ci ascolteràmai, siamo talmente pochi”, ma poicosì pochi in effetti non siamo, più <strong>di</strong>cinquemila malati non la rendono poicosì “rara” questa malattia.E’ impropriamente stata catalogata laSLA , come la malattia dei calciatori.Ma che senso ha, cioè, noi siamo quattroex calciatori ammalati e quegli altri4996 cosa facevano? Io so che facevanoi più <strong>di</strong>sparati mestieri, perciònon mi sembra nemmeno opportuno<strong>di</strong>lungarmi su questo tipo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scorso;l’hanno strumentalizzato per il doping,io per quello che ne so non hoGrazie all’ospitalità del quoti<strong>di</strong>ano “Otto pagine”, Agenda <strong>Coscioni</strong> uscirà in e<strong>di</strong>cola adAvellino e provincia <strong>di</strong> norma ogni prima domenica del mese.mai preso niente, comunque se mi <strong>di</strong>mostrerannodomani che ho fatto uso<strong>di</strong> sostanze non consentite, che mihanno portato alla mia malattia, benvenga chi lo scoprirà, perché può darsiche trovino, magari, una soluzioneper guarirla anche. E poi, comunque,<strong>di</strong>cevo, io sono un grande ammiratore<strong>di</strong> <strong>Luca</strong> purché non so come faccianella sua circostanza; chi glielo farebbefare? Potrebbe fare una lotta suapersonale, cercare me<strong>di</strong>ci in America,oppure dove è più consentito curarci enon certamente star <strong>di</strong>etro a migliaia<strong>di</strong> malati, per non <strong>di</strong>re a milioni, perchélui si occupa appunto della ricercae della libertà nella ricerca. Come èpossibile allora, che noi che possiamonon dobbiamo dargli una mano?Prima cosa è egoisticamente nel nostrointeresse e poi perché ci possiamoadoperare, se non per noi, per quelliche verranno dopo.Speriamo che tocchi anche a noi questapossibilità <strong>di</strong> trovare una cura atten<strong>di</strong>bileche ci possa far guarire, mase così non sarà per lo meno abbiamofatto quel qualcosa che, secondo me,nelle nostre circostanze , come <strong>di</strong>re, cifa sentire un po’ più realizzati. Io hoapprofittato del fatto <strong>di</strong> essere ex calciatore,ma mi sono accorto che sono<strong>di</strong>ventato molto più noto quando misono ammalato, perché prima, - sì, miconoscevano quelli del mondo del calcio- io non sono stato un grande, anziho giocato nelle squadre <strong>di</strong> serie A maabbastanza piccole, perciò non avevoquesta notorietà che purtroppo adesso,mi ha aiutato. Mi ha aiutato notevolmente,prima cosa per <strong>di</strong>strarmiperché ho cercato <strong>di</strong> viaggiare, <strong>di</strong> informarmi,<strong>di</strong> documentarmi e poi perchéin molte circostanze mi hanno datoparola.La mia naturalmente è una parola, come<strong>di</strong>re, <strong>di</strong> testimonianza, perché ionon so <strong>di</strong> leggi, non so <strong>di</strong> numeri, nonmi intendo moltissimo <strong>di</strong> politica, anchese ho le mie idee e però, mi sonoaccorto che, a questo punto della miavita, non posso fare altro se non - vistoche lo ammiro e che lui sta combattendouna battaglia che avrebbe bisogno<strong>di</strong> più numeri <strong>di</strong> persone - seguirel’esempio <strong>di</strong> <strong>Luca</strong>. Assolutamenteda parte mia sarebbe improponibile,io vorrei che questo esempio lo seguisseromolti, ma non solo a chiacchiere,ma scrivendo, perché io non ero venutocon l’intenzione <strong>di</strong> scrivere, ma l’hofatto molto volentieri: pensavo <strong>di</strong> parteciparea un congresso che <strong>di</strong>cesse lestesse cose, mi sono accorto che quioggi non è stato così, cioè, mi sono accortoche c’è qualcuno finalmente chesta dalla nostra parte.Non so se siamo tantissimi o pochissimi,io non faccio una questione <strong>di</strong> numeri,ma secondo me bisognerebbeadoperarci anche più capillarmenteper sensibilizzare le persone, non ultimoi vicini <strong>di</strong> casa, parlarne nelle nostrecittà; io vengo da Avellino, nellanostra provincia e, purtroppo, devoammettere che la conoscenza <strong>di</strong> questamalattia, e figuriamoci la battagliaper la libertà <strong>di</strong> ricerca, non è sentita, imotivi non li conosco, non c’è abbastanzainformazione, ma non solo inCampania, per carità, penso che siacosì un po’ da tutte le parti, ma nonper questo certamente ci dobbiamocome <strong>di</strong>re, abbandonare e <strong>di</strong>re “ma iorinuncio, ma che me ne importa? Saràquel che <strong>di</strong>o vorrà”.Non deve essere così assolutamente.Per quel poco che posso fare io, anchese lo sport, mi ha dato quest’opportunità,ben venga il calcio che sensibilizzaancora <strong>di</strong> più l’attenzione del pubblico<strong>di</strong> tutti i giorni perché ne parlanoi giornali sportivi.Sappiamo, purtroppo - lo <strong>di</strong>co adessoma non prima quando giocavo -, cheil calcio è molto seguito, L’Italia è l’unicanazione che ha tre giornali sportivi,non credo che ce ne siano altre da altriparti del mondo, perciò è bene chese ne parli e che se ne parli con piùcontinuità. Indubbiamente non è maiabbastanza. Adesso ho sentito parlare<strong>di</strong> strumentalizzazioni partitiche, ioho le mie idee, però da malato nonposso fare <strong>di</strong>stinzioni <strong>di</strong> ra<strong>di</strong>cali o <strong>di</strong>DS. Io mi voglio associare, mi voglioappoggiare ai ra<strong>di</strong>cali perché in questomomento mi danno voce e siccomeper le strade non è possibile moltospesso farlo, lo farà chi <strong>di</strong> dovere nellese<strong>di</strong> più opportune: al Governo, allaCamera, al Senato, in modo che si possasollevare quel qualcosa che ci possaveramente aiutare perché purtropponoi bisogna star <strong>di</strong>etro alle leggi: ioposso andare anche per strada con icartelli in mano, ma, senza dubbio,potrò fare anche qualcosa, ma non risolveròil mio problema.Noi onestamente abbiamo bisogno <strong>di</strong>voi e allora io non mi sento ra<strong>di</strong>calenel cuore ma mi sento ra<strong>di</strong>cale da ammalatoe lo voglio essere fino in fondo.Io, come <strong>di</strong>cevo prima, per quel pocoche posso fare, vi darò una mano e ladarò a quello che è l’associazione, unimpegno lodevole […] una personache sta molto peggio <strong>di</strong> me, che siadopera cento volte più <strong>di</strong> me nel cercare<strong>di</strong> risolvere i nostri problemi. Viringrazio.Intervento al secondo congressodell’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, tenutosia Roma il 21 e 22 gennaio 2004


34DIVENTAAZIONECELLULEDI ALTERNATIVAMILANO:LA “CELLULA” DELLA SCIENZAVALERIO FEDERICOELEONORA VOLTOLINAL’obiettivo della Cellula<strong>Coscioni</strong> <strong>di</strong> Milano, recentementecostituitasi, è quello <strong>di</strong>avviare una serie <strong>di</strong> iniziative nelcapoluogo lombardo per sensibilizzarela citta<strong>di</strong>nanza sulle tematiche,tra le altre, della libertà<strong>di</strong> ricerca scientifica, dell’-han<strong>di</strong>cap (vita in<strong>di</strong>pendente) edel <strong>di</strong>ritto del malato a sceglierecome, e se, essere curato. Dareun riferimento, insomma, anchea Milano, al quale potersi rivolgereper collaborare nel pensaree nell’organizzare l’attivitàa sostegno delle battaglie dell’associazionee per coinvolgerestu<strong>di</strong>osi, ricercatori, me<strong>di</strong>ci,malati e persone qualunque chesi ritrovano vicini su questi temi.Molti personaggi del mondoscientifico, universitario, me<strong>di</strong>coe associazionistico hanno giàaderito con entusiasmo all’iniziativa.Milano non è una piazza facile:governata da un sindaco <strong>di</strong> centrodestra,Letizia Moratti, edegemonizzata ormai da oltre undecennio, da un presidente dellaRegione – Roberto Formigoni– che, a capo delle truppe cielline,non fa mistero delle sue convinzioniiperconservatrici sui temicosiddetti “etici”.Convinzioni che recentemente,con sdegno laico, si sono riversatein un regolamento regionaleche prevede l’obbligo <strong>di</strong> seppellirei feti anche sotto le 20 settimane,in<strong>di</strong>pendentementedalla volontà della donna che siè sottoposta ad interruzione volontaria<strong>di</strong> gravidanza. A riguardova segnalato come ilConsiglio Comunale <strong>di</strong> Comoha dato imme<strong>di</strong>atamente il vialibera a un cimitero per feti, dovela sepoltura potrà avveniresenza l'accordo dei genitori maquesti avranno il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> chiedereun funerale e una lapide. Ilpresidente del Centro Aiuto allaVita <strong>di</strong> Como si è rallegrato perché“l'area de<strong>di</strong>cata ai feti possaservire come richiamo e comemonito a tutti noi”. Va inoltre ricordata,la bassissima percentuale<strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci non obiettoriche lavorano negli ospedali milanesie lombar<strong>di</strong>, guidati da <strong>di</strong>rettorigenerali e sanitari ciellinio <strong>di</strong> area AN, che scelgono concriteri non certo meritocratici iprimari.Milano e la Regione Lombar<strong>di</strong>asono da tempo la testa <strong>di</strong> ponte,in Italia, dell’offensiva politicoclericaledel Vaticano, azionevolta a contrastare il processo <strong>di</strong>secolarizzazione europeo. MaMilano ha anche alcuni tra i laboratori<strong>di</strong> ricerca più importantiin Italia, è la cittàdell’Istituto OncologicoEuropeo <strong>di</strong> Veronesi , delS.Raffaele <strong>di</strong> Don Verzè e <strong>di</strong> altriimportanti poli ospedalieri, l’industriafarmaceutica è massicciamentepresente, è la città, infine,che può e deve aprirsi <strong>di</strong>più all’industria delle biotecnologie.La Cellula <strong>Coscioni</strong> <strong>di</strong> Milanoparte con grande grinta, consapevoledegli ostacoli che si troveràa dover affrontare, ma bendeterminata a superarli. Conl’obiettivo <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondere sempre<strong>di</strong> più, sul territorio milanese, laconsapevolezza del ruolo-chiavedella ricerca scientifica nellanostra società, con la volontà <strong>di</strong>evidenziare l’ottusità dei palettinormativi che oggi la releganoin spazi angusti, privandola <strong>di</strong>tanti “cervelli”, e con l’ambizione<strong>di</strong> portare nuove persone adavvicinarsi all’associazione<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, sostenendola attraversol’iscrizione e impegnandosiin prima persona nelleiniziative pubbliche.@approfon<strong>di</strong>sci:Per contattare i promotori o aderirealla Cellula <strong>Coscioni</strong> <strong>di</strong>Milano, telefona al 3358256736, oscrivi una e-mail a valeriofederico@hotmail.comIDENTIKIT DELLACELLULA COSCIONIDI MILANODATA DI COSTITUZIONE:21 marzo 2006PRESIDENTE:Giulio Cossu, Consigliere Generaledell’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, Direttoredell’Istituto <strong>di</strong> Ricerca sulle Cellule Staminali alS. Raffaele <strong>di</strong> Milano. Professore <strong>di</strong> Istologia edEmbriologia alla facoltà <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina eChirurgia all’Università <strong>di</strong> Roma “La Sapienza”.TESORIERE:Manlio Mele, Tesoriere Ass.E.Tortora Ra<strong>di</strong>caliMilano.COORDINATORE: Valerio Federico,Consigliere Generale Ass.L.<strong>Coscioni</strong>,Segretario Ass.E.Tortora Ra<strong>di</strong>cali Milano.VICE PRESIDENTE: Yasmin RavagliaAlcuni dei membri: Giuseppe Testa, Direttore<strong>di</strong> Ricerca presso il Laboratorio <strong>di</strong> epigeneticadelle Cellule Staminali, Istituto EuropeoOncologico; Alessandro Cecchi Paone,Conduttore e giornalista televisivo, docente <strong>di</strong>Teoria e tecnica del documentarioall'Università Bicocca <strong>di</strong> Milano e al SuorOrsola Benincasa <strong>di</strong> Napoli; Laura Gribaldo,Responsabile del Laboratorio <strong>di</strong> Emato eImmunotossicologia, Centro Europeo per laConvalida dei Meto<strong>di</strong> Alternativi allaSperimentazione Animale, Istituto per laSalute e protezionedel Consumatore, Joint Research Centre,Commissione Europea, Ispra; Stefano Meriggi,Storico e filosofo della scienza; Marco M.Marzi, Specialista Ostetrico-Ginecologo, responsabileDay Hospital Ostetrico-Ginecologico Ospedale Bassini, AziendaOspedaliera S. Gerardo Monza; RossellaBartolucci e Stefania Aulicino, SOS InfertilitàONLUS Milano; Silvia Brunelli, ricercatrice <strong>di</strong>Biologia Applicata, presso la facoltà <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cinadell'Università <strong>di</strong> Milano Bicocca;Elisabetta Dejana, Ricercatrice dell’IFOM,Istituto FIRC <strong>di</strong> oncologia molecolare, Ufficialeal merito della Repubblica; Franco Cotelli, professoreassociato in Biologia dello sviluppopresso l’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano e dal1992 è docente nel Dottorato in Biologia cellularee molecolare; Brunella Polignano, lungaesperienza in EXIT, esperta delle questioni legatea eutanasia e testamento biologico;Eleonora Voltolina, giornalista, membro dellasegreteria dell’Ass. E.Tortora – Ra<strong>di</strong>cali Milano;Caterina Tafani, esperta <strong>di</strong> mercato del lavoro;Bruna Colacicco, me<strong>di</strong>co, membro della segreteriadell’Ass. E.Tortora – Ra<strong>di</strong>cali Milano.INIZIATIVE IN PROGRAMMA:GIOVEDÌ 3 MAGGIO, H.10.30 - “Parliamo <strong>di</strong>laicità…quali limiti alla ricerca scientifica inuno stato laico?” Università Statale <strong>di</strong> Milano,via Festa del Perdono: <strong>di</strong>battito con ilPresidente Giulio Cossu e con Stefano Moriggi,anch’egli membro della cellula milanese.Partecipano inoltre: Moni Ova<strong>di</strong>a, Gad Lernere Clau<strong>di</strong>o Luzzati, docente <strong>di</strong> filosofia del <strong>di</strong>rittopresso l'Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Milano.Iniziativa organizzata da Sinistra Universitariae dalla Cellula <strong>Coscioni</strong> <strong>di</strong> Milano.MARTEDÌ 8 MAGGIO, H.12 - Presentazionedella Cellula <strong>Coscioni</strong> <strong>di</strong> Milano ai me<strong>di</strong>a


DIVENTAAZIONE:CELLULEDI ALTERNATIVA35CAVIE, NON PER SEMPRELa sperimentazione animale è tuttora in<strong>di</strong>spensabile, ma è realistico prevederne il superamentosenza danni per l’umanità. L’UE lavora in questo senso, ora sta a noi monitoraregli stati membriLAURA GRIBALDOTra fine 2005 e inizio 2006, due delle piùprestigiose riviste scientifiche internazionali,Nature e Scientific American, hannopubblicato ciascuna un articolo sui meto<strong>di</strong>alternativi alla sperimentazione animalenei test <strong>di</strong> tossicità. Mentre la seconda hasemplicemente raccontato lo “stato dell'arte”in materia - ma è comunque notevolee positivo che se ne sia interessata - laprima ha anche sostenuto una posizionedecisamente critica nei confronti dei test<strong>di</strong> tossicità svolti su animali e sulla loro affidabilità.Il concetto <strong>di</strong> alternativa alla sperimentazioneanimale risale alla definizioneelaborata da Russel e Burch nel 1959 ecomunemente definita delle 3R:Refinement (Raffinamento), Reduction(Riduzione)Replacement(Rimpiazzamento). Con “Raffinamento” siintende il miglioramento delle tecnichesperimentali, compiute pur sempre suanimali, in modo da ridurre la loro sofferenza;in alcuni casi, si cerca <strong>di</strong> usare animalifilogeneticamente meno evoluti. Con“Riduzione” si intende la riduzione del numero<strong>di</strong> animali usati, o l'aumento <strong>di</strong> informazioniottenute con lo stesso numero<strong>di</strong> animali. Con “Rimpiazzamento” si intendela sostituzione dell'animale conl'utilizzo <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> alternativi. L’ECVAM,European Centre for Validation ofAlternative Methods-Centro Europeo perla Validazione <strong>di</strong> Meto<strong>di</strong> Alternativi, partedell’Istituto per la Salute e la Protezione deiConsumatori della CommissioneEuropea, è stato istituito nel 1991 in rispostaall’art. 23 della Direttiva 86/609/EECsulla protezione degli animali usati nellasperimentazione (1, 2) e ha sede a Ispra.L’ECVAM coor<strong>di</strong>na e finanzia stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> validazione<strong>di</strong> saggi in vitro, è il punto <strong>di</strong> riferimentoper lo scambio <strong>di</strong> informazioni sullosviluppo <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> alternativi, sviluppae gestisce una banca <strong>di</strong> dati relativi a procedurealternative e promuove il <strong>di</strong>alogosull’argomento tra legislatori, industria, ricercatori,organizzazioni dei consumatorie organizzazioni animaliste. Inoltre, portaavanti ricerche in <strong>di</strong>verse aree della tossicologiainerenti la sicurezza <strong>di</strong> sostanzechimiche, cosmetici, farmaci, ecc., e nelsettore dei prodotti biologici, promuovendosia la salute umana, che il benessereanimale, attraverso lo sviluppo <strong>di</strong> meto<strong>di</strong>avanzati sempre più affidabili. Le nostresfide sono due; la prima riguarda i test suiprodotti cosmetici: in base al settimoemendamento della normativa europea76/768/EEC approvato nel 2003, entrerà invigore il <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> ven<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> cosmetici testatisu animali per la maggior parte deitest entro il 2009, mentre per 3 specifichearee (tossicocinetica, tossicità riproduttiva,tossicità cronica) il <strong>di</strong>vieto scatterà nel• LAURA GRIBALDOTask Officer per le immunotossicitàpresso lo European Centre for Validationof Alternative Methods-Centro Europeoper la Validazione <strong>di</strong> Meto<strong>di</strong> Alternativi,membro della neo-costituita Cellula <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong> <strong>di</strong> Milano2013, ma con possibilità <strong>di</strong> slittamento senon sono stati sviluppati test alternativiadeguati. L'ECVAM ha perciò il compito <strong>di</strong>coor<strong>di</strong>nare gli sforzi e gestire la validazionedei meto<strong>di</strong> necessari per la scadenzadel 2009 e per quella del 2013. La secondasfida, ben maggiore, riguarda invece il progettoREACH, che ha lo scopo <strong>di</strong> rendereobbligatoria l'applicazione <strong>di</strong> tutta una serie<strong>di</strong> test sulle sostanze chimiche già incommercio da decenni (prima del 1981,circa 30.000 sostanze), sulle quali nessuntest regolatorio era stato prima eseguito,perché non esisteva l'obbligo normativo <strong>di</strong>farlo. Secondo Nature, ogni sostanza chimicasottoposta alla batteria <strong>di</strong> test previstadal REACH utilizza circa 5.000 animali,o 12.000, se la sostanza è un pesticida. Lamaggior parte dei test su animali sovrastimao sottostima la tossicità <strong>di</strong> una sostanzachimica, o, semplicemente, non riproducemolto bene la tossicità per l'uomo.Quando troviamo che il cortisone è embriotossicosu tutte le specie testate eccettoche sugli umani, cosa dovremmo farcene<strong>di</strong> questi test? Nonostante questo, loscoglio più <strong>di</strong>fficile da superare nella sostituzionedei test su animali con altri in vitrosarà proprio per i test <strong>di</strong> tossicologia riproduttiva,oltre che per quelli <strong>di</strong> cancerogenicità,perché questi sono test più “emotivamentecoinvolgenti” per le persone.Sono anche quelli che usano più animali:più della metà degli animali sono usati perquesto tipo <strong>di</strong> test. Esiste però un progetto,chiamato ReProTect, che coinvolge 27laboratori e ha lo scopo <strong>di</strong> trovare alternativeper questi test. Il ciclo riproduttivoumano viene sud<strong>di</strong>viso in elementi piùpiccoli, dalla fertilità maschile e femminileallo sviluppo pre e post-natale, e si stacercando <strong>di</strong> sviluppare un insieme significativo<strong>di</strong> test.L’ECVAM si avvale <strong>di</strong> un ComitatoScientifico in<strong>di</strong>pendente costituito da 15rappresentanti appartenenti ai Paesimembri dell’Unione Europea.Attualmente sono inoltre presenti, comeosservatori, esperti dei 10 Paesi recentementeentrati nella UE e <strong>di</strong> organismiamericani, come NICEATM (NationalToxicology Program Interagency Centerfor the Evaluation of AlternativeToxicological Methods) e ICCVAM(Interagency Coor<strong>di</strong>nating Committee onthe Validation of Alternative Methods). Trai meto<strong>di</strong> alternativi che ECVAM ha valutato,o <strong>di</strong> cui ha sostenuto l’ingresso nelle lineeguida internazionali, due saggi <strong>di</strong> corrosivitàe uno <strong>di</strong> fototossicità (3) sono giàstati inclusi nell’Allegato V allaDirettiva67/548/EEC (4) e saranno prestoinclusi nelle linee guidadell’Organizzazione per la Cooperazionee lo Sviluppo Economico (OCSE). Il saggioper la sensibilizzazione cutanea, LocalLymph Node Assay (LLNA), approvatoprecedentemente da ICCVAM, è stato accettatodall’OCSE e ridurrà <strong>di</strong> circa il 50% ilnumero degli animali, ma anche la lorosofferenza. ECVAM ha fortemente incoraggiatol’introduzione nelle linee guidaOCSE <strong>di</strong> tre protocolli per la tossicità acutaorale (TG 420, 423, 425), che riducono ilnumero <strong>di</strong> animali <strong>di</strong> un fattore 3 rispettoal metodo originale, ormai cancellato dal2003 sia dall’allegato V alla Direttiva67/548/EEC (B1), sia dalle linee guida OC-SE (TG 401). Un’ulteriore riduzione del numero<strong>di</strong> animali potrà essere ottenuto conl’introduzione nella Farmacopea Europeadei saggi in vitro utilizzati per il controllo <strong>di</strong>qualità dei vaccini. Sempre nel campo deiprodotti biologici, è stato da poco completatouno stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> validazione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> invitro per i pirogeni, che sembrano moltopromettenti e saranno presto valutati daun gruppo <strong>di</strong> esperti in<strong>di</strong>pendenti dallostu<strong>di</strong>o. Per quanto riguarda l’Italia, la <strong>di</strong>rettivacomunitaria e’ stata implementataattraverso l’articolo 4 del DecretoLegislativo 116/92 che prevede che il ricorsoall’impiego <strong>di</strong> animali a fini sperimentalidebba essere fatto solo in assenza documentata<strong>di</strong> un metodo alternativo valido.Sono trascorsi 14 anni dall’entrata in vigoredel Decreto 116 ma finora, a causadella mancanza <strong>di</strong> una efficiente gestionedella sperimentazione animale, in Italia lasostituzione degli animali utilizzati è statalasciata alla buona volontà <strong>di</strong> pochi ricercatori.Inoltre, la Direttiva 86/609/EEC siapplica alla sperimentazione sugli animalia scopo regolatorio, mentre si sa che lamaggior parte <strong>di</strong> animali viene usata per laricerca <strong>di</strong> base, ecco perché e’ attualmentein corso la revisione <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>rettiva a livellocomunitario. Infine, l’ECVAM ha istituitoun servizio per la <strong>di</strong>ffusione dell’informazionesui meto<strong>di</strong> alternativi,Scientific Information Service (SIS), <strong>di</strong>sponibilesul sito http://ecvam-sis.jrc.it. Tutticoloro che sono interessati a contribuireallo sviluppo <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> in vitro, applicabiliin settori <strong>di</strong>versi a scopo regolatorio, possonosegnalare le proprie competenze perun eventuale inserimento nei gruppi <strong>di</strong> lavoroistituiti. È anche possibile collegarsi alsito ECVAM (http://ecvam.jrc.it) per tenersiinformati sulle <strong>di</strong>verse attività, sui risultatidegli stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> validazione conclusi esu eventuali ban<strong>di</strong> <strong>di</strong> progetti finanziati dalCentro.Per saperne <strong>di</strong> più:1. Directive 86/609/EEC of 24 November1986 on the approximation of laws, regulationsand administrative provisions ofthe Member States regar<strong>di</strong>ng the protectionof animal used for experimental andother scientific purposes. Official Journalof the European Communities 1986;L358: 1-29.2. EC. Establishment of a European Centrefor the Validation of Alternative Methods(ECVAM). Communication from theCommission to the Council and theEuropean Parliament, 29 October 1991(SEC(91)1794 final), 6 pp. Brussels,Belgium: Commission of the EuropeanCommunities.3. Commission Directive 2000/33/EC of 25April 2000 adapting to technical progressfor the 27th time Council Directive67/548/EEC on the approximation of laws,regulations and administrative provisionsrelating to the classification, packagingand labelling of dangerous substances.Official Journal L 136, June 8 2000;91-8).4. Commission Directive 2000/33/EC of 25April 2000 adapting to technical progressfor the 27th time Council Directive67/548/EEC on the approximation of laws,regulations and administrative provisionsrelating to the classification, packagingand labelling of dangerous substances.Official Journal of the EuropeanCommunities 2000; L136:90-107.Ascolta “Il Maratoneta”, la trasmissione dell’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong> in <strong>di</strong>retta su Ra<strong>di</strong>o Ra<strong>di</strong>cale ogni sabato dalle 14:30 alle15:30.La trasmissione, curata da Mirella Parachini e Luigi Montevecchi,oltre a trattare ed approfon<strong>di</strong>re i temi dell’attualità politica sui temidella bioetica e della ricerca, informa sulle attivitàdell’associazione. “Il Maratoneta” è oggi scaricabile anche inpodcasting o riascoltabile in streaming. Tutte le informazioni suwww.ra<strong>di</strong>ora<strong>di</strong>cale.it e www.lucacoscioni.it.


36LETTURE!LA NOSTRABIBLIOTECAIN LIBRERIALe segnalazioni dell’Agenda <strong>Coscioni</strong>A CURA DI MARIA PAMINIIleana Argentin, Che bel viso… peccato, Donzelli,2007,pp.103,euro 11,50.“Vorrei tanto far capire alla gente che la <strong>di</strong>sabilità è unostatus <strong>di</strong> vita, non una malattia”.Questo piccolo libro autobiografico è la testimonianzavivace e appassionata <strong>di</strong> come IleanaArgentin sia riuscita non solo a convivere con lamalattia che l’ha colpita fin da bambina – l’amiotrofiaspinale che comporta la paralisi progressivadei muscoli del corpo - ma soprattutto a far sìche ciò non le impe<strong>di</strong>sse <strong>di</strong> essere felice.Attratta dalla politica fin dalle scuole superiori,dopo essere stata presidente per lungo tempodell’Unione Italiana per la Lotta alla DistrofiaMuscolare <strong>di</strong> Roma, nel 1997 Ileana Argentin decide<strong>di</strong> can<strong>di</strong>darsi alle elezioni comunali con iDemocratici <strong>di</strong> Sinistra (a quell’epoca Pds). Da alloraè consigliere comunale e conduce una battagliapolitica per i <strong>di</strong>ritti dei <strong>di</strong>sabili. Durante ilsuo secondo mandato il sindaco Veltroni le conferiscela delega per le Politiche dell’Han<strong>di</strong>cap,scorporandole dall’assessorato Affari Sociali, unasvolta che l’Argentin definisce non solo politicama anche culturale. All’epoca del referendumcontro la legge 40 denuncia, insieme a <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong> e ai Ra<strong>di</strong>cali, l’impossibilità dei <strong>di</strong>sabiliintrasportabili <strong>di</strong> esercitare il loro <strong>di</strong>ritto al voto(100.000 i casi in Italia secondo l’Istat).Il libro è una lunga carrellata <strong>di</strong> ricor<strong>di</strong> e <strong>di</strong> personaggi:dai giochi con la sorella e la madre, che vestivala bombola dell’ossigeno da CappuccettoRosso perché la piccola Ileana non ne avessepaura, al deciso rifiuto <strong>di</strong> continuare a ricercare ilmiracolo: “Ho conosciuto baroni della me<strong>di</strong>cina,santuari e tanti truffatori. (…) Non capivo perchédovevo guarire a tutti i costi. Fu così che a <strong>di</strong>ecianni <strong>di</strong>ssi ai miei genitori che ero stanca, stufa,che mi dovevano far vivere in pace così com’eroperché altrimenti sarebbe stato meglio morire”.Dai primi fidanzati e dalla scoperta della sessualità(“l’idea che i <strong>di</strong>sabili sono asessuati non mi hasfiorato neanche un po’”) ai tanti operatori sociali,volontari e collaboratori che sono stati e sonooggi al suo fianco, al suo compagno <strong>di</strong> vita,Sandro, il suo “principe”.Gian Enrico Rusconi,Non abusare <strong>di</strong> Dio.Per un’etica laica,Rizzoli,2007,pp.190,euro12,50Gian Enrico Rusconi, professore <strong>di</strong> ScienzaPolitica all’Università <strong>di</strong> Torino, già in precedenzaaveva analizzato l’importanza per uno Stato democratico<strong>di</strong> fondarsi su un’etica laica ma in questosuo ultimo pamplhet denuncia apertamente“l’uso – soprattutto implicito, surrettizio, allusivo– <strong>di</strong> argomenti religiosi in ambiti deliberativi cheportano alla produzione <strong>di</strong> leggi”, denuncia ilprotagonismo delle autorità religiose che hannosaputo sfruttare a dovere l’indebolimento delleculture politiche e delle organizzazioni partitichetra<strong>di</strong>zionali. Il processo <strong>di</strong> secolarizzazione dellesocietà occidentali non ha portato, come si riteneva,ad una legittima collocazione della religionenel privato, bensì a ciò che l’autore definisce“post-secolarismo”, dove le Chiese “si sentono deputateo sollecitate a offrire in<strong>di</strong>cazioni <strong>di</strong> eticapubblica in società che <strong>di</strong>chiarano <strong>di</strong> voler rimanereistituzionalmente laiche”.Ciò che per la Chiesa è un pericolo, la pluralitàdelle visioni della vita e delle concezioni del bene,il cosiddetto “relativismo” che per papaRatzinger odora <strong>di</strong> zolfo, per il laico è il fondamentodell’ethos comune: “lo Stato è laico proprioperché non pretende dai citta<strong>di</strong>ni identità <strong>di</strong>credenze in campo etico-religioso ma reciprocorispetto”. Riven<strong>di</strong>cando la ricchezza, la profon<strong>di</strong>tàe l’autonomia del concetto <strong>di</strong> laicità, e contrastandol’affermazione che “valori” e “senso”siano prerogative delle religioni, l’autore spinge illaico a ritrovare il proprio senso <strong>di</strong> appartenenzaper creare una nuova capacità comunicativapubblica.Antonio Cavicchia Scalamonti, La morte.Quattro variazioni sul tema, Iperme<strong>di</strong>um libri,pp 216,euro 15,00Quattro “variazioni” de<strong>di</strong>cate, rispettivamente,all’in<strong>di</strong>viduo, al tempo, alla memoria e alla morte:così si presenta l’ultimo libro <strong>di</strong> AntonioCavicchia Scalamonti, sociologo che da decenniha fatto della Nera Signora – oggi corteggiatissima,forse più per dongiovannismo intellettualeche per solido interesse – il centro delle sue ricerche.E infatti più ancora delle variazioni conta iltema che ad esse soggiace, e il libro vuole farlo risuonaread ogni pagina, come un memento. Alcentro dell’affresco c’è l’immagine orgogliosa espaurita dell’uomo occidentale che scopre la suafinitu<strong>di</strong>ne e ne atterrisce; e quanto più atterrisce,tanto più tenta <strong>di</strong> rianimare i pantheon perduti;ma nell’inarcare <strong>di</strong> nuovo su <strong>di</strong> sé la sacra volta –che sia per mezzo <strong>di</strong> restaurazioni clericali o <strong>di</strong>avventure totalitarie – scopre che essa ormai èpoco più che un fondale teatrale; e tuttavia si sforza,con un misto <strong>di</strong> candore e malafede, <strong>di</strong> affidarvisisurrogando la fede antica.Un libro che riafferma le ragioni della civiltà in<strong>di</strong>vidualista,laica e liberale proprio mentre portaalla luce il fondo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sperazione su cui quest’ultimaha eretto la sua precaria <strong>di</strong>mora. CavicchiaScalamonti accetta il rischio <strong>di</strong> credere che forsenelle civiltà arcaiche si vivesse in uno stato psicologicopiù tollerabile e meno angoscioso; ma è trai pochi ancora convinti, in questo clima <strong>di</strong> revivalreligioso alquanto spurio, che il processo <strong>di</strong> secolarizzazionesia, malgrado le apparenze, irreversibile;e che quando una società si è aperta, pensare<strong>di</strong> richiuderla è una pericolosa illusione.


DETTAL’AGENDA!LETTERE37lettere@agendacoscioni.itI lettori <strong>di</strong> Agenda <strong>Coscioni</strong> ci possono scrivere all’in<strong>di</strong>rizzo lettere@agendacoscioni.it.Sex and the <strong>di</strong>sabilityLe battaglie che avete fatto per i <strong>di</strong>sabilimi son piaciute forse perché anch'io faccioparte del club <strong>di</strong>sabili, naturalmentecontro la mia volontà! Ho notato che tantagente si ricorda dei <strong>di</strong>sabili solo quandodecidono <strong>di</strong> farla finita tipo Welby.Secondo me un altro problema per i <strong>di</strong>sabiliè il sesso sono stufo <strong>di</strong> essere trattatotipo un asessuato anche i <strong>di</strong>sabili pensanoa certe cose ma tv e giornali se ne freganoalla grande!Solo vagando su internet ho trovato dellenotizie sul tema tipo il Sar in Olanda! Mipiacerebbe che parlaste <strong>di</strong> ‘ste cose anchese mi rendo conto che rispetto all'eutanasiaè un problema minuscolo.Non <strong>di</strong>telo al papa che penso stè cose sennòmi fà una pre<strong>di</strong>ca che non finisce più!Eheheh…<strong>Luca</strong>La questione che sollevi è ancora una voltaquella della conoscenza, della definizione<strong>di</strong> una cultura sociale e politica adeguate aibisogni del “più debole” nell’esercizio dellapropria libertà.“…Non <strong>di</strong>rettamente a me, ma a MariaAntonietta, c'è qualcuno, che le chiede seposso o no, scopare. La mia voce interiore,risponde, nuovamente: la sclerosi lateraleamiotrofica colpisce la muscolatura volontaria,e non le funzioni sessuali. Certo, nonposso fare tutte le posizioni del Kamasutra,ma un po' me la cavo anche io, brutto imbecille!”Così <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> scriveva della nostrasessualità rispondendo a chi si poneva ilproblema <strong>di</strong> ristabilire l'equilibrio psicosessualedel nostro rapporto <strong>di</strong> coppia,qualora fosse stato messo in pericolo dallasua con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> malato.Una forma, una <strong>di</strong>mensione vissuta, tratante possibili, nella <strong>di</strong>versità, espressa conla consapevolezza <strong>di</strong> avere e sentire un ruolosessuale legato al cambiamento biologico,fisico e psicologico che la malattia e/ola <strong>di</strong>sabilità possono portare.Credo che si debba partire da qui. Dallaconoscenza <strong>di</strong> una <strong>di</strong>mensione soggettivadella sessualità riconoscibile in tutte le persone,anche in quelle verso le quali in molti,ancora troppi, il pregiu<strong>di</strong>zio, il non sapere,una “cultura” ed una educazione sessuofobiche,inducono a pensare che il deficit,l'han<strong>di</strong>cap, la malattia, e la <strong>di</strong>versità,svuotano i corpi <strong>di</strong> emozioni, desideri e ricercadel piacere. Emozioni, desideri <strong>di</strong>versi,vissuti sulla propria pelle con l’esclusione,la solitu<strong>di</strong>ne e le <strong>di</strong>fficoltà ad esprimerela propria sessualità. La problematicità,che certamente riveste il tema della sessualitàe <strong>di</strong>sabilità, non deve essere da una partesegregata in un luogo <strong>di</strong> trincea dove apagare un caro prezzo sono sempre e solo i<strong>di</strong>sabili, e dall'altra risolta con un “interventotecnico specialistico”: come è accadutoad un ragazzo <strong>di</strong> Oxford con una graveforma <strong>di</strong> <strong>di</strong>strofia muscolare “accontentato”nel desiderio <strong>di</strong> “fare sesso almenouna volta nella vita”.Questi due estremi invece possono esserepercorsi da una interpretazione della sessualitàcome manifestazione del desiderio<strong>di</strong> normalità. Desiderio che rimanda alla<strong>di</strong>mensione naturale della persona, che abbassala soglia dei limiti del deficit solo fisicoo psichico, per scongiurare così la sistematica“castrazione” - figlia <strong>di</strong> schiacciantipregiu<strong>di</strong>zi morali - <strong>di</strong> chi non rientra nei canoniestetici e seduttivi <strong>di</strong> ruoli sociali importantie <strong>di</strong> prestigio; e obbliga così a vivereuna castità non voluta: una sorta <strong>di</strong> costrizionegrave e violenta delle relazioniemotive ed intime.Quin<strong>di</strong> il riconoscimento <strong>di</strong> un <strong>di</strong>ritto,quello della sessualità imprescin<strong>di</strong>bile <strong>di</strong>tutte le persone, che la società civile e politicanon può permettersi <strong>di</strong> non riconoscere:è il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> vivere l’esperienza della conoscenzadel proprio corpo, all’interno <strong>di</strong>una relazione o in<strong>di</strong>vidualmente, nelle situazionipiù complesse, attraverso unaeducazione sessuale non repressiva. E’compito delle istituzioni promuovere unapolitica <strong>di</strong> sostegno e <strong>di</strong> aiuto che consentala piena e libera affermazione della persona.Oggi, troppo spesso, quel che viene fattoriguardo alla sessualità è esattamente ilcontrario.Maria Antonietta Farina <strong>Coscioni</strong>A sinistra del PCI. Interventiparlamentari <strong>di</strong> MarcoPannella 1976-1979VALTER VECELLIONotizie Ra<strong>di</strong>cali, 12 aprile 2007Marco Pannella certamenteesprimerà una bonariadoglianza, nel rigirarsi tra lemani questo poderoso, preziosovolume che raccoglie laquasi totalità dei suoi interventiparlamentari tra il 1976 e il1979: gli anni della prima legislaturache ha visto una presenzara<strong>di</strong>cale a Montecitorio:quattro “moschettieri”, conPannella, Emma Bonino, AdeleFaccio, Mauro Mellini. Il volume“A sinistra del PCI”, è statocurato da Lanfranco Palazzolo,voce conosciuta <strong>di</strong> “Ra<strong>di</strong>oRa<strong>di</strong>cale”; oltre cinquecentopagine (23 euro; benissimospesi) pubblicate dall’e<strong>di</strong>toreKaos, cui dobbiamo altre meritoriepubblicazioni: “LeonardoSciascia, deputato ra<strong>di</strong>cale” e“Enzo Tortora, per una giustiziagiusta”, sempre curati daPalazzolo; e alcuni libri <strong>di</strong>Ernesto Rossi: “Il manganello el’aspersorio”, “I padroni delvapore”, “Nuove pagine anticlericali”,“Il sillabo e dopo”, “Undemocratico ribelle”, “Settimonon rubare”.Per tornare alla bonariadoglianza <strong>di</strong> Pannella. Si haragione <strong>di</strong> credere che consistain questo: che un lettore frettolosoe un po’ <strong>di</strong>stratto possaessere indotto a credere che siaun libro <strong>di</strong> Pannella, mentreinvece è “solo” un libro che raccoglieinterventi <strong>di</strong> Pannella.E’ una bonaria doglianza cheha un suo fondamento:Pannella, piaccia o no (e certamentea noi non piace) in vitasua non ha mai scritto un libro,e sembra <strong>di</strong> capire che ancoragli interessi più “l’azione pratica”,quella quoti<strong>di</strong>ana e militante.In vita sua ha scritto unaquantità incalcolabile <strong>di</strong> articolifirmati da lui o da altri, o pubblicatianonimi; note, comunicati,<strong>di</strong>chiarazioni, testi <strong>di</strong>volantini, commenti. Ma unlibro nel senso che comunementesi dà a questo termine,chissà se mai lo farà; e sì che <strong>di</strong>cose da raccontare e ricordarci,ne avrebbe…Ma tant’è.Dunque, non ci sono libri <strong>di</strong>Pannella; semmai libri con testi<strong>di</strong> Pannella, da altri curati,come questo <strong>di</strong> Palazzolo. A noiva benissimo ugualmente. Aver“salvato” dai polverosi archividella Camera dei Deputati questiinterventi; averli depuratidagli errori commessi dai purbravissimi stenografi; aver corredatoquesti interventi da unpregevole apparato <strong>di</strong> noteesplicative (a voler cercare ilpelo nell’uovo: non siamo deltutto sicuri che don MarcoBisceglie sia morto nell’anno incui si attribuisce il decesso; masi cerca il pelo perché l’uovoc’è), aver fatto tutto questo, èazione altamente meritoria.A noi, infatti, importa soprattutto<strong>di</strong> poter <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> unvolume che racconta “fatti”, eleggendo <strong>di</strong> “ieri” molto <strong>di</strong>comprende dell’ “oggi”. Eccoche sfilano <strong>di</strong>nanzi a noi paginerelative a fatti che alcuni <strong>di</strong>noi hanno vissuto in primapersona: il 12 maggio del 1974,con gli incidenti voluti e provocatida agenti <strong>di</strong> polizia travestitida autonomi, e nel corsodei quali una ragazza,Giorgiana Masi, venne uccisa;ma anche le pagine dove si raccontadel generale EnricoMino, morto in un “incidente”a bordo <strong>di</strong> un elicottero che sischianta sulla Sila, lui cheaveva giurato a se stesso <strong>di</strong> nonprenderne,<strong>di</strong>elicotteri…(“…uno dei rischimaggiori e più gravi, dai qualidovremmo premunirci, perquanto riguarda le alte sferemilitari del nostro Stato, daqualche tempo a questa parte,dal generale Ciglieri al generaleMino, è rappresentato dagliincidenti, stradali o aerei, odagli inspiegabili suici<strong>di</strong>…”(pag.446).C’è davvero tutto il Pannellache conosciamo: il Pannellache oggi parla <strong>di</strong> AntonioRosmini e <strong>di</strong> Romolo Murri, <strong>di</strong>Tommaso Campanella e <strong>di</strong>Vincenzo Gioberti, della“destra” ra<strong>di</strong>cale <strong>di</strong> AntonioSalandra, del movimento “LeSillon”, che ricorda una dozzinae più volte Ernesto Rossi, maanche Mario Pannunzio, GuidoCalogero, Piero Calamandrei,Leopoldo Piccar<strong>di</strong>, GaetanoSalvemini: perché almeno negliatti parlamentari ne resti unatraccia, i loro nomi – spessoepurati dai cataloghi degli e<strong>di</strong>tori“importanti” – non scompaianodel tutto. C’era già allora,come ora, la denuncia delcomplesso militar-industriale(pag.105), ma anche successivamente:“…Quali erano gliinteressi se non quelli <strong>di</strong> quelcomplesso militar-industrialeche il generale presidenteEisenhower già vent’anni fain<strong>di</strong>cava come il terribile, concretopericolo che si stava affermandonel mondo?...”(pag.268). Insomma, per capirci:il Pannella che molti rimpiangonoe contrappongono aquello <strong>di</strong> “oggi”, sostenendoche quello <strong>di</strong> “ieri” era ilPannella “buono”, mentre“oggi”… Oggi Pannella è semplicementeuguale a quello <strong>di</strong>ieri: batte in fin dei conti sempresugli stessi chio<strong>di</strong>, vive elotta per gli stessi ideali e obiettivi:vita del <strong>di</strong>ritto, <strong>di</strong>ritto allavita; unità laica delle forze dacontrapporre all’unità delleforze laiche…Giorgio Galli, nella nota introduttiva,coglie molte dellebuone ragioni che consiglianol’acquisto <strong>di</strong> questo libro e lasua lettura. Libro da leggere,per ricordare e per cercare <strong>di</strong>capire. Leggi quel che Pannella<strong>di</strong>ceva trent’anni fa, e ti chie<strong>di</strong>:aveva, ha ragione; ma alloracome mai è stato ed è così <strong>di</strong>fficilericonoscerlo? Perché maisono condannati, Pannella e ira<strong>di</strong>cali, a un eterno ruolo <strong>di</strong>minoranza? Che strano, bizzarropaese è mai questo che tienefuori dalle istituzioni Pannella,e le cui università, così pro<strong>di</strong>ghe<strong>di</strong> lauree, a lui non sisognano <strong>di</strong> dargliela? Possibileche ora come allora, pur essendotra i pochi (e forse l’unico)che non ha nulla <strong>di</strong> che rimproverarsi,come <strong>di</strong>ce GiorgioGalli nella sua prefazione,Pannella debba patire un ostracismoo<strong>di</strong>oso e intollerabile daparte dei mezzi <strong>di</strong> comunicazionee <strong>di</strong> molta parte dellaclasse politica? Beh, leggendo illibro curato da Palazzolo, qualchespiegazione si trova, qualcheinterrogativo si scioglie…


38DAL CORPO DEIMALATI AL CUOREDELLA POLITICASTORIA DISPERANZAMARINAMi chiamo Marina, sono malata daquattro anni <strong>di</strong> sclerosi multipla, ma melo ricordo solo quando devo fare lapuntura. Il resto della settimana mitengo impegnata con do<strong>di</strong>ci ore <strong>di</strong> lavoroil giorno (ho un centro stampa che faorario continuato) e mi stanco fino allosvenimento. Ma se il Signore mi hamesso davanti dei paletti mi conoscebene perché sa che più si cerca <strong>di</strong>fermarmi e più io corro!Quando mi sono ammalata erolavoratrice <strong>di</strong>pendente e, nonostante lamia salute avesse avuto solo unaspallata, sono stata pesantemente<strong>di</strong>scriminata dal mio datore <strong>di</strong> lavoro,che mi rendeva la vita impossibile.Evidentemente, nella sua ignoranza,pensava che da un giorno all'altro sisarebbe trovato a spingere la mia se<strong>di</strong>a arotelle. Allora me ne sono andata e hodeciso che non sarei più stata trattata inquel modo da nessuno. Mi sono messa inproprio, con gli oneri che una decisionedel genere comporta. Non esiste piùmutua, non esistono <strong>di</strong>ritti. Nessunaassicurazione vuole farmi una polizzainfortuni e quando racconto del miopiccolo "problema" se la danno tutti agambe levate! Ma è la sfida quoti<strong>di</strong>anache mi dà la forza e le energie per andareavanti. In tutto quello che faccio ci mettol'anima e il mio spirito ne trae beneficio.MARINALA MALATTIASULLA PUNTADELL’AGOHo un bambino che adesso ha compiutodo<strong>di</strong>ci anni. Mio figlio sa della miamalattia e quando il suo papà mi fa lapuntura, lui viene a vedere e mi sorride.Quando era più piccolo gli ho spiegatoche ci sono delle cellule birichine cheinvece <strong>di</strong> fare il loro lavoro attaccano i filidella corrente che fanno funzionare lacentralina del mio corpo, e lui si è messoa ridere. Adesso che è un po’ più grande èconsapevole del problema e cerca <strong>di</strong>rendersi sempre più in<strong>di</strong>pendente pernon pesare su <strong>di</strong> me.Ogni giorno spero che succeda il"miracolo" e che si trovi il modo perchési possano rigenerare cellule sane dallenostre stesse cellule, perché malattieoggi inguaribili non lo siano più, macredo, e ne sono convinta, che molteaziende farmaceutiche non abbianointeresse affinché questo accada efacciano <strong>di</strong> tutto per ostacolare laricerca. Ogni scatola <strong>di</strong> iniezioni che mipassa l'ospedale costa oltre 1.300 euro!Purtroppo siamo in un mondo sbagliatoche gira tutto intorno agli interessi deipotenti.@approfon<strong>di</strong>sciAltre "storie <strong>di</strong> speranza" sono consultabili suwww.lucacoscioni.itISCRITTI NEL MESE DI APRILEMaria Aiello € 350; Isabella Cardone € 220;Mario Ardenghi € 200; Simona Carniato €200; Giuseppe Dell'erba € 200; FrancaLetizia Angiolillo € 100; Regina Bertipaglia €100; Pierluigi Bisagni € 100; ElisabettaCabibbe € 100; Salvatore Caruso € 100;Carlo Chiopris € 100; Maria Cianchi € 100;Maria Clemente € 100; Antonio Corapi €100; Angela Cosentino € 100; Ezio Dallo €100; Luigia D'amato € 100; Lorenzo DelPorto € 100; <strong>Luca</strong> Di Cesare € 100;Serafino D'onofrio € 100; Guido Foa € 100;Angelo Fregni € 100; Riccardo Galetti €100; Marisa Jaconi € 100; Ugo Manetti €100; Gianfranco Maraviglia € 100; FrancaMarcone € 100; Bruna Marra Armando €100; Neva Martinuzzi € 100; AdrianoMonticelli Carlini € 100; <strong>Luca</strong> Moretti € 100;Giovanni Angelo Multinu € 100; GaiaMusiani € 100; Vanda Panzeri € 100;Fabrizio Paolillo € 100; Alessandra Pieracci€ 100; Rino Pieroni € 100; Eugenio Probati€ 100; Marcello Ricci € 100; Luigi Rossi €100; Cecilia Rossi Luciani € 100; CarlottaRossi Luciani € 100; Marcello Sadocchi €100; Clau<strong>di</strong>o Giuseppe Scaldaferri € 100;Francesco Sogliuzzo € 100; Clara Stella €100; Bruno Tescari € 100; Alejandro Tonti €100; Giovanni Tria € 100; Marco Turco €100; Francesco Voltolina € 100; Liana Zen €100Sono iscritti all’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>attraverso la formula “Iscrizione PacchettoArea Ra<strong>di</strong>cale” (590 euro):Giuseppe Amato; Francesco Benzi;Antonino Cappiello; Giorgio Catal<strong>di</strong>;Giuseppe Compagnini; Alberto Coretti;Carlo Crocchi; Antonio Di Maio; Marco DiSalvo; Guido Renato Emanuele Ferretti;Cesare Friggi; Silvana Germena; NicolaGhiotto; Barbara Girardon Crespi; DavidGreco; Raffaele Ianniruberto; CarmineMarraffa; Catello Masullo; StefanoMoschini; Paolo Osso; <strong>Luca</strong> Ponsele';Rubens Sanna; Irene Santoro; RodolfoSapello; Paolo Vagliasin<strong>di</strong>; Roberto Verde;Simone Vignini; Iacopo Volpi; Gian GaspareZuffaTra gli altri hanno versato un contributoall’associazione nel mese <strong>di</strong> aprile:Zeu<strong>di</strong> Araya Cristal<strong>di</strong> € 300,00; R. RestaNanni € 300,00; Federico Orlando € 250,00;Gesuina Ambrogina Somaschini € 150,00;Lia Bergamaschi € 102,75; GiovanniCocconi € 100,00; Alan Orlando € 100,00;Margherita Bertino € 50,00; Mario Bianchi €50,00; Pietro Cancemi € 50,00; AndreaCavaggioni € 50,00; Vincenzo Chiulli €50,00; Marina Corso € 50,00; AlessandroD'ottavio € 50,00; Ugo Ferri € 50,00;Riccardo Garbarino € 50,00; RobertoGiannarelli € 50,00; Maria Assunta Girar<strong>di</strong> €50,00; Lorenzo Gobbi € 50,00; LuigiMarinaccio € 50,00; Mattia Mattias € 50,00;Franca Piliego € 50,00; Maria RenataSequenzia € 50,00; Grazia Tavoletta €50,00; Fabio Timo € 50,00; Aldo Urbini €50,00; Roberto Anzellotti € 48,77; AnnaMaria Bonomelli € 40,00; Flavia Lanari €40,00; Piero Cinelli € 30,00; <strong>Luca</strong> Curci €30,00; Andrea Millefiorini € 30,00; RobertoPiazzalunga € 30,00; Marina Richelli €30,00; Sergio Venuti € 30,00; Marco Basset€ 25,00; Francesco Ciappichini € 25,00;Tullio Ratossa € 25,00; GiovanniBattagliarini € 20,00; Luigi Carlone € 20,00;Donatella Ceriani € 20,00; VincenzoCuoccio € 20,00; Concetta Farella € 20,00;Francesco Paolo Fazio € 20,00; CristianoOnofrio Gerlando € 20,00; Delio Lambiase€ 20,00; Graziella Litro € 20,00; SilvioPineta € 20,00; Adriano Romano € 20,00;Brunello Volpe € 20,00


DIVENTAAZIONECELLULEDI ALTERNATIVA39EUTANASIA CLANDESTINA:CONTINUA LA SFIDA PER LE CELLULEÉ in corso una battaglia per realizzare indagini conoscitive nel maggior numero possibile <strong>di</strong>Regioni, in modo che i risultati, presi nel loro complesso, abbiano una valenza nazionale.GIULIA SIMI,ANDREA FRANCIONIIl tentativo ancora in corsodell’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>per la libertà <strong>di</strong> ricerca scientifica<strong>di</strong> incar<strong>di</strong>nare un’indagine conoscitivasul fenomeno dell’eutanasiaclandestina nel nostro Paesepermette <strong>di</strong> fare alcune considerazionisulla base dei primi riscontriottenuti.L’iniziativa è partita al Congresso<strong>di</strong> Orvieto del <strong>di</strong>cembre 2005 e haconosciuto momenti <strong>di</strong> forte mobilitazionecon un appello in<strong>di</strong>rizzatoal Parlamento italiano loscorso autunno al quale hannoaderito più <strong>di</strong> ventimila persone,prima fra tutte Piergiorgio Welby.L’esito <strong>di</strong> questo appello, che <strong>di</strong>fatto è stato ignorato dalle istituzioni,dà la misura <strong>di</strong> come anchela sinistra continui a evitare <strong>di</strong>confrontarsi con il problema dell’eutanasia,trasformando quelloche dovrebbe essere un <strong>di</strong>ritto inun privilegio <strong>di</strong> classe, riservato achi ha risorse economiche e <strong>di</strong>conoscenza tali da essere libero<strong>di</strong> decidere sul proprio fine vita,in Italia o all’estero.Molti sanno cosa avviene in situazionidrammatiche nelle corsiedegli ospedali e fra le mura domestiche.Molti sanno che nellaclandestinità le decisioni <strong>di</strong> finevita vengono prese dai me<strong>di</strong>ci edai familiari, più che dai malati.Molti sanno che ci sono personeche vorrebbero porre fine allapropria vita, ma sono completamente<strong>di</strong>sarmate, costrette, sehanno fortuna, ad affidarsi allapietà <strong>di</strong> un me<strong>di</strong>co, <strong>di</strong> un familiare,<strong>di</strong> un amico. Molti sanno, maè un sapere clandestino; se neparla nei corridoi degli ospedali,degli hospice, delle case <strong>di</strong> cura,lo confidano in via riservata me<strong>di</strong>cio infermieri, se ne <strong>di</strong>scute incucina davanti a un tazza <strong>di</strong> caffé,mentre qualcuno rantola nellacamera accanto. “So che è unsegreto, perché lo sento sussurraredappertutto”, scrivevaCongreve.Cosa fare perché questo segretodrammaticamente vissuto nellasolitu<strong>di</strong>ne e nella clandestinità<strong>di</strong>venti consapevolezza pubblica?Restiamo convinti che sia necessariauna indagine conoscitiva,promossa da istituzioni autorevoli,al fine <strong>di</strong> offrire un contributo<strong>di</strong> chiarezza alla <strong>di</strong>scussionesulle decisioni <strong>di</strong> fine vita e <strong>di</strong>dare la possibilità ai citta<strong>di</strong>ni,qualunque sia la loro posizione,<strong>di</strong> attingere a dati scientifici atten<strong>di</strong>bili,aggiornati e rilevati suscala nazionale.L’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> èora impegnata a chiedere che sianole Regioni a realizzare l’indagineconoscitiva sull’eutanasiaclandestina. In queste settimane,grazie all’impegno dei militantidelle Cellule <strong>Coscioni</strong>, la richiesta<strong>di</strong> indagine conoscitiva è stata osarà sottoposta all’attenzione degliassessori regionali alla Sanità.L’idea è che indagini conoscitivesiano realizzate nel maggior numeropossibile <strong>di</strong> Regioni, in modoche i risultati, presi nel lorocomplesso, abbiano una valenzanazionale. A tal fine è importanteche il lavoro scientifico e la rilevazionedei dati statistici sia coor<strong>di</strong>natoda un’unica struttura inmodo da ottenere dati omogeneie confrontabili.Il 12 aprile scorso Mina Welby,Antonio Bacchi, Giulia Simi eAndrea Francioni hanno avutoun primo incontroall’Assessorato alla Sanità dellaToscana. La proposta <strong>di</strong> indagineconoscitiva è stata accolta congrande interesse ed è stato moltoapprezzato il fatto chel’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, nelfarsi promotrice della richiesta,abbia chiarito che la realizzazionedell’indagine resta affidata allaresponsabilità delle singoleRegioni, e questo per evitare strumentalizzazionipolitiche. Perquanto riguarda la Toscana, laprocedura dovrebbe prevedere laconsultazione in via preliminaredella Commissione regionale <strong>di</strong>Bioetica, dell’Agenzia regionale<strong>di</strong> Sanità e dell’Or<strong>di</strong>ne dei Me<strong>di</strong>cial fine <strong>di</strong> acquisire elementi sullemodalità <strong>di</strong> realizzazione dell’indagine.Un altro passaggio importante èprevisto il 4 maggio, quandoMina Welby, Tommaso Ciacca eGiulia Simi incontreranno l’assessorealla Sanità dell’Umbria,Maurizio Rosi. In questo caso larichiesta <strong>di</strong> indagine conoscitivaè stata sottoscritta anche dai dottoriFabio Conforti, responsabiledelle cure palliative dell’ASL 3, ePaolo Catanzaro, presidente dellasezione umbra della Societàitaliana <strong>di</strong> psiconcologia (SIPO).Altri contatti sono in via <strong>di</strong> definizioneattraverso le Cellule<strong>Coscioni</strong> <strong>di</strong> Calabria, Basilicata,Campania, Liguria, EmiliaRomagna, Piemonte, Veneto eTrentino Alto-A<strong>di</strong>ge.Restano ancora molti ostacoli dasuperare, <strong>di</strong> natura politica e culturale.Temiamo che la situazionea livello regionale non sia molto<strong>di</strong>versa da quella nazionale, eche anche sulle amministrazioniregionali <strong>di</strong> sinistra incomba lavolontà <strong>di</strong> compromesso sui temilaici che sembra animare il costituendoPartito Democratico.Per altro verso, una parte consistentedella classe me<strong>di</strong>ca continuaa coltivare il pregiu<strong>di</strong>zio versol’uso della parola eutanasia,un pregiu<strong>di</strong>zio che nasconde lavolontà <strong>di</strong> non conoscere, la tolleranzadell’illegalità percepitacome rime<strong>di</strong>o a un fenomenocon il quale non si vuole fare iconti. Non sarà facile, ma cre<strong>di</strong>amoche, se una o due Regioni troverannoil coraggio <strong>di</strong> prenderel’iniziativa, ci sarà la possibilitàconcreta <strong>di</strong> allargare il fronte dellabattaglia. An<strong>di</strong>amo avanti nellaconvinzione che la durata è laforma delle cose.@pprofon<strong>di</strong>sciPer aiutare la cellula locale a tepiù vicina, collegati a www.lucacoscioni.it/celluleINDAGINE EUTANASIA:CALENDARIZZATA LA PROPOSTADELLA CELLULA COSCIONI DI NAPOLIANDREA FURGIUELEILEANA LEPREProsegue il cammino dell’odg asostegno della campagnadell'<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong> e<strong>di</strong>ncentrato sulla “petizione alparlamento italiano perché affrontila questione eutanasia”,presentato all’attenzione delconsiglio comunale <strong>di</strong> Napolidalla locale Cellula <strong>Coscioni</strong> edal “Clabarc”, assieme all'associazione“Napoli Punto a capo”ed al coord. prov. “ANC e SCAO”.Tale or<strong>di</strong>ne del giorno sottoscrittoda almeno un componenteper tutti i gruppi consiliari,e la cui <strong>di</strong>scussione è stata all’iniziorinviata da una espressarichiesta fatta dal sindaco inpersona al presidente del consigliocomunale, è stato ufficialmenteinserito nella riunionedel Consiglio comunale del 7maggio 2007. Ringraziamo ilPresidente del ConsiglioComunale Leonardo Impegnoche ha raccolto con sensibilità lanostra proposta e ha portatoavanti con costanza l’iter proceduralenecessario alla calendarizzazionedell’or<strong>di</strong>ne del giorno,e ringraziamo i consiglieriche, nel sostenerla in manieratrasversale e motivata, ne hannopermesso la presentazionenell’ambito della <strong>di</strong>scussionedel Consiglio Comunale.Confi<strong>di</strong>amo che, considerate talipremesse, insieme alla con<strong>di</strong>visioneche il sindaco stesso ha<strong>di</strong>mostrato nel firmare la petizione,l’esame consiliare possaconcludersi coerentemente conl’approvazione della nostra proposta.Il testo dell'or<strong>di</strong>ne del giorno ed inomi dei consiglieri firmatari:IL CONSIGLIOCOMUNALEDI NAPOLI O.d.G.Premesso <strong>di</strong> con<strong>di</strong>videre la richiestadelle associazioni:"Cellula <strong>Coscioni</strong> <strong>di</strong> Napoli","Clabarc" (Comitato <strong>di</strong> Lottaper l'abbattimento delle barrierearchitettoniche e culturali"),"Napoli punto a capo", e "Anc"e "Scao", a che siano al più prestomesse all'or<strong>di</strong>ne del giornoin Parlamento: le proposte <strong>di</strong>legge esistenti in materia <strong>di</strong> accanimentoterapeutico, testamentobiologico ed eutanasia;la realizzazione <strong>di</strong> un'indagineconoscitiva sulla consistenzadel fenomeno dell'eutanasiaclandestina; e <strong>di</strong> ritenere necessario<strong>di</strong> potenziare la coscienzacivile della citta<strong>di</strong>nanza, incrementandonel'attenzione sulletematiche dei <strong>di</strong>ritti civili eumani al fine <strong>di</strong> far <strong>di</strong>ventareNapoli un luogo simbolo nell'impegnocontro ogni barrieraculturale ed etica, impegna ilSindaco e l'A.C. a sostenere inmodo ufficiale la Petizione attivatadall'<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong> su tali tematiche.Napoli, 20 febbraio 2007Stanislao Lanzotti (UDC, cg);Gennaro Carbone (FI);Francesco Moxedano (DS);Diego Venanzoni (UDEUR, cg);Stefano Palomba (Margherita);Raffaele Carotenuto (PRC, cg);Ciro Borriello (Ver<strong>di</strong>, cg); MarcoMansueto (Iniziativa Popolare,cg); Roberto De Masi (SDI);Domenico Palmieri (Nuovo PSI,cg); Luciano Schifone (AN, cg);Antonio Fellico (PdCI); AlfredoGiordano (IdV, cg); Achille DeSimone (Misto, cg)@pprofon<strong>di</strong>sciPer aiutare la cellula localea te più vicina, collegati awww.lucacoscioni.it/cellule


Non bastano“grazie”CON CARTA DI CREDITOsu www.lucacoscioni.it oppuretelefonando allo 06 68979.286CON CONTO CORRENTEPOSTALEn. 41025677 intestato a"<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> per lalibertà <strong>di</strong> ricerca scientifica", Via <strong>di</strong>Torre Argentina n. 76 - cap 00186,RomaCON VAGLIA ORDINARIOintestato a "Ass. <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> perla libertà <strong>di</strong> ricerca scientifica", Via<strong>di</strong> Torre Argentina n. 76 - cap00186, RomaCON CONTO CORRENTEBANCARIOn. 000041025677 intestato a "Ass.<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> per la libertà <strong>di</strong> ricercascientifica" CIN N ABI 07601CAB 03200 presso Poste Italianes.p.aSe il bonifico bancario è effettuatodall'estero usare queste coor<strong>di</strong>nate:Bonifico bancario intestato a<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>presso la Banca <strong>di</strong> Cre<strong>di</strong>toCooperativo <strong>di</strong> Roma ag. 21IBAN:IT79E0832703221000000002549BIC: ROMAITRRLE QUOTE DI ISCRIZIONESocio sostenitore almeno 200 euroSocio or<strong>di</strong>nario almeno 100 euroE' nella storia ra<strong>di</strong>calericevere "grazie".Non servono per continuarele lotte che con<strong>Luca</strong> e Piergiorgio abbiamointrapreso. Ogni giorno,ogni ora, per fare iniziativa,anche per poterinviare il giornale che haifra le mani, occorreil tuo contributo, la tuaiscrizione all'<strong>Associazione</strong><strong>Coscioni</strong>. Pochi centesimial giorno, meno del costo<strong>di</strong> un caffè, per continuareinsieme anche nell'anno2007 la conquista <strong>di</strong> nuovi<strong>di</strong>ritti civili.www.lucacoscioni.itO LI SCEGLIO LI SCIOGLI.I RADICALICON CARTA DI CREDITOsu www.ra<strong>di</strong>calparty.orgoppure telefonandoallo 06 6826QUOTA D’ISCRIZIONE200 EUROChi piùspendemenospendeL'<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong> è iscritta alRegistro Nazionale delle Associazioni<strong>di</strong> Promozione Sociale, <strong>di</strong> cuiall'articolo 7 della L. n. 383 del 2000.La legge concede alcune importantiagevolazioni fiscali a coloro chedecidono <strong>di</strong> sostenerne l’attività.Sono deducibili dal red<strong>di</strong>tocomplessivo del soggetto erogatorenel limite del 10% del red<strong>di</strong>tocomplessivo <strong>di</strong>chiarato, e comunquenella misura massima <strong>di</strong> 70.000 euroannui.L'agevolazione è concessa acon<strong>di</strong>zione che le donazioni, seconsistenti in denaro, venganoeffettuate a mezzo bonifico bancario,carta <strong>di</strong> cre<strong>di</strong>to, <strong>di</strong> debito oprepagata, bollettino postale oassegno bancario/circolare.Per ulteriori informazioni sulledonazioni, o per richiedere laricevuta <strong>di</strong> una donazione effettuata,vi preghiamo <strong>di</strong> scriverci all’emaildonazioni@associazionecoscioni.org

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