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di famiglia? - Associazione Luca Coscioni

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22 .IL MITODELLA FAMIGLIANATURALE...ORGOGLIOLAICO A PIAZZANAVONAIL MATRIMONIO PUÒ ATTENDEREDANIELA DEL BOCAALESSANDRO ROSINAwww.lavoce.info, 22 maggio 2005Quando un fenomeno con ricaduteimportanti sulla vita dellepersone si <strong>di</strong>ffonde e <strong>di</strong>venta socialmenteaccettato, il fatto chela politica lo ignori può essereletto come una conferma sia delgrado <strong>di</strong> <strong>di</strong>stacco della classe <strong>di</strong>rigentedalla vita dei comuni citta<strong>di</strong>ni,sia del grado <strong>di</strong> incapacitàdei policy maker <strong>di</strong> cogliereper tempo le trasformazioni socialiin atto e fornire risposteadeguate. Che le coppie <strong>di</strong> fattosiano una realtà ormai <strong>di</strong>ffusa ein forte crescita anche in Italia, èquanto <strong>di</strong>cono tutte le più recentiindagini. Che a livello politiconon si sia finora decisonulla per regolamentare tale fenomeno,<strong>di</strong>versamente da tuttigli altri paesi ai quali ci sentiamoculturalmente vicini, è un dato<strong>di</strong> fatto. Tra i paesi europei,l’Italia resta la sola a non offrirealcun riconoscimento giuri<strong>di</strong>coalle coppie <strong>di</strong> fatto etero o omosessuali.Il ritardo è in contrastocon le crescenti pressioni delParlamento europeo che ha sollecitatogli Stati membridell’Unione ad adeguare al piùpresto le proprie legislazioni alfine <strong>di</strong> riconoscere legalmente laconvivenza al <strong>di</strong> fuori del matrimonio,in<strong>di</strong>pendentemente dalsesso. Nonostante negli ultimianni siano state presentate bendo<strong>di</strong>ci proposte <strong>di</strong> legge - ultimaquella Grillini, vicina ai contenutidel Pacs francese – e nonostantetra i presentatori si trovinorappresentanti <strong>di</strong> forze politichesia della maggioranza chedell’opposizione, il vuoto giuri<strong>di</strong>copermane.È quin<strong>di</strong> da apprezzare la recenteapertura <strong>di</strong> Romano Pro<strong>di</strong>che, ispirandosi a De Gasperi, vaal <strong>di</strong> là dei suoi principi personali,afferma la necessità <strong>di</strong> riconoscerei problemi giuri<strong>di</strong>ci e civili<strong>di</strong> tutti coloro che scelgono<strong>di</strong> vivere insieme stabilmente informe <strong>di</strong>verse dal matrimonio esi <strong>di</strong>chiara favorevole all’adozionedel Pacs francese anche inItalia.Generazionia confrontoPer le persone omosessuali, salvoche in Olanda e in Spagna,non vi sono alternative alla convivenza.Per le persone eterosessuali,questa scelta può avere ragioni<strong>di</strong>verse: il rifiuto del matrimoniocome istituzione, l’impossibilità(è il caso, in Italia, deiseparati che devono aspettaretre anni prima <strong>di</strong> poter chiedereil <strong>di</strong>vorzio) o la non convenienzaa sposarsi, il desiderio <strong>di</strong> metterealla prova il proprio rapporto.Nella maggior parte dei paesioccidentali le convivenze sono<strong>di</strong> tipo giovanile, perciò piùvicine al terzo tipo <strong>di</strong> motivazione.In particolare, a partire dagli anniOttanta l’unione <strong>di</strong> fatto si èimposta come la forma prevalente<strong>di</strong> inizio della vita <strong>di</strong> coppiaper i giovani dell’Europanord-occidentale. Tanto che ametà degli anni Novanta, a Nord<strong>di</strong> Alpi e Pirenei, meno <strong>di</strong> un terzodelle prime unioni era unmatrimonio.I paesi dell’Europa meri<strong>di</strong>onaleper qualche decennio sonosembrati sostanzialmente immunia questo fenomeno, confinatosoprattutto alle coppie ricostituite,sebbene nelle areemetropolitane del Nord Italia isegnali <strong>di</strong> un cambiamento inatto apparissero già evidenti. AMilano ad esempio, tra le donnenate all’inizio degli anniSessanta ben una su tre avevaformato la prima unione in modoinformale anziché <strong>di</strong>rettamentetramite un legame coniugale.Per la stessa generazionel’incidenza nell’Italia centrosettentrionaleera invece pocopiù del 10 per cento e si scendevaa meno del 5 per cento nelMeri<strong>di</strong>one.Il confronto con la generazionesuccessiva (le nate alla fine deglianni Sessanta) fornisce però giàin modo chiaro l’entità del cambiamentoin atto. I numeri parlano<strong>di</strong> una crescita esponenziale.Si sale infatti a circa una convivenzaogni cinque primeunioni per il dato nazionale, e auna ogni quattro nel Nord-Centro (figura 1).Per le generazioni ancor più giovani,illuminanti sono i dati sulleintenzioni. Come evidenziauna recente indagine , circa dueterzi dei giovani che hanno attualmenteattorno ai venticinqueanni sono favorevoli allaconvivenza. Poco meno del 40per cento sono quelli che prevedonopersonalmente <strong>di</strong> attuarlacome forma <strong>di</strong> prima unione.Oltre la metà ritiene che i genitoriaccetterebbero senza alcunaopposizione tale loro eventualescelta. Che il fenomeno siain forte evoluzione e che la maggioranzadella popolazione italianaconsideri oramai socialmenteammissibile che due personepossano convivere senzaessere sposate, è testimoniatoda altre recenti indagini (1).Sulle convivenze omosessualinon esistono ancora dati ufficiali,anche sel’Istat sta pre<strong>di</strong>sponendonela possibilità <strong>di</strong> rilevazionenelle sue prossime indagini.I dati elaborati nel 2002dall’Istituto Cattaneo <strong>di</strong>Bologna mostrano comunqueche con l’età aumenta la quota<strong>di</strong> omosessuali che stabilizzanoi loro legami sentimentali formandouna relazione <strong>di</strong> coppiastabile. Si stima che i conviventipassino dal 7 per cento sotto i 25anni a circa un gay su cinque euna lesbica su tre nella fasciad’età 35-39 anni.Perchéaumentanole coppie <strong>di</strong> fatto?Stencil / MelfeasanceIn molti paesi europei, la maggioranzadelle convivenze si trasformasuccessivamente in matrimonio,non appena si stabilizzala con<strong>di</strong>zione lavorativa eabitativa, oltre a quella affettiva.Ciò avviene spesso in concomitanzacon l’arrivo <strong>di</strong> un figlio.Una parte minoritaria delle coppie<strong>di</strong> fatto rinuncia invece perragioni varie al legame coniugale.Tra queste ci sono sia le unionitra persone dello stesso sesso,sia coppie eterosessuali con osenza figli (2).La scelta <strong>di</strong> convivere in modoinformale anziché sposarsi, almenoin una prima fase, è legataa vari motivi. Sono sicuramentecambiate le preferenze.Le giovani generazioni sarebberomeno propense a fare in etàtroppo precoce scelte cariche <strong>di</strong>impegni e responsabilità.L’unione informale costituisceuna sorta <strong>di</strong> “trial marriage” chepermette <strong>di</strong> uscire dalla casa deigenitori, "sperimentare" le propriecapacità <strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendenzadalla <strong>famiglia</strong> e <strong>di</strong> verificare leproprie capacita <strong>di</strong> lavoro e guadagno.La <strong>di</strong>ffusione della convivenza èperò anche favorita da un aumentodel senso <strong>di</strong> insicurezza,proprio delle società avanzate.In una società sempre più complessa<strong>di</strong>venta sempre menochiaro l’intreccio tra vincoli, opportunitàe implicazioni delleproprie scelte. Inoltre flessibilitàe mobilità occupazionale, seda un lato favoriscono la possibilità<strong>di</strong> conquistare un’autonomiadalla <strong>famiglia</strong> <strong>di</strong> origine,dall’altro non forniscono peròquella stabilità psicologica equella continuità <strong>di</strong> red<strong>di</strong>toconsiderate necessarie per ilmatrimonio. Vari stu<strong>di</strong> hannodel resto evidenziato come laconvivenza spesso si configuricome una “strategia adattativa”in una fase <strong>di</strong> incertezza occupazionale,e il passaggio al matrimoniosia favorito da una stabilitàoccupazionale.Va infine segnalato che nei paesidove la proporzione delleunioni <strong>di</strong> fatto è aumentata <strong>di</strong>più, come per esempio in Sveziae Norvegia, anche la fecon<strong>di</strong>tà èpiù elevata. Questo <strong>di</strong>mostracome il supporto <strong>di</strong> un partnersia rilevante per sostenere scelteimportanti in età giovanile.Riconoscere lecoppie <strong>di</strong> fattoL’auspicio è quin<strong>di</strong> che i policymaker possano adottare su questotema un approccio pragmaticoed equilibrato, che da un latooperi verso la possibilità <strong>di</strong> unriconoscimento giuri<strong>di</strong>co delleunioni <strong>di</strong> fatto (il Pacs francese èun buon esempio), ma dall’altroagisca anche verso una riduzionedelle insicurezze che frenanola progressione al matrimonio ealla decisione <strong>di</strong> aver figli (mercatodel cre<strong>di</strong>to, delle abitazioni,mercato del lavoro, ve<strong>di</strong> Billari eSaraceno).Va infine tenuto presente che la<strong>di</strong>ffusione delle convivenze e illoro riconoscimento giuri<strong>di</strong>conon hanno costituito in alcunpaese, nemmeno in Svezia, unasostituzione dell’istituto del matrimonio(3).Un atteggiamentopositivo verso il matrimonio comefondamento della <strong>famiglia</strong>,o comunque come una sua certificataconferma, continua infattia essere maggioritario intutta Europa.Per saperne <strong>di</strong> più(1) Letizia Mencarini, RosellaRettaroli, Alessandro Rosina, "Primirisultati dell’indagine Idea",presentataal convegno su "Famiglie,nascitee politiche sociali",Accademia deiLincei, 28-29 aprile 2005. E inoltreBarbagli M., Castiglioni M., DallaZuanna G. (2003). Fare <strong>famiglia</strong> inItalia. Un secolo <strong>di</strong> cambiamenti,Bologna: il Mulino. Si veda anchel’indagine Demos-Eurisko, pubblicatasu "La Repubblica" del 7 novembre2004.(2) Sono circa una su tre le coppie attualmenteconviventi che <strong>di</strong>chiarano<strong>di</strong> non avere alcuna intenzione <strong>di</strong>sposarsi (Istat, Rapporto annuale2004, cap. 4).(3) Come in<strong>di</strong>cano i risultati dell’indagineFamily and Working Life inthe 21st Century, condotta nel 1999.In Svezia più che in altri paesi,il matrimonioda rito <strong>di</strong> passaggio sembraessere <strong>di</strong>venuto rito <strong>di</strong> conferma:avviene dopo <strong>di</strong>versi anni dall’iniziodella convivenza e spesso in presenza<strong>di</strong> figli anche cresciuti.

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