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di famiglia? - Associazione Luca Coscioni

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IL MITODELLA FAMIGLIANATURALE....ORGOGLIOLAICO A PIAZZANAVONA 15AMORE CIVILE E MITOLOGIA FAMILIAREENRICHETTA BUCHLIGli esponenti ufficiali della chiesahanno indetto una guerra santa,con tutti i crismi tra<strong>di</strong>zionalidella spinosa faccenda, controchiunque sostenga la legittimazionegiuri<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> rapportid’amore che prescinde, per volontào necessità, da quella delmatrimonio.Mi colpisce la presenza <strong>di</strong> un arcaicotono da santa inquisizionenelle invettive che leggo. Per altroassente quando si tratta <strong>di</strong> denunciarequelle forme <strong>di</strong> male assolutoche sconvolgono la coscienzamorale <strong>di</strong> tutti, credenti enon – abusi, maltrattamenti,schiavitù, mafie e ingiustizie <strong>di</strong>ogni tipo, fame, degrado, e violenzeefferate <strong>di</strong> ogni genere. Micolpisce in modo ancor più sorprendentela abile destrezza conla quale i suddetti esponenti sonoin grado <strong>di</strong> occultare le lampanticontrad<strong>di</strong>zioni delle loropresunte argomentazioni.Per la dottrina della chiesa è accettatauna sola unione, eterosessualeovviamente: quella santificatadal sacramento. Per il <strong>di</strong>rittocanonico lo stesso matrimoniocivile è come non esistesse. Tant’èvero che la chiesa, ignorando leregole giuri<strong>di</strong>che, dà il permesso<strong>di</strong> contrarre matrimonio religiosoin assenza <strong>di</strong> quello civile. Manon viceversa. Le coppie pur credentisposate solo civilmentenon possono accedere al sacramentodella comunione, <strong>di</strong> centraleimportanza per i fedeli.Come si giustifica il fatto che lachiesa stia cavalcando la tigredella <strong>famiglia</strong> in generale, anche<strong>di</strong> quella generata da un matrimonionon solo non accettato,ma anche, in passato, combattuto?Perché si abbatte contro iDico quando, per le sue stessepremesse teologiche, si pongonosullo stesso piano del matrimoniocivile? Perché esportare contanto accanimento regole chevalgono solo e esclusivamenteper i credenti riuscendo anche asostenere che Lei, a <strong>di</strong>fferenzadelle istituzioni islamiche, non hanulla a che vedere con il fondamentalismo?Quando lo stessofondatore del cattolicesimo hasostenuto, più <strong>di</strong> due secoli fa,“Date a Cesare quel che è <strong>di</strong>Cesare e a Dio quel che è <strong>di</strong> Dio?”Sorvoliamo poi su una miriade <strong>di</strong>esortazioni evangeliche circa il<strong>di</strong>alogo, la tolleranza, l’accoglienzadei “peccatori”.La sacra <strong>famiglia</strong>. Ma <strong>di</strong> quale <strong>famiglia</strong>si sta parlando?La <strong>famiglia</strong> mononucleare chedomina lo scenario della modernitàe della postmodernità si è affermatanell’ottocento a operadella rivoluzione industriale.Pochi decenni fa molti la chiamavano“la <strong>famiglia</strong> borghese”. Nonv’è nulla <strong>di</strong> sacro, tanto meno <strong>di</strong>naturale in tale assetto socialeche, a causa della ristrettezza <strong>di</strong>spazi e <strong>di</strong> parentela, ha via via nel• ENRICHETTA BUCHLIFilosofa, psicoanalista, <strong>di</strong>plomata all’Istituto Jung <strong>di</strong>Zurigo, <strong>di</strong>datta e docente della Scuola <strong>di</strong>Psicoterapia. Ha lavorato all’Università Cattolica <strong>di</strong>Milano nel campo della Filosofia e delle Scienzedello Spettacolo, e in Rai. Attualmente collaboracon la Cattedra <strong>di</strong> Storia del Teatro e scrive <strong>di</strong>clinica, cinema, teatro per numerose testatespecialistiche. Per Bal<strong>di</strong>ni&Castol<strong>di</strong> harecentemente pubblicato: “Il mito dell’amore fatale”.tempo generato tutta una serie <strong>di</strong><strong>di</strong>sturbi psichici. E’ ben con tale<strong>famiglia</strong> che è sorta la psicoanalisi.La storia e l’antropologia ci informanodell’esistenza <strong>di</strong> altri tipi <strong>di</strong>assetti, famiglie patriarcali, allargate,tribali. Sono le varie culture,che si avvicendano nello spaziogeografico e nella temporalitàstorica, a decidere i modelli e leregole <strong>di</strong> comportamento sessuale,relazionale, genitoriale.“L’uomo è per natura un essere <strong>di</strong>cultura”, <strong>di</strong>ceva il filosofo ArnoldGehlen. Da quando l’antenatoHomo Sapiens ha smesso <strong>di</strong>camminare a quattro zampe abbandonandol’armonioso mondoanimale –potremmo ancheparlare in termini simbolici <strong>di</strong>cacciata dal para<strong>di</strong>so terrestreognimodalità <strong>di</strong> sopravvivenza,dalla caccia con le armi all’elaborazionee coltivazione del cibo,dall’accu<strong>di</strong>mento della proleprotratta nel tempo alle regole <strong>di</strong>interazione tra i membri delgruppo, sono invenzioni “nonnaturali”. Culturali.E le culture possono ammalarsi,involgere, non rispondere più alleesigenze della vita.Gravemente ammalata è la <strong>famiglia</strong>.E i rapporti amorosi. I ruoli<strong>di</strong> coppia, le funzioni materne epaterne, sono assolutamente incrisi anche nelle così dette famiglie“normali”. E’ evidente chenon si basano su programmi biologici,ma sul sapere. Gli insegnantilo sanno bene. E anche glipsicologi. E che <strong>di</strong>re <strong>di</strong> quelle famiglie,sempre più numerose,dove le mogli vengono picchiateselvaggiamente, i figli abusati emaltrattati, oppure oggetto-possessodelle frustrazioni narcisistichedegli adulti. Che <strong>di</strong>re dellemadri che uccidono i figli non <strong>di</strong>rado perché sole come cani –regolarmentesposate, ovvio- , deipadri assenti perché alienati dacon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> lavoro <strong>di</strong>s-umane,in preda alla continua minacciadella catastrofe economica.L’elenco può essere interminabile.Le culture si ammalano, ma possonoanche produrre i rime<strong>di</strong>.L’amore civile, questo il programma<strong>di</strong> cura da me in<strong>di</strong>cato nel testo“Il mito dell’amore fatale”.Diagnosi e cura, programma <strong>di</strong>base del convegno. Giddens, conla teoria dell’intimità come democrazia,Beck, con quella dellain<strong>di</strong>vidualizzazione delle relazioniaffettive, hanno contribuito allaproposta <strong>di</strong> modalità relazionalie familiari che possono sopravviveresolo se l’astratta nozione<strong>di</strong> democrazia, prevalentementeapplicata al pubblico, penetrinelle mura domestiche. Ma,ancor più nelle nostre menti. Auna con<strong>di</strong>zione. Essere soggettiautonomi, che hanno rinunciatoai falsi miti e idoli, alla personaleonnipotenza, per poter contrattaree negoziare con l’alterità inun clima <strong>di</strong> rispetto e <strong>di</strong> empatia.Mettersi nei panni degli altri, unicacon<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> possibilità del<strong>di</strong>alogo.Un’ultima annotazione. Lo stessofondatore delle religioni cristianenon sembrava incline all’apologiadella <strong>famiglia</strong> biologica.Matteo, 12,48:”Chi è mia madree chi sono i miei fratelli? Poistendendo le mani verso i suoi <strong>di</strong>scepoli<strong>di</strong>sse: ecco mia madre edecco i miei fratelli; perché chiunquefa la volontà del Padre mioche è nei cieli, questi è per me fratello,sorella e madre.”PACS: COMPROMESSO IMPOSSIBILEBRUNO DE FILIPPIS*Quando non si vuole percorrerela strada maestra, si corre il rischio<strong>di</strong> perdersi, esplorando vicolie vicoletti. La strada maestra,in materia <strong>di</strong> coppie <strong>di</strong> fatto,è affermare che questa sceltaha pari <strong>di</strong>gnità rispetto a quellache porta al matrimonio tra<strong>di</strong>zionalee può, in una società basatasu valori <strong>di</strong> libertà, costituireun’alternativa ad esso, purchésia costruita secondo modelli attualied europei, vale a <strong>di</strong>re valorizzandola <strong>di</strong>mensione contrattualeed ampliando le possibilità<strong>di</strong> autodeterminazione dellepersone, affinché ognuno possarealizzare il modello che più siad<strong>di</strong>ce alla sua personalità, allesue esigenze ed alla sua cultura.La strada maestra consiste nel“volare alto”, vale a <strong>di</strong>re, non cercaresoluzioni minimali, che accontentinola cultura conservatrice,ma, nel momento in cuiquest’ultima, per spinte religiose(e quin<strong>di</strong> non razionali), si arrocchinella <strong>di</strong>fesa degli schemidel passato e rifiuti tenacemente<strong>di</strong> dare spazio alle nuove esigenzesociali, rilanciare, proponendoin modo limpido il valore dellalibertà <strong>di</strong> scelta e l’idea che unmodello, se è valido, deve affermarsinon perché imposto comeunico possibile, ma per il suo intrinsecovalore.Il compromesso è spesso utile,ma qualche volta non è possibile.Costituisce un errore perseguirloa tutti i costi, via via svuotando<strong>di</strong> contenuti il proprioprogetto, per renderlo gra<strong>di</strong>to achi è portatore <strong>di</strong> un’idea completamenteopposta. Il modellodei conservatori è chiaro e consistenell’esistenza <strong>di</strong> un unicotipo <strong>di</strong> unione, dai contenuti tra<strong>di</strong>zionalied immutabili, allaquale solo dovrebbero essere riservati<strong>di</strong>ritti civili ed apprezzamentodal punto <strong>di</strong> vista socialee morale. L’alternativa consistenei “Pacs” francesi, nei“Registreret partnerskab” danesi,nella “Civil partnership” delRegno Unito o nel riconoscimentodella vali<strong>di</strong>tà <strong>di</strong> istituticome i “prenuptial agreements”,idonei ad ampliare gli spazi riconosciutinelle ipotesi <strong>di</strong> convivenzao all’interno dell’istitutomatrimoniale, per risponderealla domanda <strong>di</strong> libertà e <strong>di</strong> possibilità<strong>di</strong> scelta che, lo si voglia ono, è una delle caratteristichedell’uomo moderno ed unaconseguenza della cultura democraticae pluralista.Poste queste premesse, nessunadelle soluzioni sinora ipotizzateappare sod<strong>di</strong>sfacente.I Di. Co., con<strong>di</strong>zionati dall’ideache il progetto non deve apparireassolutamente alternativo almatrimonio (perché quest’ultimonon perda la sua caratteristica<strong>di</strong> unico tipo possibile <strong>di</strong>unione) sono ambigui ed inconsistentinella parte in cui dovrebberodefinire le ragioni dell’unionee la tipologia dei contraenti.Ciò realizza una grave patologiaproprio “alla ra<strong>di</strong>ce” della lororealtà giuri<strong>di</strong>ca. Per attribuire <strong>di</strong>rittiad una situazione, il primopresupposto, come i giuristi bensanno, è la certezza legale dell’identificazione<strong>di</strong> essa. La proposta<strong>di</strong> legge sui Di. Co. non sa(e non può) identificare i soggetticontraenti e le ragioni per lequali essi stanno insieme.La coabitazione e l’esistenza <strong>di</strong>un legame affettivo sono generichee possono riferirsi a varie situazioni.L’esistenza del legame,poi, è al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> qualsiasi possibilità<strong>di</strong> prova.False coppie potranno creareapparenti situazioni <strong>di</strong> convivenza,per poter fruire dei <strong>di</strong>rittiche la legge riconosce, così creandoconfusione e giustificandoi giu<strong>di</strong>zi negativi <strong>di</strong> coloro i qualivorrebbero vedere assolutamentenon regolamentata questotipo <strong>di</strong> realtà.Una proposta <strong>di</strong> legge sulle convivenzadovrebbe invece partireda un dato certo, che non puòessere se non la scelta <strong>di</strong> attribuiread un partner un ruolo privilegiatonella proprio vita, purcon connotati <strong>di</strong>versi rispetto aquelli tipicamente matrimoniali.In mancanza <strong>di</strong> ciò, i Di. Co.non sono in grado, non solo <strong>di</strong>camminare, ma neppure <strong>di</strong> starein pie<strong>di</strong> da soli.E’ poi sotto gli occhi <strong>di</strong> tutti il fattoche la genericità della proposta<strong>di</strong> legge non riguarda solo ladefinizione <strong>di</strong> base, ma gli stessi<strong>di</strong>ritti che dovrebbero essere attribuiti,poiché gli stessi sono,quasi in tutte le ipotesi considerate,eventuali, derogabili o rimessia successive scelte.Né miglior giu<strong>di</strong>zio è possibileesprimere per le proposte <strong>di</strong>unione solidale, che pure sonostate formulate in sede parlamentare.Esse contengono elementi vali<strong>di</strong>,nella parte in cui prevedonola soluzione contrattuale e la stipula<strong>di</strong>nanzi ad un notaio, poichévanno nella <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> favorirela libera autodeterminazionedelle parti (non modellipredefiniti, “me<strong>di</strong>oevalmente”scelti dal legislatore e “me<strong>di</strong>oevalmente”vali<strong>di</strong> per tutti, mapossibilità <strong>di</strong> scelta, entro marginiprecostituiti), ma trova i suoilimiti nel fatto che rappresentaun’unione <strong>di</strong> tipo esclusivamenteeconomico e che non attribuiscono(né vogliono assolutamenteattribuire), alcuno status<strong>di</strong> carattere personale. In base aciò, appare contrad<strong>di</strong>ttorio prevedere(come invece si legge neltesto) che da esso derivino conseguenzequali la reversibilitàdella pensione.Il modello <strong>di</strong> riferimento concreto<strong>di</strong> una regolamentazionedeve perciò continuare ad esserein<strong>di</strong>viduato nei “Pacs” francesi,istituto che, come <strong>di</strong>cono le statistiche,da quando è stato introdotto,ha avuto incrementi annualitra il 25% ed il 30% ed unapercentuale <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssoluzione intornoal 10% e, pertanto, inferiorerispetto a quella dei matrimoni.* Magistrato, esperto in <strong>di</strong>ritto<strong>di</strong> <strong>famiglia</strong>

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