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di famiglia? - Associazione Luca Coscioni

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26 .IL MITODELLA FAMIGLIANATURALE...ORGOGLIOLAICO A PIAZZANAVONAme del pari <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> realizzarese stessi. Si potrebbe ragionarecosì: o il matrimonio non è unostrumento <strong>di</strong> realizzazione dellapropria personalità, e allora nonsi giustifica il regime esclusivoche gli si attribuisce; oppure loè, ma allora è <strong>di</strong>fficile giustificareche tale regime sia limitato adun unico modello <strong>di</strong> organizzazionefamiliare, con la conseguenzache vi siano persone acui, non per loro scelta volontaria,sia impe<strong>di</strong>to <strong>di</strong> giovarsi <strong>di</strong>questo strumento <strong>di</strong> realizzazione<strong>di</strong> se stessi.6. Chi è il titolaredei "<strong>di</strong>ritti"della <strong>famiglia</strong>?Ulteriore problema. Quali sono i"<strong>di</strong>ritti" che la costituzione, all’art.29, riconosce alla <strong>famiglia</strong>come "società naturale"? Nonsono certo i <strong>di</strong>ritti che inerisconoal regime tipico della <strong>famiglia</strong>matrimoniale, perché essi(a) riguardano esclusivamente ipartner e non sono imputabiliin alcun modo ad un soggettoterzo chiamato ‘<strong>famiglia</strong>’, e poi(b) essi derivano da un atto giuri<strong>di</strong>co,il matrimonio, e non dallaesistenza <strong>di</strong> fatto <strong>di</strong> quella"società naturale".Il messaggio dell’art. 29.1 Cost.è perciò letto <strong>di</strong> solito in termini<strong>di</strong> autonomia, autogoverno,sussi<strong>di</strong>arietà ecc. Va però sottolineatoche si tratta <strong>di</strong> pretese,indubbiamente legittime e con<strong>di</strong>visibili,ma <strong>di</strong> tipo essenzialmente"negativo", che si basanocioè su una richiesta <strong>di</strong> non-intromissioneda parte dello Stato,come pure da parte dei privati.Alla <strong>famiglia</strong> si riconosce una libertànegativa fornita <strong>di</strong>Drittwirkung, cioè con effetti ergaomnes, cui corrisponde unobbligo <strong>di</strong> astensione da parte<strong>di</strong> qualsiasi altro soggetto.Ma, e qui sta il problema, questalibertà è riconosciuta alla "<strong>famiglia</strong>",come soggetto collettivo, oai suoi membri? È la risposta aquesta domanda che rivela lacontrad<strong>di</strong>zione pratica <strong>di</strong> coloroche più si manifestano propensialla valorizzazione della<strong>famiglia</strong> come formazione sociale,perché sono per lo più glistessi che <strong>di</strong> continuo ripropongonointerventi legislativi a tutela<strong>di</strong> posizioni in<strong>di</strong>viduali interneal nucleo familiare e contrappostealla pretesa <strong>di</strong> autogovernodello stesso. Da un lato quin<strong>di</strong>abbiamo l’affermazione ideologica,<strong>di</strong> principio, <strong>di</strong> un modellodeterminato <strong>di</strong> organizzazionesociale ispirata ai valoritra<strong>di</strong>zionali, alla quale si vuolvedere riconosciuta una posizione<strong>di</strong> precedenza rispetto alloStato e <strong>di</strong> autonomia nei suoiconfronti; dall’altro, si nega neifatti l’impermeabilità <strong>di</strong> questaorganizzazione e si chiede inveceche sia lo Stato a regolare irapporti interni ad essa, contrapponendoalla libera determinazionedei membri della"società naturale" un complessoe pervasivo fascio <strong>di</strong> regoleattinenti ai rapporti sessuali traipartner (per esempio, per quantoriguarda la violenza sessualetra coniugi), ai rapporti tra genitorie figli (per esempio, perquanto riguarda le capacitàeducative), alla stessa procreazione(per esempio, per quantoriguarda la fecondazione assistita).Si arriva persino, come èproprio il caso della fecondazioneassistita, ad inventare unasorta <strong>di</strong> embrionale soggettivitàgiuri<strong>di</strong>ca non solo del concepito,ma degli stessi gameti, percontrapporla al <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> autodeterminazioneda parte deipartner. E allora, quali sono i <strong>di</strong>ritticonnaturati alla <strong>famiglia</strong>che lo Stato deve limitarsi a riconoscere?7. La <strong>famiglia</strong>,tra <strong>di</strong>ritto premialee morale impostaCome si vede i punti interrogativirestano e si moltiplicanoman mano si affonda l’analisi. Èl’inevitabile conseguenza <strong>di</strong> unsovraccarico <strong>di</strong> significati ideologiciche si accentrano su unarealtà che non ha corpo giuri<strong>di</strong>co,pur avendo una grande evidenzasociale. La legislazione,per altro, è farcita <strong>di</strong> norme cheLA RIVOLUZIONEDELL’INTIMITA’/3:LA LEGALIZZAZIO-NE DELL'ABORTOAll'inizio del 1970 si costituisce ilMovimento <strong>di</strong> Liberazione dellaDonna (MLD) "come parte <strong>di</strong> unpiù ampio movimento ra<strong>di</strong>cale chesi muove nel senso <strong>di</strong> una societàsocialista e libertaria...in quanto laliberazione della donna porta consé una liberazione, una realizzazionee una felicità generali non solofruibili dalle donne ma anche dagliuomini". Tra i <strong>di</strong>versi obiettivi, ilmovimento si batte innanzituttoper la liberalizzazione dell'aborto.Sono organizzate le autodenunce<strong>di</strong> massa mentre si intensifica lapressione sul Parlamento che trovaun primo sbocco nel progetto <strong>di</strong>legge sull'aborto presentato daLoris Fortuna (doppia tessera ra<strong>di</strong>calee socialista) l'11 febbraio 1973.Parallelamente al MLD si costituisce il 20 settembre 1973, per iniziativa <strong>di</strong> Adele Faccio, il CentroInformazione Sterilizzazione e Aborto (CISA) che, nel novembre 1974, <strong>di</strong>viene movimento federatoal Partito Ra<strong>di</strong>cale.Nel gennaio 1975 il CISA viene alla ribalta con la scoperta dopo un anno della attività sotterranea<strong>di</strong> una clinica <strong>di</strong> Firenze dove venivano praticati aborti anche come forma <strong>di</strong>chiarata <strong>di</strong> <strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>enzacivile. All'arresto del me<strong>di</strong>co Giorgio Conciani segue quello <strong>di</strong> GianfrancoSpadaccia che, da segretario del Partito Ra<strong>di</strong>cale, si <strong>di</strong>chiara corresponsabile, quin<strong>di</strong> prendonola via del carcere, in aprile, Adele Faccio che afferma <strong>di</strong> aver assistito attraverso il CISA circa 4000donne e, in giugno, Emma Bonino, subentrata dopo gli arresti nella responsabilità del CISA.Solo l'intensificarsi dell'azione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sobbe<strong>di</strong>enza civile, gli arresti, le autodenunce e, quin<strong>di</strong>, lapromozione da parte del PR con l'appoggio dell'"Espresso", <strong>di</strong> un referendum abrogativo (chenella primavera del 1975 raccoglie oltre 800.000 firme) fanno del dramma aborto un grande temanazionale che non può essere ulteriormente eluso dagli stessi partiti laici e <strong>di</strong> sinistra, costrettia presentare alcuni progetti <strong>di</strong> legge <strong>di</strong> <strong>di</strong>versa ispirazione. Per questa montante pressionee sotto la minaccia dell'imminente referendum ra<strong>di</strong>cale, finalmente il Parlamento vota nell'autunno1977 una legge sull'aborto libero.E', questa, dopo il <strong>di</strong>vorzio e l'obiezione <strong>di</strong> coscienza, la terza grande vittoria ra<strong>di</strong>cale, pur se lanuova legge con le sue ipocrisie e strozzature non corrisponde alle aspettative dei ra<strong>di</strong>cali (chealla Camera dove erano appena entrati vi si oppongono) e della parte più consapevole del movimentofemminile e femminista.si riferiscono alla <strong>famiglia</strong>, e persino<strong>di</strong> definizioni <strong>di</strong> ‘<strong>famiglia</strong>’:ma questa è la prova miglioreche la <strong>famiglia</strong> non ha una suadefinizione giuri<strong>di</strong>ca propria,‘naturale’. Vi sono leggi che definisconola <strong>famiglia</strong> per il calcolodel red<strong>di</strong>to familiare ai fini dell’accessoai servizi pubblici, leggiche la definiscono ai fini dell’assegnazione<strong>di</strong> alloggi <strong>di</strong> e<strong>di</strong>liziapubblica o per particolari regimifiscali, ecc.Come si vede, il bisogno <strong>di</strong> definirelegislativamente la ‘<strong>famiglia</strong>’è sempre connesso ad interventilegislativi <strong>di</strong> tipo "positivo","premiale". È nel momentoin cui il legislatore intendepromuovere la <strong>famiglia</strong> attraversosconti fiscali, contributi oagevolazioni cre<strong>di</strong>tizie che <strong>di</strong>vienein<strong>di</strong>spensabile definire lecon<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> accesso alla provvidenza(e quanto capita, peresempio, su un versante del tutto<strong>di</strong>verso, ma certo non menodelicato: quello delle confessionireligiose). Ma non sono maidefinizioni "oggettive": anzi, assaispesso da esse traspare il sovraccaricoideologico.Vi sono così enti locali che regolanol’accesso all’e<strong>di</strong>lizia pubblicaammettendo ad essa qualsiasitipo <strong>di</strong> nucleo familiare, eRegioni, come la Lombar<strong>di</strong>a,che limitano l’accesso alle solecoppie unite in regolare matrimonio:sono scelte politiche legittime,su cui è bene che glielettori siano informati e riflettano.Ma non sono scelte politicheinteramente libere, perchétrovano un limite e un controllo.Il limite è quello dei princìpicostituzionali, il controllo è ilsindacato della Corte costituzionale,e in particolare quelloche passa come giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> ragionevolezza.Infatti le classificazionie le selezioni che tracciail legislatore hanno tutte da superarel’esame svolto sotto ilprofilo del principio <strong>di</strong> eguaglianzae della tutela dei <strong>di</strong>rittifondamentali. Non sarebbe affattolegittimo, per esempio, eneppure la Lombar<strong>di</strong>a ci provainfatti, escludere le famiglie"anomale" dal regime <strong>di</strong> sostegnoper i figli o per gli han<strong>di</strong>cappati:l’obbligo <strong>di</strong> assistenza chegrava sui genitori e sugli altrimembri del nucleo familiarenon può essere <strong>di</strong>fferenziato inragione del regime giuri<strong>di</strong>codella <strong>famiglia</strong>, e <strong>di</strong> conseguenzasarebbe illegittimamente <strong>di</strong>scriminatoriaqualsiasi <strong>di</strong>fferenziazione<strong>di</strong> trattamento che il legislatoreintroducesse.Forse per l’assegnazione <strong>di</strong> sussi<strong>di</strong>finanziari per l’acquisto dellaprima casa il rigore del giu<strong>di</strong>zio<strong>di</strong> ragionevolezza si allenta.L’acquisto dell’abitazione non èl’unico modo <strong>di</strong> provvedere all’abitazione,l’aiuto regionalenon è l’unico sostegno finanziarioecc.: è probabile che la sensibilitàcomune - che poi non èmolto <strong>di</strong>versa da quella dellaCorte costituzionale - non reagiscacon altrettanta perplessità.Ma se la questione noi laguardassimo dal punto <strong>di</strong> vistadei figli, del loro "<strong>di</strong>ritto" ad avereuna abitazione decente -quello stesso <strong>di</strong>ritto che vale,per esempio, per l’assegnazionedell’alloggio familiare anche incaso <strong>di</strong> rottura della convivenza<strong>di</strong> fatto - la reazione resterebbeancora così tiepida? È giustificabileche un <strong>di</strong>ritto che la Corteha più volte definito come appartenenteal nucleo dei "<strong>di</strong>rittiinviolabili" <strong>di</strong> cui all’art. 2 Cost.,sia assicurato alle persone inmodo <strong>di</strong>verso a seconda del regimegiuri<strong>di</strong>co che esse hannoscelto (quando lo abbiano scelto,e non sia loro imposto dal legislatorea causa della loro "natura")per formare il nucleo familiare?Spesso la giustificazione <strong>di</strong> queste<strong>di</strong>scriminazioni è stata trattada un motivo molto banale, lanecessità <strong>di</strong> fissare una data certaalla formazione del nucleo familiare,per evitare che si presentinoallo sportello famiglie"<strong>di</strong> comodo" (la stessa Corte costituzionaleha impiegato in alcunicasi questo argomento).Per superare il problema, le amministrazioni<strong>di</strong> alcuni comunihanno istituito anagrafi parallele,i c.d. registri delle unioni civili:il che ha suscitato grida <strong>di</strong>scandalo e un vespaio <strong>di</strong> polemiche,perché vi si è letto il tentativo<strong>di</strong> legalizzare le famiglie <strong>di</strong>fatto e, soprattutto, le unioniomosessuali. Perché la <strong>famiglia</strong>è anche questo: la foglia <strong>di</strong> ficocon cui la nostra tra<strong>di</strong>zione culturalecopre una cosa, la sessualità,che è criminalizzata ma dacui nessuna società può prescindere(ecco forse svelata lamadre <strong>di</strong> tutte le contrad<strong>di</strong>zioni!).Ciò spiega perché il co<strong>di</strong>cenon accenni mai alla <strong>di</strong>mensionesessuale, ma ne parli in terminimetaforici (la <strong>famiglia</strong>, ilmatrimonio, i coniugi ecc.). Eciò spiega perché ogni volta chequalcuno non si senta parte <strong>di</strong>quella tra<strong>di</strong>zione culturale echieda <strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere della “tenuta”della metafora, ciò suscitiimme<strong>di</strong>ate reazioni fobiche <strong>di</strong>chi, fiero del suo modello culturale,resta pur sempre convintoche la regole morali non vadanoseguite da chi le con<strong>di</strong>vide maimposte anche agli altri e che laconversione viaggi sulla puntadella spada. Tra<strong>di</strong>zioni culturali,ancora.* docente <strong>di</strong> DirittoCostituzionale pressol'Università <strong>di</strong> Ferrara

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