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di famiglia? - Associazione Luca Coscioni

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6AUTODETERMINAZIONE:L’AUDIZIONERICCIO: AUTODETERMINAZIONE DELPAZIENTE SENZA BUROCRATISMIAu<strong>di</strong>zione del me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> Cremona alla Camera dei Deputati: sull’accanimentoterapeutico l’ultima parola va al singolo in<strong>di</strong>viduoMARIO RICCIO*Riguardo alla tematica <strong>di</strong> cui all’oggetto(tutela della <strong>di</strong>gnità edella volontà della persona umananelle patologie incurabili e terminali,anche con riferimento altema dell’eutanasia, n.d.R.), horitenuto utile riportare un sinteticoelenco, sviluppato con le miepersonali riflessioni, delle principaliproblematiche coinvolte nell’attuale<strong>di</strong>battito bioetico.Assistenza al paziente ed alla <strong>famiglia</strong>.Quando si trattano le problematiche<strong>di</strong> fine vita, è assolutamentenecessario considerareanche gli aspetti assistenziali delpaziente e della sua <strong>famiglia</strong>.Queste sono tematiche <strong>di</strong> indubbiointeresse che sicuramente unServizio Sanitario adeguato aglistandard più avanzati,comequello italiano, non può trascurare.In Italia peraltro esistono giàeccellenti modelli organizzativi.Pertanto non mancano certoesempi ai quali anche le regioniche non hanno compiutamenteprovveduto alla creazione <strong>di</strong> modelliorganizzativi possano ispirarsi.Ovviamente questo problemaè però interamente <strong>di</strong>pendentenon solo dalla <strong>di</strong>sponibilitàdelle risorse economiche, maanche dall’in<strong>di</strong>viduazione dellepriorità. Essendo le patologiecroniche – degenerative in aumentoin relazione all’allungamentodella vita me<strong>di</strong>a,dovrannotrovare una logica risposta neipreventivi <strong>di</strong> spesa delle singoleregioni. E’ da chiarire però cheanche la migliore assistenza alpaziente ed alla <strong>famiglia</strong> non è daintendersi come alternativa,sostitutivao risolutiva delle altreproblematiche ed in particolaredella libera scelta del pazienteche nessuna valutazione terzapotrà porre in dubbio. Per quantoattiene al cosiddetto abbandonoterapeutico che si praticherebbenelle strutture sanitarie;oggi credo che il vero problemasia piuttosto un eccesso <strong>di</strong> terapianelle strutture sanitarie. Nonfosse altro per il ra<strong>di</strong>cato timoreda parte della classe me<strong>di</strong>ca delsopravvenire <strong>di</strong> problematicheme<strong>di</strong>co – legali. Quando poi nonvi siano vere e proprie convinzioniideologiche che portano al vitalismopiù sfrenato nell’assolutamancanza <strong>di</strong> rispetto delle volontàdel pazienteRapporto me<strong>di</strong>co–paziente.Deve essere chiarito che va <strong>di</strong>stintoil rapporto che si può crearenell’ambito privato-<strong>di</strong>retto daquello che si instaura nel corso <strong>di</strong>un ricovero in una qualsiasi strutturasanitaria. Nel primo caso ilrapporto si concretizza correttamentese libero da vincoli <strong>di</strong> sorta.Pertanto deve essere accettatoda entrambe le parti. Le qualipossono interrompere unilateralmentetale rapporto quando loritengano opportuno. Nel casoche sia il me<strong>di</strong>co ad interrompereil rapporto, anche per la presenza<strong>di</strong> una patologia non <strong>di</strong> suacompetenza, questi deve fornirein<strong>di</strong>cazioni al paziente riguardo achi potrà rivolgersi, me<strong>di</strong>co ostruttura, per il proseguimentodell’iter <strong>di</strong>agnostico–terapeutico.Il rapporto è fondato non tantosu una relazione temporale,masulla piena conoscenza da partedel sanitario del caso clinico, sullamassima correttezza nell’informazionedella <strong>di</strong>agnosi,delle variepossibilità terapeutiche,concretamentepraticabili, e dellaprognosi. Guidata dalla cosi dettaEBM (Evidence Based Me<strong>di</strong>cine),cioè dalla pratica della me<strong>di</strong>cinabasata sull’evidenza scientifica .Ilpaziente, adulto e in grado <strong>di</strong> intenderee volere (competent nell’accezioneanglosassone), aiuteràil me<strong>di</strong>co fornendogli ogniparticolare richiesto sulla sua patologiae dando prova <strong>di</strong> avercompreso quanto gli viene spiegato.Informazione al paziente. Comegià riportato, questa deve esserecompleta e chiara, riferita al solopaziente e/o soltanto a chi da luieventualmente in<strong>di</strong>cato.L’informazione deve essere intesacome uno dei <strong>di</strong>ritti fondamentalidel paziente stesso e noncome una pratica accessoria.In<strong>di</strong>spensabile per dare vali<strong>di</strong>tà,giuri<strong>di</strong>ca ed etica, alconsenso/rifiuto della terapiaConsenso/rifiuto alle terapie,l’autodeterminazione. Il pazientepuò rifiutare <strong>di</strong> intraprendere,sospendere anche se già iniziate,o accettare le terapie propostegli.Tale principio deve essere estesoa ogni trattamento terapeutico. Ilprincipio <strong>di</strong> autodeterminazionedel paziente deve infatti essereinteso in maniera estensiva.L’autodeterminazione del pazienterispetto alle terapie nondeve però essere considerato comeun automatismo verso unipotetico <strong>di</strong>ritto all’eutanasia, comesarà spiegato meglio piùavanti. Per quanto riguarda lapratica della sospensione dellaterapia, va specificato che è eticamentee clinicamente più correttoiniziare e poi sospendere unaterapia (qualora se ne ravvisil’inefficacia clinica o sopraggiungasolo in un secondo momentoil rifiuto del paziente perché inizialmentenon competent ) piuttostoche decidere <strong>di</strong> non intraprenderla.Spesso è proprio l’intraprenderealcune terapie che permette alpaziente <strong>di</strong> ritornare nello stato<strong>di</strong> competent, necessario per poidecidere sul suo futuro. Ad esempiol’insufficienza respiratoriaacuta grave può portare allo stato<strong>di</strong> coma carbonarcotico cheOggi il veroproblema è uneccesso <strong>di</strong> terapianelle strutturesanitariesarà risolto con la ventilazionemeccanica.Anche in certe con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> insufficienzarenale acuta o riacutizzazione<strong>di</strong> quella cronica, la<strong>di</strong>alisi risolve il coma cosiddettouremico. Alcune patologie neurologiche,anche <strong>di</strong> natura neoplastica,possono esor<strong>di</strong>re constati <strong>di</strong> coma. Trattati adeguatamentei quali,il paziente – ritornatocompetent – potrà assumeredecisioni in merito al proseguimentodella terapia. Pertantol’iniziare un percorso terapeutico,non deve necessariamenteobbligare a concluderlo.Si potrannosempre porre infatti degliobbiettivi tempo-correlati o risultato-correlati.La tesi che una terapia se instauratanon possa essere sospesa olimitata non è giuri<strong>di</strong>camente sostenibileed è eticamente presentecome concetto solo nei paesime<strong>di</strong>terranei.La possibilità <strong>di</strong> stilare per leggeun elenco <strong>di</strong> terapie non rifiutabilidal paziente, è improponibilegiuri<strong>di</strong>camente ed eticamente.La <strong>di</strong>stinzione che è stata propostatra cura e terapia, comprendendonella cura una serie <strong>di</strong> terapieche dovrebbero essere pertantoirrinunciabili (ventilazione,nutrizioneed idratazioneprincipalmente),non regge ad unserio ragionamento giuri<strong>di</strong>co edetico. Oltre a limitare se non acontrad<strong>di</strong>re il dettato costituzionale(consenso alle terapie,inviolabilitàdella fisicità della persona).E’ riconosciuto infatti che,per esempio, nessuno può costringerequalcuno ad alimentarsi.Anche nel paziente terminaletumorale è fisiologico assistere adun progressivo rifiuto della alimentazioneed idratazione pervia or<strong>di</strong>naria. Nessun sanitario inquesti casi si ostina ad alimentarlo.La tesi che unaterapia seinstaurata nonpossa esseresospesa o limitatanon è giuri<strong>di</strong>camentesostenibileTestamento biologico, <strong>di</strong>rettiveanticipate, living will. E’ sicuramentela tematica maggiormente<strong>di</strong>battuta oggi nel nostro paese.Tralasciole fini <strong>di</strong>stinzioni semantiche,che taluni operanonon senza qualche ragione, fra ivari termini. Che contengano in<strong>di</strong>cazionisulle terapie che si voglionorifiutare (<strong>di</strong>rettive anticipate<strong>di</strong> istruzione) o che contenganoil nominativo <strong>di</strong> un decisoresostitutivo o fiduciario (<strong>di</strong>rettiveanticipate <strong>di</strong> delega) o in una soluzione– la più auspicabile - chele comprenda entrambe, le <strong>di</strong>rettiveanticipate o testamento biologicoo testamenti <strong>di</strong> vita o livingwill devono essere intese comel’estensione del <strong>di</strong>ritto della personaa decidere sulle strategie daadottare nel corso della malattia.Anche quando non fosse più ingrado <strong>di</strong> intendere e volere. Nonè accettabile infatti che lo stato <strong>di</strong>incompetent, transitorio o definitivo,debba comportare la impossibilitàa decidere sul propriocorpo. Vale come esempio lo statotransitorio <strong>di</strong> incompetent cheè determinato dall’ instaurarsidel coma farmacologico in corso<strong>di</strong> anestesia generale. E’ stato giàchiarito, nella famosa sentenzasul caso Massimo all’inizio deglianni ‘90, che i limiti posti dal consensoespresso dal paziente perun determinato intervento,primadell’induzione dell’anestesiagenerale, non possano essere superatidall’operatore chirurgo anchein presenza <strong>di</strong> variate con<strong>di</strong>-

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