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di famiglia? - Associazione Luca Coscioni

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10DISABILITÀ!POLITICHEPOSSIBILISE 18.000 EURO VI SEMBRAN MOLTILaVoce.info sull’assistenza alle persone non autosufficientiALEX TURRINI,ROBERTA MONTANELLIwww.lavoce.info, 26 febbraio 2007Servono circa 18mila euro l'annoper assistere una persona nonautosufficiente. A carico delle famiglieoltre un terzo della cifra, ilresto è per lo più finanziatodall'Inps. Si tratta quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> trasferimentimonetari e non <strong>di</strong> servizi<strong>di</strong> supporto. Nonostante l’introduzionedei piani <strong>di</strong> zona, la possibilità<strong>di</strong> programmazione a livellolocale resta scarsa. Potrebbeaumentare se si chiedesseroall'Istituto previdenziale più informazionisugli utenti che ricevonole prestazioni assistenziali.Debole la capacità del non profit<strong>di</strong> attrarre finanziamenti da privati.Chi pagaL’intervento pubblico e privato,in parte coor<strong>di</strong>nato attraversol’elaborazione dei piani <strong>di</strong> zonacomunali, introdotti <strong>di</strong> recente, èin realtà finanziato perlopiùdall’Inps, che eroga circa il 40 percento delle risorse necessarie, mache spesso non partecipa allapianificazione, nemmeno a finiinformativi. La programmazionezonale riguarda, così, solo il 20-30per cento delle risorse effettivamentedevolute all’assistenza(ve<strong>di</strong> tabella 1).Sono questi i principali risultati <strong>di</strong>uno stu<strong>di</strong>o svolto dal Cergas,Centro <strong>di</strong> ricerca sulla gestionedell’assistenza sociale e sanitaria,dell’Università Bocconi in collaborazionecon Spi CgilLombar<strong>di</strong>a. Tuttavia, i dati sullaspesa sociale e sociosanitaria cheemergono dalla ricerca si possonosicuramente generalizzare alterritorio nazionale. Permettonodunque alcune riflessionisulla governance dei sistemi <strong>di</strong>welfare locale socio-assistenziale.Sol<strong>di</strong>, non serviziUn primo or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> riflessioni riguardala composizione dellaspesa per la non autosufficienza.Dai dati si ricava la necessità <strong>di</strong>costituire fon<strong>di</strong> locali, regionali onazionali che abbiano comeobiettivo non solo un incremento<strong>di</strong> risorse per la non autosufficienza,ma anche un loro governopiù razionale: gli interventidovrebbero essere rivolti al finanziamento<strong>di</strong> servizi <strong>di</strong> supportoalle famiglie, più che a incrementarei trasferimenti in denaro.Invece, proprio per il fatto che lamaggior parte delle risorse sonoassicurate dall’Inps, le politichesociali sviluppate nei <strong>di</strong>stretti sonoincar<strong>di</strong>nate sul trasferimentomonetario, e non sull’erogazione<strong>di</strong> servizi. Ciò comporta fra l’altro,un’estrema in<strong>di</strong>pendenza e autonomiaalle famiglie, che possonoprovvedere al sod<strong>di</strong>sfacimentodei propri bisogni sociali scegliendoliberamente le modalità<strong>di</strong> assistenza.Comunie programmazioneI risultati della ricerca dovrebberofar riflettere anche sulla possibilità<strong>di</strong> governance degli interventiper la non autosufficienza a livellolocale. La forza dei comunie delle Asl nel presi<strong>di</strong>o della titolaritàdella funzione sociale e sociosanitarialocale è risibile nell’attualesistema <strong>di</strong> welfare. Taledebolezza rimane anche dopol’introduzione dei piani <strong>di</strong> zonache pure, in molti casi, hannoTabella 1 Il dettaglio: spesa (in euro)per singolo non autosufficienteMe<strong>di</strong>a nei <strong>di</strong>stretti % sul totaleStato (INPS) 7.191 39,80%Regione (ASL) 2.743 15,20%Comuni 582 3,20%Provincia 16 0,10%Altro 43 0,20%Totale pubblico 10.575 58,60%Non profit 583 3,20%Famiglie 6.890 38,20%Totale privato 7.473 41,40%Totale 18.048 100%agevolato l’armonizzazione dellescelte strategiche <strong>di</strong> questi dueattori. Diversamente da quantoavviene oggi, sembra allora necessariocoinvolgere maggiormentel’Inps nei processi <strong>di</strong> programmazionezonale, al fine <strong>di</strong>incentivare un’operazione <strong>di</strong>produzione <strong>di</strong> informazioni sui<strong>di</strong>versi utenti che ricevono le prestazioniassistenziali dell’Istituto.Infine, si nota una debolezza delsettore nonprofit. Le informazioniraccolte lo descrivono comeun produttore responsabile <strong>di</strong>servizi per i non autosufficienti,se dotato <strong>di</strong> finanziamenti pubblici.Ma è tuttavia incapace <strong>di</strong> attrarrefinanziamenti da attori terzi.Anche valorizzando il lavorovolontario, la capacità del nonprofit<strong>di</strong> investire risorse proprie,ottenute ad esempio attraversol’attività <strong>di</strong> fund raising da privati,è molto bassa: arriva a un massimodel 5 per cento della spesaeffettiva totale. Lo sviluppo <strong>di</strong> capacitàmanageriali <strong>di</strong> fund raisinganche in questo settore nonsembra più rinviabile.Assistere una persona non autosufficiente inItalia costa circa 18mila euro l’anno,purescludendo molte spese sanitarie,come le visitespecialistiche e i ricoveri ospedalieri. Le famigliesono costrette a farsi carico <strong>di</strong> oltre un terzo <strong>di</strong> questacifra,quasi 7mila euro.IL KAMASABILEPer un accesso al sesso della persona <strong>di</strong>sabileBRUNO TESCARIMi sento offeso e molto seccatoquando nei convegni intervengono,come relatori, psicologi, assistentisociali, pedagogisti, operatoried esperti vari, che parlanodella sessualità dei <strong>di</strong>sabili: cimettono sotto il vetrino della loroscienza e concludono immancabilmentecon “Anche i <strong>di</strong>sabilihanno <strong>di</strong>ritto alla sessualità!”La sessualità è una caratteristicanaturale degli esseri viventi –compresi i <strong>di</strong>sabili strettamenteconnaturata sin dal momentodella nascita. Signori esperti:chiaro?Ed allora, non parlate <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto allasessualità; semmai, <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto alSESSO!Non vi stupite: anche i <strong>di</strong>sabili lofanno, se ne hanno l’occasione!E lo fanno con piacere e sod<strong>di</strong>sfazionepropria e del/della partner.La sessualità della persona <strong>di</strong>sabilenon è una sessualità speciale,<strong>di</strong>versa da quella <strong>di</strong> tutti gli esseriumani: <strong>di</strong>verso è il modo <strong>di</strong>concretizzarla nel fare sesso,ostacolati dai limiti funzionali delnostro corpo.Ci siamo rotti le scatole <strong>di</strong> esseretrattati come soggetti sottovetrino,perché <strong>di</strong> noi parlano comefossimo marziani.Perché è il sesso, che interessa;cioè il “fare”. Il tema preoccupanon i <strong>di</strong>sabili ma i genitori dei <strong>di</strong>sabili;e allora, parliamo dei genitori.E’ bene che essi sappiano almenoquesto: che uno dei problemiche hanno i figli <strong>di</strong>sabiliche vogliono fare sesso ma nonne hanno l’autonomia necessaria,è il “come farlo”.@pprofon<strong>di</strong>sciPer acquistarlo scrivi a info@associazionecoscioni.orgoppuretelefona allo 0668979286“Accesso al sesso”, <strong>di</strong> Bruno Tescari. 230pagine con 23 interviste a <strong>di</strong>sabili fisici ed agenitori <strong>di</strong> <strong>di</strong>sabili psichici, che ci raccontanocome e se lo fanno, come lo affrontano,come lo vivono, con 23 illustrazioni <strong>di</strong> AnnaBenedetti.

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