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Per - Associazione Luca Coscioni

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WWW.AGENDACOSCIONI.ITMENSILE DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONI, SOGGETTO COSTITUENTE DEL PARTITO RADICALE ANNO V NUM. 60610SPED. IN ABB. POST. D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N.46) ART. 1 COMMA 2 DCB - BOLOGNADirettore Rocco BerardoNeuroni specchio, mappatura del cervello, scelte inconsapevoli:le scopertedelle neuroscienze scuotono filosofia,politica e economia, costringendo a ripensarne le fondamenta,dal libero arbitrio al libero mercato. Il bombardamentomultimediale dei neuronie il radicamentoantropologicodi populismi e clericalismimettono a dura provala libertà individuale. Ma la democrazia fatta di informazione,dialogo e nonviolenza non è uno strumento superatoper ottenere una società aperta.


Creata in laboratoriola prima cellula sinteticaL’ATTUALITÀProgettata, sintetizzata e assemblata la prima cellulaartificiale. Lo ha annunciato, sulle pagine di Science,il gruppo di ricerca coordinato da Daniel Gibson,e che fa capo a Craig Venter, il genetista di cui l’Istitutodi Rockville (Maryland) porta il nome, e finanziato dall’aziendaSynthetic Genomics. La prima cellula sintetica èin realtà una cellula batterica naturale, ma completamentecontrollata da un Dna sintetico, ovvero fabbricato in laboratorio,e in grado di dividersi e moltiplicarsi proprio comequalsiasi altra cellula vivente.Il procedimento per ottenerla è iniziato nel 2007, con lacreazione del primo cromosoma artificiale: i ricercatori ottengonoil primo Dna sintetico, riproducendo artificialmentequello del Mycoplasma mycoides; nel 2009, poi, eseguonoil primo trapianto di Dna, trasferendo il genoma naturaledel Mycoplasma mycoides nel Mycoplasma capricolum,una specie molto vicina al primo batterio. Fatto ciò,è solo stato trapiantato un Dna sintetico nella cellula batterica,in modo che il Dna sintetico del Mycoplasma mycoidesvenisse immesso nella cellula privata del suo Dna.È stata così generata la prima cellula controllata da un pacchettodi informazione genetica realizzato in laboratorio,avente tutte quelle caratteristiche che può avere un qualsiasiDna naturale. <strong>Per</strong> il procedimento sono stati utilizzati anchesintetizzatori naturali, come cellule di lievito e il batterioEscherichia coli, fino ad ottenere un genoma compostoda circa un milione di lettere, a differenza di quello umanoche ne comprende 3,2 miliardi.2ArtificialmentenaturaleL’era della biologiasintetica è sempre piùvicina e la corsa allavita ha preso unaforte accelerazione,avviandoci all’erapost-genomica.Nel 1959 ArthurKornberg ha ottenutoin laboratorio laprima sintesi di Dnaed è stato premiatocon il Nobel.Oggi la realizzazionedella prima cellulasintetica, chiamataMycoplasmamycoidesJCVI-syn 1.0.Grazie a strumentimolto più sofisticatiin mano ai genetisti,si è aperta la stradaad uno dei sogni delbiologo americanoCraig Venter:costruire batterisalva-ambientecon un Dnaprogrammatoper produrrebiocarburanti oper pulire acquee terreni contaminati,ad esempio batterimangia-petrolio,o organismiartificiali utilialla medicinae alla produzionedi farmaci.Il confine tranaturale eartificiale è semprepiù sottile e lecreazioni di vitaartificiale cicostringeranno acambiare il nostroparadigma sulladefinizione di esserevivente.Craig Venter, fondatore dell’Institute for genomic researche dell’Istituto J. Craig Venter


on line www.agendacoscioni.it - www.jcvi.orgTra natura e artificiol’inno dell’intelligenza umanaL’annuncio della creazione in laboratorio di un batterio dotatodi un genoma artificiale capace di riprodursi ha generato inevitabilmenteentusiasmo, perplessità e paure. L’esperimento di Venterripropone la contrapposizione fra naturale ed artificiale. Dominafra il grande pubblico l’idea che la natura abbia un suo finalismoe che sia buona, bella e generosa, mentre artificiale diventasinonimo di una devastante perturbazione di equilibri. In realtà,se guardiamo all’interno di una foresta o nei fondali marini, assistiamoad una vera carneficina fra animali. Natura vuole anchedire tempeste, eruzioni vulcaniche, terremoti, malattie e carestie.Inoltre, la natura è altamente antidemocratica, generando enormidisparità fra gli individui. La natura esiste indipendentementedall’uomo, ma ciò che l'uomo intende per natura è l'interpretazionefatta dal nostro cervello. La scoperta di Venter è quindi uninno all’intelligenza umana che, come ha sempre fatto finora consuccesso, si è ribellata all’indifferenza morale della natura e ci garantisceuna qualità di vita sempre migliore. L’importante è che ilfrutto di questa intelligenza sia utilizzato bene.Piergiorgio Strata3Stati UnitiObama:sì all’immunitàin VaticanoIl governo Usa chiede diconcedere il diritto diimmunità al Vaticano, inquanto stato estero, in unadisputa legale che vedecoinvolti preti pedofili.Avvocati di alcune vittime diabusi sessuali da parte dialcuni prelati avevano chiestoil diretto coinvolgimento dellealte gerarchie della Santa Sede,mediante risarcimenti econvocazioni in tribunale, inquanto datori di lavoro deisacerdoti accusati. Untribunale di appellodell’Oregon ha concessoquesta possibilità, sostenendoche per tale reato esistel´eccezione al diritto diimmunità. La legge prevede,infatti, alcune eccezioni aldiritto di immunità e una diqueste riguarda azioni legaliavviate contro Stati stranieriper reati commessi dai lorodipendenti in Usa per atticonnessi al loro impiego. Gliavvocati delle vittimesostengono, dunque, che gliabusi dei preti pedofilirientrano in questa eccezione echiedono quindi di coinvolgeredirettamente, con richieste dirisarcimenti e di testimonianzein aula, le alte gerarchievaticane in quanto 'datori dilavoro' dei sacerdotiresponsabili di abusi sessuali.Contro ciò si è appellata allaCorte supremal´amministrazione Obama,rappresentata dal vice solicitorgeneral Neal Kumar Katyal, percui l´eccezione all´immunitàpuò scattare solo se si dimostrache gli abusi sono staticommessi come conseguenzadella finalità di impiego deipresunti preti pedofili. La Cortesi pronuncerà fra qualchesettimana.(fonte: www.ansa.it)


4✁ PANNELLAIl potere non faparlare i radicaliper legittima difesaNEUROSCIENZAwww.facebook.com/marco.pannellaDobbiamo renderci conto, da antifascisti,che la nostra Costituzione abbiamo iniziatoselvaggiamente e formalmente adistruggerla dall'aprile del 1949. Abbiamotolto tre o quattro schede agli italiani: per 24anni quella referendaria; poi le elezioniregionali, scheda fondamentale a livellofederale, per 22 anni non è stata mai usata,la regione ha continuato ad esistere comepropaggine dello Stato; la terza, quellaautonoma del Senato, perché nel disegnocostituzionale non c’era in biistituzionalismocome è vissuto, no perchéil Senato doveva servire alle elezioni dimezzo. È restata solo la scheda elettorale.Nel 1959 quella proporzionale che hacreato nel 70 per cento della produzionelegislativa era fatta dalle commissioni insede legislativa e quindi con l’accordounanime, dall’Msi alla Sinistra comunista.Ecco, è una lettura diversa. Non è il miomaggior ottimismo ma il ritenere, dopo glianni ‘70 e ‘80, come sono staticoncretamente. Credo sia legittima difesada parte del potere, quella di non lasciareparlare il radicale, perché l'audienceaumenta, e il radicale fa pensare la personacomune. Io mi riconosco nella gente chenon mi vota perché non ne ha la possibilità.A RADIORADICALEMarco PannellaMario De CaroL’intuizione della libertàCultura e nonviolenzaal servizio del comune sentireMario De Caro e Marco Pannella discutono di resistenzaalla cultura dominante: l'aiuto delle neuroscienze,ma anche di "filosofi anglosassoni" e "nonne silenziose"Simonetta DeziEsiste una connessione tra neuroscienzae politica? Le conoscenze sul cervello eil suo funzionamento che le nuove tecnologieoffrono, possono aiutare a governarela società? La riflessione sul libero arbitrio, sullalibertà di scelta è campo solo filosofico oun’interazione tra politica, scienza e filosofiapuò aiutare ad aggiustare il tiro e a ridare dignitàa una gestione della cosa pubblica chesembra ormai esseresfuggita dimano? Potrebbe esserequesta una possibilerisposta a chicontinua a sottrarrelibertà, arrivando anchea manipolare lenostre decisioni? Apartire da questi interrogativiabbiamo avviato una conversazionecon il leader radicale Marco Pannella e il filosofoMario De Caro.Nell’uomo esiste un modulocognitivo altruistico e unoegoistico: la cultura giocaun ruolo fondamentaleL’ambiente esterno influenza le nostre sceltee il nostro comportamento. Le neuroscienzeci dicono che l’individuo si sviluppa attraversol’interazione tra patrimonio geneticoe ambiente, o meglio adattandosi agli stimoliesterni. In questo meccanismo, la culturao la mancanza di essa ricopre un ruolo essenzialenella formazione della persona.Mario De Caro: Nell’uomo esiste un doppiomodulo cognitivo, quello altruistico e quelloegoistico; la cultura gioca un ruolo essenzialenel valorizzare la seconda tendenza: più lauccidi, più ci si ritrova insulari, rinchiusi inse stessi, in contrasto con i chi è diverso danoi. Più si erode la difesa culturale e più vinconocerte insite tendenze che politicamentesi controllano molto bene. La scienza ci diceche non deve essere proprio così, la tendenzaaltruistica c'è persino nei primati superiori,filologicamente abbiamo radicata unatendenza altruistica.Marco Pannella: C'èl'adozione del logoscome verità, come sapereunico contro ildia-logos. Tremonti ècolto ma anche erudito:ha rievocato ilDio, Patria e Famiglianon perché ha il valoredi questo archetipo.Ha terrore di quello che sta prendendoforma, e l’illusione quindi di ripiegare nelgià conosciuto , che tutelo e diventa il bracciomondano, lo stato diventa braccio mondanoper difendere le cognizioni già acquisiteuna volta e per tutte. Come cosa, comepatrimonio e non come vita quindi.M.D.C. Ci sono studi scientifici e neuro cognitivi,tra cui uno che dimostra che personecon tendenze più conservatrici sono cognitivamentemeno pronte, meno flessibilia cambiare opinione. <strong>Per</strong>sone con meno difeseculturali sono più facilmente influenzabili,sono più condizionabili. È un com-protagonistiMarcoPannellaLeader storico deiradicali, giàdeputato alParlamento italianoe a quello europeo.Attualmente èPresidente delSenato del PartitoRadicaleNonviolento,Transnazionalee TranspartitoMarioDe CaroProfessore diFilosofia moraleall’Università RomaTre. Ha insegnatoanche all’Universitàdi L’Aquila, alla TuftsUniversity e al SaintMary’s College.I suoi principaliinteressi di studioriguardano l’etica,il libero arbitrio, lateoria dell’azionepito fondamentale difendere il sistema educativo,la cultura politica. Ma, non ci si puòdifendere senza gli strumenti critici. Con untratto di penna Tremonti ha deciso di toglierei finanziamenti statali a tutti gli enticulturali e di ricerca italiani, ha affossatol’università.<strong>Per</strong>ché lo fanno se il saldo positivo, economicodi questa operazione è piuttostoinsignificante? Questo significa che c'èconsapevolezza e un obiettivo nella distruzionedella cultura?M.P. Diciamo, c’è un riflesso, un quadroistintivo. Si è fatta una scelta di campo,quella della conservazione che non conservanulla e distrugge tutto.M.D.C. Viene ripetuto ossessivamente che ilsapere astratto, teorico non serve a niente.Hanno inventato una specie di MIT italianoper la ricerca applicata (Massachusetts Instituteof Technology, una delle più importantiuniversità di ricerca del mondo, con sedea Cambridge). Io ci ho lavorato per due anninel tempio della tecnologia, ma c’è unsacco di ricerca teorica, astratta perché le applicazionivengono se tu pensi in astratto.Quindi l’idea che l’Italia sarebbe il paese delmondo in cui si guarda al concreto, questamentalità da piazzista brianzolo, applicataalla cultura è una tragedia.Sta parlando della libertà di ricerca, unicopresupposto per ottenere risultati in camposcientifico.M.D.C. Ovviamente ci sono questioni eticheche si pongono in questo tipo di ricerca,non si può negare che chi fa la ricercasulla manipolazione genetica dei nasciturideve confrontarsi con questo. È chiaro chenon è impedendo alla ricerca di svilupparsiche si risolvono questi problemi.M.P. Sennò le ricerche poi divengono clandestinee a destinazioni mostruose.M.D.C. Sì, non sono i vincoli alla conoscenzache si risolvono i problemi: la conoscenzaci apre prospettive nuove e forse qua e làanche pericolose che comunque la censuranon risolve.L’impegno per la libertà di ricerca è unodegli obiettivi della nostra associazione,pensa che venga recepita all’esterno. E tuttile altre battaglie cheabbiamo portatoavanti e continuiamo a portare avanti comearrivano alle persone?M.P. Tempo fa in una assemblea molto sim-


In reteon line www.agendacoscioni.it - www.radioradicale.it - www.facebook.com/marco.pannellaSiamo davvero liberi?La libertà è solo un'illusione? La domanda è il filo conduttore del nuovolibro di Mario De Caro, Andrea Lavazza e Giuseppe Sartori, “Siamodavvero liberi? La neuroscienza e il libero arbitrio” (Codice Edizioni).Nel volume, John Dylan Haynes (professore di neuroimaging a Berlino)spiega come studiando l'attività di una regione del lobo frontale,l'area 10 di Brodmann, siamo in grado di predire un comportamentoalcuni secondi prima che il soggetto abbia consapevolezza. Daniel M.Wegner (docente di psicologia ad Harvard), parla del concetto di volontàcosciente; Adina L. Roskies (professore di filosofia al Darmouth College)mette in relazione fattori deterministici e libero arbitrio. FilippoTempia (ordinario di fisiologia all'Università di Torino), è contrario allanegazione del libero arbitrio. Davide Rigoni (dottorando in scienze cognitiveall'Università di Padova) e Marcel Bras (professore di psicologiasperimentale all'Università di Ghent) affrontano il tema delle intenzionicoscienti e dei processi automatici inconsapevoli. Roberta De Monticelli(professore di filosofia all'Università Vita Salute - San Raffaele diMilano) punta sul rapporto tra neurobiologia e fenomenologia nelcontesto della scelta. Giuseppe Sartori e Francesca Gnoato (ricercatoredell'Università di Padova) affrontano il tema dell'autodeterminazionee della capacità di intendere e di volere.5patica a Lecce mi si chiede: come definirebbePannella? Non sono caduto nella tentazionedella risposta brillante. Ho pensatointensamente un istante. Poi ho fatto unabreve premessa sulla semantica che riguardala parola comune. Qualche secolo è statausata per individuareun’epoca,quella dei Comuniche hanno marcatoun momento storico,poi quando si èdovuto marcareun’ideologia sconvolgenteè nato ilcomunismo. Questidue fatti, ma soprattutto l’ultimo, hannoportato il termine comune ad un disvalore.Da quello che sento dalla scienza, io definireioggi Pannella come una persona comunela cui forza è comune per chi mi ascolta.Forse in questa fetta di animalità, umanitàcircoscritta antropologicamente al mediterraneoall’Italia, c'è un dato di partenza,chiamalo dna, che ha un connotato collettivo,se c’è l’elemento oggettivo dicontinuità. Mi è parso di riscontrare in 60anni di antidemocrazia in senso tecniconon morale di non stato di diritto, che lecose apparentemente più estranee, che noirappresentiamo come radicali, sono le cosedella strada. Le nonne silenziose, cattoliche,che non hanno mai parlato, ma che sul pianodell’aborto, del divorzio, sulle mammaneci hanno capito e ci capiscono.M.D.C. Nella filosofia anglosassone il terminecomune non è una parolaccia, comead esempio è nella tradizione nostra più paludatadelle varie filosofie continentali. Iltermine “senso comune” definisce un ambitoche non può essere messo da parte rispettoalla filosofia con cui ci dobbiamo confrontare.Ci portiamo dietro tutto un apparatodi idee, di intuizioni, di comportamentiereditati o scelti, di acquisizioni che siconcretizzano nel senso comune con cuipoi reagiamo alle situazioni che ci si presentano.Qual è il suo valore rispetto alla scienza,tradizionalmente era come è il suo valorerispetto alla religione.Dunque, siamo determinati fisicamente,portiamo dentro di noi un ereditato patrimoniogenetico e una eredità storica-culturale,dov’è quindi il nostro spazio di libertàed esiste un rapporto tra scienza,senso comune e libero arbitrio?M.D.C. A volte guardando i risultatidelle neuroscienze e prendendoli comerisposte a domande millenarie sicorre il rischio di semplificare molto.Sono i problemi che poi sono sedimentatinel senso comune perché appuntol’intuizionedellalibertà, giàall’intuizionepre-filosofica,è problematica.Tutti sappiamoche abbiamodei limitialla nostra libertà di scelta. Forsesiamo molto più limitati di quanto inrealtà si crede. Ma se sia vero che poi,come dicono in molti, non siamo affattoliberi, questo è più problematico.Il tipo di esperimenti che si portain questi casi: si dà una scelta ai soggetti,quelli la compiono e nel momentoin cui la compiono in realtà èpassato un certo lasso di tempo, dipendedagli esperimenti, che va da unterzo di secondo a dieci secondi, incui gli scienziati già posono prevederela scelta che avrebbe compiuto. Quelloche a noi sembra essere il frutto diuna scelta consapevole, sparrebbe inbuona misura determinata da fattoriche sono al di là del nostro controllo:il cosiddetto inconscio cognitivo. Ovveroi fattori neuropsicologici che sonoal di là della coscienza. Il problemaè quanto questo tipo di fenomeni,di coscienza che in realtà non determinanulla, sia pervasivo.Le cose apparentementepiù estranee, che noirappresentiamo come radicali,sono le cose della stradaso di più senza i media. Spesso e volentieri,anche nei comportamenti politici,noi possiamo essere condizionati in unmodo che sfugge al nostro controllosenza che noi ce ne accorgiamo, si chiamanorazionalizzazioni a posteriori.M.P. Ma non dobbiamo dimenticareche le specie più adattabili sono anchele più sensibili e qui c’è un pericolo. Ilbombardamento televisivo di una formadella cultura dominante che ha pauradel nuovo e quindi legittimamente usala morte e l'uccisione come strumento: ifini che giustificano i mezzi. E noi danonviolenti rispondiamo: se per ottenereil bene si ritiene utile la morte, figuriamocipoi per mantenere questo benecosa si è disposti a fare, come storicamenteaccade, il bene di oggi è il male didomani. <strong>Per</strong> conquistare il potere ha ammazzatoper mantenerlo si spingerà ancoradi più là.Cosa si sente di suggerire il filosofo alpolitico affinché la sua azione, politica,sia sempre più efficace ed incisiva.M.D.C. Il politico Pannella è un personaggiostorico, ha fatto delle cose cheprobabilmente senza di lui non si sarebberofatte, forse non ci sarebbe stato il divorzio,o ci sarebbe stato venti anni dopo.Pannella è più ottimista di me, perchévede la resistenza, e probabilmentec’è questo aspetto nelle persone comuniche comunque hanno un senso delle coseimportanti. Io vedo invece nelle forzeconservatrici, più reazionarie, la consapevolezza,su un piano forse non del tuttoesplicito, di togliere la capacità di resistenza,reazione istintiva, erodendo allabase la cultura che avevamo. La scuolaitaliana era una buona scuola. Ora ilNord, che aveva una base cattolica, solidaristica,sta diventando leghista, basatoun po’ sull’intolleranza. Pannella puòcontinuare a difendere la politica comesolidarietà e lottare perché la cultura nonvenga distrutta. Anche per la sinistra c’èla convinzione che la cultura è vecchia eva lasciata. Certo è vecchia in certa misura,ma occorre fare attenzione.È il monito dell’intellettuale a non trascuraretradizione e cultura?M.D.C. I libri come li conosciamo noi, lacarta stampata sono superati. Tra 50 annicome oggetti non ci saranno probabilwww.radioraicale.itQuesto spiega perché fenomeni comela televisione o la radio sianodecisivi. <strong>Per</strong>ché noi tendiamo ad assorbiremediante condizionamentiquesto tipo modalità di comportamentoche poi noi penseremmo dimediare con la nostracoscienza, ma in realtà si creanodegli automatismi.M.D.C. Quando leggo Pierluigi Battistache dice che la televisione non incidesui comportamenti elettorali, eporta ad esempio il fatto che Berlusconiin alcune occasioni ha perso,non sono d’accordo. In realtà il ragionamentoè fallace: forse avrebbe permentepiù, se non come residuati archeologici.<strong>Per</strong>ò i contenuti della cultura dobbiamo fare inmodo che ci siano ancora, perché il piano pereroderli è chiaro, e dal loro punto di vista hannoragione, più la gente diventa ignorante, non hacoscienza dei valori importanti, più perdi il sensodella storie e della conoscenza e più la gentepuò essere manipolata. La sinistra non ha bencontrastato questo progetto, anche con delle responsabilitàcome la riforma universitaria, che èstata tremenda. La destra più che riforme ha fattotagli forsennati. Le due cose messe insieme sonodistruttive. L’università è uno di quei campi in cuiio sono antiriformista. Basta con le riforme alleuniversità.M.P. <strong>Per</strong>ché sono contro riforme. Il mio comunquenon è maggior ottimismo, ma il ritenere chese dopo tutto si ha paura di lasciare parlare il radicale,perché l'audience aumenta, mi fa pensareda persona comune: mi riconosco nella genteche non mi vota perché non ne ha la possibilità.Quando Ionesco si è iscritto al partito radicale,due anni prima di morire, disse: “se avessi saputoprima dell'esistenza del partito radicale la mia vitasarebbe cambiata”. Lo statuto di un partito cheti crea un solo obbligo: esercitare in coscienza latua libertà. Senza scienza non c'è coscienza adeguataa livello storico e di specie.Il ruolo della politica dovrebbe essere anchequello di formare, informare ma certo nonquello di condizionare l’individuo al quale dovrebberoessere forniti gli strumenti per una liberascelta.M.P. Il problema credo sia quello di informare,potenzialmente proporre informazione e nonformazione. Un liberale che vuole formare un liberalenon è un liberale. È quello che deve vedereche l'evoluzione non può darci domani la stessaidea del bene, che io ho oggi, verso la quale quindida non liberale voglio portare gli altri.Quando l'ambiente condiziona e quando forma?C’è pertanto una tendenza a formare l’Altro,ciò che si teme, quasi manipolando l’ambientee sottraendo cultura.M.D.C. Le battaglie radicali e più in generalequelle della cultura progressista in Italia si sonoinnestate su una resistenza, forse inconsapevole,ma io direi che le avanguardie erano abbastanzacolte, la cultura umanistica era diffusa. Adesso lareazione ha scoperto che bisogna togliere le basidella cultura e così l’hanno indebolita.M.P. I vari fondamentalismi sono espressione delterrore di una parte minima già dominante, controla scienza e la coscienza e questo terrore dellalibertà, vista come demonio. Se il problema dellavita è legato alla scelta di dare vita e non al meccanismoanimale del procreare, ma ci si avvicinaal concepire e quindi al creare è la fine di tutto: èil terrore di un potere e non di un sapere, è il terroredi chi ha cristallizzato il sapere.Professor De Caro, lei ha recentemente curatoun libro insieme ad altri autori sul tema del liberoarbitrio e della sua interazione con laneuroscienza.M.D.C. Il libro “Siamo davvero liberi. Le neuroscienzee il libero arbitrio”, è interessante per lapolitica in una declinazione particolare del problema:ci dice come la natura umana apra anchedelle prospettive positive. C’è questa ambivalenzaormai provata, accreditata scientificamente:abbiamo delle predisposizioni genetiche in sensoegoistico e solidaristico. La cultura deve giocarein modo decisivo, anche la cultura politica. LaLega ha capito che in certe modalità l’aspettoegoistico si può rafforzare. La politica progressisticadeve orientare la nostra natura verso l'aspettoaltruistico.


NEUROSCIENZA6L’INTERVENTOMarcoCappatoScienza e politica IL SEGRETARIO DELL’ASSOCIAZIONE LUCA COSCIONINeuroscienze per non soccomberea populismi e clericalismiEducazione, informazione, partecipazione democratica, nonviolenzasono gli strumenti per salvaguardare la nostra autonomiaMarco CappatoÈbene che la politica si occupidi neuroscienze, prima che leneuroscienze siano lasciatesole ad occuparsi –come già accade,nemmeno troppo indirettamentedipolitica.Gli enormi progressi nellaconoscenza del funzionamentodella mente umana, infatti, cidicono sempre di più sui limiti della“razionalità” come movente dellescelte individuali. Dai neuronispecchio ai cosiddetti “bias” (cioèmalfunzionamenti) cognitivi, dagliesperimenti di Libet sulla volontàinconsapevole alla mappatura delcervello, le nuove scoperte scuotonole fondamenta non soltanto dellescienze naturali, ma anche dellafilosofia, della politica edell’economia: i dati sperimentali cispiegano, ad esempio, l’efficacia sulpiano emotivo ed istintuale diproposte politiche che potremmodefinire “populiste” e che si fondanosul richiamo identitario, sullachiusura nei confronti del “diverso”e sulle paure che ci ispira, sulsostegno a comportamentiselezionati; al tempo stesso, inmateria di sessualità e riproduzionesi può rinvenire un ancoraggio dipolitiche clericali o conservatrici concomportamenti selezionati dalprocesso evolutivo –per esempio nelcollegamento tra sessualità eriproduzione- anche quando talicomportamenti non sono piùsottoposti, grazie al progressotecnologico e ai mutamenti sociali,agli stessi vincoli ambientali in baseai quali si erano affermati.Ugualmente emotivi ed istintivipossono essere comportamenti dialtro genere, di empatia e spiritocooperativo nei confronti degli altrie dell’ambiente che ci circonda, eche restano inspiegabili se ci silimita a considerare la difesa delmero interesse o lamassimizzazione dell’utilitàpersonale.Quanto più grande è lacomprensione deicondizionamenti ai quali siamosottoposti anche senza volerlo,tanto più sono messi indiscussione principi fondamentalisui quali sono basate le nostrestesse istituzioni, dal mercato allademocrazia politica. Il principioliberale classico dell’autonomiaindividuale, che si traduce nelrispetto assoluto della libertà eresponsabilità di ciascuno, evolvenella misura in cui si comprendecome l’individuo sia condizionatoda altri o semplicemente dalcontesto, in particolare sul pianoemotivo o istintivo nelle suedecisioni.Il problema di per sé non è nuovo,ma si ripropone in forme senzaprecedenti perché la conoscenzadettagliata delle basi biochimichedell’attività cerebrale può fornirestrumenti molto più sofisticati diquanto non si possa disporreattraverso analisi comportamentaliche si limitino alle conseguenzemanifeste delle decisioni. Cometutte le conoscenze scientifiche,anche questa è di per sé un bene, aldi là degli usi che se ne faranno. Edè su questi che entra in campo lapolitica.Se l’obiettivo è quello dipotenziare politiche dipromozione della libertàindividuale, è necessarioadoperarsi per attrezzare gliindividui a farlo, senza scadere nelpaternalismo (condizionamento)ma anche senza aspettarsi che lalogica delle cose che metta tutto aposto. Se partiamo dallaconvinzione che è bene che ilpotere pubblico non operidiscriminazioni di alcun tipo eche le persone debbano poterscegliere più liberamentepossibile, ad esempio sullequestioni dell’inizio e della finedella vita, allora è bene nonassistere passivamente e mettere afrutto le conoscenze scientificheper raffforzare politiche liberali elaiche in alternativa a politichepopuliste, illiberali efondamentaliste.Un prima questione riguarda imezzi di informazione. Ilbombardamento multimedialedei nostri neuroni va conosciuto emisurato non più sulla base digenerici criteri di valutazione, masulla base dell’effettivo potere dicondizionamento degli individui,e come tale va governato. In unPaese come l’Italia le poche regoleche esistono sono calpestate, e chidetiene i poteri mediatici siaffanna a negarne l’efficacia sulpiano elettorale.Un secondo punto riguarda icontenuti. Se è vero cheun’impostazione di illuministica elaica tolleranza possa facilmentesoccombere di fronte a unmessaggio che gioca su paure eriflessi antropologicamenteradicati, non è un buon motivoper rassegnarsi. Non si trattaChi èMarcoCappatoDa giugno1999 a luglio2004, èdeputatoeuropeo dellaLista Bonino.Nel 2006torna aBruxellescomeparlamentare.Dall'ottobre2002 èCoordinatoredeiParlamentariper l'AzioneAntiproibizionista.Dagennaio 2004è Segretariodell'<strong>Associazione</strong><strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong> perla libertà diricercascientificasoltanto di mettere in atto “spinte gentili”(nudge) per indurre ancheinconsapevolmente comportamenti che sireputano positivi, perché è evidente illimite di tale approccio stia nel rischio dipaternalismo.L’obiettivo deve essere quello di rafforzaregli strumenti a disposizione degli individuiper affermare la propria autonomia:dall’educazione all’informazione,passando per il potenziamento di queimeccanismi di coinvolgimentodemocratico che forniscono –attraverso untempo adeguato per il dialogo e ilcontraddittorio- la possibilità di formareopinioni non travolte dall’immediatezzadella reazione. Anche un sistemaistituzionale può favorire laresponsabilizzazione della scelta politica sefondato sulla persona più chesull’organizzazione, sull’elettorappresentante di (e responsabile di frontea) un territorio e di una popolazione con iquali è in contatto diretto (dunque anchefisico, emozionale, empatico) invece chesu un partito che gestisce un’ideologiaattraverso un’organizzazione impersonale.La storia dei totalitarismi ci insegna infattila forza della burocrazia nel travolgerel’inibizione alla violenza proprioattraverso l’interposizione di una “catenadi ordini” tra la persona che decide losterminio e quelle che lo subiscono.Oltre al metodo democratico, unimportante valore aggiunto –ancherispetto al liberalismo classico- puòarrivare dal metodo nonviolento. Lanonviolenza gandhiana, che la praticadel Partito radicale ha collegato ancorpiù saldamente alla centralità del“diritto” oltre che della democrazia edella conoscenza, traduce principiliberali altrimenti percepiti come“astratti” in azioni e parole che sirichiamano al vissuto delle persone e lecoinvolgono anche sul piano emotivo.Naturalmente perché la nonviolenzasia davvero tale bisogna comunquerifuggire da ogni forma dimanipolazione e tenere la ricerca delleverità –per quanto empiriche e relativeesse siano- come criterio fondamentaledell’azione nonviolenta. Un secolo fa, ilfragile e storicamente brevissimoesperimento democratico fu travolto dasistemi di potere più efficaci nelcollegarsi con i più profondi sentimentie risentimenti diffusi presso le “massepopolari”. <strong>Per</strong> impedire che ciò accadadi nuove, sotto forme aggiornate diclericalismi, razzismi e populismi, laconoscenza del funzionamento dellanostra mente è una risorsa straordinariada non trascurare.


on line www.agendacoscioni.it - www.lucacoscioni.it7L’INTERVENTOGilbertoCorbelliniScienza e filosofia LA PAROLA AL BIOETICISTAL’illusione del libero arbitrioche già spiegò SpinozaLe nuove sfide neuroscientifiche e neuroetiche sul pianoumano, morale, politico e religioso portano l’Italiasempre indietro rispetto al quadro internazionaleGilberto CorbelliniLa bioetica non è un campo distudi autonomo. Non ha unoggetto definito di indagine.Segue le mode. Meglio, insegue glisviluppi delle scienze biomediche esanitarie, vivendo in buonasostanza di luce riflessa. Da qualcheanno la moda è diventata laneuroetica.Negli anni Settanta era stata lasperimentazione clinica su soggettiumani, ovvero i la tematicacollegate al consenso informato.Negli anni Ottanta i temidominanti erano stati quelli relatividella giustizia sociale nell’accessoalle cure sanitarie, datal’acquisizione durante i duedecenni precedenti che sul pianoeconomico la spesa sanitaria apparefuori controllo. Gli anni Novantaregistravano l’esplosione da un latodelle aspettative sociali e dall’altrodel panico etico per le ricadutemediche dell’ingegneria genetica edell’ingegneria cellulare (leggiclonazione).Nel quadro internazionale deglistudi bioetica l’Italia non ha maispiccato per originalità. E dallepremesse ci si può aspettare che,salvo qualche eccezione e se nonsuccede qualcosa di imprevedibile,anche i contributi nostrani allaneurotica saranno in larga partelavori “di rimessa” o speculazionifatte a tavolino. In altre parole, unpallido riverbero di quello cheaccade nei paesi dove la neuroeticaviene coltivata da circa undecennio. Lo scopo di chi se neoccupa in Italia, per il momento,sembra quello di capire in chemodo si possono adattare le teorieetiche, e le filosofie che le ispirano,tradizionalmente utilizzate peraffrontare i problemi specifici cheemergono nell’area neuroscientificae neurotecnologica. Ovvero comerispondere, ma soprattuttodisinnescare le sfide che leneuroscienze stanno lanciando, enon da pochi anni, alle categorie ealle assunzioni filosofico-politichetradizionalmente utilizzatenell’ambito delle scienze umane.Inclusa la filosofia morale. Insostanza, non sembra che ibioeticisti che si apprestano aoccuparsi di neuroetica sianoparticolarmente interessati econfrontarsi con le più rilevanti econvergenti spiegazioni che le teorieneuroscientifiche, sulla base di unaattenta e il più possibile obiettivalettura dei dati empirici, stannofornendo dei comportamentiumano. Inclusi i comportamentimorali, religiosi e politici.Alla luce delle conoscenze che sonoscaturite dagli studi neuroscientifici,e dalla loro contestualizzazioneevoluzionistica, appare quasipatetica una certa ostinazione, daparte di intellettuali, politici e ingenerale cultori del sapereumanistico, nel difendereconcezioni della coscienza umana odella libertà che sono stateirrimediabilmente confutate. Ma, aldi là della capacità dei difensoridell’irriducibilità della mente umanaal cervello di avvertire un senso delridicolo, che dipende sempreun’ottica soggettiva e quindi daglistrumenti cognitivi, emotivi e culturaliindividuali, l’ostinazione a difendereconcezioni irrealistiche delle funzionimentali umane può determinare gravidanni alle persone.Prendiamo gli studi sulla coscienza.Con buona pace di chi crede che sitratti di una qualità immateriale e distraordinaria importanza, in realtàquella che chiamiamo esperienzacosciente altro probabilmente non èche una funzione del cervello, nonchéun fenomeno marginale nell’economiadei processi di controllo generale delcomportamento, benché essenziale pergovernare adattativamente ledimensioni sociali dell’esperienzaumana. Le teorie della coscienza chetengono conto dei dati neuroscientificihanno inoltre abbandonato l’idea chesi tratti di uno stato definibileindipendentemente da specifici aspettidell’organizzazione neuroanatomicadel cervello. E tenendo conto di quelleche molto plausibilmente sono le basineurofisiologiche della coscienza,nonché in virtù delle qualità attraversocui ne abbiamo esperienza si può direche eventuali danni neurologicipossono determinare disturbi dellacoscienza accompagnati dainsopportabili disagi. Ne deriva chel’orientamento che sta prevalendo inItalia sulle direttive anticipate e lanegazione del diritto di disporre dellapropria vita, è garanzia non di tuteledelle persone ma solo di unaggravamento del carico di dolore per icittadini di questo paese; che sarannomantenuti, indipendentemente da ocontro la loro volontà, in stati in cui lacoscienza si è disintegrata e che sonoChi èGilbertoCorbelliniProfessoreordinario distoria dellamedicina edocente dibioeticapressol'Universitàdi RomaLa Sapienza.È copresidentedell'<strong>Associazione</strong><strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>associati a gravissime sofferenzepsicologiche.Un’altra discussione incorso nell’ambito della neurotica, chepotrebbe determinare conseguenzenon per tutti desiderabili, è quella cheriguarda il problema del liberoarbitrio. Non va dimenticato che labestia nera delle religioni èl’assunzione che noi siamo liberi discegliere. Un’assunzione che èaddirittura considerata un dirittofondamentale in tutte leliberaldemocrazie. Le bioetichereligiose non hanno mai accettato leconseguenze bioetiche del principioliberaldemocratico, cioè che le personedi cui non sia stata accertatal’incapacità, devono essere trattatecome agenti autonomi. <strong>Per</strong> cuiconverrà vigilare su come sarannoformulate le implicazione etiche dellericerche neuroscientifiche nell’ambitodegli orientamenti religiosi. Acominciare da quello cattolico. Che perovvi motivi ci interessa molto davicino. Che il libero arbitrio siaun’illusione lo aveva già spiegato inmodo insuperabile Spinoza. Ilproblema non è quindi più se il liberoarbitrio esiste. Ma a quali vantaggi dàluogo l’illusione di essere liberi. Si puòragionevolmente immaginare chequesta illusione risulti in effetti moltovantaggiosa, come dimostra il fattostoricamente documentato chel’assunzione dell’autonomia edell’autodeterminazione individualehanno consentito lo sviluppo e ilfunzionamento delle forme diorganizzazione politico-socialedemocratiche. Cioè quelle nell’ambitodelle quali è stato prodotto il piùelevato benessere umano conosciuto.Se questa ipotesi fosse valida, sarebbedel tutto sensato chiedersi che cosa sipuò fare per promuovere il piùdiffusamente e ai livelli migliori lacostruzione individuale dell’illusionedella libertà. E una volta scoperto checosa aiuta lo sviluppo del senso diautonomia personale investire pergarantire che la più larga parte dicoloro che vengono al mondo possaaccedere a queste esperienze formative.Questo potrebbe essere un terreno unpo’ meno vago e scontato per avviareuna discussione che coinvolga inmodo interdisciplinare competenzediverse, e da cui soprattutto cercare conun po’ di concretezza di ricavareindicazioni anche per scelte eprogrammi politici utili sia per gliindividui che per l’insieme dellasocietà.


NEUROSCIENZAGLOSSARIOALLELEÈ una delle possibiliforme o varianti in cuisi può presentare ungene, con conseguenzesulle caratteristicheespresseAMIGDALANe abbiamo due, è ungruppo di struttureinterconnesse, disostanta grigia facenteparte del sistemalimbicoCORTECCIA CEREBLALEÈ uno strato laminarecontinuo cherappresenta la partepiù esterna deltelencefalo negli esserivertebrati. È formatadai neuroni, dalla glia eda fibre nervosesenza mielinaGENOMAInsieme dei geni dellacellulaEPIGENETICAAttività di regolazionedei geni tramiteprocessi chimici chenon comportinocambiamenti nel DNA,ma possono modificareil fenotipodell’individuo e/o dellaprogenieFENOTIPOComplesso dei caratterivisibili di un individuo eche sono il risultatodell'interazione tra ilpatrimonio genetico(genotipo) e lecondizioni ambientaliGENEL’unità di basedell’ereditarietà: ècostituito da molecoledi acidodeossiribonucleico(DNA), che contengonole informazionifondamentali checontrollano lo sviluppodi ciascun individuoNEURONEÈ l'unità cellulare checostituisce il tessutonervoso, il qualeconcorre allaformazione, insiemeal tessuto dellanevroglia e al tessutovascolare, del sistemanervosoNEUROTRASMETTITOREMediatore chimicoimplicato nellatrasmissione degliimpulsi nervosiattraverso le sinapsi enella determinazionedello stato diattivazione o menodel neurone riceventeOMEOSTASILa condizione distabilità interna degliorganismi che devemantenersi anche alvariare dellecondizioni esterneattraversomeccanismiautoregolatoriGENOTIPOLa costituzionegenetica delle cellule8Intervista al biochimico PIETRO PIETRININon si vivedi solo genomaGrazie alle nuove tecnologie si può indagare la relazione tra geni,cervello e stimoli ambientali per cercare di capire il processo decisionalecon l’obiettivo di inserire tutto in uno schema concettualeChi èPietroPietriniDal 2000 èProfessore diBiochimicaClinica eBiologiaMolecolareClinica pressola Facoltà diMedicina eChirurgiadell’Universitàdegli Studi diPisa. Nel2006 è elettoPresidentedel ComitatoScientificodella HumanBrainMappingOrganization.Dal 2007 èDirettore delDipartimentodi Medicina diLaboratorio eDiagnosticaMolecolaredell’AziendaOspedalieraUniversitariaPisanaLibero arbitrio è il concetto filosofico eteologico secondo il quale ogni persona èlibera di fare le sue scelte. Ha implicazioniin campo religioso, etico e scientifico. Nell’eticaquesto concetto è la base della responsabilitàdell’individuo per le sue azioni. Siamo partiti daquesta definizione molto generica per affrontare,con il professor Pietro Pietrini, la relazione trafunzionamento del cervello, stimoli ambientali edeffetti della loro relazione sui moventi decisionali.Esiste una relazione tra libero arbitrio, geneticae ambiente?Da quando è stato decodificato il genoma umanosi è cominciato a vedere che possedere unavariante allelica piuttosto che un’altra di un certogene può conferire una maggior probabilità disviluppare certe caratteristiche di personalità, qualiuna maggiore impulsività o anche aggressività finoa un vero e proprio comportamento antisociale.<strong>Per</strong> essere chiari, non vi è alcun determinismo,cioè possedere una certa variante allelica non ècondizione necessaria né sufficiente perché sisviluppi quel determinato comportamento, maaumenta significativamente la probabilità che ciòsi verifichi. Si comincia a vedere che non ci sonosolo i geni, e che non è da trascurare l’impattoambientale sull’espressione dei geni, quella cheviene chiamata epigenetica. Vivere in ambientisociali e culturali diversi può avere un impattodiretto non solo sul comportamento, ma anche suquali geni vengono espressi di più o di meno nelcervello dell’individuo. Questi studi stannodefinendo la base biologica migliore per capire ilfine gioco reciproco tra l’ambiente e il genomaumano nella regolazione delle differenzeindividuali nel comportamento, nelle funzionicognitive e nella fisiologia.In che misura l’impatto ambientale può esseredeterminante nell’individuo?Se abbiamo differenze nel nostro patrimoniogenetico che spiegano la diversità fisica, possiamoanche chiederci se possedere alleli diversi, cioèvarianti diverse dello stesso gene, si associa acaratteristiche diverse, a una modalità diversa diinterazione con l’ambiente. Possiamo indagare ledifferenze nello stesso patrimonio genetico, inparticolare in geni che sono deputati alla sintesi dineurotrasmettitori, di ricettori cerebrali, cioè diquell’impalcatura cerebrale necessaria per l’attivitàmentale. Possiamo, inoltre chiederci qualerilevanza abbia tutto questo sul nostrocomportamento. Alcuni studi suggeriscono cheesistono caratteristiche unicamente umane,In retewww.humanbrainmapping.orgempatia, altruismo, senso del l’equità, amore,fiducia, e perfino la politica che sono parzialmenteconnaturate, in un certo senso predeterminate.Quanto è rilevante il patrimonio genetico neldeterminare o nel modulare, nel favorire enell’indirizzare ciò che diventiamo a prescinderedall’ambiente o meglio ancora in relazioneall’ambiente.Abbiamo decodificato il genoma umano, abbiamovisto che per ogni gene abbiamo varie variantialleliche, cominciamo a vedere che queste variantialleliche, pur senza determinare il comportamento,ne aumentano la probabilità di definirsi in un certomodo. E’ lecito chiederci che implicazioni abbianoper il libero arbitrio, che è l’asse portante per laresponsabilità dell’individuo. Sostanzialmente cisono alcuni geni con le loro varianti che sono statimessi in relazione da vari studi nella letteratura conun aumentato rischio di comportamentoimpulsivo, antisociale, criminale, a parità di altrecondizioni ambientali. Bisogna esaminare qualerelazione esiste tra possedere determinati alleli e ilmodo in cui il cervello risponde allo stesso stimoloambientale e come tutto questo può essere messoin uno schema concettuale.Un termine che ricorre molto è quello divariante.La variabilità biologica è la vera forza della natura,ed è presente dai batteri fino all’uomo. Essere tuttidiversi fa sì che le probabilità di adattamentoall’ambiente e quindi di sopravvivenza sianomaggiori. Dunque, la diversità all’interno dellaspecie è la sua vera forza, anche se storicamente ladiversità è stata spesso chiamata in causa pergiustificare discriminazioni, lotte e segregazioni. Sein natura mancassero i meccanismi casuali didiversificazione probabilmente la nostra specie, enon solo, sarebbe già scomparsa magari a causa diuno stesso agente patogeno. Ma, ripeto, non è cosìneppure in organismi semplicissimi come i batteri,che cambiano a caso ogni volta che si duplicano. E’per questo che gli antibiotici non sempre riescono adebellare un’infezione e diventa necessario farericorso a nuove molecole.Con le moderne metodologie di esplorazione delcervello oggi disponiamo di una vera finestrabiochimica da cui guardare al suo interno.Sì, vediamo come è articolata la corteccia cerebrale,come l’organizzazione funzionale della cortecciacerebrale, ad esempio, ci mette in grado dicomprendere tutto ciò che ci circonda. Sappiamoche quando ci guardiamo intorno istintivamenterispondiamo a qualcosa che cattura la nostraattenzione, che induce una risposta emotiva. Semostriamo ad un individuo una faccia cheesprime terrore ed esaminiamo con la risonanzamagnetica funzionale (fMRI) che cosa succede nelsuo cervello rispetto a quando guarda una facciacon un’espressione emotivamente neutra,notiamo che la percezione del volto con unosguardo di terrore si accompagna ad una rapida edintensa attivazione dell’amigdala, questa specie dicomputer emotivo del cervello. Non solo. Questomeccanismo è così potente che l’amigdala si attivaancora prima che l’individuo si rendaconsapevolmente conto di aver visto una facciache esprime terrore, insomma, un vero e proprioistinto della paura.Un esempio di studio del cervello attraverso lenuove tecnologie ?Le osservazioni cliniche in pazienti con lesioni ditipo traumatico, neoplastico, o degenerativo acarico della corteccia prefrontale, come accade adesempio nella demenza frontale, hanno portato apensare che questa struttura cerebrale giochi unruolo importante nella modulazione delcomportamento. Questi pazienti infatti mostranoin genere una disinibizione del comportamento,che comprende un discontrollo dell’aggressività.Utilizzando queste metodologie di esplorazionefunzionale del cervello, abbiamo visto che quandoall’individuo viene chiesto di mettere in atto uncomportamento aggressivo, parliamo di soggettisani senza disturbi del comportamento, una partedella corteccia prefrontale, in particolare la cortecciaorbito-frontale, viene funzionalmente inibita,come se per rilasciare un comportamento che nonè moralmente o socialmente accettabile fossenecessario sopprimere un’area della corteccia che,dagli studi clinici ricordati sopra, sappiamo esserefondamentale per modulare questicomportamenti. Inoltre, se confrontiamo maschi efemmine notiamo che nelle femmine per metterein atto lo stesso comportamento aggressivo siverifica una maggiore inibizione della cortecciaprefrontale di quanto accada nel maschio, come seper la femmina i “freni inibitori corticali” fosseropiù estesi che nel maschio. Utilizzando sofisticatiprotocolli sperimentali possiamo oggi cominciarea indagare quali strutture cerebrali sono coinvoltenella pianificazione, nei processi decisionali, nelpensiero astratto o quando dobbiamo decidere seuna cosa è giusta o ingiusta, moralmenteaccettabile oppure no.S.D.


.Intervista al professore CARLO UMILTÀMa c’è chi vuole sololiberarsi degli psicologiValentina Stellaon line www.agendacoscioni.it - www.humanbrainmapping.orgUna panoramica sui pericoli delle neuromaniee i vantaggi della neuroimmagineIl cervello, la mente, la coscienza, ilcomportamento hanno sempre interessatofilosofi e scienziati. Nei secolisi sono susseguite tante e diverse rispostecirca la questione del sé, e il dibattitonon sembra affatto potersi chiudere,come si evince dalle diversi posizioni inmateria.Lei critica in generale la neuro-mania,ma in particolare la neuro-etica. Comemai?In primo luogo, l’uso di un nome nuovoper riferirsi a un campo di ricerca chenuovo non è rischia di essere fuorviante,di indurre la falsa convinzione che ci sianostati cruciali passi avanti. Nel casodella neuroetica, si può sostenere chel’interesse nelle basi neurali del comportamentoetico risalga al famoso pazientePhineas Gage, studiato a metà del XIXsecolo. L’uso del termine neuroetica alposto di neuropsicologia del comportamentoetico, nel caso delle ricerche dineuroimmagine, segnala poi un pericoloben maggiore. Tipicamente, al soggettoche partecipa alla ricerca si chiede dieseguire un compito che porta allo svolgimentodi processi mentali noti. Contemporaneamente,si determina qualiaree cerebrali si attivano selettivamenteper lo svolgimento di quei processimentali. Dunque, le ricerche di neuroimmaginehanno due aspetti critici:determinare i processi mentali necessariallo svolgimento del compito speri-Chi èCarloUmiltàProfessoreordinario diNeuropsicologiaall’UniversitàdiPadova.Fa partedell’advisoryboardscientificodel MaxPlanckInstitute forCognitiveand BrainSciences diLipsia eMonaco edè direttoredella ScuolaGalileiana diStudiSuperiori diPadovamentale e determinare le attivazioni cerebrali.Il secondo aspetto è problematico acausa delle procedure sperimentali, moltorudimentali (si pensi alla sottrazione cognitiva,che risale al 1868), impiegate pereliminare le attivazioni non rilevanti. Purtroppoil secondo aspetto è ancora piùcarente: allo stato è impossibile determinarei processi mentali coinvolti nellosvolgimento di un compito; tanto menoè possibile determinare il loro decorsotemporale. Il passaggio dalla neuropsicologiadel comportamento etico alla neuroeticafa temere che si voglia semplicementeaggirare il problema, liberandosidegli psicologi e assumendo come notociò che invece noto non è.Lei si definisce un riduzionista e con cautelaun localizzazionista. In base allenuove ricerche, resta fermo su questa posizione?Mente e cervello coincidono?Si, certo, resto un riduzionista e, sinceramente,non vedo come un neuroscienziatocognitivo possa non esserlo. Le recentiricerche hanno cambiato poco per me:hanno semplicemente precisato conoscenzegià disponibili sulla base dello studiodei pazienti cerebrolesi (la neuropsicologia).Studio che ormai ha una storiadi 150 anni. La mia cautela sul localizzazionismodipende dal fatto che ritengoche tutti i processi mentali, anche i piùsemplici, dipendano da reti piuttostocomplesse di neuroni, che coinvolgonovarie aree cerebrali (questa è la causa dellegrandi difficoltà concettuali che incontranole attuali ricerche di neuroimmagine).2EsperimentoLibetNei suoi esperimenti, Libet invitava ipartecipanti a muovere, quandoavessero voluto (“liberamente e aproprio piacimento”), il polso dellamano destra e,contemporaneamente, a riferire ilmomento preciso in cui avevanoavuto l’impressione di aver deciso diavviare il movimento: l’obiettivo eraquello di indagare il rapporto tra lacoscienza dell’inizio di un atto e ladinamica neurofisiologica sottostanteovvero stabilire il momento in cui ilsoggetto diveniva cosciente dellavolontà di effettuare il movimento.Libet ideò un artificio sperimentalecostituito da un quadrante d’orologiocircolare, con un cursore luminoso,che si muoveva velocemente ai suoimargini e impiegava 2,56 secondi arotazione. Questo particolare orologioaveva lo scopo di permettere unaprecisa collocazione temporale delmomento in cui i soggetti percepivanodi aver deciso di piegare il polso. In unarticolo del 1999 scrive: “Azionivolontarie libere sono precedute nelcervello da mutamenti elettricispecifici. <strong>Per</strong>sone sottoposte ad unesperimento divengono coscientidell’intenzione di compiere un’azione350/400 millesimi di secondo dopoche nel loro cervello è avvenuto lospecifico mutamento elettrico cheindica la prontezza a compierel’azione e 200 millesimi di secondoprima dell’azione stessa. La decisionevolontaria avverrebbe dunque senzal’apporto della coscienza. Ma lafunzione della coscienza sarà quella didecidere l’esito: la coscienza puòimpedire l’effettuazione dell’azionevolontaria attraverso un veto. Lalibertà del volere non è dunqueesclusa. Gli esiti dell’esperimentomettono in evidenza i vincoli del modoin cui il volere libero potrebbefunzionare; non darebbe inizioall’azione volontaria ma deciderebbese l’azione viene compiuta”.EsperimentoHaynesPubblicata sulla rivista «NatureNeuroscience», la ricerca condotta daHaynes e dai suoi collaboratori, hariguardato14 volontari, posti dentrouna macchina per la risonanzamagnetica funzionale a cui è statochiesto di scegliere, dopo attentariflessione, se schiacciare un bottonecon la mano destra o con la sinistra. Iricercatori sono stati in grado disapere tra i sette e i dieci secondiprima della scelta quale sarà l’opzionedel soggetto, grazie agli schemi diattivazione neuronale associati a ognicomportamento che, in seguito, unsoftware adeguatamente “istruito”ha riconosciuto durantel’esperimento. La precisione per ora èdel 60%. Ciò che però conta per laquestione del libero arbitrio è che lapredizione giunga prima che i volontarisiano consapevoli della propriadecisione, il cui momento è valutatosulla base dei resoconti diretti e conun altro apparecchio che ingloba uncronometro. In particolare,l’attivazione cerebrale precedente laconsapevolezza si muoverebbe dallacorteccia frontopolare – sede dellapianificazione di alto livello – allacorteccia parietale – zona diintegrazione sensoriale.❝Benjamin Libet, negli anni ’80, siponeva l'obiettivo di trovare dellerelazioni quanto più possibiliprecise tra l'esperienza cosciente el'attivazione di determinate zonecerebrali. Le indagini sul campo condotteda Libet erano divise in due fasi principali:la primarivolta amettere inrapporto lapercezionecosciente distimolisensoriali(tattili) con irelativicorrelatineurali; lasecondaLa coscienza:un ritardo mentale?1Benjamin Libetindirizzata aindividuare larelazione tral'intenzione cosciente di compieredeterminati movimenti e l'attivazione dispecifici gruppi neuronali. Recentementeun nuovo esperimento è stato compiutoricalcando gli studi condotti da Libet:John-Dylan Haynes, uno dei pionieridella lettura del pensiero, con il suogruppo del Max Planck Institute, ha messoa punto un test che dimostrerebbe che iprocessi inconsci cerebrali si sviluppanofino a sette secondi prima che la decisioneconsapevole venga presa, e questi processipotrebbero essere predittivi sulladecisione stessa.V.S.Secondo Lei esiste una relazione, una influenza,tra processi neuronali, ambiente e comportamento?Si, non ci può essere il minimo dubbio. Il cervelloè molto plastico e si modifica sotto l’influenza dell’ambientee dell’esperienza. L’idea che “neurale” e“geneticamente determinato” coincidano è risibile.Ovviamente, l’ambiente agisce sul comportamentomodificando il cervello.Quali sono i vantaggi della neuro-immagine?Il vantaggio è che le ricerche si possono pianificaree non è necessario attendere che la natura intervengacon un evento patologico casuale. Se, però, lanatura ci mette a disposizione il paziente “giusto”e noi siamo in grado di fare le domande “giuste”,le risposte che otteniamo con la neuropsicologiasono molto più convincenti di quelle fornite dalleneuroimmagini.Secondo Lei, conoscendo i meccanismi del cervello,non si rischia di mettere in mano a politici,mass media e chiunque voglia persuadere unpubblico uno strumento pericoloso di inganno?No, direi proprio di no. Tuttavia, la domanda è pocotempestiva. Che senso avrebbe avuto fare unadomanda simile ai fisici del XVI secolo, di era pregalileiana.Siamo ancora lontanissimi dal conoscerei meccanismi del cervello. Localizzare i processimentali nel cervello, ammesso e non concesso chenoi sappiamo che cosa localizzare e come, nonspiega certamente i meccanismi del cervello.Che definizione, ad oggi, darebbe di coscienza?Ho pubblicato diversi articoli sulla neuropsicologiadella coscienza. Ho scritto il capitolo su coscienzae azione per il Cambridge Handbook ofConsciousness (2007) . Non mi sono, però, maiposto il problema di definire la coscienza. Continueròcosì.Regge ancora la spiegazione computazionistadella mente umana?Si, direi di si. Non mi sono accorto che negli ultimi20 anni ci siano state modifiche concettuali importanti.A mio avviso, l’ultima è stata l’introduzionedei modelli computazionali connessionistinella prima metà degli anni ’80 del XX secolo.Non fa paura pensare che un domani non ci saràpiù nulla da scoprire sul cervello, eliminandoogni scarto di immaginazione e mistero?Come ho detto, purtroppo questo è un problemache ci dovremo porre solo fra molti decenni.Aspettiamo almeno che le neuroscienze cognitiveentrino nella loro era galileiana.9


RobertoMordacciNEUROSCIENZAIl nostro mododi comprenderequesto ordineumano ènecessariamentebasato sull’uomostesso e non sulcosmo, e inparticolareè basato sullanostra vitapratica. <strong>Per</strong>ciò,il centro dellanostra prospettivadi moderniè la ricercasull’uomo comesoggetto pratico.Adamo ed Eva, Albrecht Durer, 150710Il filosofo morale ROBERTO MORDACCIUna rivoluzionecopernicana nell’eticaTra determinismo e libertarismo, tra mente e ambiente,alla ricerca di una teoria unitaria del sé, si delinea la volontàdi agire dell’uomo, come forza normativa della moraleSimonetta Dezicome sorgente di forza normativadella morale. Si tratta della rivoluzione copernicanain etica. La riflessione è del pro-L’uomofessor Roberto Mordacci, che vede nelle potenzialitàche ci offrono le nuove tecnologie uno strumentoindispensabile per guardare nel cervello, “ pensandoche è da lì che viene la forza normativa deinostri giudizi morali abbiamo un buono strumentoper capire (forse!) perché la morale haautorità”.Parlando di neuroscienze lei si è espresso intermini di “rivoluzione morale copernicana”,che ci porterebbe verso una teoria generaledella coscienza.La situazione attuale riguardo all’etica ricordail contesto culturale tra scienza e filosofia altempo della rivoluzione copernicana. QuandoGalileo punta il binocolo verso la luna, cominciaad osservarne le fasi e a fare una serie di osservazioni.Ha uno strumento nuovo: non lo hainventato lui, ma ha avuto l’ardire di puntarloin quella direzione e di guardare con una certaprospettiva intellettuale. Galileo si muoveva all’internodi una rivoluzione, quella copernicana:questa comportava che la terra non fossepiù pensata come il centro dell’universo e anzisi apriva alla possibilità che l’universo stessonon andasse pensato a partire da un centro, dalmomento che nemmeno il sole lo è. Questo haconsentito a Galileo di vedere alcune cose, discardinare la visione più diffusa e predominantee di attuare una rivoluzione scientifica. La verarivoluzione scientifica però si compì soltantoquando lo strumento, le osservazioni e il cambiamentodi prospettiva furono unificati attraversouna legge, la legge di gravitazione universaleformulata da Newton, che unifica tutte questeosservazioni in un campo di sapere unitario:con una stessa legge e i suoi derivati io riesco adar conto di un ampio insieme di movimentiosservabili, senza dover postulare una qualcheunità metafisica sperimentalmente non verificabile.Quali sono oggi i nostri strumenti innovativiper mettere in atto questa rivoluzione?Anche noi ora abbiamo una serie di strumentinuovi che riguardano la mente: sono strumentifarmacologici, terapeutici, diagnostici, chirurgici.Senz’altro lo strumento principe per lo studiodel cervello, lo strumento più emblematico,è la risonanza magnetica funzionale (fMRI), peril suo potere diagnostico e per la sua valenzasimbolica a causa del suo utilizzo delle immagini.La risonanza ci offre un’immagine del cervello,anche se sappiamo che è un’immagine ricostruita,più vicina a un disegno che a una foto-Chi èRobertoMordacciProfessoreassociato dal2002 pressola Facoltà difilosofiadell’UniversitàVita-SaluteSan Raffaele,doveinsegna Filosofiamorale,Etica esoggettivitàe Bioetica.Dal 2007è membrodel ComitatoNazionaleper laBiosicurezza,Biotecnologiee Scienze perla Vita dellaPresidenzadel Consigliodei Ministri.Coordinatoredel CentroStudi di EticaPubblica e delblog collettivomoraliaontheweb.comgrafia. Tuttavia, l’effetto di “vedere” il cervello mentrefa qualcosa e si accende di colori è potentissimo.Ed è anche obiettivo: non è poca cosa guardarequali aree sembrano attive quando facciamocerte cose. È, appunto, quasi come vedere più davicino le fasi della luna.Il punto di partenza dello studio è dunque l’agiredell’uomo.Inoltre, noi siamo già da tempo (dalla modernitàsoprattutto) in una prospettiva per cui quando andiamoad indagare la persona, soprattutto se sitratta di interpretare il suo agire, la interpretiamo apartire dall’idea che la fonte di quelle norme sia direttamenteo indirettamente l’attività umana. <strong>Per</strong>noi moderni, il centro e la fonte della norma delvalore è nell’uomo. Poi, naturalmente, si tratta dicapire se questo soggetto è un soggetto inserito inun ordine più ampio o se invece l’ordine dell’uomoè un ordine a sé stante, con una sua autonomia.Il punto è che il nostro modo di comprenderequesto ordina umano è necessariamente basatosull’uomo stesso e non sul cosmo, e in particolareè basato sulla nostra vita pratica. <strong>Per</strong>ciò, il centrodella nostra prospettiva di moderni è la ricerca sull’uomocome soggetto pratico. In questo senso,possiamo dire che siamo dentro a una rivoluzionemorale copernicana: Il centro della ricerca non èpiù la natura fuori dall’uomo, ma la natura nell’uomo.In questo contesto, studiare il cervello, poterlovedere “dal vivo” diventa interessantissimo.Andiamo infatti a “vedere” (o per meglio dire, interpretare)l’esatto punto di origine dell’attivitàpratica – come ad esempio prendere una decisione- , nel punto in cui è più natura e meno cultura,cioè il cervello. Ciò che noi sappiamo oggi è chegià lì, nel cervello, c’è l’intreccio tra natura e cultura,natura e volontà, natura e decisone: poterlostudiare “in vivo” è decisivo e può modificare profondamentela nostra comprensione di noi stessicome soggetti agenti. Tuttavia, rispetto alla rivoluzionescientifica copernicano-galileiana-newtoniana,a noi manca ancora un tassello fondamentale:mentre Newton offre una teoria unificata del cielo,noi oggi non disponiamo di una teoria unificatadel soggetto, o anche soltanto di una teoria unificatadella mente: in altre parole, non abbiamo lateoria della gravitazione universale dell’attività cerebrale.<strong>Per</strong> quanto la filosofia della mente sia uncampo in fortissima espansione, per quanto glistudi sulla soggettività pratica siano in piena fioriturae per quanto le neuroscienze ci dicano oggiqualcosa di più su come prendiamo decisioni, sucome conosciamo le cose, su come facciamo esperienza,tuttavia, un’interpretazione filosofica e culturaleche ci dica che cosa fa di tutte queste esperienzele esperienze di un io, una teoria convincenteche sia scientificamente fondata e condivisa daun ampia parte della comunità scientifica e filosoficanon c’è. Una teoria generale, un’approssima-zione di che cosa significhi essere un soggetto che sae conosce e vede i propri processi mentali è ciò chedobbiamo elaborare, è il nostro compito.La conoscenza dei processi mentali introduce il temadel libero arbitrio.Il dibattito sul libero arbitrio, la libertà, il controllodella mente, deve tener conto del fatto che, al di làdelle dispute millenarie sul libero arbitrio, la libertàconcreta delle persone è una questione di gradi. Inmolti casi, infatti, la nostra volontà è soggetta a condizionamentiche non sono solo l’interferenza esterna,o sociale, ma sono attività biologiche che il nostrocervello fa perché gli accade di farle o perché hauna patologia. Ora, questo non ha a che fare con ladisputa fra determinismo e libertarismo. Ha a che farecon l’esercizio reale, sempre situato, della libertàconcreta delle persone. Nietzsche usava dire che nonesiste un «libero volere»: esistono semmai un forte eun debole volere. Il debole volere è quello che sog-


on line www.agendacoscioni.it - www.moraliaontheweb.comNeuroetica:le grandi questioniLaricerca sul cervello diventa sempre piùprotagonista della scena scientifica, masta anche entrando rapidamente nella vitasociale. Molti i temi sono al centro dellacronaca e dei media. Dal dibattito sugli stativegetativi al nuovo ruolo delle analisigenetico-cerebrali nel processo penale,dallíuso di farmaci che potenziano leprestazioni intellettuali alla presuntaspiegazione della spiritualità con alterazionidel funzionamento del cervello. Leneuroscienze sono state addiritturaaccusate di avere generato unaneuromania, una moda che consistenellíinvocare, per molti comportamenti, unasola via alla comprensione davveroscientifica, quella appunto delleneuroscienze. <strong>Per</strong> un confronto su questitemi il mese scorso si è tenuto a Padova ilconvegno “Neuroetica: le grandi questioni”.L’evento è stato organizzato da GiuseppeSartori, professore ordinario di neuroscienzecognitive a Padova e da Andrea Lavazza,studioso di scienze cognitive e giornalistascientifico con il sostegno dellíUniversità diPadova, della Fondazione Sigma Tau e dellaFondazione Giannino Bassetti e con ilpatrocinio della Società Italiana diNeurologia (SIN), della Società Italiana diFilosofia Analitica, del Coordinamento deiDottorati italiani di scienze cognitive e delCentro Universitario Internazionale. Nelcorso di tre giornate (5-6-7 Maggio 2010) sisono succeduti studiosi che si occupano dineuroetica in Italia e allíestero. Il tema dellaprima giornata è stato “Attualità delleneuroscienze/neuroscienze dell’attualità”,sono intervenuti il neurologo Raffaele DeCaro, il giudice Piervalerio Reinotti, ilneuroscienziato Giovanni Berlucchi, RobertoMordacci, filosofo morale, studioso dineuroetica, opinionista. Il tema dellaseconda gornata è stato: “Chi siamo? Lapersona in discussione” e ha visto gliinterventi di Laura Boella, Michele diFrancesco e Massimo Reichlin. Infine sonointervenuti sul tema: “Siamo liberi? ildeterminismo nelle neuroscienze”, Mario DeCaro, Roberta de Monticelli e CorradoSinigaglia. Marco Mozzoni, direttore dibrainfactor.it, e coordinatore dei lavori,parlando delle nuove frontiere aperet dalleneuroscienze ha sottolineato: “Gli attorisono numerosi e sono tutti portatori dispecifici interessi, domande, aspettativenei confronti della scienza in generale, delleneuroscienze in particolare. Fra i duesoggetti è sempre più visibile la presenza eil ruolo dei “media” (la stampa), che spessoe volentieri danno notizia delle “nuovescoperte” delle neuroscienze e dellepossibili (future) applicazioni nel campodella salute e dell'innovazione.11giace alle molteplici attività che interferiscono conla capacità di autodeterminarsi. Il volere forte è quelloche è in grado di ordinare le proprie attività mentali,dai desideri ai ragionamenti, in una vita personale.Se dobbiamo pensare a una teoria del soggetto cheaiuti le scienze della mente a pensare a un nuovo «io»,dobbiamo partire da questa idea cioè che il soggettoè una persona che abita il mondo e lo abita volendofare cose, avendo degli scopi; ora, questi scopi gli appaionocome un suo obiettivo un suo oggetto del volere.È in rapporto a quel soggetto del volere che si decidela nostra identità. Ciò che vorremmo essere e ciòche riusciamo ad essere attraverso tutti i condizionamenti,questo è ciò che siamo realmente, nonun’astratta capacità arbitraria di decidere: decidiamosempre in situazione e questo significa che decidiamosempre entro una cornice di parziali condizionamenti.Entro questi condizionamenti, però, la forza delnostro volere è la misura della nostra libertà. Questa èla sfida che oggi le neuroscienze ci propongono.Chi èRobertaDe MonticelliHa studiatoalla ScuolaNormale eall’Universitàdi Pisa. Hacontinuato isuoi studipresso leUniversità diBonn, Zurigoe Oxford,dove è stataallieva diMichaelDummett,logico efilosofo dellinguaggio.Dall’ottobre2003 è statachiamata perchiara famaall’UniversitàVita-SaluteSan Raffaele,sulla cattedradi Filosofiadella personaLa filosofa della persona ROBERTA DE MONTICELLILa responsabilitàci rende liberiBenché il cervello decida primache ne diveniamo coscienti, acquisiamola libertà dell’azione attraversola presa di responsabilità dell’azione stessaNelle neuroscienze, maanche nelle estrapolazioniche ne fannomolti filosofi, ci si focalizzamolto sul funzionamento delcervello come organo che vuolee sceglie e si parla di decisionicome di eventi di cui diventiamocoscienti senza contribuirvi;manca però qualunqueriferimento a ciò che definiamocomunemente decisione,ossia l’atto con cui una persona,avallando uno fra i possibilimotivi d’azione, gli conferisceun’efficacia causale che altrimentinon avrebbe. Lo sostiene,Roberta De Monticelli,docente di Filosofia della personaall’Università Vita e SaluteSan Raffaele di Milano, studiosae traduttrice di Sant’Agostinoche lo scorso anno ha pubblicatosul Foglio «Abiura di unacristiana laica», critica contro ipronunciamenti della Chiesacattolica sul testamento biologico.Esiste una strana discrezionalità,sottolinea De Monticelli,con cui ogni essere umanosi lascia motivare dal mondo,il suo personale carattereche sembra affermarsi già inculla, fenomeno da cui partireper capire che cosa dobbiamointendere per “persona” e “volontà”.Ciascuno di noi, fedelealla propria natura, è libero discegliere e dunque si deve ancheassumere la responsabilitàmorale e politica delle propriescelte. La nostra novità consisteproprio nel peculiare modoin cui sappiamo trasformarci inindividui unici e irripetibili, attraversouna gestione, inizialmenteguidata e via via più autonoma,delle risposte che diamoalle informazioni emotivee sensoriali che riceviamo ognigiorno.<strong>Per</strong> introdurci al tema del liberoarbitrio nel suo libro“La novità di ognuno” cita laBibbia.Sì, secondo la Bibbia l’avventuraumana inizia con un attodi libertà, propriamente di disobbedienza.La storia di Evaè un racconto sull’esperienzadella libertà come uscita dall’innocenzainfantile e primatappa del divenire personaadulta: già questo allargal’orizzonte di una disputa sullavera natura di una decisioneo di una scelta. Non c’è decisioneo scelta che non appartengaalla storia di una vita, ea una sua fase, nel tempo accordatole.Cosa intende per libertà?Proviamo a definire due caratterizzazionidi libertà: la prima,libertà è il potere di agireconformemente al proprio volere(e non al volere di altri, ameno che sia conforme al nostroobbedirvi). Un’azione liberaè un’azione volontaria; laseconda, libertà è il potere dideterminarsi all’azione.Un’azione è libera se l’agentegode di questo potere.L’esperimento di Libet e poiquello di Haynes non sonostati interpretati in modounivoco dalla comunitàscientifica. La sua versione?Esperimenti di questo tipopossono essere letti come dimostrazioniempiriche del fattoche il cervello “decide” primache “noi” lo veniamo a sapere.Essi dimostrerebberoquindi che i giochi si fanno allespalle della mente cosciente,e prima che questa illusa signorane sappia alcunché. Tuttoin un certo senso sarebbegià “deciso” alle nostre spalle.Ci vogliono poi altri trecentomillisecondi per arrivare all’esecuzione.Dunque una coscienza in ritardorispetto all’attività cerebrale.La coscienza è a quanto parein ritardo anche sugli eventipercepiti, e come tutti sappiamoè a volte preceduta da reazioni“istintive”: come inchiodarel’auto prima di investire lavecchietta o rispondere giustoal servizio dell’avversario, giocandoa tennis. Generalizzando,la nostra coscienza avrebbesempre mezzo secondo di ritardorispetto agli eventi reali. Secondouna delle ipotesi avanzate,avversata dallo stesso Libet,ma sostenuta da altri, questo risultatopotrebbe dimostrare appuntoche la mente è “fuori dalgiro” in cui si prendono le veredecisioni, che sono gli eventicerebrali registrati all’elettroencefalogramma.Libet concedealla mente cosciente potere diveto, pur negandole quello diiniziativa: iniziata “fuori dalsuo controllo”, l’azione volontariapuò sempre essere inibitadurante i trecento millisecondiche separano l’apparire dell’intenzionedall’esecuzione dell’azione.La libertà salvata peruna frazione di secondo! A partela straordinaria presenza dispirito che questa teoria sembrarichiedere all’uomo responsabile,si tratta , secondo me, diuna difesa del libero arbitrio ilcui esito è meno accettabile diun franco determinismo.E il libero arbitrio?La questione del libero arbitriosi situa da un lato nei prolegomenidi un’etica, e dall’altronel cuore stesso di una teoriadella persona, che assumeràaspetti molto diversi a secondadi come vi si risponde. Lalibera volontà, non è che il livellosupremo della gerarchiadi atti (non liberi e liberi)mediante i quali un essereumano, già biologicamente individuato(da un genoma che ètuttavia condivisibile da piùindividui omozigoti, e in lineadi principio riproducibile) “sifa” persona, con una sua unicità(o individualità non replicabile,che chiamiamo “personalità”)e una sua identità transtemporale.S.D.


NEUROSCIENZAIl pensiero fluentee il rischio dimanipolazionementaleUno dei temi centrali dellapsicologia contemporaneaè la ‘fluenza cognitiva’, chemisura quanto è facilepensare ad un determinatoargomento: le personepreferirebbero pensare piùalle cose facili che a quelledifficili. Se, dunque, ilpensiero fluente influisce sulmodo di pensare, esso ricopreun ruolo fondamentale neinostri giudizio e sulle nostredecisioni: da ciò checompriamo alle persone dallequali siamo attratte, daicandidati che scegliamo pervotare alla veridicità e allacredibilità che attribuiamo adun testo e al suo autore. Lanostra capacità di simpatiaverso la fluenza cognitivarappresenta una scorciatoiaadattativa: riusciamo adottimizzare l’uso delle risorsecerebrali quando più elementisi contendono la nostraattenzione e dobbiamoscegliere su qualefocalizzarci. Questa strumentosarà via via sempremaggiormente sfruttato dapubblicitari, insegnanti,politici e da tutti quelli che ingenere devono esercitaredelle forme di persuasione.(Fonte: Internazionale)12Intervista al politologo ANGELO PANEBIANCOPanebianco:no a facili entusiasmidi ingegneria politicaChi èAngeloPanebiancoAngeloPanebiancoè professoredi RelazioniInternazionalipressol'Universitàdi Bologna.Insegnainoltre Teoriapoliticapressol'UniversitàS. Raffaele diMilano è unpolitologo esaggistaitaliano,d'impostazioneteoreticaliberaleinfluenzatadall'elitismoe dal realismopolitico. Trale suepubblicazionirecenti,GuerrieriDemocratici.Le democraziee la Politicadi Potenza(1997), IlPotere, loStato e laLibertà(2004),L'automa e loSpirito(2009). Nel1977, hapubblicato,insieme aMassimoTeodori ePiero Ignazi,il libro I nuoviRadicali(Mondadori),ovveroL'interpretazionestoricadel PartitoRadicalefondata sullaricostruzionedelle diversefasi dellavicendaradicale dal1955 al 1977L’editorialista e politologo del Corrieredella Sera mette in guardia dalgiudicare le ipotesi come dati di fatto.In Italia i partiti politici di destrae sinistra parlano “allo stesso modo”Daniele Di StefanoCuore e ragione, istintoe riflessione: dove sicolloca la politica?Quali sono i binari lungo cuicorre l’adesione o il rifiutodei cittadini alle scelte deipartiti? Lo chiediamo al politologoAngelo Panebianco.Professore, alcuni esperimentinell’ambito delleneuroscienze segnalanoche, nelle decisioni, la volontàe la consapevolezzanon sono gli unici attori ingioco. Accostiamo questeacquisizioni ai ragionamentisul ‘cervello emotivo’e sulla ‘spinta gentile’ (servirsidell’irrazionalità perguidare i cittadini versoscelte migliori: nudge, comel'hanno battezzatal'economista Richard Thalere il giurista Cass Sunstein).Possiamo dedurneche è necessario ripensarela natura delle scelte e degliorientamenti politici deicittadini?Le neuroscienze hanno fattograndi passi, svelandociaspetti di noi che ci eranosconosciuti. Attenzione, però:molte ricerche mettonoin campo delle ipotesi. Nonabbiamo ancora, cioè, unateoria del comportamento subase neuronale. Questo significache dobbiamo rifarciad altri strumenti, che nonpossiamo buttare a mare tuttala ricerca della psicologiacognitiva. Insomma, non mifarei entusiasmare troppodalle scoperte quotidianenell’ambito delle neuroscienze.Non possiamo pensaredi intervenire con formedi ingegneria politica sulleistituzioni alla luce di questifragili risultati.Cuore e ragione: Drew Westen,psicologo e consulentepolitico di molti democraticiUsa, nel libro Lamente politica, Il ruolo delleemozioni nel destino diuna nazione, sostiene che iconservatori statunitensisanno, fin dai tempi di Nixon,che la politica è soprattuttouna ‘questione diracconto’. Mentre i progressistiavrebbero pagato loscotto di concentrarsi solosu questioni astratte e razionali,lontane da cuore epancia degli elettori. Chene pensa?Non ho letto questo libro,ma stando a questa sintesi,mi sembra una sciocchezza.Semplicemente perché tuttele varie parti politiche si rifannoal cuore, alle memorie.Basta vedere come sonofabbricati i discorsi politici, imanifesti o la pubblicità politica:i riferimenti volti a suscitareemozioni positive intornoal messaggio sono presentiin tutti i movimenti.Sarebbe un errore, dunque,cercare di proiettare questedue categorie – emotiva erazionale - sulla politica italiana?su centrosinistra ePdl?Un grosso errore: componentinon razionali, mescolanzedei due elementi sonopresenti in tutti gli schieramentipolitici. In entrambi icasi c’è un discorso pseudorazionalecontornato damolti riferimenti che devonoevocare emozioni, ricordi,memorie. Da questo puntodi vista non è cambiato nienterispetto al passato: si confrontanosempre ideologieche sono mezze verità e mezzebugie; argomenti razionalima spesso anche affermazioninon comprovate insiemead altre totalmente privedi qualunque verifica. <strong>Per</strong>chéla politica non è come lascienza: il politico non ha bisogno,mentre fa affermazioni,di controllare le sue ipotesi.La politica evoca obiettiviche appaiono degni di essereperseguiti da parte di coloroche ascoltano, e costruiscesolchi lungo i quali simuovono i comportamentidegli elettori.È dunque una questione dipancia. In quest’ottica, cheenfatizza la dimensione irrazionaledel discorso politico,il ruolo dei mezzi diinformazione non può esseresottovalutato. Che pesohanno, allora, sulla vitademocratica questioni d’attualitàcome le norme sulleintercettazioni, o la querellesull’informazione dellatv pubblica?Certamente nessuno puòsottovalutare il ruolo deimezzi di comunicazione. Edi fatto nessuno lo fa, primadi tutto tra gli attori politiciche se ne servono. Qualcuno,al più, può essere indietro,non essersi ancora adeguatoai nuovi mezzi: spessovecchie formazioni politiche,che hanno tradizioni e riti, lacui comunicazione deve tenereconto del passato, fannofatica adattarsi nuovistrumenti. Altrettanto spessole nuove formazioni ne fannoun uso più agile e spregiudicato.Subito dopo, poi,gli altri si adeguano.Quanto alla Rai, il discorso èdiverso. La situazione attualeè figlia delle specificità italiane:non si è mai arrivati neanchea ipotizzare una privatizzazionealmeno parziale.Non si è mai trovata non dicouna maggioranza, manemmeno una minoranzaforte in Parlamento disponibilea farlo. E’ come pretenderedi avere la libertà distampa e le cartiere controllatedallo Stato: se le cartieresono controllate da Stato, comediceva Luigi Einaudi, possiamoavere la Pravda, non lalibertà di stampa. O si dà unasituazione di concorrenza,quindi un mercato delle notizie,oppure pochi grandi attoriche controllano il mercato.Non dimentichiamo diaver avuto un’epoca in cuic’era solo la Rai, c’era solo ilcontrollo dello Stato, e quindidi coloro che controllavanolo Stato. <strong>Per</strong>sonalmentecontinuo ad essere contrarioad un presenza così massicciadello Stato nella comunicazione,ma può anche darsiche in futuro questo problemavenga superato con lamoltiplicazione dei canali.PIERPAOLO PASOLINIsecondo mela televisioneSecondo me la televisione è piùforte di tutto questo e la suamediazione ho paura che finiràper essere tutto. Il potere vuoleche si parli in un dato modo ed èin quel modo che parlano glioperai appena abbandonano ilmondo quotidiano, familiare odialettale in estinzione. In tutto ilmondo ciò che viene dall’alto èpiù forte di ciò che si vuole dalbasso, non c’è parola che unoperaio pronunci in unintervento che non sia volutadall’alto; ciò che resta originarionell’operaio è ciò che non èverbale, per esempio la suafisicità, la sua voce, il suo corpo.La ferocia era terribile eall’antica; i campi diconcentramento dell’Urss, laschiavitù nelle democrazieorientali, l’Algeria. Questaferocia all’antica naturalmentepermane, ma, oltre a questavecchia ferocia c’è la nuovaferocia che consiste nei nuovistrumenti del potere: unaferocia così ambigua, ineffabile,


on line www.agendacoscioni.it - www.centrodiascolto.itAnno200320042005200620072008Tg111,113,712,419,422,918,4Tg29,712,410,921,025,421,6Tg311,512,911,216,918,613,7Tg410,211,19,314,120,912,3Tg510,812,712,521,425,724,2Studio Aperto12,613,710,221,330,226,8Tg La76,99,88,417,722,017,8Media10,612,310,718,823,719,3Il grafico mostra la percentuale della rappresentazione di eventi criminosi dal 2003 al 2008 nelle 5100 edizioni dei Tg nazionali13Bombardamento TV LO STUDIO RADICALEQuando il piccolo schermofabbrica grandi paureDall’analisi di dati raccolti da monitoraggio su tv e cartastampata, emerge l’aumento di notizie di cronaca nera, lacreazione della diffidenza verso lo straniero, e il tentativodi indirizzare il pubblico verso precise posizioni politicheùèiloo.,abile, da far si che ben poco dibuono resti in ciò che cade sottola sua sfera. Lo dicosinceramente, non consideroniente di più feroce dellabanalissima televisione. Io datelespettatore la sera prima euna infinità di sere prima, le miesere di malato, ho visto sfilare inquel video dove essi erano orauna infinità di personaggi, lacorte dei miracoli d’Italia e sitratta di uomini politici di primopiano. Ebbene: la televisionefaceva e fa di tutti loro deibuffoni, riassume i loro discorsifacendoli passare per idioti, conil loro sempre tacitobeneplacito.Il video è una terribile gabbia chetiene prigioniera dell’opinionepubblica, servilmente servita perottenere il totale servilismo,l’intera classe dirigente italiana.Tutto viene presentato comedentro un involucro protettore,con il distacco e il tonodidascalico di cui si discute diqualcosa già accaduta, da pocomagari, ma accaduta.Da “La voce di Pasolini”Cosa èCentro d’AscoltoInformazioneRadiotelevisivaNato il 20febbraio 1981,da una idea diMarcoPannella,effettuaper contodell’ Autoritàper le garanzienellecomunicazioniil monitoraggiosullecampagneelettorali e apartire dal1997 ancheun servizio dimonitoraggiosullaprogrammazionedi fiction.Collabora condiverse testategiornalistiche(Epoca,Panorama,L’Espresso,L’Europeo, laRepubblica),con Rai eMediaset, concentri di ricercacome il Censise la VerificaQualitativaProgrammiTrasmessi,e con leuniversità(Torino,<strong>Per</strong>ugia, Roma)Esiste fair play (lealtà) tra coloroche comunicano e coloroche ricevono il messaggio?Posta così la questione può sembraregenerica ma, contestualizzatanel mondo della comunicazionemassmediale, appare sensata. Infatti,mediante l’analisi di uno studioeffettuato da Gianni Betto con ilCentro di Ascolto dell’InformazioneRadiotelevisiva, e confermato dadati Istat, appare sempre più evidentela volontà, da parte della direzionedei tg nazionali, di influenzareil pubblico, di mettere in attoquella che nella teoria della comunicazioneviene definita ‘funzioneconativa’: il mittente vuole persuadereil destinatario. Si mette in attoun bombardamento di notizie alquale il telespettatore non sa sottrarsi.Si sceglie di dare maggiore importanzaa certe notizie, rispetto ad altre.L’uso del linguaggio poi non è dasottovalutare, viene scelta una specificaterminologia che mira a provocaredeterminate e preventivate emozionie reazioni nel pubblico. Il monopoliotelevisivo si è spinto cosìavanti da indurre una riflessione sulrapporto tra comunicazione e democrazia.Dalla carta stampata e dallatelevisione non giunge la notiziatrattata a tuttotondo, ma solo unaparte di essa atta a mistificare il vero.Non siamo liberi di scegliere all’internodi una visione pluralistica dellapolitica, la sovranità della comunicazioneè nelle mani di pochi, dicoloro che creano o celano a tavolinola notizia conveniente a determinatiscopi. Nelle recenti elezioni regionaliabbiamo visto quanto contala tv nelle competizioni elettorali. Ilcaso della neo presidente della RegioneLazio, Renata Polverini ne è latestimonianza. La sua candidatura evittoria elettorale è stata costruita intelevisione: la tv ha creato il personaggio,ha dato un’identità a un candidatonon famoso (esattamente comesuccede nei reality). L’attenzioneviene spesso polarizzata dai personaggie non dai programmi politici.Le scelte dei telegiornaliPrendendo in esame le notizie degliultimi 5 anni (dal 2003 al 2007)e dei primi quattro mesi del 2008delle edizioni principali dei telegiornalidi Rai, Mediaset e La7, emergeche il tempo dedicato a cronaca nera,cronaca giudiziaria e criminalitàorganizzata è raddoppiato. <strong>Per</strong> i tgRai con una media dell’11,6%, perquelli Mediaset del 14,4%.Aumento notizie sul crimineSe nel biennio 2003-2005 la manifestazionedi eventi criminosi si è mantenutacostante, nel 2006 si è assistitoad un sensibile incremento della notiziadi cronaca, data per prima e seguitada quelle di politica. <strong>Per</strong> di piùle parole maggiormente usate sonotragedia e strage. Tutto ciò ha generatouna sensazione di insicurezza e pericolonello spettatore. Inoltre sonorari i casi in cui si da notizia in terminipositivi di riabilitazione di detenutio una immagine positiva dell’immigrato.A conferma di ciò arriva ancheuna indagine condotta da un gruppodi ricerca , diretto dal Professor Morcellini,della facoltà di Scienze dellaComunicazione dell’Università degliStudi di Roma ‘La Sapienza’, dal titolo‘Ricerca nazionale su immigrazionee asilo nei media italiani’.Immigrazione come criminalitàL’indagine ha riguardato i sette telegiornalinazionali e un campione disei quotidiani (Corriere della Sera, LaRepubblica, L’Unità, il Giornale, Avvenire,Metro) monitorati in un periodocampione nei primi sei mesi del2008. Da essa emerge che immigrazionee presenza straniera in Italia sonoargomenti appiattiti sulle questionidi emergenza e sicurezza, dunqueall’interno di una visione problematica(su un totale di 5684 servizi di telegiornale,solo 26 affrontano l’immigrazionesenza legarla ad un fatto dicronaca o al tema della sicurezza),senza essere oggetto di un approfondimentoa prescindere da una connotazionenegativa. Inoltre, facendo unfocus, sulla natura del dibattito che sisviluppa intorno a questi argomenti,si assiste ad una netta sproporzionetra la presenza di esponenti politici,che ne fanno solo una battagliaideologica e di partito, e quella di altrisoggetti interessati alla tematica,quali magistratura o rappresentantidi comunità straniere. “ Tratti maggiormentepreoccupanti vengonodall’analisi del ritratto delle personedi origine straniera. <strong>Per</strong> oltre i trequarti delle volte (76,2%), personestraniere sono presenti come autricio vittime di reati.Diffidenza verso lo stranieroEmerge però una ricorrente diversitàdi trattamento sulla base della nazionalitàdei protagonisti delle vicende.Le persone straniere compaionopiù frequentemente di quelleitaliane quando sono responsabili ovittime di fatti particolarmente brutali,come: la violenza sessuale (piùdel triplo, 24,1% contro 7,2%), le lesionipersonali (più del doppio24,1% contro 10,9%), il sequestro(17,0% vs 4,4%) o il furto (11,3% vs8,7%)”. Cosa significa tutto ciò intermini di recettività da parte delpubblico? Si innesca da un lato insicurezzanei confronti del governo,che nel periodo esaminato era quelloProdi, e dall’altro lato diffidenzanei confronti dello straniero.La falsa realtàSe a ciò si fanno seguire temporalmente,ovvero durante il governoBerlusconi, ancora in corso, notizierassicuranti si crea quella bolladi sicurezza per la quale l’esecutivoattuale ha risolto tutti i problemi.In realtà non sono cambiati iproblemi ma la loro percezione.Selezionando i servizi e gli articolisi crea oggi l’immagine di unpaese con le strade più sicure econ la criminalità sempre più accerchiata.Ma siamo di fronte anotizie vere o a vere notizie, ovveroutili? La realtà è quella che vediamoe leggiamo o quella che viviamocon difficoltà?V.S.


14PILLOLERU486 in ItaliaNella mappa sono indicate lescatole di Ru486 richiesteregione per regione. Emergechiaramente una Italia divisa indue: la pillola abortiva, infatti,sta entrando a far parte dellapratica quotidiana sanitaria alcentro nord, mentre al sud èancora tutto quasi fermo.IL GINECOLOGOMirellaParachini10Valled’Aosta160Lombardia80Piemonte300Toscana0Sardegna60Liguria0Umbria50EmiliaRomagna0Lazio0SiciliaInterruzione digravidanza: menodolore con la RU486L’Agenzia del farmaco ha autorizzato il mifepristone,anche con l’indicazione dell’aborto terapeutico delsecondo trimestre ma in pratica ancora non è utilizzatoMirella ParachiniIn un coraggioso articolo apparso un mese fa su GliAltri dal titolo “Abortirai con dolore. Le mie 100 oredi strazio tra leggi e obiettori”, Monica Micheli haraccontato la sua lunga e dolorosa esperienza di pazientesottopostasi ad un aborto terapeutico nel secondotrimestre. L’intervento si è svolto nell’ospedale romanoin cui lavoro, e ovviamente Monica non mi aveva dettodi essere una giornalista. Leggere il suo lucido racconto(www.glialtrionline.it/home/2010/04/10/%C2%ABabortirai-con-dolore%C2%BB-le-mie-100-ore-di-strazio-traleggi-e-obiettori/)ha accentuato ancora una volta il miosenso di rabbia e frustrazione, da medico, da donna e dacittadina di questo paese per non avere ancora adisposizione uno strumento terapeutico raccomandatoda tutte le più importanti linee guida in materia. Gliaborti del secondo trimestre rappresentano il 10-15% ditutte le interruzioni volontarie della gravidanza (IVG)nel mondo, ma sono responsabili dei due terzi di tutte lemaggiori complicazioni legate all’aborto.La scelta del metodo nelle IVG del II trimestre è un temaampiamente dibattuto dagli operatori , con accentimolto accaniti. Le procedure utilizzate possono esserechirurgiche o farmacologiche. Tra le prime, la D&S(Dilatazione & Svuotamento) consiste nella dilatazionedel canale cervicale attraverso l'uso di dilatatori osmoticio meccanici seguita dalla rimozione del feto per viameccanica. Vengono poi aspirati il liquido amniotico ,laplacenta e i suoi annessi. Sebbene le evidenzescientifiche dimostrino la superiorità di tale metodo,esso non viene proposto universalmente. In effettiquesta procedura è preferita dalla maggior parte delledonne; l’utero nel secondo trimestre è meno sensibileall’azione dei farmaci, con una maggior efficacia esicurezza della D&S rispetto all’induzione medica. Infineil principio etico di assicurare il beneficio del paziente, inautonomia e rispetto della verità richiederebbe che taleprocedura fosse proposta routinariamente alle pazienti.In molte parti del mondo, Italia compresa, è disponibileunicamente l’induzione farmacologica di un partoChi èMirellaParachiniMedicospecialista inOstetricia eGinecologia,attualmentelavora pressol’OspedaleSan FilippoNeri di Roma.Nel 2000 èentrata a farparte dellaorganizzazioneinternazionaleFIAPAC (FederazioneInternazionaledeglioperatori diaborto econtraccezione).È membrodi direzionedell’<strong>Associazione</strong><strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>abortivo. Le cause di questo atteggiamento sonomolteplici : mancanza di conoscenza, carenza ditraining e di strumentazione e/o assenza dimotivazione da parte dell’operatore. Quest’ultimarappresenterebbe il maggior ostacolo, e vi è chi contestacome una decisione chirurgica possa dipendere da unatteggiamento “estetico”. Tuttavia negli ultimi anni imetodi farmacologici per l’induzione dell’ aborto nel IItrimestre sono migliorati notevolmente rendendolisicuri ed accessibili. In effetti le donne in passato hannousato vari tipi di erbe, irrigazioni vaginali e purganti didubbia efficacia per interrompere una gravidanzaindesiderata. Alcuni di questi metodi, elencati dall’OMS nella lista di farmaci superati, sono ancora in uso,per esempio in India e in Cina, e provocano un lungotravaglio, una lunga degenza e la necessità di unraschiamento alla fine della procedura. Attualmente loschema farmacologico più sicuro ed efficace nelsecondo trimestre (13-24 settimane di gestazione) è ilregime combinato mifepristone (RU486) seguito daanaloghi di prostaglandine, come raccomandato dallaOMS e dal RCOG (Royal College of Obstetricians andGynaecologists). Le prostaglandine maggiormenteutilizzate sono il misoprostolo (Cytotec®) e ilgemeprost (Cervidil®). L’uso del solo gemeprost per viavaginale (il metodo usato attualmente in moltiospedali italiani), senza premedicalizzazione con ilmifepristone, ha un tasso di successo del 88-95%, mauna durata dell’induzione dell’aborto molto maggiorerispetto al regime combinato. Il pre-trattamento con ilmifepristone aumenta il tasso di efficacia nelle 24 oredal 72% al 95%. Il tempo tra l’inizio dell’induzione el’aborto si riduce da 15.7 ore a 6.6 ore, così come siriduce la dose necessaria di prostaglandine (=menodolore). Nel mese di luglio 2009 l’AIFA ha autorizzatol’immissione in commercio del mifepristone, anchecon l’indicazione dell’aborto terapeutico del secondotrimestre. In teoria quindi abbiamo fatto un passoavanti (ci sono voluti solo 22 anni). Ma nella pratica,quanto tempo dobbiamo ancora aspettare per farsentire meno dolore alle nostre pazienti?050VCampaniaVeneto0Marche125Friuli10Abruzzo010MoliseCalabria50Puglia0BasilicataAborto: Obiezionecoscienza farmacistill29 Aprile la senatrice del Pdl Ada Spadoni Urbaniha presentato un disegno di legge chepermetterebbe l’obiezione di coscienza dei farmacistiper la vendita di farmaci “rientranti nellacontraccezione di emergenza”. Il ddl autorizzerebbe ifarmacisti a non dispensare farmaci di contraccezionedi emergenza (che hanno lo scopo di bloccarel'ovulazione o di impedire l'impianto dell'ovocitaeventualmente fecondato), ma dovrebbe esseregarantito ugualmente l’obbligo di dispensare talimedicinali anche attraverso farmacisti non obiettoripresenti nell'organico della farmacia. Alcuni punti deldisegno di legge:Obbligo di ComunicazioneI farmacisti hanno l'onere di comunicare la propriaobiezione di coscienza, entro tre mesi dalla data dientrata in vigore della legge al direttore dell'unita'sanitaria locale o dell'azienda ospedaliera, nel caso dipersonale dipendente, e al direttore sanitario, nelcaso di personale dipendente da strutture privateautorizzate o accreditate; per i farmacisti neo assuntil'obiezione di coscienza deve essere comunicataentro sei mesi dall'assunzione.Diritto dei pazientiObbligo per l'Amministrazione, da cui dipendono lefarmacie pubbliche, di prevedere e organizzare unservizio comunque in grado di procurare i farmacilegittimamente richiesti.Pillola dei cinquegiorni dopoMentreDati pubblicati suRepubblica, inun’inchiesta effettuatanel mese di maggioè già in commercio in Germania, Francia,Gran Bretagna e Spagna, la “EllaOne”, la pilloladei ‘cinque giorni dopo’, apre una nuova polemicatutta italiana sul fronte politico sanitario. Il 12 maggioscorso infatti il ministro della Salute Ferruccio Fazio hacomunicato che è in atto una pausa di riflessione chedurerà almeno fino all’emanazione del parere da partedel Consiglio Superiore della Sanità. E in uninterrogazione parlamentare di Luisa CapitanioSantolini dell’Udc Fazio ha aggiunto che ogni decisionesulla Ella One dell’Agenzia italiana del farmaco è statasospesa, nella seduta del 23-24 marzo scorso, inattesa di acquisire il parere degli esperti dellaCommissione tecnico scientifica. La Commissione sipronuncerà su due quesiti preliminari e vincolanti ilgiudizio sulla sicurezza del farmaco in caso di usoripetuto e la compatibilità con la legislazione vigente intema di contraccezione e di aborto. La Ella One èstata approvata dall’Emea (Europea MedicineEvaluation Agency, l’Agenzia di registrazione Europeadei medicinali), che ha rilasciato alla Laboratoire HRAPharma un’autorizzazione alla sua immissione incommercio, valida in tutta l’Unione europea. Ilfarmaco contiene l’ulipristal, un contraccettivo diemergenza di ultima generazione, che funziona fino alquinto giorno successivo a un rapporto non protetto.DIa


on line www.agendacoscioni.it - www.lucacoscioni.it/soccorsocivileRiforma psichiatrica:iniziate le audizionialla cameraLaCommissione Affari Sociali della Camera ha avviatole audizioni informali sulle disposizioni in materia diassistenza psichiatrica. Sono stati ascoltatirappresentanti della Federazione nazionale degli Ordinidei medici chirurghi e degli odontoiatri (FNOMCeO), dellaSocietà italiana di psichiatria (SIP), del Collegio dei cliniciprofessoriin psichiatria, del Consiglio nazionaledell'ordine degli psicologi, dell'<strong>Associazione</strong> italiana dipsicologia (AIP) e della società italiana di psicologia(SIPs). Al centro della discussione la legge Basaglia, cheabolì i manicomi. I deputati di minoranza hanno ribaditoche è essenziale non modificarla e applicarecorrettamente quella legge, ma la maggioranza e ilGoverno sono orientati a varare un organico quadro diinterventi per l'approccio tempestivo al problema deldisagio mentale e per iniziative di sostegno alle famigliedei malati.15✁LA DENUNCIAVeneto: No ai trapiantiper i diversamente abiliUna delibera della Regione Veneto,adottata un anno fa, prevede“controindicazioni assolute altrapianto d’organo” in caso di danni cerebraliirreversibili, e ritardo mentale con quozienteintellettivo inferiore al 50 per cento”, e“controindicazioni relative”, nel caso in cuiquesto ritardo mentale registri un quozienteintellettivo inferiore a 70. E’ quanto denunciain un comunicato la parlamentare radicaleMaria Antonietta Farina <strong>Coscioni</strong>. La notiziaè stata resa pubblica dal Corriere della Serache ha dato voce a tre docenti universitari, iprofessori Nicola Panocchia e Mauriziowww.regione.veneto.itBossola, del servizio emodialisi delPoliclinico Gemelli, e il professor GiacomoVivanti, psicologo californiano. Essisostengono che non “esiste un motivorazionale per negare un organo a pazientinon in grado di intendere e volere”, e che“l’incapacità di migliorare la qualità di vita ela presunta scarsa aderenza alla terapiasono le giustificazioni avanzate da chi èfavorevole alla selezione”, maopportunamente e doverosamente fannopresente che questa tesi non è sorretta daalcun dato scientifico”. Le deputate radicaliFarina <strong>Coscioni</strong> e Bernardini hannopresentato una interrogazioneparlamentare per chiedere l’opinione delgoverno e i provvedimenti da attuare controla delibera.Disabilità IN PARLAMENTOIn pensione perassistere un disabileIn parlamento si discute la proposta per ilpensionamento dei famigliari di disabili, mala vera rivoluzione sarebbe la vita indipendenteGustavo FraticelliIl percorso per l’approvazione dellaproposta di legge contente "Normein favore dei lavoratori che assistonofamiliari gravemente disabili”, conclusosifavorevolmente lo scorso 19maggio, alla Camera e ora all’esame delSenato, oltre ad essere un fatto positivoin tema di assistenza alle persone disabilinon autosufficienti, ha rappresentatoanche un’occasione, tramite l’attivitàdell’ On. Maria Antonietta Farina <strong>Coscioni</strong>,di porre all’attenzione e per unverso iniziare a fare recepire al Governola questione della centralità della personadisabile che deve assumere anchenei dettati normativi che lo riguardano.Ciò, infatti, si contrappone copernicanamentead una concezione culturale,presente anche in molte nostre leggi,che vede la persona disabile solo comeoggetto, sia pure di attenzioni positive,e non come soggetto di diritti sacrosanti.Quanto sopra ha potuto sortire effetti,anche se parziali, in virtù della recenteadozione, nel 2009 anche da partedel nostro Paese, della ConvenzioneOnu sui diritti delle persone con disabilitàdel 2006, che è appunto finalizzata,mediante una serie di prescrizioni obbligatoriea rimuovere gli svantaggiconnessi alle varie forme di disabilità, agarantire anche per tali soggetti l’effettivalibertà nelle scelte di vita. Ecco l’ordinedel giorno n. 9/82-A/3. presentatodall’On. Maria Antonietta Farina <strong>Coscioni</strong>accolto dal Governo, come raccomandazione.“Premesso che: - L' Articolo19 della Convenzione delle NazioniUnite sui diritti delle persone condisabilità ratificata dal parlamento conla L.18 del 2009, "Vita indipendente edinclusione nella società" prevede che:Gli Stati Parti alla presente Convenzionericonoscono il diritto di tutte le personecon disabilità a vivere nella società,con la stessa libertà di scelta delle altrepersone, e adottano misure efficacied adeguate al fine di facilitare il pienogodimento da parte delle persone condisabilità di tale diritto e la loro pienaintegrazione e partecipazione nella società,anche assicurando che: (a) le personecon disabilità abbiano la possibilitàdi scegliere, su base di uguaglianzacon gli altri, il proprio luogo di residenzae dove e con chi vivere e non sianoobbligate a vivere in una particolare sistemazione;(b) le persone con disabilitàabbiano accesso ad una serie di servizia domicilio o residenziali e ad altriTerapia intensivaAL VIA L’INDAGINECONOSCITIVAIl 20 maggio 2010 è stata deliberatadalla XII Commissione Affari Socialil’avvio dell'indagine conoscitiva inrisposta al quesito di quanti siano isoggetti in stato vegetativo e di minimacoscienza ricoverati nei reparti dirianimazione e di terapia intensiva. Leaudizioni formali cominceranno nellaseduta di Mercoledì 26 maggio 2010ore 15 e coinvolgeranno i seguentisoggetti: la SIAARTI (Società ItalianaAnestesia Analgesia RianimazioneTerapia Intensiva); il GiViTi (Gruppoitaliano Valutazione interventi Terapiaintensiva); il GISCAR (Gruppo italianoper lo studio delle gravi cerebrolesioniacquisite e di riabilitazione)dipartimento; la SIMFER (Societàitaliana medicina fisica e riabilitativa); ilIRCCS (Centro neurolesi Bonino Pulejodi Messina). La conclusionedell'indagine conoscitiva è previstaentro la fine del mese di luglio 2010.In retewww.radioradicale.it/scheda/223187servizi sociali di sostegno, compresa l’assistenzapersonale necessaria per consentire lorodi vivere nella società e di inserirvisi e impedireche siano isolate o vittime di segregazione”- l’estensione, nel campo dell’assistenzaai disabili non autosufficienti, anche a personenon legate da vincoli di parentela con ildisabile assistito di benefici lavorativi / previdenziali,già previsti per i familiari, andrebbeinfatti a normare una rete assistenziale giàprestata ai disabili non autosufficienti inmolti casi da questa ulteriore categoria di personee che può, proprio in virtù di tale regolamentazione,incrementarsi di molto. Il riconoscimentodi benefici di carattere lavorativo/previdenzialeanche a tali persone, avverrebbesulla base di una serie di requisiti, cheovviamente prescindendo da legami parentalioggettivi, sarebbero per forza di cosa più focalizzatiad accertare la congruità dell’assistenzaprestata al disabile non autosufficiente,tipo la convivenza continuativa per un certonumero di anni continuativi da determinarsicon il disabile; - il focalizzare l’attenzionedel legislatore direttamente sulla qualitàdell’assistenza prestata al disabile non autosufficienteè od, almeno, dovrebbe essere loscopo precipuo di tutta la normativa sull’assistenzaai disabili; - l’estensione nel campodell’assistenza ai disabili non autosufficienti,anche a persone non legate da vincoli di parentelacon il disabile assistito, inoltre contribuirebbead alleviare la drammaticità per igenitori, del disabile non autosufficiente delleproblematiche connesse al futuro dellostesso disabile dopo la loro scomparsa, problematica,meglio nota come “dopo di noi”,le cui proposte di legge, che ineluttabilmentecondizionano i sostegni economici per assistenzae di cura alle compatibilità di spesa,sarebbero beneficiate da tale estensione, checonsentirebbe di incrementare i destinataridelle stesse. Impegna il Governo a prendereidonei provvedimenti volti all’estensione,nel campo dell’assistenza ai disabili non autosufficienti,dei benefici lavorativi / previdenzialigià previsti per i familiari, anche apersone non legate da vincoli di parentelacon il disabile assistito, anche sulla base diparametri connessi con la qualità dell’assistenzaprestata.".


L’INTERVISTA IN AGENDAL’INTERVISTAEmidio Clementi“Anche quando losforzo della politica odi alcuni politici èencomiabile neltentare di avvicinarsialla vita, alla fine tendead arrivarci sempre conritardo. Hol’impressione siaun’incapacitàstrutturale.”Ipazia, martire laicacontro il fondamentalismoGianfranco CerconeBenedetto Croce, come si ricorda spesso, riteneva chela Storia fosse sempre storia contemporanea. E cioè:chi scrive di Storia è necessariamente dominato daiproblemi e dal modo di pensare del suo tempo. Èun’osservazione che vale certamente anche per i filmstorici, tanto più che a loro abitualmente non si richiedeun rispetto rigoroso della verità; e tra invenzioni romanzescheche colmano le lacune dei documenti e licenzepoetiche, si possono infiltrare nel racconto conparticolare evidenza aspetti della realtà dei nostri giorni.“Agorà”, dello spagnolo Alejandro Amenabar, è unfilm storico, che racconta la tragica vicenda della filosofae scienziata del IV secolo dopo Cristo, Ipazia, diAlessandria d’Egitto. Tragica perché come è noto – anzi,in effetti, come è poco noto, dal momento che lassIvdmlspmvpcsncsizstr16A Massimo Volume tra precarLa provincia e il centro urbano, il linguaggio come codice del reale,i politici veri e quelli incapaci: questo il racconto attraverso gli occhie la scrittura di un autore ecletticoAndrea BergaminiAlla fine degli anni Ottanta la scenarock italiana saluta l’emergere delgruppo musicale dei Massimo Volumecome un evento. Sono anni in cui latendenza a semplificare, anche in campomusicale, si sta consolidando e da subitocolpisce la forza innovativa di un gruppoitaliano che invece torna a mescolare rock eletteratura. Il leader del gruppo e cantantereaderè Emidio Clementi. Intelligente, congusti intellettuali felicemente disordinati,ex cultore di Mircea Eliade, Clementi sa chel’arte (la musica, la scrittura) è un lavoro serioe faticoso e a partire da metà degli anniOttanta all’attività di musicista affiancaquella più appartata di scrittore con risultatimaturi e intensi. Si ricordano “La nottedel Pratello” (Fazi, 2001), “L’ultimo Dio”(Fazi, 2004) e “Matilde e i suoi tre padri”(Rizzoli, 2009). Con lui ragioniamo diprovincia, linguaggio, scrittura e libertà.Le ultime elezioni regionali ci hanno inaspettatamentedescritto una forte divaricazione,almeno in termine di scelte politiche,tra provincia e centro urbano di riferimento.Tu, in particolare nei tuoi libri,oltre che nei testi delle canzoni deiMassimo Volume, ha raccontato la “tua”provincia che spesso coincide con l’infanziae l’adolescenza. Che luoghi sonooggi la città e la provincia nella tua visioneed esperienza?Innanzitutto lasciami dire che tradizionalmentee storicamente si guarda alla provinciacome a un luogo retrivo, separato dallacittà, invece per me la provincia italiana hadato moltissimo a questo paese. In particolaresul piano culturale. E non parlo solo diprovinciali che poi praticano la cultura neicentri urbani, ma di veri movimenti, diproposte che si sono formate nelle periferiedel nostro paese. Tra l’altro l’Italia, diversamentedalla Francia, non è centrata sullasola e unica capitale, ma vive proprio dell’esperienzadi più centri e quindi anchedelle sue province, che danno un contributomolto più nobile e interessante di quelloche normalmente accade in paesi come laFrancia.Alcuni hanno parlato di un fenomenoquasi americano, con le province saldamentein mano ai conservatori e i centriurbani espressione del progressismo politicoe culturale.Non direi. I dati infatti ci dicono che ampiezone della provincia italiana, magari ancheper tradizione, continuano a essere legateai partiti più progressisti. <strong>Per</strong> esempio, lemie Marche.Sul piano culturale ci possono essere delleChi èEmidioClementiCantante,musicista escrittoreitaliano. Nel1980, aBologna,fonda iMassimoVolume. Apartire dal1997,parallelamenteall'attività dimusicista,affiancaquella discrittore,pubblicandovari romanzi.Inoltre i suoilavorieditoriali sisono spessoevoluti in verie proprireadingportati in giroper tuttal'ItaliaIo, radicale distrada, santo ateoe sbattezzatodifferenze, ma di grado. In provincia certicomportamenti, forse, sono maggiormentecensurati perché la comunità è più piccola,ma non ho mai l’impressione che aconfrontarsi nel rapporto tra città e provinciaci siano davvero due concezioni delmondo diverse se non opposte.Spesso l’appartenenza è legata al linguaggio.Tu hai l’impressione di parlareuna lingua comune o una lingua dellasolitudine, dell’anomalia?Domanda difficile. Sì, comunque ho l’impressionedi parlare una lingua comune,che non è propriamente tale, nel senso cheè comprensibile soprattutto nel mio ambiente.Quando infatti mi rapporto al cosiddetto“mondo di fuori” trovo maggioridifficoltà. E’ una difficoltà che riguarda tecnicamentele espressioni che normalmenteuso e che ovviamente esprimono un’ideadel mondo, dei rapporti, degli individui. ASATELLITE HOTBIRDSEVERINO MINGRONI*s.mingroni@agendacoscioni.itprattutto da certe persone e, infine, nonvorrei assolutamente morire dopo miamadre con questa disabilità gravissimache mi ritrovo. Ecco anche il mio nuovosogno, di nuovo tra virgolette:"Mi sveglio una mattina e, con grandestupore mio e di mia madre, mi accorgoche posso muovere ogni muscolo comeprima della mia devastante LIS. Scendodal letto e mi specchio: Dio, ora finalmentemi riconosco! Allora esco e vadonella vicina trattoria paesana per fare unaimmensa e infinita mangiata pantagruelicadi leccornie locali. Subito dopo, facciotanto ma tanto sesso: non so con qualedonna scoperò in modo ricreativo, maso che sarà molto fortunata e felice, perchèho più di 14 anni di astinenza sessualeda dimenticare! Una volta appagati imiei istinti naturali, vedo e sento <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>, gli altri disabili morti e mio padredefunto che mi dicono: adesso va atrovare gli altri disabili viventi -gravissi-volte questo ingenera in me un senso diestraneità o di assenza di comprensione.Questo si verifica anche quando c’è un saltogenerazionale e non solo di ambiente.Spesso mi accorgo che per le generazionipiù giovani alcuni aspetti del mio linguaggionon sono più comprensibili.Come descriveresti il tuo linguaggio, anchein termini di concezione del mondo?Non c’è dubbio che il mio linguaggio si siamodificato nel passaggio dalla provinciamarchigiana a Bologna e si sia consolidatofrequentando un ambiente che altrove vienedescritto come “alternativo” (espressioneche non amo), ma che io descriverei come“marginal-culturale”.Che caratteristiche ha? Quali sono i valoridi riferimento di questo ambiente?Mi viene da dire che è un ambiente che si èSono troppo disabile e così, fino aqualche tempo fa, facevo spessoquesto sogno ad occhi aperti: "Il 22ottobre 1995, al pronto soccorsodell'ospedale civile del mio paese -Casoli, in provincia di Chieti-, i medicicapirono subito che il mio frequentevomito non dipendeva affattoda una semplice e banale indigestione,bensì da una ischemia cerebrale!Ben presto, grazie ad un esameecodoppler, capirono il perchè ditale ischemia: una trombosi alla arteriabasilare destra. Di conseguenza,mi inviarono subito in aereo,dall'aeroporto di Pescara, all'ospedaledi Brescia, l'unico che, nel 1995,effettuasse la trombolisi in Italia;l'intervento andò benissimo, perchèi danni furono limitati di molto,poichè rimasi solo paraplegico".Quindi, conobbi bene lo stesso il radicale<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> e gli altri Radicali,alla faccia dei nostri media, RAI-SET in testa.Ora non faccio più quel sogno, mauno ancora più fantastico, inverosimilee irrealizzabile, sempre ad occhiaperti, perchè accetto ogni giornodi meno la mia devastante LIS, diessere così dipendente dagli altri, somi,gravi e meno gravi-, poichè li guariraicome se fossi un Santo; in più,ogni tanto, ti daremo dei numeri vincentiper il gioco del lotto, che tu renderaipubblici per la gioia di tutta lagente; così, da un punto di vista mediatico,sarai assai più famoso di PdL,Lega Nord, UDC, Pd e IdV messi insieme,compreso il super mediatico SilvioBerlusconi. Di conseguenza, dabuon Radicale di strada quale tu sei,farai conoscere davvero le idee dei Radicaliagli Italiani, e il nostro Paese saràfinalmente normale perchè, adesempio: non avremo più leggi illiberalie oscurantiste tipo la legge 40 chesarà abolita; quindi avremo una leggeliberale e non clericale sulla eutanasiae sul testamento biologico; la Ru486potrà essere somministrata in day hospitalsenza più anatemi governativi;la cosiddetta pillola del giorno doposarà distribuita senza ricetta medica; ilsesso a pagamento, tra adulti e consenzienti,sarà legalizzato al pari delmatrimonio tra gay e lesbiche; l'etàdella pensione sarà razionalmente elevata;avremo ammortizzatori socialiper tutti e una vera riforma della Giustizia.E altro ancora".Lo so: è solo un bellissimo sogno purtroppo,ma lasciatemi almeno fantasticare,perchè non mi resta altro!*Severino è locked-in e Consigliere generaledell’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>fondato sulla precarietà come scelta di libertà.Sapevamo a cosa andavamo incontrato,perché eravamo consapevoli chel’Italia non era un paese di welfare universale.Non ci aspettavamo perciò la certezzadi un sussidio di routine. Facemmo quellascelta per il bisogno di esprimerci, sullascorta anche di alcune critiche al mondoculturale e artistico ufficiale.La precarietà come base di libertà è unvalore che praticate solo nel vostro ambienteo che avverti come vivo anche, peresempio, nelle nuove generazioni?Nel mio ambiente è qualcosa che avvertoancora come vivo, vitale. Quando capitadi incontrarsi con le persone che appartengonoa una sorta di “scena” letteraria emusicale che è anche la mia, mi rendoconto che è proprio questa scelta di vita atenerci uniti, più che un’omogeneità dipoetiche o di canoni espressivi.


on line www.agendacoscioni.it - www.radioradicale.it/rubrica/885sua storia non si studia a scuola, e non mi risulta chesiano stati fatti in precedenza film su di lei – insommaIpazia è stata trucidata dai cristiani, su istigazione delvescovo Cirillo (che fu fatto santo). Ipazia era figlia deldirettore della celebre biblioteca di Alessandria; di famigliapagana; dedita all’insegnamento e alla ricerca filosoficae astronomica. <strong>Per</strong> la sua laicità, si ritrovò bersagliodella persecuzione dei cristiani; e una loro settaparticolarmente fanatica, i parabolani, la fece letteralmentea pezzi. <strong>Per</strong>chè l’autore del film, Amenabar, havoluto raccontarci la sua storia? In primo luogo, certo,per un lodevole intento divulgativo. Intento tutt’altroche stravagante, dal momento che i problemi del presenteche echeggiano in questa storia del passato sononumerosi. Il più evidente fra tutti: il conflitto tra la ricercascientifica, e i dogmi religiosi, patrocinati e impostidalle autorità ecclesiastiche. (Nel film Ipazia vieneimmaginata scoprire argomenti a sostegno della concezioneeliocentrica dell’universo. Teoria che, sappiamo,sarà oggetto della violenta censura della Chiesa in effettiparecchi secolo dopo, con Galileo Galilei.) E poi ci siritrova il tema dei diritti e dell’indipendenza delle donne.Ipazia, anche se nella città di Alessandria non avevaalcuna carica politica, perché le donne non potevanoaverne, non rinunciava a dire la sua sulle vicende pubbliche;stimata per la sua saggezza, era consultata nelleriunioni istituzionali. E per non tradire la propria vocazionefilosofica e scientifica, non si sposò, malgradoavesse ottimi pretendenti. (<strong>Per</strong>ché un marito le avrebbechiesto di rinunciare alla sua professione.) Tutte ragioniche fomentarono l’odio dei cristiani contro di lei. Dellaquestione femminile, nel film viene evidenziata l’attualitàattraverso il modo con cui viene realizzato il martiriodi Ipazia: non attraverso lo smembramento del corpo,come raccontano gli storici, ma attraverso la lapidazione:che per uno spettatore di oggi è una chiara allusionea certi paesi islamici. C’è poi nel film un altro richiamoal presente, forse più sottile. Il prefetto di Alessandria –dunque, l’autorità laica della città – nato ed istruito comepagano, si converte al Cristianesimo, probabilmente perragioni di opportunità politica. Quando nella cittàscoppiano le sommosse dei cristiani – che, fra l’altro,saccheggiano la biblioteca di Alessandria, organizzanoun linciaggio contro gli ebrei e altre aggressioni controLocandina del film Agorài pagani – Ipazia, che non vuole che si risponda all’intolleranzacon l’intolleranza, come pure accade,consiglia però il prefetto di far rispettare la legge, edunque di arrestare i responsabili delle violenze.Ma il prefetto, che cerca una conciliazione con i cristiani,non le dà ascolto. E come si conclude il suopercorso? Di cedimento in cedimento, si ritrova aprosternarsi in ginocchio davanti al vescovo di Cirene,Sinesio: formalmente come atto di sottomissionea Cristo, ma in effetti sottomettendosi alla Chiesacattolica. Così il vescovo Cirillo conquista il poteread Alessandria; e la sua vittoria viene sancita dalmartirio di Ipazia. Cosa ha voluto dirci con questoAmenabar? Che con il fondamentalismo religiosonon si devono fare compromessi. <strong>Per</strong>ché, tentandodi ammansire il mostro, si finisce per esserne sbranati.Insomma, “Agorà” vale allo stesso tempo comelezione di Storia e come monito per il presente. E sei personaggi e i fondali storici restano a volte schematici,non sempre prendono vita, è perché valgonosoprattutto come esempi, come punti di appoggio,di una perorazione seria e appassionata.17cariato e libertàRitieni che oggi questa scelta sia ancora rispettataall’esterno o hai l’impressione che sia unascelta considerata inutile o addirittura futile?Credo che sia ancora rispettata.In che cosa la lingua della politica ti sembra efficaceo fallimentare nel raccontare le vite dellepersone?Io sono portato più a parlare del fallimento, perchého l’impressione che anche quando lo sforzodella politica o di alcuni politici è encomiabile neltentare di avvicinarsi alla vita, alla fine tende ad arrivarcisempre con ritardo. E’ come se non riuscissemai ad afferrare il reale nel momento in cui accade,si consuma. A volte ho l’impressione siaun’incapacità strutturale.Non hai mai avuto l’impressione che ci fosse unpolitico nazionale o mondiale che invece avessequesta capacità di cogliere il presente?Forse in questo momento Vendola, nonostante lasua vanità che mi indispone, sembra avere questacapacità. Che io collego anche alla capacità di essereuna persona, con l’impegno all’ascolto, lo sforzodi lettura della realtà, la presenza di convinzioni esentimenti. A lui aggiungo Obama, che ovviamentericevo in forma più mediata. Obama è un politicoche non riesco a considerare come tale, e che invecenaturalmente tendo a considerare in primaistanza come una persona. E’ solo in momentosuccessivo che penso al ruolo che ricopre. E’ un uomocon cui mi piacerebbe parlare, con cui mi piacerebbeandar a cena insieme. Invece fatico con ilresto dei politici a immaginare di avere un rapportopersonale, perché mi sembrano tiranneggiatiproprio dal loro ruolo, dalla loro funzione. Conloro la persona sembra arrivare sempre dopo.Come descriveresti la libertà?Posso risponderti immaginando di essere sul lettinodello psicanalista. <strong>Per</strong> me la libertà è la facilitàdi parola. Quando scovo tre frasi belle di fila, chefunzionano, e due strofe in una canzone, io avvertouno straordinario senso di libertà. Probabilmenteperché incarna una capacità di espressioneche faccio coincidere con la libertà e che a volte miè negata.Qual è la più grande minaccia alla tua ideadi libertà?E’ appunto il non riuscire a esprimermi con lacompiutezza che ricerco. A volte mi capita nellascrittura di avere un’idea, e in quel momentoprovo un forte senso di libertà, che però vienefrustrata non appena mi accorgo che la modalitàper esprimerla non è quella più consona.Dentro di te sai come dovrebbe essere, eppurenon riesci a realizzarla. E questo lo vivoproprio come un’aggressione alla mia libertà.Pensi che la libertà, così come è tradizionalmenteconcepita, sappia difendere anche glianomali? O necessariamente non può contemplarli?Se nel rispondere a questa tua domanda possoprendere in considerazione i secoli passati,mi verrebbe da dire di sì. Nel senso che untempo gli “anomali” venivano espulsi o eliminatidalla società. La loro libertà non eraminimamente contemplata. Pur considerandotutti i limiti, posso dire di sentirmi protettodalle cosiddette democrazie-liberali distampo occidentale.Che idea ti sei fatto del rapporto della societàitaliana con la conoscenza e la scienza?Secondo me, per quanto avvilita, la conoscenzae la scienza hanno ancora un loro peso difascinazione. Come ce l’ha scrittura, la parola,anche se ho maturato dei forti dubbi sulla capacitàdi questa parola di incidere sulla realtà.A volte ho l’impressione che si potrebbero scriveredei testi con brani del “Mein Kampf” diHitler e questo susciterebbe l’indignazione unpo’ da erudita di un paio di persone. Non susciterebbeemozione tra i più.Quindi al di là della scrittura ritieni che cisia rispetto per il sapere …Sì, credo di sì. Secondo me verso i detentoridel sapere continua a esserci anche un timorereverenziale e ogni forma di disprezzo del sapereassomiglia più alla frustrazione di chinon ce l’ha e lo invidia con forme di rancorepiù o meno celate.ElenaStancanelliErrata CorrigeNello scorsonumero diAgenda Cosiconinell'articolo daltitolo: "La libertàerosa dallapaura, intervistaad ElenaStancanelli" - diAndreaBergamini la fotopubblicata noncoincide conquello dellascrittrice ElenaStancanelli. Ciscusiamo perl'errore.


www.lucacoscioni.itAGORÀ DIGITALEA cura di:www.agoradigitale.org/password1 2Le “pagine digitali”di PasswordQueste pagine sono il frutto del lavoro diattivisti di Agorà Digitale, l'associazioneper la libertà della rete che ogni mese cerca diaprire uno spazio di riflessione su web e nuovetecnologie. Password è anche il nome di unprogetto editoriale sulle libertà digitali, prestoautonomo. Tutti i contenuti che trovate quisono tratti dal wiki dell'associazione chetrovate all'indirizzo www.agoradigitale.org/wikia cui chiunque può contribuire o anche soloconsultare.www.agendacoscioni.itNel prossimo numerodi Agenda <strong>Coscioni</strong>Password cerca di contribuire ad unecosistema di informazioni sul tema dellelibertà digitali, esperimento di comunciazione incui i contenuti vengono immersi in arte,comunicazione innovativa, tecnologie digitali. Nelprossimo numero affronteremo un altro gigantedella rete, Facebook, che ha permesso a moltepersone di avvicinarsi al web in modo facile, cheha rivoluzionato il mondo delle interazioni socialiin Rete ma che sempre più dubbi pone sul temadella privacy.18Apple è unadelle aziendepiù innovativee “friendly” maanche discussedella rete.Protagonistanello sviluppodelle primeinterfaccegrafiche neglianni 80,tornaprotagonistanel nuovomillennio,introducendostrumenti chehannorivoluzionatosocietà emondodigitale (conqualchechiusura ditroppo).Dall'iPod,a iTunes,dall'iPhoneall'iPad uscitoda pochi giorniin Italia.La società americana progetta e produce elettronicadi consumo, software e personal computerwww.apple.com/itLe innovazioni tecnologiche procurano più problemiche soluzioni? Il problema esiste, ma le soluzionipossibili sono diverse: per Jobs (Apple) è la censurae il filtro preventivo, per Obama l'educazione.www.lucanicotra.org/jobs-vs-barack<strong>Per</strong> saperne di più:http://it.wikipedia.org/wiki/Interfaccia_graficaIl video della presentazione ufficiale:http://www.apple.com/it/ipad/features/keynote.html


on line www.agoradigitale.org - www.agendacoscioni.itit.wikipedia.org/wiki/ITunes3Accesso 24/7 alleuniversità del mondoAl momento sono più di 600 leuniversità che hanno un proprio sito(gratuito, personalizzabile) attivo su "iTunesU" (sezione di iTune Store). Di queste, circala metà (fra cui Stanford, Yale, il MIT, Oxforde la UC Berkeley) distribuiscono i proprimateriali pubblicamente e gratuitamente suiTunes Store (slideshow, PDF, film, mostree audiolibri). Nella sezione Beyond Campusdi iTunes U, studenti e docenti hannoaccesso a molti dei contenuti degli enti piùrinomati, tra cui MoMA, New York PublicLibrary, Chateau de Versailles e Tate. Ma leadesioni aumentano.www.apple.com/education4Innovazioni perl’apprendimentoUn qualsiasi istituto puòriservare l´accesso aicontenuti iTunes U aimembri della propriacomunità didattica (accessointerno) e/o di condividerlicon il mondo intero tramiteiTunes Store (accessopubblico). Con un sitoiTunes U interno, l'accessodegli utenti è controllato eprotetto tramite password.Un sito iTunes U pubblico(come quelli creati da Yale,Stanford, UC Berkeley,Oxford, Cambridge, MIT edemittenti quali PBS)distribuisce il materialegratuitamente su iTunes U.Tutti i contenuti digitalicreati potranno esserescaricati e visualizzati suqualsiasi Mac, PC, iPod,iPhone, iPad e dispositivisimili.www.apple.com/it/accessibility5Accessibilitàper tutti<strong>Per</strong> gli ipovedenti, iTunes U è compatibilecon VoiceOver, l'applicazione screenreader del Mac, e con altri screen readercompatibili sui PC. iTunes U consente inoltrel'apprendimento con iPod e iPhone, cheoffrono funzionalità volte ad aiutare gli studentiipovedenti a trovare le informazioni necessarie(usando VoiceOver sull'iPhone e sull'iPod touche il feedback vocale sull'iPod nano e sull'iPodshuffle). E per coloro con esigenze fisiche emotorie particolari, iTunes U consente diportare la scuola da loro, per impararesecondo il loro ritmo e in un ambiente piùconfortevole.19LA MELA MORSICATAControculturaLa Apple nasce a metà dei mitici anni'70 a Cupertino, in California, daun'idea di Steve Wozniak e Steve Jobs(aggiungendosi poi Ronald Wayne). Aparte l'interesse per la tecnologia up-todate,l'impeto e il successo sembra siadovuto allo spirito di controcultura dellaWest Coast degli anni 60/70 (TheodoreRoszak, 1986). Storia e Attualità dellaMela Morsicata.I cambiamentidell’interfacciagraficaNegli '80 Apple lanciaMacintosh, con unaavanzata GUI (interfacciagrafica), che rese poi famosoil marchio come desktoppublishing di riferimento.Macintosh si confronta con ilprimo pc IBM con il sistemaoperativo della Microsoft diBill Gates che, pur inferiorecome prestazioni, grazie allapotenza commerciale IBMconquista presto ampie fettedi mercato. Durante unavisita di Bill Gates aCupertino, Jobs gli mostraun'anteprima della GUI delMac e nel 1985 Microsoftpresenta Microsoft Windowsper sistemi IBM con una GUImolto simile a quella dellaApple. Sebbene la GUI diApple fosse notevolmentemigliore di quella dellaMicrosoft, questa eraavvantaggiata sul fronte deiprezzi: molte aziendeavevano copiato il pc IBMrealizzando versionicompatibili dal costoinferiore all'originale.Musica online,senzaprotezioniApple rivoluzional'industriamusicale vendendomusica su Internet.iTunes Music Store: unacanzone a 0,99 euro eun album a 9,99 euro.La musica può essereanche masterizzata. Nel2003 sono 2 milioni ibrani acquistati in 16giorni, risultatospettacolareconsiderando che sologli utenti Macintosh inUsa potevanoacquistare i brani.Successivamente iTunesconsente anche agliutenti PC-Windows lastessa possibilità. Dal2004 il negozio èaccessibile pressoché datutto il mondo, nonlimitandosi alla solamusica. Ma la un passodecisivo per le libertàdigitali arriva nel 2009quando iTunes eliminadai file scaricati tramiteiTunes ogni sistema diprotezione (DRM).L’addio e ilritorno diSteve Jobs<strong>Per</strong> motivi interni, Jobsabbandona la societànell'85 e fonda la NeXTComputer, la cui piattaformacontribuirà alla nascitapresso il Cern di Ginevra delprimo World Wide Web. Verso la metà degli anni '90, Jobsriuscì a convincere il consiglio di amministrazione di Apple,in crisi di vendite e di idee, ad acquistare la NeXT Computere ad utilizzare NEXTSTEP (il sistema operativo sviluppatoda NeXT) come base per il futuro sistema operativo MacOS. Jobs divenne il nuovo CEO e promosse lo sviluppo diiMac, il modella che salva Apple dalla crisi finanziaria.La quarta rivoluzioneArriva L’iPodNel 2001 Apple presenta l'iPod,lettore musicale portatile congrande capacità di memoria. L'iPodvia via sempre più piccolo e potente,permette riprodurre video e navigaresul web via wi-fi. Compatibile conWindows, raggiunge i 60 GB, conmigliaia di accessori incluso ilcollegamento allo stereo di casa oall'autoradio dell'auto.Il mondo dell'editoria è in subbuglio per l'iPad, attorno alquale cominciano a svilupparsi grandi aspettative sul rilanciodell'editoria digitale. Annunciato da molti come il primo e-bookreader di terza generazione, dopo che da molti anni, produttorihardware di tutto il mondo cercano di introdurre strumentidigitali che creino un'esperienza di lettura simile a quella dellibro. Dopo il passaggio dall'oralità alla scrittura, dal rotolo allibro impaginato, dal manoscritto al libro a stampa, sarà l'iPad agovernare la quarta rivoluzione nel mondo dei libri?IPhone, iPad e censuraApple ultimamente fa parlare di sè nonsolo per le sue innovazioni. Sottoattacco la politica in odore di censuraapplicata dal gigante americano nel suoApple Store, il servizio che permette diinstallare applicazioni su iPhone, iPodTouch e iPad, ma solo se autorizzate. Dopole segnalazioni di dizionari ripuliti di vociscomode, dopo la battaglia avviata da SteveJobs in persona le applicazioni a sfondoerotico o pornografiche, ha fatto il giro delmondo il rifiuto dell'applicazione di MarkFiore, disegnatore americano, fresco dipremio Pulitzer, con la motivazioneufficiale che nell'App Store di Apple "nonsono permesse applicazioni che mettonoin ridicolo personaggi pubblici". L'alba diuna morale targata Apple?


CONGRESSO MONDIALESecondo Incontrodel CongressoMondialeIn estate saranno pronti gli attidel secondo incontro del CongressoMondiale per la libertàdi ricerca scientifica tenuto al Parlamentoeuropeo di Bruxelles dal 5al 7 marzo 2009. Gli atti sarannodisponibili in italiano e inglese everranno inviati a personalità delmondo della scienza e della politica,giornalisti, medici, presidenti diaccademie scientifiche oltre che aiscritti e contribuenti nazionali e internazionalie molti altri. Lo scoponon è solo presentare i risultatidell'incontro, ma anche invitaretutti a partecipare a questa sortadi "congresso permanente" per lalibertà di ricerca, contro ogni dogmatismoe oscurantismo. Le propostee i suggerimenti che giungerannosaranno tenuti nella massimaconsiderazione per l'organizzazionedel prossimo appuntamento.Come scrivono nell’introduzioneagli atti Marco Cappato e CarmenSorrentino: “Al lettore affidiamol'invito a diffondere la conoscenzadi questo lavoro, tanto modestonei mezzi impiegati e nelle risorsea disposizione, quanto ambiziosonei temi trattati e negli obiettivi fissati”.<strong>Per</strong> maggiori informazioni sulCongresso Mondiale:www.freedomofresearch.org20Neuroscienze/1Emotiva e razionale:la morale è servitaDalla filosofia alla neuroetica.Il ruolo della razionalità e delle emozioninelle nostre decisioni etiche attraversotre esperimenti...Piergiorgio StrataLa neuroetica sta diventando un argomentoimportantissimo nel campo dellaneuroscienza. Presenterò alcuni concetti sullaquestione. Quando si parla di etica usiamoesclusivamente la razionalità, o anche dellecomponenti non razionali? Possiamo dissociarli?Nell'ultimo anno c'è stato un aumento crescentedelle conoscenze su questo argomento grazie allosviluppo di nuove tecnologie che attraverso metodinon invasivi riescono ad analizzare il cervelloumano nel momento in cui la persona stadecidendo o pensando. I risultati ottenuti sonoimportanti anche in altri settori, come in quello cheanalizza come sono prese le decisioni, ad esempioquella di acquistare una macchina o un profumo.Questo campo appartiene alla neuro-economia. Ifilosofi hanno sempre dibattuto per stabilire se leemozioni guidano le nostre decisioni o se l'eticadebba essere guidata dalla razionalità. Chi haragione, chi ha torto? Nella parte dorsale del cervelloc'è una zona che si occupa prevalentemente dirazionalità. Mentre nella parte ventrale, sotto l'areadella razionalità, abbiamo la parte emotiva, che èattiva quando siamo felici, tristi o preoccupati. Unaparte importante di questo cervello emotivo è unazona che si chiama “insula”. Vorrei spiegarvi il ruolodella razionalità e delle emozioni nelle nostredecisioni etiche attraverso tre esperimenti. Primoesperimento: immaginate una macchina chepercorre una strada lungo la quale si trovano cinquepersone che lavorano. Spingendo un bottone, avetela possibilità di deviare il percorso della macchina dadestra a sinistra in modo tale che invece che colpire euccidere cinque persone, ne colpisca solo una, che sitrova sulla sinistra. Ho provato questo vecchiodilemma filosofico con i miei studenti per moltianni e ho chiesto loro se fosse etico schiacciare ilbottone e salvare quattro persone, invece che una.Dall'80% al 90% rispondono, in linea con laletteratura, che questa scelta sarebbe etica. Nelsecondo caso la stessa macchina passa sotto unponte e sta per uccidere cinque persone. Avete peròla possibilità di spingere una persona sui binari cosìda fermare la macchina e salvare le cinque persone.In questo caso il 10-20% degli studenti ritiene che ladecisione non sia etica. Questo vecchio dilemmafilosofico è stato recentemente proposto a personementre il loro cervello era sotto osservazione e irisultati dell'esperimento sono stati pubblicati suScience nel 2001 da Green e altri collaboratori.Questo paper dimostra che il primo quesito attivasolo la sfera razionale, il secondo determina anchel'attivazione della sfera emotiva dell'insula. Larazionalità non può essere dunque il solo criterio diPiergiorgioStrataProfessoreOrdinario diNeurofisiologiaall’Universitàdegli Studi diTorino. ÈPresidentedell’IstitutoNazionale diNeuroscienze.Co-presidentedell’<strong>Associazione</strong><strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>giudizio, ma nell'etica è coinvolta la sfera emotiva.In base ad un articolo apparso su Nature, le personecon una lesione nell'insula sono più portate adaccettare di spingere qualcuno sotto un'auto perevitare un disastro maggiore, a dimostrazione delfatto che la razionalità svolge un ruolo maggiorequando ci sono meno emozioni. Secondoesperimento: un fratello e una sorella non hannomai avuto esperienze sessuali e decidono un giornodi fare sesso con tutte le precauzioni e senzaconseguenze. Quasi tutti diranno che ilcomportamento è inaccettabile dal punto di vistaetico ma nessuno saprà spiegarne il perché. Unintervistato al quale è stato ripetutamente chiesto didare una spiegazione razionale alla sua risposta si èlimitato a dire: “Non so perché é sbagliato, ma lo è”.Si tratta di una reazione puramente emotiva.Terzo esperimento: illustrerò il giocodell'ultimatum. Chiedo a Marco di condividere conKathinka parte dei 100 euro che gli ho dato.Entrambi sanno che il gioco si svolge una volta sola.Marco può decidere quanto dare a Kathinka, ma selei rifiuta l'offerta, entrambi perderanno tutti i soldi.Se Marco decide di darle 50 euro, non ci sarà unrifiuto in quanto si tratta di una divisione adeguata,così come accade se Marco offre 40 o 30 euro.Tuttavia, nel caso in cui l'offerta sia inferiore, lamaggior parte delle persone come Kathinkarifiuteranno e nessuno otterrà il denaro. Se siosserva il cervello del destinatario dell'offerta èinteressante notare che quando Marco offre 10euro, Kathinka, sebbene non dica nulla, ècontrariata e c'é attivazione dei centri.Razionalmente parlando, Kathinka avrebbe dovutoaccettare qualsiasi cifra, ma sono le emozioni aguidare le sue decisioni in questo caso. Questiesperimenti dimostrano che il nostro cervello èportato a punire un comportamento ingiusto,anche a nostre spese. Altri esperimenti di questogenere dimostrano anche che il nostro cervello èportato a promuovere cooperazione ed altruismo, ilvivere insieme in modo equo ed a punire gliatteggiamenti egoistici. Lasciatemi citare uninteressante esperimento pubblicato su Neuron. Sela razionalità e le emozioni sono importanti nellenostre decisioni, come può un giudice in tribunaleessere giusto nel punire le persone? Gli scienziatihanno dunque ancora una volta osservato ilcervello dei giudici al momento di una condanna. Èemerso che quando i giudici devono decidere seuna persona è colpevole o meno, c'è esclusivaattivazione della sfera razionale. Tuttavia, quando sitratta di quantificare la pena, l'insula entra in giocoed emerge la tendenza a moderare la pena. <strong>Per</strong>concludere, le decisioni morali dipendono sia dallarazionalità che dalle emozioni.


on line www.agendacoscioni.it - www.freedomofresearch.orgNeuroscienze/2Neuroscienze?Neuroetica!❝Eric RacineIl mio approccio personale si basasulla convinzione che dobbiamoaffrontare le sfide etiche e sociali inmodo propositivo. Ciò significa chequeste questioni non sonosemplicemente timori. Sono sfide,potenzialmente, ed è nostrocompito trovare soluzioni atte adaffrontarle. Ci piacerebbe nutrireuna visione semplice e idealistica deirapporti tra scienza e società. Miappellerò all’opera di una celebrestudiosa di comunicazione dellascienza, Dorothy Nelkin, perevidenziare come questo non siapossibile. Lei sostiene che “Il modoin cui il pubblico percepisce laricerca e ne interpreta costi e beneficipuò essere influenzato non tanto daiparticolari delle prove scientifichequanto dai messaggi mediatici.”Piuttosto preoccupante, direi. C’èpoi anche qualcos’altro che nondimentico, ed è il rapporto tral’autonomia e la libertà scientifica,da un lato e, dall’altro, gli obblighietici posti in essere dalla condottadella ricerca.Vorrei spendere alcune parole sullaneuroetica. La neuroeticarappresenta una risposta allarivoluzione della neuroscienza. Laneuroetica è stata definita in varimodi. La definizione che segue èstata proposta dalla collega JudyIlles, insieme a me:“La neuroetica è un nuovo campo postoall’intersezione tra bioetica eneuroscienza, che studia l’etica dellaricerca sulle neuroscienze e le questionietiche che emergono nella trasposizionedella ricerca sulle neuroscienzenell’ambito clinico e pubblico.Nonostante l’animato dibattito che verteattorno alla natura di questo nuovocampo, il fattore più importante a suofavore è l’opportunità di richiamareancor più l’attenzione sullo studio el’integrazione dell’etica delle specialitàmediche (neurologia, psichiatria eneurochirurgia) e dell’etica della ricercacorrelata allo scopo di migliorare la curadei pazienti”.Questa definizione pone l’accentosulla neuroetica in quanto etica dellaricerca sulle neuroscienze e sullequestioni etiche che emergono nellatrasposizione della ricerca sulleneuroscienze negli ambiti clinici epubblici. Conseguentemente, laneuroetica viene considerataun’opportunità per migliorare lostudio e l’integrazione dell’eticadelle specialità mediche al fine di farprogredire le cure per i pazienti.Il mio è un approccio pragmatico e,dal mio punto di vista, la neuroeticasi pone chiaramente degli obiettivipratici. Riconosco comunque,pronunciando queste parole, cheesistono numerosi altri obiettiviperseguiti dalla neuroetica. Essa èvista anche come un'opportunità perpromuovere il dialogo e il pubblicodibattito, nonché come un modoper affrontare alcune annoseesigenze di base dell'assistenzasanitaria per specifiche popolazionidi pazienti neurologici.Penso che la neuroetica e laEricRacineDirettoredell’Unità diRicerca inNeuroetica,pressol’Istituto diricerca clinicadi Montreal.È editoreassociatodella rivistaNeuroeticarivoluzione della neuroscienzamettano in rilievo una serie diresponsabilità etiche di cui ènecessario farsi carico. Devonoessere affrontate dalla comunitàscientifica con il contributo dellealtre parti in causa. Sonoresponsabilità che vanno dallanecessità di garantire l’integrità nelmondo della ricerca a quella diaffrontare in modo propositivo lequestioni etiche generate dallaneuroscienza. La mia ricercadimostra che dobbiamoabbandonare l’idea che i media – enon solo i media, la divulgazionescientifica in generale – siano unsemplice canale di informazione. Seeravamo convinti che gli espertiscientifici potessero trasmettere inmodo semplice e diretto i proprimessaggi ai media, è bene cherivediamo le nostre posizioni. Larealtà, secondo me, è ben piùcomplicata. La comunicazionescientifica deve adottare unapproccio da definire caso per caso,a seconda del tipo di tecnologie e diproblematiche chiamate in causa.Dobbiamo peraltro considerarel’ipotesi di un modello piùdinamico di comunicazionescientifica, in cui gli scienziati sisforzino di partecipare alladiscussione pubblica e al pubblicodialogo per spiegare la logica da cuimuove il loro studio.Alla base di questo modello, cheabbiamo presentato diversi anni fain Nature Reviews Neuroscience sipone l’idea che la scienzarappresenti un modello per ilpubblico dibattito perché al centrodi questo approccio troviamo nonsolo la discussione pubblica, maanche un modello basato su alcuniobblighi minimi nei confronti di unragionevole dibattito pubblico. Intal senso, la scienza può offrire unmodello estremamente interessanteper il discorso pubblico.21KathinkaEversProfessoreassociato,ricercatoresenior pressoil Centro diricerca Etica eBioetica,all’Universitàdi Uppsala,Svezia, dovedirige anchela ricerca e ladidattica inNeuroeticaNeuroscienze/3La personaneuronaleè veramentesveglia!Kathinka EversIl XXI secolo ha visto un rapido sviluppo dellaneuroscienza e la nascita di una nuova disciplinaaccademica: la neuroetica, ossia il tentativo di spiegare unaparte del giudizio morale in termini di neurobiologia. Èbene distinguere anzitutto tra neuroetica fondamentale,ossia la ricerca su come la conoscenza dell’architetturafunzionale del cervello e la sua evoluzione ci possanoaiutare a capire meglio il pensiero e il giudizio morale, ela neuroetica applicata, che affronta le questioni etichesollevate dalle nuove tecniche di neuroimaging, dalmiglioramento cognitivo o dalla neurofarmacologia. Laneuroetica genera tanta speranza quanta apprensione; laconsapevolezza storica è essenziale per determinare lanatura e la ragion d’essere di questa nuova area di ricerca.Obiettivo di questa presentazione è presentare laneuroetica assieme ad un modello dinamico del cervelloe della mente umana su cui essa possa proficuamenteessere costruita. Storicamente, minacce alla libertàscientifica sono venute da forze politiche e religiose. È notoche le scienze della mente per secoli sono state ostacolateda dogmi cattolici, come quello dell’immaterialità dellospirito dell’uomo. Tuttavia, nel corso del XX secolo, leprincipali minacce a questa parte dello sviluppo scientificonon sono venute dal potere religioso, bensì dalla scienzastessa. Quando, dopo molto tempo, alla fine del XIXsecolo, la scienza della mente è stata finalmente libera distudiare il cervello e la mente umana, essa ha sviluppatoperò la psicofobia. Le teorie scientifiche sulla naturaumana e la mente nel XIX e XX secolo si sono a volteimbattute in due principali trappole: quella del“dirottamento” ideologico e quella della psicofobia, nelleforme dell’ingenuo eliminativismo e dell’ingenuocognitivismo. <strong>Per</strong> non cadere in queste trappole laneuroetica deve costruire solide fondamenta filosofiche escientifiche di un materialismo informato che adotti unavisione evolutiva della coscienza come una parteirriducibile della realtà biologica, quale funzioneIn retewww.freedomofresearch.orgsviluppata del cervello e adeguato oggetto di studioscientifico; riconosca che un’adeguata comprensionedell’esperienza soggettiva consapevole deve tener contosia dell’informazione soggettiva, quale risultantedall’auto-riflessione, sia dell’informazione oggettivaottenuta attraverso osservazioni psicologiche eanatomiche e misurazioni; rappresenti il cervello comeorgano, consciamente e inconsciamente,autonomamente attivo, plastico, proiettivo e narrativoche si è evoluto in una simbiosi socio-culturalebiologica;infine consideri l’emozione come garanziadella coscienza. Le emozioni risvegliarono la materia ela resero capace di produrre una mente dinamica,flessibile e aperta. La persona neuronale, così comedelineata dal materialismo informato, è veramentesveglia, nel senso più profondo della parola. La rilevanzadella neuroscienza nello spiegare l’evoluzione delpensiero morale presuppone un modello della mente edel cervello che tenga conto della variabilità, delleemozioni e del pensiero creativo. Secondo ilmaterialismo informato, il cervello è un sistemaselezionale variabile in cui i valori sono incorporaticome costrizioni necessarie. Dal punto di vista biologico,non c’è creatura con un cervello che nasca senza valori;essa è neuro-biologicamente predisposta a svilupparequesti svariati e complessi sistemi valoriali che larendono capace di funzionare nei suoi ambienti fisici enaturali. In questo modello, la propensione naturale ademettere giudizi morali e la capacità di fare scelte moralilibere e responsabili non solo è logica e sensata, ma èbiologicamente inevitabile in individui sani, adulti.Quanto la neuroscienza sia rilevante per l’etica sia da unpunto di vista teoretico che metodologico staemergendo con decisione e rapidità. Secondo la teoriadell’epigenesi neuronale, le strutture socio-culturali eneuronali si sviluppano in simbiosi ed hanno rilevanzacausale reciproca. Infatti, l’architettura dei nostri cervellidetermina il nostro comportamento sociale, incluse lenostre disposizioni morali, che influenzano il tipo disocietà che costruiamo, e, viceversa, le strutture socioculturaliinfluenzano lo sviluppo dei nostri cervelli. Ciòè compatibile con la posizione per cui le norme nonpossono essere logicamente derivate dai fatti se non acosto di cadere nella cosiddetta “fallacia naturalistica”.La principale sfida della neuro-etica fondamentale èdecifrare questa rete di connessioni causali traprospettive neurobiologiche e socio-culturali edeterminare i valori “universali” pre-specificati nelnostro genoma, e condivisi dalla specie umana,distinguendoli da quelli che sono dati da una certacultura o sistema simbolico. La “fallacia” dell’approccionaturalistico si trasforma così in responsabilità.


DAL MONDORegno UnitoStudio sulla sclerosinei gemelliNon c’è nessuna differenza genetica tra due gemelli identiciuno malato di sclerosi multipla e l’altro no, sostiene unostudio pubblicato su Nature. In tutti i casi i gemelli avevano alcunedelle varianti di geni che mettono arischio di sclerosi multipla, ma in unapersona hanno portato alla malattia enell’altra no. Anche “Ci si deve esserestato qualcosa che ha fatto svilupparela malattia in un gemello”, scriveNature. “Forse si tratta di una combinazione di fattori ambientali”. Oforse ai ricercatori sono sfuggite alcune differenze geneticheinsorte durante lo sviluppo in altre parti del corpo, per esempio nelcervello.(fonte Internazionale)Stati UnitiApre il primo istitutodi ricerca sulle cellule staminaliL’università della California Irvine apre il primo istituto di ricercasulle cellule staminali, per far fronte a malattie degenerativemuscolari e Alzheimer. Si tratta della prima struttura delle sette che lostato della California progetta di aprire perla ricerca sulle cellule staminali. Nell’Istitutolavoreranno circa 60 ricercatori chesperimenteranno farmaci che possanostimolare e stabilizzare la crescita dellecellule staminali e che studieranno nuovetecniche di riconversione di cellule epidermiche ad uno statostaminale. In questo modo la California diventa il leader mondialenella ricerca biomedica e sulle cellule staminali.(fonte www.latimes.com)MessicoPillola del giorno dopoper le vittime di violenzaNIl consiglio dei ministri della Suprema Corte di Giustiziadella nazione si è espresso a favore della norma cheobbliga tutti gli ospedali del paese a fornire la pillola del giornodopo alle donne che sono state vittimadi una violenza sessuale. Sei degli 11ministri sostengono l’obbligo disomministrazione del contraccettivo diemergenza previsto dal la NormaUfficiale Messicana non interferisca,come argomentato dal suo governatore, con il Codice Penaledello stato di Jalisco per cui l’aborto è reato. I giudici segnalanoche la norma sia finalizzata solo a risolvere questioni di salute.(fonte www.milenio.com)22Chi èValentinaPiattelliStoricacontemporanea,autrice didiversi libri. <strong>Per</strong>AmnestyInternational hacuratol'edizione dellibro Donne inprima linea -contro leviolazioni deidiritti umani.Nel 1998 hafondato Négiusta Né utile,Comitato perl'abolizionedella levaobbligatoria,militare e civileManifestazione Disabili Day, tenuta a Roma il 25 aprile scorso,organizzata dai malati di sclerosi multipla per chiedere che non vengafermata la sperimentazione di ZamboniSclerosi multipla TERAPIA SPERIMENTALEIl caso della “cura Zamboni”Molti neurologi invitano alla cautela in cerca di ulteriori conferme.In Italia, terminata la sperimentazione, si attende il parere del Consiglio Superiore di SanitàValentina PiattelliNel 2006 il professor PaoloZamboni di Ferrara ipotizzòper la prima voltache i depositi di ferro che si creanoin caso di insufficienza venosapotessero avere un ruolo nellaSclerosi Multipla.È noto cheMolti pazientiriferiscono che lamalattia si è fermatao è regreditaLA BREVEMalati in Canadachiedono la cura ZamboniIn Canada come in Italia: alcunimalati di SM di Toronto hannocreato un gruppo su Facebook,che riunisce pazienti, famiglie eassociazioni per condividereinformazioni, fonti e sostegno“per la straordinaria (“groundbreaking”) ricerca CCSVI e ilsemplice trattamento diangioplastica raccomandato daldottor Zamboni”. In una notala cattiva circolazionevenosapuò portare adaccumuli di unelemento tossicoe capace diindurre infiammazioni,qualeè il ferro: dalle osservazioni su diversipazienti di SM, Zamboniconstatò che in molti casi questofenomeno avviene anche a livellodella circolazione venosa cerebrale.Le irregolarità nella circolazionevenosa osservate in gran partedei pazienti potevano a suo avvisospiegare i depositi di ferro, elementotossico e infiammatorio,che si riscontrano nelle placcheche caratterizzano la SM; la novitàrisiedeva nell'esplorazione dell'emodinamicavenosa anche alivello di cervelloe midollospinale, ambitofino ad allorain gran parteinesplorato.Nel 2008 Zamboni,con lacollaborazione del Dr FabrizioSalvi, neurologo di Bologna, dimostròla presenza di restringimentivenosi nelle vene extracranichedi un gruppo di malati te-comparsa sulla loro paginaFacebook scrivono: “Cosa stannofacendo i neurologi? Benvenuti allaGuerra Fredda!”. “<strong>Per</strong>chè” - sichiedono – “abbiamo questa ridicolastati con ecodoppler e quinditrattati con angioplastica noninvasiva, il cosiddetto “palloncino”,per allargare queste stenosi.I risultati di questi “Trattamentidi Liberazione” (cosìli chiamò) erano eccellenti:nella maggior parte dei pazientila malattia si era fermatao era regredita, e questo anchenelle forme progressive, finoad allora non trattabili. Lanuova patologia venne chiamataInsufficienza Venosa CerebrospinaleCronica, Chroniccerebrospinal venous insufficiency,CCSVI.Nel 2009, quando la TV canadesepresentò la cura Zambonicome “la cura per la SM”, questascoperta non è più rimastaconfinata ai ricercatori ma èarrivata al grande pubblico.situazione in Canada, dove ineurologi bloccano l’accessoalla sperimentazione e alla curaCCSVI, che è un problema diflusso sanguigno che colpisce ilcervello?”.Vengono citati alcuni medici erappresentanti di associazioniper la SM, tra cui il dottor SandyMcDonald della Barrie VascularImaging che su questo è statorecentemente udito dalParlamento canadese.http://www.facebook.com/note.php?note_id=419825289918Sebbene siano stati fatti quae là ulteriori studi per replicarequanto studiato daZamboni, possibilmente suun numero più grande dipazienti, la sua scoperta haincontrato anche scetticismo.La maggior parte deineurologi invita alla cautelae ad aspettare ulteriori conferme,non ritenendo sufficientile 3 o 4 sperimentazionifatte nel mondo suqualche centinaio di paziential massimo (anche se tuttehanno confermato la prevalenzadella CCSVI nei malatidi SM e non negli altri).Molti malati da tutto ilmondo allora hanno cominciatoa rivolgersi direttamentea Zamboni o a Salviper ottenere il “Trattamentodi Liberazione”, ma la sperimentazioneè terminata eulteriori trattamenti in Italiasono stati sospesi ed è statodemandato tutto al ConsiglioSuperiore della Sanità.Ma in tutto il mondo nasconocliniche che propongonola cura Zamboni (in Polonia,Bulgaria, Irlanda, India,Giordania ecc.) per cifre chevariano dai 400 alle migliaiadi euro, con procedure talvoltadiscutibili sul punto divista dell'efficacia e della sicurezza.Qualche mese fa ilKuwait ha annunciato cheCCSVISTORIA DI UN MEDICOCHE INCURIOSISCE IL MONDOIl professor Paolo Zamboni del Sant'Anna diFerrara ha esposto al 62mo Congressodell'Accademia americana di Neurologia ilmetodo da lui scoperto per trattare lasclerosi multipla (insufficienza venosacronica cerebrospinale - CCSVI -, vediarticolo in Agenda <strong>Coscioni</strong> di marzo2010). Illustrando il cosiddetto “metodoitaliano”, Zamboni ha fatto appello acinquemila medici provenienti da tutto ilmondo di “considerare l'usodell'angioplastica almeno in terminicompassionevoli, quando è evidente chei farmaci non funzionano e il pazienteregredisce rapidamente verso ladisabilità”. Il Nord America hadimostrato un grande interesse per lacura. Alcuni gruppi di studiosi importanticome quello di Buffalo (New York) hannocominciato a studiare i dati del metodoZamboni per poterlo realizzare, mentrela stampa scientifica internazionale hariportato l’appello di Zamboni asomministrare la cura a quei pazientiche non possono aspettare (si veda ades. Joanna Frketich in The HamiltonSpectator www.thespec.com/News/Local/article/753784).Nel frattempo il Consiglio superiore diSanità, chiamato in causa dal ministro Faziocirca due mesi fa, non ha ancora emesso ilsuo parere sulla necessità di proseguire conla sperimentazione sulla CCSVI.


on line www.agendacoscioni.it - www.lucacoscioni.it/node/1012322 Aprile, 2010In Turchia via libera allafecondazione in vitroCanadaNo all’aborto nei finanziamentiper i paesi in via di sviluppoFranciaLa vitrificazione degli ovociti dovrebbeammorbidire la legge bioeticaIlpresidente del Comitato per gli Affari Religiosi Aktanafferma che non sia giusto potere decidere il sesso delnascituro nell’ambito della fecondazione assistita. Dopo il “sì”alla procreazione medicalmente assistita, approvata comecura all’infertilità e permessa allecoppie che non riescono ad averefigli naturalmente, è statorimarcato il rifiuto della pratica difecondazione eterologa e di uteri inaffitto. Atkan riporta che ilComitato ha ritenuto inaccettabilela determinazione del sesso del bambino dal momento che laquestione deve essere lasciata al volere di Dio che varispettato.(fonte www.radikal.com.tr)Il Primo ministro del governo federale Harper ha affermatoche per la prima volta il Canada non darà alcun sostegnoeconomico a progetti a favore dell’aborto compresinell’iniziativa dedicata alla sostegnodella salute materna e infantile per ipaesi in via di sviluppo, prevista nelprossimo incontro del G8 di giugnoche si terrà a Huntsville. Il Ministroalla Cooperazione Internazionale BevOda ha affermato che il governo sarà disponibile a finanziare lapianificazione familiare e i metodi contraccettivi, ma nonl’aborto. L’opposizione sostiene che questo sia un modo perriaprire il dibattito sull’aborto ma il governo nega.(fonte www.cbc.ca)La conservazione degli ovociti potrebbe essere un’alternativa validaalla congelazione degli embrioni, soggetta a molte critiche dal puntodi vista etico. Alcuni aspetti hanno accelerato lo studio di questa pratica:la legge italiana che vieta lacrioconservazione degli embrioni e lascoperta da parte di un’équipe giapponesedi un nuovo metodo di congelamentorapido, la vitrificazione. Quest’ultima non èpossibile in Francia dove tutte le modifichea livello di gameti sono considerate come creazione di embrioni a fine diricerca, cosa vietata dal codice di sanità pubblica. Sarebbe necessariomodificare la legge di bioetica, permettendo quindi l’innovazione inmateria di PMA.(fonte www.lemonde.fr)23Strasburgo FECONDAZIONE ASSISTITAL’Europa apreall’eterologaA seguito di una sentenza della Corte europea deidiritti dell’uomo, si apre la possibilità per intentarericorso contro la legge 40/2004 che vieta l’eterologaalle coppie steriliSenza sperimentazionec’è il rischio di replicare il“caso Di Bella”tutti i suoi 6.000 pazienti saranno “liberati”e che i primi trattamenti sono già cominciatiad aprile. Sebbene nel febbraio del 2010la Regione Emilia Romagna avesse annunciatol'inizio imminente di una seconda fasedi sperimentazione in tutta Italia - cheper valutare l'efficacia del trattamento sottoporràin modo casuale metà dei paziential trattamento di liberazione e metà no -nel frattempo, sono nate ovunque associazionie gruppi di malati che cominciano achiedere che questa cura sia garantita a tuttie subito. Le dichiarazione dei malati chehanno ottenuto “la Liberazione” sono suYouTube e vengono viste da migliaia di altri,in un inquietante fenomeno di esaltazione,condito dalle consuete teorie complottistichesulle case farmaceutiche che impediscono“La Cura” e così via.Il rischio è che - come già avvenne con la terapiaDi Bella – la cura Zamboni venga approvataa suon di decreti legge invece checon i consueti meccanismi della verificasperimentale. D'altronde il rischio è ancheche un trattamento comunque non moltocostoso, senza effetti collaterali degni di notae neanche tanto invasivo, venga ritardatoper anni, mentre tante persone continuanoa diventare gravemente invalide o addiritturamuoiono di SM. Questa prospettiva angosciai pazienti, ma anche il professorZamboni, che ad aprile ha rilasciato dichiarazioniin cui chiedeva il trattamento in viacompassionevole almeno di quei malati rapidamenteingravescenti che non hannotempo per aspettare. La scelta del termine“compassionevole” a noi italiani non puònon far venire in mente il decreto legge cheautorizza l'utilizzo “in via compassionevole”di farmaci e trattamenti sperimentalinon ancora approvati dal SSN (DL 8 Maggio2006). E' questa la via che ci indicaZamboni per ottenere in fretta il trattamentonei casi gravi, senza aspettare i tempi necessari,ma pur sempre lunghi, della ricercamedica?In retewww.lucacoscioni.it/node/10123Filomena GalloÈin contrasto con il diritto alrispetto della vita privata efamiliare e con il divieto didiscriminazione l’impossibilitàassoluta di ricorrere allafecondazione assistita eterologa(seme o ovuli che nonappartengono alla coppia maprovengano da donatori esterni).Lo ha stabilito, lo scorso primoaprile, una sentenza della Corte diStrasburgo, che si è espressacontro la legge austriaca che, alpari di quella italiana, impone ildivieto di ricorrere a questatecnica. Ora si attendononumerosi ricorsi giudiziari nonsolo in Europa ma anche in Italia.La sentenza:La Corte europea dei dirittidell’uomo (CEDU) si èpronunciata con sentenza S. H.and others v. Austria su un ricorsopresentato nel 2000 da duecoppie austriache, le quali sierano viste negare l’accesso alletecniche di procreazionemedicalmente assistita a seguitodell’applicazione della relativalegge,Fortpflanzungsmedizingesetz(FMedG), entrata in vigore inAustria nel 1992. I ricorrenti, per iquali la fecondazione in vitro condonazione di sperma o ovuli era l'unica soluzione per poterprocreare, avevano asserito laviolazione di due articoli dellaConvenzione europea dei dirittidell’uomo: l’art 8 e l’art 14. Insintesi il Governo austriacoavrebbe operato unadiscriminazione nei loroconfronti rispetto alle altre coppieche possono ricorrere allafecondazione in vitro (Fivet)senza bisogno dell’ovodonazione.L’esecutivo si è difeso sostenendoche, vietando l’eterologa, si volevadifendere l’esigenza disalvaguardare la certezza nellerelazioni familiari. Su questoGran BretagnaPRIMO SPOT TVPRO ABORTOAlle 22.10 di lunedì 24 maggioChannel 4 è stato trasmessouno spot di 30 secondi a favoredell’aborto, cosa mai successaprima su una televisionebritannica, durante la primapuntata del nuovo show «TheMilion Pound Drop», presentatoda Davina McCall. La campagnapubblicitaria ha subito scatenatola durissima presa di posizionedei gruppi antiabortisti e dellaChiesa, che ne chiedono lamessa al bando all’AdvertisingStandards Authority almeno finoa che un pubblico dibattito nondecida altrimenti. La «MarieStopes International» èun’associazione no-profit chepratica circa 65mila interruzionidi gravidanza l’anno, ricevendooltre 30 milioni di sterline (pari aquasi 35 milioni di euro) dalServizio Sanitario inglese,secondo quanto sostenuto dalquotidiano britannico Daily Mail).Ed è proprio quella dicitura - “noprofit” - ad aver permesso alla«Marie Stopes» di aggirare ildivieto alla trasmissione dipubblicità pro aborto che vige inInghilterra, sfruttando unalacuna legislativa secondo laquale le organizzazioni senza finidi lucro non sarebbero soggettea tale restrizione. Lo spot, nelquale a livello visivo vienemesso in risultato il voltopreoccupato di alcune donne, hacome slogan la frase “Sei inritardo?”, con riferimento al ciclomestruale, sarà trasmesso pertutto il mese di Giugno. Il primoè andato in onda dopo le 21, isuccessivi senza limitazione difascia oraria.punto i Giudici di Strasburgo hannoosservato che da tempo nei vari Statisono previsti con norme specificherapporti familiari inusuali, nonfondati su un diretto legamebiologico e tra questi rientrano irapporti derivanti dallafecondazione eterologa nel diritto difamiglia. <strong>Per</strong>tanto, persone che sitrovano in una stessa situazione diinfertilità non possono esseretrattate diversamente solo in ragionedella diversa tecnica di fecondazioneutilizzata. Non risulta giustificato,quindi, il divieto della fecondazioneeterologa se è ammessa quellaomologa. Le prospettive per l’Italia egli altri Paesi europei: A questasentenza dunque possono appellarsitutti gli stati europei, in cui vigonogli stessi divieti austriaci. Ilfondamento per il ricorso giace nelprincipio secondo cui una normanazionale non può essere incontrasto con quella europea. Inparticolare, per quanto concernel’Italia, la Corte costituzionale, conle sentenze n. 348 e n. 349 del 2007,ha rilevato che il contrasto di unanorma nazionale con una normaconvenzionale, in particolare dellaCEDU, si traduce in una violazionedell'art. 117, primo comma. E iricorsi contro la legge 40/2004 - checonsente l'accesso alle coppie sterilialle tecniche di procreazioneassistita, ma poi all'art. 4 vieta lorol'applicazione delle tecnicheeterologhe - non si sono fattiattendere, a partire da Bologna, il 15aprile, per passare poi a Firenze,Catania e Milano.Sicuramente i Tribunali italianipotranno ora più facilmenteazionare l'interpretazione normativavigente in materia di diritti persollevare il vizio d'incostituzionalità.Credo che il nostro Parlamentoitaliano stia perdendo perl'ennesima volta l'occasione di dareun segno di rispetto dei diritti deipropri cittadini non intervenendotempestivamente per modificare lalegge 40/04.


IN LIBRERIASugliscaffaliA CURA DIMARIA PAMINIScienza e società:così complici da non capirsiMassimilianoBucchiSCIENTISTI EANTISCIENTISTI.PERCHÉ SCIENZAE SOCIETÀ NON SICAPISCONOIl Mulino2010121 PPScientismo e antiscientismo sono per Bucchi (professore di Scienza, Tecnologia eSocietà all’Università di Trento) due malattie che minano allo stesso modo ilrapporto tra scienza e società, un rapporto reso sempre più difficile non da unamancanza di comunicazione bensì da un “eccesso di complicità”.Secondo l’autore, infatti, la società odierna trova più sempliceaffidarsi alle promesse della tecnoscienza che non darsi unproprio senso di marcia in cui il rapporto con il pensieroscientifico sia un processo critico e proficuo di scambio continuo.Affermando che non si deve più essere scientisti Bucchi vuolesottolineare la necessità a non assecondare una società che tendead essere essenzialmente passiva e “che si limita a reagire allesollecitazioni e agli sbalzi in avanti della tecnoscienza, [ma che]è intrinsecamente incapace di cogliere la vera natura delle sfidee dei dilemmi contemporanei”.L’immagine delle due velocità è ricorrente: una società lenta chefatica a stare al passo con l’innovazione scientifica, che invececorre veloce. Il compito che rimane alla società è dunque soloquello di accettare che il limite sia spostato sempre più avantio non è invece quello di porre le questioni di fondo: chi siamoe dove vogliamo arrivare? Domande ineludibili e forse reseancor più rilevanti dal momento che la stessa scienza sipresenta oggi assai più fluida e articolata al suo interno diun tempo, una tendenza accentuata dalla comunicazione inrete che permette di rendere pubbliche, anche ai nonaddetti ai lavori, ricerche che ancora non si sonoguadagnate sufficiente consenso scientifico.Un esempio ripreso dall’autore è quello del mutamentoclimatico: quando si pensava che fosse stata raggiuntal’unanimità sul riscaldamento del pianeta, nel marzo delloscorso anno un gruppo di scienziati (tra cui il premionobel della fisica Ivar Giaever) indirizzò al presidente degli Stati Unitiun’inserzione a pagamento comparsa sul New York Times in cui si metteva indubbio proprio questa certezza. <strong>Per</strong> Bucchi in questo, come in moltissimi altri casi,sono stati scardinati completamente i canoni della comunicazione della scienza, conuna sovrapposizione dei diversi ambiti che rende difficile capire come orientarsi.Un ulteriore rischio del modello scientista sottolineato dall’autore è quello dovutoalla sua tendenza a concentrarsi “sui prodotti tecnoscientifici dalle implicazioni piùvistose o solo apparentemente più socialmente sensibili”. Si discute moltodell’impatto delle biotecnologie o delle nanotecnologie sulla nostra salute, mentrenon si presta attenzione, per esempio, agli effetti del cosiddetto multitasking, lo“spezzettamento dell’attenzione e della concentrazione che è caratteristico11,50 EURO dell’interazione con le moderne tecnologie”, sulle nostre facoltà cerebrali eneurologiche (e non è difficile immaginare che ciò sia dovuto più agli interessieconomici in gioco che a vera e propria disattenzione).In estrema sintesi, Bucchi auspica che la società utilizzi la scienza in maniera semprepiù consapevole e non “come scorciatoia per evitare di interrogarsi su di sé e sulproprio futuro”.John Medina<strong>Per</strong> convenzione, la lineaHomo comincia conHomo habilis - creatura di cuinon sappiamo quasi nulla, senon che la sua massacerebrale aveva più o menole dimensioni di un'arancia -e termina con Homosapiens, cioè noi. Nonsiamo a conoscenza dinessuna ragioneconvincente che possaspiegare perché, all'incircadue milioni di anni fa, ilnostro cervello abbiaimprovvisamente cominciatoa crescere. Esso, purcostituendo appena il 2 percento della massa corporea,divora il 20 per centodell'energiadisponibile. Ancorale domande sonomolte: Comefunziona? Di checosa ha bisognoper funzionare almeglio? <strong>Per</strong>ché èin grado diimparareperfettamente lecose piùdisparate? <strong>Per</strong>chéè così facile dimenticarle? JohnMedina, biologo molecolare difama internazionale, per anni hasvolto ricerche sulle misterioseconnessioni tra cromosomi efunzioni mentali, tra geni ecomportamento.IL CERVELLO.ISTRUZIONI PER L’USOBollati Boringhieri 2010315 PP19 EUROIl libro è un'ampia eaggiornata disamina suuno dei più grandi misteriirrisolti riguardanti ilcervello: i lobi frontali. Si sache questeampie areecerebralisvolgono lefunzioni piùavanzate ecomplesse; che aloro sono legatel'intenzionalità, ladeterminazione el'attivitàdecisionale e cheraggiungono unosviluppo significativo solonegli esseri umani. L'autore,neuroscienziatostatunitense, parlando deilobi frontali parla dellaconsapevolezza di sé e deglialtri; di talento e successo;di creatività; di differenze trauomini e donne. Ma anchedella civiltà e della storia,delle analogie fral'evoluzione del cervello e losviluppo delle strutturesociali complesse; e quindidi maturità e diresponsabilità sociali. Enaturalmente di sviluppocognitivo, di apprendimentoe di invecchiamento, dicome potenziare le funzionicognitive e proteggere lamente dal declino.Elkhonon GoldbergLA SINFONIA DELCERVELLOPonte alle Grazie 2010419 PP20 EURO24 ISCRIZIONI DEL MESEISCRITTIAL “PACCHETTOAREA RADICALE”Si sono iscrittiall’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong> con la formula del“Pacchetto area radicale”(iscrizione a tutti i soggetticostituenti il PartitoRadicale Nonviolento,Transnazionale eTranspartito, quota 590euro)Fabrizio Amerelli, ValterArchetti, Stefano Bartali ,Gianni Benassi, MarcelloBlancasio, Maria PaolaBonacina, Emma Bonino,Bruna Bruni, Felice Bruno ,Italo Cannone, LucianoCasappa, Rosaria Casula,Patrizio Cilli, AlbertoCoretti, Adamo Di Pippo,Maria Antonietta Farina,Sandro Fontana, LuigiLastrico, Michele Lembo,Daniele Mannaioni, CatelloMasullo, Mauro Mauruzj,Anna Maria Merlini , MariaLuigia Merzari, PaoloNardini, AndreaNotarnicola, Giulio Nunzi,Maria Antonietta Ottino,Sauro Paoli, Andrea Patri,Enrica Pianelli, FrancescoPoletti, Paola Sanguinetti,Giovanni Sansi, ClaudioSantini, Loris SilvioSerafini, Marco Serventi,Emmanuele Somma ,Silvana Tei , DonatellaTrevisan, GabrieleUnterberger , AntoninoUrso, Dominique Velati,Giuseppe Ivan ZambonACCONTO PACCHETTO2010Simonetta Angeloni Dezi ,Cesare Balsamo , RobertoBartolucci, NicolaCantisani , ClaudioCarboncini, AlessandroClerici , Carlo AlbertoCorazza , Piera D'Aquino,Raffaele Forci , RaffaeleFortino , Cesare Friggi,Franco Garelli , TizianaGarlato , Andrea Gastaldo,Franco Gavazzi, ClaudioGherardini, ArmandoGiovannini, Cleo Guarna,Diego Mazzola, MicheleArcangelo Minieri,Elisabetta Mirra, PierpaoloNamari, Giuseppe Nardini,Sergio Puglioli, FrancescoMaria Pullia, Pier MassimoRegis, Sara Scrinzi, MatteoSeppi, Angelo TojaISCRITTI(per cui valeabbonamentoa Agenda <strong>Coscioni</strong>)Maria Teresa Agati 100,Marco Allegritti 100,Bruno Amati 100, ChiaraArgenio 100, AlessandroMaria Bolognetti 100,Maris Borsetto 200,Silvia Brunelli 100,Moreno Burattini 100,Pietro Calderara 100,Danilo Carciolo 20,Simona Carniato 100,Paolo Ceccoli 100,Mariantonietta Cerutti100, Tommaso Ciacca100, Maria AntoniettaCiminelli 100, MariaCarmen Colitti 100,Maria Luisa Corrias Ricci100, Lucia Cosci 100,Antonio D'Addiego 20,Erminia De Felice 100,Mirella De Gerris 20,Diego De Gioiellis 30,Ilda De Ritis 100, Marco


Il megafonodel mio pensiero<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>, insieme atutti i soggetti dellaGalassia Radicale,rappresenta ilmegafono di quelloche io penso e sento,e mi permette di nonsentirmi isolato o“deviante”.Una boccatad’aria radicale!Contribuisco, per quantoposso, a rivendicare i dirittidi ciascun cittadino per ilrispetto della persona edella Carta Costituzionale,a contrastare questodegrado asfissiante delnostro stato e del falsomoralismo e falsareligiosità medioevale.Semelin annoAnche quest’annoaderiscoall’<strong>Associazione</strong><strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> checon tenacia edeterminazionesi batte per idiritti civili el’autodeterminazionedelle persone.Il miocredo laicoRinnovo l’iscrizioneperchè credoprofondamente neiprincipi in cui credeva<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>, per dareun piccolo contributo aduna grande associazione eperché Agenda <strong>Coscioni</strong> èuno dei sei giornalimigliori d’Italia.Scrivono esottoscrivonoBRUNO CAVALLARO200 EuroGIUSEPPE MILAN120 EuroNICOLA MARTINELLI100 EuroSERGIO BENSO30 EuroIdolo CaradonnaMalagiustizia, malasanità, malaprigioneNell’ultimo numero di Agenda <strong>Coscioni</strong> ci siamo occupati diCarcere e Sanità. A seguito di questa pubblicazione siamo staticontattati dagli avvocati di Idolo Caradonna. Rocco Berardo,nell’ambito di un sindacato ispettivo presso Regina Coeli lo haincontrato. La sua vicenda sarà oggetto di un’interrogazione.<strong>Per</strong> via del diabolicomeccanismo della recidiva,che impedisce di avere unosconto di pena se chicommette un reato è giàstato condannato inprecedenza per altre duevolte, sono statocondannato a 4 anni dicarcere per il possesso di unamodesta quantità disostanza stupefacente,che usavo per lenire i doloridovuti alle conseguenze diun grave incidente stradaleoccorsomi nell’ottobre del2007 a seguito del qualefinivo in coma posttraumatico e subivo unafrattura vertebrale cervicale.Sono ristretto a Regina Coeli dal marzodel 2009 e sono affetto da esiti di politraumatismofratturativi con impegnomidollare cervicale consistente in tetraparesispastica con gravi deficit neuromotorie turbe dell’equilibrio, con invalidità permanentevalutata al 60-70%. Dovrei esseresottoposto ad una appropriata terapiariabilitativa neuromotoria e logopedica,finalizzata al mantenimento dei cascamidi funzionalità residuali alla lesionemidollare cervicale, ma la stessa non èpraticabile presso il centro clinico dellacasa circondariale. La discontinuità dellafisioterapia cui sono sottoposto è dimostratadal fatto che la stessa viene praticataanche a distanza di molti giorni dallaseduta precedente, quando al contrariodovrei seguirla quotidianamente, penal’importante regresso delle mie condizionifisiche.Addirittura la stessa da qualche temponon mi viene più praticata, poiché sonostato reintrodotto in sezione.Diversi dottori hanno attestato le mienecessità riabilitative, che precedentementeall’arresto eseguivo in regime di dayhospital. Una consulenza di parte delmaggio 2009 attestava la mia “incompatibilitàassoluta al regime detentivo carcerarioper le gravi condizioni cliniche altamenteinvalidanti”.I miei difensori formulavano una richiestadi sostituzione della misura in atto conquella degli arresti domiciliari con l’autorizzazionea frequentare una casa di curaalla Corte d’Appello di Roma nel dicembre2009. Sul finire dell’anno scorso laCorte disponeva come fosse necessarioaccertare “se il prevenuto possa ivi essereadeguatamente curato e se disponga dellenecessarie attrezzature per il trattamentodel politraumatismo fratturativo di cuiaffetto… chiede alla Direzione delCarcere di Regina Coeli di integrare larelazione medica già trasmessa con le precisazionisopra richieste, riservandosi diprovvedere”. Quesito chiarissimo, con ilquale si dava incarico al perito nominatodi assumere tutte le informazioni necessariepresso la Casa Circondariale di ReginaCoeli.A dire del perito, tuttavia, si incontravanoritrosie da parte del Responsabile U.O.C.medicina Penitenziaria e Patologie diDipendenza che sosteneva – non si sa suquali basi – che un perito nominatoall’uopo dalla Corte d’Appello non potessevisionare i locali della palestra e lestrutture ivi presenti e dichiarava che ilCARADONNA stava svolgendo dei cicli diFKT con cadenza trisettimanale, ginnasticapassive, ginnastica posturale ed elettrostimolazioni.Affermava anche che il serviziodi FKT era dotato di apparecchiatureper le elettrostimolazioni, nonché che lastruttura è accreditata presso la RegioneLazio con delibera prot. n. 12216 del10.02.2003. Il perito però accertava chequanto sostenuto non rispondeva al vero.Oltre a non aver ricevuto dal responsabileinformazioni sulla palestra e sulle attrezzaturepresenti, lo stesso osservava comeraramente venissi sottoposto a sedute diFKT con la cadenza trisettimanale programmata,che assai più spesso era bisettimanale;non si rinvenivano prescrizionirelative ad elettrostimolazioni; l’accreditamentodella struttura presso la RegioneLazio non stava a significare che la stessasoddisfacesse automaticamente i requisitirichiesti, lasciando intendere che la stessa,pur accreditata, parrebbe non avere irequisiti richiesti dalla legge.La conclusione è che il perito ritiene chesolo in linea teorica io possa essere curatoma che, in pratica, ciò non venga fatto perl’inadeguatezza delle strutture.Alla luce di tali considerazioni la Corted’Appello di Roma respingeva la richiestadi sostituzione della misura e il Tribunaleper il Riesame di Roma, al quale i mieidifensori si erano rivolti, ha confermato ladecisione sostenendo che esiste la possibilitàteorica che io possa venire correttamentecurato e che ciò deve essere sollecitato,alla fin fine, dai miei difensori!Come se – al di là del generico diritto diaccesso alle sale colloquio – nell’Italia del2010 gli avvocati abbiano più poteririspetto a un perito nominato dalla Corted’Appello cui viene negato l’accesso all’infermeria.Chiedo solo di essere curato.25Del Ciello 100,Rosalba Di Giuseppe20, Pietro Dibilio100, DomenicoDragonetti 100, MarioForelli 100, GianvitoGalasso 20, FabrizioGambarini 100,Giovanna M. Gardella100, Maria Garofalo100, CristinaGiannetto 200, PinoGiannini 100, GloriaGuzzi 100, ValeriaIandolo 100, LuigiManconi 100, CarlaMarchelli 100,Stefano Mazzocchi100, Mauro Merosi100, GiovanniBattista Minio 100,Stefania Moncon 100,Claudia Moretti 100,Eleonora Musco 20, <strong>Luca</strong>Pandini 100, AnnaPelamatti 100, GiovannaPettenello 100, AlbertoPezzini 100, ValeriaVirginia Poli 100, EdoardoQuaquini 100, MassimoReboa 20, RobertoRigano 100, MassimoRosmini 100, DamianaSaba 100, ManuelaSagliocco 100, StefanoSantarossa 100, AnielloSantella 100, SaraScioscia 150, StefaniaSesana 100, EnricoStampacchia 100,Roberta Tardani 100,Sergio Tatarano 100,Antonia Vatalaro 100,Mauro Vecchietti 20,Donato Volpicella 100,Stefano Voltolini 125,Gianroberto Zampella 120,Fabrizio Zanni 100, AdolfoZizza 100, Erminio Zona100Acconto iscrizioniEmanuela Bagnarelli Cirinei50, Ivo Costamagna 50,Lorenzo Del Porto 50,Alessandro Di Bartolomeo20, Giuseppe Maria Ferraro20, Alessandro Luzzi 50,Cecilia Sala 20, ValeriaScalone 20ContributiGiovanni Battagliarini 25,Michela Berardi 20, SilvanaMarisa Bisogni 10, AngelicaBoccella 20, Emilia Braguti10, Valerio Broggini 40,Roberto Caluri 20, PierVittorio Ceccherini 30,Giuseppa Ciardo 50, BrunoCirotti 10, Alessio Coppola50, Franco Cosser 20,Stefano Costa 40, SilanaCozzolino 20, MonicaCrisafulli Knudsen 20, BrunoDe Filippis 20, LuigiGiuseppe De Ponti 100,Mario Desiato 20, Mario DiCorato 20, Manuela Dubbini5, Maria Margherita Fasolo10, Marco Ferialdi 20, Luigi


DAI LETTORIPensare al singolarelottare al plurale<strong>Per</strong>ché la libertà passasopratutto dalla possibilitàdi scegliere sempre la stradache si vuole fare, in tutti imomenti della propria vita.<strong>Per</strong>chè c’è bisogno di unavoce collettiva che dia sensoe parole al sentireindividuale.Il partitodell’amore<strong>Per</strong>ché amo iradicali fin daquand’ero bambino.Le battagliedell’<strong>Associazione</strong>sono le miebattaglie, così dasempre!Ciao.Forza eintelligenzaMi iscrivoperché pensoche se c’è unasperanza dacoltivare, solovoi abbiatela forza el’intelligenzadi farlo.<strong>Per</strong>chécredo<strong>Per</strong>ché credonell’<strong>Associazione</strong><strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>per la Libertàdi Ricercascientifica,nelle suebattaglie e neisuoi membri!DANIELA BANDERA200 EuroFEDERICO GRILLO100 EuroPAOLO GATTI100 EuroELEONORA PANELLA20 Euro26lettere@agendacoscioni.itI lettori di Agenda <strong>Coscioni</strong> ci possono scrivereall’indirizzo lettere@agendacoscioni.itoppure a Via di Torre Argentina 76 - 00186 RomaI numeri arretrati di“Agenda <strong>Coscioni</strong>”sono liberamentescaricabili all’indirizzo:www.agendacoscioni.itCommentagli articoli sul sito!Il numero 6/2010 di“Agenda <strong>Coscioni</strong>”è stato chiuso venerdì5 giugno 2010.Il mensile è giuntoal suo 46esimo numero.Quest’ultimoè stato curato daSimonetta DezidirettoreRocco Berardocapo redattoreTina SantorograficaGianluca LuccheseMihai Romanciuchanno collaboratoMarco Aurelio, MarcoCappato, Valentina Stella,Filomena Gallo, MariaPamini, Carmen Sorrentino,Alessia Turchi, Gaja MaestriVeronica Cazzato, Josè deFalcoillustrazioniPaolo Cardoniprogetto graficoRoberto Pavan<strong>Per</strong> 24 ore in corsia con la slaergogna. Vergogna. Sono leV uniche parole che mi vengonoin mente, scendono poi alle labbrainsieme al disgusto e alla rabbia.Dopo 24 ore Giulietta Carletti,paziente sla, si trova ancora suquella fredda barella del prontosoccorso dell'ospedale Sandro<strong>Per</strong>tini di Roma. Ci è arrivata pocodopo le 20 di Mercoledì 19Maggio, in condizionicatastrofiche, Sodio e Potassio aivalori minimi, in una situazioneda pre-coma che può degenerarein qualsiasi momento. I parentistretti, il marito Saverio e la figliaValeria, chiusi fuori, separati dauna porta di vetro che chiudeanche la comunicazione al mondodi Giulietta. Nessuno così puòleggere nel suo sguardo spento,che è l'unica possibilità dicontatto, quel si e quel no dettiguardando a destra o a sinistra contanta fatica. Quelle poche volteche sono riusciti a passare con leurla della disperazione di chi vedeun suo caro soffrire, l'hannotrovata in condizioni pietose.Giulietta, da tanti anni ormai,respira attaccata ad una macchinatramite tracheotomia ed ha la PEGper la nutrizione artificiale. Ilmarito è riuscito a far aspirare ilmuco dalla trachea solo due volte,mentre a casa questa operazioneviene effettuata ogni ora. Erapieno di sangue quel muco epieno di terrore il suo sguardo.Giulietta è una donna dignitosa edintelligente e si sente defraudata disé e abbandonata da quel serviziosanitario che non sa come gestirla.Non le viene cambiato ilpannolone per mancanza ditempo, non le vengono cambiatecannula e controcannula permancanza di personale atto afarlo. Così rischia decubito edinfezioni. Vergogna! Lo vogliamogridare a gran voce per daresonorità alla sua disperazione! Cisi riempie la bocca con discorsietici sull'importanza della vita, sigiudica chi chiede l'eutanasia.VERGOGNA ancora!!! E che vita èquesta? Dove è andata a finire ladignità di Giulietta? E dove finiscela sua di dignità e comincia quelladella Sanità?Daniela Cicchetta, nipote diGiuliettaCara Daniela, quanto racconti lasciasenza parole. Quello che non dovrebbeavvenire neanche per casi molto menogravi del suo, è inaccettabile possaaccadere per un malato di sla in quellecondizioni. Agiremo in ogni modo perdenunciare questo fatto.Mi piacerebbe avereinformazioni sulle strutturepubbliche e private chesomministrano la pillola ru486.Ho letto di recente che nel Lazionon sono state ancore eseguiteordinazioni della pillola. Se midovessi recare in una strutturaospedaliera e richiederel'ordinazione della pillola perprocedere al trattamento sempre inquell'ospedale, ci sono possibilitàche ciò avvenga?Grazie per la disponibilità.LauraLa ru486 è stata messa legalmente incircolo negli ospedali italiani a partireda aprile. L’approvazione dell'abortotramite metodo farmacologico hasuscitato molte polemiche e purtroppoancora poche strutture ospedaliereprestano questo servizio in quantoalcune regioni ancora non hannoprovveduto a stilare e comunicare lelinee guida. Ci stiamo impegnandoper denunciare quelle regioni che inmodo lento, e forse ostruzionistico,stanno impedendo ad oggi l’uso dellaru486.Salve, sono una mamma diuna bimba avuta conovodonazione, naturalmente fattaall'estero. Sarei molto interessata aulteriori modifiche che apporteràla corte europea riguardo lafecondazione eterologa, perché ildesiderio di diventare madre dinuovo è molto forte in me, ma lepossibilità economiche non mipermettono di recarmi all'estero.Se ci dovessero essere dellemodifiche, quando questepotranno essere attuate in Italia?Grazie della vostra disponibilità.BarbaraGentile Signora, per avere dei risultaticontro il divieto di eterologa in Italiadobbiamo attendere ancora una voltale pronunce dei tribunali. Stiamoassistendo le coppie che intendonoprocedere per l'affermazione dei lorodiritti e l'<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>si costituisce ad ogni procedimento asupporto della domanda. Se anche leivuole agire contro tale divieto, cicontatti.Sono un giovane medico diCatanzaro, mi sono abilitatoda poco, e mi è capitato di avererichieste di prescrizione diNorlevo. Mi sono informato e hosaputo che può prescriverla soloun medico di guardia medica, dipronto soccorso o un ginecologo.È davvero così?Grazie per la risposta,Stefano MarcheseLe informazioni che hai sonosbagliate. Norlevo può difatti essereprescritta da chiunque sia abilitato,anche da un oculista, dunque puoifarlo anche tu.Ferrari 20, Enrica Fossati10, Fernando Fratta 50, EzioGalanti 10, AntonioGhirardo 50, Paola Guasco20, Gioia Guidi 20, IljaJurkovic 40, FrancescoLaruccia 20, Gaetano Lenzi3, Anna Malevolti 7, MauroMarchionni 50, FrancoMarozzini 10, Guido Medri5, Elena Menegazzi 20,<strong>Luca</strong> Ernesto Merlino 30,Alessandro Montefusco 25,Lara Mornati 30, EleonoraMugnai 20, Salvatore Natoli30, Marco Pasqualini 50,Maria Lucia Pavone 60,Filippo Piazza 50, MariaAntonietta Pontani 50,Luciana Preden 20, AndreaRiscassi 10, Elpidio Rossi25, Pier Francesco Rossi25, Giuseppe Scalenghe30, Paola Sereni Morrone10, Grazia Spositi 20,Vittorio Ticchiati 20,Angelina Zammataro 20,Luigi Zanzi 20, MassimoZesi 30Aumenti quotaAlberta Pozzoli 200, MarioAluigi 10, Giuseppe Suppa200, Giuseppe Suppa 200,Antonio Montoneri 100,Francesco Megale 100,Anna Cristina Pontani<strong>Coscioni</strong> 300, GiovanniVegetti 50, RaffaellaBazzecchi 68, AntonioMenichini 75, FrancescoMaggi 10Aumenti quota contributiDaniela Angelini 10, AmelioBattista 35, Paolo Berruti25, Daniele Bosco 5,Giannina Bronzini 20,Giannina Bronzini 20, ArrigoBulbarelli 30, Pier LuigiCamparini 10, FedericoCardanobile 10, LuigiCarlone 15, Luigi Carlone10, Vinicio Cazzulo 20,Gabriella Cecilia 15, EmilioCeravolo 20, Roberta Cioci20, Roberto DanteConfortini 20, MariaConsales 30, GiuseppeD'Amato 30, Vittore DeFilippo D'Andrea 5,Francesco De Liberato 10,Giovanni Della Rossa 20,Mario Diluviani 20,Giuseppe Fiore 5, RobertoGallorini 10, GabriellaGirani 20, Giovanni Goni 5,Giuseppe Guerrera 90,Giancarlo Lazzarino 20,Graziella Litro 20, CarloLizzani 50, Carlo Lizzani100, Giovanni Lombardi 20,<strong>Luca</strong> Lombini 6, SalomeManz 25, VladimiroMarangio 20, StefaniaMassarotti 50, Carla Minerbi10, Stefano Negro 20,Elena Nencini 20, EsterPedemonte 30, AngeloPescini 5, Elio Picariello 10,Ingino Piscitelli 20, StefanoPoli 50, Dante Pozzoli 50,Dante Pozzoli 15, SalvatoreRosso 20, Irene Santarelli20, Luciana Scardia 20,Gesuina AmbroginaSomaschini 25, BernardoTutino 10, Costante Vannini16, Carla Visconti 30,Brunello Volpe 15, BrunelloVolpe 20, Nicola Zamorra5, Renato Zirpoli 5


LOTTIAMO PER AVERE INDIETROIL TUO CORPODona il tuo 5XMILLE all’<strong>Associazione</strong> <strong>Coscioni</strong>97283890586<strong>Per</strong> iscriversi all’<strong>Associazione</strong> azione<strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>uca OCONCARTACREDITOsu www.lucacoscioni.it/contributoA DIibutooppure telefonando allo 06 68979.286CON CONTO CORRENTE POSTALEn.41025677 intestato a "<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>",Via diTorre Argentina n.ụca76cap 00186,RomaCON BONIFICO BANCARIOintestato a <strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>presso laBanca di Credito Cooperativoo diRoma ag.21IBAN:IT79E0832703221000000002549 0000002549 BIC:ROMAITRRLE QUOTE DI ISCRIZIONESocio ordinario rio almeno 100 euroSocio sostenitore almeno 200euro

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