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Per - Associazione Luca Coscioni

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RobertoMordacciNEUROSCIENZAIl nostro mododi comprenderequesto ordineumano ènecessariamentebasato sull’uomostesso e non sulcosmo, e inparticolareè basato sullanostra vitapratica. <strong>Per</strong>ciò,il centro dellanostra prospettivadi moderniè la ricercasull’uomo comesoggetto pratico.Adamo ed Eva, Albrecht Durer, 150710Il filosofo morale ROBERTO MORDACCIUna rivoluzionecopernicana nell’eticaTra determinismo e libertarismo, tra mente e ambiente,alla ricerca di una teoria unitaria del sé, si delinea la volontàdi agire dell’uomo, come forza normativa della moraleSimonetta Dezicome sorgente di forza normativadella morale. Si tratta della rivoluzione copernicanain etica. La riflessione è del pro-L’uomofessor Roberto Mordacci, che vede nelle potenzialitàche ci offrono le nuove tecnologie uno strumentoindispensabile per guardare nel cervello, “ pensandoche è da lì che viene la forza normativa deinostri giudizi morali abbiamo un buono strumentoper capire (forse!) perché la morale haautorità”.Parlando di neuroscienze lei si è espresso intermini di “rivoluzione morale copernicana”,che ci porterebbe verso una teoria generaledella coscienza.La situazione attuale riguardo all’etica ricordail contesto culturale tra scienza e filosofia altempo della rivoluzione copernicana. QuandoGalileo punta il binocolo verso la luna, cominciaad osservarne le fasi e a fare una serie di osservazioni.Ha uno strumento nuovo: non lo hainventato lui, ma ha avuto l’ardire di puntarloin quella direzione e di guardare con una certaprospettiva intellettuale. Galileo si muoveva all’internodi una rivoluzione, quella copernicana:questa comportava che la terra non fossepiù pensata come il centro dell’universo e anzisi apriva alla possibilità che l’universo stessonon andasse pensato a partire da un centro, dalmomento che nemmeno il sole lo è. Questo haconsentito a Galileo di vedere alcune cose, discardinare la visione più diffusa e predominantee di attuare una rivoluzione scientifica. La verarivoluzione scientifica però si compì soltantoquando lo strumento, le osservazioni e il cambiamentodi prospettiva furono unificati attraversouna legge, la legge di gravitazione universaleformulata da Newton, che unifica tutte questeosservazioni in un campo di sapere unitario:con una stessa legge e i suoi derivati io riesco adar conto di un ampio insieme di movimentiosservabili, senza dover postulare una qualcheunità metafisica sperimentalmente non verificabile.Quali sono oggi i nostri strumenti innovativiper mettere in atto questa rivoluzione?Anche noi ora abbiamo una serie di strumentinuovi che riguardano la mente: sono strumentifarmacologici, terapeutici, diagnostici, chirurgici.Senz’altro lo strumento principe per lo studiodel cervello, lo strumento più emblematico,è la risonanza magnetica funzionale (fMRI), peril suo potere diagnostico e per la sua valenzasimbolica a causa del suo utilizzo delle immagini.La risonanza ci offre un’immagine del cervello,anche se sappiamo che è un’immagine ricostruita,più vicina a un disegno che a una foto-Chi èRobertoMordacciProfessoreassociato dal2002 pressola Facoltà difilosofiadell’UniversitàVita-SaluteSan Raffaele,doveinsegna Filosofiamorale,Etica esoggettivitàe Bioetica.Dal 2007è membrodel ComitatoNazionaleper laBiosicurezza,Biotecnologiee Scienze perla Vita dellaPresidenzadel Consigliodei Ministri.Coordinatoredel CentroStudi di EticaPubblica e delblog collettivomoraliaontheweb.comgrafia. Tuttavia, l’effetto di “vedere” il cervello mentrefa qualcosa e si accende di colori è potentissimo.Ed è anche obiettivo: non è poca cosa guardarequali aree sembrano attive quando facciamocerte cose. È, appunto, quasi come vedere più davicino le fasi della luna.Il punto di partenza dello studio è dunque l’agiredell’uomo.Inoltre, noi siamo già da tempo (dalla modernitàsoprattutto) in una prospettiva per cui quando andiamoad indagare la persona, soprattutto se sitratta di interpretare il suo agire, la interpretiamo apartire dall’idea che la fonte di quelle norme sia direttamenteo indirettamente l’attività umana. <strong>Per</strong>noi moderni, il centro e la fonte della norma delvalore è nell’uomo. Poi, naturalmente, si tratta dicapire se questo soggetto è un soggetto inserito inun ordine più ampio o se invece l’ordine dell’uomoè un ordine a sé stante, con una sua autonomia.Il punto è che il nostro modo di comprenderequesto ordina umano è necessariamente basatosull’uomo stesso e non sul cosmo, e in particolareè basato sulla nostra vita pratica. <strong>Per</strong>ciò, il centrodella nostra prospettiva di moderni è la ricerca sull’uomocome soggetto pratico. In questo senso,possiamo dire che siamo dentro a una rivoluzionemorale copernicana: Il centro della ricerca non èpiù la natura fuori dall’uomo, ma la natura nell’uomo.In questo contesto, studiare il cervello, poterlovedere “dal vivo” diventa interessantissimo.Andiamo infatti a “vedere” (o per meglio dire, interpretare)l’esatto punto di origine dell’attivitàpratica – come ad esempio prendere una decisione- , nel punto in cui è più natura e meno cultura,cioè il cervello. Ciò che noi sappiamo oggi è chegià lì, nel cervello, c’è l’intreccio tra natura e cultura,natura e volontà, natura e decisone: poterlostudiare “in vivo” è decisivo e può modificare profondamentela nostra comprensione di noi stessicome soggetti agenti. Tuttavia, rispetto alla rivoluzionescientifica copernicano-galileiana-newtoniana,a noi manca ancora un tassello fondamentale:mentre Newton offre una teoria unificata del cielo,noi oggi non disponiamo di una teoria unificatadel soggetto, o anche soltanto di una teoria unificatadella mente: in altre parole, non abbiamo lateoria della gravitazione universale dell’attività cerebrale.<strong>Per</strong> quanto la filosofia della mente sia uncampo in fortissima espansione, per quanto glistudi sulla soggettività pratica siano in piena fioriturae per quanto le neuroscienze ci dicano oggiqualcosa di più su come prendiamo decisioni, sucome conosciamo le cose, su come facciamo esperienza,tuttavia, un’interpretazione filosofica e culturaleche ci dica che cosa fa di tutte queste esperienzele esperienze di un io, una teoria convincenteche sia scientificamente fondata e condivisa daun ampia parte della comunità scientifica e filosoficanon c’è. Una teoria generale, un’approssima-zione di che cosa significhi essere un soggetto che sae conosce e vede i propri processi mentali è ciò chedobbiamo elaborare, è il nostro compito.La conoscenza dei processi mentali introduce il temadel libero arbitrio.Il dibattito sul libero arbitrio, la libertà, il controllodella mente, deve tener conto del fatto che, al di làdelle dispute millenarie sul libero arbitrio, la libertàconcreta delle persone è una questione di gradi. Inmolti casi, infatti, la nostra volontà è soggetta a condizionamentiche non sono solo l’interferenza esterna,o sociale, ma sono attività biologiche che il nostrocervello fa perché gli accade di farle o perché hauna patologia. Ora, questo non ha a che fare con ladisputa fra determinismo e libertarismo. Ha a che farecon l’esercizio reale, sempre situato, della libertàconcreta delle persone. Nietzsche usava dire che nonesiste un «libero volere»: esistono semmai un forte eun debole volere. Il debole volere è quello che sog-

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