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Per - Associazione Luca Coscioni

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L’INTERVISTA IN AGENDAL’INTERVISTAEmidio Clementi“Anche quando losforzo della politica odi alcuni politici èencomiabile neltentare di avvicinarsialla vita, alla fine tendead arrivarci sempre conritardo. Hol’impressione siaun’incapacitàstrutturale.”Ipazia, martire laicacontro il fondamentalismoGianfranco CerconeBenedetto Croce, come si ricorda spesso, riteneva chela Storia fosse sempre storia contemporanea. E cioè:chi scrive di Storia è necessariamente dominato daiproblemi e dal modo di pensare del suo tempo. Èun’osservazione che vale certamente anche per i filmstorici, tanto più che a loro abitualmente non si richiedeun rispetto rigoroso della verità; e tra invenzioni romanzescheche colmano le lacune dei documenti e licenzepoetiche, si possono infiltrare nel racconto conparticolare evidenza aspetti della realtà dei nostri giorni.“Agorà”, dello spagnolo Alejandro Amenabar, è unfilm storico, che racconta la tragica vicenda della filosofae scienziata del IV secolo dopo Cristo, Ipazia, diAlessandria d’Egitto. Tragica perché come è noto – anzi,in effetti, come è poco noto, dal momento che lassIvdmlspmvpcsncsizstr16A Massimo Volume tra precarLa provincia e il centro urbano, il linguaggio come codice del reale,i politici veri e quelli incapaci: questo il racconto attraverso gli occhie la scrittura di un autore ecletticoAndrea BergaminiAlla fine degli anni Ottanta la scenarock italiana saluta l’emergere delgruppo musicale dei Massimo Volumecome un evento. Sono anni in cui latendenza a semplificare, anche in campomusicale, si sta consolidando e da subitocolpisce la forza innovativa di un gruppoitaliano che invece torna a mescolare rock eletteratura. Il leader del gruppo e cantantereaderè Emidio Clementi. Intelligente, congusti intellettuali felicemente disordinati,ex cultore di Mircea Eliade, Clementi sa chel’arte (la musica, la scrittura) è un lavoro serioe faticoso e a partire da metà degli anniOttanta all’attività di musicista affiancaquella più appartata di scrittore con risultatimaturi e intensi. Si ricordano “La nottedel Pratello” (Fazi, 2001), “L’ultimo Dio”(Fazi, 2004) e “Matilde e i suoi tre padri”(Rizzoli, 2009). Con lui ragioniamo diprovincia, linguaggio, scrittura e libertà.Le ultime elezioni regionali ci hanno inaspettatamentedescritto una forte divaricazione,almeno in termine di scelte politiche,tra provincia e centro urbano di riferimento.Tu, in particolare nei tuoi libri,oltre che nei testi delle canzoni deiMassimo Volume, ha raccontato la “tua”provincia che spesso coincide con l’infanziae l’adolescenza. Che luoghi sonooggi la città e la provincia nella tua visioneed esperienza?Innanzitutto lasciami dire che tradizionalmentee storicamente si guarda alla provinciacome a un luogo retrivo, separato dallacittà, invece per me la provincia italiana hadato moltissimo a questo paese. In particolaresul piano culturale. E non parlo solo diprovinciali che poi praticano la cultura neicentri urbani, ma di veri movimenti, diproposte che si sono formate nelle periferiedel nostro paese. Tra l’altro l’Italia, diversamentedalla Francia, non è centrata sullasola e unica capitale, ma vive proprio dell’esperienzadi più centri e quindi anchedelle sue province, che danno un contributomolto più nobile e interessante di quelloche normalmente accade in paesi come laFrancia.Alcuni hanno parlato di un fenomenoquasi americano, con le province saldamentein mano ai conservatori e i centriurbani espressione del progressismo politicoe culturale.Non direi. I dati infatti ci dicono che ampiezone della provincia italiana, magari ancheper tradizione, continuano a essere legateai partiti più progressisti. <strong>Per</strong> esempio, lemie Marche.Sul piano culturale ci possono essere delleChi èEmidioClementiCantante,musicista escrittoreitaliano. Nel1980, aBologna,fonda iMassimoVolume. Apartire dal1997,parallelamenteall'attività dimusicista,affiancaquella discrittore,pubblicandovari romanzi.Inoltre i suoilavorieditoriali sisono spessoevoluti in verie proprireadingportati in giroper tuttal'ItaliaIo, radicale distrada, santo ateoe sbattezzatodifferenze, ma di grado. In provincia certicomportamenti, forse, sono maggiormentecensurati perché la comunità è più piccola,ma non ho mai l’impressione che aconfrontarsi nel rapporto tra città e provinciaci siano davvero due concezioni delmondo diverse se non opposte.Spesso l’appartenenza è legata al linguaggio.Tu hai l’impressione di parlareuna lingua comune o una lingua dellasolitudine, dell’anomalia?Domanda difficile. Sì, comunque ho l’impressionedi parlare una lingua comune,che non è propriamente tale, nel senso cheè comprensibile soprattutto nel mio ambiente.Quando infatti mi rapporto al cosiddetto“mondo di fuori” trovo maggioridifficoltà. E’ una difficoltà che riguarda tecnicamentele espressioni che normalmenteuso e che ovviamente esprimono un’ideadel mondo, dei rapporti, degli individui. ASATELLITE HOTBIRDSEVERINO MINGRONI*s.mingroni@agendacoscioni.itprattutto da certe persone e, infine, nonvorrei assolutamente morire dopo miamadre con questa disabilità gravissimache mi ritrovo. Ecco anche il mio nuovosogno, di nuovo tra virgolette:"Mi sveglio una mattina e, con grandestupore mio e di mia madre, mi accorgoche posso muovere ogni muscolo comeprima della mia devastante LIS. Scendodal letto e mi specchio: Dio, ora finalmentemi riconosco! Allora esco e vadonella vicina trattoria paesana per fare unaimmensa e infinita mangiata pantagruelicadi leccornie locali. Subito dopo, facciotanto ma tanto sesso: non so con qualedonna scoperò in modo ricreativo, maso che sarà molto fortunata e felice, perchèho più di 14 anni di astinenza sessualeda dimenticare! Una volta appagati imiei istinti naturali, vedo e sento <strong>Luca</strong><strong>Coscioni</strong>, gli altri disabili morti e mio padredefunto che mi dicono: adesso va atrovare gli altri disabili viventi -gravissi-volte questo ingenera in me un senso diestraneità o di assenza di comprensione.Questo si verifica anche quando c’è un saltogenerazionale e non solo di ambiente.Spesso mi accorgo che per le generazionipiù giovani alcuni aspetti del mio linguaggionon sono più comprensibili.Come descriveresti il tuo linguaggio, anchein termini di concezione del mondo?Non c’è dubbio che il mio linguaggio si siamodificato nel passaggio dalla provinciamarchigiana a Bologna e si sia consolidatofrequentando un ambiente che altrove vienedescritto come “alternativo” (espressioneche non amo), ma che io descriverei come“marginal-culturale”.Che caratteristiche ha? Quali sono i valoridi riferimento di questo ambiente?Mi viene da dire che è un ambiente che si èSono troppo disabile e così, fino aqualche tempo fa, facevo spessoquesto sogno ad occhi aperti: "Il 22ottobre 1995, al pronto soccorsodell'ospedale civile del mio paese -Casoli, in provincia di Chieti-, i medicicapirono subito che il mio frequentevomito non dipendeva affattoda una semplice e banale indigestione,bensì da una ischemia cerebrale!Ben presto, grazie ad un esameecodoppler, capirono il perchè ditale ischemia: una trombosi alla arteriabasilare destra. Di conseguenza,mi inviarono subito in aereo,dall'aeroporto di Pescara, all'ospedaledi Brescia, l'unico che, nel 1995,effettuasse la trombolisi in Italia;l'intervento andò benissimo, perchèi danni furono limitati di molto,poichè rimasi solo paraplegico".Quindi, conobbi bene lo stesso il radicale<strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong> e gli altri Radicali,alla faccia dei nostri media, RAI-SET in testa.Ora non faccio più quel sogno, mauno ancora più fantastico, inverosimilee irrealizzabile, sempre ad occhiaperti, perchè accetto ogni giornodi meno la mia devastante LIS, diessere così dipendente dagli altri, somi,gravi e meno gravi-, poichè li guariraicome se fossi un Santo; in più,ogni tanto, ti daremo dei numeri vincentiper il gioco del lotto, che tu renderaipubblici per la gioia di tutta lagente; così, da un punto di vista mediatico,sarai assai più famoso di PdL,Lega Nord, UDC, Pd e IdV messi insieme,compreso il super mediatico SilvioBerlusconi. Di conseguenza, dabuon Radicale di strada quale tu sei,farai conoscere davvero le idee dei Radicaliagli Italiani, e il nostro Paese saràfinalmente normale perchè, adesempio: non avremo più leggi illiberalie oscurantiste tipo la legge 40 chesarà abolita; quindi avremo una leggeliberale e non clericale sulla eutanasiae sul testamento biologico; la Ru486potrà essere somministrata in day hospitalsenza più anatemi governativi;la cosiddetta pillola del giorno doposarà distribuita senza ricetta medica; ilsesso a pagamento, tra adulti e consenzienti,sarà legalizzato al pari delmatrimonio tra gay e lesbiche; l'etàdella pensione sarà razionalmente elevata;avremo ammortizzatori socialiper tutti e una vera riforma della Giustizia.E altro ancora".Lo so: è solo un bellissimo sogno purtroppo,ma lasciatemi almeno fantasticare,perchè non mi resta altro!*Severino è locked-in e Consigliere generaledell’<strong>Associazione</strong> <strong>Luca</strong> <strong>Coscioni</strong>fondato sulla precarietà come scelta di libertà.Sapevamo a cosa andavamo incontrato,perché eravamo consapevoli chel’Italia non era un paese di welfare universale.Non ci aspettavamo perciò la certezzadi un sussidio di routine. Facemmo quellascelta per il bisogno di esprimerci, sullascorta anche di alcune critiche al mondoculturale e artistico ufficiale.La precarietà come base di libertà è unvalore che praticate solo nel vostro ambienteo che avverti come vivo anche, peresempio, nelle nuove generazioni?Nel mio ambiente è qualcosa che avvertoancora come vivo, vitale. Quando capitadi incontrarsi con le persone che appartengonoa una sorta di “scena” letteraria emusicale che è anche la mia, mi rendoconto che è proprio questa scelta di vita atenerci uniti, più che un’omogeneità dipoetiche o di canoni espressivi.

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