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Per - Associazione Luca Coscioni

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on line www.agendacoscioni.it - www.centrodiascolto.itAnno200320042005200620072008Tg111,113,712,419,422,918,4Tg29,712,410,921,025,421,6Tg311,512,911,216,918,613,7Tg410,211,19,314,120,912,3Tg510,812,712,521,425,724,2Studio Aperto12,613,710,221,330,226,8Tg La76,99,88,417,722,017,8Media10,612,310,718,823,719,3Il grafico mostra la percentuale della rappresentazione di eventi criminosi dal 2003 al 2008 nelle 5100 edizioni dei Tg nazionali13Bombardamento TV LO STUDIO RADICALEQuando il piccolo schermofabbrica grandi paureDall’analisi di dati raccolti da monitoraggio su tv e cartastampata, emerge l’aumento di notizie di cronaca nera, lacreazione della diffidenza verso lo straniero, e il tentativodi indirizzare il pubblico verso precise posizioni politicheùèiloo.,abile, da far si che ben poco dibuono resti in ciò che cade sottola sua sfera. Lo dicosinceramente, non consideroniente di più feroce dellabanalissima televisione. Io datelespettatore la sera prima euna infinità di sere prima, le miesere di malato, ho visto sfilare inquel video dove essi erano orauna infinità di personaggi, lacorte dei miracoli d’Italia e sitratta di uomini politici di primopiano. Ebbene: la televisionefaceva e fa di tutti loro deibuffoni, riassume i loro discorsifacendoli passare per idioti, conil loro sempre tacitobeneplacito.Il video è una terribile gabbia chetiene prigioniera dell’opinionepubblica, servilmente servita perottenere il totale servilismo,l’intera classe dirigente italiana.Tutto viene presentato comedentro un involucro protettore,con il distacco e il tonodidascalico di cui si discute diqualcosa già accaduta, da pocomagari, ma accaduta.Da “La voce di Pasolini”Cosa èCentro d’AscoltoInformazioneRadiotelevisivaNato il 20febbraio 1981,da una idea diMarcoPannella,effettuaper contodell’ Autoritàper le garanzienellecomunicazioniil monitoraggiosullecampagneelettorali e apartire dal1997 ancheun servizio dimonitoraggiosullaprogrammazionedi fiction.Collabora condiverse testategiornalistiche(Epoca,Panorama,L’Espresso,L’Europeo, laRepubblica),con Rai eMediaset, concentri di ricercacome il Censise la VerificaQualitativaProgrammiTrasmessi,e con leuniversità(Torino,<strong>Per</strong>ugia, Roma)Esiste fair play (lealtà) tra coloroche comunicano e coloroche ricevono il messaggio?Posta così la questione può sembraregenerica ma, contestualizzatanel mondo della comunicazionemassmediale, appare sensata. Infatti,mediante l’analisi di uno studioeffettuato da Gianni Betto con ilCentro di Ascolto dell’InformazioneRadiotelevisiva, e confermato dadati Istat, appare sempre più evidentela volontà, da parte della direzionedei tg nazionali, di influenzareil pubblico, di mettere in attoquella che nella teoria della comunicazioneviene definita ‘funzioneconativa’: il mittente vuole persuadereil destinatario. Si mette in attoun bombardamento di notizie alquale il telespettatore non sa sottrarsi.Si sceglie di dare maggiore importanzaa certe notizie, rispetto ad altre.L’uso del linguaggio poi non è dasottovalutare, viene scelta una specificaterminologia che mira a provocaredeterminate e preventivate emozionie reazioni nel pubblico. Il monopoliotelevisivo si è spinto cosìavanti da indurre una riflessione sulrapporto tra comunicazione e democrazia.Dalla carta stampata e dallatelevisione non giunge la notiziatrattata a tuttotondo, ma solo unaparte di essa atta a mistificare il vero.Non siamo liberi di scegliere all’internodi una visione pluralistica dellapolitica, la sovranità della comunicazioneè nelle mani di pochi, dicoloro che creano o celano a tavolinola notizia conveniente a determinatiscopi. Nelle recenti elezioni regionaliabbiamo visto quanto contala tv nelle competizioni elettorali. Ilcaso della neo presidente della RegioneLazio, Renata Polverini ne è latestimonianza. La sua candidatura evittoria elettorale è stata costruita intelevisione: la tv ha creato il personaggio,ha dato un’identità a un candidatonon famoso (esattamente comesuccede nei reality). L’attenzioneviene spesso polarizzata dai personaggie non dai programmi politici.Le scelte dei telegiornaliPrendendo in esame le notizie degliultimi 5 anni (dal 2003 al 2007)e dei primi quattro mesi del 2008delle edizioni principali dei telegiornalidi Rai, Mediaset e La7, emergeche il tempo dedicato a cronaca nera,cronaca giudiziaria e criminalitàorganizzata è raddoppiato. <strong>Per</strong> i tgRai con una media dell’11,6%, perquelli Mediaset del 14,4%.Aumento notizie sul crimineSe nel biennio 2003-2005 la manifestazionedi eventi criminosi si è mantenutacostante, nel 2006 si è assistitoad un sensibile incremento della notiziadi cronaca, data per prima e seguitada quelle di politica. <strong>Per</strong> di piùle parole maggiormente usate sonotragedia e strage. Tutto ciò ha generatouna sensazione di insicurezza e pericolonello spettatore. Inoltre sonorari i casi in cui si da notizia in terminipositivi di riabilitazione di detenutio una immagine positiva dell’immigrato.A conferma di ciò arriva ancheuna indagine condotta da un gruppodi ricerca , diretto dal Professor Morcellini,della facoltà di Scienze dellaComunicazione dell’Università degliStudi di Roma ‘La Sapienza’, dal titolo‘Ricerca nazionale su immigrazionee asilo nei media italiani’.Immigrazione come criminalitàL’indagine ha riguardato i sette telegiornalinazionali e un campione disei quotidiani (Corriere della Sera, LaRepubblica, L’Unità, il Giornale, Avvenire,Metro) monitorati in un periodocampione nei primi sei mesi del2008. Da essa emerge che immigrazionee presenza straniera in Italia sonoargomenti appiattiti sulle questionidi emergenza e sicurezza, dunqueall’interno di una visione problematica(su un totale di 5684 servizi di telegiornale,solo 26 affrontano l’immigrazionesenza legarla ad un fatto dicronaca o al tema della sicurezza),senza essere oggetto di un approfondimentoa prescindere da una connotazionenegativa. Inoltre, facendo unfocus, sulla natura del dibattito che sisviluppa intorno a questi argomenti,si assiste ad una netta sproporzionetra la presenza di esponenti politici,che ne fanno solo una battagliaideologica e di partito, e quella di altrisoggetti interessati alla tematica,quali magistratura o rappresentantidi comunità straniere. “ Tratti maggiormentepreoccupanti vengonodall’analisi del ritratto delle personedi origine straniera. <strong>Per</strong> oltre i trequarti delle volte (76,2%), personestraniere sono presenti come autricio vittime di reati.Diffidenza verso lo stranieroEmerge però una ricorrente diversitàdi trattamento sulla base della nazionalitàdei protagonisti delle vicende.Le persone straniere compaionopiù frequentemente di quelleitaliane quando sono responsabili ovittime di fatti particolarmente brutali,come: la violenza sessuale (piùdel triplo, 24,1% contro 7,2%), le lesionipersonali (più del doppio24,1% contro 10,9%), il sequestro(17,0% vs 4,4%) o il furto (11,3% vs8,7%)”. Cosa significa tutto ciò intermini di recettività da parte delpubblico? Si innesca da un lato insicurezzanei confronti del governo,che nel periodo esaminato era quelloProdi, e dall’altro lato diffidenzanei confronti dello straniero.La falsa realtàSe a ciò si fanno seguire temporalmente,ovvero durante il governoBerlusconi, ancora in corso, notizierassicuranti si crea quella bolladi sicurezza per la quale l’esecutivoattuale ha risolto tutti i problemi.In realtà non sono cambiati iproblemi ma la loro percezione.Selezionando i servizi e gli articolisi crea oggi l’immagine di unpaese con le strade più sicure econ la criminalità sempre più accerchiata.Ma siamo di fronte anotizie vere o a vere notizie, ovveroutili? La realtà è quella che vediamoe leggiamo o quella che viviamocon difficoltà?V.S.

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