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di famiglia? - Associazione Luca Coscioni

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AUTODETERMINAZIONE!TESTAMENTOBIOLOGICO9DIRETTIVE ANTICIPATE: L’ABITONUOVO DI UN FRANCESCANOLiberarsi dalle ambiguità e della contrad<strong>di</strong>zione tra “accanimento” e “terapeutico”CHIARA LALLIE’ preferibileeliminarel’espressione“accanimentoterapeutico” esostituirla confutilità o sproporzionedeitrattamentisanitariIl 29 e 30 marzo 2007 si è svoltoun Convegno Internazionale alSenato sul “TestamentoBiologico: Le <strong>di</strong>chiarazioni anticipate<strong>di</strong> volontà sui trattamentisanitari”.Durante la prima giornata è intervenutoDaniel Sulmasy(OFM, MD, PhD St. Vincent’sHospital-Manhattan and NewYork Me<strong>di</strong>cal College, nonchéfrate francescano) con una relazionedal titolo Direttive anticipatecome proseguimento dellatra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> rinuncia all’uso <strong>di</strong>mezzi straor<strong>di</strong>nari. Nonostantealcune premesse siano alquanto<strong>di</strong>scutibili (come il valore intrinsecodell’essere umano, la sacralitàdella vita considerata comeun “dono”, l’importanza attribuitaalla tra<strong>di</strong>zione come garanzia<strong>di</strong> moralità e la condannaassoluta dell’eutanasia), l’intervento<strong>di</strong> Sulmasy è stato moltointeressante, soprattutto alla lucedell’acuirsi dello scontro trareligiosi e laici in tema <strong>di</strong> moralee decisioni sanitarie. E delle polemicheriguardo a un <strong>di</strong>segno<strong>di</strong> legge sulle <strong>di</strong>rettive anticipatein Italia.Secondo Sulmasy i punti principalidelle <strong>di</strong>rettive anticipate sonotre: 1) “non sono un’idea rivoluzionaria,ma piuttosto il proseguimento<strong>di</strong> una tra<strong>di</strong>zione centenariache prevede la rinunciaall’utilizzo <strong>di</strong> mezzi <strong>di</strong> cura straor<strong>di</strong>nari”;2) la separazione dalLa me<strong>di</strong>cina inalcuni casi èimpotente edeve rinunciaread usaremezzi <strong>di</strong> curastraor<strong>di</strong>nari<strong>di</strong>battito sull’eutanasia; 3) l’utilitàdelle <strong>di</strong>rettive anticipate neiprocessi decisionali riguardantile malattie terminali.In conclusione, le <strong>di</strong>rettive anticipate“dovrebbero essere percepitecome strumenti utili nelprogetto più vasto <strong>di</strong> aiutare pazienti,famiglie e me<strong>di</strong>ci a finalizzarela scelta migliore per ilmalato terminale e rientranoperfettamente all’interno dellatra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> rinuncia dell’utilizzo<strong>di</strong> mezzi straor<strong>di</strong>nari”.Sebbene parta dal presuppostodel limite della con<strong>di</strong>zione umanapiuttosto che dalla libertà in<strong>di</strong>vidualela conclusione <strong>di</strong>Sulmasy è del tutto con<strong>di</strong>visibile:la me<strong>di</strong>cina in alcuni casi èimpotente e deve rinunciare adusare mezzi <strong>di</strong> cura straor<strong>di</strong>nari.Per “straor<strong>di</strong>nario” Sulmasy intendeun intervento “futile (peresempio: se non funziona, senon cura il paziente, se noncambia il decorso della malattiao se non previene una morte imminente)o se l’onere impostodall’intraprendere o dal continuareuna certa cura eccede ibenefici ottenuti da un punto <strong>di</strong>vista fisico, psicologico, sociale,economico, morale e spirituale”.E sottolinea l’importanza delcontesto e della particolarità <strong>di</strong>ciascun paziente. Non sottolineaperò con altrettanto vigorela centralità della volontà personale(che menziona solo più tar<strong>di</strong>richiamando il “punto <strong>di</strong> vistadel paziente”), l’unica e verabussola nella scelta dei trattamentisanitari da proseguire oda interrompere. La futilità <strong>di</strong> unintervento è una valutazione decisamentepiù soggettiva <strong>di</strong>quanto Sulmasy intenda sostenererichiamando criteri cheaspirano all’oggettività: “non cura”,“non cambia”, “non previene”.È senza dubbio preferibile, comesuggerisce Sulmasy, eliminarel’espressione “accanimentoterapeutico” e sostituirla con futilitào sproporzione dei trattamentisanitari, ampliando <strong>di</strong> fattole possibilità <strong>di</strong> scelta per i pazientiliberandosi delle ambiguitàe della stridente vicinanza tra“accanimento” e “terapeutico”.E finalmente si menziona il requisitofondamentale: la volontàdel paziente stesso. “Le <strong>di</strong>rettiveanticipate aiutano a puntarel’attenzione su quello che deveessere il punto focale sia per lame<strong>di</strong>cina, sia per le famiglie e gliamici, sia per la legge, che è esattamenteil paziente. Questo invirtù del fatto che tra<strong>di</strong>zionalmenteè il paziente a decidere sel’onere del trattamento è sproporzionatoai benefici, almenosecondo i confini della ragione eil giu<strong>di</strong>zio della comunità. Cioè,è quasi completamente a <strong>di</strong>screzionedel paziente decidere qualeintervento sia straor<strong>di</strong>nario”.Che questo avvenisse tra<strong>di</strong>zionalmenteè oggetto <strong>di</strong> perplessità,perché è un cambiamento <strong>di</strong>prospettiva (dal paternalismome<strong>di</strong>co al consenso informato)abbastanza recente ad avereconsegnato la decisione nellemani del paziente. Tuttavia ilcuore delle <strong>di</strong>rettive anticipate èla libertà da parte del paziente <strong>di</strong>scegliere – libertà <strong>di</strong>fficile damettere in <strong>di</strong>scussione. E se ilpaziente è libero <strong>di</strong> accettare o <strong>di</strong>rifiutare un trattamento, dovrebbeesserlo sempre. In che modo?Quando il paziente non è più ingrado <strong>di</strong> esprimere le proprie volontà,infatti, chi decide?Famiglia, amici, me<strong>di</strong>ci. Eccoperché le <strong>di</strong>rettive anticipatepossono essere utili: perché offronouna possibilità al pazientestesso <strong>di</strong> decidere oggi per il domaniin cui potrebbe non poterlopiù fare.Sono molte le persone che perdonole capacità intellettivemolto tempo prima della propriamorte o che sono colpiti damalattie degenerative e invalidanticome l’Alzheimer.La tecnologia me<strong>di</strong>ca tiene in vitapazienti che qualche anno fasarebbero morti e per i quali ci sitrova spesso a dover prenderedecisioni complesse e dolorose.Che per i familiari sono penose(e che ne è <strong>di</strong> chi non ha familiari?)e per i me<strong>di</strong>ci estremamentecomplicate. Le <strong>di</strong>rettive anticipatepossono “facilitare la presaa carico delle decisioni – focalizzatesul bisogno e la volontà delsingolo paziente – da parte <strong>di</strong> chiconosce e ama il paziente, qualorasia incapace d’intendere e <strong>di</strong>volere”.Il caso del Signor QIl Signor Q, 60 anni, viene aggre<strong>di</strong>toper furto 25 anni fa e riportagravi lesioni alla memoria. Nonsi è mai sposato. I suoi genitori,che si sono sempre presi cura <strong>di</strong>lui, sono morti. Vagando qua e làarriva dal Montana fino a NewYork, dove <strong>di</strong>venta un vagabondo,mangia alla mensa pubblicae dorme tra i cartoni. Quattroanni fa un’associazione affiliataalla Chiesa per l’aiuto dei senza<strong>di</strong>mora inizia a prendersi cura <strong>di</strong>lui. Due mesi fa, il Signor Q accetta<strong>di</strong> essere ospitato in undormitorio. Animo solitario, nonparla che raramente. Un giornoha un collasso. All’arrivo alPronto Soccorso polso e pressionevengono ristabiliti, ma lui rimaneprofondamente comatosoe attaccato al respiratore. Ilsuo cervello è gravemente danneggiato.La prognosi del signorQ è: sopravvivenza del cinquantapercento con la prospettiva <strong>di</strong>finire in uno stato vegetativopersistente.Continuare le cure intensive èrealmente nell’interesse del paziente?C’è la possibilità <strong>di</strong> sopravvivenza,ma la prognosi èpessima. Che fare? Chi può decidereper il paziente? La <strong>famiglia</strong>non esiste. Se il Signor Q avesseredatto le <strong>di</strong>rettive anticipate ilrespiratore avrebbe potuto esserestaccato a metà <strong>di</strong> febbraio.“Invece il povero Signor Q languein ventilazione meccanicanella nostra terapia intensiva,con duplici danni cerebrali, unaprima volta per colpa dei ladri ela seconda per colpa della me<strong>di</strong>cina,incapace <strong>di</strong> dargli la liberazioneche tutti sospettano sia ilsuo desiderio”.INVIA UN CONTRIBUTO E RICEVERAI IL NOSTRO GIORNALE NOTIZIE RADICALI

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