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di famiglia? - Associazione Luca Coscioni

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24 .IL MITODELLA FAMIGLIANATURALE...ORGOGLIOLAICO A PIAZZANAVONALA FAMIGLIA NELLA COSTITUZIONE:ALLA RADICE DI UN OSSIMOROROBERTO BIN*“Stu<strong>di</strong>um Iuris”, n.10 del 20001.Le scale<strong>di</strong> EscherÈ noto che l'art. 29 Cost. rappresentauno dei sommi esempi <strong>di</strong>me<strong>di</strong>azione linguistica nellascrittura della costituzione. "LaRepubblica riconosce i <strong>di</strong>rittidella <strong>famiglia</strong> come società naturalefondata sul matrimonio"è una proposizione impossibile,una specie <strong>di</strong> equivalente legislativodelle scale <strong>di</strong> Escher.Verrebbe da <strong>di</strong>re che ha un senso,ma non un significato: ossiamuove reazioni emotive abbastanzaprecise sul piano ideologico,ma non si traduce in regolegiuri<strong>di</strong>che che possano basareun ragionamento argomentativoserrato.L’idea <strong>di</strong> una "società naturale"porta con evidenza a postularel’esistenza <strong>di</strong> un qualcosa cheprecede il <strong>di</strong>ritto e lo Stato. Concoerenza l’art. 29 affermerebbeperciò che la Repubblica "riconosce"i <strong>di</strong>ritti della <strong>famiglia</strong>, comea voler <strong>di</strong>re che questi preesistonoall’or<strong>di</strong>namento giuri<strong>di</strong>corepubblicano, perché derivanodalla "natura delle cose" enon dal <strong>di</strong>ritto stesso. È l’anticapretesa giusnaturalistica, riscopertae riproposta dalla partecattolica dei costituenti e degliinterpreti della costituzione. Èuna pretesa mai sopita.Introducendo <strong>di</strong> recente il convegnonazionale dei giuristi cattolicidel 1997 - che pure aveval’inquietante titolo "Quale <strong>famiglia</strong>?"- Giuseppe Dalla Torreesor<strong>di</strong>sce proprio così: la costituzioneconcepisce la <strong>famiglia</strong>"come formazione sociale funzionaleallo svolgimento dellapersona, precedente allo Stato eche questo non può che riconoscere".Se la locuzione "società naturale"ha un qualche significato peril <strong>di</strong>ritto, non credo che possaaverne uno <strong>di</strong>verso da questo.Ma se questo è il significato, siapre un vasto panorama <strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zionipratiche ed ermeneutiche.2. Esiste unconcetto"naturale"<strong>di</strong> <strong>famiglia</strong>?Prima contrad<strong>di</strong>zione: esiste unconcetto "naturale" <strong>di</strong> <strong>famiglia</strong>?Questo è il punto su cui hannomaggiormente insistito i critici<strong>di</strong> questa concezione. Si sa, tuttigli stu<strong>di</strong> storici, antropologici,sociologici, economici ecc. ciconfermano che la <strong>famiglia</strong> eun’istituzione estremamentemutevole, per <strong>di</strong>mensione, organizzazione,funzione. Non occorreneppure analizzarla construmenti sofisticati, perché appartienealla stessa nostra esperienza<strong>di</strong>retta l’incre<strong>di</strong>bile mutazioneche la <strong>famiglia</strong> italianaha subito nel corso <strong>di</strong> una o duegenerazioni. Oltre i confini geograficie storici della nostraesperienza <strong>di</strong>retta, poi, qualsiasiunità del concetto <strong>di</strong> <strong>famiglia</strong>si perde. E allora, cosa connotaquesta "società naturale"? Miposso immaginare due tipi risposta,una in chiave psicologica,l’altra in chiave culturale.La prima potrebbe portarci a <strong>di</strong>reche la "<strong>famiglia</strong>", qualsiasi nesia l’estensione, l’organizzazioneo la funzione, è comunque"naturale" nel senso che appartieneai bisogni umani fondamentali,imprescin<strong>di</strong>bili, legatialla socialità dell’uomo, alla suariproduzione, alla sua affettività,al suo bisogno <strong>di</strong> riservatezza.La <strong>famiglia</strong>, insomma, denoterebbequel primo e in<strong>di</strong>spensabileesempio <strong>di</strong> "formazionesociale" <strong>di</strong> cui l’art. 2 Cost. garantiscee, ancora una volta, "riconosce"l’esistenza (non a caso,essendo l’art. 2 l’altra clausola"giusnaturalistica" della costituzione),.Ma se così fosse, dovremmo ritenereche l’art. 29 ci rimandaad un concetto estremamenteampio, destrutturato, <strong>di</strong> ‘<strong>famiglia</strong>’.Se ad essa si in<strong>di</strong>rizza un bisogno"naturale" della persona,la ‘<strong>famiglia</strong>’ allora può assumeretante forme organizzativequante sono i mo<strong>di</strong> in cui ognunorealizza la propria personalità.L’art. 29 verrebbe perciò adessere letto come una garanzia<strong>di</strong> autonomia, <strong>di</strong> "autogoverno",ad un livello sociale minimo,<strong>di</strong> cui ognuno è padrone <strong>di</strong>in<strong>di</strong>viduare la fisionomia senzaingerenze dell’apparato pubblico:sarebbe una garanzia dall’estensioneassai simile a quellaapprestata dall’art. 8 della CE-DU ("Toute personne a droit aurespect de sa vie privée et familiale").È chiaro che allora, peresempio, non vi sarebbe modo<strong>di</strong> negare la perfetta (nel senso<strong>di</strong> eguale) legittimità anche della<strong>famiglia</strong> omosessuale, cosìcome <strong>di</strong> ogni altra formazionefamiliare "anomala". Anzi, proprioper l’elementare rispetto <strong>di</strong>questa sfera <strong>di</strong> intimità socialeche è la <strong>famiglia</strong>, nessuno –esterno a quel nucleo - dovrebbepoter esprimere giu<strong>di</strong>zi suicomportamenti che in essa sitengono e tanto meno farne derivareconseguenze giuri<strong>di</strong>che.Il fatto che, per esempio, nella<strong>famiglia</strong> omosessuale non vi siaLA RIVOLUZIONEDELL’INTIMITÀ/1:LA VITTORIA DELDIVORZIOIl primo ottobre 1965 il deputatosocialista Loris Fortuna presentavaalla Camera un progetto <strong>di</strong> leggeper il <strong>di</strong>vorzio. Quel progetto sarebberimasto tale se intorno ad essonon fosse stata organizzata per impulsodei ra<strong>di</strong>cali una campagnache nel giro <strong>di</strong> un quinquennio trasformòuna posizione ideale inconquista politica ed in legge delloStato. La maggior parte del mondolaico e <strong>di</strong> sinistra giu<strong>di</strong>cava il paese"non maturo" per una tale riforma,del resto ferocemente avversatadalle forze clericali e conservatrici.All'inizio del 1966, grazie anche alsostegno <strong>di</strong> una campagna <strong>di</strong>stampa del settimanale popolare"ABC" si costituiva la Lega Italianaper il <strong>di</strong>vorzio (LID).Per la prima volta nella storia repubblicana i ra<strong>di</strong>cali davano vita ad un movimento costituito dapolitici provenienti da <strong>di</strong>versi orizzonti partitici e da "gente comune", in grado <strong>di</strong> esercitare unacrescente influenza sulla pubblica opinione e sullo stesso "Palazzo". Infine con l'azione nonviolentaculminante nello sciopero della fame ad oltranza <strong>di</strong> Marco Pannella e <strong>di</strong> RobertoCicciomessere che dal 10 novembre 1969 si protrasse fino alla messa in <strong>di</strong>scussione alla Cameradel progetto <strong>di</strong> legge, infine approvato il 29 <strong>di</strong>cembre.Dopo quattro anni il referendum del 12 maggio 1974, promosso dai clericali, sanciva clamorosamentecon il voto popolare la sconfitta dello schieramento clerico-conservatore ridotto a rappresentaresolo il 41% della popolazione.lo "scopo riproduttivo" – a parteil fatto che ormai è solamenteun problema tecnologico osemmai, se passano oscure leggi,un limite giuri<strong>di</strong>co, quin<strong>di</strong>convenzionale – non può certoincidere sulla garanzia riconosciutaad essa: nessuno dubitache anche le famiglie "normali"che, per scelta o meno, sianosenza figli sono ciò nonostante,almeno sotto un profilo giuri<strong>di</strong>co(<strong>di</strong>versamente da quello acustico),perfettamente "famiglie".Anzi, si potrebbe ragionare proprioall’incontrario: tanto più siritenesse che non solo la "<strong>famiglia</strong>",ma proprio la <strong>famiglia</strong> riproduttiva,è un bisogno "naturale"della persona, tanto più sidovrebbe concludere che sia il"riconoscimento" del nucleo familiare,sia il <strong>di</strong>ritto alla procreazioneassistita devono essere assicuratia tutti, come "<strong>di</strong>ritto inviolabiledell’uomo" alla realizzazionedella propria personalità(ancora l’art. 2 Cost.).3. "Natura"e tra<strong>di</strong>zioneÈ evidente la contrad<strong>di</strong>zionepratica tra questa conclusione ele premesse ideologiche <strong>di</strong> chiLa “<strong>famiglia</strong>”,qualsiasine sial’estensione,l’organizzazioneo la funzione,è comunque"naturale”muove da una lettura "naturalistica"dell’art. 29. Dal suo punto<strong>di</strong> vista, sono conclusioni deltutto inaccettabili, che lo spingonoa praticare l’altra strada,quella che ho definito della rispostaculturale. È una rispostache sfrutta varianti tipiche delloschema classico <strong>di</strong> pensiero giusnaturalistico,che si basano suargomenti come la "normalità"dei casi o la tra<strong>di</strong>zione culturale.La variante della "normalità" èdavvero debole. Certo, nella"normalità" dei casi, per nostrastessa esperienza, quando siparla <strong>di</strong> "<strong>famiglia</strong>" si pensa aqualcosa che non c’entra affattocon la coppia omosessuale ocon altre combinazioni <strong>di</strong> vita.Ma sarebbe un argomentospen<strong>di</strong>bile, questo? Assai poco,perché se è sul costume socialeche si deve basare la nozione <strong>di</strong>"<strong>famiglia</strong>", sul "me<strong>di</strong>o sentire",allora perde <strong>di</strong> qualsiasi prescrittivitàil concetto <strong>di</strong> <strong>famiglia</strong>"naturale". La <strong>famiglia</strong> nonpreesiste affatto allo Stato, perchési evolve (come <strong>di</strong> fatto sievolve) con la stessa rapi<strong>di</strong>tà deicostumi sociali e delle leggi cheli governano. Spetta al corporappresentativo, al Parlamento,al legislatore (a chi altro se no, inuna democrazia rappresentativa?)interpretare l’evoluzionesociale, e quin<strong>di</strong> l’art. 29 andrebbeletto come se fosse scritto"la <strong>famiglia</strong> è una formazionesociale definita dal legislatore":sarebbe la fine <strong>di</strong> qualsiasi tentativo<strong>di</strong> uso forte, prescrittivo,costituzionale (nel senso <strong>di</strong> sovrappostoalla legge) della <strong>famiglia</strong>.I "<strong>di</strong>ritti" della <strong>famiglia</strong> nonpreesisterebbero più alla legge,

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