13.07.2015 Views

di famiglia? - Associazione Luca Coscioni

di famiglia? - Associazione Luca Coscioni

di famiglia? - Associazione Luca Coscioni

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

.14IL MITODELLA FAMIGLIANATURALE...ORGOGLIOLAICO A PIAZZANAVONAL’etica dellaqualità dellavita irrompenella culturaoccidentalenon appenaviene rottoquel legameancestrale chelega lasessualità allariproduzionecomponenti. Solo il 43% della famiglieè rappresentato da genitoricon figli. Come scrive RobertoVolpi nel suo libro, “è la primavolta nella storia dell’umanitàche si prefigura una <strong>famiglia</strong>sempre meno ancorata ai figli”.Questa rivoluzione dei comportamentiriproduttivi degli italianiha una precisa data <strong>di</strong> inizio inItalia, ed è l’anno 1975. Se tra il1973 e il 1974 la <strong>di</strong>minuzione dellenascite era stata <strong>di</strong> circa 6milapersone, dal 1974 al 1975 raggiungele 40mila unità, e da alloracontinuerà a <strong>di</strong>minuire a un ritmocostante <strong>di</strong> gran lunga superiorea quello degli anni precedenti.La spiegazione <strong>di</strong> questocambiamento epocale, secondoRoberto Volpi, non è in<strong>di</strong>viduabilealtrimenti che con l’effetto culturaledello scontro politico delreferendum sul <strong>di</strong>vorzio votatoproprio nel 1974: “Il referendum<strong>di</strong> quell’anno segnò una presa <strong>di</strong>coscienza negli italiani del temadei <strong>di</strong>ritti civili, fino ad allora abbastanzadefilato non solo nellalotta politica, ma anche nel <strong>di</strong>battitoculturale, e portato avantiquasi esclusivamente dalla pattugliadei ra<strong>di</strong>cali <strong>di</strong> MarcoPannella”.Le trasformazionidell’intimitàLa trasformazione antropologicadella <strong>famiglia</strong> non è il prodotto <strong>di</strong>un fenomeno <strong>di</strong> deca<strong>di</strong>mento o<strong>di</strong>sgregazione sociale, come sostieneil Vaticano. Delinea, al contrario,l’emergere <strong>di</strong> nuovi legami,relazioni e valori che tengono insiemegli in<strong>di</strong>vidui. Il più lucidoritratto <strong>di</strong> queste trasformazioniè quello fornitoci da AnthonyGiddens, uno dei maggiori sociologidel nostro tempo, ex <strong>di</strong>rettoredella London School ofEconomics e consigliere politico<strong>di</strong> Tony Blair, nel libro “La trasformazionedell’intimità. Sessualità,amore ed erotismo nelle societàmoderne”. Come scrive Giddens:“Fra tutti i cambiamenti che sonoin atto nel mondo, nessuno èpiù importante <strong>di</strong> quelli che riguardanole nostre vite personali:sessualità, relazioni, matrimonioe <strong>famiglia</strong>. E’ in atto una rivoluzioneglobale nel modo in cuipensiamo noi stessi e in cui formiamolegami e connessioni congli altri. Anche se statisticamenteil matrimonio è ancora la con<strong>di</strong>zionenormale, per la maggiorparte della gente il suo significatoè del tutto cambiato”. Secondoil sociologo, la comunicazioneemozionale e la con<strong>di</strong>visione dell’intimitàstanno sempre più sostituendoi legami basati su ruolitra<strong>di</strong>zionali che univano le vitein<strong>di</strong>viduali delle persone.Il fondamento dei legami affettivinon è più la riproduzione o la formazione<strong>di</strong> una <strong>famiglia</strong> comeformazione sociale naturale e inqualche modo obbligata. I legamitra<strong>di</strong>zionali sono stati sostituitida quella che Giddens definisce“relazione pura”, “intendendocon ciò un rapporto basato sullacomunicazione emozionale, incui i vantaggi derivati da tale comunicazionesono il presuppostoperché il rapporto continui”.Parità <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritti tra uomo e donna,rispetto reciproco per l’autonomiaaltrui, relazioni basate sullacomunicazione e la fiducia nell’altro,assenza <strong>di</strong> potere arbitrario,coercizione e violenza.Giddens si spinge fino a parlare <strong>di</strong>“democrazia delle emozioni”,“tanto importante quanto la democraziapolitica ai fini <strong>di</strong> migliorarela qualità delle nostre esistenze”.“Una democrazia delleemozioni non fa <strong>di</strong>stinzione <strong>di</strong>principio fra relazioni eterosessualie omosessuali. Molto piùdegli eterosessuali, i gay sono statipionieri nella scoperta del nuovomondo <strong>di</strong> relazioni e nell’esplorazionedelle sue possibilità.Hanno dovuto esserlo, perchéuna volta usciti allo scoperto, nonsarebbero stati in grado <strong>di</strong> sfruttareil normale sostegno del matrimoniotra<strong>di</strong>zionale”.Oltre a configurare uno scontrotra para<strong>di</strong>gmi interno all’occidente,la trasformazione dell’intimitàrappresenta motivo <strong>di</strong>scontro tra la laicità e tutti i fondamentalismi,compreso quelloislamico. Come scrive Giddens:“Quella che ho descritto comeun’emergente democrazia delleemozioni è la prima linea dellabattaglia fra cosmopolitismo efondamentalismo <strong>di</strong> cui ho parlato.La parità tra i sessi e la libertàsessuale delle donne, che sonoincompatibili con la <strong>famiglia</strong> tra<strong>di</strong>zionale,sono altrettanti anatemiper i gruppi fondamentalisti.Ribalto anzi la tesi <strong>di</strong> politici efondamentalisti, sostenendo cheil persistere della <strong>famiglia</strong> tra<strong>di</strong>zionaleo <strong>di</strong> certi suoi aspetti inmolte parti del mondo è più preoccupantedel suo declino”.La rivoluzionedei comportamentiriproduttividegliitaliani ha unaprecisa data <strong>di</strong>inizio in Italia,ed è l’anno1975, subitodopo lo scontroculturale epolitico sul<strong>di</strong>vorzioLe democrazia delle emozioni statrasformando anche l’amore, unsentimento che si tende ad assolutizzare,trascurando i con<strong>di</strong>zionamenticulturali che lo attraversano.Come scrive la psicoanalistaEnrichetta Buchli nel libro “Il mitodell’amore fatale”, “l’amore,come l’abbiamo inteso per secoli,è “un’invezione” dell’occidente.L’amore in quanto bene assolutonon riguarda la relazione tradue soggetti, incarnati nello spazioe nel tempo.L’antidoto all’amore assoluto, allareligione dell’amore fatale, èquello che la Buchli definisce“amore civile”, riprendendo le tesisviluppate da AnthonyGiddens. “Civile” è un termineche utilizzo io, riferendomi alconcetto <strong>di</strong> civiltà <strong>di</strong> Freud e <strong>di</strong>Jung. Ma cosa significa essere civili?“Negoziare sempre tutto,dunque <strong>di</strong>alogare, <strong>di</strong>chiarare,contrattare. […] Le modalità <strong>di</strong>convivenza civile basate sui criteridella democrazia - nella mentalità<strong>di</strong>ffusa confinata esclusivamenteai comportamenti “pubblici”- dovrebbe penetrare tra lemura domestiche, fin “dentro” lanostra psiche in<strong>di</strong>viduale. […]Ma a ben vedere non esiste nulla<strong>di</strong> meno “esilarante” <strong>di</strong> una visionedemocratica della coppia,nulla <strong>di</strong> più lontano dalle attrazionifatali, dall’esaltazione dell’innamoramento,dalla totaleanarchia degli amanti convintiche “in nome” dell’amore tutto èpossibile. Nulla <strong>di</strong> più lontanodalla “religione dell’amore” e dalla<strong>di</strong>vinizzazione dell’oggetto d’amore. Nulla <strong>di</strong> più spoetizzante.[…] La religione dell’amore èl’antitesi dell’amore. E’ “l’incapacità<strong>di</strong> mantenere la necessariacontrad<strong>di</strong>zione della <strong>di</strong>fferenziazione,in cui riconosciamo l’altroma continuiamo anche ad affermarenoi stessi. In questo crollo, idue elementi della <strong>di</strong>fferenziazione<strong>di</strong>ventano scissi: uno deidue afferma il proprio potere el’altro lo riconosce tramite la sottomissione.[…] Nella svariatasfaccettatura delle con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong>possibilità dell’amore civile, pensoche in questa concezione dell’autonomiastia il nocciolo dellaquestione”.Diverse normalitàSebbene si tenti in tutti i mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>dare una rappresentazione dellasocietà italiana come fondatasulla <strong>famiglia</strong> tra<strong>di</strong>zionale, mononucleare,basata su una coppiastabile, eterosessuale, con figli,i dati <strong>di</strong>mostrano che in tema<strong>di</strong> <strong>famiglia</strong> non esiste più unanorma, ma tante normali <strong>di</strong>versità.Secondo i dati Istat del 2005, inItalia ben 5milioni e 362mila personevivono in famiglie che sonolibere unioni, famiglie ricostituitee famiglie con un solo genitore.In quasi il 10% delle nozze unodei due coniugi è al secondo matrimonio.Il 10% delle famiglie ècomposta da un solo genitori configlio. A seguito del <strong>di</strong>vorzio o dellaseparazione, la <strong>famiglia</strong> cessa<strong>di</strong> essere mononucleare e <strong>di</strong>ventaplurinucleare. Ai genitori biologicisi affiancano i genitori acquisitiattraverso i nuovi legamiaffettivi del padre o della madre.Non sono soltanto le coppieomosessuali quin<strong>di</strong> a mettere incrisi la <strong>famiglia</strong> tra<strong>di</strong>zionale.Come spiega la psicologa LauraFruggeri nel libro “Diverse normalità”,a partire dalla fine deglianni ‘80 la cultura della devianzaha gradualmente ceduto il passoalla cultura della <strong>di</strong>fferenza.“L’analisi approfon<strong>di</strong>ta delle <strong>di</strong>scontinuitàtra ruoli, tra funzionie tra livelli <strong>di</strong> rapporto che le famiglie<strong>di</strong>verse da quella nuclearetra<strong>di</strong>zionale presentano permettono<strong>di</strong> mettere a fuoco processiche nelle famiglie sono fondamentalia prescindere dalla lorostruttura. (…) Lo stu<strong>di</strong>o della variabilitàrestituisce profon<strong>di</strong>tà aquesti processi che, analizzatisoltanto a partire dalla tra<strong>di</strong>zionale<strong>famiglia</strong> nucleare, rischiano<strong>di</strong> venire appiattiti entro gli stretticonfini <strong>di</strong> una scontata normalità”.Viste da questa prospettive le famiglie<strong>di</strong>verse da quelle tra<strong>di</strong>zionalivengono visti come ambitiche possono favorire lo sviluppo<strong>di</strong> particolari capacità in<strong>di</strong>viduali,relazionali e sociali.Aiutare le famiglie.Come?L’Italia è il paese dove si fannomeno figli al mondo. In Europa laSvezia, dove sono unioni <strong>di</strong> fattola metà delle coppie, o la Francia,con i suoi pacs, sono tra i paesipiù prolifici d’Europa. Non sembraessere il riconoscimento dellecoppie <strong>di</strong> fatto il principale nemicodella <strong>famiglia</strong> e della natalità.Come affermano la maggior partedei demografi e dei sociologi,una della cause principali dellabassa natalità e del basso numero<strong>di</strong> giovani coppie in Italia è dovutoal ritardo nell’uscita dei giovanidalla <strong>famiglia</strong> <strong>di</strong> origine.L’Italia è il paese europeo nel qualei giovani se ne vanno più tar<strong>di</strong>dalla casa dei genitori. Vive con la<strong>famiglia</strong> il 70% dei maschi e il50% delle donne tra 25 e 29 anni.Roberto Volpi legge il fenomenocome un processo <strong>di</strong> deresponsabilizzazionedei giovani. Alquale contribuiscono sia ragioniculturali, che Volpi chiama il“modello me<strong>di</strong>terraneo” <strong>di</strong> <strong>famiglia</strong>,sia ragioni economiche, comeun welfare inadeguato, unmercato del lavoro che premiaSecondo i datiIstat del 2005,in Italia ben5milioni e362mila personevivono infamiglie chesono libereunioni, famigliericostituitee famiglie conun sologenitorel’anzianità rispetto al merito (ridottisalari <strong>di</strong> ingresso), un mercatodegli affitti molto salato,un’università che non fornisceborse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o adeguate né alloggiper i fuorisede.C’è poi il problema per le donne<strong>di</strong> poter conciliare lavoro professionalee impegni familiari. Se sivolesse intervenire per aiutare lacreazione <strong>di</strong> nuove famiglie ci sarebbesoltanto l’imbarazzo dellascelta: prezzi degli affitti e dellacase, mutui, riforma del welfare,costruzione <strong>di</strong> asili nido.Gli strumenti <strong>di</strong> intervento devonotuttavia essere in<strong>di</strong>rizzati agliin<strong>di</strong>vidui e non alle famiglie cometali, per rafforzare le scelte <strong>di</strong>autonomia dei giovani, come affermala sociologa FrancescaSartori, autrice <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi stu<strong>di</strong>sulla con<strong>di</strong>zione giovanile inItalia.Già oggi, infatti, in Italia la <strong>di</strong>sparità<strong>di</strong> trattamento fiscale dei singlerispetto ai nuclei familiari conpiù componenti è molto maggiorerispetto ad altri Paesi. Comescrive Massimo Livi Bacci citandol’esempio francese: “Il rafforzamentodel sostegno per i figli,esteso a tutti i nuclei sotto determinatesoglie <strong>di</strong> red<strong>di</strong>to; la costituzione<strong>di</strong> una dote per i neonati;la costruzione <strong>di</strong> adeguati ammortizzatorisociali per i giovaniche affrontano percorsi <strong>di</strong> lavoroflessibili quando non precari, sonotutte misure in programma ogià abbozzate che vanno nella <strong>di</strong>rezionegiusta ma che vanno rafforzatee integrate e volte allo scopo<strong>di</strong> potenziare giovani e donne.Verranno, poi, anche i figli”.@pprofon<strong>di</strong>sciL’inchiesta <strong>di</strong> Ra<strong>di</strong>oRa<strong>di</strong>cale inversione integrale, con le intervistee la bibliografia annessa, lapuoi trovare su www.ra<strong>di</strong>ora<strong>di</strong>cale.it

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!